annuario di alpinismo europeo Edizione 2016 – ISBN 978 88 98609 536 – e 9,90
EDIZIONI VERSANTE SUD
Simon Gietl (Alpinist) Pale di San Martino – Dolomites (Trentino) Pic: Alex Buisse
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SOMMARIO VIE MITICHE
PERSONAGGI
002 TEMPI MODERNI di Heinz Mariacher 018 AMERICANA AL DRU di Marco Vegetti 034 VIA DEL VECCHIACCIO di Stefano Ardito 048 BRUTAMATO YÉ YÉ Viaggio nel paese delle meraviglie di Andrea Frigerio
088 LUKA LINDIC di Lucia Prosino 096 FRATELLI GEREMIA di Cristiano Pastorello 106 STEFANO GHISOLFI di Stefano Michelin 116 NICCOLÒ CERIA di Riky Felderer
NEWS
TIRO MITICO
a cura di Ilaria Raboni
060 MATTINO DEI MAGHI di Maurizo “Manolo” Zanolla ed Emanuela Ravasio 066 GREENSPIT di Andrea Giorda
129 ALPINISMO E GHIACCIO 132 FALESIA 141 BOULDER 144 MATERIALI a cura della redazione
BLOCCO MITICO 076 TONINO 78 di Tatiana Bertera
RELAZIONI E PROPOSTE a cura di Marco Romelli 153 ROCCIA 185 GHIACCIO E MISTO
Prezzo di copertina 9,90 € ISBN 978 88 98609 536 © VERSANTE SUD 2016 Redazione magazine Ilaria Raboni (news) Marco Romelli (proposte) Valentina Flenda Stefano Michelin Roberto Capucciati Tommaso Bacciocchi Matteo Maraone Redazione web up-climbing.com Stefano Michelin stefano.michelin@up-climbing.com
Hanno collaborato a questo numero: Per i contenuti: Stefano Ardito, Tatiana Bertera, Mauro Calibani, Riky Felderer, Andrea Frigerio, Andrea Giorda, Heinz Mariacher, Stefano Michelin, Cristiano Pastorello, Lucia Prosino, Ilaria Raboni, Emanuela Ravasio, Marco Romelli, Marco Vegetti, Maurizio Zanolla. Per le nuove proposte: Matteo Bertolotti, Marco Blatto, Enrico Bonino, Matteo Della Bordella, Gianni Ghiglione,
Maurizio Giordani, Daniele Giovannini, Carlo Giuliberti, Cristiano Iurisci, Jonathan Joly, Simon Kehrer, Rolando Larcher, Simone Manzi, Jeff Mercier, Giampaolo Mocci, Riccardo Montipò, Roberto Parolari, Eugenio Pesci, Andrea Polo, Riccardo Re, Giacomo Rovida, Marcello Sanguineti, Luca Schiera, Ennio Spiranelli, Gianni Tomasoni. Web www.up-climbing.com www.versantesud.it VERSANTE SUD Srl Via Longhi, 10 – 20137 Milano (I) ph. +39 02 7490163 versantesud@versantesud.it info@up–climbing.com
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Copertina Climber: Mina Leslie-Wujastyk (GB) Foto: © David Mason
2
VIA MITICA
Tempi moderni
una storia scritta da chi ha fatto la storia testi di Heinz Mariacher
Nella vita di un arrampicatore ci sono giorni importanti e giorni meno importanti. Almeno per l’osservatore esterno sembra essere così. Ma quanti si chiedono cosa vuol dire importante? Importante per chi osserva o per chi fa, o forse un assieme di queste due prospettive? Di solito importante vuol dire fare qualcosa che trova riconoscimento da parte di altri. La storia dell’alpinismo è stata scritta con questo criterio, perché è stata scritta da osservatori.
{{Heinz nella parete liscia sotto la rigola (foto Bruno Pederiva)
18
VIA MITICA
Petit Dru - Parete Ovest
Diretta Americana testi di Marco Vegetti
I due Drus (Le Grand e Le Petit) pur essendo evidenti e ben separati, sono da sempre considerati parte della Catena dell’Aiguille Verte, sul versante francese del Massiccio del Monte Bianco, delimitata a Nord Est dai ghiacciai dei Rognons e da quello più vasto dell’Argentiere, a Nord dal piccolo ghiacciaio del Nant Blanc, Sud da quelli del Charpoua e del Talefre mentre a Ovest la lingua terminale della Mer de Glace apre sulla valle di Chamonix.
