CLAUDIO REGAZZONI
OROBIE TRAIL
52 itinerari di Trail Running dalle Grigne al Lago d’Iseo
EDIZIONI VERSANTE SUD | COLLANA LUOGHI VERTICALI | RUNNING
Prima edizione Maggio 2020 ISBN 978 88 85475 885 Copyright © 2018 VERSANTE SUD – Milano, via Longhi, 10. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Copertina
Tommaso Bacciocchi
Testi
Claudio Regazzoni
Fotografie
Copertina: Nei pressi del Col dei Brassamonti, Monte Alben (© Alberto Orlandi) Alberto Orlandi, Claudio Regazzoni (dove non specificato), Umberto Isman, Debora Calegari, Paolo De Lia Si ringraziano: Cristina Sonzogni, Gabriele Ghisalberti, Andrea Prometti, Sara Taiocchi, Mirko Lumina, Andrea Malvestiti, Giulia Brizzi per la loro disponibilità a comparire nel materiale fotografico presente in questa guida
Cartine
Silvia Ruju. © Mapbox, © Open Street Map
Simbologia
Tommaso Bacciocchi
Impaginazione
Silvia Ruju
Stampa
Press Grafica s.r.l. – Gravellona Toce (VB), Italia
Km ZERO
da autori Guida faottae sviluppano che vivon l territorio i sentieri su
È una guida a KM ZERO!
Cosa significa? Che è più sana e ha più sapore, perché fatta da autori locali. Come i pomodori a Km 0? Certo! E la genuinità non è un’opinione. Gli autori locali fanno bene a chi cammina: – hanno le notizie più fresche e più aggiornate; – non rifilano solo i sentieri più commerciali; – reinvestono il ricavato nella manutenzione dei sentieri. Gli autori locali fanno bene al territorio: – pubblicano col buonsenso di chi ama il proprio territorio; – sono attenti a promuovere tutte le località; – sono in rete con la realtà locale. E infine la cosa più importante:
sui loro sentieri, c’è un pezzetto del loro cuore
Nota
Il trekking è un’attività potenzialmente pericolosa, chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.
Km ZERO Guida fatta da autori che vivono e sviluppano i sentieri sul territorio
CLAUDIO REGAZZONI
OROBIE TRAIL 52 itinerari di Trail Running dalle Grigne al Lago d’Iseo
EDIZIONI VERSANTE SUD
PREFAZIONE Le Alpi Orobie e le Prealpi Bergamasche (classificate nel loro insieme come Alpi e Prealpi Bergamasche) costituiscono le prime elevazioni che interrompono le piatte distese della Pianura Padana per innalzarsi lentamente verso l’arco alpino principale, sulla linea di frontiera svizzera. I suoi territori si trovano esattamente al centro geografico della catena alpina e allo stesso tempo restano simbolicamente in mezzo a due mondi diametralmente opposti: quello della pianura con le grandi città e quello delle Grandi Alpi con i suoi gruppi montuosi più elevati e noti. Quello delle Orobie è un mondo completamente a sé, isolato da tutto il resto che lo circonda. I dolci e amabili versanti meridionali si confondono a breve distanza con quelli settentrionali, selvaggi e carichi di misteri. Le forme morbide e tondeggianti, caratteristica principale di moltissime vallate, vengono interrotte bruscamente dai profili rocciosi delle cime più impervie del gruppo. Qui la natura ha disegnato una geografia diversa quasi per ogni valle, i panorami mutano continuamente e talvolta basta svoltare l’angolo per trovarsi di fronte a un nuovo entusiasmante terreno d’avventura. Di fronte a una così ampia diversità paesaggistica, il trail running è una delle attività che, sempre più spesso, viene scelta per poter vivere al meglio l’esperienza degli entusiasmanti contrasti offerti dalle Orobie. Mai come in questi luoghi il trail running riesce ad assumere un aspetto così personale, determinato soprattutto dell’ambiente spesso solitario in cui bisogna avventurarsi. Ecco quindi che in una sola giornata, grazie alla rete capillare di sentieri e rifugi, si possono attraversare pascoli e conche prative per arrivare ai ripidi ghiaioni alla base delle più imponenti cime del gruppo. Allo stesso modo, si può partire dai piccoli centri abitati
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per giungere alle desolate testate delle valli, dove il silenzio e la solitudine riportano a una dimensione originale, quasi primitiva, in cui non si riesce più a fare distinzione tra l’uomo e la natura che lo circonda. La guida vuole presentare questo spettacolare quanto imprevedibile terreno di gioco, aiutando il lettore nella scelta dei percorsi e guidandolo all’interno delle Orobie. Correremo all’interno dei due parchi principali: il Parco delle Orobie Bergamasche e il Parco delle Orobie Valtellinese. Partiremo dai territori alpini più impervi per terminare sui rilievi delle basse valli bergamasche e lecchesi, a stretto contatto con la pianura e il fervore delle attività umane. Affronteremo i migliori itinerari che vanno dalle classiche gite fino a ritrovarci, talvolta sul fil di cresta, nelle zone più selvagge della catena. Alcuni dei nostri tracciati percorrono itinerari già conosciuti, altri prendono ispirazione da eventi trail celebri nel panorama locale e internazionale. Abbiamo provato (solamente provato) a racchiudere in un’unica guida l’intero territorio orobico, delimitato da ovest ad est rispettivamente dal Lago di Como e dal Lago d’Iseo, e da nord a sud rispettivamente dalla Valtellina e dalla Pianura Padana. Il risultato è una guida utilizzabile 365 giorni l’anno. Potremo correre sulle sponde del lago di Como e del Lago d’Iseo nei mesi più freddi, così come potremo spingerci in vetta al Pizzo Redorta esclusivamente nel breve periodo estivo in cui la Vedretta di Scais ci permetterà di salire con la sola attrezzatura da running. Non a caso in questa guida sono presenti 52 itinerari: un trail per ogni settimana dell’anno. Ultime, ma non per importanza, le Alte Vie orobiche. Le prime pagine della guida sono
Sosta al panoramico Passo dello Scagnello, valico di passaggio per chi intraprende il Periplo della Presolana e il Sentiero delle Orobie Orientale (© Alberto Orlandi) Ó
dedicate ai grandi percorsi che partono e terminano dalle estremità più civilizzate della catena, passando per il suo cuore selvaggio. Esse rappresentano il modo migliore per adempiere allo scopo della nostra guida: portarvi alla scoperta delle Orobie in tutte le sue sfaccettature e invitarvi in un viaggio unico ed estremamente appagante, tra i
sentieri e le immense moli montuose di questa affascinante area alpina. E se, una volta intraprese queste avventure, avrete la percezione di varcare un confine, di vivere la grandezza di questo mondo, allora significa che avrete compreso appieno l’identità di questi luoghi e che, in una certa misura, anche voi ne fate parte.
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RINGRAZIAMENTI Questa guida non poteva essere portata a termine senza l’aiuto di molti amici. Voglio sinceramente ringraziare tutte le persone che hanno creduto insieme a me in questo progetto e mi hanno offerto il loro sostanziale aiuto, ognuno a modo suo, permettendomi di arrivare al traguardo di questa magnifica avventura. È grazie a loro se questa guida risulta completa e minuziosamente particolareggiata. Elena Regazzoni Andrea Prometti Gabriele Ghisalberti Chiara Bailo Giovanni Greco Sara Taiocchi Alessandro Pelicioli Andrea Malvestiti Mirko Lumina … Francesca Poletti, Andrea Rossi, Giorgio Rodini, Monica Regazzoni, tutte le persone
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incontrate lungo i sentieri che mi hanno fornito quelle piccole informazioni molto utili per accrescere il valore della guida... Un ringraziamento molto speciale va ad Alberto Orlandi, con il quale ho potuto condividere la passione in comune per le Orobie e il trail running. Alberto ha collaborato con così grande entusiasmo alla realizzazione di Orobie Trail, cogliendo sempre l’opportunità di esprimere sé stesso tramite l’arte della fotografia, tanto da rivelarsi un secondo autore della guida. Mi è sempre difficile, ogni volta che ho tra le mani una delle sue fotografie, resistere alla tentazione di indossare le scarpe e recarmi a correre nei luoghi a cui sono più affezionato. Grazie alla sua grande capacità di racchiudere questo mondo in uno scatto, questo libro è stato realmente arricchito dal prezioso materiale che troverete svogliando le pagine a seguire.
Alba ai prati della Costa del Palio, Valle Imagna (Š Alberto Orlandi)
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SOMMARIO Trail Running e Skyrunning . . . . . . . . . . . . . Zaino e vestiario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Correre di notte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Correre d’inverno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Correre un trail lungo . . . . . . . . . . . . . . . . . Info aggiuntive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Lettura degli itinerari e legenda . . . . . . . . .
