Prefazione Simbologia
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Indice e Cartina
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1 Sentiero attrezzato Vidi 8 2 San Vili 12 3 Sentiero Albrecht Dürer 16 4 Erzweg 22 5 Elisabeth Promenade 26 6 Vial da les Féides 30 7 Man de Fjèr e la principessa Antermòja 34 8 Ferrata Maximilian/ Maximiliansteig 38 9 Trói de la Posta 42 10 Trói Pajàn 46 11 Sentiero Adolf Munkel 50 12 Alta Via Günther Messner 56 13 Viel dal Pan 60 14 Sentiero degli Alpini 64 15 Ferrata Kaiserjäger 70 16 Sentiero attrezzato B. Federspiel 74 17 Sentiero attrezzato D. Buzzati 78 18 Sentiero etnografico del Vanòi 84 19 Sentiero Europeo E5 90 20 Via dei Cavaghiaccio 94 21 Via degli Ospizi 100 22 Strada delle Miniere 106
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23 24 25 26 27 28 29 30
Sentiero botanico F. Miniussi Sentiero Tilman Sentiero dei Pastori Ferrata Antonio Berti Truoi dal Sciarbón La Gardona Pale di Còleghe Triòl del Camillo
110 114 120 124 128 132 136 140
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31 Viàz de l’Oliana 32 Sentiero Giovanni Angelini 33 Sentiero Carlo Tivàn 34 Ferrata Attilio Tissi 35 Strada della Vena 36 Cengia di Paul Grohmann 37 L’Uomo di Mondevàl 38 Sentiero geologico Astaldi
144 148 152 156 160 164 170 174
39 Sentiero dei Cacciatori 40 Strada Romana/Römerweg 41 Via dei contrabbandieri/ Schmugglerpfad 42 Cippi di Maria Teresa 43 Troi dei Bacàni 44 Romotói 45 Tudaio
178 182 186 190 196 200 204 5
Val Gardena - Trói da la Posta 9
Val Gardena
9 Ortisèi (Val Gardena), 1236 m; ss 242 della Val Gardena Laión 1100 m A Pontìves in Valgardena, 1100 m ca, si segue la ss 242 dir fino all’imbocco della sp/ls 139, che si segue passando per San Pietro e giungendo a Laion/Lajen (8 km ca da Pontìves) 3.00 ore
Trói da la Posta Il Trói da la Posta, comodo e ben segnalato fra Ortisèi e Laión con indicazioni specifiche (“P” e Sentiero della Posta/Posteig), lo descriviamo considerando luogo di partenza Ortisei, ma può essere seguito anche nel verso opposto senza particolari variazioni di tempo e di impegno. Per il ritorno a Ortisei è necessario predisporre un automezzo a Laión, oppure usufruire del servizio pubblico Ceves Laion San Pietro rio G
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h350 m i480 m Tabacco foglio 05
Pontives Ortisei
25.000
A) A Ortisèi, percorrendo Via Nevel verso O, si raggiunge l’ultima casa, sulla quale si legge: “Pitl Ruf”. Qui, 1260 m ca, si imbocca a destra il Sentiero della Posta, che inizia in forma di mulattiera selciata, fiancheggiata da muro a secco. Dopo un breve rimonto si entra nel bosco, giungendo in pochi minuti, a quota 1309 m, alla confluenza con il sentiero descritto in “B”. B) A Ortisèi, percorrendo Via Mureda verso O (indicazioni: Sentiero della Posta) si attraversa quasi tutto l’abitato, giungendo dove la strada compie un tornante a destra. Qui, 1280 m ca, si imbocca a sinistra una stradetta che, oltrepassata una vecchia casa (sulla quale si legge “Str. Murèda”) prosegue in quota nel bosco, portando in pochi minuti alla confluenza con il sentiero descritto in “A”. Più avanti il sentiero scende per alcune decine di metri (transenne, Cristo ligneo) e riprende poi quota nel bosco giungendo a una panca (1260 m ca, scorcio sul fondovalle del Rio Gardena e sulla zona di Pontìves).
