giardiniere giard
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PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
N° 024
IL
Settembre – Ottobre 2020
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In copertina un giardino bielorusso, per dare voce a quella terra oltraggiata attraverso il paesaggio e la bellezza
+L’INTERVISTA
Rossano Caporalini, il mestiere come condivisione dei saperi
+TECNICHE
I nuovi CAM, approfondimento tecnico
SMART 1 Meno fatica nelle
potature con Archman 2 Tempoverde, la nutrizione di domani 3 Le piante autoctone di Vivai Guagno
PRONTUARIO
LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE
IL RUOLO DEL PROGETTISTA IN PILLOLE
A OGNI AZIONE… UNA REAZIONE Riflessione sul ruolo dell’uomo sul surriscaldamento, le isole di calore e il microclima in città
Desidero abbonarmi a IL giardiniere per il 2020 come da modulo d’ordine Per il saldo di Euro: n.
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Un numero pensato e scritto in un periodo non semplice. In un momento in cui sembrava finalmente di aver intravisto la luce in fondo al tunnel, e invece era solo un abbaglio, e il tunnel ci conviene arredarlo. In parentesi temporali come queste ci si può scoraggiare e lasciarsi scivolare negli abissi dal pessimismo più nero, oppure si può alzare lo sguardo oltre, su ciò che ci circonda, su ciò che luccica in mezzo al buio e decidere di raccontarlo.
Ed eccoci quindi a pag. 20 con un lungo e appassionato articolo su cosa significhi fare paesaggio in Bielorussia, un Paese che soffre e che lotta per avere giustizia. Un Paese in cui, ancora oggi, le libertà di pensiero e parola sono oltraggiate. Sulle pagine de IL giardiniere non ci occupiamo né di cronaca politica, né di esteri, ma visto che di mestiere facciamo informazione non ci andava proprio di mettere la testa sotto la sabbia e far finta di nulla. Così abbiamo deciso di raccontare la Bielorussia – e quello che lì sta accadendo – a modo nostro, parlando di verde. E a un giardino bielorusso abbiamo dedicato anche la copertina, per dare voce e valore a chi continua a credere nella bellezza, nonostante tutto. Facciamo poi due passi, uno indietro, a pag. 16, con il prosieguo dell’approfondimento sui nuovi CAM, e uno in avanti, a pag. 63, al consueto Prontuario: quello di questo numero è diverso dal solito, è una sorta di “libretto delle istruzioni” redatto da due paesaggiste per comprendere appieno il ruolo e le competenze di un progettista. Affinché si possa vedere in questa figura un partner e non un concorrente. E ancora: la sezione Smart con prodotti innovativi e intelligenti, la scoperta di iniziative che promuovono la cultura della condivisione e che si battono per la difesa del verde urbano, e le rubriche, scritte in punta di penna dai nostri collaboratori. Buona lettura e buon autunno! di Francesco Tozzi
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COLLEGHI O CONCORRE N Non abbiamo ancora imparato che noi singoli giardinieri siamo una risorsa pazzesca l’uno per l’altro, incapaci spesso di fare rete. E le reti, se ben utilizzate, sono in grado di diventare fitte sinapsi con capacità di scambio di informazioni uniche e ricchissime
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on siamo unici e indispensabili, ma identità con uno specifico bagaglio esperienziale utile a noi e agli altri. Certo, vi starete chiedendo se il sole della scorsa calda estate non mi abbia fatto male oppure se ho sbagliato rivista e quindi editoriale, ma state tranquilli è tutto sotto controllo. Quando frequentai la Scuola Agraria del Parco Q di Monza, qualche docente proiettato un po’ più in là, già aveva quel concetto tra i suoi insegnamenti e non mancava l’occasione per ricordarci di quanto le collaborazioni tra colleghi fossero fondamentali; di tempo ne è passato, ma personalmente quel concetto è rimasto fortemente tra le mie corde. Ma quello che osservo nella mia quotidianità è che c’è poca voglia di condivisione e molta voglia di fare molto – se non tutto – per sé. La formazione di un giardiniere è decisamente complessa e con una quantità di argomenti di difficile approfondimento nella loro totalità, con il risultato che sappiamo fare tutto con diversi gradi di competenza. Quello che non abbiamo invece imparato è che noi singoli giardinieri siamo una risorsa pazzesca l’uno per l’altro, incapaci spesso di fare rete. E le reti, se ben utilizzate, sono in grado di diventare fitte sinapsi con capacità di scambio di informazioni uniche e ricchissime. Il problema nasce a monte, spesso infatti le realtà artigianali non hanno come priorità la formazione dei giovani apprendisti: questa modalità crea la mentalità del futuro imprenditore che, una volta
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imparato il mestiere o pensato di averlo imparato, non vedendo futuro si stacca e va per la sua strada, avendo magari imparato l’arte ma portandosi dietro l’incapacità di condivisione. Inoltre, spesso si ha l’idea che se si forma un giovane, questo poi diventerà un concorrente a basso costo, ruberà il lavoro e di conseguenza i clienti. T Tutto questo genera inevitabilmente l’idea che i colleghi siano concorrenti e non collaboratori validi e utili, creando un paradosso in un mondo sempre più interconnesso: ovviamente non tutte le realtà imprenditoriali sono così, anzi stanno nascendo sempre più collaborazioni tra imprese, ma sono ancora gocce in un vastissimo mare. Un esempio su tutti che spesso crea frizioni è il rapporto giardinieri/arboricoltori, divisi sulla gestione delle potature o quella dei giardini, visto che capita che giardinieri si improvvisino arboricoltori e arboricoltori giardinieri; in questo caso basterebbe un semplice scambio di competenze ottenendo risultati ottimali. Anche la progettazione del verde (ne abbiamo
E NTI? parlato sull’editoriale del numero scorso, a pag. 6) è un nervo scoperto, anche se qui complice ormai è il mercato: il giardiniere progetta con competenze limitate utilizzando l’ultimo programma disponibile e spesso gratis con immensa gioia del cliente; l’architetto del paesaggio progetta con competenze acquisite nel suo corso di studio, giustamente si fa pagare (spesso con difficoltà da parte del cliente). Entrambe le figure potrebbero collaborare con risultati eccellenti, esercitando le proprie competenze, quelle maturate sul campo dal giardiniere e quelle teoriche acquisite dall’architetto del paesaggio (approfondimento a pag. 63). Un altro esempio mi riguarda direttamente, ossia la realizzazione dei terrazzi, un mondo differente da quello prettamente legato al giardino. Mi capita spesso che colleghi, come pesci fuor d’acqua, provino a cimentarsi nella realizzazione di un terrazzo e pur di non confrontarsi commettono spesso errori banali che compromettono il risultato finale. Personalmente, quando devo affrontare un giardino contatto colleghi che possono coadiuvarmi, utili a non commettere errori e soprattutto perfetti per ottimizzare i tempi di realizzazione. Cosa spero di stimolare con questo editoriale? Mi auguro che soprattutto tra i giovani colleghi si impari a fare rete, si impari finalmente a condividere le rispettive competenze, ci si confronti attivamente correggendo a vicenda errori e trovando soluzioni adeguate in una visione utile a creare massa critica, indispensabile per far girare informazioni e concetti. In fin dei conti, dovremmo fare semplicemente quello che le piante sanno già fare benissimo.
di Sandro Degni
Il cantiere
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Di padre in figlia
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I nuovi CAM, il verde pubblico
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Geografia del paesaggio
di Daniela Stasi di Valerio Pasi
di Vittorio Peretto
smart
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Tutto sotto controllo Potatura professionale con meno fatica di JJacopo Fromelli
SOMMARIO N°024
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Una macchina, tre utilizzi
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Soluzioni ad hoc!
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La nutrizione di domani
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Per gli spazi urbani
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Per una pavimentazione etica
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Geometrie per l’outdoor
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Piante native, una scelta ambientale
di F Filippo Terragni
di F Filippo Tommaseo
di Jacopo Fromelli
di F Filippo Tommaseo
di Filippo Terragni di Jacopo Fromelli
di Filippo Tommaseo
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Valore autoctono di Francesco Tozzi
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gestione
N˚ 024 SETTEMBRE / OTTOBRE 2020
Giardiniere e arboricoltore insieme
DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net
di Paolo Codazzi e Giovanni Rossoni
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Esempio di tenacia e passione
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A ogni azione... una reazione
di G Giovanna Cutuli
di F Francesco Zangari
sCOPERTE
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Alberi per tutti di IIrene Nuvola
Insieme per la difesa del verde
IN REDAZIONE Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net COLLABORATORI Nora Adamsberg, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Jurg Burger, Paolo Codazzi, Giovanna Cutuli, Sandro Degni, Viola Delfino, Costanza Di Matteo, Jacopo Fromelli, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Vittorio Peretto, Giovanni Rossoni, Filippo Terragni, Filippo Tommaseo, Francesco Zangari, Anna Zottola GRAFICA Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it PRODUZIONE E SEGRETERIA Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net COMUNICAZIONE DIGITALE Irene Accattino / promozione@laboratorioverde.net PROMOZIONE E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net
di N Nora Adamsberg
STAMPA Ciscra spa, Via San Michele 36, Villanova del Ghebbo (RO)
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Resiliente e sostenibile
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DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net
Romantiche e inusuali
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Più arbusto che albero
di V Viola Delfino
di N Nora Adamsberg
rubriche
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Editoriale/1
di Francesco Tozzi
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Editoriale/2
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News
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L’opinione
di SSandro Degni
Prontuario
di Nicoletta Toffano e Valentina Forges Davanzati di Anna Zottola
Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
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di Costanza di M Matteo
Laboratorio
verde
Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior AMMINISTRATORE UNICO Francesco Tozzi SEGRETERIA GENERALE Katiuscia Morello Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Flortecnica e vivaismo • Bio Agenda • I Quaderni di greenup • Bio Calendario Rappresentante e collaborazioni: • floorewall.com Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
www.laboratorioverde.net issuu.com/edizionilaboratorioverde abbonamento da 6+1 numeri: 30,00 Euro
CONTRIBUTI
JESSICA BERTONI Consulente e collaboratrice. Laureata in Economia e Commercio, abilitata alla professione di dottore commercialista, sulle nostre testate ci svela, in modo semplice e diretto, come si può stare sempre informati anche sui temi più ostici. Suoi gli argomenti economici, finanziari e amministrativi.
CAMILLO DE BENI Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.
Sandro Degni
VALERIO PASI
La sua formazione ha inizio con il corso di realizzazione e manutenzione per parchi e giardini della Scuola Agraria del Parco di Monza, al quale segue nel 1998 la fondazione dell’azienda 100giardini. Lavora con diversi studi di architettura e garden center di Milano e provincia. Nel 2013 con il gruppo di professionisti Giga-G realizza il progetto “Locus genii”, vincitore del Festival Internazionale dei Giardini nel parco del Domaine di Chaumont-sur-Loire, in Francia. Fonda poi lo studio di progettazione Verde Officina.
Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.
MATTEO RAGNI
Anna Zottola
Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.
La passione per le piante e per le tematiche socio-educative si conciliano dopo la laurea in Scienze Agrarie con una lunga esperienza di ricerca, docenza e poi gestione della Scuola di Minoprio. Creando la filiera formativa completa, ha tessuto reti nei settori a indirizzo vegetale. Tra i premi: il “Memorial Fabio Rizzi”, il riconoscimento alla carriera in occasione di Myplant & Garden e da Regione Lombardia per l’eccellenza dei risultati raggiunti. Ora collabora con enti e organizzazioni per progetti di formazione e sviluppo del verde.
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IL CANTIERE | l’intervista
Rossano Caporalini insieme alla figlia Silvia, parenti e “colleghi”.
di padre
TEMPO DI LETTU R A: 8 minuti
in figlia Q uella di aprire il numero con un’intervista a un giardiniere è ormai diventata una “tradizione” attesa dai nostri lettori. E non nascondiamo che ricevere le vostre mail in cui ci chiedete di essere intervistati, ci riempie davvero di gioia. Ripaga di tanti sforzi e ci fa sentire una voce nel settore del giardinaggio professionale. Una voce che seppur piccina, inizia a essere ascoltata. Su questo numero autunnale, mentre osserviamo la natura cambiare colore, abbiamo intervistato Rossano Caporalini di Osimo, in provincia di Ancona, nelle Marche, titolare dell’impresa Caporalini Giardini: grazie a collaborazioni con professionisti esperti nei vari campi, si occupa di progettazione, realizzazione e manutenzione giardini, irrigazione, scelta e
posa in opera di arredi per esterni, oltre che di impianti d’illuminazione e audio, piscine e vasche idromassaggio; tra le attività anche l’allestimento di strutture vegetali e addobbi floreali per eventi. Svelo un piccolo segreto: quando ci siamo sentiti per l’intervista, mi ha chiesto di poter inserire, come immagine nell’articolo, una foto in cui è insieme alla figlia Silvia, coinvolta nell’attività di famiglia. Ed eccola la foto, in cui Rossano e Silvia sorridono: padre e figlia, parenti e colleghi. Una storia bella, la loro, da leggere con gli occhi e con il cuore. Come e perché hai deciso di diventare giardiniere? La decisione di fare il giardiniere è venuta in maniera spontanea, seguendo quella che era una passione. Ho cercato fin da subito chi potesse
Lavorando con mia figlia ho un doppio onere: rispettare tutti i principi che un genitore dovrebbe trasmettere a un figlio e insegnarle quelle cose che si imparano solo con l’esperienza, il tempo e gli errori, ma che l’istinto ci porta a trasmettere immediatamente 12
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Ed eccoci al consueto appuntamento con l’intervista a un giardiniere. Questa volta tocca al marchigiano Rossano Caporalini, che ha coinvolto nella sua attività anche la figlia Silvia. Una bella storia in cui il mestiere diventa insegnamento e condivisione dei saperi di Daniela Stasi
accompagnarmi in questo percorso e nella scuola Agraria del Parco di Monza ho trovato il partner ideale. Come hai iniziato? Dopo il corso di formazione ho via via arricchito il mio bagaglio con aggiornamenti continui, che tuttora seguo, nel frattempo ho iniziato a lavorare in piccoli giardini, a dare suggerimenti ad amici, sempre applicando quanto imparato a scuola. Come definiresti il mestiere di giardiniere? Qual è la tua visione? Lo definirei rigenerante da un lato ed essenziale dall’altro. Nel mio modo di vedere è rigenerante per la Per saperne di più percezione che ho durante il su Rossano Caporalini: lavoro, quindi la possibilità di www.caporalinigiardini.com e la realtà dei fatti trovi godere di sensazioni quotidiane facebook.com/caporalini.giardini dissonanze? uniche e talmente appaganti Per me il giardiniere è la che a volte preferisco non figura che con le mani parla raccontarle, ma semplicemente alla natura e con la bocca traduce il linguaggio viverle. Essenziale perché il giardiniere è colui della natura al cliente. E la professionalità serve a che conserva e si prende cura di un’opera creata migliorare questi livelli di comunicazione. Nel mio e realizzata spesso da altre figure (progettista e caso no, non trovo dissonanze perché non riuscirei vivaista) e che senza la sua mano, senza la cura, a parlare in altro modo e per fortuna ci sono senza la costanza nel seguire la crescita e lo molti altri giardinieri che parlano questa “lingua”. sviluppo, ne determinerebbe il deperimento. Purtroppo, la realtà evidenzia che, nonostante ci si sforzi di promuovere e valorizzare la professionalità Cosa rappresenta per te idealmente essere anche nel settore del giardinaggio, la strada da un giardiniere e come consideri oggi percorrere è ancora lunga, per fortuna sono nate il giardinaggio professionale? Tra l’ideale N°024
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IL CANTIERE | l’intervista
Per me il
giardiniere è la figura che con le mani parla alla natura e con la bocca traduce il linguaggio della natura al cliente associazioni di settore che stanno agevolando questo percorso. Cosa pensi sia prioritario nel fare giardinaggio professionale? Il rispetto della natura, l’estetica, le scelte dei clienti? O un mix equilibrato di tutti questi fattori? Sicuramente è prioritario rispettare la natura e i suoi equilibri facendosi carico di riuscire a trasmetterli al cliente, si crea di conseguenza un rispetto reciproco tra le due figure. Secondo te come si evolverà in futuro il mestiere del giardiniere? Si sta già evolvendo, i continui cambiamenti climatici ci portano a individuare soluzioni sempre più mirate nell’ottica del rispetto della natura, senza tralasciare esigenze e richieste del cliente, un passaggio fondamentale è la collaborazione tra le diverse figure professionali che ruotano intorno al mondo del verde. Sei un giardiniere e vuoi raccontarci la tua Un lavoro a cui sei particolarmente storia? Scrivi a legato? d.stasi@laboratorioverde.net Non ce n’è uno in particolare, ogni cliente ha le sue esigenze e le sue caratteristiche che rispecchiano, in questo caso, nel proprio giardino. In ogni giardino trovo qualcosa a cui sono legato, anzi lo pianto per riscoprirlo nel tempo.