16 20 26 28 30 34 36
Giro dei Laghi tra Val Gerola e Val Brembana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 198 20. Anello del Pizzo Tre Signori . . . . . . . . 202 21. Anello del Monte Ponteranica . . . . . . 208
Sentiero delle Orobie Occidentale . . . . . . 01. Prima Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 02. Seconda Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 03. Terza Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
44 46 52 60
23. Prima Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 224 24. Seconda Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . 230
Sentiero delle Orobie Orientale . . . . . . . . 04. Prima Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 05. Seconda Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 06. Terza Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 07. Quarta Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
68 74 80 86 92
Periplo della Val Imagna . . . . . . . . . . . . . 222
Lecco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 236 25. Anello del Resegone . . . . . . . . . . . . . . 238 26. Sentiero Rotary . . . . . . . . . . . . . . . . . . 242
27. Le Torcole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 248 Giro dei Laghi tra Val Brembana e Val Seriana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28. Anello da Carona . . . . . . . . . . . . . . . . 29. Anello da Valgoglio . . . . . . . . . . . . . . . 30. Anello tra Val Brembana e Valtellina
256 260 266 272
Gran Trail Orobie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 120 11. Prima Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 124 12. Seconda Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128
Sentieri tra i Giganti . . . . . . . . . . . . . . . . . 31. Pizzo Redorta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32. I Laghi del Barbellino . . . . . . . . . . . . . 33. Val Bondione e Valle del Gleno . . . . .
280 284 290 298
Gran Via delle Orobie Valtellinesi . . . . . . 138
34. Val Belviso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 304
Sentiero del Viandante . . . . . . . . . . . . . . . 144 13. Prima Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 148 14. Seconda Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . 152
35. Alta Valle di Scalve . . . . . . . . . . . . . . . 316 36. Anello del Pizzo Camino . . . . . . . . . . 322
Dorsale Orobica Lecchese . . . . . . . . . . . . 08. Prima Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 09. Seconda Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10. Terza Tappa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
100 104 108 112
Le Grigne . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 158 15. Traversata delle Grigne . . . . . . . . . . . 162 16. Mandello del Lario - Grignetta . . . . . 168 Valsassina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 174
17. Val Varrone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 178 18. Val Biandino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 184 19. Anello dei Campelli . . . . . . . . . . . . . . 192
8
22. Val Taleggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 214
Valle di Scalve . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 312
37. Periplo della Presolana . . . . . . . . . . . 328 Alta Val Serina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 336
38. Le creste del Menna . . . . . . . . . . . . . . 342 39. Sentiero dei Fiori . . . . . . . . . . . . . . . . 348 40. Monte Alben . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 354
Media e Bassa Val Seriana . . . . . . . . . . . . 41. Val Gandino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42. Val Vertova . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43. Canto Alto - Monte Podona . . . . . . . . 44. Monte Misma . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
362 366 372 378 386
Media e Bassa Val Brembana . . . . . . . . . 45. S. Pellegrino Terme - Val Brembilla . 46. S. Pellegrino Terme - Val Serina . . . . 47. Valle del Giongo . . . . . . . . . . . . . . . . . 48. Lago d’Endine . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
394 398 402 408 414
Lago d’Iseo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 420
49. Sarnico - Lovere . . . . . . . . . . . . . . . . . 422 50. Predore - Monte Bronzone . . . . . . . . 428 51. Monte Canto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 434 52. Bergamo Alta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 440 Elenco Rifugi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 452
La faticosa salita viene ripagata dalle splendide visuali sulla Valle Imagna, illuminata dai primi raggi mattutini (© Alberto Orlandi)
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ALTE VIE DELLE OROBIE
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1 10
9
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6 partenza
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5
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ITINERARI OROBIE TRAIL
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27
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19 16 13
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48 44
50 49
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Riflessi (© Alberto Orlandi )
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TRAIL RUNNING E SKYRUNNING Le Orobie si rivelano il terreno ideale per praticare trail running e skyrunning, ma cosa differenzia queste discipline? Si tratta di due specialità distinte fra loro, due visioni molto diverse di interpretare la corsa in contesti naturali. Essendo praticate entrambe in ambienti di montagna, può capitare che le loro differenze non siano sempre ben chiare e definite. Vediamo le loro caratteristiche nello specifico.
TRAIL RUNNING Il trail running è una specialità della corsa che si sviluppa a stretto contatto con la natura e percorre sentieri che possono attraversare boschi, pianure, colline, montagne o anche deserti. Un trail non deve necessariamente avere luogo in ambienti di montagna. I tracciati presentano un certo dislivello altimetrico che può raggiungere anche valori elevati, sia positivi che negativi. Le distanze sono generalmente medio-lunghe e rendono questa disciplina un vero sport di endurance, dove bisogna essere in grado di restare sulle proprie gambe per molte ore.
Trail Running o Skyrunning? (© Alberto Orlandi)
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Un aspetto importante è quello dell’autosufficienza o semi-autosufficenza. Per autosufficienza si definisce la totale autonomia dal punto di vista idrico, alimentare e di equipaggiamento (e in generale da qualsiasi altro tipo di assistenza) durante tutta la durata del percorso. La semiautosuffienza (adottata nella maggioranza delle gare trail) stabilisce invece l’autonomia tra due checkpoint, generalmente due ristori. L’ITRA (International Trail Running Association) è l’ente internazionale che dal 2013 regola e stabilisce le linee guida per le gare facenti parte di questa specialità, oltre che a definirne il codice etico. Dal sito dell’ITRA la definizione di trail running è la seguente: Il trail running è una gara pedonale aperta a tutti, in un ambiente naturale (montagna, deserto, foresta, pianura ...) con una presenza minima di strada pavimentata o asfaltata (che non deve superare il 20% del percorso totale). Il terreno può variare (strada sterrata, sentiero forestale, single track ...) e il percorso deve essere correttamente contrassegnato. La gara è idealmente - ma non necessariamente - in autosufficienza o semi-autosufficienza e si svolge nel rispetto dell’etica sportiva, della lealtà, della solidarietà e dell’ambiente. Il trail running trova il suo ambiente ideale proprio nei territori naturali e incontaminati della montagna, non a caso è sulle Alpi che prendono luogo molti tra gli eventi trail più importanti al mondo. In questo caso il corridore si trova ad attraversare vallate, intraprendere salite fino a passi e valichi talvolta impervi, percorrere sentieri che collegano tra loro rifugi, borghi e località montane. Non è necessario giungere in vetta alle montagne, bensì si predilige l’esplorazione intorno a esse. Generalmente i terreni affrontati non risultano mai troppo tecnici. La moderata difficoltà è compensata dalle distanze mediolunghe tipiche di questa disciplina. Ne sono un esempio le ultra-trail che raggiungono le 100 miglia, oppure gli endurance trail che
possono raggiungere i 330 km del Tor des Géants! SKYRUNNING Nasce sulle Alpi come allenamento atletico e alpinistico. L’obiettivo era il raggiungimento della vetta delle montagne tramite la via più breve, leggeri e veloci, partendo dal paese e facendo affidamento esclusivamente sulle proprie forze - niente funivia o macchina per gli avvicinamenti. Da queste avventure si sviluppano le prime gare e si delinea lo sport denominato la “corsa verso il cielo”, che trova la sua forma definitiva nell’anno 1992, anno in cui viene fondata la disciplina vera e propria. Lo skyrunning è una specialità della corsa che si sviluppa lungo percorsi di media e alta montagna ed è quindi strettamente legata a una dimensione più verticale. Si parte dai sentieri di fondovalle e si sale fino a raggiungere la vetta, attraversando nelle zone alte i terreni difficili che caratterizzano gli ambienti d’alta quota. Durante la salita sono concesse difficoltà alpinistiche fino al II° grado. Le quote su cui si sviluppano i tracciati sono variabili ma si può andare dai 2000 m. fino ai 4000 m. L’ISF (International Skyrunning Federation) è l’ente internazionale che dal 2008 governa la disciplina dello skyrunning in tutte le sue categorie (Sky, Ultra e Vertical). Dal sito dell’ISF, la definizione di skyrunning e delle tre discipline è la seguente: Skyrunning: corsa in montagna fino o oltre i 2000 m., con salite che superano il 30% di pendenza e con difficoltà alpinistiche non oltre il II° grado. Sky: corsa da 20 a 49 km con una salita verticale minima di 1.300 m. Ultra: corsa da 50 a 99 km con una salita verticale minima di 3.200 m o con un tempo finale inferiore a 16 ore. Vertical: corsa in salita con una pendenza media minima del 20% e alcune sezioni oltre
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Introduzione tecnica
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il 33%, con una lunghezza massima totale di 5 km A differenza del trail, lo skyrunning nasce e si sviluppa in un ambiente esclusivamente alpino. Gli itinerari corrono su terreni più tecnici, meno battuti, dove può essere presente una componente di rischio oggettivo data dalla pericolosità delle montagne. Affrontare tali percorsi significa conoscere bene l’ambiente montano e sapersi muovere anche in alta quota.
