C. IURISCI – F. DE ANGELIS – R. LE DONNE
SKIALP tra MAJELLA
e PARCO NAZIONALE
ABRUZZO-LAZIO-MOLISE
APPENNINO RIPIDO ED ESPLORATIVO VOL. 2 – Sirente, Majella, Morrone, Marsicani, Petroso, Monti della Meta, Genzana, Greco e Matese
EDIZIONI VERSANTE SUD | COLLANA LUOGHI VERTICALI | SKI
Prima edizione Dicembre 2021 ISBN 9788855470650 Copyright © 2020 VERSANTE SUD – Milano, Via Rosso di San Secondo, 1. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Copertina G. Ferrara e Patricia Di Pardo: splendida vista sui Monti della Meta, a picco sul Lago di Barrea - itinerario 116 Testi
Cristiano Iurisci – Fabrizio Da Angelis – Rinaldo Le Donne
Fotografie
Degli autori, tranne dove diversamente specificato
Cartine
Chiara Benedetto. © Mapbox, © Open Street Map
Simbologia
Tommaso Bacciocchi e Chiara Benedetto
Impaginazione
Chiara Benedetto
Stampa
Tipolitografia PAGANI (BS)
Km ZERO
da autori Guida faottae sviluppano che vivoni su territorio lo sc l
È una guida a KM ZERO!
Cosa significa? Che è più sana e ha più sapore, perché fatta da sciatori locali. Come i pomodori a km 0? Certo! E la genuinità non è un’opinione. Gli autori locali fanno bene a chi scia: – hanno le notizie più fresche e più aggiornate; – non rifilano solo i tour più commerciali; – reinvestono il ricavato in nuovi itinerari. Gli autori locali fanno bene al territorio: – pubblicano col buonsenso di chi ama il proprio territorio; – sono attenti a promuovere tutte le località; – sono in rete con la realtà locale. E infine la cosa più importante:
sui loro itinerari, c’è un pezzetto del loro cuore
Nota
Lo scialpinismo e lo sci ripido sono attività potenzialmente pericolose, chi le pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.
Km ZERO Guida fatta da autori che vivono e sviluppano lo sci sul territorio
C. IURISCI – F. DE ANGELIS – R. LE DONNE
SKIALP tra MAJELLA e PARCO NAZIONALE ABRUZZO-LAZIO-MOLISE APPENNINO RIPIDO ED ESPLORATIVO VOL. 2 – Sirente, Majella, Morrone, Marsicani, Petroso, Monti della Meta, Genzana, Greco e Matese
EDIZIONI VERSANTE SUD
Dedichiamo questo libro a tutti coloro che abbiamo incontrato in montagna: da quelli bravi e quelli meno, dai sinceri agli opportunisti, dai disinteressati a quelli meno, dagli appassionati agli esplorativi, da quelli che amano la performance ai contemplativi, perché crediamo che tutti abbiano contribuito al nostro bagaglio di ricordi. Siamo convinti che una bella giornata passata tra le alte quote, tra le nostre amate nevi, rimanga sempre una esperienza positiva.
Big Jim (F. Ciufo) nella Direttissima dell’Angotta di Cima Pratola - itinerario 65
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Ciò che serbiamo dentro, ciò che più ci rimane, alla fine sono solo le belle cose. Per cui ringraziamo tutti coloro che hanno incrociato le nostre tracce e le nostre curve, che ci hanno aiutato a migliorare i nostri pregi e a limare i nostri difetti. Soprattutto lo dedichiamo a chi non è più tra noi, ma che aveva tracciato un ideale di montagna che tutt’ora seguiamo.
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SOMMARIO Mappa generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Valutazione delle difficoltà . . . . . . . . . . . . . . . 12 Meteo e neve in Appennino . . . . . . . . . . . . . . . 20 Avvertenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 Simbologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
SIRENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 01. 02. 03. 04. 05. 06. 07. 08. 09. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21.
Il bivacco perfetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46 Sperone Tiburtini, C.le Sperone Tiburtini 48 Sperone Tiburtini, Gemello Destro . . . . . 52 Sperone Tiburtini (Canale tra i Gemelli) . 54 P.ta Macerola, C.le Diretto P.ta Macerola . 56 Sirente, Via dell’Imbuto . . . . . . . . . . . . . . 60 Colle Saraceno, Anello del Saraceno . . . 66 M. Sirente, Cresta N - Direttissima Gulli 68 Monte Sirente, Canalino Diretto . . . . . . . 74 Cima S Peschio Fracido, Ritorno al Sole 76 P.ta Aquila, Canale Graziosi-Mainini . . . . 80 P.ta Aquila, Canalino Nord . . . . . . . . . . . . 82 P.ta Aquila, Cresta Nord- Via Wolynsky . 84 P.ta Aquila, Via di Sinistra . . . . . . . . . . . . 88 Castellina o Cima Palazzo, C.le Abbate . 90 Castellina o C. Palazzo, Vette d’Argento . 94 Peschio Scurribile, Canale Ciampichillo 98 Peschio Gaetano, Canale 8 maggio . . . 102 Monte di Canale, Sogno di Primavera . 106 Monte di Canale, Canale della Fonte . . 110 Monte S. Nicola, Canale Nord . . . . . . . . 112 Monte Sirente da Vado Cancello . . . . . . 114
MAJELLA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 118
La Majella femminile . . . . . . . . . . . . . . . 126 22. Majelletta, V. dell’Angelo e Val di Foro . 128 Non è nebbia sono sospiri… . . . . . . . . . . 132 23. Blockhaus, Tholos . . . . . . . . . . . . . . . . . 134 24. Majelletta, Valle Menta (traversata) . . . 136 25. Blockhaus, V. Buglione e V. S. Spirito . . 138 L’appartenenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 142 26. Monte Focalone, Dente del Focalone . . 144 27. Monte Focalone, Canale Sinuoso . . . . . 148 28. Anticima Acquaviva, V. Forcone Integrale 152 29. M. Acquaviva, C.le Est o Via del Nevaio 154 30. Monte Acquaviva, Canale Claudia . . . . . 158 31. Monte Acquaviva, Valle dell’Acquaviva . 160
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32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 51. 52. 53. 54. 55. 56. 57. 58. 59. 60. 61. 62. 63. 64.
