SENTIERI in OSSOLA e VALSESIA

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CESARE RE SENTIERI in OSSOLA e VALSESIA

91 Itinerari di trekking

Prima edizione Giugno 2024

ISBN 978 88 55471 497

Copyright © 2024 VERSANTE SUD – Milano, via Rosso di San Secondo, 1. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Copertina Verso il Monte Rosa, versante Valsesiano: Corno Nero, Ludwigshöhe, Punta Parrot © Cesare Re

Testi Cesare Re

Cartine Chiara Benedetto. © Mapbox, © Open Street Map

Simbologia Tommaso Bacciocchi

Impaginazione Chiara Benedetto

Stampa Press Grafica s.r.l. – Gravellona Toce (VB), Italia

Nota

Il trekking è un’attività potenzialmente pericolosa, chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo.

Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.

CESARE RE

SENTIERI in OSSOLA e VALSESIA

91 itinerari di trekking

PREFAZIONE

La Valsesia, con le sue numerose valli laterali e la “regione” della Val d’Ossola danno origine a un vasto territorio montuoso che annovera tra le sue fila vette alpine e paesaggi molto vari. La Valsesia è caratterizzata dalla presenza incombente del Monte Rosa che ne delimita la testata e che segna, tramite la punta Gnifetti, il confine con l’Ossolana Valle Anzasca, sovrastata dalla parete est della stessa montagna. Poco più a nord svettano le imponenti piramidi del Pizzo Andolla (3653m), in Valle Antrona, e il Monte Leone (3553m), grandiosa punta che sovrasta la conca dell’Alpe Veglia; al Devero, poco più lontano, svettano il Cervandone (3210m) e la Punta d’Arbola (3235m), al confine con la Val Formazza. Verso il confine Svizzero, invece, si trovano i panoramici Blinnenhorn (3374m) e Basodino (3273m). Pianori e paesaggi docili e bucolici si trovano, invece, in

I Corni di Nibbio (© Cesare Re)

Val Vigezzo che, insieme alle aspre cime del selvaggio Parco Nazionale della Val Grande, delimitano il lato orografico sinistro dell’Ossola. Ognuna di queste valli conta numerosi sentieri, con notevoli possibilità di concatenamenti e traversate. In questa seconda edizione del libro sono descritti 91 itinerari: brevi, lunghi, di uno o più giorni, accuratamente scelti per privilegiare la componente paesaggistica e panoramica. Molti percorsi comprendono anche la “variante”, una voce che indica ulteriori possibilità per allungare il tragitto, per compiere giri ad anello o per tornare lungo una via alternativa a quella dell’andata. A corredo delle informazioni pratiche sono presenti anche box tematici che descrivono caratteristiche ambientali, geografiche, naturalistiche, storiche e culturali, un importante compendio per muoversi con la giusta consapevolezza lungo i sentieri del magico mondo verticale della Valsesia e della Val d’Ossola. Il libro è, quindi, un giusto mix sia per chi intenda la montagna come luogo per attività outdoor, sia per chi voglia vivere il lato più naturalistico ed esplorativo, ricordando che “camminare è l’arte più pura del viaggio”. Buona montagna

Cesare Re

SOMMARIO

Anello del Rifugio Pastore

02. Rif. Crespi Calderini da Pianlunga 30

03. Rifugio Crespi Calderini e Sentiero

09. Rifugi Mantova e Gnifetti ...........

altre cime del Monte Rosa

L’ascensione alla Zumstein, un 4000m

Monte Rosa 82

11. Rifugio Ferioli da Alagna 88 Capanna Gugliermina e Capanna

12. Rifugio Alpe Campo e Rif. Alpe Sattal 92

13. Traversata Alpe di Mera, Alpe di Meggiana 96 La toma e la gastronomia valsesiana 99 La magia di un’alba sul Monte Rosa 100

14. Anello del Monte Bo Valsesiano 102

15. Madonna del Callone e l’Argniaccia 104

Anello della

Lago

Lago Maggiore

VALLE ANZASCA, AL COSPETTO DELLA PARETE EST DEL MONTE ROSA 200

35. Bivacco Hinderbalmo 202

36. Sentiero naturalistico e oasi faunistica 206

37. Bivacco Belloni 210 I nuovi bivacchi 212

38. Rif. Zamboni e Lago delle Locce.... 214 Il Lago Effimero 216

39. Rifugio Zamboni Zappa, dai Piani Alti di Rosareccio 218

40. Monte Moro .................... 222

La Miniera della Guia 225

41. Giro ai piedi del Rosa 226

42. Val Quarazza, Bivacco Lanti, Colle del Turlo 230

Lanti, il bivacco dedicato a un pastore 233

43. Alpe Colla e Alpe Cortenero 234

La vegetazione di Valsesia e Valle Anzasca 236

44. Colle Baranca 238

45. Rifugio Andolla

46. Giro dei Cinque Passi 246 Rifugi e bivacchi della Valle Antrona 249

47. Giro del Lago Alpe dei Cavalli 250

48. Dal Lago di Antrona al Lago di Campliccioli .................... 254 Antrona Schieranco 255

49. Giro dei Laghi di Antrona e Campliccioli e anello di Lombraoro 258

50. Bivacco e Lago Camposecco ...... 262

La comunità buddista di bordo 264

51. Bivacco e Lago del Cingino ........

Le miniere della Valle Antrona

52. Traversata dal Bivacco Camposecco al Bivacco del Cingino

Montescheno e la Val Brevettola ......

53. Giro dell’Alta Valle Antronao 272

VAL BOGNANCO, IL TURISMO DELLE ACQUE

54. Rifugio Gattascosa e Passo di Monscera

55. Laghi di Paione

I minerali della Val d’Ossola

56. Laghi di Variola

Domodossola, piccola “capitale” ossolana 289

PARCO

ALPE DEVERO, TRA LAGHI, CIME, PIANORI

57. Da Goglio all’Alpe Devero

Museo della funivia di Goglio e della resistenza

58. Codelago e Pianboglio

59. Lago Nero......................

Prodotti tipici del Parco Veglia Devero

60. Bivacco Combi e Lanza ...........

61. Lago delle Streghe

Fauna del Parco Veglia - Devero ......