Le definizioni fatte finora non sono però del tutto sufficienti per classificare in maniera netto un tracciato di corsa in montagna. La diversità dei terreni dove si praticano questi sport, unita alla moltitudine di gare che vengono presentate a ogni stagione, ha creato con il trascorrere degli anni delle sovrapposizioni tra le due discipline. Resta invariata la distinzione essenziale tra trail e sky: il trail runner predilige i giri intorno alle montagne concentrando lo sforzo sulle lunghe distanze, mentre lo skyrunner giunge
in cima alle montagne, dando valore al percorso sulla base delle difficoltà tecniche affrontate. L’unione tra le due specialità è tuttavia sempre ben accetta, se lo scopo è la valorizzazione delle montagne come nel nostro caso le Orobie. Ed è proprio per valorizzare gli itinerari proposti in questa guida che alcuni trail presenteranno qualche passaggio tecnico in più, transitando magari per una spettacolare cresta o per un isolato passo di
montagna. Allo stesso modo, alcuni tracciati sky affronteranno un giro più lungo rispetto alla diretta salita in vetta, attraversando per esempio una splendida vallata e aggiungendo allo stesso tempo maggior fascino al percorso e gratificazione a fine giornata.
Creste nei pressi del Passo San Marco (© Alberto Orlandi )
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ZAINO E VESTIARIO Preparazione dello zaino In montagna non bisogna mai farsi trovare impreparati di fronte agli imprevisti, come per esempio le avverse condizioni atmosferiche (pioggia, vento, neve, freddo, nebbia), un infortunio (una caduta, una slogatura della caviglia, un malessere generico) oppure la perdita di orientamento. Uno zaino ben preparato, completo di tutto l’equipaggiamento necessario, è il primo passo fondamentale per garantire la sicurezza personale e di quella delle persone che si trovano con noi, oltre che a migliorare le performance della nostra corsa. Di seguito proponiamo tre tipi di zaino che possono essere utilizzati per affrontare un trail. Leggete le schede tecniche relative a ogni itinerario e valutate il tipo di zaino da preparare (S, M, L) in base al tempo di percorrenza stimato e alle quote raggiunte durante il percorso. S, small Zaino per un trail di poche ore (mezza giornata) in zone di bassa montagna (comprese tra i 500 e i 1500 metri di quota). Uno zaino trail della capienza di 5 litri Telefono cellulare - con numero di emergenza unico memorizzato: 112 Giacca con cappuccio in membrana impermeabile e traspirante Riserva d’acqua di almeno 1 litro Riserva di cibo adeguata: barrette, gel, panini, frutta, frutta secca … Scaldacollo e/o cappello Kit di emergenza (banda elastica per fasciature, coperta termica, fischietto) Soldi
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M, medium Zaino per un trail di un giorno in zone di alta montagna (oltre i 1500 metri di quota). Zaino trail della capienza di 10-12 litri (10) Telefono cellulare - con numero di emergenza unico memorizzato: 112 (11) Giacca con cappuccio in membrana impermeabile e traspirante (13) Strato caldo, maglia a maniche lunghe (traspirante, no cotone) (4) Pantaloni paravento Riserva d’acqua di almeno 1 litro (1,5 L se sono presenti poche fonti d’acqua sul percorso) (9) Riserva di cibo adeguata: barrette, gel, panini, frutta, frutta secca … (8) Scaldacollo (7) e/o cappello (2) Guanti caldi (3) Lampada frontale (5) Kit di emergenza (banda elastica per fasciature, coperta termica, fischietto) (12) Soldi L, large Zaino per un trail di più giorni (trail a tappe) in zone di alta montagna (oltre i 1500 metri di quota), compresi gli alloggi presso i rifugi. Uno zaino trail della capienza di 18-20 litri Telefono cellulare - con numero di emergenza unico memorizzato: 112 Giacca con cappuccio in membrana impermeabile e traspirante Strato caldo, maglia a maniche lunghe (traspirante, no cotone) Pantaloni paravento Riserva d’acqua di almeno 1 litro (1,5 L se sono presenti poche fonti d’acqua sul percorso) Riserva di cibo adeguata: barrette, gel, panini, frutta, frutta secca … Scaldacollo (meglio due)
Cappello (per proteggere il capo in caso di sole forte) Guanti caldi Lampada frontale + batterie di scorta (meglio doppia lampada frontale) Kit di emergenza (banda elastica per fasciature, coperta termica, fischietto) Soldi Per le tappe presso i rifugi bisogna prevedere: Un adeguato ricambio di vestiti per più giorni (chiusi in una busta di plastica) Igiene personale: spazzolino, dentifricio, sapone Sacco lenzuolo Caricabatterie cellulare (consigliato un powerbank) Soldi extra Attrezzatura extra consigliata Indipendentemente dal tipo di zaino, valutate di portare anche il seguente materiale: Bastoncini (1) Orologio GPS (o altro dispositivo GPS) Telo impermeabile copri zaino Manicotti (utili per coprirsi velocemente per brevi tratti) Occhiali da sole (6) Crema solare Balsamo per le labbra Da aggiungere durante un trail invernale o notturno Rimandiamo alle apposite sezioni “Correre di notte” e “Correre d’inverno” per il materiale e gli indumenti specifici da aggiungere nel vostro zaino. L’importanza del vestiario Durante la corsa generalmente il nostro corpo si mantiene caldo, anche con le basse temperature invernali, ma è quando ci si ferma che si può incorrere nel rischio di un serio raffreddamento. Se non si corre
ai ripari quanto prima, la temperatura corporea può continuare a scendere fino al sopraggiungere dell’ipotermia. Questo problema non è legato a una particolare stagione. Può accadere sia d’inverno che d’estate, in quanto i fattori che influenzano la temperatura dell’aria e del nostro corpo possono essere molto variabili durante tutto l’anno. Per approfondire l’argomento poniamo la nostra attenzione sul “gradiente termico verticale” e sul “wind chill”. Il gradiente termico verticale è il valore che indica la variazione della temperatura dell’aria al variare della quota. In atmosfera standard si perdono -6,5 °C ogni 1000 m, ma questo valore può cambiare di molto a seconda delle condizioni atmosferiche e del luogo considerato. Il wind chill è quel fenomeno legato all’intensità del vento (più forte sarà il vento, maggiore sarà il wind chill) che facilita la dispersione del calore corporeo, dandoci una sensazione di freddo più intenso e facendoci percepire una temperatura inferiore a quella reale misurata dal termometro. Il wind chill è pertanto pari alla temperatura reale sottratta di una certa quantità proporzionale alla velocità del vento. Prendete in considerazione che un wind chill pari a -28°C espone il nostro corpo a serio rischio di congelamento anche in meno di 30 minuti. Facciamo un esempio prendendo in considerazione l’itinerario “Anello del Pizzo Tre Signori” presente nella nostra guida. Partiamo da Ornica a quota 922 metri s.l.m., una mattina di fine agosto con una temperatura pari a 18 °C. Il meteo è stabile e saliamo fino a raggiungere la vetta del Pizzo Tre Signori a quota 2254 metri s.l.m. In condizioni ottimali, dopo 1300 metri di dislivello la temperatura dell’aria sarebbe
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02 03 05
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Introduzione tecnica
di circa 10 °C. In presenza di vento moderato (30-35 km/h) la temperatura percepita sarebbe di 5°C, ma il vento potrebbe intensificarsi e potremmo raggiungere la sensazione di una temperatura pari a 0°C in pochi istanti. Senza un adeguato strato caldo e un guscio protettivo, una piacevole giornata nel Gruppo dei Tre Signori diventerebbe una corsa al riparo dal vento e dal freddo. Se ipotizziamo un improvviso temporale di fine estate con condizioni di scarsa visibilità, l’impossibilità di correre costringerebbe il nostro corpo a restare al freddo, magari per diverse ore. Questo esempio vuole solamente sottolineare l’importanza di avere sempre
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TABELLA WIND CHILL QUOTA (mt)
4000
PRESSIONE (mb) 670
TEMPERATURA (°C) -11°
3000
680
-4,5°
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790
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+15°
0
SUOLO
con sé tutto l’equipaggiamento necessario per affrontare in sicurezza la montagna, partendo innanzitutto da un appropriato abbigliamento. Un adeguato vestiario deve essere impermeabile, windstopper, traspirante e caldo all’occorrenza. Visto che non si possono trovare tutte queste caratteristiche in un solo indumento, nel vostro zaino dovrebbero essere presenti almeno due capi per il busto (uno caldo e traspirante + uno impermeabile e windstopper) e un capo per le gambe (generalmente antivento). Preparate il vostro zaino anche in base alle ore stimate per la vostra attività, in quanto più ore si dedicheranno a un trail maggiore Gruppo della Presolana dal Passo della Manina
TABELLA GRADIENTE TERMICO VERTICALE Velocità vento (km/h)
Temperatura dell’aria (°C) 5
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-5 -10 -15 -20 -25 -30
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-6 -13 -20 -26 -33 -39 -46
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-7 -14 -20 -27 -33 -40 -47
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-7 -14 -21 -27 -34 -41 -48
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-3 -10 -17 -24 -31 -38 -45 -52
80
-3 -10 -17 -24 -31 -38 -45 -52
sarà il rischio di un cambio meteorologico. Gli zaini indicati in precedenza sono stati preparati tenendo in considerazione tutti questi aspetti, ma nulla vieta di portare ulteriori indumenti protettivi se le previsioni metereologiche preannunciano un meteo particolarmente avverso. Ricordatevi sempre che è corretto dare importanza al peso dei materiali trasportati, ma è sempre valida la regola che qualche grammo in più nello zaino può salvarvi da una brutta giornata.
