Greenstyle autunno 2019

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PER UN AUTUNNO DA VIVERE CON STILE

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1,00 EURO

AUTUNNO 38 / 2019

TRIMESTRALE NUMERO 38| AUTUNNO 2019 - EDIZIONI LABORATORIO VERDE SRLS

GIARDINO

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ORTO

Acero, il rosso che accende: ecco i più belli in giardino

Cinque motivi per comprare un mazzo di fiori (e i consigli per farlo durare a lungo)

CUCINA

BIO

Autunno, stagione del fare. Tutte le attività a cui dedicarsi ora nell’orto e in giardino

Foliage, lo spettacolo più *romantico della stagione E un itinerario sul Lago di Garda per goderselo

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COMPLEANNO

CENTENARIO

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AUTUNNO 2019 / L’editoriale

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o scoperto solo recentemente che per alcune persone il passaggio dall’estate all’autunno porta un leggero velo di tristezza, quasi di scoraggiamento. Si percepisce l’appassire dei fiori, l’abbreviarsi delle giornate, il cadere delle foglie, come un momento di agonia, l’avvicinarsi della fine, insomma. Per alcuni è talmente vero che si prendono farmaci e integratori per poter sopportare meglio questo periodo. Personalmente ho sempre trovato l’autunno la stagione romantica per eccellenza, perché il foliage è uno degli spettacoli più coinvolgenti a cui assistere e soprattutto, non mi annoia mai – in questo numero vi consigliamo dei luoghi da favola per goderselo. Non nego però di sentire anche io in alcuni momenti, soprattutto quando il sole tramonta “in anticipo”, una vaga tristezza, quasi un senso di angoscia, seppur leggera. Questo mi ha fatto pensare due cose. La prima riguarda il sorprendente legame che l’uomo ha, e continua ad avere, con la natura. Siamo influenzati dai cicli stagionali (e non solo) a livello biologico e psicologico. Trovo che questo sia un dato di per sé bello, positivo, che spiega anche l’esistenza di riviste come greenstyle. Noi qui raccogliamo le suggestioni e le ispirazioni che il mondo dei fiori e delle piante ci suggerisce, e vi proponiamo un percorso da fare con noi, alla scoperta di tutto il bene che da qui possiamo trarre, come fa ad esempio Sara Malaguti alias Flowerista, l’intervista di questo numero. Il secondo pensiero è questo. L’estate è Francesco Tozzi sicuramente un momento di pienezza e di gioia, di libertà e di riposo; almeno, per molti di noi è così. E certamente il sole è una benedizione. Però, io penso che gli appassionati di giardinaggio, come noi e come voi, abbiano in sé le risorse per guardare con occhi diversi l’arrivo dell’autunno. C’è molta bellezza da scoprire, c’è molto lavoro da fare – e le pagine di questo numero parlano proprio di questo, ad esempio con Anna Piussi. C’è molto da decidere e da progettare per rendere i nostri giardini ancora più belli e più adatti a noi, e quello che faremo in questi mesi, e che lasceremo sedimentare il prossimo inverno, si mostrerà in tutto il suo nuovo splendore in primavera, trasformato e rinnovato. Questi due aggettivi mi traghettano all’ultimo pensiero che voglio affidarvi: anche greenstyle si prepara a cambiare; ma il “come” ve lo mostreremo solo la prossima primavera. Nel frattempo seguiteci sui social, e vivete il vostro autunno con lo stile che ci contraddistingue, con greenstyle! seguici su:

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Greenstyle

N° 38 - Autunno 2019

Diretto da Francesco Tozzi - f.tozzi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Marta Meggiolaro GRAFICA Daniela Francescon - daniela.francescon@gmail.com PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni - m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin - s.carlin@laboratorioverde.net SEGRETERIA E MEZZI Katiuscia Morello - k.morello@laboratorioverde.net STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net

@Lab_Verde

Greenstyle periodico trimestrale, registrato presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA) il 27/03/2007, n. 2. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.

DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi Associata ad Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

Prezzo di copertina: 1,00 Euro

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SOMMARIO

SOMMARIO Numero 38 – Autunno 2019

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RUBRICHE Editoriale

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Notizie brevi

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23 Il segnalibro Facciamo il pieno di Marta Meggiolaro

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Se gli altri gridano… colloquio di Marta Meggiolaro con Sara Malaguti

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Ogni cosa ha la sua stagione di Anna Piussi

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Carosello style Stiamo fuori ancora

Appuntamenti Ci vediamo lì di Leone Olmo

In cucina Colori d’autunno di Felicita dell’Orto

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PASSIONE VERDE

La visita Alla scoperta del lago di Violaine Dubois

INTERNO

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Orto in letargo di Florindo Montecchi

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Cinque buoni motivi 33 per comprare un mazzo di fiori di Costanza di Matteo


No sopportarne pdosso qualcosa di c i p erdere come il sole osĂŹ prezioso restando in c autunnale trascorso qua asa. CosĂŹ ho di luce nel csi tutte le ore ielo ap erto. (Nathanie l Hawtho rne)

28 33 39 42 ESTERNO Scegli un prunus di Marta Meggiolaro

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Il rosso che accende di Florindo Montecchi

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Cuori di foglia di Bianca di Gioia

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NOTIZIE BREVI

A Novara nasce un nuovo giardino

PRESENTATA LA ROSA GABRIELE D’ANNUNZIO Si tratta di una varietà creata da Beatrice Barni, ibridatrice dello storico vivaio Rose Barni fondato nel 1882. La rosa Gabriele d’Annunzio è una varietà a cespuglio a grandi fiori, dal portamento eretto e fogliame largo, verde scuro, assai resistente alle malattie e di un’altezza di circa cm 80-100 per una larghezza di cm 50-60. I fiori presentano un boccio elegante e rilevato, si aprono lentamente, rivelando corolle grandi, doppie, di forma antica. Il colore è rosso intenso, con tonalità che passano dallo scuro al vellutato durante l’apertura. Il profumo è delicato e leggermente fruttato, le fioriture si ripetono con continuità da maggio all’autunno inoltrato. Presenza costante nell’opera poetica e letteraria di d’Annunzio, simbolo di amore e bellezza, la rosa si trova in numerose varietà nel Parco del Vittoriale e ora è occasione di un ulteriore tributo al Vate. A questo fiore è dedicato anche un

È progetto culturale multidisciplinare, “L-ODO-ROSA”, ideato dal presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri con Sabina Antonini e finanziato da Regione Lombardia, che comprende la riqualificazione del roseto del Vittoriale, che verrà inaugurato in primavera 2020 e ospiterà, oltre alle rose dannunziane, dodici varietà provenienti da Paesi legati al Poeta. L’obiettivo, creare una vera e propria “rete internazionale della Rosa”. Quest’opera di recupero è stata inaugurata sabato 21 settembre in occasione della festa Di porpora così fulgida, attraverso la simbolica messa a dimora della prima Rosa Gabriele d’Annunzio.

dedicato a Marco Adolfo Boroli, il capostipite della famiglia Boroli, il parco che la Fondazione De Agostini ha inaugurato venerdì 20 settembre a Novara, in via Redi. Si tratta di uno spazio di ben 5.766 metri quadrati che è stato oggetto di un importante lavoro di riqualificazione architettonica e paesaggistica e di rigenerazione urbana. Il progetto è stato scelto dalla Fondazione De Agostini, di concerto con il Comune di Novara, per celebrare i suoi primi dieci anni di attività con l’intento di restituire alla città un’area di grande potenziale, per tanti anni lasciata al degrado e all’abbandono. I lavori sono iniziati a maggio del 2018; la Fondazione De Agostini ha partecipato offrendo un contributo di 355mila euro, in stretta collaborazione con il Comune di Novara, che ha affidato i lavori di sistemazione e realizzazione del progetto alla ditta De Giuliani di Borgomanero. Per implementare la manutenzione del giardino, la Fondazione si è altresì impegnata con un contributo di 50mila euro per l’erogazione di tirocini formativi destinati a persone disoccupate, selezionate dalla Comunità di Sant’Egidio a Sant’Andrea, che verranno impiegate nella cura, nel mantenimento e nella custodia del giardino e degli spazi verdi del quartiere. Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti il Sindaco di Novara, Alessandro Canelli, Roberto Drago e Chiara Boroli, Presidente e Segretario Generale della Fondazione De Agostini, Paolo Cottino, Amministratore e Direttore Tecnico di KCity – Rigenerazione urbana, Massimo Semola, Architettura del Verde, e le associazioni di Novara che si sono impegnate per una gestione congiunta del giardino tra via Redi e via delle Rosette: Comunità di Sant’Egidio, Cooperativa sociale Aurive, Pro Natura Novara Odv, Associazione di promozione sociale Sermais, Associazione culturale Creattivi, Territorio e cultura Onlus, Officina della Danza, ASSA S.p.A.