Quale o quali sono i tuoi punti di forza sul lavoro? Rispetto. Precisione. Pulizia. Mi raccontavi che hai trasmesso la passione a tua figlia e che lavorate insieme: qual è secondo te il valore aggiunto di una simile esperienza, sia lavorare con tua figlia, sia lavorare con una donna? Nella quotidianità lavorativa come vivete questo aspetto? Lavorare con mia figlia è molto più impegnativo (e mentre lo dico sorrido), ho un doppio onere: rispettare tutti i principi che un genitore dovrebbe trasmettere a un figlio e insegnarle quelle cose che si imparano solo con l’esperienza, il tempo e gli errori, ma che l’istinto ci porta a trasmettere immediatamente. Quindi il valore aggiunto si ottiene attraverso una maggiore attenzione alle cose che si fanno e che si insegnano, ma altrettanto ho imparato io da lei, soprattutto la sua visione diversa dalla mia mette l’attenzione su dettagli che ci completano a vicenda. Stessa cosa lavorare con una donna, amplia la prospettiva. E poi diciamolo chiaramente: il giardiniere si confronta quotidianamente con le donne. Non sono forse le donne a decidere in giardino? Tra di noi c’è un’ottima sinergia e spesso mi trovo costretto ad ammettere che i suoi suggerimenti sono giusti… Non le avrò insegnato troppo?
IL CANTIERE | tecniche
TEMPO DI LETTU R A: 8 minuti
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uesto è il terzo articolo di approfondimento sui nuovi CAM. Considerata l’ampiezza e la complessità dei temi trattati, abbiamo pensato di focalizzarci, su ogni numero, su un determinato aspetto, in modo da fare chiarezza e illustrare per bene i dettagli: sul numero 22 (pag. 16) abbiamo affrontato la parte dei CAM relativa alla progettazione del verde e sul numero 23 (sempre a pag. 16) di quella attinente al servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico, una parte particolarmente corposa che continuiamo ad analizzare in queste pagine.
DAL RISPETTO DELLA FAUNA ALLE ATTREZZATURE ELETTRICHE
Sul numero scorso abbiamo visto da vicino le clausole contrattuali riguardanti la formazione, la comunicazione e la gestione dei materiali organici residuali. Altre clausole contrattuali riguardano il rispetto della fauna, utilizzando tecniche di
taglio del prato che favoriscano vie di fuga per la fauna presente e la fertilizzazione del terreno con sostanze naturali (non semplicemente organiche? una svista?). Altra clausola riguarda gli interventi meccanici Tilia cordata Greenspire. nell’esecuzione delle opere di manutenzione, per le quali va privilegiato l’utilizzo di attrezzature ad alimentazione elettrica adeguandole in peso e potenza alla tipologia e alla dimensione dell’area verde; vanno anche limitati gli interventi di potatura delle alberature per evitare l’alterazione della morfologia della chioma (ma la morfologia desiderata va costruita e mantenuta proprio con le potature!). Infatti nella
Riflettori ancora puntati sui nuovi CAM. Proseguiamo l’excursus e continuiamo a concentrarci sulla parte dedicata al servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico
© Milano di Antoine.
di Valerio Pasi
I nuovi CAM,
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© Valerio Pasi.
© Valerio Pasi.
In questo articolo affrontiamo ancora la parte dei CAM relativa al servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico. Sul prossimo numero torneremo nuovamente sul tema e focalizzeremo l’attenzione sulla fornitura di prodotti per la cura del verde. Ti sei perso la parte sulla progettazione del verde? Nessun problema, vai a pag. 16 del numero 22. successiva clausola, che riguarda la manutenzione del patrimonio arboreo e arbustivo, ritroviamo ciò che è corretto: ovvero la descrizione degli interventi necessari a impostare la crescita corretta e costruire una chioma sana e con ridotto rischio di rottura.
TECNICHE A BASSO IMPATTO AMBIENTALE
Per le superfici prative, oltre alle considerazioni di carattere generale, si prescrive per la manutenzione delle aree verdi orizzontali, in particolare, in caso di tagli frequenti, l’impiego di tecniche a basso impatto ambientale come il taglio mulching, mulching mentre per le aree verdi extra urbane ed estensive è previsto il ricorso alla fienagione e al pascolo (sic!). sic! sic!). Per quanto attiene ai prodotti fitosanitari e alle relative attrezzature, si ribadisce quanto previsto dalla normativa vigente (DM 22 gennaio 2014 – PAN e normative locali). Come prodotti fertilizzanti devono essere impiegate sostanze naturali (letami, residui cornei, ecc.) che non causano accertati rischi ad animali domestici e potenziali rischi per la salute, con dosi misurate e differenziate in funzione anche dei fabbisogni della vegetazione. Scelta complessa, soprattutto per l’approvvigionamento dei materiali naturali come il letame. Si sarebbero potuti indicare i fertilizzanti
organici ammessi in agricoltura biologica, per esempio, che sono certificati e regolamentati. È inoltre proibito l’utilizzo di ammendanti non rinnovabili (torbe). In alternativa sono utilizzati compostati misti o verdi, letame Uno scorcio del parco e/o materiali minerali delle Basiliche a Milano. (sabbia silicea, materiali vulcanici, kabasite, ecc.) e materiali vegetali di recupero. Altre clausole riguardano gli impianti irrigui e la gestione dei rifiuti degli imballaggi prodotti dal processo di manutenzione e di quelli abbandonati nell’area verde oggetto dell’appalto (per questi ultimi deve avvenire nel caso non sia contemplata nei servizi di igiene urbana e ambientale). L’ultima clausola riguarda l’utilizzo di oli biodegradabili per la manutenzione delle macchine: per i veicoli e i macchinari utilizzati nel cantiere devono essere utilizzati oli lubrificanti (oli idraulici, oli per cinematismi e riduttori, oli per catene, oli motore a 4 tempi, oli motore a 2 tempi e oli per trasmissioni) e grassi biodegradabili con soglia di biodegradabilità pari ad almeno il 60%.
LUCI • Attenzione all’aspetto ambientale e alle tecniche di manutenzione atte a mantenere le piante in buona salute • L’introduzione tra i criteri premianti delle attività finalizzate ad aumentare consapevolezza nella comunità • Il divieto della capitozzatura
FOCUS CAPITOZZATURA Si dispone anche che l’aggiudicatario deve evitare di praticare la capitozzatura, la cimatura e la potatura drastica perché indeboliscono gli alberi e possono creare nel tempo situazioni di instabilità che generano altresì maggiori costi di gestione. Vero e sacrosanto, ma purtroppo la definizione di riferimento di capitozzatura non è tecnicamente corretta: drastico raccorciamento del tronco o delle branche primarie (sbrancatura) fino ad arrivare in prossimità di questi ultimi (Fonte linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile a cura del Comitato per lo sviluppo del verde urbano). Definizione tecnicamente più corretta: la capitozzatura consiste nell’accorciamento delle branche o del fusto per mezzo di tagli internodali o di tagli nodali quando vengono praticati in corrispondenza di una biforcazione con un diametro non sufficiente perché possa in seguito sostituire il terminale vegetativo (vedi articolo sulla capitozzatura sul numero 18, pag. 16).
Il verde pubblico
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IL CANTIERE | tecniche
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Verde pubblico in contesto archeologico.
PER UNA COMUNITÀ PIÙ ATTENTA E CONSAPEVOLE
a gasolio, o almeno Euro 6; l’utilizzo di macchine e attrezzature, Piantagioni in città. anche per la distribuzione di fitosanitari, a basso impatto ambientale; l’uso esclusivo di metodi fisico-meccanici per la cura delle piante che evitino il ricorso a prodotti fitosanitari; il miglioramento (upgrade) del censimento e infine la valorizzazione e gestione del materiale residuale (l’offerente si impegna a valorizzare il materiale residuale generato dalle attività di manutenzione delle aree verdi mediante sua consegna a sistemi di compostaggio di prossimità quale materiale strutturante). Quest’ultimo criterio si pone parzialmente in contrasto con quanto prescritto a livello di clausole (crf 8 Reimpiego di materiali organici residuali).
T i criteri premianti troviamo l’educazione Tra ambientale: si attribuisce un punteggio tecnico premiante nel caso in cui l’offerente si impegni ad eseguire attività educative rivolte alle scuole, di ogni ordine e grado del territorio. Devono essere inoltre presentate proposte di attività divulgative destinate ad aumentare la consapevolezza della comunità che prevedano l’apposizione di etichette resistenti alle intemperie recanti il nome botanico delle specie vegetali messe a dimora, e l’organizzazione, almeno una volta al mese, di visite guidate presso le aree verdi di maggior interesse/fruizione aventi lo scopo di promuovere la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio verde urbano, ecc. Altro criterio premiante è quello sociale riguardo l’impiego di lavoratori socialmente svantaggiati. I criteri successivi riguardano: i sistemi di gestione ambientale (l’offerente deve aver implementato un sistema di gestione ambientale secondo la norma tecnica internazionale UNI EN ISO 14001 o registrazione EMAS in base al regolamento comunitario n. 1221/2009); l’incidenza dei trasporti (minimizzare l’impatto ambientale degli spostamenti e trasferimenti di personale e prodotti e impiegare un parco macchine caratterizzato da mezzi a basse emissioni quali veicoli elettrici, ibridi, non alimentati (o non alimentati esclusivamente) a benzina o Viale con gestione differente.
© Valerio Pasi.
• L’indicazione di usare sostanze naturali come prodotti fertilizzanti, quando si sarebbero potuti indicare i fertilizzanti organici ammessi in agricoltura biologica • Il criterio premiante relativo alla valorizzazione e gestione del materiale residuale si pone parzialmente in contrasto con quanto prescritto a livello di clausole (crf 8 Reimpiego di materiali organici residuali) • La definizione di capitozzatura non tecnicamente corretta
© Valerio Pasi.
OMBRE
IL CANTIERE | progetto
La Bielorussia è un Paese che soffre e si batte per avere giustizia. Un Paese in cui le libertà di pensiero e parola sono oltraggiate. Abbiamo deciso di dare voce a questa terra a modo nostro, raccontando i progetti di due paesaggiste che lì vivono, lavorano e lottano per un futuro migliore di Vittorio Peretto* TEMPO DI LETTU R A: 15 minuti
S
e c’è una cosa che ho imparato in tanti viaggi e trasferte di lavoro, è quanto siano vere le parole della poetessa Wislawa Szymborska “solo ciò che è umano può essere davvero straniero, tutto il resto è lavorio di talpa e di vento”. Sicuramente l’occasione professionale è quella che, per sua natura, ti fa incontrare persone che in qualche modo sono anche uno specchio del
tuo stesso lavoro o di ambiti a esso prossimi. Come quando nuotando nel proprio acquario si incontrano colleghi, consulenti e fornitori, solo che in questi casi ci sono delle interessanti differenze: sono forgiati da altre culture, parlano e scrivono altre lingue, ascoltano altre musiche, gustano sapori diversi, sono soggetti ad altri climi. È decisamente un tipo di esperienza che potrei definire estremamente stimolante. E lo è soprattutto nel
*Paesaggista titolare di Hortensia Garden Design www.hortensia.it
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BIELORUSSIA La Repubblica di Bielorussia è uno stato membro dell’Unione Eurasiatica e della CIS. È una repubblica presidenziale e il presidente è eletto direttamente dai cittadini per un mandato di 5 anni. Ha un punteggio di 3.69 su 10 nel Democracy Index, qualificandosi come “regime autoritario”. ◗ Popolazione: 9.481.000 abitanti (est. 2014) 83.7% bielorussi, 8.3% russi, 3.1% polacchi, 1.7% ucraini, 0.1% ebrei, 0.1% armeni, 0.1% tartari, 3.0% altri ◗ Lingua: bielorusso (lingue slave / indoeuropea) russo (lingue slave / indoeuropea) ◗ Religione: Chiesa ortodossa (48.3%); Ateismo (41.1%) Cattolicesimo (7.1%) Altre religioni (3.5%) ◗ Moneta: Rublo Bielorusso LETTONIA
RUSSIA
LITUANIA
Sperimento in via diretta come anche il fare un giardino, certamente toccando tasti sensibili, possa essere operazione che
ha a che fare con la diplomazia e con la geopolitica momento in cui capita di concentrarsi su analogie e differenze che, generalmente, in entrambi i casi, sono davvero tante: le prime sono dovute al fatto che tutti ci riferiamo al mondo naturale delle piante che, senza confini (Szymborska docet, con il suo Salmo), ovunque funziona allo stesso modo; le seconde, proprio ai diversi “teatri” che esigono risposte specifiche, che nascono dall’esperienza, dalla formazione e in definitiva dalla cultura.
