I
R A M P I C A N T I
Alessandro Jolly Lamberti
RUN OUT storie vere di paura, amore e scalata
EDIZIONI VERSANTE SUD
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R A M P I C A N T I
Alessandro “Jolly” Lamberti
RUN OUT
EDIZIONI VERSANTE SUD
Ci sono due categorie di scalatori. Quelli che usano la scalata come una scure, per scalfire i castelli di ghiaccio che hanno dentro di loro. Quelli che usano la scalata come cura, per guarire quella ferita che ognuno di noi si porta appresso dalla nascita. Per me la scalata fu una scure che oggi, a quasi cinquant’anni, sta diventando una cura.
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1. AGOSTO 1969, LAGO DI SCANNO “Il tempo è un fiume che mi trascina, ma io sono il fiume, è una tigre che mi sbrana, ma io sono la tigre, è un fuoco che mi divora, ma io sono il fuoco”. Jorge Luis Borges, Nuova confutazione del tempo in Altre inquisizioni.
Quella passione, o follia, che durerà dentro di me per tutta la vita, cominciò, per ciò che posso ricordare, all’età di quattro o cinque anni, alla base di un pioppo che si alzava a picco sulle rive del lago di Scanno. Mio padre, con l’aiuto di alcune vecchie corde da montagna, si era arrampicato sull’albero per tagliare due grossi rami che facevano troppa ombra al giardino. Da qualche anno aveva smesso di scalare: dopo aver salito una montagna di oltre settemila metri, come medico di una importante spedizione, si era sposato, aveva cominciato la professione a tempo pieno e aveva fatto tre figli. Quel giorno tirò fuori da uno scatolone tutta la sua vecchia attrezzatura: moschettoni di ferro, corde di canapa con i trefoli intrecciati a mano, chiodi ad anello, cunei di legno e due staffe con i pioli in metallo. Io già mi arrampicavo sugli alberi, ma mi stupì scoprire che esisteva dell’attrezzatura fatta apposta per scalare, che non era soltanto un gioco proibito (non da mio padre, che simulava noncuranza quando scalavo, ma dalle maestre), e che, se esisteva quella roba che stava nella scatola, voleva dire che anche i grandi si arrampicavano. Rimasi affascinato a guardare mio padre, mentre si annodava la corda in vita, si agganciava due bellissimi moschettoni alla
Agosto 1969, lago di Scanno 7
cintola, e saliva per legare il ramo che poi avrebbe tagliato. Da quel giorno cominciai a sfogliare avidamente i suoi libri di montagna rimanendo a bocca aperta davanti alle foto degli adulti che scalavano rocce a strapiombo, che si calavano facendo una specie di altalena appesi alle corde: erano adulti che facevano cose inutili e pericolose, che qualunque maestra avrebbe disapprovato. Quel giorno decisi che se quella attività poteva essere un lavoro, io avrei fatto quello. Solitamente siamo portati a immaginare cose che non ci capiteranno mai, mentre quelle che realmente ci capitano non le sappiamo prevedere. Io avevo la fortuna di immaginare e sognare quello che avrei fatto. Ma le cose non andarono sempre per il verso giusto, anzi, a un certo punto sembrò quasi che il passato e il presente, invidiosi, si stessero adoperando per cambiare un futuro già scritto. Ma procediamo con ordine, o meglio, con un disordine di eventi tenuto insieme da un filo conduttore fatto con trefoli intrecciati indissolubilmente: paura, amore ed entropia.
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2. DICEMBRE 2013, ROMA Il vero problema è che passiamo senza farci caso dall’età in cui si dice “un giorno farò così” all’età in cui si dice “è andata così”. Paolo Sorrentino, This must be the place, 2011
Da bambino sentivo di avere davanti un tempo infinito. Da adulto, cominciai a percepire il transito degli eventi come una cosa che scorre, anzi, che passa. Poi, a 47 anni, forse troppo tardi, mi accade una cosa terribile. Visualizzo lo scorrere del tempo non più come un orologio che va avanti inesorabilmente (fenomeno, questo, già inquietante, in effetti). Molto peggio. Inizio a sentire il ticchettio di un countdown. 60-59-58-57… 3-2-1 e poi di nuovo 60-59-58… Secondo dopo secondo, minuto dopo minuto – avete presente quei display a cristalli liquidi rossi, nei film dove c’è una bomba che sta per scoppiare? Ogni secondo andato mi sembra, ora, irrimediabilmente perduto. Mi viene in mente la scena di un film di Nanni Moretti. Lui dal medico che gli chiede fino a che età vorrebbe vivere. Ottant’anni? Il medico prende un metro a nastro e gli fa vedere il punto in cui è segnato l’ottantesimo centimetro. Qui è dove vorresti arrivare. Ora stai qui. Questo pezzetto è quello che rimane.
