PL Magazine 3/2024

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Private Label Magazine

FEDELI ALLA LINEA. Su cosa puntano i retailer per trattenere i clienti sulle private label

Despar Italia: un miliardo di private label

B&G, il sapore di limoni con una veste sempre nuova

Private Label Magazine

FEDELI ALLA LINEA. Su cosa puntano i retailer per trattenere i clienti sulle private label

Despar Italia: un miliardo di private label

B&G, il sapore di limoni con una veste sempre nuova

Bontà Premium vincente!

La linea Despar Premium trionfa ai PLMA Awards 2024!

Gusta il sapore della vittoria con le frolle con ripieno ai fichi prime classificate per la categoria “Biscotti” e con il caffè in capsule di alluminio “Bohème” primo sul podio per la categoria “Caffè in capsule”.

Un successo che conferma l’alta qualità dei prodotti firmati Despar.

12 34 30 24 54

3 Editoriale

Le opportunità di un assortimento “localizzato”

4 PLM Awards

Ecco i classificati al secondo posto dell’edizione 2024

6 L’analisi Dunnhumby

Mdd alla prova del post-inflazione

12 Cover story

Fedeli alla linea

24 Intervista alla distribuzione

Despar Italia: un miliardo di private label

PLMagazine Supplemento trimestrale di Distribuzione Moderna Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano

Registrazione n° 52 del 30/1/2007

Direttore responsabile Armando Brescia

Direttrice editoriale Maria Teresa Manuelli

29 PL consulting

Fidelizzare i consumatori

30 The private label scenario La Mdd sempre più “marca”, ma con ancora molta strada da percorrere

34 Focus

Specialità regionali: l’accento è sull’origine dei prodotti

40 Aziende in campo

Fairtrade: il commercio equo e solidale sempre più targato Mdd

45 Fiere

Vallefiorita al PLMA di Amsterdam

Comitato scientifico

46 PL branding

Fedeltà del consumatore alle private label: tendenze, fattori e strategie di fidelizzazione

50 Intervista all'industria

B&G il sapore di limoni con una veste sempre nuova

54 Mercati

Le etichette a Mdd dimostrano una buona resilienza

60 Osservatorio QBerg

Vino italiano Doc/Docg/Igt: quali sono i vitigni su cui punta l’e-commerce?

Stefano Ghetti, managing partner Expertise on Field/partner IPLC Italy Alberto Miraglia, general manager Retail Institute Italy Paolo Palomba, managing partner Expertise on Field/partner IPLC Italy Emanuele Plata, co-founder, past president, board advisor PLEF

Collaboratori

Antonio Ballotta, Federica Bartoli, Alessandra Businaro, Siro Descrovi, Maria Teresa Giannini, Fabio Massi, Fabrizio Pavone, Luca Salomone, Alberto Stracuzzi

Progetto grafico Silvia Ballarin

Editore Edizioni DM Srl - Via G. Spadolini, 7 20141 Milano P. Iva 08954140961

Contatti Tel. 02/20480344 redazionedm@edizionidm.it

Pubblicità

Ufficio commerciale: commerciale@edizionidm.it Tel: 02/20480344

Le opportunità di un assortimento “LOCALIZZATO”

Verso la fine del 2022, Gartner ha pubblicato una guida per la gestione degli assortimenti. In essa la società di consulenza ha chiaramente osservato che "l'approccio tradizionale alla creazione di assortimenti tramite 'clustering' è messo in discussione dalle richieste dei consumatori di proposte più ‘locali’, specifiche per ogni territorio".

Gartner in questa affermazione stava anticipando una tendenza. Dalla pubblicazione di quel documento, infatti, un numero crescente di distributori di generi alimentari e non ha iniziato a muoversi verso assortimenti “localizzati”. Negli Stati Uniti, per esempio, Kohl's, Kroger e Dollar Tree hanno tutti annunciato piani di localizzazione. Nel frattempo, nel Regno Unito, Tesco sta sviluppando uno "strumento di ottimizzazione della gamma che automatizza la selezione di prodotti su misura, in base alla posizione del negozio e ai dati demografici". Perché questa tendenza alla localizzazione?

Sebbene ci siano diversi fattori in gioco, è senza dubbio una richiesta incentrata sul cliente. Creare una gamma su misura per le esigenze di consumatori specifici di un territorio o con una determinata capacità di spesa o ancora con certe abitudini di consumo non solo aiuta a rendere lo shopping più veloce, più facile e più comodo; ma reintroduce anche l'elemento dell’anticipo del bisogno e della sorpresa. In un contesto sempre più competitivo, l'assortimento “localizzato” può quindi fungere da prezioso elemento di differenziazione per i retailer. Una differenziazione che poi si declinerà parimenti anche nella proposta a marchio privato, non solo come assortimento, ma addirittura come sviluppo futuro della categoria o di nuove categorie di prodotto. Un processo un tempo impensabile ma che oggi, grazie all’ausilio delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale, è sempre più alla portata di catene grandi e piccole. Di certo, un’opportunità da cogliere.

Ecco i classificati al secondo posto dell’edizione 2024

Andiamo a conoscere le medaglie d’argento di questa edizione.

DROGHERIA ALIMENTARE

V. Besana

Fondata nel 1921 dai fratelli Emilio e Vincenzo Besana offrendo la sgusciatura delle abbondanti coltivazioni di nocciole, noci e castagne che crescono sui ricchi suoli vulcanici ai piedi del Vesuvio nella regione Campania. La società è cresciuta costantemente nei decenni successivi ampliando la gamma dei prodotti, la propria estensione geografica attraverso i continenti, e aumentando costantemente la sua clientela.

https://www.besanaworld.com/

FRESCO

Solo Italia

BEVANDE

B & G

Solo limoni di Sicilia, dall’aroma unico e intenso, colti, selezionati e spremuti: dalla pianta alla bottiglia. L’azienda è nata a Perugia quasi 30 anni fa da una famiglia unita dalla passione per i frutti della terra, per l’eccellenza agro alimentare e per l’innovazione. Da allora continua a mantenere viva la passione per la qualità e per la terra, al servizio di un consumatore moderno, sempre più attento e consapevole. http://www.limmi.it/

Nasce nel 1997 alle porte di Milano, città con cui da sempre ha un legame e una sintonia profondi. Da oltre 25 anni l’azienda continua a fare ciò che la appassiona: preparare i dessert della tradizione italiana e internazionale con un tocco di creatività e fantasia per una esperienza unica e mai banale. https://solo-italia.com/

Una storia che da oltre 70 anni continua ad appassionare tutti gli italiani, una storia fatta di tradizione, qualità ed esperienza, ma anche di innovazione, modernità, voglia di crescere e di raggiungere traguardi sempre nuovi. Nata da maestri artigiani oggi è leader nel mercato del gelato sfuso industriale.

https://www.sammontana.it/

CURA CASA

Mil Mil 76 .

Molto conosciuta nel proprio settore, con alle spalle oltre 40 anni di esperienza. In tutti questi anni ha continuato a svilupparsi ed espandersi, e si propone oggi come una realtà affidabile e riconosciuta. Nel corso della sua attività si è sempre attenuta al principio della qualità, che è divenuto negli anni il fattore determinante per il successo.

https://milmil.it/

CURA PERSONA

In.chi.pla.

Da sempre desidera la soddisfazione dei propri clienti, si impegna a fondo per garantire sempre la migliore qualità made in Italy. Un team giovane con competenze trasversali, dall’ufficio commerciale al customer service, è preparata e competente per riuscire a soddisfare al meglio le richieste dei clienti. www.inchipla.com

PET CARE

Celmax Italia

Nasce nel 2007 dalla volontà di tre società, già affermate in Europa, per sviluppare le linee di business – Pet Care, Personal Care e Baby Care – anche sul mercato italiano. Esperienza, diversificato assortimento e un servizio impeccabile in ambito private label, hanno reso l’azienda un punto di riferimento della grande distribuzione organizzata e della grande distribuzione specializzata.

https://www.celmaxitalia.it/

ALTRI PRODOTTI NON FOOD

Martini

Da 50 anni produce accessori e spugne per la cura del corpo e del viso, spazzole, guanti, anche spugne e panni per la pulizia di casa e auto. Ha tra i propri best seller le Beauty Sponge: spugne imbevute di olii o essenze, alcune con anche dei semi per un effetto scrub.

https://www.martinispa.com/

Mdd alla prova del post-inflazione

Considerando il contesto di incertezza, ma anche di prospettive più positive rispetto agli anni precedenti, come possono muoversi i retailer della Gdo per programmare le proprie iniziative e piani marketing?

Inflazione che resta, inflazione che se ne va. Osservando i segnali sulla fiducia dei consumatori dell’Oecd, sull’inflazione alimentare dai centri nazionali di statistica e sul percepito dei consumatori in Europa dalla recente indagine dunnhumby, sembra che il quadro si stia lentamente rasserenando. Molte nubi inquietano i consumatori (dai conflitti in Ucraina, in Medio Oriente, alla scarsità di prodotti a scaffale), ma al tempo stesso cala la preoccupazione legata all’inflazione. Scendono al 53% (erano 71% lo scorso settembre) coloro che percepiscono prezzi ben più alti rispetto a un anno fa, e calano al 47% (erano 57%) coloro che sentono un minor potere d’acquisto (dunnhumby Consumer Pulse, marzo 2024, 2.000 intervistati tra Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito).

La Mdd guida il risparmio

Considerando il contesto di incertezza, ma anche di prospettive più positive rispetto agli anni precedenti, come possono muoversi i retailer della Gdo per programmare le proprie iniziative e piani marketing? Quale il ruolo della Mdd in questo nuovo scenario, con il possibile rallentamento dell’inflazione e un minor stress sul budget degli italiani, che ne erano stati volani di crescita?

ll risparmio rimarrà un punto nevralgico, soprattutto per una larga fascia di persone più sensibili al prezzo. Per il 48% degli intervistati il ruolo delle insegne Gdo è di “aiutare a risparmiare sulla spesa, rientrando nel budget”. Per risparmiare, i consumatori acquisteranno più Mdd (66%), più spesso ai discounter (62%) e prodotti in promozione (62%).