UNITÀ E DIFFERENZE
POLONIA
U C R A I N A
In questa pagine e in copertina diversi scorci del giardino “Respiro del vento” progettato dalle paesaggiste bielorusse Yulia Tadeush e Dina Zakharova dello studio Artgarden.
La nostra bellissima professione di giardinieri (con questo termine, se ci pensiamo, possiamo raccoglierci tutti), forse si presta particolarmente a sollecitare riflessioni di unità e differenze. I mondi sono diversi (bah, in realtà sì e no) e la Natura è sempre lei, ma si rivela in modi che rivelano analogie sorprendenti. Se per comodità riduciamo la materia di cui si nutre il nostro mestiere alle sole piante, scopriamo che, girando per il mondo, abbiamo a disposizione un linguaggio terzo: il latino della classificazione scientifica (un altro linguaggio terzo che mi piace rilevare è quello della Per rimanere Musica, ma non è il tema di qui e aggiornato ora). Con generi e specie, ci ritroviamo sulla questione a parlare la stessa lingua e troviamo un bielorussa utilissimo terreno (termine quanto mai vai al sito adatto!) comune dove misurarci. eastjournal.net Da lì in poi, per poter dare degli esiti concreti alla nostra venuta, dobbiamo lasciare spazio nella testa a tutti quegli indizi che fanno la differenza: il Caucaso in Georgia devia il siberiano Buran (la nostra Bora), il fiume Yenissei in inverno gela e si può usare come pista per i
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Vittorio Peretto con un gruppo di paesaggiste bielorusse all’International Landscape Forum di Minsk.
camion, le rose rampicanti in certa parte della Russia devono avere davanti uno spazio vuoto per essere stese a terra al fine di rimanere sotto la neve e dunque rimanere protette dal gelo, il Mar Caspio in Azerbaijan mitiga il clima di Baku, il Barocco italiano ha scolpito le forme di Lvov in Ukraina, in Bielorussia c’è tanta acqua e via così all’infinito. Si fa strada così una visione che appartiene non a una, ma a tante geografie, dove si incontrano i climi, le storie (sia grandi che piccole), le musiche, le produzioni agricole e dunque le specialità gastronomiche, gli animali migratori e non, gli insetti, le invasioni e le scorrerie, le influenze e le aspirazioni, le politiche, le tradizioni e le leggende e altri infiniti contenuti. Forse davvero non esiste carta abbastanza spessa per tracciare una mappa
così complessa che alberga solo nella mente. Così mi piace scoprire che esiste un fondamento di verità nel mito di Giasone e il Vello d’oro, visto che nella Colchide l’oro veniva cercato facendo passare l’acqua dei fiumi attraverso la lana di pecora. Come mi suggestiona il nesso tra le cupole delle chiese ortodosse e le gemme delle piante, letto passando dalla transizione dai culti animisti alla religione cristiana. Come ancora non mi lascia indifferente la conquista dell’Eurasia sulla doppia griglia data in senso est/ovest delle tante vie della Seta e in senso nord/sud dal corso dei grandi fiumi. Si potrebbe fare un giardino in un luogo remoto dal proprio, senza sapere tutto questo? Certamente sì. Basterebbe disporre di qualche tabella con i dati climatici, un’analisi del terreno e un rilievo dello
Tutta l’avventura umana che si sviluppa dentro un percorso professionale rimane una delle esperienze più preziose che si possano fare stato di fatto. Mi chiedo però se questa dotazione da sola, possa essere sufficiente per comporre il mosaico di un bel progetto. Personalmente, preferisco nutrirmi di curiosità per il mondo, trovando ogni volta delle soluzioni davvero pensate per i luoghi (un esempio nel box “La storia tradotta in giardino”).
ESPERIENZA DI CONOSCENZA
Ma ciò che qui mi preme è il dire come tutta l’avventura umana che si sviluppa dentro un percorso professionale, rimanga come una delle esperienze più preziose che si possano fare. Febbraio 2020, su gradito invito di Yulia Chemerdovskaya dello studio Fitonia, partecipo all’International Landscape Forum di Minsk. Vado con piacere, anche perché non sono mai stato in Bielorussia. Sono uno dei relatori e ho preparato appositamente delle presentazioni. Assieme a me, l’inglese James e molti altri paesaggisti russi e bielorussi. Rapidamente sembra di conoscersi da tempo e gli argomenti non mancano. L’organizzazione di Yulia è cortesissima, perfetta, precisa e puntale. Dina Zakharova dello studio Artgarden ci accompagna con grandissima disponibilità e ci assiste in ogni momento. Davvero il fattore comune delle piante è un validissimo mezzo di comunicazione. La Bielorussia è grande due terzi dell’Italia e ha meno di 10 millioni di abitanti. Un Paese che ha sofferto, che è uscito distrutto dalla Seconda Guerra Mondiale, che ha avuto conseguenze molto gravi dall’esplosione della centrale di Chernobyl, che ha un elevato livello di istruzione e che ora sta cercando di girare pagina con delle proteste molto civili contro un governo (quello di Aljaksandr
SPIRITO DI LIBERTÀ Ecco un giardino che rappresenta la libertà, progettato dallo studio Artgarden nei vasti spazi aperti lontano da Minsk. Il proprietario è un giovane regista di talento. La superficie è di solo 0,1 ettari, ma la mancanza di vicini e l’uso del paesaggio “preso in prestito” hanno contribuito a renderlo infinito. Il principio di base di questo lavoro è stato non danneggiare l’energia e la forza del luogo. In primis l’uso di piante simili a quelle che crescono nei campi vicini e l’assenza di materiali artificiali. Il vecchio melo, già morto, è stato lasciato come simbolo delle persone che vivevano qui prima.
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Amare il proprio Paese è sempre importante per l’uomo, e ancor più per l’uomo che lavora con la natura. Il paesaggista esprime questo amore attraverso i giardini. Pertanto, i giardini da noi creati sono spesso associati alla natura bielorussa, con i suoi bellissimi campi e foreste, fiumi e laghi DUE MONDI In Bielorussia spesso i giardini non hanno superfici estese. Il giardino “Due mondi” firmato da Yulia e Dina è uno di questi casi. Di proprietà di una giovane famiglia dell’ambiente IT, presenta un’area di 0,15 ettari ed è circondato da terreni per lo di più di sabbia. In passato, in questo luogo sorgeva una foresta e alcuni alberi sono stati preservati. La posizione della casa divide il sito in due zone: all’ingresso il layout è abbastanza chiaro, con volumi strutturati, un accenno diretto alla professione dei padroni di casa, al progresso, alla tecnologia, alla matematica, all’ordine e alla logica; la parte privata del giardino è molto morbida e naturale, è una zona per il comfort e la famiglia. Ed è un collegamento diretto con la natura del luogo.
Lukašėnka) che dura da 26 anni. La risposta del regime a questa legittima aspirazione è invece violenta e sta provocando ai bielorussi sofferenze di ogni tipo. Desidero allora dar voce a queste amiche che sanno fare dei bellissimi giardini, con le quali ho avuto intense conversazioni sul paesaggio che non fanno avvertire i confini e che, al contrario, ci fanno sentire tutti “cittadini botanici”. Di fronte a dei messaggi in cui mi dicono “ora piangiamo e poi usciamo per andare sulle barricate” sento quanto fragili siano tutti i nostri bei discorsi sulla bellezza dei giardini. E forse anche quanto siamo noi dimentichi del valore di certe conquiste. Quello che vado qui a presentare sono dei progetti di Yulia Tadeush e Dina Zakharova dello studio Artgarden.
RESPIRO DEL VENTO
Il titolo di uno dei giardini progettati da Yulia e Dina è proprio “Respiro del vento” (immortalato nelle foto di queste pagine). Creato quattro anni fa poco al di fuori della capitale Minsk, ha una superficie di circa 0,6 ettari. Il proprietario è un giovane uomo d’affari che ha attività non solo in
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Bielorussia, ma anche in Polonia, Francia e Italia. «Il grande spazio aperto era praticamente vuoto, prima occupato da una vecchia discarica. Il terreno è argilloso ed è uno spazio soffiato dai venti, con alti livelli di acque sotterranee – raccontano Yulia e Dina – Il forte vento è stato il primo elemento incontrato sul sito, da lì il nome. Questo giardino è l’immagine della nostra natura. Ma non è stato un tentativo di ricreare la vera flora selvatica, probabilmente sarebbe stato stupido farlo e pensarlo; vuole essere la sua immagine collettiva e decorativa». Vicino alla grande terrazza con piscina, ecco V l’immagine della natura della parte occidentale della Bielorussia, con foreste di pini (Pinus
sylvestris) e tappeti di Erica (Calluna vulgaris). E proprio per un maggiore impatto estetico e decorativo sono stati utilizzati Pinus nigra e Pinus mugo. Parte dello spazio è stata riempita da Sedum spurium, Sedum spectabile, Calluna vulgaris, Calamagrostis acutiflora ‘Karl Foerster’ e Deschampsia cespitosa ‘Goldtau’. La Bielorussia è famosa per i suoi laghi e nel giardino c’è un ampio specchio d’acqua: lungo le sue rive sono state piantate molte specie diverse di salice, Salix purpurea, Salix alba, Salix fragilis ‘Bullata’. «Sul sito c’era anche un richiamo ai prati naturali con grandi aiuole che comprendono piante che crescono nella nostra natura, Lythrum, Iris sibirica, Eupatorium, Calamagrostis acutiflora ‘Karl Foerster’,
LA STORIA TRADOTTA IN GIARDINO Tra i progetti pensati per i luoghi mi viene in mente quello per il Memoriale di Arbuzovka, in Russia, dove nella settimana di Natale del 1942, durante la tragica ritirata, circa 10.000 soldati italiani, affamati e congelati, trovarono la morte. Vicenda citata in molta della letteratura dei reduci. Per una serie di concidenze, mi trovo a dover pensare alla traduzione in giardino, di una così atroce vicenda e non mi sfugge il fatto che rappresento mio malgrado, in una visione ormai condivisa della storia, la parte sbagliata, quella degli aggressori. Scelgo allora di dare una risposta attraverso la ricerca di una possibile matrice comune, che individuo nel melo. La motivazione è ampia: è l’albero su cui, secondo la comune tradizione cristiana cattolica e ortodossa, si fa per la prima volta la distinzione tra il bene e il male; vive bene nel clima russo; è fortemente identitario e sia Tolstoj che Checov ne erano appassionati coltivatori/collezionisti; con fiore e frutto può ben simboleggiare la rinascita; attira le laboriose api e dunque porta un messaggio di speranza. Un meleto dunque, con una forma semplice, il cerchio, visto che i nostri soldati erano di fatto accerchiati. Il diametro è di 70 metri, dove il rimando è al biblico “perdonerai il tuo fratello fino a 70 volte 7”. A mio avviso tutto quadra e raccolgo una sentita approvazione dall’Unione dei Veterani a Mosca. La doccia fredda arriva invece quando vado dal governatore a Voronezh e mi sento dire che per via delle sanzioni recentemente applicate dall’Unione Europea alla Russia a proposito dell’annessione della Crimea, il momento non è propizio. Sperimento così in via diretta come anche il fare un giardino, certamente toccando tasti sensibili, ne sono consapevole, possa essere operazione che ha a che fare con la diplomazia e con la geopolitica. Sta di fatto che pur partito con i migliori presupposti, il progetto per ora è rimasto sulla carta. N°024
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Per saperne di più: www.fitonia.by instagram.com/artgarden.by/
Miscanthus sinensis, Deschampsia cespitosa ‘Goldtau’ – continuano le due paesaggiste – Dalla strada, il giardino è stato chiuso da una foresta creata artificialmente con alberi quali Betula, Sorbus e Picea. Invece importiamo le pietre da Daghestan e Russia, nel nostro Paese non ce n’è una grande varietà. Se si percorrono le strade della Bielorussia,
Di fronte a messaggi in cui mi dicono “ora
piangiamo e poi usciamo per andare sulle barricate” sento quanto fragili siano tutti i nostri bei discorsi sulla bellezza dei giardini
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è possibile vedere molti campi arati in cui sono lasciate isole di foreste verdi: questa forma, la forma delle isole verdi, è stata utilizzata nella disposizione del giardino. I volumi sono compattati dove il giardino deve essere al riparo da occhi indiscreti, e diventano abbastanza trasparenti dove è necessario aprire una vista sulle belle distese dei campi. Infine, accanto alla casa, in uno spazio aperto con vista sul campo, è stato piantato un grande Malus ‘Rudolph’ decorativo, simbolo dei meleti che molte delle nostre nonne avevano nei villaggi». Da sinistra, Dina Zakharova e Yulia Tadeush dello studio Artgarden.
LA BIELORUSSIA RACCONTATA DA CHI CI VIVE LA PAROLA A YULIA TADEUSH E DINA ZAKHAROVA DELLO STUDIO ARTGARDEN I bielorussi potrebbero non essere le persone più sorridenti sulla Terra. Naturalmente sono influenzati dalla storia, dalla posizione geografica e dal clima con piogge frequenti, forti sbalzi di temperatura, aria umida sia in estate che in inverno. Non abbiamo tanto sole come in Italia. Storicamente il nostro Paese è sempre stato attraversato da guerre. Siamo stati costantemente catturati. E non è un segreto, la Bielorussia è tra i Paesi più colpiti durante la Seconda Guerra Mondiale. Tutti questi fattori hanno lasciato un segno profondo sulla nostra mentalità. Siamo un popolo abituato a sopravvivere e la Resistenza bielorussa, durante il secondo conflitto mondiale, arruolò il maggior numero di partigiani, arrivando a circa 400.000 combattenti. La parola “guerra” per noi non è un suono vuoto, e anche ora, anche nel momento più difficile per noi (mentre scrivono sono in corso le proteste di massa contro i brogli elettorali di Aljaksandr Lukašėnka, ndr ndr) cerchiamo con tutte le nostre forze di difendere pacificamente il nostro diritto alla libertà. Siamo difficili da svegliare, ma risvegliati, diventiamo testardi nel nostro desiderio di far valere i nostri diritti. Siamo anche una nazione moderna, capace di accogliere
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e favorire il progresso – siamo famosi per i programmatori informatici, sono stati i bielorussi a inventare il software di messaggistica Viber e il videogioco multiplayer World of Tanks. E nonostante un po’ di chiusura esterna, siamo persone calme, pacifiche e gentili. Siamo persone che provano un amore sincero per il proprio Paese e per i luoghi in cui siamo nati. Questo per noi è fondamentale: amare il proprio Paese è sempre importante per l’uomo, e ancor più per l’uomo che lavora con la natura. Il paesaggista esprime questo amore attraverso i giardini. Pertanto, i giardini da noi creati sono spesso associati alla natura bielorussa, con i suoi bellissimi campi e foreste, fiumi e laghi. Allo stesso tempo, ci teniamo a creare giardini moderni e confortevoli. Proviamo un amore speciale per i giardini moderni di stile naturale e le visioni lungimiranti dei nostri clienti ci aiutano a creare giardini liberi da uno stile predefinito, in sintonia con la natura e con l’ambiente che li circonda. E alla fine, cosa sognano i bielorussi ora? Pace, amore e rispetto. Rispetto per le persone e per la natura.
