giardiniere giard
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PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
N° 019
IL
Novembre – Dicembre 2019
+TECNICHE
Il grande valore della potatura di formazione
+PROGETTO
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In copertina il tagliaerba Excelion della Gamma Alpha di Pellenc
Un intervento a Torino con protagonisti i materiali
MERCATO
MACCHINE
ANDAMENTO LA NUOVA RIVISTA CONDIZIONATO PER DAL METEOIL GIARDINIERE RICHIESTI I FIORI ANCHE IN INVERNO La tendenza emerge dalla top ten delle piante vendute in autunno www.pellencitalia.com
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“Ogni centimetro quadrato di terreno racchiude dei misteri che solo la paziente mano del giardiniere è in grado di decifrare”. Ogni volta che rileggo questa frase dello scrittore Paulo Coelho mi rendo conto di quanto sia vera. E di che responsabilità e “potere” ha un giardiniere: quello di creare e curare opere in continua evoluzione e cambiamento, doni per chi vive oggi e per chi vivrà domani. Eppure, nel nostro Paese questa figura professionale è tuttora fraintesa e bistrattata. Non da tutti, s’intende, ma ancora da molti: spesso da clienti e committenti ma molto spesso anche dagli stessi giardinieri. Noi, nel nostro piccolo, facciamo il possibile per valorizzarla, informando e formando, dando pillole di attualità ma soprattutto nozioni tecniche e suggerimenti concreti. A pagina 14 abbiamo scattato una fotografia del mercato delle attrezzature e delle macchine da giardinaggio, iniziato col botto per poi chiudere senza entusiasmo: condizionato dalle anomalie climatiche e meteorologiche, ne è stato specchio, seguendone l’andamento altalenante. Per quanto riguarda le tecniche, a pagina 16 Valerio Pasi ci ha spiegato il grande valore della potatura di formazione, tra gli interventi di maggiore importanza per il futuro di un albero, poiché quando è ancora giovane si può governarne la forma senza provocare danni. È davvero il primo passo da compiere, e inizia nella stagione vegetativa seguente la piantagione e prosegue per i primi dieci anni. A pagina 22, invece, abbiamo presentato il progetto di riqualificazione dell’area esterna delle Officine Grandi Riparazioni di Torino, che vede protagonista i materiali, in particolare un rivestimento naturale in bambù particolarmente resistente. Ne abbiamo spiegato la lavorazione, perché crediamo che anche conoscere cosa sta dietro a un prodotto sia cultura. E ancora, a pagina 32 Camillo De Beni ha continuato il discorso sulla sostanza organica del suolo iniziato sullo scorso numero, ne ha approfondito l’aspetto scientifico per poi spiegare le pratiche per garantirne la presenza, l’efficienza e la stabilità nel terreno. Infine, su questo numero che profuma d’inverno abbiamo dedicato molte pagine alle piante, presentando le storie dietro a fiori e radici, come quella del celebre Alain Meilland, che ci ha svelato il futuro delle rose, e illustrandovi quelle varietà che hanno colpito la nostra attenzione. Ora la rivista è nelle vostre mani, buona lettura! di Francesco Tozzi
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LA CUR A DEI PICCOLI SPAZI
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in dall’antichità l’inverno è sempre stata la stagione della quiete, della riflessione della programmazione. A me piace questa dimensione temporale, che è sempre l’occasione per rivedere foto di luoghi visitati durante l’anno che sollecitano tematiche che aiutino a rispondere a una crescente “fame di verde”. Di sicuro sta aumentando l’attenzione su questi temi, ma non c’è ancora abbastanza cultura: vedo ancora molta improvvisazione. In questo particolare momento storico – in cui il cambiamento climatico sta influenzando la vita,
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ma soprattutto la salute delle persone – il verde può svolgere un ruolo importante se progettato con cura, per il contesto e per chi ne fruisce. L’attenzione da parte dei media e le iniziative promosse dalle pubbliche amministrazioni più sensibili, sono lodevoli; tuttavia tutti possiamo contribuire nella quotidianità agendo anche nelle piccole realtà. Se pensiamo al ruolo che svolgono i piccoli spazi nelle aree urbane, le aiuole di fronte ai negozi, gli spazi di pertinenza dei condomini o anche “strisce di verde” all’ingresso di unità abitative, abbiamo
Nelle foto alcuni buoni esempi di cura dei piccoli spazi verdi a Londra. Spunti da cui trarre ispirazione.
un mosaico di aree spesso abbandonate all’incuria o a iniziative costose e poco pertinenti al contesto. Anche se questi ritagli di verde non sono dei giardini, meritano rispetto e cura e, anche per loro, bisogna innanzitutto chiedersi per quale scopo vengono realizzati. Il carattere e l’identità di una città si percepiscono anche da queste cose. In questo i giardinieri sono le figure professionali prossime all’abitante, perché svolgono manutenzioni sia per le amministrazioni che per i condomini. Essi possono diventare dei “veicolatori” di suggerimenti e proposte, attente sia alla dimora di piante adeguate all’area come dimensioni, forma e fruizione, sia come resistenza alle malattie. Non c’è esperienza più gradevole che passeggiare e trovare angoli curati, che sottolineano ingressi, chiudono brutte viste o attirano per colore e profumi. Esperienze così si vivono in molti Paesi nordici, e io le ho vissute durante la mia recente visita a Londra. Questa attività potrebbe diventare anche una vera
e propria specializzazione, laddove le persone, cittadini e soprattutto turisti, di ogni età e provenienza, vengono a visitare le nostre città, vivendole come luoghi in cui il ritorno alla natura diventa una vera manutenzione sociale e non solo perché è cool…
testo e foto di Marilena Baggio
Il cantiere
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Prestazioni da prima pagina
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Sereno variabile
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Il valore della potatura di formazione
di Daniela Stasi di V Viola Delfino
gestione
testo, disegni e foto di Valerio Pasi testo
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Il bambĂš re del dehors di F Filippo Tommaseo
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Intervento Made in Italy sul campo English style di Nora Adamsberg
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Il giardino mediterraneo
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Teoria e pratica della sostanza organica del suolo
di Micaela Lopalco e Stefano Assogna*
di C Camillo De Beni
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DIRETTO DA Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Marta Meggiolaro / redazione@laboratorioverde.net Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net COLLABORATORI Nora Adamsberg, Marilena Baggio, Giorgio Barassi, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Jurg Burger, Paolo Codazzi Camillo De Beni, Viola Delfino, Enzo Favoino, Jacopo Fromelli, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Andrea Pellegatta, Anna Piussi, Matteo Ragni, Giovanni Rossoni GRAFICA Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net SEGRETERIA E TRAFFICO Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net STAMPA Ciscra spa, Via San Michele 36, Villanova del Ghebbo (RO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi
sCOPERTE
Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
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Obiettivo 43’ parallelo Nord di M Matteo Ragni
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Flortecnica e vivaismo è organo ufficiale di G.F.A. e associato a Horti Media Europe.
La poesia della rosa
ASSOCIATA AD
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Richiesti i fiori anche in inverno di Costanza di M Matteo
La poesia della rosa di IIrene Nuvola
rubriche
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Editoriale/1
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Editoriale/2
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News
di Francesco Tozzi di M Marilena Baggio
Prontuario
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di IIrene Nuvola
Laboratorio
verde
Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Flortecnica e vivaismo • Bio Agenda • Greenstyle • Bio Calendario Rappresentante e collaborazioni: • floorewall.com Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
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CONTRIBUTI
MARILENA BAGGIO
CAMILLO DE BENI
Architetto, paesaggista, esperta in architettura del benessere e spazi a verde terapeutico. Titolare dello Studio Greencure, ha al suo attivo diversi progetti per luoghi di cura e infanzia, ospedali, ambiti rurali e paesaggi culturali, aree ambientali critiche, parchi urbani e giardini privati. Ha vinto diversi concorsi di paesaggio e pubblicato articoli. Docente di corsi di specializzazione per studenti di medicina per il Centro di Bioclimatologia Medica e Medicine Naturali, Centro Collaborante OMS, Università degli Studi di Milano. Dal 2013 collabora con lo Studio Mario Cucinella Architects.
Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.
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JESSICA BERTONI
VALERIO PASI
Consulente e collaboratrice. Laureata in Economia e Commercio, abilitata alla professione di dottore commercialista, sulle nostre testate ci svela, in modo semplice e diretto, come si può stare sempre informati anche sui temi più ostici. Suoi gli argomenti economici, finanziari e amministrativi.
Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.
ANNA PIUSSI
MATTEO RAGNI
Toscana d’America dall’elegante sensibilità maturata con un Bachelor of Arts presso New York University; seguito da un Phd in storia dell’arte presso la prestigiosa Oxford University, ci insegna come vedere il mondo e scoprire quello che di bello esiste. Garden designer, insegnante di storia di giardini. Medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.
Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.
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IL CANTIERE | in copertina IN BREVE • Motori brushless ad alte prestazioni progettati da Pellenc • Indicazione su display dell’autonomia e dell’accensione • Impugnatura tonda regolabile e ruotabile • Cinghia di trasporto sulla spalla con fermo pettorale
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Prestazioni
da prima pagina TEMPO DI LETTU R A: 2 minuti
Sulla cover di questo numero, il tagliaerba Excelion della Gamma Alpha, linea di attrezzature professionali con batteria integrata firmata Pellenc di Daniela Stasi
TAGLIAERBA EXCELION ALPHA Potenza max
900 W
Peso (esclusi utensile da taglio, carter e batteria)
3,1 kg
Peso (utensile completo con Alpha Cut e carter, esclusa batteria)
3,6 kg
Velocità di rotazione max
4.000 - 5.800 - 6.400 giri/min
Diametro taglio con Alpha Cut
400 mm
Autonomia con batteria P260
da 40 min a 1 ora 45 min
Autonomia con batteria P520
da 1 ora 30 min a 3 ore 30 min
Lunghezza totale dell’utensile (batteria + testa di taglio)
189 cm
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e abbiamo parlato più volte e ne parleremo ancora. Anzi su questo numero gli dedichiamo anche la copertina. Ci riferiamo al tagliaerba Excelion della Gamma Alpha di Pellenc, la nuova serie di attrezzature professionali a batteria con prestazioni equivalenti a quelle dei motori termici. Il tagliaerba e il tosasiepi su asta Helion, l’altra attrezzatura presente in gamma, possono essere utilizzati sia con le batterie integrate, sia con la configurazione spalleggiata: sono infatti compatibili con tutti gli elettroutensili e le batterie Pellenc presenti sul mercato. Excelion è adatto sia alla falciatura dell’erba alta e densa (anche lungo scarpate e fossati), sia alla rifinitura del taglio. Ecco qualche “numero”: 400 mm di diametro di taglio e una velocità di rotazione fino a 6.400 giri al minuto.
