GLI SPECIALI DI GREENRETAIL DICEMBRE 2021
Imballaggi
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
LA LINEA VERDE STUDIA PACK SEMPRE PIÙ SOSTENIBILI L’ultimo passo è l’adesione al programma Prevented Ocean Plastic
Da sempre, la sostenibilità fa parte del DNA de La Linea Verde e dal 2019 è stata sistematizzata con un ampio progetto di Responsabilità sociale d’impresa che contempla obiettivi e investimenti importanti. Il Packaging Solutions Team interno all’azienda lavora con l’obiettivo di proporre confezioni innovative ed ecofriendly sia per i prodotti a marchio DimmidiSì sia per quelli delle oltre 70 marche private con cui l’azienda collabora. Già da anni tutti i prodotti de La Linea Verde hanno confezioni riciclabili e tutti gli involucri di carta di DimmidiSì e delle marche private gestite dal Gruppo sono di carta riciclata e certificata FSC. Il percorso verso la sostenibilità ha però recentemente compiuto ulteriori passi importanti. Sempre più l’azienda limita la quota di plastica vergine usata inserendo R-PET (plastica PET riciclata) nella composizione
dei suoi imballi. Ora le vaschette delle linee Apri e Chiudi «Smart» e «Family Salad» hanno il 50% di R-PET, di cui il 60% è marchiato e certificato Prevented Ocean Plastic. È questo il programma cui la Linea Verde ha recentemente aderito che promuove l’utilizzo di plastica recuperata dalle aree costali di Paesi con una carente infrastruttura di gestione dei rifiuti. Obiettivo è prevenirne la pericolosa dispersione in acqua, a tutela dell’ambiente, e provvedere a un’equa remunerazione del personale coinvolto nella raccolta, a sostegno delle comunità locali. L’innovazione applicata alla sostenibilità si esplicita anche nella nuova vaschetta di carta erba delle insalate prodotte in esclusiva per Alce Nero che impiega il 75% di plastica in meno rispetto a un flowpack tradizionale delle stesse dimensioni, garantendo la stessa protezione al contenuto.
La vaschetta è composta per il 60% da fibra di carta certificata FSC e per il 40% da fibra di erba essiccata, un materiale innovativo e green che impiega meno acqua, meno CO2, meno chilometri per l’approvvigionamento della materia prima. Dal lavoro del Packaging Solutions Team a gennaio 2020 è nato Un Sacco Green, una gamma di insalate di IV gamma in una confezione in materiale bioplastico biodegradabile e compostabile che si sono meritate diversi award in tema di ecosostenibilità.
SOMMARIO 2 - UN “PACCHETTO“ DI SOSTENIBILITÀ 5 - L’EFFETTO TRAINANTE VIENE DALLE NORME… 7 - ANCHE I CONSUMATORI DICONO LA LORO 9 - INNOVATIVI E SOSTENIBILI PER VOCAZIONE 13 - E LA VIRTÙ VIENE PREMIATA!
Supplemento al quotidiano online www.greenretail.news dicembre 2021
A cura di Fabrizio Vallari
Direttore responsabile Armando Brescia
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Editore
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UN “PACCHETTO” DI SOSTENIBILITÀ
Sempre più aziende scelgono un packaging sostenibile, che mantenga le sue funzioni essenziali d’informazione e protezione ma con un ridotto impatto ambientale e una minor impronta ecologica. A spingerle, non solo le normative in materia e i vantaggi economici, ma anche le preferenze dei consumatori.
