SARDEGNA Est
Falesie
Baronia, Oliena, Gonone, Baunei, Jerzu, Ulassai, Quirra
Prima edizione Marzo 2024
ISBN 9788855471541
Copyright © 2024 VERSANTE SUD – Milano, via Rosso di San Secondo, 1. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Copertina
Claudia Giglio, King Canute, Bau Arena (Ulassai) © Richard Felderer
Testi Richard Felderer
Disegni Chiara Benedetto
Cartine Tommaso Bacciocchi. © Mapbox, © Open Street Map
Simbologia Tommaso Bacciocchi
Impaginazione Chiara Benedetto
Stampa Press Grafica s.r.l. – Gravellona Toce (VB), Italia
Km ZERO
Guida fatta da autori che vivono e l’arrampicatasviluppano sul territorio
Cosa significa?
È una guida a KM ZERO!
Che è più sana e ha più sapore, perché fatta da arrampicatori locali.
Come i pomodori a Km 0?
Certo! E la genuinità non è un’opinione.
Gli autori locali fanno bene a chi scala: – hanno le notizie più fresche e più aggiornate; – non rifilano solo gli spot più commerciali; – reinvestono il ricavato in nuove falesie.
Gli autori locali fanno bene al territorio: – pubblicano col buonsenso di chi ama il proprio territorio; – sono attenti a promuovere tutte le località; – sono in rete con la realtà locale.
E infine la cosa più importante: sulle loro rocce, c’è un pezzetto del loro cuore
Nota
L’arrampicata è uno sport potenzialmente pericoloso, chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi scalata.
Guida fatta da autori che vivono e sviluppano l’arrampicata sul territorio
Il 2% del ricavato di questa guida viene reinvestito in materiale per attrezzare vie e falesie
RICHARD FELDERER
SARDEGNA Est
Falesie
Baronia, Oliena, Gonone, Baunei, Jerzu, Ulassai, Quirra
Prefazione
I fatti parlano da soli: mi sono trasferito in Sardegna e se l’ho fatto è soprattutto perché per scalare è un piccolo paradiso.
E a ben vedere neanche piccolo! Di fatto la Sardegna è una regione molto complessa dal punto di vista geologico, geografico e anche climatico. Vi si può scalare praticamente ogni giorno dell’anno e conoscendo al meglio i posti e i piccoli dettagli pochi sono i giorni “buchi”. Certo un po’ di flessibilità è necessaria: come quasi ovunque se avete un progetto specifico le cose possono non andare come sperate, soffia il vento sbagliato, fa troppo caldo per la stagione, ha piovuto e la presa chiave è bagnata... Le solite scuse insomma! Ma al di là di scelte sbagliate su esposizione relative al periodo... welcome to heaven!
Ogni anno le falesie crescono di numero, i chiodatori non si danno tregua e il terreno vergine è ancora discretamente abbondante, soprattutto in Ogliastra e nella zona di Gonone.
Gli stili, le differenze di roccia, ma anche le differenti mani dei chiodatori hanno fatto sì che ogni zona offra una quantità incredibile di vie diverse, ognuna col suo carattere e raramente su roccia che non sia almeno bella. Spesso bellissima. Il calcare la fa da padrona, ma non mancano falesie di granito, tufo e qualcosa su basalto.
Molte delle zone di scalata sono abbastanza isolate e remote, lontane dalla calca e dall’affollamento tipico di altri centri altrettanto famosi del nord Italia. Ma se vi piace di più una scalata “conviviale” troverete falesie adatte alle vostre esigenze anche di tipo sociale! E per perdersi nei silenzi e negli odori della macchia mediterranea basterà camminare qualche minuto in più, magari in maglietta durante le vacanze di Natale, per trovarvi da soli in una falesia che sembra uscita da un quadro di Van Gogh!
Richard FeldererIntroduzione
Il mio proposito con questa pubblicazione è semplice: promuovere e raccontare il territorio descrivendone la maggior parte delle falesie, vantandone pregi e se necessita i difetti. Favorire la scelta delle falesie e delle vie attraverso descrizioni accurate e di prima mano sullo stile, la chiodatura, il tipo di roccia e il tipo di scalata. Dal punto di vista di un climber medio e discreto chiodatore quale io sono. Nell’ottica di fornire un valido vademecum sia per lo scalatore autoctono che si avvicina alla arrampicata, sia al turista verticale che viene in questa magnifica isola.
Una guida è necessariamente un racconto di un territorio, nella fattispecie quello verticale. E in quanto racconto è frutto di interpretazione e quindi presenta dei caratteri soggettivi. È inevitabile.
Si è cercato di essere il più possibile neutrali e di mantenere fede a quanto detto o proposto dai vari chiodatori e ripetitori, ma alcune cose vanno precisate per onestà intellettuale e per una più competa e corretta interpretazione di quanto troverete scritto.