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localizzati o monitorare le condizioni microambientali. • SentinelPro: permette, grazie all’integrazione tra sensori e centraline, di ricevere 24 ore su 24 tutti i dati micro-ambientali che vengono riportati graficamente su computer e smartphone, poi elaborati per ottenere un supporto immediato alle decisioni. • TurfDSS: fornisce tutte le informazioni e i supporti tecnologici per affiancare il responsabile del verde, monitorando lo stato fitosanitario e il trend di crescita delle coltivazioni: dalla scelta del piano colturale alla previsione di stress e patologie. In fin dei conti, potremmo definire la combo MasterPlan e PrecisionTurf una nuova opportunità per una gestione intuitiva delle aree verdi per manutentori, giardinieri e operatori.
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t to controllo
| attrezzature
La lunghezza massima del manico telescopico è di 415 cm.
Grazie al nuovo svettatoio elettrico a batteria progettato e costruito da Archman. Una soluzione per migliorare la qualità del lavoro di manutentori del verde e agricoltori di Jacopo Fromelli
U
IL CORPO DI TAGLIO • Diametro di taglio: 35 mm • Doppia apertura della lama: 50% - 100% • Angolo di taglio regolabile: 100° - 60°
na novità importante per Archman, perché con questo nuovo prodotto entra ufficialmente nel comparto delle attrezzature a batteria per i professionisti del verde e l’agricoltura. Presente sul mercato da oltre 40 anni con la produzione di forbici per la viticoltura, l’ortofloricoltura e il giardinaggio, con il lancio di Helium+, l’azienda friulana vuole dare una risposta concreta alle nuove esigenze degli operatori che si occupano di potature, sempre più alla ricerca di soluzioni funzionali ed ergonomiche. E le prime “uscite pubbliche” – è stato presentato alla scorsa edizione di Demogreen2020 a Novegro – hanno registrato già un vivo interesse da parte di giardinieri e manutentori del verde.
AZIONAMENTO A IMPULSO
Helium+ è uno svettatoio elettrico e telescopico, con testa orientabile, che monta una batteria agli ioni di litio. Grazie al motore incorporato
Potatura profess i
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LA BATTERIA ◗ Peso: 2,10 kg ◗ Tipo di batteria: Ioni di litio ◗ Tensione nominale: 37 V ◗ Capacità nominale 8,7 Ah ◗ Energia nominale: 322 Wh ◗ Vita utile media: 500 cicli* ◗ Autonomia media: 6/8 ore** ◗ Tempo di ricarica completa: 3,5 ore *Con carica superiore all’80%. **In base alle condizioni di stoccaggio, carica e utilizzo.
Helium+ può sfruttare il collegamento bluetooth per la diagnostica.
nella parte inferiore dell’attrezzo e alla batteria posizionata nello zaino confortevole, risulta molto leggero e ben bilanciato e particolarmente ergonomico per l’operatore. Anche l’impugnatura è ergonomica, proprio per semplificare l’utilizzo dell’attrezzo, così da rendere Helium+ ideale per eseguire tagli precisi, rapidi e senza particolare fatica. L’azionamento rapido del grilletto, inoltre, permette un taglio veloce riducendo così i tempi di potatura. Il corpo di taglio è stampato in nylon e caricato in fibra di carbonio, mentre la corda è in Dyneema ad alta tenacità: tutti materiali considerati fra i più resistenti presenti sul mercato. Nel dettaglio, la lama permette tagli fino a 35 mm e l’azionamento del taglio è a impulso. Inoltre, l’apertura al 50% per i tagli dei rami più piccoli consente un risparmio energetico in termini di autonomia. Per quanto riguarda il manico telescopico, due le opzioni: corto, con una lunghezza variabile da 191 a 292 cm (2,25 kg di peso); oppure lungo, garantendo una lunghezza di lavoro di 415 cm (2,65 kg di peso).
Il particolare dello zaino porta-batteria.
| soluzioni
Una macchina, La macchina è alimentata da una batteria EGO Arc Lithium.
È la nuova soluzione studiata da EGO: un multiutensile in grado di svolgere più funzioni in cantiere, grazie a differenti accessori. Per una miglior di Filippo Terragni organizzazione delle operazioni di lavoro
I
l multiutensile versatile di EGO Power+, con l’aggiunta degli accessori rullo spazzola, della spazzola di gomma e dello scuoti olive, può essere impiegato per nuovi utilizzi a supporto delle attività dei professionisti della manutenzione del verde e della piccola agricoltura durante tutto l’arco dell’anno.
L’AZIENDA PRODUTTRICE EGO fa parte di un gruppo industriale internazionale fondato nel 1993. All’avanguardia nello sviluppo della tecnologia cordless fin dagli albori, è tra i maggiori produttori di utensili a livello globale, impiega più di 7mila dipendenti e produce oltre 10 milioni di unità all’anno, disponibili in oltre 30mila punti vendita in 65 Paesi di tutto il mondo. Distribuzione per l’Italia: www.brumargp.it
Si tratta di una macchina – distribuita in Italia da Brumar – che beneficia di una vasta gamma di accessori e può essere impiegata come coltivatore, potatore, decespugliatore e tagliasiepi. Ampliando le sue applicazioni con tre nuovi accessori, si conferma un utensile funzionale e versatile per i lavori in cantiere.
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L L’accessorio scuoti olive OSA1000, dotato di asticelle sostituibili in fibra di carbonio, agita e lascia cadere le olive mature dai rami in pochissimo tempo, operando a circa 1.780/2.120 battiti al minuto. Allo stesso modo, l’accessorio rullo spazzola con setole in nylon BBA2100 dalla
larghezza di 102 cm con una velocità di rotazione di 210/240 giri al minuto, è lo strumento ideale per pulire facilmente ampie superfici come cortili, marciapiedi e vialetti, infestati da detriti pesanti e muschio. Con un peso di soli 5 kg, si conferma una soluzione leggera anche per le sfide più pesanti. La spazzola di gomma ARB2100 (venduta separatamente) può spazzare acqua e neve, il che la rende un accessorio utile in ogni stagione.
brevettata delle batterie EGO Arc Lithium da 56V, EGO Power+ offre prestazioni interessanti, che possono essere paragonate alle macchine da giardinaggio alimentate a benzina, ma senza il rumore, le vibrazioni e i gas di scarico. Il rullo spazzola garantisce un’ampiezza di lavoro di 102 cm.
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Dotati otati di un sistema di aggancio semplice e sicuro, tutti gli accessori sono realizzati con materiali robusti per una maggiore durata e per metterli in azione basta semplicemente inserirli nell'albero motore del multiutensile. Alimentato limentato dalla tecnologia
tre utilizzi GLI UTENSILI ◗ Una spazzola a setole in nylon per spazzare rapidamente le superfici dure ◗ Una spazzola con 12 alette in gomma per spazzare acqua e neve ◗ Uno scuoti olive con 10 asticelle in fibra di carbonio per velocizzare la raccolta
Tre gli accessori disponibili che possono essere montati su un unico gruppo motore.
| attrezzi
soluzioni
I nuovi modelli di affilatrici dispongono di una tripla funzione di lavorazione.
ad hoc! SEMPRE PIÙ SICURI
Sono le due novità lanciate da Sabart per la nuova stagione: due affilatrici per catene da motosega e una linea di attrezzi manuali per la potatura. Per nuove performance di taglio di Filippo Tommaseo
C
La nuova linea di attrezzi manuali è caratterizzata da un ottimo rapporto qualità-prezzo.
on l’introduzione a catalogo delle nuovissime affilatrici automatiche per catene da motosega a marchio Markusson, l’azienda reggiana amplia la gamma dedicata all’affilatura di alta qualità. La linea di prodotti Markusson è ideata per soddisfare i più severi standard di taglio: comprende tre modelli di macchine automatizzate e facili da installare, e gli accessori, pensati appositamente per raggiungere risultati di affilatura di livello e sviluppati per un uso professionale. Prodotte in Svezia, queste macchine sono in grado di affilare tutte le tipologie di catene, in modo particolare quelle delle macchine forestali Harvester. Grazie a una struttura robusta e con poche parti mobili, la manutenzione è minima e il materiale con cui sono realizzate le mole abrasive non surriscalda il dente e ne preserva la tempra. I due modelli di punta, Triplematic e Sensomatic, dispongono di una tripla funzione, in quanto lavorano il dente in tre diversi punti: il tagliente, la
È disponibile da settembre, sempre nel catalogo Sabart, anche un nuovo prodotto della gamma dei dispositivi di protezione individuale. La visiera protettiva SuperDry ha superato il test di laboratorio e ha ottenuto una certificazione aggiuntiva che riguarda la protezione da spruzzi di liquido liquido. Rispetto al precedente modello, presenta un nuovo profilo più ampio dello schermo in policarbonato con l’aggiunta di protezioni di gomma per chiudere le fessure tra schermo e struttura portante.
gola e il delimitatore di profondità. Una tecnologia innovativa e apprezzata tra gli operatori del settore.
ATTREZZATURE LEGGERE
Altra novità in ambito professionale, il lancio della nuova linea di handtools per la potatura a marchio Forestal. La gamma, che si distingue per un ottimo rapporto qualità-prezzo, è stata realizzata per soddisfare le esigenze di giardinieri e arboricoltori, utenti sempre più competenti e specializzati che necessitano di attrezzatura leggera, ma con delle caratteristiche di taglio e affilatura elevate, sempre con un occhio particolare rivolto al design e alla praticità d’uso. La nuova linea comprende segacci con lama di tipo giapponese a lima dritta o curva (entrambi con fodero), troncarami con lama bypass e a incudine, forbici da raccolta, forbici da potatura con lama bypass e a incudine e segacci telescopici con lunghezze che spaziano da 1,5 a 6 metri.
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Oltre 500 elementi che assicurano particolari performance. È uno dei plus di Attain, di Jacopo Fromelli prodotto che garantisce un’innovativa concimazione organica
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ttain è un composto liquido di matrice organica specifico per tappeti erbosi che nasce dalla tecnologia Aquativa, sviluppata da Aquatrols, e per Tempoverde rappresenta il futuro della nutrizione organica. Alla base della formulazione del prodotto una tecnica di ricerca e lavorazione che consente di ottenere un complesso di composti organici e metaboliti partendo da letame bovino, che viene raffinato facendolo fermentare e sottoponendolo a sofisticati processi di bio-estrazione e osmosi inversa.
ELEMENTI CHIAVE
Il risultato è un prodotto limpido, concentrato, che non emette odore e che contiene oltre 500 elementi organici che assicurano particolari performance su tutti i tipi di tappeto erboso e tra questi, analizzando il composto tramite spettrometria di massa, si osserva la presenza di ben 15 amminoacidi (arginina, acido aspartico, acido y-amminobutirrico, glutammina, glicina, ecc.), 11 acidi organici (compresi acido citrico, acido ossalico, acido maleico, acido tartarico), acidi fulvici e acidi umici. Inoltre, il particolare
procedimento di bio-estrazione previsto dalla tecnologia Aquavita consente di “catturare” molti più metaboliti secondari di funghi e batteri rispetto ai normali procedimenti chimici. Questi metaboliti secondari sono anch’essi elementi chiave di Attain e offrono importanti benefici al tappeto erboso.
PRATI PIÙ FORTI
La formulazione finale del prodotto, si legge nella scheda tecnica, prevede oltre il 50% di bio-estratto di letame maturo e il 5% di bio-estratto da alghe, il 5% di agente umettante, l’8% di azoto e per il 3% di ferro. La particolare composizione massimizza anche la disponibilità degli elementi nutritivi già presenti nel suolo stimolando una crescita vigorosa delle radici.
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LA NUTRIZIONE
DI DOMANI
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È il vaso Megalos l’ultima novità di Idel progettata e studiata per le aree esterne. Facile da trasportare, è ideale per allestimenti di particolare impatto visivo di Filippo Tommaseo
Per gli spazi
I
l nuovo vaso Megalos, disegnato e prodotto dall’azienda toscana Idel, è stato studiato appositamente per l’arredo urbano, soprattutto di piazze, bordatura di viali, zone pubbliche, aree esterne di edifici e altri spazi che necessitano di soluzioni di particolare impatto visivo e scenico. Le sue caratteristiche, oltre alle sue dimensioni, lo rendono ideale per ospitare olivi decorativi e secolari, palmizi, olmi, faggi e cornioli giapponesi, ciliegi a fiore e altre piante arboree e arbustive. Da sottolineare, inoltre, che il vaso è prodotto con il processo dello stampaggio rotazionale, una lavorazione che consente di ottenere oggetti con caratteristiche particolari da un punto di vista estetico, di robustezza e di durata del contenitore.
Il vaso è realizzato con una materia prima resistente alle intemperie e ai raggi UV.
LE TRE MISURE ◗ Diametro esterno 98 cm, diametro interno 90 cm, altezza 57,5 cm, volume 310 litri. ◗ Diametro esterno 110 cm, diametro interno 102 cm, altezza 57,5 cm, volume 310 litri. ◗ Diametro esterno 122 cm, diametro interno 114 cm, altezza 73 cm, volume 670 litri.
urbani
La finitura del vaso è opaca e la materia prima utilizzata per la sua produzione è resistente alle intemperie e ai raggi UV, proprio per garantire le migliori prestazioni all’esterno. A livello estetico, sono tre i colori disponibili in collezione: cioccolato, pietra antica e antracite. Altri due aspetti lo rendono particolarmente indicato per gli spazi all’aperto. In primo luogo, la presenza di fori sul fondo (disponibile anche senza fori), e in seconda battuta la possibilità di essere palettizzabile e quindi molto facile da spostare. Grazie a quest’ultimo aspetto, Megalos può essere utilizzato anche in giardini e allestimenti temporanei.
Megalos è semplice da spostare e quindi adatto anche per allestimenti temporanei.
| arredo/1
per UNA pavimentazione
ETICA
Si tratta di un legno che garantisce un aspetto naturale originale.