“PARCO PIÙ BELLO”, ECCO I VINCITORI La diciassettesima edizione del concorso ideato dal network ilparcopiubello.it, che premia ogni anno i parchi e i giardini più belli visitabili nel nostro Paese, si è conclusa con la scelta, da parte della giuria scientifica, di un parco pubblico e uno privato, fra tutti gli aderenti al network, che sono più di un

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migliaio. Nella categoria Parchi Pubblici vincono i Giardini della Venaria Reale, un capolavoro dell’architettura e del paesaggio, dichiarati patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco. I Giardini della Reggia hanno come propria caratteristica un connubio unico fra antico e moderno,

un dialogo virtuoso e incessante fra epoche differenti, legate da una visione generale armonica. Reperti archeologici e opere contemporanee convivono all’interno dello stesso spazio. La visita dei Giardini può svolgersi con una passeggiata, insieme a una guida, ma anche con modalità più

ludiche e meno faticose: il trenino Freccia di Diana, la gondola o la carrozza trainata da cavalli. Spettacoli, eventi, concerti e mostre contribuiscono a rendere questi immensi giardini un centro di attività socio-culturale. Per essere sempre aggiornati, è possibile visitare il sito: www. lavenaria.it

Reggia di Venaria, credit: Archivio Consorzio Residenze Reali Sabaude


Orticolario, premio a Paolo Bürgi

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urante l’undicesima edizione di Orticolario, che ha animato il parco secolare di Villa Erba, a Cernobbio sul Lago di Como, il primo weekend di ottobre, è stato conferito il premio “Per un Giardinaggio Evoluto” 2019 a Paolo Bürgi, architetto paesaggista tra i più apprezzati a livello internazionale, che ha ricevuto il premio. Moritz Mantero, presidente di Orticolario, ha colto l’occasione per ricordare Emilio Trabella, uno degli storici organizzatori di Orticolario, recentemente scomparso: «Nel premiare l’architetto Bürgi non possiamo non ricordare che il suo nome ci è stato indicato da Emilio Trabella, paesaggista molto amato, tra i fondatori di Orticolario. Emilio ci manca moltissimo, ma dieci

Signora Burgi, Moritz Mantero, Paolo Burgi, Nicola Salvatore

Il premio Foglia d’Oro del Lago di Como è andato allo Spazio Creativo Move ‘n’ Meet di Mirco Colzani.

anni insieme ci hanno permesso di imparare molto: ogni volta che dobbiamo prendere decisioni, ci chiediamo “Cosa farebbe Emilio?”. E la risposta ci arriva puntuale. Conferiamo il premio “Per un Giardinaggio Evoluto” a Bürgi per la sua idea di paesaggio. Le sue opere cercano un rinascimento contemporaneo in cui la meraviglia e la riscoperta di una consapevolezza profonda sono gli obiettivi primari. Per Bürgi l’essenzialità è piena di senso, espressiva e silenziosa, una forma Zen occidentale”. Il premio è una scultura dell’artista Nicola Salvatore raffigurante una Calla e intitolata “Kalos”, parola greca che significa “bello”, da cui deriva il nome stesso del fiore. Tra i momenti clou della giornata le premiazioni delle installazioni realizzate nel parco, selezionate dalla giuria

del concorso internazionale “Spazi Creativi”. Ad aggiudicarsi il premio “La Foglia d’Oro del Lago di Como” lo spazio intitolato “Move n’ meet”, progettato da Mirco Colzani, realizzato in collaborazione con gli allievi della Fondazione Minoprio, “Per la maestria nell’uso dei diversi materiali e nella ricerca delle piante, e l’audacia nell’accostamento di piante comuni e insolite in un contesto contemporaneo, che crea un viaggio nello spazio e nel tempo”. Tra gli “Spazi Creativi”, “Time Travel” di Nicoletta Mattezzi si aggiudica i premi “Empatia”, “Villa Carlotta”, “Villa d’Este” e “AIAPP - Matilde Marazzi” (quest’ultimo ex aequo con “Move n’ meet”), mentre a “5” di Mario Mariani sono stati consegnati i premi “Arte”, “Gardenia” e “Stampa”. www.orticolario.it

La Fattoria di Celle a Pistoia, credit: Aurelio Amendola Pistoia

Nella categoria Parchi Privati vince invece il Parco di Fattoria di Celle, in Toscana. La Fattoria di Celle è stata definita così: “L’insieme di architettura, scultura, parco, giardini, fontane, opere d’arte costituisce un episodio significativo e riassuntivo della cultura sette-ottocentesca del Granducato”.

Situata sulle colline di Santomato in provincia di Pistoia, gode di un panorama che spazia dal Duomo di Firenze alle Torri di Serravalle. Al suo interno, un progetto di Arte Ambientale fortemente voluto dalla famiglia Gori e riconosciuto a livello internazionale che ha l’intento di sperimentare un nuovo

tipo di partecipazione alla creatività contemporanea. Agli artisti è fatta una sola richiesta, il rispetto della natura e degli spazi in cui operano. Ad oggi conta ottanta installazioni fra il parco e l’interno della residenza e ogni anno è meta di nuovi artisti e nuove sperimentazioni. Sul sito si trovano

le informazioni per organizzare la visita: www.goricoll.it. Per le indicazioni sui mille aderenti al network è possibile

consultare la guida online all’indirizzo: ilparcopiubello.it, dove si trova anche un calendario aggiornato di eventi.

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LA VISITA

Giardino Botanico Andrè Heller

Alla scoperta del lago d O per meglio dire, alla scoperta di quattro angoli poco conosciuti e molto pittoreschi attorno al lago, ancora più belli ora, colorati dal foliage autunnale di VIOLANE DUBOIS in collaborazione con GRANDI GIARDINI ITALIANI foto ARCHIVIO GRANDI GIARDINI ITALIANI

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e c’è una stagione in cui il tempo libero ben speso è quello passato visitando giardini, quella è l’autunno. Gli alberi esplodono di colori, il cielo terso fa brillare erba, fiori e fogli nella rugiada che ha lasciato la notte, le temperature miti permettono di addentrarsi a lungo fra la vegetazione senza paura che le energie ci manchino per il caldo. Il declino delle fioriture lascia trapelare la struttura, il disegno generale, che in altri momenti, presi dallo splendore dei colori, forse avremmo trascurato. Ecco che allora vi consigliamo, questa volta, un vero e proprio tour, con meta il Lago di Garda: un weekend all’insegna del turismo botanico. La regione del Lago di Garda, cinta a nord dalle Alpi e a sud dalle colline

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moreniche, è caratterizzata da un clima mite, che ha favorito la presenza di una ricca vegetazione mediterranea: troviamo olivi, palme, cipressi, limoni, oleandri e aranci. La sponda veronese viene chiamata “Riviera degli olivi”, mentre la sponda bresciana è conosciuta come “Riviera dei limoni”, coltivati nei caratteristici terrazzamenti. Qui troviamo le quattro mete che abbiamo designato per voi insieme a Grandi Giardini Italiani, il network che raccoglie i più bei parchi privati e pubblici d’Italia.

GIARDINO BOTANICO ANDRÈ HELLER Partiamo da Gardone Riviera, una piccola cittadina sulla sponda lombarda. La sua conformazione


troviamo il dottor Arthuro Hruska, medico dentista degli Zar, dei Savoia e di altri celebri personaggi, che acquistò un terreno nel 1901 e fra il 1912 e il 1914 lo trasformò in un giardino, quello che oggi viene chiamato Giardino Botanico Andrè Heller, dal nome del poeta artista austriaco che ne è custode dal 1989. Questo giardino ha una conformazione unica nel suo genere; nei 10mila metri quadrati di parco troviamo specie botaniche provenienti da ogni parte del mondo, ma ogni specie è calata nel suo ambiente naturale, ricreato con cura. Qui si mescolano ambienti diversi, ruscelli, cascate, laghetti con carpe koi e trote, colline in pietra dolomitica e cactus, torri ricoperte di edera e sculture contemporanee provenienti da ogni angolo del mondo che danno vita a effetti scenografici sorprendenti. È proprio un “campionario di regioni del mondo”, come lo ha definito lo stesso Andrè Heller.

Gardone di sopra Gardone Riviera

IL VITTORIALE DEGLI ITALIANI

LO SAI?

o di Garda deve molto a Luigi Wimmer, austriaco, che qui trascorse un lungo periodo di cura, si innamorò del posto e decise di costruirvi il primo albergo. Divenuto sindaco di Gardone nel 1881 ne promosse l’immagine a livello europeo, facendola diventare una stazione turistica internazionale di qualità. Fra i turisti internazionali che decidono di fermarsi qui

Il Lago di Garda o Benaco, con i suoi 370 chilometri, è il lago più grande d’Italia, ed è terzo per profondità dopo il Lago di Como e il Lago Maggiore.

ph. Marco Beck Peccoz

Il Vittoriale degli Italiani

Spostandosi di circa un chilometro si raggiunge Gardone di Sopra, sede del celebre Vittoriale degli Italiani, la cittadella monumentale di Gabriele d’Annunzio che conserva le testimonianze del suo “vivere inimitabile”. Fu costruita con l’aiuto dell’architetto trentino Gian Carlo Maroni su un colle che domina il lago di Garda e comprende, vie, piazze, giardini, complessi di edifici, corsi d’acqua e un teatro all’aperto. Il complesso offre scorci e panorami spettacolari, in un unico percorso esplorativo in cui natura e arte si intrecciano a tal punto da sembrare un tutt’uno. Non credo esista al mondo un altro giardino che possa vantare al suo interno una nave. Forse è proprio questo il cimelio più affascinante ospitato nella famosa cittadella. Sotto il colle mastio, dove è adagiata la Nave Puglia donata a d’Annunzio dalla Marina Militare nel 1923, con la prua rivolta verso le dolci acque del Lago di Garda, la vista è di quelle che tolgono il fiato. La visita dura almeno cinque ore e per goderne appieno vi consiglio di intervallarla con una piacevole sosta ristoratrice nel chiosco bar, sito nella zona alta del Parco, sopra la Fontana del Delfino.