Le note sono volutamente descrittive del tiro nei suoi caratteri generali, stile e tipo di scalata, e tendenzialmente mai indicative di singoli passaggi o “trucchi” proprio per non fornire preziose informazioni che rovinerebbero il tentativo a vista. Non si dirà mai “buco rovescio nascosto al terzo spit”! Essendo comunque la guida uno strumento di consultazione utile anche a capire il tipo e lo stile dei tiri, ovviamente qualche piccolo indizio viene svelato, ma in generale si può dire che la maggior parte di questi indizi sarebbero desumibili dalla sola lettura della roccia una volta giunti sul posto. Servirà al lettore più per capire lo stile della falesia quando decide di visitarla per la prima volta! Per quanto riguarda invece eventuali giudizi, questi sono ovviamente soggettivi, e vanno presi come tali, con sincerità da parte di chi scrive ma ovviamente non universali, per cui possiamo dire che quando un tiro viene valutato come “bello”, è perché all’autore e alle persone con cui scala quotidianamente quel tiro mediamente è piaciuto molto (o per niente!). Ma l’arrampicata è estremamente soggettiva e i giudizi vanno sempre presi, appunto, come giudizi soggettivi. Per quanto riguarda i gradi, ovviamente alcuni non saranno d’accordo con alcune valutazioni, a volte anche chi vi scrive. Ma il grado in quanto tale è anch’esso soggettivo, legato a varie circostanze e a giudizi non sempre, appunto, oggettivi. In generale si può notare che le falesie “classiche” hanno gradi abbastanza consolidati, talvolta anche severi, mentre in quelle più recenti talvolta trova spazio una certa generosità, che è intrinseca nel processo di assestamento della valutazione. O, come può accadere, i gradi non sono omogenei all’interno di una stessa falesia, soprattutto quelle più recenti. Ma non c’è da puntare il dito contro nessuno. Semplicemente chi scala e chioda propone un grado che magari è stato dato con una metode e poi si scopre che ce n’era un’altra più facile... nulla di strano. Oppure nel processo di valutazione della nuova falesia, il chiodatore ha scalato il tiro X quando era muscolarmente fresco e sembrava facile, mentre il tiro Y a fine giornata quando era stanchissimo. È il normale processo di proposta di grado al quale segue del tempo prima che questo si assesti e come un buon vino produca dopo qualche tempo il suo valore corretto. E in ogni caso, a voler essere proprio sinceri con noi stessi, se un grado è nettamente sbagliato, in cuor nostro lo sappiamo benissimo e fa parte del gioco, altrimenti la sera non ci sarebbe niente da dire quando si prende la birra! Come pure alcune falesie hanno un carattere di valutazione più deciso e altre sono decisamente più generose. In generale non ci sono eccessi né da una parte né dall’altra, ma per motivi di stile, chiodatura o altri fattori ambientali di sicuro potrete incontrare tiri che confrontati con altri dello stesso grado presentano difficoltà decisamente diverse. Come avviene in tutto il mondo, mi permetto di aggiungere. Nulla di drammatico: il 7b+ che ho appena fatto sembra più un 7a+, massimo 7b? Forse più spesso il contrario, ma questo è un altro problema! Penso che tutti potremo sopravvivere! E con
FEEL THE FLOW
Dance with doubt, face fear, move within the moment. Be yourself, be a climber.
#feeltheflow wildcountry.com
la diffusione dei clipstick in catena ci si arriva sempre! In generale abbiamo mantenuto i gradi comunemente accordati sui tiri, tranne alcuni casi eclatanti che soprattutto discordavano troppo coi gradi comparabili della falesia.
Per quanto riguarda le lunghezze dei tiri e soprattutto la corda che si intenderà portare in falesia per scalare in Sardegna, consigliamo una da 80 metri che ormai è lo standard consolidato, anche se con una da 70 metri probabilmente si può scalare oltre l’80% dei tiri. Sconsigliamo vivamente corde da 60 metri o meno, come pure reputiamo prematuri i tempi per portare una 100m che solo in rarissimi casi potrebbe tornare utile.
Oriane Bertone, King Canute, Bau Arena (© Richard Felderer)Ovviamente non ho scalato in prima persona tutti i tiri della guida, per cui per diverse note mi sono avvalso del parere di amici e avventori. Ho cercato anche di correggere eventuali macroscopici errori di grado anche cercando e confrontando vari siti e database per meglio valutare queste opinioni. Infine, malgrado sia stato oggetto di più riletture e controlli da parte dell’autore e di scalatori locali, il prodotto è il primo di questa serie e non sarà senza errori. Per qualunque critica l’autore è a disposizione di chiarimenti o pronto a rivedere quanto pubblicato. E l’editore è pronto ad aggiornare con le correzioni le future ristampe. Quindi, nella malaugurata ipotesi che ci sia qualche svista, chiediamo anticipatamente scusa e ci rendiamo a disposizione per le correzioni.
Geografia, clima...
... e suggerimenti pratici per gestire al meglio le uscite in falesia
La Sardegna offre una geografia fisica estremamente varia, dovuta a una storia geologica molto antica e altrettanto complessa, soprattutto nella parte orientale, dove si alternano graniti, calcari e dolomie, per citare quello che interessa gli scalatori.
Basti sapere, in estrema sintesi che il blocco sardo-corso una trentina di milioni di anni fa si stacca dalla Provenza e si sposta, ruotando in senso antiorario e portandosi alla posizione attuale. Se quindi ci permettiamo talvolta dei riferimenti al Verdon, un motivo scientifico c’è!
Più specificamente non vogliamo addentrarci, anche perché ogni formazione rocciosa avrebbe la sua storia e spiegazione. Per farvi un esempio la parte bassa del Lanaitto vede calcari del cretaceo inferiore, mentre quella alta, se mai andaste a fare delle vie lunghe, sono dei calcari del giurassico superiore. Che cambia purtroppo le sue caratteristiche morfologiche anche in base all’esposizione e a come gli agenti atmosferici hanno lavorato la roccia nel corso della storia.
O dei Tacchi dell’Ogliastra Meridionale, strutture dolomiche poggianti su un basamento di scisto che ci hanno regalato le perle di Jerzu e Ulassai.
Quello che fondamentalmente interessa il lettore è che la qualità della roccia risultante da tutti questi processi è quantomeno ottima. Poche sono le falesie con roccia bella, perché per la maggior parte sono appunto con roccia ottima, o come piace dire a un nostro amico: di una bellezza commuovente!
Ma veniamo ai punti critici che più ci interessano: dove andiamo a scalare e quando?
Ma soprattutto: quali sono le scelte migliori se vengo per una vacanza puro climbing o se devo conciliare le esigenze balneari della fidanzata/o o peggio ancora di moglie/marito e figli? (realpolitik) Ovviamente mi rivolgo a chi non è originario dell’Isola, che non ha bisogno di pianificare e di effettuare scelte che possono rivelarsi molto sbagliate dal punto di vista della scalata, ma più importante dal punto di vista delle relazioni!