IL CANTIERE | attualità
Dopo un primo trimestre 2019 molto positivo, le vendite di macchine e attrezzature per la cura del verde hanno registrato cali costanti durante l’anno, per lo più a causa delle anomalie meteorologiche. Ma le prospettive a medio e lungo termine continuano a essere rosee di Viola Delfino
Sereno TEMPO DI LETTU R A: 6 minuti
vari a
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niziato con un incremento delle vendite nei primi tre mesi dell’anno (+29%) – dato da un andamento della stagione particolarmente mite che ha visto l’anticipazione delle fasi vegetative delle piante e quindi della domanda di macchine per le manutenzioni – il mercato italiano ha poi registrato cali costanti nel periodo primaverile ed estivo, e si teme possa chiudere il 2019 addirittura con il segno negativo. Questa la previsione fornita a fine novembre dall’associazione dei costruttori di macchine per il giardinaggio e la cura del verde, Comagarden.
È IL METEO A DETTARE LEGGE
Già nel secondo semestre le vendite avevano subito un calo del 12%, a causa di uno slittamento in avanti I NUMERI dei fenomeni invernali e quindi di un Eima conta di raggiungere blocco delle attività di manutenzione. per l’edizione 2020 un totale Stabilizzatosi nel corso dell’estate, il di circa 2.000 aziende mercato registrava a fine settembre un espositrici, delle quali oltre 300 nel solo settore incremento complessivo non superiore al di Eima Garden. 5,9% rispetto allo stesso periodo 2018, Tutte le info su: e la previsione per fine anno vedeva www.eima.it un’ulteriore contrazione con un consuntivo ridotto a +1,9%, con un dato negativo per i rasaerba tradizionali (-1,5%), e un dato positivo per le motoseghe e i decespugliatori, suscettibili di essere corrette a fronte dell’eccezionale entrambi previsti in crescita dell’1,8%. ondata di maltempo che ha colpito il Paese tra Queste previsioni per fine anno si basavano ottobre e novembre e che può comportare un sul monitoraggio del mercato in condizioni diverso orientamento della domanda. meteoclimatiche ordinarie, e sono dunque
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EIMA GREEN ACADEMY
i abile
Un progetto di formazione realizzato da Comagarden in collaborazione con la Scuola Agraria del Parco di Monza e la Scuola di Minoprio, entrambe in Lombardia, e l’ente di formazione “Dinamica”in Emilia Romagna. È Eima Green Academy, percorso formativo in grado di offrire conoscenze approfondite in ambito meccanico e tecnologico. Il progetto, in sostanza, integra con moduli specifici di meccanizzazione le materie già presenti negli ordinamenti delle scuole specializzate: all’interno dei piani didattici un monte ore verrà dedicato alla descrizione del parco meccanico per il gardening, alle prove dimostrative e all’addestramento degli operatori. Il percorso si concluderà con alcuni seminari e con un “tour educational” nell’ambito di Eima Green, la rassegna internazionale delle tecnologie per il giardinaggio e la cura del verde che FederUnacoma organizza all’interno di Eima International, in programma nel centro fieristico di Bologna dall’11 al 15 novembre 2020. A coloro che avranno svolto i corsi presso le scuole di specializzazione, e che avranno completato il percorso con le iniziative di formazione all’Eima, verrà consegnato il diploma Eima Green Academy, mentre attestati di partecipazione sono previsti per coloro che, senza avere svolto i corsi completi abilitanti, intendono comunque approfondire l’uso dei mezzi meccanici partecipando ai seminari in Fiera. Scopo del progetto è creare un filo diretto tra le professioni del verde e il mondo della meccanica.
complessivamente il Nord rappresenta circa il 55% del mercato delle macchine per il gardening, il restante 45% risulta distribuito in modo pressoché equivalente fra Centro (22%) e Meridione (23%). Al di là delle variabili meteorologiche, e della loro influenza sull’andamento stagionale del mercato, il trend di lungo periodo appare favorevole, per l’importanza crescente che le manutenzioni verdi avranno sempre di più nei contesti urbani.
IL 55% DELLE VENDITE AL NORD Per quanto concerne la localizzazione geografica della domanda, l’Italia mantiene una differente predisposizione agli acquisti nelle diverse aree:
Nella foto Renato Cifarelli, presidente di Comagarden (al centro), con Simona Rapastella, direttore generale di FederUnacoma (a destra), e Federica Tugnoli, segretario di Comagarden.
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IL CANTIERE | tecniche Tiglio non spalcato.
Il valore
DA RICORDARE
di f
• Spazio libero al di sopra la carreggiata di almeno 4,50 m • Spazio libero al di sopra di marciapiedi e piste ciclabili di almeno 2,5, m • Garantire uno spazio ai lati delle strade e in tutte le condizioni di interferenza con la segnaletica stradale, i semafori e l’illuminazione
È tra gli interventi di maggiore importanza per il futuro di un albero, poiché quando è ancora giovane si può governarne la forma senza provocare danni. È il primo passo da compiere. compiere Vediamo insieme come testo, disegni e foto di Valerio Pasi
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egli ultimi anni abbiamo assistito con piacere a numerosi interventi, sia a livello progettuale che fattivo, nei riguardi del verde pubblico e privato come quelli di riqualificazione ambientale a scopo di compensazione ecologica, gli healing gardens, le nuove realizzazioni di viali alberati, giardini e parchi. Troppo spesso però,
dopo la realizzazione, non consegue un’attenta manutenzione, soprattutto nei riguardi dei giovani alberi, strutture portanti di tutti gli interventi. Quasi sempre vediamo alberi con tutori e legacci che danneggiano i fusti, con biforcazioni codominanti dell’apice vegetativo, con chiome non spalcate a lato dei percorsi stradali e ciclopedonali, ossia in uno stato di abbandono in attesa della loro
della potatura
i formazione Spalcatura corretta.
“naturale” crescita. Questa trascuratezza rischia di inficiare tutto il lavoro svolto di progettazione e realizzazione dei nuovi impianti, in quanto un albero che cresce in modo inadeguato non potrà essere corretto se non con operazioni in grado di danneggiarlo, vanificando tutti gli sforzi per raggiungere l’obiettivo. Infatti, ogni albero messo a dimora in un ambiente urbano deve rispondere a uno scopo preciso, che ricomprende il miglioramento ambientale, l’adattamento all’ambiente e la sicurezza nei confronti di cose e persone. Questi risultati si ottengono con le cure agli alberi, che iniziano subito dopo la loro piantagione. In particolare, ricordando come sia indispensabile un adeguato apporto di acqua ed eventualmente di nutrienti, risulta indispensabile provvedere alla potatura, intesa come l’insieme degli interventi che tendono ad anticipare ciò che farebbe l’albero nel tempo, con l’obiettivo di mantenere gli alberi ben vitali e con un aspetto gradevole, di adeguarne la crescita rispetto gli spazi a disposizione, di rimuovere parti in sviluppo
Un albero che cresce in modo inadeguato non potrà essere corretto se non con operazioni in grado di danneggiarlo, vanificando tutti gli sforzi per raggiungere
l’obiettivo
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non gradite e sostenere lo sviluppo di una chioma stabile, in modo da mantenere gli alberi in sicurezza. La potatura cosiddetta di formazione o di allevamento è il primo passo da compiere, e inizia nella stagione vegetativa seguente la piantagione e prosegue per i primi dieci anni. Scottatura e telo.
ATTENZIONE AI TUTORI E AI SISTEMI ACCESSORI Particolare cura, inoltre, deve essere posta nei riguardi dei sistemi di tutoraggio o ancoraggio e nei sistemi accessori quali la pacciamatura e l’irrigazione. Ci si dimentica che una volta affrancato, l’albero deve sostenersi da sé e quindi i tutori vanno rimossi, sia quelli situati fuori terra che quelli a livello del terreno. È questo il caso degli ancoraggi radicali, che vengono mantenuti con un cavo e con un tensionatore. Il tensionatore e il cavo devono essere rimossi dopo due-tre anni, altrimenti si rischiano lesioni al colletto. Lo stesso dicasi per i teli di pacciamatura e per altri accessori (spesso inutili), quali i tubi drenati per l’irrigazione, che in qualche caso possono addirittura ospitare patogeni fungini molto pericolosi per la vitalità e la stabilità degli alberi.
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SVILUPPO DI UNA FRECCIA-GUIDA
Lo scopo della potatura di formazione è la creazione di una chioma stabile, soprattutto adeguando l’albero ai limiti imposti dalla presenza di manufatti o di percorrenze. La potatura di formazione è uno degli interventi di maggiore importanza per il futuro di un albero, poiché quando è ancora giovane si può governarne la forma senza provocare danni. La potatura deve quindi favorire la crescita in altezza con lo sviluppo di una freccia-guida la quale viene supportata dalla crescita dei rami laterali, che deve però essere scalare e non superare quella principale. A questo scopo quindi si interviene dapprima dove si
Spalcatura tardiva con ricacci.
La potatura è l’insieme degli interventi che tendono ad anticipare ciò che farebbe l’albero nel tempo, con l’obiettivo di mantenerli vitali e in sicurezza
PER RAGGIUNGERE L’EQUILIBRIO L’altezza del fusto dovrà essere della metà dell’intero albero e l’altezza della chioma non dovrà essere inferiore al 40% dell’altezza totale.
presume possano insorgereproblemi o dove già si sono palesati. Sono questi i casi ove vi siano rami codominanti, rami che limitano la crescita della freccia-guida, rami laterali che mostrano corteccia inclusa, rami che toccano altri rami sfregandoli e i rami spezzati. Vengono anche controllati gli sviluppi non graditi, ovvero quelli che crescono in posizioni non compatibili con lo sviluppo futuro in relazione al luogo di piantagione. In questa fase occorre anche valutare attentamente gli alberi con
problemi di attecchimento, quelli che presentano una parziale perdita di vitalità, quelli che evidenziano difetti gravi come le scottature della corteccia o ferite importanti quantitativamente, in modo da provvedere alla loro sostituzione in tempi rapidi. Nell’ambito della potatura di formazione rientrano anche tutti quegli interventi che hanno lo scopo di ricostituire una chioma danneggiata in misura non grave da fenomeni atmosferici come vento, neve e grandine oppure le potature successive a una capitozzatura. Il risultato finale è quello del mantenimento di una struttura stabile dell’impalcatura primaria, costituita dalle branche principali e dalla freccia-guida.