Monte Acquaviva, Indra . . . . . . . . . . . . . 164 Monte Acquaviva, Shiva . . . . . . . . . . . . . 166 Monte Sant’Angelo, Direttissima S . . . . 168 Monte Acquaviva, Trittico pareti Nord e Canali Pensili delle Murelle . . . . . . . . . 170 M. Acquaviva, Anello Acquaviva – Ovest Murelle (o Parete Nord) . . . . . . . . . . . . . 176 Focalone, Valle Selvaromana . . . . . . . . .178 Sotto lo stesso cielo . . . . . . . . . . . . . . . . 182 M. Rapina, Rava Fraticello Martuccio . . 184 Anticima Nord Monte Pescofalcone, Rava Salvitana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 186 M. Pescofalcone, Rava del Pisciarello . 188 Monte Pescofalcone, Rava Sfonda . . . . 190 M. Pescofalcone, Diretta Nord-Est . . . . 194 Monte Pescofalcone, Comba glaciale Rava del Diavolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 198 Monte Rotondo, Paginone Ovest . . . . . 202 Monte Rotondo, Cresta Nord . . . . . . . . . 204 M. Rotondo, Traversata Ovest-Est della Majella per i Tre Portoni-Martellese . . .208 M. Amaro, C.le Nord e C.le Intermedio 212 Majella, q. 2562m, Valle dei Ferrari . . . 214 Cima di Fondo Majella, Canali Gemelli 216 C. del Fondo (di Majella), Direttissima S 218 Tavola Rotonda, Canali di Collalto . . . . .222 Tavola Rotonda, Canale S. Antonino . . . 224 Serra Carracino, Direttissima . . . . . . . . 226 Serra Carracino, Pescia del Baccalà . . 228 C. Ogniquota, Direttissima Nord-Est . . 230 C. Ogniquota, Direttissima Pareti Rosse 232 Monte Porrara, Vallone Nero . . . . . . . . . 236 M. Porrara per Fonte della Puttana . . . 238 Luoghi sulla Majella . . . . . . . . . . . . . . . . 240 M. Ugni, Monte Ugni via colle Strozzi . . 242 Monte Forcone, Direttissima N. . . . . . . 244 Cima Macirenelle, via Colle Bandiera . . 250 C. Sala del Monaco, Sala del Monaco . . 254 Cima dell’Altare, Valle dello Stangone . 256 Monte Macellaro, Vallone Izzo . . . . . . . . 258
MONTE MORRONE (Pizzalto e Rotella) . . . 260
Poesie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 264 65. C. Pratola, Direttissima dell’Angotta . . .266 66. C. Pratola, Coppo Rosso e Tupanara . . 270
22-25 01-13 21 14-19 20
68-73 26-47
65-67 74-77
59-63
48-50 51-54 55-58
110-112 86
78
113-114 79-80
87 88
89
92-95
84
81
91
90
117-118
96-99
82-83
64
115-116 85 100 106-108 109
101-105 119-123
124-125
127-129
130-134
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Sommario
67. Monte Morrone da Colle delle Vacche . 274 68. Monte Morrone, Rava della Neve . . . . . 276 69. Monte Morrone, Rava della Cesa . . . . . 280 70. Monte Morrone, Rava del Vauzo . . . . . . 284 71. Monte Morrone, Rava della Miniera . . . 286 72. Monte Morrone, Rava del Ferro . . . . . . 290 73. Monte Morrone, Rava Grande e Rava Macaragna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 296 74. Monte Le Mucchia, Rava del Confine . . 298 75. Monte Le Mucchia, Rava Nuova . . . . . . 300 76. Monte Le Mucchia, Rava Pirotto . . . . . . 302 77. Monte Mileto, Rava dell’Inferno . . . . . . .304 78. Monte Pizzalto, Versante Sud-Est . . . . . 306 79. M. Rotella e C. della Fossa, Versante E . 308 80. Cresta di Pietra Maggiore, La Tavola di Monte Rotella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 312
MONTI MARSICANI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 314
81. 82. 83. 84. 85. 86. 87. 88. 89. 90. 91. 92. 93. 94. 95. 96. 97. 98. 99.
Monte Tre Confini, Vallone Martina . . . . 320 M. Serrone, Anfiteatro della Portella . . 322 Monte Serrone, Valle Celano . . . . . . . . . 324 M. Schiena di Cavallo da Pescasseroli . 326 M. La Rocca, Vallone Balzo Travaglioso . 328 C. Dragonarella, Valle Dragonarella . . . 330 La Terratta, Vallone della Terratta . . . . 332 Serra Terratta Sud e Navetta . . . . . . . . . 336 Serra Capra Morta e Serra M. Canzoni . 338 Tour del Campitello: Cima dei Codacchi, Serra del Campitello e M. Campitello . 340 Monte Godi, Noce del Godi e Canale delle “Pietrature” . . . . . . . . . . . . . . . . . 344 Monte della Corte, Anfiteatro Est . . . . . 346 Monte Palombo dalla Canala . . . . . . . . 350 Serra Cappella N, Serra Cappella N . . . 352 Monte della Corte e Colle Angelo . . . . . 354 Monte Ninna per la parete Nord-Est . . 358 Monte Ninna, Cresta Est . . . . . . . . . . . . 362 Monte Marsicano Est, Valle di Grotta . . 364 Marsicano Est e M. Forcone, Diretta S . 366
MONTI PETROSO-GRAVARE . . . . . . . . . . . . 368 100. M. Capraro e Sterpi d’Alto, V. di Rose . . 374 101. M. Jamiccio, Direttissima e C.le Obliquo . 378 La rinuncia - Monte Petroso Parete Nord . 382 102. Monte Petroso, Dorsale Est . . . . . . . . . . 384 103. Petrosello, Conca Glaciale Petroso e Valle Jannanghera . . . . . . . . . . . . . . . . . 388 104. Monte Petrosello dalla Val Canneto . . . 390 105. Monte Altare, Altare da Lago Vivo . . . . . 392 8
106. M. Panìco e M. S. Nicola, V. Fredda . . 394 107. Serra Matarazzo, Valli Inguagnera e Lattara . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 396 108. Monte S. Marcello e Colle Nero, Fondillo di San Donato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 398 109. Monte Bellaveduta e Rocca Altiera, Bellaveduta da Sud . . . . . . . . . . . . . . . 400 La valanga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 402
MONTE GENZANA-MONTE GRECO . . . . . . . 404 110. Monte Rognone, Anfiteatro di Cutri . . . 408 111. Monte Genzana, Valle Grottella . . . . . . . 410 112. P.ta Cardosa e Serra Leardi, V. Marsolina 412 113. Cima dei Piselli, Traversata a Pettorano per Valle Gentile e Valle Luna . . . . . . . . 416 114. Toppe Vurgo e Serra Sparvera per Valle Gentile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 420 115. Monte Greco Parete Nord-Est . . . . . . . . 422 116. Monte Chiarano, Diretta Sud . . . . . . . . . 428 117. Cima dello Scalone, Le Mandrucce . . . 430 118. Serra Rocca Chiarano, Balzo delle Fate . 434 MONTI DELLA META - MAINARDE . . . . . . . 438 119. Monte Tartaro, Canale Nord . . . . . . . . 444 120. Monte Meta, Via della Clessidra e Via degli Scontronesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 446 121. Metuccia, Traversata Val Pagana-Conca Glaciale Orientale . . . . . 448 122. Monte a Mare per il Circo Nord . . . . . . . 450 123. C. Campoglione e M. a Mare, Diretta E . 452 124. Monte Forcellone, Canalone NW . . . . 454 125. M. Forcellone, Forcellone da Sud . . . 456 126. Coste dell’Altare e Monte a Mare . . . . 458 127. M. Cappello del Prete e M. Mare . . . . 460 128. Morrone delle Rose . . . . . . . . . . . . . . . 462 129. Monte Ferruccia per valle Viata . . . . . 464 MASSICCIO DEL MATESE . . . . . . . . . . . . . . 466
130. 131. 132. 133. 134.