Ogni periodo dell’anno in Sardegna ha le sue mete predilette e le sue forti eccezioni. Scrivo queste righe a gennaio, e ieri c’erano 24 gradi! Notevole ma non incredibile. Questo per dire che si scala praticamente sempre, ci sono delle indicazioni di massima ma essere flessibili è importante! Quindi cominciamo dall’inverno. E proprio dalle vacanze di Natale, quelle in cui chi scrive ha scoperto la Sardegna da arrampicare. Di solito, direi 9 anni su 10 la bolla di calore estivo si protrae fino a questo periodo, e una temperatura media di 15 gradi di giorno (sul mare) permette di godersi una bella giornata a scalare anche al sole! Partendo da sud, la zona di Quirra è una delle regine di questo periodo. Come pure tutte le falesie dell’Ogliastra nord la sono da prediligere, offrendo una varietà di situazioni e di stili veramente interessante. Aggiungo che molte risultano riparate dai venti e quindi veramente godibili anche con meteo non perfetta. La Cengia Giradili ad esempio è uno dei posti più belli, caldi e riparati dell’isola!
Ovviamente Cala Gonone offre molto e anche nelle peggiori giornate a Millennium o all’Alveare non solo vi salvate: ve la godete proprio. O alla Poltrona. E se proprio la situazione è complessa Fuili è un jolly che funziona sempre!
Per non citare uno dei posti più belli della Sardegna: il Lanaitto, che con le sue falesie assolate merita obbligatoriamente un passaggio!
Non ho menzionato la zona dei Tacchi per via delle sue condizioni un po’ più difficili. Rimanendo più esposte ai venti di Maestrale, possono essere molto se non troppo fresche, ma falesie come Bau Arena, Su Casteddu o la nuova Genobida vanno tenute d’occhio! Se azzeccate la giornata giusta è una vera goduria, scalare in maglietta e con un’aderenza impressionante su queste rocce dove l’unto non è mai arrivato è qualcosa di superlativo!
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Nicolosi (CT)
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Geografia, clima e suggerimenti pratici per gestire al meglio le uscite in falesia
Do per scontato che d’inverno non si viene a scalare con una situazione di compromesso fra sentimento, mare e scalata. Si scala e basta! Bello il panorama, sicuramente. Ma se non si scala si rischia di mettere le basi per il divorzio! Non mentite alle vostre famiglie o aspiranti tali. Se i compagni di viaggio non scalano, è bellissimo anche per il trekking, forse il momento migliore. Ma per il resto, anche se la tendenza sta cambiando, molti dei servizi stagionali sono chiusi, la sera comunque fa freddo e le giornate sono corte. Il mare è freddo. Nelle mezze stagioni invece la situazione cambia radicalmente. Per essere molto generalisti e al tempo stesso pratici direi che la primavera offre colori e luci stupende, giornate lunghe, ma mare ancora freddo. L’autunno offre solitamente un clima più variabile ma fino ai primi di dicembre si riesce a fare il bagno. Se volete che l’amore trionfi, fate tesoro di queste indicazioni, e siate onesti col vostro partner. Tornando all’arrampicata pura, le mezze stagioni di solito vedono temperature ormai abbastanza alte, quindi difficilmente si scalerà al sole, anzi: praticamente mai! Quindi escludete a priori tutte le falesie esposte a sud e magari fate delle scelte razionali sulle falesie esposte a est o ovest, dividendo la giornata in due tra mare (o divano, o trekking) e roccia. Anche perché in un’ottica di permanenza prolungata difficilmente si riescono a scalare 10 tiri al dì su roccia perfetta! In questi periodi non c’è molto da indicare. Tutto ciò che è all’ombra è perfetto. Sarete soddisfatti ovunque. Ovviamente sul mare sarà un po’ più caldo, all’interno più fresco. Ma in queste stagioni si può spaziare serenamente.
L’estate per lo scalatore indemoniato è un male necessario, condizioni e aderenza sono ormai messe nel cassetto da aprire in autunno. Ma non è mai detta l’ultima parola, una luce in fondo al tunnel c’è, anche in Sardegna! Anzi, le falesie esposte a nord dei tacchi, di Baunei, Genna Croce e anche Cala Fuili sono scalabili tutto l’anno, e se siete fortunati e trovate maestrale, capiterà di mettersi la giaca per fare sicura al socio!
In verità negli ultimi due anni non è quasi mai successo, ma penso sia un’anomalia statistica, non il global warming che fa capolino tutto di un tratto! Comunque sia negli anni precedenti quando si andava al Canyon ad agosto la giacca era sempre nello zaino! E a Genna Croce, ma anche a Maccione si può addirittura puntare a provare qualche tiro impegnativo!
Riassumendo, oltre all’esposizione, al tipo di roccia e al tipo di partner, uno dei fattori da tenere maggiormente in considerazione per divertirsi in Sardegna è il vento! Sia in termini di intensità che di direzione. Il maestrale, o “nordovest” è quello che sulla costa est (e ripeto, solo sulla costa est) porta le condizioni di aderenza superiore. È un vento secco in quanto perde l’umidità durante il passaggio sul territorio. Opposte condizioni quando il vento tira da scirocco o comunque da mare, quando posti come Bidiriscottai o Millennium si coprono di una patina di salsedine inscalabile, e in generale anche in altri siti vicono al mare le condizioni non sono al top! Chiaramente se vi dirigete sull’altra costa le regole si invertono!
E se piove? Se piove siete abbastanza sfortunati: la Sardegna ha un clima poco piovoso, e l’Ogliastra in particolar modo! È comunque raro che piova intensamente per più di qualche ora. Succede, ma di rado. In queste giornate i rifugi non sono molti ma ci sono: Quirra e Millennium in primis. Anche Bidiriscottai offre dei tiri che rimangono praticamente sempre asciutti E se non piove troppo Red Chili, Dinopark, e qualche settore di Ichnusa sono posti dove qualcosa si riesce a fare.
E se proprio siete in astinenza, in Sardegna ci sono una manciata di sale boulder.