Guardando da vicino il dato italiano, 2 italiani su 3 acquistano Mdd e continueranno a farlo o inizieranno in futuro (trend stabile da settembre). La Spagna guida il campione di mercati analizzati dalla ricerca con l’84% degli intervistati propositivi al tema Mdd, dato che spiega il tasso di crescita di quota mercato della Mdd che negli ultimi anni ha registrato +2p.p., il doppio rispetto alla media europea (NielsenIQ 21-22). Sempre rimanendo in Italia, i clienti “Mdd fidelizzati” li troviamo tra coloro che tendono a preferire i supermercati come canale per la propria spesa e si collocano nella fascia sotto i 55 anni, vivono in città o in paese. Sembra invece che la prossima ondata di “sperimentatori della Mdd” arriverà dagli over 55 che vivono in ambienti rurali e più isolati. Loro, infatti, hanno segnato i punti più alti di interesse a provare e acquistare più Mdd in futuro.

Entusiasmo e Cura: consumatore tra Mdd e marchio dell’industria

Detto ciò, una minore pressione sul budget riapre ad altri due bisogni: maggior entusiasmo e maggior prendersi cura di sé e dell’ambiente. Sul primo, i retailer di successo stanno innovando sulla Mdd e collaborando con l’industria per portare sul mercato innovazioni ed esperienze d’acquisto che coinvolgono il consumatore. Notevole il ruolo crescente del retail media come piattaforma pubblicitaria capace di entusiasmare e influenzare le decisioni d'acquisto. Il 23% degli intervistati ritiene che la comunicazione in negozio e le offerte personalizzate siano efficaci, seconde solo alla TV con il 30% d'accordo, davanti al 21% dei social.

Riguardo al prendersi cura è interessante notare il parallelo tra benessere individuale (cura di sé) e sostenibilità ambientale (cura dell'ambiente). In entrambi i casi, circa la metà degli intervistati è consapevole dell'impatto positivo di uno stile di vita sano e dell'impatto ambientale dei propri acquisti. I retailer che riescono a distinguersi su queste leve lo fanno

grazie a iniziative guidate dai dati e ad un’attitudine di test & learn. Essi, infatti, hanno attributi prodotto di salute e impatto ambientale che permettono di misurare gli effetti delle loro iniziative nei propri clienti, a testare nuove idee rapidamente con l’industria e a innovare.

Su questi due temi, come si rapportano la Mdd con l’industria di marca?

Abbiamo già illustrato nei precedenti numeri come i retailer utilizzino sempre più la leva Mdd per offrire alternative salutari e sostenibili a buon prezzo, e al tempo stesso alcuni casi di retailer migliorare le proprie offerte premium per entusiasmare il consumatore.

Detto ciò, abbiamo indagato da vicino il rapporto tra marca del distributore e marca dell’industria per caprine meglio il complicato rapporto dagli occhi dei consumatori. Quel che emerge è uno scenario in cui l’Italia sta emergendo sul lato Mdd, ma al tempo stesso c’è uno zoccolo duro di brand che ha creato un legame solido con i propri clienti, molto più di quanto avvenuto in altri mercati.

Ci piacciono i clienti che fanno domande, per questo diamo valore a produttori sinceri e appassionati. Ci piacciono persone e negozi che amano e che vogliono migliorare il proprio lavoro.

Per questo abbiamo selezionato, scelto e proponiamo quattro collezioni di prodotti, quattro marchi distintivi.

Per rendervi ancora più liberi di sceglierci.

Quattro collezioni per distributori un pò speciali: storie di identità, valore e territori.

Cibo, quel piacere tutto italiano
Per te, la tua famiglia, la tua casa
Le terre e i cieli d’Italia
Sapori speciali per i giorni di festa

Dalla ricerca è emerso infatti che il 34% degli italiani dichiarano che pur avendo alcuni brand che amano, si ritengono aperti ad acquistare Mdd quando capita. Un dato inferiore al 40% del Regno Unito, ma sopra la media del panel europeo, intorno al 31%. Dall’altro lato, interessante notare come sia Italia che Francia, invece, spicchino sul ruolo dei brand dell’industria nella vita delle persone: il 13% infatti dice di amare i prodotti di marca, visto che li fanno sentire bene, elevandone il valore edonistico e semiotico, contro una media europea intorno al 9% e opposti al Regno Unito con solo il 4% d’accordo.

Un rapporto dunque in evoluzione, in cui, passato il solo confronto sulla convenienza e sul prezzo, si punta sempre più a competere tra brand, tra identità ed emozioni. I consolidati marchi dell’industria dovranno rinnovare il patto con i propri acquirenti più fedeli; mentre i brand della distribuzione dovranno trovare il loro spazio e il loro significato, unico e distintivo della mente e, soprattutto, nel cuore delle persone.l

Siro Descrovi customer strategy manager Dunnhumby

FEDELI ALLA LINEA. Su cosa puntano i retailer per trattenere i clienti sulle private label

L’inflazione continua, seppur in misura leggermente minore, a erodere il potere d’acquisto dei consumatori che negli ultimi due anni hanno aumentato la quota di prodotti Mdd nei propri carrelli. Ma l’industria di marca non sta a guardare, dunque ogni retailer attiva le proprie leve per mantenere i clienti sulle proprie proposte.

Secondo le rilevazioni Istat, nel mese di febbraio l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelerava da +2,7% a +2,4% e quella al netto dei soli beni energetici da +3% a +2,7%. La stabilizzazione dell’inflazione procede però in maniera diseguale a seconda degli ambiti: in rallentamento risultavano i prezzi degli alimentari non lavorati (da +7,5% a +4,5%) e lavorati (da +4,5% a +3,8%), per contro, si attenua la flessione dei prezzi dei servizi energetici non regolamentati (da -20,4% a -17,2%) e regolamentati (da -20,6% a -18,6%), mentre accelerano i prezzi dei servizi relativi alle comunicazioni (da +0,2% a +0,7%).

da +7,5% a +4,5%: i prezzi degli alimentari non lavorati e lavorati secondo l’Istat

da +4,5% a +3,8%: i prezzi degli alimentari lavorati

da -20,4% a -17,2%: i servizi energetici non regolamentati

da -20,6% a -18,6%: i servizi energetici regolamentati

da +0,2% a +0,7%: i prezzi dei servizi relativi alle comunicazioni

Fonte: Istat – febbraio 2024 vendite (dato generico su base annua): +0,4% a valore -0,8% a volume

A ciò si aggiunga che, sempre l’Istat, a maggio mostrava come continuasse imperterrito l’allargamento della forbice prezzi-volumi. Stando alle rilevazioni dell’Istituto italiano, le vendite al dettaglio crescevano a valore dello 0,4% (per gli ultimi aumenti dei prezzi) e calavano a volume dello 0,8% su base annuale. In particolare, i prodotti alimentari erano in crescita dell’1,4% a valore e in calo dello 0,8% a volume, mentre i non-alimentari cedevano su entrambi i fronti, rispettivamente -0,3% e -0,8%.

IL PARERE DE LA DORIA

«Il segreto del successo delle PL sta nel garantire un livello qualitativo in linea con il brand: quando questo si verifica, il cliente è disposto a dare una chanche ai prodotti più innovativi.» Lo dice Diodato Ferraioli, chief commercial officer di La Doria, azienda che è leader europea nella produzione di sughi pronti a marchio del distributore. «Per il biennio 2024-2025, continueremo a fare innovazione, in linea con le richieste del mercato: investiremo nei prodotti, con una ricerca continua per individuare nuove ricette e varianti e focalizzeremo ancor di più la nostra attenzione alla ricerca di packaging sempre più sostenibili, che rispondano alle nuove esigenze del mercato».

IPER - LA GRANDE I: PRIVATE LABEL, BELLA SCOPERTA (E RICONFERMA)

Nel 2023 anche la PL ha dovuto affrontare la richiesta continua e importante di variazione dei listini da parte dei produttori ma, diversamente dall’industria di marca, ha dovuto mantenere i prezzi calmierati. «Questa strategia ha portato molti consumatori a spostare gli acquisti sulla PL scoprendone il vantaggioso rapporto qualità-prezzo.» È quanto ammettono, da Iper - La grande I, Simona Ometti, senior buyer PL per lo scatolame salato e Isabella Vignola, junior buyer PL per il libero servizio. «Questa abitudine d’acquisto si è confermata anche sul primo trimestre 2024, sebbene non abbia mantenuto lo stesso tasso di crescita a volume. All’interno della private label sono cresciuti sia la fascia “alta gamma” che quella “mainstream” ma il segmento entry level è quello che ha registrato il tasso maggiore. Le attività promozionali che sono state fatte fino a ora hanno creato fedeltà nei confronti della nostra PL, affianco a ulteriori azioni a come la maggiore visibilità dei prodotti a marchio al bancone e una costante revisione assortimentale per lo sviluppo di prodotti in linea con i trend di mercato e che assecondino le richieste dei consumatori».

VéGé: PER LE PL

IL SEGRETO È ESSERE PIONIERE DI NUOVI

TREND

Che negli ultimi tempi il prezzo di vendita sia diventato il fattore determinante nelle scelte di molti consumatori italiani è l’assunto da cui partono in Gruppo VéGé. «Ma se per alcune persone è fondamentale che la marca del distributore mantenga il suo ruolo di alternativa ai marchi industriali noti sugli scaffali, è pur vero che per altre la fedeltà alla marca del distributore è legata alla capacità di soddisfare nuovi bisogni, cosa che da alcuni anni gran parte dell’industria ha smesso di fare» Ne è convinto Marco Pozzali, responsabile Mdd di VéGé: «Considerando gli ultimi trend nutrizionali, come il proteico, la PL ha spesso giocato un ruolo pionieristico su prodotti che hanno successivamente dimostrato di saper restare su mercato e non essere semplicemente una moda passeggera.

