giardiniere
vo o nu
PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
N° 010
IL
Maggio – Giugno 2018
+PATOLOGIE
Attacco alle radici, come trattare la fitoftora
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La Scuola di Monza presenta un percorso formativo per il manutentore del verde. Il primo in Italia
+TAPPETI ERBOSI
Le strategie biologiche da attuare per evitare l’indebolimento
VERDE CONDOMINIALE Una case history che mette al centro il giardino, tanto da diventare uno spazio di condivisione
LA NUOVA RIVISTA SMART APPALTI PER IL GIARDINIERE ATTUA LITÀ
FARE SISTEMA PER CAMBIARE LE REGOLE
1 Stress Control, concime a elevato
contenuto di potassio
2 ULiB, nuove batterie
con autonomia prolungata 3 Chiodino 13, nuovo apparecchio led da esterno
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Il verde è un valore e non un costo. È da questo assunto che parte il iere, che è stato ribadito al convegno organizzato numero 10 de ILgiardiniere da Assofloro Lombardia dal titolo: Appalti pubblici per la realizzazione, la gestione e la cura del verde. Quadro normativo, aspetti procedurali, problemi, esperienze a confronto, linee guida e buone pratiche. Finalmente si torna a parlare di appalti pubblici e con la volontà di superare la logica finora applicata, ovvero quella del massimo ribasso. Ma l’intento è andare oltre LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE anche al concetto di offerta economicamente più vantaggiosa e fare un ragionamento serio sull’istituto del subappalto, che per alcuni non favorisce quella vicinanza e conoscenza del territorio proprie delle imprese locali, importanti per la cura e corretta gestione del verde. Ma uno deve essere il punto di partenza: uscire dalla visione che vede contrapposte le imprese da un lato e la pubblica amministrazione dall’altro. Non possiamo che essere ottimisti. E il denominatore comune deve (per forza!) essere la professionalità, persone giuste e competenti al posto giusto. Compresi i giardinieri. E allora, attenti al controllo della fitoftora, marciume radicale che colpisce un gran numero si specie vegetali, circa 3mila, sia ornamentali che da frutto in tutto il mondo. Valerio Pasi, nel suo articolo, ci fa notare che spesso i sintomi vengono confusi con quelli da cancri rameali o del fusto e ci spiega come riconoscerla e trattarla. Ma il verde è condivisione e spesso non si coglie l’importanza che anche il verde condominiale è una risorsa ambientale, sociale e curativa contro lo stress e riduce molte occasioni che possono essere causa di controversie. Su questo tema, Marilena Baggio ci racconta una bella case history di un giardino in un’area residenziale, che, nel suo progetto è diventato uno spazio di condivisione e ricreazione, capace di coinvolgere anche gli inquilini. Poi, gli accorgimenti di Camillo De Beni sui tappeti erbosi, che sono ovunque. In questo numero ci consiglia le strategie biologiche da attuare per l’indebolimento durante la stagione più calda, condizionata da maggiori stress abiotici. Partendo sempre dal terreno, perché è nel micromondo della rizosfera che si svolgono gran parte delle attività che sostengono le nostre piante. E alla fine, continuate a essere Smart, con la nostra rubrica su tecnologie, innovazioni e soluzioni. Perché è proprio questo che vi chiedono i vostri clienti: soluzioni. di Francesco Tozzi @Lab_VERDE
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AIUOLE FIORITE COME ERBE D A
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n questi ultimi anni i cambiamenti climatici hanno posto nuovi interrogativi sulla progettazione e gestione del verde pubblico e in particolare delle aiuole. Aiuole fiorite sempre più richieste dai cittadini come espressione di un verde urbano necessario e fondamentale per il benessere di piccoli e grandi. Infatti, nella componente ambientale i piccoli spazi ben progettati diventano un percorso di profumi, colori e ombre specie nelle stagioni primaverili-estive, dove l’alternanza di caldo e di piogge improvvise sono sempre più frequenti. A questa realtà, di contro si ha una cultura un po’ vetusta, ma purtroppo ben radicata
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nell’immaginario collettivo, fatta di aiuole ipercolorate con piante stagionali che oltre a non essere economiche, sia come costo sia come manutenzione, spesso non sono compatibili con il contesto ambientale. Inoltre si assiste a un’eccessiva attenzione di realizzazioni solo per alcuni spazi dei centri, per poi mancare nelle aree verdi periferiche e nella maggior parte del territorio comunale. Il verde diffuso deve essere garantito con una diversità di realizzazioni e attenzioni. Per fortuna alcune amministrazioni illuminate, hanno colto l’importanza di cercare delle soluzioni alternative soprattutto se si vuole incentivare la mobilità pedonale e ridurre quella veicolare. Dunque le aiuole assolvono a diverse funzioni, come spazi di sosta, di
Allo stesso modo possono essere dei veri e propri contenitori di biodiversità e dunque spazi di educazione ambientale outdoor e urbani, attrattori
E D ANZANTI separazione tra la sede stradale e quella pedonale, di filtro tra un’area privata e pubblica, solo per citare alcuni esempi. Allo stesso modo possono essere dei veri e propri contenitori di biodiversità e dunque spazi di educazione ambientale outdoor e urbani, attrattori di insetti buoni come le api. Ma nell’economia di scala di un’amministrazione pubblica l’interesse maggiore è anche quello di avere degli spazi a verde a bassa manutenzione con un ridotto consumo di acqua e che resistano ai cambiamenti climatici e alle malattie. Naturalmente
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insetti buoni come le api
ogni comune necessita di un progetto che consideri soprattutto il contesto ambientale in cui si trova e la necessità di fioriture a lunga durata con un continuo mutamento di quadri verdi nelle diverse stagioni. Ci sono in Lombardia alcune esempi interessanti lungo i comuni del Garda, come a Desenzano, tanto che sono state chiamate “aiuole 2.0”. Qui grazie anche al clima rivierasco, in una piazza del centro, sono state progettate e realizzate sei aree con erbacee perenni e semi-perenni con specie selezionate di alta qualità. Sarebbe interessante scoprire quali altri comuni hanno adottato questa politica ecologica e ambientale, come esempi virtuosi da seguire. Dunque la qualità di un verde urbano non dipende solo da aree verdi come giardini o parchi, ma anche dalla qualità delle sue aiuole fiorite, come erbe danzanti al vento per la gioia e la salute di tutti.
di Marilena Baggio
smart
Il cantiere
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Appalti, fare sistema per cambiare le regole
a cur cura di Francesco Tozzi
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Settore congelato di Daniela Stasi
Attacco alle radici di V Valerio Pasi
Verde condominiale, opportunità di crescita responsabile e culturale di M Marilena Baggio
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Effetto antistress
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Per i più esigenti
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Il giardiniere è elettrico (ormai!)
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Tappeto erboso, supporto specifico
di N Nora Adamsberg di Filippo Terragni di Filippo Terragni
di F Filippo Terragni
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No Limit
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“C” di cingolato
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“Funghi” tra le aiuole
di N Nora Adamsberg di V Viola Delfino di IIrene Nuvola
gestione
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Il giardiniere diventa manutentore del verde di Giovanna Cutuli
SOMMARIO N°010
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SOS estate
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Scelta lungimirante
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150 anni di storia e un nuovo futuro
di C Camillo De Beni di Daniela Stasi
di Filippo Terragni
DIRETTO DA Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Marta Meggiolaro / redazione@laboratorioverde.net Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net COLLABORATORI Nora Adamsberg, Marilena Baggio, Giorgio Barassi, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Jurg Burger, Camillo De Beni, Viola Delfino, Costanza di Matteo, Stefania Medetti, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Anna Piussi, Matteo Ragni, Filippo Terragni GRAFICA Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net SEGRETERIA E TRAFFICO Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net
SCOPERTE
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Una buona pratica
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Per molteplici usi
di Anna Piussi
a cur cura di Costanza di Matteo, testi e foto di Claudio C Cervelli (ricercatore Crea) (ricer
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È qui la festa!
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Uomo e ambiente
DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
Flortecnica e vivaismo è organo ufficiale di G.F.A. e associato a Horti Media Europe. ASSOCIATA AD
di M Marta Meggiolaro, fotografie di Andrea Rizza Goldstein per Fondazione Benetton Studi e Ricerche F
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di Francesco Tozzi
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News
di M Marilena Baggio
Prontuario
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di IIrene Nuvola
rubriche
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STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO)
Laboratorio
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Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Flortecnica e vivaismo • Bio Agenda • Greenstyle • Bio Calendario Rappresentante e collaborazioni: • Blossom Zine Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
abbonamento da 6+1 numeri: 30,00 Euro
CONTRIBUTI
MARILENA BAGGIO
CAMILLO DE BENI
Architetto, paesaggista, esperta in architettura del benessere e spazi a verde terapeutico. Titolare dello Studio Greencure, ha al suo attivo diversi progetti per luoghi di cura e infanzia, ospedali, ambiti rurali e paesaggi culturali, aree ambientali critiche, parchi urbani e giardini privati. Ha vinto diversi concorsi di paesaggio e pubblicato articoli. Docente di corsi di specializzazione per studenti di medicina per il Centro di Bioclimatologia Medica e Medicine Naturali, Centro Collaborante OMS, Università degli Studi di Milano. Dal 2013 collabora con lo Studio Mario Cucinella Architects.
Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.
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JESSICA BERTONI
VALERIO PASI
Consulente e collaboratrice. Laureata in Economia e Commercio, abilitata alla professione di dottore commercialista, sulle nostre testate ci svela, in modo semplice e diretto, come si può stare sempre informati anche sui temi più ostici. Suoi gli argomenti economici, finanziari e amministrativi.
Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.
ANNA PIUSSI
MATTEO RAGNI
Toscana d’America dall’elegante sensibilità maturata con un Bachelor of Arts presso New York University; seguito da un Phd in storia dell’arte presso la prestigiosa Oxford University, ci insegna come vedere il mondo e scoprire quello che di bello esiste. Garden designer, insegnante di storia di giardini. Medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.
Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.
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IL CANTIERE | attualità
Appalti,
f a per cambiar e Pubbliche amministrazioni e imprese insieme per superare lo stallo delle gare. Questo il filo conduttore del convegno che si è tenuto a Milano promosso da Assofloro Lombardia. Per ragionare oltre la logica del costo a cura di Francesco Tozzi
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La platea che è intervenuta al convegno.
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“A
ppalti pubblici per la realizzazione, la gestione e la cura del verde. Quadro normativo, aspetti procedurali, problemi, esperienze a confronto, linee guida e buone pratiche”, questo è stato il titolo (impegnativo!) del convegno organizzato da Assofloro Lombardia lo scorso maggio a Milano. La data del 9 maggio 2018 potrà essere considerata, così, l’inizio di un percorso che parte dalle esigenze di imprese e pubbliche amministrazioni per arrivare al Governo. La volontà è quella di raccogliere le istanze di tutti gli attori coinvolti nella filiera
del verde, ed elaborare, con il supporto degli enti competenti, strumenti che abbiano come obiettivo ultimo quello di generare qualità nei servizi di gestione del verde pubblico. Perché il verde è un patrimonio che impatta trasversalmente sulla salute, sul turismo, sulle infrastrutture. Per questo si deve ragionare in ottica strategica e pensare al verde come sistema che fornisce importanti servizi ecosistemici e che quindi è un valore, non un costo.
COINVOLGERE I GIARDINIERI
Q Qualità e sicurezza nell’esecuzione dei servizi devono essere parole chiave al centro dell’appalto pubblico e questo non è possibile con la logica finora applicata, ovvero il massimo ribasso. Di contro, allo stato attuale, anche l’aggiudicazione delle gare attraverso l’offerta economicamente più vantaggiosa presenta numerose criticità. Da un lato un criterio incontrovertibile, a volte scorciatoia in termini di tempo, come il massimo ribasso, non produce né qualità né sicurezza. Dall’altro, le stazioni appaltanti spesso non hanno elementi oggettivi per valutare quanto offerto dalle imprese attraverso l’offerta economicamente più vantaggiosa. Quest’ultima infatti richiede competenze e capacità di valutazione di tipo giuridico amministrativo che spesso i funzionari della pubblica amministrazione non hanno. Ed è dunque da qui che bisogna partire: preparare, formare, fornire strumenti di valutazione. E, soprattutto, fare si che negli appalti per la manutenzione del verde vengano coinvolti coloro
f are sistema r e le regole che sono deputati, da inizio anno anche per legge, alla cura del verde: i giardinieri professionisti. Cosa per nulla scontata. Parallelamente bisogna lavorare sulla chiarezza normativa, sull’intelligibilità e l’applicabilità del “nuovo” codice dei contratti pubblici. Questo emerge chiaramente dagli interventi di Ciro degli Innocenti e Claudia Bertolotto, funzionari direttivi rispettivamente delle città di Firenze e Torino. Quest’ultimo, tra l’altro, da sempre uno dei comuni più virtuosi in Italia per la gestione del verde pubblico. Oltre ai problemi che hanno le stazioni appaltanti nella gestione delle gare (interpretazione e applicazione della normativa; gestione delle gare: prima, durante e dopo) sono tantissimi gli spunti emersi nel convegno, anche grazie all’alta levatura dei relatori e all’eterogeneità delle competenze.
SUPERARE IL SUBAPPALTO
Ad aprire i lavori, moderati dall’avvocato Emanuela Beacco, esperta di diritto amministrativo, è stato Fabio Rolfi, nuovo assessore ai sistemi verdi di Regione Lombardia che ha sottolineato quanto sia importante che gli amministratori locali acquisiscano gli strumenti per poter valutare un intervento di qualità. Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica e al Verde del comune di Milano, ha fatto riflettere, tra l’altro, sulla possibilità in alcuni casi di valutare una gestione privata del verde pubblico. Un’ipotesi che vede molto favorevole Massimiliano Atelli, magistrato della Corte dei Conti, a patto Atelli che la convivenza tra pubblico e privato non si traduca nella sottrazione totale dello spazio verde alla cittadinanza. Pubblico e il privato possono e devono collaborare per trovare insieme le soluzioni e i percorsi per migliorare insieme le città, a partire dalle aree verdi. Ettore Prandini vice presidente Coldiretti Nazionale, presidente Coldiretti Lombardia, ha toccato, tra gli altri, temi chiave come l’importanza della figura
professionale di chi opera per il verde e l’aberrazione dell’istituto del subappalto che, tra l’altro, non favorisce quella vicinanza e conoscenza del territorio proprie delle imprese locali, importanti per la cura e corretta gestione del verde. In merito alla figura professionale Nada Forbici, presidente Assofloro Lombardia e membro CNFFP, ma anche imprenditore del verde, in pieno accordo con Ciro degli Innocenti, ha parlato delle specificità del settore. Il florovivaismo ha peculiarità che non possono essere annegate nella logica dei General Contractors. Forbici ha portato come esempi grandi opere come la BREBEMI dove è evidente che il verde ha inciso meno del 2% nell’attribu-
Nada Forbici, presidente Assofloro Lombardia.
LE CONSIDERAZIONI - Il massimo ribasso non produce né qualità né sicurezza - Stazioni appaltanti non hanno elementi oggettivi per valutare offerta economicamente più vantaggiosa - Richiesto coinvolgimento attivo dei giardinieri professionisti - Superamento dell’istituto del subappalto - Richiesta introduzione criteri ambientali minimi N°010
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IL CANTIERE | attualità
Massimiliano Atelli, magistrato della Corte dei Conti.
Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica e al Verde del comune di Milano.
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zione delle risorse e l’auspicato e necessario effetto di mitigazione che dovrebbe avere sull’opera e il territorio non è scarso, è inesistente. Un parallelismo con il settore dell’edilizia è stato fatto da Nicoletta Fayer, vice direttore di Assimpredil Ance. Nonostante ci siano diversi segnali che fanno ben sperare, le imprese sono tutt’altro che fuori dalla crisi e in questo senso non aiuta il fatto che gli investimenti pubblici negli ultimi anni si siano drasticamente ridotti. Anche nel settore dell’edilizia le gare non presentano spesso elementi di oggettività su cui costruire offerte e progetti di qualità, mentre viene posta una eccessiva attenzione alla richiesta di requisiti che rimangono solo sulla carta e che vengono peraltro disattesi attraverso lo strumento dell’avvalimento.
GLI ASPETTI AMBIENTALI
Paola Brambilla Pievani - avvocato, Delegata WWF Italia per la Lombardia, Comitato scientifico Rivista Giuridica dell’Ambiente, ha introdotto il tema dei CAM negli appalti pubblici. I criteri ambientali minimi dovrebbero essere introdotti in
modo diffuso, perché è un paradosso che si parli sempre di più dell’importanza del verde ma che allo stesso tempo il verde venga ancora gestito con tecniche che impattano in modo negativo sull’ambiente. La conoscenza e la preparazione che portano a progettare correttamente un bando di gara, si traducono ad esempio nella gestione degli sfalci, non come rifiuti ma come risorsa. Gli interventi improvvisati o errati, dovremmo ormai averlo compreso, non sono solo un danno generico al verde come bene pubblico, ma un danno economico a un patrimonio comune. Non a caso, come ha spiegato Fabrizio Cerioni, pubblico ministero della Procura regionale per la Lombardia della Corte dei Conti, si parla di danno erariale. Perché i pubblici funzionari, sono tenuti a tutelare, rispettare, quello che è patrimonio di tutti, tanto più quando si trova a gestire un bene che fa bene all’ambiente e ai cittadini.