• Sassari la Rockmadness
• Cagliari (Quartu) V10 Boulderzone
• Cagliari (Selargius) V10 il circolo
• Cagliari S’avanzada
• Iglesias V10 Iglesias
• Olbia Rockmadness Olbia
• Nuoro Ortoblock
Viabilità e logistica
In generale per chi viene dal “continente” suggerisco caldamente di viaggiare con la propria automobile o di usare la formula fly and drive. Soprattutto fuori stagione il costo delle auto a noleggio può essere irrisorio (10 euro al giorno per una Panda - Natale 2023), e se alloggiate in una struttura potete spedirvi l’attrezzatura in anticipo per non pagare il bagaglio extra alle compagnie lowcost. Il sistema di trasporto pubblico locale è dignitoso, ma insufficiente per le esigenze degli scalatori. Se si esclude Ulassai che offre una serie di falesie veramente vicine all’abitato, il resto della Sardegna è troppo dispersivo, e le fermate dei pullman sono veramente lontane dal 95% delle falesie. Per chi viene in camper o furgone ci sono diversi campeggi e aree attrezzate. In bassa stagione quando
Marco Pellegrini, La Torre dei venti (© Richard Felderer)queste non sono accessibili il campeggio libero è tollerato nella maggior parte dell’isola, mentre l’eccessiva pressione degli ultimi anni ha inasprito le limitazioni durante il periodo estivo e nei mesi spalla, per cui si raccomanda estrema discrezione, educazione e osservanza dei regolamenti. La costa est è servita dalla SS 125 Orientale Sarda, che fondamentalmente funge da direttrice di collegamento per tutti i siti di arrampicata. Il più meridionale e il più settentrionale dei siti, Quirra e Siniscola, distano due ore e mezza di macchina, molto di più coi mezzi pubblici! I cui orari comunque sono ormai ottimamente integrati nel servizio di google maps, se volete farvi un idea. Negli ultimi anni si sta vedendo l’e-bike and climb, soluzione interessante e funzionale. Un po’ più impegnativo invece se interpretato con bici muscolare. Ovunque vi sono comunque situazioni di alloggio di ogni tipo, e ormai quasi in ogni stagione. Dal b&b all’affittacamere all’appartamento per finire con gli alberghi, raccomandiamo di fare una scelta un minimo consapevole e favorire quelle strutture che realmente contribuiscono alla crescita dell’arrampicata.
Bibliografia
Baunei Sport Climbing 2021 – Maurizio Oviglia
www.lemonhouse.eu
Mezzogiorno di Pietra – Alessandro Gogna
Pietra di Luna – Maurizio Oviglia
Pietra di Luna Supramonte – Maurizio Oviglia
Ulassai Climbing guide
Ulassai Jerzu Osini – Maurizio Oviglia
www.climbingsardinia.com www.climbingitaly.com
www.8a.nu
Pagina facebook ShardRock Climb Sardinia
www.climbook.com
Info utili
Soccorso pubblico di emergenza: 113
Pronto intervento carabinieri: 112
Pronto intervento vigili del fuoco: 115
Pronto intervento guardia di finanza: 117
Emergenza sanitaria: 118
Antincendi: 1515
Guardia costiera: 1530
Soccorso in mare: 800-090090 (prenderà il 1530)
Pagina facebook ShardRock Climb Sardinia
Pagina facebook Sardegna Clima APS
https://sardegna-clima.it
Segnali terra-aria Segnali terra-aria Razzo o luce rossaRingraziamenti
Per prima cosa ringrazio tutti quelli che hanno contribuito a chiodare e soprattutto a mantenere in ordine le vie di questo paradiso. Non faccio l’elenco perché vi sarà chiaro leggendo fra le righe di questo volume chi bisogna ringraziare.
Quindi ringrazio tutti quelli che hanno contribuito con informazioni preziose, proposte di grado o anche solo piccole correzioni all’edizione di questo volume. In particolar modo Giuseppe “Peppe” Frau, Klaas Willems, Matteo Cappa, Marco Manieri, Gianfranco Boi, Mauro Piroddi, Mario Ogliengo e Mario Orrù che hanno dedicato tempo ed energie a correggere, implementare e rifinire questa guida. Poi tutti gli amici che in qualche maniera hanno collaborato venendo con me a recensire le falesie e
prestandosi come “fotomodelli non retribuiti” dell’ASD Ogliastra Climbers, tra i quali noterete spesso Matteo Staderini, Vincenzo Puccioni, Mauro Piroddi e Cristian Murgia. Non sono scalatori professionisti, anzi! Ma sono stati fondamentali per aiutare a documentare fotograficamente e soprattutto con le loro opinioni sui tiri! Ringrazio ovviamente la mia dolce metà Elena, la mia “better half” che mi ha supportato e sopportato mentre grugnivo dall’alba al tramonto correggendo bozze bevendo pessimi Nescaffé a litri!
Ovviamente ringrazio tutti gli quelli che hanno contribuito anche involontariamente con opinioni o posando per una foto. Questa lista è lunga, e sicuramente dimenticherò qualcuno... spero di non dimenticarne troppi: Alberto Dal Maso, Aleksandra Taistra, Alessandro Nuvoli, Beatriz Terradez Hurriaga, Chiara Benedetto, Chris Gore, Claudia Giglio, Claudio Mosca, Dimitri Satana Anghileri, Eugenio Pesci, Giacomo Prestifilippo, Il Pinza, Ivan Tanda, James Pearson, Luca Cubeddu, Luca Vallata, Marco Pellegrini, Maurizio Oviglia, Ogliastra Climbers asd, Paolo Stagnoli, Roberto Caboi, Roberto Capucciati, Ruben Beckers, Sergio Pinna e ultimo ma non per importanza: Vincenzo Ferreli.
Elena Congia, Slavova Vez, Il Sistema Solare (© Richard Felderer)Comportamento in falesia
Mai e poi mai mi sarei immaginato di dover scrivere una cosa del genere, ma meglio dirlo che lasciarlo come sottinteso e poi andare incontro a problemi e problemini.
