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TR ADE MAGAZINE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE DEL CANALE GARDEN E AGR ARIE
aprile/ maggio 2020
n.185
MARKETING
La forza del prodotto di nicchia
Qual è la nostra idea di garden center? Lo abbiamo chiesto a chi il garden lo vive.
pag. 16
MERCATI
Edizioni Laboratorio Verde srls - via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA)
2020, l’anno imprevisto. Le stime per il canale garden
RICOMINCIAMO DA UNA “NUOVA” DEFINIZIONE
Il centro di giardinaggio ha l’opportunità di confermarsi il luogo dove sostenibilità e commercio possono coesistere. Perché il futuro sarà sempre più green
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FRANCESCO TOZZI
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TR ADE MAGAZINE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE DEL CANALE GARDEN E AGR ARIE
TRADE MAGAZINE BIMESTRALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE PER LA FLORICOLTURA E IL VIVAISMO
L’ARTE DI COMPORRE Abbinare varietà e specie diverse per creare angoli originali e ricercati. Unire più piante nello stesso vaso è una passione che ci contraddistingue
n.185
MARKETING
La forza del prodotto di nicchia
speciale Flortecnica e vivaismo dal 1977 informa il settore anno MMXIX • n.410
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aprile/ maggio 2020
Qual è la nostra idea di garden center? Lo abbiamo chiesto a chi il garden lo vive.
pag. 16
MERCATI
2020, l’anno imprevisto. Le stime per il canale garden
Piccoli dettagli che, se accostati tra di loro, regalano spazi di carattere. Forme particolari abbinate a contenitori dai toni ricercati si completano a vicenda.
RICOMINCIAMO DA UNA “NUOVA” DEFINIZIONE
Ancora Echeverie che si alternano tra i colori del verde, con differenti sfumature. Abbinamenti semplici capaci di trasformarsi in piccoli complementi d’arredo.
UN PICCOLO SPECIALE DI GREENUP PER RACCONTARE IL DIFFICILE PERIODO CHE STIAMO VIVENDO. PER FARCI AIUTARE, ABBIAMO CHIESTO AD ALCUNI AMICI DI RISPONDERE A UNA DOMANDA: COSA SUCCEDERÀ DOPO QUESTO VIRUS? CHE MONDO CI ASPETTA NEI MESI A VENIRE?
Il centro di giardinaggio ha l’opportunità di confermarsi il luogo dove sostenibilità e commercio possono coesistere. Perché il futuro sarà sempre più green
a cura di FRANCESCO TOZZI testi di ANDREA BAFFIGO, ALBERTO E DANIELE BISINELLA, LUCIO BRIOSCHI, SILVANO GIRELLI, STEFANIA MEDETTI, ENRICA RAGANATO, VALERIA RANDAZZO, FABIO RAPPO, SEVERINO SANDRINI
©freepick.com
to scrivendo questo editoriale a tre giorni dall’inizio della nuova fase 2, diciamo la fase 2,5. Da tre giorni hanno riaperto negozi al dettaglio, musei, mostre e attività culturali. Ma non tutti. Da un sondaggio SWGConfesercenti, quattro attività su 10 restano chiuse tra rischio perdite, rebus delle regole e paura del virus. Tanti sono i nodi ancora da sciogliere, tanti stanno facendo conti durissimi con una crisi durissima, ma non c’è altra strada che pensare al futuro. Un futuro da abitare (forse) in modo diverso. Questo greenup nasce da una redazione che aveva anche questi pensieri in testa. Nasce dal desiderio di provare a dire che il futuro c’è, ma va costruito con intelligenza. Così, in questo (e nei prossimi numeri) proviamo a raccontarvelo, grazie a persone, contributi e storie che guardano a un nuovo modo di fare business. Un numero che si divide in quattro – greenup, lo speciale RITORNO AL FUTURO, lo speciale di Flortecnica e Cactus journal – a partire dalla copertina. Una copertina, con il suo servizio interno
Edizioni Laboratorio Verde srls - via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA)
Instagram/ FRA_SETTE EDIZIONI_LAB_VERDE
a pagina 16, che cerca di dare una definizione al centro di giardinaggio, grazie al contributo di 24 addetti ai lavori che hanno scritto per noi, raccontandoci cosa è per loro un garden center. GRAZIE A TUTTI! Poi spazio ai giovani – e quale modo migliore per parlare di futuro – con una serie di interviste che ci parlano di nuove visioni. Si parte con Giuseppe Caporale, vivaista di 25 anni, che alla domanda “tu hai sempre voluto fare il florovivaista?”, non ha dubbi: “Non ho mai pensato che ci fosse, per me, un altro mestiere più bello di questo”. A pagina 22, il contributo di Gabriele Cantaluppi, 27 anni, appassionato di piante che per lavoro fa il cacciatore di novità e rarità da proporre al garden center. Ci parla della forza del prodotto di nicchia con una case history da manuale. E alla fine, siamo andati virtualmente in Inghilterra da Michael Perry, per metà esperto di verde da lunga data e per l’altra metà una personalità dei media. Volto noto della BBC, protagonista di programmi come “Great British Garden Revival”, con lui abbiamo cercato di capire come trasmettere la passione per il verde alle persone. E per progettare il futuro, bisogna fare anche i conti con tendenze e andamenti. A partire da internet. Nel pezzo “Digital (r)evolution” a pagina 40, vi proponiamo l’esperienza presentata all’ultima edizione di Christmasworld, che ha messo in luce le possibilità che un punto vendita ha per ampliare i propri scenari tipici grazie alla Rete e ai social. Mentre, a pagina 52, trovate un’indagine in esclusiva che raccoglie i dati di vendita dei primi quattro mesi di 25 garden center del nord Italia. Insomma, è dal futuro che dobbiamo ricominciare. E per essere certi di questo, abbiamo coinvolto alcuni amici, raccogliendo durante il mese di aprile le loro sensazioni (le trovate a pagina 67), e siamo arrivati a questa conclusione: è necessario guardare avanti, avere una visione, ragionare a lungo termite. Investire sul futuro, appunto.
Smalti, tegami, mug e teiere dal sapore antico fanno da contenitore a esemplari di Echeverie. Qui i toni del verde sono protagonisti in un mix dai contorni delicati.
6 MERCATI / Emergenza Covid
green up Cactus journal
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le modalità di ordinare fiori e piante
12 FOCUS / monografia
www.cactusmania.it +39 0184 33003 trapianta Groen-Direkt, ecco i trend del mese di febbraio: - info@cactusmania.it - Tel. Magnolia, un’americana a sorpresa, bene il rododendro in Francia + La nostra selezione di nuove varietà
by www.cactusmania.it
in collaborazione con Cactusmania
Cenerentola va al ballo
È questa la metafora che abbiamo scelto per il nostro lavoro sulle cactacee e le succulente. La sorpresa è stato vedere quanto fosse calzante: mano a mano che approfondivamo i vari aspetti, si confermava la nostra intuizione. In breve, questo Cactus Journal racconta come è possibile trasformare la Cenerentola della serra calda, la pianta grassa, nella principessa della festa. E lo fa occupandosi di ogni aspetto, proprio come la fata Madrina della favola con Cenerentola: dalla posizione nel punto vendita al layout espositivo, dall’assortimento varietale alle composizioni, fino alla comunicazione con i clienti e all’uso dei social. Dicevamo che quello che vi offriamo è uno strumento di lavoro, pensato per voi che vendete fiori e piante per suscitare innanzi tutto una riflessione, per ispirare l’idea giusta. Cactus Journal però fa di più, vi mette in grado di essere operativi da subito, grazie alla collaborazione con una delle aziende di riferimento del mercato, capace di offrire prodotti di qualità, mai banali, che fanno la differenza sui bancali di un garden. Insomma, il cambiamento che renderà il vostro punto vendita ancora più personale, ancora più accogliente, ancora più bello è qui, fra queste pagine, e aspetta solo di prendere forma. FRANCESCO TOZZI
Così gli accostamenti tra varietà diverse di piante diventano un tutt’uno in una composizione elegante e delicata. Poi i colori INNOVAZIONI / tecnologia pastello del contenitore ne le forme. La soluzione digitale che potrebbe cambiare
esaltano L’anno che verrà. Dopo il lockdown quali saranno le speranze per i produttori?
8 ANDAMENTI / estero
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PRIMAVERA/ESTATE 2020
C’è verde / speranza per tutti Mai come quest’anno si sente il bisogno di portare la natura in casa, dato che non possiamo viverla pienamente fuori casa. È la grande occasione della serra calda. C’è molto da offrire: dalle splendide e sensuali orchidee alle misteriose tillandsia, dai bonsai carichi di storia e sapienza, alle maestose piante esotiche, da fiore o da foglia… Fino ai cactus. Cactacee e succulente sono state definite “le Cenerentola della serra calda”, non a torto, perché, ammettiamolo, capita di maltrattarle anche all’interno del punto vendita. Eppure loro non smettono di essere buone e belle: non ci chiedono di essere curate, non si ammalano, non vengono attaccate dai parassiti, crescono armoniosamente dispiegando le loro strutture affascinanti, non muoiono (quasi) mai. E così, in silenzio, dalla loro posizione di secondo piano rispetto alle regine e reginette della serra calda, - tra le altre, molte varietà possono essere mantenute anche in serra fredda - generano un’entrata costante nelle casse del garden, un’entrata che non conosce stagionalità né crisi. La pianta grassa è un prodotto trasversale: piace a uomini e donne di tutte le età, anche ai giovanissimi. Colori, forme, varietà sono migliaia e c’è sempre qualche novità valida da provare: non annoiano mai. Forti e solide, trasmettono speranza e sicurezza, riuscendo nell’impresa che non riesce a nessun’altra pianta: farsi comprare anche da chi non ha giardino, da chi non ha tempo, da chi non ha spazio, da chi non ha il pollice verde. La favola della popolana, umile e forte, che diventa la regina amata da tutti ci piace da sempre. E allora mettiamo al piede di questa Cenerentola la scarpetta che le manca e diamole il trono che si merita.
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laboratorio di idee
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VI RACCONTIAMO IL MERCATO. greenup
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Sommario /
185 APRILE/MAGGIO 2020
016 022
040 TENDENZE PRIMO PIANO 014 Under 40
022 Marketing
Il mestiere più bello del mondo
a or a del prodotto di nicchia
colloquio con Giuseppe Caporale di Marta Meggiolaro
colloquio con Gabriele Cantaluppi di Marta Meggiolaro
016 Copertina Ricominciamo da una nuova de ni ione di Franceso Tozzi
035 Intervista
044 Marketing
A tu per tu con “una nuova varietà di giardiniere”
Flower agenda, è l’ultima volta
di Stefania Medetti
di Bianca Boschi
040 Retail
046 Marketing
Digitale (r)evolution
Signor Giglio
di Marta Meggiolaro
di Bianca Boschi
048 Design ete di belle a
greenup
di Costanza di Matteo
TR ADE MAGAZINE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE DEL CANALE GARDEN E AGR ARIE
aprile/ maggio 2020
n.185
MARKETING
La forza del prodotto di nicchia
Qual è la nostra idea di garden center? Lo abbiamo chiesto a chi il garden lo vive.
MERCATI
pag. 16
MERCATI
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2020, l’anno imprevisto. Le stime per il canale garden
Edizioni Laboratorio Verde srls - via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA)
Ricominciamo da una nuova defini ione. Il centro giardinaggio ha l'opportunità di confermarsi il luogo dove sostenibilità e commercio possono coesistere.
RICOMINCIAMO DA UNA “NUOVA” DEFINIZIONE
Il centro di giardinaggio ha l’opportunità di confermarsi il luogo dove sostenibilità e commercio possono coesistere. Perché il futuro sarà sempre più green
052 Andamenti
056 Gestione
2020, l’anno imprevisto
Piante, piante e ancora piante
di Lucio Brioschi
di Lucio Brioschi
greenup www.laboratorioverde.net / N 185 aprile/maggio 2020 Direttore responsabile ran es o o i dire ione laboratorioverde net In redazione arta eggiolaro reda ione laboratorioverde net Grafica Daniela ran es on daniela ran es on gmail om
052
Collaboratori auro onsilvio otogra o , ian a el ore, u io rios i, ri a erubini, ostan a di atteo, Stefania Medetti, Nicolò Pensa, Daniela Stasi, Filippo Terragni, Filippo Tommaseo Produzione e segreteria atius ia orello morello laboratorioverde net Consulenza tecnica atteo agni m ragni laboratorioverde net
059
Comunicazione digitale rene atino promo ione laboratorioverde net Promozione e sviluppo te ano arlin s arlin laboratorioverde net Stampa iende ra e rinting srl ia ilano 20068 Peschiera Borromeo (MI)
059 Scenari
064 Prodotti novità
e t mar et il mercato di domani
Voglia di verde
di Nicolò Pensa
062 Ecologia asi
ori api
di Costanza di Matteo
Direzione, redazione e amministrazione Via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) el a laboratorioverde net in o laboratorioverde net
di Filippo Tommaseo
066 Prodotti novità Lotta agli insetti? Si vince così di Bianca Boschi
063 Gestione
RITORNO AL FUTURO Uno speciale a più voci che racconta il periodo che stiamo vivendo. er ri ettere su ciò che ci aspetta nei mesi a venire
assaporto sen a pensieri di Filippo Tommaseo
Doppia copertina
RUBRICHE 007 Editoriale Questo numero
030 Business verde
011 Greenshop
036 Visual idea
Flormart si evolve di Filippo Terragni
dal 1977 informa il settore anno MMXIX • n.410
er al are lasti ella di Erica Cherubini 6 MERCATI / Emergenza Covid L’anno che verrà. Dopo il lockdown quali saranno le speranze per i produttori?
8 ANDAMENTI / estero Groen-Direkt, ecco i trend del mese di febbraio: a sorpresa, bene il rododendro
029 Focus
speciale Flortecnica e vivaismo
antasti o mi di Matteo Ragni
026 Brevi dal mercato
Amministratore unico ran es o o i Segreteria generale Katiuscia Morello reen p una rivista di di ioni aboratorio erde srls Fanno parte della stessa casa editrice: • Flortecnica e vivaismo • IL giardiniere • Bio Agenda • Bio Calendario • I Quaderni di greenup
TRADE MAGAZINE BIMESTRALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE PER LA FLORICOLTURA E IL VIVAISMO
di Francesco Tozzi
Il meglio in primo piano
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asa editri e spe iali ata nei settori florovivaismo, garden e interior
10 INNOVAZIONI / tecnologia
appresentante e ollabora ioni floore all it di ioni aboratorio erde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubbli a ione, in or ma e le nalit di tale trattamento sono rivolte a onsentire linvio della presente rivista, e o altre di propria edi ione, allo s opo di agevolare laggiornamento dellin orma ione te ni a, non alle opera ioni ne essarie alla gestione amministrativa e ontabile dellabbonamento di ioni aboratorio erde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui allart del D gs
La soluzione digitale che potrebbe cambiare le modalità di ordinare fiori e piante
12 FOCUS / monografia Magnolia, un’americana trapianta in Francia + La nostra selezione di nuove varietà
Se giri il giornale, troverai 20 pagine dedicate agli ultimi trend sulla produ ione di piante e fiori.
reen p, periodi o registrato autori a ione del ribu nale di ilano n del n o , delibera del a pubbli a ione o la stampa di arti oli e immagini della rivista deve essere autori ata per is ritto dall ditore li arti oli pubbli ati su reen p sono sotto la responsabilit degli autori
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La nuova gamma black+decker di raserba a batteria al litio da 18V e 36V è molto semplice da manovrare. Ogni modello ha una larghezza di taglio di 33 centimetri, mentre è possibile regolare l’altezza di taglio tra 5 differenti impostazioni. Le lame garantiscono tagli uniformi e una migliore raccolta convogliando facilmente l’erba all’interno del cesto della capienza di 35 litri. Infine, grazie all’impugnatura che si ripiega su sé stessa, il rasaerba è più facile da riporre e occupa pochissimo spazio. www.blackanddecker.it
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Stake è un nuovo sistema di illuminazione lineare su pietra naturale, resistente ed affidabile, ideale per illuminare i percorsi. La meccanica è realizzata in acciaio inox 316, la luce filiforme con 4,5 millimetri di spessore. Ideato da Essenze di Luce. www.essenzediluce.com greenup
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Prodotti / GREENSHOP
COME AVERE ACCANTO UN GRILL MASTER
Vincitore del premio innovazione al CES di Las Vegas, Weber Connect Smart Grilling Hub trasforma qualunque dispositivo in un barbecue smart. Mai più cibo bruciato e festa rovinata. Basterà scaricare l’app Weber Connect, inserire le sonde negli alimenti e poi collegarle al Weber Connect Smart Grilling Hub che invierà direttamente sullo smartphone indicazioni dettagliate su come grigliare: dalle impostazioni di cottura più adatte, al momento giusto per capovolgere le pietanze sulla griglia, servirle e mangiarle. Compatibile con tutti i tipi di barbecue. www.weber.com
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Kolibrie è il nuovo ombreggiatore a vela che arricchisce la gamma di prodotti KE. Si compone di un unico palo di sostegno realizzato in acciaio inox, è orientabile a 360° con movimento manuale o motorizzato. La versione motorizzata è dotata di anemometro con chiusura automatica in caso di forte vento. Realizzato in Dacron, il tessuto in poliestere con filo intrecciato specifico delle vele da imbarcazione, ha un’elevata resistenza all’usura, agli agenti atmosferici e alla salsedine. www.keoutdoordesign.com
OTTIME PRESTAZIONI DI TAGLIO Per i lavori di finitura del prato, McCulloch propone i due modelli di tagliabordi: Trimmac e T26CS. Entrambi garantiscono grandi perfomance, ciclo di vita prolungato dell’attrezzo e facilità di riparazione, a completamento dei vantaggi che contraddistinguono i tagliabordi e i decespugliatori McCulloch. Trimmac, modello base della gamma, è molto leggero (pesa meno di quattro chili) ed è l’ideale per i giardini di media-piccola estensione (fino a mille metri quadrati). La sua asta smontabile inoltre ne facilita il trasporto e ne riduce l’ingombro quando viene riposto a fine utilizzo. www.mcculloch.com
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LA LUCE GIUSTA
La lampada Cage, novità di casa Sovil, è adatta per essere appesa a parete o a sospensione, per illuminare al meglio i momenti di relax in giardino. È in alluminio pressofuso, molto leggero e resistente alla corrosione. La gabbia in metallo è disponibile in bianco goffrato o in nero goffrato, un design distintivo e originale. La luce è diretta con diffusore in resina opalina che permette l’uniformità del punto luminoso. E come tutte le lampade Sovil, Cage permette di risparmiare energia e di limitare l’inquinamento luminoso. www.sovil.com
REGALO VERDE Tillandsia Wall Green Gift è la novità di Michieli Floricoltura: un design semplice, la silhouette del pacco regalo, che valorizza la bellezza e l’unicità delle Tillandsia e le rende perfette per essere un omaggio di verde vivo, un concentrato di benessere e poesia da regalare in diverse ricorrenze. Dalla bassissima manutenzione e dal grande impatto scenografico, il Tillandsia Wall Green Gift può sia essere appoggiato o appeso, rendendolo ancora più scenografico ed unico. www.tillandsia.it
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Primo Piano / UNDER 40
Il mestiere più bello del mondo Per Giuseppe Caporale è il vivaista. Il lavoro che la sua famiglia svolge da ormai quattro generazioni, capace di evolvere e di stare al passo con i tempi, grazie anche alla valorizzazione delle giovani leve colloquio con GIUSEPPE CAPORALE di MARTA MEGGIOLARO
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iuseppe non è giovane, è giovanissimo: ha venticinque anni, si è laureato da poco in Scienze Vivaistiche a Firenze, per poi tornare a casa, a Canosa di Puglia, ed entrare a lavorare ufficialmente nell’azienda di famiglia, Caporalplant. Uno sguardo fresco sul presente, aperto sul futuro, e ricco di spunti interessanti; uno sguardo che ho avuto modo di conoscere due anni fa a IPM e che ora ho l’occasione di condividere qui. Prima di tutto: è stato bello studiare fra Firenze e Pistoia? «Vivere lontano da casa è stata una bellissima esperienza di vita, di cui vedo i frutti rispetto a chi non ha
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Giuseppe Caporale lavora nell’azienda di famiglia, Caporalplant, situata a Canosa di Puglia.
mai deciso di fare il vivaista, mi ci sono trovato, ma in senso naturale, spontaneo; non ricordo mai di essermi fermato a pensarci. Non ho mai pensato che ci fosse, per me, un mestiere più bello di questo».
avuto questa opportunità; però il percorso di studi non è stato esaltante come mi aspettavo, considerando che ho scelto di andare nella zona top del florovivaismo italiano. E dopo la triennale non ho proseguito con la specialistica, perché non ne esiste una ad hoc per il vivaismo, c’è solo quella di Agraria. Oggi credo di più in un progetto di campus, una rete di aziende che voglia fare formazione specialistica e che ti possa immettere subito nel mondo del lavoro. È uno dei progetti che ho in mente». Tu hai sempre voluto fare il florovivaista? «Penso proprio di sì. Io non ho
La produzione si estende su 120 ettari di vivaio.
Quali sono gli aspetti che più ami di questo lavoro? «La forza della natura. Il fatto di sapere che tutti i giorni lavoro con esseri viventi, che in sé è il fattore che complica il nostro lavoro, ma allo stesso tempo è una cosa che non ha prezzo, perché non c’è mai monotonia. E poi, la bellezza, la ricerca di nuove varietà e di nuove sfide. Il nostro settore in ambito italiano potrebbe crescere ancora tanto. Questa possibilità mi dà un
sacco di carica, c’è tanto terreno su cui lavorare, anche perché oggi non si può prescindere da un futuro green. Il prodotto che noi coltiviamo da qua ai prossimi anni andrà a integrarsi con le esigenze ambientali e urbane, con l’esigenza di benessere, di cibo salutare. Non si parlerà più di pianta con scopo puramente estetico». E com’è stato entrare in azienda? «Sono il figlio del titolare e sono cresciuto lavorando in azienda, ma quando sono stato assunto a dicembre 2018 sono entrato senza “tappeto rosso”. Mi occupo dei clienti esteri, e in più coordino la produzione e i commerciali, insieme alla Ricerca e Sviluppo, per l’introduzione di novità varietali. Questo è un ambito in cui ho avuto la possibilità di dare il mio contributo: è stata mia l’idea di affidare a una persona il compito di fare Ricerca e Sviluppo. Allo stesso modo ho insistito per dare una giusta importanza all’assortimento delle varietà protette da brevetto. Penso sia una scelta lungimirante mettersi a supporto delle aziende che gestiscono la genetica, e per questo ora abbiamo un campo sperimentale per le prove di piante nuove». Una bella spinta innovativa in un’azienda giovane quasi quanto te… «Hai ragione, Caporalplant è molto giovane, anche se la vocazione della mia famiglia al florovivaismo ha radici ben più profonde e possiamo parlare di quattro generazioni dedicate a questa attività. Il mio bisnonno faceva olivicoltura e vendita al dettaglio. Solo nel Duemila siamo passati alla produzione di piante ornamentali per i garden center, per vari motivi, non ultimo il fatto che mio nonno e i suoi figli vedevano più futuro su questa strada. Oggi coltiviamo con passione piante mediterranee su 120 ettari di vivaio. E lo facciamo con tre generazioni che lavorano ancora insieme gomito a gomito».
Come sono i rapporti fra di voi? «I rapporti sono buoni. Ho dei compiti completamente diversi da mio nonno, che si occupa della produzione, mentre mio papà si occupa del mercato italiano, in parallelo a me che sono sull’internazionale. Mi dà molto spazio, però allo stesso tempo avendo compiti simili posso imparare molto dalla sua esperienza. È un buon cocktail fra voglia di fare dei giovani e l’esperienza di chi è più maturo». Quali sono dal tuo punto di vista gli aspetti su cui il florovivaismo è da svecchiare? «Secondo me noi vivaisti dobbiamo capire che siamo i protagonisti e solo noi possiamo essere i promotori di una cultura del verde nel territorio nazionale. Dobbiamo incentivare il consumo interno, rompendo il trend per cui si condividono gli obiettivi o le criticità ma poi ognuno fa il suo. Bisogna crescere culturalmente come categoria. Da qui scaturirà un miglioramento anche nelle trattative con gli acquirenti. Basta con contratti superficiali o “a parola”. Secondo me con quest’anno impareremo la lezione. In più, dobbiamo pensare a come comunicare il valore della nostra pianta, magari in rete con i garden. Il consumatore di oggi vuole più tracciabilità. Possiamo suscitare in lui curiosità e passione». Caporalplant in questo periodo di crisi da epidemia Covid si è distinto per l’iniziativa Damm Nu Ves. Ce ne parli? «Damm nu ves in dialetto canosino significa “dammi un bacio”. Però la parola ves in dialetto significa sia bacio che vaso: se lo dico a una ragazza lei può scegliere se darmi un bacio o un vaso… quindi il bacio glielo do io per primo, ed evitiamo fraintendimenti! (ride). Scherzi a parte, abbiamo organizzato una
La locandina dell’iniziativa Damm nu ves, pensata per essere di sostegno al territorio durante l’emergenza Covid, vendendo le piante direttamente ai privati.