Nell'ultimo anno, per esempio, la domanda di pet food e pet care è rimasta elevata. Come Gruppo, abbiamo sviluppato un ampio assortimento con il marchio Mucho Amor, trasversale a tutte le imprese del Gruppo, che spesso ha sostituito le PL locali che, a causa dei volumi limitati, non permettevano di offrire un assortimento sufficientemente ampio o competitivo. I clienti si sono dimostrati disposti a orientarsi verso il nuovo marchio e, in pochi mesi, i riordini hanno confermato la loro fidelizzazione».

MAI ABBASSARE LA GUARDIA

Dinanzi ai risultati della private label in Europa (il 38% del valore delle vendite) e in Italia (29,7%), con un trend positivo anno dopo anno, l’industria di marca passa al contrattacco, tra comunicazione e pressione promo ed è importante che i retailer, non si facciano trovare impreparati, come sostiene Marco Pozzali di Végé: «Nello scenario odierno è cruciale anticipare i risultati di una diffusa deflazione, sia attraverso nuove condizioni di acquisto che mediante una rinnovata pressione promozionale. Le vendite del primo trimestre dimostrano che il ritorno delle attività promozionali da parte dell'industria sui propri marchi potrebbe compromettere la vendibilità della PL, a meno che non venga tempestivamente e correttamente riposizionata».

+19%: trend 2023 della private label Dit

98%: penetrazione della Mdd Dit nei carrelli da gennaio ad aprile 2024

18-19 €: scontrino medio di ciascun negozio

+35%: crescita del progetto delle carni Mdd nel primo trimestre 2024

+95%: la crescita della gastronomia da banco nello stesso periodo

300%: la crescita dell’ortofrutta, a parità di assortimento

GRUPPO DIT: OTTIMI RISULTATI GRAZIE ALL’OSSERVAZIONE DEL CLIENTE E A PROGETTI AMBIZIOSI

Nel 2023 la private label Dit ha registrato un trend del +19% distribuito in modo equo su tutti i reparti. I diversi posizionamenti della Mdd sono tutti cresciuti, ma le cifre più rilevanti hanno riguardato le mainstream Sigma e Sisa. Le ragioni sono diverse, come spiega Alessandro Camattari, direttore marketing e commerciale del gruppo bolognese: «Anzitutto abbiamo aumentato la numerica delle referenze. In seconda battuta - e questo è stato l’elemento decisivo - in due anni di iperinflazione, abbiamo lavorato insieme ai fornitori per costruire un paniere di articoli di grande convenienza, individuando condizioni ottimali di acquisto e vendita dei prodotti che garantissero margini comunque interessanti». Inoltre, la pressione promozionale sulla private label è aumentata e contestualmente i prezzi sono stati bloccati da ottobre 2023, senza interruzioni. «Attraverso il nostro nuovo Crm riusciamo a leggere in modo puntuale il comportamento dei clienti fedeli anche sul nostro prodotto a marchio. Nei primi quattro mesi del 2024, la penetrazione della Mdd è nel 98% degli scontrini. In ogni spesa ci sono mediamente 1,90 articoli per un valore di 3,90 € che sale a

4,40 € per i soli titolari di carta: dobbiamo sempre ricordare che la nostra è una rete di vicinato, con frequenza di visita plurisettimanale e scontrino medio tra i 18 e i 19 €». A gennaio 2023, affianco ai progetti su carne e gastronomia da banco (già attivi da qualche anno), è partito il progetto sull’ortofrutta, con il quale Dit ha deciso di lavorare soltanto attraverso prodotti italiani e di filiera, presenti nei negozi esclusivamente nel momento in cui sono di stagione. «A distanza di un anno – dice Camattari – se il progetto delle carni Mdd cresce nel primo trimestre del 35% e la gastronomia da banco del 95%, l’ortofrutta, a parità di assortimento, ha una crescita triplicata».

I SEI PUNTI IMPRESCINDIBILI PER “TRATTENERE” IL CLIENTE

Ad aprile 2024 il Retail Institute ha pubblicato un report di Dunnhumby, leader globale nella scienza dei dati dei clienti, intitolato “Winning with private brands, the customer first way” nel quale analizza il crescente ruolo del marchio privato del retailer nel potenziare le vendite, l’engagement e la fedeltà del cliente. Secondo questo documento, sei sono le principali direttive su cui orientarsi per catturare la fedeltà del cliente: valore, salute, sostenibilità, qualità, profondità di assortimento e brand activation. Ogni retailer percorre tutte queste strade, dando però una prevalenza a una di queste.

CONAD: PRIMO PREZZO O NO, LE PRIVATE LABEL PRENDONO

IL VOLO

«Nel 2023 la nostra Mdd ha realizzato un fatturato di 6 miliardi, in crescita del 13% sul 2022. Nel primo trimestre del 2024 ha continuato a crescere arrivando, nel mese di aprile, a una quota che sfiora il 34%.» Lo afferma Alessandra Corsi, direttrice marketing e Mdd di Conad. «I clienti fidelizzati alla nostra private label hanno confermato le loro preferenze. All’interno del nostro portafoglio, proprio a causa dell’inflazione, abbiamo rilevato una preferenza maggiore per i prodotti mainstream e funzionali, rispetto alle linee premium e al biologico. La priorità per Conad è soddisfare i bisogni dei nostri consumatori, oggi molto forti in ambito salute e benessere, attraverso il rilancio della marca Piacersi, che sarà anche veicolo di innovazione di gamma e sarà supportato da un importante piano di comunicazione. Infine, continua il percorso di valorizzazione dell’offerta premium, grazie a Sapori&Dintorni e Sapori&Idee nell’alimentare e grazie al brand Essentiae Lab nelle categorie toiletries.»

6 miliardi: fatturato Mdd Conad nel 2023, +13% sul 2022

COOP: SI BATTE SULLA DIFESA

DEL POTERE D’ACQUISTO E RISPOSTA ALLE TENDENZE

Per Coop il 2023 è stato l’anno in cui può dirsi sostanzialmente concluso il progetto di riposizionamento che in due anni ha portato a scaffale circa 5.000 nuovi prodotti a marchio (tra inediti, riformulazioni e cambi di packaging). L’incidenza sul totale delle vendite ha superato il 40% e a fine 2023 il fatturato generato dal prodotto a marchio Coop ha toccato i 4,5 miliardi. Al centro dell’iniziativa rimane prioritaria la difesa del potere di acquisto dei soci e dei semplici consumatori, sostiene Francesco Scocozza, direttore grocery e responsabile prodotto a marchio Coop Italia. «A febbraio 2024 poi abbiamo lanciato quattro linee innovative pet food, pensate per il benessere di cani e gatti, per un totale di 200 prodotti. Anche nell’alimentare sono state rinnovate categorie importanti come le conserve di pesce, le conserve di verdure o i salumi. Il risultato è dimostrato da un tasso di penetrazione che supera il 95%, ossia la quasi totalità dei nostri clienti ha messo nel carrello almeno un prodotto a marchio. Per esempio, nel 2023 abbiamo ampliato la nostra presenza nel beauty lanciando le due nuove linee Chiringuito e Cosmecos. Ottime performance anche per i prodotti beauty della storica linea Vivi Verde

5.000: i nuovi prodotti a marchio di Coop in due anni

Oltre il 40%: l’incidenza dei nuovi prodotti a marchio sul tot. vendite

+ del 95%: il tasso di penetrazione dei prodotti Mdd Coop nei carrelli

4,5 miliardi di euro: fatturato Mdd Coop

200: i prodotti petfood lanciati a marchio Coop nel 2024

Coop, con alcuni di questi divenuti best seller del 2023, come la mousse detergente delicata addolcente, il latte detergente idratante e soprattutto la crema giorno rivitalizzante antiossidante, che nello scorso anno ha registrato la maggior crescita di vendite. Oggi questa linea è la punta di diamante del segmento, che vanta prodotti certificati 100% naturali secondo il rigoroso standard internazionale per la cosmesi naturale Natrue».

SELEX: PROMOZIONI, COMUNICAZIONE E AMPIEZZA DI ASSORTIMENTO

Anche in Selex il 2023 è stato un anno particolarmente positivo per tutte le marche del distributore del Gruppo in termini di quota di mercato e di fatturato, registrando una crescita del 19% e vendite per oltre 2 miliardi di euro. «Nel primo trimestre del 2024 assistiamo in generale ad una riduzione della crescita dei volumi. Va detto, però, che nell’ultimo anno i clienti delle marche del distributore non solo sono rimasti fedeli ma hanno anche ampliato la numerica di categorie. – ammette Luca Vaccaro, direttore Mdd del gruppo Selex – La fedeltà del consumatore è un valore inestimabile e va costruita: con la qualità del prodotto, la capacità di rispondere a specifici bisogni, il giusto prezzo, l’assortimento. Ognuno dei nostri soci ha costruito casi di successo. Per esempio, se pensiamo al pet food, quando circa il 50% del venduto passa attraverso la marca del distributore e la categoria risulta alto vendente rispetto al mercato, gli obiettivi sono centrati. Certo, la comunicazione ha giocato

+19%: l’aumento delle vendite delle

Mdd Selex, oltre 2 miliardi di euro.

50%: le vendite in pl nel settore petfood (case history)

molto. Sul marchio Selex, in particolare, lo scorso anno sono stati fatti investimenti importanti (tra i più alti degli ultimi periodi) e i messaggi in tv, radio, digital media e nei punti vendita, hanno permesso al marchio di registrare una crescita a valore e a volume tra le più alte del mercato. Ciò che miglioreremo sarà l’ampiezza deli assortimenti per copertura totale dei bisogni, maggiore velocità di ingresso a scaffale nel caso di novità con nuove linee di prodotto in linea con i nuovi trend come, per esempio, Più Prò (ad alto contenuto proteico)». l

Maria Teresa Giannini
giornalista professionista specializzata nel largo consumo

A FARE IL PUNTO CON PL MAGAZINE È

MICHELA COCCHI, BRAND MANAGER DI DESPAR ITALIA

Despar Italia: un miliardo di private label

Il gruppo consortile, oggi formato da sei aziende che coprono tutta la nostra Penisola, distacca molti altri operatori della Gdo, con un’incidenza dei prodotti a marchio proprio molto elevata e che punta al 25 per cento.

