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Editoriale
La nuova FRONTIERA Negli ultimi due anni in Italia, complici i lockdown dovuti delle CONSEGNE alla pandemia, si è assistito ad una decisiva accelerazione A DOMICILIO della crescita degli acquisti online e, in particolare, delle modalità di commercio elettronico che mirano a soddisfare gli ordini dei consumatori con un tempo di consegna entro i 30 minuti. Si parla, nello specifico, del cosiddetto quick commerce (anche abbreviato in q-commerce), ossia quei servizi e-commerce che propongono una gestione delle consegne finalizzata ad abbattere il più possibile le tempistiche di delivery. Recentemente è arrivato l’annuncio di un ulteriore ingresso in questo mercato da parte di Deliveroo che con il servizio Hop permetterà di ricevere a casa la spesa di Carrefour in dieci minuti. Si tratta di un business che al momento macina cifre considerevoli. Alcuni esempi? Glovo, uno dei massimi leader di mercato (che peraltro ha stretto i primi di febbraio anche una partnership con Iper la grande i), ha raccolto l'anno scorso 450 milioni di euro con un finanziamento guidato da Lugard Road Capital e Luxor Capital Group. E ancora, la tedesca Gorillas, che pochi mesi fa ha chiuso il più grande aumento di capitale del settore delivery in Europa: un miliardo di dollari. È proprio quest'ultima, fondata nel giugno 2020, ad essere cresciuta tanto da gestire attualmente oltre 180 magazzini in nove mercati internazionali. Le caratteristiche che rendono questo fenomeno interessante nel breve e medio termine sono sostanzialmente due. La prima è che è possibile ordinare, sia pur con una possibilità di scelta minore, un po’ di tutto: dai prodotti della grande distribuzione organizzata a quelli dei negozi di quartiere, dai farmaci ai beni di prima necessità. La seconda è che il quick commerce si adatta perfettamente a un approccio sempre più diffuso nella progettazione e ripensamento delle città basato sul modello francese de “la ville du quart d'heure" che prevede di riorganizzare gli spazi urbani in modo che il cittadino possa trovare entro 15 minuti a piedi da casa tutto quello che gli serve per vivere: lavoro (anche in co-working), negozi, strutture sanitarie, scuole, impianti sportivi, spazi culturali, bar e ristoranti, luoghi di aggregazione. I servizi di quick commerce riescono a garantire la consegna di una spesa in un lasso di tempo così ridotto perché la merce che viene trasportata dai fattorini si trova in dark store posizionati in maniera uniforme nella città. Certo, uno dei rischi della diffusione di questi servizi è quello di mettere in competizione negozi che vendono prodotti simili e magari con clientele diverse, oppure quello di ridurre progressivamente la frequentazione dei negozi fisici. Al momento però, considerati i numeri che abbiamo in Italia ma anche negli altri Paesi europei, l’aspettativa è che la percentuale di spesa fatta attraverso il quick commerce continuerà ad Stefania Lorusso, aumentare in maniera esponenziale. Responsabile Editoriale DM