81 punti di rottura

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Mariaceleste de Martino * 81 PUNTI DI ROTTURA * capitolo promo * 1. Party in Grecia: “è qui la feta?” * Cinque giorni e quattro notti di divertimento, d’amore, di piacere, di gentilezze e di entusiasmo, con le labbra bagnate di ouzo, il liquore all’anice, secco ad alta gradazione alcolica, dai 40 ai 50 gradi, forte, greco. Sono in vacanza sull’isola di Creta assieme a un’amica. Poi, l’incontro con il giovane che avevo conosciuto sei mesi prima, in Italia. Lui è greco, vive ad Atene, è un supporter del Panathinaikos, la squadra di calcio che ha affrontato quella di Totti e ha vinto una sera d’inverno nella capitale italiana, durante un febbraio tiepido e assolato, in trasferta assieme a ottomila tifosi ellenici. Ero appena arrivata dalla mia città natale, New York City, da una gelida e innevata Manhattan. A Roma abbiamo trascorso una giornata e una notte insieme. Bella. Uno di quegli incontri inaspettati che pensi che non si ripeteranno. E invece. Per sei mesi lui ha sempre chiamato. Si è tenuto in contatto. Ci eravamo conosciuti per strada. Gli chiesi perché fosse vestito tutto di verde 1


come tanti altri, con il trifoglio sulla maglietta in giro per il Centro della città. Cominciammo a parlare. Poi, un drink pomeridiano, un sano succo di frutta. E un drink serale dopo la partita, vino rosso italiano. Tante parole e sorrisi. Lui non faceva altro che parlare e se ne stava seduto su una piccola seggiolina del mio studiolo tra i tetti della Roma antica. E poi, l’amore. Una bellissima lunga notte d’amore. Non fu uno di quegli incontri sessuali fatti di alchimia e di chimica e di passione improvvisa. Cominciò tutto con razionalità e delle interessanti conversazioni. Lui ama parlare, io pure. Lo ascoltavo con il sorriso negli occhi. Lui è giovane, ma forse più maturo di me. Ci salutammo al mattino. E dall’inverno passarono dei mesi. Lui mi ha sempre chiamato, è rimasto in contatto, fino all’estate. Da Atene, dove vive, mi raggiunge a Creta. Suo fratello lavora in una città al nord ovest dell’isola. Io mi trovo in vacanza a sud est, a Ierapetra. Mi raggiunge dopo un viaggio di tre ore in moto, lungo una via di mare poco illuminata e senza molte indicazioni stradali. Ci scambiamo sorrisi, pensieri e ci lanciamo nel futuro per rivederci. Ci raccontiamo. Lui mi parla una sera anche di un suo amico depresso per la separazione con la moglie e che per superare la crisi si è rivolto a un medico, uno psichiatra. Sta prendendo dei medicinali, psicofarmaci. In quei giorni, riceve varie telefonate che lo aggiornano sulla situazione del suo amico, un ragazzo 2


che anni fa ebbe un incidente stradale in motocicletta e dopo un intervento chirurgico, per un’infezione, perse una gamba. Superò quel trauma, ma ora non riesce a superare la perdita di sua moglie. Perdere una persona è come perdere una parte di sé. E lui, una parte importante l’ha già persa. Ora teme di non poter più “camminare” da solo e neanche di riuscire a vivere. Il mio amante greco mi racconta che lui è un punto di riferimento per il suo amico, una figura importante. Il suo telefonino squilla in continuazione. Io penso a me, proseguo la mia vacanza fatta di mare, sole, relax, pace. Ascolto, ma c’è ben poco che io possa fare. Una mattina, al risveglio, riceve un’ennesima telefonata. Il suo amico è finito in ospedale. L’amico ha ingerito un’enorme quantità di pasticche e ora è in coma, in una clinica privata. Ha dovuto inviare dei soldi per aiutarlo, la famiglia dell’amico è povera e aveva il terrore di tornare in un ospedale pubblico dove già gli amputarono la gamba. Una tragedia greca. Sembra una storia inventata. Una realtà che supera la fantasia. Ma non sono malfidata. Ci credo. Perché dovrebbe mentire? E cosa cambierebbe se fosse una bugia? Ho trascorso bei momenti inaspettati con lui e dopo la sua partenza la mia vacanza è proseguita serenamente. Tutto di regalato, in più, a sorpresa. Lui monta sulla sua motocicletta e parte, va via, diretto verso gli amici, per raggiungere il resto della sua vita. A me resta il benessere di una vacanza. Ma il racconto 3