Monte Miletto, Versante Sud . . . . . . . . . 470 Colle Tamburo, Folubrico . . . . . . . . . . . 474 Monte Miletto, Fondacone . . . . . . . . . . . 478 Monte Miletto, Serra Soda . . . . . . . . . . . 482 Monte Miletto, Anello delle Ciaole . . . . 486
Tabella riassuntiva VOL.1 . . . . . . . . . . . . . . . 488 Tabella riassuntiva VOL. 2 . . . . . . . . . . . . . . 492
Rinaldinho (R. Le Donne) sotto la mole del Tempio, nell’Imbuto del Sirente - itinerario 05
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INTRODUZIONE Lo scialpinismo è forse l’attività ludica legata alla montagna più vicina ai concetti astratti di libertà e di fantasia. Avendo davanti un pendio innevato ed in fondo una cima da raggiungere, in realtà la linea di salita, ma soprattutto quella di discesa non sono strettamente prefissate, ma al contrario sono del tutto frutto della fantasia e dell’esperienza dello scialpinista. Non si è mai obbligati a seguire indicazioni, bolli, bandierine, bivi, incroci e sentiero battuti; si è sempre contemporaneamente sia “fuori” sentiero che nella traccia giusta. Sta infatti allo scialpinista scegliere la linea che lui reputa la migliore da seguire, magari decidendola all’istante, all’ultimo momento. La neve infatti cancella ogni segnaletica e rende tutto come un enorme foglio bianco nel quale lo scialpinista può sprigionare tutta la sua fantasia. E quel che resta del suo passaggio è una traccia effimera, per cancellare la quale a volte basta solo un poco di vento, o un caldo sole primaverile o una nuova nevicata. Questo è forse l’essenza del perché di questa attività: sempre mutevole e sempre diversa, anche facendo lo stesso itinerario. L’IDEA L’idea non è nuova. È da anni che se ne discuteva tra i soliti noti, ma tutto rimaneva lì. Scrivere una nuova guida oltre ad essere molto impegnativo, non sembrava poi così necessario o quanto meno utile. Ma il gruppo al seguito de “il Dottore” con il tempo si è fatto sempre più numeroso e soprattutto più esigente con una continua richiesta di tracce, suggerimenti e relazioni di numerosi itinerari inediti che negli anni il “Dottore” ed i soliti noti avevano percorso. Con il tempo si era diventati custodi di una serie di itinerari, alcuni dei quali inediti, percorsi sia da noi che da altri. La svolta decisionale è avvenuta quando ci si è accorti che il numero di questi itinerari fosse diventato davvero cospicuo e potevano essere descritti in una nuova guida. PERCHÉ La presenza di altre guide sullo Scialpinismo in Appennino Centrale frenava molto le nostre intenzioni: non riuscivamo a rispondere alla domanda del perché fosse necessario scriverne un’altra. La svolta arriva con la decisione che la nuova Guida non fosse solo un semplice elenco di proposte aggiuntive alle guide già presenti, ma una guida nel quale la maturità e l’esperienza dello sciatore diventassero la parte più importante della riuscita di una gita, dove la lettura della neve, della sua qualità, quantità e dei suoi pericoli diventassero la parte fondamentale se non essenziale di una gita.
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Doctor Faust (F. Zulli), Annibale (F. De Angelis), Brak (M. Bracali) e Rinaldinho (R. Le Donne) sul ripido pendio finale della Direttissima Nord-Est di C. Ogniquota - itinerario 55
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VALUTAZIONE DELLE DIFFICOLTÀ Il problema della classificazione delle difficoltà scialpinistiche ha origini lontanissime e da sempre ha suscitato dibattiti e perplessità nei frequentatori della montagna invernale. Infatti se è relativamente semplice definire - basta misurarla! - l’inclinazione di un dato pendio, quando si vuole dare una valutazione globale della difficoltà di un itinerario scialpinistico le cose si complicano entrando in gioco molti fattori non facilmente quantificabili né tantomeno misurabili Il primo sistema di valutazione delle difficoltà scialpinistiche risale alla fine degli anni ’40 e fu introdotto dal francese Gérard Blachère. LA SCALA “BLACHÈRE” Questo sistema molto semplice consiste in tre abbreviazioni principali e una abbreviazione complementare. •
MS – Medio Sciatore. Sciatore in grado di curvare su pendenze medie inferiori a 25°. Teme il ripido e i passaggi stretti.
•
BS – Buon Sciatore. Pendii fino a 40°, per tratti brevi e poco esposti.
•
OS – Ottimo Sciatore. Padronanza tecnica su terreno ripido anche oltre 40° e nei canali stretti.
•
A – Alpinista. L’aggiunta di questa lettera indica un itinerario con difficoltà di carattere alpinistico per le quali lo sciatore deve conoscere l’utilizzo della corda, della piccozza o dei ramponi (attraversamento di ghiacciai crepacciati, tratti di arrampicata, pendii ripidi, ecc.).
Si ottiene così: •
MSA – Medio Sciatore Alpinista
•
BSA – Buon Sciatore Alpinista
•
OSA – Ottimo Sciatore Alpinista
La Scala Blachère verrà utilizzata solo per quegli itinerari facili o relativamente tali poiché riteniamo sia totalmente soggettiva in quanto basata sul livello dello sciatore. Qual è la definizione corretta di un Ottimo Sciatore? Uno sciatore che ha padronanza delle tecniche, o uno che non cade mai? Sarebbe come misurare la violenza delle onde con giudizi sulla capacità del marinaio (buon navigatore, ottimo navigatore, ottimo navigatore oceanico). E come se i gradi del vino fossero misurati dall’ebrezza di chi lo beve. (Cit. G.A. Alberto Paleari). LA SCALA “TRAYNARD” Philippe Traynard, professore universitario a Grenoble. Per valutare gli itinerari dei suoi libri Philippe Traynard utilizza il sistema Blachère ma gli aggiunge una valutazione PUNTUALE dei passaggi in discesa da S1 a S6. Il passaggio, o tratto di una discesa, viene così valutato facendo un parallelo con la Scala delle difficoltà alpinistiche dell’epoca che andavano dal 1° al 6° grado. Valutazione puntuale basata sulla Scala Traynard. La valutazione puntuale è in particolare molto utile per indicare un breve passaggio ripido in una discesa globalmente più facile, o per segnalare un passaggio esposto.
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SCALA “TRAYNARD” S1
Itinerario facile che non richiede tecnica (per esempio: strada forestale).
S2
Pendii abbastanza ampi, anche un po’ ripidi (25°), o itinerari vallonati (livello tecnico di controllo delle derapate e curve su tutte le nevi).
S3
Inclinazione dei pendii fino a 35° (le piste nere più ripide delle stazioni sciistiche, con neve dura). La sciata su tutti i tipi di neve deve svolgersi senza difficoltà tecnica.
S4
Inclinazione dei pendii fino a 45° se l’esposizione non è troppo forte; a partire da 30° e fino a 40° se l’esposizione è forte o il passaggio stretto. Diventa indispensabile una ottima tecnica sciistica.
S5
Inclinazione da 45° a 50° e più se l’esposizione è moderata. A partire da 40° se l’esposizione è forte.
S6
Oltre i 50° se l’esposizione è forte, come quasi sempre avviene. Altrimenti a partire da 55° per dei corti passaggi poco esposti.
S7
Passaggi a 60° o più, o salto di barre rocciose su terreno molto ripido o esposto (spesso sinonimi).
Sugli ampi pendii sommitali tra il Miletto e Colle Tamburo, verso il Fondacone - itinerario 132
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Valutazione delle difficoltà
LA SCALA ALPINA Attorno agli anni ’80 il livello tecnico dello scialpinismo è salito molto e Francois Labande introduce la Scala Alpina nelle sue opere dell’epoca. Essa riprende la Scala UIAA utilizzata in alpinismo e rappresenta il sistema di valutazione generale delle difficoltà attualmente più utilizzato nelle guide di lingua Francese. La Scala alpina si compone quindi di due valori; 1. Il primo valore è dato dalla difficoltà tecnica della gita per arrivare in cima espressa in gradi Welzenbach (PD, AD+, D-, ecc.). 2. Il secondo valore è la difficoltà tecnica in discesa (scala Traynard; S1, S2, S3… S7). La valutazione si affina e si evolve ancora e verso la fine degli anni ‘90: Volodia Shahshahani, giornalista e appassionato di scialpinismo nelle varie pubblicazioni di guide scialpinistiche propone un sistema di valutazione ancora più fine. LA SCALA VOLOPRESS Questa scala è nata per descrivere meglio la difficoltà della discesa. La discesa viene descritta con una doppia valutazione, che tenga in considerazione sia la pura difficoltà tecnica suddivisa in 5 livelli (ognuna poi in 3 gradazioni) l’ultimo dei quali (il 5°), è aperto verso l’alto (5.3, 5.4, 5.5, 5.6, ecc.) come anche l’Esposizione della discesa che gioca un ruolo chiave, quantomeno psicologico. grado
Scala Blachère
1 (1.1) (1.2) (1.3)
Pendii larghi e semplici non superiori a 30°
MS
2 (2.1) (2.2) (2.3)
Pendii senza difficoltà tecniche con pendenze mai superiori a 35°
BS
3 (3.1) (3.2) (3.3)
Possono essere presenti passaggi tecnici e Pendii lunghi a 35° con brevi tratti anche a 40/45°
OS
4 (4.1) (4.2) (4.3)
Pedio o versante o canale ripido o con lunghi tratti a 40° e bravi passaggi fino a 50°
5 (5.1) (5.2) (5.3) (5.4)(5.5)...