ISOLA DEL GARDA Scendendo verso sud per circa dodici chilometri si raggiunge San Felice del Benaco; parcheggiate la macchina e prendete il traghetto per Isola del Garda, una delle cinque isole presenti sul lago. Qui lasciatevi abbagliare dalla bellezza che vi circonda. Isola del Garda è un luogo di rara bellezza,

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LA VISITA Isola del Garda

ph. Eric Sander

scoglio pittoresco che accolse popoli antichi. Già abitata in epoca romana, l’isola venne adibita a riserva di caccia fino all’anno 879, quando divenne dominio di Carlomagno che, in seguito, la donò ai monaci. San Francesco vi costruì un eremo nel 1220; seguirono Sant’Antonio da Padova, San Bernardino da Siena e, vi abitò, probabilmente, Dante Alighieri. Il monastero venne distrutto nel Settecento e l’isola divenne proprietà dello Stato; a fine secolo divenne proprietà del duca De Ferrari di Genova, che affidò la costruzione della splendida villa all’architetto Luigi Rovelli. Ancora oggi sono i suoi discendenti a prendersi cura del complesso. Affacciato a sud si erge l’elegante palazzo dei primi del Novecento in stile neogotico-veneziano, ricco di particolari architettonici sorprendenti; intorno, i magnifici giardini all’italiana e una vegetazione rigogliosa e intatta, ricca di piante locali, esotiche, essenze rare e fiori unici. Per organizzare al meglio la visita, occorre sapere che i cani sono permessi sull’Isola su richiesta con un Isola del Garda piccolo supplemento di €3. I cani devono essere condotti al guinzaglio e non possono entrare all’interno della villa. Trattandosi di una dimora privata, è vietato fotografare l’interno Lonato della villa, ma è possibile fotografare i giardini e gli esterni.

ROCCA DI LONATO Ci spostiamo nell’entroterra, venti chilometri più a sud, per raggiungere il borgo di Lonato, antico possedimento della Serenissima Repubblica di Venezia fino alla fine del Settecento. Qui è la Rocca a dominare la scena. Antica, di origine medievale, è stata rimaneggiata nel quindicesimo secolo. Rocca di Lonato

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È cinta da un parco composto per metà da bosco ceduo, oltre che da piantagioni di olivi, vigne, ed essenze autoctone; l’altra metà sono pendii erbosi che scendono dolcemente verso il paese. Da qui si gode un panorama davvero suggestivo: dai bastioni, infatti, la vista si stende su tutto il Lago di Garda. Quest’area venne accorpata in un’unica proprietà nel Novecento per iniziativa del Senatore Ugo Da Como (1869-1941) che volle creare gli scenari più consoni alla sua vita da studioso, collezionista, politico erudito e sensibile cultore di patrie memorie. Scendendo dalla Rocca e percorrendo un fitto viale di tigli, si raggiunge la dimora estiva del Senatore Ugo Da Como, completamente arredata, resa ancora più elegante da un giardino interno disposto su quattro terrazze. Ciò che oggi si ammira, in armonia con l’architettura neogotica di quella che un tempo fu la sede dei podestà veneti, è un giardino spontaneo, molto curato nel quale periodicamente Ugo Da Como e la moglie intervenivano con libertà e passione. La terrazza inferiore di questi giardini, il cui perimetro è definito da un muraglione che costeggia la quattrocentesca chiesa di Sant’Antonio Abate, era originariamente adibita a frutteto. La terrazza superiore invece costeggia gli ambienti della biblioteca monumentale di Ugo Da Como (ricca di oltre 50mila volumi databili a partire dal XII secolo) e vede al centro un bellissimo esemplare di taxus baccata. Appena sotto, in un’aiuola definita da siepi di bosso, campeggia un’altissima magnolia. Un antico percorso, che si apre accanto ad una torre quattrocentesca nel giardino, permette di seguire il tracciato delle mura venete che cingevano completamente il nucleo più antico del Borgo di Lonato del Garda.


CAROSELLO STYLE

Bello star fuori Non è ancora il momento di ritirarsi in casa, le giornate tiepide sono fatte per godere degli spazi esterni. Basta scegliere arredi e accessori giusti di FILIPPO TERRAGNI

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PASSIONE VERDE

Orto in letargo Scopriamo le attività a cui dedicarsi in questi ultimi mesi dell’anno perché gli ultimi raccolti siano soddisfacenti, il riposo sia fecondo e si prepari al meglio la prossima primavera di FLORINDO MONTECCHI

Parte del nostro terreno può continuare a essere produttiva: è il momento di verze, cavoli, porri, biete, radicchio.

N

on sia fuorviante il titolo: in ogni periodo dell’anno l’orto può essere produttivo. D’estate, in particolare, si avranno a disposizione melanzane, zucchine, pomodori e peperoni in abbondanza, ma anche in inverno possiamo godere dei frutti della nostra attività nell’orto, cogliendo cavoli e broccoli. Certo il raccolto non sarà paragonabile per quantità a quello estivo, ma con i giusti accorgimenti avremo comunque un raccolto soddisfacente.

PROTEGGIAMO DAL FREDDO Il primo elemento da ricordare è che la coltivazione invernale necessita il posizionamento di protezioni come i tunnel. Esistono in commercio archi da posizionare nel terreno che vanno ricoperti con teli in plastica, oppure semplici strutture tipo serrette, facili

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PASSIONE VERDE

Operazione fondamentale prima di qualunque altra è la pulizia, ovvero l’estirpo di tutte le erbacce rimaste. Il materiale vegetale può essere bruciato; la cenere è un ottimo repellente contro le lumache.

da montare e collocare e che andranno anch’esse ricoperte con teli di plastica trasparente. Queste protezioni permettono di prolungare il raccolto di alcune verdure come le cicorie e i radicchi e di iniziare le semine protette delle piantine da mettere a dimora in primavera. Cavoli verza, cavoli ricci e di Bruxelles, porri, valerianella ed altri ortaggi resistenti al freddo, possono essere raccolti quando si vuole senza, però, ritardare troppo per evitare che, coi primi tepori, montino a fiore.

L’idea per chi non ha molto spazio: una cassetta rialzata e ben divisa in settori, dove far cresce pochi esemplari, anche uno solo, di ortaggi diversi. Per avere un effetto esteticamente gradevole e la soddisfazione del raccolto. In più, questo metodo di coltivazione riesce a preservare gli ortaggi dalle visite delle lumache e la schiena dai fastidiosi acciacchi dovuto allo stare piegati.

PULIAMO PER BENE Un’operazione importante prima dell’inverno è la pulizia del terreno con l’estirpo di tutte le vegetazioni inutili rimaste a dimora per prepararlo al meglio per le successive fasi di coltivazione. Le erbe ed i

Le verze raccolte dopo la prima gelata hanno un gusto migliore.

vecchi tutori possono essere bruciati e la cenere può essere raccolta per poi riutilizzarla nell’orto, ad esempio per la lotta alle lumache rosse. Il momento è propizio anche al riordino, alla pulizia degli attrezzi ed alla preparazione dei nuovi tutori per la stagione successiva. Facendo una sommaria valutazione di cosa si seminerà l’anno successivo, si possono preventivamente preparare i tutori necessari già pronti nelle quantità e dimensioni.

VANGHIAMO CON CURA All’inizio dell’inverno, o a fine autunno, si dovrà vangare il terreno, o smuoverlo col tridente foraterra e poi ricoprirlo con terriccio o letame. Quando arriverà la primavera, se l’orto sarà sistemato e concimato, necessiterà solamente di zappettatura e di una sistemazione delle aiuole prima di essere seminato. È sempre bene non avere troppa fretta in questa operazione: limitarsi a poche semine delle piante resistenti e preferire le zone più protette e calde dell’orto per evitare che un’inaspettata gelata tardiva, distrugga tutto il seminato.

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LE ATTIVITÀ MESE PER MESE Ottobre

SEMINA O TRAPIANTO

bietole, cicorie, carote, cavoli, finocchi, radicchi, prezzemolo, spinaci, sedano.

• Si trapiantano cipolle, scarole, LAVORI cavoli e cicorie • Si seminano prezzemolo, ravanelli, • Pulizia e riordino del locale in cui spinaci, lattughe da taglio e, nei climi si conservano gli attrezzi. miti anche piselli e fave. • Imbianchitura dei sedani, dei cardi, dei finocchi e delle indivie. RACCOLTA • Protezione degli ortaggi con strati • Gli ultimi peperoncini, pomodori di paglia. o fagiolini possono essere fatti • Rivoltare i residui vegetali che si sono maturare in cassette o appesi in accatastati per il compostaggio. locali ventilati al riparo dal gelo. LA LUNA DICE CHE... • Si raccolgono gli ortaggi tardivi: zucchini, zucche, pomodori, bietole, In luna calante interrare i bulbi fagioli e fagiolini, carote, cavoli, d’aglio, imbianchire sedani e cardi, lattughe, peperoni, porri, zucche. seminare cavoli, cicorie, lattughe e • Dopo le prime gelate, raccogliere lavorare terreni, compostare i residui. le verze che avranno così un In luna crescente seminare piselli sapore migliore. e fave.

LAVORI • In attesa del riposo invernale, raccogliere gli ortaggi estivi prima che il freddo e l’umidità combinati li danneggino. • Estrarre dalla terra quando il tempo è asciutto tutte le radici ancora presenti. • Rimuovere le foglie dai cavolini di Bruxelles onde stimolare la produzione di nuovi germogli. • Rastrellatura delle foglie. • Estirpare le piante malate. • Riordinare gli attrezzi.

SEMINA O TRAPIANTO

LA LUNA DICE CHE...

LAVORI

In luna calante seminare lattughe, spinaci e cicorie. In luna crescente seminare ravanelli, legumi e prezzemolo.

Pulizia degli attrezzi; fare elenco dei nuovi attrezzi e delle sementi da acquistare. Preparazione dei nuovi letti di semina. Vangatura del terreno argilloso.

• Solo per le colture protette in serra o tunnel di plastica sono possibili semine o trapianti. • Nei climi particolarmente miti invece è ancora possibile l’imbianchimento di cardi, sedani e cicorie.