Quindi dedicheremo un paio di minuti per approfondire una serie di micro comportamenti utili al fine di preservare un bel rapporto con lo sport e tutto ciò che lo circonda: fauna, flora, gente, tessuto sociale e pulizia.
La res publica è per definizione “cosa pubblica” cioè di tutti. Questo comporta che bisogna essere particolarmente sensibili e ricordarsi che la propria libertà finisce dove comincia quella degli altri! Quindi è saggio applicare le regole della buona convivenza con la natura, con gli altri climber e con il tessuto sociale del posto in cui andiamo a scalare.
Va da sé che i principi base della buona educazione e del comune senso del pudore vanno rispettati, per cui evitiamo di fare i bisogni in luoghi di transito o sotto le falesie. Neanche lo devo dire (ma lo dico lo stesso). In Sardegna piove poco, e il fazzoletto “sgommato” abbandonato nei pressi della falesia sopra il vostro escremento, farà bella mostra di sé per mesi prima di decomporsi, per non parlare delle salviettine umidificate che impiegano decine di anni, se ne calcolano circa 100.
Vi prego: non buttatele! Di danneggiamento di flora e fauna neanche parlo. Il giorno in cui dovremo parlarne di nuovo per spiegare perché non si danneggia la natura sarà un giorno triste per l’umanità! Tornando a problemi meno impattanti sull’ecosistema ma solo sul sistema sociale, evitiamo di parcheggiare il “furgo” in maniera inopportuna, come di fianco all’ingresso del campeggio o in luoghi particolarmente in vista o dove poi arriveranno autoctoni e turisti. Perché la crescita esponenziale di camper e furgoni sta purtroppo cominciando a dare problemi di sovraffollamento anche nell’isola, con conseguente reazioni talvolta esagerate da parte delle amministrazioni, legate spesso all’annoso problema dei rifiuti, che sta diventando una sorta di pandemia... “ecco: vengono qui, non comprano nulla e poi ci lasciano anche i rifiuti”. L’avrò sentita 1000 volte. Non ci interessa sapere se è vero o meno, e ribattere con altri esempi di stupidità non porta da nessuna parte: è quello che spesso si dice nei paesi di tutt’Italia, non solo della Sardegna. Soprattutto dai più retrogradi e conservatori. O anche da quelli che vedono movimento ma non riescono a trarne beneficio economico. Questa non deve essere la scusa per non curarsene. Hanno esattamente i nostri stessi diritti e doveri. Piaccia o non piaccia, l’arrampicata deve buona parte del suo sviluppo al fatto che porta turismo e aiuta l’economia dei piccolo centri, fin tanto che questo lascia qualcosa sul territorio in termini di economia. Che sia un caffè, una bottiglia di vino o un soggiorno in un 5 stelle poco conta. Se il territorio vede l’arrampicata come un fenomeno di nomadi maleducati, dove l’unica cosa che rimane sono le deiezioni a bordo strada e i cassonetti pieni... Non stupiamoci se non veniamo ben accettati! Perché a cascata vi sono i fondi, pubblici o privati che finanziano le chiodature e la manutenzione dei siti, e posso assicurare che queste hanno un costo di cui alcuni sembrano non curarsi. E fin qui forse non aggiungo nulla a ciò che già non si sapeva! Ma repetita iuvant Procedendo, possiamo anche parlare di parcheggi delle falesie. In molti posti, possiamo dire quasi sempre, l’accesso non è stato programmato in funzione dell’arrampicata, ovvero si è sempre parcheggiato in quello slargo o piazzola vicino a dove si andava a chiodare. Senza pensare che sarebbero venuto fuori 90 tiri bellissimi e che da qui a poco la zona sarebbe stata invasa dai climber, soprattutto nei periodi di ferie! Con conseguenti problemi di parcheggio! Ecco, dove è segnato che il parcheggio è difficile o problematico, prendete in considerazione di fare lo sforzo e camminare magari 5 minuti in più. Lo so che vi abbassa la performance, ma permette al sito di non avere problemi con l’amministrazione, e in prima analisi di non distruggere le fiancate con retro tremende grazie al
cretino che ha dovuto parcheggiare a tutti i costi vicino alla falesia senza fare le opportune valutazioni e impedisce agli altri di fare manovra!
Non siamo a casa nostra, e oltre agli scalatori magari ci sono escursionisti, ma anche pastori, contadini e soprattutto mezzi di emergenza che devono poter passare senza perdere minuti preziosi per un intervento! Parlo di ambulanze e vigili del fuoco le cui priorità sono sicuramente più inderogabili di quelle del nostro parcheggio comodo. Non dobbiamo peccare di presunzione e pensare che ci siamo solo noi climber, anche se lo so, quando la motivazione è alta si tende a dimenticare che c’è un mondo intorno a noi!
Una volta in falesia, poi ci terrei a sensibilizzare il lettore su alcuni punti a me cari. Cominciamo dallo spazzolare le prese dopo aver provato o fatto un tiro! Come spero ogni mattina vi lavate i denti, dopo ogni tiro sarebbe opportuno ribadire l’esercizio e dedicare 30 secondi a questa nobile arte. In Sardegna dal periodo di Pasqua fino ai Santi capita spesso che non piova neanche una volta, quindi alcune falesie molto gettonate sono veramente impastate di magnesite e sudore di mano. Ricordarsi che dopo di noi scalerà qualcun altro è importante. Ma è come la battaglia dei bagni pubblici. “lasciate il bagno come l’avete trovato”. Temo sia persa in partenza, ma ci provo lo stesso.
Stessa cosa dicasi per erbette e erbacce. Soprattutto sui tiri più facili, o nelle falesie a forte stagionalità (in quanto esposte a sud pieno o nord pieno), nella stagione morta erba e simpatiche piantine come rosmarino o altre ricrescono sempre nelle prese e nelle piccole crepe, innervosendo lo scalatore già provato dalla troppa magnesite. Quando vi calate, prendete l’abitudine di strappare i vegetali che vi hanno infastidito dalle prese, vi costerà 20 secondi ma farà felice chi viene dopo. E se lo facessimo tutti, con 20 secondi al giorno per persona, avremmo delle falesie sempre perfette. Non esagero dicendo di portarvi un seghetto o un paio di forbici nello zaino. Quello sarebbe troppo! Anche se...