Despar Italia (4,4 miliardi di fatturato alle casse nel 2023, +5,6%, di cui un miliardo dovuto alle Mdd) corre sulle private label, che presentano ragguardevoli incrementi sia in valore, sia in volume. Lo dimostrano i dati e una serie di progetti, che evidenziano una forte attenzione verso le specialità del territorio, ma anche nei confronti delle categorie emergenti. A fare il punto con PL Magazine è Michela Cocchi, brand manager di Despar Italia.

Attualmente quanto incide la PL?

Alla fine del 2023 Despar Italia ha raggiunto una quota Mdd, sul totale delle vendite grocery, pari al 22,4%, con un incremento di 1 punto rispetto al 2022 e registrando performance positive sia a valore (+12,8%), sia a volume (+7,1% sul 2022). I primi mesi del 2024 ribadiscono queste performance: l’incidenza della Mdd Despar, a maggio 2024, era del 23,7% (+1,3% sul corrispondente) e di 1,1 punti più alta in rapporto alla media nazionale, che, secondo NielsenIQ, si piazza al 22,6 per cento. E il nostro obiettivo è di toccare, entro il 2025, il 25 per cento.

4,4

Quante sono le gamme, i marchi e le referenze a marchio privato?

Oggi sono 16 le linee Mdd Despar. Esse comprendono 3.800 prodotti e un totale di 4.700 referenze, le quali permettono di soddisfare ogni esigenza, coprendo tutte le categorie, dalla spesa quotidiana fino alle linee più specializzate, come le alternative ai piatti di origine animale, le eccellenze gastronomiche e le specialità locali, i prodotti funzionali e salutistici, la cura della persona e della casa, o il pet-food.

Quali sono i vostri best seller?

Per il marchio privato i nostri articoli più venduti sono decisamente i freschissimi, dalle insalate di IV gamma (a marchio Despar), ai pomodorini e carote (a marchio Passo Dopo Passo), fino ai latticini (latte parzialmente scremato Uht, mozzarelle, Parmigiano reggiano e Grana padano). Ai vertici è anche il nostro olio extravergine d’oliva 100% italiano, a marchio Premium.

Parliamo di lanci...

Nel 2023 abbiamo arricchito l’assortimento con 222 nuovi prodotti e realizzato 308 restyling. E, nel 2024, in previsione ci sono altre 200 referenze, in tutte le aree merceologiche, oltre all’aggiornamento delle linee esistenti. Recentemente il nostro brand Premium si è arricchito con tre nuove varietà di peperoncino e due di pepe di diverse origini e con diversi livelli di piccantezza. E ancora: sono state introdotte novità nella linea di piatti pronti Despar Enjoy e aggiunte molte ‘ricette’ a marchio Despar (Farro alla mediterranea, Bulgur e quinoa all’ortolana, Couscous con verdure, Insalata di riso con verdure) e una referenza di pancake. Aggiungeremo anche alla nostra offerta nuovi prodotti proteici nella categoria dei freschi e svilupperemo bevande vegetali, anch’esse proteiche. Continueremo poi a guardare allo sviluppo dell’alimentare di fascia medio-alta, che valorizza le filiere corte e i prodotti tipici, rappresentati nella gamma Despar Premium.

LE CIFRE CHIAVE DI DESPAR ITALIA

Quanti sono i vostri fornitori?

Per lo sviluppo della nostra Mdd lavoriamo con circa 450 aziende, al 98% italiane. I nostri copacker, così come gli altri fornitori, diventano nostri partner e le collaborazioni che avviamo tendono a essere pluriennali. Siamo convinti, infatti, che solo un rapporto di lungo periodo consenta di garantire il successo attuale e programmarne uno sviluppo basato su ricerca e innovazione. A garanzia del livello di qualità e sicurezza tutti i fornitori Despar sono sottoposti a un processo di controllo tramite audit periodici. Nella scelta dei partner un’attenzione crescente è rivolta alla sostenibilità: in questa prospettiva, negli ultimi anni, abbiamo implementato, con le imprese fornitrici, un percorso per calcolare l’impatto ambientale dei prodotti Despar in termini di CO2, per poi lavorare alla riduzione dell’impronta carbonica.

Despar è nota per la forte capillarità della rete. Ci sono, quindi, molti fornitori locali?

Da sempre Despar mette al centro della strategia di sviluppo della propria Mdd la valorizzazione delle filiere produttive locali: se il 98% dei partner, come detto, è italiano, il 91% produce nel nostro Paese. Nell’assortimento particolare attenzione è riservata alle proposte del territorio sia nelle linee mainstream, sia in quelle di nicchia. Per esempio, il brand di alta gamma Premium racchiude un’ampia offerta di Dop e Igp. E questa linea ogni anno, nel periodo natalizio, è sostenuta dal progetto ‘Special edition’, che, per l’appunto, offre alimenti regionali ed esclusivi in edizione limitata.

E i vini?

Escludendo il vino da tavola, contiamo più di 80 etichette Mdd, spumanti compresi, di cui 45 di filiera, raggruppate a loro volta in 10 etichette, diversificate per regione. La nostra cantina copre la varietà di quasi tutti i territori nazionali e anche le uve del nostro vino da tavola in brick hanno origine italiana. Proprio per raccontare le specificità dei vini abbiamo creato, insieme ai nostri fornitori, un progetto di filiera, la Cantina Despar, per la valorizzazione delle eccellenze Doc e Docg. La logica di filiera comporta un rigoroso controllo della produzione della materia prima, dalla raccolta e trasformazione, fino alla scelta e selezione dei lotti agricoli. Ne risulta un prodotto tracciato, che si contraddistingue per un alto livello qualitativo, il quale trova le sue premesse già nel vigneto.l

Luca Salomone

giornalista professionista specializzato in beni di consumo, distribuzione, centri commerciali e finanza

Fidelizzare i consumatori

Il successo non si deve soltanto alla combinazione di qualità, vasta scelta e convenienza, ma anche a comunicazione efficace e tempestiva. A&B Studio consiglia una strategia specifica per la Mdd.

Le Mdd stanno conquistando sempre più fedeltà da parte dei consumatori, grazie alla loro capacità di evolversi costantemente in relazione alle mutevoli esigenze del mercato. Offrono una vasta gamma di prodotti, dalle selezioni premium all’utilizzo di materie prime locali e biologiche, introducendo regolarmente nuove linee e aggiornando l’offerta così da rispondere a ogni nuova tendenza. Il successo delle Mdd non si deve soltanto alla combinazione di qualità, vasta scelta e convenienza, ma anche a strategie di comunicazione efficaci e tempestive, sempre più necessarie per evidenziare tutti i plus della marca privata in un panorama molto competitivo. In tal senso, abbiamo sviluppato per i nostri partner un approccio personalizzato che parte dalla fase strategica e coinvolge attivamente tutti gli stakeholder. Ciò che spinge i produttori e i distributori di Mdd ad affidarsi ad A&B Studio è il metodo. La creazione, lo sviluppo di una marca privata inizia con un’analisi approfondita dello scenario e delle abitudini dei consumatori: ricerche di mercato, focus group e analisi dei comportamenti di acquisto permettono di identificare un posizionamento unico e di sviluppare di conseguenza la personalità del brand in maniera distintiva, attraverso un’identità visiva coerente e riconoscibile che comprende logo, palette di colori, tipi di carattere, design del packaging e molto altro. Il packaging, poi, gioca un ruolo cruciale nell’attrarre il giusto target nel processo di fidelizzazione: è uno strumento per comunicare i valori del brand e mostrare l’attenzione verso i consumatori, creando un’esperienza d’acquisto (e la successiva esperienza d’uso) semplice e intuitiva. Packaging flessibili, adattabili a diverse referenze merceologiche, garantiscono coerenza e riconoscibilità anche in linee dall’assortimento molto vasto, facilitando la riconducibilità dei prodotti alla marca madre, essenziale per sviluppare un rapporto di fiducia. La comunicazione integrata, infatti, ricoprirà un ruolo sempre più importante per garantire alle Mdd di guadagnare la stima dei consumatori. Affidarsi a un’agenzia specializzata può assicurare che gli sforzi investiti oggi possano dare frutti domani. l

Antonio Ballotta ceo e fondatore di A&B Studio

La Mdd sempre più “marca”, ma con ancora molta strada da percorrere

In questo articolo ci interrogheremo (con alcune risposte) sulla crescita di standing della marca del distributore. Ci chiediamo in primo luogo quanto e se possa assurgere a dignità di “marca tout-court”. E ovviamente non ci interessa discutere se questo sia un bene o un potenziale rischio.

Che la Mdd sia protagonista del carrello della spesa non è un’opinione, è un fatto: solo il 16% dei consumatori esprime esplicita sfiducia verso la Mdd � . E coerentemente, il consumatore percepisce incrementi di acquisto dei prodotti a marchio nel proprio carrello, lo dicono i dati delle carte fedeltà, lo dicono le rilevazioni del sellout e lo dicono le persone che dichiarano per il 37% di aver aumentato gli acquisti di prodotti a marca privata. Ma qui vogliamo interrogarci sull’equity della marca privata.