Dicembre 2013, Roma 9
Quello che rimane. E a ogni istante si accorcia. “Novanta! Potevo dire novanta…!”, pensa Nanni uscendo dal medico. Ma non avrebbe fatto differenza, perché a nessuno è dato sapere quanto è lungo quel pezzetto di nastro; a un certo punto della vita, si percepisce che ogni minuto perso è perso per sempre, e che quel pezzo di nastro è troppo corto per sprecare ancora tempo. Mio padre è morto. Fino a ieri ho rimandato il giorno in cui avrei voluto comunicare con lui. Ora è troppo tardi. Per molte cose è troppo tardi. È troppo tardi per la maggior parte dei buoni propositi del nuovo anno. Non prenderò una laurea in filosofia. Non imparerò bene l’inglese. Non mi sveglierò presto la mattina. È troppo tardi per allenare duramente mente e corpo. È troppo tardi per salire la via più difficile del mondo. Per quarantasette anni ho vissuto come se non dovessi morire mai. Ora il display è acceso, è partito il conto alla rovescia e l’unico modo per fermarlo, forse, è accelerare. Basta, ho deciso: vivrò una vita intera in ogni giornata, come la farfalla d’acqua efemerottera, poi, in quella vita trafelata, farò durare ogni secondo quanto una vita intera, e così via, dentro infinite scatole cinesi, per fermare quel timer. Ma non ci riesco. Non riesco neppure ad alzarmi dal letto la mattina, il tempo lo spreco, come un bambino annoiato davanti alla tivù. Pateticamente, cerco di mandare la mia mente più veloce, per rallentare il tempo. Ma non ci riesco. Non mi riferisco alla felicità, ma alla vita che vorrei sentire scorrere ad ogni istante.
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3. GIUGNO 1975, LAGO DI SCANNO “La felicità è accarezzare un cucciolo caldo caldo, è stare a letto mentre fuori piove, è passeggiare sull’erba a piedi nudi, è il singhiozzo dopo che è passato”. Charlie Brown
Ho 10 anni, le vacanze estive durano quattro mesi. La casa di Scanno è il mio paradiso. Il giardino si affaccia sul lago, e una fila di alti pioppi affonda le radici direttamente nell’acqua. Qui sono libero. Posso prendere la barca per andare da Luca, e mio padre non ha paura che affoghi, posso scalare gli alberi del giardino e mio padre non ha paura che cada. Mi arrampico sui pioppi con la naturalezza di un cucciolo di lemure: mi sento a mio agio. Pur non avendo alcun coraggio, non ho paura. Pur non avendo alcuna tecnica, salgo senza pensare al movimento. Ogni anno che passa è come una vita intera, vivo nell’illusione che il tempo scorra per sempre così lentamente, e che la durata della vita sarà sufficiente a saziarmi. Invece no. A Scanno passo le giornate bighellonando con Luca intorno al lago, a pesca di persici, oppure esplorando le montagne che lo circondano. Luca non mi segue nelle scalate, ha capito che quella è la mia vocazione, non la sua: quando mi arrampico, lui mi guarda da sotto, e non ha paura per me. Tutto il resto lo facciamo insieme. Siamo sulla spiaggetta di fronte casa a cercare i vermi e le sanguisughe che ci serviranno come esca. I piedi a mollo nel limo della battigia. Luca solleva un sasso, lo esamina, poi lo
Giugno 1975, lago di Scanno 11
Baby Snake o Il ricordo del tempo. Esco, respiro l’aria fredda e tersa di tramontana. Il promontorio del Circeo si staglia talmente dalla costa da sembrare un’isola. Se non lo sapessi, giurerei che è un’isola. Tutto quello che mi serve sta dentro di me, penso, non nelle mie dita, non nei miei averi, non in quello che pensa la gente di me. Tutto quello che mi serve, non mi può essere tolto.
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55. DOMANI “(…) Eppure la minaccia degli anni Mi trova e mi troverà senza paura. Non importa quanto è stretto il varco, O piena di punizioni la vita, Io sono il padrone del mio destino: Io sono il capitano della mia anima”. William Ernest Henley, Invictus
Ora mi alzo dal letto, vado a villa Ada e corro mezz’ora gustandomi la fresca brezza del mattino che mi dilata i polmoni. Dopo, a casa, cercherò di finire di scrivere quel capitolo sulla forza mentale, quello che rimando sempre; quindi andrò in palestra ad allenare le mie dita, sistematicamente, per poter vincere quel nono grado che ancora mi sfugge. Poi inizierò a insegnare. Sì, ancora un minuto però, ancora un minuto nel letto, riparato dallo spesso piumone, che mi nasconde e protegge dal mondo. Conto fino a sessanta. Poi mi alzo. Sì, questa volta lo faccio. È l’ultima volta che spreco il mio tempo. Da lunedì nuova vita. Oggi è l’ultima volta. Da domani smetto.