L’utilizzo di legno tropicale certificato proveniente da una gestione forestale sostenibile permette di conciliare estetica e rispetto per l’ambiente. Ideale per giardini, terrazze e balconi
S
u iniziativa dell’Association Technique Internationale des Bois Tropicaux (ATIBT), i gestori forestali impegnati in un approccio responsabile nel bacino del Congo (Congo, Gabon, Camerun), attraverso la certificazione di gestione sostenibile, hanno creato il marchio Fair&Precious, collettivo di aziende impegnato nel rispetto della fauna e della flora, nonché in un modello di sviluppo economico e sociale rispettoso delle popolazioni.
L’IMPEGNO ASSOCIATIVO L’Association Technique Internationale del Bois Tropicaux (ATIBT) è stata fondata nel 1951 su richiesta dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). L’Associazione svolge un ruolo di primo piano nella realizzazione di progetti internazionali dedicati alla gestione sostenibile e responsabile delle foreste tropicali e rappresenta uno dei principali punti di riferimento tecnico-scientifici. Nel 2016, l’ATIBT ha registrato un aumento di quasi il 50% nel numero dei membri, che sono oggi oltre 140. www.fair-and-precious.org
di Filippo Terragni L’obiettivo è ripristinare la fiducia dei consumatori nei legni tropicali certificati, che vantano notevoli qualità tecniche, estetiche e ambientali. Tra queste ricordiamo: lunga durata naturale senza uso di prodotti per il trattamento; solidità, resistenza e stabilità dimensionale in ambienti umidi; colore, struttura, grana e omogeneità dal forte impatto estetico. Proprio per queste caratteristiche il legno tropicale è ottimale per i pavimenti da esterno e i bordi piscina, in quanto imputrescibile, resistente al gelo, alla pioggia e agli insetti, così come al cloro o all’acqua di mare. Tra le specie legnose tropicali più indicate per le applicazioni outdoor: Padouk, Azobe, Bilinga, Niové, Mukulungu, Aleppo, Iroko, Landa, Tali e Osanga. Inoltre, si tratta di materiali di facile manutenzione e per preservare l’aspetto naturale originale richiedono una o due spazzolature l’anno, applicando, se necessario, uno sgrassatore per riportare istantaneamente il legno al suo colore originale, oppure un saturatore per prolungare la lucentezza.
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L’AZIENDA Talenti è una società umbra specializzata nella progettazione e realizzazione di arredi outdoor che coniuga eleganza, funzionalità e qualità. Le collezioni Talenti, firmate da designer internazionali, come Karim Rashid, Marco Acerbis, Ramón Esteve, Ps+a Palomba Serafini Associati, offrono prodotti per il dining e per il living caratterizzati da un forte rimando al mondo indoor, adatti sia per i progetti contract sia per quelli residenziali. Nel consolidare la propria identità Talenti si è dimostrata nel tempo fortemente attenta al mercato globale e attualmente è presente in oltre 50 Paesi. www.talentisrl.com
I divani della collezione Argo.
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a perfezione delle geometrie può intrecciarsi deliziosamente con il rigore delle linee minimaliste, dando vita a contrasti carichi di eleganza senza tempo. Questo è il concetto alla base delle tre nuove collezioni – Argo, Casilda Daybed e Riviera – presentate da Talenti per la prossima stagione 2021. I divani della collezione Argo, disegnata dallo studio Ps+a Palomba Serafini Associati, si segnalano certamente per la profondità della seduta, per le linee regolari e geometriche, ma anche per i tre grandi fascioni laterali che contengono la cuscinatura. L’architetto spagnolo Ramon Esteve ha, invece, L firmato la collezione Casilda Daybed, i cui elementi catturano lo sguardo con la sobrietà delle linee, la vivacità dei tessuti e l’originalità dei colori.
Le palette neutre si combinano con i giochi di luce, creando atmosfere calde e accoglienti. Lo spirito del designer emerge chiaramente da ogni prodotto della nuova linea, in cui la forza del materiale e la delicatezza delle forme convivono gioiosamente. Nel disegnare la collezione Riviera, Jean Philippe Nuel ha voluto celebrare il valore dei materiali, ponendo l’enfasi sulla funzionalità e sul comfort, ma anche sull’estetica dei singoli prodotti. La struttura interna in alluminio dialoga con la pelle, i tessuti e la ceramica, e la luminosità delle linee rende la collezione adattabile a diversi ambienti, dal contract al residenziale, o anche al nautico.
Uno degli elementi della collezione Casilda Daybed.
Gli elementi della linea Riviera sono ideali per diversi ambienti.
Talenti ha presentato le tre nuove collezioni progettate da designer di livello mondiale. di Jacopo Fromelli Per realizzare vere stanze all’aperto e accontentare i clienti più esigenti
GEOMETRIE per l´outdoor
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Piante nat i
una scelta ambi e L’introduzione di piante autoctone, in un parco o in un giardino, garantisce l’incremento del valore ecologico del sito. Nel pubblico, ma non solo, i nuovi regolamenti invitano sempre più a privilegiare specie botaniche locali di Filippo Tommaseo
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a strada è segnata e non ci saranno tante scorciatoie: il futuro dovrà per forza essere più sostenibile, per il pianeta e per il bene di tutti. Certo, tanto dipenderà dai governi, dalle istituzioni, ma anche le scelte dei singoli potranno fare la differenza, ancor di più in ambito professionale. Così, un
approccio più green eco-friendly anche per il manutentore del verde potrebbe essere una via, o quantomeno uno dei servizi, che un giardiniere potrebbe offrire alla propria committenza, soprattutto in ambito pubblico. Ma non solo. E oltre alle tecniche di manutenzione e alla gestione green degli spazi verdi – dall’utilizzo di prodotti
biologici alla razionalizzazione delle risorse idriche, dall’introduzione di macchinari elettrici o a batteria all’utilizzo delle nuove tecnologie per il monitoraggio delle malattie – anche la scelta del materiale vegetale può essere determinante per un approccio sostenibile di un giardino o di un parco pubblico.
INTERAZIONI UNICHE
Una delle tematiche fortemente di attualità negli ultimi anni – tanto che sono nati anche vivai specializzati – è quella dell’utilizzo delle piante I VANTAGGI L’utilizzo di una specie autoctona può avere notevoli vantaggi anche per quanto riguarda la gestione del verde. ◗ Riduzione degli interventi gestionali e di manutenzione. ◗ Riduzione nell’utilizzo dei pesticidi. ◗ Riduzione nell’apporto dei fertilizzanti. ◗ Riduzione del fabbisogno idrico.
t ive,
i entale native. Ma andiamo con ordine. Per pianta nativa si intende una pianta autoctona di una determinata area in tempi geologici: ovvero specie vegetali che si sono sviluppate, si sono manifestate naturalmente o sono esistite per molti anni in una determinata zona. Di conseguenza, l’utilizzo di particolari alberi o arbusti, ma anche di specie erbacee, può avere un impatto ambientale maggiore o minore di altri e la scelta di varietà autoctone garantisce anche un incremento del valore ecologico del luogo dove verrà messa a dimora. Il meccanismo, con l’inserimento delle piante autoctone, è proprio quello di ricreare un ecosistema, grande o piccolo che sia, costituito da interazioni di piante, animali e microrganismi
con le loro condizioni fisiche e climatiche. E le piante native svolgono un ruolo determinante: formano comunità vegetali e interazione biologica con flora, fauna, funghi e altri organismi specifici. Per esempio, alcune specie di piante creano dei legami esclusivi con insetti impollinatori, mentre altre si sono adattate a condizioni molto particolari, insolite o estreme e questo determina proprio la loro importanza ambientale.
L’IMPORTANZA DEL LUOGO
Provate a immaginare l’importanza dell’utilizzo delle piante native in interventi di ingegneria naturalistica o ripopolamento forestale, ma anche “semplicemente” per ripristinare un tessuto ecologico all’interno di uno spazio urbano o periurbano. Per esempio, quando si progettano interventi per ripristinare un sistema ecologico nativo disturbato dallo sviluppo economico o da altri fattori antropici, bisogna prestare massima attenzione alle interconnessioni ecologiche che si sono sviluppate nel corso degli anni, prima dell’alterazione del paesaggio, e poi programmare interventi specifici. Ormai, anche per quanto riguarda gli appalti e i lavori pubblici, tanti regolamenti invitano espressamente, soprattutto in merito alle nuove piantagioni, a privilegiare l’inserimento di specie botaniche tipiche locali, autoctone o naturalizzate. Scelte che devono tenere in considerazione la composizione del patrimonio arboreo presente sull’area di competenza in cui si andrà a operare e, più in generale, sul territorio circostante, comunale o regionale, e comunque ispirandosi al principio di mantenere un’elevata biodiversità e una compatibilità di fondo con l’ecosistema nel suo complesso. Linee progettuali ormai diffuse e condivise, ma che non valgono esclusivamente per interventi pubblici, perché anche i privati sono sempre più sensibili al tema della sostenibilità e sempre più disposti a fare scelte che tutelino l’ambiente. Anche in giardino.
Nella pagina che segue, un articolo su Vivai Guagno: Guagno: azienda che ha come tradizione un vivaismo attento ai temi dell’ambiente e della sostenibilità.
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VALORE
autoctonO La tradizione di Vivai Guagno ha radici profonde, nel pieno rispetto delle origini geografiche di alberi e arbusti. Per un vivaismo attento ai temi del rispetto dell’ambiente e della sostenibilità colloquio con Gloria Guagno di Francesco Tozzi
L’OFFERTA • Forme naturali • Giovani piante • Piante forestali • Arbusti • Tappezzanti • Alberi • Rampicanti • Forme/arte topiaria • Erbacee perenni • Pezzi unici
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utto nasce negli anni Ottanta dalla passione di un giardiniere, Ivano Guagno, che nel suo modo di lavorare già intravedeva quanto fosse importante investire in spazi verdi. E già era sensibile al tema delle piante autoctone, tanto da fondare proprio in quegli anni, nel 1982, Vivai Ivano Guagno. Una delle prime aziende vivaistiche venete che si è occupata di riforestazione, grazie alla stretta collaborazione con i protagonisti del settore e alla sua vocazione produttiva, che, nel tempo, si è sempre più indirizzata verso piante, alberi e cespugli “espressione del rapporto con la natura”.
L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE
La tradizione di famiglia viene oggi coltivata in Vivai Guagno da Gloria e Riccardo, due fratelli poco più che ventenni con le idee molto chiare e la voglia di seguire le orme dei loro genitori. «Il
La tipica colorazione autunnale dell’Euonymus europaeus.
Un filare di Carpinus betulus.
nostro – ci spiega Gloria – è un vivaio particolare, dove il rispetto per la pianta e, soprattutto, per la sua origine sono aspetti fondamentali. La nostra produzione parte dal seme fino all’offerta di esemplari di particolare valore e copriamo quasi tutte le specie, con piante già strutturate anche di due, tre e quattro anni. Insomma, qui trovi quello che non ti aspetti». Questo è uno dei punti di forza di Vivai Guagno, tanto da essere un fornitore ideale per diversi target: dai paesaggisti agli architetti, dai giardinieri ai grossisti, dalla pubblica amministrazione ai privati. Ma alla base, c’è sempre un approccio che tiene in considerazione l’importanza della pianta, dell’albero, del suo areale di origine e della giusta collocazione, una volta in cantiere. «La tematica delle piante autoctone – continua Gloria – è per la nostra azienda un aspetto determinante, anche se in alcuni casi difficile da spiegare, ma che ci contraddistingue sul mercato. Approcciare il settore del vivaismo ragionando nell’ottica del rispetto dell’origine di una specie, è di sicuro una delle possibili strade verso uno sviluppo diffuso del concetto di sostenibilità». Ed è proprio così: il tema delle piante native, delle piante a portamento naturale, trova sempre più spazio in progetti pubblici, ma anche tra i privati, a conferma di una rinnovata sensibilità ambientale. «Ma c’è ancora molto da fare – conclude Gloria – soprattutto per quanto riguarda la formazione degli operatori del settore, che spesso non hanno ben chiara l’importanza di questi argomenti. L’impegno di Vivai Guagno, nel nostro piccolo, sarà anche questo: investire in cultura verde, proprio per sensibilizzare addetti ai lavori e opinione pubblica».
NEWS DA L MERCATO
News NUOVO DIRETTIVO PER IL PROSSIMO TRIENNIO
Lo scorso agosto è stato eletto il nuovo Consiglio direttivo della SIA-Società Italiana di Arboricoltura per il triennio 2020-2023. Come previsto dall’art. 9 dello Statuto, il Consiglio ha poi provveduto alla nomina delle cariche sociali di presidente, vicepresidente e segretario-tesoriere. Ed ecco i dettagli: Andrea Pellegatta, presidente; Giuseppe Cardiello, vicepresidente; Raffaele Airoldi, segretario-tesoriere; altri membri, Luca Fuser, Vittorio Morchio, Daniele Pecollo, Giovanni Ugo. La delega di direttore responsabile di Arbor è stata confermata a Giuseppe Cardiello. Info: www.isaitalia.org
VENDITE IN RIPRESA E IN CRESCITA I GREEN LOVER Inversione di tendenza per il mercato delle macchine e delle attrezzature per il giardinaggio, che dopo la pesante flessione di inizio anno (-23,1%) torna a crescere nel secondo trimestre, mettendo a segno un +13,5% rispetto allo stesso periodo del 2019. La ripresa tuttavia non è stata sufficiente a compensare lo stop registrato nel primo trimestre, il cui andamento è stato pesantemente condizionato dal lockdown, sicché il dato complessivo riferito ai primi sei mesi dell’anno vede un saldo negativo pari al 7%. È quanto emerge dai dati elaborati dall’associazione italiana dei costruttori di macchine e attrezzature per il giardinaggio, Comagarden, e dal gruppo di rilevamento statistico Morgan, diffusi a fine settembre a Bologna in occasione dell’assemblea
generale di FederUnacoma, l’associazione italiana dei costruttori di macchine agricole, di cui Comagarden è parte integrante. «Sulla crescita – afferma l’associazione – hanno influito fattori sia di natura economica (un mercato propenso a recuperare il terreno perso durante le settimane di stop delle attività produttive), sia meteo-climatici con una stagione primaverile particolarmente favorevole alla crescita vegetativa delle piante. Ma ha influito anche la riscoperta del giardinaggio, avvenuta proprio durante la quarantena, quando, secondo una recente indagine di Nomisma, il 7% degli italiani ha iniziato a praticare questa attività». Sempre secondo Nomisma, la platea dei green lover italiani ha raggiunto quota 19 milioni, in crescita di 3 milioni di unità rispetto al 2019. Info: www.comagarden.it
NUOVO ASSETTO PER IL PROSSIMO FUTURO
Il 12 settembre, a Bologna, si è svolta l’assemblea straordinaria dei soci AIPV (Associazione Italiana Professionisti del Verde) durante la quale si sono tenute le votazioni anticipate del consiglio direttivo nazionale. A seguito del voto, ecco come è strutturato il direttivo per il triennio 2020-2023: Daria Bosio, presidente; Fausto Scasso e Rossano Caporalini vicepresidenti; Teresa Monchiero, segretario; Rossano Caporalini, tesoriere; Alessio Borselli, comunicazione; Stefano Saporiti, coordinamento delegazioni e soci; Danilo Eforti, affari istituzionali; Fausto Scasso, marketing e sponsor. Info: www.aipv.it
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Novità per l’autunno 2020, Fondazione Minoprio propone per la prima volta la formazione per giardiniere e arboricoltore in un unico percorso formativo. E una parte della formazione a distanza di Paolo Codazzi e Giovanni Rossoni
Giardiniere e arboricoltore
INSIEME I
COME DOVE QUANDO
Il corso è rivolto a giovani e adulti in possesso di un diploma o di una qualifica professionale triennale e/o con esperienza pregressa nel settore. L’avvio del corso, al raggiungimento del numero minimo di 12 partecipanti, è previsto per ottobre 2020 con conclusione a giugno 2021. Innovazione di questa edizione sarà la Formazione a Distanza FAD, con la possibilità di frequentare i moduli teorici a distanza intercalati da lezioni in aula ed esercitazioni e visite/sopralluoghi in parchi e giardini. Il percorso avrà una durata complessiva di 520 ore di cui 350 di formazione teorica ed esercitazioni pratiche (180 ore per il manutentore e 170 ore per l’arboricoltore.) e 170 di tirocinio curriculare.