Itinerario breve e di nessuna difficoltà, ben segnalato Info: Sad, Corso Italia 13/n, 39100 Bolzano, tel/fax 0471.450 e-mail: info@sad.it
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Vecchia locomotiva - ora “monumento”a Ortisei
Sul Tr贸i da la Posta. Nello sfondo il Sassolungo
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Val Gardena - Trói da la Posta 9
Si continua attraversando una zona di schianti e piccoli macereti, giungendo in una ventina di minuti a un bivio a quota 1240 ca. Trascurando il sentiero di sinistra (che scende a Pontìves), si continua sul Sentiero della Posta, incontrando un tratto dove il sottobosco, disseminato di massi, è ricoperto da un bel tappeto di muschio. Poco oltre, a quota 1270 ca, si incrocia un tratturo (altra possibilità di discesa a Pontìves), si attraversano in successione due ruscelli e si esce dal bosco in corrispondenza del Maso Pedrutsch (1280 m ca, ore 1/1.15). Qui giunge da O una rotabile asfaltata che si stacca dalla sp/ls 139 poco a valle di San Pietro di Laión. Si riapre la vista sulla Val Gardena. Un ripido tratturo sale a N toccando i masi Skritter e Pramsol e giunge a Maso Ranatsch. Seguendo i segnavia “P” si continua verso O sulla rotabile asfaltata, giungendo alla confluenza con la sp/ls 139, per la quale si sale arrivando a San
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San Pietro di Laion dal sentiero della Posta
Pietro di Laiòn (1187 m, ore 1.30; 1,8 km da Maso Pedrutsch). Usciti dal paese, si continua per breve tratto sulla provinciale e poi la si abbandona per seguire, a sinistra, la strada che raggiunge il sottostante Felsonnes Höfe. Oltre gli ultimi edifici, la rotabile diviene comodo sentiero che, rimontando, riporta alla provinciale 139, sulla quale si avanza per una cinquantina di metri ritrovando, a destra, il Sentiero della Posta. Dopo un primo ripido strappo, si prosegue a O nel bosco, giungendo a un bivio. Tralasciando la deviazione, a destra (che porta alla Unterplughütte) si prosegue in leggera discesa sul Sentiero della Posta giungendo dove, da sinistra, confluisce un tratturo che sale da Tanürz/Tanurza. Da qui in avanti il percorso si fa sempre più aperto e, attraversando radure prative con scorci sulla Valle dell’Isarco e i Monti Sarentini, si giunge alla frazione di Tschöfas/Cedas, 1229 m. Infine si scende alla provinciale 139 che si segue, a destra, entrando in Laión (1100 m, ore 2.30/3).
Nella storia dei servizi postali non manca l’avventura. Ce la ricordano i messaggeri dell’impero di Persia che, a cavallo, alternandosi nelle stazioni di cambio, percorrevano i quasi 3000 chilometri della Strada Reale, e quelli dell’impero Inca, con staffette che attraversavano le Ande, correndo fino allo sfinimento, riuscendo in una settimana a portare messaggi a distanze di 2000 chilometri. Non meno avventurosa era la situazione negli ambienti cosmopoliti delle stazioni di posta dell’organizzatissimo sistema stradale romano. L’immagine più epica, resa viva da letture e film, è probabilmente quella dei pony express nel Far West americano: cavalli lanciati a briglia sciolta attraverso le praterie, incitati da postiglioni con la tesa del cappello rialzata all’indietro dal vento, che mantenevano un efficiente servizio postale fra il Missouri e la California. Ma il servizio, nato poco dopo la metà dell’Ottocento, ebbe vita breve: l’avvento del telegrafo ne decretò infatti la soppressione nel 1861. Nel 1856, l’apertura della strada di fondovalle in Val Gardena – che diventerà la statale 242 – poneva invece fine alla storia del Trói da la Posta, il “sentiero della posta” gardenese. Anticamente, l’accesso alla valle non era presso lo sbocco del Rio Gardena nell’Isarco, ma più a nord, presso Chiusa, da dove si saliva a Laión per poi entrare nel fianco destro della Val Gardena. Il primo tratto di questo sentiero (fin presso San Pietro/St.Peter) coincide con quello del Trói Pajan, direttrice preistorica d’accesso alla Val Gardena. A est di San Pietro però, il Trói Pajan continua in quota sui fianchi della Rasciesa, mentre il Trói da la Posta punta su Ortisei. Un tragitto quest’ultimo che, due volte la settimana, il postino percorreva per portare la corrispondenza dalla Val Isarco a Ortisei, e che non era certamente da prendere sottogamba, soprattutto nella brutta stagione. Oggi si offre invece a noi come una gradevole passeggiata, trionfale nei colori dell’autunno.