L’ECCEZIONE DELLA SPALCATURA
Fanno eccezione a questa regola generale gli interventi di spalcatura che devono essere effettuati
Telo non rimosso.
Rete non rimossa.
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Morte della freccia.
per consentire il passaggio dei pedoni e degli automezzi a lato delle alberature. Lungo le strade, infatti, deve essere lasciato uno spazio libero al di sopra della carreggiata di almeno 4,50 metri e al di sopra di marciapiedi e piste ciclabili di almeno 2,5, metri, così come deve essere garantito uno spazio ai lati delle strade e in tutte le condizioni di interferenza con la segnaletica stradale, i semafori e l’illuminazione. Proprio per questo motivo si inizierà presto con le operazioni di spalcatura, intervenendo ripetutamente ogni due-tre anni in modo da ottenere l’altezza definitiva dopo tre o quattro interventi. L’intervento precoce consente infatti di effettuare tagli di diametro non superiore ai cinque centimetri per i giovani esemplari e inferiori ai dieci centimetri per gli esemplari adulti, dimensioni che sono compatibili con una rapida cicatrizzazione se condotti in modo corretto. Non occorre condurre la spalcatura in modo
Lo scopo della potatura di formazione è la creazione di una chioma stabile, soprattutto adeguando l’albero ai limiti imposti dalla presenza di manufatti o di percorrenze 20
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simmetrico, se occorre solo da un lato dell’albero: pur formandosi una chioma asimmetrica, nel suo insieme la pianta sarà stabile e, anzi, sarà meno soggetta al fenomeno del ricaccio. Possiamo anche stabilire che per ottenere un equilibrio, generalmente l’altezza del fusto dovrà essere della metà dell’intero albero e che l’altezza della chioma non dovrà essere inferiore al 40% dell’altezza totale. Danni da spalcatura.
IL CANTIERE | progetto
Il bambù Ecco a voi un intervento che vede protagonista i materiali, in particolare il rivestimento naturale Panorama di Déco. Si tratta della riqualificazione dell’area esterna delle Officine Grandi Riparazioni di Torino di Filippo Tommaseo
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elle pagine della nostra rivista dedicate ai progetti, in genere, parliamo dell’aspetto “verde” che ha contraddistinto il progetto stesso. Come è giusto che sia, essendo una rivista di settore. Su questo numero usciamo un po’ dai binari (è il caso di dirlo, e capirete presto perché) e presentiamo un intervento, relativo sì a un’area esterna, ma nel quale i veri
protagonisti sono i materiali scelti. Ci riferiamo a OGR-Officine Grandi Riparazioni, tra le stazioni Porta Nuova e Porta Susa di Torino, storica fabbrica in cui si riparavano i treni oggi luogo d’incontro e condivisione con un ricco calendario di eventi e iniziative. Al suo interno sorge Snodo, spazio per lo svago, la cultura e il relax principalmente dedicato al gusto con atmosfere industrial-contemporanee che fanno da sfondo
Il dehors con gli spazi dedicati all’incontro e allo svago.
DIMENSIONI, COLORI E FINITURE ◗ Doga classica: 20 x 140 x 2200 mm (smoke, oak, coffee) 20 x 140 x 1870 mm (wenge) Finitura liscia o zigrinata ◗ Doga slim: 14 x 125 x 1870 mm (smoke, oak) Finitura liscia o zigrinata ◗ Doga large: 20 x 200 x 2400 mm (coffee) Finitura liscia o zigrinata ◗ Doga XL: 23 x 300 x 950 mm (coffee) Finitura liscia o zigrinata
a bar, bistrot, lounge e un ristorante premium. Qui di seguito i dettagli dell’ampio dehors recentemente ristrutturato, per il rinnovo del quale i progettisti del torinese Gruppo Building hanno scelto accuratamente i complementi, tra cui, per il sistema di pedane a quote differenti, il rivestimento naturale in bambù Panorama di Déco. Vediamo tutto per filo e per segno.
re del dehors
Un dettaglio che evidenzia le altezze delle strutture utilizzare.
IL CANTIERE | progetto
RICHIAMO ALLA STORIA
I PLUS • Doghe in bambù dritte e stabilizzate, non soggette a fenomeni di torsione • Resistente alle intemperie, all’acqua e agli urti • Aspetto naturale nel tempo • Adatto ad ambienti soggetti ad alto calpestio
Partiamo dagli inizi. Quando sorsero, nel 1895, le Officine Grandi Riparazioni, erano il più grande stabilimento di Torino: 190.000 mq e 2.000 dipendenti. Oggi il complesso, dal grande impatto scenografico, punto d’incontro per residenti e turisti dal mattino fino a notte, è stato riqualificato mantenendo le linee industriali preesistenti, testimonianza della storia e della crescita della città. In particolare, Snodo è suddiviso in ampi spazi indoor e outdoor e, come detto, durante la bella Per saperne stagione, si aprono le porte del dehors: di più silenzioso e suggestivo, ombreggiato da www.dekodeckink.it splendidi platani e dominato dalla torre dell’acqua, ha un ruolo fondamentale sia dal punto di vista architettonico che aggregativo. Per il rinnovo di questo giardino urbano, i progettisti del Gruppo Building hanno optato per elementi come i container e per quei materiali che richiamassero le radici storiche del luogo.
RESISTENTE E VERSATILE
La nostra attenzione si focalizza su Panorama di Déco, capace di donare un aspetto elegante
Altra veduta del dehors.
Una veduta dall’alto delle Officine Grandi Riparazioni di Torino.
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RISORSA INFINITA In linea con la filosofia Déco, Panorama rappresenta una soluzione eco-sostenibile, trattandosi di un prodotto realizzato con una risorsa infinita, raccolta senza causare deforestazione: il bambù, infatti, è una delle piante con la crescita più veloce al mondo e, dopo cinque anni, una sezione può essere raccolta mentre le altre continuano a crescere.
agli ambienti e apportare grandi vantaggi dal punto di vista tecnico. Grazie al trattamento di compressione termica e all’alta densità, Panorama presenta caratteristiche particolari: le sue doghe in bambù risultano totalmente dritte e stabilizzate, non soggette a fenomeni di torsione; sono resistenti alle intemperie, all’acqua e agli urti, mantenendo negli anni un aspetto naturale. L’essenza, leggera, resistente e versatile, adatta ad ambienti soggetti ad alto calpestio, è tra i legni naturali più robusti. Altra caratteristica ideale per gli ambienti a uso pubblico, è la resistenza al fuoco classe Bfl. Nel complesso torinese,
Panorama è stato utilizzato per la realizzazione della pedana studiata per essere calpestabile e, allo stesso tempo, punto dove potersi accomodare e conversare. È costituita da due sezioni: una più ampia, rettangolare, posta a un’altezza di 20 cm da terra, e una irregolare a 40 cm da terra che ospita anche uno schienale inclinato, che dà vita a una sorta di “social chaise longue”. Oltre a questo spazio principale, nel dehors sono state create altre isole/penisole per formare ulteriori piccole aree di ritrovo. Infine, per dare risalto a questo salotto a cielo aperto, l’intera pedana è stata illuminata con faretti W+RGB che creano scenari colorati d’intensità variabile in base alle occasioni. DIETRO LE QUINTE Come viene realizzato Panorama? Dopo la raccolta del bambù, le lamelle ricavate vengono modificate con uno speciale processo di termotrattamento a 200°C che ne aumenta compattezza e stabilità, assicura maggiore protezione della superficie e garantisce un’elevata durata. N°019
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NEWS
News PER UNA PROGETTAZIONE ALTERNATIVA
“Il giardino in stile naturale - Dal mixed border inglese al new perennial movement, verso un giardino ecosostenibile”. Questo il titolo del corso per professionisti organizzato dalla Delegazione Piemonte di AIPV (Associazione Italiana Professionisti del Verde) dal 20 al 22 gennaio (presso la Tenuta Berroni a Racconigi, CN) e a marzo (nel quartiere San Paolo di Cuneo). Tra gli obiettivi: incentivare una progettazione alternativa e sostenibile, valorizzare le realtà piemontesi altamente specializzate, fare rete con le altre associazioni di categoria del Piemonte, donare un risultato concreto al territorio attraverso la realizzazione di una bordura mista. Il corso prevede formazione in aula e pratica in esterna. Info: www.aipv.it
IL FUTURO DELL’ENDOTERAPIA Oltre 80 professionisti del verde presenti (e super attenti!) all’interessante convegno “Bitecare®, il futuro dell’endoterapia gravitazionale”, organizzato da Newpharm presso la propria sede di Santa Giustina in Colle, nel padovano. Noi de IL giardiniere siamo andati a seguire i lavori: in attesa di un approfondimento, ecco qui un breve racconto di come si è svolto l’evento. In sostanza i temi affrontati sono stati tre: “L’albero”, con cenni di anatomia e fisiologia vegetale; “L’endoterapia”, con un attento focus sui metodi presenti sul mercato e sulla differenza tra i concetti di iniezione e infusione; “Il sistema Bitecare®”, presentato nei dettagli, come strumento per curare e nutrire le piante arboree in maniera fisiologica (per saperne di più vedere l’articolo sul numero 018 a pagina 32). La giornata è poi continuata con una dimostrazione di endoinfusione sul campo presso i vicini Vivai Bellù, con prove pratiche e spiegazione del protocollo operativo. Tra i relatori del convegno: gli esperti di Newpharm, Enrico Bagarollo, Stefano Cherubin e Stefano Scarponi, ed esponenti dello spin-off dell’Università di Padova PAN/De Rebus Plantarum, quali Lucio Montecchio, Elisa Dal Maso, Paolo Pastore e Lucio Montecchio. Info: www.newpharm.it
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BONUS VERDE NEL MILLEPROROGHE
Mentre scriviamo queste pagine apprendiamo la notizia che la proroga del Bonus Verde, non inserita nella Legge di Bilancio 2020, sarà confermata con il Milleproroghe. Introdotto nel 2018 e confermato nel 2019, è la detrazione fiscale del 36% per le spese sostenute per i lavori di sistemazione a verde degli edifici esistenti, comprese coperture e giardini pensili. Info: www.agenziaentrate.gov.it
DIVENTARE GIARDINIERI 2.0 Quattro giornate formative in aula e due in vivaio, tra buone pratiche, scelte botaniche e composizione dello spazio di lavoro. Questa l’essenza del “Corso per giardinieri 2.0”, che si svolge dal 10 al 13 febbraio 2020 presso la Libreria della Natura a Milano e che prevede altre due giornate, una da Vivai Piante Alberto Saldini a Novate Milanese (MI) e l’altra da Vivaio Valfredda a Cazzago San Martino (BS). Rivolto a giardinieri professionisti, è nato dal confronto tra Sandro Degni di 100 giardini, giardiniere 2.0, e Alessandra Corradini di Paesaggiostudio, progettista del verde, entrambi docenti del corso. Info: www.paesaggiostudio.it/corso-per-giardinieri
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GESTIONE | pratiche
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na significativa opera di manutenzione straordinaria in uno storico campo da golf, il Menaggio & Cadenabbia Golf Club, sulle colline di Grandola, a due passi dal lago di Como. Lì, di recente, è stato effettuato il restyling di due green – nello specifico della buca 12 e della 18 – che non rispondevano più agli standard qualitativi e vegetativi del percorso: erano, infatti, datati e con una scarsa capacità di scambio cationico, necessario per la sopravvivenza delle specie arboree. Qui di seguito tutte le fasi dell’intervento, tra cui l’operazione di isolamento dei green con Barbitank, il sistema per la subirrigazione di Barbiflex, azienda brianzola specializzata in nontessuti. Ecco i dettagli.