consegna a domicilio per privati, coinvolgendo il Comune di Canosa di Puglia e Coldiretti Puglia. È un successo, anche perché il 50% del ricavato di questa iniziativa è destinato a un’associazione comunale che distribuisce beni di prima necessità alle famiglie che in questo momento sono in forte difficoltà. È un’azione del territorio, per il territorio, che a noi ha portato una grande carica di energia! Non mi aspettavo che avrebbe avuto un così buon riscontro. A maggior ragione mi fa capire che la cultura del verde va promossa, che è nostro dovere farla crescere». Cosa pensi che debba fare il settore in questo momento? «Bisognerebbe imparare da quello che è successo per trovarsi preparati ad affrontare qualunque altra emergenza che potrebbe mettere in discussione la vendita di fiori e piante. Nell’immediato, io credo che il settore debba essere un esempio del fatto che si può lavorare in sicurezza. In più, essendo il nostro un settore che non si ferma, continuare con iniziative magari anche più belle della nostra per contribuire al sostegno del nostro territorio. Usiamo tutta l’inventiva che abbiamo, mettiamo le idee in rete, produciamo risorse economiche pensando a chi da mesi non sta prendendo un euro: da noi, ad esempio, chi fa turismo e ristorazione è con l’acqua alla gola. Non dico che dobbiamo essere noi i paladini, c’è un Governo che deve prendersi le proprie responsabilità; però se noi possiamo fare qualcosa dobbiamo rimboccarci le maniche e metterci al lavoro». greenup
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Primo Piano / COPERTINA
Ricominciamo da una “ Il centro di giardinaggio ha l’opportunità di confermarsi il luogo dove sostenibilità e commercio possono coesistere. Perché il futuro sarà sempre più green e piante e fiori prota onisti ia o chiesto a 24 addetti ai lavori di darci la loro visione di garden center di FRANCESCO TOZZI
RISPOSTA COMMERCIALE AL SENTIMENTO DI NATURA
Definire un garden center non è facilissimo, vista la profonda differenza che in linea di massima si riscontra nel panorama italiano. In generale comunque, si tratta di realtà strutturate come punti vendita della grande distribuzione (ingressi, uscite, barriera casse ecc...) con superfici medie e con una logica espositiva abbastanza simile. Trattano nella maggioranza dei casi il mondo vegetale in tutte le sue espressioni (piante da esterno, interno, orticole, fruttiferi ecc...) e tutto quanto è a esse correlato, dalle sementi, ai bulbi per finire negli indispensabili articoli complementari (terricci, vasi ecc...). Largo spazio anche all’intero mondo del giardinaggio vero e proprio: attrezzi a mano e motore, concimi e articoli per la difesa e la protezione. Negli anni, soprattutto gli ultimi, si nota una parziale uniformazione merceologica nelle realtà più mature, e una sostanziale diversificazione da altre realtà come i vivai, le agrarie o i plant center, che non hanno ancora, per profondità di gamma e completezza di offerta, un’integrazione merceologica così ampia simile ai garden center. Come definizione sintetica, potremmo dire che i garden sono la risposta commerciale al sentimento, sempre più presente, della ricerca di uno stile di vita a stretto contatto con la natura. Anche in città e nelle proprie case, giardini, terrazzi o balconi. Teddy Adhana, responsabile commerciale Franchi Sementi
PIANTA, VALORE AGGIUNTO
In base alla nostra esperienza di giovani imprenditori, per noi un garden center, è un luogo dove la pianta è l’elemento centrale, tutto deve ruotare attorno a piante e fiori, da questo elemento ci si allarga con l’offerta merceologica. L’offerta di piante va arricchita, completata, valorizzata, abbinata a tutto ciò che serve per curarla. La conoscenza delle piante è il valore aggiunto che solo il garden center deve e può dare. La consulenza è quella parte che ci distingue. L’oggettistica, i prodotti non vegetali sono necessari, ma non costituiscono quello che dovrebbe essere l’anima del garden: un mondo di verde. Alessandro Assirelli, La Serra Garden Center (Imola, BO)
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DIMINUIRANNO LE SUPERFICI
Siamo in un periodo di grandi e possibili cambiamenti, che influenzeranno profondamente le nostre attività, anche alla luce della rivalutazione dei negozi di prossimità, delle problematiche legate alla logistica e di un servizio spesso anonimo di GDO e big garden. A questo, inoltre, bisogna aggiungere la crescita esponenziale dell’e-commerce, che per i garden non è sempre di facile applicazione e prevede conoscenze, competenze non da tutti. Ecco, questa brevissima analisi mi porta a pensare che in futuro i garden center saranno sempre meno orientati alle grandi superfici, e queste big surface avranno meno appeal: il garden sarà sempre più giardino e meno merce di ogni tipo, come i bbq, che stridono con il contesto floreale. Poi spero in una maggior professionalità, in più competenza ed empatia: punti vendita in cui cordialità, accoglienza, simpatia e conoscenza fanno la differenza. Se sarà così, avremo un futuro, viceversa sarà un’occasione persa per evolvere. Daniela Barbazza, Barbazza Garden (Treviso)
PROMOTORI DI LIFESTYLE
La parola garden center è ormai entrata nell’uso comune, per intendere un centro di giardinaggio, quale superficie di vendita
“nuova” definizione maggiore, sia per la qualità reale che per quella percepita. I giardini, di ogni dimensione e tipologia, sono considerati dai loro proprietari dei veri e propri luoghi di svago, riposo e tranquillità. Il retailer, quindi, dovrebbe cercare di capitalizzare questa tendenza, sostenendo non solo la vendita di articoli da giardino e prodotti orticoli, ma veicolando (…e quindi vendendo) un vero e proprio lyfestyle, ispirato a un approccio sempre più attento all’ambiente, alla sostenibilità e alla connessione con se stessi che si viene a creare quando si è immersi nella natura. Diletta Benesperi, marketing & sales department IDeL
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al dettaglio, generalmente ubicata in aree urbane o extra-urbane, con limitato accesso al traffico pedestre, ma elevato traffico motorizzato, con spazi di media-grande dimensione, specializzati, come attività primaria, nell’ampia e profonda offerta di fiori, piante, vasetteria, arredo da esterno o per verande e patii, sementi e prodotti correlati al giardino domestico. La tecnica generalmente utilizzata è il libero servizio, sebbene la tendenza, come in ogni comparto retail, vada verso una connotazione ibrida tra self-service e servizio assistito. Il garden center di successo, in particolare, è un punto vendita al dettaglio capace di soddisfare le esigenze dei green consumer. Il consumatore green, infatti, non è limitatamente interessato all’acquisto di una pianta, un tavolo da giardino o una sedia a dondolo, ma cerca un’esperienza e la realizzazione dei suoi desideri: il garden center di successo riesce, con immediatezza, a concretizzare il senso di bellezza e fantasia che sta nell’individualità dei bisogni del singolo acquirente. Come? Grazie, per esempio, a piante ben esposte, adagiate in eleganti vasi, la cui presenza è affiancata da personale di vendita disponibile e competente, capace di favorire un’esperienza di acquisto accattivante, incentivando il cliente a tornare, poiché, se la complessiva immagine del negozio, i prodotti e il servizio sono attraenti, i green consumer saranno disposti a spendere, e a farlo in misura
Qual è la nostra definizione di garden? Un luogo piacevole, un ambiente accogliente e rilassante capace di dare ispirazione e soluzioni, con creatività e professionalità e che ha la missione di migliorare la vita quotidiana grazie alla forza e alla bellezza della natura. Il cuore pulsante, il filo conduttore, del centro giardinaggio deve essere necessariamente la natura. Non intesa come offerta di piante e prodotti all’interno di una serra. Bensì un ambiente piacevole, un’oasi, una fonte d’ispirazione. Non semplici venditori, ma guide per il cliente capaci di proporre soluzioni per vivere a pieno la bellezza della natura. Questa visione non si limita alle piante, al giardinaggio o agli articoli per animali. Amplia il centro giardinaggio a proposte per l’arredo, il mangiare bene, il benessere e uno stile di vita sano e genuino. Inoltre, questo deve essere fatto con creatività, professionalità e in maniera sostenibile: una creatività che il cliente può far propria, una fonte d’ispirazione accessibile e da portare a casa. Poi professionalità e competenza per dare risposte chiare e precise, perché troppo spesso ci si improvvisa, anche fra gli addetti del settore, ma nel lungo periodo il cliente lo capisce. Infine la sostenibilità, oramai un fattore imprescindibile. Se proponiamo natura, la sostenibilità è un presupposto intrinseco e il centro giardinaggio deve esserne protagonista come portatore di cambiamento positivo nella società. In tutto questo, sta poi al singolo imprenditore definire i valori, lo stile, il tono e l’ambientazione del proprio brand e punto vendita. Alberto e Daniele Bisinella, RosàFlor (Rosà, VI)
TRA EMOZIONI E CONTO ECONOMICO
Il centro di giardinaggio, secondo la mia modesta visone, deve essere concepito come un luogo rilassante in cui il colore del verde, il rumore dell’acqua e il canto degli uccelli devono predominare. Deve essere un luogo d’incontro in cui passare il tempo e imparare tramite corsi l’arte del giardino. Il mio concetto base è che oggi i garden deve “vendere” emozioni e stili di vita, perché i prodotti li vendono tutti. Poi bisogna passare dalla teoria alla pratica, quindi: nel centro di giardinaggio è importante avere un lay-out didattico e stabile nelle aree greenup
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tecniche e, invece, rimodulabile nei reparti decoro, serra fredda e serra calda. Questo tipo di impostazione permette di sfruttare al massimo la bellezza delle stagionalità in termini di fioriture e fogliame. Altro fondamentale punto per il garden center è il personale: formato, tecnico, motivato. Il personale deve essere coinvolto nelle scelte e nelle decisioni e responsabilizzato, solo così può far parte di una squadra vincente. Poi c’è il dietro le quinte: conto economico, piani di sviluppo e di miglioramento, budget e business plan. L’emergenza del Covid-19 ci ha insegnato che oggi non esiste più nulla di stabile. Una chiusura come quella che abbiamo dovuto subire ha cambiato lo scenario non solo di un anno di lavoro, ma di una vita intera e questo ci obbliga a pensare ad aziende più snelle, più leggere e soprattutto che abbiano la capacità di cambiare pelle molto velocemente. Giacomo Brusa, Agricola Home&Garden (Varese)
UN SERVIZIO DA RACCONTARE
Per me un garden dovrebbe rappresentare un’attività commerciale nella quale ogni gesto durante le giornate di lavoro degli addetti, è mirato a offrire al cliente un ambiente d’ispirazione e un servizio da raccontare (la nostra mission). Questo, perché penso che il sano giardinaggio non sia altro che una “relazione” benefica e rigenerante con ogni pianta. Affinché, questa straordinaria opportunità sia colta pienamente dai nostri clienti, il garden center deve svolgere coscientemente il proprio ruolo di driver, di interfaccia e possibilmente dare un contributo evolutivo, in ambito di ricerca e sviluppo, al settore di appartenenza. Paolo Cecchetti, X Miglio (Roma)
TRA VISIONE E SOGNO
A mio avviso il garden center, prima di essere un punto vendita che commercializza piante e fiori, dovrebbe essere un “luogo”, un luogo dove devo avere il piacere di passare un po’ del mio tempo libero, indipendentemente dalla necessità di comprare. Un luogo da vivere in cui, oltre alle piante e ai fiori che devono avere la parte predominante, si possano trovare degli spazi per fermarsi a leggere un libro, bere un caffè, fare uno spuntino, dove ritrovarsi con amici per fare quattro chiacchere eccetera. Poi il garden deve offrirmi, sì piante e fiori, ma anche altro: un multi-store con tanta merceologia che immagino diversa da quella che si trova ovunque e penso a un gardenista che dovrà avere la capacità e la possibilità di girare il mondo alla ricerca sempre di cose nuove e di tendenza. Un sogno probabilmente, ma questa è la mia visione, e una visione non è altro che un sogno tramutato in realtà. Massimo Chelini, responsabile commerciale Ital-Agro
SPAZI PIÙ RAZIONALI
In base allo sviluppo, determinato anche da quello che ci è accaduto in questo periodo, il vero garden center dovrebbe concentrare la sua offerta merceologica sempre più sulle piante, così da diventare un luogo dove trovare tutto ciò che potrebbe contribuire ad arricchire di bellezza la nostra esistenza. Certo, poi oltre alle piante non devono mancare i prodotti aggiuntivi:
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gli accessori, concimi e referenze per la manutenzione. Quello che abbiamo vissuto, ci porterà anche a fare nuove considerazioni imprenditoriali: se dovessi aprire oggi un garden center ottimizzerei gli spazi, anche della metà, per quanto riguarda la superficie coperta. Jerina Cipriani, Cip Garden (Como)
“GERMOGLIERÀ” UNA NUOVA NORMALITÀ
Come stiamo vivendo questo momento? Cerchiamo di valutare tutte le opportunità che possono nascere da questa crisi senza precedenti, forse la più grave dal dopoguerra, un’emergenza sanitaria che si sta trasformando in emergenza finanziaria. Stiamo andando avanti per limitare il più possibile i danni ma questo non basta, dobbiamo guardare al futuro sfruttando tutte le nuove opportunità. Stiamo assistendo a un boom dell’e-commerce, passando da una funzione legata spesso alla convenience a una funzione sociale che ha coinvolto anche i garden center, che si sono organizzati per soddisfare questa nuova modalità. Questi cambiamenti non torneranno al passato, ci sarà un nuovo equilibrio che possiamo definire shopper evolution, avremo consumatori che daranno sempre più rilevanza al luogo in cui vivono. Nella nuova realtà avremo persone che passeranno più tempo a casa; il nostro modo di vivere è cambiato in poco tempo. “Germoglierà” una nuova normalità che ci permetterà di agire in modo più agile. Quindi, quale saranno gli appuntamenti per il futuro? Prossimità 2.0 ed e-commerce. Il garden center deve cogliere il buono che può derivare anche da una crisi, attraverso il rafforzamento della reputazione: una crisi, se ben gestita, consolida la credibilità e la stima nei confronti dei clienti/consumatori; oltre a sperimentare nuove strategie o modifiche organizzative. Ultimo aspetto: tenere in considerazione le domande e i bisogni dei clienti, li fidelizza, li rende partecipi, li fa sentire supportati. Anna Maria Blasetti e Giuseppina Corsetti, direzione marketing Blumen Group
IL VALORE SOCIALE
Immaginiamo che i centri giardinaggio abbiano le potenzialità per diventare punti di aggregazione sociale nel prossimo futuro. All’interno dei garden center ci sono spazi, bellezza, curiosità, innovazione. Sono luoghi in cui trionfano la natura e il nostro viverci e prendercene cura. Ne siamo ancor più convinti dopo lo shock provocato dalla pandemia: oggi si parla tanto di salubrità degli ambienti, dell’importanza del verde anche domestico, della dimensione del tempo, e della qualità del tempo da dedicare alle nostre passioni, così ampliato negli ultimi mesi. E il giardinaggio, in tutte le sue sfaccettature, è una delle grandi passioni del nostro Paese. Immaginiamo, e ogni anno a Myplant ne proponiamo una visione, questi luoghi come spazi di socialità, arricchiti da aree conviviali, spazi esterni da vivere e in cui giocare; li immaginiamo sviluppati attorno a nuovi concetti: dalla disposizione su bancali dei prodotti vegetali, all’offerta al pubblico ribaltata concettualmente, che privilegia i raggruppamenti per utilizzi a tema, e non più per famiglia. Siamo anche convinti che i garden center possano dedicare delle ‘aule verdi’ per chi, bambini, ragazzi o adulti, ha voglia di imparare a conoscere il magico
mondo vegetale, e a prendersene cura abbracciando i valori della sostenibilità, della creatività, della bellezza e della salute. Per prepararsi a un futuro che, tra le infinite incognite, ha nella natura una salda certezza. Gianpietro D’Adda, presidente Consorzio Myplant & Garden
QUALCOSA DI BELLO
Il nostro lavoro ha secondo me una missione più nobile. Ce ne siamo accorti ancora di più in questi giorni. Non solo i cellulari e social media ci fanno vivere in un mondo sempre più virtuale, ma anche il virus con isolamenti forzati ci ha fatto riscoprire, tra le tante cose, anche l’importanza di avere un giardino o almeno un piccolo balcone con qualche vaso fiorito. Credo che le persone abbiano ancora di più capito in questo periodo il valore della connessione con l’ambiente. Nel nostro vivaio cerchiamo di fare proprio questo: dare un’essenziale connessione con la natura, così che il cliente possa portarsi a casa o regalare a una persona cara un qualcosa di naturale, di bello. Secondo me abbiamo anche un’altra funzione nobile: quella di lasciare il nostro territorio bello e sano per i nostri figli e nipoti. Essendo un’azienda familiare dalla lunga storia sentiamo ancora più forte la nostra responsabilità sociale. Credo che un’altra cosa importante sia la passione e per questo ringrazio i nostri genitori per averci introdotto e per averci insegnato una professione così bella. Marco Dalle Rive, VDR Garden Center (Zugliano, Vicenza)
PER MIGLIORARE IL MONDO
Il garden center è un centro di giardinaggio che agisce/opera su più livelli. Il primo livello è quello materiale, relativo alla fornitura delle piante e dei prodotti accessori, tant’è che se si limitasse solo a questo sarebbe una semplice agraria. Il secondo livello è quello che concerne il benessere della persona cosicché il cliente, entrando in un garden, dovrebbe riuscire a percepire e respirare un’aria positiva, piacevole anche per la psiche derivante dall’incontro con le meraviglie della natura che il negozio mette a portata di mano (cosa questa che i centri commerciali difficilmente possono trasmettere). Il terzo livello deve essere quello dell’ispirazione al miglioramento del mondo circostante, così ché ogni piccolo contributo speso per la natura da parte del singolo si traduca inevitabilmente in un grande investimento per il pianeta se questo diventa poi anche abitudine di vita. Da un punto di vista sociale, poi, il garden potrebbe anche rivestire un ruolo di aggregazione e di interesse, coinvolgendo a 360° l’uomo nel mondo sia vegetale, sia animale, in quanto alla fine siamo poi tutti sulla stessa barca. Giuseppe Dametto, Dametto Garden Center (Oderzo, TV)
DOVE APRIRE LA MENTE
Mi trovo a vivere un momento che mai avrei immaginato di vivere. Costretto a stare fermo, come tutte le persone che conosco e anche tutte quelle che non conosco. I pensieri vanno spesso al come sarà dopo. Sicuramente cambieranno tante cose. Se penso al dopo, non so perché, ma mi vengono in mente i centri di giardinaggio o garden center. Per me il centro di giardinaggio è un posto magico dove perdersi
in mille colori, forme e profumi. Dove esaltare tutti i nostri sensi, dove lasciarsi ispirare dal silenzio e dalla bellezza di cui solo la natura è capace. Dove poter respirare. Dove trovare la pianta o quell’oggetto particolare per creare un mio personale design a casa o in giardino, sul balcone o in terrazza. Dove aprire la mente a nuove idee. Dove l’innovazione riesce a sorprendermi e dove l’attenzione alla sostenibilità mi fa sentire parte di un qualcosa di più grande. Dove trovare tutto il necessario per potermi sentire un provetto orticoltore, giardiniere o architetto, o chissà cosa altro, a casa mia. Dove so con certezza di trovare tanti sorrisi ad accogliermi, pieni di esperienza e di gentile sapere. Immagino che quando arriverà il dopo, quel tanto atteso dopo, noi saremo sempre gli stessi, ma non gli stessi di ieri. Mi piace pensare che ognuno di noi avrà davvero voglia di circondarsi di forme, colori e profumi. Avrà voglia di circondarsi del bello. E il centro di giardinaggio è una bottega del bello. Gianfranco de Leo, area manager Sud Europa di Schoneveld
RITROVATA PASSIONE
Quando cerchiamo di classificare le attività del nostro settore, pensiamo al garden center come a un punto vendita abbastanza esteso, dotato di uno spazio esterno curato, dove si possono comprare le piante, i prodotti e l’attrezzatura per praticare il giardinaggio, ma anche gli arredi e tutti gli accessori per la vita all’aperto. Negli ultimi anni abbiamo visto il concept dell’outdoor living crescere e arricchirsi di sfumature. Nell’ambito delle fiere internazionali – dove si cerca di anticipare i trend – basti pensare che all’ultima edizione dello spoga+gafa di Colonia, a settembre 2019, due padiglioni erano dedicati esclusivamente ai barbeque! Il 2020 porterà profondi cambiamenti che non avevamo previsto. Già si parla di low touch economy, “l’economia a basso contatto” che costringerà interi settori a ripensare il proprio modo di creare e distribuire valore. In futuro, non facciamoci trovare impreparati. Durante le settimane di distanziamento sociale, abbiamo potuto osservare come gli spazi esterni dell’abitazione abbiano rappresentato una forte valvola di sfogo per le persone chiuse in casa. Credo che il garden center dell’era post-Covid debba ripartire proprio da qui, da questa rafforzata – se non ritrovata – passione per il giardinaggio e incentrare su di essa la propria offerta al consumatore finale. Marco di Giacomo, responsabile marketing Agribios Italiana
GIARDINAGGIO AL CENTRO
Penso che il centro di giardinaggio debba mettere il giardinaggio al centro (e non è solo un gioco di parole) della sua attività primaria. Questo scontato non è… Non è facile essere il punto di riferimento per gli appassionati, per i neofiti e per gli “occasionali”, perché ognuno di questi ha bisogno di cose diverse. Il centro di giardinaggio deve avere una competenza di alto livello, poi una gamma di piante e accessori scelta accuratamente, diversa da quella “base” dei supermercati – penso ai concimi e ai terricci da cui spesso il successo di una coltivazione dipende molto. Personalmente ritengo che un cliente che vi si rechi possa rimanere confuso quando assieme alle referenze di settore trova anche giocattoli, zerbini, ecc… Per ricercare la sua identità greenup
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(il giardinaggio) non deve essere un bazar, ma mantenere una forte attinenza con il mondo delle piante e del giardino. E deve investire sempre di più su ispirazione, divulgazione, cultura: c’è ancora tanta gente da far avvicinare a questo mondo. Deve poter contare su una serie di figure professionali ben formate, che siano specializzate nei diversi settori di attinenza. Infine, sempre di più dovrà creare nuovi servizi da mettere a disposizione della clientela in modo da rendere smart un mondo che – diciamocelo – un po’ complesso lo è. Mario Ferrarini, co-fondatore Arena Vivai
SERVE UNA LEGGE
Attualmente parlando di centri di giardinaggio o garden center, risulta difficile giungere a una definizione degli stessi e, anche nella legislazione vigente, non esiste alcun elemento che consenta di individuare in modo chiaro un soggetto che abbia una rilevanza giuridica. La necessità di implementare l’offerta di specie vegetali e altri beni complementari, per poter mantenere le aziende sul mercato, rendendole competitive nei confronti di altre realtà commerciali e in particolare della GDO, rende indispensabile un pronunciamento del legislatore per meglio definire possibilità e opportunità dei gestori di questi centri, per evitare che tale implemento all’attività agricola determini anche problematiche di tipo urbanistico, essendo che il legislatore ha equiparato agli imprenditori agricoli soggetti svolgenti operazioni di cura e sviluppo del ciclo biologico, prevedendo criteri di collegamento soggettivo e oggettivo rispetto all’esercizio delle attività agricole (si pensi all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 228 del 2001). Sarà sempre e comunque necessario il mantenimento di queste caratteristiche anche laddove vi possa essere un carattere di promiscuità rispetto all’attività agricola e commerciale. Nada Forbici, presidente Assofloro
BIBLIOTECA DI IDEE
La definizione di garden center, secondo noi, sta nel creare una biblioteca di idee, spunti per casa, giardino, relax, in armonia con l’ambiente; il tutto legato al sociale. Se si riesce a conciliare, il bello, la natura e l’aiuto agli altri, in qualunque forma, questo corrisponde all’idea di garden center che abbiamo maturato nel tempo. In concreto, dovrebbe essere un luogo di idee e suggerimenti. In tutto questo lo spazio è a volte un limite, serve uno spazio non esagerato ma adeguato. Se siamo rilassati abbiamo più tempo per percepire ciò che ci circonda. Per la nostra storia, la nostra esperienza, un garden deve essere anche uno stimolo, un pungolo sul territorio, un gruppo di persone che credono in ciò che fanno e che spingano il proprio mercato a condividere questo spirito. Noi, non totalmente, ci siamo riusciti a modo nostro. Enzo Giovini, Solgarden (Sassuolo, MO)
SEMPRE MAGGIOR ATTENZIONE ALL’OUTDOOR
HOMI Outdoor Home&Dehors è, per definizione, un invito a godere degli spazi dentro e fuori casa con stile. La recente emergenza Coronavirus e la conseguente fase 2 ci hanno offerto importanti spunti di riflessione per ragionare sulla funzione di
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uno spazio verde. Da complemento accessorio dell’abitazione per molti è stato in tempo di quarantena un lusso di cui godere pienamente e per il quale si è subito risvegliato un vivo interesse. Il distanziamento fisico suggerito, che non si esaurirà nel breve periodo, porterà a una crescita di soluzioni per l’outdoor, ma non solo. L’attenzione verso l’arredo di terrazzi, balconi o anche solo di angoli di giardini d’inverno è sempre più diffusa e in questo contesto il segmento outdoor potrà offrirà una visione allargata su tendenze future e nuove opportunità di business. Questa contaminazione tra vari modi di vivere le nostre abitazioni, in un continuo rimando tra il dentro e il fuori, accresce così l’interesse anche verso accessori e decorazioni. Un garden center, in questo momento più che mai, deve offrire soluzioni versatili per molteplici tipologie di clienti – consumer e business to business – che riscopriranno e rafforzeranno il loro interesse per gli spazi verdi dentro e fuori casa. Emanuele Guido, direttore di HOMI Outdoor Home&Dehors
QUESTIONE DI BENESSERE
Un garden center rappresenta un canale specializzato dove poter reperire prodotti di qualità per sviluppare la propria passione per il mondo green e rendere più confortevole l’ambiente in cui si vive. Un luogo la cui esperienza d’acquisto riporta inoltre una grande valenza estetica, rappresentata da un layout e un assortimento spesse volte affascinante per gli occhi del consumatore. Un vero percorso dove la polisensorialità la fa da padrona. Un’esperienza che viene vissuta come un piacere, quasi nel “trastullarsi” all’interno dei garden center per la passione dello starci proprio come luogo fisico. Bisogna considerare anche l’importanza degli addetti, percepiti come figure competenti e professionali a cui delegare i propri problemi tecnici per un confronto costruttivo su determinati prodotti specifici o più in generale per la cura delle piante. Un luogo dunque, quello dei centri di giardinaggio, in cui passione, amore e condivisione sono al centro. Il risultato? Un benessere emotivo, fisico e mentale per le persone. Un luogo quasi di evasione da una routine che spesse volte era o è ancora troppo meccanicamente ordinaria. Melissa Parente, marketing specialist Vigorplant
so il naturale/bio. Un luogo dove la persona che entra cerca delle risposte e vuole addetti competenti e disponibili, dove trovare degli spunti, vetrine su come utilizzare un prodotto o posizionare la pianta appena comprata. Dove incontrarsi, fare corsi. Dove si crea cultura verde. Questo non sarebbe male. Ma anche un luogo dove rilassarsi e passare un po’ di tempo a contatto con la natura; la gente ha bisogno di staccare dalla routine quotidiana e secondo me, il garden è proprio il posto giusto per staccare la spina in questo mondo sempre più frenetico. Christian Rodighiero, Floricoltura Rodighiero (Sandrigo, VI) © stock.adobe.com/it/
SPAZIO AL FOOD
Mi hanno chiesto cosa ti aspetti di trovare in un centro giardinaggio? Devo essere molto sincera, non ho il pollice verde e sono allergica a tutto quello che ha un colore verde in primavera, per cui alle domande che mi avete fatto risponderò altrettanto sinceramente… Sono stata poche volte in un centro giardinaggio per i motivi che vi ho detto all’inizio, ma devo dire che a parte le due “piccole peculiarità che mi contraddistinguono” sono posti che mi attraggono molto. Sono affascinata da tutto quello che è natura e mi faccio conquistare da piante, fiori, che poi però so che in mano mia avranno vita breve. In un centro giardinaggio trovo bellissima la varietà della natura in cui ti trovi immerso, i colori e la bellezza delle forme sono per me, che ho un gusto estetico/grafico, motivo di attrazione. Mi trovo a guardare le grandi quantità e varietà dei fiori e delle piante pensando a come sono belle e come possono veramente abbellire gli ambienti di casa, del balcone (vivendo a Milano), del terrazzo per i fortunati o dei giardini per i privilegiati, che magari hanno una casa fuori città. La sezione che mi piace molto, e che per me è fondamentale trovare in un garden center, è quella degli accessori, vasi, contenitori, piccoli e grandi arredi che, non avendo vita e non essendo verdi, posso pensare di usare anche nei miei spazi di casa o dell’ufficio. Non so se in tutti i garden center c’è, ma la sezione dedicata agli animali mi affascina. Ho un gatto e trovare un nuovo giochino o un cibo particolare è la missione che prediligo. Per cui, per la poca esperienza che ho, il garden così come l’ho vissuto fino a oggi mi sembra abbastanza completo e soddisfa la mia “purtroppo poca necessità”. Forse, visto che sono una buona forchetta e buongustaia, potrei essere una cliente più assidua se nei garden ci fossero dei food corner che propongono prodotti a km0 da consumare in loco o da comprare e portare a casa. Simona Polli, direttore del giornale White Sposa
IL POSTO GIUSTO
Il garden center secondo il mio parere dovrebbe essere un luogo con molte piante, un ottimo assortimento e un’offerta di attrezzature legata al mondo verde sempre più rivolto ver-
ASSORTIMENTO COMPLETO
Quando parlo di garden center io penso ad un negozio “speciale” dove il consumatore possa recarsi per acquistare quanto necessario a svolgere il suo hobby che è il giardinaggio. Quindi il garden è un punto vendita che dovrà sorprendere il visitatore, dovrà essere bello e ben organizzato, pulito, ordinato con addetti cortesi e competenti. Molto importante è l’assortimento che deve essere il più completo possibile e l’esposizione dei prodotti, ritengo che per attirare l’attenzione del consumatore all’acquisto quest’ultimo è uno dei fattori fondamentali. Un garden dovrà organizzare degli eventi per coinvolgere e “insegnare” al pubblico il meraviglioso universo delle piante. Cifo crede molto in tutto questo e con la figura dei “green advisor”, team di lavoro esperto e appositamente formato, vuole sostenere i punti vendita per allestire e mantenere in ordine i display di prodotto, offrendo inoltre corsi di formazione mirati agli addetti del punto vendita e ai consumatori finali. Un garden center infine deve avere un sito internet piacevole e aggiornato, deve essere social e in questo momento eccezionale dettato dall’isolamento forzato a causa del Coronavirus abbiamo visto che mantenere il coinvolgimento con gli utenti è stato determinante e porterà a un sicuro e positivo riscontro quando tutto tornerà alla normalità. Maria Chiara Siciliani, product manager H&G Cifo
DOVE ESALTARE LE ESPERIENZE
Qual è la mia definizione di garden center? Come si dice in questi casi “bella domanda” forse la mia risposta è: non saprei! In questo momento dove tutto si è fermato e nulla è scomparso, le persone hanno preso nuove abitudini, si sono avvicinate a un “modo nuovo” di acquistare e se chiedi se continueranno in questo modo, dopo un’esperienza positiva, se pure in un momento difficile, molte risponderanno “sì certamente”, convinte che questo sia il futuro. Servirà un po’ di tempo per capire il “tipo di segno” che lascerà questa situazione, troppo presto per avere delle certezze. Penso che la nostra indole latina ci porterà a cercare il contatto e a recuperare le abitudini tanto care a noi. Tuttavia credo, ormai sia indubbio, che anche il garden center dovrà avere un forte approccio con il mondo web che lo porti a essere visibile nell’area in cui opera, con servizi per i clienti che a loro volta saranno attratti a visitare lo store fisico. Detto questo, lo definirei un luogo in cui dovranno essere esaltate le esperienze. Guglielmo Torelli, responsabile divisione Verdemax greenup
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La forza del prodotto di nicchia credit_Oliver Jaist
Un appassionato di piante che per lavoro fa il cacciatore di novità e di rarità da proporre nel garden center. Perché ha imparato quanto vale il concetto “questo lo trovi solo da noi” colloquio con GABRIELE CANTALUPPI di MARTA MEGGIOLARO
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Comasco d’origine, ma come tutti i Millennial “cittadino del mondo”, Gabriele si è laureato a Milano in “Produzione e protezione delle piante e sistemi del verde”. La sua avventura nel mondo botanico inizia collaborando con diversi professionisti sul territorio e con Orticolario, per cui fa parte della giuria tecnica. È stato anche il più giovane giudice di Murabilia. Dal 2016 Gabriele lavora, da febbraio a settembre, alla Floricoltura Schullian, a Bolzano, dove si occupa di ricerca e introduzione sul mercato di varietà poco conosciute, di progettazione di terrazzi e piccoli giardini; grazie al lavoro da Schullian conosce bene anche la realtà dei garden center d’oltralpe. Da ottobre a febbraio invece viaggia intorno al mondo per incontrare altre realtà florovivaistiche. Fra i suoi ultimi viaggi, uno stage lavorativo di tre mesi da Crûg Plantfarm in Galles. Quando ha un po’ di tempo libero, scrive per la nostra casa editrice, anche se oggi si trova “dall’altra parte”, con un’intervista raccolta durante la quarantena: io a Varese nel mio soggiorno, lui in serra a Bolzano a innaffiare. L’unico momento disponibile per una chiacchierata perché, mi racconta, da quando il garden Schullian ha aperto lo shop online, la gestione degli ordini occupa tutta la giornata. La stagione è partita allora, seppure in questo modo strano… «Sì, diciamo che nonostante la chiusura, grazie allo shop online e ai video che sto realizzando su Instagram, le persone
hanno modo di vedere cosa abbiamo nelle serre e gli ordini arrivano. Sicuramente non faremo il fatturato che si fa di solito in questo periodo, ma io penso sia meglio essere positivi: rimbocchiamoci le maniche e facciamo quello che si può. Come si dice da noi, piutost che nient, l’è mej piutost. E poi mi diverto tantissimo a presentare le piante in video». C’è chi ti ha definito “il Mozart delle piante” per la facilità con cui impari ciò che le riguarda e per la naturalezza con cui riesci a farle prosperare. Tu come ti definiresti? «(Ride) Ma questo è il modo in cui mi hai definito tu dopo che ci siamo conosciuti! È un bel complimento, ma non esageriamo. Io sono un giardiniere, un giardiniere contento di esserlo. È una passione che ho fin dalla prima infanzia, i miei primi ricordi sono legati alle piante, il mio tempo
“queste cose le trovi solo da noi”. È lo stesso che fa lei, Martina, scegliendo l’oggettistica. Quindi in pratica giro per mostre, vivai, giardini botanici, stringo amicizia con professori, vivaisti, appassionati, con chiunque possa darmi materiale vegetale che non è quello solito delle produzioni classiche. Faccio per lavoro quello che farei comunque nel mio tempo libero, insomma. Martina dice che sono contagioso, che riesco a far appassionare alle piante, a far piacere qualsiasi cosa. Come per esempio i gerani». Quindi la mostra sui gerani è nata da una tua passione? «In realtà è nata dal mio odio, che si è trasformato in amore! Adesso ti spiego. Ritenevo il geranio una pianta comune, svalutata e banalizzata perché il mercato è inondato da migliaia di piante. Per questo ho iniziato a contattare chi lo coltiva e a
“TUTTI ERANO SCETTICI, PERCHÉ MI SONO IMPUNTATO A VENDERLO A SETTE EURO, E MI DAVANO DEL PAZZO. INVECE LE HO VENDUTE TUTTE” libero da liceale l’ho passato in un terreno che mi avevano prestato a fare esperimenti botanici… Sai la canzone di Boccelli “Vivo per lei”? Ecco, io vivo per le piante. Più che un genio, sono un innamorato». Questa passione ti rende instancabilmente curioso da una parte, ed esperto dall’altra. Non per nulla da Schullian ti occupi di ricerca varietale. Spiegaci meglio cosa vuol dire. «Martina – Schullian ndr – mi ha assunto per portare in azienda la novità, l’inusuale, per poterci differenziare dagli altri garden. Che siano alberi, cespugli, perenni, l’importante è che sia qualcosa di riconoscibile, come se fosse una firma del suo garden, ciò per cui si può dire
coltivarlo da me: volevo trovare un motivo per farmelo piacere. È un approccio che uso spesso. Ho la passione per piante particolari, quindi per appassionarmi a una pianta mi basta scoprire la sua particolarità. Scoprirne la storia, scoprire che le loro sfaccettature compongono un universo straordinario, in cui ci sono varietà splendide, è stata una folgorazione. Il geranio non è una pianta da balcone, per dir così, senza arte né parte; ha una storia ricchissima, e in alcune epoche ha avuto un ruolo importante, ad esempio in epoca vittoriana. Le prime ibridazioni risalgono addirittura alla fine del Settecento, perché è una pianta duttile, facile da coltivare, che da noi si è ambientata benissimo».