Anche se un buon suggerimento è quello di avere sempre con voi una chiave del 17 per quando troverete una piastrina che balla. Costa poco, pesa poco, la userete poco. Ma quelle poche volte sarete felici di averlo fatto. E renderete un servizio invisibile, che magari qualche buonanima ha fatto per voi senza che lo sapeste!
E per finire in bellezza, parlerei anche di “okkupazione” dei tiri. Considero assolutamente normale montare un progetto per dedicaci dei tentativi durante la giornata in falesia. È l’arrampicata! Mi piacerebbe altresì diventasse normale che, finito il mio tentativo, un altro utente della falesia possa provare il tiro coi miei rinvii già montati, come io magari proverò il suo. Chiaramente un diritto di precedenza ce l’ha chi lo monta per primo, ma non deve trasformarsi in esclusiva! Che il buon senso la faccia da padrona, magari con una spazzolatina alle prese che non guasta mai! E infine, rimanendo in tema, considero assolutamente inopportuno, soprattutto nelle giornate più affollate lasciare montati i tiri con la corda per scalare in toprope. Anche qui il buon senso dovrebbe farla da padrona. Questo capita soprattutto quando ci sono bambini o principianti. Va benissimo. Ma in quelle giornate in cui quei tre tiri sono occupati, l’occupante dovrebbe avere il buon gusto di fare il primo passo e proporsi ad eventuali altri che desiderano scalare il tiro e dire “appena ho finito il tentativo, usate pure la mia corda”, sia che vogliano scalare da primi che da secondi. Buon senso e pratiche di convivenza avanzate! Comportamento
SIMBOLOGIA
bellezza
chiodatura
tranquillità
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splendida bella
ottima
buona
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meritevole
occhio!
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non esaltante
Questa indicazione tiene conto di diversi fattori tra cui, oltre alla bellezza della roccia e dei tiri, l’ambiente circostante, la tranquillità del posto e tutto ciò che può rendere una falesia splendida, bella, meritevole o non esaltante. Questa valutazione è personale e soggettiva.
comodità
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confortevole
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non sempre comoda
scomoda
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assicurarsi
Indicazione generale che valuta la comodità media del terreno dove si fa sicura. Non è da escludere che in alcune falesie dove per la maggior parte dei tiri la base è comoda, per altri potrebbe essere necessario assicurarsi o stare in equilibrio su un piccolo terrazzino.
aiuto!
L’indicazione tiene conto della distanza tra le protezioni e il loro posizionamento in relazione alla via.
alta media bassa ressa
Questa indicazione si riferisce all’affollamento medio di una falesia durante il periodo consigliato e con condizioni climatiche ideali.
ottimo
buono
discreto
parcheggio
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difficile
Questa indicazione è utile per pianificare gli spostamenti soprattutto nel caso di più persone con più macchine: nel caso di parcheggio discreto o difficile è consigliato utilizzare il minor numero di veicoli possibile o i mezzi pubblici.
caduta sassi
IN TUTTE LE FALESIE È SEMPRE PRESENTE L À POSSIBILITÀ DI CADUTA SASSI. L’UTILIZZO DEL CASCO È SEMPRE RACCOMANDATO SIA PER CHI SCALA SIA PER CHI FA SICURA! Nelle falesie dove questo rischio è maggiore e concreto, l’indicazione SÌ consiglia vivamente l’utilizzo del casco.
tipo di roccia
Questa informazione risulta essere molto utile per decidere in quale falesia scalare in base ai propri gusti personali. Per le tante falesie di gneis, l’indicazione può risultare talvolta fuorviante in quanto questo tipo di roccia può essere anche molto diverso e il genere di arrampicata può cambiare parecchio da falesia a falesia. Questo non succede per le falesie di dolomia, calcare, granito o porfido dove la roccia e il tipo di arrampicata sono sempre molto simili.
per famiglie
Questa indicazione non è da confondere con la presenza o meno di tiri nei gradi più facili ma semplicemente per capire se è possibile recarsi alla base di questa falesia con bambini piccoli o che necessitano di un controllo costante da parte degli adulti. Molte falesie spesso non sono adatte a famiglie con bambini piccoli per la possibile presenza di cenge esposte, per l’avvicinamento impegnativo o pericoloso, per la possibilità di caduta sassi, per la presenza di una strada trafficata o altri pericoli oggettivi.
PORTARE DEI BAMBINI IN AMBIENTE NATURALE PUÒ ESSERE COMUNQUE RISCHIOSO. QUESTA SEGNALAZIONE DELL’AUTORE HA LA SOLA FUNZIONE DI AIUTARE GLI ADULTI A TROVARE LUOGHI CON MINORI RISCHI OGGETTIVI. RESTA COMUNQUE COMPITO DEL GENITORE LA VALUTAZIONE FINALE DEL LUOGO E L’ASSISTENZA COSTANTE AI MINORI.
avvicinamento
L’indicazione dei tempi di avvicinamento a piedi dal parcheggio alla base della falesia o del primo settore che si raggiunge, è calcolata su una velocità media di cammino considerato anche il peso dell’attrezzatura (corde, zaini, rinvii, scarpette, acqua, vestiti e quant’altro).
Il tempo di percorrenza può variare in base a condizioni climatiche e del terreno. Ad esempio in tardo autunno, alcuni sentieri possono essere totalmente ricoperti dalle foglie per cui, oltre a perdere più facilmente la traccia, la camminata è più lenta. Idem nel caso di accessi ripidi durante le calde giornate estive sotto il sole. L’indicazione rimane soggettiva e variabile in base anche ad altri fattori che possono influire sui tempi di percorrenza.