RACCOLTA Cavoli broccoli, cavoli cappucci, cavoli verzotti, cavolini di Bruxelles, radici, bietole, cardi, indivie, spinaci, finocchi.

SEMINA O TRAPIANTO

LA LUNA DICE CHE...

Aglio, spinaci, cicorie, fave, piselli.

In luna calante continuare l’imbianchimento delle verdure e in luna crescente seminare verdure e ortaggi in tunnel protetti.

RACCOLTA Le verdure imbianchite e inoltre

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foto servizio stock.adobe.com

Novembre Novembre è il momento per far imbiancare i finocchi. È sufficiente coprire la parte che esce dalla terra con terra o materiale pacciamante.

Dicembre

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PASSIONE VERDE

Se gli altri gridano… Tu sussurra, dice il detto. Questa è la via che Sara ha scelto per la sua attività, e che si ispira al suo primo amore: i fiori. Con una buona dose di simpatia per gli imprevisti colloquio di MARTA MEGGIOLARO con SARA MALAGUTI

Sara Malaguti, alias Flowerista, durante uno degli eventi organizzato presso Lascia La Scia, a Milano.

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S

ara, bolognese di origine ma varesina d’adozione; classe 1984, una mia coetanea, che incontro in uno dei nostri caffè preferiti nella Città Giardino, Varese. L’ho conosciuta nel gran mare di internet, dove ho iniziato a tenerla d’occhio l’anno scorso. L’incontro vero e proprio è avvenuto quest’anno, quando ho deciso di provare la sua piattaforma online, scoprendo il mondo delle artigiane che ha raccolto intorno al suo brand, Flowerista, e al concetto di “comunicazione gentile”.

Come sei arrivata a creare Flowerista? Dopo aver studiato Economia della Cultura ho lavorato in Triennale, a Milano, ma non vedevo grandi possibilità di crescita lavorativa, fino a che da Allianz, che collaborava con la Triennale, mi è stato proposto di organizzare eventi per loro; così sono entrata nel mondo finanziario e assicurativo, attraverso la porta del mondo comunicazione ed eventi. Poi, l’imprevisto: un incidente in motorino e la frattura di un piede che mi blocca a lungo a casa. Sono rientrata nel mondo del lavoro nel


giugno 2016, raccontavo di me, dei fiori. E piano piano ricomincio a tornare io. A novembre 2017 mi sono licenziata: ho scelto di essere contenta.

Il sito di Flowerista è, insieme ai social, la via di comunicazione su cui Sara si è specializzata.

2009, in piena crisi: facevo moltissimi colloqui, ma non trovavo niente. A un certo punto si apre una posizione di stage in Borsa: un mondo sconosciuto, ma cercavano per eventi e comunicazione. E poi ero stufa di fare lavori in cui la mia laurea non veniva messa a frutto. Quindi ho scelto di rischiare. Il primo giorno, entro nel palazzo della Borsa e… non trovo la reception! Quello è stato il mio atrio per dieci anni e ho imparato un mestiere da capo. Il mio ufficio era a fianco dell’ufficio stampa: ho visto di tutto, le società più grandi, importanti amministratori delegati. Però non era quello che volevo fare: le dinamiche e le logiche formali mi stavano strette. Il disagio a un certo punto è diventato tale che ho capito che volevo fare qualcosa di diverso, qualcosa di autentico, dedicandomi a qualcosa in cui credevo. Basta tacchi e tailleur, era tutta apparenza. Mi ero persa e dovevo ritrovarmi. Cosa ha voluto dire “ritrovarmi”? Dovevo ritornare a me, e non è stato semplice. Ho iniziato dalla base. Cosa mi piace fare? Non era facile riappropriarsi del proprio sentire. Però a un certo punto un altro imprevisto: mi sono iscritta a un corso di fotografia e lì ho conosciuto Marco. Il suo sguardo sulla realtà e sè stessi mi ha colpito. La fotografia di per sé mi ha aperto un mondo. E poi, ho re-incontrato, finalmente, l’elemento floreale. Solo allora, quando mi sono accorta che erano i miei soggetti preferiti per le foto, mi sono resa conto di quanto li amassi. In effetti, anche i miei eventi per il gotha della finanza avevano sempre come tratto distintivo il fiore, che mi sembrava addolcisse e abbellisse quel mondo duro fatto solo di uomini. Lo facevo inconsapevolmente già allora. A questo punto, ho messo insieme per tutte le cose che sapevo fare: eventi, fotografia, scrivere… apro un blog! Era il

Un atto coraggioso… Sì, che in tanti non capivano! Ho passato i primi mesi in totale confusione, arrivavano tanti consigli, non tutti in positivo, e aumentavano la mia confusione. La vera ri-partenza è l’estate 2018. Mi sono trovata di nuovo a guardare le mie competenze “vere”, ma aggiungendo una nuova formazione che seguiva la strada aperta dal blog: ho frequentato corsi online di social e digital marketing, da quello di Google, gratuito, ad altri a pagamento. Con Marco e le sue, di competenze, a quel punto costruisco un corso che unisca parole e immagini: il corso su Instagram, in cui metto a servizio l’esperienza della mia pagina

L’elemento floreale non manca mai. È una delle chiavi per accedere al mondo di Flowerista e il simbolo più rappresentativo della sua “comunicazione gentile”.

VOGLIO SEGUIRE UN CORSO / VOGLIO SEGUIRE UN CORSO ONLINE! Trovi il calendario aggiornato sul sito! www.flowerista.it

instagram, e la mia parlantina. Sorprendentemente il corso va sold out. Questo mi ha dato la carica per pensare al futuro lavorativo: abbiamo progettato altri corsi, e abbiamo ideato la boutique online. Arrivava Natale e l’idea era selezionare una serie di artigiani indipendenti che avevo conosciuto nel mondo dei social e dei fiori, di cui proporre in vendita i pezzi sulla mia piattaforma, Flowerista. Cosa propone ora la boutique Flowerista? Il bello dell’aver aperto la boutique è che adesso ho moltissime candidature, anche se questo significa fare un grande lavoro di scrematura e di selezione. L’idea è arrivare ad avere due o tre collezioni in esclusiva, attinenti a classi merceologiche diverse, che restano in boutique per un periodo di tempo limitato. Quest’anno per Natale avremo un assor-

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PASSIONE VERDE

I corsi dal vivo di Flowerista riguardano la presa di consapevolezza rispetto alle potenzialità dei social media e l’uso efficace di questi canali per la promozione della propria attività.

timento assolutamente originale, formato da tre modelli di kimono di seta di Como, cuciti artigianalmente da Claudia (@guardastelle). Annamaria e i suoi gioielli botanici (A.M.A dovesbocciavanleviole) saranno ancora presenti. Un’altra new entry invece è ce_ceramic, un’artigiana di Angera che realizzerà per Flowerista una linea di vasi decorati da incisioni di foglie. Questa volta si tratterà di un flash sale: i pezzi saranno unici e limitati e saranno in vendita per un periodo di tempo limitato. E per quanto riguarda invece i tuoi corsi? Mi rivolgo a chi desidera imparare a usare i social media in modo completo ed efficace, mettendo a disposizione le mie conoscenze nell’ambito della comunicazione e della fotografia che, soprattutto nel caso di Instagram e di Pinterest, è un elemento necessario. Nel caso di grandi aziende offro un servizio di consulenza ad hoc, ma i miei corsi sono aperti a tutti, a chi ha un’attività e a chi sta pensando di iniziare. I corsi iniziano a essere richiesti in tutta Italia, non mi trovate solo a Lascia La Scia, il mio coworking lab prediletto a Milano! A ottobre ad esempio sono stata in Puglia per la prima volta. L’Agricola del Lago, invece, un garden center molto conosciuto qui a Varese, mi ha coinvolto nella sua Festa delle Orchidee chiedendomi di realizzare un corso di Instaflowers per i suoi clienti. Sono tutte occasioni bellissime che mi permettono di raggiungere una platea di persone variegata, ma accumunata dalla passione per i fiori e la comunicazione gentile.

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PER SAPERNE DI PIÙ www.flowerista.it • su facebook: i.am.a.flowerista • su instagram: i_am_a_ flowerista

Spiegaci cosa intendi con comunicazione gentile… Comunicazione gentile è lo slogan di Flowerista ed è il mio modo di fare il mio lavoro. Quello che mi contraddistingue, in un mondo in cui mettersi in mostra e proporsi sono azioni fatte spesso in modo chiassoso, con un impatto un po’ violento sulle persone, è invece l’idea di non voler gridare, di non forzare per emergere. Mi interessa l’affinità, la condivisione dei valori, l’approccio delicato e personale. In molti anche nel mondo del marketing iniziano ad accorgersi che il modo vincente per parlare con le persone è essere semplicemente se stessi: a qualcuno piacerai, ad altri no, ma chi ti conquisti è un cliente che non perdi più. L’elemento floreale riporta a questa caratteristica di delicatezza e gentilezza, mentre la comunicazione è il mio pane: unire i due elementi dà un senso completo al mio lavoro.

I gioielli di A.M.A.dovesbocciavanleviole, uno dei brand che è possibile acquistare sul sito di Flowerista.


PASSIONE VERDE

Ogni cosa ha la sua stagione Autunno, tempo di giardinaggio. Facciamoci guidare da un’esperta giardiniera attraverso le attività e i piaceri di questo periodo di ANNA PIUSSI

O

ttobre - si tira finalmente il fiato dopo il grande caldo, e i comportamenti isterici del meteo di quest’estate. Quest’anno siamo passati da un inverno caldo e secco, seguito da piogge torrenziali a maggio, a un giugno di colpo bollente, e burrasche a fine luglio e agosto. Un susseguirsi di eventi “estremi” quali tempeste di vento, valanghe d’acqua, estrema siccità, picchi di caldo e di freddo. Alcuni di questi sono davvero fuori norma, ma vengono gonfiati sensazionalmente da siti meteo per catturare l’attenzione. Invece di cercare le previsioni delle prossime settimane, guardiamo i dati degli anni passati, i buoni

siti meteo hanno anni di rilievi di temperature e precipitazioni per ogni località. Prendiamo nota dei rilievi delle banche dati, tenendo a mente le tradizioni agricole che mirano proprio al minimo rischio, al minimo spreco. In ogni regione il clima e microclima hanno determinato le usanze e tradizioni agricole locali, la tecnologia moderna non le ha soppiantate.