DIFFONDERE LE BUONE PRATICHE
Quali sono in definitiva i principi ispiratori che devono guidare il percorso per migliorare le gare d’appalto del verde e, quindi la qualità del verde stesso (ma anche l’economia della filiera)? Innanzitutto occorre uscire da quella visione che vede contrapposte le imprese da un lato e le pubbliche amministrazioni dall’altro; è emerso più volte nel corso del convegno come sia urgente che i diversi attori della filiera collaborino, con lo scopo di fare chiarezza perché manutenzione del verde pubblico sia sinonimo di qualità, lavoro in sicurezza. E poi, è necessario un approccio strategico e integrato, guidato dalla consapevolezza che il verde è un bene comune e non deve essere considerato un costo, ma una risorsa, un patrimonio di tutti. E, da qui, l’importanza crescente di una sua gestione consapevole e che guardi alla qualità. Il convegno ha segnato l’inizio di un percorso che, grazie anche al favore della crescente sensibilità verso il verde, approdi a risultati chiari e favorevoli. Fare sistema, continuare nell’opera di sensibilizzazione, fare tesoro delle buone pratiche, diffonderle e affermarle, interazioni positive tra pubblico e privato in una visione strategica e ampia a favore del bene comune. Questi gli obiettivi che ci si è posti nell’organizzare questo convegno e che guidano un percorso che porterà le istanze di tutti gli attori coinvolti a conoscenza delle istituzioni.
IL CANTIERE | mercato
Dai dati diffusi da Comagarden, il comparto delle macchine per la manutenzione del verde nel 2017 ha registrato un lieve calo rispetto all’anno precedente. E nel primo trimestre 2018, causa maltempo, i segni meno sono più marcati di Daniela Stasi
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Settore con g
O
gni anno, puntuale come un orologio svizzero, Comagarden (Associazione Costruttori Macchine per il Giardinaggio), aderente a FederUnacoma, dirama i dati consuntivi dell’anno precedente del mercato italiano, elaborati insieme al gruppo di rilevamento statistico Morgan. Ve li riassumiamo qui. Il 2017
L’EIMA SI TINGE DI VERDE Un appuntamento imperdibile per conoscere le più avanzate tecnologie. È il Salone Eima Green, nel centro fieristico di Bologna dal 7 all’11 novembre nell’ambito della rassegna della meccanica agricola Eima International. Saranno presenti ben 270 aziende costruttrici di macchine e attrezzature specifiche per il giardinaggio professionale. Ricco anche il programma dei convegni e dei seminari su temi tecnici e su aspetti culturali legati alla progettazione e manutenzione del verde.
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ha registrato un calo complessivo dello 0,6% rispetto al 2016, in ragione di 1.220.632 unità vendute, comprendenti ogni tipo di mezzo, dai semoventi professionali fino ai più semplici attrezzi da giardino.
ITALIA STABILE, EUROPA IN CRESCITA
Al di là del dato complessivo, sostanzialmente in linea con quello dell’anno precedente, le tipologie di prodotto legate alle manutenzioni di parchi e giardini hanno mostrato nel 2017 andamenti differenziati: i rasaerba segnano un passivo del 4,5% (a fronte di 267.197 unità vendute), i decespugliatori del 3,1% (248.460 unità), i trimmer e le motoseghe rispettivamente del 2,2% (54.022 unità) e dell’1,5% (340.007). I trattorini rasaerba e i robot hanno fatto registrare un andamento positivo rispettivamente del 7,3% e del 18,5%. Altre tipologie di macchine, quelle attinenti alle pulizie nei contesti urbani o agli interventi nelle sedi stradali, mostrano invece incrementi consistenti: i soffiatori/aspiratori crescono del 15,9%, gli spazzaneve del 29,1%, le potatrici ad asta del 46,9%. Questo in un contesto che ha visto nel 2017 il mercato europeo crescere complessivamente del 4,1%, in ragione di circa 19 milioni di mezzi e attrezzi meccanici venduti (dati EGMF).
PREVISIONI POSITIVE NONOSTANTE IL CALO
Per quanto riguarda il primo trimestre 2018, a causa del ritardato avvio della stagione
I NUMERI DEL 2017
n gelato primaverile, le stime indicano un calo delle vendite più consistente (-11,1% medio), esteso a quasi tutte le tipologie di mezzo, con un passivo dell’11,9% per i rasaerba, una flessione del 6,6% per le motoseghe e un calo più accentuato per i decespugliatori (-16,7%) e per i trimmer (-29,3%). Le tagliasiepi calano del 20,1% e i trattorini del 22,4%, mentre i soffiatori/aspiratori sono tra le poche categorie che mostrano un indice positivo (+20%). Non manca comunque l’ottimismo, soprattutto per via dalla manovra varata dal precedente Governo nella Legge di Bilancio per il 2018. «Una novità interessante per il mercato italiano – commenta Franco Novello, presidente di Comagarden – è il Bonus Verde, che può rappresentare un buon vettore anche per la ripresa degli investimenti nella meccanizzazione di settore».
• Rasaerba -4,5% • Decespugliatori - 3,1% • Trimmer -2,2% • Motoseghe -1,5% • Trattorini rasaerba +7,3% • Robot +18,5% • Soffiatori/ aspiratori +15,9% • Spazzaneve +29,1% • Potatrici ad asta +46,9%.
Da sinistra, Federica Tugnoli, responsabile Ufficio Studi e Statistiche di FederUnacoma e segretario Comagarden, e Franco Novello, presidente Comagarden.
IN CRESCITA GLI ATTREZZI A BATTERIA
Tanto l’anno 2017 quanto l’inizio del 2018 hanno comunque confermato la recente tendenza del mercato italiano a valorizzare gli acquisti delle attrezzature a batteria, nonché dei robot tosaerba, tendenza che trova il suo precedente nell’analogo trend del mercato europeo degli ultimi anni. Il mercato delle macchine a batteria è cresciuto infatti, nel continente, del 30,6% nel 2016 e del 26,8% nel 2017, mentre il mercato dei rasaerba robot registra un incremento del 38% nel 2016 e del 36,5% nel 2017. N°010
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IL CANTIERE | tecniche
ATTACCO alle Alle
RADICI La fitoftora è un fungo agente di marciume radicale che colpisce numerosissime specie. I sintomi spesso vengono confusi con quelli da cancri rameali o del fusto. Vi spieghiamo come riconoscerla e trattarla di Valerio Pasi TEMPO DI LETTU R A: 11 minuti
I SINTOMI • Marciume delle radici assorbenti • Deperimento e perdita di vitalità della pianta • Appassimento, avvizzimento, disseccamento • Cancro del fusto • Essudati gommosi • Marciume del colletto
U
na tra le malattie più diffuse nei giardini e nei vivai è la fitoftora (Phytophtora spp.). Due sono le specie più diffuse: Phytophtora cinnamomi e Phytophtora cactorum agenti causali delle malattie conosciute come Marciume radicale o declino e Marciume del colletto. La prima è quella più diffusa, anche a livello di vivaio, e che causa i maggiori danni sulle alberature, gli arbusti e le piante ornamentali in generale. La seconda interessa principalmente le pomacee (melo e pero soprattutto).
FUNGO AGGRESSIVO IN TUTTO IL MONDO
La fitoftora è un fungo agente di marciume radicale e viene trasmessa nel suolo e nella soluzione circolante. I sintomi della malattia consistono nel marciume delle radici assorbenti, cui consegue il deperimento e la perdita di vitalità della pianta ospite. Anche le radici più grandi possono essere attaccate. Altri sintomi consistono in appassimenti, avvizzimenti, disseccamenti, cancri del fusto, perdita della produttività,
La fitoftora interessa un gran numero di specie vegetali, circa 3.000, sia ornamentali che da frutto in tutto il mondo 18
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decremento della dimensione dei frutti, essudati gommosi, marciume del colletto. Molto spesso i sintomi degli attacchi di fitoftora vengono confusi con quelli da cancri rameali o del fusto. Interessa un gran numero di specie vegetali, circa 3.000, sia ornamentali che da frutto in tutto il mondo. Tra le specie più colpite nella nostra regione: il castagno, il faggio, il noce, la quercia, le conifere, le ericacee (Azalea, Rhododendron ecc.) e moltissime specie ornamentali (Viburnum tinus). Ricordo anche le conifere, soprattutto dei generi Thuja, Cupressocyparis x leilandii, Chamaecyparis.
© Ph_Fabrizio Buttè
trasportati con il seme e, molto più facilmente, con il substrato contaminato delle specie ornamentali coltivate in contenitore. Con lo sviluppo del micelio vengono prodotte clamidospore, che sono contenute in una sacca con un rivestimento spesso, in grado di rimanere nel terreno sino a quando non si verificano le condizioni per una corretta germinazione. Solo allora, in condizioni di elevata umidità e temperature intorno ai 20-30°C, con pH ottimale del terreno tra 5 e 6, si sviluppano sporangi, i quali in seguito alla rottura della sacca, rilasciano delle zoospore. Le zoospore sono delle spore con delle ciglia mobili (flagelli), in grado quindi di muoversi nel film di acqua presente nel terreno e quindi di trovare altre piante da infettare. Le zoospore, una volta trovato un ospite suscettibile, si appressano alle
Imbrunimento dei vasi.
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Sintomi al colletto.
Sintomi appassimento su branche.
PREDILIGE L’UMIDITÀ E VIVE A LUNGO
Per comprendere come impedire o limitare gli attacchi della malattia, è importante conoscere come il fungo si diffonde e infetta le piante. La malattia origina solitamente da piante infette, le quali recano e producono micelio, sotto forma di ife sottili e invisibili, dalle radici. L’infezione può partire anche da suolo contaminato che viene trasportato dai macchinari utilizzati per la coltivazione, la raccolta o la manutenzione. È possibile anche che i propaguli vengano
DOVE È DIFFUSA La distribuzione geografica comprende, all’interno della regione EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization), Belgio, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Israele, Italia, Marocco, Olanda, Portogallo, Russia, Spagna, Svizzera, Turchia, Regno Unito, Serbia, Croazia. L’origine geografica, invece, non è stata stabilita con certezza, anche se è stata descritta per la prima volta in Indonesia, a Sumatra. Zentmyer suggerisce che la specie sia endemica del Sud-est asiatico e del Sudafrica e che in seguito si sia diffusa in America latina e e, solo in tempi più recenti, anche in Europa (regione EPPO). Qui la prima nazione oggetto di segnalazione è stata la Francia, su ericacee e conifere ornamentali nel 1974. N°010
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radici formando una ciste e germinano sulla superficie della radice. La penetrazione all’interno dell’ospite avviene entro le 24 ore. Il fungo attacca e invade le giovani radici assorbenti causando un marciume che si estende sino alla base del fusto. I propaguli possono anche interessare la parte aerea della pianta, quando sono proiettati dalla pioggia o dall’irrigazione. Il fungo comincia a produrre clamidospore e il ciclo può ricominciare. La Phytophtora cinnamomi è in grado di sopravvivere CICLO VITALE
© Ph_Fabrizio Buttè
Sintomi su germoglio e foglie.
FONDAMENTALE RICONOSCERLA SUBITO
Il controllo della malattia deve innanzitutto avvenire in vivaio, durante la coltivazione, attraverso la pronta eliminazione delle piante sintomatiche e la prevenzione da attuarsi sia con mezzi chimici che con mezzi biologici. Tra i mezzi chimici troviamo il Fosetyl-alluminio e il metalaxil (fitosanitari), ma anche i fosfiti (concimi) si comportano molto bene sia applicati per via fogliare che per via radicale. I mezzi biologici consistono nell’inoculo di organismi antagonisti e/o soppressivi, tra i quali ricordiamo il genere Trichoderma. Le specie più utilizzate sono Trichoderma asperellum e Trichoderma gamsii e vengono distribuite al terreno con formulati sotto forma solida o liquida, sia per Pianta morta.
Molto spesso i sintomi attacchi di fitoftora vengono confusi con quelli da cancri rameali o del fusto degli
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all’interno dei resti vegetali e può vivere a lungo anche nel substrato, almeno sei anni nei suoli umidi sotto forma di clamidospore.
Sintomi su siepe leylandii.
DA FARE La pacciamatura con sostanza organica è sempre un alleato prezioso nella lotta contro i funghi patogeni. In alcune situazioni occorre anche creare una barriera fisica che impedisca all’acqua di scorrimento di invadere le zone suscettibili dei giardini, mediante lo scavo di scoline e fossi.
un approccio di tipo preventivo, all’impianto, che per un approccio curativo o, meglio, protettivo. Tra i prodotti fitosanitari da utilizzare in vivaio troviamo Remedier, Patriot Dry, Tellus e Trianum G. Questi prodotti possono essere incorporati nel substrato al momento dell’invasatura oppure nel terreno se si tratta di vivai in pieno campo. Nei giardini, qualora si riscontrassero attacchi a carico di una o più piante, occorre eliminarle prontamente, insieme con il maggior numero possibile di radici, soprattutto quelle più piccole, e cominciare a ragionare sull’ambiente che ha predisposto la manifestazione della malattia. Occorre dapprima verificare che vi sia un drenaggio sufficiente a far sì che non si creino condizioni di ristagno d’acqua, fattore indispensabile per il movimento delle zoospore e, nel caso, mettere in atto lavori di drenaggio delle acque in eccesso. Anche l’eccesso di irrigazione è chiaramente un fattore predisponente le infezioni e
perciò, ove si sono verificati casi di attacco, occorre limitare fortemente gli apporti irrigui al di fuori del tappeto erboso e soprattutto quelli sottochioma e agli arbusti ormai affermati. La pacciamatura con sostanza organica (corteccia, cippato, fibra di legno, foglie sminuzzate) è ancora una volta un alleato prezioso nella lotta contro questo fungo patogeno. In alcune situazioni occorrerà anche creare una barriera fisica che impedisca all’acqua di scorrimento di invadere le zone suscettibili, mediante lo scavo di scoline e fossi. La cosa più importante, comunque, è cercare di riconoscere subito i sintomi della malattia, in modo da provvedere quanto prima ad allontanare il potenziale di inoculo e cominciare da subito la attività di prevenzione, sia attraverso l’uso dei fosfiti che attraverso l’uso di prodotti non fitosanitari, che vengono registrati spesso come inoculi micorrizici o ammendanti: possono contenere dei ceppi di Trichoderma utili come quelli presenti nei prodotti fitosanitari e che possono essere utilizzati anche nei giardini o comunque al di fuori del campo di applicazione agricolo.
SPECIE SOGGETTE A FITOFTORA NEL NOSTRO AREALE • Actinidia deliciosa • Allium fistulosum • Araucaria • • • • •
angustifolia Begonia Camellia Camellia japonica Castanea, Castanea dentata,
• • • • • • • • •
Castanea sativa Cedrus deodara, Cedrus atlantica, Cedrus libani Chamaecyparis Cinnamomum spp. Cupressus spp. Erica umbellata Ericaceae
• • • • •
Eucalyptus spp. Fagus spp. Hypericum formosum Ilex glabra Juglans regia, Juglans nigra • Kalmia latifolia • Lactuca sativa • Laurus nobilis
• • • • • • • • •
Lavandula angustifolia Leucadendron Leucothoe Lupinus luteus Magnolia virginiana Pinus radiata Platanus acerifolia Prunus persica Pseudotsuga menziesii
• • • • • •
Quercus cerris, Quercus robur, Quercus suber Rhododendron Taxus baccata Vaccinium corymbosum • Viburnum
I RIMEDI • Eliminare delle piante attaccate con il maggior numero di radici • Evitare i ristagni d’acqua e l’eccesso di irrigazione • Pacciamare con sostanza organica • Effettuare la prevenzione con fosfiti e prodotti non fitosanitari registrati come inoculi micorrizici o ammendanti
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IL CANTIERE | progetto
Il master plan del progetto con le indicazioni vegetali e strutturali.
Verde con d
opportunità d responsabile Un’interessante case history che mette al centro il giardino in un’area residenziale, tanto da diventare uno spazio di condivisione e ricreazione. Coinvolgendo gli inquilini di Marilena Baggio
TEMPO DI LETTU R A: 11 minuti
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pesso non si coglie l’importanza di avere un verde condominiale come risorsa ambientale, sociale e curativa contro lo stress che spesso esiste nei rapporti interpersonali tra condomini. Il caso che vi presentiamo è emblematico. La partecipazione a una gara di migliorie per un edificio di edilizia residenziale
pubblica con 16 alloggi nel comune di San Possidonio, in provincia di Modena, ha offerto l’opportunità di dare importanza e valore alle sistemazioni esterne.