{{I 1000 metri di granito della parete ovest dei Dru dominano la valle di Chamonix (foto Cyprien Bichet)
DIRETTA AMERICANA. Relazione della via Francia Italia
Apritori: G. Hemming, R. Robbins, 1962 Sviluppo: 1000m (35L) Difficoltà: 6b/A1 (6c+)/P3/EDMaterile: 10 rinvii, un giro completo di friend, (doppiato nelle piccole dimensioni per il diedro di 90 m.). Un set di nut. Corde doppie da 50 m. Una piccozza per l’uscita attraverso la parete Nord. Consigliati ramponi leggeri. Cordini e fettuce necessari per attrezzare soste e doppie. Attacco: dai Grands Montets o dal Montenvers. Discesa: per la via normale al Petit Dru, poi attraversoi le cenge delle Flammes de Pierre.
R35
IV IV V V+ V+
terrazza
R30
III 6c Diedro di 90m
Bloc Coincé
V V+ V V+
6b 6a 6a Diedro di 40m
6b
V+ V IV
IV
V V V+
Cengia dei tedeschi Pendolo
6c IV+
V+ Diedro Mailly
V 6a V+ V+ V+
34
VIA MITICA
Pierluigi biNi e la Via del vecchiaccio testi di Stefano Ardito
Le placche del Corno Piccolo, il “castello incantato” del Gran Sasso, sono formate da un calcare straordinariamente compatto. Come sulle Alpi, fino agli anni Sessanta, le vie aperte sul Monolito e sulle Spalle hanno seguito camini e fessure, a volte molto dure ma dove era possibile proteggersi. È una storia che cambia trentanove anni fa, quando un ragazzo di Roma molla gli ormeggi e si avventura su una placca ruvida, magnifica e impossibile da chiodare. Il ragazzo si chiama Pierluigi Bini, ha diciott’anni, è un alpinista straordinario. E la via del Vecchiaccio è rimasta un mito anche oggi.
{{Pierluigi Bini e Massimo Marcheggiani sulla Via del Vecchiaccio, 2008 (foto Fabrizio Antonioli)
{{Saro Costa e Alberto Prosperetti sul traverso del quarto tiro.
VIA MITICA 49
BrutAMATo YÉ Yé viaggio nel paese delle meraviglie testi di Andrea Frigerio
Come prima cosa sappi, caro lettore, che quello di cui si parla in questa storia è totalmente assurdo. Parliamo di una via di arrampicata irripetuta per 25 anni, e questo per un’unica ragione: è piuttosto probabile, in caso di caduta, non passare poi dal bar a bere la classica birra. Per di più lo stile di arrampicata chetrattiamo è a dir poco fuori moda.
60 TIRO MITICO
Il mattino dei maghi testi di Manuela Ravasio
“Quei muri levigati, di roccia saldissima, erano avari di fessure, i chiodi non entravano, le vie diventavano, man mano, sempre più difficili e pericolose. Quella specie di notte, lunga quasi due anni, si rischiarò solo all’alba del Mattino dei Maghi”. Siamo nel 1981. Manolo racconta così le sue estenuanti salite sulle pareti del Totoga, quintessenza della cattiveria di una montagna dolomitica.
{{Manolo su uno dei passi chiave del Mattino dei maghi (foto N. Simion)
66 TIRO MITICO
GREENSPIT:
il sogno dell’Orco testi di Andrea Giorda
Crack! un suono duro di un corvaccio per gli inglesi, fissure, fessura un suono sussurrato per francesi e italiani, quasi un richiamo femminile. In qualunque lingua le si chiami, le fessure hanno grandi appassionati e grandi detrattori, o si amano o si odiano non c’è una via di mezzo. Una fessura richiede gesti tecnici particolari, sarà di dita? Di mano? Di pugno? Off width… troppo larga? Si potrà proteggere bene?