Pendio ripido o versante o canale o parete con lunghi tratti a 45° e pendii con tratti significativi oltre 50°
EXP
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LIVELLO TECNICO
ESPOSIZIONE/PERICOLO
E1
Non ci sono grossi ostacoli e l’esposizione è data dal pendio stesso, uniforme e collegato col pendio sottostante. È da tener presente comunque che un pendio di 30° e un pendio di 55° con esposizione E1 possono comunque avere effetti ben diversi sullo sciatore.
E2
La linea di discesa presenta, ad esempio, una piccola barra rocciosa che, saltata, non comporta un rischio di urto violento. (I larghi canali a S sono un esempio del livello E2)
E3
Rischio certo di saltare una barra di roccia o sbattere violentemente contro la roccia o il ghiaccio di una terminale, con probabilità alta di impatto molto violento. Mai cadere. I canali a S stretti e sinuosi, le pareti con crepaccia terminale significativa appartengono a questo livello.
E4
Presenza di barre rocciose o ghiacciate molto alte o multiple, terminali alte ed aperte, con impatto molto violento sicuro. Mai cadere.
INGAGGIO I II
ALP
ESPOSIZIONE/PERICOLO Percorso di discesa di facile individuazione. Ingaggio basso. Percorso di discesa abbastanza complesso, di non facile individuazione, necessaria una buona conoscenza del terreno d’azione. Ingaggio medio. È utile studiare i passaggi in anticipo.
III
Discesa complessa e lunga con percorso di difficile individuazione, necessaria una buona conoscenza del terreno d’azione. Ingaggio elevato. È importante studiare i passaggi in anticipo, in quanto i riferimenti sono difficili da prendere.
IV
Discesa molto complessa e lunga con percorso di difficile individuazione e difficile interpretazione, necessaria una ottima conoscenza del terreno d’azione. Ingaggio molto elevato. È indispensabile studiare i passaggi in anticipo, in quanto i riferimenti sono molto difficili da prendere.
DIFFICOLTÀ ALPINISTICA
E
Difficoltà escursionistiche Terreno facile. Anche con condizioni di neve ghiacciata non sono necessari ramponi e piccozza.
F
Alpinismo facile Nessuna difficoltà particolare, ma occorre buona capacità di orientamento.
PD
Alpinismo poco difficile Alcune difficoltà alpinistiche sia su roccia che su ghiaccio/neve. Pendii di neve e ghiaccio a 35/40°, spesso necessari ramponi e piccozza.
AD
Alpinismo abbastanza difficile Difficoltà alpinistiche sia su roccia che su ghiaccio/neve. Pendii di neve e ghiaccio tra i 40° e 50°.
D
Alpinismo difficile Difficoltà alpinistiche sostenute sia su roccia che su ghiaccio/neve. Pendii di neve e ghiaccio tra i 50° e 70°.
Scala Scala Blachère Traynard
SKI
DIFFICOLTÀ DISCESA
SKI 1
Terreno facile. Pendii ampi o bosco rado; inclinazione < 30° e dislivello contenuto (< 800m). Esposizione e rischio valanghe limitati. La qualità della neve condiziona in maniera determinante la difficoltà.
MS
S1
SKI 2
Terreno con poche difficoltà tecniche. Pendii più accidentati e ripidi, ma con inclinazione < 35°. Il dislivello e l’esposizione possono essere significativi (dislivelli > 800m). Richiesta una buona tecnica sciistica e una buona capacità di valutazione della stabilità della neve.
BS
S2
SKI 3
Terreno tecnico. Passaggi tecnici e canali, pendii a 35° anche molto lunghi e brevi settori a 40/45°. L’esposizione ed eventuali pericoli oggettivi possono essere importanti. Richiesta un’ottima tecnica sciistica e un’ottima capacità di valutazione della stabilità della neve.
OS
S3
SKI 4
Sci ripido e canali (couloirs). Pendii a 40°, anche molto lunghi, e con brevi settori fino a 45/50°. Canali stretti, terreno impegnativo e passaggi esposti.
S4/5
SKI 5
Itinerari estremamente difficili. Canali e pendii molto sostenuti con inclinazione sopra i 45° e con importanti settori fino a 50/55°. Forte esposizione. Questo livello è aperto verso l’alto e con i gradi più alti (5.4 5.5…) indica itinerari sopra i 50/55° raramente in condizioni.
S5/6
1.1 1.2 1.3
2.1 2.2 2.3
3.1 3.2 3.3
4.1 4.2 4.3 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5
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Valutazione delle difficoltà
CONSIDERAZIONI SULLE DIFFICOLTÀ NELLO SCIALPINISMO Le difficoltà così descritte sono da considerare in condizioni STANDARD cioè: Condizioni meteorologiche buone, vento al massimo moderato debole e temperature non estreme. Condizioni della neve favorevoli ma non eccezionali (ove è possibile sciare quasi ovunque) Pericoli oggettivi accettabili (PS: attorno al valore 2 di pericolo valanghe) Gite fattibili in giornata con un dislivello compreso tra 800 e al massimo 2000m. La difficoltà reale, cioè quella incontrata sul terreno, può essere aumentata o diminuita in funzione delle condizioni del manto nevoso o del clima realmente incontrati, e di dove sia collocato il tratto tecnico più difficile da affrontare. È chiaro come affrontare un tratto tecnico all’inizio o alla fine può fare la differenza! È abbastanza intuitivo che un itinerario valutato 4.1 / E1 / I che non preoccuperebbe uno sciatore esperto, potrebbe farlo se il medesimo pendio fosse in Himalaya, a 7000m di quota in carenza di ossigeno, in Alaska a -40°, in Patagonia con venti a 150km/h e visibilità ridotta a zero. Inoltre la sola definizione di pericolo è di per sé relativa perché la somma di vari aspetti come la qualità della neve, la presenza di crepacci, di seracchi, del rischio valanghe, o di meteo avverso, o di forte vento: tutti fattori che possono trasformare una gita dove la difficoltà teorica calcolata dalla sola da pendenza, esposizione o della difficoltà di orientamento sia totalmente errata o altrettanto sottovalutata. Per farsi un’idea dell’importanza della qualità e tipologia della neve nella difficoltà di un itinerario, ecco qui sotto una tabella comparativa secondo la valutazione Scala Traynard:
TIPO DI NEVE INCLINAZIONE 15°
25°
35°
45°
50°
>55°
trasformata
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3
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5
6
polverosa
3
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2
3
4
crostosa
3
4
3
3
4
5
dura
2
2
4
5
5
6
ghiacciata
3
4
5
6
6
7
Da notare che sui pendii ripidi l’esposizione varia con il tipo di neve: 35° su neve molto dura o ghiaccio non ha nulla a che vedere con la stessa pendenza in neve polverosa VALUTAZIONE D’INSIEME (IMPEGNO GLOBALE) Per la stesura della presente guida si è pensato di aggiungere una seconda scala di valutazione che chiamiamo IMPEGNO GLOBALE, che tenga conto in toto di tutti quei fattori che rendono una gita più impegnativa di un’altra a parità di difficoltà tecniche. Come ad esempio lunghezza, dislivello, difficoltà tecniche alpinistiche, complessità di accesso e/o rientro, necessità di pernotto, difficoltà di trovarla in condizioni, ecc;
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IMPEGNO GLOBALE F Facile
Itinerario tecnicamente facile, un MS od al massimo un BS (buono sciatore), ma che solitamente non necessita di particolare esperienza e/o allenamento, che è quasi sempre in condizione e che abbia pericoli limitati e facilmente riconoscibili o riconducibili a un bollettino valanghe. Itinerario dove è oltretutto difficile perdersi.
