Speciale DM Sostenibilità Novembre 2020

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GLI SPECIALI DI DISTRIBUZIONE MODERNA Novembre 2020

SOSTENIBILITÁ


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SOMMARIO Supplemento a Distribuzione Moderna di novembre 2020

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La sostenibilità come leva di crescita

Direttore responsabile Armando Brescia Responsabile editoriale Stefania Lorusso

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Green Retail Forum 2020: il patto necessario delle filiere

Coordinamento redazionale Maria Teresa Manuelli A cura di Claudia Scorza

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Verso l’Agenda 2030

Progetto grafico Silvia Ballarin Editore Edizioni DM Srl

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Sostenibilità: una sfida possibile

Via A.Costa, 2 20131 Milano P. Iva 08954140961 Contatti Tel. 02/20480344 redazionedm@edizionidm.it Pubblicità Ufficio commerciale: commerciale@edizionidm.it Tel: 02/20480344

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La sostenibilità come leva di crescita

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reare un momento di riflessione sull’evoluzione del largo consumo e sugli approcci sostenibili adottati dalle più importanti realtà produttive e distributive è da sempre l’obiettivo del Green Retail Forum, evento ideato da Plef - Planet Life Economy Foundation e da Ndb - Il Marketing Consapevole. L’evento si è consolidato negli anni grazie anche alla partnership con Edizioni DM, Altavia e GS1 Italy, alla collaborazione con Kiki Lab e Astarea, e al sostegno di Coripet e Tetra Pak. “Il patto necessario delle filiere” è il tema approfondito da questa decima edizione, a evidenziare la necessità di fare sistema per raggiungere ambiziosi obiettivi in ottica green. Il mercato del largo consumo si confronta quotidianamente con un consumatore sempre più consapevole e attento a questa tematica, che tende a premiare prodotti e servizi sostenibili e tutte quelle realtà che si impegnano a 360 gradi per mettere in atto azioni concrete in ambito ambientale, sociale ed economico. Oggi la sostenibilità rappresenta per le aziende una leva di crescita fondamentale in campo nazionale e internazionale e un valore imprescindibile per competere nel mercato attuale. Per moltissime imprese è ormai chiaro quanto contribuire fattivamente alla salvaguardia del Pianeta non sia semplicemente un trend, ma una scelta premiante sul lungo periodo. Per approfondire questa tematica sfidante in tutte le sue molteplici declinazioni, nelle pagine che seguono abbiamo messo in luce le principali evidenze emerse durante il Green Retail Forum e raccolto le testimonianze di alcune aziende che hanno fatto della sostenibilità un asset fondamentale di crescita. 3


Green Retail Forum 2020: il patto necessario delle filiere La decima edizione del Green Retail Forum, svoltasi per la prima volta in remoto – grazie al sostegno di Accenture Customer Innovation Network – si è aperta con la condivisione dei dati dell’Osservatorio dell’Offerta di Edm-Plef, presentato dal presidente di Plef, Emanuele Plata. L’indagine su quanto le imprese produttrici e distributive nel largo consumo hanno comunicato a Distribuzione Moderna circa le loro azoni intraprese per l’ambiente e/o il sociale ha fatto emergere una contraddizione tra i tentativi di virtuosità orientati al sociale (a breve termine e protettivi), e quelli di orientamento ambientale (a medio lungo termine, preventivi e di promozione al cambiamento). L’incontro è proseguito con la presentazione dell’indagine di Accenture e Jeme circa gli “Approcci Sostenibili della Gdo italiana”, illustrata da Dario Caltagirone di Accen-

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Sostenibilitá

ture e Riccardo Cella di Jeme, da cui è emerso che il cambiamento in atto è, a oggi, ancora modesto. Tra i vari asset la comunicazione sembra essere l’aspetto più maturo non più confinato alla mera pratica del “green washing”; le aziende, inoltre, iniziano a strutturarsi seppur non ancora con un approccio esaustivo dato che i sistemi a supporto devono ancora maturare. I criteri per la selezione di fornitori diventeranno invece sempre più stringenti, ma bisognerà trovare incentivi innovativi e di scala per favorire comportamenti sostenibili. Innovazione Sostenibile nel Retail Infine, Kiki Lab ha presentato una rassegna sull’“Innovazione Sostenibile nel Retail ai Tempi del Covid-19”, illustrata da Natalia Massi, che si è focalizzata sulle best practice attuate in negozi di diverse categorie merceologiche divise in due aree, ambientale e sociale.

L’impatto del Covid-19 sui Programmi delle Filiere Conclusa la parte dedicata agli Osservatori, la mattinata è proseguita con il contributo delle due tavole rotonde, partendo con quella a tema “L’impatto del Covid-19 sui Programmi delle Filiere”, moderata da Stefania Lorusso di Edizioni DM. Il confronto tra testimonianze di industria - Arclinea, Ciccarelli Farmaceutica, Food Valley Company e Tetra Pak - e distribuzione - Crai, Prenatal e Grup-