Devero con Renato Brignone

62. Alpe Sangiatto e Lago Sangiatto

Devero, oltre il parco

Devero, l’alpe dei fotografi

63. Alpe Forno, Alpe della Valle e Alpe Sangiatto

PARCO ALPE VEGLIA, IL REGNO DEL LEONE

64. Alpe Veglia da Ciamporino 330

Punta della Rossa e Punta Fizzi, Alpe Devero (© Dario Tamborini)

65. Alpe Veglia da Ponte Campo ....... 334

Festa della Caria 337

66. Rifugio Arona e Lago del Bianco ... 338

67. Tra le frazioni di Veglia 342

68. Lago d’Avino .................... 344

69. Traversata Veglia Devero 346 Il Parco Veglia Devero 350

70. Rif. Crosta, all’Alpe Solcio 352

Monte Cistella 355

Marina ed Enrico, 16 anni al Rifugio Crosta, all’Alpe Solcio 356

PASSO DEL SEMPIONE, LA VAL DIVEDRO IN TERRITORIO SVIZZERO 358

71. Capanna Monte Leone 360

Ospizio del Sempione 363

72. Bivacco Laggin 364

Cime facili nella zona del Passo del Sempione 367

VALLE ANTIGORIO FORMAZZA, TRA GHIACCI, LAGHI, CASCATE ...................... 368

73. Orridi di Uriezzo 372

74. Lago Superiore ................. 374

75. Traversata dalla Val Formazza

all’Alpe Devero, via Scatta Minoia ... 376

76. Rif. Mores, Rif. Somma Lombardo e Rifugio Claudio e Bruno 382

Gli alpinisti fuorilegge 384

77. Ascensione al Blinnenhorn 386

Bettelmatt 387

78. Anello del Rifugio Città di Busto 388

Salecchio, villaggio Walser 391

79. Anello del Passo Gries, dal Lago di Morasco al Rifugio Corno Gries e al Rifugio Maria e Luisa

Cascata del Toce

80. Rif. Maria Luisa e P.sso di S. Giacomo

81. Giro del Lago di Morasco

LA VALLE DEI PITTORI

Alpe Scaredi

Pizzo La Scheggia

83. Giro delle Bocchette della Val Vigezzo

Monte Ziccher

La Via del mercato, da Camedo a Intragna

PARCO NAZIONALE VAL GRANDE, LA WILDERNESS

Mont Faié

I sentieri del gusto

86. Traversata della Val Grande da Malesco a Colloro

Rifugi e bivacchi del Parco Val Grande

87. Pian di Boit

Sentieri natura del parco 428

Montorfano

89. I Sentieri Natura: “Storie di Pietra” e “Vogogna, il Respiro della Storia” 434

90. Rif. Cortevecchio e Monte Massone 438

Valle Strona: i Walser, il Lago d’Orta e Pinocchio 440

91. Alta Via dei Monti Ossolani . . . . . . . .

Il Monte Rosa e il Lago delle Locce (© Cesare Re)

LETTURA DEGLI ITINERARI E LEGENDA

Gli itinerari sono stati tutti percorsi o controllati alla data di pubblicazione della guida, le informazioni e i dati riportati possono essere però soggetti a cambiamenti per fattori esterni non prevedibili e che si potrebbero verificare con il tempo e il susseguirsi delle stagioni. Eventi meteorici intensi, fenomeni di dissesto o l’intervento dell’uomo possono modificare anche radicalmente le condizioni e le caratteristiche del tracciato.

Le informazioni relative a ogni itinerario sono così organizzate.

Fascetta orizzontale d’apertura: numero progressivo, provincia, area geografica, titolo dell’itinerario.

Fascetta verticale sinistra: provincia, area geografica, titolo dell’itinerario, numero progressivo.

Colonna verticale sinistra: contiene informazioni tecniche fondamentali per inquadrare velocemente l’itinerario.

Colonna verticale destra: contiene alcune note tecniche, la descrizione dettagliata del percorso e il profilo altimetrico.

Pagina a fronte: planimetria con le località e i waypoint attraversati.

Con i dati e le informazioni organizzate in quest’ordine, riuscirete a comprendere le caratteristiche dell’itinerario e a verificare se è adatto alle vostre aspettative, all’esperienza, al tipo d’impegno fisico e di tempo necessario per completarlo. Vi esorto a verificare sempre che quanto state per affrontare sia in linea con la vostra preparazione fisica e tecnica per evitare di trovarsi in situazioni o ambienti difficili da gestire.

NOME DELL’ITINERARIO

In genere il nome degli itinerari rispetta i toponimi del territorio e spesso indica la linea seguita (es. cresta...) oppure una delle località toccate. In alcuni casi, specie per quanto riguarda le gite “create” dall’autore, il nome del sentiero è stato inventato dallo stesso in base a fatti storici, punti d’interesse, etc.

COLONNA VERTICALE DI SINISTRA

Difficoltà

Indica il grado di difficoltà secondo la tabella di pagina 16.

Impegno fisico

È un valore soggettivo che ho cercato di rendere il più omogeneo possibile valutando distanza, dislivello e difficoltà tecnica di ogni itinerario. Si esprime su quattro valori da facile, una stella, a particolarmente impegnativo dove le quattro stelle indicano la necessità di un ottimo allenamento per percorrere l’itinerario nei tempi indicati.

Bellezza

Probabilmente è il valore più difficile da assegnare a un itinerario; la valutazione è ovviamente soggettiva e premia i panorami e la varietà degli ambienti che si attraversano durante il cammino. Non lasciatevi trarre in inganno dal giudizio espresso, spesso è frutto di una valutazione complessiva e ovviamente itinerari brevi presentano caratteristiche diverse da una lunga traversata... scegliete dove camminare sempre e soprattutto in base alla vostra esperienza.

Segnavia

Sono indicati quali segnavia si possono incontrare lungo il percorso.

Quota di partenza

È l’altitudine espressa in metri sul livello del mare da dove inizia l’itinerario

Quota di arrivo

Indica la quota raggiunta al termine della tappa di ogni itinerario.

Dislivello positivo

Per valutare il dislivello positivo sono stati considerati tutti i tratti in salita di ogni itinerario; è un valore arrotondato ma che permette di valutare l’impegno fisico necessario per concludere il percorso.