Difficoltà a trovare il parcheggio? Con una semplice scansione di questo codice attraverso una delle tante applicazioni disponibili, è possibile attivare il navigatore del vostro smartphone che vi porterà direttamente al parcheggio. Le coordinate si rifersicono alle mappe di Google.
principianti
Con questa indicazione si individuano le falesie dove la maggior parte dei tiri presenti sono ideali anche per i principianti o per chi arrampica per “la prima volta”. La chiodatura di queste falesie è solitamente molto sicura e ravvicinata anche se non mancano alcune eccezioni.
BARONIA
La parte settentrionale dell’isola è più nota per il bouldering e per le sue pareti di granito, che offrono un buon numero di vie lunghe in stile trad. Come pure chi vi scrive con diversi amici nel 2010 ha scalato e recensito una serie di tiri trad a Capo Testa, che non verranno trattati in questa edizione in quanto le protezioni di calata vanno riviste. A sud della Gallura, in Baronia, invece vi sono una serie di situazioni estremamente interessanti e poco frequentate, che permettono di conoscere una Sardegna parzialmente inesplorata e che di sicuro nei prossimi anni vedrà una certa crescita anche in questa direzione. Il calcare ritorna a farla da padrona, e vi sono diverse strutture piccole e medie di notevole interesse. Le falesie che abbiamo selezionato sono poche ma tutte meritevoli di una visita, ben chiodate e presto ve ne saranno altre.
Siniscola
Matteo Staderini, Baya Min, Afghanistan (Sa Preta Istampata) (© Richard Felderer)PARETINA PER LODÈ E DEL TEMPO
180m
altitudine
SUDOVEST
esposizione
ÙÙÙÙ
bellezza
chiodatura
ÙÙÙÙ ÙÙÙÙ
tranquillità
comodità
ÙÙÙÙ ÙÙÙÙ
parcheggio
caduta sassi
tipo di roccia
1/10’
avvicinamento
principianti
si scala con la pioggia
per famiglie
Pareti assolutamente da visitare! Iniziate da vari tra cui il fortissimo Giuseppe Garippa che subito ha valorizzato i potenti strapiombi della parete, dopo qualche anno di stallo, e purtroppo di corrosione degli spit di alcune linee, è stata ripresa prima da Wolfgang Zauriz, che ha valorizzato le belle linee di grado facile, concentrandosi molto anche sulla Paretina del Tempo. In seguito, in tempi recentissimi (2019) il local Roberto Pau insieme a Marco Corda hanno fatto un eccellente lavoro di restyling e aggiunta di linee alla “paretina”, che oggi risulta davvero bella e completa. Nel senso che vi trovate quinti gradi molto belli tiri di grado “sei” su roccia perfetta (talvolta un po’ aggressiva) e di qui in poi per una cinquantina di tiri a salire di grado fino all’8b, con abbondanza di tiri fisici in forte strapiombo su gradi abbordabili, che è abbastanza una rarità. Insomma un must per chi visita la zona! Tutt’e due al sole già dalla metà mattinata esono ovviamente falesie invernali o per le mezze stagioni. Attenzione che quando il vento soffia da mare diversi tiri, soprattutto quelli su roccia ocra o bianca ne risentono al limite del diventare inscalabili, mentre quelli su roccia grigia rimangono quasi indifferenti.
ACCESSO STRADALE
Da Siniscola prendere la SP3 per Lodè. Appena imboccata, trovare uno stretto slargo sotto la rete paramassi, dove trovano spazio 2 o massimo tre macchine. Parcheggiare e prendere la traccia in salita per la paretina del Tempo, oppure proseguire 100m circa e posteggiare nel successivo slargo, da dove parte il sentiero per la Paretina per Lodé.
ACCESSO A PIEDI
Seguire le tracce, che in un minuto portano al Tempo e in 10 alla Paretina per Lodé.
Luca Cubeddu, Mordiroccia (© Richard Felderer)40. SCIROCCO
6a+ 40m Placca di verdoniana memoria, 5c fino alla prima sosta
41. CIAO CIAO SARDEGNA 6a 40m 5c fino alla prima sosta
42. MARIA 5c 30m Bella scalata su prese grosse
43. SA CHICCHERA 6a 30m Bella placca
44. 11 DE CAMPIDANNE 6a 30m Bella placca oggi allungata
45. MAMMUTHONE 5b 30m Bella placca
46. TERRE BRUNE 6a+ 30m Placca
47. SIESTE EN MAI 6b 20m Bella e non banale
48. LAKANA 6b+ 20m Muro ripido e tecnico
49. MAONAMOUR 6c 20m Singolo intenso
50. LUNA 5c 20m Muro facile
57. BUON DIVERTIMENTO 5b+ 30m Bella e facile Oliena
51. BELLA 5c 25m Muro a buone prese
52. PHYLIU 6a 15m Muretto con passi intensi
53. BONSAI 5c 20m Muro grigio
54. LEOPARD 6a+ 30m
55. MANDRAGOLA 6a 30m Muro tecnico
56. O2M 5c+ 30m Muretto con passi
altitudine
esposizione bellezza chiodatura
370m ÙÙÙÙ ÙÙÙÙ ÙÙÙÙ ÙÙÙÙ
L’alveare è una bellissima e divertente falesia posta quasi di fronte alla più grande e rinomata Arcadio, probabile motivo per cui da tanti non viene visitata. Lo stile prevalente è su roccia molto abrasiva a grosse prese, cosa che rende la scalata molto atletica e divertente, soprattutto per chi proviene dall’indoor e predilige la progressione muscolare a quella di tecnica. Chiodatura quasi sempre perfetta ad opera prima di Gianluca Piras, quindi di Mario Ogliengo, che ha regalato una dozzina di lunghezze bellissime a completare la falesia. Adatta alle mezze stagioni nel pomeriggio e d’inverno.
ACCESSO STRADALE
Prendere la strada in cemento che da Cala Gonone porta a Cala Cartoe e al primo tornante posteggiare sullo slargo appena dopo la falesia di Arcadio.