E per farlo ci avvaliamo dei dati di una delle molte ricerche Eumetra sulla Mdd. In particolare, per comprendere meglio quest’equity, abbiamo sviluppato uno studio tra due cluster di consumatori che consigliamo di osservare per la loro significanza nella società: le famiglie con figli conviventi (a cui Eumetra dedica, peraltro, un Osservatori specifico) e i millennials (la generazione che per quanto sia professionalmente attiva, vive più delle precedenti una dimensione di precarietà). Entrambi i cluster percepiscono una riduzione del numero di prodotti/ referenze nel carrello: il 54% dei Millennials e il 61% delle famiglia con figli conviventi sostiene che il proprio carrello è più vuoto rispetto a un anno fa. Entrambi i cluster dichiarano di aver incrementato gli acquisti di marca privata � .

È però sul profilo valoriale della Mdd che si intravvedono le prime differenze: i millennials sono più critici quando si parla di trasparenza e comunicazione della qualità (due elementi su cui la Mdd dovrebbe comunque lavorare: sono i più deboli).

1 Eumetra, Osservatorio Benessere e Sostenibilità, edizione 2023

2 Eumetra, Novembre 2023, ricerca su popolazione, 1000 interviste

L’equity della Mdd

Ancor più interessanti solo le richieste che i due cluster pongono alla Mdd. In questo caso ci è apparso opportuno comprendere la domanda del consumatore di fronte a due segmenti: la marca privata primo prezzo (o “value for money”).

Le richieste alla marca privata di primo prezzo

Sono le famiglie con figli le più demanding: maggior convenienza, maggior fungibilità e maggior sicurezza.

Quando invece si osserva il segmento “premium” della Mdd, i due cluster invertono la propria perentorietà. Sono i millennials ad avanzare più richieste.

Le richieste alla marca privata premium

Ha la Mdd primo prezzo come target principale le famiglie con figli e la Mdd premium i millennials? Se proviamo a ragionare su ciò che le viene “richiesto” parrebbe proprio di sì.

Due attributi ci paiono ancor più rilevanti: la capacità di sostituire le marche più note e l’essere apprezzate in famiglia. Due elementi che ne definiscono la fungibilità e specificano come ci sia ancora una parte di cammino di strada da fare per la Mdd prima di assurgere a marca “tout court”.

Eumetra è un istituto di ricerca italiano e indipendente. Costituita nel 2015 da un pool di senior consultant, estende il campo della conoscenza attraverso ricerche sociali e di marketing che realizza, a livello nazionale e internazionale, dalle sue sedi in Italia e Svizzera e attraverso il suo network di partner locali selezionati in Europa e nel mondo.

Alberto Stracuzzi market research director di Eumetra

Specialità regionali: l’accento è sull’origine dei prodotti

Tra i valori che spingono la crescita del comparto, spiccano anche l’attenzione alla sostenibilità, la valorizzazione del territorio e il localismo.

Italianità, attenzione all’origine e rispetto delle tradizioni: sono questi alcuni degli aspetti che guidano la crescita dei prodotti tipici regionali e del made in Italy che, come definisce l’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino, rappresentano “il fenomeno più solido e longevo da 15 anni a questa parte”. I prodotti a marchio del distributore, tra le scelte predilette dei consumatori per qualità e convenienza, rappresentano un punto di riferimento sostanziale in questo ambito, con una conseguente valorizzazione del localismo e della territorialità.

PROVENIENZA, MA ANCHE TRADIZIONE E QUALITÀ

Tra le tendenze che maggiormente si fanno largo tra i consumatori, spicca l’attenzione all’origine dei prodotti, come fanno sapere dal reparto National Buying di Aldi: «I nostri clienti sono sempre più attenti alla provenienza delle referenze e ai metodi di produzione, per questa ragione lavoriamo ogni giorno per costruire con i nostri fornitori un dialogo continuo e sinergico. Il brand Regione che Vai è la linea che meglio esprime questa profonda sinergia ed esalta l’eccellenza gastronomica italiana, abbracciando le diverse tipicità del territorio con referenze anche Dop e

Aldi accelera sulla linea Regione che Vai

Tra i trenta brand che caratterizzano l’offerta di Aldi, Regione che Vai è il marchio che abbraccia l’offerta di tipicità regionali, tra le più rappresentative dei valori del “Prezzo Aldi”. «La gamma – proseguono dall’insegna – vuole incarnare per i consumatori un viaggio attraverso gli infiniti sapori delle tradizioni locali che compongono lo straordinario panorama gastronomico italiano. Valorizzando le Dop e le Igp del nostro territorio, come per esempio lo speck Alto Adige Igp o i bocconcini di mozzarella di bufala campana Dop, la linea offre prodotti in grado di garantire la migliore qualità al miglior prezzo per proporre ogni giorno la scelta più conveniente».

ALDI Regione che Vai

UN’ ESPLOSIONE DI SAPORI PER UN VIAGGIO

TRA LE ECCELLENZE ITALIANE

Con una linea completa, dall’antipasto al dolce, ALDI porta in tavola tutto il gusto delle eccellenze italiane con la linea “Regione Che Vai”, un omaggio alle tradizioni locali e alle peculiarità di tanti territori diversi in grado di fondersi per dare vita a ricette inedite e aprire la strada a nuovi percorsi di gusto.

Grazie alla collaborazione sinergica con fornitori italiani selezionati con estrema cura, i cosiddetti “Custodi del gusto”, ALDI invita i consumatori ad un viaggio alla scoperta dello straordinario panorama gastronomico italiano, tra D.O.P. e I.G.P.

Dai sapori tipicamente mediterranei del Sud, ai profumi di alta montagna, ogni referenza offre la possibilità di assaporare il gusto autentico di ogni angolo d’Italia.

Ne è un esempio d’eccellenza la dolcezza inconfondibile della Cipolla rossa di Tropea IGP che, con le sue tuniche concentriche carnose di colorito bianco e dall’involucro rosso, è la vera protagonista dei freschi piatti d’estate. Il microclima del periodo invernale e la mitigazione esercitata dal mare e dai

terreni freschi e limosi che accolgono la sua crescita rendono questo prodotto una vera e propria icona della dieta mediterranea.

Così come l’incontro tra tradi zione, territorio e inno vazione si fonde nel Melone liscio mantovano IGP, un’altra eccellenza dell’assortimento ALDI Regione che Vai dal sapore elegante e aromatico, che ricorda i frutti esotici.

A differenza del più noto melone retato, questo frutto di stagione ha una buccia totalmente liscia di colore bianco crema, resa particolare dai toni maculati giallo/grigi.

Nei suoi oltre 180 punti vendita, ALDI intende dunque proporsi come un ambasciatore della qualità dei prodotti tipici italiani, espressa attraverso un’offerta competitiva all’insegna della convenienza del PREZZO ALDI.

Igp». Quali sono, dunque, i plus che le aziende offrono alle insegne? Stefano Ziliotti, direttore commerciale e marketing di Gruppo Marenchino, condivide che «tra gli asset principali ci sono: tradizione, con la riscoperta delle antiche usanze casearie, la valorizzazione del territorio e del localismo; sostenibilità, con l’offerta di packaging riciclabili per le nostre referenze a libero servizio e banco taglio, e la qualità, con costanti attività di ricerca e sviluppo al fine di preservare le caratteristiche organolettiche delle materie prime del nostro territorio, per ottenere formaggi di alta qualità nel rispetto dei disciplinari di produzione».l

Gruppo Marenchino punta sulle novità

Attualmente, Gruppo Marenchino ha in assortimento quattro formaggi Dop di produzione propria, ossia Toma Piemontese, Bra Tenero, Bra Duro, Raschera e una serie di specialità realizzate con latte caprino, ovino e vaccino. Il processo produttivo avviene in modo tradizionale, con stagionatura lenta e fatta a mano. «Il Gruppo, inoltre, ha presentato diverse innovazioni strategiche – aggiunge Ziliotti – a partire dai formaggi di latte di bufala, dalla Robiola Spalmabile al Primosale, dal Tomino da Cuocere al Cremoso, ideati per coniugare la tradizione ca searia piemontese con la ricchezza di gusto del latte di bufala; una linea di Tomini da Cuocere, in diverse va rianti di latte, i formaggi di latte di capra, dal Freschis simo allo Stagionato, e il Cheeseboard che, attraverso il confezionamento in skindarfresh, permette ai con sumatori di degustare diverse tipologie di formaggio in un formato comodo e innovativo».

Fairtrade: il commercio equo e solidale sempre più targato Mdd

In Gdo sono quasi 2.500 le referenze certificate. In particolare cresce il Marchio d’Ingrediente, che nel corso del 2023 ha raggiunto i 1.017 prodotti sugli scaffali con un aumento di più del 17 per cento.

Èstato presentato il bilancio sociale di Fairtrade Italia, il documento che fotografa l’andamento delle vendite nel 2023 dei prodotti contraddistinti dalla famiglia di marchi Fairtrade, e l’impatto che l’organizzazione restituisce nelle comunità di produttori agricoli in Asia, Africa e America Latina. I consumatori riconoscono i marchi Fairtrade come indicazione della sostenibilità economica, sociale e ambientale di centinaia di prodotti (o ingredienti di prodotti) in vendita sugli scaffali di supermercati e ipermercati italiani. Parliamo di banane, caffè, cacao, zucchero, tè e molto altro, coltivati nel rispetto dei diritti delle persone e dell’ambiente. I consumi hanno sostanzialmente tenuto: lo scorso anno gli italiani hanno speso più di 500 milioni di euro in prodotti con almeno un ingrediente certificato. Le banane restano il prodotto principale in termini di volume con un interessante aumento dell’8% (14.379 tonnellate). Resta sostanzialmente stabile il cacao con vendite pari a 9649 tonnellate. In termini di percentuali l’aumento più significativo è stato nel non food, dove il cotone ha registrato un +9% (779 tonnellate).