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CORRERE DI NOTTE Durante un trail non esistono momenti più magici e carichi di mistero di quelli che si vivono durante una corsa notturna. Correre di notte è un’esperienza che tutti i trailer dovrebbero provare, in quanto si entra in contatto con l’ambiente circostante in una modalità del tutto inusuale. Per poter affrontare un trail in cui si trascorrono molte ore alla luce della propria frontale, bisogna sicuramente adottare alcuni importanti accorgimenti: - Durante una corsa notturna la ridotta
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visibilità riduce inevitabilmente la velocità. Il rischio è quello di inciampare in ostacoli naturali (radici, sassi, piccoli gradini) che durante il giorno sarebbero ben visibili e quindi evitabili con più facilità. Durante la notte tali ostacoli potrebbero sfuggire alla nostra vista (o meglio, ai nostri piedi), quindi occhi bene aperti e concentrazione al massimo. Il concetto di propriocettività è fondamentale per la buona riuscita di un trail notturno. Per propriocettività si intende la capacità di percepire la posizione del proprio corpo senza il supporto della vista e di adattare il corpo di conseguenza. In termini pratici, la propriocettività aiuta a mantenere un corretto
equilibrio e una buona stabilità, anche su terreni irregolari e con la presenza di ostacoli, senza dover osservare dove stanno appoggiando i nostri piedi. La propriocettività è un parametro allenabile, migliora le prestazioni e aiuta a prevenire molti infortuni. - Nella notte le temperature si possono abbassare drasticamente. Non sono da sottovalutare anche piogge e temporali notturni, che possono portare a spiacevoli conseguenze, ragion per cui è necessario portare con sé il corretto vestiario, caldo e impermeabile. Guanti, scaldacollo e cappello pesanti sono molto consigliati. - Lo strumento principale della corsa notturna è la lampada frontale. E’ molto importante avere nello zaino delle batterie di riserva o, meglio ancora, una doppia frontale. Sarebbe
veramente spiacevole restare bloccati nella notte solo perché la nostra unica frontale ha avuto dei problemi. Non lesinate sulla qualità della vostra frontale: più luce farà, più divertente sarà l’esperienza della corsa. - Nonostante una buona frontale illumini bene il nostro percorso, durante la notte risulta più facile perdere l’orientamento. Basta non vedere un bivio, attraversare un tratto senza segnaletica o uscire di poco dal sentiero per trovarsi improvvisamente senza punti di riferimento, vedendosi costretti a interrompere la corsa. Per ridurre al minimo i problemi di orientamento è molto consigliato avere con sé un dispositivo GPS.
Notturna al Canto Alto, sullo fondo le luci della città di Bergamo
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CORRERE D’INVERNO Le particolari condizioni invernali come il freddo, la neve e le corte giornate aggiungono difficoltà al trail running ma allo stesso tempo affascinano e spingono molti runner ad affrontare percorsi in questa stagione. L’inverno viene vissuto dalla maggior parte dei trailer come periodo di pausa, diminuendo i volumi della corsa per concentrarsi su altri esercizi, come per esempio quelli mirati a migliorare la forza o la velocità. Altri invece continuano ad allenarsi a pieno carico, basti pensare a quante competizioni (anche sulle ultra-distanze) prendono luogo durante il periodo invernale.
Indipendentemente dagli allenamenti che si vogliono seguire, riportiamo l’attrezzatura che risulta indispensabile per poter affrontare in sicurezza le condizioni invernali: - scarpa da trail in gore-tex: opzionale durante la stagione estiva, si rivela la miglior calzatura per un trail invernale. È molto importante mantenere i piedi asciutti, soprattutto se si vuole restare off-road per diverse ore. - ramponcini: la neve è uno degli elementi più insidiosi in cui ci si possa imbattere e per continuare la corsa in sicurezza è necessario indossare un paio di ramponcini. Essi sono utili Valgoglio winter trail (© Alberto Orlandi)
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anche per terreni come fango e ghiaccio. Facili e veloci da indossare, si possono utilizzare anche solo per attraversare brevi tratti. - ghette basse: da adoperare per evitare che fango o neve entrino nelle scarpe. I modelli in commercio sono compatibili con tutte le calzature da trail. Se siete amanti delle corse invernali, alcuni modelli di scarpe hanno la ghetta incorporata. - sali e scorte di cibo: al diminuire delle temperature, per poter mantenere una corretta termoregolazione, il nostro corpo aumenta il metabolismo bruciando quindi più calorie. Non dimentichiamoci di portare con noi le dovute scorte di acqua (meglio se con sali) e cibo, per non mettere in ulteriore difficoltà il nostro corpo. - lampada frontale: le ore di luce durante l’inverno sono ridotte, sarà quindi facile trovarsi sui sentieri al calare del sole. Se prevedete un trail di diverse ore è meglio avere nello zaino una lampada frontale.
- guanti, calzini, scaldacollo e cappello caldi: sappiamo che le estremità del corpo sono maggiormente soggette al raffreddamento. Abbiate l’accortezza di portare con voi un paio di guanti, dei calzini, uno scaldacollo e un cappello che possano mantenere caldi all’occorrenza. Ricordatevi infine di vestirvi a cipolla. La tecnica della cipolla consiste nel vestirsi con il maggior numero di strati possibile, in modo tale da potersi adattare alle condizioni meteorologiche della montagna con più facilità. Bisognerebbe prevedere almeno tre strati. In ordine, partendo da quello a contatto col corpo: un intimo traspirante, uno strato termico e una giacca impermeabile/antivento. Il vestiario deve essere traspirante (no cotone) per evitare di ritrovarsi al freddo o sottovento troppo sudati. Frequentare la montagna innevata presuppone una buona conoscenza della neve, dei processi evolutivi del manto nevoso e la capacità di individuarne la sua stabilità sul pendio. Consultate sempre il bollettino neve e valanghe (arpalombardia.it) prima di ogni uscita.
Le calzature specifiche da winter trail possono essere una valida alternativa all’uso dei miro-ramponi (© Alberto Orlandi)
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CORRERE UN TRAIL LUNGO - PER UNO O PIÙ GIORNI Se c’è una lezione che si può apprendere dalle ultra trail, che siano di 100 km, 100 miglia o di 330 km come il Tor des Géants, è che l’essere umano è predisposto a correre a lungo, molto a lungo, più di quanto noi possiamo immaginare. In questa disciplina, endurance e resistenza sono le qualità che fanno da padrone. Dal più lento al più veloce, l’essenziale è saper durare e resistere fino alla fine. Per tale scopo sono fondamentali un ottimo allenamento fisico e mentale, oltre che possedere una corretta attrezzatura e una dovuta pianificazione del percorso. Le Alte Vie proposte nella nostra guida prevedono trail lunghi spezzati in più tappe. Chi vorrà mettersi alla prova su questi itinerari potrà decidere di affrontarli nel numero di giorni che preferisce. Ovviamente, con un’adeguata preparazione, ognuno di questi percorsi può essere affrontato anche in una singola tappa. Di seguito trovate alcuni consigli su come affrontare un trail lungo che duri un giorno o più giorni. Sono punti molto generici che non saranno utili a chi ha già esperienza nel mondo ultra trail. Per tutti coloro che invece si stanno avvicinando ai trail lunghi, il miglior consiglio è di approfondire l’argomento tramite la lettura di qualche libro che si dedica in maniera esaustiva alla disciplina. La forza della mente La preparazione mentale è l’aspetto più importante, il punto cardine che fa veramente la differenza quando si vuole correre per intere giornate. Motivazione, tenacia, forza di volontà, pensieri positivi, ricerca dell’equilibrio, tutte queste buone attitudini sono da cercare dentro sé stessi. Avere la “testa a posto” è il primo passo per riuscire a gestire una corsa di endurance.