{{Pete Whittaker (foto Andrew Burr)
76
BLOCCO MITICO
Tonino 78 non è solo un blocco, dal grado neppure più di tanto trascurabile. Tonino è l’icona di un mondo, quello del bouldering, che nel 2004 si era già ritagliato un proprio spazio come disciplina a sé stante, distaccata sia dall’alpinismo classico che dall’arrampicata sportiva. testi di Tatiana Bertera
{{Mauro Calibani (foto arch. Mauro Calibani)
88 PERSONAGGI
ˇ LUKA LINDIC intervista di Lucia Prosino
Giovani e spregiudicati, incuranti del pericolo, alla ricerca di nuovi record da battere. Così sono, per alcuni, gli alpinisti moderni. O forse no? Luka Lindicˇ appartiene di certo a un’altra classe. Quella dei giovani rispettosi delle tradizioni, ma allo stesso tempo inarrestabili, alla continua ricerca di sfide personali su progetti sempre molto impegnative e di gran respiro, dove il grado non conta, ma solo la bellezza di una linea.
{{Xxxxx xxxxXXxx (foto Blaž Markovicˇ )
96 PERSONAGGI
i fratelli
GEREMIA intervista di Cristiano Pastorello
Mi è risultato difficile raccontare le figure di Daniele ed Enrico come alpinisti, cercando di estrapolarle dall’ambito personale. Quando si vivono certe avventure, il limite di chi fa cosa è molto sottile: si è una cordata sola, un solo motore e una sola anima volta al raggiungimento dell’obiettivo, che magari non è arrivare alla cima, ma tornare a casa. Oserei dire che i momenti di comunione maggiore li ricordo in concomitanza delle grandi sconfitte, piuttosto che delle grandi vittorie.
{{Daniele sul Monte Bianco (foto Xxxx Xxxxxxx)
{{Enrico ripete Chimera Verticale (foto Xxxx Xxxxxxx)
106 PERSONAGGI
intervista di Stefano Michelin
Sarebbe facile parlare del grado, della prestazione, di tutto quello che è l’istante, il momento in cui la cosa si realizza. La gioia, l’esultanza, la prestazione, quella prestazione, il coronamento di anni spesi ad allenarsi, fisicamente e mentalmente, per poter riuscire là dove i veri grandi arrivano. Un punto di partenza però ci vuole, serve una presa “start” e almeno un piede per staccarsi da terra. Stefano Ghisolfi ha dato all’arrampicata italiana il primo 9b, primo di un italiano e primo in terra italiana.
{{Stefano Ghisolfi su Lapsus, 9b (foto Enrico Veronese)
114 PERSONAGGI
Stefano Ghisolfi
che dice e pubblica, nel bene e nel male. Non ci sono giudici, testimoni o supervisori, si va sulla fiducia, che è praticamente tutto nell’arrampicata. Non sempre, però, la fiducia è ripagata. “Una cosa che mi fa davvero arrabbiare del mondo dell’arrampicata?” Una riflessione, lunga. “Chi dice che ha chiuso un tiro, ma non è vero e capita purtroppo a tutti i livelli.” È una dichiarazione forte, spiegaci. Eh, c’è poco da spiegare in realtà. Purtroppo capita che ci sia quello che dice di aver fatto un tiro, ma in realtà non è vero. O sei lì e lo vedi o magari ci sono altre persone che possono testimoniarlo oppure, semplicemente, è una cosa che non puoi fare. Capita col ragazzino che magari dice di aver fatto il 7a che non è vero solo per farsi grande nella sua palestra, ma succede, ahimè, anche a livelli decisamente più alti. Così, se se ne hanno, gli sponsor sono appagati, ad esempio, ma – vabbè – parliamo di altro... Ed il resto è la storia, anzi, un pezzo di storia, quel Lapsus di cui si vociferava e che poi è entrato con un grado, da prendere doverosamente come proposta in attesa delle ripetizioni, del quale però non si dubita certo e che fa tremare. 9b. Devo dire che mi ha lasciato un {{Stefano allo PsicoComp di Milano (foto Stefano Michelin) certo vuoto interiore. Avevo questo progetto in mente da tempo, da anni ormai, ma anche per Lapsus è stato una sorta di percorso. Ho provato le vie dure della falesia, anche quelle che poi sarebbero andate a “formare” Lapsus. Ho fatto Noi, poi Noia, poi le altre e quindi questo concatenamento. Cosa mi restava da fare? Volevo qualcosa di difficile, che mi mettesse alla prova come Lapsus, ma in Italia non è facile trovarlo. Per questo dalla fine del 2015 mi sono dato ai blocchi e ho pensato che su questo terreno avevo poca esperienza e quindi tutto da fare. E ho deciso di farmi questa esperienza su uno dei blocchi più duro al mondo… Il boulder in questione meriterebbe una pubblicazione a parte così come il suo primo salitore. Liberato da un italiano, ha visto poi giusto due altre ripetizioni, il tutto dal 2008. Ma questa è un’altra storia.