SOLUZIONE STRUTTURATA
Partendo dal concetto che oggigiorno “la sostenibilità degli edifici privati e pubblici,
Le balze alternate alle alberature che danno movimento al giardino.
n dominiale,
à di crescita e e culturale come la sicurezza degli spazi pubblici sono considerati importanti per il benessere dei cittadini”, la sistemazione esterna è stata pensata come un’articolazione di spazi da minor consumo di suolo, riducendo l’impermeabile e di conseguenza l’isola di calore aumentando la superficie verde come quantità e qualità. Secondo le politiche dell’Unione Europea e, in particolare, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), perché un ambiente socialmente vissuto sia di qualità, bisogna considerare il verde come una componente prioritaria per il miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti. Il progetto del verde per questo edificio nasce da un concetto ecologico di rispetto
della biodiversità locale, della composizione paesaggistica, in raccordo con l’intorno, e da una sostenibilità ambientale come manutenzione e attenzione ai cambiamenti climatici e fitopatologici delle specie. Il verde, infatti, non è IL VALORE SOCIALE Per sensibilizzare i condomini a tutelare la proprietà e a ridurre i conflitti tra i futuri residenti e i costi di manutenzione, è stato introdotto un programma sociale di eventi e di attività comuni: dalla giornata di festa per l’inaugurazione della struttura a tre giornate lavoro per realizzare parte delle opere a verde assieme, progettista, impresa verde e condomini. Questa piccola iniziativa di condivisione sociale è un punto di partenza per aiutare le persone a conoscersi e a responsabilizzarsi su un bene che è stato progettato e condiviso con loro. N°010
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IL CANTIERE | progetto
tutto uguale. Lo sforzo qualitativo è stato quello di inserire parti di vegetazione arborea e arbustiva in macchie strutturate, con specie idonee per compensare la minor estensione quantitativa delle aree a verde. Infatti, a fronte di una superficie
richiesta minima di 950 metri quadrati, secondo il piano regolatore vigente, la soluzione proposta è stata di 1.300 metri quadrati, con spazi verdi che diventano un ambito di utilizzo con diverse funzioni a uso dei condomini.
ATTENZIONE AI COSTI
LE SCELTE VEGETALI Tante le specie autoctone utilizzate, sia per un valore ecologico, ma anche per un miglior adattamento all’ambiente PIANO ARBOREO. Si vorrebbero mantenere le alberature esistenti, previo controllo fitosanitario del loro stato di salute. Ecco l’elenco delle nuove specie inserite, il cui portamento, colore, profumo e dimensione si integrano perfettamente con quelle esistenti. Ingressi pedonali: Pyrus calleriana ‘Chanticleer’ Area gioco: Davidia involucrata, Prunus serrulata ‘Kanzan’ Area condivisione: Acer palmatum ‘Sango Kaku’ Parcheggi: Acer campestre ‘Elskii’, impalcato a 2 metri ad alberello Zona confine cabina elettrica: Acer platanoides ‘Crimson King’ PIANO ARBUSTIVO. Le siepi in forma libera sono: Calycanthus praecox, Buddleia davidii, Philadelphus coronarius Per zone d’ombra: Viburnum tinus, Viburnum opulus Per i parcheggi sotto gli alberi: Lonicera nitida PIANO ERBACEO. Per l’orto sono consigliate aromatiche come Lavanda spp, Timus spp, Rosmarinus spp, Salvia spp, Mentha spp. Rampicanti: Hedera Helix ‘Hibernica’, Trachelosperum jasminoides Prato fiorito e prato rustico
T sono le aree individuate: l’area dell’esercizio Tre fisico (attrezzata con strutture per il gioco), l’area sociale (ricreativa e di condivisione) e l’area del fare (l’orto). Il verde è un continuum fino all’intorno urbano, senza soffocare l’edificio, diventando parte integrante della vita dei condomini stessi. Q Questi gli elementi principali della progettazione: • guida nel definire le diverse aree, accessi e usi; • comunicazione di sensazioni e di percezioni tattili, olfattive e visive; • qualità e biodiversità delle specie selezionate. Partendo da una situazione esistente di bassa qualità, si è cercato di ridurre i costi, anziché sostituire la recinzione plastificata esistente con una nuova, si è deciso di mascherarla con una siepe doppia di caducifoglie e sempreverdi che perimetra parte dell’edificio. La motivazione è di natura estetica, ornamentale ed economica. Infatti, così facendo sono stati abbattuti anche i costi di demolizioni del muretto e della recinzione
In dettaglio, le tre aree del giardino.
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in ferro esistente per dedicarli alla realizzazione di opere a verde. I percorsi interni sono stati organizzati secondo una gerarchia che garantisce una priorità alla mobilità pedonale su quella veicolare. Infatti, gli ingressi pedonali sono valorizzati sia da siepi di diverse altezze che da due alberi, dalla fioritura particolare e vistosa, che accompagnano e rendono riconoscibile l’accesso. L’area gioco è un’area protetta, in parte L pavimentata con tappeti anti-trauma, circondata e riparata da siepi e prato fiorito con due nuovi alberi. Si colloca a sud-est dell’edificio ed è costituita da alcuni semplici elementi di gioco per piccoli e grandi e da sedute. L’area condivisione, a ovest delle piccole L dune (altezza compresa tra 1 e 1,20 metri), è caratterizzata da nuovi alberi che creano un posto raccolto, dove si trova anche un grande tavolo in legno che favorisce la convivialità e l’incontro. Un punto d’acqua e la luce notturna rendono fruibile la frequentazione anche nelle calde serate stive. L’area orto è stata recitanta con una siepe bassa L ed è stato inserito un punto acqua, oltre a dei bancali di legno per facilitare la messa a dimora di aromatiche o verdura ad uso familiare.
ALBERI IN FORMA LIBERA
specie vegetali. Tutte fanno parte principalmente degli elementi costitutivi del paesaggio locale e sono state selezionate per la capacità di vivere in un ambiente outdoor, di resistere al cambiamento climatico e alle principali malattie, che negli ultimi periodi si stanno particolarmente diffondendo in ambito urbano. Sono state scelte specie atossiche e senza spine, senza margini fogliari taglienti e senza aghi pungenti con basso contenuto di polline e con un costo di gestione basso. Inoltre, presentano valenze ornamentali in tutte le stagioni dell’anno. La scelta della forma libera permette il loro naturale sviluppo, riducendo il numero di potature e di cimature di contenimento. L’inserimento di piante autoctone, tra l’altro, ha garantito un alto grado di attecchimento ed è stato possibile utilizzare anche del substrato locale, evitando apporti di grosse quantità di terriccio e riducendo anche gli interventi irrigui.
IMPIANTO DI IRRIGAZIONE L’impianto d’irrigazione ad ala gocciolante è previsto lungo la siepe e nelle zone degli arbusti, mentre per garantire l’attecchimento degli alberi, nelle altre zone si richiede un impianto di irrigazione provvisorio, le cui annualità dipenderanno dalle specie presenti nelle singole aree. Per i prati fioriti è necessario un impianto di soccorso iniziale.
È stata grande importanza anche alla qualità delle
La sezione della recinzione, alla quale è stata affiancata una doppia siepe mista. Scala 1:20.
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NEWS
News Aprono gli orti nel cuore di Milano
Gli Orti Fioriti aprono le porte a cittadini e famiglie con tante nuove specie di piante e fiori che arricchiranno quelli già presenti. L’estensione degli orti raddoppia fino ad arrivare a circa 4000 metri quadri di superfice. Quest’anno CityLife proporrà un orto italiano rivisitato, caratterizzato da un layout molto contemporaneo. Il progetto propone la scoperta di spazi a tema: il Giardino delle Infinite-Mente, la Pergola delle Zucche, il Giardino delle Erbe, l’Orto rialzato, il Viale dei Fruttiferi nani, il Giardino dei Profumi… e tanti altri. Grandi aiuole che compongono un percorso spezzato all’interno delle quali si alternano coltivazioni orticole e piantagioni ornamentali disposte con un’inclinazione a 45°. Tra le principali novità 2018 offerte dagli Orti Fioriti di CityLife sicuramente la possibilità di fare una ricca e abbondante prima colazione immersi nei profumi di erbe e fiori, fare un break passeggiando tra il Giardino delle Dalie e quello dei Fiori del Sole o ancora bere un aperitivo in compagnia, perché in mezzo al verde non si è mai soli! Con i suoi Orti Fioriti, realizzati in collaborazione con l’Associazione Orticola di Lombardia, CityLife testimonia la grande attenzione e cura ai temi legati alla sostenibilità e al rinnovamento costante dei suoi spazi, per offrire non solo ai propri residenti ma a tutti i cittadini la possibilità di immergersi nella natura e di gustare i suoi profumi, un percorso esperienziale e didattico per bambini e famiglie nel centro di uno dei maggiori parchi urbani della città di Milano. Gli Orti Fioriti sono ideati da Filippo Pizzoni, architetto e vicepresidente di Orticola di Lombardia, in collaborazione con Susanna Magistretti di Cascina Bollate, e curati con amore e dedizione da Paolo Stella della Cooperativa del Sole. Aperti tutti i giorni fino al 30 settembre.
PUNTERUOLO ROSSO, TROVATA LA “CURA” C’è ancora speranza per le palme: la risposta contro il loro nemico numero uno è biologica, si chiama Beauveria bassiana. Si tratta di un fungo antagonista, selezionato nel corso di sette anni di ricerca in laboratorio da uno dei massimi esperti italiani, Claudio Littardi del Centro studi e ricerche per le palme di Sanremo. «Non è possibile rendere Esemplare di Punteruolo Rosso (Rhynchophorus ferrugineus). “immuni” le palme né avere una soluzione una volta per tutte -la biologia vegetale è molto diversa da quella animale - ma è possibile lavorare attraverso sistemi naturali di contrasto e prevenzione», ha spiegato Littardi durante il convegno di presentazione della ricerca, svoltosi all’interno di Eurof lora. Questo particolare fungo cresce naturalmente nei nostri suoli ed è già un controllore naturale delle popolazioni di insetti. Gli studi in laboratorio hanno rilevato che Beauveria bassiana è particolarmente aggressivo nei confronti del punteruolo rosso: è in grado di distruggere l’80% degli insetti attaccandone direttamente l’intestino. Il fungo è già utilizzato in Francia da qualche tempo ed è oggi in fase di autorizzazione nel nostro Paese. «Dal punto di vista dei professionisti – ha sottolineato Aldo Grande, perito agrario di Genova, - l’uso del fungo antagonista consente di evitare l’uso di antiparassitari chimici che richiedono molte attenzioni sia per chi opera sia per chi fruisce dei giardini». Il fungo si somministra in forma granulare, sotto forma di spore, che, a contatto con l’insetto, lo uccidono in quattro-cinque giorni perché si sviluppano nel corpo dell’insetto producendo nuove spore; inoltre l’insetto diventa a sua volta elemento di contaminazione presso altre palme, diffondendo le condizioni per una notevole limitazione della sua popolazione. Con questa nuova possibilità è possibile controllare il punteruolo rispettando tutti gli altri insetti che vivono con le palme e nel giardino, al contrario della lotta chimica che agisce in modo indiscriminato. Allo stesso tempo consente di ottenere buoni risultati senza provocare ferite alle palme.
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SÌ A UN MARCHIO PER LE PIANTE DI PISTOIA
«Sono decisamente favorevole all’idea di dare vita a un marchio delle piante del distretto vivaistico ornamentale di Pistoia. Consentirebbe ai nostri vivaisti di valorizzare meglio la qualità delle loro produzioni e il patrimonio delle loro competenze». A dichiararsi a favore della proposta, avanzata nell’ambito dell’iniziativa “Vivaismo, la fabbrica del verde” organizzata in aprile dal Tirreno, è il presidente di Cia – Agricoltori Italiani Toscana Centro (Firenze – Pistoia – Prato) Sandro Orlandini, che ha presenziato all’incontro all’Antico Palazzo dei Vescovi di Pistoia. «Non sono d’accordo con il collega Fabrizio Tesi, presidente di Coldiretti Pistoia, sul fatto che un marchio di distretto non sia realizzabile perché presupporrebbe un prodotto standardizzato che ancora non c’è. Dipende dal tipo di marchio e dal disciplinare che si definisce. Ad esempio, si potrebbe pensare, ma circoscrivendolo al solo distretto rurale vivaistico ornamentale di Pistoia, a un marchio d’origine di prodotto simile a quello dell’Associazione nazionale Piante e fiori d’Italia (espressione delle camere di commercio), che finora è stato ignorato dai vivaisti ornamentali di Pistoia aderenti a Cia Toscana Centro, perché non è vero che in tutto il territorio nazionale sono garantiti gli stessi livelli qualitativi del Distretto vivaistico pistoiese e ai nostri vivaisti non converrebbe essere confusi con altri. In conclusione, credo che il livello nazionale sia sbagliato per un marchio in questo comparto e comunque non conviene ai vivai del nostro distretto, ma l’idea del marchio d’origine di prodotto legata al solo territorio del distretto pistoiese potrebbe funzionare». Un consenso che apre la possibilità di lavorare su un possibile marchio, una volta fatte tutte le considerazioni necessarie; ad esempio si potrebbe valutare un marchio che certifichi la sicurezza fitosanitaria, per questo però è indispensabile attendere che vengano definite in Italia le norme attuative del Regolamento Ue 2016/2031 contenente le misure per la protezione delle piante da organismi nocivi, su cui stanno lavorando anche le associazioni dei vivaisti. «Insomma, è una partita complessa che richiede ancora alcuni passaggi e approfondimenti, ma l’obiettivo di arrivare a un marchio del distretto vivaistico pistoiese lo condivido pienamente. Direi che è indispensabile sia per dare più valore ai nostri prodotti che per facilitare una comunicazione del nostro distretto che lo renda più competitivo sui mercati internazionali».
A MINOPRIO CORSI DI FORMAZIONE “PER UN’AGRICOLTURA RESILIENTE”
All’interno dell’iniziativa “Lombardia Plus 2016-2018” che vuole offrire nuovi percorsi formativi che agevolino l’inserimento e il reinserimento lavorativo, Fondazione Minoprio propone il progetto “Formazione per professioni di un’agricoltura resiliente”, che comprende cinque percorsi formativi collegati tra loro dal tema della “resilienza”, la capacità di interagire con i cambiamenti, rispondere ad essi in modo positivo. Due sono attualmente in corso: Tecniche Forestali a Tutela della Biodiversità e Tecniche di apicoltura resiliente. Altri tre saranno attivati tra settembre e ottobre e proseguiranno fino a dicembre: Trasformazione dei prodotti in ambito di agricoltura resiliente (dedicato ai giovani con fragilità nell’inserimento lavorativo), Tecniche e piante per un giardinaggio resiliente a basso impatto ambientale, Tecniche per un’agricoltura resiliente e biologica. I percorsi formativi sono gratuiti per i beneficiari che possiedano i requisiti: età tra i 16 e i 35 anni, residenti o domiciliati in Lombardia. Per info e iscrizioni: www.fondazioneminoprio.it – g.rossoni@fondazioneminoprio.it – p.codazzi@fondazioneminoprio.it N°010
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TECNOLOGIE . INNOVAZIONE . SOLUZIONI
| concimi
Effetto
antistre s LandscaperPro Stress Control, grazie all’elevato contenuto di potassio, contribuisce a rendere il tappeto erboso più resistente. Eccovi le caratteristiche e i consigli d’uso di Nora Adamsberg
LA GAMMA LANDSCAPER PRO • Universtar • Maintenance • New Grass • Stress Control • Shade Special • Readystar N • Readystar K
L
a resistenza del tappeto erboso è favorita dal potassio che, a differenza dell’azoto, del fosforo, del magnesio e del ferro, non costituisce molecole proteiche o glucidiche ma è coinvolto nel metabolismo delle cellule che compongono le piante d’erba, ed è pertanto fondamentale nella regolazione dei processi fisiologici. Insomma con il giusto apporto di potassio il prato diventa più resistente al calpestio, alle malattie fungine, agli squilibri idrici e agli sbalzi termici. Nella linea LandscaperPro di ICL è presente il concime Stress Control a elevato contenuto di potassio (15-025+4MgO) con effetto antistress per tutte le superfici inerbite.
NUTRIZIONE E PREVENZIONE
Guarda l’esempio di piano di concimazione annuale
Abbiamo fatto cenno ai vantaggi del potassio per le piante da tappeto erboso. Ecco nel dettaglio perché è così utile: contribuisce ad aumentare la concentrazione dei succhi cellulari, regola i processi osmotici aumentando il potenziale cellulare, favorisce l’assorbimento radicale dell’umidità, regola il tasso di respirazione e, infine, influenza il turgore delle piante stesse. Tutte caratteristiche che, da un punto di vista pratico, aumentano la resistenza all’usura e agli stress ambientali. Ma quanto potassio occorre? Chiaramente più il prato è sfruttato, più aumenta la quantità di potassio da apportare. In linea generale un campo da calcio ne richiede 160-300 kg/ha/anno, mentre un prato ornamentale un po’ più della metà (80-180 kg/ha/anno). In proporzione, va applicato 30% prima dell’estate, 40% prima dell’inverno e il restante 30% ripartito tra la concimazione primaverile e quella pre-autunnale. Il suo apporto annuo va bilanciato con quello dell’azoto, mantenendolo a dosi leggermente inferiori rispetto a quest’ultimo.