Distanza

Qui troverete indicati i chilometri totali dell’itinerario dall’inizio alla fine; se si tratta di un anello la lunghezza è complessiva, altresì indica la distanza da percorrere solo per la salita.

Tempo di percorrenza

È un valore medio che è stato ricavato tenendo conto della lunghezza e del dislivello dell’itinerario procedendo con un passo regolare e non veloce; all’aumentare della difficoltà del percorso è stata considerata una migliore forma fisica. Come per la distanza il valore è complessivo solo se si tratta di un anello.

Rifugi o bivacchi

Troverete le indicazioni relative ai rifugi e ai bivacchi presenti sugli itinerari, non tutti sono gestiti e per pernottare è bene sincerarsi della disponibilità di posti letto telefonando ai gestori.

QR-code parcheggio

Con la scansione di questo codice attraverso una delle tante applicazioni disponibili, è possibile attivare il navigatore del vostro smartphone che vi porterà al parcheggio. Le coordinate si rifersicono alle mappe di Google.

Periodo di fruibilità

Il grafico che è stato scelto permette di valutare rapidamente in che periodo dell’anno è opportuno affrontare un itinerario. La maggior parte dei sentieri rimane coperto di neve o ghiaccio anche fino a tarda primavera, in alcuni casi anche in piena estate e possibile trovare chiazze di neve; il colore verde indica il periodo ottimale, il giallo che è necessario prestare attenzione alle condizioni della roccia, nei mesi indicati con il rosso sconsiglio vivamente di affrontare l’itinerario che potrebbe risultare molto pericoloso.

COLONNA VERTICALE DI DESTRA

Testo principale

Caratteristiche generali dell’itinerario

Breve descrizione e nota introduttiva alle caratteristiche generali dell’itinerario.

Descrizione

Relazione completa dell’itinerario

Profilo altimetrico

Indica in modo rapido le pendenze positive e negative che presenta l’itinerario.

PAGINA A FRONTE

Mappa

Permette di visualizzare lo sviluppo del percorso con l’indicazione dei punti di riferimento principali per l’orientamento, i waypoint che troverete nella descrizione e le località principali toccate dall’itinerario. Nei file GPX che potrete scaricare registrando la Guida con il codice univoco troverete tutte le tracce GPX degli itinerari.

Il Monte Leone, all’Alpe Veglia (© Cesare Re)

CLASSIFICAZIONE DEI PERCORSI IN BASE ALLA DIFFICOLTÀ

T

E

T = turistico

Itinerari su stradine, mulattiere o comodi sentieri, con percorsi ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono in genere sotto i 2000m e costituiscono di solito l’accesso ad alpeggi o rifugi. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.

E = escursionistico

Itinerari che si svolgono quasi sempre su sentieri, oppure su tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni; possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua, quando, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi; i tratti esposti sono in genere protetti (barriere) o assicurati (cavi). Possono avere singoli passaggi su roccia, non esposti, o tratti brevi e non faticosi né impegnativi grazie ad attrezzature (scalette, pioli, cavi) che però non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, moschettoni, ecc.). Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza del territorio montagnoso, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati.

EE EE = per escursionisti esperti

Itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minor impegno). Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci (perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso della corda e della piccozza e la conoscenza delle relative manovre di assicurazione). Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguati.

EEA

EEA = per escursionisti esperti con attrezzatura Percorsi attrezzati o vie ferrate per i quali è necessario l’uso dei dispositivi di autoassicurazione (imbragatura, dissipatore, moschettoni, cordini) e di equipaggiamento di protezione personale (casco, guanti).

F ATTENZIONE: Qualsiasi difficoltà alpinistica è da considerare superiore a quelle escursionistiche F = Facile, non presenta particolari difficoltà È il grado più semplice dell’arrampicata, si deve saper scegliere l’appoggio per i piedi e spesso è necessario utilizzare le mani per mantenere l’equilibrio; si possono incontrare passaggi di I e II grado e la progressione potrebbe essere non facile per chi soffre di vertigini.

PD PD = Poco difficile, presenta qualche difficoltà alpinistica su roccia I singoli passaggi su roccia possono arrivare fino al III grado e spesso è necessaria la progressione alpinistica. Si deve muovere un arto alla volta e l’uso delle mani è continuo su buone prese e appigli.

Semprevivi, in Val Vogna (© Cesare Re)
I boschi della Valle Antrona (© Cesare Re)

LA VALSESIA

La Valsesia è la Valle del Monte Rosa, ambiente ricco di attrattive naturali, anche grazie alla presenza del Parco Alta Valsesia, e culturali, vista l’origine Walser di molti dei suoi abitanti, ben riscontrabile anche dalle caratteristiche architettoniche di molti paesi. Per Valsesia si intende un unicum, un insieme di valli che occupano un territorio piuttosto vasto. La valle principale detta comunemente Valsesia ha, in realtà, il nome di Val Grande, o Val Grande del Sesia, dalla quale si staccano le numerose laterali, indissolubilmente legate tra loro, ma anche luoghi a sè stanti che arricchiscono la valenza estetica e la ricchezza ambientale di queste zone. All’altezza di Varallo si stacca la boscosa Val Mastallone, che si divide nel ramo di Fobello e in quello di Rimella. A Balmuccia si può deviare nella tortuosa Val Sermenza sino a Rimasco, ove si sceglie se dirigersi a Rima San Giuseppe o a Carcoforo in Val d’Egua, entrambi splendidi villaggi Walser. Proseguendo verso monte si incontra la deviazione per la Val Sorba che conduce sino a Rassa, villaggio arroccato sulle rive del fiume. Sulla destra orografica si trovano, invece, la Valle Artogna, tra le più selvagge e solitarie della zona, la Val Vogna, nei pressi di Riva Valdobbia, e la Val d’Otro, ormai in territorio di Alagna Valsesia entrambe scrigni di cultura Walser e ricche di possibilità escursionistiche e alpinistiche. Siamo ormai a monte della Valsesia, alle pendici del Monte Rosa, tra la Val d’Olen, la Valle di Bors e il Tagliaferro (2964m), ove la vista è occlusa dall’imponenza delle cime ghiacciate della Punta Parrot (4436m) e della celeberrima Punta Gnifetti (4554m). “Il Monte Rosa è il re. Nessun massiccio alpino l’eguaglia nella grandiosità della mole e nella varietà delle cime; nessuno, con le sue distese nevose, lancia una nota più smagliante nel pallido azzurro del cielo italiano”. Le parole di Luigi Ravelli nella storica “Guida della Valsesia e del Monte Rosa” inneggiano al Monte Rosa, primo gruppo montuoso d’Europa per estensione e secondo per quota solo al Monte Bianco. “Da Milano a Torino è verso il Rosa che si rivolgono tutti gli occhi assetati di frescura nei giorni torridi dell’estate: e non solo dal Piemonte e dalla Lombardia, ma dal Veneto, dal Piacentino, dal

