Pöppelman, MNP/Suntory, Meilland e Koppert: tutte le novità
Myplant & Garden
23mila visitatori per la settima edizione, alla ricerca dei trend del futuro
Pöppelman, MNP/Suntory, Meilland e Koppert: tutte le novità
23mila visitatori per la settima edizione, alla ricerca dei trend del futuro
Abbiamo chiesto ad alcune figure autorevoli di analizzare la crisi idrica tra presente e futuro, per provare a individuare possibili soluzioni
All’interno approfondimenti su soluzioni tecniche e novità di prodotto
è la polizza multirischio numero 1 per aziende del settore ortovivaistico.
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10 anni di Edizioni Laboratorio Verde, un traguardo da festeggiare. 10 anni che sembrano passati in un soffio.
10 anni nati da una visione: costruire una casa editrice in grado di raccontare agli operatori del settore il mercato del florovivaismo, dandone una dimensione concreta.
In questi 10 anni ci siamo impegnati in quello che sappiamo fare meglio: raccontare storie.
Abbiamo raccontato storie attraverso le nostre riviste e i nostri prodotti digitali. Abbiamo raccontato storie di mercati e tendenze, di imprese, imprenditori e imprenditrici, mettendo in risalto i particolari e i tratti distintivi.
Un enorme grazie va ai nostri lettori – sempre attenti osservatori – e alle aziende che hanno scelto i nostri prodotti per promuovere le loro campagne di comunicazione. Grazie, perché voi avete reso possibile tutto ciò e ci avete continuamente supportato e stimolato.
Ora ci proiettiamo verso i prossimi 10 anni. Lo facciamo mantenendo la stessa visione e lo stesso entusiasmo, per raccontare altre storie, perché quelle, non finiscono mai.
Francesco Tozzi Co-fondatore e direttore editoriale di Francesco TozziUn numero che vuole far riflettere, nel suo piccolo, su un tema di forte attualità, quello della siccità, che di certo non si esaurirà nella tornata di un tavolo tecnico del Governo, ma dovrà entrare nelle strategie politiche e territoriali del futuro. Al di là dei Governi che si succederanno. Se la siccità è un problema (forse) più grande di noi, la gestione dell’acqua è di sicuro una priorità sulla quale non possiamo più perdere tempo. Ecco perché, ci siamo interrogati sullo stato dell’arte con alcuni dei rappresentati della filiera florovivaistica e, con loro, abbiamo cercato di analizzare la crisi idrica tra presente e futuro, per provare a individuare possibili soluzioni e tracciare uno scenario per il domani. Oltre all’impegno concreto delle singole aziende, emerge che rimangono ancora problemi strutturali che andrebbero superati, “come la creazione degli invasi e il riutilizzo delle acque reflue. Ne parliamo da 20-30 anni - ci ha raccontato Francesco Ferrini a pagina 16 - ma per numerosi vincoli non si sono mai effettivamente concretizzati”. È su questi aspetti che impresa e associazionismo si deve (ancora!) interrogare, nella speranza si riesca a fare sintesi verso soluzioni condivise.
Se la prima parte del magazine ci invita alla riflessione, le pagine successive ci raccontano le potremmo sintetizzare in tre concetti: ricerca, innovazione, novità di prodotto. Sono tante le soluzioni che il tessuto imprenditoriale, a supporto della filiera, sta mettendo in campo per migliorare le attività dei coltivatori: da nuovi sistemi per irrigazione di precisione a innovative membrane di impermeabilizzazione, dagli agrotessili pacciamanti ai microrganismi utili per il controllo di insetti dannosi, per arrivare alle nuove varietà di piante a bassa manutenzione.
Insomma, nonostante il primo trimestre sembrerebbe non abbia brillato in termini di vendite a livello di retail, almeno per quanto riguarda il sell-in, il settore sta registrando ancora una vivacità che lascia ben sperare per la prosecuzione del 2023, con buone prospettive per il 2024. Un trend che avevamo già registrato durante la scorsa IPM, riconfermato in occasione dell’ultima edizione di Myplant & Garden - trovate il nostro reportage a pagina 59 - e di Macfrut, conclusa da poco. Un trend positivo che, al netto delle problematiche del settore e dell’ancora bassa propensione all’investimento, bisognerà trasformare in opportunità di business.
(f.tozzi@laboratorioverde.net)
(Instagram @agriflortec / @ed.lab.verde)
Dall’esperienza di Flortecnica e vivaismo, nasce un nuovo spazio d’informazione per dare valore a imprenditori e professionisti del campo floricolo e vivaistico.
L’IDEA EDITORIALE?
Raccontare storie agricole delle imprese florovivaistiche L’impostazione prevede la raccolta di testimonianze e racconti di storie, case history di coltivatori, tecnici e operatori e aziende fornitrici con un approccio pratico: presentazione di una problematica > proposta e discussione di soluzioni.