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Non esiste crisi durante una corsa (e le crisi arrivano, sempre) che non possa essere superata con la giusta energia mentale. La buona notizia è che la mente si può allenare. Consigliamo di approfondire l’argomento leggendo almeno uno dei molti libri, scritti da qualificati psicologi dello sport, che trattano della preparazione mentale applicata agli sport di resistenza. Pianificazione e gestione degli imprevisti Un’adeguata pianificazione del percorso è essenziale se si decide di affrontare una lunga distanza. Mappe alla mano, bisogna studiare il percorso per calcolare la distanza tra rifugi, individuare le fonti d’acqua, definire i sentieri più difficili (come le lunghe salite o i tratti tecnici) oltre che a prevedere delle “uscite di emergenza” verso il fondovalle in caso di imprevisti. Bisogna inoltre monitorare le condizioni meteo già qualche giorno prima dell’uscita e infine, in base alle ore stimate di corsa, prevedere l’orario migliore per la partenza. Più aspetti prendiamo in considerazione, più informazioni avremo in nostro possesso, più facile sarà riuscire a superare gli inevitabili imprevisti durante il percorso. Una buona pianificazione va a favore sia della nostra sicurezza sia della del buon esito della nostra avventura. L’importanza di una corretta alimentazione Considerata la gran quantità di ore tra un rifugio e l’altro (o un qualsiasi altro punto di approvvigionamento), è molto consigliabile avere con sé una quantità di cibo e d’acqua extra. Una corretta alimentazione che comprende carboidrati, sali, vitamine e proteine risulta essenziale per poter sottoporre il nostro corpo allo stress di un trail lungo. L’idratazione è un aspetto che molti runner sottovalutano: bisogna ricordarsi di bere sempre, a piccoli sorsi,
La fatica di un trail lungo è spesso ripagata da albe e tramonti esclusivi. Le prime luci al Passo dello Scagnello creano un’atmosfera magica e surreale, al cospetto della Parete Nord della Presolana (© Alberto Orlandi)
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Introduzione tecnica
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anche quando si pensa di non aver sete. Anche per questo argomento, consiglio vivamente di approfondire tramite la lettura dei numerosi libri o articoli redatti da nutrizionisti dello sport.
Per questo aspetto rimando a una sincera autovalutazione. Per esempio, per un itinerario da 60 km diviso in più giornate, sarebbe il caso di chiedersi se saremmo in grado di affrontare trail da 20 km per tre giorni consecutivi.
Preparazione fisica In uno sport dove le distanze, i dislivelli e le ore in gioco sono tante, la preparazione fisica è ovviamente fondamentale. Avventuratevi sui lunghi percorsi solamente con il dovuto allenamento alle spalle (in questo caso, potremmo dire sulle gambe).
Corsa notturna La nostra avventura ci porterà ad affrontare parte del percorso al buio. Oltre alle indicazioni presenti nella sezione dedicata, considerata la lunga strada da percorrere e la stanchezza che può sopraggiungere durante la notte, il consiglio è di effettuare
nuovamente un’autovalutazione sulla propria esperienza di corsa in notturna, in un contesto di un trail lungo. Tutta l’attrezzatura al suo posto Pensate a tutto il materiale obbligatorio che viene richiesto per partecipare a una competizione ultra-trail. Tutto quel materiale è il bagaglio che garantirà la vostra sicurezza, ancora più importante essendo in regime di autosufficenza. Sarebbe pertanto raccomandata l’aggiunta di tutto il materiale indicato nel capitolo
“Preparazione dello zaino” alla voce “Attrezzatura extra consigliata”. Ultimo aspetto, tutt’altro che secondario, è riuscire a organizzare tutto l’occorrente per una lunga corsa in uno zainetto da meno di 20 litri. In questo caso l’esperienza conta tantissimo. Una volta adottate le proprie strategie si riuscirà a collocare l’attrezzatura adeguatamente all’interno dello zaino, reperendo con facilità tutto quello di cui abbiamo bisogno durante la corsa (del cibo, una pastiglia di sali, un paio di guanti ...).
Passaggio al Passo di Menna, all’inizio delle creste del Menna (© Alberto Orlandi)
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INFO AGGIUNTIVE Meteo: www.arpalombardia.it - utile anche per bollettino neve e valanghe www.3bmeteo.com www.orobiemeteo.com Ospedali e pronto soccorso Scarica l’app “Salutile Pronto Soccorso” Regione Lombardia Numero unico di emergenza: 112 Scarica l’app “112 WHERE AREU”. App per l’emergenza collegata alle Centrali Uniche di Risposta del NUE 112. Permette di effettuare una chiamata di emergenza con il contestuale invio della posizione esatta del chiamante. Trasporti pubblici Treni Italia e Trenord: www.trenord.it www.trenitalia.com Azienda SAB - Autobus Bergamo: www.bergamotrasporti.it Trasporti in zona Bergamo: www.atb.bergamo.it Tranvia Bergamo-Albino: www.teb.bergamo.it Trasporti in zona Lecco e provincia: www.lineelecco.it e leccotrasporti.it Aeroporti internazionali Aeroporto Orio al Serio “Caravaggio”: www.milanbergamoairport.it Aeroporto di Linate: www.milanolinate-airport.com Aeroporto di Malpensa: www.milanomalpensa-airport.com
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I profili rocciosi del Monte Arera visti dalla Val Canale (Š Alberto Orlandi)
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LETTURA DEGLI ITINERARI E LEGENDA Gli itinerari sono stati tutti percorsi o controllati alla data di pubblicazione della guida, le informazioni e i dati riportati possono essere però soggetti a cambiamenti per fattori esterni non prevedibili e che si potrebbero verificare con il tempo e il susseguirsi delle stagioni. Eventi meteorici intensi, fenomeni di dissesto o l’intervento dell’uomo possono modificare anche radicalmente le condizioni e le caratteristiche del tracciato. Le informazioni relative ad ogni itinerario sono così organizzate. Fascetta orizzontale d’apertura: numero progressivo, provincia, area geografica, titolo dell’itinerario. Fascetta verticale sinistra: provincia, area geografica, titolo dell’itinerario, numero progressivo. Colonna verticale sinistra: contiene informazioni tecniche fondamentali per inquadrare velocemente l’itinerario. Colonna verticale destra: contiene alcune note tecniche, la descrizione dettagliata del percorso e il profilo altimetrico. Pagina a fronte: planimetria con le località e i waypoint attraversati. Con i dati e le informazioni organizzate in quest’ordine, riuscirete a comprendere le caratteristiche dell’itinerario e a verificare se è adatto alle vostre aspettative, all’esperienza, al tipo d’impegno fisico e di tempo necessario per completarlo. Vi esorto a verificare sempre che quanto state per affrontare sia in linea con la vostra preparazione fisica e tecnica per evitare di trovarsi in situazioni o ambienti difficili da gestire.
NOME DELL’ITINERARIO In genere il nome degli itinerari rispetta i toponimi del territorio e spesso indica il punto di arrivo e la linea che si seguirà per raggiungerlo; in altri casi troverete indicato il riferimento dei sentieri con la numerazione del CAI ovvero alcune linee hanno un loro nome come La Direttissima o Il Sentiero del Centenario. COLONNA VERTICALE DI SINISTRA Tipi di terreno Sono stati definiti quattro tipi di fondo, in modo da permettere una migliore analisi dell’itinerario: Trail/Sterrato: sentieri di montagna, più o meno larghi o marcati, che transitano per terreni non tecnici. Il fondo è generalmente in terra battuta o erboso, ma può essere anche pietroso a patto che la sua percorrenza sia alla portata di tutti. Sono incluse anche le strade sterrate. Sentiero tecnico/Esposto: sentieri che transitano su terreni tecnici, come ghiaioni e pietraie, o affrontano tratti esposti come creste e vie ferrate. Per affrontare questi sentieri è richiesta quantomeno una discreta abilità tecnica. Mulattiera/Lastricato: vie rurali, antichi sentieri e antiche mulattiere realizzati con pietre e sassi a secco. Asfalto o cemento: strade asfaltate o piste ciclabili. Sono incluse le strade di montagna cementate. Lunghezza Chilometri totali del percorso, dal punto di partenza a quello di arrivo. Il dato è sta-
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to calcolato con l’ausilio di un dispositivo GPS. Questo valore può differenziarsi anche del 10% a seconda del dispositivo GPS o del software utilizzato per l’elaborazione della traccia. Dislivello positivo-negativo La somma totale dei metri di salita e di discesa intrapresi durante il percorso. Il dato è stato calcolato con l’ausilio di un dispositivo GPS e debitamente arrotondato. Questo valore può differenziarsi anche del 10% a seconda del dispositivo GPS o del software utilizzato per l’elaborazione della traccia. Quota massima Con questo dato possiamo ricavare molte informazioni circa le possibili condizioni della montagna. Data la quota di partenza si può verificare la variazione termica durante il percorso. Durante la stagione invernale si può verificare la quota a cui si attesta lo zero termico per prevedere eventuali precipitazioni nevose. Difficoltà Sono state inserite le “classiche” scale di difficoltà, utilizzate solitamente per gli itinerari di escursionismo, arrampicata e alpinismo: - difficoltà escursionistiche - difficoltà alpinistiche - scala UIAA - difficoltà alpinistiche - scala francese Le difficoltà escursionistiche sono riportate in tutti gli itinerari. Le difficoltà alpinistiche sono riportate soltanto negli itinerari tecnicamente più impegnativi della nostra guida e affrontano esclusivamente i gradi più bassi delle relative scale. Questo dato, unito alla difficoltà tecnica e all’impegno fisico riportati di seguito, fornisce un’importante informazione per l’analisi e la scelta degli itinerari.