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RINGRAZIAMENTI
Grazie a Chiara Laudani, sempre intelligente e attenta, che mi ha aiutato a revisionare il testo, come editor principale. Grazie a tutti i personaggi citati in questo libro, che sono stati messi in mezzo senza che sia stato chiesto loro alcun permesso. Grazie ai miei soci della Rock and Walls/Lanciani Climbing, Alfredo e Valerio, che mi hanno permesso di trascurare ogni tanto il mio lavoro di allenatore, per andare tra le nuvole a cercare l’ispirazione. Grazie a mia figlia Ele, alla quale, per farla addormentare, raccontavo le avventure di Tantaillo e di Finocchi. A Ilaria Stivali, che non ha fatto nulla per il libro, ma mi sostiene sempre e comunque, e mi porta ogni pomeriggio, in palestra, una doppia fila di gomme a palla.
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INDICE
1. AGOSTO 1969, LAGO DI SCANNO.......................................................7 2. DICEMBRE 2013, ROMA.....................................................................9 3. GIUGNO 1975, LAGO DI SCANNO......................................................11 4. APRILE 1983, LAGO DI GARDA.........................................................14 5. GENNAIO 1985, ROMA.....................................................................31 6. APRILE 1986....................................................................................37 7. IL RICORDO DEL TEMPO...................................................................40 8. FEBBRAIO 1986, SPERLONGA..........................................................43 9. 1 GENNAIO 1987, SPERLONGA.........................................................51 10. INVERNO 1987, SPERLONGA..........................................................55 11. FEBBRAIO 1988, BUOUX, FRANCIA................................................64 12. COMPETITIVITÀ..............................................................................70 13. ALLENAMENTI................................................................................75 14. FINE ANNI ’80, PETRELLA LIRI.......................................................81 15. BLOCCA BAJÒ................................................................................83 16. FINE ANNI ’80, SUBIACO: LA PICCOLA GEMMA..............................85 17. FINE ANNI ’80, MARMOLADA.........................................................91 18. FINE ANNI ’80, GOLE DEL VERDON...............................................100 19. SFOGHI.........................................................................................104 20. PRIMI ANNI ’90. TERMINILLO.......................................................110 21. PRIMI ANNI ’90. LA NAVE DELL’ANSIA.........................................129 22. PRIMI ANNI ’90. IN FRANCIA CON LEI...........................................143 23. APRILE 1995, GOULOTTE CHERÉ..................................................155 24. VENT’ANNI DOPO.........................................................................161 25. PRIMI ANNI ’90. CORSI PER GUIDA ALPINA..................................162 26. SPERONE WALKER.......................................................................174 27. GUIDA ALPINA..............................................................................181 28. IL CICLOPE...................................................................................184
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29. ESTATE 2001. IL 9A.....................................................................188 30. DECADENZA.................................................................................197 31. INETTITUDINE...............................................................................207 32. PORNOCLIMB...............................................................................211 33. LE MIE COSE FAVORITE................................................................217 34. SALTO QUANTICO.........................................................................219 35. ANCORA SU SFOGHI.....................................................................225 36. THAILANDIA.................................................................................230 37. GIUGNO 2006, CALIFORNIA..........................................................239 38. EGOISTA.......................................................................................260 39. LA CRISI.......................................................................................262 40. 2003, BAIN DE SANG....................................................................264 41. LA PUTTANA DELLE PARETI.........................................................272 42. ANCORA SULLA PAURA................................................................280 43. LA CILIEGINA SULLA TORTA.........................................................285 44. RAGIONE E CUORE.......................................................................288 45. EROS E THANATOS......................................................................289 46. KALYMNOS..................................................................................297 47. SETTEMBRE 2001. L’OPPORTUNISTA..........................................303 48. RUN OUT......................................................................................312 49. ENTROPIA....................................................................................314 50. ANCORA ALLENAMENTI...............................................................316 51. IL CALO GLICEMICO......................................................................317 52. NUOVI ORIZZONTI.........................................................................327 53. IMBARAZZO MORTALE.................................................................334 54. LA TEORIA DEL SOVRAMONDO.....................................................338 54. OGGI.............................................................................................343 55. DOMANI.......................................................................................353 Ringraziamenti.....................................................................................355
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È un racconto di aromi e gusti forti (...) raccontato en souplesse, con punte di divertente autoironia e bei quadretti su amici e non amici, personaggi noti dell’arrampicata italiana e altri sconosciuti, ma che in una pièce teatrale troverebbero ideale collocazione. Linda Cottino, Montagne 360
Il libro più sbruffone e sincero letto in questi anni, insolente e ironico: con in più la sorpresa di una scrittura giusta a far presa. Erri De Luca
ISBN 978 88 98609 611
e 19,90 978 88 98609 611