GREENUP CONSIGLIA
La storia di Gabriele Cantaluppi, oltre a essere una bella storia, è un modello di marketing da seguire. Per diversi aspetti che proviamo a sintetizzare. • Rafforzamento del core business del punto vendita: le piante. • Ricercatezza e valore aggiunto: selezione varietale ricercata e dall’altissimo interesse commerciale. • Attività collaterale: organizzazione di una mostra dedicata. • Esperienza d’acquisto: il consumatore sta acquistando una pianta che trova solo in quel determinato punto vendita, selezionata appositamente per lui. greenup
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Primo Piano / MARKETING Sopra, Pelargonium ‘Platinum’; sotto, Pelargonium ‘Roccanigi’, ibrido del famoso Carlo Giorgi.
Pelargonium r arles , un ibrido degli anni ettanta dai aratteristi i ori, restano chiusi e somigliano ai tulipani.
Pelargonium ‘Allesley shadow’, un ibrido inglese di geranio nano.
Pelargonium ‘Lemon Fancy’, un pelargonio a foglia profumata di limone.
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“L’IMPORTANTE È CHE SIA QUALCOSA DI RICONOSCIBILE, COME SE FOSSE UNA FIRMA DEL SUO GARDEN, CIÒ PER CUI SI PUÒ DIRE “QUESTE COSE LE TROVI SOLO DA NOI”. IL VALORE DELLA COSA UNICA” Questo lavoro di scoperta sui gerani in cosa si è tradotto, alla fine? Quindi la mostra sui gerani è nata da una tua passione? «Nel 2017 si è tradotto in una mia produzione di 117 piante da vendere nel garden. Tutti erano scettici, perché mi sono impuntato a venderlo a sette euro, e mi davano del pazzo. Invece le ho vendute tutte e 117. Nel 2018 ho fatto 1.300 piante che ho presentato in primavera. A fine aprile le piante erano terminate. Nel 2019 ho fatto tremila piante. A fine stagione, le piante erano terminate. Quest’anno ne ho preparate seimila, e iniziamo a venderle adesso nello shop online… Speriamo. Costano 7,99 euro e sono in vaso 13». Caspita! «Sì, ma sono fiori del 1700, ibridati per i nobili, o con le foglie profumate! Quaranta varietà della collezione che abbiamo qui sono gerani profumati, le rimanenti sono principalmente pelargoni zonali. Il 90% sono ibridi che vanno dalla fine del 1700 agli inizi degli anni ’50. Sono andato io a recuperare le piante madri in giro per l’Italia da amici, orti botanici, vivaisti. Sono tutte varietà di nicchia, con una storia e un valore. Non avranno mai grande diffusione, e il prezzo stesso, che è proporzionato al loro valore, non permette di fare altrimenti. Ma mi piace che sia così. Sono come delle limited edition vegetali». La mostra vera e propria quando è stata fatta? «La mostra è stata organizzata per la prima volta nel 2018 con 60 varietà, nel 2019 abbiamo replicato con 130 varietà. L’idea è nata così. Facciamo sempre in modo di differenziarci, vogliamo essere unici nel nostro genere: una caratteristica del garden Schullian su cui Martina insiste».
Come era organizzata? «Si poteva girare liberamente per la serra, ma per ogni varietà avevo predisposto una breve descrizione con storia e aneddoti particolari. Ad esempio, “Red Black Vesuvius” è stato il primo geranio nano ed è del 1890. Tutti i gerani in mostra si trovavano poi in vendita. La mostra è stata fatta a fine marzo 2018, faceva ancora molto freddo, ma alla fine metà delle piante erano già state vendute. Gli acquirenti non sono solo appassionati, ma anche i giardinieri. Sono venuti a vedere la mostra anche alcuni produttori. Ultimamente ho visto dai fornitori olandesi qualche geranio particolare, per cui penso di aver precorso un pochino un trend che in realtà era lì pronto. Come sempre, non è che abbia inventato qualcosa, è già tutto qui, basta solo mettersi in gioco». Secondo te che cosa ha fatto appassionare le persone a questo prodotto di nicchia? «Il fatto che non somigliano ai gerani classici. Hanno un’eleganza tutta loro. Ci sono i gerani a tulipano, coi fiori che restano chiusi a tulipano. Gerani a fiore di rosa, con fiore doppio che ricordano le roselline. Gerani con le foglie che profumano di rosa, cedro, incenso, menta, mela verde». La cosa è tanto più straordinaria pensando che sei a Bolzano, dove i gerani sono molto diffusi. «Sì, qui i gerani da balcone sono ancora molto diffusi, anche se ormai moltissimi chiedono la Dipladenia, perché nemmeno qui c’è un sufficiente sbalzo termico, e quindi in estate i gerani smettono di fiorire e perdono in estetica. La Dipladenia sta diventando la stagionale per eccellenza. Ora dirò una cosa in controtendenza, ma personalmente non la amo moltissimo, perché ha fiori troppo grandi e fioritura troppo generosa. Una pianta mi piace più per il suo portamento che per i fiori, perché i fiori appassiscono, le foglie durano
tutto l’anno. Pensando ad alcune piante dai fiori giganteschi, mi chiedo: davvero li vogliamo in giardino? Non sono un’esagerazione? Per star bene, vanno contestualizzati, perché rischiano di essere kitsch. Il kitsch va dosato, deve essere un dettaglio, un gioco, all’interno di un progetto che ha stile. Questa è una cosa che Martina mi ha insegnato nell’oggettistica e che io trasporto nella paesaggistica». Dal tuo punto di vista di giovane gardenista di confine, come vedi il futuro dei garden? «Penso che si possa fare tantissimo e che si possa osare di più. La gente che incontro è affamata di novità. Bisogna guardare il fatturato, ma trovare, per così dire, una parte ragionevole da rischiare: una percentuale da investire in fantasia, in divertimento, in una cosa che propongo perché piace a me, per vedere come va. Per questo mi piace lavorare da Martina: perché lei è ancora una sognatrice e dà spazio ai sognatori come me. Per quanto riguarda invece gli aspetti più pratici, nei miei giri in Europa ho visto due cose che dovremmo avere nei nostri garden: collaborazione e il saper fornire consigli veri, reali, non generici. Perché i clienti che vengono seguiti davvero e imparano da te, tornano, ti seguono. Un’ultima cosa che varrebbe la pena importare: l’ordine e la pulizia dei garden esteri. Sono rigorosi, sono precisi. Sai dove trovare le cose, c’è una logica chiara, una fluidità che semplifica la visita. Noi da questo punto di vista possiamo migliorare ancora». E invece che cosa abbiamo noi in Italia che si fa apprezzare più che nel resto d’Europa? «Che noi nei nostri garden center coltiviamo le piante. Le piante sono ancora le protagoniste. Le amiamo. Forse non tutti canteremmo per loro la canzone di Boccelli… Ma la passione agli italiani non manca».
“BISOGNA GUARDARE IL FATTURATO, MA TROVARE, PER COSÌ DIRE, UNA PARTE RAGIONEVOLE DA RISCHIARE” greenup
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News / BREVI DAL MERCATO
“Amati, compra un fiore italiano” È questo lo slogan che l’Associazione Florovivaisti Italiani ha scelto per la campagna di sensibilizzazione che si prefigge di richiamare l’attenzione dei cittadini sul valore e la qualità del florovivaismo Made in Italy, colpito duramente dall’emergenza Coronavirus. “Amarsi in questo momento - sottolinea il presidente dell’Associazione Florovivaisti Italiani, Aldo Alberto - vuol dire prima di tutto avere a cuore la salute e il benessere del proprio Paese, dell’Italia solidale e instancabilmente produttiva, forte delle sue eccellenze distintive. Tra queste, anche il comparto dei fiori e delle piante che fa del Paese il secondo in Europa e sta vivendo, ora, una crisi estrema”. Privilegiare il Made in Italy, quindi, non solo per portare a casa prodotti floricoli di qualità, ma anche per contribuire alla tenuta di 24mila aziende del settore e dell’intera filiera, lungo tutta la penisola. Per farlo, l’Associazione invita a recarsi nei vivai e garden center e scegliere fiori e piante che sull’etichetta di tracciabilità, prevista dallo scorso dicembre, riportino il codice IT. “La chiusura di mercati e negozi, oltre allo stop di cerimonie civili e religiose - chiarisce Aldo Alberto - ha procurato al florovivaismo perdite per oltre 1 miliardo di euro. Ad oggi, poco o nulla è stato fatto per un comparto che non aveva mai avuto bisogno di alcun aiuto. Nonostante il Governo abbia chiarito, più volte, che i prodotti del florovivaismo si possono commercializzare e vendere anche al dettaglio - aggiunge poi Alberto - ci sono amministrazioni che ancora non applicano le norme per la riapertura. Mancano, inoltre, misure importanti da parte dello Stato, come un fondo specifico per il ristoro dalle perdite subite. Ma noi non ci arrendiamo - dichiara, infine, Aldo Alberto. Ora più che mai abbiamo bisogno del sostegno delle istituzioni e dei cittadini. Le esortazioni del ministro Bellanova, rafforzano, inoltre, la necessità di una campagna di sensibilizzazione forte, cosi come l’abbiamo già pensata. Tutti dobbiamo comprare fiori e piante italiani”.
Online un nuovo strumento per i garden JdC Garden Trends, dopo aver dovuto rimandare l’edizione 2020 al 2021, ha predisposto uno spazio online di incontro e di condivisione per il canale retail. Il sito, disponibile online dal 27 aprile, si chiama JdC Connect. L’amministratore delegato di JDC Garden Trends JeanBaptiste Alline e il direttore JeanLuc Garnier l’hanno definitivo come “uno strumento innovativo”, pensato e progettato per supportare gli acquirenti e i fornitori nel referenziamento già iniziato e per sviluppare le loro attività per i mesi a venire. www.jdc-connect.com
COVID – 19, BOOM A TRE CIFRE PER GLI ACQUISTI ONLINE In questi ultimi due mesi le abitudini d’acquisto degli italiani sono cambiate. ManoMano.it, e-commerce specialista europeo del fai da te, giardinaggio e arredo casa online, ha reso pubbli a lanalisi dei onsumi del periodo di uarantena or ata, e a influito sullanda mento degli acquisti e-commerce, soprattutto per il mondo del fai da te e del giardinaggio. na res ita del volume di a uisti a tripla i ra, per un periodo nel uale solitamente la ienda registrava un aumento a doppia i ra n atti, da un re ente sondaggio ondotto da ou ov per ano ano it emerge e pi di un italiano su uattro di iara di are s opping su siti di e ommer e relativi al ai da te, nonostante no a uesto momento privilegiasse le catene specializzate (67%) e i negozi come ferramenta e idraulica (63%). Arredamento per interno ed esterno, giochi da giardino e cibo per animali: sono queste le categorie di a uisto pi li ate dai lienti italiani in uarantena era e propria esplosione dei trampo lini elasti i, destinati al gio o per i pi pi oli, ma an e allo sport per i grandi ome living e mobili da u io sono le altre ategorie e anno registrato un importante in remento negli acquisti: dalla realizzazione di un home office, alla voglia di rinnovare ual e arredo domesti o, allestire un nuovo spa io esterno o sempli emente dare una nuova identit a un ambiente. In linea con la stagione, spopola anche il giardinaggio: piante da interno, orti, giardini, terra i sono stati i grandi protagonisti degli interventi ai da te e stanno sempre pi aratteri ando il tempo libero degli italiani er la ase , ManoMano.it ha inoltre inaugurato una nuova se ione temati a dedicata alla ripartenza, Back to business: un catalogo destinato ai pro essionisti e devono organi arsi per ripartire in si ure a, on a essori e materiali ne essari per lavorare nel rispetto delle norme e dei divieti
LE REGIONI IN CAMPO PER SOSTENERE LA FILIERA “La Regione Lombardia ha chiesto, con il sostegno delle altre regioni, l’istituzione di un fondo da 800 milioni a livello nazionale dedi ato al omparto del florovivaismo, per compensare le produzioni andate al macero. Parliamo di una delle liere pi in risi a causa di sbocchi commerciali completamente chiusi proprio nei mesi in cui le aziende fatturano il 75% del totale
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annuo erve un indenni o diretto, non basta l’accesso alla liquidità”. Lo ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi a i n mbar ia abi fi. “Abbiamo chiesto al ministro di trovare le risorse ne essarie Chiediamo la proroga di un anno delle scadenze dei mutui. inviare solo no a settembre ris ia di essere problematico perché
le aziende hanno scadenze che si accumulano in quel periodo e un atturato pi basso , aggiunge ol Di atto, l intera liera del florovivaismo, compreso il comparto della costruzione e manutenzione del verde, a subito un orte contraccolpo dal fermo conseguente alla crisi sanitaria, proprio perché ha conciso con uno dei periodi di maggior ermento delle attivit
l momento di apertura del orld art Da , con Zucchero. Ph: Carlo Landucci.
35 MILIONI PARTECIPANO AL WORLD EARTH DAY l esimo anniversario della Giornata mondiale della erra, svoltosi il aprile sulla piattaforma #OnePeopleOnePlanet, organizzato da Earth day Italia e ovimento dei o olari, a visto una parte ipa ione letteralmente planetaria alla maratona web e streaming, con 100 milioni di persone connesse, di cui oltre 35 milioni in Italia. Le celebrazioni hanno avuto ini io allo s o are della me anotte del aprile e si sono concluse il giorno su essivo a maratona multimediale #OnePeopleOnePlanet in diretta su RaiPlay è stata parte
integrante della kermesse globale #Earthrise che ha oinvolto aesi Di iara Pierluigi Sassi, presidente di art Da talia el art Da il ovid a unito le persone in una emo ionante riflessione globale che speriamo possa guidar i davvero verso una ricostruzione sociale». ra ie al sostegno di ua ei è stato possibile celebrare il art Da nonostante le rigorose restrizioni imposte dalla pandemia, consentendo all'Italia di aprire le celebrazioni con una straordinaria dedica a Papa Francesco da parte di tutto il network mondiale della art Da e onta oltre
mila partner in aesi uggestiva la performance di Zucchero che ha aperto le celebrazioni in una Roma deserta, seduto al pianoforte sullo sfondo del olosseo illuminato di blu Zucchero ha scritto, cantato e suonato Canta la Vita, brano in italiano tratto dal Let Your Love Be Known composto, il 17 marzo giorno di san Patrizio, da Bono o in omaggio agli italiani olpiti dal ovid olto interessanti i dati - ancora parziali - delle celebrazioni. Ad oggi la Maratona Multimediale Globale, di cui quella italiana è stata parte, ha raggiunto
un numero impressionante di visualizzazioni. L'organizzazione mondiale di Washington fa sapere con una nota stampa che “nonostante , miliardi di on nati in asa, oltre 100 milioni di persone hanno pubblicamente preso impegni per la tutela del pianeta er il solo evento di u ero al olosseo sono stati no ad ora ontabili ati 137 milioni di contatti. Secondo la nota agenzia PR e s ire uesto numero destinato a moltiplicarsi nei prossimi giorni.
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News / BREVI DAL MERCATO
Spoga+gafa, si va avanti A quattro mesi da uno degli eventi internazionali più importanti e più attesi del settore del giardinaggio, la fiera di Colonia continua a lavorare avendo come obiettivo le date fissate, dal 6 all’8 settembre, appoggiandosi al buon numero di conferme ricevute ad oggi e alla voglia del settore di ripartire. Ad oggi, la fiera di Colonia dichiara che l'evento potrà svolgersi perché sarà possibile garantire le norme di sicurezza necessarie. L’ente fiera risponde all’incertezza di alcuni partner ed espositori, dovuta alla cancellazione di altri eventi che dovrebbero svolgersi nello stesso periodo, sottolineando la profonda differenza fra gli eventi B2B e quelli B2C: sostanzialmente, la densità di visitatori è differente e gli eventi B2B hanno più possibilità di poter garantire le distanze di sicurezza: le adesioni segnalano la presenza di 40mila persone, che andranno “spalmate” su tre giorni e su una
superficie di 230mila metri quadrati. Contemporaneamente si stanno mettendo a punto standard e procedure che potranno dare la garanzia di rispettare le direttive del governo tedesco, sia per quanto riguarda il distanziamento sia per quanto riguarda l’igiene. Le misure che si stanno mettendo a punto riguarderanno, ad esempio, l’obbligo di registrazione preventiva alla visita, le procedure all’ingresso, le modalità di entrata negli stand. Nel caso, remoto, che il gafa dovesse essere cancellato a causa dell’epidemia, gli espositori verranno rimborsati e così pure i visitatori; nel caso venisse invece posticipata, verrà rimborsato chi non potrà partecipare alla fiera nelle nuove date. Tutti i partecipanti saranno informati entro giugno della decisione dell’ente fiera. www.spogagafa.com
SOSTENIBILITÀ, GLI ITALIANI CERCANO IL CAMBIAMENTO Sono 36 milioni gli italiani interessati alla sostenibilità, che la applicano a comportamenti d’acquisto e nella visione del uturo questo è il risultato del 6° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile, la ricerca annuale realizzata da LifeGate, in collaborazione con Eumetra MR, svolta su un ampione di individui italiani e maggiorenni, con un segmento appartenente alla Generazione Z, tra i e i anni Dal la conoscenza della sostenibilità
è raddoppiata, soprattutto nei giovani i di sette italiani su sono oinvolti - ha dichiarato Renato ann eimer di umetra una crescita che non si può trascurare neanche nelle scelte politiche”. Qualche dato. Il 72% degli intervistati percepisce la sostenibilità c m in ra i in u n ar le abitudini quotidiane. Tra questi, coloro che mostrano il maggior interesse sono soprattutto i giovani della Generazione Z e le donne, con unet ompresa tra i
anni l della popola ione rispetto al omprende il vo abolario della sostenibilit l introdu ione dell obonus in avore di lavori di e ientamento energetico nelle abitazioni e nei condomini è fondamentale per l’87% degli italiani. Il tema della plastica è sentito dall degli intervistati e iede l attiva ione di direttive regionali e vietino l’utilizzo di oggetti monouso in plastica. Per quanto riguarda le abitudini di acquisto, il 26% dichiara di essere disposto a
spendere di più per l’acquisto di prodotti sostenibili. E per quanto riguarda le aziende? I requisiti per essere considerati sostenibili, per il degli intervistati, riguardano l’uso responsabile delle risorse, per il l atten ione ai propri lavoratori per il 30% è determinante il ontrollo della liera e per il l in orma ione trasparente er il dei giovani della enera ione , è determinante l’assistenza ontinuativa ai propri lienti www.lifegate.it/osservatorio
Nasce la gamma per i giovani alle prime… piante Le piante sono in continuo aumento negli appartamenti e viene dedicato loro sempre maggior spazio. Anche la possibilità di produrre da sé piante aromatiche o ortaggi da coltivare su balconi o davanzali è un’esigenza sempre più sentita. Compo, fornitore di riferimento di prodotti per le piante da casa, orto e giardino, in linea con le nuove tendenze lancia Undergreen: quattro gamme di prodotti consentiti in agricoltura biologica facili da usare, pensati per la cura di piante ornamentali, cactus e ortaggi. Tutte le confezioni, grazie
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al loro look colorato e alle dimensioni ridotte, non devono essere nascoste, ma possono far bella mostra di sé sul davanzale o in balcone. La novità della linea Undergreen è sicuramente il linguaggio: le modalità d’uso sono esposte con uno stile moderno e di facile comprensione. Inoltre le dimensioni ridotte delle confezioni rispondono alle esigenze dei giovani amanti del giardinaggio, che solitamente hanno poco spazio ma tanta passione. Sul sito di riferimento si trovano inoltre consigli e informazioni. Ciascuna delle quattro gamme di prodotti soddisfa le necessità
per la cura della pianta: dal terriccio in una pratica confezione da 2,5 litri, al concime liquido con erogatore dous-dous, passando per lo spray per la cura delle foglie. www.undergreen.it
News / FOCUS
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FLORMART SI EVOLVE Cambio di programma per il Salone internazionale del verde: l’appuntamento di settembre viene rinviato al prossimo anno. Nel frattempo tre appuntamenti online permetteranno di proseguire il percorso di FILIPPO TERRAGNI
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a 71esima edizione di Flormart, che doveva tenersi dal 23 al 25 settembre 2020, non avrà luogo; o meglio, cambia formula e tempistiche. Non ci sono infatti le condizioni per tenere quest’anno l’evento progettato da Fiera di Padova: oggi la priorità è quella di affrontare la crisi dovuta all’epidemia del virus Covid. Lo storico salone del verde, raccolta la sfida delle circostanze attuali, si trasforma allora in un percorso ibrido, virtuale e fisico, in più tappe. GUARDIAMO AL 2021 Luca Veronesi, direttore generale di Fiera di Padova, ha presentato così il nuovo programma di Flormart: «Le aziende del settore sono alle prese con un periodo emergenziale senza precedenti: il nostro lavoro di quest’anno culminerà in una edizione 2021 nel segno dell’innovazione e dell’internazionalizzazione». Flormart diventa sempre di più una piattaforma che vive tutto l’anno: sul sito e sui social network, ma anche nell’incontro con gli operatori del settore. Fiera di Padova sta
Luca Veronesi, direttore generale di Fiera di Padova.
SAVE THE DATE
29 aprile 2020: dibattito online sulle principali azioni per supportare il settore 1 dicembre 2020: Flormart City Forum, presso la Fiera di Padova 22 al 24 settembre 2021: Flormart
Un momento della settantesima edizione di Flormart, svoltasi nel 2019. Il prossimo Salone internazionale del Verde si terrà nel 2021.
infatti lavorando a un roadshow in tre tappe con gli attori della filiera. Gli appuntamenti si terranno in modalità virtuale: un roadshow online insomma che coinvolgerà gli operatori del settore toccando i temi più sensibili di questo anno. Primo appuntamento si è tenuto il 29 aprile, per un dibattito che ha illustrato le principali azioni per supportare il settore, a cui è stata invitata anche la ministra per le Politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova. ANTICIPAZIONI E ANTEPRIME Il primo meeting “fisico” si terrà invece a Padova il primo dicembre: Flormart City Forum, che sarà l’occasione per presentare alcune delle novità del salone. A comporre l’anteprima saranno tre elementi: EcoTechGreen Active, l’edizione speciale del forum internazionale dedicato al verde tecnologico; Gpp Lab, la piattaforma dedicata al Green Public Procurement (GPP) o appalti verdi nella pubblica amministrazione, promossa da Fiera di Padova e Adescoop-Agenzia dell’Economia Sociale; ed Erbaleforum, l’evento professionale per la filiera delle piante aromatiche e officinali, con un convegno sulle migliori esperienze produttive e sugli avanzamenti della ricerca scientifica relativi a queste risorse sempre più qualificanti nella progettazione delle future smart cities. «Siamo al fianco delle 24mila imprese florovivaistiche italiane che affrontano un anno nero – ha proseguito il direttore di Fiera di Padova Veronesi –. Riteniamo che, mantenendo vivo il dialogo con tutti gli operatori, la cosa più utile sia rivolgere tutte le nostre energie a progettare un’edizione 2021 nel segno dell’innovazione e dell’internazionalizzazione, vero trampolino di lancio per la ripresa. A dicembre 2020 con Flormart City Forum inizieremo a svelare il progetto del 2021».
Per saperne di più Flormart.it
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La voce delle piante / Matteo Ragni BUSINESS VERDE
P U N T I C H I AV E
FANTASTICO MIX
• Distylium "Blue Cascade" (‘PIIDISTII’PBR) EU 47554 • Fogliame blu verde • Nuovi germogli color bronzo • Fiori rossi marrone rossiccio all'inizio della primavera • Portamento compatto
Fiori rosso scuro su foglie blu-verdi: un accostamento di colori inaspettato per una siepe bassa di grande effetto
I germogli color bronzo appaiono in primavera i ori sono color rosso mattone, un bel contrasto con il fogliame verde-azzurro.
Portamento compatto, e diventa alto al massimo 75 centimetri.
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istylium Blue Cascade è un cespuglio non molto conosciuto, ma unico nel suo genere e che può regalare un sacco di soddisfazioni, usandolo come esemplare singolo, come elemento in giardino o per realizzare bordure, macchie di verde o siepi basse.
RESISTE AL FREDDO E ALLE MALATTIE Le foglie di Distylium "Blue Cascade" sono di colore blu-verde, su cui spuntano nuovi germogli color bronzo. Una combinazione molto bella! I fiori rossi, di una sfumatura quasi color mattone, compaiono all’inizio della primavera. Ha un portamento compatto, e diventa alto circa 75 centimetri e largo circa 40 centimetri. "Blue Cascade" va piantato al sole, in terreno ben drenato. È un cespuglio forte e robusto: è resistente a temperature fino a -15°C e non è soggetto a malattie.
IL VASO
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MATTEO RAGNI/
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Le trasformazioni in ambito commerciale alle quali stiamo andando incontro richiederanno delle revisioni del nostro modo di rela ionarci al pu lico, la fioreria offre servi i che implementano la fiducia e la relazione. Immaginare di rendere più tecnologico questo servizio con il supporto di applicazioni che permettano un’interazione on line, per alcune fasi del percorso d’ acquisto, farà la differenza.
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I fattori da analizzare durante la fase di restyling.
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arlare della fioreria vuol dire raccontare del mio primo amore. Avevo 19 anni, e il primo impiego, trovato per necessità, il caso ha voluto che fosse in un negozio di fiori. È l’ottobre del 1996 quando effettuo la prima consegna a domicilio di un mazzo, e scopro cosa accade a chi riceve in regalo dei fiori. Ad illuminarsi fu lo sguardo. Chi mi aprì la porta, ancora prima di leggere il messaggio nel biglietto profumato, sorrise con gli occhi. Al momento della consegna esistono i fiori, chi li riceve e le emozioni che corrono in mezzo. Il fioraio è solo ambasciatore e spettatore. In quei primi anni da fioraia, ad ogni porta che si apriva ero ansiosa di scoprire in cosa si sarebbe trasformato quel brillio negli occhi. Poteva mutare in lacrime di commozione, in rabbia, in indifferenza, in riconoscenza;
ma la prima reazione, l’occhio lucido, accadeva nel 100% delle consegne. Mi capitava anche, attraversando tratti affollati con il mazzo di fiori da recapitare, di leggere negli sguardi di chi incontravo il desiderio che fosse per loro, e qualcuno me lo chiedeva proprio: “Scusa! Sono per me?”. Da allora non ho mai potuto considerare la vendita di fiori e piante come un banale business, e quel bagliore negli occhi diventò il mio "perché". RESTYLING FIORERIA: QUALCHE RIFLESSIONE Il perché prima di tutto: questo è il punto di partenza per un buon progetto. Perché migliorare il nostro reparto fioreria? Chi vogliamo servire? A chi vogliamo proporre i nostri servizi? Ambire a piacere a tutti o a più persone possibile, in un bacino d’utenza casuale, rischia di sfociare in frustrazio-
ERICA CHERUBINI/ Consulente professionista creativa del verde e non solo. Allestimento, organizzazione e visual merchandising di showroom, stand fieristici e garden center.
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4. Collaborare con professionisti che non impongano il loro know-how in modalità standardizzata, ma che siano disposti ad applicarlo alle nostre esigenze.