3.500 MQ DI NONTESSUTO
Poiché i green sono posizionati nelle immediate vicinanze di alberi ad alto fusto, l’intervento è stato preceduto da un accurato studio del terreno: le radici delle piante, infatti, tendono ad assorbire l’acqua e gli elementi nutritivi dell’erba, generando forti scompensi e compromettendo lo stato del prato del green. Per poter ricreare i green nelle posizioni originali era necessario utilizzare un sistema denominato “vasca” IMPERMEABILE CON IL KIT che contenesse l’avanzamento Il kit comprende un rotolino delle radici degli alberi. La base di polietilene e un sigillante del green è stata così modellata butilico, che chiudono con le quote stabilite in fase ermeticamente i teli progettuale. Dopodiché, prima di sovrapposti di Barbitank, procedere con lo Usga System (il rendendolo impermeabile sistema di handicap della United al 100%. States Golf Association) e alla posa
Il restyling di due green al Menaggio & Cadenabbia Golf Club ha previsto anche la posa di Barbitank, geotessile in grado di garantire la buona salute del campo di Nora Adamsberg
Intervento Ma d sul campo Engl i 28
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Più info su www.barbiflex.it
impermeabile e a un telo raffia antialga: ben 3.500 mq del geotessile sono stati stesi e saldati con il kit di fissaggio fornito da Barbiflex (dettagli nel box “Impermeabile con il kit”).
CONTRO FUNGHI E PATOGENI
dei drenaggi, allo strato di 15 cm di ghiaietto e a 35 cm di topsoil, i green sono stati isolati con Barbitank, costituito da un telo nontessuto di alta qualità, abbinato a un foglio polietilene
Barbitank consente di ottenere un elevato risparmio idrico, unito a una distribuzione ottimale della soluzione nutritiva e dell’acqua irrigua, e garantisce negli anni la buona salute del green: le radici degli alberi non hanno la possibilità di arrivare a contatto con quelle dell’agrostide e non assorbono gli elementi nutritivi sparsi sulla superficie del green, quali fertilizzanti e acqua, necessari al green stesso. Non è tutto: Barbitank assicura anche la riduzione di funghi e patogeni, che insorgono con la presenza cospicua di elementi organici decomposti.
a de in Italy
l ish style
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GESTIONE | formazione in collaborazione con
Il giardino
mediterra
Un nuovo modo di fare verde, creativo e consapevole, che comporta un aumento delle competenze del giardiniere. Ecco la proposta di un corso che fornirà le coordinate per trasformarsi da “manutentore” a “custode” e artista di Di Micaela Lopalco e Stefano Assogna*
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n giardino è un ambiente in cui diversi elementi vengono interconnessi per creare armonia e vivibilità. L’uso sapiente di questi elementi, qualsiasi essi siano, è la base per la buona riuscita della creazione di uno spazio verde esterno alla casa, diventandone sua parte integrante, un ponte perfetto, in qualsiasi momento dell’anno. La necessità di utilizzare elementi che *Garden Designer & siano in totale relazione con il nostro Garden Coach clima e territorio, lasciando alle spalle www.stefanoassogna.it un retaggio insostenibile e basato su un approccio artificioso e modaiolo al mondo dei giardini, diventa così di fondamentale importanza. L’uso di piante adatte al nostro
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IL CORSO “IL GIARDINO MEDITERRANEO” ◗ Dove: Roma ◗ Quando: 27 gennaio, 3 e 10 febbraio ◗ Durata: 24 ore
clima procede parallelamente all’accettazione di un nuovo modo di fare giardino, più etico e decisamente più soddisfacente per tutti. Un giardino mediterraneo richiede un’attenta progettazione e pianificazione poiché l’associazione tra piante autoctone, o adatte al nostro clima, prevede grande competenza ed esperienza sul campo. Saper creare matrici di piante in grado di aiutarsi e coesistere correttamente negli anni è fondamentale ai fini della riuscita di un ecosistema parzialmente autonomo. L’intervento umano deve ridursi all’affermazione di questa autonomia, limitandosi a guidare e non più a forzare, contenere o domare.
Per maggiori informazioni www.monzaflora.it
aneo PREVENIRE PIÙ CHE CURARE
L L’utilizzo di piante adatte al nostro ambiente consente la drastica riduzione delle concimazioni, dei trattamenti fitosanitari e di un bene primario e sempre più prezioso come l’acqua. La cura e la gestione di questi giardini si limita a sporadici interventi di potatura annuali, diserbi manuali durante le prime fasi di crescita e applicazione di criteri agronomici volti a prevenire, più che a curare. Nel giardino mediterraneo, a carattere naturale, le attenzioni sono tutte concentrate in fase di progettazione e impianto, pertanto la scelta delle piante, il loro accostamento e il modo in cui andremo a piantare rappresentano i tre punti cardine per il successo. Uno degli aspetti sorprendenti di questo nuovo modo di fare giardino è la drastica riduzione dei cosiddetti interventi manutentivi standard, che hanno reso piatto e asettico il giardinaggio italiano. Il taglio delle siepi, lo sfalcio dei prati e altre operazioni tradizionali lasciano, pian piano, il posto alla creatività e al divertimento, delegando al giardiniere l’unico compito di continuare a comporre un meraviglioso puzzle senza fine.
INTERAZIONE ETICA COL TERRITORIO
Q Questo cambio di rotta, non più eludibile, comporta un necessario e indispensabile aumento delle competenze del giardiniere, che da semplice “manutentore” deve diventare custode e artista allo
stesso tempo. La meticolosa attenzione da sempre data ai trattamenti fitosanitari, al riconoscimento di un numero infinito di malattie e parassiti (frutto di solito di scelte sbagliate) e alle concimazioni, va spostata sulle piante stesse e sulle loro interazioni. Un giardino mediterraneo dall’aspetto naturale è quindi in grado di farci avvicinare al nostro territorio mediante colori, profumi e forme a noi familiari e, vista la sua natura e complessità, ci impone di interagire con esso nel modo più etico, rispettoso e sapiente possibile.
PER UNA GESTIONE SOSTENIBILE
La sostenibilità ambientale è un altro aspetto fondamentale che caratterizza questo modo di fare giardino. Utilizzare piante che possano garantire fioriture tutto l’anno e scegliere piante tappezzanti rifiorenti e calpestabili al posto del tappeto erboso, ad esempio, allunga e corrobora l’attività degli insetti pronubi. Scegliere una vasta gamma di piante piuttosto che limitarsi a poche specie, riduce infine il rischio di malattie, aumenta la biodiversità e azzera i costi di sostituzione legati a insuccessi non previsti. Da queste premesse la proposta di un corso, a partire da gennaio 2020, che cercherà di fornire le coordinate fondamentali per la creazione e la cura di giardini mediterranei cercando di tendere a quel concetto di gestione sostenibile che ormai è una concreta necessità. N°019
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GESTIONE | soluzioni
Teoria e p
della sostanza o del suolo Eccoci alla seconda parte del focus iniziato sullo scorso numero. Approfondiamo l’aspetto scientifico per sapere come intervenire nel concreto di Camillo De Beni
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ul precedente numero (IL giardiniere numero 018, pag. 56) abbiamo esposto le funzioni e i benefici della sostanza organica. L’articolo si concludeva con una solenne asserzione: “un terreno può ritenersi in salute solo se ricco di sostanza organica”. Da questo presupposto riprendiamo il discorso, convinti del fatto che, quando si ha a che
Compost pronto per l’utilizzo.
fare con la sostanza organica, oltre a conoscerne le virtù, è indispensabile eseguire tutte le pratiche per garantirne la presenza, l’efficienza e la stabilità nel terreno. Se è infatti oggi universalmente e scientificamente dimostrato che la sostanza organica è il “carburante” capace di far funzionare il motore suolo – “Soil organic matter is the fuel that runs the soil’s engine” (Fischer 1995) – ne
FRESCO O COMPOSTATO % di sostanza organica applicata rimasta nel suolo
La scelta del materiale da utilizzare per aumentare la sostanza organica nel terreno: fresco o compostato? Entrambe le tipologie forniscono dei benefit. Il materiale fresco fornisce immediato nutrimento ai microrganismi innescando una rapida decomposizione e favorendo un rapido incremento di attività nel terreno, con produzione di grandi quantità di aggreganti e conseguente miglioramento della struttura ma con sottrazione di azoto al terreno. Ciò, specie quando si utilizza materiale “legnoso”, può causare deficienza di azoto per le piante e il manto erboso. Quindi l’uso del materiale fresco è consigliato per nuovi impianti, lasciando decomporre per alcune settimane il materiale nel terreno, prima di procedere all’impianto. Il materiale compostato generalmente consente un apporto di sostanza Giorni dopo l’applicazione della materia organica organica più “nobile”, meno efficace nel nutrire i microrganismi quindi meno efficace nel migliorare la struttura ma più duraturo e sicuramente più salubre poiché meno contaminato da semi di eventuali infestanti o da spore di patogeni (vedere il grafico). In un giardino giardino,, in generale generale,, è preferibile utilizzare materiale ben compostato, sia per evitare rischi di carenze azotate che per evitare fastidiose perdite di volume e quindi assestamenti e perdite di quote.