Tipo di tracciato Viene indicato lo stile del percorso: trail running o skyrunning. Questo parametro è importante per capire altri valori come la difficoltà tecnica e l’impegno fisico. A partirà di questi valori, per esempio, un tracciato skyrunning richiede abilità tecnica maggiore rispetto a un tracciato trail running. Per la definizione delle due discipline rimandiamo all’introduzione “Trail Running e Skyrunning”. Tempo di percorrenza È difficile riportare un tempo di percorrenza che possa andare bene a tutti i trailer. Ognuno vive la corsa in montagna in base alla propria preparazione fisica e alle sensazioni che si hanno durante la giornata. Nessun top runner è stato maltrattato per calcolare questo dato. Tenete in considerazione questi parametri: - le salite (tutte: dalle più ripide alle più dolci, dall’asfalto al single-track) sono state affrontate con un passo veloce, ma non di corsa - le discese tecniche sono state affrontate a velocità moderata (misto corsa/passo veloce) - le discese non tecniche e i tratti in piano sono stati affrontati di corsa - sono state considerate le pause brevi per rifocillarsi, godersi il panorama, scattare foto - non sono state prese in considerazione le pause più lunghe come quelle ai rifugi - le salite e le discese molto tecniche (intese quelle con difficoltà alpinistiche, se presenti nel tracciato) sono state affrontate dando priorità alla sicurezza e pertanto moderando sensibilmente la velocità, permettendoci di valutare eventuali pericoli, prestare attenzione a dove si mettono mani e piedi, verificare la qualità della roccia, etc…
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Introduzione tecnica
Impegno fisico Si tratta del livello fisico richiesto da un trailer mediamente allenato per poter affrontare il percorso proposto. Il parametro è strettamente legato alla durata e al dislivello dell’itinerario, ma altri parametri particolarmente significativi e legati al singolo trail (per esempio la difficoltà tecnica o il chilometraggio totale) possono aumentare o diminuire il valore finale.
salita e/o in discesa) particolarmente ripidi o mediamente tecnici che richiedono una discreta capacità per essere affrontati di corsa. Tuttavia i sentieri non risultano esposti o pericolosi, pertanto possono essere affrontati in sicurezza da qualsiasi trailer. Gli itinerari possono arrivare anche a quote significative (> 2000 m.) pertanto è richiesta una discreta conoscenza dell’ambiente alpino e di come muoversi sui vari terreni di montagna.
1 su 4: percorsi che non vanno oltre le 3 ore, con dislivelli positivi non superiori a 1000/1200 metri 2 su 4: percorsi che non vanno oltre le 5 ore, con dislivelli positivi non superiori a 1500 metri 3 su 4: percorsi della durata minima di 4-5 ore, con dislivelli positivi generalmente superiori a 1500 metri 4 su 4: percorsi della durata minima di 5-6 ore, con dislivelli positivi che possono superare anche i 2000 metri
3 su 4: percorsi che presentano tratti (in salita e/o in discesa) particolarmente ripidi e tecnici, tali da richiedere uno sforzo eccezionale che va oltre al gesto della corsa. Possono essere inclusi semplici passaggi su rocce, ghiaioni ripidi e altri terreni tipici delle zone più impervie della montagna. Tuttavia in condizioni ottimali non si evidenziano particolari pericoli. Per poter affrontare questi percorsi è richiesta una buona preparazione tecnica e una buona conoscenza dell’ambiente alpino.
Difficoltà tecnica Si tratta della capacità tecnica richiesta da un trailer mediamente allenato per poter affrontare il percorso proposto. Il parametro è strettamente legato allo stile dell’itinerario. Generalmente i livelli più alti corrispondono a tracciati di tipo skyrunning, non si esclude comunque di avere tracciati sky su livelli inferiori o viceversa, trail più tecnici. Considerando le caratteristiche delle due discipline, a parità di livello (es: 3 su 4) un tracciato trail running presenterà passaggi meno tecnici rispetto a quelli di un tracciato skyrunning. Tutte le valutazioni si riferiscono a condizioni ottimali con terreno asciutto.
4 su 4: percorsi che, oltre alle difficoltà descritte nel punto precedente, presentano tratti molto esposti e con eventuali pericoli oggettivi come per esempio la caduta sassi. Sono inclusi tratti attrezzati o vie ferrate. E’ richiesta un’ottima preparazione tecnica per affrontare questi tracciati, oltre che a una buona conoscenza della montagna, dei suoi pericoli e di come comportarsi in caso di problemi, siano essi il cambio repentino delle condizioni meteorologiche oppure l’infortunio di una persona.
1 su 4: percorsi su terreni semplici e ben battuti, non si riscontrano difficoltà tecniche e pertanto possono essere affrontati da qualsiasi trailer. 2 su 4: percorsi che presentano tratti (in
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Stato segnaletica La gestione dei sentieri e della segnaletica in Orobie è da considerarsi generalmente ottima, soprattutto nelle zone di notevole interesse escursionisitco. Alcuni itinerari transitano però per zone poco frequentate dove la segnaletica potrebbe risultare vecchia o sbiadita. Per gli itinerari che presentano un valore
non ottimale (1 su 3 o 2 su 3) consigliamo di studiare bene il territorio e di portare con voi un dispositivo GPS. Materiale extra Viene indicato il materiale che è necessario portare con sé, oltre a quello già preso in considerazione nel capitolo “Preparazione dello zaino”, per affrontare in sicurezza l’itinerario. Solamente alcuni tracciati hanno questa indicazione. Fonti d’acqua Sono indicati i punti di approvvigionamento idrico.
Profilo altimetrico Indica in modo rapido le pendenze positive e negative che presenta l’itinerario. PAGINA A FRONTE Mappa Permette di visualizzare lo sviluppo del percorso con l’indicazione dei punti di riferimento principali per l’orientamento, i waypoints che troverete nella descrizione e le località principali toccate dall’itinerario. La macchina fotografica indica un punto panoramico di particolare bellezza dove consiglio una sosta. Nei files GPX che potrete scaricare registrando la Guida con il codice univoco troverete tutti i waypoint e gli spot fotografici.
Rifugi o bivacchi Sono indicati i rifugi che si trovano lungo il percorso. Se l’itinerario transita presso dei centri abitati, sono indicate le zone dove si possono trovare dei bar o altri esercizi pubblici. Ricordatevi di verificare sempre l’apertura dei rifugi prima di intraprendere un percorso. Periodo di fruibilità Indica il periodo ritenuto ottimale per la percorrenza dell’itinerario. Alcune stagioni particolarmente nevose o piovose possono ovviamente incidere su questo dato. Verificate sempre le condizioni delle montagne durante la pianificazione di un itinerario. QR-code In alcune pagine troverete un QR-Code con le indicazioni per il suo utilizzo. COLONNA VERTICALE DI DESTRA Testo principale Caratteristiche generali dell’itinerario Breve descrizione e nota introduttiva alle caratteristiche generali dell’itinerario. Descrizione Relazione completa dell’itinerario
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Introduzione tecnica
DIFFICOLTÀ ESCURSIONISTICHE
T
T = turistico itinerari su strada, mulattiera o sentiero evidente e ben marcato. Elementare equipaggiamento da gita.