Il rendering di un progetto in fase di realizzazione ri a erubini, el t, vel n movingrap i
ni, dispendio di energie e risultati poco rilevanti. La raccolta di dati, il più possibile provenienti da punti d’osservazione diversificati e secondo un piano predefinito, elaborata sul proprio territorio e su quanto fatto in passato, è indispensabile per approntare le prime linee guida e definire il restyling di un servizio. Quando il restyling interessa il reparto fioreria, aver chiaro il perché, raccogliere e analizzare dati è strategico. La fioreria offre servizi che coinvolgono esclusivamente emotività e gusti del nostro pubblico, molto di più rispetto alla scelta di piantine per l’orto, stagionali da balcone, vasi o attrezzi che racchiudono nella spinta all’acquisto una percentuale di necessità. Se l’obiettivo è di fornire un servizio standardizzato, le regole base del commercio di fiori e composizioni sono sufficienti e già piuttosto conosciute. Se invece ci proponiamo di alzare l’asticella del valore offerto dalla fioreria, perché vogliamo implementare qualcosa di già funzionante per i servizi standard o perché sinora lo avevamo solo abbozzato, una pianificazione di obiettivi misurabili risulta utilissima. Stiamo ragionando su un servizio nel servizio, uno spazio fisico e concettuale che si colloca tra il concept store e lo shop in shop.
Vediamo ora in sintesi gli aspetti cruciali che entrano in gioco quando si desidera fare un salto di qualità nella fioreria del garden center e implementare il rapporto fiduciario con i nostri clienti. Nello schema nella pagina accanto i punti ai quali lavorare. Si tratta di aspetti profondamente connessi tra loro. Il risultato sarà l’insieme di singole azioni unite in una pianificazione temporale: RISULTATO DESIDERATO BUDGET TEMPISTICA MISURABILITÀ Sono parametri di riferimento utili per ognuno degli aspetti affrontati. Tutti da sviluppare secondo un programma che andrà modificandosi nelle varie fasi: progetto, messa in opera, attività del servizio. Quanto premesso mi permette di condividere con voi immagini di spunti messi su carta per un progetto in corso, utili per le fasi preliminari di raccolta delle idee.
4 PUNTI DA AFFRONTARE Quando desideriamo che la nostra fioreria realizzi numeri importanti, oltre a rafforzare il brand del punto vendita dobbiamo orientarci a procedure e una gestione diversificata rispetto agli altri reparti. Consideriamo di aver già affrontato raccolta e analisi dei dati; quali sono gli altri passi da fare? 1. Il titolare o chi per lui dovrà lavorare sul sistema e non esserne parte, sarebbe impossibile gestire entrambi i ruoli. Per lo meno in fase di pianificazione e organizzazione del restyling. 2. Il personale direttamene coinvolto o responsabile del servizio deve poter partecipare in alcune fasi di progettazione del restyling. 3. Di cosa dispongo? Strutture, spazi, personale, budget indicativo, obiettivi ideali da raggiungere. greenup
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Tendenze / INTERVISTA
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L’attività di scouting è una delle passioni di Michael, che trova appassionante presentare le sue scoperte nei suoi programmi.
A tu per tu con “una nuova varietà di giardiniere” Autorevole e accessibile, Michael Perry è trend-setter accreditato dal mercato e una star dei media. Il suo obiettivo? Trasmettere la passione per il verde colloquio con MICHAEL PERRY di STEFANIA MEDETTI
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Tendenze / INTERVISTA
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ichael Perry si auto-definisce così, “una nuova varietà di giardiniere”. Infatti, è per metà un appassionato del verde di lunga data (da quando era bambino) e per l’altra metà una personalità dei media. Volto noto della BBC, protagonista di programmi come “Great British Garden Revival”, nel 2015 è entrato nella Top 20 degli orticoltori più influenti, la classifica annuale da The Sunday Times. Ma non è tutto. Con lo pseudonimo di Mister Plant Geek, Michael gestisce account social che contano migliaia di follower, dai 24mila di Instagram ai 110mila di Twitter. Ai suoi fan regala consigli, idee e novità. Una qualità apprezzata anche dagli operatori del mercato che gli riconoscono un raro fiuto nello scouting di piante e nello sviluppo di nuovi prodotti. Dal suo osservatorio privilegiato, Michael ha fatto il punto con greenup sul mercato e le opportunità da capitalizzare. Le tendenze non scompaiono mai, piuttosto si trasformano. Quali trasformazioni noti nello spazio orticolo? «È vero: la tendenza attuale per le piante da appartamento, per esempio, non è una novità, ma è
che noto una sfocatura delle linee e questa sfocatura ha tutta la mia approvazione». Come trend setter, ci puoi anticipare quali saranno le nuove piante che incontreremo? «Questa è una bella domanda! Lo scouting non si ferma mai e ci sono sempre nuove piante che catalizzano l’attenzione, ma non è detto che i clienti arriveranno a vederle. Sono molto fortunato di poterne mostrare una grande varietà attraverso i programmi televisivi a cui partecipo. Una delle mie preferite è la Hydrangea macrophylla “Runaway Bride” (letteralmente “sposa che scappa”, il titolo originale del film del 1999 con Julia Roberts e Richard Gere). Con i suoi fiori bianchi leggermente rosati, è un’ortensia a cascata particolarmente interessante per i giardini rocciosi, le pareti e, naturalmente, le finestre. Mi piace in particolare perché è una pianta che porta l’ortensia in un’altra dimensione. Sono anche un fan delle fragranze, quindi qualsiasi Nemesia, per me, è essenziale. Il suo profumo di vaniglia è delizioso e alcune delle nuove varietà di questa pianta originaria del Sudafrica restano fiorite più a lungo e
Mr Plant Geek è apprezzato anche dagli operatori del mercato, che i ric n c n un rar fiut n scouting di piante e nello sviluppo di nuovi prodotti.
IN GENERALE, NELLA NOSTRA CULTURA NON SI CONSENTE ALLE PERSONE DI FARE ERRORI. QUESTO VALE ANCHE NEL GIARDINAGGIO. LE ASPETTATIVE ANCHE PER I PRINCIPIANTI SONO SEMPRE TROPPO ALTE indubbio che la floricoltura stia vivendo il suo momento d’oro. Il numero di persone interessate continua a crescere. È una situazione che, oltre a far crescere il business, determina anche un’accelerazione sul fronte della creatività. Personalmente, sono un grande sostenitore della necessità di rompere le regole. Come nel caso di chi usa le piante da appartamento nella camera da letto, o di chi trasferisce le piante del patio sul davanzale della finestra in piccoli vasi graziosi. Direi quindi
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si trovano bene anche nei climi dell’Europa settentrionale». So che stai lavorando sodo per rendere il giardinaggio più accessibile alle persone. Quali sono gli ostacoli che, di solito, le separano dal giardinaggio e cosa le aiuta, invece, a rompere il ghiaccio con questa attività? «La chiave di tutto è qualcosa di abbastanza semplice, ma purtroppo spesso trascurato. In generale, nella nostra cultura non si consente alle persone di fare errori.
Questo vale anche nel giardinaggio. Le aspettative anche per i principianti sono sempre troppo alte. È inevitabile che, anche seguendo pedissequamente le istruzioni, ci saranno dei fallimenti e degli errori. Invece di considerarli come una barriera, andrebbero interpretati come qualcosa da cui imparare. Penso che dovremmo creare un’atmosfera più rilassata, senza troppe regole di giardinaggio! Sì, puoi avere aspettative sulla crescita delle tue piante, ma bisogna tenere presente che le
piante, proprio come le persone, possono comportarsi diversamente e questo non è necessariamente un fallimento di chi le coltiva!». Parlando delle giovani generazioni, come ti sembra che si relazionino con piante e fiori? «Se chiedi a una grande organizzazione, è possibile che ti rispondano che i giovani non interagiscono con le piante, ma se apri una qualsiasi piattaforma social puoi facilmente vedere la verità. Col-
tivare piante d'appartamento, ma anche la frutta, è una vera e propria passione a cui si dedicano sempre più giovani. Purtroppo, un modo di pensare antiquato, tipo “vecchia scuola” si trasforma in una barriera all’esplorazione e alla sperimentazione fuori da questi ambiti». L’isolamento sociale determinato dal Covid-19 aiuta a valorizzare maggiormente il rapporto con piante e fiori?
«Cento volte sì! Sono stato sopraffatto nel notare quante persone si stiano dedicando alla coltivazione delle piante in questo momento. Tuttavia, la mia preoccupazione è che la narrazione suggerisca che le persone possono coltivare facilmente frutta e verdura in casa, mentre sappiamo tutti che non è così. Nessuno discute il gusto dei prodotti del proprio orto, ma se siamo onesti dobbiamo dire che ci vogliono molto impegno, molto lavoro e molta esperienza per es-
PROPRIO PERCHÉ ABBIAMO MOLTI PRINCIPIANTI, LA PROPOSTA DEVE ESSERE MOLTO SEMPLICE, QUASI UN INSIEME DI SOLUZIONI “CHIAVI IN MANO”. QUINDI, PER ESEMPIO, SI PUÒ PROPORRE UN PACCHETTO PER UN ANGOLO OMBREGGIATO O PER UN TERRENO UMIDO greenup
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Tendenze / INTERVISTA
DA TENERE D’OCCHIO
Hydrangea macrophylla “Runaway Bride” Tutte le varietà di Nemesia Aromatiche e ortaggi insoliti Fiori eduli
sere effettivamente autosufficienti a tavola». L’emergenza sanitaria sta colpendo i garden nel periodo di maggior traffico. Quali suggerimenti daresti per rilanciare l’attività? Ad esempio, spostare l’inventario online? Creare kit da asporto? «Ho visto molte innovazioni, come kit preconfezionati e, ovviamente, vendite online. Complici i miei programmi tv, ho aiutato le aziende ad alleggerire il magazzino. Ma il nostro nemico comune è un servizio postale lento». Quando si tratta di composizioni, decorazioni, nuove piante e combinazioni quali indicazioni daresti ai rivenditori? «Proprio perché abbiamo molti principianti, la proposta deve essere molto semplice, quasi un insieme di soluzioni “chiavi in mano”. Quindi, per esempio, si può proporre un pacchetto per un angolo ombreggiato o per un terreno umido. I rivenditori possono raggruppare le piante per le persone, in modo da semplificare la navigazione fra le proposte e la ricerca di soluzioni. Questo tipo di pacchetti mi sembra un’opzione molto promettente che potrebbe avvicinare ulteriormente altre persone al verde». Hai notato qualche opportunità sottovalutata per il settore florovivaistico? «Questa è una domanda interes-
i ael err nel entrato nella op da The Sunday Times.
sante, alcune aziende sono state lente nell’adattarsi alla tecnologia. Molti si sono rivelati timidi nell'utilizzare i social media, magari pensando che si trattasse di una perdita di tempo. Ci stiamo accorgendo, invece, è un’esperienza completamente diversa da ciò che si immaginava all’inizio e profondamente coinvolgente». Qualche anno fa, le erbe aromatiche erano di gran moda. Qual è la novità in questo settore adesso? Piante ayurvediche? Verdure per fermentazione? «Le aromatiche sono ancora in-
degli orti oltori pi influenti, la lassi
a annuale
teressanti, specialmente quelle che la gente non può acquistare nei negozi perché sono troppo insolite. Questo vale anche per ortaggi come la barbabietola gialla o le carote viola. Credo che ci sia crescente interesse per i fiori commestibili. Il pubblico sta iniziando a conoscerli e questo è un settore promettente e sorprendente, non solo per il gusto, ma anche per l’alto contenuto di vitamine».
Per saperne di più
Il sito: mrplantgeek.com IG: @mr_plantgeek Twitter: @mr_plantgeek
È INDUBBIO CHE LA FLORICOLTURA STIA VIVENDO IL SUO MOMENTO D’ORO (..) È UNA SITUAZIONE CHE, OLTRE A FAR CRESCERE IL BUSINESS, DETERMINA ANCHE UN’ACCELERAZIONE SUL FRONTE DELLA CREATIVITÀ 38
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Tendenze / RETAIL
Digital (r)evolution Molti gli strumenti a disposizione, ma anche molta confusione e un senso di impotenza che strangola le piccole medie imprese. Ecco come Christmasworld ci conduce all’interno della giungla di internet di MARTA MEGGIOLARO
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e vi siete recati a Christmasworld per fare l’ordine di addobbi natalizi, cuscini con le renne e alberi di Natale sintetici, avete fatto la parte più incombente del vostro lavoro: predisporre l’assortimento. Ma la parte forse più interessante – e importante – della visita alla
90% di chi fa acquisti online usa quotidianamente i social media
fiera potrebbe avere incluso, oltre agli stand, gli spazi organizzati dal team organizzativo di Christmasworld, che quest’anno erano focalizzati sulle pmi e sui sistemi che rendono possibile agli imprenditori di condurre le proprie imprese verso il mercato futuro.
38% 22% è venuto a conoscenza del prodotto attraverso i social media
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Mi riferisco al Trend Show, di cui abbiamo parlato su greenup 183, e al Retail Boulevard, che vi presentiamo qui. Organizzato in collaborazione con ECC Köln, lo spazio dedicato al retail quest’anno è stato sotto i riflettori anche grazie ai workshop guidati dagli esperti
è stato ispirato all’acquisto da un contenuto condiviso sui social
di Google. Retail Boulevard ha presentato le possibilità che un punto vendita ha per ampliare i propri scenari tipici, proponendo alcuni obiettivi di evoluzione digitale che rendono capaci di intercettare le nuove esigenze dei consumatori. FATTI VEDERE Una delle evoluzioni del mercato che ormai abbiamo sperimentato tutti, è che oggi non basta più mostrare un prodotto per venderlo. Bisogna saper leggere i bisogni, le aspettative dei consumatori. Il focus si è spostato sul cliente, non è più sul prodotto. Bisogna chiedersi allora come possiamo approcciare i consumatori della classe media e come possiamo cambiare una strategia commerciale che non funziona più, una domanda tanto più pressante quando si parla di retail, soprattutto di medie piccole dimensioni. È necessario catturare l’attenzione dei consumatori. Per moltissime persone il primo passo per decidere un acquisto è internet. Quindi bisogna essere online per farsi vedere: i social media sono essenziali. Questo passaggio permette di profilare i propri clienti e porsi online in modo intelligente. Ma anche usare i social, che sembra
ASCOLTIAMO I NOSTRI CLIENTI: UNA SHOPPING EXPERIENCE PIACEVOLE...
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mi fa sentire accudito e coccolato nel punto vendita
73%
suscita in me sentimenti positivi
70%
mi fa passare più tempo a fare shopping
qualcosa di spontaneo, “che fanno tutti”, deve fare parte di una strategia. Ad esempio: sai quanto rimani visibile a seconda del social? Un video su YouTube resta fra le prime scelte 20 giorni, su Facebook una pagina sponsorizzata dura un giorno. Quindi bisogna decidere bene dove investire e come. IL POTERE DELL’ESPERIENZA Cosa vuole un cliente? Qualcuno vuole esperienza, qualcuno vuole l’acquisto subito. Bisogna chiedersi se il punto vendita è un punto in cui si fa esperienza, perché, lo ripetiamo, non basta il prodotto; per vendere serve una cornice
LA FORMAZIONE ONLINE. PERCHÉ NO?
Il 60%
dei consumatori si dichiara “estremamente soddisfatto” quando è stato seguito nell’acquisto da personale uali ato
Il 67%
degli imprenditori dichiara di avere poco tempo e poche risorse da destinare alla orma ione del personale
e-Learning: e iente e individuale strumento di orma ione nline sono presenti diversi società di consulenza e di formazione per piccole medie imprese che offrono corsi online per il personale uno strumento e permette di ra or are la prepara ione in modo flessibile e velo e
56%
lascia in me ricordi piacevoli che durano a lungo
esperienziale. Un altro aspetto che interessa sempre di più i potenziali acquirenti è la raccolta di informazioni. Per offrire tutte le informazioni che desiderano, bisogna saper usare la tecnologia. Un esempio preso dalla filiera alimentare: alcuni produttori di uova hanno installato le webcam nei pollai per far vedere come vengono trattati gli animali, e al momento dell’acquisto regalano delle piccole uova di plastica su cui è scritto l’indirizzo web a cui accedere per vedere le galline nel pollaio. Un altro esempio, preso questa volta dall’industria della moda: ci sono negozi che offrono il giro virtuale del punto vendita in modo che chi li trova online può vedere già cosa offrono e sanno cosa aspettarsi se decidono di recarsi nel punto vendita. Un ultimo esempio: l’apparecchio per farsi i selfie, con cui è possibile farsi foto spiritose, aggiungendo emoticon o accessori al volto, all’interno del punto vendita, con la possibilità di condividere queste foto sui propri social. CONVENIENZA, PRIMA DI TUTTO Per un’altra fascia di consumatori l’esigenza a cui rispondere è l’acquisto facile veloce e conveniente. Usano il digitale per questo scogreenup
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Tendenze / RETAIL
ASCOLTIAMO I NOSTRI CLIENTI: MI CONVIENE FARE ACQUISTI DOVE…
91%
lo spazio è organizzato in modo semplice e razionale
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il processo di ordine e pagamento è veloce e non complicato
po: perché semplifichi la vita. Qui la tecnologia sfruttata dal punto vendita diventa fondamentale. Una possibilità da esplorare è la cassa digitale che velocizza le operazioni. Chi vuole semplificarsi la vita odia le code, odia aspettare di poter concludere il proprio acquisto. Potrebbe essere interessante dare la possibilità ai clienti, come accade nei supermercati, di fare lo scan dei codici a barre, così in cassa pagano e basta. Questo è uno strumento, come tutti gli altri che abbiamo citato, alla portata anche di punti vendita di media grandezza. Un altro punto su cui fermarci è il fatto che potrebbe non essere presente nel negozio ciò che i nostri clienti stanno cercando. In questo caso la tecnologia ci viene incontro per evitare che vadano a comprare altrove. È possibile ad esempio collocare nel punto vendita degli schermi da cui ordinare e acquistare un prodotto non presente nel negozio in quel momento, ma che poi viene recapitato direttamente a casa. Un’altra possibilità che non richiede un grosso budget è essere presenti su Google shopping: in questo modo è possibile informare chiunque
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c’è un’atmosfera confortevole e trovo ciò che cercavo sen a problemi
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ricevo velocemente e con trasparenza le informazioni che ho bisogno
stia cercando un certo prodotto, anche chi non è tuo cliente, che tu hai in assortimento proprio quel prodotto. UN CONCETTO CON CUI FAMILIARIZZARE: ESSERE FASHIONABLE Quello che si prospetta nel futuro, insomma, è un mercato in cui lo spazio fisico avrà una nuova importanza, ma dove sarà necessario affiancare il luogo dell’esperienza a tutti i servizi che invece sono possibili e disponibili solo sfruttando la tecnologia e la digitalizzazione. E il passo in più sarà distanziare la grande distribuzione: perché sfruttare gli strumenti online significa anche avere una identità definita e originale che rende riconoscibili, rintracciabili. Come ha detto nell’intervista durante i giorni di fiera Eva Olbrich, la direttrice di Christmasworld, le piccole medie imprese dovranno evolversi nella direzione di concept store, dotandosi di uno scopo diverso da quello di un semplice fai-da-te. La direzione giusta è essere fashionable: un concetto da riscoprire e da fare nostro, con cui indichiamo il poter diventare ed essere per i nostri clienti luoghi in cui tutto è presentato in modo piacevole, di tendenza, contemporaneo.
Per approfondire
dati esposti in uesto arti olo sono estrapolati dal lavoro dello studio ln, e si o upa di analisi e consulenza strategica per il settore del retail, e si ri eris ono al mer ato e alla popola ione tedes a Ifhkoeln.de
SHOPPING EXPERIENCE: IL CASO DI ABERCROMBIE & FITCH
Entrare in un punto vendita di Abercrombie è un’esperienza multisensoriale:
Vista: modelli e modelle ti aspettano all interno lo ali sono bui, solo i prodotti vengono illuminati
Udito: la musica alta dà l’impressione di essere a un party
Olfatto: un profumo creato appositamente per ber rombie è spruzzato nell’aria e sui tessuti
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Tendenze / MARKETING
FLOWER AGENDA, È L’ULTIMA VOLTA Il Flower Council of Holland termina il percorso con “la pianta del mese” dopo quindici anni di idee e i ispirazioni a isposizione e co parto a non finisce ui di BIANCA BOSCHI
in considerazione anche i nuovi trend in crescita in questo momento, che riguardano le mode stagionali e l’interior design.
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l 2020 sarà ricordato, con ogni probabilità, per essere stato un anno di grandi cambiamenti, un anno dopo il quale, come si sente dire in questi giorni, “nulla sarà più come prima”. Fra le cose che erano già destinate a cambiare troviamo anche la campagna marketing del Flower Council of Holland, di cui in questi primi numeri di greenup vi abbiamo dato un assaggio, presentandovi alcune delle “piante del mese” selezionate per l’anno corrente. Questa volta, prima di presentare la pianta del mese di maggio, vi proponiamo l’anteprima di ciò che accadrà nel 2021. Infatti il Flower Council of Holland contestualmente all’annuncio di quali sarebbero stati i protagonisti della Flower Agenda (la pianta da esterno del mese) e di Houseplant of the Month (la pianta da interno del mese) per tutto il 2020, ha annunciato che questa sarà l’ultima volta.
Per la Flower Agenda 2020 sono state scelte, fra le altre, Amaryllis e Lisianthus.
NON È LA FINE, È UN NUOVO INIZIO Le circostanze nel frattempo sono molto cambiate, e non sappiamo cosa accadrà al settore del florovivaismo nei prossimi tempi, come uscirà da questo momento di crisi; ma se le cose si svolgeranno come da programma, in autunno il Flower Council lancerà il nuovo progetto: si chiamerà “Flower and Plant Collections” ed è stato strutturato per rispondere al meglio ai bisogni dei consumatori. Il nuovo, inoltre, approccio prende
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FOCUS SUI TREND Verrà selezionato un gruppo di fiori e di piante che si adattano alla stagione, selezionate in base alle informazioni sui trend indicate dall’Horticulture Sector Trends. Come nel settore moda, saranno due le collezioni pubblicate: una collezione primavera/estate e una collezione autunno/inverno. In aggiunta a questi prodotti, verranno trattati altri aspetti e argomenti, come colori, materiali, forme, texture e temi specifici. Una sorta di book dei trend, insomma, come il più celebre di Efsa; in questo però saranno i prodotti verdi, ad avere il ruolo dei protagonisti. Le informazioni fornite grazie alle collezioni non saranno a disposizione solo dei giornalisti, ma come sempre potranno essere usate anche dai produttori e dai retailer nelle loro personali campagne di marketing e di promozione. I PROTAGONISTI DEL 2020 Come sempre la selezione delle piante da interno e da esterno per i dodici mesi del 2020 è stata operata insieme agli specialisti di Royal FloraHolland. Le immagini, i testi, i poster sono scaricabili gratuitamente e sono disponibili in olandese, tedesco, inglese e francese. Ed ecco qui le piante di cui parleremo quest’anno.
PIANTA DA INTERNO DEL MESE
FLOWER AGENDA 2020
Gennaio
Zamioculcas
Febbraio
Areca
Marzo
Dendrobium
Aprile
Campanula
Maggio
Spathiphyllum
Giugno
Calla
Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio
Luglio
Celosia
Agosto
Cactus
Settembre
Strelitzia
Ottobre
Croton
Novembre
Sansevieria
Dicembre
Yucca
Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre
Rosa Crisantemo Tulipano Gerbera Alstroemeria Giglio Fiori estivi (Gladiolo, bocca di leone, girasole Dalia Hydrangea Lisianthus Orchidee (Cymbidium, Phalaenopsis, Vanda) Amaryllis
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L’A RT E di VIVERE
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Tendenze / MARKETING
GIGLIO: CURA E MANUTENZIONE
• Tagliare in diagonali gli steli • sare un vaso pulito • Usare acqua pulita addizionata con nutrimento spe i o • Eliminare le foglie in fondo al gambo, in modo che non siano a contatto con l’acqua • vitare la lu e diretta • vitare di porre i gigli vi ino alla rutta
SIGNOR GIGLIO
oc i fiori racc iu ono in s tanta storia tanti si nificati tante propriet enefic e e tanta razia i presentia o i prota onista e a o er en a i iu no di BIANCA BOSCHI
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l posto “centrale” del giglio all’interno della selezione del Flower Council of Holland è ben meritato. Questo fiore era già ben conosciuto da Greci e Romani, che sapevano di poterlo usare per trattare i morsi di serpente e per contrastare le rughe, e anche di poterlo mangiare. Oggi ci limitiamo a metterlo in vaso, ma anche così il suo apporto benefico è notevole.
ATTENZIONE!
Le immagini e le informazioni messe a disposizione nella Flower Agenda possono essere usate gratuitamente, ricordando di citare il credito: unn h r that c u
SEMPRE DI PIÙ, SEMPRE PIÙ INUSUALI Allo stato selvatico i gigli crescono in Corea, Giappone, India e in alcune parti della Siberia, oltre che nella maggior parte dell’America. In Europa, sono nativi delle regioni caucasiche, balcaniche, della Grecia, della Polonia, delle Alpi e dei Pirenei. Luigi VII, il famoso re di Francia, lo incluse nel suo stemma reale intorno al 1150 come simbolo del suo nome: Louis o anche Loys. La fortuna di questo fiore dipende anche dal fatto che si propaga velocemente e che è molto duttile: gli incroci effettuati dagli ibridatori ci hanno regalato moltissime cultivar interessanti, dai colori
FORSE NON SAI CHE…
e ma ie las iate dal polline dei gigli sugli abiti sembrano di ili da pulire Due metodi e a i sono la rimo ione appli ando del nastro adesivo sulla ma ia, oppure il las iar se are il polline e poi spa olare a lu e del sole ar sparire la ma ia ai in nessun aso er are di pulire la ma ia s regandola o usando la ua
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e dalle forme inusuali. Mentre nell’ultimo secolo sono stati incrociati soprattutto le cultivar dai gruppi asiatico, orientale e Longiflorum, nel 2020 abbiamo ottenuto nuovi incroci fra cui alcune ottenute dal Lilium martagon, con fiori dal diametro enorme, con un cuore quasi nero e petali multicolori, fiori doppi, senza profumo, senza polline o semplicemente molto inusuali, come Lilium “Apricots Fudge”. PER UN ACQUISTO ATTENTO La lunghezza e il numero dei bocci sullo stelo sono criteri determinanti; più il bulbo è grande, più sarà grande il fiore e robusto il gambo. Il fiore è allo stadio di maturità ottimale quanto il boccio si sta aprendo svelando un pò di colore. Se il gambo viene tagliato troppo presto, il rischio è che il boccio non riesca a svilupparsi in un fiore. La qualità del gambo, delle foglie e dei boccioli è importante e va controllato che la pianta intera sia libera da insetti e malattie, come la botrite. CONSIGLI PER I PROFESSIONISTI I gigli sono grandi fiori imponenti che conservano la loro bellezza a lungo, almeno dieci giorni. Vanno trasportati con attenzione al packaging e al mantenimento della temperatura bassa. Una volta tolti dall’involucro, il gambo va tagliato in diagonale, e i fiori vanno posti lontani dalla luce diretta del sole in un vaso con acqua fresca e nutrimento specifico. L’acqua va cambiata regolarmente, soprattutto quando inizia a essere torbida, e vanno eliminate le foglie a contatto con l’acqua, in modo che non causino il proliferare di batteri. POSSIBILITÀ (QUASI) ILLIMITATE Con i gigli è possibile creare qualunque scenario e stile: c’è una tale quantità di forme, colori e taglie disponibili, da poter dire che gli unici confini sono quelli della vostra creatività. Combinare Lilium longiflorum bianco con gigli orientali, rose e rami di Eucalyptus permette di creare un bouquet che ispira serenità. Per aggiungere un tocco di romanticismo, si può aggiungere allo stesso mix qualche ramo di Gypsophila e sostituire l’Eucalyptus con l’Asparagus, che dà più leggerezza all’insieme. Per un bouquet più moderno e più rilassato, si possono combinare i gigli con gerbera, Astrantia e altri fiori estivi disponibili in giugno.
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Tendenze / DESIGN
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Sete di bellezza
Cinque brevi racconti per presentarvi cinque aziende di design che hanno scommesso sul verde. Un’ occasione anche per i garden center, per aggiungere stile e contemporaneità all’ offerta di COSTANZA DI MATTEO
Greenhouse atelier, di Design House Stockholm
l periodo di quarantena ha visto dividere il mercato in due sfere contrapposte: quella dei beni primari e quella dei beni secondari. Con conseguenze importanti: perché i primi sono vendibili, i secondi no. Abbiamo visto le piante e i fiori ondeggiare da una parte all’altra, con le vendite proibite prima, consentite poi. In effetti la posizione di questo settore è “ibrida”: fa parte della filiera agricola, eppure non tratta beni di prima necessità, se intendiamo con questi beni che garantiscono la sussistenza delle persone. Eppure, anche per il periodo in cui la quarantena è stata imposta, il discorso non finisce qui. Siamo in primavera: tutto il mondo naturale intorno
Tavolino richiudibile di Richard Lampert
a noi si risveglia, e gli uomini partecipano di questo risveglio anche comprando piante e fiori e tutto l’occorrente per fare giardinaggio. Inoltre, la clausura forzata ha reso gli spazi aperti privati molto più importanti per i loro fortunati proprietari, con tutto ciò che consegue anche nel desiderio di investimento nel renderli più fruibili e più belli. Questo articolo nasce in queste particolari circostanze, quando il bisogno di poter gustare la bellezza degli spazi aperti sta acquisendo un valore inestimabile. Un modo per far fronte a questo bisogno è proporre arredi e composizioni all’altezza. Qui abbiamo raccolto cinque brevi racconti.
Sedia Santa Lucia
1. Design Republic Senza soluzione di continuità
Lo stile nordico e moderno spopola sulle riviste di arredamento. Con la selezione di Design Republic l’idea di non percepire differenze fra la cura e l’estetica dello spazio esterno e dello spazio interno diventa realtà. È possibile infatti comporre e personalizzare la propria zona living all’aperto, trasformando lo spazio esterno in una vera e propria stanza extra, da vivere durante la bella stagione. PER APPROFONDIRE designrepublic.com
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Sistema String da esterno
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2. Nanban
Il valore aggiunto nella vendita di piante e fiori può essere l’accostamento con accessori e arredi, anche di fascia alta, che mostrano gusto, contemporaneità, e che stimolano il desiderio di investire nel rendere riccamente confortevole anche l’outdoor.