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e pratica organica
Ambiente in equilibrio.
consegue la necessità, da parte degli operatori, di conoscerne le dinamiche che ne regolano la biosintesi e la disponibilità nei nostri suoli per poter poi procedere apportandone di “buona qualità”, nei tempi, nelle modalità e nelle quantità corrette. Partiamo dalle dinamiche che regolano i processi nella biosintesi della sostanza organica. La sua evoluzione, infatti, dipende dall’insieme dei processi cui i residui biologici sono sottoposti, quali la mineralizzazione, l’interazione con la frazione minerale e l’umificazione, che ne controllano l’orientamento e la velocità di trasformazione.
Raccolta di fogliame per la produzione di Compost.
LE DINAMICHE DELLA BIOSINTESI
La mineralizzazione della sostanza organica, favorita in ambienti ben aerati e con un’intensa attività biologica, porta alla decomposizione del materiale organico e si verifica in presenza di microrganismi eterotrofi che necessitano di energia e di fonti di azoto per lo svolgimento delle proprie funzioni e la sintesi dei propri composti. La sostanza organica viene degradata ad anidride carbonica e acqua, e l’azoto viene riutilizzato in N°019
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GESTIONE | soluzioni
Compost tradizionale.
I PIÙ COMUNI AMMENDANTI ORGANICI Gli ammendanti organici più comunemente adoperati per aumentare la sostanza organica nei terreni sono generalmente voluminosi e, per necessità e virtù, è sempre consigliabile ingegnarsi nella ricerca di produttori localizzati nelle vicinanze. In tal modo si risparmia sul trasporto e si favorisce l’economia circolare a sostegno del concetto del “prodotto a km zero”. Nel giardinaggio i più comunemente utilizzati sono: ◗ compost da residui di taglio o “garden compost” ◗ compost da foglie di latifoglie ◗ compost da residui orticoli ◗ vermicompost da letame bovino ◗ letame In commercio esistono poi una miriade di prodotti organici realizzati con materie prime selezionate, molto concentrati rispetto ai compost elencati, che possono costituire un ottimo strumento per apportare sostanza organica “nobile” al terreno, aumentandone la dotazione. Materie prime di origine vegetale ricavate da vinacce, gusci di cacao, canna da zucchero, bietole, farine vegetali di cereali, farine di alghe, così come di origine animale, ricavati da farine di sangue, di ossa, di piume, da scaglie di collagene, costituiscono il gruppo principale dei prodotti che, da soli o in miscela tra loro, vengono lavorati, stabilizzati, granulati e immessi sul mercato. Se con questa ultima categoria di prodotti, più “sofisticati” e frutto spesso di una produzione industriale, i dosaggi consigliati si aggirano di norma intorno all’etto (100-150-200 gr/mq) ed è contemplata sia una applicazione al terreno in copertura (senza incorporazione) che un’applicazione del prodotto da miscelare nel primo strato superficiale, ficiale ficiale, per la categoria di prodotti “compostati”, meno concentrati e ricchi di materiale molto più stabile, il dosaggio si calcola in volume e, in base alla profondità di incorporazione nel terreno e alle caratteristiche dell’ammendante, si può arrivare a distribuire dai 1 a 8 litri/mq di prodotto, fresandolo ed incorporandolo nei primi 10-15-20 cm di terreno.
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processi che portano a una complessiva riduzione del rapporto tra carbonio e azoto (C/N). Il livello di sostanza organica presente nel terreno è quindi legato alla velocità di decomposizione della sostanza organica, che dipende da vari fattori tra cui le condizioni climatiche, le caratteristiche fisiche (tessitura) del suolo, il fabbisogno di nutrienti da parte della pianta, l’acidità del suolo (pH) e l’uso del suolo e le lavorazioni che si eseguono su di esso. Fattori che influenzano la velocità di decomposizione della sostanza organica, la quantità di materiale organico che raggiunge il suolo, la parte che viene convertita in CO2, quella che viene incorporata nella biomassa del suolo e quella che viene convertita in sostanze umiche. La velocità di degradazione non è influenzata solo dalla struttura chimica e dalla resistenza intrinseca delle molecole, ma anche dalla loro interazione con la frazione minerale. L’interazione della sostanza organica con la frazione minerale avviene attraverso la formazione di legami ionici o per scambio di leganti tra la frazione minerale e i composti organici. A volte si formano dei complessi molto stabili che aumentano in generale lo stato di aggregazione e la stabilità del suolo e rallentano i processi di degradazione microbica della sostanza organica in quanto l’interazione con le argille o l’intrappolamento nei micropori degli aggregati del suolo possono esercitare una protezione fisica contro l’attacco microbico. In altri casi invece la frazione minerale può accelerare certe reazioni biochimiche.
Benefici appporti di ammendanti organici e mulch al piede di alberi monumentali.
Nuovo impianto l’apporto di Sostanza organica si dimostra molto efficace nel favorire l’attecchimento.
DA RICORDARE Ammendare un terreno con del prodotto compostato di buona qualità o con sostanza organica selezionata consente di migliorare l’ambiente in cui le piante sviluppano le radici. Sappiamo quanti e quali benefici la sostanza organica produce nel migliorare il “sistema terreno”, che è un ambiente complesso, a volte fragile, regolato da infinite leggi della natura. L’apporto di sostanza organica stabilizza, nutre, protegge e innesca processi benefici nei terreni consentendogli anche di raggiungere e mantenere un buon equilibrio.
L L’umificazione infine prevede una serie complessa di reazioni che portano alla formazione di macromolecole con una struttura sempre più lontana da quella d’origine man mano che l’umificazione procede. Si formano così gli acidi fulvici, gli acidi umici e l’umina. l’umina Elevata biodiversità condizione ideale per raggiungere un buon equlibrio ambientale.
FONDAMENTALI LE ANALISI DEL TERRENO
In sintesi, le trasformazioni cui la sostanza organica del suolo è sottoposta avvengono grazie a un insieme di reazioni chimiche e biologiche dove la fauna del suolo gioca un ruolo fondamentale. Inizialmente gli animali (macro e mesofauna) provvedono alla riduzione delle dimensioni dei residui vegetali. Gli enzimi prodotti dai microrganismi sono importanti in questa prima fase di decomposizione, durante la quale si ha una rapida perdita dei composti facilmente degradabili come zuccheri semplici, amminoacidi, molte proteine ed alcuni polisaccaridi, mentre in uno stadio successivo vengono attaccati i composti più resistenti, come cellulosa e lignina. Il mantenimento di un livello di equilibrio della sostanza organica richiede che la quantità di Carbonio che raggiunge il suolo sia approssimativamente uguale all’emissione di CO2 nell’atmosfera, per cui in un suolo indisturbato il contenuto di sostanza organica rimane essenzialmente costante anno dopo anno. Al contrario, in un ecosistema soggetto all’azione umana l’equilibrio tra il Carbonio in entrata nel sistema e il Carbonio perso in seguito alla mineralizzazione è spostato notevolmente verso il secondo termine. Da ciò si deduce quanto sia importante, a livello pratico, anche per un giardiniere, eseguire verifiche e analisi del terreno in fase costruttiva per determinare i contenuti di sostanza organica e la sua propensione alla mineralizzazione (C/N), in modo da correggere e dotare di adeguata e buona sostanza organica il terreno, già nelle prime fasi d’impianto. A tal proposito, punto focale e aspetto importante N°019
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GESTIONE | soluzioni
da rimarcare, di utilità pratica, è che l’accumulo o la diminuzione di sostanza organica nel suolo dipende dalla quantità e qualità dei residui biologici che arrivano naturalmente al suolo, da quelli apportati a integrazione dall’azione umana e dal tipo di microflora presente. La velocità di decomposizione della sostanza organica presente e tutti i fattori che la regolano giocheranno poi un ruolo fondamentale nel mantenimento dei livelli di sostanza organica nel suolo e potranno essere, in un certo qual modo, indirizzati con pratiche agronomiche specifiche.
USARE OCCHI, DITA E NASO Regolari apporti di ammendanti organici di buona qualità portano benefici e risultati.
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Dando per scontata la conoscenza della differenza tra un buon terreno (good soil) e un terreno scadente (poor soil), e acquisite le conoscenze relative ai benefit riscontrabili con l’apporto di sostanza organica al terreno (risparmio idrico, efficiente attività microrganismi, riduzione delle concimazioni, protezione dell’ambiente), a livello
pratico, il primo passo da fare per un giardiniere è quello di verificare quanta sostanza organica è presente nel terreno. Usate i vostri occhi. Un terreno ricco o ben dotato di sostanza organica è di colore scuro, sia per la presenza di humus che per la tendenza a rimanere umido, poiché trattiene più acqua. Controllate l’eventuale presenza di ristagni idrici, zone sature e fangose. Un suolo ricco di sostanza organica è tendenzialmente più drenante di un suolo carente. Usate le vostre dita. Strofinando il terreno tra le dita, se il terreno rimane aggregato e non si sfarina, evidenziando la presenza di una buona struttura, è probabile vi sia buona attività generata da microrganismi. Esseri che si nutrono di S. O. e che rilasciano sostanze aggreganti (es. Glomalina). Usate il vostro naso. L’olfatto aiuta a riconoscere la presenza di S. O. poiché essa ha un buon “odore di terra”, a differenza di terreni carenti di S. O. che spesso sono anche asfittici e risultano “pungenti” e acidi all’olfatto.
Cantieri con alberature obbilgate a sopravvivere in terreni riportati, poveri di sostanza organica, inadatti per lo sviluppo di sani apparati radicali.