E
E = escursionistico itinerari più lunghi e non sempre su sentieri evidenti. Possono comprendere tratti senza tracce o zone rocciose più ripide con passaggi in genere non molto esposti. È richiesto equipaggiamento adeguato da montagna.
EE
EE = per escursionisti esperti itinerari che possono richiedere anche una facile arrampicata su roccia con problemi d’esposizione, passaggi su nevai e in generale l’attraversamento di zone impervie. Equipaggiamento adeguato anche alla sicurezza individuale.
EEA
EEA = per escursionisti esperti con attrezzatura itinerari su vie ferrate o percorsi alpinistici attrezzati, dove la frequenza delle attrezzature, l’impegno fisico richiesto e la notevole esposizione rendono necessario l’uso di attrezzature per l’autoassicurazione e l’eventuale assicurazione reciproca.
SCALA UIAA
i
facile: è la forma più semplice di arrampicata. Bisogna scegliere l’appoggio per i piedi e con le mani si utilizzano frequentemente appigli, ma solo per equilibrio.
ii
poco difficile: si richiede lo spostamento di un arto per volta e una corretta impostazione dei movimenti. Appigli e appoggi sono abbondanti.
SCALA FRANCESE
F, F+
40
Facile, non presenta particolari difficoltà, i dettagli sono pressochè identici a quelli già riportati nella scala UIAA
Itinerario
stile
difficoltà tecnica dislivello Itinerario impegno fisico km +/-
Sentiero Orobie Occidentale 1 - 1ª tappa 2 - 2ª tappa 3 - 3ª tappa
trail running trail running sky running trail running
20
trail running trail running trail running
1200/ 17 800 1300/ 24 900 900/ 22 1500
trail running trail running
2300/ 28 2200 1900/ 42 2750
trail running trail running sky running trail running trail running trail running trail running sky running trail running trail running
1200/ 1150 1300/ 1400 1800/ 1800 2200/ 2200 1900/ 1900 1700/ 1700 1400/ 1400 2100/ 2100 1500/ 1500 2300/ 2300
2000/ 650 2250/ 34 2250 1300/ 22 1200
24
Sentiero Orobie Orientale 4 - 1ª tappa 5 - 2ª tappa 6 - 3ª tappa 7 - 4ª tappa
25 14 35
1800/ 400 1600/ 1300 1200/ 1600 1500/ 2800
DOL 8 - 1ª tappa 9 - 2ª tappa 10 - 3ª tappa GTO 11 - 1ª tappa 12 - 2ª tappa Sentiero del Viandante 13 - 1ª tappa 14 - 2ª tappa 15 - Traversata Grigne 16 - Mandello del Lario - Grignetta 17 - Valvarrone 18 - Val Biandino 19 - Anello dei Campelli 20 - Anello del Pizzo Tre Signori 21 - Anello del Monte Ponteranica 22 - Val Taleggio
20 28 20 22 26 23 19 22 22 31
Periplo Valle Imagna 23 - 1ª tappa 24 - 2ª tappa
trail running sky 26 - Monte Magnodeno e Sentiero Rotary trail trail 27 - Le Torcole running trail 28 - Anello da Carona running trail 29 - Anello da Valgoglio running sky 30 - Anello tra Val Brembana e Valtellina running sky 31 - Pizzo Redorta running trail 32 - I Laghi del Barbellino running sky 33 - Val Bondione e Valle del Gleno running trail 34 - Val Belviso running trail 35 - Alta Valle di Scalve running sky 36 - Anello del Pizzo Camino running sky 37 - Periplo Presolana running sky 38 - Le creste del Menna running trail 39 - Il Sentiero dei Fiori running sky 40 - Monte Alben running trail 41 - Val Gandino running sky 42 - Val Vertova running sky 43 - Canto Alto - Monte Podona trail trail 44 - Monte Misma running trail 45 - San Pellegrino Terme - Val Brembilla running trail 46 - San Pellegrino Terme - Val Serina running trail 47 - Valle del Giongo running urban 48 - Lago d’Endine trail trail 49 - Sarnico – Lovere running sky 50 - Predore – Monte Bronzone running trail 51 - Monte Canto running urban 52 - Bergamo Alta trail 25 - Anello del Resegone
trail running trail running trail running
trail running trail running
2300/ 800 1800/ 26 2500
stile
difficoltà tecnica dislivello impegno fisico km +/-
22 22 23 19 22 27 22 26 25 31 34 20 23 20 12 17 27 17 27 15 22 22 19 19 34 19 20 21
1400/ 1400 1400/ 1400 1600/ 1600 1300/ 1300 1700/ 1700 1900/ 1900 2300/ 2300 1700/ 1700 2200/ 2200 1700/ 1700 1800/ 1800 1500/ 1500 2200/ 2200 1600/ 2600 800/ 800 1150/ 1150 1500/ 1500 1300/ 1300 1800/ 1800 900/ 900 1350/ 1350 1250/ 1200 950/ 950 800/ 800 1900/ 1900 1500/ 1500 1000/ 1000 700/ 700
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Prati in fiore nella Conca dell’Alben, Alta Val Serina (© Alberto Orlandi)
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5
Alte Vie delle Orobie
SENTIERO DELLE OROBIE ORIENTALE – 2ª TAPPA 78% 16% 0% 6%
Trail/Sterrato Sentiero tecnico/Esposto Mulattiera/Lastricato Asfalto/Cemento
25 km lunghezza
1600/1300 m
dislivello positivo-negativo
2496 m
quota massima
EE
difficoltà
trail running tipo di tracciato
6h
tempo di percorrenza
ÙÙÙÙ impegno fisico
ÙÙÙÙ difficoltà tecnica
ÙÙÙ
stato segnaletica
ramponcini fino a giugno materiale extra
NOTE TECNICHE. La seconda tappa risulta impegnativa sia dal punto di vista fisico che tecnico. Il percorso culmina al Passo di Valsecca, valico isolato che presenta sentieri esili, ghiaiosi e decisamente delicati soprattutto durante la discesa al bivacco Frattini (unico punto di appoggio in caso di maltempo). Sempre in questa zona non sarà difficile trovare piccoli nevai anche a inizio estate. Risulta invece molto corribile il tratto dal rifugio Laghi Gemelli al rifugio Calvi. ITINERARIO. Iniziamo la seconda tappa lungo il Sentiero delle Orobie partendo dal rifugio Laghi Gemelli. Il sentiero CAI 213 ci conduce velocemente al Lago Marcio (1). Costeggiamo il bacino e iniziamo la discesa seguendo le indicazioni per Carona. Prestiamo attenzione, dopo pochi minuti, a intercettare sulla destra le indicazioni per il sentiero CAI 213, direzione rifugio Calvi e Lago di Sardegnana. Abbandoniamo la discesa per intraprendere un tratto molto suggestivo, scavato nella roccia, che taglia i ripidi versanti alla base del Pizzo del Becco e che concederà ottimi scorci sul paese di Carona posto sotto di noi. Raggiungiamo così il Lago di Sardegnana (2), attraversiamo la diga e individuiamo il sentiero in salita posto dietro la casa dell’Enel. In breve la traccia spiana e con poco dislivello oltrepassa prima il Dosso dei Signori e successivamente l’incrocio col sentiero che scende dalla Valle dei Frati. Colleghiamoci alla strada cementata che sale da Carona e percorriamola fino al suo termine al rifugio Calvi (3) (2015 m.). Dopo una meritata sosta al rifugio scendiamo al piccolo Lago Rotondo
nessuna fonti d’acqua
rif. Calvi e Baroni al Brunone rifugi o bivacchi
4 2400 m
2300 m
2100 m
Feb
Gen
Dic Nov
Mar Apr
Ott
Mag
80
Lug
Giu
Ago
Set
6
5
2200 m
3
2000 m 1900 m
1 1800 m
2 0 km
5
10
15
20
3034
6 Punta di Scais
3052
Pizzo di Coca
rifugio Brunone 2914
Pizzo del Diavolo di Tenda
5 Bivacco Frattini 4 Passo di Valsecca
3 2 Lago Sardegnana 2506
Lago Marcio 1 partenza
rifugio Calvi 2502
Monte Madonnino
Pizzo del Becco
Laghi Gemelli
81
5 Alte Vie delle Orobie Sentiero delle Orobie Orientale – 2 ª Tappa
82
posto appena sotto, aggiriamo lo specchio d’acqua sulla sinistra e proseguiamo la discesa su single track fino alle vecchie Baite del Poris (1968 m.). Comincia ora la salita a fianco del torrente con le sue cascatelle, che ci conduce al pianoro ghiaioso sede del torrente che scende dal Passo di Valsecca. Il passo è già ben visibile sulla nostra destra. Immersi in un ambiente molto selvaggio,
puntiamo al passo posto tra le due maestose moli del Pizzo Poris sulla destra e il Pizzo Diavolino sulla sinistra. Il sentiero man mano si riduce a una traccia su ghiaia che sale ripidamente, risultando difficilmente corribile. Con non poca fatica guadagniamo il Passo di Valsecca (4) a quota 2496 metri. Prendiamo fiato e affrontiamo la discesa, sempre su difficili ghiaioni, che alterna tratti in forte
Ripida discesa dal Passo di Valsecca, in secondo piano la cresta tecnica che termina al bivacco Frattini (© Alberto Orlandi)
discesa ad altri su delicati traversi. Con un po’ di abilità tecnica restiamo sull’entusiasmante cresta che termina nei pressi del bivacco Frattini (5) (2250 m.). Qualche metro prima del bivacco individuiamo sulla sinistra la nostra traccia che prosegue in discesa, transitando sotto i severi versanti del Pizzo Diavolo. Man mano perdiamo quota il percorso diventerà più facile e corribile. Guadiamo un torrente e copriamo gli ultimi km su sentiero in leggera salita, quasi sempre a mezzacosta fino al rifugio Bruonone (6) (2297 m.), tappa della nostra seconda giornata. Alle nostre spalle potremo ammirare la mole del Pizzo Diavolo e il Passo di Valsecca, ormai lontani ma ancora ben visibili dal rifugio.
