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e origine italiana

di Claudia Scorza

Il comparto, influenzato da una campagna olearia scarsa e complicata, punta su elevata qualità e attenzione alla sostenibilità. I prodotti 100% italiani e tracciati restano in cima alle preferenze degli italiani, sempre più orientati verso una nuova cultura dell’olio.

Il mercato dell’olio in Italia, nell’anno terminante il 1° gennaio 2023, ha registrato un giro d’affari superiore a 1,5 miliardi di euro e un aumento delle vendite a valore pari al 16,7% (+218 milioni) rispetto al 2021. A questo importante incremento di fatturato corrisponde, invece, una flessione delle vendite a volume sia in milioni di litri (-9,2%) con poco più di 397 milioni di litri venduti, sia in confezioni (-6,2%). Il prezzo è la variabile che sostiene l’incremento del fatturato, pari a +28,6% (fonte: NielsenIQ, Iper+Super+Liberi servizi+Discount).

Aree E Canali Di Vendita

Il trend a totale Italia si registra anche cross area: cresce il fatturato trainato dell’incremento di prezzo. «Nell’Area 4 – afferma Anita Rocco di NielsenIQ – l’aumento di prezzo è maggiore, pari a +35,7%, anche se il prezzo medio €/l resta il più basso rispetto alle altre aree (3,29 euro); qui la flessione dei volumi è ancora più accentuata, pari a -13% a volume e a -10% a confezione. A livello di superfici distributive, la vendita dei prodotti si concentra nel supermercato, dove è veicolato il 42% del fatturato e il 39% dei volumi. Seguono iper e discount, che vendono rispettivamente il 21% e il 29% dei volumi; per finire il libero servizio con l’11%. Tutti i canali hanno un trend negativo dei volumi, meno significativo negli ipermercati (-1,4% a volume), grazie

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