È IL MOMENTO DI PIANTARE Le piante in vaso di plastica e i sistemi di irrigazione ci permettono di piantare quasi tutto l’anno, per soddisfare l’urgenza dei clienti, ma si rischia lo stesso piantando fuori stagione. Prendiamo un

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PASSIONE VERDE

L’autunno

è la

stagione

ideale per piantare. Le piante stanno

terreno è ancora caldo e promuove la crescita

ancora vegetando, il

esempio specifico: dovevo piantare un giardino questa primavera, in Toscana, ho lavorato a rotta di collo per preparare il progetto, trovare le piante, pianificare il lavoro, fiatando sul collo ai muratori che dovevano liberarmi il terreno da materiali di cantiere, ma prima di maggio era impossibile piantare. Maggio è andato e venuto con piogge tali che non si poteva accedere al terreno con i macchinari per non compattarlo ulteriormente. Ci siamo trovati a piantare a giugno, quando improvvisamente sono venuti 39 gradi - uno shock non indifferente sia per gli uomini, e questa donna, sul campo, che per le piante. È tanto da chiedere a una pianta fresca di vivaio, di ambientarsi in terra piena, pieno sole, in piena crescita vegetativa e fioritura. Si è fatto, tenendo d’occhio il giardino per tutta l’estate e con annaffiature a mano oltre che su sistema a goccia, e adesso dopo una pausa di vacanza siamo andati a vedere. Tutto a posto, salvo che le erbacce sono cresciute in maniera vertiginosa grazie a caldo e acqua, e che molte delle piante da secco non ce l’hanno fatta - devo rimpiazzare metà delle lavande, e delle santoline ne sono sopravvissute una su dieci. Sicuramente non si poteva rimandare il lavoro a settembre, perché i clienti erano stanchi di non avere niente

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Se le foglie cadute non danno fastidio, possono essere lasciate a proteggere le radici dal freddo. Altrimenti, chiuse in sacchi forati, si trasformeranno in un ottimo terriccio da usare la prossima primavera.

di verde dopo tre anni di cantiere, ma l’abbiamo fatto avvertendoli dei rischi. Per ora ci limiteremo a un lavoro di manutenzione, pulitura, e rimozione manuale di erbacce, e a ottobre inoltrato possiamo sostituire le piante morte. Piantate d’autunno o fine inverno, in vasi piccoli, santoline e lavande non avranno mai bisogno di irrigazione, che andrà levata loro dai piedi. L’autunno è la stagione ideale per piantare. Le piante stanno ancora vegetando, ma la crescita è molto rallentata, il terreno è ancora caldo e promuove la crescita che più ci interessa, quella dell’apparato radicale. Se è piovuto un po’ il terreno si è allentato, e sarà più facile scavare i buchi per piantare, oltre che rimuovere erbacce, che verranno via con l’intera radice.

È IL MOMENTO DI -RI-PENSARE IL PRATO L’autunno è anche il momento per preparare i tappeti erbosi, che siano da seminare o da piantare a rullo. Avranno il tempo per stabilirsi con il terreno e l’aria ancora tiepidi, per potere fare anche il primo sfalcio prima dell’inverno. Adesso è anche l’ora di vedere cosa ha funzionato o meno nel giardino. Serve veramente all’utilizzo che ne viene fatto, oppure è solo un lavoro in più? Avete lavorato per fare un giardino che poi abbandonate d’estate, affidandolo al vicino, al giardiniere, al sistema di irrigazione che inevitabilmente si rompe appena salite sul traghetto per le isole? Oppure vi trovate a passare l’estate in giardino dove non c’è l’ombra di una


bulbi che ravviveranno la primavera. È anche il momento per propagare le piante erbacee, che si possono sollevare, dividere con la vanga o con un coltello affilato, e ripiantare nel terreno o mandare avanti in vaso. Si possono far talee di moltissimi arbusti - ad esempio le potature di salvie microphylla, che spunto a settembre per ridare loro un po’ di forma, diventano dozzine di talee pronte per venir piantate la prossima primavera.

pergola proprio quando volete mangiare fuori, non ci sono erbe per la grigliata, e c’è solo un prato da falciare costantemente e le rose del nonno che sono già sfiorite? Guardiamo il prato, l’elemento più laborioso, e frustrante, del giardino privato. Potrebbe migliorare con un sistema di irrigazione automatico, forse anche con un robottino falcia erba, per mantenerlo sempre in buone condizioni. Se è logorato, adesso è l’ora di ammendare il terreno e riseminare. Ma pensiamo in grande, all’utilizzo di ogni elemento del giardino, alla sua funzione. Troppo spesso il prato è una schiavitù ereditata. È troppo grande, troppo lavoro, ci devi sempre spostare le sedie e il tavolo di sopra per falciare l’erba? Di sicuro è poco ecologico, perché è una monocoltura che richiede tanta acqua per restare bella, ma non ospita farfalle, insetti utili o interessanti, non nutre gli uccelli. Anzi, ospita solo le zanzare tigre che seguono inevitabili ogni sistema di irrigazione. Pensiamo ai prati come elementi distinti e circoscritti del giardino, sono meglio limitati, ben tenuti, e contrapposti ad altre zone, ricche di piante oppure pavimentate. La zona pranzo è molto più gestibile se pavimentata - senza gettata di massetto così resta permeabile, e nelle fughe può crescere la lippia, la camomilla, il timo serpillo, insomma una miriade di possibilità più divertenti ed ecologiche. Guardiamo quindi l’insieme, e se ci sono zone che possiamo usare meglio, ad esempio trasformando parte del prato in bordura mista, scateniamoci! L’autunno è la stagione ideale per piantare piante erbacee perenni, arbusti, ed alberi, anche

L’autunno è la stagione ideale per progettare le bordure miste che annunceranno la bella stagione, grazie alla messa a dimora dei bulbi primaverili.

È IL MOMENTO DI PULIRE (POCO) Tradizionalmente si pensa anche all’autunno come la stagione delle pulizie, che però vanno prese con moderazione. D’accordo rastrellare le foglie di piante sempreverdi: magnolia grandiflora e pini sono la mia dannazione per tutta l’estate, e non ho altro rimedio che bruciarle periodicamente o farle portare via, ma le foglie di alberi decidui sono preziose per la salute del terreno. Se non danno fastidio, lasciamole accumulare alla base di alberi e arbusti, perché si decomporranno nel corso dell’inverno. Altrimenti raccogliamo le foglie e mettiamole a compostare in un mucchio

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PASSIONE VERDE

a parte, oppure in sacchi di plastica nera, quelli grandi da giardino, forati appena con la punta del forcone. Il sacco di foglie, appena inumidito prima di chiuderlo, e nascosto fuori vista, sarà pronto a primavera quando si sarà trasformato in un terriccio friabile e profumato da aggiungere alla terra per rinvasare. La compostiera può trovare spazio anche nel giardino più piccolo. Avviata bene, con letame o con un attivatore del compost, e continuamente rifornita di scarti di verdure di casa, strati di sfalcio di prato, di foglie, potature fini, contribuirà al circolo virtuoso del giardino. Tutto quello che il suolo produce, dovrebbe essere ridato al suolo. Il compost, le foglie decomposte, con il loro carico di microorganismi e micorrize, mantiene la salute del terreno che è alla base della salute del giardino.

È IL MOMENTO DELL’ORTO, MA CON CALMA

foto adobe stock foto

Non andiamo di fretta ma cerchiamo di fare le cose nella giusta stagione, e con i tempi di attesa necessari. In autunno è bene iniziare l’orto, che sia a terra o in cassoni rialzati. Adesso è il momento per preparare la terra, dissodare, passare il motocoltivatore se necessario, e ammendare il terreno con tutto il letame che riuscite a trovare, con tutte le foglie raccolte. E poi, fermi tutti! Mani in tasca fino a primavera! Il gelo invernale lavorerà il terreno sminuzzando anche l’argilla più tenace. In quella bellissima superficie marrone, che avete diserbato con cura, e riempito di tutta la terra e ammendanti più golosi che trovate, inizieranno a spuntare le erbacce. È la falsa semina, che si ottiene faticosamente facendo nulla: adesso potete levare le erbacce, dalle facili erbacce annuali alle più tenaci

Troppo spesso il

prato

è una

schiavitù ereditata… se ci sono zone che possiamo trasformare in una

bordura mista, scateniamoci! La compostiera può trovare spazio anche nel giardino più piccolo ed è un ottimo aiuto a mantenere il suolo in salute.

erbacce perenni che risalgono dal fondo. E solo allora potete piantare o seminare i vostri ortaggi. I giardini non hanno tempi morti da schiacciare in una scaletta di obiettivi, ma tempi di riposo, di crescita, di maturazione, per potere lavorare con, e non contro, la natura. Applaudo l’iniziativa dei Centri di Giardinaggio AICG che si associano per promuovere il Garden Festival d’Autunno, con il tema di “Autunno, stagione del fare”. Dalla fine di settembre alla fine di ottobre, in tutti i centri associati ci saranno laboratori e altre attività didattiche per introdurre alle pratiche di giardinaggio stagionali, per il giardino e per il terrazzo. Possiamo contare sulla consulenza di esperti del settore per consigli sui lavori da fare, attrezzi o terricci utili, piante raccomandate, con una particolare attenzione alla promozione di piante locali sostenibili. Attendo con curiosità le loro attività dedicate ai bambini, perché è da piccoli che ci si contagia di natura! Per informazioni Per saperne di più sugli eventi promossi da AICG consultate il loro sito http://www.aicg.it/garden-festival-dautunno-2019/