Variante alta La variante alta dal rifugio Laghi Gemelli al rifugio Calvi prevede la salita al passo di Aviasco (2289 m.) su sentiero CAI 214, transitando dal Lago Colombo. Dal passo si scende lungo la Valle dei Frati passando per l’omonimo lago, per ricongiungersi al Sentiero delle Orobie poco prima di arrivare sulla strada cementata che sale da Carona. L’Anello da Carona presente nella nostra guida descrive bene questa variante che affronta, rispetto alla seconda tappa originale, un po’ più di dislivello.
Bivacco Frattini (© Paolo De Lia)
83
40
Prealpi Bergamasche Centrali
MONTE ALBEN 70% 21% 0% 9%
Trail/Sterrato Sentiero tecnico/Esposto Mulattiera/Lastricato Asfalto/Cemento
17 km lunghezza
1150/1150 m
dislivello positivo-negativo
2019 m
quota massima
EE
NOTE TECNICHE. La parte bassa dell’itinerario è caratterizzata dalle facili sterrate del “giro della pista”. Le difficoltà tecniche aumenteranno man mano ci introdurremo nei territori del Monte Alben, caratterizzati da single track tecnici e da un percorso in cresta, mai pericoloso, che giunge in vetta. La discesa fino a Serina non presenta tratti particolarmente difficili, anche se nelle zone del Passo del Supplì il fondo sconnesso richiederà una certa agilità tecnica per continuare la corsa in velocità. Un percorso sky relativamente breve e accessibile a tutti, ideale per un allenamento di qualità oppure per mettersi alla prova sui primi tracciati tecnici. ITINERARIO. L’itinerario parte dalla frazione di Valpiana, posta sopra il paese di Serina. Provenendo in auto da Serina, si oltrepassa la chiesa di Valpiana per svoltare a destra 500 metri dopo (via Forcella e via Famiglia Longaretti). Poco più avanti troverete dei parcheggi sulla vostra sinistra.
difficoltà
skyrunning tipo di tracciato
3,45 h
tempo di percorrenza
Iniziamo a correre in leggera salita lungo via Forcella, quindi giunti al bivio di Cà di Zocc (1) abbandoniamo la strada per il sentiero che presenta indicazioni per Monte Alben e Casina Bianca (queste ultime poste su un albero). Ignoriamo la prima sterrata e proseguiamo la nostra salita fino a imboccare la seconda sterrata, tenendo quest’ultima curvando a sinistra. Evitando di perdere quota ai bivi, corriamo per circa 1,5 km su facile terreno, per collegarci infine alla strada asfaltata che ci porta in breve alla Conca dell’Alben (2), con il suo piccolo comprensorio sciistico. Alla conca teniamo la sinistra per riprendere la sterrata, che si mantiene pianeggiante per altri 1,5 km circa. Facciamo infine
ÙÙÙÙ impegno fisico
ÙÙÙÙ difficoltà tecnica
ÙÙÙ
stato segnaletica
nessuno materiale extra
nessuna fonti d’acqua
nessuno rifugi o bivacchi
4 1900 m
3
1700 m
Feb
Dic
Gen
5
Nov
7
Mar Apr
Ott
Mag Lug
Giu
Ago
Set
354
6
1500 m
2
1300 m
1100 m
1 0 km
1 2
4
6
8
10
12
14
2
partenza
Conca dell'Alben
Cà di Zocc 1
1975
Cima della Croce
7
3
Passo della Forca
Passo del Sapplì
6
Baita Sura
4
2019
Monte Alben
Cascina dei Foppi 5
355
40 Prealpi Bergamasche Centrali Monte Alben
356
attenzione a intercettare sulla nostra destra le indicazioni CAI 501 per Baita Nembrini e Monte Alben. Abbandoniamo così la sterrata per iniziare la lunga salita che ci porterà in vetta al Monte Alben. Dopo un primo tratto nella suggestiva abetaia, il paesaggio si aprirà concedendoci le prime visuali sui torrioni e sulle pareti calcaree tipiche di questa montagna. Affrontiamo i sentieri ghiaiosi che transitano dalla sella denominata Col dei Brassamonti, per
continuare la salita fino al Passo della Forca (3) (1848 m.) dove è presente il bivacco del Gioan, insolita struttura scavata nella roccia. Dal passo ammireremo il magnifico panorama sull’ampia Conca dell’Alben con i suoi verdi pascoli. Curviamo a sinistra per intraprendere l’avvincente percorso in cresta, molto emozionante, che si snoda tra le rocce fino a guadagnare la vetta del Monte Alben (4) (2019 m.). Giunti alla croce di vetta possiamo finalmente concederci una pausa per contemplare il panorama a 360 gradi sulle
vallate circostanti, dalla Val Seriana alla Val Serina, dalla Val Vertova alla Val del Riso. Iniziamo la nostra discesa, inizialmente su single track pietroso e delicato (CAI 525). Giunti a una piccola sella erbosa, seguiamo la variante segnata come “525 creste” che sale alla Cima di Campelli, semplice cima di passaggio che riserva un’ottima visuale sulla sottostante Val Vertova e sul Monte Segredont. Terminiamo la discesa nei pressi della Cascina dei Foppi (5) (1600 m. circa), quindi spostiamoci verso il
piccolo specchio d’acqua nelle sue vicinanze, attraversiamolo e teniamo successivamente il sentiero più alto, senza bolli CAI ma ben tracciato. Addentriamoci nel bosco per circa 1 km e una volta sbucati nei prati puntiamo alla cascina che vedremo sulla nostra sinistra. Dalla Cascina Sura (6) (1560 m. circa) seguiamo le indicazioni per il sentiero CAI 502, in direzione del Passo del Sapplì e di Serina. Corriamo per bellissimi prati che si alternano ad alcuni tratti boschivi, fino a giungere al Passo del Sapplì (7) (1490 m.). Da qua la traccia scende più ripida, Tramonto in Val Serina (© Alberto Orlandi)
357
40 Prealpi Bergamasche Centrali Monte Alben
358
su terreno sassoso e sconnesso, incrociando la sterrata indicativamente a quota 1140 metri. Qua curviamo a destra e teniamo la sterrata in discesa fino a trovarci poco distanti dalla Cà di Zocc. Seguendo lo stesso percorso dell’andata arriviamo in pochi minuti all’auto. Passo di Zambla Per chi proviene in automobile dalla Val Seriana, consigliamo di fissare la partenza al Passo di Zambla (vedi la seconda tappa del Gran Trail Orobie). Il chilometraggio e il dislivello non cambiano rispetto al percorso originale.
Variante Breve alla Cima della Croce Per una variante breve, dal chilometraggio e dal dislivello leggermente ridotti (circa 14 km per 950 metri d+), potete sostituire la salita al Monte Alben con la salita alla Cima della Croce (1978 m.), ben visibile e raggiungibile dal Passo della Forca. Dalla vetta scenderemo alla sottostante Conca dell’Alben tramite un sentiero tecnico, caratterizzato da grossi massi (difficoltà in linea con il resto del percorso), fino alla baita Sura dove ci collegheremo all’itinerario originale.
Le creste sommitali del Monte Alben spuntano da un denso strato di nuvole, in una particolare giornata invernale caratterizzata dal fenomeno dell’inversione termica
Creste del Monte Alben (Š Alberto Orlandi)
359
Discesa dalla vetta del Monte Resegone (©Claudio Locatelli)
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