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VANTAGGI
CESSIONE CONTROLLATA
Disponibile in sacchi da 5 e 15 kg (con una copertura rispettivamente di 165 e 500 m²), LandscaperPro Stress Control è un concime a cessione controllata da usare prima dei periodi che mettono in difficoltà il prato. Va infatti utilizzato a
fine primavera e in autunno per preparare il manto erboso alle temperature estreme estive e invernali. L’elevato contenuto di potassio dà maggior robustezza alle piante e l’azoto viene rilasciato solo in presenza di condizioni ottimali di crescita. A voi qualche consiglio per impiegarlo al meglio: se si applica su tappeto erboso asciutto e si irriga dopo, si accelera la penetrazione del prodotto e il rinverdimento iniziale. Da evitare l’applicazione in condizioni di gelo e in periodi di elevata siccità e la concimazione pre-taglio (se si effettua dopo, infatti, si previene l’asporto del prodotto da parte del rasaerba).
• Ideale prima di periodi di stress termici ed idrici • Ricco di potassio per rinforzare le pareti cellulari • Aumenta la tolleranza alle temperature estreme, sia alte che basse • Prepara il prato ai momenti di stress • Lunga durata d’azione
| trattorini
Per i più
esigenti Il nuovo tosaerba a raggio di sterzata zero ZD1211 è stato progettato per rispondere alle esigenze dei professionisti, offrendo qualità, prestazioni, comfort e robustezza. Anche su pendenze difficoltose e terreni irregolari di Filippo Terragni
Q
uando la manutenzione del verde diventa un’attività giornaliera, è necessario disporre di un tosaerba professionale che sia efficace, maneggevole ed economico. Ecco perché Kubota ha sviluppato il tosaerba professionale a raggio di sterzata zero ZD1211, che garantisce i risultati che i professionisti si aspettano. Lo ZD1211 dispone di un motore diesel Kubota di ultima generazione, una trasmissione HST, un piatto di taglio profondo e uno spazio estremamente confortevole per l’operatore. In breve, lo ZD1211 rende.
TRE LAME E TELAIO SOLIDO
I piatti di taglio Kubota sono in continua evoluzione, con miglioramenti costanti. In tal senso, “l’ultimo arrivato” non è un’eccezione: garantisce alte prestazioni (grazie alla velocità e alla qualità del taglio) e attesta l’affidabilità dei prodotti a marchio Kubota. Il tosaerba ZD1211 è dotato di un’unità di taglio a tre lame, con profondità da 140 millimetri. Quest’ultima gode di un sistema esclusivo, che sminuzza l’erba e permette di depositarla sul terreno, ottenendo così qualità di taglio e un pacciame finissimo. Il piatto di taglio è saldato, segno di affidabilità, in quanto garantisce una maggiore stabilità,
ZD1211
per applicazioni su terreni difficili. È disponibile nella versione scarico posteriore e/o scarico laterale, per rispondere alle diverse esigenze e per varie applicazioni. Attenzione anche per quanto riguarda il telaio, costruito per migliorare l’equilibrio e la stabilità in pendenze difficoltose e terreni irregolari, lo ZD1211 ha un baricentro ribassato. Grazie all’ampio assale, agli pneumatici posteriori a impronta larga, e ai serbatoi installati al di sopra degli pneumatici e sotto il sedile per una distribuzione ottimale del peso, la nuova serie ZD offre stabilità su una grande varietà di terreni.
MOTORE E TRASMISSIONE
Con più di 25 milioni di unità prodotte dal 1922, i motori Kubota sono noti per la loro qualità e un’affidabilità comprovata. Potenti, ma puliti e silenziosi, i robusti motori diesel ZD1211 offrono prestazioni, produttività e risparmio interessanti e garantiscono la potenza necessaria per lavori di tosatura intensi con semplicità ed efficacia. Questi motori tecnologicamente avanzati sono anche ecologici, grazie al risparmio di carburante, a una migliore combustione, e a rumore e vibrazioni ridotte. Oltre ai motori, la trasmissione idrostatica è a marchio Kubota: quest’ultima offre una risposta più rapida e più graduale in condizioni di carico. Salvo per occasionali controlli del liquido, la struttura saldata ermeticamente richiede una bassa manutenzione.
FACILE MANUTENZIONE
Lo ZD1211 è stato progettato per garantire al giardiniere maggiore autonomia tra gli intervalli di manutenzione. Quando è necessario svolgere la manutenzione, questa si rivela particolarmente semplice e veloce da effettuare. Il cofano protegge il motore, ma è facile da aprire e offre un rapido accesso a tutti i componenti. Un portello di manutenzione posto sulla piattaforma piana permette di accedere senza particolari problemi all’albero della presa di forza, alla cinghia, all’HST, alla guarnizione del cardano e ai filtri carburante. www.kubota-eu.com
Modello motore
Kubota D1105
Tipo
Diesel, raffreddato a liquido, 3 cilindri
Potenza massima lorda
18,5kW / 3000min-1; SAE J1940
Cilindrata totale
1.123 cc
Capacità del serbatoio
49 l
Lunghezza totale
2.260 mm
Larghezza totale
con tosaerba 1.875 (Laterale) / 1.600 (Posteriore) senza tosaerba 1.510 mm
Altezza totale
con arco di sicurezza in posizione sollevata 2.000 mm con arco di sicurezza in posizione ripiegata 1.640 mm
Passo
1.440 mm
Carreggiata
Anteriore 1.064 mm Posteriore 1.210 mm
Peso con piatto di taglio (con/senza carburante)
790 kg
Gamma di velocità di spostamento
Avanti 0 – 17.0 km/h Indietro 0 – 8.5 km/h
Sistema di trasmissione
2 HST con ingranaggio
Profondità del piatto
140 mm
Sistema di sollevamento del piatto
Sollevamento idraulico con pedale
Sistema di azionamento del piatto
Ad albero
Larghezza di taglio
152 cm
Regolazione dell’altezza di taglio
Manopola
Gamma di altezza di taglio
25 – 127 mm
Assale anteriore
Assale anteriore regolabile “Rigido” e “Oscillante”
Sistema di sollevamento del piatto di taglio
Di serie
Arco di sicurezza
Pieghevole
NUOVO SEDILE A SOSPENSIONE Un sedile più comodo significa meno affaticamento dell’operatore e maggiore produttività. Con due braccioli regolabili, schienale alto e supporto lombare, il sedile dello ZD1211 completamente imbottito e reclinabile garantisce un particolare comfort. Il sedile può essere regolato in avanti, all’indietro e verso l’alto, per consentire agli operatori con qualsiasi tipo di costituzione di trovare la posizione perfetta e assicurare, così, efficienza durante tutto l’arco della giornata.
| parco macchine
Il giardini e Diverse le soluzioni non convenzionali per la manutenzione del verde proposte dall’industria. Altrettanto affidabili e capaci di migliorare condizioni e ambienti di lavoro di Filippo Terragni
Il nuovo zainetto distribuisce il peso in modo uniforme.
P
ellenc da oltre 10 anni lavora a strettissimo contatto con i giardinieri professionisti e, in risposta alle più specifiche richieste ed esigenze degli operatori, progetta e realizza attrezzature a bassissimo impatto ambientale, in grado di migliorare condizioni e ambienti di lavoro, garantendo allo stesso modo efficienza e potenza. È questo il caso delle nuove batterie ULiB1500 e ULiB1200, ultime novità dell’azienda francese, realizzate in risposta alle necessità degli operatori più esigenti. Le nuove batterie assicurano autonomie prolungate, pur mantenendo ingombri e pesi, sono protette da polvere e pioggia grazie alla certificazione IP54 che permette di lavorare in diverse condizioni climatiche, senza la necessità di applicare ulteriori protezioni, e sono dotate infine di inserti ad alta visibilità in modo da garantire la sicurezza degli
La manovrabilità del tagliasiepi Helion2.
i ere è elettrico operatori. Il trasporto delle batterie è ottimizzato grazie al nuovissimo zaino brevettato, progettato in collaborazione con gli esperti di scalata, e realizzato in modo da distribuire il peso uniformemente, garantendo la libertà delle spalle, e senza andare mai in alcun modo a limitare i movimenti degli operatori. Non solo, le nuove ULiB1500 e ULiB1200 permettono di avere immediato accesso a tutta una serie di informazioni direttamente dal display della batteria; le ore di lavoro, l’assorbimento energetico dei diversi attrezzi e moltissimi altri dati sono a disposizione dell’operatore direttamente sul campo, senza la necessità di collegare le batterie ad alcun pc.
GAMMA COMPLETA
Oggi la gamma di attrezzature professionali a batteria Pellenc per la manutenzione del verde è importante, e permette di effettuare tutte le operazioni di potatura, taglio e manutenzione ordinaria e straordinaria, utilizzando esclusivamente l’alimentazione della batteria, senza consumo di carburante, eliminando totalmente le emissioni di gas di scarico nell’ambiente, e abbattendo in modo sostanziale l’inquinamento acustico. In questo modo è possibile lavorare senza limitazioni anche in zone sensibili, dove è necessaria una particolare attenzione alle emissioni sonore o dove tradizionalmente sono presenti vincoli restrittivi. Nel dettaglio, l’offerta per la manutenzione del verde è composta da tre rasaerba, tosasiepi manuale e telescopico, un sarchiatore, un soffiatore, un decespugliatore, oltre che le tradizionali motoseghe (anche queste disponibili in varianti telescopiche e manuali) e forbici da potatura; attrezzature che, sfruttando i motori brushless, progettati e realizzati direttamente da Pellenc, riescono a garantire ingombri e pesi minimi.
PRECISO E RAPIDO
Un esempio di queste caratteristiche applicate, è sicuramente il tagliasiepi Helion2, ormai conosciuto e apprezzato da giardinieri e manutentori; Helion2 sfrutta al massimo tutte le peculiarità di Pellenc, risultando affidabile, preciso, semplice e sicuro. Grazie
(ormai!)
CHI È PELLENC? Il gruppo francese di dimensioni internazionali Pellenc, precursore e punto di riferimento del mercato degli elettroutensili a batteria, grazie agli oltre 40 anni di esperienza nel settore dell’agricoltura ha sviluppato e continua a sviluppare soluzioni tecnologiche in grado di garantire un sostanziale miglioramento delle condizioni di lavoro degli operatori. Presente da ormai oltre 10 anni anche nell’ambito del giardinaggio e della manutenzione del verde, Pellenc riesce a garantire un’esperienza e una storicità di riferimento nel mercato delle attrezzature a batteria. Il know-how acquisito nel corso degli anni permette di conoscere a fondo e in modo preciso tutte le potenzialità della tecnologia della batteria, essendo in grado in questo modo di assicurare ai propri utilizzatori soluzioni performanti e al passo coi tempi. www.pellencitalia.com
ai soli 3,5 chili di peso (nella variante manuale), permette di lavorare più a lungo e senza sforzi, riuscendo in questo modo ad assicurare una maggiore precisione durante tutto il lavoro. L’impugnatura ergonomica orientabile garantisce una presa sempre salda e comoda in qualunque condizione, il connettore rapido e il selettore di velocità sempre a portata di mano, garantiscono un utilizzo semplice, preciso e rapido. Da sottolineare la grande autonomia che, con l’accoppiata tagliasiepi e ULiB1500, può superare addirittura i due giorni di lavoro! La nuovissima batteria ULiB 1500.
| pratiche
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appiamo benissimo che la concimazione è quell’operazione necessaria a reintegrare nel terreno gli elementi nutritivi assimilati dalle piante o persi per lisciviazione, in particolare azoto, fosforo e potassio, in modo da garantire la fertilità chimica del suolo. E questo vale anche per il tappeto erboso, che esso sia di nuova creazione o già esistente. A supporto degli operatori, sono diverse le aziende che operano in questo campo e forniscono soluzioni tecniche utili per gestire al meglio i lavori in cantiere, durante tutte le fasi stagionali del prato, tra queste c’è anche Compo, che ha studiato una gamma di prodotti professionali per garantire il mantenimento e la crescita del tappeto erboso. Vi presentiamo il piano consigliato dai tecnici di V Compo per eseguire le concimazioni, sia in fase di creazione, sia di cura.
FASE DI CREAZIONE
Dopo aver sgomberato da pietre e livellato il letto di semina, una concimazione di fondo può essere ottenuta grazie all’utilizzo di due prodotti: Rasen P25. Concime complesso NPK 19-255 a elevato titolo di fosforo, specificatamente formulato per l’applicazione in presemina e posa delle zolle, per un effetto starter dato proprio dall’alto titolo in fosforo. Si tratta di un concime a rilascio controllato, i granuli infatti sono ricoperti da un rivestimento elastico, il Poligen W3: il granulo, ricoperto dalla speciale membrana, una volta nel terreno assorbe all’interno l’umidità,
Tappeto erb o
supporto speci f Una gamma completa di concimi in grado di garantire la corretta crescita del prato. Durante tutto l’anno, anche in condizioni di stress di Filippo Terragni
SOLUZIONI A PRONTO EFFETTO
crea una soluzione nutritiva bilanciata e la rilascia gradatamente lungo un periodo di circa tre mesi. Agrosil. In alternativa, Agrosil è un A prodotto a base di silicati colloidali e fosforo: distribuito al terreno, forma con l’umidità presente una miscela di gel silicei che favorisce lo sviluppo radicale anche in profondità, garantendo un trapianto e attecchimento più veloce della cultivar. L’acido silicico del prodotto abbassa nei terreni l’intensità dei legami del fosforo permettendone, inoltre, la migrazione sino a 30 centimetri di profondità rendendolo disponibile anche alle radici più profonde e stimolandone la crescita.
DOPO LA SEMINA
Ecco un prodotto da utilizzare dopo la semina, durante la fase di germinazione e prima della tosatura: Rasen Floranid Universale. Concime NPK 15-5-8 a lenta cessione ed elevata efficienza, specificatamente formulato per la concimazione bilanciata del tappeto erboso durante tutte le stagioni di crescita, dalla primavera all’autunno.
OPERAZIONI DI MANTENIMENTO
La distribuzione del concime, meglio se attraverso l’ausilio di un carrello spandiconcime, si esegue dopo la tosatura, con erba asciutta e si fa seguire possibilmente da un’annaffiatura, inoltre deve
b oso,
i fico
Non mancano nella linea Compo, i concimi a pronto effetto, i quali forniscono elementi ad azione immediata, pertanto devono essere somministrati con maggiore frequenza. Rasen K. Concime potassico, che se somministrato a inizio inverno, può aiutare a indurre maggiore resistenza a stress idrici, al freddo e alle malattie. Rasen Fe+. Concime minerale NK 6-0-12 con ferro ad azione specifica per tappeti erbosi con effetto rinverdente, antimuschio e acidificante. Rasentec PI-NK. Concime minerale binario a pronto effetto con elevato titolo di azoto e potassio ad azione specifica per tappeti erbosi.
essere il più uniforme possibile in modo da garantire un’azione uguale in tutti i punti. Concimi con azoto a lento rilascio C Si tratta di concimi che rilasciano azoto in base alle necessità del tappeto erboso, regolandone la mineralizzazione a seconda dell’umidità e dell’attività microbica del terreno. Così facendo l’apporto di nutriente è prolungato sino a 12 settimane. Rasen Floranid. Concime NPK 20-5-8 ideale per la concimazione primaverile, con un elevato titolo in azoto, che favorisce la ripresa vegetativa e il rapido rinverdimento del tappeto erboso, garantendo una crescita costante e omogenea. Rasen Floranid estivo-autunnale. Concime NPK 10-5-20 specificatamente formulato per la concimazione estiva e autunnale (pre-invernale). L’elevato titolo in potassio aumenta la resistenza del prato alle temperature estive e invernali, un effetto antistress. Concimi con inibitore della nitrificazione C In alternativa ai concimi a lento rilascio è possibile utilizzare concimi che rallentano il processo di mineralizzazione dell’azoto, evitando che esso si perda inutilmente per dilavamento o volatilizzazione. Rasentec 14-7-17. Concime NPK 14-7-17 concime con inibitore della nitrificazione formulato con un alto livello di potassio per essere somministrato nei periodi di massimo stress delle cultivar microterme, estate e periodo pre-invernale. Rasentec 21-5-10. Concime NPK 21-5-10 concime con inibitore della nitrificazione formulato con un alto livello di azoto, per favorire la ripresa vegetativa e il rapido rinverdimento in primavera e autunno.
| piattaforme aeree
I PLUS • Jib per avvicinarsi ai punti di lavoro più difficili • Verticalità nella discesa e nella salita per chiudere e aprire il pantografo con un solo comando • 800 mm di larghezza per 2.000 mm di altezza • Carico massimo di lavoro nel cestello a 200 kg • Assenza totale di cavi e tubazioni esterni al braccio
U
na gamma di piattaforme aeree semoventi cingolate compatte e versatili pensate per il lavoro aereo in tutti quei luoghi (aree verdi, interne, fuoristrada, ecc...) dove le autocarrate non possono essere utilizzate a causa di peso o dimensioni eccessivi o di elevate pendenze. Si chiama Traccess ed è firmata dalla trentina CTE. Compattezza è la parola d’ordine: solo 800 mm di larghezza per 2.000 mm di altezza in tutti i modelli, dimensioni che ne permettono il transito e l’utilizzo anche attraverso le porte e in luoghi angusti e stretti. CTE, inoltre, ha standardizzato il carico massimo di lavoro sicuro nel cestello a 200 kg in tutta l’area operativa e senza restrizioni di portate e di sbracci. E grazie all’assenza totale di cavi e tubazioni esterni al braccio, si evitano collisioni durante le fasi di lavoro. Attualmente sono disponibili cinque modelli con A diverse altezze di lavoro: da 13 m (CTE Traccess Qui trovi 135), 17 m (CTE Traccess 170 e Traccess 170E a le schede batteria) e 23 m (CTE Traccess 230 e CTE Traccess tecniche 230E a batteria) e con sbraccio fino a 12 m. Nel dettaglio, i ragni Traccess 170E e Traccess 230E dispongono di TRASPORTO FACILE motori elettrici 48 V, batterie al Tutti i modelli della gamma sono trasportabili facilmente sul furgone grazie litio da 100 Ah o 300 Ah con alle ridotte dimensioni in modalità chiusa: CTE Traccess 135 (3.760 mm x un’autonomia fino a cinque ore di 780 mm x 2.000 mm), CTE Traccess 170 e CTE Traccess 170E (4.250 mm lavoro, per poter operare davvero x 800 mm x 2.000 mm), CTE Traccess 230 e CTE Traccess 230E (5.337 ovunque, anche dove ci sono forti mm x 780 mm x 2.010 mm). restrizioni in tema di emissioni o di inquinamento acustico.