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il rosso « Acero, che accende:

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Cinque motivi « per comprare un

Autunno, stagione del fare. Tutte le attività a cui dedicarsi ora nell’orto e in giardino

mazzo di fiori (e i consigli per farlo durare a lungo)

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Bardin Garden Store si racconta a tre anni dalla ristrutturazione del punto vendita

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Colori d’autunno Va bene mangiare, ma mangiare bene è meglio, e se l’ambiente è suggestivo e accogliente è il top. Ecco un menù completo, adatto a fare colpo di FELICITA DELL’ORTO

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Non esiste una stagione con più varietà di colori da offrire sulla tavola, che con pochi tocchi apparirà subito calda, viva. Pochi accorgimenti basteranno per ottenere l’effetto voluto: scegliete una tonalità dominante a cui

accostare pochi altri colori, fra cui non può mancare una base neutra (il beige, il color legno, il grigio o il bianco). Scegliete un elemento che sia il “motivo” principale della decorazione e non abbiate timore a ripeterlo (le

zucche ornamentali vanno benissimo, ma anche i fichi fanno una gran figura!). Ricorrete a fiori, foglie, tutto ciò che il giardino e il vostro garden di fiducia vi offrono per dare il tocco di “lusso” (ad esempio, i tralci di edera sono ottimi

anche per la loro durata). E infine, aggiungete un “pizzico di amore”: piccoli decori fatti con le vostre mani, un tocco personale… quello non guasta mai, nemmeno nelle ricette che vi proponiamo qui di seguito!

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IN CUCINA

MINESTRA DI LATTUGA Ingredienti • Un cespo di lattuga • Una cipolla bianca grossa • 100 grammi di salsiccia dolce • Due uova intere • Due cucchiai di maggiorana • Qualche cucchiaio di parmigiano grattugiato • Mezzo bicchiere di olio extra vergine di oliva • Un litro di brodo di verdure • 150 grammi di pastina per minestre • Un pizzico di sale Preparazione In una terrina porre l’insalata tagliata a listarelle non troppo sottili, la salsiccia, la cipolla e la maggiorana. In una fondina a parte sbattere le uova con un pizzico di sale e il formaggio grattugiato. Versarle nella terrina dell’insalata avendo cura di mescolare bene il tutto. Nel

frattempo portare l’acqua a ebollizione con l’aggiunta di dado e olio extra vergine di oliva. Lasciar sobbollire per circa 20 minuti e cuocere la pasta. A cottura ultimata aggiungerla all’insalata e spolverizzare con alcuni cucchiai di parmigiano grattugiato.

Rape con la salsiccia

COSTE DI BIETOLE GRATINATE Ingredienti • Bietole tipo costa larga • Olio extra vergine di oliva • Parmigiano grattugiato • Sale

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Preparazione Tagliare le rape a fette sottili e possibilmente uguali. In una padella versare l’olio, lo spicchio d’aglio, unirvi le rape e far cuocere a fuoco moderato. Quando viene raggiunta circa la metà cottura, aggiungere la salsiccia dolce e, da ultimo, una bella manciata di olive.

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Ingredienti • Mezzo chilo di rape • Uno spicchio di aglio • Una decina di cucchiai di olio extra vergine di oliva • Una manciata di olive nere snocciolate • 600 grammi circa di salsiccia dolce

Preparazione Togliere gli eventuali fili alle coste, tagliarle dello spessore di circa 4-5 centimetri e metterle a bollire in acqua salata. Una volta lessate, metterle in una pirofila unta e versarvi un filo d’olio. Spolverizzare sopra alcuni cucchiai di parmigiano grattugiato e porre in forno a gratinare.


SALSA VERDE L’autunno è anche il momento in cui i piatti di carne diventano più elaborati. Ad esempio, perché non proporre un bollito misto con la salsa verde? Ingredienti • Un mazzo di prezzemolo • Due spicchi d’aglio • Tre filetti di acciuga • Un peperone sott’aceto (facoltativo) • Un cucchiaino di capperi • Un bicchiere di olio extravergine di oliva • Un quarto di bicchiere di aceto • Un tuorlo d’uovo sodo

Preparazione Pulire bene il prezzemolo eliminando i gambi e lasciando solo le foglie. Tritare o meglio mettere nel frullatore tutti gli ingredienti sino a ottenere la consistenza di una crema. Chi non ama il sapore forte dell’aceto potrà ridurre la quantità di aceto ed eliminare il peperone sott’aceto sostituendolo con un peperone sott’olio. Questa salsa è ottima per crostacei, pesci, carni bollite, ma può essere usata anche per condire verdure crude utilizzando la salsa come “pinzimonio”.

Zabaglione facile Ingredienti • 80 grammi di tuorli di uova a pasta gialla (circa 5 tuorli) • 80 grammi di zucchero • 80 grammi di Marsala Preparazione Montare con le fruste i tuorli con lo zucchero, fino a quando il composto non risulterà soffice, spumoso e chiaro. Unire il Marsala e cuocere in un pentolino fino a raggiungere gli 80°. Rimontate il tutto con le fruste fino a quando non si è raffreddato. Servire subito.

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Qualche volta, è bello stare a casa.


INTERNO

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buoni motivi per comprare un mazzo di fiori E la top ten delle varietĂ piĂš gettonate, insieme a qualche scelta insolita che spezza il classico e il quotidiano e porta in casa una ventata di allegria di COSTANZA DI MATTEO

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INTERNO

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buoni motivi per comprare un mazzo di fiori 1. Temperature ideali

Dall’autunno fino alla primavera in casa abbiamo il range di temperature perfetto per il mantenimento dei fiori recisi. Ricordate di riempire il vaso con acqua a temperatura ambiente e di recidere il gambo in diagonale, per aumentare la superficie di assorbimento dell’acqua. Facendolo una volta a settimana aumenta la durata del mazzo.

2. Atmosfera calda

Un mazzo di fiori cambia subito la percezione dello spazio, cattura l’occhio e lo colma di colori, trasmettendo alla mente una sensazione di pienezza e di cura che fa sentire accolti e coccolati. È un modo per sentirsi bene appena entrati in casa, e che, vedrai, si replica ogni giorno.

3. Non è da tutti

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Difficile trovare qualcuno a cui non piacciano i fiori, ma fatta eccezione per chi – ahimè – è allergico, non è così usuale trovare nelle case i fiori freschi. Anche se è una tendenza in aumento, resta ancora una scelta di stile, che dà un tocco di “lusso” senza avere i costi dei beni di lusso.

4. Cambia nel tempo

Quello che il più delle volte viene visto come un difetto, è in realtà un punto di forza dei mazzi di fiori: si trasformano velocemente. Con pochi accorgimenti, questi cambiamenti possono essere valorizzati e diventare un elemento estetico in più. Ad esempio, quando i primi fiori iniziano ad appassire, si può dividere il mazzo in diversi vasetti che ospiteranno i fiori più durevoli, per un’altra settimana o due.

5. È una scelta green

Qualcuno pensa che acquistare i fiori recisi sia un atto poco amante della natura, fra i costi dell’import e della produzione delocalizzata. In realtà, sono molte le realtà locali che coltivano fiori a km zero o in Italia. Questo ci permette non solo di avere fiori bellissimi e più durevoli, ma di sostenere anche i nostri produttori, che nella coltivazione rispettano standard molti alti.

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1) Fiori edibili, sempre di

più! Le viole nell’insalata, o nella frittata, aggiungono un tocco di colore senza modificare il sapore.

2) I bouquet non sono

più solo belli da vedere, sono anche… buoni da mangiare! Succede sempre di più che i fiori vengano accostati a prodotti orticoli e frutta di stagione. Qui un bouquet autunnale realizzato con Rose, mele, uva e melograno.

3) Per chi vuole qualcosa

di molto molto vistoso, ecco i bouquet con Leucospermum, fiore poco usato in Italia, e che per questo, diventa più accattivante.

4) Piacciono sempre di più

perché accostano colori delicatissimi a strutture solidissime: sono le Protea, il fiore più antico, che arriva a noi direttamente dalla Preistoria. Dalle più piccole alle taglie maxi, una scelta stravagante e d’effetto!

5) Il verde più richiesto

in questo momento è l’eucalipto, dal colore verde-argento e dall’odore aromatico molto gradevole. Spesso viene associato a gerani profumati elle erbacee, le cui ruvide textures funzionano come base per le composizioni creando delle variazioni tonali di un colore.

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L’IDEA IN PIÙ Un trend lanciato dagli Stati Uniti e che ora si sta diffondendo anche in Italia è il dipingere, con spray o colori acrilici, fiori freschi da unire a composizioni “nature”. Il fiore più usato per questi dipinti è l’ortensia, ma non si tirano indietro nemmeno peonie e crisantemi!