LaGdo si conferma il più importante canale di diffusione dei prodotti Fairtrade, e la private label occupa uno spazio centrale: le referenze certificate nelle Mdd di Conad, Selex, Carrefour, Despar, Pam, Lidl, In’s Mercato e Aldi sono quasi 2.500. I prodotti che riportano il tradizionale marchio su sfondo nero Fairtrade rappresentano indicativamente i due terzi delle referenze. Si conferma la crescita del Marchio d’Ingrediente (cioè il Marchio Fairtrade su sfondo bianco, Fsi),

che nel corso del 2023 ha raggiunto i 1.017 prodotti sugli scaffali con un aumento di più del 17 per cento. La flessibilità nell’uso della materia prima consentita dal Marchio Fsi lo ha reso particolarmente adatto a essere utilizzato con il cacao: attraverso questo modello, infatti, il cacao Fairtrade è presente come ingrediente in molte ricette di prodotti, come i cereali per la colazione, le merendine, i gelati, i biscotti e in un’ampissima scelta di prodotti per le ricorrenze di San Valentino, Pasqua e Natale.

Grazie

alle vendite di prodotti in Italia, complessivamente sono stati assicurati benefici alle organizzazioni di agricoltori e lavoratori in Asia, Africa e America Latina pari a 3 milioni e 600 mila euro, sotto forma di Premio Fairtrade. Insieme al Prezzo Minimo stabile, il Premio è una componente fondamentale del modello Fairtrade. Nel concreto è una somma extra che le organizzazioni ricevono sul venduto Fairtrade per realizzare iniziative di interesse collettivo, decise attraverso un processo democratico. Il Premio può essere utilizzato per il miglioramento tecnico e produttivo delle imprese agricole, come l’acquisto di fertilizzanti o altri prodotti e macchinari per l’agricoltura. Oppure può essere impiegato per realizzare aule e strutture scolastiche, ambulatori sanitari o altro.

« La Mdd continua a essere centrale nello sviluppo del mercato Fairtrade in Italia e, grazie alle aziende e alle insegne della distribuzione, ogni giorno chi fa la spesa nei supermercati può scegliere tra quasi 2.500 prodotti con il marchio Fairtrade che promuovono la sostenibilità e il lavoro degli agricoltori. Siamo sempre più impegnati a supportare i partner anche nelle sfide determinate dalle nuove normative europee in merito alla dovuta diligenza sui diritti umani e sulla deforestazione: questa legislazione avrà un impatto molto rilevante sulla gestione di rischio nelle filiere di numerose materie prime e la nostra trentennale esperienza e credibilità su questi temi potrà sicuramente essere un vantaggio per molte aziende», ha dichiarato Thomas Zulian, direttore commerciale di Fairtrade Italia.l

ALDI PROPONE L’INIZIATIVA VIVI CONSAPEVOLE

Aldi mette a disposizione un assortimento completo di prodotti che rispondono a diverse esigenze nutrizionali. L’offerta, oltre a frutta e verdura sempre fresche e di qualità, si compone di linee di prodotti specificamente selezionate: dalle alternative senza glutine o senza lattosio per chi soffre di intolleranze, ai prodotti ad alto contenuto proteico per chi segue una dieta sportiva.

EUROSIREL E CONSILIA RAFFORZANO LA PARTNERSHIP PER

LA LINEA MEDICALE MDD

Continua la collaborazione tra Consilia, Mdd del Gruppo Sun, ed Eurosirel, azienda di Cusago (Mi) a cui è affidata da diversi anni la produzione dei prodotti medicali andando così ad ampliare sempre di più l’assortimento a marchio proprio. Insieme hanno sviluppato un ampio assortimento di prodotti naturali e ad alta medicazione per soddisfare le esigenze dei consumatori. Dai cerotti alle garze, fino ad arrivare alle maschere idrogel.

NASCE KINGAR, IL MARCHIO DI PET FOOD DI SUPERDRUG ITALIA

Superdrug Italia, la centrale acquisti che rappresenta Caddy’s, Piume, Vitulano Drugstore, Risparmio Casa, Pilato e Punto P, annuncia la nascita di Kingar, la prima marca del consorzio dedicato al Pet Food. Riguarderà un’intera linea di prodotti di alta qualità dedicata al mondo degli animali domestici e avrà un’incidenza sul fatturato globale calcolato intorno all’1% per l’anno in corso con margini di sviluppo significativi per i prossimi anni.

CORTILIA AVVIA UNA COLLABORAZIONE CON IL VIAGGIATOR GOLOSO

Prende il via la collaborazione tra Cortilia, piattaforma di spesa online, e il Viaggiator Goloso, brand premium del Gruppo Finiper Canova: sul sito cortilia.it sono disponibili oltre 400 prodotti del brand, mentre Cortilia si prepara a entrare per la prima volta nei punti vendita dei viali Premuda e Belisario a Milano e di viale Lomellina a Buccinasco de il Viaggiator Goloso con un corner dedicato alla sua offerta di frutta e verdura. la collaborazione rappresenta un’opportunità di sviluppo anche per il Viaggiator Goloso che, grazie al servizio di Cortilia, potrà distribuire i suoi prodotti in tutta Italia.

Scopri le Basi Pizza Vallefiorita e scatena la fantasia.

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Vallefiorita al PLMA di Amsterdam

La partecipazione alla kermesse dedicata alla marca del distributore si è dimostrata ancora un ottimo trampolino per raggiungere nuovi mercati e ampliare i contatti esteri.

Il Plma svoltosi lo scorso maggio, la grande vetrina della private label, si è dimostrata anche quest’anno un’ottima opportunità per le insegne e le aziende italiane. Rappresenta infatti il principale evento annuale per il settore del marchio del distributore in tutto il mondo, richiamando oltre 30mila professionisti del settore, produttori e rivenditori, acquirenti provenienti da supermercati, ipermercati, discount, farmacie, negozi specializzati e molti altri provenienti da 120 Paesi per esplorare le ultime novità, tendenze e innovazioni nel marchio del distributore. Nutrita anche la partecipazione del made in Italy, così come tanti sono stati i premi conseguiti sia dalle nostre insegne sia dai nostri produttori copaker. Come dimostra la testimonianza di Vallefiorita, azienda pugliese che ad Amsterdam ha portato i propri best seller, ovvero puccia salentina, basi pizza e focaccia alla pala, e le novità pinsa romana, padellino piemontese e schiacciata toscana. «Si conferma la fiera di riferimento della PL in Europa – conferma Francesco Galizia export manager di Vallefiorita –. Sono stati tantissimi gli incontri sia con la grande distribuzione sia con importatori e distributori. Stiamo portando avanti molte trattative e alcune di queste hanno ottime chance di arrivare a un esito positivo». L’azienda come ogni anno ha partecipato alla kermesse per rafforzare la propria presenza nei Paesi europei dove già è presente, ma anche per entrare in nuovi mercati. «Stiamo lavorando – prosegue Galizia – per rafforzare la nostra presenza soprattutto in Francia e Inghilterra, ma ci stiamo anche preparando all’ingresso in nuovi mercati come il Portogallo. In cantiere però abbiamo anche altri progetti. Stiamo già ideando, infatti, la realizzazione di un quarto impianto di produzione perché facciamo fatica a rispondere alla domanda di prodotto che ci arriva ormai da ogni parte del mondo. L’obiettivo futuro è quello di avere una produzione di surgelato tale da poter approcciare la Gdo oltre oceano». l

Fedeltà del Consumatore alle Private Label: Tendenze, Fattori e Strategie di Fidelizzazione

Accanto al prevedibile argomento del rapporto qualità-prezzo, anche le promozioni e gli sconti possono incentivare i consumatori a provare e successivamente rimanere fedeli, ma in modo meno stabile rispetto a quello basato sulla qualità percepita.

La propensione dei consumatori verso le private label è un fenomeno in crescita e sempre più rilevante nel contesto della grande distribuzione organizzata (Gdo). Recenti studi e rapporti del 2023 forniscono una panoramica dettagliata delle tendenze e dei fattori che influenzano questa scelta. Partiamo da una visione ampia citando un rapporto della società Usa Numerator, che esplora trimestralmente le tendenze dei volumi, i principali marchi di private label e il sentimento dei consumatori riguardo ai

marchi dei negozi. Secondo questo monitoraggio, i consumatori attribuiscono le seguenti caratteristiche ai marchi di private label Usa:

➡ Valore: il 57% dei consumatori ritiene che i marchi di private label offrano un valore superiore alla media rispetto al prezzo.

➡ Risparmio: il 43% dei consumatori acquista prodotti di private label per risparmiare denaro.

➡ Confronto: il 29% dei consumatori ritiene che i marchi di private label siano altrettanto buoni quanto i marchi conosciuti.

E in Italia?

Anche i report che monitorano gli shopper italiani concordano sulla crescita delle private label. Questa crescita va, inoltre, contestualizzata in un mercato in cui gli shopper cercano di contenere la spesa per atto d’acquisto con carrelli più piccoli, ma anche aumentando la frequenza di acquisto. In generale, molte delle modalità dello shopper italiano per superare il difficile momento economico sono allineate a quanto si fa anche nel resto d’Europa, anche se con qualche differenza legata allo scenario sociodemografico italiano. Da un lato, infatti, si tende a ridurre la dimensione del carrello, dall’altro si presta particolare attenzione alle promozioni, alla riduzione degli sprechi e alla scelta di insegne meno costose, aumentando per esempio la frequentazione di discount e drugstore, che sono i protagonisti della crescita e che allargano costantemente la penetrazione. Va anche sottolineato come l’atteggiamento degli shopper nel nostro paese sia diverso a seconda del cluster generazionale e come il trend di spesa media sia inversamente proporzionale all’età. Se i baby boomers hanno incrementato il valore della loro spesa media del 25% negli ultimi tre anni, i millennial lo hanno fatto per meno dell’1%. E dobbiamo anche pensare ai comportamenti della Gen Z che si affaccia sullo scenario con caratteristiche tutte sue! Inutile rimarcare l’evidente differenza tra i poteri d’acquisto di questi tre cluster, che è caratteristica di un paese con un’età media molto alta e con alta precarietà lavorativa per le generazioni più giovani.