Alba sul Monte Rosa: da sinistra Lyskamm, Vincent, Giordani, Corno Nero, Ludwigshöhe, Parrot, Gnifetti e Nordend (© Cesare Re)

Modenese e fin dai Colli Bolognesi e dall’Adriatico…”, continua il Ravelli nella sua guida. Da ricordare che il nome Monte Rosa, così particolare, non si riferisce, come sembrerebbe essere logico, al colore di cui si tingono le sue candide pareti all’alba e al tramonto, ma risale probabilmente al termine “roese, ruise, roise” che nel dialetto Patois Valdostano, probabilmente con influenze celtiche, significa “ghiaccio, ghiacciaio”. Nonostante l’importanza, estetica e non solo, del Monte Rosa, la valle prende nome, come la maggior parte delle vallate alpine, dal fiume Sesia, elemento paesaggistico peculiare, ma anche ideale terreno di gioco per gli sport acquatici, rafting e canoa su tutti, ma anche torrentismo e hydrospeed. Interessante e curioso pensare che i valligiani e i vercellesi chiamino il loro fiume “la Sesia”, al femminile. Per i Walser, invece, il suo nome era “Tseschra”. Parte del Sesia e molte valli e cime della Valsesia sono protette grazie all’istituzione del Parco Naturale Alta Valsesia, il più alto d’Europa, grazie alla presenza della Punta Gnifetti. Istituito nel 1979, tutela il paesaggio, flora e fauna, ma non solo; importantissima è anche l’attenzione per gli alpeggi e per le strutture architettoniche. Molte sono infatti le antiche strutture restaurate e adibite ora a rifugi, posti tappa o centri parco. L’utilizzo di baite o alpeggi già presenti nel territorio consente un impatto ambientale minimo rispetto alla costruzione di nuove case. Anche gli impianti per il turismo invernale, ben presenti soprattutto nella zona di Alagna, non creano problemi al territorio del parco che rimane a sé stante. La Valsesia, l’alta soprattutto, è anche un ambiente particolare dal punto di vista culturale, vista la presenza delle genti Walser. Questo popolo di origine alemanna, probabilmente dell’Oberland Bernese, nel XII sec., varcò alcuni passi alpini, diretto anche verso l’Italia e si stabilì anche in Valsesia e in particolare ad Alagna, Rima, Carcoforo e Rimella. Gente operosa, conosceva la montagna con le sue insidie, l’agricoltura in quota e le tecniche d’allevamento del bestiame. I terreni migliori venivano utilizzati a rotazione dalle varie famiglie, in modo da consentire a tutti di goderne i frutti. Oltre che per la lingua, tipicamente germanica, si distinguono anche per le caratteristiche architettoniche delle abitazioni dette “Blockbau”. Costruite quasi totalmente in legno, poggiano, però, su particolari pilastri a forma di fungo, con la parte superiore in pietra. Questo sistema consente una continua areazione e isola le case dal terreno. Ai lati delle abitazioni erano situati dei loggiati, utilizzati per l’essiccazione di colture e foraggio. Il Monte Rosa, il Sesia, le numerose valli laterali, i boschi con i loro animali e una tradizione culturale e architettonica ancora ben radicata sono gli elementi peculiari della Valsesia da vivere camminando, lungo sentieri, giogaie, morene, cime e ghiacciai in un ambiente alpino di rara suggestione e bellezza.

VAL GRANDE DEL SESIA, L’ALTA VALSESIA

La Val Grande del Sesia comprende i comuni di Alagna Valsesia, Riva Valdobbia, Mollia, Campertogno, Pila, Piode, Scopello, Scopa e Balmuccia. In genere si definisce anche semplicemente Alta Valsesia o addirittura solo Valsesia. Sicuramente è la zona più ricca di attrattive naturalistiche ed escursionistiche, soprattutto per la presenza del Monte Rosa, ma anche per le bellissime laterali della Val d’Otro e della Val Vogna. La testata della Valsesia è interamente dominata dalla parete sud del Monte Rosa, un insieme di roccia e ghiaccio che culmina con la sfilata dei suoi 4000m, da sinistra: Punta Giordani (4046m), Piramide Vincent (4215m), Corno Nero (4321m), Ludwigshohe (4342m), Punta Parrot (4436m) e Punta Gnifetti (4559m). Sulla dorsale orografica destra, al confine con la catena spartiacque con la Valdostana Valle del Lys, si aprono la Valle dell’Olen e la Val d’Otro, da Alagna, la Val Vogna, da Riva Valdobbia, la Valle Artogna, da Campertogno e la Val Sorba, tra Campertogno e Piode. Sempre su questo versante, spiccano le cime dello Stolemberg, del Corno Rosso, della Punta Straling, del Corno Grosso e del Corno Bianco (3320m), tutte vette che superano i 3000m. Dal versante orografico di sinistra, al confine con la Valle Anzasca, discendono le valli Sermenza e d’Egua che si uniscono all’altezza di Rimasco, per confluire nella Val Grande, a Balmuccia. Tra Alagna e Rima, la vetta più importante ed esteticamente più elegante è il Tagliaferro (2964m), una lama di roccia glabra, scura e corrugata che, dall’alto, domina le vicine creste di confine con l’Ossolana Valle Anzasca, col Palon del Badile e il Pizzo Tignaga. La valle è interamente solcata dal fiume Sesia, conosciuto per sport acquatici come kayak, rafting, canyoning e hydrospeed.