dell’amico senza una gamba resta una di quelle storie di rottura, una di quella rotture della vita, del cuore, dell’animo, dell’umore, che spezzano un momento di serenità, di condivisione di emozioni. La mente viaggia a velocità supersoniche e spazia fermandosi per riflettere e ragionare. E se fosse lui a prendere gli psicofarmaci? E se fosse lui che stava per perdere una gamba o un’altra parte del corpo, forse ha perso la testa, e ora è in crisi con la fidanzata ed è venuto da me per distrarsi? Tutto lecito. Ma perchè inventarsi una storia così drammatica? Per svignarsela? Per rompere cinque giorni di divertimento, di gustoso piacere, di sentimento e di tenerezza? Non basta dire semplicemente “Ciao”? Sapevo che il “ciao” sarebbe arrivato. La vacanza sarebbe finita dopo due giorni anche per me. Sono in molti a soffrire del complesso di Erostrato, quella patologica ansia di sopravvivere nella memoria dei posteri con azioni spettacolari, incredibili. Si deve essere creativi per concludere e uscire di scena teatralmente, piangendosi addosso dicendo di non essere un ragazzo fortunato come ha affermato mentre lasciava la mia camera d’albergo. Ma come? Ha conosciuto due italiane divertenti e simpatiche, e anche carine. Questa è già una fortuna dal mio punto di vista. E glielo dico mentre lui si tira su la lampo della giacca da moto con la faccia affranta e sconsolata. Sorride e dice che la vacanza gli è stata rovinata. Mi lascia 4


dandomi appuntamento in un’altra data, in un altro posto. Mi dice di rimanere in contatto e che sarebbe venuto a Roma, me lo promette senza che io glielo chieda. Lo ascolto in silenzio, sorridendo. Promesse da motociclista. Dice che mi avrebbe incontrata anche a New York, mia città natale, dove vivono alcuni suoi parenti. Poi, una settimana di silenzio. Neanche un messaggio, una rapida telefonata per farmi sapere che sta bene e che la vita va avanti. Mi preoccupo per gli amici. E lui è uno di loro. Questo silenzio è una rottura nel mio cuore. Non capisco cosa possa essere successo. Stare nella testa di qualcun altro è tra le cose più difficili, se non impossibile. La mente umana ha vari punti di rottura. Alcuni si saldano. Altri restano dei buchi. Gli invio tre messaggi. Lui alla fine risponde. Mi chiama. L’amico è uscito dall’ospedale, oggi stesso. Mi dice che ha trascorso tutta la settimana in ospedale accanto all’amico e che ora è stanchissimo, che ha sonno e che vuole dormire. Come quella mattina, quando mi sono svegliata per andare a fare colazione e l’ho lasciato a letto. Al ritorno, io e la mia amica andiamo a svegliarlo per andare a Chrissi island, l’isola “caraibica” greca a sud di Creta. Era distrutto. Sembrava un bambino capriccioso, un cucciolo che parlava con gli occhi ancora chiusi. Appoggiato al muro, in piedi, con il muso schiacciato contro la porta ha implorato di continuare a dormire. Svegliarsi presto anche per me è un trauma 5