SCOPERTE | storie
obiettivo 43° parallelo Nord
Lo spartiacque tra le piante per i climi temperati e quelli tropicali, una vera sfida per Alain Meilland. Lo abbiamo incontrato per chiedergli perché. Ci ha risposto svelandoci il futuro delle rose di Matteo Ragni TEMPO DI LETTU R A: 10 minuti
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i sono eventi per cui ci si deve preparare, come quando ti sposi e incontri il Papa, sei la persona più felice del mondo e una grande emozione ti blocca il cervello. Ecco che il rito, il cerimoniale ti viene incontro per fare le cose per bene. Ho scelto la penna bella che scrive sempre, ho scaricato un nuovo programma per scrivere sotto dettatura, mi sono riletto i cenni biografici e il materiale che suo figlio Matthias mi ha mandato per prepararmi all’intervista e gli ho telefonato: Alain Meilland. Meilland Un’emozione grande
la mia, che nasce, oltre che dal rispetto per Alain Meilland, anche dal fatto che le rose non mi piacciono e temevo che questo mio grande peccato venisse scoperto. Un peccato, quello della mia poca simpatia per questo genere, dovuto al fatto che ho innestato molte rose da studente. Piegato, sotto il sole estivo e con le mani inesperte. Le rose mi ricordano il sangue, il mio, e le fiacche sulla schiena dove la maglietta si appiccicava alla pelle (vietato per un “minoprino” stare a torso nudo). Ottenere “rose profumate, rifiorenti e resistenti alle malattie”: queste le parole in italiano di Alain
DAVVERO PER TUTTI Zepeti® Meibenbino è la rosa per tutti, creata da Meilland e presentata ai Flower Trial 2019. Una rosa con fioritura continua, foglie verde scuro lucido che non si staccano mai dai rami perché ha un’estrema tolleranza alle malattie fungine. È anche resistente al caldo estivo e al gelo invernale. Molto compatta, è stata pensata per adattarsi alla coltura in contenitore. Questo la rende adatta alle case moderne, dotate di terrazzo o balcone, ma le sue performance, se viene messa a dimora in piena terra, sono ottimali. Dà un buon risultato in mix con piccoli cespugli e altre perenni. Alain Meilland, attualmente alla guida della storica azienda francese.
Meilland che sintetizzano la visione del futuro della rosa. Una visione che nasce dall’esperienza di una vita, anzi, non una, ma tante. Tante vite spese per arrivare fino a noi con la sesta generazione di Meilland.
IL FUTURO DELLE ORNAMENTALI
Ciò che mi ha colpito di più delle parole di Alain Meilland è che quando, con grande lucidità e semplicità ha tracciato il futuro della rosa – e aggiungerei delle ornamentali occidentali – è partito da una considerazione, anzi da un luogo: il Mediterraneo. Il 43’ parallelo Nord è il parallelo che divide il Mediterraneo dal blocco dell’Europa centrale. È geograficamente il luogo dove molte delle piante ornamentali più conosciute nascono e si sviluppano. Lo spartiacque tra le piante per i climi temperati e quelli tropicali, il luogo da dove la civiltà del giardino ci guarda. È il parallelo che passa dalla Provenza alle steppe russe, dalle pianure americane a Grottammare. La sfida che da sempre ha in mente Alain è quella di avere delle rose che crescano e si sviluppino bene al di sopra di questo parallelo, cioè che non perdano le foglie e che possano continuare a fiorire anche nei climi freddi, e rose che crescano al di sotto del 43° parallelo, cioè dove l’umidità e il calore possono mettere a dura prova la sanità delle piante. Una sfida che contempla anche i cambiamenti climatici, infatti se le rose di ieri erano destinate a climi temperati,
Quella del profumo è una caratteristica che deve essere ricercata in vivo e non in vitro, perché solo l’osservazione dell’uomo, il suo gusto e la sua interpretazione possono portare ai risultati sperati N°019
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SCOPERTE | storie Per maggiori informazioni www.meilland.com
quelle di oggi, grazie al grande lavoro di selezione svolto in diverse parti del mondo, resistono in aree e areali climatici molto diversi.
APERTURA A NUOVI MERCATI
Parlando con Alain Meilland di rose è inevitabile parlare di “profumo”; una delle ricerche che più lo interessano è quella di portare il profumo anche nelle rose di taglia piccola usate come coprisuolo. Una caratteristica, quella del profumo, che deve essere ricercata “in vivo” e non “in vitro”, questo PASSIONE DI FAMIGLIA DA SEI GENERAZIONI ◗ Le origini. Siamo nel 1850, l’epoca in cui Lione è la capitale dei rosicoltori in Francia. Joseph Rambaux, semplice giardiniere al Parco della Tête d’Or, si appassiona alle rose e inizia a creare delle varietà. Fra il 1880 e il 1914 Francis Dubreuil, il genero del giardiniere, si lancia nella produzione e la commercializzazione per corrispondenza delle rose create dal suocero. Recluta poi un giovane apprendista, Antoine Meilland, innamorato delle rose come lui, così come di sua figlia Claudia, che il giovane sposa nel 1909. La Maison Meilland nasce nel 1918 quando Antoine (“Papa Meilland”) e Claudia Meilland creano gli stabilimenti Meilland a Tassin-la-Demi-Lune ad ovest di Lione e decidono di commercializzare le loro nuove varietà grazie a un catalogo realizzato con una macchina da scrivere dalla signora Claudia. Loro figlio Francis condivide da subito la passione e si lancia nelle sue prime ibridazioni già dall’adolescenza. La qualità delle rose Meilland attira l’attenzione dei professionisti inglesi e americani. Per la prima volta le rose Meilland partono in Pennysilvania. Nel 1939 Louisette Paolino, figlia di un produttore di fiori recisi di Antibes, sposa Francis Meilland. Louisette continuerà i programmi di creazione di Francis fino al 1987. ◗ Lo spirito di impresa della quarta generazione. Fra il 1933 e il 1958 Francis Meilland rivolge il suo sguardo verso gli Stati Uniti e dirige la società verso una nuova dimensione, esportando varietà come Golden State® o Peace® (chiamata “Madame A. Meilland” in Francia). In anticipo rispetto ai tempi, con una visione ambiziosa e idee innovative, è anche il primo a fornirsi di depositi frigoriferi per assicurare la disponibilità dell’offerta ai suoi clienti francesi ed europei. Organizza inoltre la tutela giuridica delle nuove varietà create e si batte per una legge sull’esclusiva per i ritrovati vegetali a protezione delle nuove varietà. Il passo successivo, fu pensare in grande associandosi con la famiglia Richardier, produttori anch’essi nella regione lionese. Separa quindi le due attività della società: la creazione varietale, ambito della Meilland International nel sud della Francia e la produzione/commercializzazione, ambito della Meilland Richardier nella regione lionese. Francis Meilland è anche il primo a mettere in pratica le basi di una strategia commerciale orientata verso la
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vendita per corrispondenza con un catalogo a colori pubblicato due volte l’anno: ogni volta, un evento. Si impegna anche a cooperare con altri creatori per arricchire l’offerta della casa, garantendo ai suoi collaboratori l’assicurazione di una protezione dei loro diritti e di una larga diffusione. ◗ Modernizzazione e apertura all’internazionale. Dal 1958 è il momento della quinta generazione. Francis infatti muore prematuramente nel 1958 e suo figlio Alain sale a capo della società a 18 anni, al fianco di sua madre Louisette Meilland e di sua sorella Michéle. Rapidamente Alain Meilland diviene l’ambasciatore delle rose Meilland in tutto il mondo, analizzando i mercati per individuarne le tendenze e per far evolvere le metodologie di lavoro. Proseguendo l’opera di suo padre e di suo nonno, le sue priorità sono la ricerca e la protezione varietale. Dopo anni di lotta, l’esclusiva per ritrovati vegetali a protezione delle nuove varietà è votata in Francia: siamo nel 1968. Spinto dalla grande passione per le rose e per le relazioni umane, Alain permette alle rose Meilland di allargare il proprio territorio e di conquistare l’America Latina e il Giappone. Meilland Richardier assicura il lancio delle varietà, la produzione e la distribuzione in Francia. Alain è un visionario: anticipa già dagli anni ’80 le future aspettative degli acquirenti di oggi con un programma di rose “zéro phyto”, coltivate cioè senza insetticidi e senza fungicidi. ◗ Oggi, anche la sesta generazione ha raggiunto la società. Dalla ricerca, cuore del mestiere della famiglia, passando per la proprietà intellettuale, la comunicazione e il marketing, i figli di Alain Meilland e Raymond Richardier portano avanti attivamente l’eredità di famiglia. La visione indirizzata verso il mondo va sempre più lontano, con nuove zone di sviluppo economico come il Brasile, l’India e la Cina. Dopo il 1995, la vendita per corrispondenza apre il suo catalogo alla vendita di altre piante oltre alle rose per rispondere a tutte le necessità: fiori da bulbo, annuali, vivaci, alberi e arbusti, alberi da frutto, piante da orto, piante rampicanti e accessori. Oggi, Meilland è il punto di riferimento della rosa ovunque nel mondo e l’avventura continua con nuove specie e la promessa di nuovi sviluppi e di grandi soddisfazioni per i giardinieri di domani.
Il team di Meilland in secondo piano; in primo piano, Knock Out® Radrazz nei campi prova di Meilland International.
perché solo l’osservazione dell’uomo, il suo gusto e la sua interpretazione possono portare ai risultati sperati. Un lavoro, quello delle persone che è al centro della Maison Meilland, una casa appunto dove raccogliere le esperienze e le domande di un mondo che cambia. Entrano così nelle selezioni Meilland anche i nuovi mercati, come quello asiatico dove la domanda di rose è in crescita nelle grandi città nelle quali, sia per clima che per uso, quello delle rose è veramente un nuovo mondo.
RESISTENTI E FACILI DA COLTIVARE
banalizzato il mercato, svilendolo. Anche la spinta degli appassionati di rose si sta affievolendo, non solo in Italia ma anche in molti altri Paesi europei. Le mostre dedicate alle rose in Italia sono quasi del tutto sparite e in Europa sono poche le occasioni di confronto. A tal proposito ricordiamo il nuovo appuntamento per gli appassionati di rose a Nyon, in Svizzera, il 20 giugno 2020: si tratta del “Concours international de la rose nouvelle de Nyon”, alla cui prima edizione, il prossimo anno, parteciperanno 88 nuove cultivar provenienti da tutto il mondo, seguite dalla giuria dal giugno 2019 (tutte le info sul sito web https://larn.ch/). https://larn.ch/ Grazie per il suo lavoro Alain, per favore ci aiuti a tenere accesa la passione per le rose perché a me è appena nata e mi spiacerebbe non vedere un futuro per queste varietà. Continui a ibridare, a selezionare a cercare la rosa del futuro perfetta in tutti i climi, in modo che si possa sempre approfittare del fiore più famoso del mondo.