Kiki Lab analizza il greentailing ambientale e sociale Dall’osservatorio mondiale di Kiki Lab emerge anche quest’anno la tendenza dei retailer a dimostrarsi attenti e sensibili ai temi legati alla sostenibilità ambientale e sociale. «Relativamente al greentailing ambientale – spiega Natalia Massi – si riconfermano tre principali tendenze nel retail: meno sprechi, meno packaging e ricorso al noleggio. Diversi sono i casi di successo individuati: da Kiabi, che nel settembre scorso in Francia ha aperto un corner di abbigliamento usato offrendo in cambio buoni sconto da utilizzare nel proprio punto vendita, a Selfridges nel Regno Unito, che ad agosto scorso, in piena pandemia, ha lanciato un servizio di noleggio per capi di alta moda e a breve darà la possibilità ai clienti di vendere anche accessori di seconda mano in cambio di credito da spendere nel proprio store. Sul fronte del greentailing sociale, invece, sono tre le tendenze individuate: valore alle persone, servizi alla comunità e tendenza all’educare. Tra i casi più interessanti legati al trend ‘valore alle persone’ troviamo l’esempio virtuoso di Esselunga che, durante il lockdown, ha lanciato l’app “Amici vicini” per mettere in contatto persone che hanno bisogno di aiuto per fare la spesa con volontari che vogliono offrire un servizio alla comunità».

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Tetra Pak verso un packaging sostenibile mono-materiale L’impegno per la sostenibilità di Tetra Pak è parte integrante della visione aziendale che mette al centro la protezione di alimenti, persone e pianeta. «Il percorso condotto negli anni – dichiara Gianluca Furini – ci ha consentito di prefiggerci obiettivi sempre più ambiziosi, sia per quanto riguarda le confezioni che il ruolo di Tetra Pak

po VéGé -, realtà molto diverse tra loro per settore merceologico e dimensioni, ha fatto emergere una grande capacità d’azione e un forte coraggio imprenditoriale, indicativi di una propensione al cambiamento, presumibilmente frutto del particolare momento storico che stiamo vivendo, concetto ben evidenziato da Eleonora Matteucci di VéGé: «non è il più forte o il più intelligente che sopravvive, ma quello che riesce a gestire al meglio il cambiamento». Gianluca Furini, direttore marketing Tetra Pak, dopo aver presentato diversi casi d’innovazione introdotti con clienti leader nei loro mercati e aver argomentato la campagna “go nature go carton” rivolta agli operatori ma anche ai cittadini consumatori, dichiara che i piani di sviluppo della compagnia sono definitivamente rivolti al mono-materiale.

all’interno della filiera. In virtù di questo impegno, da diversi anni stiamo portando avanti un importante lavoro sulle materie prime e il loro approvvigionamento, lavoro che ci ha permesso di ottenere confezioni riciclabili, realizzate con una percentuale di materiali da fonti rinnovabili che oggi arriva a sfiorare il 90% per le confezioni asettiche e raggiunge la totalità per confezioni per prodotti pastorizzati». L’obiettivo di Tetra Pak è quello di arrivare, nel prossimo futuro, ad un packaging a migliorata riciclabilità, praticamente mono-materiale a base carta, ottenuto interamente da fonti rinnovabili o riciclate. Un’azione cardine in un percorso articolato di economia circolare in cui puntiamo ad azzerare le emissioni nette di CO2 per le attività dell’azienda nel 2030 e lungo tutta la catena del valore nel 2050.

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C4R è un progetto di marketing internazionale con durata triennale (2018 – 2021) che, grazie al sistema Epta FTE – Full Transcrictical Efficiency, contribuisce a sostituire i refrigeranti HCFC e HFC con CO2 transcritica, in maniera semplice, efficiente ed affidabile, ovunque nel mondo, con qualsiasi temperatura esterna, assicurando il 10% di risparmio energetico e il 20% di risparmio nei costi di installazione e manutenzione.

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È parte del programma Europeo LIFE 17 che comprende numerosi progetti per combattere il cambiamento climatico

Il cuore del progetto C4R è la tecnologia FTE nella versione 2.0 che permette una completa sostituzione dei vecchi refrigeranti con CO2, un fluido naturale, non tossico e non infiammabile in maniera semplice, efficiente e affidabile, in qualsiasi condizione climatica e dovunque nel mondo. Nella versione 2.0 FTE Full Transcrictical Efficiency è integrato nella centrale per garantire un minor ingombro e la riduzione dei tempi di installazione e avviamento, eliminando inoltre la necessità di spazio aggiuntivo nella sala macchine per l’alloggiamento del ricevitore di liquido. ETE Extreme Temperature Efficiency è una nuova tecnologia Epta che può essere combinata anche a FTE, per incrementare ulteriormente l’efficienza del sistema alle temperature più estreme, e garantisce il funzionamento dell’impianto a CO2 transcritico ad ogni latitudine, anche su impianti non booster, e in applicazioni di refrigerazione industriale.

Il progetto Life C4R riceve fondi dall’Unione Europea secondo l’accordo di sovvenzione n° LIFE 17 CCM/IT/000120 Le informazioni e i punti di vista contenuti nel presente Avviso sono quelli dell’autore/degli autori e non rispecchiano necessariamente l’opinione dell’Unione Europea. Né le istituzioni né gli enti dell’Unione Europea né alcun altro soggetto agisca per loro conto possono essere ritenuti responsabili dell’utilizzo delle informazioni ivi contenute.