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PASSIONE VERDE

1. Rosa

2. Crisantemo Spray

LA TOP TEN

3. Tulipano

Non vi sorprenderà scoprire che la corona di regina dei bouquet è la rosa. Anche il lysianthus è sempre più apprezzato ed è un grande classico, ma cambiano gli accostamenti: fanno il loro ingresso fra i fiori recisi più richiesti diverse varietà di ortensie, le fresie e anche nuove varietà di crisantemo, oltre ovviamente al classico verde decorativo. Gerbere e gigli perdono un po’ del loro appeal, ma non scompaiono perché rimangono una scelta sicura. Per chi vuole osare, però le idee e le novità sono moltissime! Vediamole. 6. Lysianthus

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7. Crisantemo fiore doppio

8. Fresia


4. Lilium

5. Gerbera

5 REGOLE PER MANTENERE BELLO IL TUO BOUQUET A LUNGO 1. Taglia il gambo a circa 5 centimetri dal fondo, praticando un taglio netto con un coltello affilato e pulito, in obliquo, per aumentare al massimo la superficie di assorbimento. 2. Pulisci i gambi da tutte le foglie che si trovano a livello dell’immersione in acqua. 3. Scegli un contenitore pulito e riempilo con acqua a temperatura ambiente in modo che i gambi non siano immersi per più di dieci centimetri. 4. Aggiungi all’acqua del nutrimento per fiori recisi. 5. Ogni settimana cambia l’acqua e ri-taglia i gambi. 9. Cymbidium

10. Ortensia

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ESTERNO

Scegli un prunus All’interno di questo genere troviamo specie anche molto, molto diverse tra loro. Una piccola guida per conoscerle e orientarsi nell’acquisto di MARTA MEGGIOLARO

Prunus triloba in fiore: lo spettacolo inizia in marzo e si conclude a maggio.

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iamo in autunno e nelle vostre passeggiate in garden center non vi viene in mente di uscire in vivaio: inizia il periodo in cui ci concentriamo sugli ambienti domestici e cerchiamo piante da interno, verdi o fiorite che siano. Tutto giusto, perché fra poco il giardino e il terrazzo perderanno di interesse, non fosse altro perché inizierà a fare un po’ troppo freddo per passare fuori il tempo, e quindi è ora di… rinverdire gli interni. Però non dimentichiamo che l’autunno è il momento giusto per pensare a che primavera e che estate vogliamo passare

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ESTERNO

Sono sempre di più le famiglie che decidono di acquistare alberi da frutto per autoprodurre almeno in parte la frutta da consumare in casa. Una scelta a favore della salute e dell’ambiente. Le nuove varietà, più compatte, come i peschi nani, possono essere coltivate anche in terrazzo. Appartengono al genere Prunus anche molti alberi da frutto, come Ciliegio, Pesco, Prugni.

fuori il prossimo anno. Per essere chiari, se quest’estate vi siete accorti che vi manca un punto d’ombra in giardino, o se volete tentare l’avventura di coltivare un albero da frutto, oppure se guardando dalla finestra vi accorgete che manca un punto focale su cui dirigere lo sguardo – tutte e tre esigenze sacrosante che ci toccano quando parliamo della nostra zona outdoor: la vivibilità, l’utilità e l’estetica – allora è questo il momento per scegliere il vostro albero o arbusto: ci sarà sicuramente qualcosa che incontrerà i vostri gusti e le vostre esigenze. Qui vi aiutiamo presentandovi tre segmenti che

si trovano all’interno del grande e variegato genere dei Prunus.

ORNAMENTALI Prunus triloba ‘Comet’: probabilmente il più conosciuto fra i pruni ornamentali, chiamato anche mandorlo da fiore. Fiorisce da marzo a maggio, ricoprendosi di fiori stradoppi rosa. Può arrivare a un’altezza di due metri ma generalmente resta più compatto; preferisce terreno ben drenato e posizioni in pieno sole o mezz’ombra. In autunno le foglie si tingono di un bel colore bronzo. È piuttosto rustico, non teme

PER FARE UNA SIEPE Creare un muro verde che protegga il nostro spazio da sguardi indiscreti o da panorami non troppo gradevoli è sempre importante. Per creare una siepe fitta e in salute, è importante farsi consigliare rispetto alla densità delle piante, che nel caso del Prunus possono andare da due a quattro per metro lineare, a seconda della misura del vaso, della cultivar scelta e dei tempi in cui si vuole raggiungere l’obiettivo. Inoltre, e questo è vero per il laurocerasus più che per le altre varietà, potare con coraggio stimola la crescita e assicura una siepe bella fitta.

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Potare senza paura stimola la siepe a crescere più forte e più fitta.


Uno sguardo al fiore, stradoppio, color rosa pastello. Delicatissimo.

PRUNUS, LE VARIETÀ PROPOSTE • Prunus triloba ‘Comet’ • Prunus laurocerasus rotundifolia • Prunus laurocerasus “Otto Luyken” • Prunus laurocerasus “Novita” • Prunus laurocerasus “Mariblon”

Le siepi sono una barriera verde multifunzione: proteggono la privacy, sono frangivento e frangirumore, e sono ampie superfici in cui si realizza la fotosintesi e quindi la produzione di ossigeno.

anni. Cresce l’interesse per varietà particolari, come le pesche bianche, le nettarine, e così via.

SIEPI SEMPREVERDI Se non citassimo il Prunus laurocerasus, il nostro panorama sarebbe sicuramente monco! Le piante sempreverdi si trovano sempre, in ogni stagione, in vivaio, e sono una base irrinunciabile nella progettazione del proprio giardino, perché ne definiscono le linee. Fra le specie di Prunus da siepe sono molto diffusi e conosciuti il rotundifolia e la varietà “Otto Luyken”, ma anche ci sono anche nuove varietà, molto resistenti ed esteticamente valide, come “Novita” e “Mariblon”. Sono piante che resistono alle rigide temperature invernali, e per questo stanno trovando un buon posto in ogni angolo d’Europa.

il freddo, e non è soggetto a molte malattie. A seconda di come viene potato è adatto a creare siepi miste (ad arbusto) oppure per essere un esemplare singolo (ad albero).

DA FRUTTO Pesco e albicocco sono conosciuti anche per la loro meravigliosa fioritura. Ma il motivo maggiore per cui si vendono e si comprano queste piante naturalmente sono i frutti. Insieme ai prugni e ai ciliegi, fanno parte anche loro della famiglia dei Prunus. Specialmente le taglie piccole, pensate per essere alberi da frutto da terrazzo, hanno conosciuto una forte crescita in questi ultimi

Sono molte le varietà di Prunus laurocerasus a disposizione per pensare (o ripensare) alla propria siepe.

Prunus laurocerasus “Novita”

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ESTERNO

Il rosso che accende Viene dall’estremo Oriente ma in breve tempo, come molti suoi compatrioti, ha conquistato il cuore e i giardini di tutti. E in questa stagione è nel suo massimo splendore: parliamo dell’Acer di FILIPPO TERRAGNI

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a popolarità degli aceri giapponesi è “strana”: non è quello che ci si aspetterebbe per un prodotto che non è sempreverde e non è edibile, e che peraltro non fiorisce in modo vistoso.

Acer palmatum “Osakazuki”, varietà rustica e robusta che cresce più velocemente i primi anni per poi rallentare. Raggiunge i seisette metri di altezza. Foglie verdi in estate che si tingono di rosso in autunno.

L’ANGOLO GIAPPONESE Molti sono sensibili al fascino orientale, anche quando si tratta di progettare il proprio giardino. In questo caso, la presenza di un acero è quasi doverosa. Perché la suggestione sia immediata, l’altro elemento fondamentale è la fontana in pietra, o il laghetto di carpe, o qualche altro dettaglio che rimandi alla cultura orientale (qui ad esempio la lanterna in pietra).

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Non ci sono molti altri prodotti con le stesse caratteristiche, e che siano altrettanto richiesti. Eppure tutti gli appassionati di giardinaggio sanno esattamente perché vogliono quell’albero nel loro giardino: per il suo raffinato e colorato fogliame, per il suo portamento elegante e ordinato, e – anche, perché no – per il suo aspetto “esotico”. Insomma, l’acero permette di avere, in giardino o in terrazzo, un piccolo albero dal look esclusivo che lo rende molto adatto sia al giardino naturale sia a stili più moderni o minimalisti. Altre ragioni che spiegano il suo grande successo? A parte piccoli accorgimenti è un albero che non ha bisogno di grandi cure, non occorre potarlo se non per ridurne l’altezza nel caso di esemplari adulti, resiste al freddo, e ha una crescita molto lenta: per questo è adatto sia alla coltivazione in vaso, sia per essere messo a dimora in piccoli giardini.


Acer shirasawanum “Moonrise”. È l’unico Acer shirasawanum che ha foglie che nascono rosse, per poi congiare verso l’arancione, il giallo ed infine il verde brillante, per poi virare di nuovo verso il rosso in autunno.

Acero in vaso? Nessun problema Ecco le indicazioni per mantenere un acero in vaso 1. Scegli la varietà più adatta.

DUE COSE DA EVITARE Se c’è una cosa che può fare male all’acero, sono i ristagni d’acqua. È fondamentale valutare molto bene il punto in cui metterlo a dimora: da evitare avvallamenti e zone in cui l’acqua non drena facilmente. Il terreno deve essere ben areato, drenato e leggermente acido. Il fogliame dell’acero è molto bello ma un pochino delicato, soprattutto se esposto alla luce del sole troppo a lungo. Da evitare le zone in pieno sole; meglio la mezz’ombra, con luce nelle prime ore del mattino fino a mezzogiorno o nelle ore pomeridiane.

Acer palmatum “Linearilobum” è una delle varietà più indicate per essere mantenuto in vaso perché ha una crescita molto lenta.

Si tratta di tutte quelle a crescita lentissima, noi ti consigliamo: - Acer palmatum ‘Linearilobum’, o a foglia di bambù: possono essere definiti semi-nani, con foglie strette, a ‘ragno’, ma non lace-leaf. Crescono un po’ di più velocemente 6-30 cm in 10-15 anni. Anche gli aceri variegati (con foglie multicolore) in genere rientrano in questa categoria di grandezza.