01. Anello del Rifugio Pastore 24

02. Rifugio Crespi Calderini da Pianlunga 30

03. Rifugio Crespi Calderini e Sentiero Glaciologico 34

04. Colle del Turlo 38

05. Anello del Rifugio Barba Ferrero 44

06. Giro dei rifugi di Alagna 48

07. Alagna e le frazioni Walser 56

08. Anello del Rifugio Vigevano 60

09. Rifugi Mantova e Gnifetti 68

10. Ascensione alla Capanna Margherita, alla Punta Gnifetti 72

11. Rifugio Ferioli da Alagna 88

12. Rifugio Alpe Campo e Rifugio Alpe Sattal .......................... 92

13. Traversata Alpe di Mera, Alpe di Meggiana 96

14. Anello del Monte Bo Valsesiano 102

15. Madonna del Callone e l’Argniaccia 104

16. Val d’Otro 108

17. Bivacco Ravelli 112

18. Anello della Val Vogna 116

19. Rifugio Agriturismo Alpe Larecchio 120

20. Rifugio Ospizio Sottile 122

21. Rifugio Carestia, Lago Bianco e Lago Nero...................... 126

La Punta Gnifetti (4559m) gioca con le nuvole (© Cesare Re)

ANELLO DEL RIFUGIO PASTORE [1575m]

ÙÙÙÙ

1212m

1212m 328m

5,6 km

2h

tempo di percorrenza

rifugi o bivacchi

COMMENTO. Semplice e riposante gita, con grandioso panorama sulle cime del Monte Rosa e sui suoi ghiacciai, con suggestivi scorci sul Sesia e sulle sue fragorose cascate. In particolare, i momenti di riposo sul pianoro antistante il rifugio, col Monte Rosa a dominare la testata della valle, sono una sorta di preludio e viatico per gite future che dipartono proprio da questo punto. La zona è, infatti, da considerarsi come un crocevia di sentieri, precisamente di percorsi che toccano i rifugi Crespi Calderini e Barba Ferrero e la zona della Bocchetta delle Pisse e del Colle del Turlo.

LOCALITÀ DI PARTENZA E ARRIVO. Alagna, frazione Wold (1212m).

ACCESSO STRADALE. Autostrada A 4, Torino – Milano, ove si devia per la A 26, Alessandria – Gravellona Toce, ove si prosegue verso Gravellona Toce, uscendo a Romagnano Sesia – Ghemme, poi statale n. 299 in direzione Alagna Valsesia. Da Alagna si prosegue, verso monte, sino a Pedemonte, ove la sbarra blocca la strada.

PERCORSO. Si parte dall’ampio parcheggio di Wold, poco dopo Pedemonte, frazione di Alagna, ove è presente la sbarra che blocca l’accesso. Si cammina seguendo la strada asfaltata che, in docile pendenza, consente di guadagnare quota, costeggiando il corso del Sesia in bell’ambiente boschivo. Si giunge a una costruzione con una fontanella e, poco dopo, a un bivio, appena prima di un ponte. Si lascia la strada principale asfaltata sulla destra, per prendere il sentiero (numero 6) sulla sinistra che, in falsopiano, costeggia il Sesia e offre, a tratti, panorami sul Rosa che svetta dalla folta vegetazione. Ancora un tratto in piano e poi si inizia a salire sulla semplice mulattiera che, in breve, conduce alle strutture in pietra del Rifugio Francesco Pastore (1575m; 1 ora) che appare proprio all’ultimo momento. Impressionante la vista sulle cime del versante Valsesiano del Monte Rosa

difficoltà
impegno fisico
bellezza
segnavia
quota di partenza
distanza
Rifugio Pastore
quota di arrivo
dislivello
n. 6
Cappella di Sant’Antonio
Monte Rosa dall’Alpe Bitz, crocevia di sentieri (© Cesare Re)

CAPANNA GUGLIERMINA E CAPANNA RESEGOTTI

Entrambe le strutture “non gestite” (proprietà del Cai di Varallo Sesia) sono bivacchi d’alta quota dall’accesso non semplice e molto lungo. La Capanna Gugliermina (o Capanna Valsesia) è una struttura in legno, con uno spartano locale cucina e un dormitorio con cuccette. Si trova a 3212m su uno sperone roccioso che si erge dal ghiacciaio delle Piode, ai piedi della Punta Parrot. È utilizzata per le ascensioni alpinistiche alle cime del Monte Rosa che si ergono dalla Parete Sud. La Capanna

Alba. Dalla nebbia si ergono Punta Grober (3497m) e Corno Faller (3128m) (© Cesare Re)

Resegotti è abbarbicata a 3624m, sulla celeberrima Cresta Signal che discende dalla Punta Gnifetti (o Punta del Segnale per gli Svizzeri). È, infatti, punto d’appoggio per l’ascensione alla Punta Gnifetti e alla Capanna Margherita. La costruzione risale al 1927; ammodernata varie volte, è dotata di cucina e sala dormitorio. Entrambi i bivacchi hanno accesso alpinistico e necessitano di molte ore di cammino, con tratti su neve, ghiaccio e roccia (Gugliermina: 6 ore dall’Acqua Bianca; Resegotti: 7 ore dall’Acqua Bianca).

RIFUGIO ALPE CAMPO E RIFUGIO ALPE SATTAL [2007m]

E/EE

difficoltà

impegno fisico

bellezza

segnavia

quota di partenza

quota di arrivo

5,4 km

 2h30’

distanza Rifugio Alpe Campo e Rifugio

di percorrenza

Alpe Sattal

rifugi o bivacchi

COMMENTO. Gita tra le più panoramiche dell’intera Val Grande del Sesia, punto d’osservazione privilegiato sull’intero versante valsesiano del Monte Rosa, dalla Punta Grober sino alla Piramide Vincent, e sulle numerose valli laterali che si staccano dalla zona di Alagna e di Riva Valdobbia. Il sentiero è molto ripido e faticoso, ma anche ombreggiato e consente la visita a due rifugi, l’Alpe Campo e l’Alpe Sattal, ove un cartello in legno (“qui siete dove le aquile imparano a volare col vento e i sogni a cavalcare stelle” ) accoglie gli escursionisti nel “sogno di Giuseppe”.

LOCALITÀ DI PARTENZA. Alagna, frazione Pedemonte (1246m).

LOCALITÀ DI ARRIVO. Alpe Sattal (2007m).