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Il ruolo sociale del super A seguire l’intervento di Paola Fuochi di Crai, responsabile canale drug, che ha posto al centro la prossimità, sia come posizionamento dell’insegna ma anche come valore assoluto, reso evidente dal periodo che stiamo vivendo. Supermercato e superette si trovano a svolgere oggi anche un ruolo sociale, con gli addetti dei negozi che fanno la differenza nell’instaurare una relazione coi cittadini consumatori. Da questa evidenza nasce una comunicazione di prossima diffusione, “Storie a km Vero:” otto storie di come le persone dei negozi sono state vicine alle comunità durante il lockdown. In questo momento complesso la catena ha anche investito nell’estensione della propria rete drug con l’acquisizione da parte del socio Dmo della catena Lilla Pois e con l’allineamento dell’insegna delle profumerie commerciali del socio Promotre.

La strategia di Prénatal e Ciccarelli per gestire la crisi L’intervento di Amedeo Giustini, amministratore delegato di Prénatal, dopo aver ricordato la posizione di leadership del gruppo e il suo collegamento con la controllante Artsana, ha spiegato le grandi problematiche poste dalla pandemia e le conseguenti decisioni prese dall’azienda che denotano un cambiamento di strategia su diversi ambiti: gestione del fine vita dei prodotti, formazione del personale di negozio, uniformità di brand /insegna in ambito internazionale, sviluppo dell’omnicanalità commerciale, supply chain e logistica per una produzione on demand, servizi on line alle famiglie, disintermediazione. Sviluppo, produzione, gestione e commercializzazione caratterizzano l’intervento di Stefano Leonangeli, AD dell’azienda italiana Ciccarelli, che ha testimoniato come il Covid abbia spinto un lavoro di

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ricerca e sviluppo culminato nella creazione di una crema igienizzante e curativa allo stesso tempo per le mani, con immediato riscontro positivo sia nel canale farmacie che nella moderna distribuzione. L’innovazione pensa alla salute Gianni Fortuna, amministratore delegato di Arclinea, storica azienda famigliare specializzata nell’arredo per cucine, si differenzia nel mercato grazie a un’innovazione che pensa alla salute, attraverso l’adozione di finiture non dannose e non inquinanti, all’efficienza, col ricorso alla tecnologia del Rfid per uno smart cooking, alla qualità del vivere, col ripensamento architettonico e di design per fare della cucina un luogo multifunzionale, e al servizio al cliente per consentire tra visite sul posto ed approfondimenti online il massimo ascolto e coinvolgimento dell’acquirente nella scelta del prodotto. La tavola rotonda si è chiusa

con la presentazione della startup Food Valley Company, a cura di Carlo Prevedini, uno dei soci fondatori. L’azienda di Zibello (Pr) nasce dalla precedente esperienza di dirigente nell’industria agroalimentare convenzionale del fondatore con l’intento di creare un’offerta alimentare che soddisfi la crescente richiesta di alimenti di origine vegetale in un’ottica innovativa per innescare nuove occasioni di consumo consapevole. Il loro prodotto, Momi, ricco di proteine e fibre, senza grassi ed estrogeni, è caratterizzato da un processo produttivo a zero emissioni. Verso l’Agenda 2030 La seconda tavola rotonda, condotta da Domenico Canzoniero di Ndb - Il Marketing Consapevole, ha uno sguardo orientato al futuro: “Obiettivi e Cambiamenti al Piano per l’Agenda ONU 2030”.

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Si rileva un contributo di dichiarazioni e di esempi di azioni coerenti con le singole strategie, quasi che ragionare sul 2030, salvo alcune eccezioni, dovesse riferirsi a principi e a Wishful Things e non solo a risultati concreti. Dalla discussione con imprese (Barilla, Epson con Aiesec, P&G e Philips), retailer (Ikea e LIDL), fornitori di soluzioni (Eurodisplay) e consorzi del riciclo (CO.RI.PET), emerge come salute, cooperazione - intesa anche come partnership in primis di filiera - e innovazione in collegamento col mondo scientifico, siano, nella situazione attuale, i fattori insorgenti che i piani strategici a medio e lungo termine devono considerare. La bella evidenza è che questa comunità spontanea del GRF potrebbe diventare un permanente network di indirizzo per l’Agenda 2030 nel largo consumo. Misurare gli impatti ambientali e sociali dei prodotti Nel pomeriggio sono stati convocati tre gruppi di lavoro che hanno affrontato in modo più analitico tre diverse tematiche. Il primo tema, “Misurazione e Dichiarazione degli Impatti Ambientali e Sociali di Prodotto”, è stato approfondi-

Ecoinnovazione: l’importanza di misurare e comunicare le informazioni ambientali La politica europea sta sollecitando il mondo produttivo e della distribuzione ad affrontare con estrema serietà il tema della valutazione e comunicazione degli impatti ambientali e sociali dei prodotti, ricordando che le informazioni, se affidabili, comparabili e verificabili, svolgono un ruolo importante per consentire agli acquirenti di prendere decisioni più sostenibili, riducendo il rischio di un marketing ambientale fuorviante. Per questo le imprese che vantano caratteristiche ecologiche dei loro prodotti dovrebbero essere in grado di dimostrarle sulla base di una metodologia standard che ne valuti l’impatto sull’ambiente. «In ambito ricerca – spiega Paolo Masoni – Ecoinnovazione è parte di un consorzio scientifico europeo che ha ricevuto un importante finanziamento Horizon 2020 con il progetto Orienting per sviluppare, in stretto collegamento con tutti gli stakeholders, un’impronta ambientale di sostenibilità che comprenda, con un approccio di ciclo di vita, valutazioni ambientali, economiche e sociali. Da parte loro, le imprese affrontano il complesso problema della sostenibilità con un approccio pragmatico e progressivo, che consente di procedere in parallelo con il miglioramento e la comunicazione di tale miglioramento».