116 PERSONAGGI
NICCOLÒ CERIA intervista di Riky Felderer
Come fotografo rimpiango sinceramente di non aver mai lavorato con Niccolò, soprattutto tenuto conto che anni fa un comune amico mi disse: “guarda che c’è un ragazzino che dovresti tenere d’occhio!”. Purtroppo non ho avuto tempo e ho perso un treno. Quindi, un po’ col senso di colpa, un po’ perché è impossibile non vedere la lista di problemi che cadono ai suoi piedi come mosche, ho silenziosamente seguito il progredire di quello che oggi è uno dei boulderisti più quotati del pianeta.
{{Niccolò su Ninja Skills, 8B+, Sobrio (CH) (foto Giulia Paoletti)
REPORT
2015
Tutte le principali news dell’anno appena passato divese in tre categorie, ALP-ICE CLIMBING, FALESIE e BOULDER per non perderti neanche una delle prestazioni del 2015!
REPORT 2015 129
TOP ALPinismo e ghiaccio 14 Gennaio/Italia Si chiama La Divina Commedia ed è la nuova supervia a firma Simone Pedeferri e Luca Schiera. La via è in zona Buco del Piombo sopra Erba. In una porzione di roccia a volta che caratterizza la grotta, Simone ha chiodato con Luca e liberato questa via “incredibilmente anomala” rispetto a ciò che siamo abituati sulle Alpi, e qui siamo addirittura nelle Prealpi, siamo in Brianza. Una via in grotta, che segue una linea che è una vera ascesa dagli inferi. La Divina Commedia è decisamente una via must già ora che ha la sola salita di Pedeferri e Schiera ed il perché è facilmente intuibile grazie alla sua facilità di accesso ed impegno globale, vista la sequenza delle lunghezze che a detta degli apritori è L1 8b, L2 8a+, L3 8b+, L4 7c, L5 7c+/8a, L6 7b. 23 Gennaio/Francia Aperta da Martin Elias, Unai Mendia e Albert Salvado nel 2011, Memento Mori è una via di misto molto impegnativa dei Pirenei, a Gavarnie, che ha visto la prima ripetizione ad opera dello scalatore spagnolo Manu Cordova. Con lui, vari compagni si sono alternati a fargli sicura, Javi Bene, i fratelli Oscar e Ruben Manmartin, Iker Madoz e Daniel Moreno. Particolare la sequenza dei tiri, che alterna tratti di ghiaccio, nelle condizioni trovate da Cordova anche molto sottile, a sezioni di roccia da affrontare in scarpette e con difficoltà fino al 7b/c. 26 Gennaio/Svizzera Ines Papert ha realizzato la prima ripetizione di Ritter des Kokosnuss (M12, W15), una via di misto estremamente difficile sulla Breitwangflue a Kandersteg, Svizzera, aperta da Robert Jasper nel 2013. Ines ha potuto contare sul supporto di Rahel Schelb e Thomas Senf ed è salita usando protezioni trad al suo secondo tentativo.