PD Poco difficile
Itinerario che sale di difficoltà tecnica al grado OS (ottimo sciatore) e che, per affrontare il quale, cominciano ad essere necessari una certa esperienza e un adeguato allenamento, oltre a una certa conoscenza dei luoghi in quanto la discesa può effettuarsi in un pendio diverso da quello di salita.
AD Abbastanza difficile
Itinerario che può presentare tratti tecnici ripidi, per affrontare il quale, cominciano a essere necessari una certa esperienza su tratti obbligati e capacità di fare almeno una curva saltata (su ambo i lati), oltre a un allenamento minimo sufficiente ad affrontare le difficoltà con la muscolatura ancora pronta e reattiva. La salita e la discesa possono richiedere l’esperienza sull’uso della corda, quindi necessità di un imbrago e di capacità di usare la minima (o necessaria) attrezzatura alpinistica. La gita comincia a essere lunga sia per il dislivello da affrontare che per le difficoltà, pertanto divengono importanti la scelta dell’orario di partenza e dell’orario massimo per affrontare la discesa. Inizia a essere importante saper leggere la neve e le condizioni meteo così da saper programmare orario di partenza e quant’altro per rendere la gita la più sicura e facile possibile.
D Difficile
Itinerario che presenta tratti tecnici ripidi o molto ripidi o tali da essere necessario avere una buona/ottima esperienza unita a buone/ottime capacità tecniche su tratti stretti e/obbligati da affrontare con successioni di curva saltata. L’allenamento richiesto è tale da affrontare le difficoltà avendo margine di muscolatura pronta e reattiva. Data la lunghezza degli itinerari è fondamentale saper leggere la neve e le condizioni meteo così da saper programmare orario di partenza e quant’altro necessario per rendere la gita la più sicura possibile. La salita e la discesa possono richiedere l’esperienza sull’uso della corda, quindi necessita di un imbrago e di capacità di usare la necessaria attrezzatura alpinistica. La gita potrebbe richiedere partenze notturne e durare oltre 12h. L’uscita va ben programmata e in caso di maltempo diviene complesso ritirarsi o proseguire.
TD
Itinerario che presenta lunghi tratti ripidi se non estremi, che necessita contemporaneamente di una ottima esperienza sciistica unita a ottime capacità tecniche su tratti stretti obbligati da affrontare con successioni di curva saltata o controllata con l’uso di una piccozza. L’allenamento richiesto è elevato, tale da affrontare le difficoltà avendo margine di muscolatura pronta e reattiva per molte ore e per notevoli dislivelli. Data la lunghezza degli itinerari è essenziale saper leggere la neve e le condizioni meteo così da saper programmare orario di partenza e quant’altro necessario per rendere la gita la più sicura possibile. La salita e la discesa richiedono quasi sicuramente l’uso della corda e di tutto quello che può servire per difficoltà alpinistiche importanti. La gita potrebbe richiedere partenze notturne e durare oltre 12/14h o può necessitare di un bivacco di fortuna in caso di nebbia o maltempo, e la ritirata può essere complessa.
CONCLUSIONI Se La valutazione Blachère è totalmente soggettiva, poiché si basa sul livello dello sciatore, la Scala Alpina fornisce una valutazione più rigorosa sulla discesa, fornendo però solo difficoltà puntuali (del solo tratto chiave), tralasciando se ve ne siano più di uno o sia perpetuato per molti metri. La scala Volopress è sicuramente la più completa. Nella guida adottiamo questa, aggiungendo una sigla che definisce l’impegno totale. Ricordando che rimane impossibile fare una corrispondenza tra la Scala Blachère, (MS/BS/OS) con quelli dell’impegno globale, in quanto una salita classificata MS può diventare AD (abbastanza difficile) se occorre partire di notte per avere un obbligatorio rigelo notturno onde evitare crolli di cornici/seracchi o neve molle, oppure che per la cima bisogna superare oltre 2000m senza possibilità di rifugi e bivacchi. Alla fin fine la pratica dello Sci Ripido e quella dello Sci Estremo sono da considerarsi Alpinismo nella più ampia e nobile accezione del termine, con in più la capacità sciistica della Discesa; non è sufficiente pertanto essere in possesso soltanto di sopraffina tecnica sciistica. È indispensabile, a conclusione, che ogni interprete di queste discipline, sia in possesso di ottime capacità alpinistiche e valutative del manto nevoso. seppure si cimenti in itinerari di lieve o moderata difficoltà.
17
Calboni (L. Capone), Raffy Tempesta, Brak (M. Bracali), Vale-Genz (V. Antonini) in discesa da Punta Aquila - itinerario 10. In basso a destra la piccola Punta Sabbatini, di fronte la vetta del Sirente
18
19
01
Sirente > Settore NW -Mandra Murata- Tiburtini-
SPERONE TIBURTINI [2128m]
Canale Sperone Tiburtini
NOTE STORICHE. Prima discesa Cristiano Iurisci, Guerino Di Giulio e Fausto Zulli, 17 aprile 2011.
NORD NORD EST esposizione
1000m
dislivello salita-discesa
5h30’-6h
tempo di percorrenza
Mar-Mag
periodo di percorrenza
MATERIALE. NDS, una picozza, ramponi. Eventuale spezzone di corda e minima attrezzatura alpinistica in presenza di cornice di neve dura o troppo ripida. TIPOLOGIA ITINERARIO. Canale ampio tra torri rocciose, tratto chiave tra massi affioranti. NOTE. Itinerario che richiede un minimo di esperienza di sci ripido per la valutazione della qualità della neve e della traiettoria migliore; la gita si svolge in un ambiente a tratti alpestre, sicuramente vario e panoramico.
4.3 / E2 / I
Rocca di Mezzo Avezzano-L’Aquila
difficoltà discesa
AD-
1109
impegno complessivo
1118 SP11
Sì - No snowboard
P r a t i
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S i r e n t e
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Si
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2128 Sperone Tiburtini 2092
Macchia Netta
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De str o
1373
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st
ro 1727 Colle Saraceno
LOCALITÀ DI PARTENZA. Prati del Sirente (q. 1120m), nei pressi dell’area attrezzata più prossima al piccolo lago che occupa il centro della piana. ACCESSO STRADALE. Prati del Sirente è raggiungibile dal lato adriatico via Sulmona seguendo indicazioni Raiano-Castelvecchio Subequo e cartello “Sirente” a Secinaro; se si proviene dal lato Tirrenico. Da Nord, conviene passare via Rocca di Mezzo e valico della Forchetta. PUNTI DI OSSERVAZIONE. Dal parcheggio. PUNTI DI APPOGGIO. Chalet del Sirente, 2 km a est. ITINERARIO. La salita che porta all’attacco del canale si svolge per via intuitiva in assenza di tracce evidenti e segnalate. Osservando con attenzione lo Sperone dal parcheggio, è possibile seguire una via logica nel bosco puntando alla grossa radura valanghiva appena a sx dello Sperone stesso. Usciti sulla radura (1h), non salire al centro di questa puntando all’invitante canale che taglia la parete (Canale Gemello Destro), ma imboccare il canale di dx, il più prossimo allo Sperone, sormontato da una fascia rocciosa con zone rosso-giallastre. Salire l’evidente canale fin sotto ad una parete rocciosa (100m 35°). Poco oltre il canale si restringe piegando leggermente a dx e divenendo più ripido (100m 35/45°) fin sotto una strozzatura nevosa, dove il canale piega a dx passando sotto uno speroncino roccioso. Per ripida rampa nevosa (rocce affioranti con poca neve) si rimonta la cresta principale dello Sperone dei Tiburtini sulla dx (40m, tratti 40/45°). Si prosegue quindi lungo l’ormai
Sperone dei Tiburtini 02a 02 01
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01 Sirente > Settore NW -Mandra Murata- Tiburtini- Sperone Tiburtini Canale Sperone Tiburtini
largo Sperone, per facili pendii e larghi impluvi che facilmente portano in cresta (150m, 40/35°). L’uscita può presentare un’importante cornice anche a fine stagione (tratto breve, ma almeno a 60°), evitabile sulla sx, per uno speroncino roccioso in genere privo di cornice. DISCESA. Per la via di salita. CONSIGLI CLIMATICI E NIVOLOGICI. Anche se non è un itinerario che si svolge in piena parete, il rischio slavine è sempre latente. Quindi partire presto e non scendere mai troppo tardi (dopo le 14:00) è sempre una buona regola. Anche con neve stabile meglio evitare, in previsione di bruschi rialzi termici (oltre 4° in più a 850hPa rispetto al giorno prima) che possono provocare slavine, piccoli crolli di cornici, caduta pietre e neve molle anche in orari non canonici. Itinerario fattibile anche in inverno con clima stabile e assenza di vento. BIBLIOGRAFIA. C. Iurisci, Ghiaccio d’Appennino (2012), ed. Versante Sud.