NO LIMIT
Compattezza è la parola d’ordine per la gamma dei ragni CTE Traccess, cinque modelli, di cui due elettrici, dalle dimensioni ridotte e con altezze di lavoro da 13 a 23 metri. Per operare ovunque, anche in luoghi angusti e stretti di Nora Adamsberg
| cippatori
“C”
Il nuovo modello TB 100-C di Peruzzo presenta dimensioni ridotte ma un’elevata capacità di ridurre potature di grande diametro. Si trasporta con facilità e può essere trasformato in un comodo mini-transporter di Viola Delfino
di cingolato IN BREVE
È
una macchina di piccole dimensioni, facilmente trasportabile, ma con la possibilità di ridurre potature di grande diametro e fasci di rami anche dalle forme contorte. In seguito al successo riscosso con il cippatore TB 100, Peruzzo lancia la nuova versione, il modello TB 100-C (la “C” sta per “cingolato”). Caratterizzato da un design totalmente rinnovato, monta un robusto gruppo di taglio a tamburo che permette di sminuzzare rami fino a 1011 cm di diametro. La base motrice è motorizzata indipendente con un Briggs & Stratton da 3,5 HP ed è dotata di cingoli, caratteristica che consente di lavorare su qualsiasi tipologia di terreno, anche sui
Sul sito tutta la gamma Peruzzo
più impervi e scivolosi. Macchina con la più elevata produttività della sua categoria, è dotata di serie di un’ampia tramoggia di carico inclinata e di una curva di scarico regolabile in altezza. Dispone inoltre di un ampio rotore autotrascinante (innovativo in quanto anti-intasamento con due lame reversibili in acciaio) e di un motore a scoppio bicilindrico Briggs & Stratton Vanguard da 18 CV ad avviamento elettrico con trasmissione a cinghie trapezoidali.
• Trasportabile facilmente • Capacità di sminuzzare rami fino a 10-11 cm di diametro • Base motrice cingolata motorizzata Briggs & Stratton da 3,5 HP • Ampia tramoggia di carico inclinata • Curva di scarico regolabile in altezza • Rotore auto-trascinante • Motore Briggs & Stratton Vanguard da 18 CV
DUE FUNZIONI IN UNA Il TB 100-C rappresenta un’interessante soluzione multifunzionale. Può essere impiegato nella riduzione della ramaglia e degli scarti della potatura, ma in pochi e semplici gesti si trasforma in un completo mini-transporter cingolato.
| illuminazione
“FUNGHI”
TRA LE AIUOLE Si chiama Chiodino 13, è un apparecchio a led da esterno. Tra le sue carte vincenti: è resistente, consuma poco e non richiede manutenzione di Irene Nuvola
CHIODINO Installazione
picchetto in terra
Potenza
7W
Alimentazione
24, 220-240 V
Altezze
700, 1.000, 1.500 mm
www.inverlight.com
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tile, estetica, resistenza e bassa manutenzione. Quattro caratteristiche che fanno dell'acciaio inox un materiale molto utilizzato in architettura. Basti pensare che il tetto in acciaio AISI 302 del Chrysler Building, uno dei simboli di New York, completato nel 1930, è stato pulito solo tre volte ed è sempre stato trovato in ottime condizioni. Ma veniamo a noi. Chi si occupa di progettazione e manutenzione di ambienti esterni deve necessariamente tener conto della capacità di un materiale di resistere alle condizioni atmosferiche del luogo in cui è collocato. E da questo punto di vista l’acciaio inox è una garanzia. Un esempio? Chiodino 13 dell'italiana Inverlight, apparecchio a led per illuminare aree esterne e in particolare aiuole e cespugli. Realizzato completamente in acciaio inox AISI 316L, è in grado di resistere anche in ambienti difficili come le vicinanze del mare. Tra i suoi plus: il consumo ridotto di soli 7 W e la luce indiretta, in conformità con le normative vigenti contro l’inquinamento luminoso. Chiodino 13, infine, è disponibile in due versioni (testa piatta o bombata), in tre diverse altezze e in tre differenti finiture: inox spazzolato, browntech (colore bruno opaco molto naturale) e naturalblack (colore nero-carbone con sfumature particolarmente adatte a un ambiente esterno).
PERCHÉ IN ACCIAIO? L’acciaio inox è un tipo di acciaio a basso tenore di carbonio al quale è stato aggiunto del cromo, elemento quest'ultimo che consente la formazione, sulla superficie, di un film di ossido di cromo tenace, aderente, resistente alla corrosione. Tali proprietà aumentano con l’aggiunta di altri elementi, quali molibdeno, nickel e azoto. L’acciaio inox AISI 316L li contiene tutti, è pertanto in grado di resistere a condizioni particolarmente critiche, senza necessità di manutenzione.
GESTIONE | formazione in collaborazione con
U
no degli elementi fondamentali per il miglioramento della qualità della vita è sicuramente rappresentato dal verde, inteso come insieme delle componenti naturali che determinano la funzionalità e l’armonia paesaggistica di un centro abitato in equilibrio ambientale con il territorio. Quando il verde viene progettato e curato in modo corretto, può svolgere molte funzioni e produrre importanti benefici per l’ambiente e per la società: sul clima locale, sulla qualità dell’aria, sui livelli di rumore, sulla stabilità del suolo, sui fabbisogni di ricreazione, relazione sociale, crescita culturale e di salute di chi ci vive a contatto.
DI SCIPLINARI IN CAPO ALLE REGIONI
Per poter godere di tutti i benefici che gli spazi verdi garantiscono è necessario affidarli a figure professionali certificate. A tale fine il 22 febbraio 2018 è stato firmato l’accordo in Conferenza Stato Regioni: da ora in poi, secondo l’articolo 12, comma 2 della Legge 154 del 28 luglio 2016 (il “collegato agricoltura”), non si potrà più operare come giardiniere (o meglio, da definizione nazionale, “manutentore del verde”), senza aver frequentato un corso di almeno 180 ore e aver superato l’esame finale col quale si ottiene l’attestato di idoneità. Gli standard della formazione saranno
Il giardinier e
manuten t d
La Scuola Agraria del Parco di Monza presenta un percorso formativo per gli operatori, validato dal tavolo di lavoro del Ministero. Il primo in Italia di Giovanna Cutuli e Paola Martinelli
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quindi applicati in tutte le regioni in maniera univoca e coordinata, in modo da qualificare maggiormente questa figura professionale. Il 23 aprile 2018, poi, con il decreto dirigenziale n. 5777 la Regione Lombardia ha dato attuazione al “collegato agricoltura” che assegna ai governi regionali il compito di disciplinare le modalità per l’effettuazione dei corsi di formazione ai fini dell’ottenimento dell’attestato di idoneità di “manutentore del verde”. Lo standard professionale e formativo dell’attività di manutentore del verde è stato approvato in coerenza con il suddetto Accordo in Conferenza Stato-Regioni.
LE MANSIONI CHE PUÒ SVOLGERE
Ma quali sono le competenze del manutentore del verde? Ecco l’elenco completo. - Allestisce, sistema e cura aree verdi, aiuole, parchi, alberature e giardini pubblici e privati. - Cura la predisposizione del terreno ospitante, la messa a dimora delle piante sino alla realizzazione dell’impianto e alla successiva gestione, applicando le necessarie tecniche colturali e fitosanitarie. - Gestisce le manutenzioni ordinarie e straordinarie, la potatura delle principali specie ornamentali in osservanza anche delle “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile”. - Applica la difesa fitosanitaria ai vegetali nei limiti delle leggi in vigore. - È in grado di recuperare e di smaltire
correttamente sfalci e potature. - Usa correttamente le attrezzature e i macchinari specifici. Il percorso formativo, il cui programma è stato elaborato dalla Scuola Agraria del Parco di Monza e validato dal tavolo di lavoro del Ministero (MIPAAF), dovrà avere una durata minima di 180 ore, suddivise in 120 ore di teoria e 60 di pratica, e potrà essere erogato esclusivamente da enti accreditati all’albo regionale dei servizi di istruzione e formazione professionale, garanzia di qualità nella formazione.
r e diventa
n tore del verde
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GESTIONE | formazione
I CORSI DELLA SCUOLA AGRARIA DEL PARCO DI MONZA Corso
Date
Costo
Durata
Edizione successiva
Professione fiorista
dal 17 settembre al 13 dicembre 2018
2.400 euro
128 ore
Primavera 2019
Tecnico progettista di spazi verdi I modulo
dal 1 ottobre al 20 dicembre 2018
2.100 euro
240 ore
Primavera 2019
Ortoterapia – Terapia orticolturale
dal 8 ottobre al 13 dicembre 2018
1.900 euro
200 ore
Primavera 2019
Giardiniere professionista
dal 20 ottobre 2018 al 21 febbraio 2019
3.700 euro
600 ore
Primavera 2019
Operatore in arboricoltura
dal 29 ottobre al 6 dicembre 2018
1.350 euro
144 ore (requisito: aver frequentato il percorso “Più formazione”)
Primavera 2019
Tecnico progettista di spazi verdi II modulo
dal 7 gennaio al 19 marzo 2019
2.150 euro
240 ore
Estate 2019
L’arte del giardino giapponese tradizionale (base)
dal 11 marzo al 20 settembre 2019
2.600 euro
112 ore
Primavera 2020
L’arte del giardino giapponese tradizionale (avanzato)
dal 18 marzo al 27 settembre 2019
2.700 euro
104 ore
Primavera 2020
UNA FIGURA COMPLETA
Per avere maggior informazioni contatta Paola Martinelli o Giovanna Cutuli allo 039 5161208/ 039 5161206 e collegati al sito www.monzaflora.it.
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Il programma comprende tra l’altro botanica, agronomia, pedologia, fitopatologia, entomologia, arboricoltura, sicurezza, normativa sfalci, progettazione, uso di macchine e attrezzi, tecniche di giardinaggio, normativa fitosanitaria, irrigazione, piantagione e trapianti. In aggiunta a questa versione “base” la Scuola Agraria del Parco di Monza, nell’ottica di offrire una formazione specialistica e completa, propone anche il corso per “Giardiniere professionista” della durata di 600 ore (di cui 300 ore sono di pratica in campo e che al suo interno rilascia l’attestato di idoneità di manutentore del verde, e altre abilitazioni professionali, come il patentino per l’uso e l’acquisto dei prodotti fitosanitari, l’abilitazione alla conduzione dei trattori e il patentino per l’utilizzo dei DPI di terza categoria) al costo di 3.700 euro e un’opzione “Più Formazione”, un pacchetto formativo di 244 ore che comprende l’adesione e partecipazione ai corsi “Manutenzione del verde” (180 ore con rilascio dell’attestato di idoneità di manutentore del verde), di “Tree climbing base” (40 ore), di “Potatura alberi” (24 ore) da svolgersi nell’arco temporale giugno/ novembre alla quota scontata di di 2.500 euro anziché quella totale di 3.135 euro. Per accedere ai percorsi formativi occorre essere in possesso del diploma di scuola media e aver compiuto 18 anni o, se di età inferiore, solo se si è in possesso di qualifica professionale triennale.
GESTIONE | soluzioni
SOS ESTATE
Tappeti erbosi vigorosi e in salute. Eccovi le strategie biologiche da attuare per evitarne l’indebolimento durante la stagione calda, condizionata dai maggiori stress abiotici di Camillo De Beni
L
o scorso anno, sul numero 005 (pag. 45), abbiamo affrontato l’argomento “terreno” descrivendone l’importanza per lo sviluppo di piante sane e vigorose. Il terreno, inteso come “mezzo” dove si sviluppano le radici, dove occorre vi sia un corretto equilibrio tra componente solida, liquida e gassosa, e dove la presenza di sostanza organica favorisce l’attività di microrganismi. Si era introdotto il concetto di “rizosfera” e si erano descritte le profonde correlazioni esistenti tra particelle del terreno, piante e microrganismi, evidenziandone il continuum e rimarcandone l’importanza, nella consapevolezza che è nel micro-mondo della rizosfera che si svolgono gran parte delle attività che sostengono le nostre piante. A livello pratico, aspetto fondamentale di questi articoli divulgativi, si erano descritti ed elencati tutta una serie di prodotti (acidi umici e fulvici, estratti di alghe, aminoacidi, batteri benefici, funghi benefici e micorrize) che è possibile apportare al terreno in forma liquida e granulare, per influenzare beneficamente “l’effetto rizosfera”. Tale attività, è dimostrato, favorisce lo sviluppo di piante più sane, resistenti ed efficienti, con un approccio
biologico e rispettoso per l’ambiente. Tale attività, dovrebbe costituire oggi la base dei programmi manutentivi nei giardini, pubblici e privati, nei campi sportivi, nei parchi e in tutti gli ambiti legati al verde ornamentale, anche per allinearsi alle recenti normative. Nel corso del seguente approfondimento si estenderà la visione esponendo ciò che è possibile fare anche a livello epigeo, quindi fogliare, sulle piante, e in particolare sui tappeti erbosi, per mantenerli in vigore e protetti. Una pratica utile, rispettosa delle normative legate all’uso di pesticidi (PAN), che è possibile porre in atto per contrastare le fisiopatie e per sostenere le nostre piante nella stagione condizionata dai maggiori stress abiotici, quindi dal caldo e dalla avversità climatiche.
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MICROTERME IN SOFFERENZA
Riferendoci ai tappeti erbosi, in Italia oggi, anche a causa del riscaldamento climatico, si sta assistendo a un impiego sempre più diffuso ed esteso verso Nord, di specie macroterme. Le specie macroterme o C4 sono comunemente rappresentate dalla Gramigna, dal Paspalum e dalla Zoysia, e, come si intuisce dal termine macroterme, costituiscono un gruppo di graminacee erbacee da tappeto erboso capace di
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GESTIONE | soluzioni
SYRINGING
Tipico prato all’inglese in microterme.
Si esegue solo nelle giornate calde e consente di raffreddare la superficie fogliare del manto erboso sfruttando il processo di evaporazione che, per avvenire, sottrae “calorie” all’ambiente circostante, raffreddandolo. Si esegue in qualche minuto nelle ore più calde della giornata (es. ore 13.00 e ore 16.00), facendo girare un paio di volte, per intero, l’irrigatore.
resistere alle elevate temperature, adatte quindi per climi caldi e molto caldi (torridi). Rovescio della medaglia, le macroterme non R resistono al freddo, o meglio, nelle nostre stagioni fredde entrano in totale dormienza, perdendo di densità fogliare e ingiallendo completamente. Malgrado il trend che sta muovendo verso le macroterme, la stragrande maggioranza dei
tappeti erbosi ornamentali e sportivi del CentroNord Italia è costituito ancora oggi da specie microterme o C3, quindi dai più conosciuti Loietti, dalla Poa pratensis, dalle Agrostidi, dalle Festuche a foglie fini e dalla “Regina”, oggi tra le specie microterme, rappresentata dalla Festuca arundinacea. Con microterme, come dice la parola, si identificano specie graminacee erbacee da tappeto erboso molto resistenti alla basse temperature, ma assolutamente sensibili alle elevate temperature (i loietti di vecchia generazione e le festuche a foglie fini le specie più sensibili, la Festuca arundinacea la specie meno sensibile). Indicativamente, quando le temperature oltrepassano i 30°C, le microterme iniziano ad andare in stress da caldo. Come difendersi allora e come procedere nel tentativo di limitare le condizioni di stress per salvaguardare il tappeto
LA DEFINIZIONE UFFICIALE Il termine “biostimolante” compare per la prima volta nel 1997, quando due studiosi della Virginia Polytechnic Institute and State University, Zhang e Schmidt, lo proposero per indicare “delle sostanze che, applicate in piccole quantità, promuovevano la crescita delle piante”. I biostimolanti, a cui i due studiosi facevano riferimento erano allora gli acidi umici e gli estratti di alghe, prodotti che manifestavano un’azione di tipo ormonale. Nel 2010 anche in Italia, con il Decreto Legge 75/2010 e successiva modifica del 10 luglio 2013, è stata considerata la categoria dei biostimolanti ed è stata creata la sezione “Prodotti ad azione specifica sulla pianta – Biostimolanti”, definendo gli elementi appartenenti come prodotti che apportano a un altro fertilizzante o al suolo o alla pianta, sostanze che favoriscono o regolano l’assorbimento degli elementi nutritivi o correggono determinate anomalie di tipo fisiologico. L’Europa si è dimostrata da subito molto attenta a questa nuova categoria di materiali con l’Italia in prima fila e a giugno 2011 è nata l’associazione EBIC (European Biostimulant Industry Council) con l’obiettivo di proporre una precisa definizione di biostimolante, attraverso una sua classificazione, con metodi analitici e con la precisa volontà di istituire a tutti gli effetti, anche a livello legislativo europeo, questa nuova tipologia di prodotti. Nel 2013, dopo varie fasi intermedie, l’associazione EBIC ha elaborato quella che è l’attuale definizione: “I biostimolanti sono sostanze e/o microrganismi che applicati alla pianta o alla rizosfera stimolano i processi naturali che migliorano l’efficienza d’assorbimento e d’assimilazione dei nutrienti, la tolleranza a stress abiotici e la qualità del prodotto. I biostimolanti non hanno effetti diretti su parassiti e patogeni e quindi non rientrano nella categoria dei pesticidi”.