insuperabile. Rompere il sonno è devastante, una violenza inutile. Una rottura. Il sonno va assecondato. Combatterlo innervosisce, ma può anche impigrire e rendere passivi. Come quella sera, tornati dalla spiaggia di sera a guardare il cielo stellato, nel vialetto di gerani, bouganville e cactus, al bivio tra i due appartamenti, quello mio e della mia amica e quello dove alloggiava lui, dove avevamo già dormito insieme. La mia amica mi precede, cammina velocemente, è quasi arrivata alla scala che porta alla camera. Anche lui cammina velocemente davanti a me, diretto nella propria stanza. Non si dovrebbe mai dare nulla per scontato. Mi sento lasciata indietro, ignorata e gli chiedo: “E io che faccio? Chi devo salutare? Lei o te?”. La mia amica a quel punto era già salita nel nostro appartamentino e lui di spalle, continuando a camminare verso la porta della stanza, apre le braccia come fossero due ali e dice: “Non lo so”. In quel momento, il ricordo dell’indecisione maschile mi abbatte. Mi cade in testa come un masso, sento nel petto premere un dolore che riconosco, mi torna alla memoria un uomo che non diceva né sì né no e che ha segnato una fase tragica della mia vita. Il potenziale incubo andava spazzato via, e quindi di scatto svolto a sinistra verso la mia camera e lo saluto. “Non lo so” per me è un “no”. Penso che lui avesse semplicemente voglia di starsene da solo quella sera. Faccio fatica ad addormentarmi. Penso che la vita sia fatta di momenti e 6


che certe persone abbiano dei momenti più brevi e altre più lunghi. Quando a me piace qualcuno non mi passa facilmente. Altre cambiano idea con poco e anche senza un chiaro perché. Parlo con la mia amica per mezz’ora. Sedute sui nostri letti a chiacchierare come ragazzine. Alla fine, prima di addormentarmi, decido di mandargli un Sms. Un messaggio affettuoso, ma spiritoso, dicendogli che era un vero peccato di avermi fatto dormire con la mia amica che trovavo molto meno sexy di lui. Le nostre camere erano una di fronte all’altra, se mi fossi affacciata avrei potuto urlare il suo nome, ma era notte e, un po’ per la paura di essere rifiutata e un po’ per orgoglio e per non voler elemosinare attenzione, mi sono affidata all’aiuto delle tecnologia, le parole scritte restano, ma il tremolio della voce e l’ansia possono starsene salvi dietro alla timidezza e alla paura del faccia-a-faccia. Non ricevo risposta. Spengo il cellulare e mi metto a dormire. Il mattino dopo, lui è offeso e mi dice: “Ho dormito tutta la notte con la porta accostata. Perché mi hai lasciato solo?”. Gli spiego e gli descrivo le mie sensazioni e il mio stato d’animo. Sdrammatizzando, dico che sono un tipo formale e che mi aspettavo un invito formale. Ho chiarito, lui resta sorpreso, mi dice che stava scherzando quando ha detto “Non lo so”. A volte un fraintendimento può causare disastri. In quel momento, eravamo nuovamente uniti come due pezzi che non si erano rotti, ma che si erano 7


solamente allontanati. Avevamo perso una notte assieme, una notte che non tornerà più, almeno non quella specifica notte in quello specifico momento, forse ci siamo conquistati altri momenti futuri più intensi, perché anche la rottura può essere una conoscenza costruttiva. Almeno così, se ci sarà una prossima volta lui saprà essere più chiaro perché io, seppur molto diretta, sono sempre una donna e amo essere desiderata. * C’è chi si fa la settimana bianca e c’è chi se la fa Celeste. * Il mirino è nella tua testa.* Sono stata sposata. Ma non ho mai coinvolto né Stato né Chiesa nelle mie faccende private.* I puntini di sospensione hanno sostituito la punteggiatura. Agevolando chi la grammatica e la sintassi non la sa. * Si dice che gli artisti vivano nel loro mondo. Dico io, perché alcuni non ci restano invece che andare in Tv! Se è vero che per essere liberi bisogna avere radici, io sotto ho molta più roba che sopra.

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*È nato prima l’uomo o la gallina donna? * Vuoi vedere il mio culo? Guardami in faccia. * La mela è importante, tutto è nato da una mela. Infatti, quando un uomo nutre un forte desiderio sessuale nei confronti di una donna, dice: “Io quella mela farei”. * Seguire la politica italiana è come fare girotondo senza mai cadere giù per terra. Quei galantuomini che ti aprono la porta la prima volta. E la seconda te la sbattono in faccia. * Quanta gente dice di essere quello che non è! * Avere tanti amanti è come non averne nessuno. * La prossima volta che esci con me ti faccio lo scontrino. * Devo smetterla di frequentare la plebe, soprattutto quella con i soldi. * Quando faccio sesso bene mi fanno male dei punti del corpo che avevo dimenticato di avere. 9