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to dal gruppo guidato da Paolo Masoni di Ecoinnovazione, che ha ricordato come l’Unione Europea sia seriamente impegnata nel promuovere la sostenibilità, indicando il Pef (Product Environmental Footprint) come metodo raccomandato per comunicare e misurare l’impatto ambientale. Inoltre, sono stati portati due esempi concreti di politiche di

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prodotto messe in campo da parte di un retailer e di un produttore, Lidl e Bauer. Lidl ha agito su specifici gruppi di prodotto, considerati prioritari per la valenza sia ambientale sia sociale: attualmente le referenze in assortimento dotate di specifica certificazione sono circa 370 con un piano di monitoraggio, misurazione e dichiarazione verso il pubblico. Bauer, invece, pur essendo un’azienda di piccole dimensioni, è un esempio virtuoso di approccio globale alla sostenibilità, con interventi sia sull’organizzazione sia sui prodotti, sui quali ha applicato la Pef per valutare nella modalità più completa e scientificamente robusta i loro impatti. Digitalizzazione e Collaborazione per la Circolarità dei Processi Il secondo gruppo, condotto da Giuseppe Luscia di GS1 Italy, si è focalizzato sulla “Digitalizzazione e Collaborazione per la Circolarità dei Processi” e ha visto coinvolti Netcomm, Coripet e Nestlé. Dai contributi emerge quanto sia fondamentale il ruolo del digitale per aiutare il 15



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Coripet in prima linea per il riciclo del Pet La mission di Coripet, consorzio volontario senza fini di lucro tra produttori e riciclatori di bottiglie in Pet, riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente, è quella di gestire direttamente il fine vita delle bottiglie e dei boccioni in Pet immessi sul mercato dai propri associati, facendo rientrare i materiali recuperati in un modello di economia circolare e permettendo ai consorziati di adempiere agli obblighi derivanti dall’Epr (“Extended Producer Responsibility”). Ma la vera sfida del consorzio è l’attivazione del modello “bottle to bottle”: una filiera italiana chiusa per il riciclo del Pet in grado di donare alle bottiglie che hanno contenuto liquidi alimentari una seconda vita come bottiglia e non come altri oggetti. In questo modo, la bottiglia in Pet da simbolo del “problema plastica” diventa esempio virtuoso del nuovo modello di economia circolare, perché riciclabile più e più volte, a differenza dei contenitori realizzati attraverso l’unione di più plastiche o altri materiali. Grazie alla rete degli eco-compattatori intelligenti, Coripet riesce ad attivare la selettiva a ciclo chiuso, rispettando così il requisito della raccolta chiusa ai sensi del Regolamento Ue 282, e a ottenere un R-Pet idoneo a essere usato per nuove bottiglie. Gli eco-compattatori possono essere installati dai Comuni o dalle catene della Gdo a titolo gratuito sia per l’acquisto che per la manutenzione.

consumatore a essere più consapevole e responsabile e per facilitare la collaborazione fra attori della filiera, amministrazioni e territori. È necessario però guardare a monte nella produzione di materie prime, estendere orizzontalmente la collaborazione fra aziende private (sostenibilità come valore comune che supera la competitività) e per farlo è necessario il coinvolgimento dei territori e delle istituzioni che lo governano: questo può essere la chiave del successo ma anche l’ostacolo principale, come ad esempio accade con la raccolta differenziata. Trasparenza, interrelazione e identificazione nella comunicazione d’impresa Il terzo gruppo, guidato da Laura Cantoni di Astarea e Alessandro Capelli di Altavia, ha invece approfondito il tema “Trasparenza, Interrelazione ed Identificazione nella Comunicazione d’Impresa”. La discussione con Aboca, Coop Lombardia ed Ecor NaturaSì è stata introdotta dalla presentazione della ricerca 17


INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

ANDRIANI, la sostenibilità come driver di sviluppo Andriani S.p.A. è l’azienda di Gravina in Puglia che dal 2009 rivoluziona il settore alimentare producendo pasta innovativa a base di legumi e cereali. Le materie prime selezionate, tra cui grano sarace-

no, avena, fagioli verdi Mung, lenticchie rosse e gialle, etc., sono naturalmente prive di glutine e lavorate in uno stabilimento 100% allergen free, utilizzate nella realizzazione di prodotti per marchi terzi e per il brand Felicia, punto di riferimento del mercato pasta healthy food. Giovane, dinamica e fortemente innovatrice, Andriani S.p.A. opera secondo una strategia im-

prenditoriale orientata all’innovazione e alla sostenibilità, importante driver di competitività e di crescita. Aderendo al Global Compact delle Nazioni Unite, Andriani S.p.A. ha scelto di affrontare gli aspetti più critici della globalizzazione integrando i principi del Patto Globale nella sua intera gestione, a cominciare dall’adozione di una politica Zero CO2 in favore dell’efficientamento energetico che, grazie ad investimenti rientranti in un complesso programma di economia circolare, nel giro di qualche anno renderà la fabbrica totalmente Carbon Neutral. Andriani S.p.A. è anche motore della Filiera di Legumi sostenibile tra le più estese d’Italia, con 5.000 ettari di terreni dislocati tra Puglia e Basilicata. Scopo della filiera, che consente alle imprese