Esperti, consumatori e addetti ai lavori concordano: il packaging del futuro sarà sostenibile. E dunque concetti come “sustainable packaging”, ma anche “green packaging”, “packaging circolare” e “packaging compostabile” permeano sempre più le proposte delle aziende di largo consumo e le opzioni degli acquirenti. Ma cos’è un packaging sostenibile? A darne la definizione in breve è Comieco – Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica – secondo cui «il packaging sostenibile è un imballaggio concepito in modo da creare il minor impatto ambientale possibile e che al contempo svolge al meglio le sue funzioni di protezione e informazione». Va da sé, dunque, che per ottenere tale risultato occorre chiamare in causa tutti gli ambiti che concorrono al conseguimento del medesimo, dalla progettazione e dal design (da cui peraltro dipende ben il 70% dell’impatto ambientale di un prodotto, secondo la Sustainable Packaging Coalition) alla logistica, sino allo smaltimento finale dell’imballaggio, secondo un’ottica tipica dell’economia circolare che privilegia quindi un approccio C2c – “cradle to cradle” (“dalla culla alla culla”) – a caratterizzare il ciclo di vita dell’imballaggio sostenibile. Speciale imballaggi
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L’effetto trainante viene dalle norme… A spingere in questa direzione sono anzitutto le normative e le best practice di settore, poiché in un contesto in cui nell’Ue vengono prodotte oltre 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti annui, la stessa Unione Europea si sta attrezzando per promuovere e realizzare quanto prima un’indispensabile transizione all’economia circolare. In tal senso va la presentazione, nel marzo 2020, del Piano d’Azione per una nuova economia circolare, con proposte che vanno dalla progettazione di prodotti più sostenibili, alla riduzione dei rifiuti e al taglio delle emissioni di Co2. Piano che è stato poi rinnovato e rafforzato dal voto del Parlamento europeo del febbraio di quest’anno, con misure aggiuntive al fine di conseguire un’economia a zero emissioni di carbonio, ambientalmente sostenibile, priva di sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050. Nello specifico, l’Ue punta entro il 2030 a conseguire il 100% di packaging sostenibile, quale obiettivo di una strategia che va dal Green Deal europeo del 2019, piano che vuol rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero, alle misure inserite nel Pnrr, a beneficio della rivoluzione verde e della transizione ecologica. Altresì va segnalato, quale ulteriore step per il comparto, come dallo scorso settembre sia entrato in vigore nel nostro Paese il Decreto legislativo n. 116 che recepisce la direttiva Ue 2018/851 sui rifiuti e la direttiva Ue 2018/852 relativa agli imballaggi e ai rifiuti di imballaggio. Provvedimento che ha apportato importanti modifiche, introducendo l’obbligo di etichettatura ambientale per tutti gli imballaggi immessi al consumo in Italia.
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Redea, la nuova cassetta sostenibile di Cpr System Nasce all’insegna della sostenibilità la cassetta Redea, l’innovativo imballaggio riutilizzabile per l’ortofrutta presentato da Cpr System. Ha uno spessore ridotto, è più resistente e garantisce una migliore areazione. Presenta un minor peso rispetto alle cassette verdi tradizionali (fra il 6% e il 9% in funzione dei formati), quindi minor impiego di materia prima vergine e un beneficio in termini di risparmio logistico medio di circa il 20%. Le dimensioni sono più compatte, a parità di volume, comportando un minor impiego di spazio di stoccaggio e occupazione delle superfici. Con le nuove cassette Redea si riescono così a ridurre i trasporti del 20% circa (media fra tutti i formati), si ottiene un risparmio del 10,3% nelle emissioni di Co2 in fase di trasporto e una riduzione dell’1,66% del consumo di carburante e della distanza percorsa (rispetto ai valori ottenuti con le storiche cassette verdi). Con un design progettato dal Politecnico di Milano che si ispira alla natura e alle sue forme organiche, Redea ha l’etichetta smart dotata di un codice a barre 1D, 2D e Tag Rfid che consente di acquisire e gestire informazioni attraverso l’utilizzo di strumenti portatili (lettori bar-code o gate Rfid). La smart label è associata univocamente alla singola cassa e ad essa verranno collegati i dati gestiti e resi disponibili in un server cloud centralizzato a cui i vari attori della filiera potranno accedere per competenza.
Anche i consumatori dicono la loro Ma non è tutto. La scelta della sostenibilità è anche premiante per le aziende che ne fanno il “leitmotiv” del loro operato, come dimostrano diversi studi e sondaggi in proposito, portandole ad acquisire vantaggi economici e maggiore competitività sul mercato. E i dati lo confermano. Un’indagine di Research and Markets sottolinea che la domanda d’imballaggi sostenibili varrà all’incirca 440,3 miliardi di dollari entro il 2025 (+7,7% circa annui), mentre una ricerca pubblicata da Market Watch attribuisce al green packaging una crescita globale annua del 60% entro il 2028, pari cioè a 154 miliardi di dollari, per un totale giro d’affari superiore a 413 miliardi. Speciale imballaggi
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In Italia è invece un’indagine dell’Osservatorio Gs1 Italy a indicare come la quota dei pack completamente riciclabili, al momento pari solo al 6,2%, sia destinata a incrementarsi a doppia cifra nei prossimi anni, tanto che lo stesso osservatorio propone alle imprese di adottare un apposito codice a barre (“barcode for environment”), per poter comunicare in maniera efficace la sostenibilità dei prodotti ai consumatori. Elemento confermato dalla terza edizione dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo, realizzato da Nomisma in collaborazione con SpinLife-Università di Padova, per il quale il 47% degli italiani individua quale funzione principale del packaging proprio quella di “contribuire a definire la sostenibilità del prodotto”. Da parte sua, è l’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano a mettere in risalto per le aziende dell’economia circolare l’importanza di scegliere soluzioni di packaging innovativo durante la pandemia (62%), così com’è Nielsen a far notare come un terzo degli italiani legga sulle etichette le informazioni ambientali e le certificazioni prima di acquistare e come il 23% dei nostri connazionali valuti preventivamente all’acquisto le caratteristiche dei materiali utilizzati negli imballaggi.