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Verifica della radicazione.
erboso di microterme? Premesso che, come anticipato, tutte le buone pratiche indicate per influenzare beneficamente la rizosfera devono essere considerate la base per iniziare il processo, ulteriori pratiche possono risultare di grande aiuto. Vediamole di seguito.
IL GIUSTO NUTRIMENTO
In linea generale, senza approfondire sugli aspetti fisiologici che regolano tali processi, alzare il taglio, quindi mantenere l’erba più alta rispetto all’altezza di taglio standard, consente di limitare i danni e ridurre la perdita di spessore degli apparati radicali. L’esistenza di una correlazione diretta tra altezza della lamina fogliare (filo d’erba) e spessore (lunghezza) degli apparati radicali è nota da tempo, e sappiamo quanto è importante disporre di un efficiente e profondo apparato radicale, sia per gli equilibri esistenti a livello rizosferico che per l’aumento della capacità (superficie) di assorbimento riferita ai nutrienti e, in particolare, all’acqua, nelle stagioni calde. Ridurre le concimazioni azotate a pronto effetto, prediligendo sempre l’uso di concimi granulari e/o liquidi a lenta cessione, consente di mantenere corretti i livelli di azoto disponibile per la pianta, senza eccessi e in particolare senza accumuli di azoto disponibile nel terreno e negli strati superficiali del manto erboso. Tali forme di azoto “pronto” costituiscono infatti fonte di nutrimento e condizione di favore per diverse patologie Tessitura perfetta di un prato di Poa pratensis (microterma).
fungine estive (es. Pythium sp.). Iper nutrire con azoto le specie erbose microterme sottoposte a condizioni di stress da caldo è comunque un controsenso, poiché alle alte temperature i processi fisiologici legati all’assorbimento dei nutrienti rallentano, sarebbe come dar da mangiare il pollo fritto a chi ha una occlusione intestinale!
CONTRO I COLPI DI ASCIUTTO
Gestire al meglio l’irrigazione, che significa eseguire irrigazioni profonde (es. 10 l/mq o 10 mm) intervenendo quando i livelli di umidità percentuale del terreno scendono portandosi al di sotto della capacità idrica di campo (focus nel box “Dettaglio fondamentale, la capacità di campo”), consente il mantenimento della corretta dotazione idrica evitando i “colpi di asciutto”. A livello pratico, in assenza di piogge e con clima caldo e asciutto, potrebbe voler dire irrigare ogni due-tre giorni, ma molto può dipendere dal tipo (tessitura) e dalle condizioni strutturali del terreno. Nella gestione dell’irrigazione assume una valenza tecnica importante anche la pratica denominata syringing, ossia l’esecuzione di brevissimi cicli di syringing irrigazione quotidiani, da eseguirsi in numero di due-tre volte al giorno (con apporti di 0,5-1 l/mq = 0,5-1 mm a ciclo). Nella gestione dell’irrigazione infine, si raccomanda sempre di evitare l’irrigazione nelle ore serali e nelle prime ore della notte, in modo da svantaggiare l’attività di molte malattie fungine estive. Queste ultime beneficiano parecchio
CATEGORIE DI BIOSTIMOLANTI • Sostanze umiche • Materiali organici complessi • Elementi chimici benefici • Sali inorganici comprendenti anche i fosfiti • Estratti di alghe • Chitina e derivati del chitosano • Antitraspiranti • Aminoacidi e altri composti azotati
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GESTIONE | soluzioni
Danno da carenza d’acqua e da caldo su microterme.
INDIZI STRESS DA CALDO • Alzare il taglio • Ridurre le concimazioni azotate a pronto effetto • Gestire al meglio l’irrigazione • Applicare biostimolanti
del “film” d’acqua e dell’elevata umidità che si mantiene sulle lamine fogliari quando, in assenza di luce, non vi è attività fotosintetica.
L’AZIONE DELLE ALGHE
Lasciate per ultime, ma di assoluta rilevanza nella gestione estiva dei tappeti erbosi, sono le pratiche agronomiche che prevedono l’applicazione liquida fogliare e al terreno di alcuni specifici prodotti, genericamente identificati come biostimolanti (approfondimento nel box “La definizione ufficiale”): diversi dai fertilizzanti tradizionali, vengono applicati a bassi dosaggi, promuovono la crescita, favoriscono l’assorbimento e l’assimilazione dei nutrienti e migliorano il metabolismo della pianta quando sottoposta a condizioni di stress.
IN PRATICA • Alzare il taglio • Ridurre le concimazioni azotate a pronto effetto • Gestire al meglio l’irrigazione • Applicare biostimolanti
T le categorie di biostimolanti contemplati Tra nella classificazione europea, le più conosciute sono senz’altro quelle che annoverano gli estratti di alghe, ottenuti partendo da alghe verdi, rosse o brune, soprattutto del tipo Ascophyllum nodosum, Ecklonia maxima e Laminaria digitata. Il tipo di alga utilizzato, il periodo di raccolta e il processo di estrazione influenzano notevolmente le caratteristiche chimiche dell’estratto e quindi le sue proprietà biostimolanti. È stato dimostrato che gli estratti di alghe agiscono come biostimolanti migliorando la velocità di
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germinazione, la crescita, l’allegagione, la qualità del prodotto, la produzione in genere e la resistenza agli stress ambientali. Gli effetti biostimolanti sono da ricondurre soprattutto alla presenza di fitormoni (auxine, citochinine, acido abscissico, gibberelline, ecc..), polisaccaridi, polifenoli e altre molecole organiche.
LE SOSTANZE UMICHE
T le categorie di biostimolanti, anche quella Tra delle sostanze umiche è di assoluta importanza. Si tratta di macromolecole organiche complesse che provengono dalla decomposizione della sostanza organica e dall’attività metabolica dei microrganismi. Le sostanze umiche sono molto eterogenee, classificate sulla base del peso molecolare e della solubilità (gli acidi umici sono solubili in acqua a pH alcalino, gli acidi fulvici sono solubili in acqua a tutti i pH). Le sostanze umiche utilizzate per produrre biostimolanti provengono soprattutto da giacimenti di humus fossile (tipo Leonardite) o da compost. Esse
Trattamento biologico antistress su prato sportivo.
Irrigazione estiva.
esplicano un’azione di stimolo della crescita delle piante per via diretta e indiretta, esercitando un effetto diretto sulla pianta con effetti sulla rizogenesi. Per i nostri scopi, le sostanze umiche influenzano positivamente anche il metabolismo secondario, favorendo l’accumulo di antiossidanti e l’attività degli enzimi di difesa dallo stress ossidativo causato da radicali liberi che si generano a seguito di stress ambientali. L’azione indiretta delle sostanze umiche si esplica anche nel suolo attraverso un miglioramento della fertilità. Esse infatti cementano le particelle inorganiche degli aggregati rendendole più stabili, aumentano la capacità di scambio cationico (CSC) ed esercitano un effetto tampone sul pH, incrementando la biodisponibilità degli elementi nutritivi e riducendo le perdite per lisciviazione. Gli effetti positivi degli acidi umici sul terreno e sul metabolismo cellulare determinano una maggior tolleranza delle piante agli stress abiotici (es. salinità) e biotici (es. attacchi di malattie fungine).
PROTEZIONI EFFICACI E UTILI
Altre due categorie di biostimolanti da menzionare, capaci di migliorare la tolleranza a stress ambientali (salinità, siccità, temperature estreme) e di stimolare le risposte di difesa della pianta agli stress, sono quelle degli idrolizzati proteici e dei sali inorganici comprendenti i fosfiti e i fosfonati. Gli idrolizzati proteici sono delle sostanze contenenti una miscela di aminoacidi e peptidi solubili, generalmente ottenuti per idrolisi
DETTAGLIO FONDAMENTALE, LA CAPACITÀ DI CAMPO È una delle costanti idrologiche più importanti dal punto di vista agronomico, rappresenta infatti il limite a cui fare riferimento quando l’irrigazione è impostata su un bilancio idrico del terreno oppure sulla misurazione del potenziale idrico: è il livello di umidità da cui inizia il progressivo prosciugamento per azione dell’evaporazione e, soprattutto, dell’assorbimento radicale; è il livello di umidità che deve essere ripristinato in occasione di un intervento irriguo. La capacità di campo si assesta sui valori più alti nei terreni argillosi o ricchi di humus (45-50% sul peso secco) e su quelli più bassi nei terreni sabbiosi (10-15%), mentre ha valori intermedi nei terreni a tessitura equilibrata, medio impasto e in quelli limosi (25-40%).
chimica o enzimatica, o mista da proteine di origine animale o vegetale. I fosfiti e fosfonati sono dei sali/esteri dell’acido fosforoso (fosfiti) e dell’acido fosfonico (fosfonato) che fatti reagire con idrossido di potassio, per tamponarne l’acidità, danno origine al fosfonato di potassio. Il fosfonato, oltre a determinare uno stimolo alla produzione di sostanze di difesa nella pianta ospite, esplica un’azione di controllo di alcune malattie fungine tra le quali Pytium sp. Pytophtora sp. e, nella complessa fisiologia vegetale, viene assorbito dalla pianta e incorporato come ione fosfito. I fosfiti sono idrosolubili, sono assorbibili da foglie e radici e possiedono un’elevatissima sistemia, che spesso favorisce e accelera l’assimilazione e la traslocazione delle sostanze nutritive. Per concludere, a livello pratico, nella gestione dei tappeti erbosi, quando sottoposti a condizioni di stress ambientali, l’applicazione di biostimolanti contribuisce enormemente al loro irrobustimento e protezione. Un’applicazione ripetuta con cadenza mensile, ma meglio ancora ogni tre settimane, consente, nella stagione critica, di superare le “fatiche dell’estate” nel totale rispetto delle normative vigenti e dell’ambiente. N°010
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GESTIONE | la storia
SCELTA lung i Un’impresa attiva nella progettazione, realizzazione e manutenzione di aree verdi ha scelto di dotare la propria sede di pannelli fotovoltaici firmati Elmec Solar. A voi i dettagli e i perché di Daniela Stasi TEMPO DI LETTU R A: 7 minuti
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hi conosce (e legge!) la nostra rivista, sa che ci piace essere concreti. Lavoriamo con le parole, certo, ma vogliamo raccontare i fatti. Eccovi allora la storia di un’azienda che ha saputo guardare avanti. Protagonista è la cooperativa sociale Naturcoop di Somma Lombardo (VA),
VANTO ITALIANO Attivo da oltre 50 anni nella progettazione e gestione di soluzioni e servizi informatici altamente specializzati, il Gruppo Elmec di Brunello (VA) è la più grande azienda italiana privata del settore IT, con circa 600 dipendenti e un fatturato di 160 milioni di euro. La sua storia inizia nel 1971 quando è stata fondata da Clemente Ballerio e Cesare Corti. Numerose le acquisizioni concluse, citiamo quella del 45% del pacchetto azionario di NGI – oggi Eolo – attiva nel campo della connettività a banda larga per il mercato residenziale e delle imprese. Da segnalare anche il nuovo Data Center, BR4, una della più importanti infrastrutture d’Italia per numeri e potenzialità.
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impegnata nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate in diversi settori, tra cui quello della progettazione, realizzazione e manutenzione di aree verdi. La sua nuova sede, costituita da un edificio principale a un piano e da tre pensiline adibite al ricovero dei mezzi e delle attrezzature, si estende su una superficie totale di 1.029 mq. Realizzata tre anni fa, risponde ad alcuni innovativi principi costruttivi, tra cui la riduzione dell’impatto ambientale grazie all’impianto di energia alternativa fotovoltaica posato sul tetto di una delle pensiline. Per realizzare l’impianto fotovoltaico, Naturcoop ha aderito al gruppo di acquisto privato “400.000 tetti fotovoltaici” promosso da Elmec Solar e dal Green Team di Elmec. Di cosa si tratta? «Seguendo le logiche dell’economia di scala e della sharing economy, il progetto “400.000 tetti fotovoltaici” viene ripetuto da diversi anni da Elmec Solar per agevolare la formazione di un gruppo d’acquisto privato tra i cittadini del Varesotto e dei territori limitrofi – spiega Alessandro Villa, amministratore delegato di Elmec Solar – Lo scopo è quello di abbassare i costi degli impianti fotovoltaici, il risultato è una modalità di acquisto condiviso e consapevole ulteriormente facilitata da opportunità dedicate».
L’IDEA CHE FA LA DIFFERENZA Elmec Solar, società del Gruppo Elmec nata nel 2005 in provincia di Varese come startup
g imirante di ricerca e sviluppo nel settore fotovoltaico, progettazione, installazione e distribuzione di è oggi tra le principali realtà nel panorama impianti fotovoltaici, energy storage e soluzioni italiano delle rinnovabili. «I clienti led, con una recente apertura territorialmente vicini, attraverso verso altre energie rinnovabili. il passaparola, hanno contribuito Lavora sia con il settore privato/ a farci crescere – racconta Villa – residenziale sia con quello Negli ultimi anni con la diffusione aziendale. Fra i principali marchi dei sistemi di accumulo, il mercato distribuiti: Sunpower, QCells, del fotovoltaico ha raggiunto nuove SolarEdge, SMA, Philips, dimensioni e nel 2016 Elmec SonnenBatterie, Tesla, Une, Solar è diventata una delle prime Enessere. «Gestiamo tutte le fasi, tre società italiane selezionate dal dalla progettazione dell’impianto colosso californiano Tesla per la all’iter autorizzativo, fino ai Per saperne di distribuzione di Tesla Powerwall». finanziamenti e alla logistica più vai sul sito Negli ultimi due anni la società – conclude Villa – Ogni di Elmec Solar triplica il proprio risultato e il professionista di Elmec Solar è numero dei clienti e, nel 2017, firma parte integrante di una squadra con l’azienda reggiana Une l’accordo che quotidianamente fa della per la distribuzione di Zhero System, il primo competenza, dell’affidabilità e del rapporto diretto sistema di accumulo energetico ecologico, sicuro con il cliente i propri punti di forza». e totalmente certificato CEI-021 che utilizza le batterie al sale (tecnologa sodio-nichel) di FIAMM-FZSoNick.
DALLA PROGETTAZIONE ALLA LOGISTICA
Composta da 34 professionisti di cui 25 tecnici specializzati, Elmec Solar si occupa di
L’IMPIANTO NATURCOOP • Potenza: 11,96 kWp • Produzione: 12.700 kWh/anno • Ingombro: 74 mq • N. moduli Q.Cells: 46 • Inverter SMA: 1 Inverter 12.000 TL • Totale investimento: 20.000 euro • Risparmio: 1.600 euro/anno • Scambio sul posto: 381 euro/anno • Deduzione ammortamento: 502 euro/anno • Superammortamento: 172 euro/anno • Totale beneficio: 2.655 euro/anno • Ritorno: 7,5 anni • Resa dopo 25 anni: 83%
La nuova sede di Naturcoop di Somma Lombardo (VA): ben visibile l’impianto di energia alternativa fotovoltaica posato sul tetto di una delle pensiline.
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GESTIONE | imprese
150 anni di
un nuovo f Con l’acquisizione da parte di Acg10, la storica azienda Scarpellini punta a essere nuovamente un punto di riferimento per il settore. Con l’obiettivo di “creare nuovi posti di lavoro sul territorio” di Filippo Terragni TEMPO DI LETTU R A: 7 minuti
Il lavori dell’istallazione a verde nella nuova area di Oriocenter a Bergamo.