agricole aderenti di ottimizzare i disciplinari di coltivazione e di allinearsi a criteri sostenibili, è la salvaguardia di suolo, ambiente, biodiversità a garanzia di sicurezza e qualità alimentare. Non ultimo, con la finalità di perseguire in modo congiunto profitto e beneficio sociale, in una logica di redistribuzione, è stata da poco deliberata la trasformazione in Società Benefit ed avviate le procedure necessarie per ottenere entro l’anno la certificazione B-Corp. Scelte etiche e strategiche premianti, che rendono Andriani S.p.A. un esempio imprenditoriale virtuoso e di successo.


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Astarea: comunicare la sostenibilità

La recente ricerca di Astarea ha rappresentato un interessante stimolo al dibattito, che ha portato ad alcune riflessioni di tipo pragmatico. «Dalle diverse testimonianze – dichiara Laura Cantoni – emerge la necessità di una trasformazione dei linguaggi utilizzati nel racconto della sostenibilità, a oggi poco integrati in una logica strategica, e per questo non sempre capaci di essere recepiti e valorizzati. Questo riguarda le forme della comunicazione, l’organizzazione dei contenuti e i canali. Le forme della comunicazione, che al momento oscillano tra genericità e tecnicismo, dovrebbero essere tradotte allo scopo di rendere le informazioni essenziali al tempo stesso concrete e accessibili a un pubblico sempre più ampio. Inoltre, le diverse prassi, che rischiano di apparire un patchwork di tematiche non raccordate, dovrebbero essere inserite entro uno storytelling di sfondo capace di esplicitarne il senso complessivo della comunicazione e di condurre, come esito finale, ad associare la sostenibilità delle pratiche alla qualità di prodotto che, di fatto, ne è diretta conseguenza. Infine, i canali, ad oggi chiusi su un microcosmo troppo limitato se non autoreferenziale, dovrebbero potenziare la dimensione interattiva e la vocazione all’apertura».

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“Comunicare La Sostenibilità: come comunicano le Imprese Sostenibili” di Astarea, cha consentito di razionalizzare le motivazioni della distanza tra i comportamenti virtuosi delle imprese e la trasmissione/conoscenza ai cittadini-consumatori. Caritas vince il premio “Emporio Solidale italiano 2020” Infine, il Green Retail Forum 2020 ha visto anche la seconda edizione del premio “Emporio Solidale italiano 2020”. Campione dell’anno è la Caritas di Codogno per l’impegno svolto a favore della comunità fortemente colpita dall’emergenza sanitaria. A sostenere l’iniziativa Lidl Italia, presente sul territorio con un punto vendita e un centro distributivo e da subito attivatasi a supporto della comunità.

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Sostenibilità: una sfida possibile Le aziende sono consapevoli di quanto un approccio sostenibile possa fare la differenza: ogni scelta strategica presa in ottica green non rappresenta solo un potenziale vantaggio competitivo, ma contribuisce a implementare approcci sistemici e progetti virtuosi, rispondendo alla crescente richiesta da parte dei consumatori di azioni concrete e misurabili. Economia circolare, risparmio energetico, pesca e allevamento rispettosi dell’ambiente, riduzione della plastica, packaging compostabili, filiera tracciata e certificata sono solo alcuni elementi chiave su cui si concentrano le risorse e gli investimenti delle imprese che hanno saputo cogliere la sfida urgente della sostenibilità trasformandola in un’opportunità di sviluppo.

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La sostenibilità passa dalla frigoconservazione in ipogeo della frutta La sostenibilità è da sempre un tema centrale per il Consorzio Melinda e, proprio per il radicamento profondo di questo valore, il consorzio ha sempre cercato di impiegare ingegno e risorse per alzare l’asticella della sostenibilità, ridurre l’impatto che la propria attività determina sull’ambiente e adottare comportamenti virtuosi. In questa direzione sono andate alcune scelte importanti, di cui certamente le celle ipogee sono il simbolo più distintivo. «Le celle ipogee sono l’unico impianto al mondo per la frigoconservazione in ipogeo della frutta – dichiara Andrea Fedrizzi, responsabile

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marketing di Melinda – e costituiscono un esempio concreto di quanto il nostro consorzio sia orientato alla sostenibilità. Queste grotte scavate nel cuore della montagna infatti permettono un abbattimento importante del nostro impatto sull’ambiente da diversi punti di vista: riducono l’impiego di energia elettrica e di acqua per il raffreddamento dei compressori, diminuiscono le emissioni di CO2 in atmosfera, eliminano l’impatto inquinante dello smaltimento dei pannelli coibentanti, permettono di evitare la costruzione di nuovi magazzini di stoccaggio in superficie preservando il paesaggio e annullando l’inquinamento acustico». Un approccio responsabile attraverso il programma We Sea Approccio responsabile al 100% per Mare Aperto. Da molto tempo l’azienda offre infatti un assortimento completo di prodotti sostenibili basato sul programma “We Sea”, che si sviluppa in cinque punti: pesca sostenibile, politica di qualità, efficacia energetica, politica sociale ed economia circolare. «In particolare, il primo punto – spiega Costanza Levera, marketing & communication manager 21


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Semplicemente Gallese Autentica Sostenibilità

Il paesaggio unico e le condizioni climatiche favorevoli fanno del Galles uno dei luoghi più sostenibili al mondo per la produzione di carne di qualità. Agnello Gallese IGP: la sua storia nel suo gusto.