ACCESSO A PIEDI
ÙÙÙÙ
tranquillità comodità parcheggio
caduta sassi
calcare
tipo di roccia
avvicinamento
principianti
si scala con la pioggia
per famiglie
Da tornante prendere la traccia che si inoltra nella macchia e seguirla per 10 minuti fin quando si incontra la falesia.
Cala Cartoe
belvedere di Cala Gonone
ALVEARE ARCADIO
via Cala Luna
Millennium
Hotel Villa Gustui Maris
via dei Lecci
CALA GONONE
MUTANDA
altitudine
esposizione
50m ÙÙÙÙ
bellezza
chiodatura
ÙÙÙÙ ÙÙÙÙ ÙÙÙÙ
Il settore Mutanda nasce ben dopo Lucertole al sole, pur essendo a ridosso dell’avvicinamento per quest’ultima. Il motivo per il quale questi strapiombi non sono stati chiodati prima è che... sono durissimi! Le vie da liberare sono diverse, sono brevi, intense ma molto belle! Vale sicuramente la pena aprirci qualche “cantiere”, vista la brevità di accesso e la particolarità della roccia! Un gioiellino per intenditori che amano cose inconsuete e tiri non regalati e uno dei 7a più incredibili da scalare.
Ad opera di Mariano Zurru e Giorgio Pusceddu.
ACCESSO STRADALE
Provenendo da Sud, alla SS 125 prendere la deviazione per Santa Maria Navarrese. appena prima dell’abitato di Tancau svoltare a sinistra per Via Gennargentu, tenere la sinistra e parcheggiare sul limite della sterrata.
ACCESSO A PIEDI
ÙÙÙÙ
tranquillità comodità parcheggio
caduta sassi
granito
tipo di roccia
avvicinamento
principianti
si scala con la pioggia
per famiglie
Costeggiare una recinzione fino alla base della salita (ometti), salire verso destra e quindi proseguire a destra (guardando a monte) puntando la parete tafonata, dove c’è il settore Mutanda, per ripido sentiero tra massi e piante.
MUTANDA
LUCERTOLE AL SOLE
Via Gennargentu
MUTANDA
LUCERTOLE AL SOLE
Cristian Murgia, La mutanda che visse due volte (© Richard Felderer) Santa Maria Navarrese Tancau1. DI CHE COLORE È LA TUA MUTANDA 7a 12m Bellissimo viaggio tra i tafoni, con blocco in catena duro
2. MUTANDA VELOCE ? 12m Progetto
3. DI CHE COLORE È DIVENTATA LA ? 12m Progetto
TUA MUTANDA
4. PIT STOP – CAMBIO MUTANDA ? 10m Progetto
5. L’UOMO CHE SUSSURRAVA ALLE 7b+ 10m Sequenza di boulder duri MUTANDE
13. LA PLACCA DI SOTTO 6a 25m Bella placca con movimenti atletici (non nel disegno) Ogliastra
6. MUTANDA TRICOLORE ? 30m Progetto
7. IL LATO OSCURO DELLA MUTANDA ? 25m Progetto. Prende i primi spit di Mutanda tricolore e con boulder duro in strapiombo va a prendere la fessura da proteggere
8. VENTO DALLA MUTANDA ? 25m Progetto
9. L’UOMO SENZA MUTANDA ? 20m Progetto
10. LA MUTANDA CHE VISSE DUE VOLTE 6c+ 12m Bloccare bassi!
11. IL MUTANDARO 6b+ 15m Divertente e intenso
12. MUTANDA ASCIUTTA 5c+ 12m Divertente tiro su roccia non fantastica
1. DIETRO LE QUINTE* 6b+ 15m Muretto con passi duri, forse 6c
2. PICCOLI SOGNI* 7a 15m Boulder di dita
3. LA VIA DEL SENTIMENTO* 7a+ 15m Spigolo con chiodatura obbligata
4. LEGGENDE METROPOLITANE* 6a+ 15m Muro tecnico con buone prese
5. MERCANTI IN FIERA* 6b+ 15m Partenza dura
6. ROSA PEDRA* 6c 20m Tenere duro in partenza
7. CRISTALLI LIQUIDI* 6c+ 25m Placca molto complicata
8. SU PASSU TORRAU* 6a+ 15m Diedro fessurato molto bello
9. CI VUOLE UN FISICO BESTIALE* 7b+ 15m Uno dei tiri più fotografati, tecnico
10. LA VIA DEL PENSIERO* 7b 15m Muro tecnico micidiale
11. MISS OPOPDORO E SUCCO 7a+ 12m Strano fessurino strapiombante D’ORGASMO*
12. IL RIPOSO DEL VENTO* 7a 12m Boulder su buchi
13. A MUSO DURO* 6c+ 20m Partenza dura su buchi
14. SIMONE LARVA* 6b+ 20m Partenza con possibile opposizione sul boulder (consigliato), pericoloso in caso di caduta se si scala frontali, poi muro a buchi
15. IL MINOTAURO* 6b+ 20m Via discontinua e sconsigliata
IL SALTO DI QUIRRA
Questo toponimo descrive una piccola zona della Sardegna sulla costa est, delimitata a nord dall’Ogliastra e a sud dal Sarrabus (con accento sulla prima “A”). Ma è anche il nome di una delle falesie più storiche della Sardegna, nota per aver offerto tra i tiri più duri dell’isola all’inizio del millennio, di cui molti liberati dal forte viennese Arthur Kubista.
Oggi la zona di Quirra, grazie alle recenti chiodature, offre tre falesie: non è tantissimo ma per i mesi invernali è uno dei posti più caldi e riparati dell’isola, e di sicuro spenderci un paio di giornate (o di più nel caso di progetti duri) può essere un buon piano!
79. Passaggio per Chitur .............
80. Cuba
Cayman
470
478
480
Quirra Castello di Quirra Spiaggia di Murtas Padru Spiaggia di Murtas Nuraghe Pirastu Nuraghe sa Pudda