DA CONSIDERARE • Buddleja davidii ‘Black Knight’ • Buddleja davidii ‘Royal Red’ • Buddleja davidii ‘Free Petite’ • Buddleja davidii ‘Blue Chip’ • Buddleja davidii ‘White Chip’ • Buddleja davidii ‘Flower Power’
Le rose del futuro saranno quindi piante più resistenti alle malattie, fiori dai colori universalmente apprezzati, e soprattutto piante rifiorenti con il fogliame persistente, in modo da poter essere usate in tutto il mondo. Però non facciamoci confondere: il mercato delle rose da giardino si sta diversificando molto. Infatti, se da un lato sono scomparse quasi del tutto le rose vendute a radice scossa, resta qualche vendita per corrispondenza per veri intenditori, e le rose da giardino a fiore grande restano in numerose collezioni, ma sempre meno nei giardini. Oggi si preferiscono rose dai fiori semplici a mazzetto portati da piante erette, resistenti e facili da coltivare come la Zepeti che, presentata in Europa la scorsa primavera, sta già riscuotendo un discreto successo. In Italia la vendita delle rose ha subito una certa flessione negli ultimi anni: i motivi sono molteplici ma certamente la diminuzione delle qualità delle La giuria permanente del “Concours international de la rose nouvelle de Nyon”, incaricata piante prodotte e la produzione di valutare periodicamente le rose (le loro valutazioni incidono per il 60% del giudizio finale). massiccia di poche varietà, hanno N°019
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Lo storico vivaio Rose Barni ha creato la varietà Gabriele D’Annunzio. D’Annunzio Un omaggio allo scrittore che ha dedicato molte parole a questo fiore di Irene Nuvola
Per maggiori informazioni www.rosebarni.it
La poesia
della rosa P TEMPO DI LETTU R A: 2 minuti
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N°019
resentata la Rosa Gabriele D’Annunzio, varietà creata da Beatrice Barni, ibridatrice dello storico vivaio Rose Barni fondato nel 1882. Si tratta di una varietà a cespuglio a grandi fiori, dal portamento eretto e fogliame largo, verde scuro, assai resistente alle malattie e di un’altezza di circa 80-100 centimetri per una larghezza di 50-60 centimetri. I fiori presentano un boccio elegante e rilevato, si aprono lentamente, rivelando corolle grandi, doppie, di forma antica. Il colore è rosso intenso, con tonalità che passano dallo scuro al vellutato durante l’apertura. Il profumo è delicato e leggermente fruttato, le fioriture si ripetono con continuità da maggio all’autunno inoltrato.
Presenza costante nell’opera poetica e letteraria di D’Annunzio, la rosa si trova in numerose varietà nel Parco del Vittoriale. PER LA RIQUALIFICAZIONE DEL ROSETO
A questo fiore è dedicato anche un progetto culturale multidisciplinare, “L-ODO-ROSA”, ideato dal presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri con Sabina Antonini e finanziato da Regione Lombardia, che comprende la riqualificazione del roseto del Vittoriale la cui inaugurazione è prevista nella primavera 2020: ospiterà, oltre alle rose dannunziane, dodici varietà provenienti da Paesi legati al poeta. L’obiettivo, creare una vera e propria “rete internazionale della Rosa”.
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Richiesti
i fiori
Viburnum opulus.
anche
in inverno Questo quanto emerge dalla top ten delle piante vendute in autunno. Ci concentriamo in particolare sul Viburnum, un genere ampio, che raccoglie specie diverse fra loro di Costanza di Matteo N°019
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SCOPERTE | vegetali/2
TEMPO DI LETTU R A: 8 minuti
D
iamo uno sguardo al report di Groen Direkt relativo alle piante vendute a ottobre e novembre: in vetta si confermano le sempreverdi, ma questa non è una sorpresa. Da una lettura attenta dei dati emerge che i clienti vogliono i fiori anche in inverno. Fattore evidenziato dall’aumentare delle vendite di erica, skimmia, viole, camelie ed ellebori. Anche
CARTA D’IDENTITÀ Il Viburnum è una delle tradizioni della regione olandese di Zundert, dove viene coltivato da sempre in piena terra, sfruttando il ter¬reno sabbioso caratteristico della zona e viene poi spostato in vaso al momento della stagione di vendita. Così racconta, ad esempio, Elst-Bevers, un coltivatore che si dedica in particola¬re alla coltivazione delle specie decidue di Viburnum come Viburnum bodnantense ‘Dawn’ e Viburnum opulus e opulus ‘Roseum’. Da ricordare, infine, che il Viburnum ha buone prestazioni nelle estati sempre più calde, si comporta bene anche in situazioni di siccità e ha un valore positivo per la biodiversità grazie alle sue bacche.
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N°019
Viburnum tinus.
DA FARE Potare senza paura dopo la fioritura. La pianta sopporta bene le potature, che le permettono di crescere ancora più forte. Inoltre, il Viburnum ha un carattere curioso: se la pianta cade a terra e resta distesa anche solo per un giorno, le sue foglie iniziano a diventare “brutte” e nel giro di qualche giorno la pianta è rovinata. Quindi, da consigliare ai clienti: nel caso le piante cadano per qualunque motivo, rialzarle subito. O ancora meglio, collocarle in luoghi ben riparati.
Viburnum bodnantense.
TOP TEN IN OTTOBRE - NOVEMBRE In base alla quantità di piante vendute
In base al fatturato
Abies
Abies
Viola
Picea
Picea
Ilex
Skimmia
Skimmia
Ilex
Viburnum
Gaultheria
Buxus
Chamaecyparis
Prunus
Euonymus
Helleborus
Erica
Leucothoe
Hedera
Camellia
il viburno è davvero molto popolare. Ed è proprio sul Viburnum che vogliamo fermare l’attenzione: un genere molto ampio, che raccoglie specie molto diverse fra loro. Le persone spesso rimangono sorprese dallo scoprire che Viburnum davidii è legato a Viburnum bodnantense perché se ne rendono conto solo quando vedono il nome botanico. Anche se fra i produttori c’è l’impressione di una certa fluttuazione della popolarità delle diverse specie, se guardiamo l’intero genere, nel complesso per quanto riguarda i dati di Groen Direkt le vendite sono in crescita. crescita
ANDAMENTO A SECONDA DELLE VARIETÀ
Asra Plant, un’azienda di Hoogstraten in Belgio, pone l’attenzione su Viburnum tinus, tinus che è uno dei best seller fra i Viburnum. In particolare, consiglia la varietà Spirit, una pianta molto robusta, che ha una fioritura intensa e in autunno colora le foglie di bronzo. La vendita del Viburnum tinus inizia in agosto e termina in aprile. La maggior parte delle vendite si realizza fra settembre e novembre. Alcuni produttori hanno visto calare la vendita di Viburnum davidii e plicatum; plicatum una delle ragioni è che hanno un periodo di vendita più corto, che si colloca più o meno in tre settimane fra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, che coincide chiaramente con il momento della fioritura. Per quanto riguarda invece Viburnum tinus e bodnantense, il periodo di vendita è più lungo e il trend dei consumatori inizia a essere quello di comprarli in quantità maggiore in una sola volta. N°019
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SCOPERTE | vegetali/3
La Buddleja, che attira in particolare le farfalle, sta crescendo in popolarità per la sempre maggiore attenzione dei clienti per la biodiversità. Ecco cosa succede in Olanda di Costanza di Matteo TEMPO DI LETTU R A: 8 minuti
G
razie alla sensibilità ambientale sempre più diffusa, siamo certi che anche tra i vostri clienti siano aumentati coloro che vi chiedono piante in grado di rendere i loro giardini luoghi in cui possano trovare ospitalità gli insetti, soprattutto quelli “amici”, come le api e le farfalle. In realtà, ci auguriamo che vi capiti e che i clienti non vi chiedano solo (come succedeva una volta) piante “alla moda”. A tal proposito, tra le specie che stanno crescendo in popolarità grazie all’attenzione per la biodiversità, segnaliamo la Buddleja, cespugli pieni di fiori tanto amati dalle Buddleja farfalle. E forse non è poi una grossa sorpresa: la fioritura ricca, la facilità nella cura e l’abbondanza
con cui questa pianta ripaga, sono caratteristiche che conquistano facilmente. Negli ultimi anni, inoltre, abbiamo visto buoni sviluppi della gamma, gamma che rispondono alla domanda del mercato di varietà più compatte.
VENDUTE PRIMA DELLA FIORITURA
Ecco l’esempio del vivaio Boomkwekerij Out, in Olanda, che nel 2019 ha venduto fra l’85 e il 90% delle piante di Buddleja prima di giugno, molto prima che fossero in fiore (e sappiamo che le persone, soprattutto nei garden center, nell’acquistare, si fanno influenzare dagli aspetti visivi, in particolare dalla fioritura). E questo
SCELTA (ANCHE) PERCHÉ
AMICA DEGLI
I
Buddleia Free Petite.
Buddleia White Chip.
Puoi trovare le Buddleja da Arena Vivai anche se le stesse piante sono a disposizione per tutto l’anno. Ecco qualche numero: Boomkwekerij Out produce circa 250mila Buddljea all’anno, la maggior parte in vasi da tre litri, destinati a tutto il mercato europeo; solo in Gran Bretagna la domanda per questa specie è un po’ più bassa. Il 20% della produzione comprende le varietà Free Petite, che restano più compatte. La maggior parte delle 25 varietà coltivate sono davidii, le più popolari delle quali sono la Black Knight e Royal Red. Il vivaio vende il 70% di queste piante in mix, il restante 30% in varietà.