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PRODOTTI DA FORNO E CEREALI

VERSO UN AZZERAMENTO DELLA PLASTICA USA E GETTA

La sostenibilità ambientale è un impegno concreto per Dole Food Company, che da oltre 160 anni offre ai consumatori di tutto il mondo prodotti buoni, sicuri, nutrienti e di alta qualità preservando la terra, rafforzando gli habitat naturali, supportando e migliorando la vita dei lavoratori e delle comunità locali. «Nell’ambito delle iniziative legate alla riduzione degli impatti diretti sull’ambiente – afferma Cristina Bambini, responsabile marketing & gdo office manager Dole Italia - Dole Italia ha lanciato il progetto Plastic Free, con l’obiettivo di arrivare in tempi brevi all’azzeramento delle plastiche usa e getta in tutte le proprie sedi, dagli uffici di Milano ai due Centri di Distribuzione di Calcio (Bg) e Guidonia (Rm). Bicchieri e cucchiaini di plastica monouso sono stati infatti sostituiti da bicchierini e palette compostabili, bottiglie di plastica e serbatoi per distributori di acqua stanno lasciando gradualmente il posto a speciali erogatori d’acqua depurata e tutti i dipendenti sono stati dotati di mug e borraccia termica personalizzata con l’obiettivo di risparmiare una tonnellata circa di plastica all’anno».

di Mare Aperto – è rappresentato dalla pesca e dall’acquisto responsabile della materia prima: tramite il nostro Gruppo, facciamo parte dell’International Seafood Sustainability Foundation, non utilizziamo specie ad alto rischio di sovra-sfruttamento e siamo attualmente gli unici ad avere certificato secondo lo standard Msc la no-

stra flotta di imbarcazioni per la pesca del tonno a pinne gialle. Tutta la gamma di prodotti Mare Aperto è inoltre certificata Friend of the Sea e la nostra politica di qualità soddisfa gli standard Ifs e Brc, mentre la produzione è certificata secondo gli standard Iso 14001 e Iso 9001». Attenzione anche per il packaging che è completamente riciclabile, con il cartoncino per i cluster certificato da Fsc come proveniente da boschi sostenibili. Inoltre, tramite parchi eolici, sia propri sia partecipati, l’azienda ha potuto generare l’energia eolica necessaria per tutto il 2019 diventando anche Carbon Neutral. Mare Aperto ha investito in un vero e proprio ecosistema per la bio-valorizzazione del 100% del pescato, immettendo ogni parte di esso e perfino l’acqua di cottura in un circuito virtuoso di economia circolare (We Invest & Sea). 23 23


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sugli scaff ali)

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SOSTENIBILITÀ AGRICOLA MADE IN PUGLIA Il tema della sostenibilità per Granoro si concretizza in alcune scelte strategiche adottate negli ultimi cinque anni. Il primo impegno si traduce nell’accordo di filiera Granoro Dedicato 100% Puglia, che riduce l’impatto ambientale avvicinando l’agricoltore all’industria. Una filiera cerealicola pugliese tracciata e certificata dal campo alla tavola, senza residui di pesticidi, metalli pesanti, micotossine e glyphosate. «Il nostro accordo di filiera – spiega Giorgio Acconciaioco, responsabile vendite Italia di Granoro – punta su un’agricoltura, italiana, pugliese e a km 0. Ciò significa ridurre notevolmente l’impatto ambientale e favorire un’agricoltura del territorio e la biodiversità». L’azienda inoltre adotta un packaging in carta riciclabile per la linea biologica, utilizza il polipropilene riciclabile per le confezioni in materiale plastico e sta lavorando sull’efficienza energetica investendo nell’implementazione di un piano energetico che le consenta di utilizzare solo energia da fonti rinnovabili.

Economia circolare con “zero scarti” di lavorazione Generale Conserve è fermamente convinta che la sostenibilità vada applicata innanzitutto al proprio core business, cioè la sua materia prima: il tonno e la sua catena del valore. «Oltre alla sostenibilità della pesca – dichiara Simona Mesciulam, direttrice marketing Generale Conserve – la nostra politica ambientale si realizza con la produzione secondo un approccio di economia circolare, “Tonno Zero Spreco”. Oltre agli impatti economici positivi che il nostro lavoro ha prodotto sui territori che ci ospitano, dove abbiamo continuato ad investire in ricerca e sviluppo e innovazione industriale, abbiamo raggiunto importanti obiettivi di efficientamento della capacità produttiva, valorizzazione di sotto-prodotti di lavorazione, flessibilità produttiva, diversificazione delle produzioni e sicurezza globale dei processi». Il Bilancio di sostenibilità dell’azienda, giunto all’ottava edizione, quest’anno ha conseguito il Premio Speciale Bbs – Biblioteca Bilancio Sociale nella categoria ‘Ambiente’ per la salvaguardia dell’ambiente e, in particolare, per i progetti legati all’approvvigionamento produttivo a beneficio di tutti, all’utilizzo della risorsa marina vissuta come bene collettivo e al raggiungimento degli “zero scarti” di lavorazione, dal momento che l’azienda utilizza e valorizza tutte le parti della materia prima senza sprechi. 25


La Qualità e il Rispetto

Sempre più buono. Questo tonno ASDOMAR è lavorato completamente in Italia e questo lo rende ancora più buono. Buono per il mare, perché pescato secondo criteri di sostenibilità.