Innovativi e sostenibili per vocazione Come raccolgono la sfida le aziende? Molto bene, a giudicare dalle svariate proposte messe in campo per rendere il packaging emotivamente coinvolgente, tecnicamente innovativo e, ovviamente, del tutto sostenibile. La Linea Verde – sotto l’egida del marchio DimmidiSì – propone “Un Sacco Green”, una gamma d’insalate fresche in una busta biodegradabile e compostabile, nata dalla collaborazione della società con Novamont, Ticinoplast e Carton Pack. La confezione vede l’utilizzo, per prima nel campo dell’ortofrutta fresca pronta al consumo, del Mater-Bi, la bioplastica di Novamont, e si presenta con un aspetto lattiginoso, comunicando così ai consumatori come la stessa sia da destinarsi all’umido di casa e poi alla raccolta organica. Non meno valida è la proposta di Biopap (ex Cartonspecialist) con i suoi omonimi contenitori biodegradabili e compostabili, per i quali l’azienda utilizza materie prime che provengono dalle foreste del Nord Europa, certificate e gestite secondo i dettami dello sviluppo sostenibile. Foreste da cui la società ricava appunto le risorse per realizzare contenitori che rispondono ai criteri dell’economia circolare, dato che al termine del loro utilizzo si trasformano in compost per agricoltura o giardinaggio. Prodotti che godono perciò di varie certificazioni di economia circolare, di cui l’ultima è la “Ok compost Home”, che valuta la compostabilità in condizioni di compostaggio domestico. In prima fila nell’offrire soluzioni di confezionamento innovative per l’ortofrutticolo, Sorma Group propone ad esempio le soluzioni Sormapeel, un accoppiamento temporaneo fra carta e plastica riciclabile al 100%, così da consentire una seconda vita a entrambi i materiali e soddisfare i dettami dell’economia circolare. Questo in virtù di una composizione delle bande fatta al 70% di carta certificata Fsc (proveniente cioè da foreste gestite responsabilmente), al 30% di monomateriale (Hdpe o Pp, del 70% più leggero e facile da riciclare rispetto alle confezioni convenzionali) e di adesivi a base d’acqua rimovibili, che consentono di separare facilmente la carta dal film plastico dando modo di riciclare ambedue in modo corretto e completo. Speciale imballaggi
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“Pronti per il riciclo” Materiali termoformabili barriera e non - TM-Ply
Ampia gamma di materiali RIC4, pronti per il riciclo*
Test in laboratorio secondo le norme standard APR e PRE
Compatibile con il flusso di riciclo meccanico del polietilene
AMPIA SCELTA Materiale per applicazioni di termoformatura, per confezionamento sottovuoto o in atmosfera modificata. Spessore disponibile 65-400 micron. Idoneo per refrigerazione, congelamento, pastorizzazione, cottura e microonde. *Il grado di riciclabilità della confezione finale dipende dalla configurazione specifica del prodotto o dai componenti destinati al riciclo e dalla portata e disponibilità di idonee strutture di riciclo locali.
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A impegnarsi per la sostenibilità c’è anche Ilip (società del Gruppo Ilpa), offrendo alla Gdo, alla ristorazione moderna e agli specialisti del campo ortofrutticolo e dell’industria agroalimentare soluzioni d’imballaggio innovative e sostenibili, composte da plastica termoformata e bioplastica. Da citare le due linee di prodotto per il confezionamento della carne, SealMaster e WrapMaster, progettate in base all’eco-design, nonché il progetto T2t R-Pet, acronimo di “Tray to Tray” in Pet riciclato che realizza l’obiettivo del “closed loop”, (ciclo chiuso), non solo interno al Gruppo Ilpa in virtù dell’integrazione verticale del riciclo ma anche grazie al riciclo di imballaggi per alimenti in Pet. Ifco Systems offre a sua volta soluzioni d’imballaggio sostenibili per i prodotti freschi, ovvero contenitori in plastica riutilizzabili (Rpc) che consentono il trasporto di tutti i tipi di frutta e verdura e che sono ottimizzati per carne, pesce, uova e prodotti da forno. Ed è da segnalare come la sua linea europea di Rpc Lift Lock sia “Cradle to Cradle Certified” a livello Silver, così che la società può vantare dunque di proporre ad oggi i primi Rpc per alimenti freschi dotati di tale riconoscimento: una delle certificazioni sulla sostenibilità dei prodotti più prestigiose, in tutti i comparti.