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“A
rte e scienza del verde” è lo slogan che da sempre accompagna Scarpellini, azienda specializzata nella progettazione, costruzione e manutenzione professionale del verde, nata nel 1852 dall’esperienza e dal lavoro accumulato da Carlo Scarpellini, grazie ad anni di lavoro presso le ville di Alzano Lombardo, che poi il figlio Antonio nel 1904 ha trasformato nella famosa azienda Antonio Scarpellini e Figli. E che oggi ha trovato una nuova proprietà e nuovo ossigeno.
storia e
o futuro MARCHIO STORICO
Il resto è storia: i servizi ambientali garantiti dall’azienda bergamasca si espandono esponenzialmente, attraversando tutto il Novecento con commesse di grande prestigio. Poi, con la crisi degli ultimi anni e le difficoltà fisiologiche legate ai tagli delle amministrazioni pubbliche arrivano le difficoltà, ma fortunatamente c’è chi ha voluto investire in una realtà con un importante, con l’intento di garantire un nuovo slancio sul mercato, proprio grazie anche alla sua storia. Questo il presupposto che ha spinto Eduardo Marcelo Acevedo, imprenditore argentino trapiantato ormai da anni a Bergamo, a raccogliere l’eredità di un’azienda ormai sul baratro, inglobando il marchio Scarpellini tra le attività della sua ACG10, gruppo societario internazionale e di professionisti che sin dal 1999 si occupa di business management a 360 gradi. La lungimiranza di Acevedo si conferma un ulteriore esempio positivo di come lo stretto legame tra Argentina e Italia, e Bergamo in particolare, garantisca ottimi frutti in molteplici ambiti, con l’imprenditore che riesce in un vero e proprio miracolo: quello di rilanciare il marchio Scarpellini, che ora si ripropone sul mercato del verde forte di una nuova linfa vitale. L’azienda è oggi in grado di offrire realizzazioni di qualità e impatto, soprattutto quando si tratta di progetti di grande rilievo grazie agli oltre 150 anni di esperienza nel settore.
GRANDI LAVORI
Dopo aver rilevato il marchio a metà 2016, le commesse sono aumentate e Scarpellini è tornata a occuparsi di grandi lavori, che gli hanno permesso di tornare a essere un punto di riferimento per nel settore del verde profesisonale. È il caso, ad esempio, dell’installazione del verde nella nuova area di Oriocenter, centro commerciale adiacente
all’aeroporto di Bergamo, rapporto al quale è poi stata data continuità tramite la manutenzione periodica delle aree installate. Sempre a Bergamo il “pollice verde” di Scarpellini è arrivato in altre location particolarmente importanti: dal teatro Creberg all’NH Hotel, fino all’area del gruppo Bonaldi, una delle più importanti realtà nel settore automobilistico, sinonimo di motori nel panorama europeo oltre che nazionale. Ma questo è solo l’inizio: “L’esperienza e il know how di Scarpellini stanno raggiungendo nuovi mercati, in Italia e all’estero, grazie all’aggiudicazione di appalti di diverse tipologie – spiega Acevedo –. La strategia aziendale, che si sta rivelando vincente, prevede la partnership e la sinergia con diverse aziende con sede nei pressi delle aree interessate dalla commessa. L’obiettivo principale resta quello di creare nuovi posti di lavoro sul territorio”. N°010
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SCOPERTE | metodi
UNA BUONA
pratica Sfruttiamo le capacità naturali delle piante per riprodurle. Propagazione per talea, semplice e vantaggiosa. In queste pagine, suggerimenti pratici e qualche trucco di Anna Piussi
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elle pulizie di primavera siamo stati attenti a salvare le piante che si sono riprodotte spontaneamente per seme. La propagazione per seme è una delle caratteristiche naturali che garantisce la sopravvivenza e l’adattabilità della specie, perché è una riproduzione sessuale nel quale si mescola materiale genetico di due piante (dettagli nel box “Genetica ‘spicciola’”). Ma le piante, come ben si sa, si riproducono anche per propagazione vegetativa. La Santolina radica dove poggia per terra, il rosmarino e la Salvia officinalis fanno altrettanto, l’Edera è un esempio ovvio, è pieno di piante che naturalmente si riproducono per maniera vegetativa, asessuata, da un frammento della pianta stessa. È questa capacità che sfruttiamo per fare talee. Ogni talea sarà geneticamente identica alla pianta madre. È un clone: stesse foglie, stessi fiori e fiorirà nello stesso momento.
NUMEROSE MODALITÀ
Si possono fare talee in molti modi, ad esempio da radici, che è utile per piante come il Papaver
somniferum (papavero da oppio), estremamente variabile se cresciuto da seme ma con grosse radici carnose che puoi propagare. Oppure da segmenti di foglie, come per molte piante da appartamento di origine tropicali tra cui la Begonia rex. I vivaisti e i botanici vanno anche per la micropropagazione ma è fuori dal nostro campo. Per il giardiniere da esterni è più comune fare talee da rametti di arbusti, copiando quello che fanno già le piante nel loro comportamento naturale; è istintivo. Devo dire che questo lo so fin da piccola quando, avendo rotto un Pelargonium che era in vaso, ho ripiantato la parte rotta in un altro vaso, facendo finta di nulla. Ha preso. E parte del successo dei pelargonium è proprio che basta spezzarne un pezzo e ripiantarlo e, bene o male, cresce, ti perdona sempre.
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VA SEMPRE BENE
La mia amica inglese Heather mi ha chiesto: «Quando è il momento migliore per prendere una talea?». Mi sono grattata la testa cercando di ricordare. «In primavera». «Sbagliato! Fai una talea N°010
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SCOPERTE | metodi
Ogni talea sarà geneticamente identica alla pianta madre. È un clone: stesse foglie, stessi fiori e fiorirà
nello stesso momento
quando ti viene data!». Ad agosto mi ha messo in mano mezzo cespuglio di Salvia microphylla magenta ed erano tutti fatti miei. Aveva ragione, ignora il calendario e provaci, è sempre un regalo. Lo sanno bene i capogiardinieri inglesi che ignorano i potenziali danni dei bambini, ma tengono gli occhi puntati sulle signore dall’aria fragile con la messa in piega azzurrina, in tinta col cardigan color pastello, che nella borsette tengono molti sacchetti di plastica. Appena si sentono al sicuro, le signore tagliano un rametto, lo mettono subito nel sacchetto chiuso con la zip, e poi passano al prossimo danno, raccogliendo semi che il giardiniere stava lasciando maturare sulla pianta da mesi. Ancora forse non conoscete la vera GENETICA “SPICCIOLA” Riduco in termini semplicissimi questioni di genetica, che se mi sente un botanico, o un vivaista, mi prende per le orecchie, ma sono ai fini del giardinaggio. Avendo solo gaure bianche in giardino, posso essere piuttosto sicura che un germoglio di Gaura sarà bianco, anche se osservato attentamente nel corso degli anni si potrebbe rivelare più alto o col fiore più grande. Ai miei fini, non ho mai notato una differenza tale da preservarne un germoglio rispetto a un altro; ho constatato che non si ibridizzano con la Gaura ‘Siskiyou Pink’ perché quest’ultima è sterile. Ci sono piante che si ibridizzano molto facilmente, ad esempio le Aquilegia, perenni bellissime, ma se salvate i loro semi, o trapiantate le piantine che loro generosamente producono, vedrete che invece di una Aquilegia blu e alta, gialla, o semidoppia e bassa, avrete una Aquilegia di un colore e forma random. Può essere blu ma bassa, gialla ma semidoppia, o slavata e indefinibile. È lì che si scervellano gli ibridizzatori che ogni anno propongono selezioni di cultivar specifici F2, cioè il risultato di incroci che possono avere caratteristiche molto attraenti ma non sono riproducibili da seme. La maggioranza delle piante da orto sono ibridi, per quello ricompriamo il seme specifico di quella pianta. Quelli che sappiamo essere specie antiche, di pollinazione aperta, daranno gli stessi semi. Ma se ci piace un pomodoro specifico, un’Aquilegia ‘Nora Barlow’, compriamo esattamente quella pianta, sapendo che la sua progenie ha solo una piccola possibilità di essere identica di anno in anno. Per questo motivo ogni nuovo ibrido è protetto da copyright e non può essere riprodotto per commercio, perché qualcuno ha passato sette anni minimo a vedere esattamente di che colore era una Rosa o un’Aquilegia prima di salvarla e propagarla.
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SÌ E NO • Sì al rinvaso solo quando ben radicate • No al materiale molto molle • Sì alla sostanza legnosa • No al troppo caldo in inverno
competizione da giardino della campagna inglese, è spietata!
IN AUTUNNO
Per le talee autunnali è importante cercare di ignorarle per tutto l’inverno. Si sa che le talee hanno preso quando cominciano a fare un po’ di foglie nuove alla base, ma lo fanno già a ottobrenovembre, a questo punto cuore di mamma pensa che stanno troppo strette, forse vanno già ripicchettate in vasetti individuali. Li svaso, vedo che le radici sono ancora invisibili, a malapena un filo, per curiosità ne metto un paio in vasetti piccoli individuali e il resto ricaccio nel vaso comune. Nel corso dell’inverno constato che quelle trapiantate sono morte, quelle nel pigia pigia prosperano e posso finalmente separarle in vasi individuali a primavera. Preferisco tenerle fuori al freddo, che crescono “dure” perché tenute in casa, nella veranda soleggiata, cominciano a filare e crescere prima che sia il tempo giusto per metterle fuori. In una serra fredda, o in un cassone, le talee
si ambientano bene e partono con un piccolo vantaggio, diventano molto gestibili anche dal giardiniere amatoriale (di sicuro ne avrete uno tra i vostri clienti più appassionati) senza ripari.
BENEDETTA PRIMAVERA
Le talee semilegnose prendono abbastanza bene in autunno, ma è in primavera che hanno più successo. Mia zia vivaista insisteva che tutte le piante aromatiche vanno propagate nella settimana prima di Pasqua, partendo dalla Domenica delle Palme. Le talee fatte allora avevano un successo di oltre il 90%, mi assicurava. In quel periodo, quindi, mi preparo a fare interi vassoi di lavanda, elicriso, timo, Salvia microphylla, rosmarino. Vanno tenute appena umide finché non hanno attecchito, e rinvasate solo quando ben radicate, avrete piante buone per la fine dell’estate. Non si avrà molto successo con le talee di materiale molto molle. Si fanno talee da arbusti, ovviamente, perché donano materiale legnoso. Provate a farlo con la foglia di papavero e avrete solo una foglia morta. Per piante erbacee perenni funziona meglio la divisione dei cespi, o le talee radicali.
DIFFONDERE IL VERBO
Ho solo accennato alla differenza fra riproduzione da seme o per talea. La riproduzione per talea, come ho detto, è un clone. Permette anche la riproduzione di piante sterili, che non producono seme, ed è per questo che viene tutelata dai vivai che producono cultivar protetti da copyright, ma è legale e consueta per uso privato. Anzi, un consiglio da dare anche ai clienti (sempre a quelli appassionati, a quelli che vi chiamano per chiedere consigli): produrre le proprie piante per rimpolpare il giardino, o regalare ad altri, ha un costo bassissimo e dà enorme soddisfazione.
SCOPERTE | vegetali
Helichrysum hybleum, utilizzabile come pianta da vaso fiorito.
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L’
Helichrysum è in primo luogo bello ed è apprezzabile da un punto di vista ornamentale per le foglie e i fiori. Per il fogliame consideriamo soprattutto le specie arbustive di colore grigioargenteo, grigio-cinereo e quelle con aspetto compatto e uniforme. Il valore ornamentale è dato dal fatto che il colore non dipende dalla fioritura stagionale. Alcune specie aggiungono una dimensione olfattiva grazie al loro aroma caratteristico: ad esempio, H. italicum ha una fragranza che ricorda la liquirizia. Per quanto riguarda i fiori, hanno un grande impatto visivo al momento della fioritura, sia nelle specie arbustive, che si ricoprono di corimbi di piccoli capolini formanti nell’insieme uno strato uniforme sopra il livello delle foglie, sia in quelle erbacee, dove gli steli fiorali sono in genere ben separati dal piano di sviluppo fogliare, risultando apprezzabili singolarmente. L’effetto visivo viene influenzato anche dalle differenti dimensioni dei capolini e dal
Helichrysm petiolare, pianta coprisuolo a rapida crescita e con lunghi rami ricadenti. Va coltivata in pieno sole o sotto un lieve ombreggio e ha necessità idriche un po’ superiori rispetto a H. italicum.
PRECISAZIONE BOTANICA Come tutti gli elicrisi australiani e neozelandesi, che sono molti, lo Xerochrysum bractateum non è più incluso nel genere botanico Helichrysum, Helichrysum benché sia ancora generalmente conosciuta con questo nome.
Per molt eplici molteplici Parliamo del genere Helichrysum, famoso per i capolini gialli che sembrano non sfiorire mai. Particolarmente idonei per bordure, aiuole e piccole siepi a cura di Costanza di Matteo, testi e foto di Claudio Cervelli (ricercatore Crea)
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usi
Helichrsum cymosum, specie coprisuolo.
colore. Queste specificità distinguono anche gli elicrisi adatti per l’ottenimento del fiore reciso, che è principalmente – ma non solo – il fiore secco. Le specie più importanti dal punto di vista florovivaistico sono Helichrysum bracteatum, Helichrysum diosmifolium, Helichrysum apiculatum, H. subulifolium, H. vestitum, H. orientale, H. italicum, H. stoechas, H. petiolare, H. cymosum. Le specie originarie di zone montane e continentali, invece, sono adatte a zone con climi più rigidi perché hanno buona resistenza al gelo. Molte di queste sono adatte e consgliate nella progettazione di giardini mediterranei, perché sono originarie di zone con questo clima, caratterizzato da elevata aridità estiva e intensità luminosa. La compattezza del fogliame rende molti elicrisi arbustivi idonei per essere usati in bordure, aiole, piccole siepi, in cui il fogliame spesso sempreverde può fornire col suo tipo di colore cromatismi indipendenti dalla presenza della fioritura, e consentire facili abbinamenti con piante da fiore. Un esempio, H. italicum usato con altre piante fiorite nel verde pubblico mediterraneo.
UN PO’ DI STORIA Il termine Helichrysum nasce dall’unione di due parole greche, hélios (sole) e chrysòs (oro), e fa riferimento alla caratteristica più evidente di questo fiore, il colore dorato e lucido che ricorda il sole. Fin dall’antichità è stato investito di significati religiosi, quello dell’immortalità in primo luogo data l’alta conservabilità dei capolini, che danno l’illusione di non seccare mai; idea che ritorna nei nomi popolari, come “perpetuino”. Anche le proprietà terapeutiche dell’elicriso sono conosciute dall’antichità e sono state approfondite e sviluppate nel tardo Medioevo e poi in epoca contemporanea.
Una nuova selezione di Helichrysum a fiore rosso idonea alla produzione di fiore reciso.
TOP TEN • H. italicum • H. bracteatum • H. diosmifolium • H. apiculatum • H. subulifolium • H. vestitum • H. orientale • H. stoechas • H. petiolare • H. cymosum
Helichrysum orientale, utilizzato da lungo tempo per la produzione di fiori essiccati.
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SCOPERTE | eventi
È qui
la festa!
Per i suoi 25 anni, il 15 e 16 settembre, Coplant organizza “Verdeggiando”, un insieme di visite guidate, workshop e convegni. Non manca un concorso di progettazione e realizzazione giardini a libera ispirazione TEMPO DI LETTU R A: 2 minuti
C
ompiere 25 anni per un’azienda è certamente un traguardo importante. Una tappa che da una parte induce a riflettere su quanto (e come) è stato fatto finora, dall’altra spinge ad affrontare il futuro con rinnovata energia. Ne sa qualcosa Coplant, vivaio specializzato in alberi e arbusti in contenitore, che nel 2018 spegne ben 25 candeline. E lo fa organizzando “Verdeggiando”, evento per i
IL CONCORSO In occasione dell’anniversario, Coplant lancia un concorso di giardini, rivolto ai professionisti che si occupano di progettazione e realizzazione di aree verdi. Un’apposita commissione di esperti (tra cui il nostro direttore Francesco Tozzi) selezionerà dieci progetti e darà la possibilità di realizzare il giardino (secondo una propria libera ispirazione suggerita dal titolo che assegnerà al progetto) nell’ambito dell’evento. La richiesta di partecipazione, corredata di una bozza del progetto che s’intende realizzare, va inviata in forma cartacea o via e-mail entro non oltre il 20 luglio. Info: www.coplant.it/concorso
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di Irene Nuvola professionisti del settore in programma il 15 e 16 settembre presso la propria sede di Canneto sull’Oglio (MN). Si avrà così la possibilità di effettuare visite guidate all’interno del vivaio e di partecipare a un ricco programma di eventi, quali il convegno dell’associazione AIPV (Associazione Italiana Professionisti del Verde), il convegno dell’associazione AICG (Associazione Italiana Centri Giardinaggio), il workshop “I giardini sostenibili” organizzato dall’associazione AIAPP Lombardia (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio) e ben due workshop promossi da Florinfo, uno sugli “Strumenti informatici per il giardiniere professionista e il Bonus Verde”, l’altro intitolato “La comunicazione delle piante nel garden e nel vivaio”. E ancora, da non perdere l’esposizione dei giardini selezionati che partecipano al concorso organizzato ad hoc (i dettagli nel box “Il concorso”). Numerosi, infine, gli sponsor dell’evento, nel segno della collaborazione tra attori dello stesso mercato: Padana Sementi, Natura è vita, Bonesi Azienda Agricola, Organizzazione Orlandelli, Giant, Ferramenta Vivaistica Cannetese, Iseki.
Scarica il bando del concorso!