Scopri come avviene la lavorazione, dal taglio al confezionamento, nel nostro stabilimento di Olbia.

Buono per il territorio, perché supporta l’economia locale. Buono per te, perché unisce al gusto, tutta la qualità della lavorazione italiana.

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La Qualità e il Rispetto.


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Sostenibilitá

consapevoli nel momento dell’acquisto. Attraverso un’attenta attività di comunicazione desideriamo condividere gli studi alla base del “progetto sostenibilità” nei nostri allevamenti e far conoscere gli sforzi che vengono profusi per metterli in pratica».

Un metodo di allevamento sostenibile per natura Da anni la sostenibilità è un valore aggiunto per l’industria delle carni gallesi. L’Agnello Gallese esportato in Italia proviene perlopiù da fattorie che partecipano attivamente al progetto agroambientale: questi programmi sono creati per favorire la biodiversità, catturare il carbonio e creare acqua e aria pulite. Questa è la prova che gli allevatori gallesi comprendono l’importanza della sostenibilità non solo in relazione all’ambiente, ma anche come volano per la crescita delle loro attività. “The Welsh Way” è l’espressione con cui gli allevatori gallesi definiscono le “loro pratiche di allevamento non intensivo e rispettoso dell’ambiente”: la gestione sostenibile e responsabile effettuata nei secoli è riuscita a creare un ambiente diversificato mantenendolo ricco di fauna selvatica e particolarmente adatto per l’allevamento di bovini e ovini. «Oggi – afferma Jeff Martin, responsabile Italia per Hcc, ente di promozione delle carni rosse gallesi – vogliamo raccontare la sostenibilità gallese ai consumatori, in Italia e all’estero, perché possano fare delle scelte più

Una gestione responsabile della filiera La Doria crede fermamente in una gestione responsabile della filiera e concentra i propri sforzi nella sostenibilità di tipo economico, ambientale e sociale. L’impegno dell’azienda verso il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità indicati e promossi dalle Nazioni Unite è ampliamente raccontato nel Bilancio di sostenibilità. «Le aree di impegno assunte per il triennio 2017-2019 – precisa Giuseppe Tammaro, direttore commerciale Italia La Doria – sono state portate a termine con incoraggianti risultati: nel solo anno 2019 il 99,5% dei rifiuti generati sono stati destinati al recupero, il 97,6% della richiesta di scatole in banda stagnata (packaging più utilizzato dall’azienda) è stata soddisfatta dall’autoproduzione con conseguente riduzione di emissioni del 9%, mentre il 41% del fabbisogno energetico è stato coperto dall’autoproduzione di energie.

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Inoltre, per ridurre lo spreco dei prodotti alimentari oltre 3,5 milioni di prodotti sono stati devoluti in beneficenza e oltre 700 mila kg di noccioli di pesche e albicocche sono stati riutilizzati nel 2019». Il piano di sostenibilità già approvato per il triennio 2020-2022 prevede l’impegno de La Doria al raggiungimento di ben 11 dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite. La sostenibilità motore dell’innovazione

La strategia di impresa di Andriani, realtà specializzata nella produzione di pasta innovativa a base di cereali e legumi naturalmente privi di glutine, è basata sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030: l’azienda ha infatti integrato i principi del Patto Globale delle Nazioni Unite nell’intera gestione aziendale con la volontà di operare attraverso processi virtuosi e all’avanguardia. «Riteniamo che la sostenibilità – afferma Michele Andriani, presidente e amministratore delegato di Andriani – favorisca l’innovazione, che per noi è una caratteristica distintiva e premiante, e che rappresenti un elemento strategico in grado di innescare nuove dinamiche competitive. Siamo impegnati

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IL TRAGUARDO DELLA NEUTRALITÀ DI CARBONIO

La “neutralità di carbonio”, raggiunta nel 2019, è il coronamento della ventennale “rivoluzione verde” iniziata dal gruppo caseario Brazzale nel 2000: una radicale innovazione nei processi produttivi che ha portato alla creazione di filiere ecosostenibili che si basano sul principio di “fare le cose dove riescono meglio”. In Repubblica Ceca è stata infatti creata la “Filiera Ecosostenibile Gran Moravia”, un sistema di oltre 80 fattorie su 90mila ettari per la produzione di latte e formaggi di alta qualità, mentre in Brasile è stato sviluppato il rivoluzionario sistema di produzione di carne su pascolo riforestato “Ouro Branco Silvipastoril”, grazie al quale è stata ottenuta la compensazione delle emissioni di Co2 per tutti gli stabilimenti del Gruppo. «La specialità di questo modello – spiega Rita Marchesini, direttrice marketing Brazzale – sta nell’avere conseguito la neutralità assieme a una crescita di produzione e produttività, aumentate di quasi tre volte. L’adozione di pratiche innovative in regioni climaticamente vocate ci permette, infatti, di sviluppare processi produttivi innovativi che evitano pericolose derive verso rimedi che deprimono la crescita. I dati vengono verificati ogni anno: di recente sono state concluse le analisi del 2019 che confermano lo status di Carbon Neutral Group anche quest’anno».