*A 15 anni non vedevo l’ora di essere una quarantenne. E ora che lo sono, faccio l’adolescente senza che nessuno mi dica cosa fare e non fare. * I film sono la parte più bella della mia vita. * Il mio cuore vive nella mia vagina.* * Ricordati che quello che hai in mano non è un idrante e addosso a me non c’è un incendio. * 2. L’utilità di aver inventato anche l’inutile * Come rompere i rapporti con i vicini di casa e con i conoscenti che hanno un matrimonio in programma, con la figlia della sarta che si è sposata, la parrucchiera che è diventata nonna, la signora della porta accanto che gli si è laureata la figlia, il cugino che ha un figlio che è convolato a nozze, la collega che ha battezzato il figlio, la mamma di uno studente che ha fatto la prima comunione, la compagna di scuola che si è sposata. Io non so dove metterli quei cosi che mi regalano assieme ai confetti. Adoro i confetti. Spendete più soldi in confetti e invece che cinque minuscoli confettini striminziti, regalatemene un sacchetto bello grande, senza la scatolina d’argento dentro la quale, volendo, non entra neanche un confetto. Anzi, ti vogliono male perché per 10


loro quella scatolina microscopica serve come porta pillole, e tu di pillole non ne prendi. Cosa me ne faccio di un calicetto colorato che non sembra né un vasetto né un bicchiere? Cosa me ne faccio di un piattino di porcellana a fiorellini adatto a Barbie per le dimensioni che ha? Cosa me ne faccio del pupazzetto di ceramica? Cosa me ne faccio di un fiorellino di vetro soffiato? Cosa me ne faccio di questi oggetti inutili che per conservarli servirebbe una bacheca che non appenderei mai da nessuna parte in casa, neanche nello sgabuzzino. Cosa me ne faccio di queste persone che spendono soldi inutilmente in cose inutili? Così, dimostrano di essere anche loro degli inutili soprammobili. Come quella coppia di due miei ex amici che sanno che non amo le cerimonie religiose e nonostante questo mi invitano al battesimo del loro figlio. Li vado a trovare a casa e porto il mio regalo, ma non partecipo alla festa. Subito dopo, l’amicizia svanisce, evapora, come quelle quattro gocce d’acqua versate sulla testolina del loro neonato. Rottura del sistema conformista cattolico. Almeno loro non mi hanno dato la bomboniera che per me non è solo un oggetto, ma è un concetto: rappresenta un punto di rottura che scalfisce, ferisce, incide una ruga che cancella il mio sorriso, che appiattisce anche quel minimo di stima stilistica e rispetto estetico che esisteva prima della sua mostruosa apparizione.

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L’eleganza è un atteggiamento. * Se è vero che la bellezza è negli occhi di chi guarda, la bruttezza si vede addosso a chi è brutto. Se è vero che non siamo qui per imparare qualcosa di nuovo, ma per portare ciò che già sappiamo, io sono qui per dimenticare quello che già so. * Arrivo come l’onda. O hai il surf o niente. * Ho spento i motori. Si va a vela. * Ti adoro per partito preso. * La mia vita privata non è privata di nulla. * Il mio appartamento è troppo piccolo per il sesso di gruppo. * Non basta ricordare. Serve non dimenticare, mai. * L’orgoglio vince sull’amore. E quando non c’è amore l’orgoglio vince anche sul resto. L’orgoglio vince su tutto. L’orgoglio è la rovina di qualsiasi tipo di conoscenza, relazione, amicizia, frequentazione, liaison. Però vince.* 12


Il mio tic? Pensare a lui continuamente. * Il corteggiamento non deve mai smettere. * Voglio fare a meno dell’amore. Voglio incentrare la mia vita sull’odio. È più difficile, ma amo le sfide. Volevo dire, odio le cose e le persone facili. * Quando hanno torto fanno sbagli uno dopo l’altro e non sanno indietreggiare per andare a sbrogliare la matassa. Il fuoco si è spento, ma io ho sempre caldo. ** Il mio sole è sempre acceso. * Gli amanti mentono? Sono i matrimoni che mentono. * Chi ha vissuto nel degrado diventa presuntuoso. Chi ha vissuto nel privilegio diventa arrogante. * Il sacramento della confessione è un atto omertoso. * A un certo punto della mia vita ho cominciato a vivere la vita di qualcun altro. Alla Tv preferisco il frigorifero. 13