Dato questo scenario e dato il presupposto dell’attenzione del consumatore al controllo dei prezzi e alla valutazione attenta delle proprie scelte, il tema della fedeltà del consumatore sembra essere complesso e multifattoriale. Come si misura la fedeltà? Sempre GFK ci dice che quasi tutte le famiglie italiane utilizzano almeno cinque carte fedeltà. I numeri riferiti ci parlano di più di 23 milioni di famiglie utilizzatrici e di una penetrazione di oltre il 92%. Coerentemente con questo dato, anche il nu-

mero delle insegne visitate dal singolo shopper risulta in lento ma progressivo aumento negli ultimi quattro anni. Ricordiamoci anche dell’aumento della penetrazione di discount e drugstore! Riassumendo, lo shopper ha comportamenti sempre più complessi con elevata frequenza di acquisto, relativa infedeltà all’insegna, e multicanalità. Se la fedeltà ai marchi di distribuzione può essere fragile, spesso legata alle condizioni economiche, i rivenditori possono aumentare la fedeltà a lungo termine attraverso strategie di miglioramento continuo della qualità dei prodotti. Innovare nelle linee di prodotto e comunicare chiaramente i valori può aiutare a trasformare la fedeltà basata sul prezzo in una fedeltà basata sul marchio. Il caso americano di Aldi citato precedentemente va in questa direzione.

Alcuni trend restano positivi nonostante il quadro economico generale e la riduzione del carrello. Sono quelli del benessere, con un aumento della penetrazione e della spesa media dei prodotti free from e plant based, e della funzionalità. L’high Protein si rivela inoltre un trend estremamente positivo nel 2023, così come si conferma il trend del light. Tutte queste promesse restano valide per gli shopper e le private label in grado di soddisfare queste necessità hanno l’occasione di intercettare più consumatori. Soprattutto, inoltre, va sottolineato il focus dei consumatori sul tema della sostenibilità, anche in Italia. I dati GFK e Kantar raccontano di una grande attenzione e preoccupazione dei consumatori su questo tema. La sostenibilità, anche in un periodo di difficoltà economiche, resta importantissima nella considerazione dei consumatori e permeerà sempre più le scelte di acquisto in futuro, soprattutto delle generazioni più giovani. Sviluppo di prodotti innovativi in trend e focus sulla sostenibilità potrebbe essere quindi la strada per offrire valore a lungo termine e creare maggiore fedeltà. i marchi privati devono innovare, poiché i loro acquirenti vogliono che i loro acquisti riflettano i loro valori. Per i rivenditori, questa è un'opportunità per dimostrare che i loro valori fondamentali e il loro impegno sono allineati con quelli dei loro clienti. Così facendo, rafforzeranno la reputazione del loro marchio e potranno godere della lealtà a lungo termine dei consumatori.l

A FARE IL PUNTO

CON PL MAGAZINE

B&G, IL SAPORE DI LIMONI CON UNA VESTE SEMPRE NUOVA

Per l’azienda la produzione a marchio privato nel nostro Paese supera quella a brand industriale. Un successo dovuto a qualità, innovazione, investimenti e packaging.

Èperugina, B&G, ma il cuore del suo lavoro si trova nelle regioni del Sud Italia, Sicilia in testa, ma anche Calabria e Campania, dove i limoni crescono al sole e vicine alla brezza del mare. L’azienda, di cui è titolare la famiglia Giammarioli, da 30 anni produce succo di limone e ha raggiunto nel 2023 un fatturato di 17 milioni di euro, vendendo sia prodotti con il proprio marchio - Limmi - che come co-packer alle maggiori insegne italiane ed estere, innovando continuamente i propri pack, la comunicazione e i formati, come spiega Annalisa Tardioli, marketing e communication manager di B&G.

Quanto conta per voi la produzione destinata a Mdd e quanto ha contato nel 2023, sul totale della produzione (in termini di volume e valore)?

I prodotti a marchio del distributore stanno avendo un peso importante anche nel mondo del succo di limone, con una quota a valore e a volume che cresce, seppur con un andamento abbastanza lento. I dati Circana/Iri Italia ci restituiscono la dimensione del mercato: 38% la quota a volume aggiornata a maggio 2024, con una tendenza lievemente positiva +1,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dati comunque che sono allineati con il mercato nel suo complesso. Anche per la noi la private label ha un peso importante: nel nostro Paese addirittura supera in volume al marchio Limmi, cosa che stiamo gestendo con l’obiettivo di far crescere il mercato succo di limone nel suo complesso.

Quanti sono i vostri stabilimenti e quante persone vi lavorano?

La filiera del limone B&G è indissolubilmente legata alle zone più vocate in Italia. Dalla terra alla tavola, i limoni raccolti a mano arrivano nello stabilimento di estrazione dove

17 milioni di euro Fatturato 2023

55%

Percentuale del fatturato che proviene dal canale estero

38%

Quota di produzione PL (maggio 2024)

35 Dipendenti

1

Stabilimento a Perugia

30 Insegne servite in Italia

50 Insegne estere servite in 40 Paesi

vengono lavorati, stoccati, spremuti meccanicamente e poi il succo viene confezionato dai nostri 35 dipendenti a Perugia, mantenendone intatta la freschezza e genuinità.

Come sono andate le vendite in Gdo in questo primo semestre 2024?

Nel primo semestre del 2024 abbiamo registrato una ripresa, che riguarda il marchio Limmi e segue l’intero mercato, anche le PL. Abbiamo registrato un nuovo interesse verso prodotti PL di qualità, grazie anche all’attenzione dei buyer verso il nostro progetto di sviluppo Limmi, anche perché siamo gli unici del mondo del succo di limone a parlare di nuovi progetti, di prodotti e a investire in innovazione e in comunicazione in maniera importante.

A quali marchi del distributore italiani vendete in conto terzi?

In Italia serviamo 30 insegne, fra cui i principali gruppi come Coop, Conad, Selex.

Qual è la linea di prodotti che nel 2023 ha avuto maggior riscontro dai distributori nel 2023, globalmente inteso? E nel primo trimestre del 2024?

Il nostro prodotto d'elezione è il puro succo di limone italiano estratto da frutti garantiti da una filiera e consorzi di tutela Igp: materia prima di assoluta eccellenza è il Limone Igp Siracusa. Chi acquista nei punti vendita premia la qualità e conoscendo meglio i prodotti si allontana sempre più da quelli concentrati o ricostituiti. Per conoscere il

consumatore e la sua percezione abbiamo realizzato un panel test e i risultati ci hanno sostenuto nel nostro progetto. Infatti, il puro succo di limone è percepito affine al limone fresco, quindi i consumatori del frutto di limone e del succo di limoni italiano, legati alla qualità e all’origine, hanno un’affinità importante e interessante nello sviluppo della category.

Come va sul canale estero?

50 sono le insegne servite all’estero con 133 referenze Mdd fornite ai retailer nell’ultimo anno. Con una presenza attuale in 40 Paesi che corrisponde al 55% del fatturato, l’azienda punta nei prossimi anni a raddoppiare il mercato internazionale, andando ad aprire nuovi mercati in paesi obiettivo, tra cui il retail Usa, i Paesi europei quali Germania e aree scandinave. Stiamo puntando non tanto ad allargare la numerica dei Paesi trattati, quanto a migliorare la qualità in ogni Stato in cui siamo presenti, attraverso una migliore distribuzione, differenziazione sui canali, attività di comunicazione e attività di promozione in-store.

Come cercate di ridurre la vostra impronta di carbonio? Più in generale, come vi occupate di sostenibilità ambientale ed economica nel vostro territorio?

L'impegno a 360° per la sostenibilità coinvolge tutta l’azienda e l’intero ciclo produttivo, in una ricerca costante di equilibrio tra innovazione e responsabilità verso le persone e l’ambiente. B&G ha fatto investimenti significativi per ridurre concretamente l’impatto ambientale del processo produttivo. La sede dell'azienda è circondata da spazi verdi di condivisione, irrigati con acque piovane e di recupero dalle lavorazioni. Gli impianti sono dotati di dispositivi smart per la riduzione dei consumi energetici e degli scarti. Tutto è studiato per generare un circuito virtuoso: per esempio, è stato creato un ciclo chiuso dell’acqua con il recupero delle acque di lavorazione e piovane ottenendo una riduzione dei consumi idrici di circa il 50%. Nel 2021 è stato installato un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica e un sistema smart per l’efficientamento energetico delle macchine, con una riduzione dei consumi di energia pari a circa il 21%. È stato messo a punto un sistema di efficienza produttiva che ci ha permesso di ridurre ulteriormente gli scarti, da un valore già molto contenuto dello 0,6%, arrivando allo 0,2%. Il pack utilizza sia vetro che selezionato da fornitori a km 0 e R-Pet con il 30% di plastica riciclata. In entrambi i casi materiali e etichettatura sono pensati per ottimizzare la barriera alla luce esterna, per mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche dei prodotti e garantire qualità e freschezza a lungo. l

Le etichette a Mdd dimostrano una buona resilienza

Le vendite dei vini private label hanno superato i 270 milioni di euro mostrando un incremento dell’1,9% rispetto all’anno precedente.

Ipassati dodici mesi per il mercato dei vini nella grande distribuzione - discount compresi - sono stati piuttosto complessi. Le difficoltà legate alla congiuntura economica, all’aumento dei costi di produzione e al ridotto potere d’acquisto del consumatore hanno condizionato soprattutto i volumi, anche se i vini a Mdd hanno evidenziato una tenuta molto maggiore rispetto ai prodotti branded. Secondo i dati elaborati da NIQ, infatti, le vendite di vino nella Gdo nell’anno terminante al 26 maggio 2024 hanno realizzato quasi 2,3 miliardi di euro, facendo registrare un incremento dell’1,1% sui dodici mesi precedenti,

Aldi ha inserito nel proprio assortimento una referenza analcolica nel comparto spumanti, seguendo il nuovo trend del low/zero alcohol.

mentre in termini di volumi si è verificato un calo del 3,2%. Le vendite dei vini private label hanno superato i 270 milioni di euro mostrando un incremento dell’1,9% rispetto all’anno precedente, con i volumi che hanno evidenziato una leggera contrazione (-0,8%). In termini di tipologie, i vini a Mdd Doc e Docg italiani sono quelli con la dinamica più positiva (+6% a valore e +3,7% a volume), soprattutto nei discount dove le vendite hanno fatto registrare performance convincenti sia a valore (+7,9%) sia a volume (+5,8%).