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nella tutela del Pianeta con investimenti in economia circolare e in politiche ZeroCO2 volte alla Carbon Neutrality e, con il fine di perseguire prosperità sociale e ambientale, stiamo modificando il nostro statuto in Società Benefit, a cui seguirà la certificazione B-Corp». Dal 2018 l’azienda rendiconta e certifica il proprio impegno attraverso il Report di Sostenibilità, rapporto che costituisce una fondamentale “mappa” dei traguardi passati e futuri, anche in ottica di condivisione con stakeholder e consumatori. Una refrigerazione green La crescente sensibilità nei confronti dell’ambiente ha sviluppato una sorta di coscienza green a più livelli. Anche nel campo industriale questa consapevolezza è sempre più concreta, come dimostrato da Arneg che, già nei primi anni 2000, ha intrapreso un processo di miglioramento degli impatti ambientali generati dalle proprie attività e dai propri prodotti. Oltre all’ottenimento nel 2007 della certificazione Iso 14001, Arneg progetta e realizza banchi frigoriferi in ottica di riciclo. Il ritiro e la gestione del vecchio banco avvengono per mezzo di aziende autorizzate e dotate di impianti per il trattamento dei rifiuti che assicu30

rano il recupero del 96% dei materiali di cui è costituito il banco frigorifero, dando poi vita a nuovi oggetti attraverso il recupero di materiali come vetro, plastica e metalli. Arneg, inoltre, pone sempre un occhio di riguardo sulla riduzione dei consumi energetici: tra le soluzioni più innovative messe in atto per ridurre i consumi e garantire il massimo delle prestazioni troviamo, ad esempio, valvole di espansione elettroniche, ventilatori elettronici low energy, porte a vetro non riscaldate nei mobili a bassa temperatura, illuminazione a Led e la tecnologia Arneg Air System nei murali con porte. Verso la creazione di un valore condiviso La crescita di Epta, gruppo multinazionale specializzato nella refrigerazione commerciale, è fondata sulla sostenibilità economica, sociale ed ambientale. Un orientamento nato in maniera naturale, che è evoluto nel tempo divenendo un fil rouge che si riflette in ogni ambito della vita aziendale. Quest’anno Epta ha redatto il suo settimo Csr Report, documento che ne conferma l’impegno a

favore della creazione di un valore condiviso. I criteri adottati rispecchiano alcuni dei Sustainable Development Goals


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PACKAGING SEMPRE PIÙ ECO-FRIENDLY Per Grandi Salumifici Italiani, così come per Parmareggio che assieme a Gsi fa parte del gruppo Bonterre, la sostenibilità è un tema di estrema rilevanza declinato in tutte le sue sfaccettature: sostenibilità ambientale, sociale, economica. L’azienda crede che sia importante condividere l’impegno e la sensibilità che la caratterizza: «di recente – spiega Costantino Petroccia, direttore trade marketing e sell out Grandi Salumifici Italiani – il sito web dei Teneroni, gli hamburger di prosciutto cotto Casa Modena, si è arricchito di una sezione dal titolo “la nostra qualità”, che illustra in modo particolareggiato le procedure e i controlli rigorosi effettuati lungo il loro processo di produzione e il miglioramento delle performance energetiche, idriche e di emissione di Co2 registrato negli anni». Nel caso specifico dei Teneroni, questa attenzione si è poi tradotta nella progettazione e creazione di un pack più eco-sostenibile, composto da una pellicola costituita prevalentemente da carta (50-51%) e da una vaschetta realizzata con almeno il 25% di plastica riciclata. Sul fronte dei materiali di confezionamento, l’azienda sta lavorando in modo serrato per ridurre l’utilizzo della plastica nei packaging primari e secondari, aumentare la quota di materiale riciclato e riciclabile impiegato - la carta e il cartone derivano da filiere controllate Fsc - e per mettere a punto ecopack per le linee di punta a libero servizio Casa Modena e Senfter. Le prime confezioni a debuttare sono state le merende Parmareggio insieme al burro, agli Snack e Vai e agli affettati Casa Modena.

proposti dall’Onu con cui l’azienda ha evidenziato una naturale convergenza quali, ad esempio, consumo e produzione responsabili, energia pulita ed accessibile, lotta contro il cambiamento climatico, lavoro dignitoso e crescita economica ed istruzione di qualità. «In un’ottica di miglioramento continuo – dichiara William Pagani, group marketing director di Epta – l’azienda sta portando avanti un ampliamento del perimetro del Report. A partire dalla nuova

edizione, il documento include infatti anche i risultati delle sedi commerciali di Epta International a Budapest e Epta Deutschland a Mannheim, oltre ai dati dello stabilimento di Columbus in Georgia, arrivando così a coprire più del 99% della produzione complessiva del Gruppo». Tra i traguardi più rilevanti all’interno del rapporto spicca l’ulteriore riduzione degli sprechi nel corso dei cicli produttivi, per un totale di materiali riciclati pari al 95%. 31


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