Giardinaggio, ma di alta classe I prodotti per il giardinaggio di Nanban sono disegnati con la migliore ergonomia e sono colorati, per renderli facilmente rintracciabili nel verde. Non si tratta di semplici attrezzi da giardinaggio. Sono oggetti progettati dalla sapienza giapponese, con lame affilate e forgiate dai fabbri più esperti secondo tecniche tradizionali usando l’acciaio speciale Izumo Yusugi, lo stesso adoperato per le katane dei samurai. PER APPROFONDIRE nan-ban.com
Salottino da esterno composto da Net Bench, una romantica panca da esterno con schienale, abbinata alle poltroncine monoblocco Net e al tavolino basso in nuance. Proposta in una delicata palette di colori, la collezione Net prevede anche una collezione di cuscini abbinabili, disponibili in diversi tessuti e nuance.
3. Nardi
Cerca il romanticismo fuori di casa Il luogo del cuore non ha bisogno di essere ampio, ma di essere confortevole, intimo e rilassante. Il verde non può mancare, anzi, è decisivo per creare questa atmosfera. Può essere un giardino o un balcone fiorito, il punto è che con i giusti pezzi di arredamento può diventare un vero e proprio angolo di pace. La collezione di arredo outdoor di Nardi propone linee morbide e sinuose, come quelle della loveseat Net Bench a due posti. Una sognante panca da esterno, che insieme alle poltroncine monoblocco Net e a un tavolino basso in nuance, forma un grazioso salottino all’aria aperta. Comoda e raffinata nella forma, proposta in una delicata palette di colori, la collezione Net si abbina perfettamente a cuscini disponibili in diversi tessuti e nuance.
IL VALORE IN PIÙ
La produzione outdoor di Nardi si colloca all’interno del progetto industriale “Regeneration”, e prevede l’uso di plastica riciclata, per dare vita a prodotti in polipropilene a loro volta riciclabili. Il tutto Made in Italy. nardioutdoor.com
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Tendenze / DESIGN di etal re
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Morso forno Garden
4. maisonFire
Anche il falò si fa di tendenza MaisonFire è un’azienda brianzola leader nel settore dei camini di design senza canna fumaria che ha selezionato in esclusiva prestigiosi brand internazionali. Il forno in ghisa di Morsø, a legna o carbonella, coniuga semplicità d’uso a resa estetica. Progettato per grigliare, per cotture classiche a legna e per fungere da focolare, è realizzato in ghisa naturale. Un’altra è rappresentata dalla sculture di fuoco proposte da Attika, realizzate in acciaio Cor-Ten. Circle invece è sia un focolare, sia un grill da giardino. La struttura circolare ospita al centro il braciere, mentre sui bordi consente di cucinare alla brace. È dotato anche di una base in acciaio a ossidazione controllata. Da Metalfire, infine, Anemone, un cesto in acciaio per raccoglie la legna da ardere, disponibile in tre dimensioni.
PER APPROFONDIRE
MaisonFire realizza camini da sogno per importanti brand di arredo, prestigiose location, ristoranti stellati, hotel di lusso e celebrità. Distribuisce in esclusiva in Italia alcuni marchi ome etal re, tti a, orso Firemotion.it maisonFire.com
o spa io di presso Manifattura Tabacchi. In questo momento è chiuso al pubblico ma la collaborazione prosegue grazie alla presenza sui canali digitali.
PER SEGUIRE “GOD IS GREEN”
Ogni domenica alle 16:00 sui canali digitali di Manifattura Tabacchi www.manifatturatabacchi.com Instagram: manifatturatabacchifi Facebook: ManifatturaTabacchiFirenze
5. PNAT + manifattura Tabacchi Le capacità delle piante si mettono in mostra
Il complesso fiorentino Manifattura Tabacchi in questo momento è chiuso al pubblico, ma ha messo a disposizione del pubblico il palinsesto “Home Edition”, composto da contenuti video, blog e podcast, che dà continuità alle iniziative culturali di arte, design, food e molto altro. Una rubrica digitale è dedicata a sostenibilità e futuro e conduce alla scoperta di piante dalle capacità straordinarie. Si chiama “God is green” ed è curata da PNAT. Il titolo è ripreso dal festival di Manifattura dedicato alla sostenibilità. Ogni domenica, questo percorso nel green thinking prosegue con consigli creativi e spunti di riflessione su come immaginare il futuro e affrontare problemi complessi, quali l’inquinamento, lo sviluppo urbanistico delle città o l’approvvigionamento di cibo, grazie alle piante e al loro ecosistema. A portarci nello straordinario mondo delle piante, come fonte di ispirazione e soluzione tangibile per un futuro green, sono i botanici, gli ingegneri e gli architetti di PNAT, lo spin off accademico dell'Università di Firenze che si propone come punto d’incontro tra ricerca sperimentale sul mondo vegetale e design sostenibile.
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Mercati / ANDAMENTI
2020, l’anno imprevisto
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ra la metà di gennaio, al convegno annuale di AICG, i partecipanti si scambiavano pareri, cifre, risultati del 2019 appena passato e facevano progetti per futuro, ascoltando i relatori. Immagino i loro pensieri: “…Cosa posso fare per sviluppare clientela?”, “Social: ci investo oppure continuo a osservare?”, “Come uscire dall’empasse del prezzo?...”. Normali domande che coinvolgono ogni realtà. Nemmeno un mese e mezzo dopo, tutto questo si sarebbe fermato. Un inaspettato evento avrebbe cambiato la storia dei primi quattro mesi di questo 2020. L’emergenza sanitaria, determinata da un virus imprevisto e imprevedibile nelle sue implicazioni ci ha coinvolti tutti: clienti e garden center, l’intera filiera. Nessuno escluso. Ci ha cambiato la vita nel modo di pensare e gestire le reazioni tra le persone, con i prodotti, con i punti vendita
al dettaglio. Una chiusura imposta per ragioni sanitarie ci ha messo di fronte a una realtà mutata alla quale abbiamo dovuto rispondere immediatamente e senza troppo riflettere, per riuscire a salvare il salvabile. Ora, al di là delle considerazioni tecnico-legislative, politiche e burocratiche, questa situazione si è ripercossa sulle vendite: dapprima leggermente, poi sempre più incisivamente sino a non poter vendere alcunché. Non appena i vari Decreti annunciavano ora questa, ora quell’altra azione, ne abbiamo fatto strumento operativo e siamo andati avanti. Cosa emerge dai primi quattro mesi di vendite? Come si è comportato il mercato? Per comprendere meglio l’analisi, proviamo a divedere il ragionamento in tre parti: 1. Le vendite fisiche e i loro andamenti 2. Le vendite on line e
il loro sviluppo 3. Brevi considerazioni VENDITE FISICHE E LORO ANDAMENTO Come era logico, sono state a detta di molti “un disastro”; una buona partenza tra gennaio e febbraio con dati che facevano intendere un buon avvio dell’anno: si va da un circa +0,74% a un massimo del +22% a gennaio, seguito da febbraio con un dato medio di circa +18,8%. Positivo, quindi. Ma la sorpresa arriva girato l’angolo dell’8 marzo: il primo Decreto ha sparigliato le carte in tavola, determinando quello che sarebbe seguito. Così il marzo è stato una debacle totale: frequentazione scesa del 15%, dato medio con valori oscillanti tra il -60% e un -76%; incassi in netto calo con un -64,7%. Ad aprile, per mezzo degli interventi volti alla salvaguardia del settore florovivaistico inserito
L’IMPORTANZA DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE Dover dialogare a distanza ci ha imposto di apprendere rapidamente nuove forme di linguaggio, di rapidità di
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trasmissione dei concetti e naturalmente raccontare cosa si stava facendo. Ora, a parte la situazione di emergenza,
diviene importante iniziare gestire i social media, oltre a un servizio web marketing, come vero strumento ausiliario
alle vendite e non come svago giornaliero per vedere cosa fanno e dicono gli altri. I social media sono e saranno (anche se
Quattro mesi che hanno stravolto le modalità di vendita dei centri di giardinaggio. Vi proponiamo, in esclusiva, i risultati di un sondaggio realizzato su alcuni garden center del Nord Italia: stime c e i entificano nu eri variazioni e percentuali di LUCIO BRIOSCHI, raccolta dati e analisi SOLUZIONE GARDEN
nella filiera agricola, si sono attivate le vendite fisiche, seppur limitate alle sole piante e fiori e prodotti di cura e manutenzione direttamente collegati. Questo intervento ha dato impulso all’insieme delle vendite stesse. Così si sono sommate quelle digitali, sempre in corsa, e quelle fisiche con un risultato che ha determinato i seguenti valori: frequentazione: -12,2%, dato medio con valori oscillanti tra il -3 e il -36%; incassi: +6,7%, dato medio. Il tutto ha portato il primo quadrimestre dell’anno a un -16,2% come ricavi e un -28% circa come frequentazione; con un bel colpo di reni, non c’è che dire. Un elemento fa riflettere: in una situazione imposta dalla legislazione, dove talune categorie merceologiche non erano vendibili, in quanto valutate “non essenziali”, chi ne ha fatto maggiorente le spese, sulla perdita del periodo, sono stati i garden center di attrazione seguiti dai medio-grandi; in questi il peso percentuale delle piante e forse su piattaforme differenti da quelle in uso oggi e in modi sempre più in evoluzione), lo strumento necessario per
fiori (unici prodotti con poco altro la cui vendita era ammessa) è inferiore sul totale delle vendite annue (massimo 48% circa sul totale), rispetto a quelle di un medio-piccolo o piccolo centro giardinaggio, dove il peso di tali categorie può arrivare al 70-75%. Di conseguenza per una volta le strutture piccole e dedicate alle piante hanno avuto maggiori vantaggi rispetto ad altre più complete e complesse. Da notare che non appena è stato dato il via libera alle aperture, la frequentazione è letteralmente esplosa. Il segnale è che la clientela
restare attivi sul mercato, per confermare, creare o ricreare posizionamento nella clientela, per targettizzare
non vedeva l’ora di poter acquistare direttamente, per toccare i prodotti ma soprattutto per uscire di casa, “prigione” più o meno dorata di questo periodo. VENDITE ON LINE E LORO SVILUPPO A tale situazione, che ha coinvolto tutti, dal piccolo produttore con annesso punto vendita al grande garden center di attrazione, dal vivaista al floricoltore, si è potuto rispondere con un’unica azione determinata dalla normativa varata: la vendita on line con consegna a
o segmentare, ma anche per potenziare le vendite. Solo una nota: se volete che le vendite digitali diventino “pane
quotidiano”, non commettete l’errore di vendere la banalità, bensì quello che non si trova ovunque. greenup
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Mercati / ANDAMENTI
to di valore - prezzo - prodotto canale: Incremento
Piccolo GC Medio - piccolo Medio - grande GC di attrazione
62,26% 77,42% 92,31% 114,71%
Fonte dati: Soluzione Garden - 2020
Vero è che tale situazione è stata determinata sia dallo stato di necessità in cui si è trovata la clientela, per domicilio. Due gli aspetti: da una parte è stato un dramma, disorganizzazione, mancanza di prevedibilità dei volumi in gioco (non c’era uno storico a determinare i valori e a guidare le scelte); dall’altra l’opportunità! Opportunità che ha, di fatto, offerto un alleato valido per le nostre vendite, che ha finalmente mostrato il valore della multicanalità e la forza che il web può avere se adeguatamente pensato e gestito. Mentre le vendite fisiche al dettaglio erano sempre in balia delle possibilità legate ai vari interventi del Governo e delle regioni, quelle digitali, gestite con tutta la fantasia e la capacità di improvvisare che contraddistingue noi italiani (e-mail, Facebook, WhatsApp, web shop, telefonate, ecc.) crescevano giorno dopo giorno: da pochi primi timidi contatti, sono divenute una valanga che ha sorpreso e stravolto la vita lavorativa di molti. In queste pagine trovate alcuni semplici dati che delineano la portata degli eventi, raccolti attraverso un sondaggio effettuato su 25 punti vendita (certo non è un campione totalmente rappresentativo del settore, ma per il Nord Italia è abbastanza utile per poter operare confronti con le proprie realtà): il numero degli ordini registrati prima dell’emergenza oscillava in media sui nove al giorno, considerando il quadrimestre con le ricorrenze a calendario; dopo l’emergenza il numero è passato a 50 ordini al giorno con un incremento del 455% circa. Con l’emergenza, inoltre, gli italiani si sono scoperti digitali, tanto che si è avuta una crescita inaspettata dell’utilizzo degli strumenti web.
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BREVI CONSIDERAZIONI Una situazione non prevista, né prevedibile che ha letteralmente sconvolto il settore. Se da un lato ciò è stata “una faticaccia”, dall’altra ci auguriamo abbia lasciato segni positivi, ovvero abbia mostrato come un qualcosa di non tangibile – la vendita on line – abbia in qualche modo potuto contribuire a ridurre il peso delle chiusure dei garden center, flor center e plant center. Gli incrementi percentuali sulle consegne effettuate mostrano il trend del periodo: media GC (garden center)
Preemergenza
Postemergenza
Piccolo GC Medio - piccolo GC Medio - grande GC GC di attrazione
4,5 7 10 17
10,5 16 35 58,5
Fonte dati: Soluzione Garden - 2020
L’elemento di maggiore rilievo è il valore economico dello scontrino medio per consegna fatto registrare dalla situazione e anche in questo caso gli incrementi percentuali mostrano come il mercato si è adattato per necessità e ha mutato il concet-
cui di fronte al desiderio di “avere” quel tal prodotto, diciamo che non ha badato a spese; dall’altra c’è anche il limite di ordine minimo imposto per avvalersi della consegna a domicilio, che è passato in generale da nessun valore imposto a un minimo di 50 euro e più. Questo inciso fa pesare ai prezzi, alla battaglia quotidiana in difesa degli stessi: ma vuoi vedere che se la proposta è ben confezionata non è necessario vendere sempre a prezzi bassi per fronteggiare concorrenza e soprattutto le nostre paure? Anche la GDO vendeva Incremento piante e fiori (come stabilito dal decreto) e lo 133,33% faceva a prezzi veramente 128,57% concorrenziali, eppure i 250,00% clienti hanno preferito il 244,12% canale tradizionale (certo c’è chi ha acquistato anche al supermercato), quindi? Non è vero che siamo l’ultima risorsa a cui un cliente ricorre. Diamoci da fare per creare questa benedetta identità che da anni perseguiamo e vedrete che il valore economico di ciò che proponiamo avrà il suo compenso!
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Mercati / GESTIONE
Piante, piante e ancora piante Deve esserci una corretta proporzione fra superficie percorribile e prodotti in esposizione. Attenzione però, perché il giusto non è (più) nel mezzo di LUCIO BRIOSCHI
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n questo ultimo quinquennio la pianta è il prodotto, o meglio il settore merceologico, tipico del garden center e delle attività di vendita al dettaglio in ambito florovivaistico, che ha sostenuto i fatturati di questo segmento del retail. Non solo in quanto prodotto discretamente posizionato nella mente del nostro consumatore, ma anche perché traino di altre vendite. La visita fisica al garden è fatta per svariate ragioni: ricorrenze, necessità, voler vedere dal vivo cose viste su riviste o su internet, passaparola; la pianta è la ragione principale per cui ci si reca nel garden, ma poi l’acquisto può essere altro, quindi in un’ottica di complementarietà e di vendite aumentate, la pianta è stata il volano per vari anni e stagioni. E sembra continuare ad esserlo. QUANTO VALGONO LE PIANTE DA INTERNO? Il peso percentuale totale delle piante da interno, che dividiamo per una migliore identificazione in piante verdi (comprendenti le piante propriamente dette, le
piante grasse, i bonsai e le composizioni) e in piante fiorite, va da un 21% a un 27% circa (dato medio), come peso complessivo sul fatturato dell’anno, al netto dell’Iva. Tale valore è scomposto nei due settori citati come segue (sempre come dato medio totale annuale netto Iva): • Piante verdi: da 13% a 18% circa • Piante fiorite: da 11% a 16% Il peso totale dei due settori corrisponde quindi a circa un quarto del fatturato totale di un garden center medio. Non trascurabile, per il fatto che tali vendite poi trainano prodotti complementari quali terricci, fertilizzanti, prodotti di difesa, vaseria varia, e così via. Quindi non solo un peso non trascurabile sul fatturato in quanto piante, ma anche uno strumento per elevare le vendite di altri prodotti. CAMBIO DI PROSPETTIVA Al di là di concetti come urban jungle, home jungle, aria pulita e quant’altro il marketing abbia suggerito in questi anni, la realtà è che la pianta piace. La pianta si può accudire come un animale da compagnia: anche se l’interazione è diversa, l’obiettivo di appagamento è lo stesso. Il cane scodinzola felice della nostra compagnia, la pianta cresce sotto le nostre attenzioni, quindi se facciamo bene abbiamo un risultato altrettanto gratificante. Questa è l’ottica in cui si muove il consumatore, e forse è importante che diventi l’ottica in cui inizi a muoversi anche il garden center. La tendenza è lavorare sull’idea che voglio stimolare attraverso la pianta: - Cosa voglio suggerire? - Cosa cerco di smuovere nel mio
CHE EMOZIONE MI DÀ UN BANCALE DI ALLUMINIO CON ESPOSTE LE PIANTE APPENA ARRIVATE?
GREENUP CONSIGLIA
cliente? - Quale emozione voglio fargli provare? La fase successiva è lavorare sull’esposizione. Siamo concordi sul fatto che un assortimento ampio, gradevole, fresco richieda spazio e manutenzione, e che pertanto il bancale tradizionale (con o senza flusso e riflusso idrico) sia lo strumento più corretto, ma siamo sicuri che lo sia dal punto di vista espositivo? Si è parlato di creare impatto emotivo, perché l’acquisto oggi si muove sull’onda dell’emozione, quindi provate a pensare: che emozione mi dà un bancale di alluminio con esposte le piante appena arrivate? Certo guardando il bancale posso apprezzare l’assortimento, l’ordine, la freschezza, il fatto di avere tutto a portata di mano. Ma siamo certi che sia tutto ciò che ci serve, o forse il cliente apprezzerebbe qualche elemento in più? Siamo stati abituati a gestire gli assortimenti vegetali da interno più per stagione e per modalità di ordine che non per concetti di vendita. Significa che abbiamo acquistato per “essere pieni”, non perché si vendeva tutto. Quindi sacrificare parte dello spazio espositivo tradizionale a vantaggio di una migliore proposta emozionale potrebbe portare risultati interessanti. Tra l’altro meno piante esposte significa meno manutenzione, maggiore rotazione, miglioramento di margini, miglioramento della freschezza del prodotto: insomma una serie di scenari comunque positivi. STA CAMBIANDO IL COS Tra gli obiettivi organizzativi e gestionali che ogni buon garden center dovrebbe avere, c’è quello dell’ottimizzazione attraverso
PER SAPERNE DI PIÙ
la disposizione razionale degli espositori, in questo caso bancali e tavoli, dello spazio di vendita. La letteratura in generale e nello specifico quella legata proprio al garden center riporta un concetto che è il COS. Si tratta di un indice, il coefficiente di occupazione dello spazio, mutuato da altri sistemi distributivi, ma valido anche per il nostro canale, che si ottiene parametrando la superfice totale di un reparto merceologico, in questo caso la serra calda, e i metri lineari espositivi a terra. Senza annoiarvi sui calcoli per ottenere tale coefficiente, in pratica ci dice se abbiamo uno sfruttamento dello spazio ottimale o troppo scarso o al contrario troppo ingombro di merce, esprime quindi il grado di fruibilità del garden center. Tale coefficiente in ottica di miglioramento dell’efficienza dei nostri assortimenti è utile per avere una fotografia della situazione e dei dati da migliorare. Tale coefficiente è medio tra 0,42 e 0,5 ovvero traducendo, il 50% è merce esposta su espositori qualunque essi siano, il 50% è superficie calpestabile (corridoi, spazi promozionali, interruzioni tra bancali). Bene, questa era la tendenza sino a cinque anni fa. Oggi - e anche la GDO sto operando in tal senso questo coefficiente si sta riducendo a favore della percorribilità, delle aree evocative (vetrine), delle aree di mix tra prodotto principale e complementari. Si passa quindi a 0,42 - 0,47, ovvero esprimendo in percentuale del
Una soluzione espositiva emozionale per la serra calda: piante collocate sul bancale realizzando grandi fasce cromatiche, come quelle realizzate per il Garden Center New Trend del 2019 con le piante di PDPlants (nelle foto in queste pagine).
Due libri, due strumenti di lavoro utili per aggiornarsi e avere spunti di riflessione sul lavoro di gardeniste: “Dimensionare, progettare e costruire il moderno Garden Center” e “Il moderno Garden Center e Agri Center: la gestione consapevole e la scelta imprenditoriale”. Due volumi interessanti per scoprire come operare al meglio all’interno del canale del garden center, con molti approfondimenti teorici e pratici sul lavoro dell’imprenditore nel nostro settore. Per avere maggiori informazioni: info@laboratorioverde.net
totale della serra calda: 53%-58% è spazio di percorso e la differenza a 100% quello delle merce. Significato? Meno prodotti esposti, più suggerimenti emozionali e di vendita (come prodotti complementari, composizioni, vendite aumentate sell up per i patiti esterofili). PAURE, E COME VINCERLE Le obiezioni possibili e i timori che una proposta del genere suscita sono, in sintesi, queste: “Ma poi la clientela dice che non sono assortito”, “Mi sembra di avere meno”, “Il fornitore mi dice che sbaglio a comprare così”. Tutto vero, ma il fatto è, a questo punto, agire per migliorare l’esposizione complessiva, dando l’impressione di avere di più. Il sistema espositivo, la creazione di proposte su bancale o tra i bancali ha come scopo di mostrare prodotti e idee in un mix ottico che fa esclamare al cliente: “Quanta bellezza!”. Se impariamo questo, per il cliente saremo molto più completi e propositivi della concorrenza; per noi, disporremo di spazi correttamente occupati; migliorerà la rotazione, quindi acquisteremo con maggior frequenza accontentando anche il fornitore. Come vi sembra? Non è un cambiamento da perseguire?
Mercati / SCENARI
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Next market: il mercato del domani Diventare p ita approfittan o i uesto perio o per a nare e strate ie e e tecnic e c e ci porteranno a essere a passo con i te pi di NICCOLÒ PENSA
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l paradigma è, per definizione, “un modello di riferimento sul quale basare scenari evolutivi”. Potremmo dire che il paradigma è la codifica del convincimento che una società ha di determinati modelli di comportamento. In epoca di scenari purtroppo tragici, cambiano gli atteggiamenti, si acquisisce una diversa consapevolezza del vivere quotidiano. Vengono meno alcune priorità, non più così vitali e se ne aggiungono altre, mai sfiorate prima. In pratica, si cambia. E cos’è il cambiamento se non un processo evolutivo, di adattamento, a una realtà mutata? CAMBIA IL PARADIGMA DEL CONSUMO Bene, il mondo del verde, della distribuzione del verde, della vendita di piante e fiori, del retail, per essere moderni, stanno apprendendo, loro malgrado, che tale cambiamento è in atto e che per poter fronteggiare questo salto evolutivo (se non in cosa comprare, almeno nel come e quando farlo) diviene essenziale cambiare rapidamente noi stessi. Ma se da un lato il cambiamento sociale ha una sua velocità, è fondamentale che la nostra si adegui. Per cui occorre definire un altro paradigma, in modo da tracciare una linea di evoluzione valida anche per
noi. Il paradigma precedente, che sta lentamente sgretolandosi da almeno quattro anni e che ora, da piccola crepa nel sistema offerta – domanda si sta trasformando in breccia aperta, era considerato tradizionalmente costituito da tre passi: bisogno – acquisto – consumo. Noi tutti mettevamo sul podio il fatto che il punto vendita fosse il luogo dove venissero prese tutte le decisioni di acquisto e in effetti le espressioni in uso lo confermano: shopping experience, shop fitting, shopping. Se da un lato questa parte del nuovo paradigma resta, anche se ha un peso inferiore, dall’altra occorre considerare che non siamo più in un mercato stabile e quindi facilmente interpretabile, ma siamo in un mercato liquido. Con questo termine s’intende la rapidità con la quale avvengono i cambiamenti; spesso la rapidità è tale che, almeno nel nostro canale distributivo, questi non vengono nemmeno percepiti. La realtà è che ciò che abbiamo pensato sino a ieri non è più valido. Non risponde più alle nostre esigenze di interpretazione del mercato, del consumatore. E allora di nuovo, occorre cambiare paradigma.
Per approfondire
Phygital: è una parola composta da physical e digital, e si riferisce alla fusione fra le attività e le tecnologie proprie dell’off-line e dell’on-line. Sotto questo aggettivo si raccolgono tutte le azioni di marketing dirette a stabilire fra il brand e i potenziali acquirenti un contatto omnicanale, cioè che esiste sia nel mondo reale sia in quello digitale. greenup
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Mercati / SCENARI
IL GARDEN CENTER DEVE DIVENTARE IL LUOGO DEL BELLO, DELL’ISPIRAZIONE; PER IL VENDERE MI AIUTERANNO ALTRI CANALI, MA DOBBIAMO APPRENDERE RAPIDAMENTE ANCHE NOI COME FARE UN SALTO EVOLUTIVO, ALTRIMENTI NON È COLPA DEI SUPERMERCATI O DI INTERNET, MA DEL NOSTRO IMMOBILISMO SCOMPARE IL TEMPO D’ACQUISTO La situazione che ci ha colpito, che ha colpito il sistema distributivo globale, ci fa osservare che un nuovo modo di gestire il tempo fisco ha dato al nostro consumatore, al cliente che ci nutre e sostiene, strumenti di analisi e decisioni extra luogo di vendita. Il sistema tecnologico, che in questo momento è lo strumento che ha permesso alle persone di non intristirsi, di non impazzire in preda al panico, di avere comunque un contatto, ha mostrato loro anche come sia possibile decidere diversamente su cosa e come acquistare. Ha permesso di comprendere che internet non è né una cosa cattiva né una cosa ingestibile, e una quota maggiore di non Millennial o non generazione “X” ha imparato a gestire, suo malgrado, meglio, lo strumento tecnologico. Tutto questo trova conferma nei comportamenti che sempre più vanno diffondendosi, tipo: Acquisto senza tempo: finisco un prodotto? Detto fatto, lo compro. In pochi minuti e senza muovermi. Oggi è possibile comprare proprio quando la necessità si manifesta. Questa nuova forma di consumo è parte del paradigma rinnovato: se prima era: penso – cerco – mi muovo – acquisto Ora è: penso – acquisto. Un cambiamento niente male, non è vero?
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LA SFIDA: ACCELERARE La tecnologia e la rete rendono più facile l’acquisto oltre a molte altre cose; ma allo stesso tempo rendono i nostri garden center “vecchi”, poco vicini a questo nuovo modo di vedere il processo di acquisto. Consideriamo ad esempio l’acquisto in un click: il sistema che permette, visto un prodotto in internet, di cliccare su un tasto ben presentato per effettuare l’acquisto automaticamente (Amazon Dash button, ad esempio); è nato per prodotti di acquisto ricorrente, con tutti i suoi limiti, ma cosa accadrebbe se qualcuno lo applicasse a piantine di ortaggi, aromatiche o fiori recisi? Il cliente sa che ora può fare l’acquisto a distanza. Quindi, o ci siamo anche noi a vari livelli, oppure è un’altra occasione che sfuma. Un altro esempio: gli abbonamenti. Mi abbono e mi consegnano: servizi per ora limitati a determinate categorie di prodotto, che comunque stanno erodendo il ruolo del negozio tradizionale, proprio perché il nuovo paradigma risponde a: So cosa mi serve – lo voglio trovare facilmente e valutarlo – decido di comprarlo dove mi trovo (da casa, da ufficio, sul mezzo pubblico). Tutto può essere accelerato dall’abbonamento. Trasportando questa dinamica nel giardinaggio: se io coltivo l’orto, so che mi servono 36 piantine assortite, 3 buste di semi, una confezione
di fertilizzante e alternativamente o il telo da pacciamatura o i tutori. Bene, una volta scelto il sito che mi offre il servizio in abbonamento di acquisto annuale, questo mi offre la memorizzazione della mia lista e me la propone ogni anno affinché io possa modificarla o confermarla in funzione di clima, stagione e naturalmente voglia. Tutto questo sta accadendo, perché lo abbiamo appreso praticamente in queste giornate domestiche, dove il pensiero a volte non bastava a riempire la giornata, e ciò avrà ripercussioni future, se non totali, certamente molto più significative che non oggi.
EVOLUZIONE DEL PARADIGMA DI ACQUISTO
Prima: penso – cerco – mi muovo – acquisto Adesso: penso – acquisto
PER SALIRE ALLA RIBALTA: LA COMPETENZA In poche parole, “andare al garden a fare acquisti”, come azione determinata che il cliente esercita in tempi e luoghi da lui scelti, diviene un concetto superato. Il comprare diviene un’azione immediata, d’impulso che può essere sviluppata in qualunque luogo io mi possa trovare ma soprattutto, poiché richiede meno tempo di pima, in ogni momento della nostra quotidianità. Quale soluzione? Chi non si è integrato o sta ritardando nel farlo, alla luce dell’attuale esperienza, sarà superato dai fatti. Il garden center deve diventare il luogo del bello, dell’ispirazione; per il vendere mi aiuteranno altri canali,
LE CARATTERISTICHE DEL GARDEN PHYGITAL • • • •
Luogo da visitare per godere del bello Fonte di idee e soluzioni per vivere meglio Ricco di piante ed oggetti che evocano benessere Processo di acquisto che sfrutta i vantaggi del digitale: rapidità, immediatezza, semplicità, completezza • Il tutto legato dalla competenza del personale
© servizio: stock.adobe.com
ma dobbiamo apprendere rapidamente anche noi come fare un salto evolutivo, altrimenti non è colpa dei supermercati o di internet, ma del nostro immobilismo. Quindi è importante divenire più “phygital”, ovvero un garden center fisico, luogo da visitare per godere
del bello, della natura ricostruita, da dove trarre idee e soluzioni per vivere meglio, circondandosi di piante ed oggetti che forse, se li avessimo avuti durante la quarantena, ci avrebbero aiutato di più a godere di un forzato ma ritrovato tempo per noi stessi; ma nel contempo
il garden center allineato con il nuovo paradigma, deve poter offrire tutti i vantaggi del digitale: rapidità, immediatezza, semplicità, completezza, e una cosa che oggi nel digitale manca: la competenza, ovvero, secondo definizione “un'abilità acquisita e consolidata, versatile e applicabile in un contesto specifico, da chi ha conseguito l'idoneità e autorità di trattare, giudicare, risolvere determinate questioni”. Basta con blogger improvvisati o influencer che non conoscono l’argomento di cui trattano, riprendiamoci lo spazio che è nostro diritto. Forza allora, l’emergenza ci ha aperto gli occhi su ciò che significa multicanalità, sfruttiamola a nostro vantaggio per evolverci.