*Insoronizzando pareti, soffitto e pavimento si allontanano i vicini. * 3. Otto voci insieme sono un rumore insopportabile * Parlano sul pianerottolo a voce alta a tutte le ore mentre aspettano l’ascensore. Parlano con i loro ospiti che congedano dopo cena e restano sulla porta a parlare con loro ad alta voce, salutandosi come se stessero a dieci metri di distanza. Si sentono le loro voci dalla parete di casa come se stessero usando un megafono. Parlano e sparlano sul ballatoio davanti alla tua finestra. E si lamentano quando chiedi gentilmente di non sostare a chiacchierare proprio davanti al tuo appartamento, rispondendo che “sono le dieci del mattino e mica è l’ora di dormire”. Hanno deciso loro l’orario in cui si riposa. Non c’è orario per la maleducazione. La rottura di abitare in un condominio avviene quando gli altri pensano che siano i soli ad abitare in quel palazzo. Una volta, una vicina di casa parlava con i suoi ospiti sul pianerottolo in attesa dell’ascensore, e anche dopo l’arrivo al piano dell’ascensore, con la porta aperta dell’ascensore, hanno continuato a parlare e a parlare davanti all’ascensore. Come se non servisse a nessun altro nel palazzo! Era passata la mezzanotte, ed ero nel salotto a scrivere, non lontano dalla porta d’ingresso. Volevo aprire la porta e chiedere: “E finora, per tutta 14


la sera, cosa avete fatto in casa? Avete mangiato e per parlare avete aspettato il momento dei saluti per cominciare una conversazione sul pianerottolo?”. La prossima volta chiederò di partecipare al dibattito sul pianerottolo, come quando avrei voluto bussare alla porta di un’altra vicina di casa che stava urlando strilli acuti, ululati e suoni striduli imbarazzanti. Stava facendo sesso. Ho lasciato un biglietto sulla sua porta chiedendo gentilmente di fare tutto quello che si fa nel proprio appartamento a volume più basso. La rottura c’è stata all’indomani quando mi ha incontrata e mi ha afferrato per un braccio attaccandomi verbalmente in maniera violenta, accusandomi di non essermi fatta i fatti miei e che lei a casa sua fa quello che le pare. Darmi della origliatrice e impicciona è stata la vera rottura. La rottura dell’idea di essere impotenti e di non poter far parte del divertimento. * Non ti chiamo per essere gentile. Lo faccio per egoismo. * Quella lunga pomiciata cerebrale… * Se un uomo mette il pene in freezer per una decina di minuti e poi io faccio da microonde esce fuori una cosa buona?

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Quando un uomo, alto e figo, per farvi sapere che è libero vi dice: “Non sono né sposato né fidanzato e non ho un parco donne”, chiedetegli qual è il suo problema! * Anche un brodino su una tavola ben apparecchiata può avere tutto un altro sapore. * Che fatica resistere all’innamoramento! Ma cedere è devastante. * Raccolta differenziata. Come si reciclano gli uomini? * Ci sono donne che vanno nel bidone della plastica. Io vado nel bidone dell’umido. * La mia fica ha un’anima. * Il problema del Centrosinistra è che una volta che prende il posto occupato dal Centrodestra diventa di Centrodestra. * Come direbbe Noè: “Siamo tutti nella stessa arca”. * Con un uomo quando mi tolgo le mutande non è certo per fare la pipì.

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“Autoerotismo” si chiamava “masturbazione”, ai miei tempi. * Da piccola pensavo che c’era chi nascesse bambino e chi adulto, chi figlio e chi genitore. In un certo senso, un po’ è così. * Cambiare e non essere coerente sono due cose diverse. * Voglio essere il tuo problema. Non la soluzione al tuo problema. * Ti puoi pentire una volta sola. E ti puoi scusare solo una volta. Poi, diventa un vizio insopportabile. * Unisciti a me e insieme facciamo un gruppo.

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