Discesa nella parte alta dell’itinerario
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Cristiano Iurisci si affaccia sul tratto chiave dello Sperone dei Tiburtini
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02
Sirente > Settore NW -Mandra Murata- Tiburtini-
SPERONE TIBURTINI [2128m] Gemello Destro NOTE STORICHE. Prima discesa sconosciuta.
NORD NORD EST esposizione
1000m
dislivello salita-discesa
5h30’-6h
tempo di percorrenza
Mar-Mag
MATERIALE. NDS, una picozza, ramponi. Eventuale spezzone di corda e minima attrezzatura alpinistica in presenza di cornice di neve dura o troppo ripida. TIPOLOGIA ITINERARIO. Canalone. NOTE. Itinerario logico e non difficile, seppur poco frequentato. Richiede un minimo di esperienza di sci ripido, di alpinismo e di lettura della neve (vedi nivologia). La gita si svolge in un ambiente a tratti alpestre, con scorci di grande montagna. Consigliabile ad inizio primavera.
periodo di percorrenza
OSA
difficoltà discesa
PD+
Rocca di Mezzo Avezzano-L’Aquila
impegno complessivo
Sì - No
1109
1118 SP11
snowboard
P r a t i
1529
el lo
De str o
ni Si
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Macchia Netta
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S i r e n t e
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G
2128 Sperone Tiburtini 2092
d e l
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ro 1727 Colle Saraceno
LOCALITÀ DI PARTENZA E ACCESSO STRADALE. Vedi itinerario 01. PUNTI DI OSSERVAZIONE. Dalla strada. PUNTI DI APPOGGIO. Vedi itinerario 01. ITINERARIO. La salita che porta all’attacco del canale si svolge per via intuitiva in assenza di tracce evidenti e segnalate. Osservando con attenzione lo Sperone dal parcheggio, è possibile seguire una via logica nel bosco puntando alla grossa radura valanghiva appena a sx dello Sperone stesso. Usciti sulla radura (1h), salire al centro di questa puntando all’invitante canale che taglia la parete (Canale Gemello Destro). Risalire il canale tra alte pareti rocciose fin sotto la sella. Sci in spalla si guadagna la sella (tratto 40°, picozza e ramponi); a volte le cornici risultano insuperabili per cui poco prima della fine del canale si piega a dx e si risale un ripido canalino trasversale che conduce ai sostenuti pendii della dx orografica (passi a 50°). A questo punto si attraversa una fascia rocciosa tramite una strettoia e si risalgono i ripidissimi pendii sommitali, sospesi su salti di roccia. Si individua infine un punto di debolezza delle cornici, che solitamente è costituito dalla q. 2092m. Lungo la dorsale sommitale a dx rapidamente in vetta (2128m); 2h45’. DISCESA. Per la via di salita. CONSIGLI CLIMATICI E NIVOLOGICI. Anche se non è un itinerario che si svolge in piena parete, il rischio slavine è sempre latente. Quindi partire presto e non scendere mai troppo tardi (dopo le 14:00) è sempre una buona regola. Anche con neve stabile meglio evitare, in previsione di bruschi rialzi termici (oltre 4° in più a 850hPa rispetto al giorno prima) che possono provocare slavine, piccoli crolli di cornici, caduta pietre e neve molle anche in orari non canonici. Itinerario fattibile anche in inverno con clima stabile e assenza di vento. BIBLIOGRAFIA. C. Iurisci, Ghiaccio d’Appennino (2012), ed. Versante Sud.
Sperone dei Tiburtini
02a 02
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03
Sirente > Settore NW -Mandra Murata- Tiburtini-
SPERONE TIBURTINI [2128m]
Canale Roveda (Canale tra i Gemelli)
NOTE STORICHE. Prima discesa G. Cacciaglia e R. Angelosante, 3 marzo 2008. MATERIALE. NDS, una picozza, ramponi.
NORD EST
TIPOLOGIA ITINERARIO. canale ampio, a pendenza sostenuta, ma non particolarmente impegnativa.
esposizione
1000m
NOTE. Itinerario intrigante e logico, sostenuto ma non difficile, che richiede però esperienza visto l’ambiente severo e alpestre dove si svolge la discesa.
dislivello salita-discesa
5h30’-6h
tempo di percorrenza
Mar-Mag
LOCALITÀ DI PARTENZA. Vedi itinerario 04.
periodo di percorrenza
ACCESSO STRADALE. Vedi itinerario 01.
OSA
PUNTI DI OSSERVAZIONE. Dai Prati del Sirente.
difficoltà discesa
PUNTI DI APPOGGIO. Vedi itinerario 01.
PD+
ITINERARIO. Si attraversa la piana, dirigendosi verso un piccolo ma visibile Rifugio in legno con tetto a punta. Lo si supera sulla sx giungendo ad un vicinissimo rifugio bianco in muratura. Appena a dx di questo parte una evidente pista quasi in piano, che traversa lunga-
impegno complessivo
Sì - No snowboard
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S i r e n t e
Rocca di Mezzo Avezzano-L’Aquila
SP11
1176
Rif. Bianco casottino di legno
03 1529
1369 Fossa del Pratiglio
Macchia Netta
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2128 Sperone Tiburtini 2092
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1373
54
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1582
ac Fossa del Sar
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1727 Colle Saraceno
a Valle Petros
1425 1505
1400
mente le pendici di Colle Saraceno. Dopo alcune centinaia di metri (q. 1250m), si trova un bivio: tralasciare il sentiero che sale (itinerario 6a var.) e continuare seguendo radi bolli rossi, su traccia sempre meno evidente ma sempre più in leggera salita ed in traverso verso dx (W). Raggiunta una valletta (30’), la si risale per un breve tratto (ometti). Subito dopo si riprende a dx per una breve salita ad un colle intermedio, proprio sotto Colle Saraceno. Non salire oltre, ma proseguire ancora in traverso (traccia) a saliscendi fino a prendere un largo costolone boscoso che finalmente è quello giusto. Il sentiero risale la larga dorsale (tracce) per poi piegare nettamente a sx a mezzacosta, sfilando sotto una paretina rocciosa (q. 1480m, traccia evidente). Con ripide svolte si giunge ad un ripiano con grandi massi intorno (q. 1570m), ormai in vista dalla parete di Punta Macerola. Usciti dal bosco, si è sull’ampia conca di Fossa del Saraceno; 1h20’. Si risale la conca in direzione W, paralleli alla parete; superato l’evidente solco del Canale Gemello si prosegue fino a raggiungere la sella di Macchia Netta a q. 1900m, che separa le conche alla base dei due Gemelli (2h20’). A questo punto si imbocca il canale Roveda-Vasselli, che risale un tratto sgombro da formazioni rocciose. Si rimonta l’ampio impluvio nevoso per 250m di dislivello, su pendenze sostenute (40° circa, con brevi tratti a 45°), raggiungendo la dorsale sommitale del Sirente a q. 2150m (3h). Solitamente non conviene raggiungere la vetta di P. Macerola, poiché in tarda Primavera, è verosimilmente priva di neve. DISCESA. Lungo l’itinerario percorso in salita. CONSIGLI CLIMATICI E NIVOLOGICI. Sulla Nord del Sirente il rischio slavine è sempre latente: partire presto e non scendere troppo tardi. Il pericolo aumenta dopo una nevicata recente (fino a 24-48h). Meglio evitare in caso di bruschi rialzi termici (oltre 4° in più a 850hPa in 24h) che possono provocare slavine, piccoli crolli, ecc. BIBLIOGRAFIA. C. Iurisci, Ghiaccio d’Appennino (2012), ed. Versante Sud.