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Mercati / ECOLOGIA
11 CURIOSITÀ SULLE API
VASI + FIORI = API Per supportare la popolazione degli insetti impollinatori, Bama ha sviluppato una campagna che permette ai consumatori di conoscere meglio le api e di favorirne la presenza anche in città di COSTANZA DI MATTEO
È
Rossella, cosa propone la vostra campagna “Salviamo le api”? «Questa è la nostra seconda campagna rivolta ai consumatori finali, dopo quella che ha presentato l’orto a chilometri zero. Il cuore della campagna è promuovere le azioni che possiamo fare tutti, nel nostro piccolo, per aiutare le api. La risposta è semplice, basta piantare tanti fiori, prendersene cura e non utilizzare pesticidi. Inoltre, poterle conoscere più da vicino apre a scoperte davvero interessanti». Ci fai qualche esempio? «Sono molte le cose di cui non ero a conoscenza prima di approfondire il tema. La cosa che mi ha colpito di più però è questa, le api possono riconoscere i volti. Questa informazione mi ha aperto un mondo, perché tutte le mattine, quando vado a dare da mangiare ai labrador, un piccolo sciame di api vola “senza spostarsi” all’altezza del mio viso e controlla le mie operazioni. All’inizio, non lo nego, la cosa mi spaventava; ma ora so che mi riconoscono, e ho deciso che vengono a darmi il buongiorno! E io lo do volentieri a loro». Qual è la proposta di Bama, dunque? «Visto che siamo costretti ad avere più tempo per noi a casa, e sappiamo bene quanto il tempo sia un dono, sfruttiamolo per fare giardinaggio con i nostri bambini: loro si divertiranno, e nel frattempo aiutiamo le api a trovare ambienti favorevoli! Per chi non avesse un giardino ma un balcone, è possibile comunque fare la propria parte, usando le fioriere, come Rondine e Klunia». La locandina della campagna di Bama “Salviamo le api”.
Per ulteriori informazioni
Il sito di Bama riporta tutti i vasi in catalogo, con tutte le informazioni: www.bamagroup.com greenup
Sembra banale, ma le api sono l’unico insetto capace di produrre un alimento commestibile anche per l’uomo.
2. Le api sono instancabili lavoratrici
Per un singolo volo di ricognizione un’ape è capace di visitare tra i ed i ori
3. Per fare un chilo di miele servono 2.737.500 fiori
la stima del numero di ori visitati da una amiglia di ir a 30mila api che annualmente produce tra i venti e i trenta chili di miele. Più o meno è come dire che per fare 1 chilo di miele una colonia deve compiere tre volte l’orbita terrestre.
4. Le api sono le regine del power nap
ormai tristemente noto che uno dei problemi legati all’inquinamento e alla mancanza di biodiversità è la scomparsa degli insetti impollinatori dalle città e anche dalle campagne. Preservare il loro ruolo, preziosissimo e insostituibile, è uno dei punti cardine per una politica aziendale che ha a cuore la sostenibilità ambientale. Ed è quello che sta facendo Bama. Ne abbiamo parlato con Rossella Baiocchi.
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1. Le api producono cibo per l’uomo
Le api sembrano insonni, ma non è proprio così. Una ricerca ha dimostrato che per brevi periodi di circa 30 secondi possono fermarsi, il loro corpo si rilassa e diventano prive di risposta a quello che succede intorno a loro. Queste fasi di sonno diventano più regolari con l’avanzare dell’età, mentre sono più sporadiche nelle api più giovani.
5. Le api hanno una gran testa
o stesso alileo alilei era estasiato dalla apa it delle api di ottenere angoli così precisi costruendo le celle dell’alveare. Ebbene, nonostante il loro cervello sia poco più grande di un seme di sesamo, le api sono grandi calcolatrici e hanno dimostrato di essere in grado di apprendere e ricordare per compiere ragionamenti complessi, calcolare le distanze, imparare da api on maggiore esperien a e migliorare la propria e ien a
6. Ogni famiglia ha il suo odore
Ogni colonia di api ha il proprio odore caratteristico, che permette agli individui che la compongono di riconoscersi facilmente tra loro e di escludere eventuali visitatori non graditi.
7. Solo le api femmine pungono
Il pungiglione delle api è un organo di deposizione delle uova modi ato per poter espellere veleno inve e e uova uesto signi a e soltanto le emmine possono pungere er pungono solo quando si sentono minacciate, non attaccano di proposito.
8. Le ali di un’ape compiono 11mila battiti al secondo
Questa velocità serve loro per fare tantissime cose, ad esempio mantenere una temperatura costante all’interno dell’alveare durante tutto l’arco dell’anno.
9. Le api ci tengono d’occhio
Se ti sei mai trovato a pensare che un’ape ti seguisse di proposito, è possibile che tu avessi ragione. Le api sono capaci di ri onos ere i volti identi ando un insieme di linee e orme un pattern che possono memorizzare e riutilizzare più avanti.
10. Le api hanno una personalità
Anche negli alveari ci sono lavoratori e scansafatiche. É stato osservato che mentre alcune api sono più attive e anche più amanti dell’avventura, altre sono più timide e riservate.
11. Le api si orientano come i vichinghi
Le api usano il sole come una bussola per orientarsi nell’ambiente. E quando il cielo è nuvoloso, riescono a navigare grazie a speciali recettori che attraverso la percezione della luce polarizzata fanno capire all’ape la posizione del sole nel cielo.
Mercati / GESTIONE
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PASSAPORTO SENZA PENSIERI PassPlant è la soluzione smart e in cloud per la circolazione in massima sicurezza e libertà delle piante su tutto il territorio dell’Unione Europea di FILIPPO TOMMASEO
CARATTERISTICHE TECNICHE DEL PALMARE P RANGER
• Processore Octa-core MTK6753 • Sistema operativo Android • Ottica 1D/2D • Fotocamera da 8MP • Lettore NFC • Dual sim • Connettività 4G LTE, Wi-Fi e Bluetooth
CUSTOM S.P.A.
• Hi-Tech Solution Company • Soluzioni hardware, software e service di pre e post vendita • Fondato a Parma nel 1992 • Fondatori: Carlo Stradi e Alberto Campanini • Offre soluzioni integrate di stampa, scansione, lettura del dato e automazione di servizi al pubblico
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assPlant è un software che permette di sveltire e semplificare la creazione del passaporto fitosanitario secondo le direttive del regolamento 2016/2031/UE entrato in vigore il 14 dicembre 2019. La soluzione ideale per di vivaisti, garden center e grossisti. Il motivo lo spiega Davide Lucente, CEO di Florsistemi: «PassPlant è uno strumento di lavoro semplice ed efficace che risponde a un’esigenza specifica del settore florovivaistico. È un ottimo esempio dell’approccio tipico di Florsistemi: siamo produttori di software, fornitori di hardware di alta gamma e consulenti in ambito di informatica gestionale. Nel corso degli anni abbiamo costruito una solida esperienza nello sviluppo strumenti volti a migliorare l’efficienza e la produttività aziendale. Come fatto per PassPlant, orientiamo i clienti verso la soluzione hardware più consona alle esigenze, grazie anche a solide partnership con i più importanti produttori mondiali del mercato». INSERISCI, CREA E STAMPA PassPlant consente in pochi passaggi di creare il passaporto fitosanitario per le piante. Il procedimento è intuitivo: si inseriscono i dati relativi a una pianta, il software consente la registrazione dei prodotti, sup-
portata da un archivio botanico completo, la movimentazione, la tracciabilità e il monitoraggio continuo di ogni singolo articolo. Infine, viene stampata l’etichetta secondo le direttive del regolamento del nuovo passaporto fitosanitario. Grazie alla tecnologia cloud, inoltre, è possibile avere a disposizione sempre e in ogni luogo tutti i dati relativi al singolo prodotto, in modo sicuro. IL PALMARE CUSTOM PER UNA GESTIONE ANCORA PIÙ EFFICIENTE Per rendere ancora più efficiente l’uso di PassPlant è nata l’app, in versione Android, installata sul palmare P-Ranger: un vero e proprio computer sul palmo di mano, creato da Custom, che grazie al lettore laser consente di gestire la raccolta dati mediante lettura del barcode, scattare foto dei prodotti e stampare le etichette in mobilità. «Custom oggi è in grado di accompagnare le aziende in veri e propri processi di data intelligence che oltre a processi di stampa richiedono anche lo sviluppo di soluzioni di lettura integrate e modulari, soddisfacendo esigenze specifiche all’interno di contesti differenti e ad alto valore aggiunto» dichiara Alessandro Mastropasqua, Corporate Communication manager di Custom. Con PassPlant e Custom, insomma, il passaporto fitosanitario si fa, senza troppi pensieri.
FLORSISTEMI
• Nasce nel 1993 • Information technology • Sviluppo di soluzioni software • Gestione del magazzino • Gestione della produzione • Gestione delle vendite • Esperti nella lettura del codice a barre • Specializzata nell’etichettatura automatica di prodotto greenup
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Mercati / NOVITÀ
Le dimensioni compatte permettono di riporlo con il minimo ingombro.
VOGLIA DI VERDE Per combattere la noia, causata dalle temporanee limitazioni di movimento, si può riscoprire il giardino e dedicarsi a una nuova passione, meno faticosa grazie ad utensili all’avanguardia di FILIPPO TOMMASEO
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HANDYMOWER
• Batteria agli Ioni di Litio 18V/2,6Ah • Leggero: si manovra con una mano • Agile, può sostituire il trimmer • Dimensioni ridotte • Lama di 22 centimetri di larghezza • 3 altezze di taglio (da 3 a 5 centimetri) • Mulching
egli ultimi anni l’amore per il giardinaggio in contesto urbano e cittadino è cresciuto. Un trend che Gardena ha previsto e intercettato. Per questo motivo, ha creato la linea di prodotti City Gardening, mirata proprio a soddisfare le esigenze di questa fetta di mercato.
PICCOLI SPAZI, GRANDE DIVERTIMENTO Una delle nuove proposte per quest’anno è uno strumento a batteria agli Ioni di Litio 18V/2,6Ah, che permette di falciare il prato in massima libertà, senza l’ingombro del cavo, pensato per gli spazi verdi disponibili nel tessuto urbano, quindi solitamente di dimensioni contenute. È il rasaerba a batteria HandyMower, estremamente leggero, maneggevole, agile e veloce: basta un tocco delicato e scivola senza sforzo sul prato, affrontando anche l’erba più difficile. Con HandyMower in pratica è possibile falciare il prato utilizzando soltanto una mano. AGILE E DISCRETO HandyMower si distingue fra gli altri rasaerba della stessa categoria perché è un attrezzo compatto, che taglia facilmente ovunque, anche sotto gli ostacoli e nei punti più difficili da raggiungere. Si destreggia agilmente tra le aiuole, sotto i mobili da
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HandyMower, nuovo rasaerba a batteria di Gardena per piccoli giardini.
giardino e in alcuni casi si sostituisce egregiamente al lavoro di un trimmer. Grazie alle sue dimensioni ridotte, inoltre, non ingombra ed è comodo da riporre in poco spazio a fine utilizzo. Dotato di lama di 22 centimetri di larghezza, consente una regolazione dell’altezza di taglio centralizzata su 3 livelli (da 3 a 5 centimetri). Infine, grazie al taglio mulching, HandyMower risolve il problema dello smaltimento dell’erba tagliata.
Estremamente maneggevole, passa facilmente sotto i mobili da giardino e può sostituire il trimmer.
tutto un altro terriccio • Attenzione all’ambiente • Materie prime da fonti rinnovabili • Riserva d’acqua
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Mercati / PRODOTTI NOVITÀ
LOTTA AGLI INSETTI? SI VINCE COSÌ esi enza i a ienti sanificati se pre pi sentita i portante antenere un a e uato ive o i iene tra ite e i inazione e i insetti veico i i er i e atteri di BIANCA BOSCHI
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li ambienti domestici oggi hanno assunto una valenza molto importante, in quanto luoghi “sicuri” dall’epidemia. Eppure, nelle nostre case vivono germi, batteri, e altri ospiti sgraditi. Grazie alla mole particolarmente contenuta, infatti, gli insetti infestanti, soprattutto quelli striscianti, si nascondono ovunque, soprattutto dietro gli elettrodomestici, nelle prese elettriche, negli angoli più bui e dimenticati della casa. Si alimentano di qualunque avanzo della nostra cucina, e viste le dimensioni, sono sufficienti porzioni ridottissime di cibo per il loro sostentamento. L’accurata pulizia di base è un’ottima azione preventiva mentre per la protezione duratura degli ambienti.
AMBIENTI IGIENIZZATI A LUNGO Newpharm Home&Garden offre una ricca gamma di soluzioni. In particolare uno strumento efficace per il controllo degli insetti più frequenti in ambito domestico, quali formiche zanzare, mosche, pulci e scarafaggi è il nuovissimo New 01, uno spray pronto all’impiego caratterizzato da un’ottima persistenza temporale. L’applicazione del prodotto New 01 della linea Newcidal Plus negli angoli, dietro le suppellettili e gli elettrodo-
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mestici, lungo i battiscopa e in ogni punto dove è stato avvistato un infestante, stimola la loro fuoriuscita determinandone un rapido abbattimento. UNA BARRIERA ANCHE ALL’ESTERNO Durante l’estate, l’applicazione del prodotto sugli infissi, insistendo sulle zanzariere e sulle porte, determina un efficace effetto contro le zanzare, compresa la temuta zanzara tigre, che comunque verrebbero eliminate previo contatto con la superficie. Se i nostri animali domestici dovessero aver introdotto in casa delle pulci, si raccomanda di intervenire nelle cucce e nelle aree maggiormente frequentate per una rapida bonifica. Attenta all’ambiente e alla sicurezza domestica Newpharm Home&Garden propone esclusivamente soluzioni efficaci per un confort in casa e in giardino.
Per approfondire
Newpharmgarden.it
New 01 è uno spray pronto all’impiego con ottima persistenza temporale che stimola la fuoriuscita degli insetti dalle tane, determinando un rapido abbattimento.
g UN PICCOLO SPECIALE DI GREENUP PER RACCONTARE IL DIFFICILE PERIODO CHE STIAMO VIVENDO. PER FARCI AIUTARE, ABBIAMO CHIESTO AD ALCUNI AMICI DI RISPONDERE A UNA DOMANDA: COSA SUCCEDERÀ DOPO QUESTO VIRUS? CHE MONDO CI ASPETTA NEI MESI A VENIRE? a cura di FRANCESCO TOZZI testi di ANDREA BAFFIGO, ALBERTO E DANIELE BISINELLA, LUCIO BRIOSCHI, SILVANO GIRELLI, STEFANIA MEDETTI, ENRICA RAGANATO, VALERIA RANDAZZO, FABIO RAPPO, SEVERINO SANDRINI
©freepick.com
g Ritorno al futuro /
PRONTI A RICOMINCIARE (PENSANDO AL FUTURO)
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Questo speciale di greenup è un piccolo contributo che speriamo possa offrire a tutti noi qualche spunto di riflessione per guardare avanti. Sì, è vero, il periodo che stiamo vivendo è di sicuro molto difficile, ci sta mettendo duramente alla prova, come persone e come imprenditori, ma si tornerà a invadere centri città e garden center. E non possiamo farci trovare impreparati. Così abbiamo pensato a un veloce vademecum con alcune idee per affrontare il presente e prepararsi al dopo, perché è il momento di focalizzarsi sui punti di forza, capitalizzare la leadership e sfruttare il periodo per costruire relazioni con il team e i clienti. Poi abbiamo chiesto ad alcuni amici di raccontarci* – e li ringraziamo di cuore, perché hanno risposto tutti con il massimo entusiasmo! – come stanno vivendo questi mesi e quale è la loro speranza per il futuro, proprio perché è dal futuro che bisogna ripartire, anche nelle nostre attività commerciali. Già, bisognerà guardare avanti, avere una visione, ragionare su progetti a lungo termine. Investire sul futuro, appunto.
* Contributi raccolti durante il mese di aprile.
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Il marchio PROVEN WINNERS® è garanzia della migliore qualità, offre le piante più esclusive presenti sul mercato, selezionando le varietà più straordinarie del mondo. Per maggiori informazioni, visitate il nostro sito internet www.provenwinners.eu Chiedete alla vostra giardineria una pianta Proven Winners, per un acquisto di qualità.
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g Ritorno al futuro / DI STEFANIA MEDETTI
FOCALIZZARSI SUI PUNTI DI FORZA, CAPITALIZZARE LA LEADERSHIP E SFRUTTARE IL MOMENTO PER COSTRUIRE RELAZIONI CON IL TEAM E I CLIENTI. ECCO ALCUNE IDEE PER AFFRONTARE IL PRESENTE E PREPARARSI AL DOPO
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Ci sono molte cose che non sappiamo di Covid-19, ma ci sono anche alcune certezze. La prima fra tutte è che il virus non poteva colpire in un periodo peggiore della primavera, una stagione in cui si concentra la maggior parte delle vendite per garden center e vivai. Ma, come hanno sottolineato alcuni operatori americani, è pur vero che i garden, da sempre esposti all’imprevedibilità della natura, si sono fatti le ossa nelle difficoltà. Questa volta, la sfida è di proporzioni mai viste, perché le misure di distanziamento sociale hanno come effetto collaterale l’allontanamento di domanda e offerta. Se i battenti sono ancora aperti, il traffico non è più quello di una volta e il tutto è avvolto in un’atmosfera sospesa in cui non solo quello che facciamo, ma anche le ragioni del nostro operato sono messe in discussione. BISOGNO DI VERDE Cosa si può fare, dunque, in una situazione in cui le previsioni rischiano di essere smentite giorno dopo giorno? Nonostante le difficoltà, si possono compiere processi necessari e fattibili: mettere le cose in prospettiva, mantenere l’attitudine mentale giusta e riscoprire i fondamentali. Un aiuto in proposito arriva dal report annuale di Garden Media Group, la società di pr americana specializzata in giardinaggio, casa e vita all’aperto che, da vent’anni a questa parte, tiene il polso del mercato. Gli analisti ci dicono che il rapporto delle
persone con il verde sarà sempre più stretto. “Entro il 2050, il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città”, fa sapere Katie Dubow, direttore creativo dell’agenzia. “Proprio perché le metropoli lasciano poco spazio al contatto con la natura quest’ultima diventa ancora più necessaria per le persone che vi abitano”. Non solo chi pianifica le città, dunque, dovrà considerare questo aspetto per creare spazi sostenibili, vivibili e sani, ma anche chi abita le città sentirà più fortemente il bisogno di verde che diventa parte integrante della vita. LA SFIDA ECOLOGICA Ne stiamo avendo già un assaggio oggi: le persone amano parlare, condividere esperienze e creare comunità di appassionati di verde. Una conferma che arriva anche dai dati dell’istituto di ricerca EuroMonitor che ha calcolato che il business del giardinaggio è cresciuto del 6% nel 2018, con un giro d’affari da 40 miliardi di dollari che potrebbe arrivare a 49,3 entro il 2023. Il trend non potrà che trovare conferma nei prossimi mesi, perché i costi della crisi non saranno soltanto economici, ma anche psicologici. Le persone hanno e avranno sempre più bisogno di rivolgersi a ciò che le fa stare bene e, in questo senso, il verde gioca un ruolo da protagonista. Infine, il terzo trend riguarda lo sviluppo dell’economia circolare che non è più solo una sfida ecologica (solo il 9% dei materiali di consumo è riutilizzato), ma anche un modo di pensare, di fare di più con meno, di mettere in circolo e valorizzare lo scambio, un desiderio reso senz’altro più acuto da queste settimane di lontananza. Ecco, dunque, qualche idea per adattarsi ai tempi, fare dei piani di contingenza e continuare a costruire il business con una strategia pensata per il lungo termine.
1.
Tenete il polso del vostro team. Siate onesti, create spazi di confronto, ma sostenete anche il morale dei vostri collaboratori. È molto probabile che saranno preoccupati per il proprio posto di lavoro, spiegate le vostre intenzione, fateli partecipi del fatto che questa sfida si combatte di ora in ora, ma ricordate (e ricordatevi) anche i vostri valori che, con ogni probabilità, vi hanno permesso di arrivare dove siete.
«NONOSTANTE LE DIFFICOLTÀ, SI POSSONO COMPIERE PROCESSI NECESSARI E FATTIBILI: METTERE LE COSE IN PROSPETTIVA, MANTENERE L’ATTITUDINE MENTALE GIUSTA E RISCOPRIRE I FONDAMENTALI»
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g Ritorno al futuro / DI STEFANIA MEDETTI
2.
Prendetevi cura della vostra salute mentale. “Questa non è una gara di velocità, è una maratona”, sintetizza Rob Sproule, fondatore di Dig Marketing, proprietario e direttore marketing del garden canadese Salisbury Greenhouse. Per potersi occupare di tutte le cose che richiedono la vostra attenzione, bisogna essere nella miglior forma fisica e predisposizione mentale. Prendetevi il tempo per farlo.
3.
Continuate a comunicare. Rimanere in contatto con i propri clienti è più importante che mai. Il sito, i social media, il blog e le newsletter forniscono informazioni e ricordano i benefici che il verde regala in termini di salute e benessere. Sproule, per esempio, registra ogni giorno alle 13 un video su Facebook Live (https:// www.facebook.com/SalisburyGreenhouse/posts/). “Non dovete parlare di Covid. Io parlo di viole del pensiero, rose, giardini. Donare gioia è ciò di cui le persone hanno più bisogno in questo momento”.
CULTURA / UN POSTER CHE FA STORIA n una settimana di ne giugno nel , al uni un ionari del inistero dell n orma ione e del inistero dell onomia britanni o si in ontrarono a ondra per approvare una serie di poster motiva ionali li annun i avrebbero dovuto
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sostenere il morale della popola ione nelleventualit sempre pi probabile di un onflitto on la ermania ra le proposte, urono s elti tre soggetti e, in omune, avevano il logo della orona di e iorgio, grandi lettere bian e
in stampatello su s ondo rosso o blu rodotti in milioni di opie, i primi due poster riempirono le itt del egno nito, ma il ter o, programmato per una possibile invasione tedes a, non u mai utili ato inita la guerra, per in uantanni nessuno i
pens pi no a e un giorno, inaspettatamente, il ter o poster ri omparve sul ondo di una s atola di libri di se onda mano nel nord dell ng ilterra en a onos erne la storia, ar anle , proprietaria della libreria, si innamor del poster,
successo in occasione dell’ultimo conflitto mondiale, le persone sentono l’esigenza di assicurarsi una fornitura di prodotti alimentari e i garden d’oltre oceano confermano: la richiesta di sementi e piantine da orto è cresciuta. “Le persone guadagneranno di meno, vorranno coltivare quanto possibile e, poiché viaggeranno meno, investiranno di più nel loro giardino”.
«IL BUSINESS DEL GIARDINAGGIO È CRESCIUTO DEL 6% NEL 2018, CON UN GIRO D’AFFARI DA 40 MILIARDI DI DOLLARI CHE POTREBBE ARRIVARE A 49,3 ENTRO IL 2023»
Anche gli altri canali vanno aggiornati periodicamente e gli esperti consigliano uscire con cinque o sei prodotti a settimana.
4.
Promuovete la creazione di “orti di guerra”. “Anche nelle comunicazioni ufficiali, quando si parla di Covid-19, si parla di guerra e questo spiega perché gli “orti di guerra” stanno tornando di attualità”. Proprio come è
5.
Organizzate workshop online. Se siete abituati a tenere lezioni, gli appuntamenti dovranno per forza di cose migrare online. Se invece non l’avete mai organizzato delle classi, la pausa forzata del Covid potrebbe essere l’occasione per cominciare. Potete comporre dei kit di prodotti ad hoc per la lezione e metterli in vendita già pronti per chi vuole seguire le vostre istruzioni. Ricordatevi di essere sempre una fonte di ispirazione.
6.
Implementate il social distancing. Anche se il picco sarà passato prima dell’estate, questa non sarà una primavera come le altre. “Le distanze sociali andranno rispettate e bisogna prepararsi per un punto vendita con pochi clienti”, prosegue Sproule. Numerosi garden center hanno sviluppato un modello di vendita contact-free. I clienti fanno i loro ordini online (c’è chi ha usato questo tempo per mettere l’intero inventario online), per mail o per telefono. Lo staff chiama il cliente per accordarsi sulla modalità di pagamento, per ricordare di scendere dall’auto per caricare la merce solo quando gli addetti si saranno allontanati. A ogni cliente, inoltre, viene comunicato un numero di telefono da chiamare all’arrivo e il numero del “gate” nel parcheggio dove avverrà la consegna (Appositi poster indicano le varie postazioni nel parcheggio). La formula ha riscosso così tanto successo che, in California, sono necessari due giorni di attesa prima di poter ritirare l’ordine.
7.
Sperimentate con servizi di video concierge. Potete mostrare i prodotti tramite video. I clienti prenotano un orario e il team li accompagna in un tour virtuale del punto vendita attraverso il tablet o uno smartphone. Per questa modalità di vendita è fondamentale fare in modo che il team abbia familiarità con la tecnologia. Inoltre, è importante fare pratica nella comunicazione a distanza che richiede una dose di pazienza in più. “Nel nostro garden il numero di richieste per questa tipologia di acquisto è così elevato che il servizio è offerto a fronte del pagamento di un piccolo fee”, conclude Sproule.
lo e e in orni iare e lo appese in nego io dove in po o tempo divenne os popolare e omin i a stamparne delle opie settantanni di distan a, eep alm and arr on un invito di grande attualit greenup
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g Ritorno al futuro / DI VALERIA RANDAZZO (exibithion manager di Myplant & Garden e titolare dello studio VG Crea)
LA PELLICOLA DI QUESTO TRAGICO FILM NON SI PUÒ RIAVVOLGERE, DOBBIAMO VIVERLA E DA QUESTA ESPERIENZA RITROVARE NUOVE FORZE, NUOVE CAPACITÀ CREATIVE PER RICOSTRUIRE E RIDARE VIGORE AL COMPARTO
NULLA SARÀ PIÙ COME PRIMA
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Questa è la frase che diciamo ogni giorno, e fa male. Fa male per le tante vittime che questo virus sta causando e per le persone che hanno perso i loro cari. Fa male per i danni economici subiti, enormi, e per molte aziende devastanti. Fa male pensando alla nostra manifestazione che non ha potuto aprire le porte. Fa male per l’enorme lavoro svolto da tutto lo staff organizzativo di Myplant, per gli investimenti fatti, sia nostri, sia di tutte le aziende coinvolte. Tutto vanificato in poche ore. La giornata e la notte in bianco del 21 febbraio me le ricorderò per sempre. L’edizione 2020 era pronta, e, con i suoi 780 espositori e 25mila operatori dal mondo, sarebbe stata la più completa e proficua per tutte le imprese protagoniste. Ma è così, la pellicola di questo tragico film non si può riavvolgere, dobbiamo viverla e da questa esperienza ritrovare nuove forze, nuove capacità creative per ricostruire e ridare vigore al comparto, per permettere alle aziende di riprendere in mano il proprio business.
Valeria Randazzo in o asione della presenta ione dell ini iativa l bos o di plant
Questa quarantena fa riflettere sui propri affetti, sul poco tempo che normalmente dedichiamo alle persone care e a noi stessi. Fa riflettere su quanto siamo stati capaci di “sprecare” nel nostro vivere quotidiano; tutto in questo momento difficile, invece, diventa prezioso. Questo, forse, è l’unico aspetto positivo del dramma che la nostra generazione non avrebbe mai pensato di vivere. I nonni di chi ha la mia età ci raccontavano sempre le carenze dei tempi di guerra, e lo facevano per darci una sana educazione, per insegnarci che nulla è dovuto, ma ottenuto con fatica e sudore. Ed è proprio con l’intento di rimboccarci le maniche più di prima, e con ancor più tenacia, che stiamo lavorando, guardando avanti e augurandoci che l’emergenza finisca presto, in una prospettiva di ripresa economica di tutto il sistema-Paese.
