La pietra dei sogni - Viaggio alla scoperta del freeclimbing nel mezzogiorno d'Italia

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R A M P I C A N T I

EDIZIONI VERSANTE SUD


2014 Š VERSANTE SUD S.r.l. Via Longhi, 10 Milano Per l’edizione italiana tutti i diritti riservati 1a edizione Novembre 2014 Foto: tutte dell'Autore tranne dove espressamente specificato www.versantesud.it ISBN 978-88-98609-29-1


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R A M P I C A N T I

Alessandro Gogna

LA PIETRA DEI SOGNI Viaggio alla scoperta del freeclimbing nel mezzogiorno d'Italia

EDIZIONI VERSANTE SUD



PREFAZIONE DAL TRAMONTO

ALL’ALBA DEL

FREECLIMBING

All’inizio il passaggio fu inavvertito, ma poi acquistò presto velocità e la «cosa» prese forma, si staccò dalla matrice; poi fu ben chiaro che avrebbe con sicurezza tenuto una sua direzione autonoma e che questa, come spesso accade nei fenomeni nuovi, avrebbe anche portato alla negazione delle origini per affermare indipendenza e superiorità. Certi meccanismi sono automatici e scontati, anche se possiamo dire questo solo ora, e dopo un primo momento in cui si è cercato di capire quel che stava succedendo, magari rammaricandoci della perdita di alcuni «valori», oggi non dispiace più che i climber abbiano trovato un loro spazio su certe falesie e vi si concentrino in gran numero. Tutto era partito dalla guida di Ivan Guerini Il gioco-arrampicata della Val di Mello: il gioco aveva coinvolto i sassi grandi e piccini che occupano i prati del Màsino, si era esteso alla Sirta, all’Antimedale, alla Bastionata del Lago; solo a fatica, e forse non senza qualche compromesso con il proprio orgoglio, gli ambienti dell’alpinismo classico (come quelli di Lecco e Monza, ma anche Bergamo, Brescia e Milano) si accorsero della novità e i migliori decisero che era il caso di andare a vedere che diavolo stesse succedendo. pura, della bellezza e dell’armonia del gesto, tutte cose che si ottenevaaggeggi incastrati, a volte dopo lotte eterne con le fessure. C’era poi chi diceva già allora che l’arrampicata doveva essere sicura e senza pericoli: be stato progresso. Era la nascita dell’atletismo, quindi dell’arrampicata conico tramonto prima del letargo. Alla naturale spontaneità del movimento arrampicatorio originale, si di ottenere una concatenazione che rispondesse a nuove regole di gioco (rotpunkt) e un allenamento apposito per "quei" gesti. stampa e degli altri media) una competizione più diretta, alla ricerca di notorietà e successo conquistati su piccoli frammenti di roccia.

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e di Messner, si trovò di fronte a uno «sport emergente», a un gioco per il quale la vita era «sulla punta delle dita». Le nuove avventure di un genio come Patrick Edlinger furono presto traslate a tutte le altre attività su roccia e ben pochi si ribellarono all’inevitabile mito emergente che affondava e affonda le sue radici nell’equivoco di un’avventura che ora sembrava a portata di tutti. Quindi niente più veloci scorribande sulle rocce, liberi di fare e di raccontare come si voleva. Bensì performance su corsie separate, sotto l’occhio attento di giudici se si arrampicava in gara. Senza dubbio i migliori, quelli che dopo l’esperienza della Val di Mello e della Valle dell’Orco iniziarono a portare avanti l’arrampicata estrema sulle pareti vicino a casa, avevano e hanno ancora forti radici che in qualche modo li legavano al vecchio mondo del Nuovo Mattino. Ma questo mondo era condannato a un lungo periodo di assopimento: non servì a evitarlo neppure l’esportazione dei 100 Nuovi Mattini che feci nel Mezzogiorno di Pietra. Ci fu un momento in cui sembrava, per restare solo nel Sud Italia e nelle Isole, che null’altro esistesse se non la falesia con i suoi riti da monotiri. Le pareti, prima dell’avvento del cosiddetto multipitch, erano colpevoli di presentare solo vie «da suicidio» in fessure marce o placche improteggibili o con i chiodi «da schifo»; le coraggiose esplorazioni di tanti, che ho cercato di riportare in questo libro, sono state a lungo oscurate, neppure prese in considerazione, a tal punto che oggi con indifferenza. Fino a che i nuovi migliori hanno ben compreso come l’avventura abbia potuto avvantaggiarsi delle nuove capacità sportive e dell’allenamento: e qui è cominciata la nuova era, la nuova alba del free climbing.

