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Private label, il vento è cambiato. IN MEGLIO.

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E-BOOK FORMAZIONE

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Maria Teresa Manuelli Direttrice editoriale

Si respirava un’aria diversa all’ultima edizione di MarcabyBolognaFiere, svoltasi il 18 e 19 gennaio scorsi. Girando per gli stand e parlando con le aziende produttrici si percepiva, finalmente, l’orgoglio di produrre per i marchi dei vari distributori e si ringraziava la felice scelta operata anni fa, rivelatasi oggi una insostituibile ancora di salvezza e un’opportunità di crescita in un periodo difficile per l’industria di marca. Eppure, meno di un anno fa, ad aprile 2022, proprio durante la precedente edizione della fiera (spostata dal consueto periodo a causa delle restrizioni dovute alla pandemia), il clima era decisamente diverso: più di un’industria mi descriveva la propria collaborazione con la Mdd come “un male necessario per entrare a scaffale” o “una gabella da pagare per collaborare con la Gdo”. Cosa è cambiato in questi pochi mesi? In effetti tante cose. A cominciare dal fatto che i consumi, usciti dalla pandemia, sono precipitati nel clima di guerra e inflazione. Una guerra che si pensava sarebbe finita presto e invece ha minato le basi dell’economia occidentale, facendo schizzare in alto i prezzi di produzione, dalle materie prime all’energia. E se il carrello della spesa degli italiani nel 2022 ha dovuto affrontare l’alta inflazione, al suo interno la marca del distributore ha preso quota, confermandosi l’alternativa preferita dai consumatori in questo periodo di crisi. La Mdd, infatti, ha continuato a crescere, registrando un trend a volume pari al +2,9% nonostante gli alti impatti dell’inflazione. Una crescita che risulta essere trasversale tra i canali ipermercati, supermercati, libero servizio e discount (vedi a p. 20).

E che ha contribuito a generare valore su tutta la filiera di fornitura: 7 imprese Mdd partner su 10 hanno stimato un incremento del giro d’affari, secondo una survey condotta sulle aziende espositrici a Marca 2023. Quale futuro possiamo aspettarci per la Mdd e i suoi partner, quindi?

Secondo il Position Paper realizzato per Adm-Associazione Distribuzione Moderna da The European House-Ambrosetti le previsioni sono più che rosee: non solo la Mdd allargherà l’offerta e sarà ancora più attenta alla valorizzazione dei prodotti (e, quindi, anche dei produttori) locali, ma saprà anche evolvere verso le nuove esigenze dei consumatori: sarà più focalizzata sul premium, più sostenibile e darà un grande contributo alla diffusione dei prodotti certificati del made in Italy - in media ciascuna insegna propone 125 referenze Dop e Igp a proprio marchio – e a chi li produce. Merito della lungimiranza della distribuzione moderna e di quelle aziende che hanno saputo vedere per tempo non la “gabella da pagare”, ma la grande opportunità di produzione ad alto valore aggiunto nel lungo periodo.

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