La consegna della posta in anni lontani
L’avventuroso servizio postale della Val Gardena
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Marmolada - Sentiero degli Alpini 14
Marmolada
14 Baita del Gigio (Val Pettorina) 1600 m ca; sp 641, 1 km ca a monte di Malga Ciapèla (1446 m, 11 km ca da Caprile e 6,5 km dal Passo Fedàia) 5/5.30 ore
h1350 m i1350 m Tabacco foglio 015 25.000
Sentiero degli Alpini Il Sentiero degli Alpini ha inizio poco a monte di Malga Ciapèla in Val Pettorina e, dopo aver superato il basamento roccioso del monte con eleganti soluzioni, risale il Valón d’Antermoia, lungo il quale ancora oggi si individuano resti di attrezzature e scalinature risalenti al primo conflitto mondiale. Bepi Pellegrinon, nella sua guida Marmolada del 1979, lo descriveva come...scarsamente frequentato e oramai disusato perché lungo e faticoso, che però ripagherebbe l’escursionista per la grandiosità dell’ambiente.... La situazione non è molto cambiata da allora. Giunti a Forcella Seràuta, seguendo l’ultimo breve segmento della Ferrata Eterna, si può raggiungere Punta Seràuta, stupendo belvedere sulle Dolomiti Orientali oltre che sul malridotto ghiacciaio della Marmolada. Per il ritorno a Malga Ciapèla si utilizza la funivia della Marmolada.
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Rif. Serauta
Punta Serauta
Baita del Gigio
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Itinerario lungo e faticoso, a tratti ripido; nel basamento presenta alcuni passaggi esposti; la placconata terminale che porta alla forcella è attrezzata con cavo d’acciaio che andrebbe messo in tensione Rifugio Seràuta (2950 m, bar ristorante, museo della Città di Ghiaccio, 0437.722090) Mitraglieri italiani in postazione
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L’ultima rampa rocciosa del sentiero degli Alpini, che raggiunge Forcella Serauta
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Marmolada - Sentiero degli Alpini 14 66
Dalla Baita del Gigio, 1600 m ca, ci si porta sul lato ovest della sp 641 verso il Ru d’Aréi, che costeggia il basamento orientale della Marmolada. Attraversato il torrente (ponte della pista da sci) si incontrano resti dei muretti a secco dell’originaria mulattiera militare e si giunge al piede della bastionata rocciosa. Da qui il Sentiero degli Alpini, sempre sapientemente tracciato, guadagna quota ripidamente, con numerosi andirivieni, a tratti utilizzando aeree cenge che intagliano la bastionata (vecchio cavo metallico fissato con chiodi da roccia, sbiaditi segnavia rossi). Si giunge così alla soglia inferiore del Valón, lungo il quale si continua la salita, inizialmente fra mughi e arbusti, poi fra magro pascolo e pietrame, fiancheggiando lisce pareti di roccia. A quota 2000 ca si oltrepassa una deviazione, a sinistra, dove un cartello indica “Serauta”. Si tratta di un sentiero che sale al Bânch del Gigio, dove si trova la stazione di scambio del primo troncone della funivia. Il vallone va progressivamente allargandosi e il sentiero, sempre marcato da sbiaditi segnavia biancorossi (agosto 2008), continua a salire destreggiandosi
Il tratto iniziale del Sentiero degli Alpini