Le soluzioni di confezionamento Sealed Air aiutano a ridurre l’impatto ambientale Sealed Air ha sviluppato diverse soluzioni innovative di packaging sostenibile come i sacchi termoretraibili sottovuoto Cryovac OptiDure, che garantiscono un minor impatto ambientale rispetto ai sacchi tradizionali e i film mono-materiale per tray lidding e flowpack Sealappeal Psf e Osf, rispettivamente per il confezionamento di prodotti freschi e piatti pronti. I materiali Sealappeal, più sottili rispetto ai tradizionali (da 40 a 17 micron), garantiscono un’elevata trasparenza, un’ottima pelabilità e una totale riciclabilità. Il confezionamento sottovuoto skin, Cryovac Darfresh assicura la massima estensione della shelf life del prodotto. Nell’ampia gamma Darfresh, troviamo Cryovac Darfresh on Tray, una tecnologia che rende il processo d’imballaggio il 35% più rapido, utilizza fino al 40% di film in meno e riduce il volume della confezione del 50% rispetto ad altri sistemi di imballaggio. La coerenza nella forma e nell’aspetto delle confezioni Darfresh viene costantemente ottenuta mediante processi produttivi ad alta velocità, garantendo una sempre più elevata efficienza operativa. Pur mantenendo o migliorando le performance, le soluzioni di confezionamento Sealed Air aiutano a ridurre notevolmente l’impatto ambientale.
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E la virtù viene premiata! Prova ne è che la stessa Ifco Systems Italia si è aggiudicata uno dei cinque super premi per l’innovazione circolare all’ottava edizione del Bando Conai – Consorzio Nazionale Imballaggi – per l’eco-design degli imballaggi proprio per il “riutilizzo”, grazie alle sue cassette riutilizzabili Brown Lift Lock usate come imballaggio secondario nel settore della panificazione, che hanno ottenuto anche la menzione speciale da parte di Legambiente. Un’edizione, quella 2021 del Bando Conai, che ha fra l’altro visto ben 326 progetti presentati (+13% sull’anno passato), di cui 185 premiati, a conferma dell’attenzione crescente verso la sostenibilità da parte delle aziende italiane. Nel gruppo dei cinque casi virtuosi prima citati figurano anche Bayer, per la categoria “nuove tecnologie e applicazioni”, con i suoi pallet in polipropilene riciclato con il Tag Rfid, completamente tracciabili nella catena distributiva, Coop Italia, per l’uso di materiale riciclato e il risparmio di materia prima, con le sue grucce di esposizione in polistirene della linea “Intimo Adulti Coop”, fatte per il 70% di materiale riciclato, Henkel Italia Operations, per la “facilitazione delle attività di riciclo”, grazie al flacone in polietilene ad alta densità di Perlana capi scuri, che presenta il 25% di materia riciclata e colorante carbon black free e infine Sales, per l’e-commerce, in virtù delle buste E/Pad in poliaccoppiato a prevalenza carta, riciclabili e certificate “Riciclabile con la Carta - Aticelca” livello B, realizzate con il 100% di materiale riciclato. Ed è un altro prim’attore nel campo della sostenibilità, Sacchitalia Group, a essere stato premiato, assieme al Gruppo Colussi, al concorso Best Packaging 2021 promosso dall’Istituto Italiano dell’Imballaggio e dalla Fondazione Carta Etica del Packaging, risultando fra i vincitori in accordo con i Valori della Carta Etica del Packaging e in particolare per la trasparenza del progetto. Un progetto frutto di anni d’intensa ricerca e sviluppo culminato nella linea di packaging “Compoflex System”, 100% compostabili, certificati Uni En 13432 e conferibili nel rifiuto organico, destinato al compostaggio industriale. Le specifiche adottate dal Gruppo Colussi sono “Paper Compost Hb”, film compostabile e strato esterno in carta certificata Fsc, per le monoporzioni degli snack Misura e “ClearCompost”, poliaccoppiato di biopolimeri compostabili per la pasta a marchio Agnesi e Misura. Il tutto ha dato modo a Colussi di eliminare 37 milioni di confezioni di plastica tradizionale, frutto altresì del supporto scientifico dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e di Slow Food, di cui il gruppo è partner strategico e della collaborazione di Sacchital con Novamont, Ticinoplast, Saes Coated Films e Ima Flx.
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