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l corso Specializzazione Giardinaggio e Arboricoltura permette l’acquisizione delle competenze del manutentore del verde e di quelle dell’arboricoltore, figura recentemente riconosciuta da Regione Lombardia e inserita nel suo elenco degli standard professionali. Le due professioni presuppongono conoscenze e abilità comuni, il giardiniere, manutentore del verde si occupa della realizzazione di parchi e giardini pubblici e privati e della
REFERENTI DEI CORSI loro manutenzione ordinaria e spesso si trova a dover intervenire anche sul patrimonio arboreo. L’arboricoltore si prende cura degli alberi in parchi, giardini, in contesti urbani e periurbani, interviene con professionalità nella scelta della specie e messa a dimora, nel controllo dello stato di salute, nella gestione e organizzazione dei cantieri nel rispetto delle norme di sicurezza, attuando le tecniche specifiche di lavoro per poter avere accesso alle chiome degli alberi. La formazione ricevuta al termine di un percorso che prepara a entrambe le professionalità dà una ben più ampia possibilità di inserimento lavorativo nelle aziende che si occupano di realizzazione e manutenzione di parchi e giardini, con una specificità aggiuntiva rispetto alla valorizzazione e salvaguardia dei patrimoni arborei storici ed esemplari. Le
Per maggiori informazioni www.fondazioneminoprio.it Facebook: @corsidiminoprio
◗ Paolo Codazzi: tel. 031 4127053; email: p.codazzi@fondazioneminoprio.it ◗ Giovanni Rossoni: tel. 031 4167064; email: g.rossoni@fondazioneminoprio.it
competenze e le abilitazioni acquisite permettono inoltre, con la necessaria esperienza sul campo, di avviare attività auto imprenditoriali.
DOCENTI ESPERTI DEL SETTORE
Punto di forza del corso è la composizione del gruppo docenti: professionisti e tecnici del settore affiancano i docenti di Fondazione Minoprio, tutti in possesso delle necessarie competenze teoriche e pratiche, con comprovata preparazione ed esperienza nel campo della formazione e delle materie il cui insegnamento è disciplinato da specifica normativa di riferimento. La partecipazione al corso e il superamento delle prove finali assolve l’obbligo di formazione per l’iscrizione all’Albo Albo regionale dei Manutentori del Verde. Al termine del percorso sarà rilasciato un attestato di competenze di Regione Lombardia su format europeo. TRA LE DISCIPLINE PREVISTE Agronomia generale e applicata al giardinaggio; Botanica generale, speciale e identificazione; Arboricoltura e fisiologia vegetale; Giardinaggio sostenibile: tecniche di controllo dei parassiti, lotta biologica e integrata e fitofarmaci; Elementi di progettazione di giardini; Tecniche di manutenzione di alberi e arbusti ornamentali; Piante erbacee da riscoprire e da sperimentare; Il tappeto erboso, essenze, impianto e manutenzione; Utilizzo in sicurezza di macchine e attrezzi nelle operazioni di manutenzione e realizzazione. Interessante e molto utile il rilascio delle abilitazioni alla conduzione di trattori agricoli e forestali e delle PLE, piattaforme di lavoro elevabili, oltre alla formazione sul corretto impiego della motosega. N°024
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Esempio Di TE N
e PASSIONE Sono ben 16 i giardinieri certificati a luglio presso la Scuola Agraria del Parco di Monza. Professionisti che nonostante il difficile periodo hanno portato a termine il loro percorso formativo. Ecco qui le tappe principali di Giovanna Cutuli
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edici giardinieri certificati a luglio si avviano alle professioni del giardinaggio. Non hanno mollato mai in questi mesi di lockdown, così la Scuola li ha considerati, insieme ai corsisti degli altri corsi, un esempio di tenacia e passione. Infatti, gli studenti modello hanno frequentato le lezioni con impegno e desiderio di raggiungere il traguardo. Un corso, diremmo polivalente per il profilo degli iscritti, composto da giovani e meno giovani, diplomati e laureati in indirizzi tecnici differenti. Tutti hanno scelto una specializzazione di settore, quella del manutentore del verde Per maggiori informazioni (180 ore obbligatorie per operare www.monzaflora.it ai sensi della Legge 156/2016). segreteriacorsi@monzaflora.it I “diversamente giovani” si sono dichiarati alla ricerca di una riqualificazione, convinti che lavorare per, e con, le piante migliori la vita e, sappiamo, non solo da un punto di vista economico.
COMPETENZE MOLTEPLICI
Il programma formativo è stato caratterizzato da una nutrita pianificazione frontale in aula e online, con una buona dose di esercitazioni
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E NACIA pratiche nella storica Cascina della Scuola e in alcuni cantieri esterni. La direzione didattica ha voluto con fermezza progettare il corso per giardiniere introducendo delle novità, consapevole che questa figura sta assumendo sempre più importanza, e diventa determinante in ogni ambiente green. Conoscere e saper scegliere le principali piante per creare un prato ex novo, e per costruire uno spazio verde non è banale. Conoscere le esigenze agronomiche degli arbusti e degli alberi non è facoltativo. Occorre poi aggiungere ai discenti la consapevolezza che le piante possono convivere, e spesso possono soccombere se le decisioni prese dal giardiniere sono sbagliate. Così accade se non applichiamo tutti gli studi previsionali per affrontare le possibili calamità atmosferiche o le più comuni patologie. E non dimentichiamo le necessarie competenze per trovare le opportune soluzioni quando le piante sono costrette a una forzata convivenza con le infrastrutture che spesso il terreno ospita.
PIÙ E MEGLIO FORMATO
I formatori della Scuola Agraria del Parco di Monza hanno trasmesso le regole tecniche per una corretta piantagione e potatura, ossia le pratiche più importanti per il mantenimento degli arbusti e per la tutela degli alberi. E se la malattia prima o poi arriva, questi giardinieri sono preparati per intervenire con il Patentino Fitosanitario. Nei contenuti del certificato ci sono 20 ore di frequenza e il superamento di un serio esame finale. Le direttive del PANPiano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, che ricordiamo sono di origine interministeriale (Mipaf, Ministero della salute, Ministero Ambiente) e in questi mesi sottoposte a un aggiornamento, comportano una significativa riduzione o, divieto dell’uso dei prodotti di natura chimica, nelle aree utilizzate dalla popolazione e in tutti i luoghi nei quali vi sono assembramenti di persone. Che si tratti di verde urbano o di giardino privato il giardiniere deve essere sempre più e meglio formato, preferibilmente presso una scuola professionale. E alla preparazione di base il neogiardiniere deve prestarsi a un costante aggiornamento.
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GESTIONE | pratiche
A OGNI AZIONE… UN Lo scrupoloso reportage della tempesta che qualche anno fa ha danneggiato e abbattuto un gran numero di alberi a Firenze, diventa pretesto per un’attenta riflessione sul ruolo dell’uomo sul surriscaldamento, le isole di calore e il microclima in città testo e foto di Francesco Zangari in collaborazione con la rivista Arbor*
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a più semplice modifica che l’uomo attua sull’ambiente, produce sempre degli effetti. A volte prevedibili, a volte inaspettati. Un esempio concreto in alcune delle foto presenti in queste pagine, che sintetizzano ciò che da un secolo a questa parte in sistemi più ampi, con ritmo e intensità crescente, l’uomo sta combinando all’ambiente. L’effetto più eclatante dell’azione umana a cui stiamo assistendo è il surriscaldamento del pianeta con l’esacerbazione degli eventi meteorici, sempre più violenti e in areali diversi da quelli abitualmente colpiti. Se tifoni e monsoni erano fenomeni ricorrenti in zone ben precise del mondo, nuove *Arbor è la rivista della Società Italiana di Arboricoltura
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Erosione causata dall’eliminazione della vegetazione arbustiva.
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Crollo dell’albero causato da marciume radicale.
UNA REAZIONE
Cedimento del tronco dovuto a difetto del colletto e eccessivo interramento.
nomenclature si stanno coniando. Come il recente Medicane per indicare gli uragani che si formano nel bacino del Mediterraneo.
CRONACA DEL DOWNBURST
Nel pomeriggio del primo agosto 2015 una tempesta colpÏ Firenze danneggiando e abbattendo un gran numero di alberi pubblici e privati. Non si trattava di una tromba d’aria caratterizzata da vortici di vento ma di un downburst downburst, una perturbazione che avanza rapidamente preceduta N°024
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GESTIONE | pratiche Tigli danneggiati a Bellariva.
Ribaltamento della zolla di un cipresso le cui radici erano limitate dai muretti perimetrali. Rottura nel punto di inserzione della branca con corteccia inclusa.
alcuni particolari mi portavano a fare considerazioni più approfondite.
IL PERCORSO DELLA PERTURBAZIONE
da forti venti orizzontali, generati dalla pioggia stessa che cade violentemente al suolo. Durante l’evento meteorico ero in casa a Grassina, un quartiere di Bagno a Ripoli, a sud di Firenze. Osservavo l’angolazione dell’intensa pioggia battente e il movimento convulso della tenda sul balcone. Intuivo che ci sarebbero stati danni. E così fu. Il giorno dopo, resistendo all’impulso di accendere la motosega per dar mano a rimuovere rami e tronchi sparsi ovunque, andai in giro per le zone colpite fotografando ogni cosa. L’intenzione di partenza era capire quali specie si erano dimostrate più fragili e in quale punto gli alberi avevano ceduto. Ma dopo una prima analisi,
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L L’aspetto che risaltava maggiormente era come i danni agli alberi fossero sempre più vistosi man mano che mi avvicinavo a Firenze sud, la zona più colpita. I primi danni, alcuni rami e apici danneggiati, si sono verificati nella zona di Ponte a Ema. Poi, in piazza Francia anche branche e tronchi spezzati. Infine, nel quartiere di Gavinana e Bellariva interi alberi sradicati che indicavano chiaramente il percorso seguito dalla perturbazione. In seguito, il professor Macia dell’Osservatorio meteorologico Ximeniano mi confermava che la perturbazione proveniente dal mare aveva manifestato il suo primo nucleo minaccioso nella zona di Lastra a Signa a sudovest di Firenze. Da lì, il fronte freddo si è mosso seguendo pari pari il tragitto dell’autostrada e il calore generato dalle sei corsie di asfalto e dai mezzi in circolazione giungendo a Ponte a Ema dove faceva i primi danni, incanalandosi poi rapidamente, attraverso il raccordo autostradale Marco Polo, verso i quartieri di Gavinana e Bellariva a sud di Firenze dove esplodeva in tutta la sua potenza, esaurendosi infine nella zona di Coverciano. Ricordo che sul Lungarno Moro a Bellariva è crollato un intero viale di pini.
IERI, OGGI Nei decenni scorsi, gli agricoltori erano terrorizzati dalla grandine che poteva mandare in malora l’intero raccolto. Nel Chianti, tale meteora colpiva principalmente i vigneti. In questo territorio i mattonifici che producevano il Cotto fiorentino, orci e vasi festonati di pregio, richiedevano molta legna per alimentare i forni di cottura. Estesi vigneti prendevano poi il posto delle aree disboscate. Si creava però così una differenza termica tra le due tipologie di vegetazione. Le temperature che si registravano nei vigneti, più alte rispetto ai boschi circostanti, provocavano infatti l’ascesa di aria calda richiamando aria fredda, tanto più velocemente quanto più il riscaldamento era intenso. Il contrasto tra le due correnti era spesso causa di dannose grandinate. Di recente, però, questo fenomeno si è spostato sulle aree urbane. Infatti zone edificate molto ampie, strade sempre più larghe e difficili da ombreggiare, automobili parcheggiate al sole e condizionatori, generano isole di calore con temperature più alte anche di quattro-cinque gradi, che attirano proprio sull’agglomerato urbano violente perturbazioni con venti che aumentano di intensità man mano che avanzano verso la città.
Il downburst ha raggiunto la sua massima potenza sul Lungarno Moro a Bellariva dove è crollato un intero viale di pini.
MA PERCHÉ GLI ALBERI CADONO?