«QUESTA QUARANTENA FA RIFLETTERE SUI PROPRI AFFETTI, SUL POCO TEMPO CHE NORMALMENTE DEDICHIAMO ALLE PERSONE CARE E A NOI STESSI» VIII
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g Ritorno al futuro / DI FABIO RAPPO (fondatore e titolare di Viridea e Rappo Giardini)
I MESI DI MARZO, APRILE E MAGGIO RAPPRESENTANO IL PERIODO DI MAGGIOR FATTURATO PER I CENTRI GIARDINAGGIO, MA SAREMO CAPACI DI TROVARE NUOVI STIMOLI. A PARTIRE DAI NOSTRI PUNTI VENDITA
UNA PRIMAVERA RUBATA
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Non poteva arrivare in un periodo peggiore: per tutta la nostra filiera il virus non poteva scegliere un periodo più dannoso. La fine febbraio per la dinamica finanziaria tipica del nostro lavoro rappresenta il momento di maggior debolezza: di fatto gennaio e febbraio generano un conto economico in perdita. Marzo, aprile e maggio, al contrario, determinano il 35-40% dei ricavi di tutto l’anno e quindi mesi di recupero sia dal punto di vista finanziario, sia economico. Il danno sarà importante. Come se non bastasse, il quasi totale blocco delle vendite ha portato al macero di merce deperibile e come ulteriore beffa il clima di questa primavera si sta rivelando uno dei migliori mai visti. Una tempesta perfetta. Una primavera rubata. Il problema più grave, a mio avviso, è legato alla liquidità di cassa e in seconda battuta al conto economico, anch’esso sicuramente penalizzato. Senza dimenticare, che il segmento più danneggiato sarà quello dei i produttori, vittime, penso, di maggiori quantità di buttato. Terminato il facile elenco degli aspetti negativi, provo a fare qualche osservazione di quanto è accaduto fino ad ora. In primis, quasi tutti abbiamo cercato di sopperire alle mancate vendite con la consegna a domicilio, con modalità emergenziali e in qualche settimana abbiamo imparato molto. Così, le vendite on-line hanno registrato un’impennata che ci ha colti impreparati, facendoci ragionare molto. Sono sicuro che questa esperienza forzata
ci renderà più maturi circa le opportunità di vendita alternative alla classica esperienza fisica in negozio. Gli stessi clienti hanno forzatamente sperimentato un approccio diverso. Un segno, non so quanto marcato, resterà. Allo stesso tempo, sono certo che le persone torneranno a visitare i nostri punti vendita, e non solo per fare acquisti, ma per passare del tempo, per stare bene e, forse, tirare un sospiro di sollievo. E su questo aspetto, noi imprenditori della distribuzione dobbiamo puntare ancora di più. Gli ultimi mesi ci hanno negato tante libertà e tutti abbiamo rivalutato molte piccole cose che davamo per scontate: una passeggiata, una cena al ristorante, qualche ora passata con gli amici, una visita al garden, appunto. L’economia nel medio periodo subirà un contraccolpo per quanto sta accadendo, tuttavia resto fiducioso circa la nostra attività. Ipotizzo un periodo caratterizzato da consumi semplici ma apprezzati. Forse faremo meno viaggi in luoghi esotici e passeremo più tempo in compagnia mangiando una pizza, oppure investiremo qualcosa in più per il proprio giardino o terrazzo. La politica? In generale non ho fiducia. Temo la demagogia che ci ha portati a essere il Paese che premia l’assistenza e penalizza il merito. Ora mi spaventano le promesse che non si potranno mantenere. Nessuno può risarcire il danno che abbiamo avuto, prometterlo vuol dire mentire. A mio modesto parere lo Stato deve creare le condizioni che ci consentano di superare e spalmare il danno in un periodo adeguato. Stop. Altre cose, forse, le abbiamo imparate. Le elenco per comodità: - Facciamo parte di una filiera strettamente interconnessa. Garden center, produttori, erogatori di servizi mai si sono sentiti così vicini. Potremo in futuro immaginare collaborazioni più strette? Penso e mi auguro di sì. Nell’interesse nostro e del nostro Paese. - La nostra filiera non ha un rappresentante unico, autorevole e competente presso le istituzioni. Questa mancanza in questo periodo c’è costata cara. Bisognerà porvi rimedio. - La nostra libertà imprenditoriale, la nostra inventiva, le necessità del lavoro, negli ultimi decenni, sono state schiacciate da normative mutuate da altri settori. Sovente inibiti da approcci che definirei moralisti. Ci siamo “arrangiati” a livello locale nei modi più disparati e singolari. Che senso ha tutto questo? Possiamo, dobbiamo ancora accettarlo? Penso di no. Fabio Rappo il ondatore di iridea, atena italiana e onta garden greenup
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g Ritorno al futuro / DI ANDREA BAFFIGO (direttore editoriale di GardenTV)
UNA VOLTA CHE LA CRISI SARÀ PASSATA DOVREMO FARE I CONTI CON NUOVE ABITUDINI SOCIALI E PROFESSIONALI, E SOPRATTUTTO, NUOVE ESIGENZE: SARÀ L’INIZIO DI QUELLA CHE ALCUNE PERSONE CHIAMANO “SOCIETÀ CONTACTLESS”
UN GIARDINAGGIO SEMPRE PIÙ INFORMATIZZATO
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Andrea Ba go o ondatore del portale arden e di radiogarden it
Sembra davvero difficile pensare a cosa verrà dopo. Stiamo ancora attraversando la tempesta, una “bufera” che ha drammaticamente cambiato molte delle nostre abitudini, a mio avviso non tutte in peggio. La prima preoccupazione è sicuramente per la salute, adesso e nel periodo successivo all’emergenza, subito dopo arrivano le ripercussioni economiche che hanno colpito così duramente l’Italia e purtroppo tutto il mondo, infettato e cambiato da questo letale quanto democratico Coronavirus. Un
contagio così totalizzante che – a mio avviso – è riuscito a cambiarci intimamente come persone, rivalutando il nostro rapporto con la nostra famiglia e i nostri cari, con amici e colleghi, ma anche con il tempo e lo spazio, con la natura e ovviamente anche con gli affari. Una volta che la crisi sanitaria e umanitaria sarà passata (non credo tanto presto) dovremo fare i conti con nuove abitudini sociali e professionali, e soprattutto, nuove esigenze: sarà l’inizio di quella che alcune persone chiamano “società contactless”, una società che funziona perfettamente anche da remoto, dai pagamenti, ai citofoni, dalle riunioni aziendali alle video chiamate e incontri virtuali tra familiari. Una nuova società nella quale soprattutto i più giovani si adatteranno in fretta: hanno già dato prova di sapere maneggiare al meglio gli strumenti di comunicazione, stimolando creatività, funzionalità, efficacia anche senza andare in ufficio, ma dalla scrivania di casa, con tutte le distrazioni del caso che potete immaginare e avrete avuto sicuramente modo di visualizzare. Calando il discorso sul giardinaggio, non posso che provare sentimenti contrastanti, da una parte la forte preoccupazione per la stagione in corso, per il calo delle vendite, per i negozi chiusi, per le fiere di settore rimandate, per tutti i progetti che sono stati annullati, per il lungo tempo di inattività con gravi conseguenze per tutta la filiera. Non vi è dubbio che conteremo le “perdite”. Dall’altra parte sono ottimista, questo periodo di quarantena ha dato un nuovo valore alla natura, alla cura del verde, agli spazi aperti, al giardino. A dimostrazione della voglia di giardinaggio e del cambiamento del modo di informarsi possiamo – quasi inaspettatamente – affermare che GardenTV sta attraversando un momento di espansione e forte crescita. Sempre più persone consultano i nostri video e tutorial, sono raddoppiati gli utenti unici giornalieri e pur essendo un portale verticale e per addetti ai lavori è aumentato notevolmente il tempo di permanenza sul sito. Inoltre, come ho accennato precedentemente in questo periodo le aziende dei vari settori sono state costrette a sperimentare video conferenze, corsi online, app per formazione a distanza e tutorial; una strada che GardenTV ha già intrapreso più di cinque anni fa quando ha puntato tutto sull’informazioni digitale, utilizzando il video come strumento principale per conoscere e far conoscere il giardinaggio, i suoi attori, strumenti, pratiche e competenze. Dati alla mano, il video giardinaggio è esploso e attendiamo – fiduciosi – di poter uscire presto e raccogliere i frutti.
«DALL’ALTRA PARTE SONO OTTIMISTA, QUESTO PERIODO DI QUARANTENA HA DATO UN NUOVO VALORE ALLA NATURA, ALLA CURA DEL VERDE, AGLI SPAZI APERTI, AL GIARDINO» X
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g Ritorno al futuro / DI SILVANO GIRELLI (titolare di Flover e co-fondatore di AICG)
PERCHÉ I CENTRI DI GIARDINAGGIO SONO STRUTTURE DOTATE DI SPAZI AMPI, ARIEGGIATI E DOVE SI PUÒ VIVERE UN’ESPERIENZA MULTISENSORIALE, CHE NESSUN ALTRO CANALE DI VENDITA PUÒ GARANTIRE
LE PERSONE TORNERANNO PRESTO
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Stiamo vivendo un momento storico che non avremmo mai potuto immaginare. Il bagaglio di esperienze accumulato fino ad ora, tutte le pianificazioni aziendali, i nostri stessi rapporti con fornitori, collaboratori e clienti sono messi in discussione. In questi 40 anni di attività abbiamo sempre discusso della variabilità della primavera, pioggia, sole, temperature, Pasqua alta, Pasqua bassa, ma mai avremmo pensato di dover tenere chiusi i nostri punti vendita. Pur considerando la salute al primo posto, non ho mai pensato di arrendermi, perché tutte le aziende e i posti di lavoro che abbiamo creato in questi anni sono un patrimonio da difendere. In questi giorni mi sono tornate alla mente più volte le parole di mio padre, che avendo vissuto la guerra, mi diceva che i fiori non sono un bene primario e alla prima vera crisi le persone li avrebbero eliminati. Sicuramente in questo periodo di quarantena i consumi si sono orientati sui beni di prima necessità, credo comunque che la cultura del verde che abbiamo divulgato in questi anni e gli studi sul benessere
«PUR CONSIDERANDO LA SALUTE AL PRIMO POSTO, NON HO MAI PENSATO DI ARRENDERMI, PERCHÉ TUTTE LE AZIENDE E I POSTI DI LAVORO CHE ABBIAMO CREATO IN QUESTI ANNI SONO UN PATRIMONIO DA DIFENDERE»
Silvano Girelli durante un viaggio interna ionale
green effettuati da vari scienziati consentano di attribuire ai nostri prodotti un valore molto maggiore rispetto a quello riconosciuto, durante questa crisi, dalla politica. Le famiglie, nel breve-medio periodo, dovranno rimanere più tempo a casa, riducendo ferie e viaggi, e così vivranno maggiormente i propri balconi e giardini. Sicuramente anche le piante da orto, aromatiche e da frutto saranno sempre più richieste, forse affiancate casomai da un piccolo allevamento di animali da cortile come galline, conigli eccetera. In questi giorni ci siamo trasformati in aziende per consegne a domicilio. Abbiamo cercato di mantenere i contatti con la nostra clientela pubblicando immagini e video dei nostri garden. Mi sento di affermare che le persone torneranno presto nei nostri punti vendita, in quanto strutture dotate di spazi ampi, arieggiati e dove si può vivere un’esperienza multisensoriale, che nessun altro canale di vendita può garantire, oltre alla consueta competenza del personale. Ciononostante, sono sicuro che dovremmo implementare le nostre modalità di vendita per stare al passo con le esigenze dei consumatori, che semplicemente vogliono avere la possibilità di scegliere come acquistare un prodotto (e-commerce, click & collect eccetera). Le esperienze vissute in questo periodo segneranno sicuramente in maniera significativa lo sviluppo del nostro settore, accelereranno processi di innovazione, modificando l’assortimento merceologico, ma confermando anche l’importanza sociale delle piante, fondamentali per la sostenibilità del nostro futuro. greenup
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g Ritorno al futuro / colloquio con SEVERINO SANDRINI (consulente e titolare di MC Sinergie)
IL PERIODO È DIFFICILE, ANCHE PERCHÉ ABBIAMO PERSO LA PRIMAVERA: STAGIONE IN CUI SI CONCENTRA BUONA PARTE DEL FATTURATO. MA CI SARÀ LA RIPRESA E BISOGNA FARSI TROVARE PRONTI
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TORNEREMO A SPENDERE PER IL GIARDINO
COME STAI VIVENDO QUESTO PERIODO DIFFICILE E COME TI CAMBIERÀ? «Con grande intensità emotiva, ma anche con grande impegno lavorativo. Personalmente sono isolato dal 9 marzo dopo che sono rientrato dall’inaugurazione di un nuovo e bellissimo garden alle porte di Roma; tutto era pronto per una bellissima primavera e ovviamente questo evento del virus ha cambiato ogni cosa. La nostra sede è stata chiusa immediatamente e ci siamo resi operativi ognuno dalla propria abitazione con maggior impegno nel supportare i nostri clienti in ogni esigenza. Giorno per giorno affronto le situazioni più disparate, dal seguire tutti gli aggiornamenti ufficiali (DPCM e ordinanze Regionali) e non, con grande partecipazione ma anche meditando con attenzione e facendo discernimento prima di condividere con i clienti. A livello aziendale stiamo studiando attentamente l’evolversi della situazione. Infine, non posso non far notare come in questo momento così difficile per tutti si è vista la frammentarietà rappresentativa del settore, florovivaistico, centri giardinaggio, garden, vivai e tante altre sigle che si sono mosse in maniera molto scoordinata e spesso in contrasto tra di loro nel tutelare il settore del verde in Italia. Mi auguro che, passato questo ciclone epocale, si rifletta attentamente e che si trovi una via unitaria e seriamente rappresentativa di questo importante settore produttivo e commerciale». QUALI SARANNO LE RIPERCUSSIONI SUL CANALE GARDEN: ANDREMO INDIETRO? «Stiamo vivendo gli effetti negativi sul settore, nel periodo stagionale più importante come fatturato dell’anno. Praticamente impossibile recuperare la stagione e molto
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greenup
dipende dai tempi necessari a superare questa fase per tornare alla normalità ma l’estate è vicina e come si sa è un periodo di fatturati bassi. Io comunque ho fiducia nel settore e lo si vede dalla grande richiesta dei clienti, pur nell’isolamento totale delle persone. Non posso nascondere che da questa fase ne usciranno solo i migliori, che non sono necessariamente i più grandi ma quelli in grado di reagire in modo positivo».
BISOGNERÀ PENSARE A NUOVE FORMULE DI VENDITA, QUINDI POTREBBE ESSERE CHE NASCA UN CONCETTO DI GARDEN DIVERSO? «Noi stiamo ragionando su obiettivi a breve, medio, lungo termine che potremmo riassumere in tre punti. Sopravvivenza: è la fase che stiamo affrontando ora; rassicurare le persone, stimolarle a trovare soluzioni pratiche ed efficaci nel risolvere i problemi giornalieri, far sentire importanti i clienti, ascoltarli e soddisfarli più possibile, tenere unito il gruppo di collaboratori, richiedere maggiore impegno e condivisione, operare scelte per mettere l’azienda in sicurezza economica. In pratica resistere al cambiamento. Transizione: ci stiamo ragionando; occorre essere informati, promuovere e partecipare a dibattitti costruttivi, mantenere vive le relazioni, ascoltare le nuove esigenze dei clienti, studiare e valutare l’impatto economico delle forme di vendita diverse dalla tradizionale, rivedere il concetto di garden in generale, potenziare i canali digitali, aggiornare gli strumenti comunicativi. Ripresa: sono sicuro che ci sarà e per essere pronti; occorre analizzare e comprendere il cambiamento, studiare e pianificare gli investimenti da fare, preparare iniziative nuove per la clientela, comunicare con forme nuove». IL CONSUMATORE TORNERÀ AD AVERE UN RAPPORTO PIÙ STRETTO CON IL GIARDINAGGIO, QUINDI AUMENTERANNO I CONSUMI? «Di questo ne sono sicuro! Non è un pensiero nuovo per me, sicuramente questa situazione ha accelerato il bisogno della gente di ritrovarsi, di dare maggior valore all’ambiente in generale e ai propri spazi verdi in particolare. Ci sono già degli studi che ci dicono che al terzo posto nella graduatoria di spesa degli italiani ci sarà il mondo del giardinaggio in generale: non so quanto verrà confermato, ma io ci credo e lo sto dicendo da un po’ a tutti quelli con cui mi relaziono. Resistiamo e non perdiamo questa occasione importantissima per ragionare in un’ottica di rinnovamento radicale del nostro settore».
«OCCORRE RIVEDERE IL CONCETTO DI GARDEN IN GENERALE, POTENZIARE I CANALI DIGITALI, AGGIORNARE GLI STRUMENTI COMUNICATIVI»
g Ritorno al futuro / DI ENRICA RAGANATO (responsabile de Il Germoglio Garden Center e consigliera di AICG)
DOBBIAMO INSEGNARE CHE L’ATTIVITÀ DI GIARDINAGGIO È UN’OPPORTUNITÀ EDUCATIVA E SOCIALE, COLTIVA VALORI SANI, FA SENTIRE VIVI E UTILI, CREA RELAZIONI, FA GIOIRE DI SODDISFAZIONI QUOTIDIANE. SARÀ QUESTO IL RUOLO E LA SFIDA PIÙ GRANDE DI AICG
DOBBIAMO RE-INVENTARCI
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«IN QUESTI ULTIMI GIORNI CHE IL GARDEN HA RIAPERTO E ABBINA LE CONSEGNE A DOMICILIO, IL FATTURATO SEMBRA SALVO, NON RECUPEREREMO IL PERSO, MA SEMBRA IMMAGINABILE UN’OTTIMA PERFORMANCE PER IL MESE DI APRILE, DEL TUTTO INASPETTATA»
Enrica aganato durante un viaggio organi ato da
Il garden center è un’esperienza. Le esperienze vanno vissute coi sensi. Ho sempre ritenuto questa la formula alla base dell’organizzazione degli spazi di un centro giardinaggio: creare un percorso emozionale che segue, o meglio precede, le stagioni e ricorda all’animo umano la centralità dell’energia pulsante della natura. Nei viaggi studio AICG in visita ai migliori garden center europei, abbiamo sempre approfondito questo format. Ora che guanti e mascherine, il distanziamento sociale e le norme di sicurezza per contrastare questa pandemia, ci costringono ad avere percezioni filtrate e limitate, dovremo rivedere il tradizionale modo in cui concepivamo l’esperienza d’acquisto nei nostri
centri giardinaggio. Dobbiamo re-inventarci. Se il cliente non ritrovasse così facilmente la fiducia di muoversi da casa, come potremo raccontargli i nostri prodotti attraverso social e web? Sarà l’e-commerce, che sempre abbiamo snobbato, la soluzione efficace per tentare di non perdere quote di mercato? L’emergenza e la chiusura forzata di questi giorni hanno fatto sì che tutti i punti vendita italiani organizzassero il servizio di consegne a domicilio, apprezzatissimo dalla clientela, che prevede però un’enorme mole di lavoro difficilmente sostenibile. Nell’ultimo periodo, più volte ho riflettuto su quanto lavoro ci sia ancora da fare nel comune pensare della classe dirigente italiana: il verde non è considerato un vero valore. Ci eravamo illusi con il bonus verde, che per la prima volta affermava che piantare le piante fa bene alla salute, limita l’inquinamento e migliora la qualità della vita, e pertanto va incentivato. Dobbiamo insegnare che l’attività di giardinaggio, prendersi cura di un altro essere vivente, osservarlo crescere, studiarne le risposte ai nostri stimoli, è un’attività educativa e sociale, coltiva valori sani, fa sentire vivi e utili, crea relazioni, fa gioire di soddisfazioni quotidiane. In questi ultimi giorni che il garden ha riaperto e abbina le consegne a domicilio, il fatturato sembra salvo, non recupereremo il perso, ma sembra immaginabile un’ottima performance per il mese di aprile, del tutto inaspettata... Chi telefona o viene a farci visita sembra “affamato di verde”: ha bisogno di ricrearsi il proprio angolo di benessere in casa o sul balcone, un affaccio sul mondo, uno sguardo alla natura, a quel paesaggio che non può raggiungere. Sono bisogni che sono certa sapremo ascoltare, chi se non i centri giardinaggio italiani? greenup
XIII
g Ritorno al futuro / DI LUCIO BRIOSCHI (studio di consulenza Soluzione Garden)
UN APPELLO ALLE DIVERSE ASSOCIAZIONI DELLA FILIERA DEL FLOROVIVAISMO. TUTTE REALTÀ CON UNA PROPRIA IDENTITÀ FORTE, MA CHE INSIEME POTREBBERO RAPPRESENTARE AL MEGLIO L’INTERO COMPARTO
PERCHÉ NON PENSARE A UNA FEDERAZIONE
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Dalle esperienze, siano negative o positive c’è sempre da farne tesoro. Anche da quest’ultima che stiamo vivendo, con tutti i suoi risvolti negativi ci dovrebbe aver insegnato qualcosa. Forse il senso di collaborazione? La necessità di dialogo, al di là degli interessi singoli? Speriamo vivamente, perché potrebbe essere un’opportunità unica: di fatto, solo uniti e compatti si possono veramente cambiare le cose. E, ahimè, in queste settimane non è stato proprio così: non c’è stata una direzione comune, ma le diverse associazioni si sono mosse singolarmente, facendo circolare notizie non sempre fondate e creando, in alcuni casi, false speranze. Nonostante l’intento lodevole. A notizie e comunicati poi si sono aggiunte le diverse interpretazioni degli organi territoriali, dei Comuni e delle prefetture e, in alcune occasioni, il risultato è stato il caos.
«DAVANTI A QUESTA NUOVA CRISI IL CANALE DEL GARDEN CENTER, ASSIEME ALL’INTERNO COMPARTO DEL FLOROVIVAISMO, SI È PRESENTATO IMPREPARATO» XIV
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Lucio Brioschi durante un viaggio di lavoro in ng ilterra
Il brutto di tutto questo? Non è che sia mancato l’impegno, non è che sia venuta meno l’attenzione per il nostro comparto, ma è che ogni singolo passo non è stato per nulla concertato con le altre figure coinvolte. Certo, c’è stato un susseguirsi di telefonate, si sono organizzate video-conferenze, tante l’email che sono circolate, ma alla fine non c’è stato nessun interlocutore che abbia saputo tirare le fila, interpretando le singole necessità del settore, dei singoli imprenditori, assumendosene anche la responsabilità davanti alle istituzioni. Così, davanti a questa nuova crisi il canale del garden center, assieme all’interno comparto del florovivaismo, si è presentato impreparato: come al solito con ottime intenzioni per affrontare le situazioni di difficoltà, ma con piani d’azione poco persuasivi. Nonostante la sensibilità della Ministra Bellanova. La solita storia della mano destra che non sa cosa fa la sinistra. Non c’è stato un dialogo comune, e, dati i risultati, non è solo mia sensazione. Vogliamo per una volta stringerci e fare sistema, così da agire nell’interesse comune? Forse è arrivato il momento di ragionare nell’ottica di una federazione che raggruppi tutte le associazioni interessate e coinvolte, con un unico interlocutore, forte, capace di fare sintesi. Ogni realtà è competente per la propria dinamica associativa e fa capo al proprio statuto, l’insieme di queste competenze potrebbe veramente fare la differenza nei diversi ambiti istituzionali. E non solo. Lo so, è un discorso che abbiamo affrontato tante volte, ma la speranza è l’ultima a morire e mi auguro che questo periodo della nostra storia lascerà segni anche postivi, a partire da una nuova e rinnovata voglia di collaborazione.
g Ritorno al futuro / DI ALBERTO E DANIELE BISINELLA (co-titolari del punto vendita Rosaflor)
L’INVESTIMENTO PER OTTIMIZZARE I SERVIZI E-COMMERCE HANNO CONSENTITO DI AFFRONTARE AL MEGLIO LE SETTIMANE DI PIENA CHIUSURA. IL NEGOZIO FISICO RIMARRÀ IL PUNTO DI RIFERIMENTO, MA GLI ORDINI ONLINE NON SI FERMERANNO
RACCONTO DI UNA CONVERSIONE ONLINE
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Il periodo è difficile, molto difficile e di questo ne siamo consci. Mai ci saremmo aspettati di poter vivere un’emergenza del genere, che avrebbe provocato uno stop totale della vita degli italiani e poi del mondo intero. Mai avremmo pensato di dover chiudere le attività alle persone, ai nostri clienti. Ma è andata così. Al di là delle polemiche che ci sono state sulla possibilità di aprire o meno e della una mancanza di un punto di riferimento associativo al quale rivolgersi, siamo dovuti correre ai ripari. L’unica strada è stata quella, prima della riapertura, di rafforzare il nostro servizio di consegna a domicilio. E così abbiamo fatto. Per quanto ci riguarda, noi siamo
Alberto e aniele all interno del loro garden osaflor in provin ia di i en a
«LE PERSONE SI ABITUERANNO SEMPRE DI PIÙ A ORDINARE ONLINE E BISOGNERÀ RIVEDERE ALCUNE LOGISTICHE E RIPENSARE IL NEGOZIO IN UN NUOVO MODO» partiti il giorno dopo la festa della donna a caricare prodotti nello shop online. Già attivo da un paio di anni, lo avevamo studiato per le consegne locali di fiori freschi e composizioni, con una grafica aggiornata e un sistema per il calcolo delle consegne in base alla località. In pochi giorni in quattro persone abbiamo cariato quasi mille articoli fra piante e prodotti di giardinaggio. E le vendite, come si può immaginare, hanno davvero avuto molto successo, tanto che abbiamo dovuto inserire nel sito un tetto agli ordini giornalieri per le troppe richieste. Il sito ci ha semplificato enormemente da un punto di vista organizzativo, riducendo gli ordini telefonici o via email, consentendoci di avere una miglior gestione di tutte le informazioni. Siamo arrivati a contare più di 1.500 contatti al giorno, quando un mese fa erano circa 100 e questo ci ha portato a lavorare dalle 7 alle 9 di sera. Un fenomeno che ha in parte influenzato gli acquisti: le persone si abitueranno sempre di più a ordinare online e bisognerà rivedere alcune logistiche e ripensare il negozio in un nuovo modo. Infatti, i clienti hanno capito la comodità di farsi consegnare a casa i prodotti pesanti, come terriccio e sassi, e questo siamo sicuri continuerà anche dopo. C’è un altro aspetto su cui riflettere. Il tempo e lo sforzo di preparazione dell’ordine da parte del nostro personale ora non sono conteggiati fra i costi, ma bisognerà senz’altro tenerlo in considerazione per il futuro. Un’idea potrebbe essere di tenere dei prezzi diversi per l’online su alcuni prodotti. Prima di questa emergenza si vedeva il mondo delle consegne online come una realtà lontana, solo per la spesa di generi alimentari o di elettronica, adesso abbiamo capito che può riguardare qualsiasi cosa, anche le piante. Noi fortunatamente ci siamo già mossi da un paio d’anni con l’e-commerce, ma abbiamo visto che nel progetto online pochi ci credevano. Questo ha portato tantissimi nostri colleghi all’improvvisazione durante questa emergenza e ad aprire cataloghi online in tutta fretta. Un vero peccato: da tanti anni e praticamente ad ogni convegno AICG si è parlato del mondo internet, ma pochissimi hanno avuto la determinazione di perseguire quanto il consumatore si aspettava e già realtà in altri settori vicini. greenup
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no speciale che trova spazio in un giornale che si è fatto in quattro, per raccontarvi il mercato di questi ultimi mesi, lungo tutta la filiera del florovivaismo: greenup, RITORNO AL FUTURO, Flortecnica e vivaismo e Cactus journal. Abbiamo raccolto contributi, testimonianze, preoccupazioni e speranze. Partendo dal fatto che si può ricominciare, dopo questi mesi sospesi di piena emergenza da Coronavirus, pensando al futuro. Timidi segnali di ripersa ci sono e lo confermano produttori e distributori, ma naturalmente la calma è d’obbligo. Certo non dimenticheremo le immagini delle cataste di piante e fiori buttati al macero, ma non poteva essere altrimenti. Ora è il momento di guardare avanti, nella speranza che si riescano anche a risolvere le difficoltà finanziare emerse. Abbiamo una grande chance – e molti spunti di riflessione li trovate in questo giornale –, perché il settore del florovivaismo non è un settore qualunque: il valore aggiunto che deriva da questa attività non ha prezzo. Piante e fiori regalano bellezza. Crediamoci.
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di Francesco Tozzi
egli ultimi mesi ho imparato, guardando mia moglie, che devo portare pazienza. Non dico che ci sia riuscito, mia moglie può ben testimoniarlo, però lo sto imparando! Ho imparato con grande sforzo a contenermi, a stare in casa, ho dovuto cambiare i miei programmi, volevo fare altro ma dovevo stare fermo. Arei dovuto essere in viaggio per l’Italia, l’Olanda e la Francia fino alla seconda metà di giugno. Invece niente, sono stato qui. Nelle mie attese, lunghe e qualche volta notturne (una novità assoluta per me non dormire), mi sono messo a fare dei corsi di vendita online, un corso con Google per la profilazione e la vendita di piante su internet. Complicato, a tratti farlocco, ma molto divertente. Ho cercato di leggere tra le righe delle mille cose che si sono dette in questo periodo sulla floricoltura italiana e mi sono sorpreso di scoprire tante persone più giovani di me in questo settore. In questo periodo ho imparato che non sono il più giovane (che presunzione che avevo!), ci sono molte persone nel nostro lavoro, tra i nostri clienti, che sono giovani. Chissà se a questi giovani i miei articoli, le mie newsletter, il mio sito e le mie chiacchiere interessano… di Matteo Ragni
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Fl or t e c ni c a e vivaismo
SPECIALE | flortecnica
L’ ANNO
CH E V ER R À
Abbiamo vissuto tre mesi come fossimo sospesi in un’altra dimensione, che hanno coinciso con l’inizio della primavera. Tante le difficoltà, soprattutto per i produttori di stagionali, con significative perdite di fatturato. La testimonianza di tre aziende della filiera a c u r a di Francesco Tozzi in t e r v is t e di Marta Meggiolaro
L’
impatto per la filiera del florovivaismo, come in tanti altri settori, dovuti all’emergenza Covid-19 è stato devastante, soprattutto per i mesi di marzo, aprile e maggio. Per capire come si chiuderà la stagione 2020 è ancora presto, ma di sicuro i segni della crisi resteranno e condizioneranno le scelte e, i di conseguenza, gli andamenti del resto dell’anno. E non solo. Le immagini che raccontavano di migliaia di piante e fiori buttati sarà difficile dimenticarle presto. E pensare che questo 2020 era iniziato con i migliori auspici: buoni gli ordini da parte del retail; ottima la stagione da un punto di vista meteorologico e, cosa che non succedeva da diversi anni, un accenno di programmazione delle vendite anche per la stagione autunnale. Poi, è andata come sappiamo. Secondo le associazioni di categoria, i danni al settore ammontano a quasi un miliardo di euro, forse destinato a salire, anche perché, come tutti sappiamo, questa crisi ha colpito il settore proprio nei mesi cruciali di maggior fatturato, soprattutto per molti comparti produttivi: floricoltori stagionali in testa. Una delle poche note positive, è che la gente, comunque, non ha perso la voglia di verde (per conoscere una stima degli andamenti di vendita dei garden center, girate il giornale e andate a pagina 52). E, forse, ne avrà sempre di più. Quindi, proviamo a guardare al futuro, perché è sul futuro che bisogna investire, per sfruttare al meglio le potenzialità di questo settore. Per capire se nelle ultime settimane ci sono stati dei segnali positivi, abbiamo provato a chiedere a tre delle tante aziende rappresentative sul territorio, come sta andando… Diciamo che si registra qualche segnale di timida ripresa. LE D O M AND E
1. 6
C’è qualche segnale di ripresa da parte del mercato nell’ultimo periodo?