ACCESSO STRADALE. Autostrada A 4, Torino – Milano, ove si devia per la A 26, Alessandria – Gravellona Toce, e si prosegue verso Gravellona Toce, uscendo a Romagnano Sesia – Ghemme, poi statale n. 299 in direzione Alagna Valsesia. Da Alagna si prosegue sino alla frazione Pedemonte, ove si devia su un ponte sulla destra (indicazioni). Si percorre a piedi la strada asfaltata sino al vicino nucleo di case Walser di Ronco, ove cartelli indicano le varie direzioni.

PERCORSO. Si parcheggia nei pressi dell’Hotel Ristornate Montagna di Luce, caratteristica struttura quasi attigua a una chiesetta e a un nucleo di case Walser. Si sale per pochi metri sulla strada asfaltata sino alle case Walser, ove cartelli indicano il sentiero, sulla sinistra, che costeggia il torrente ed entra nel bosco. Si ignora il ponte che devia a sinistra per il Rifugio Ferioli e si prosegue dritto lungo il sentiero n. 9 (anche segnato 209) che sale ripidamente nel fitto bosco, con il Monte Rosa che spunta a tratti dalla vegetazione. Si giunge

dislivello
cartelli, n. 9, 209
La vista dall’Alpe Sattal: Corno Nero, Ludwigshöhe, Parrot, Gnifetti (© Cesare Re)

I GRANDI TREKKING DELLA VALSESIA

Numerose sono le possibilità escursionistiche nelle valli della Valsesia. Oltre ai sentieri che conducono a rifugi, alpeggi, colli e cime, molti sono anche gli itinerari e i trekking di più giorni, ognuno dei quali presenta numerose varianti e possibilità di concatenamenti, allungando o diminuendo la difficoltà e la lunghezza del percorso. L’escursione a tappe, da Rimella ad Alagna, si svolge lungo una parte della GTA (Grande Traversata delle Alpi.

Anche altri tratti della Valsesia, come per esempio la Val Vogna e il Colle del Turlo, sono interessati dalla GTA, così come dalla Via Alpina: un insieme di lunghi sentieri, precisamente 5 itinerari internazionali, attraverso 8 nazioni, 342 tappe e più di 5000 km di lunghezza. Tratti della GTA Valsesiana

Le falde del Rosa, all’alba. Zona di Zar Oltu (© Cesare Re)

si intersecano anche con il Sentiero Italia, percorso che attraversa tutto lo stivale, per un totale di circa 6000 km. Il Sentiero Tullio Vidoni è un percorso con tratti piuttosto difficili che si svolge, spesso, su tracce di sentiero e richiede, quindi, una certa esperienza e capacità di orientamento. Possibili anche traversate d’alta quota, itinerari alpinistici che consentono di calcare le vette ghiacciate dei 4000 del Monte Rosa, attraversando la montagna dalla Svizzera all’Italia e viceversa, sempre pernottando in quota (importante prenotare i pernottamenti nei rifugi d’alta quota). Sono qui riportati, come accenno e spunto, alcuni trekking. Il TMR (Tour Monte Rosa) e il Grande Sentiero Walser sono due percorsi diversi che si intersecano, però, in molti punti, consentendo anche “giri ibridi” e particolari concatenamenti.

32. Da Rimella ad Alagna 184

33. Alta Via Tullio Vidoni, intorno al Corno Bianco 190

34. Tour del Monte Rosa e Sentiero Walser 194

DA RIMELLA AD ALAGNA [2351m]

E

difficoltà

impegno fisico

ÙÙÙÙ

bellezza segnavia

cartelli, GTA, n. 538

quota di partenza

quota di arrivo

ÙÙÙÙ 1176m 1103m +508 -532m

dislivello

7,1 km

 3h30’

tempo di percorrenza

distanza Posto Tappa Santa Maria di Fobello

rifugi o bivacchi

COMMENTO. Itinerario in 4 tappe che ricalca il tratto Valsesiano della Grande Traversata delle Alpi. Il trekking, detto GTA, è lungo quasi 1000 km e si snoda in una sessantina di tappe, dal Vallese sino alla Liguria. Le quattro parti sul territorio Valsesiano, qui riportate, possono essere percorse anche singolarmente o, semplicemente, essere spunto per varie gite, grazie alla presenza di rifugi, alloggi vari e posti tappa, presenti nelle località di fondovalle. Informarsi su agibilità e apertura di bivacchi, rifugi e posti tappa.

ACCESSO STRADALE. Rimella si raggiunge dalla statale della Valsesia n. 299, deviando, all’altezza di Varallo, verso la Val Mastallone.

PRIMA TAPPA

LOCALITÀ DI PARTENZA. Rimella (1176m).

LOCALITÀ DI ARRIVO. Santa Maria di Fobello (1103m).

PERCORSO. Dal centro di Rimella si supera la chiesa di San Michele per scendere sino a una cappella. Si ignorano le deviazioni per Pianello e si continua sul sentiero di sinistra che conduce a Roncaccio Inferiore e Superiore (1179m; 0,30 ore). Si continua nel bosco sino all’Alpe Res (1419m) e sino alla zona detta Belvedere, per proseguire verso Bosco Superiore, La Piana e Santa Maria di Fobello, dove su strada asfaltata si giunge al Posto Tappa GTA.

Alba sul Monte Rosa: Punta Parrot, Punta Gnifetti e Punta Nordend (© Cesare Re)

LA VEGETAZIONE DI VALSESIA

E VALLE ANZASCA

Il clima e l’esposizione della Valsesia e della valle

Anzasca sono molto simili e determinano un unicum dal punto di vista della vegetazione. La vegetazione è molto rigogliosa, favorita da clima umido e con precipitazioni abbondanti. Nelle zone di bassa e media valle sono presenti latifoglie, soprattutto castagno, ciliegio, tiglio e acero. All’aumentare della quota, sono molto diffusi i boschi di faggio e, successivamente, l’abete bianco che si trova anche

sino a 1700 metri, quando lascia il passo al larice, la pianta alpina per eccellenza sia in Valsesia, sia in valle Anzasca. Molto meno diffuso, invece, l’abete rosso. Il larice si trova anche poco sopra i 2000m, con esemplari di dimensioni sempre più limitate all’aumentare della quota, dove compaiono zone prative, impreziosite da fiori policromi nella stagione estiva, che si trovano, sempre più rade, sino al limitare di morene e ghiacciai.