Quanto accaduto nell’agosto 2015 ha indubbiamente scosso i cittadini. La paura generata dai crolli arborei porta molte persone a chiedere il taglio degli alberi e induce gli amministratori pubblici e privati ad assecondarli. È necessario però, valutare obbiettivamente i motivi per cui gli alberi cadono. A volte più per mano dell’uomo che a causa delle tempeste. Ad esempio, il crollo dell’intero viale di pini sul Lungarno Moro a Bellariva, oltre che alla tempesta di vento, è imputabile in parte anche all’incauta azione dell’uomo e all’errata progettazione dello spartitraffico. L’aiuola larga solo 180 centimetri era inadeguata a ospitare una specie come il pino caratterizzato da apparato radicale espanso. E le gobbe che le radici, sviluppandosi, formavano
nell’asfalto, venivano periodicamente fresate, alterando l’ancoraggio degli alberi. Motivo di caduta di alberi sono anche gli scavi per sottoservizi eseguiti nella zona di pertinenza delle radici, scavi che di frequente sono effettuati senza rispettare la normativa vigente o i regolamenti comunali. Spesso sono consistenti i danni all’apparato radicale che minano la stabilità degli alberi interessati e gli effetti deleteri si manifestano in modo subdolo a distanza di anni. L’abbattimento precauzionale di grossi alberi o le drastiche potature per contenere le chiome al fine di prevenire possibili danni durante i temporali, ha come inevitabile conseguenza la riduzione dell’ombreggiamento durante il periodo estivo, un ulteriore aumento termico e maggiori probabilità che si verifichino fenomeni metereologici violenti localizzati. Insomma, il serpente che si morde la coda. N°024
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Alberi per tutti
A Marsala è nato il “Giardino degli alberi sospesi”, un luogo fisico dove si possono donare e trovare alberi in modo libero e gratuito. Un’idea utile anche per creare condivisione e fare educazione ambientale di Irene Nuvola, fonte foto www.telesudweb.it
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“Se si tratta di bottiglie o fitocelle può inserirle vete presente il carrello sospeso, nelle cassette al posto di una o più bottiglia vuota il carrello della spesa che si trova – si legge in un articolo pubblicato su www. davanti alle casse dei supermercati telesudweb.it - Allo stesso modo dove chiunque può riporre un prodotto chi vuol prendere uno o più alberi, può farlo con l’accortezza di non che poi andrà a chi ne ha più lasciare un buco tra le bottiglie bisogno? O l’ormai diffusissimo caffè contenenti gli alberelli, mettendo sospeso, il caffè che si lascia pagato al al suo posto una bottiglia vuota, bar per il prossimo avventore? Ecco, e se vuole aggiungendo al suo a Villa Genna, a Marsala, è nato interno un biglietto con un proprio il “Giardino degli alberi sospesi”, pensiero, o semplicemente il nome voluto e promosso da Rosario Bonura, docente di scienze naturali Per saperne di più della contrada in cui quest’albero sarà trapiantato, o della città o della al liceo scientifico “Pietro Ruggieri” vai al blog nazione se si tratta di un turista”. della città siciliana. L’obiettivo è del “Giardino Un’idea di quelle belle, che non creare un luogo pubblico dove degli alberi solo aiutano la natura, ma che chiunque può donare un albero o sospesi” contribuiscono a fare educazione trovarlo qualora ne avesse bisogno ambientale dal basso, in modo per il proprio giardino o terrazzo. concreto. Oltre a promuovere la condivisione, Non c’è scambio di denaro, chi vuol donare un strumento che avvicina e crea cultura e conoscenza. albero può farlo in modo assolutamente libero.
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Insieme
per il verde Un manifesto e un appello per chiedere alle istituzioni competenti una strategia in grado di salvaguardare il verde urbano nel periodo post Covid-19. Noi abbiamo aderito. Ecco a voi gli obiettivi e le richieste di Nora Adamsberg
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videnziare le fragilità e criticità del settore del verde urbano, pubblico e privato, soprattutto nel periodo post Covid-19, e portare proposte concrete all’attenzione delle maggiori Istituzioni del Paese. Questo l’obiettivo del “Manifesto per la difesa del verde in ambito urbano in Italia nel dopo Covid-19”, il documento/appello promosso da Il Verde Editoriale insieme al consiglio nazionale dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali e ad alcune delle principali associazioni di settore, appello a cui abbiamo aderito anche noi come rivista IL giardiniere giardiniere. I promotori, i firmatari e i sostenitori del Manifesto chiedono infatti al Governo e alle Istituzioni italiane di porre al centro della loro azione anche un’attenzione specifica al O MANIFEinST o an settore del verde urbano urb o bit am per la difesa del verde -19 vid Co po do l attraverso: ne in Italia • una strategia per il verde D urbano nella quale realizzare obiettivi ben definiti in tempi chiari e prestabiliti e con risorse adeguate predefinite, che possano fungere da volano per investimenti di livello regionale e locale e favorire lo sviluppo di sinergie tra pubblico e privato; TEMPO DI LETTU R A: 2 minuti
l’oco potrebbe rappresentare situazione, oppure al contrari a” a un settore che necesStendhal e alcuni contemper dare una svolta “positiv , ante Alighieri, Goethe, il “Giardino d’Euro- casione importante cambiamento, innanzitutto culturale poranei hanno definito l’Italia e paesaggistiche. sita di un o di crescita della e diventare un elemento proattiv può pa” per le sue bellezze artistich che e parIn più ricchi di biodiversità. suo complesso. nel società di L’Italia è tra i Paesi europei terzo un delle specie vegetali e ticolare, possiede la metà europeo. rapporto tra Natunte presenti nel territorio o di instaurare un nuovo quelle animali attualme ntato Oggi è il moment massimizzatà - pari a quello rapprese no degli ambiti urbani, per ali, Un patrimonio per l’umani preser- ra e Cultura all’inter i, paesaggistici ed emozion e monumentali - che va re i valori ambientali, ecologic operatori del settore verde, dalle bellezze archeologiche e onisti che coinvolga i professi vato adeguatamente. e amministrazioni, pubblich le ente imprese e naturalm uno sviluppo durevole e costituito da piante le verso città, ento nostre delle cambiam Il patrimonio vegetale soffre veri pilastri del ntali, arbustive, erbacee, ile. arboree, di cui molte monume dei pub- quindi sostenib di valorizzazione da parte na di una carenza di tutela e del verde in ambito nel passato i Giardini all’Italia progettazione e gestione blici decisori, nonostante te con una visioapprezzare Pianificazione, alcuni esempi si possono no devono essere affronta cui di periurba e XVIII e urbano XVI in del infrastrutattraverso lo sviluppo di italiane - siano stati invidiati ne sistemica e integrata, mici, ancora oggi in molte regioni di ricostruire equilibri ecosiste ture verdi e blu in grado ni amtutto il mondo. sità e migliorare le condizio salvaguardare la biodiver cittadinodei nel salute atto la in re a migliora del verde urbano bientali, per arrivare quindi ibile La mancata valorizzazione negli insostitu i) ruolo il eccezion ando (con alcune della vita, riafferm stro Paese, sempre più evidente crisi fi- ni e la qualità a in particolare alla grave le sue declinazioni. ultimi anni, viene attribuit a una del verde in tutte i naturali (Nature-based , che ha aperto la strada essere applicate soluzion nanziaria degli enti pubblici zione delle aree ver- Devono che riducano la dipendenza dalle infrastrutture manuten e zione pianificazione, progetta alcu- Solutions) da costruire e mantenere. , provocando gravi danni, “grigie”, molto più costose di via via sempre più scadenti nio verde urbano. ni irreversibili, al patrimo al maspotrà occupare la risultato di gare di appalto scenario il verde urbano Una situazione che è il alcuni Solo in questo - diventando un nza e professionalità di spetta, oggi più che mai compete gli che e scarsa posizion ribasso, simo ai cambiamenti o da parte dell’ente pubblico fondamentale per far fronte “sostenioperatori, mancanza di controll per cita- investimento i ed economici - ed essere delle clausole contrattuali, sociali, sanitari, climatic dell’effettiva esecuzione corretto, socialmente accettato bile”, quindi ecologicamente fasi di re le ragioni principali. anche e soprattutto nelle economicamente fattibile ed nno zione. protrarra si realizza le cui conseguenze successive alla sua L’emergenza Covid-19, questa gestione e cura rendere ancora più fragile per diversi mesi, potrebbe 1 - www.ilverdeeditoriale.com
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• una strategia che tenga in considerazione le raccomandazioni suggerite dal Comitato per lo Sviluppo del Per visionare Verde Pubblico e sottoscrivere attraverso la sua il Manifesto attività di indagine vai sul sito i suoi elaborati ilverdeeditoriale.com e“Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” e “Strategia Nazionale del Verde Urbano. Foreste urbane resilienti ed eterogenee per la salute e il benessere dei cittadini”, strumenti di consultazione e informazione per tutti i Comuni italiani, utili per procedere correttamente nelle attività di pianificazione e gestione del verde urbano; • una strategia che si avvalga delle tante professionalità in campo, che devono agire all’interno di un’integrazione multidisciplinare, a partire dal mondo accademico e dagli ordini professionali, passando per l’associazionismo fino alle aziende di settore. Una strategia che permetta anche all’ente pubblico di riappropriarsi del coordinamento a vari livelli delle sinergie e delle risorse disponibili, dando priorità a progetti integrati multisettoriali e territoriali. Compiti che richiedono a tutti i livelli competenza e formazione continuativa.
SCOPERTE | ricerche
È questo il modello di economia a cui mirano gli italiani interessati alle tematiche ambientali. A spiegarlo i dati raccolti dal 6° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile. Non si parla di verde in senso stretto ma le riflessioni emerse sono interessanti per interpretare le richieste dei clienti e capire come si stanno evolvendo di Costanza di Matteo 32% TEMPO DI LETTU R A: 8 minuti
«D
(+9%)
al 2015 la conoscenza della sostenibilità è raddoppiata, soprattutto nei giovani, e più di sette italiani su dieci sono coinvolti e praticano una militanza concreta, ancora di più nella Generazione Z: una crescita enorme, dati che non si possono trascurare neanche nelle scelte politiche», ha dichiarato Renato Mannheimer di Eumetra MR alla pubblicazione del Sesto Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile, realizzata da Eumetra insieme a LifeGate. «Stiamo vivendo in un’epoca di cambiamento dove le persone hanno allineato le proprie scelte quotidiane ai temi del rispetto sociale e ambientale. Questo momento difficile ci ha obbligato a fermarci come individui e come Paese, a riflettere sulla futilità di tante cose che ritenevamo essenziali. Questa nuova consapevolezza non può che accelerare il passaggio verso un’economia resiliente e sostenibile», ha aggiunto Enea
PER SAPERNE DI PIÙ
(+14%)
2020 CONOSCENZA VOCABOLARIO SOSTENIBILITÀ
2019
23%
2015
Roveda, ceo di LifeGate. Andiamo allora a guardare più da vicino i dati sorprendenti di questa edizione.
36 MILIONI GLI ITALIANI INTERESSATI AL TEMA
L L’indagine è stata realizzata su un campione di 800 individui rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, con un segmento appartenente alla Generazione Z, tra i 18 e i 24 anni. Dai risultati della ricerca si evince come lo stile di vita sostenibile venga applicato nel quotidiano e le filiere responsabili siano privilegiate al momento dell’acquisto. Insomma, la sostenibilità interessa agli italiani: questo dato è in costante crescita e quest’anno tocca i 36 milioni di appassionati e interessati al tema, con un 72% degli intervistati che lo percepisce come patrimonio comune in grado di influenzare le Scarica abitudini quotidiane. Tra questi, la ricerca coloro che mostrano il maggior interesse sono soprattutto i giovani della Generazione Z e le donne, con un’età compresa tra i 35-54 anni, diplomate o laureate, professionalmente attive.
Il 6° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile è una ricerca annuale realizzata da LifeGate, in collaborazione con Eumetra MR, che fornisce una fotografia dettagliata di come la società italiana applica i temi della sostenibilità alla visione del futuro e alle scelte quotidiane. Il report è disponibile su https://osservatorio.lifegate.it/. È patrocinato dalla Commissione Europea, Ministero dell’Ambiente, Regione Lombardia, Comune di Milano, Assolombarda, ConfCommercio, è sostenuto da BWT-Best Water Technologies, BWH Hotel Group-Best Western, Just Eat, Opel, Ricola, Gruppo Unipol e Vaillant.
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46%
CONSUMO PIÙ CONSAPEVOLE
Non solo gli italiani sanno di cosa si parla, quando si parla di sostenibilità, ma sono anche pronti ad agire in base a questa scelta di vita. I risultati della
Resiliente N°024
GENERE
52% donne
48% uomini
ricerca infatti hanno rivelato come il 46% della popolazione (+14% rispetto al 2019) abbia piena comprensione del vocabolario della sostenibilità: il 70% conosce il fenomeno del riscaldamento globale (81% Gen Z); il 63% la crisi climatica (70% Gen Z); il 63% l’energia sostenibile (+20% rispetto al 2019); il 51% l’alimentazione sostenibile (+13%); il 46% la mobilità sostenibile (+23%); il 40% la moda sostenibile (+20%); il 40% il turismo
ETÀ
29% (-12% rispetto al 2015)
45 - 54
35 - 44
15% 24% +65
IL PROFILO DEGLI INTERVISTATI
55 - 64
ISTRUZIONE
15% Laurea
(-3% rispetto al 2015)
40%
9%
Media superiore
PET La sostenibilità è un tema sentito
(+15% rispetto al 2015)
18%
19%
Sono indeciso
62%
25 - 34
18 - 24
MODA O NON MODA? La sostenibilità è una moda
15%
9%
49% non ha animali
16%
Elementari /nessuno
29% Media inferiore
51% ha animali
sostenibile ( +15%) e il 34% la sostenibilità sociale (43% nella Gen Z). L’introduzione L ’introduzione dell’Ecobonus per uno sconto fiscale in favore di lavori di efficientamento energetico nelle abitazioni e nei condomini è una questione fondamentale per l’87% degli
LE PRIORITÀ PER I CITTADINI E LO STATO 1. Limitare consumo di plastica 2. Usare confezioni e imballaggi sostenibili 3. Combattere i cambiamenti climatici 4. Investire in fonti di energia rinnovabile 5. Sostenere agricoltura biologica 6. Rendere sostenibili arredamento e abbigliamento
91% 90% 88% 87% 81% 79%
e e sostenibile
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SCOPERTE | ricerche
DISPOSTI A SPENDERE DI PIÙ
COINVOLGIMENTO Disinteressati
28% italiani coinvolti: 72% = 36 milioni
34% Interessati
Appassionati
38% Sono soprattutto: ∙ Ragazzi della generazione Z ∙ Donne ∙ Laureati ∙ Con animali ∙ Professionalmente attivi
italiani. Il tema della plastica è particolarmente sentito dall’86% degli intervistati che chiede l’attivazione di direttive regionali che vietino l’utilizzo di oggetti monouso in plastica sulle spiagge e considera importante lo stop dell’Unione Europea all’utilizzo di oggetti in plastica monouso (piatti, cannucce, posate) a partire dal 2021. Il nuovo quesito sull’importanza delle proteste dei giovani del movimento Fridays For Future per trovare soluzioni per fermare l’emergenza climatica, convince il 76% del campione. Per quanto riguarda i comportamenti virtuosi, l’83% dichiara di fare sempre la raccolta differenziata, il 40% di limitare l’utilizzo di bottiglie di plastica, il 30% di utilizzare mezzi di trasporto meno inquinanti (38% Gen Z) e il 29% di consumare prodotti a chilometro zero.