LE COMPATTE DESTINATE AI PARCHI
Boomkwekerij E. van Hevelingen, a Boskoop, sempre in Olanda, produce Buddleja per le pubbliche amministrazioni, per i centri di giardinaggio e i negozi di fai da te. Vende metà delle sue Buddleja fra giugno e la fine di settembre, e una piccola porzione in autunno. Il resto lascia le sue serre all’inizio della primavera, quando le piante con le foglie ancora giovani disposte ordinatamente sui rametti, dentro al vaso colorato,
www.arenavivai.com
DA CONSIDERARE
Buddleia Blue Chip.
tentano i consumatori all’acquisto. Il 90% dei 50mila cespugli compatti sono piantati nei parchi e la grande maggioranza dei 50mila cespugli di varietà standard viene venduta ai garden center. Fra le varietà compatte ci sono le ben note Blue Chip e White Chip di Proven Winners. Ogni anno gli ibridatori introducono fra le tre e le cinque varietà di Buddleja, tutte promettenti, ma il parere di Van Hevelingen è che solo poche poi diventano davvero popolari sul mercato, perché chi acquista tende a optare per varietà più vecchie ma familiari,
INSETTI
• Buddleja davidii ‘Black Knight’ • Buddleja davidii ‘Royal Red’ • Buddleja davidii ‘Free Petite’ • Buddleja davidii ‘Blue Chip’ • Buddleja davidii ‘White Chip’ • Buddleja davidii ‘Flower Power’
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Buddleia Flower Power.
Buddleia Black Knight.
Buddleia Royal Red.
anche se non rappresentano sempre la migliore scelta possibile. Abbiamo provato a chiedere allora quale varietà potrebbe essere interessante e la risposta è stata subito Flower Power: la fioritura di questa particolare Buddleja può essere descritta come tricolor perché il colore dei suoi fiori cambia lentamente nel tempo.
QUALE SARÀ IL COLORE DELL’ANNO?
XL&Green, altra azienda di Boskoop, produce una gamma di grandi piante in vasi da dieci litri, la maggior parte di dimensioni che arrivano al metro. Questo vivaio coltiva prima di tutto le varietà ben conosciute di davidii, che vengono vendute CONSIGLI PER LA MANUTENZIONE È stato approvato il bando Lombardia Plus che prevede la gratuità di partecipazione per i disoccupati dai 16 ai 29 anni compiuti, residenti o domiciliati sul territorio lombardo, in possesso di diplomi o qualifiche. Ecco l’elenco dei corsi approvati dal dispositivo Lombardia Plus 2019 della Regione Lombardia, gratuiti per giovani diplomati, disoccupati e residenti in Lombardia: ◗ Le piante restano attraenti a lungo, se vengono innaffiate con regolarità. ◗ Tutte le Buddleja vanno potate drasticamente dopo l’inverno, lasciando i rami con un’altezza di dieci centimetri dal terreno. I rami più sottili o quelli delle piante più vecchie possono essere un pochino più lunghi. ◗ Le cime delle varietà non compatte vanno potate di nuovo alla fine di maggio per incoraggiare la ramificazione.
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N°019
in mix o in due o tre differenti colori per vassoio. Il produttore afferma che è impossibile predire quale colore verrà venduto di più. L’anno scorso le varietà con fiori blu e bianchi sono state le più ricercate, mentre l’anno ancora prima erano le varietà con i fiori di colore più scuro ad avere una domanda più ampia. Una cosa è certa, la domanda per la Buddleja è stata alta entrambi gli anni, presumibilmente come risultato del più grande interesse e preoccupazione per le farfalle.
IL PRONTUARIO
A
inizio anno è bene tirare le somme di quello passato e prepararsi con criterio a quello appena cominciato. Sotto tutti i profili: da quello professionale in senso stretto (mettere in programma corsi di formazione e aggiornamento, etc) a tutto ciò che rientra nelle attività commerciali, di marketing e comunicazione. Spesso chi si occupa di verde stropiccia il naso quando sente il termine “marketing” ma, oggigiorno, per chi ha un’attività è inevitabile tenere presente anche gli aspetti legati alla comunicazione e al marketing. È necessario e vitale per allargare la cerchia dei propri clienti. Ecco quindi come pianificare le attività di marketing per tutto l’anno.
F
MARKETING: PERCHÉ?
niziamo da una panoramica generale per Facciamo un passo indietro e chiediamoci perché è così indispensabile occuparsi di marketing. Riportiamo qui di seguito la definizione data da Wikipedia: “è un ramo dell’economia che si occupa dello studio di
Punto da cui partire prima di pianificare le attività di marketing è comprendere a chi ci si rivolge, ossia analizzare
il target
un mercato di riferimento; in generale, dell’analisi dell’interazione del mercato e degli utenti di un’impresa. Il termine deriva da “market”, a cui viene aggiunta la desinenza del gerundio per indicare la partecipazione attiva, cioè l’azione sul mercato stesso da parte delle imprese”. Al di là della definizione, nell’operatività quotidiana, occuparsi di marketing significa mettere in atto tutte quelle azioni che rendono visibile e appetibile il prodotto o il servizio offerto.
PIANIFICARE lE ATTIVITÀ di MARKETING Una mini-guida per capire come e perché è importante promuoversi. Ecco, passo dopo passo, come procedere N°019
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IL PRONTUARIO
Analizzare la concorrenza non significa copiare; significa
capire cosa e come è presente nella zona
in cui ci si rivolge, e quindi individuare il proprio
modus operandi
N
L’ANALISI DEL TARGET
Ne abbiamo già parlato sullo scorso numero (pag. 65) ma è importante ribadire il concetto: punto da cui partire prima di pianificare le attività di marketing è comprendere a chi ci si rivolge, ossia analizzare il target. Operazione che si rivela fondamentale anche per l’attività in generale, perché consente di comprendere la situazione attuale e mettere in campo strategie per migliorarla. Se si conosce il profilo dei clienti, infatti, da una parte si può fidelizzarli sempre di più, andando incontro a ciò che chiedono; dall’altra si può allargare il giro, perché se i clienti sono soddisfatti, è ben certo che faranno un buon passaparola. Studiare il target, inoltre, aiuta a migliorare notevolmente il modo di presentarsi e di farsi conoscere. È anche importante capire come i clienti vengono a conoscenza dei servizi, per calibrare di conseguenza le attività di promozione: così facendo, si può spendere in modo più oculato il budget. Per fare l’analisi del target bisogna analizzare: • le informazioni basiche per costruire una prima panoramica: sesso, età, provenienza, livello di guadagno/benessere • il tipo di problematiche e di esigenze manifestate • in che periodi i servizi vengono richiesti (per chi si occupa di verde la risposta è piuttosto scontata)
Più si mette a fuoco l’interlocutore, e più si è in grado di andare incontro alle sue esigenze. E il cliente soddisfatto torna sempre. E parla bene del suo giardiniere.
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N°019
E
IL MARKETING PLAN
d eccoci al focus del nostro articolo. Per pianificare le attività di marketing è necessario redigere il cosiddetto piano di marketing o marketing plan. Si tratta di un documento che definisce le strategie di commercializzazione previste per un anno: descrive nel dettaglio i destinatari (e qui il target è il protagonista), le modalità di commercializzazione, le tecniche che si useranno per interagire con i clienti (e potenziali tali) e aumentare le vendite. L’obiettivo del marketing plan è individuare e definire il modo in cui si presenteranno i propri prodotti e servizi al mercato di riferimento. Qui di seguito, nel dettaglio, come procedere: • individuare con precisione gli obiettivi per l’intero anno • analizzare con attenzione il piano marketing attuale (se ce n’è uno) o comunque pensare alle azioni attuate per promuoversi e trovare i clienti. Hanno portato buoni frutti? Sono migliorabili? • analizzare i concorrenti e fare un’indagine di mercato. Analizzare la concorrenza non significa copiare o non avere idee; significa capire cosa è presente nella zona in cui ci si rivolge, in che modo è presente e quindi individuare il proprio modus operandi • stabilire un budget ed elaborare le strategie di marketing per realizzare gli obiettivi. Le informazioni raccolte mediante le azioni sopra descritte servono per capire come “affrontare” il mercato: sia offline (pubblicità su riviste di settore, locandine, brochure in punti mirati, organizzazione di un evento per farsi conoscere, etc) sia online (sito web e social).
In merito all’ultimo punto, consigliamo di andare sul doppio canale offline e online, uno non esclude l’altro. È importante però diversificare il budget con criterio, senza strafare.
y LA CASA EDITRICE
DEL VERDE
Ottobre / Novembre • anno MMXIX
Novembre – Dicembre 2019
GARDEN CENTER
Bardin Garden Store si trova alle porte di Treviso e si sviluppa su una superficie di 9mila mq. È l’evoluzione della floricoltura degli anni ‘70. pag. 14
PASSIONE E VOGLIA DI FARE BENE Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
ESTERO
PRODUZIONE
26 aziende Giambò Piante, pronti a rispondere alle nuove esigenze del mercato
GIARDINO
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Un intervento a Torino con protagonisti i materiali
MACCHINE
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g r e e n
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ORTO
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CUCINA
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BIO
Acero, il rosso che accende: ecco i più belli in giardino
Cinque motivi per comprare un mazzo di fiori (e i consigli per farlo durare a lungo)
Autunno, stagione del fare. Tutte le attività a cui dedicarsi ora nell’orto e in giardino
Foliage, lo spettacolo più *romantico della stagione
RICHIESTI I FIORI ANCHE IN INVERNO La tendenza emerge dalla top ten delle piante vendute in autunno
21 stagionali I risultati delle prove sulle diapladenie del Centro Po di Tramontana
Bene le sempreverdi, con focus sul viburno
+PROGETTO
greenstyle
1,00 EURO
AUTUNNO 38 / 2019
ANDAMENTO LA NUOVA RIVISTA CONDIZIONATO PER DAL METEOIL GIARDINIERE
Morel, cent’anni di ciclamini dal “tocco francese” e dai colori sempre più brillanti
33 TENDENZE / andamenti
Il grande valore della potatura di formazione
In copertina il tagliaerba Excelion della Gamma Alpha di Pellenc
MERCATO
Xxxxxxxxxx xxxxxxxx xxxxxxxxxxxx
14 PRIMO PIANO / aziende
+TECNICHE
PER UN AUTUNNO DA VIVERE CON STILE
TRIMESTRALE NUMERO 38| AUTUNNO 2019 - EDIZIONI LABORATORIO VERDE SRLS
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Meilland, alla ricerca della rosa “per tutti”
giardiniere giard N° 019
IL
dal 1977 informa il settore
I fratelli Morel attualmente alla guida dell’azienda di famiglia hanno festeggiato il centenario dalla fondazione inaugurando le nuove serre dedicate allo svolgimento delle prove commerciali e alla coltivazione delle linee sperimentali.
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