Il Monte Rosa e l’Alpe Colla, vista dall’Alpe Cortenero (© Dario Tamborini)

COLLE BARANCA [1818m]

difficoltà

impegno fisico

ÙÙÙÙ

bellezza

cartelli e segni di sentiero, GTA, B 15

segnavia

quota di partenza

quota di arrivo

ÙÙÙÙ 1022m 1818m 790m

dislivello positivo

4,3 km

distanza

2h45’

tempo di percorrenza

Bivacco Col d’Egua

rifugi o bivacchi

COMMENTO. L’ambiente bucolico da Bannio a Bocchetto è verde e ricco di prati e zone di pascolo, con parecchi alpeggi e baite in pietra ristrutturate che adornano i numerosi pianori, un paesaggio inaspettato e molto particolare, difficilmente intuibile dal fondovalle. Un ambiente diverso da quello glaciale dell’alta Valle Anzasca, dove il Monte Rosa concentra prepotentemente lo sguardo, ma sicuramente interessante per gite ed escursioni, anche in autunno e tarda primavera.

LOCALITÀ DI PARTENZA. Bocchetto (1022m).

LOCALITÀ DI ARRIVO. Colle Baranca (1818m).

ACCESSO STRADALE. Autostrada A 4, Torino – Milano, ove si devia per la A 26, Alessandria – Gravellona Toce, proseguendo verso Gravellona Toce, sino al termine dell’autostrada. Si continua poi sulla statale del Sempione, sino a Piedimulera, ove si seguono le indicazioni per Macugnaga, deviando sulla sinistra per Bannio Anzino e, successivamente, per Bannio. Dalla piazza, si sale, sino a un bivio con un cartello “Ristoro Alpe Soi” sulla destra e un cartello “Vecchia mulattiera Alpe Soi” sulla sinistra. Si prosegue a destra, sempre su strada asfaltata piuttosto ripida e stretta che consente di raggiungere la località Bocchetto (1022m).

PERCORSO. Da Bocchetto (parcheggio), pittoresco alpeggio in pietra e legno, la sterrata continua nei pressi di alcune caratteristiche baite, restringendosi sino a divenire un sentiero. Si sale nel bosco e, dopo alcuni tornanti, si giunge al pianoro dell’Alpe Piè di Baranca (1250m). Si prosegue, ignorando le varie deviazioni e tenendo la destra e, con alcuni tornanti, si giunge all’Alpe la Rusa (1391m) da dove il sentiero prosegue nel bosco. Si sale ancora sino a un punto panoramico ove è sito un bivio con indicazioni per l’Alpe Oreto che si ignorano, continuando verso monte, in direzione dell’evidente solco vallivo del colle,

tra il gruppo del Pizzo del Moro (2334m) e, più lontano, la vetta rocciosa del Pizzo Tignaga (2652m). Un ultimo risalto e si giunge al Colle Baranca, con una cappella votiva e alla attigua Alpe Selle, un ambiente di prati verdi e costruzioni grigie. Il valico mette in comunicazione la Valle Anzasca, con le Valsesiane Val d’Egua, tramite il Col d’Egua, e Val Mastallone, scendendo verso il Lago e il Rifugio Baranca. Dal colle si vede, poco più in basso, il Lago Baranca (1839m), luogo ideale per una sosta.

VARIANTE 1. Dal Colle Baranca si può salire al Colle d’Egua (bivacco) e scendere a Carcoforo (vedi it. 27).

VARIANTE 2. Dal Colle Baranca si può scendere anche in Val Mastallone (vedi it. 30).

NOTE. All’Alpe Soi (993m) è presente l’omonimo e molto caratteristico Ristoro Alpe Soi.

Alpe Soi di Fuori (© Cesare Re)

LAGO DELLE STREGHE [1771m]

difficoltà

impegno fisico

ÙÙÙÙ

bellezza segnavia

quota di partenza

quota di arrivo

ÙÙÙÙ 1631m 1771m 162m

COMMENTO. Questo splendido specchio d’acqua, detto anche Lago Azzurro, è circondato da un lariceto per tre lati, col quarto che si apre sulle distese prative di Crampiolo e sulla maestosa Punta d’Arbola, poco più lontana. Dal lato opposto dell’Arbola, svetta il vicino Cervandone. Vista la brevità del percorso la gita può essere l’ideale per una mezza giornata, abbinata ad altri itinerari, o come alternativa per il ritorno dal Lago Devero o da Crampiolo. Nei fine settimana, la zona è piuttosto affollata.

cartelli, ampia sterrata

dislivello positivo

distanza

1h

tempo di percorrenza

Rifugio Castiglioni

rifugi o bivacchi

LOCALITÀ DI PARTENZA. Alpe Devero (1631m).

LOCALITÀ DI ARRIVO. Lago delle Streghe (1771m).

ACCESSO STRADALE. Autostrada A 26 in direzione Gravellona Toce, poi statale del Sempione sino a Crevoladossola, poi Baceno e Goglio, dove sulla destra si supera uno stretto ponte e si imbocca una strada asfaltata ricca di tornanti che conduce all’Alpe Devero.

PERCORSO. Ci sono due sentieri, dall’Alpe Devero, che conducono al Lago delle Streghe; il primo è lo stesso dell’itinerario 58 fino alle prime case di Crampiolo (i tempi e i dislivelli sono riferibili a entrambi i percorsi). In seguito, poco prima della Locanda Fizzi, si imbocca un sentiero recintato che attraversa i pascoli del paesino, verso sinistra, in direzione del Cervandone (cartelli). Alla fine della recinzione si prosegue verso destra, senza percorso obbligato e, superando un dosso cosparso di larici, si giunge al Lago delle Streghe. Il secondo sentiero diparte, sempre dall’Alpe Devero, dai pressi del ponticello che porta al Rifugio Cai Castiglioni (1648m). Poco prima del ponte si sale nei prati e poi nel bosco di larici, fino a raggiungere alcune baite e un sentierino che costeggia un ruscello. Quindi, superate alcune case e una zona pianeggiante, si devia sulla sinistra (cartelli per il Lago Azzurro / Lago delle Streghe) e si giunge allo specchio d’acqua.