La qualità si paga, recita il detto; ma vale anche per la qualità ambientale? Secondo il 26% degli intervistati, sì, e si dichiara disposto a spendere di più per l’acquisto di prodotti sostenibili. Nello specifico: prodotti a km 0 il 44%; prodotti bio il 36%; giocattoli con materiali sostenibili 36%; energia rinnovabile 32% (40% Gen Z); sistemi di domotica per un risparmio energetico 24% (35% Gen Z). Cresce del 6%, rispetto al 2019, l’interesse d’acquisto verso le polizze contro le calamità causate dai cambiamenti climatici, che arriva al 19%. Aumenta del 15% anche la conoscenza del turismo sostenibile che tocca il 40% e 10,5 milioni di italiani dichiarano di scegliere una vacanza sostenibile, anche se il prezzo è maggiore. La scelta dei capi d’abbigliamento viene influenzata per il 46% dal prezzo e dal 44% dalla qualità del prodotto. Più sensibile alla provenienza dei materiali è la Generazione Z con un 32% contro il 17% degli altri intervistati.
QUANDO UN’AZIENDA È SOSTENIBILE?
La ricerca si è spinta a chiedere quando un’azienda è considerata sostenibile. Queste le risposte: è sostenibile se usa responsabilmente le risorse (61%), se è attenta ai lavoratori (32%), se controlla la filiera (30%), se fornisce informazioni trasparenti ai clienti (26%). Un dato interessante arriva dal segmento dei più giovani: per il 34% facente parte della Generazione Z, è fondamentale l’assistenza continuativa ai clienti. Infine, per gli italiani sono diventati importanti anche gli investimenti sostenibili: infatti l’89% dichiara che a parità di rendimento li sceglierebbe rispetto a quelli tradizionali, e il 67% farebbe questo tipo di investimento anche se avesse un rendimento inferiore.
UN’AZIENDA È SOSTENIBILE SE
61%
1. Usa responsabilmente le risorse naturali
32% 30% 26%
2. È attenta ai lavoratori 3. Controlla la filiera 4. Fornisce informazioni trasparenti 5. Dà assistenza continuativa ai clienti 6. Non delocalizza le attività
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13% 12%
SCOPERTE | vegetali / 1 Strap Leaf White Wonder, fa parte delle Caladium più resistenti al sole e sarà il tocco wow per le aiuole in mezz’ombra e al sole.
Fancy Leaf Raspberry Moon è il nuovo animalier vegetale! Il color fragola piacerà alle signore più disinvolte.
Strap Leaf Heart and Soul.
ROMAntiche
e inusuali Fancy Leaf Lemon Blush.
Le combinazioni di colore incantano, così come la loro resistenza al sole. Et voilà le nuove Caladium. Da proporre a clienti che amano fotografare di Viola Delfino il proprio giardino
L
e nuove Caladium, distribuite in Italia da Psenner, presentano colori contrastanti e soddisfano diverse esigenze, in primis quella di essere resistenti al sole. Sviluppate dalle piante originarie dell’America meridionale e centrale, infatti, resistono di più alle alte temperature rispetto alle varietà tradizionali, tanto che possono essere piantate all’esterno in mezz’ombra o al sole. La loro “versatilità” le rende adatte a diversi ambienti: possono essere usate nella paesaggistica, in combinazione con altre piante in ciotole miste Per informazioni: per l’esterno, e persino come piante da interno. www.psenner.it Le nuove varietà sono divise in due gruppi: “Fancy Leaf ”, con foglie a forma di cuore e se usate outdoor adatte per luoghi semi-ombreggiati, e “Strap Leaf ”, con foglie strette e più resistenti al sole. Nell’uso indoor, invece, entrambe amano i luoghi luminosi e soleggiati.
TEMPO DI LETTU R A: 2 minuti
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SCOPERTE | vegetali/2
Più arbusto
che albero Un prodotto veramente innovativo, con caratteristiche particolari e un alto valore ornamentale. Queste le ragioni della medaglia d’oro alla Magnolia “Genie” di Nora Adamsberg
TEMPO DI LETTU R A: 2 minuti
I PLUS • Colore stabile, rosso bordeaux • Portamento compatto • Raggiunge i tre metri in dieci anni • Fiorisce dalla primavera all’estate • I boccioli non patiscono le gelate
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I
Per maggiori informazioni sulle varietà tutelate da Plantipp:
l comitato di prova della Royal www.plantipp.eu Boskoop Horticultural Society ha assegnato alla Magnolia “Genie” la medaglia d’oro. un arbusto piuttosto che un albero. Il suo periodo di Secondo il comitato di prova, “Genie” è fioritura principale è la primavera, ma anche dopo un’innovazione in vari settori. Il suo portamento è continua a produrre fiori, in estate. Ciò conferisce molto denso e compatto (raggiunge al massimo i tre a questa varietà un valore ornamentale di lunga metri in dieci anni). Ciò significa che rimane durata, soprattutto rispetto ad altre cultivar di Magnolia. I suoi boccioli fiorali compaiono dopo l’inverno, quindi non soffrono di congelamento. Anche se la fioritura primaverile è influenzata dal gelo notturno, “Genie” continua a fiorire. I fiori sono a forma di coppa, di un caldo colore bordeaux. Le sue foglie sono sane, verde scuro. Sviluppata da Vance Hooper dalla Nuova Zelanda, “Genie” è il risultato di 15 anni di allevamento di piante con le specie soulangeana e liliiflora ed è protetta da brevetto, gestito da Plantipp BV dai Paesi Bassi e Kiwiflora dalla Nuova Zelanda.
IL PRONTUARIO
Il ruolo di progettista del verde presume delle competenze molto specifiche che, oltre a essere in continuo aggiornamento, spaziano in vari ambiti,
dalla botanica all'agraria, dall’architettura al disegno, dalla storia dei giardini agli studi sul paesaggio
U
n prontuario un po’ diverso dal solito, quello di questo numero. Non andiamo a sondare, infatti, le attività del giardiniere, ma illustriamo nei dettagli una figura, quella del progettista, che lavora a stretto contatto con chi realizza giardini. Mentre leggete, forse, state pensando di conoscere molto bene chi e cosa fa un progettista. Certo, non abbiamo il minimo dubbio al riguardo, ma ci teniamo ad affrontare il tema (che poi approfondiremo sui prossimi numeri con articoli esplicativi), proprio perché di frequente tra giardiniere e progettista s’instaurano rapporti “confusi”, dettati da confini ritenuti labili tra le due professionalità. E visto che ci piace fare chiarezza, ecco qui un “libretto delle istruzioni” per comprendere appieno il ruolo di chi progetta giardini.
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COMPETENZE SPECIFICHE
l ruolo di progettista del verde presume delle competenze molto specifiche che, oltre a essere in continuo aggiornamento, spaziano in vari ambiti, andando dalla botanica all'agraria, dall’architettura al disegno, dalla storia dei giardini agli studi sul paesaggio. In sintesi: • analizza la situazione e individua gli obiettivi; • elabora un progetto di massima attraverso disegni artistici/evocativi; • analizza il budget; • elabora i disegni esecutivi;
Un “libretto delle istruzioni” redatto da due paesaggiste per comprendere appieno il ruolo e le competenze di un progettista. Affinché si possa vedere in questa figura un partner e non un concorrente di Nicoletta Toffano e Valentina Forges Davanzati
il progettistA
in pillole
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IL PRONTUARIO
Il paesaggista non rappresenta
un costo a carico del giardiniere
perché il rapporto contrattuale
viene stabilito
direttamente con la committenza
• fornisce direttamente, o col tramite di altri professionisti, i disegni tecnici; • individua gli strumenti, le modalità di intervento, le tempistiche e le fasi; • organizza e gestisce le varie fasi; • ricerca e coordina le diverse figure professionali; • fornisce supervisione in fase di cantiere: controllo materiali, controllo lavorazioni, interventi in emergenza, modifiche in corso; • realizza un manuale che illustra i principi progettuali e le essenze utilizzate, istruisce e sensibilizza il committente sulla futura gestione dello spazio verde; • stende con il giardiniere un piano di manutenzione per i primi anni.
IL PROGETTO VERDE: CHI FA COSA?
U
n progettista sa avvalersi di contributi specifici forniti da altri professionisti. Vediamo quali. Per il verde:
• giardiniere: interprete del progetto paesaggistico, si occupa della sua realizzazione pratica e si prende in carico la futura manutenzione garantendo nel tempo l'adesione dello spazio al progetto originale; • agronomo: si occupa dell'analisi del terreno e di redigere la relazione fitostatica e fitosanitaria nel caso di necessaria valutazione di esemplari arborei presenti; • forestale: redige una specifica relazione fitostatica e fitosanitaria nel caso di presenza di esemplari arborei di particolare pregio; • dendrochirurgo: lavora con agronomo e forestale nella cura di esemplari di piante già esistenti che presentano fitopatologie di varia natura; • biologo ambientale: fornisce studi mirati utili all'attivazione della biodiversità per lo specifico spazio verde; • agrotecnico: redige il capitolato dell'opera a verde e si occupa, in fase di progettazione, di fornire consigli relativi ai miglioramenti da apportare alla chimica e alla struttura del terreno, nonché alla scelta delle essenze in base al loro futuro accrescimento. Può inoltre realizzare piccoli progetti di consolidamento nell'ambito dell'ingegneria naturalistica.
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Per le infrastrutture: • tecnico di pratiche locali: redige e presenta, a seconda dei casi, la documentazione presso il Comune in cui è situato il giardino quali: Comunicazione asseverata da un tecnico abilitato la (CILA), Segnalazione Certificata Inizio Attività (SCIA), richiesta di Permesso di Costruire (PdC) e, dove richiesto, autorizzazione paesaggistica; • strutturista: progetta le strutture fisse di supporto a un giardino o a un terrazzo: tettoie, verande, muretti...; • idraulico, elettricista, impiantista, manovale, posatore, lattoniere e fabbro.
Per i complementi arte e arredo: • artista: studia gli elementi per i punti focali di uno spazio verde: fontane, ingressi, cancelli, passaggi, istallazioni di land art; • artigiano locale: diverse figure operanti nel territorio (falegname, intagliatore, vetraio, ceramista, cestinaio, vasaio, forgiatore...) che contribuiscono con i propri manufatti a caratterizzare il mood di un giardino in linea con i materiali e le tradizioni locali; • fornitore: tutte le aziende che per uno spazio verde forniscono materiali fondamentali come piante da vivaio, materiali per pavimentazioni, vasi, arredi, strutture prefabbricate che non necessitano di titolo abitativo, recinzioni, corpi illuminanti...
CARO PAESAGGISTA, MA QUANTO MI COSTI?
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nnanzitutto, va chiarito che il paesaggista non rappresenta un costo a carico del giardiniere (anche nel caso in cui venga coinvolto da lui) perché il rapporto contrattuale viene stabilito direttamente con la committenza. L'incarico viene definito per iscritto e risulta suddiviso in due fasi: la prima che arriva alla definizione del progetto di massima e la seconda che riguarda la realizzazione dell'opera. Per la prima fase generalmente si stabilisce un compenso a forfait, che varia a seconda della dimensione e della complessità dell'area di intervento, compreso di solito tra i 300 e gli 800 euro. Ovviamente le variabili sono molte e possono comprendere rimborsi a piè di lista (come quelli di trasferta o di utilizzo di attrezzature specifiche per i rilievi), ma escludono il coinvolgimento di altri professionisti, il cui rapporto va regolato separatamente direttamente dal committente. La seconda fase, quella esecutiva, generalmente prevede un compenso a percentuale sull'importo previsto per opere e forniture (preventivo calcolato in conformità ai prezziari normalmente in uso nella zona e, in mancanza di questi, basato sul prezziario Assoverde, valido su tutto il territorio nazionale) aggiornabile nel corso dell'esecuzione del cantiere. Esistono per i compensi di progettazione delle tabelle di riferimento: esemplificando la percentuale varia dal 15% per preventivi intorno ai 10.000,00 euro all'8% per preventivi intorno ai 100.000,00 euro. È utile inoltre ricordare che anche il lavoro di progettazione rientra tra i lavori che possono godere delle agevolazioni "Ecobonus".
Spesso tra giardiniere e progettista s’instaurano rapporti “confusi”, dettati da confini ritenuti labili tra le due professionalità 024
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L’OPINIONE
di Anna Zottola
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gni professione, anche quella del Giardiniere, si alimenta di relazioni quotidiane con altre imprese e con altri colleghi. Sono sempre rapporti positivi? Spesso lo sono; ma non sempre. Frequentemente si assiste a una competizione dove lo strumento principale non è la qualità del servizio offerto, ma la corsa allo sconto selvaggio. Nei capitolati pubblici si agisce con il metodo al ribasso, che non dà certo dignità alla qualifica professionale. E allora ci domandiamo: esiste la cultura deontologica del Giardiniere? Quella Cultura che si basa sulla fiducia e rispetto professionale, prima di tutto del collega? E qui non parliamo più di competenza tecnica, bensì della personalità morale del professionista, o come dicono i sociologi, di “metacompetenza”. In Italia sappiamo che il Giardiniere non si dota di un albo professionale vero e proprio, anche se qualcuno ha voluto provarci. Forse potrebbe aiutare, ma è certo che non deve essere questa la condizione che esonera alcuni ad adottare buone norme etiche che ogni professione richiede. I valori
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di una impresa rappresentano i principi guida della Cultura del Lavoro. Dimentichiamo quando ognuno di noi si aspetta il massimo senso di responsabilità dagli altri, dipendenti, collaboratori, soci, fornitori, clienti, sia nei risultati, sia nei mezzi, per la realizzazione dei nostri obiettivi? Dimentichiamo che ogni qualvolta critichiamo il lavoro di un collega, screditiamo l’immagine della nostra professione? Un Paese moderno, e maturo, deve basarsi sulla centralità della persona, e quindi anche sulla diversità e integrità. Diversità intesa come valore del rispetto delle capacità professionali dei colleghi. Integrità intesa come valore di vita, dell’agire quotidiano, che permette di fare la cosa giusta, anche quando ci si trova in difficoltà a scegliere. Ridursi alla mera competizione del ribasso, o al denigrare il lavoro altrui non dà lustro alle ragioni del merito e dell’eccellenza. Molto più efficace, e utile anche per lo sviluppo e la crescita professionale, è recuperare, interiorizzandoli, i principi e i valori che, fin dall’inizio, ci sono stati insegnati dalle nostre famiglie e dalla scuola. Per “concorrere positivamente” a fronteggiare le sfide lavorative del futuro, è molto meglio riacquistare la “grammatica etica”. L’evoluzione della comunità si basa sempre sui diritti e sui doveri. Mi piace sognare la possibilità di sviluppare una “amicizia professionale” dei giardinieri – gli americani la chiamano fellowship fellowship. Una comunanza di intenti che ci unisca per un obiettivo comune: quello di praticare il “mestiere del Giardiniere”, professione sempre più utile e indispensabile alla società, seguendo i più elevati principi morali.
Coltivare
principi morali 66
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