Gemello Sinistro
Canale Roveda
03
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04
Sirente > Settore Punta Macerola
P.TA MACEROLA [2258m] Canale Diretto P.ta Macerola NOTE STORICHE. Prima discesa Cristiano Iurisci, 4 aprile 2010. MATERIALE. NDS, una picozza, ramponi.
NORD
TIPOLOGIA ITINERARIO. Canale ampio tra torri rocciose, tratto chiave tra massi affioranti.
1100m
5h30’-6h
NOTE. Itinerario splendido, imperdibile e non difficile, tantomeno estremo, ma che richiede esperienza di sci ripido. La gita si svolge in un ambiente dolomitico, vario e grandioso. È uno dei pochi canali del Sirente dove non si forma la classica cornice di neve.
Apr-Mag
LOCALITÀ DI PARTENZA. Prati del Sirente (1120m); parte meridionale dei Prati del Sirente, a Sud dell’area attrezzata.
esposizione
dislivello salita-discesa
tempo di percorrenza
periodo di percorrenza
ACCESSO STRADALE. Vedi itinerario 01.
4.1 / E2 / I
PUNTI DI OSSERVAZIONE. Con un binocolo lungo i tornanti che dal valico della Forchetta (strada che proviene da Rocca di Mezzo) conducono ai Prati del Sirente.
difficoltà discesa
AD
impegno complessivo
PUNTI DI APPOGGIO. Vedi itinerario 01.
Sì - No snowboard
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S i r e n t e Rocca di Mezzo Avezzano-L’Aquila
1176
Rif. Bianco casottino di legno
1369 Fossa del Pratiglio
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2099 Il Tempio
1425 1400
SP11
Ciacj@k (M. Foracappa) in salita nel Gemello Sinistro
Punta Macerola
04
Canale Diretto di Punta Macerola
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04 Sirente > Settore Punta Macerola P.ta Macerola Canale Diretto P.ta Macerola
ITINERARIO. Si attraversa la piana dirigendosi verso un piccolo Rifugio in legno con tetto a punta, posto al limite del bosco, ma visibile già dalla strada. Lo si supera sulla sx giungendo ad un vicinissimo rifugio bianco in muratura. Appena a dx di questo parte una evidente pista che in leggera salita, traversa lungamente le pendici di Colle Saraceno. Dopo alcune centinaia di metri (q. 1250m), si trova un bivio: tralasciare il sentiero che sale verso la valle Pretosa (it. 6a var.) e continuare a traversare. Questa traccia, segnata con radi bolli rossi, si fa poi sempre meno logica ed evidente ma prosegue sempre in leggera salita ed in traverso verso dx (W), tranne in un tratto, (dopo 30’), dove risale una valletta per un breve tratto (ometti). Riprendere poi a salire a dx ad un colle intermedio, proprio sotto Colle Saraceno. Non salire oltre, ma proseguire nuovamente in traverso (traccia) a saliscendi fino a prendere un largo costolone boscoso che finalmente è quello giusto da rimontare. Il sentiero ne risale la larga cresta (tracce, ometti) per poi piegare nettamente a sx a mezzacosta (q. 1480m, traccia ora molto evidente). Con ripide svolte si giunge ad un ripiano con grandi massi intorno (q. 1570m), ormai in vista dell’imponente parete di Punta Macerola. Usciti in breve dal bosco, si giunge su un’ampia conca (Fossa del Saraceno) sovrastata da alti torrioni; 1h20’. Si risale la conca verso dx in direzione dell’evidente solco del Canale Gemello. Lo si rimonta fino alla metà circa (tratto di 200m 30/35°) quando si nota una incassata valle laterale a sx (salendo) che sarà la linea di discesa. Ora due possibilità: 1. Proseguire per il Gemello sci ai piedi (200m 30/35°) fin sotto la forcella terminale, spesso ingombra da cornici. Con un ultimo tratto più ripido (40°) si raggiunge la cornice che, se troppo grande, può essere superata su roccette sulla dx giungendo sulla dorsale principale del Sirente (q. 2150 m). Si prosegue poi a sx (Est) verso la vetta di Punta Macerola (2258m) fino che si scorge un netto intaglio
Gemello Sinistro
58
della cresta (q. 2190m) da cui si apre il profondo canalone imbutiforme del Canale Diretto di Punta Macerola. 2. Salire il Canale Diretto (consigliabile per valutare le condizioni) con percorso intuitivo (200m, 35/40°, brevi tratti oltre 40°). DISCESA. Si scende nel canalone per 200m (35/40°, con tratti anche oltre 40°) fino a intercettare il più largo canale del Gemello Sinistro percorso in salita. Si prosegue poi per il sentiero percorso all’andata. 4a VAR GEMELLO SINISTRO. OSA; se la neve dovesse essere troppo ghiacciata è consigliabile rinunciare al Canale Diretto e scendere integralmente per il Gemello sx, più facile canale (ma comunque impegnativo) che presenta spesso una cornice importante aggirabile a sx orografica. CONSIGLI CLIMATICI E NIVOLOGICI. Sulla Nord del Sirente il rischio slavine è sempre latente: partire presto e non scendere mai troppo dopo le 14:00. Il pericolo in genere aumenta in caso di una nevicata in corso o recente (fino a 24-48h dopo). Anche con neve stabile però, è meglio evitare l’itinerario in previsione di bruschi rialzi termici (oltre 4° in più a 850hPa rispetto al giorno prima) che possono provocare slavine, piccoli crolli di cornici, caduta pietre e neve molle anche in orari non canonici. Evitare infine giornate troppo fresche (sotto i 4°C ad 850hPa) per persistenza lastre dure e ghiacciate. Sconsigliabile in inverno, se non dopo una leggera nevicata che nasconda tratti ghiacciati e/o induriti dal vento. BIBLIOGRAFIA. C. Iurisci, Ghiaccio d’Appennino (2012), ed. Versante Sud.
Cristiano Iurisci in occasione della prima discesa del Canale Diretto di Punta Macerola (© SuperBoy - N.Carusi)
59
05
Sirente > Settore del Majori-Monte Sirente
SIRENTE [2348m] Via dell’Imbuto NORD NORD OVEST esposizione
1220m
dislivello salita-discesa
6h30’-7h30’ tempo di percorrenza
NOTE STORICHE. Prima discesa R. Le Donne, F. Zulli e C. Iurisci 1 maggio 2010. Seconda discesa: R. Le donne, F. De Angelis, C. Iurisci, M. Bracali, 1 maggio 2013. MATERIALE. NDS, una picozza, ramponi, imbrago, casco, 2-3 chiodi (se si hanno dubbi sulla sosta di doppia), 1 singola o mezza da 60m per la calata in doppia. TIPOLOGIA ITINERARIO. Vario e completo di tutto: canale e canaletti, conca, traversi, comba ampia tra torri rocciose in ambiente assai alpestre.