STUDIATO PER VINI A ROTAZIONE RAPIDA

Neutrocork®

TAPPO IN SUGHERO TECNICO

AFFIDABILE | FUNZIONALE | ACCESSIBILE

I tappi in microgranina della linea Neutrocork® Premium e Classic garantiscono performance assolute per vini di media/veloce rotazione. Queste chiusure tecniche di nuova generazione sfruttano il sistema di sanificazione a vapore brevettato R.O.S.A. High Tech®, offrendo così una sanificazione in profondità nella struttura cellulare del sughero. Il sistema elimina le sostanze volatili potenzialmente presenti, mantenendo allo stesso tempo inalterate le caratteristiche naturali del sughero senza la necessità di inserire all’interno sostanze plastiche espandenti.

Sicuro. È Amorim. NEUTROCORK©

*Valore per Neutrocork Premium - Analisi effettuata in conformità con la norma ISO 20752

**Valore per Neutrocork Classic - Analisi effettuata in conformità con la norma ISO 20752

***CARBON FOOTPRINT BALANCE: Il bilancio del carbonio di questo tappo è negativo; questo numero indica i grammi di CO2 catturati lungo tutta la filiera produttiva, dalla raccolta alla destinazione finale, sommata alla CO2 sequestrata dall’intero ecosistema. (Per ulteriori informazioni sul potenziale di sequestro del carbonio: www.amorimcorkitalia.com/certificazioni-co2-tappi-sughero)

SUGHERO RICICLABILE 100%: Riciclabile tramite il progetto Etico by Amorim Cork Italia.

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Val D’Oca collabora con pochi selezionati partner e i volumi di etichette private label pesano circa il 12% delle bottiglie prodotte.

CRESCE L’INTERESSE VERSO IL LOW/ZERO ALCOHOL

Secondo il reparto National Buying di Aldi, la categoria degli spumanti è quella che ha reagito meglio alle difficoltà generali rispetto ai vini fermi, bianchi o rossi: «Ultimamente abbiamo riscontrato un certo interesse per referenze low alcohol o zero alcohol, una tipologia di prodotti considerati una novità sul mercato italiano, rispetto, per esempio, ad altri Paesi come la Germania. L’inserimento nel nostro assortimento di una referenza analcolica nel comparto spumanti segue proprio questa tendenza e rappresenta una novità per il settore. Come per ogni nostro comparto, anche per il mondo del vino puntiamo a proporre refe-

LE ETICHETTE PRIVATE LABEL STANNO ACQUISENDO IDENTITÀ E PROFONDITÀ DI GAMMA

Tito Campesan, direttore commerciale e marketing di Val D’Oca, spiega che il mondo delle PL è in continua evoluzione anche nel settore dei vini: «In un mercato in cui ogni insegna vuole differenziarsi dalle concorrenti in maniera sempre più netta, le etichette private sono uscite dalla logica di prodotto di servizio e hanno acquistato sempre più identità e profondità di gamma, con l’aggiunta di dosaggi alternativi e spesso strutturate in più linee dedicate a fasce prezzo diverse. Oggi collaboriamo con pochi selezionati partner e i volumi di etichette a Mdd pesano circa il 12% delle nostre bottiglie prodotte. Per statuto i nostri soci hanno l’obbligo di raccolta manuale della Glera, un aspetto qualitativo importante che cerchiamo di comunicare al meglio nei nostri brand, ma che ovviamente diventa “penalizzante” in una trattativa rivolta al solo prezzo. Per le nuove dinamiche che stanno caratterizzando le PL sta diventando un argomento di attrattività in sede di negoziazione. Un altro plus che ci viene riconosciuto è la costanza qualitativa: partendo dai nostri vigneti possiamo garantire un’uniformità di stile negli anni, cosa che sarebbe difficile se dovessimo approvvigionarci sul mercato».

renze che vogliono esaltare la cultura enogastronomica italiana, promuovendo sugli scaffali il forte legame con il territorio e con le eccellenze locali contraddistinte dai marchi di qualità Igp e Doc. I nostri esperti lavorano continuamente per diversificare il più possibile l’offerta e ampliare la nostra gamma per soddisfare i diversi gusti e le diverse esigenze del consumatore, garantendo sempre il miglior rapporto qualità-prezzo».

IL CONTROLLO QUALITÀ È FONDAMENTALE SU TUTTE

LE LINEE DI VINO

Secondo Marco Usai, wine specialist di MD, le referenze a marchio esclusivo dell’insegna rappresentano oltre il 95% dell’intero assortimento: «È una scelta che rispecchia fedelmente la nostra proposition di offrire sempre il miglior rapporto tra qualità e prezzo. Nel 2023 abbiamo registrato un leggero calo dei volumi, soffriamo della minor propensione al consumo: negli ultimi 15 anni in Italia si sono persi

Le referenze di vino a marchio esclusivo di MD rappresentano oltre il 95% dell’intero assortimento dell’insegna.

circa 25 litri all’anno pro capite. Stiamo lavorando a una revisione assortimentale che ci consenta di avere referenze con la giusta rotazione a scaffale e, in questo senso, il 2024 è iniziato molto bene, con una sostanziale tenuta dei volumi e ottimi riscontri soprattutto grazie alle azioni promozionali. Dedichiamo molta attenzione al controllo qualità: con i nostri fornitori abbiamo intrapreso un percorso di crescita che si basa sulla condivisione di un protocollo per assicurare al cliente un prodotto sempre in linea con le aspettative su tutte le linee, dal vino quotidiano alle referenze con un posizionamento più alto. Stiamo lavorando anche al restyling di Enotrium, la nostra private label fiore all’occhiello dedicata ai vini da vitigni autoctoni italiani, e a breve anche il debutto del nostro primo sparkiling dealcolato, che crediamo possa ritagliarsi il suo spazio di mercato nel target di clientela più giovane».l

IL TAPPO COME STRUMENTO DI COMUNICAZIONE

Carlos Veloso dos Santos, ad di Amorim Cork Italia, afferma che per la sua azienda il mondo delle private label è di fondamentale importanza: «Purtroppo, però, in Italia la scelta è lasciata alle cantine e sono poche le Gdo che impongono un protocollo che comprenda la chiusura. Sarebbe fondamentale, invece, avere la possibilità di spiegare alle strutture di acquisto pro e contro di ogni chiusura e soprattutto quelli che sono i criteri legati alla sostenibilità, oggi sempre più rilevante in un packaging. Inoltre, il tappo è un ottimo strumento di comunicazione che permetterebbe, per esempio, di fare cultura sul vino oppure suggerire gli abbinamenti. La chiusura che ci chiedono di più è la tipologia di tappi tecnici in sughero naturale, ovvero i tappi microgranulati in sughero. Considerando che nella maggior parte dei casi i vini venduti in Gdo sono di pronta beva, il tappo ideale è quello che riesce a conservare perfettamente il prodotto, che sia facile da stappare e, soprattutto, che sia perfetto a livello sensoriale. Per questo abbiamo sviluppato prodotti innovativi come Neutrocork, Xpür e Qork, tappi tecnici in sughero naturale con elevate prestazioni sensoriali, ma al contempo facili da usare».

Fabio Massi giornalista specializzato

Vino italiano Doc/Docg/Igt: quali sono i vitig n i su cui punta l’ e-commerce ?

L’Istituto di Ricerca italiano leader nei servizi di price intelligence e di analisi delle strategie assortimentali cross canale (flyer, punti vendita fisici, e-commerce e newsletter), ha analizzato i trend degli acquisti online.

È questa la domanda che ci siamo posti e a cui rispondiamo con questa fotografia, tratta dal monitoraggio continuativo dei maggiori siti di Wine&Spirits specialist in Italia, operato da QBerg e Circana tramite la piattaforma In-Store POINT. Per farlo, abbiamo analizzato gli assortimenti che sono stati esposti dai siti nei primi quattro mesi del 2024, confrontandoli con il pari periodo del 2023: degli oltre 70 vitigni che censiamo, associati ad ogni referenza che viene esposta sui siti, abbiamo voluto misurare la Quota display (ovvero la quota di visibilità a totale assortimento) e la sua variazione anno su anno.

BAROLO E CHIANTI AL TOP

Come mostrato nel grafico, la prima evidenza è che i 20 vitigni più esposti sono responsabili di quasi il 45% del display per ciò che riguarda la Sottocategoria “Vino Italiano Doc/Docg/Igt”.

Tra questi, primeggiano il Barolo, con il 4.73% di Quota display che però mostra una leggera flessione rispetto allo scorso anno (-0.22 p.p), il Chianti (3.65%, in aumento di 0.03 p.p.) e Chardonnay (3%, +0.07 p.p.).

Se da un lato notiamo come le variazioni rispetto all’anno precedente siano minime (tutte al di sotto del mezzo punto percentuale), vediamo d’altro canto come a crescere di più siano il Nebbiolo (+0.19 p.p.), il Valpolicella (+0.16 p.p.) e il Vermentino (+0.15 p.p.). A subire le maggiori flessioni sono proprio il “re Barolo” (-0.22 p.p.), il Sangiovese e il Montepulciano (entrambi a -0.13 p.p.). l

Fabrizio Pavone responsabile marketing e business development di QBerg

Più spazio alle Private Label

Il 1° e

unico

MAGAZINE DIGITALE

dedicato alla marca

del distributore e ai suoi protagonisti

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