Il Lago delle Streghe e il gruppo del Cervandone (© Cesare Re)

raggiungendo in una ventina di minuti le stalle dell’Alpe I Motti (1810m). Si scende ora, entrando nel bosco e, superando una bella fontana in pietra, si cammina su gradoni in pietra, a tratti ripidi, sino all’Alpe Villasco (1642; 20 minuti da I Motti), una radura panoramica dove si nota l’intaglio della Bocchetta di Ruggia. Si ignora una deviazione verso destra per la Pioda di Crana e si continua in discesa (M 21), a tratti ripida, percorrendo ancora i gradoni in pietra nel bosco, ove i larici lasciano il posto a vegetazione mista a latifoglie. Si arriva in una radura, con le numerose baite in pietra dell’Alpe Verzasco (1393m; 45 minuti dall’Alpe Villasco). Si scende ancora nel bosco, sino ad attraversare su un ponte il torrente Melezzo e immettersi su strada sterrata e poi asfaltata che conduce ad Arvogno (30 minuti dall’Alpe Verzasco).

VARIANTE. Se non si dispone di un’auto ad Arvogno, è necessario scendere a piedi la strada asfaltata che, in 5 km, conduce a Toceno e successivamente alla stazione di partenza dell’Ovovia di Prestinone (1,30 ore da Arvogno).

Alpe Verzasco, verso la discesa per Arvogno (© Cesare Re)

LA VIGEZZINA

Un servizio per turisti e valligiani. La Vigezzina è una linea ferroviaria comoda e panoramica, un modo tranquillo di visitare la Val Vigezzo. Il 25 novembre 1923, si inaugurò la linea Domodossola-Locarno, una piccola ferrovia internazionale, tra Italia e Svizzera. La linea ha un doppio nome, Vigezzina, in Val Vigezzo, e Centovalli, in Svizzera. La ferrovia annovera una trentina di stazioni, di cui alcune facoltative per le quali è necessario avvisare il bigliettaio. Volendo è possibile programmare le proprie escursioni con arrivi e partenze dalle varie stazioni, compiendo anche la traversata completa della valle, una classica escursione, peculiarità solo della Val Vigezzo. Da Domodossola a Locarno, secondo le corse, si impiegano 1,30 o 2 ore. Per gli orari si possono consultare i siti: www.vigezzina.com oppure www.centovalli.ch. Da segnalare che biglietti, abbonamenti e carte giornaliere della ferrovia valgono sia in Italia che in Svizzera. La ferrovia si snoda lungo un percorso di montagna per una lunghezza totale di circa 52 km (32 Km in territorio italiano e 19 Km in territorio svizzero). Si attraversano paesaggi aspri e selvaggi, boschi, pascoli, turrite cime e suggestivi paesi dall’architettura alpina tradizionale. Partendo dalla stazione di Domodossola oppure da uno dei paesi della Val Vigezzo o delle Centovalli è possibile intraprendere un suggestivo percorso in treno sino a Locarno, nelle Centovalli. Oltre che per una semplice gita in treno, è possibile utilizzare la ferrovia, sia per spostarsi tra i paesi, sia per intraprendere gite ed escursioni, utilizzando le coincidenze per partire da un luogo e terminare l’escursione in un altro. È opportuno munirsi degli orari dei treni e tener presente che alcune fermate sono solo a richiesta ed è quindi necessario avvisare il macchinista. I paesi principali sono comunque ben serviti, sia in Italia, sia in Svizzera.

Terzo Lago di Muino, neo pressi dell’Alpe Ruggia (© Cesare Re)

MONTE ZICCHER [1967m]

E

difficoltà

impegno fisico

ÙÙÙÙ

bellezza

cartelli e segni, M 37

segnavia

quota di partenza

quota di arrivo

ÙÙÙÙ 1270m 1967m 707m

dislivello positivo

3,3 km

distanza

 2h30’

tempo di percorrenza

Rifugio Blitz

rifugi o bivacchi

COMMENTO. Salita alla cima dello Ziccher, classica della Val Vigezzo, con panorama a 360 gradi sulle cime dell’Ossola e della vicina Svizzera. L’ascensione è semplice, anche se molto ripida, sia nel tratto che precede l’antecima, sia pochi metri prima del pendio terminale che richiede fermezza di piede e assenza di vertigini.

LOCALITÀ DI PARTENZA. Alpe Blitz (1270m).

LOCALITÀ DI ARRIVO. Monte Ziccher (1967m).

ACCESSO STRADALE. A 26 Alessandria – Gravellona Toce, in direzione Gravellona Toce, per poi continuare sulla statale del Sempione, sino all’uscita per la Val Vigezzo, poco dopo Domodossola. Si prosegue in valle sino a Santa Maria Maggiore, deviando per Craveggia dove si continua per La Vasca e all’Alpe Blitz (o Blizz), dove si parcheggia, alla fine della strada asfaltata.

PERCORSO. Dal parcheggio dell’Alpe Blitz, nei pressi della fontanella, cartelli indicano la direzione per il Monte Ziccher (a circa 200 metri è sito il Rifugio Blitz, aperto per tutto il periodo estivo). Si sale lungo il sentierino (M 37) tra la vegetazione erbosa. Si lasciano sulla sinistra due baite in pietra e si scende di pochi metri, per attraversare il torrente su comodo ponte. Si sale ora su percorso abbastanza ripido, entrando in un bellissimo bosco di faggi secolari, con tronchi dalle forme piacevolmente irregolari e radici corrugate e ramificate. Dopo pochi minuti si vede la chiesetta bianca che spicca tra i fusti degli alberi. Si prosegue dritto, prestando attenzione ai segni di sentiero, dipinti in bianco e rosso sulle cortecce. Il bosco si dirada in una radura erbosa con una baita in pietra. Si sale verso la costruzione, superandola sulla sinistra nel senso di marcia, per salire e poi deviare, quasi subito, verso destra, tra la bassa vegetazione. Si cammina in salita sino a un gruppo di corrugati faggi e poi lungo un tratto pianeggiante,

Segnale di sentiero, nella faggeta (© Cesare Re)

SENTIERI della VALCHIAVENNA

82 itinerari scelti tra Valchiavenna, Valle

Spluga e Val Bregaglia

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