fra detriti, massi e placconate rocciose. In questo tratto del vallone, a quota 2300 ca, giunge da destra una traccia di sentiero (per esperti) che proviene dai pressi del Passo Fedàia. In ambiente grandioso, incontrando anche i resti di un accampamento militare (2400 m ca, ore 3), si continua la salita superando anche una placconata levigata e striata dai ghiacci, nella quale sono ancora presenti la scalinatura e i fittoni originari. Si raggiunge così un grande circo occupato da un macereto, da dove si domina El Muge, il caratteristico torrione utilizzato come pilone naturale per la funivia. Superato il circo, si raggiunge il piede di un’ulteriore grande fascia di placche levigate, dove si trova un cavo metallico che, scompostamente, sostituisce le antiche attrezzature degli alpini (la prima parte si può superare evitando il cavo e arrampicando su roccia buona con difficoltà elementari). Seguendo il cavo, si continua la salita piegando a destra verso una zona di ghiaie e sfasciumi raggiungendo infine l’ampia Forcella Seràuta (2880 m, ore 5; stazione intermedia della funivia, bar ristorante, museo della guerra 15–18).
Un ingresso alla CittĂ di Ghiaccio austriaca, nel ghiacciaio della Marmolada
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Scatolette di carne lascaite in un baraccamento degli alpini nel Valon di Antermoia
Nel suo versante orientale, la Marmolada è caratterizzata da un gigantesco vallone (Valòn di Antermòia), che costituiva la via più facile per raggiungere la cresta orientale del monte. Attraverso Forcella Seràuta, che fa capo al vallone omonimo, transitarono sicuramente i primi salitori di Punta Seràuta (1884) e del Monte Seràuta (1896) e capitò da quelle parti anche il pioniere agordino Cesare Tomè, dopodiché sulla forcella calò il silenzio. La situazione cambiò radicalmente con la prima guerra mondiale. Nella primavera del 1916, gli alpini italiani, a conoscenza dei lavori di costruzione della “Città di Ghiaccio” che gli austriaci stavano eseguendo nel ghiacciaio orientale, e temendo una discesa degli stessi lungo il Valón d’Antermòia, decisero di impadronirsi di Forcella Seràuta. Per questa ragione le truppe alpine costruirono il sentiero, oggi conosciuto come Sentiero degli Alpini, che supera il basamento roccioso e risale integralmente il grande vallone. Per la cronaca, dopo alcuni tentativi falliti, la conquista della forcella avvenne grazie al contributo di un plotone di alpini che riuscì a trasportare una mitragliatrice sul Piz Seràuta, scalando il monte dal versante d’Ombretta attrezzato con 800 metri di corde fisse. Gli italiani abbandonarono la postazione nel corso della ritirata del 1917, dopodiché a Forcella Seràuta tornò a regnare il silenzio fino alla fine degli anni Sessanta, quando fu costruito il primo troncone della funivia della Marmolada. Per apprezzare la vastità e l’eccezionale sviluppo del Valòn di Antermòia è sufficiente salire con la funivia da Malga Ciapèla a Forcella Seràuta, ma all’escursionista che ama frequentare anche le montagne più conosciute e celebrate seguendo i percorsi poco noti, consigliamo di seguire questo sentiero.
La Marmolada dal crinale Crépe Rosse - Sass de Rói
All’interno della Città di Ghiaccio
L’ardito percorso militare per Forcella Seràuta
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