Apr-Mag
periodo di percorrenza
5.2 / E3 / II
Rocca di Mezzo Avezzano-L’Aquila
difficoltà discesa
1176
D/D+
Rif. Bianco
impegno complessivo
SP11
casottino di legno
Sì - No snowboard
1369 Fossa del Pratiglio
Chalet del Sirente
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Colle Saraceno 1727
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NOTE. Itinerario superbo, spettacolare e grandioso, almeno per i canoni dell’Appennino, ma quasi estremo; da affrontare solo con neve sicura e nell’orario giusto. Richiede una buona esperienza di sci ripido. La gita si svolge in un ambiente dolomitico, severo e assai alpestre. Per gli amanti del genere, è un itinerario da non perdere.
Il Tempio
05
07
doppia
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05 Sirente > Settore del Majori-Monte Sirente Sirente Via dell’Imbuto
LOCALITÀ DI PARTENZA. Chalet del Sirente (1150m). ACCESSO STRADALE. Vedi itinerario 01, lo chalet è 2km più a SE dei Prati del Sirente. PUNTI DI OSSERVAZIONE. Con un binocolo dai Prati del Sirente (1120m). PUNTI DI APPOGGIO. Chalet del Sirente. ITINERARIO. Si prende la sterrata che inizia alle spalle dello Chalet, quindi al primo bivio (dopo poco) si va a dx; si giunge in breve ad un ripiano con quadrivio e si prosegue in piano (non seguire le bandierine segnaletiche che salgono a sx). Poche decine di metri oltre si giunge ad altro bivio; si abbandona la sterrata principale che prosegue in piano per prendere un’altra che sale a sx in salita. Al bivio vi è ometto con albero retrostante segnato con una lettera M (Majori) direttamente sulla corteccia. NB: è facile farsi ingannare dalla comoda traccia che continua in piano; prestare molta attenzione in questi 150m ove insistono più tracce e sterrate. A q. 1350m la sterrata diviene sentiero (evidente) e dove poco oltre inizia a volte la neve. Giunti alla collinetta morenica del Majori (bosco, ma radura nei pressi) si individua il largo canalone valanghivo del Majori. Il sentiero percorre tutto il bordo della morena fino al punto più alto (Colle Jalone, q. 1502m, 45’). Seguendo il bordo della morena il sentiero volge a sx fino a che una traccia (segnali bianco/rossi) tende ad entrare dentro al Majori, al punto in cui si arrestano le valanghe. Salire il canale sci ai piedi (25/30°, brevi tratti 35°) fino alla selletta del Majori (2278m, 2h30’). Superata la sella salire diagonalmente verso sx (faccia a monte) per rocce facili, ma rotte, infine più verticalmente si guadagna la cresta principale del Sirente (q. 2320m) e in breve in vetta (2348m, 3h). DISCESA. Dalla vetta si scende dolcemente verso l’anticima Nord (q. 2306m) da dove ci si affaccia sull’Imbuto (se la cornice lo consente).
Rinaldinho (R. Le Donne) salta nella strettoia appena sotto la conca imbutiforme iniziale
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Brak (M. Bracali) nello stretto e ripido canalino intermedio
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05 Sirente > Settore del Majori-Monte Sirente Sirente Via dell’Imbuto
Ci si dirige a dx (E) in modo da guadagnare il punto ove di solito la grossa cornice cede il posto ad un pendio-dorsale che scende ripidamente. Si scia per qualche curva la dorsale (40°) fin quando è possibile piegare a sx ad entrare nella conca imbutiforme (tratto a 45/50° o oltre). Si cala nell’imbuto (50°), fin quando si stringe a stretto canale tra due strutture rocciose (45°). Usciti dalla strettoia si abbandona il canale principale che prosegue, per piegare a sx, a cavalcare il dorso di una crestina (40°). Si cala la dorsale fin quando è possibile individuare a sx uno stretto canalino tra due costole rocciose che rappresenta il tratto chiave (60m, 50/55°, con un tratto di forse 3m di larghezza). Si esce così in un grande anfiteatro al cospetto della magnifica struttura rocciosa de Il Tempio. Si continua logicamente per largo canalone che più a valle piega verso sx (30/40°) in direzione della parete N del Tempio e della forra/imbuto che è ai suoi piedi. Giunti in prossimità di un breve tratto roccioso, si tolgono gli sci e si disarrampica sulla dx faccia a valle (4m, I, II, ch. tolto), per un breve tratto che anticipa la vicina scomoda piazzola di sosta sulla dx, al di sopra del salto roccioso principale. Con una calata in doppia di 30m si raggiunge il canalino nevoso sottostante chiuso tra alte pareti. Calzando gli sci ove possibile, si percorre il canale per 80m (40°) per poi fuoriuscire definitivamente dall’Imbuto in campo aperto. Si piega ora a sx, sciando lungamente sempre un poco in diagonale per vasti pendii (30/35°) fin quasi alla testata della sottostante Valle Pretosa, che si percorre poi fin dove c’è neve e fino ai primi alberi intricati e piegati dalle valanghe (in genere fino a 1500m). È preferibile non proseguire oltre tra i resti di valanghe e rami contorti, ma guadagnare il ripido e meno intricato bosco sulla sx orografica, per poi riprendere il centro della Valle Petrosa 100m più a valle. Si segue poi il sentiero (rari segni rossi e ometti) fino alla fossa del Pratiglio (1360m). Attraversatala, vi sono ora due possibilità: 1. Più semplice e breve ma che va ai Prati del Sirente (non dove si è lasciata una macchina): si continua dapprima in piano poi su sentierino che scende un poco verso dx, fino ad incontrare una più evidente mulattiera che viene da sx e che prosegue verso dx fino a pervenire ad un rifugio con tetto a punta e da lì in breve al parcheggio (25’ dal Pratiglio) 2. Più lunga, ma che riporta direttamente allo Chalet ed alla macchina: appena oltre la Fossa del Pratiglio seguire una mulattiera quasi in piano che traversa a dx lungamente e che riporta in regione Fritto. Da qui si scende per sterrata a riprendere la via di salita del Maiori fino allo Chalet (45’ dal Pratiglio). CONSIGLI CLIMATICI E NIVOLOGICI. È un itinerario da piena parete Nord, il rischio slavine è sempre latente; è quindi d’obbligo partire presto, arrivare in cima e scendere non appena la neve, indurita dal rigelo notturno comincia a ‘mollare’ in superficie, (valutazione da q. 2306m, vedi relazione). Altra raccomandazione è non scendere troppo tardi! L’imbuto sotto alla parete del Tempio, dopo le 14:00/15:00, diviene una trappola mortale nel quale confluisce ogni piccola slavinetta superficiale proveniente dall’alto, magari anche assieme a piccoli sassi, e che cadono appena oltre la linea di calata in doppia! Il percorso è quindi da affrontare solo con neve ultra-assestata e con termiche che sono rimaste stabili negli ultimi giorni e non superiori a 10-11°C a 850hPa. Sconsigliabile in inverno e con tempo coperto (quest’ultimo per mancanza di rigelo notturno). BIBLIOGRAFIA. C. Iurisci, Ghiaccio d’Appennino (2012), ed. Versante Sud.
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Rinaldinho (R. Le Donne) nella ripida conca imbutiforme sommitale
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Prime curve dalla vetta del Monte Prena, Gran Sasso Catena Orientale (© Andrea Sansoni)
APPENNINO RIPIDO ED ESPLORATIVO VOL. 1 – Sibillini, Reatini, Laga, Gran Sasso, Velino, Simbruini-Ernici
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