SCOPERTE | luoghi
UOMO
E AMBIENTE Vi raccontiamo Céide Fields, il parco archeologico irlandese insignito quest’anno del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino. Un posto che, sotto strati di torba e fiori, custodisce un lungo capitolo della storia umana di Marta Meggiolaro, fotografie di Andrea Rizza Goldstein per Fondazione Benetton Studi e Ricerche
F
are cultura del giardinaggio a 360 gradi, comprendendo tutti gli aspetti legati a un giardino: flora, ma anche fauna, la presenza di esseri umani, la storia del luogo, la storia di chi se ne prende cura e di chi ci vive. Questa è l’idea centrale che sta alla base del lavoro svolto dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, che quest’anno ha insignito del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino il parco archeologico irlandese Céide Fields (dettagli nel box “Premio Scarpa, impresa coraggiosa”).
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ARCHEOLOGO PER CASO
Che i Céide Fields (letteralmente, i “campi della collina dalla cima piatta”) nascondessero un tesoro, sotto la torba, si è sempre saputo. E gli abitanti di Ballycastle e degli altri minuscoli villaggi della contea di Mayo hanno sempre custodito questa consapevolezza, con semplicità, lasciando pascolare liberamente le pecore su questa altissima scogliera. Fino al 1934, quando Patrick Caulfield, il maestro della scuola elementare, scopre per caso, scavando vicino a casa la torba da bruciare nella stufa, una fila di massi. La disposizione lo colpisce, non è casuale: era stata voluta, progettata e costruita. Patrick capisce di
Céide Fields, un tratto di muro rinvenuto lungo il percorso di visita. Al margine, i segni del taglio della torba con la copertura di erica in fiore.
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SCOPERTE | luoghi
In questa regione, 5.500 anni fa, prima che in Egitto venissero innalzate le piramidi, giunse una comunità che sostituì un’immensa
foresta con un complesso sistema di campi coltivati
IERI... La fase di prosperità della comunità abitante i Céide Fields durò all’incirca mille anni. Poi, gli effetti negativi del disboscamento e (quasi) impercettibili cambiamenti climatici mutarono le sorti del luogo. La temperatura si abbassò all’incirca di due gradi, aumentarono le piogge, che battevano sui terreni resi fertili dal regredire della foresta, ma anche soggetti al dilavamento. La terra, non più protetta dagli alberi, divenne acida e iniziò il lento e inesorabile avanzamento della torba: prati, erbe palustri, eriche, muschi e licheni conquistarono i campi. Nell’area in cui aveva prosperato la comunità umana per mille anni, maturò l’immensa distesa delle torbiere; ma non fu mai completamente abbandonata.
Qui trovi dettagli, foto e un video
Campi di torba e trincee di scavo.
trovarsi di fronte alla traccia di qualcosa di speciale. Avvisa l’ufficio statale competente, e poi prosegue gli scavi, portando alla luce una lunga fila di sassi bianchi, che spiccano contro il marrone scuro della torba di sfagno. Sono i resti di un antichissimo muretto: un pezzo di storia, quella storia a cui gli abitanti di questa regione di frontiera, così aspra e antica, sanno di appartenere come dato di coscienza, senza bisogni di studi. Una coscienza che si intreccia al tipico sentimento nazionale irlandese,
Il sigillo di Carlo Scarpa. Architetto, designer e accademico fra i più importanti e celebri del ventesimo secolo. Veneto d’origine, ha lasciato in questa regione alcune fra le sue opere più famose. A lui è intitolato il Premio per il Paesaggio della Fondazione Benetton.
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che qui si esprime in primo luogo nel fatto che si parla ancora il gaelico.
SOTTOSUOLO DA SONDARE
Il figlio di Patrick, Seamus, raccoglie l’eredità paterna diventando insegnante e archeologo. E fra le sue allieve dell’università, una in particolare prende a cuore il mistero dei Céide Fields: Gretta Byrne. È lei la custode più appassionata di questi luoghi, a cui ha dedicato tutta la vita. Luoghi in cui il legame fra uomo e ambiente è così stretto, così viscerale. Tanto è vero che la storia narrata dalle tracce sotto la torba si lascia conoscere solo dalle mani degli uomini. Nessuno strumento, nemmeno i più avanzati e moderni, riesce a penetrare questo strato di umida torba alto quattro metri. Ci riescono solo le mani e le braccia, che tramite pertiche alte cinque metri scendono a sondare il sottosuolo. E che emozione, quando la mano percepisce che il suo affondo nel terreno viene frenato: significa che lì sotto c’è qualcosa, un altro segno lasciato dagli uomini di 5.500 anni fa. Il lavoro degli archeologi, che segnano ogni punto con bastoni bianchi tracciando così nuovi perimetri, continua ancora oggi, sempre con questi
PREMIO SCARPA, IMPRESA CORAGGIOSA
Pecore al pascolo nei campi immediatamente a est di Céide Fields.
...OGGI I Céide Fields sono visitabili grazie alla presenza di un centro visitatori gestito da Gretta Byrne nell’ambito dell’Office of Public Works irlandese. Gretta, con la sua dedizione e la sua cura per il luogo, è il punto d’unione fra il lavoro archeologico, la lettura delle testimonianze rinvenute, la vita attuale e quotidiana fatta di pastorizia e turismo: spesso è lei stessa a condurre i visitatori attraverso i campi, con i suoi racconti appassionati. Per questo suo incarnare la relazione armonica fra persone, luoghi e storia, Gretta è la persona a cui il Comitato scientifico della Fondazione Benetton ha scelto di consegnare, lo scorso maggio, il sigillo disegnato da Carlo Scarpa.
Da trent’anni la Fondazione Benetton Studi Ricerche, con sede a Treviso, assegna ogni anno il Premio Carlo Scarpa. Ma il fatto interessante, come già anticipato, è che si parla di giardino in senso ampio, comprendendolo all’interno di una rete di relazioni: con il paesaggio circostante, con la comunità che vi risiede, con l’ecosistema composto da flora e fauna, con la storia e la cura che a esso è dedicata. Un’impresa coraggiosa, in un mondo che tende a settorializzare tutto, a frammentare le informazioni. Proprio per questo all’interno della Commissione Scientifica della Fondazione si trovano esperti e specialisti di diversa formazione: il presidente, Luigi Latini, è un paesaggista, come anche Maria Teresa Andresen e Anna Lambertini. Giuseppe Barbera è agronomo, mentre Hervè Brunon è uno storico del giardino; Monique Mosser e Lionello Puppi sono storici dell’arte, mentre Joan Noguè è geografo, Josè Tito Rojo è un botanico e Massimo Venturi Ferriolo un filosofo. Partecipano ai lavori anche il direttore della Fondazione, Marco Tamaro, e i responsabili dei diversi settori: Patrizia Boschiero, Francesca Ghersetti, Massimo Rossi e Simonetta Zanon. Un team interdisciplinare e internazionale che ogni anno sceglie un’area geografica da visitare. L’andare a vedere è uno degli elementi distintivi dei lavori della Commissione, che identifica i siti di interesse, e vi si reca personalmente. Un lavoro di ricerca imponente e impegnativo, i cui risultati sono preziosi.
strumenti. I visitatori, accompagnati dalle guide, possono provare a loro volta la sensazione del sondare il sottosuolo con le pertiche.
FINE DEL NOMADISMO
Dopo ottant’anni di ricerca e di studio, quello che i Céide Fields offrono ai visitatori è sorprendente. Questa regione, la punta più settentrionale del continente, battuta dall’Oceano Atlantico e il cui cielo è costantemente attraversato da nubi gonfie di pioggia, è stata per mille anni il teatro di un’intensa attività umana. 5.500 anni fa, prima che in Egitto venissero innalzate le piramidi, qui giunse una comunità che sostituì un’immensa foresta con un complesso sistema di campi coltivati, delimitati e protetti da muretti in pietra. I bassi muri a secco si estendono per chilometri.
Nessuno strumento, nemmeno i più avanzati e moderni, riesce a penetrare questo strato di umida torba alto quattro metri
Stiamo parlando insomma di proprietà privata, agricoltura e allevamento, in particolare di mucche da latte: un’attività che nella vicina Gran Bretagna è documentata solo duemila anni dopo. Gli abitanti erano anche abili costruttori di barche, erano diventati abili a lavorare il legno ricavato dalle opere di disboscamento. Una comunità di esseri umani, quindi con credenze mistiche e spirituali, testimoniate dalle tombe megalitiche che sorgevano in mezzo ai pascoli, così come piccoli villaggi. La torba di sfagno ha svelato oggetti di uso quotidiano, sementi, attrezzi per la macina del grano. Molto di ciò che è sepolto sotto le eriche, però, non verrà mai riportato alla luce: questa è la previsione e anche l’augurio di Seamus. Insomma, i Céide Fields raccontano e custodiscono la vita dei nostri antenati del Neolitico, che avevano scelto questo luogo come residenza stabile, ponendo fine all’epoca del nomadismo.
Gli archeologi Seamas Caulfield e Gretta Byrne spiegano l’uso della sonda metallica per indagare la presenza di muretti sotto lo strato di torba.
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VECCHI E NUOVI
giardinieri Il mondo cambia, l’economia lo segue e il settore della progettazione e della manutenzione del verde ne paga le conseguenze. È vero, ma l’importante è evolversi e stare al passo coi tempi. Ecco qualche dritta (concreta e utile!) di Nicolò Pensa
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La mentalità delle
aziende operanti è “vecchia”, si propongono soluzioni di giardino già viste e riviste, non c’è innovazione perché costosa
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L’ERA PRECEDENTE
on i postumi di quella “crisi” ormai dimenticata, è cambiato il modo di pensare verde, di desiderare il verde, l’approccio del consumatore al verde. Prima, con l’edilizia che “tirava”, con una situazione economico-finanziaria oseremmo dire stabile, il consumatore pensava al verde come valorizzazione del suo immobile, oppure come arricchimento di spazi per i figli nati da poco o come spazio di stacco dalla quotidianità. Per questo cercava competenze, conoscenza, sfruttava il passaparola perché desiderava dare fiducia a qualcuno, meglio se presentato da chi ne aveva già avuto esperienza.
osì il verde era la realizzazione di dimensioni anche discrete (tralasciamo i grandi interventi privati e/o pubblici e limitiamoci al giardino di casa), che richiedevano squadre di almeno tre persone e tempi di cantiere da due-tre giorni sino a massimo di una settimana e più. Ciò comportava che le aziende giardinistiche fossero strutturate, fossero dotate di mezzi e personale, che avessero un’immagine consolidata sul mercato e quindi fossero visibili. Non era necessario avere un sito web, certo poteva essere un di più, ma i clienti non cercavano sulla rete, ma solo guardando intorno e, come già detto, chiedendo a conoscenti e amici. Pertanto tali aziende erano strutturate con giardinieri di provata esperienza, con una certa età di lavoro alle spalle e, conseguentemente, una certa visione del lavoro e dei modi, nonché degli stili per realizzare spazi verdi. La crescita lavorativa avveniva in azienda, se si avevano voglia di apprendere e capacità (non solo fisica ma anche culturale; data dalla curiosità di conoscere le tecniche adottate e il materiale con cui si lavora, nel caso specifico le piante) si imparava a suon di critiche e urlacci. La scuola
IL PRONTUARIO
è sempre stata utile, certamente, ma come in tutti i mestieri un conto è la teoria, un altro la pratica, il lavoro quotidiano svolto sotto il sole cocente o con il gelo che blocca le mani.
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TUTTO CAMBIA ello spazio di un decennio, tutto questo si è ribaltato:
• l’edilizia non è trainante o solo in parte • non è importante ciò che si viene a sapere ma ciò che si vede (se un giardino piace, si contatta l’azienda indipendentemente da chi sia) • il portafoglio o la sua difesa contano molto più di prima: si riflette, a volte anche lungamente, sulla effettiva necessità di realizzare qualcosa di impegnativo • la percezione del tempo libero per il consumatore si è dilatata e tutto ciò che lo allontana dal vivere la sua vita (giardino compreso) viene messo in discussione come priorità, pertanto la manutenzione per talune fasce di età viene vissuta come fastidio e ciò guida le scelte Con un simile scenario, seppure con le eccezioni dovute, ogni regione italiana sta soffrendo nel comparto della progettazione e manutenzione del verde.
ADATTARSI PER SOPRAVVIVERE
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e aziende hanno reagito, ma molto spesso il mercato non ha risposto, vediamone i perché:
• il calo del fatturato ha portato a comprimere i guadagni delle aziende, quindi la capacità di reinvestire per rinnovarsi, fornendo di sé un’immagine statica • la stretta creditizia operata dal sistema economico nazionale ed europeo ha
compresso il ricorso al credito per potersi rilanciare e riproporre • non vi è adeguata comunicazione per finanziamenti volti al rilancio delle aziende di settore, o meglio questi sono appannaggio di pochi, scenario dal quale la maggior parte di aziende resta esclusa • i vecchi giardinieri sono in pensione o quasi e anche se hanno innegabilmente metodo, occhio lavorativo professionalità, le forze ahimè cedono Ma soprattutto: • la mentalità delle aziende operanti è “vecchia”, si propongono soluzioni di giardino già viste e riviste, non c’è innovazione perché costosa Come conseguenza sono molte le aziende che annaspano sotto la pressione e dei costi, con fatturati risibili rispetto a un tempo. Se poi aggiungiamo la concorrenza leale e quella sleale di figure più o meno professionali che si avvalgono del solo fatto di non sapere fare i conti… Ecco la frittata è fatta!
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COME REAGIRE
chiaro che non possiamo raccontare
a un giardiniere della vecchia guardia che il futuro sarà roseo, che col tempo tutto si sistemerà. Sarebbe raccontare una favola, e alle favole ormai non crede più nessuno. Occorre trovare nuova energia di pensiero e offrire ciò che ci può rendere differenti dalla concorrenza e ciò che il potenziale fruitore di spazi verdi chiede. In un’epoca in cui tutto corre
Occorre trovare nuova energia di pensiero e offrire ciò che ci può rendere differenti dalla concorrenza e ciò che il potenziale fruitore di spazi verdi chiede N°010
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Oggi più che mai vince non solo chi offre buoni servizi a prezzi amichevoli, ma anche chi offre ciò che non c’è sul web, il nostro contatto, il cliente di allora, ci cercherà via internet, tanto i commenti e le recensioni di chi prima di lui ha sperimentato il nostro servizio, saranno sufficienti per orientarlo. Inoltre si moltiplicano i siti a cui rivolgersi per ottenere preventivi di professionisti e se ci siete sarà più facile acquisire contatti. Vero è che spesso si traduce in lavori di poco conto, ma se tutto passa per la rapidità e la semplificazione è possibile — anzi quasi certo — che tanti piccoli lavori, fatti ad arte, creano visibilità e quindi notorietà e nel caso fosse disponibile un “buon lavoro” ecco che la percentuale di probabilità di acquisirlo si moltiplica.
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INNOVARE E NON ASPETTARE ggi più che mai vince non solo chi offre buoni servizi a prezzi amichevoli, ma anche chi offre ciò che non c’è. Prendiamo ad esempio il tappeto erboso artificiale: primo commento “Che brutto!” Certo, ma volete mettere? Aspetto estetico quasi simile a quello vero, nessuna spesa di irrigazione, diserbo, concimazione né taglio, basta pulirlo. “Ma sbiadisce col tempo!”. Certo, ma se il prodotto è tecnicamente valido dopo quanto? E quanto è il costo per la sostituzione, magari con quello vero? Perché nel frattempo il cliente è cresciuto anagraficamente parlando e ha nuove visioni e desideri per la propria vita. Considerando che sempre più la nostra esistenza è scandita da momenti dilatati (si è single più a lungo, quando ci si accasa non sempre è per sempre ma può essere per un periodo, i figli ci saranno ma sempre meno e sempre più tardi, ecc...) occorre offrire, offrire e ancora offrire ciò che non c’è nemmeno su internet; non parliamo di robot tagliaerba, che ormai stanno diffondendosi proprio per le premesse illustrate prima, o di sistemi di irrigazione governabili con app dal telefonino, ma di:
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• giardini a noleggio (un’idea per chi ha seconde case e non vuole investire cifre per poi doverci mettere le mani l’anno successivo) • consulenza per ottenere il meglio dal verde (meno parassiti, meno crescite che obbligano a maggiore manutenzione, ecc...) • nuove proposte di vegetali che per crescita, forme o adattamento si prestano meglio a nuove forme di giardino • giardini da vivere e non solo da guardare, giardini da godere. Con gli studi e le prove per consociare piante ed erbe in un insieme sinergico e bisognoso di poche attenzioni, creare situazioni riassumibili in una frase: vivere il verde e non soffrirlo • giardini per animali, ormai compagni di vita di moltissime persone (si sa il cane non va d’accordo con il tappeto erboso) • giardini easy to change /facili da cambiare: l’incertezza determinata dai tragici accadimenti degli ultimi tre anni impongono una celerità nei modi di sfruttare il bene-giardino; per cui struttura facile da modificare in funzione di nuove esigenze di vita • nuove forme di presentazione grazie alla digitalizzazione (ricorso al rendering con visori AVR) che rendono reale l’esperienza del futuro giardino Che altro ancora? A voi la fantasia; vecchi giardinieri si è se non ci si ripropone, nuovi giardinieri si diventa se si offre innovazione, l’irrinunciabile, mantenendo l’antica arte ma con approccio più moderno.
Vecchi giardinieri si è se non ci si ripropone,
nuovi giardinieri si diventa se si offre
innovazione, mantenendo l’antica arte ma con approccio più moderno