Fl or t e c ni c a e vivaismo
2 .
Qual è la vostra previsione per la stagione 2020?
Luca Antoniazzi, Florensis
1.“Decisamente sì, dopo il mese di marzo e di aprile segnati da una forte negatività e da disdette di ordini delle annuali, dei ciclamini e addirittura delle Poinsettie, siamo passati a una fase sicuramente più positiva e decisamente intraprendente, pur sempre non dimenticando le difficoltà che in questi mesi ci hanno travolto e le cui conseguenze sicuramente si protrarranno per tutto il 2020. Da tre settimane c’è una richiesta esagerata e anomala per la stagione di giovani piante di annuali. Le aziende come la nostra si sono automaticamente protette e hanno cercato di produrre sostanzialmente l’ordinato richiesto, viste anche le cancellazioni precedenti che ci hanno costretto a buttare diverse migliaia di piante. La ripresa si vede anche durante le visite dai clienti da cui abbiamo potuto ricominciare ad andare: molti di loro lavorano 16 ore al giorno per evadere gli ordini. Non dimentichiamo però che tutte le coltivazioni pronte per aprile sono finite al macero; qualcosa si è salvato, usando le operazioni colturali opportune, come la cimatura e l’utilizzo di brachizzanti a dosi ben oltre sopra la media, ritardando la fioritura il più possibile per avere piante pronte adesso. Tutti si aspettano o sperano che la stagione sia più lunga del normale, che le vendite si allunghino fino a giugno, invece di fermarsi come nel 2019 a metà maggio. La richiesta adesso è di annuali da seme e da talea, che possano essere a disposizione fino a fine giungo. Il tasto dolente ora è la liquidità di denaro per i nostri clienti che devono far fronte alle spese sostenute sino ad ora. Fra le colture, quella che registra la batosta più grossa è il ciclamino. È una coltura difficile, lunga, già in flessione di mercato e con la circostanza del virus le serre erano piene di piante invendute, causando paura e anche la difficoltà logistica
S econdo le associazioni di categoria, ann a or ammon ano a a n m ar o ro or na o a a r
di costrizione e di disagio che ha scatenato il bisogno fisiologico di dedicarci al verde. Anche perché il verde ci aiuta a sentirci più legati e connessi alla vita”. 2. “Noi abbiamo sempre creduto, Paolo (Bonini, titolare dell’azienda, ndr) per primo e soprattutto, che in fondo a ogni tunnel c’è una luce. Quindi fin dall’inizio di marzo abbiamo buttato via molti prodotti e costruito delle basi solide di prodotti freschi e ben curati per questo periodo. Speriamo e crediamo in un solido futuro”.
Giorgio De Menech, Floricoltura Luca Maffucci
degli spazi per mettere a coltura cose nuove. L’andamento del periodo, inoltre, dipende molto anche dalla coltura che andiamo a considerare: ad esempio, l’80% di Osteospermum, Dianthus, calle, in centro Italia è andato al macero. Un nostro cliente che vende principalmente Dipladenia, invece, ha svuotato le serre, fatturando meglio dell’anno scorso. Le ragioni sono molte: innanzi tutto la Dipladenia quest’anno è venti giorni in anticipo, perché abbiamo avuto un marzo e un aprile spettacolari dal punto di vista di luce e calore, quindi è molto più fiorita, si presenta meglio. Poi c’è il fatto che ora è di moda, perché ha bisogno di poche cure e supera alla grande l’estate, e infine perché è più attrattiva e più versatile”. 2.“Se ne è parlato, e la previsione è una possibile riduzione del 15% per il ciclamino. Per le biennali – primule, viole, garofani e ranuncoli – prevediamo un’inflessione non più dell’810%. C’è da considerare anche quanti clienti saranno in grado, data la mancanza di liquidità, di far fronte ai pagamenti delle forniture. Quindi, oltre alla riduzione di prodotto si dovrà probabilmente far fronte alla riduzione di clienti operativi. Diciamo che l’atmosfera di questa settimana, in cui ho incontrato diversi clienti, è comunque positiva. Sarà un anno difficile, ma vogliono farcela. Mi spingo a dire che se chiuderemo a meno 5-10%, avremo fatto un ottimo lavoro”.
Sabrina Bonini, Il Mondo delle Petunie
1. “Sì! Questa stagione che sembrava così drammatica fino a qualche settimana fa, ora si è svelata come un fiume in piena. Non riusciamo a stare dietro alle infinite richieste del mercato, una situazione dovuta, purtroppo, alla mancanza di prodotti e sicuramente al fatto che tutti noi siamo costretti a una vita casalinga, una situazione
1. “Da Pasqua stiamo facendo un ottimo lavoro e non ce lo aspettavamo: siamo sui ritmi del 2019. L’unica cosa negativa è che purtroppo manca il fatturato di marzo e della Pasqua, che è stato zero. Una parte della produzione è andata al macero, intorno al 30% del valore del nostro fatturato primaverile. Adesso speriamo di continuare, che il mercato non si fermi. Le prospettive per continuare ci sono. Abbiamo bloccato i vecchi programmi, siamo ripartiti con nuovi programmi, per dare flessibilità nei pagamenti a chi aveva necessità. Ma non sono molti i clienti che si trovano in questa situazione, direi che stiamo lavorando tutti”. 2. “C’è un grande punto di domanda su autunno e inverno perché non sappiamo prevedere come andrà l’epidemia. Il dubbio più grande è sui crisantemi. In autun-
n a n h anno p er ora r o o g or na aa
no noi lavoriamo con ciclamini, Stelle di Natale, piante verdi e crisantemi, e abbiamo diminuito la produzione del 20-30% in via prudenziale. Ma la Stella di Natale è una pianta da appartamento, il ciclamino ha una lunga stagione di vendita, quindi siamo abbastanza tranquilli; mentre se dovesse succedere qualcosa rispetto all’accesso ai cimiteri anche in autunno, com’è capitato all’inizio dell’epidemia, sarebbe un grosso problema per i crisantemi. Speriamo in bene!”. Fl or t e c ni c a e vivaismo
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SPECIALE | flortecnica
Fra le piante che ottengono buoni risultati alcune conferme, come le ortensie, e alcune sorprese come il rododendro. Spicca l’Euonymus, che sta conquistando uno spazio definitivo nel mercato
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PER Q UANTITÀ VENDUTE ▲ Eu ony mu s ▲ H y drangea ▼B u x u s ▲ R h ododendron ■ P ru nu s
di Costanza di Matteo
P a or na m r m non ono o on on n o m r m arm na o on m r m a o or a r r g ar n a a a man n on
D I FEB
▼ V iola ▼ I lex ▼ m r r a or a an n ro o or
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anno H y d r an g ea mac r op h il l a è na o a a r n na ra o or anno an on
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▼ P eonia ▲ H eb e ▼ Edera ▼ A cer ▲ ▲ L avandu la ▼ P iante p erenni ▼ Erica ▲ S emp ervivu m ▼ Ceanoth u s ■ M agnolia ▼ V ib u rnu m ▲ V inca ▲ S alix ▲ F agu s
L
L avan d u l a M eerlo è u na lavanda variegata, om a a o o o ran a a o a a o a fior ro ma o or a rro
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a classifica che riportiamo qui è stilata da Groen-Direkt, che si avvale dei dati di mercato raccolti durante la Spring Fair che si è tenuta agli inizi di febbraio, prima dell’emergenza da Covid-19. L’andamento – in crescita, stazionario, o in discesa – è determinato grazie al confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. Fra i punti notevoli di questa Top 25 segnaliamo in primo luogo le buone vendite realizzate con Euonymus, che si confermano anche nei mesi precedenti. Questo cespuglio si sta facendo apprezzare come pianta sempreverde da
Fl or t e c ni c a e vivaismo
▲ Camellia ▲ L onicera
siepe. Anche il rododendro si colloca in alto in classifica: la spiegazione riportata dai professionisti è che potrebbe essere dovuto alla sostituzione degli esemplari che non hanno superato le estati caldissime e secche del 2018 e del 2019. Il mercato delle perenni sembra un filo in ritardo, ma quando è stata stilata questa classifica ci si aspettava che sarebbe stato al massimo durante il mese di marzo, in cui avremmo visto crescere Lavandula, Viola, Primula e le altre. Non abbiamo ancora i dati definitivi di marzo, ma sappiamo già che questa previsione non si è avverata. Vediamo ora l’andamento di febbraio.
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a o fi r r n ra a agno a a M ag n ol ia W atermelon, ch e p orta fior a am ro ra n m r Q
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B R AIO PER FATTURATO ■ A cer ■ P ru nu s ■ H y drangea
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▼ S y ringa ■ V ib u rnu m ▲ Ceanoth u s ▼ T ax u s ▲ S alix ▲
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SPECIALE | flortecnica
In un momento di grande sofferenza, siamo certi che sarà ancora più importante puntare a un’evoluzione tecnologica
del settore
C T ho mas A mbr osi, CEO di O N O on n a F arming, start a ana or agr
ambia il modo in cui fiori e piante vengono coltivati, esportati, venduti e distribuiti in Europa. Come? Attraverso le nuove tecnologie, che permetteranno a piccoli e grandi produttori e rivenditori del settore floreale di ripartire dopo il tracollo causato dall’emergenza sanitaria. È necessario un cambio di parametri nel mercato floricolo, che sembrava immutabile e che sconta una strutturale arretratezza tecnologica. Ma come? L’intera filiera sceglierà nuove strategie e mezzi per innovarsi, che oggi significa, più che aumentare la produzione, ridurre gli sprechi, ridurre l’inquinamento, e risparmiare anche a livello economico. È IL M O M ENTO
D ELLA SV O LTA La ricetta dell’evoluzione, secondo i fondatori di Bloovery, è questa: concentrare alcuni player, accelerare verso la dematerializzazione delle aste dei fiori e del commercio B2B e di conseguenza ottimizzare le spedizioni, riducendo costi di trasporto ed emissioni di CO2. Bloovery è la startup italiana che vuole cambiare il modo in cui fiori e piante vengono esportati, venduti e distribuiti in Europa. «In un momento di grande sofferenza, siamo certi che sarà ancora più importante puntare a
un’evoluzione tecnologica del settore», afferma Simone Guzzetti, CEO e co-founder di Bloovery. «Una piattaforma come Bloovery può rappresentare un asset strategico per i produttori nazionali ma anche per i player più piccoli, per ripartire con più forza e avere maggiori margini sulle fioriture di giugno ed estive». La startup è in grado di servire tutti i fioristi, anche i più piccoli e periferici, che effettuano gli ordini tramite un catalogo digitale di oltre 15mila articoli. Inoltre è la prima piattaforma direttamente collegata alle aste olandesi dei fiori. I cataloghi sono sincronizzati in tempo reale, con valutazioni precise del miglior prezzo disponibile, permettendo così ai clienti di risparmiare fino al 30%. Inoltre, i prodotti sono tracciati e consegnati tramite una logistica end-to-end che combina vettori di import/export con trasportatori specializzati nella distribuzione. Il tutto senza richiesta di un minimo d’ordine e attraverso un’esperienza d’acquisto totalmente in self-provisioning, dalla registrazione fino al pagamento dell’ordine. APPR O CCIO VER TICALE In un contesto in cui 1/3 delle nostre terre coltivabili è stato degradato esponenzialmente negli ultimi 40 anni, in cui il 70% dell’utilizzo di acqua dolce viene impiegato no n a a ao r a o a r ma a a orma agr o a r a aa mo ar om am n a oma aa garan on mo n rg o r arm o a a r n ra o o
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Innovazione fa rima con risparmio, sia che si tratti di creare una piattaforma per collegare produttori e rivenditori, sia che si tratti di sviluppare nuovi metodi per l’idrocoltura di Costanza di Matteo
LA TECNO LO G IA
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nell’agricoltura e il 70% della contaminazione dell’acqua proviene proprio da questo settore, la tecnologia innovativa di ONO assume la posizione di una svolta per la sostenibilità e la salute. ONO Exponential Farming è un’altra start up italiana, attiva nel settore dell’agritech. L’azienda, fondata da Thomas Ambrosi, ha sede a San Giovanni Lupatoto (Verona) e si avvale della collaborazione di partner accademici e dell’industria. La sua proposta è una soluzione altamente tecnologica e sostenibile di vertical farming. Ono infatti ha sviluppato e brevettato la prima piattaforma agricola verticale scalabile e modulare completamente automatizzata con sistemi AI e machine learning, learning che permette agli agricoltori di coltivare qualqual siasi cosa, ovunque nel mondo, grazie a un nuovo approccio all’agricoltura verticale e sostenibile. E i risultati si vedono: -70% consumo energetico, 95% risparmio di acqua e tripla densità del raccolto.
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PER APPR O FO ND IR E b l oover y . c om onoexponentialfarming.com
FLO R ICO LO Fl or t e c ni c a e vivaismo
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SPECIALE | flortecnica
M agalta M agnolia - A lta_ G arden.
bella pianta, è anche leggermente storta, probabilmente a causa della vicinanza con la casa. Ma è la mia magnolia, una pianta talmente grande e ben radicata nelle menti di tutti i membri della mia famiglia che ne è diventata una parte rilevante. Rilevante nel mio piccolo giardino così come in moltissimi altri giardini lombardi e veneti. Queste magnolie sono le figlie di quella prima pianta arrivata dagli Stati Uniti, o forse dalla Francia, al giardino botanico di Padova. Non c’è villa gentilizia lombarda o palladiana veneta che non abbia il suo bell’esemplare di Magnolia grandiflora. D ALLE STELLE ALLE STALLE Il genere Magnolia è originario del sud degli Stati Uniti ed è diffuso anche in alcune regioni asiatiche. Le Magnoliaceae rivestono grande importanza per i paleontologi perché sono considerate tra le prime piante a produrre fiori tra quelle comparse sulla Terra. Per lungo tempo, fino circa agli anni ’80 dello scorso secolo, ha interessato tantissimi appassionati e collezionisti, che hanno portato e importato dal Giappone e dalla Cina moltissime specie e alcuni nuovi ibridi. Una vera e propria febbre che per moltissimo tempo, come per la moda, ha interessato tante persone e giardini; ma con l’aumento delle varietà in commercio, della misura e della stravaganza dei fiori, si sono perse alcune caratteristiche di resistenza delle piante, e nemmeno molto lentamente le magnolie sono diventate meno di moda e si sono iniziate a vendere di meno.
UN’ AM ER ICANA TR APIANTATA IN FR ANCIA
Parliamo della Magnolia: nuove varietà più fiorifere, più compatte, più resistenti, grazie all’opera di ibridazione svolta in Europa, e anche oltremare di Matteo Ragni
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casa mia non c’è un grande giardino, e quello che c’è è dominato da una magnolia che lo occupa quasi tutto. È una gigantesca Magnolia grandiflora, alta più di venti metri. I primi cinque – sei metri sono stati privati dei rami per fare spazio alle macchine, in modo che ci si possa parcheggiare sotto. Non è una 12
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Le f og l i e d el l a Mag nol i a m acr oph y l l a r ag g i u ng ono i ortante i en ione i cen etri
IB R ID I INTER ESSANTI Di Magnolia esistono numerose varietà orticole e quindi è difficile raccapezzarsi; soprattutto si rischia l’ira di qualche botanico che si sente toccato nell’intimo, specialmente da quando il genere Michelia è stato portato, o riportato, all’interno della famiglia delle magnolie. Delle magnolie ex Michelia molto interessanti sono le fuscata e le laevifolia,
PICCO LA STO R IA D I UNA M AG NO LIA FR ANCESE nn o ang o n ra n a a r arma a na o on a a o a ar noman a a on r g ar n g a o on r am a ag a a ro a o n on ar n gran a a on oro ar g ar n n ra o n ran a a a fin a g rra a a o an a n a o romon n rr r o an a ro r o o r r n mo g ar no a a on a on n a ri a ociet i or co t ra rance e a a fig ra r or a a n a ro o g n omo mor n ra om n r o o a or n ro or m n no o o o an e o in co a a e en e a iante i o ni enere ra o amo r or ar a n rar ro n n a on ano r n om a M agnol ia an ( M agnol ia d enu d at a) or a a n ro a a fin no a o an o om a agnolia lili ora agnolia i color n ar o a a fior ra o a n ro o a n ro a a ar n rg n o ra r a on o ang o n or a n ro o ra magno ogo na n o a ra a a M agnol ia sou l ang eana r n nom a o r a or a a r ono an o mm a o a r ma ra a on o o r o ro a g anno on ro oix e pl elle e r or rr o o sempreverdi molto fiorifere in età adulta. Dalle prime M. stellata dai fiori giganti si è passati ai primi ibridi interspecifici tra M. liliflora e M. denudata ottenendo così la M. x soulangiana. Recentemente sono nati degli ibridi estremamente interessanti da incroci di Magnolia figo. Questa Magnolia si coltiva come pianta ornamentale per i suoi fiori molto profumati, che sono bianco-crema, viola tenue, o viola pallido. Le foglie sono coriacee, lucide, verde scuro, lunghe fino a 10 centimetri. È un albero sempreverde che cresce compatto, e per questo, in Cina, si trovano siepi alte realizzate con queste piante. Un ibrido gradevolissimo che presto vedremo in commercio anche in Europa si chiama Magnolia x figo ‘Stellar Ruby’ e nasce dall’incrocio della varietà di Magnolia figo skinneriana con la varietà Crassipes. Questo nuovo ibrido ha una fioritura rosa scuro marmorizzata nella tarda estate. La vegetazione è abbastanza contenuta e ha un portamento abbastanza eretto, è una pianta dal sapore orientale e tropicale che resiste bene al freddo in età adulta. UN LAV O R O INCESSANTE D I M IG LIO R AM ENTO Per le Magnolia grandiflora si è assistito a una progressiva riduzione delle dimensioni e a un proporzionale aumento del numero di fiori. Grazie al lavoro di alcune università americane si sono avute sempre più varietà compatte e molto fiorifere, ed è stata aumentata anche la capacità di ridurre radici secondarie. Si sono selezionate varietà che ramificano più facilmente rispetto alle tradizionali varietà coltivate anche dai vivai italiani. Ho una grande venerazione per la Magnolia macrophylla, nata quando ho visto per la prima volta Villa Taranto a Pallanza, poi ne ho scoperto un esemplare nel parco della Fondazione Minoprio quando ero studente. Questo lussureggiante alberello è originario delle regioni sud orientali degli Stati Uniti viene introdotta a fine Ottocento e riscontra un buon successo per le sue grandi foglie, lunghe fino a 80 centimetri. I fiori sono grandi, profumati, bianco crema con una lama rosa viola alla base del petalo. La macrophylla è sensibile al freddo da giovane per poi diventare resistente da adulta. Ovviamente sopporta male le grandinate e i forti temporali estivi che danneggiano in modo vistoso le foglie. Ma l’apertura delle foglie di questa specie di Magnolia è per me sempre fonte di grande stupore.
B ELLE ANCHE PER LE FO G LIE CAD UCHE Si è dovuto attendere il contributo degli ibridatori giapponesi e cinesi per iniziare ad avere delle magnolie da fiore esteticamente gradevoli sia nella fioritura che nel portamento. Le magnolie da fiore sono dei bellissimi arbusti a foglia caduca. Hanno foglie arrotondate di un bel verde luminoso. Le gemme sono morbide perché coperte da una fine e delicatissima peluria che rende i fiori ancora più interessanti. L’attesa dei fiori primaverili-estivi è ripagata da abbondanti fioriture di diversi colori a seconda delle varietà, si passa dal bianco al rosa fino ad arrivare al porpora. I petali, soprattutto nei fiori di colore scuro e intenso, creano dei veri e propri calici che come scrigni ospitano le parti interne dei fiori, apprezzatissime dagli insetti. Le foglie in autunno cadono di un bel colore giallo-bronzo, perfette per essere raccolte e conservate in casa per tutto l’inverno.
L a delicata fior ra agno a figo
G IALLO ? SI PUÒ Esistono alcune specie a fiore giallo, la più interessante secondo me è la Magnolia acuminata che è un alberello vigoroso, deciduo, originario dell’America. Ha grandi foglie lunghe fino a 20 centimetri, con la pagina inferiore ricoperta da peluria. A primavera produce fiori gialli più o meno intensi che possono arrivare fino al giallo verde. Resiste bene al freddo e cresce fino a 20 metri in altezza. Esistono delle cultivar a fiore giallo intenso e compatte nella crescita. Fl or t e c ni c a e vivaismo
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Mag nol ia W at er m e l on fior a a g o an fior ono gran on n am ro r a n n m r ono n ro a r an m o o a rm on r ga a na on a fior ra n a ra na o on n no o n rr no r o r n r na o o o ann ragg ng r a m r a a r m r arg a r a r o g ar n o r a a ra
Mag nol i a ‘ Cam eo ’ : a n o a M ag n ol ia sou l an g ean a aa ona a r o fior n ro on o o or ro a ro a rn a magn fi am n n an o n a n rno a am o ng an r a a ro fi a fior ra gn r ma ra r marra or r o a a on an a fior m rano an a m ra g o a an a ro fin a a g o an
Mag nol ia Sta r b us t na ra a r o fior a r n o r ano n or or ora ma n ro a fino a an o gnan o na a a fior ra a a on an a r a r o onnar o ram a na magno a ag a m a n ann ragg ng n a a a ro m r na arg a m r ro ra n rr no r on o on n no o a oaa n a
Mag nol i a ‘ Gen i e ’ : r ao ra na M ag n ol ia sou l an g ean a e a ro om a o ragg ng aa r n a g n ro o mo o a r oa a m r ao og am oo na an a gan ma an
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AG NO LIA: LA NO STR A S
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Mag nol ia ‘ Cl eo pa t r a’ : ono an fior o a am a ro o n r ma ra a a agno a o a ra or o o r n a n m r a o a ano n mo r o on n o or r an a a raro ra magno o a ra fior a on an m n n g o an r n n a ro a orma ram a o m o n am n ram fi a a ra m n o a ra na n ann r a m r a a a nor a a
Mag nol i a Em per or : fior ro a r mo o gran n m r arg a o go r a ngo n r ma ra r fior n a m m r argo m r o o ann an a n no o n n rr no r m o n on a a fior ra a on an og am na r o r o n g ar no n a o
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A SELEZ IO NE
PBR a no ia ran iflora ta na on n aa r a m rran ma a m g ora o r a magno gran ora an n m ro a n ra n r ona an a a r a n ann ragg ng m r a a m r arg a n a a fior an ro ma n a o a ra a r man na ra m n a g a a o ra m ra r fino a og am o r ro o anno r n rr no a o o o arg o o n no o o n om ra ar a
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Mag nol i a St el l ar Ru b y a ra a n r o ra a agno a figo ar nn r ana a agnolia go ar cra ipe . na ra a ro mam n n omm r o n ro a Fl or t e c ni c a e vivaismo
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SPECIALE | flortecnica CH I È PLANTIPP an na a n a am g ar o an a g on ro a n a n a na a n orno ag n n n om o an o r a or n a g on oro ar an r r a or o a or ga or omm r o mon o on n a or m n o n o ar agg orna o ar o nno a o an n r ra r n a a n a a a a o agn
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l desiderio di creare spazi verdi, dove accogliere le api e le farfalle, non diminuisce nemmeno in questo strano 2020. Fortunatamente ci sono molte nuove meravigliose varietà con cui arricchire l’assortimento da proporre ai giardinieri moderni. Ma quali sono le caratteristiche che una pianta deve avere per essere “moderna”? Le piante oggi devono essere robuste, versatili, di lunga durata e belle. Un concetto ben chiaro per Plantipp, che gestisce i brevetti in Europa di nuove piante che hanno queste caratteristiche. In questo articolo presentiamo un ventaglio di idee estrapolate dal catalogo di Plantipp: arbusti e piante perenni amiche degli insetti impollinatori, adatte ad essere coltivate al sole e all’ombra parziale.
Piante da sole
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CO LO R E, CO LO R E, CO LO R E Cominciamo dando un’occhiata alle piante strutturali del giardino, gli arbusti. Il primo da consigliare in questo gruppo è il nuovo caprifoglio Diervilla rivularis Honeybee (‘Diwibru01’PBR). Le foglie, di colore giallo chiaro, attirano l’attenzione di tutti, anche delle api, ghiotte dei suoi fiori giallo dorato. L’arbusto cresce compatto e folto, non è soggetto a malattie, non ha bisogno
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di molte cure ed è resistente al freddo fino a -35º C. Inoltre, non è schizzinoso sulla qualità del terreno e ama il sole e la mezza ombra. Di Boomkwekerij William de Bruijn (Paesi Bassi). CESPUG LIO D I FAR FALLE Nel giardino moderno la buddleja è quasi indispensabile. Per proporne una fuori dagli schemi, orientatevi su Buddleja davidii Sugar Plum (‘Lonplum’PBR). È un incrocio tra Buddleja Royal Red e Buddleja Summer Beauty e ha le migliori caratteristiche di entrambe: fiorisce dall’estate all’autunno in un rosso violaceo brillante. Cresce compatta su terreni permeabili e fertili, in pieno sole. È resistente alle malattie e al freddo fino a -22° C. La potatura in primavera favorisce una ricca fioritura. Con Buddleja Sugar Plum i visitatori a sei zampe sono garantiti. Di Peter R. Moore (Inghilterra). D ELIZI A PER LE API L’Agastache Beelicious® Purple (‘Agapd’PBR), non porta il suo nome per niente: le api e le farfalle lo adorano. Non si preoccupa affatto dello stato del suolo e prospera su terreni sabbiosi, argillosi e normali. Sboccia per tutta l’estate con fiori di un bellissimo viola, fino all’autunno. Crescita compatta (30 centimetri di larghezza, 40-50 L a B u d d l ej a d avid ii gar m on m
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Non siamo gli unici a godere di piante e fiori: sono felici anche gli impollinatori. Ecco una selezione di piante da suggerire per un giardino fiorito e popolato da questi piccoli amici di Alessandro Coraggio
LE PIANTE PIÙ AM ATE… 16
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rangea panic la a on a
centimetri di altezza) e una resistenza invernale fino a -22° C. Prodotta da Van Hemert & Co. BV (Paesi Bassi) e disponibile presso Gebr. Th. & W. Alkemade B.V. e Sneijers Boomkwekerij B.V. (entrambi Paesi Bassi). PICCO LI O M B R ELLO NI È ciò cui somigliano i fiori di Echinacea Pretty Parasols (‘JS Engeltje’PBR) in rosa e bianco. I robusti gambi si alzano contro il vento. Le estati calde e gli inverni freddi fino a -25° C non la danneggiano. I fiori appaiono uno dopo l’altro da luglio a novembre, in diverse altezze, e a volte ci sono molti fiori su uno stelo, ciò che conferisce a questa Echinacea una sorta di aspetto “selvaggio”, perfetto per un giardino naturale. Pretty Parasols ha un’altezza di circa 90 centimetri e una larghezza di 50 centimetri. È di Spruyt Select GCV (Belgio).
Piante da mezz’ombra SENSAZI O NE CELESTIALE L’habitat in penombra provoca dolori di pancia ad alcuni proprietari di giardini, ma ci sono molte nuove varietà belle e adatte alle api per questa zona: sta a noi saperle proporre. Il primo esempio è l’ibrido “Celestial”PBR di
Lonicera, allevato da Barry Fretwell (Inghilterra). Può raggiungere un’altezza di circa 3 metri e diventa circa 2 metri di larghezza. Senza il supporto per arrampicarsi, è una insolita ma bellissima tappezzante. I fiori di Lonicera Celestial portano un’elegante combinazione di intense tonalità arancio e rosa e un profumo delizioso per il naso umano e per gli insetti.
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UN B ANCHETT O A M ISUR A D I APE Le ortensie paniculate sono ghiotti pascoli per le api. Hydrangea paniculata Confetti (‘Vlasveld 02’PBR), leggermente profumata, ha sfumature bianche e rosa e una punta leggermente verde. Sboccia dall’inizio delPER M AG G IO R I INFO R M AZ IO NI la primavera fino al tardo ma eo ma eoragni.e autunno. Cresce compatta e folta (120 centimetri di altezza, 75 centimetri di larghezza), con germogli robusti. Vlasveld Tuintechnieken (Olanda) è l’allevatore di questa varietà. UNA FESTA CH E D UR A UNA ESTATE Come altro rappresentante per la mezz’ombra amica delle api, Nepeta Neptune (‘Bokratune’PBR). È una pianta perenne versatile, adatta anche a siti soleggiati. Con i suoi grandi fiori blu e la sua crescita compatta attira le api che godono della lunga e sontuosa fioritura fino all’autunno. Nepeta Neptune diventa alta circa 30-40 centimetri e larga 30 centimetri, è resistente al freddo fino a -25° C. Kees Jan Kraan (Paesi Bassi) l’ha allevato ed è disponibile da Gebr. Th. & W. Alkemade B.V. (Paesi Bassi).
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D AG LI INSETTI
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da vent’anni coltiviamo la qualitĂ
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