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Alessandro Gogna a Sa Berritta (M. Limbara). 22.05.1981. (arch. Gogna)

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Punta Salinas e Aguglia di GoloritzĂŠ, dal mare.

Nei pressi della Grotta del Bue Marino. Manolo in arrampicata su Dalla luce alle tenebre, traversata su scogliera da Cala Fuili alla Grotta del Bue Marino. Lo assicura Roberto Bonelli. 14.01.1981.

TAV. XLI


Monti Alburni da nord.

Alessandro Gogna in Campania, settembre 1981.

Parco Pollino, Timpa San Lorenzo e Barile.

Settembre 1981. Capo Palinuro, nei pressi della Grotta Azzurra. Ornella Antonioli e Andrea Savonitto.

TAV. II


Pelavet, sopra Portella della Ginestra (Piana degli Da sin, Maurizio Lo Dico, Carmelo Ferlito, Roby Albanesi), 9-05-1993. Da sinistra: Isabella Ana- Manfrè in sosta sulla Superplacca (Diretta allo stasi, Luigi Cutietta, Roby Manfrè. (L. Cutietta) Schiavo, M. Pellegrino), marzo 1983. (L. Cutietta)

Eugenio Pinotti con Luigi Cutietta e Fabrice Cala- Da sin.: Maurizio Oviglia, Eugenio Pinotti e Luigi brese, prima ripetizione della Via delle Punte Cutietta dopo la ripetizione di Palermo in love (Monte Monaco, pilastro est). (E. Pinotti) (Capo Gallo - Monte S. Margherita). (E. Pinotti)

Maurizio Oviglia ed Eugenio Pinotti dopo l’apertura di Fatti non foste (Monte Gallo - Parete del Eugenio Pinotti assicurato da Gianni Cattaino su Nuovo Mondo). (E. Pinotti) Parole al Vento (Pizzo Monaco). (E. Pinotti) TAV. XVI


Monte Ginnircu, Sintomi Primordiali, 1a ascensione. Marco Bernardi su L2, 1.05.1981.

Marco Bernardi su Ultimo Raggio di Sole, parete Marco Bernardi sul primo tiro di Pan di Sale, 1a asc, sulla Costiera di Masua. WNW di Punta Funtana Piccinna, 3.05.1981.

In cima alla Perda Liana, Monica Mazzucchi, Gabriele Beuchod e Guido Azzalea fanno evoluMarco Bernardi, Ornella Antonioli, 3.05.1981. zioni sul Tempio di Antas, maggio 1981.

TAV. XXV


Marco Bernardi su Capo Ferito (L4) a Punta Argennas, 1a asc., 29.04.1981.

TAV. XXVIII


Gabriele Beuchod al posteggio sotto a Punta Cusidore (maggio 1981).

Monte Ginnircu. Lorenzo Nadali assicura Gimmi De Col sul Regno dei Cieli, maggio 1988. (M. Giorgi)

TAV. XLIV


Roby Manfrè, Monte Pellegrino, free solo sulla Superplacca (variante alla Diretta dello Schiavo). (L. Cutietta) TAV. XLVIII


Alessandro Gogna su Sole Incantatore (L3) all'Aguglia di GoloritzĂŠ, 17.06.2013. (M. Marrosu)

Pietro Dal Pra durante le riprese del film Aria, sull'omonima via a Punta Plumare. (D. Carrari)

TAV. XXXIX


Finito di stampare nel mese di novembre 2014 da Monotipia Cremonese - Cremona per conto di Versante Sud s.r.l. - Milano


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