RElazioni e proposte ROCCIA EUROPA Gorges du Verdon, Due poveri vecchi (F) Gruppo del Monte Bianco, EFareB (F) Aiguilles de Popolasca, Dove danza la luna (Corsica, F) Valle Maggia, Cani sciolti (CH) ITALIA Catena Marguareis-Mongioie, Non chiedere il nome (Piemonte) Valli di Lanzo, Sperone centrale della Cima di Leitosa (Piemonte) Valli di Lanzo, Via dello Sperone Ovest al Torrione di Iride (Piemonte) Valli di Lanzo, I giorni dell’alpe (Piemonte) Gruppo dei Campelli, Alybibis (Lombardia) Gruppo delle Grigne, IF (Lombardia) Val di Mello, Buena vida, poca plata (Lombardia) Val di Mello, King of the Bongo (Lombardia) Val di Mello, L’ultimo buco (Lombardia) Alta Valtellina, Gente che spera (Lombardia) Gruppo dell’Adamello, Adame’ndo’ndo’ (Lombardia) Gruppo dell’Adamello, Ogni cosa è illuminata (Lombardia) Dolomiti di Brenta, 50 anni son volati, 50 regalati (TrentinoAlto Adige)
Valle del Sarca, L’Ora del Garda (Trentino-Alto Adige) Valle dell’Adige, Results and Conclusion (Trentino-Alto Adige) Valle dell’Adige, Tacchi e culi (Trentino-Alto Adige) Gruppo del Sassolungo, 6 Pilastri (Trentino-Alto Adige) Gruppo del Sella, Pil Astro (Trentino-Alto Adige) Gruppo del Sella, Dolomitspit (Trentino-Alto Adige) Gruppo Plose-Putia, Traverso al cielo (Trentino-Alto Adige) Gruppo del Canin, Liberi di scegliere (Friuli Venezia Giulia) Appennino Centrale, Via dello Spigolo (Abruzzo) Appennino Centrale, Via della virgola (Abruzzo) Massiccio di Monte Margiani, Multipitch for dummies (Sardegna)
GHIACCIO EUROPA Massiccio degli Écrins, Le prestige des Écrins (F) Gruppo del Monte Bianco, Dugit – Mercier (F) ITALIA Valli di Lanzo, Couloir della solitudine (Piemonte) Valgrisenche, Exociuc (Valle d’Aosta) Alpi Orobie, Super Piter (Lombardia) Valle di Avedo, Couloir Amani (Lombardia) Dolomiti di Brenta, Soli nella notte (Trentino-Alto Adige) Dolomiti di Brenta, Post Dipendenti (Trentino-Alto Adige) Appennino Centrale, Templismo perfetto (Abruzzo)
roccia
¨¨Gorges du Verdon, Alpi e Prealpi di Provenza (Alpes-de-Haute-Provence, Francia) Paroi de Mayreste 700 m ca. - versante sud DUE POVERI VECCHI Eugenio Pesci, Ivano Zanetti, ottobre e novembre 2015 180 m (7 L). ED-, 7a e A0 (6b+ obbl.), S2+ Itinerario vario e sostenuto, su roccia in genere ottima, con qualche uscita ripulita su cengette. Una nuova proposta che si snoda al centro della frequentatissima e comoda parete di Mayreste, tra due vie molto ripetute: Laïspité positive (6a+) a destra, Blond qui peut (6c+) a sinistra. Materiale: 15 rinvii e fettucce. Via attrezzata con 77 fix inox da 10 mm. Accesso: dal parcheggio de La Colle de l’Olivier (sulla D952, la strada che collega Castellane a Moustiers, circa 8,5 km dopo La Palud-sur-Verdon) prendere il Sentier des Pêcheurs (pannello) che scende verso SE fino in fondo ad un vallone, per poi risalire sul versante opposto. Prima della salita spostarsi a destra
RELAZIONI E PROPOSTE 153
su una traccia che continua a scendere costeggiando un rio (normalmente secco). La parete è visibile di fronte, seguire il sentiero che risale fino alla sua base. L’attacco si trova 20 m a sinistra di Laïspité positive e a destra di Blond qui peut. Relazione L1: diedro ripido e poi strapiombante, duro “a freddo”, 7a, 30 m; L2: placca verticale grigia con sezione boulder ancora da liberare. 6c+ e 2 fix in A0 (7b+?), 30 m; L3: placca tecnica e muro a gocce verso destra su roccia lavorata, 6b+/c, 30 m; L4: divertente placca obliqua, 6a, 15 m; L5: traverso su gocce e muretto fessurato, 6a+, 24 m; L6: canalino a destra (possibile sosta intermedia dopo 6 m, se si decide di saltarla è consigliabile rinviarla con cordino lungo), muretto e due strapiombini. 6a+, 35 m; L7: placche lavorate e fessurate, 5b, 20 m. Discesa: dall’uscita seguire gli ometti lungo una traccia che riconduce al parcheggio.
{{Eugenio Pesci sul terzo tiro di Due poveri vecchi. 5b
6a+ 6a+ 6a
6b+/6c
6c+
7a
Foto E. Pesci
www.camp.it
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