2. Attenzione ai ristagni. Anche il terriccio nel vaso deve essere molto drenante. Il ristagno idrico danneggia irreparabilmente le radici.

3. Posizione in mezz’ombra. Acer palmatum “Bloodgood”, una delle varietà più richieste, caratterizzato dal colore rosso scuro delle foglie. Molto elegante, ha una buona resistenza in pieno sole, che lo rende adatto a diverse collocazioni.

Vale quanto detto per la messa a dimora in giardino: mai sole diretto nelle ore più calde, soprattutto se parliamo di esemplari giovani o con foglie variegate.

4. Cambia il terriccio. Acer palmatum “Shin Nyo” è una cultivar interessante perché aggiunge ai colori brillanti delle foglie che vanno dal verde, all’arancione, giallo e rosso, anche lo spettacolo della corteccia. Perse le foglie, infatti, apparirà il fusto, colorato di arancione, giallo e rosso.

Il substrato che usiamo nei vasi va cambiato di regola ogni due anni. Nel caso dell’acero, ogni anno è consigliabile rinnovare il terriccio superficiale.

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ESTERNO

Le foglie cuoriformi che iniziano a spuntare dopo il momento della straordinaria fioritura primaverile.

Cuori di foglia O foglie a cuore? Bello lasciare in sospeso questa domanda mentre guardiamo le foglie del cercis, le più romantiche del giardino di BIANCA DI GIOIA

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o conosciamo soprattutto per la fioritura primaverile, che porta i rami nudi a ricoprirsi di fiori rosa intenso. Lo vediamo Non tutti sanno nei parchi e nei viali, perché è robusto e che i fiori sono commestibili sia non teme l’aria cittadina carica di smog. a crudo, ad Si chiama Cercis siliquastrum ma il nome volgare esempio nelle insalate, o anche è “Albero di Giuda”, e deriva dalla regione di provenienza, identificata con la Giudea, dalla quale si fritti in pastella. è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo. CURIOSITÀ

ADATTABILE E SCENOGRAFICO Il siliquastro è un albero caducifoglie e latifoglie. Può raggiungere i 10 metri di altezza, ma ha una crescita lenta. È un arbusto dal portamento elegante e dall’aspetto gentile sia per la fioritura rosa sia

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Cercis canadensis “Alley Cat”, variegatura marcata e fiori rosa. Un cespuglio colorato di moda e di facile utilizzo.

per le foglie cuoriformi. Resiste bene alla siccità e predilige i terreni calcarei e le esposizioni in pieno sole. È un albero che ha bisogno di poche cure ed è resistente all’inquinamento atmosferico, inoltre ha poche esigenze colturali anche in termini di innaffiature durante l’estate: per questo è uno degli alberi più diffusi nei parchi pubblici e nel contesto urbano: non ha bisogno di molto, ma ha un sicuro effetto estetico ornamentale. Fra le poche cose di cui ha bisogno, segnaliamo di evitare i ristagni idrici, di collocarlo in pieno sole, ma al riparo da correnti e venti impetuosi. Dopo la stagione invernale,


Lo sai? L’etimologia del nome botanico dipende dalla forma dei frutti, infatti deriva dal greco kerkís, letteralmente navicella, e dal latino siliqua, cioè baccello.

aggiungere del concime organico ricco al terreno favorirà la ripresa vegetativa e la fioritura.

A PROPOSITO DI FIORI E FOGLIE

Cercis canadensis “Carolina Sweetheart”, dall’interessante fogliame variegato in modo eclettico e stravagante. Si tratta di una cultivar adatta a piccoli giardini, perché rimane bassa.

segnaliamo tre varietà. Carolina Sweetheart ha foglie variegate e fiori rosa brillante. Le foglie compaiono dopo che i fiori sono caduti, quindi abbiamo due momenti di colorazione veramente interessanti: il rosa delle giovani foglie lascia spazio al bianco che matura poi in un bel verde. Alley Cat ha foglie medio grandi con la classica forma a cuore; la pianta resiste bene al sole, anzi il sole rende i fiori color magenta brillanti e vivaci. Le prime foglie, dopo il riposo vegetativo, si aprono bianche per colorare man mano che la foglia matura fino a diventare di un candido giallo in autunno. Si tratta di alberelli di dimensioni contenute. Cercis “The rising sun” è una varietà molto bella per il colore delle giovani foglie che si aprono giallo rosa, per poi maturare in un bel bronzo ramato per poi sfumare piano piano nel verde. Questa esplosione di colore è valorizzata soprattutto nei cespugli, e come pianta in vaso.

Ciò che rende speciale questo albero è la fioritura: i boccioli spuntano prima sulla corteccia del tronco e poi sui rami, fino a ricoprirli interamente. Ma l’aspetto su cui vorremmo fermarci sono le foglie, che troviamo altrettanto spettacolari: sono a forma di cuore e vanno dai cinque fino ai dieci centimetri. Sono di colore verde scuro sulla parte esterna e verde opaco su quella interna, ma durante la primavera hanno tonalità giallo dorate. È proprio questo l’aspetto per il quale negli Stati Uniti il Cercis è diventata una pianta curiosa, anzi che incuriosisce. Si assiste così a veri e propri cicli di selezione e ibridazione, del Cercis canadensis che ha caratteristiche simili al cugino Cercis siliquastrum. In questo modo abbiamo a disposizione Cercis ancora più belli grazie al fogliame. Fra le ultime novità vi

LEGGENDE MEDIEVALI L’Albero di Giuda, per via della zona di origine e soprattutto per la intensa fioritura che solitamente precede di poco la Pasqua, è diventato in epoca protocristiana e

medievale soggetto di leggende che lo legano alle vicende degli ultimi giorni di Gesù. L’apparire dei fiori che assumono tonalità quasi violacee sulla corteccia rappresenterebbe

simbolicamente il tempo della Passione di Gesù, perché ricorda il colore dei paramenti che si usano nella liturgia cristiana in questo periodo: il viola. Ma soprattutto,

la leggenda racconta che la notte del Giovedì Santo, quando Gesù si trovava a pregare sul Monte degli Ulivi, Giuda Iscariota lo fermò proprio sotto a un Cercis per dargli il

famoso bacio con cui lo tradì e lo consegnò alle guardie. La leggenda racconta anche che Giuda, tormentato dal rimorso, si impiccò proprio a questo albero.

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IL SEGNALIBRO

Facciamo il pieno

BOTANICA PER GIARDINIERI -

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Sei titoli che ci conducono alla scoperta del mondo del giardinaggio, alcuni più ludici, altri più didascalici, tutti interessanti e utilissimi di MARTA MEGGIOLARO

LEZIONI DA GRANDI GIARDINIERI -

Quaranta icone del giardinaggio Matthew Biggs 224 pagine, 24,90 euro, Guido Tommasi Editore La storia è popolata da grandi giardinieri, uomini e donne che, spinti dalla loro passione, hanno migliorato e innovato, cogliendo nuove sfide e sviluppando nuove idee, ispirando le generazioni successive, che, così come i loro giardini, che ancora oggi attraggono ogni anno milioni di visitatori. Questo testo contiene i ritratti delle maggiori figure della storia del giardinaggio, e indaga il modo in cui la loro opera può tuttora ispirare giardinieri con diversi gradi di esperienza e capacità. Le descrizioni delle vite e delle opere di questi maestri del giardinaggio sono corredate da suggerimenti e consigli pratici, grazie ai quali sarete iniziati ai segreti di quest’arte, frutto di anni di esperimenti ed errori. Con splendide illustrazioni botaniche e straordinarie fotografie di giardini entrati nella storia, quest’affascinante volume è una fonte d’ispirazione e idee senza pari.

IL GIARDINIERE CURIOSO -

IL GIARDINIERE PREMUROSO -

Guy Barter 224 pagine, 19,90 euro, Guido Tommasi Editore

Guy Barter 224 pagine, 19,90 euro, Guido Tommasi Editore

Qui troverete le risposte a tutte le domande, comprese quelle a cui non avere ancora pensato. Oltre a soddisfare le curiosità – come dice il titolo – di ogni orticoltore, questo libro è un interessante viaggio nel mondo del giardinaggio scandito da domande e risposte, a volte pratiche, a volte eccentriche, ma sempre intriganti. Impreziosito da incisioni, schemi, fotografie e approfondimenti, questo volume è una guida avvincente ai fatti curiosi del giardinaggio e ai suoi aspetti meno conosciuti: un perfetto dono per ogni giardiniere dalla mente indagatrice. L’autore, Guy Barter, è un esperto orticoltore, da anni a capo del servizio di consulenza per i membri della RHS, l’inglese Royal Horticoltural Society, che ogni anno dà risposta a centinaia di domande inviate da giardinieri in erba e non.

Le questioni che disorientano i giardinieri sembrano infinite. Questo libro affronta alcuni di questi rompicapo del giardinaggio e svela che non esiste una sola risposta, ma più risposte. E anche questo è ciò che rende il giardinaggio un’attività tanto interessante e appassionante. Parte del divertimento sta infatti proprio nell’indagare il complesso funzionamento del mondo naturale appena fuori dalla porta di casa, e imparare a conoscere il proprio giardino servirà a far sì che tutto fili liscio. Si parte esaminando alcune scocciature per i gioielli del giardino: le piante ornamentali. Perché i fiori hanno tanta sete? E perché le foglie delle rose si macchiano? Si passa poi alle piante commestibili. Quali frutti e verdure vale la pena coltivare? E perché sono più buoni rispetto a quelli acquistati? E infine i problemi sul terreno. Come sconfiggere le erbacce? Quanto pacciamare? Un libro per chi vuole creare un bagaglio di conoscenze con cui capire e affrontare i meccanismi della grandiosa natura.

Una raccolta di domande curiose e risposte sorprendenti

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