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GLI ARGOMENTI PRINCIPALI
• Progettazione e gestione di imprese floricole e vivaistiche
• Programmazione delle coltivazioni
• Approccio sostenibile ai sistemi di coltivazione
• Tendenze consumer
• Marketing applicate a produzione e vendita
• Nuove macchine e strumenti per la produzione
• Ricerca varietale
• Prove in campo
• Monografie di agricoltori e imprese agricole
è il nuovo progetto d’informazione tecnico professionale e di aggiornamento sulle coltivazioni protette. Un nuovo punto di riferimento per la filiera agri-florovivaistica.
Così è pensato : una sorta di prontuario declinato in articoli tecnici e servizi con impostazione pratica.
L’azienda. Su ogni numero (magazine + newsletter) presenteremo l’analisi di un’azienda tipo, soffermandoci sulla sua organizzazione, i punti di forza e i margini di miglioramento.
2. Focus produttivi. In collaborazione con le aziende di settore e alcuni dei più rappresentativi istituti di ricerca applicata, presenteremo tecniche e prodotti per migliorare le attività di produzione.
3. Ricerca e nuove varietà. Spazio sarà dedicato alle nuove possibili varietà in commercio, per ottimizzare e ampliare produzione e offerta merceologica.
4. La formazione. Ampio spazio sarà dedicato ad articoli formativi con l’intento di suggerire soluzioni imprenditoriali su come gestire al meglio l’azienda.
5. Sostenibilità e innovazione. Ampio spazio ai temi inerenti scelte e pratiche sostenibili e all’utilizzo dell’innovazione per migliorare processi produttivi e gestionali.
6. Tendenze mercati e consumer. Attraverso un osservatorio permanente dei mercati produttivi e distributivi, consiglieremo le tendenze attuali e future dei due settori di riferimento: floricolo e vivaistico.
7. Marketing, packaging e logistica. Ampio spazio sarà dedicato alle nuove soluzioni per promuovere e distribuire al meglio i prodotti, attraverso case history di riferimento.
8. Nuove generazioni. Uno spazio fisso sarà dedicato al racconto di giovani imprenditori e agricoltori, per uno sguardo rivolto al futuro.
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9. Le notizie e i mercati. Novità dal mondo delle aziende con tutte le soluzioni innovative tecniche per quanto riguarda prodotti, macchinari e attrezzature.
il nuovo spazio editoriale dove si incontrano agricoltura, floricoltura e vivaismo
SOMMARIO numero 005 - 2023
1
PRIMO PIANO: attualità e innovazioni
16 SICCITÀ
Siccità, non chiamiamola semplicemente “emergenza” di Benedetta Minoliti
2
NUOVE VISIONI: scoperte e focus aziendali
22 GESTIONE DELL'ACQUA
Ci vuole consapevolezza, anche parlando di risparmio idrico di Benedetta Minoliti
24 Una membrana può fare la differenza di Benedetta Minoliti
26 Innovazione, qualità e durata. In una parola: Agritela di Benedetta Minoliti
28 ASSOCIAZIONI
Obiettivi e progetti per un florovivaismo migliore di Benedetta Minoliti
36 AIPSA INFORMA
Etichettatura ambientale, facciamo chiarezza
38 INFO MARKETING
Colori, materiali, composizioni: le tendenze 2023 di Flower Council Holland di Benedetta Minoliti
40 TENDENZE
L’economia circolare è il cuore di tutto di Benedetta Minoliti
41 Il mondo è più colorato con MNP / Suntory di Penelope Moran
42 Rose rosse (e non solo) per Meilland di Penelope Moran
44 CASE HISTORY
Migliorare la salute delle persone e del pianeta si può di Penelope Moran
46 Coppia che vince non si cambia di Benedetta Minoliti
NUMERO 005 - 2023
Supplemento al numero 206 di greenup
DIRETTORE RESPONSABILE
Francesco Tozzi / direzione@laboratorioverde.net
IN REDAZIONE
Alice Nicole Ginosa, Benedetta Minoliti, Rachele Pozzato redazione@laboratorioverde.net
COLLABORATORI
Lucio Brioschi, Jessica Bertoni, Emma Colombo, Costanza di Matteo, Stefania Medetti, Marta Meggiolaro, Valerio Pasi, Giovanna Pavarin, Filippo Terragni
PROGETTO GRAFICO
Orlandi Simona (Testo&Immagine)
IMPAGINAZIONE
Daniela Francescon / daniela.francescon@gmail.com
PRODUZIONE E SEGRETERIA
Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net
PROMOZIONE E SVILUPPO
Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net
STAMPA
Tipografia Grafiche Villa
Via Puecher - 23844 Sirone (LC)
DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE
Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net
Agriflortec numero 0 è un supplemento del numero 199 di greenup, periodico registrato: autorizzazione del Tribunale di Milano n. 64 del 27/1/1999 - n. ROC 2232, delibera del 30/06/2001. La pubblicazione o la stampa di articoli, anche parti di essi, e immagini della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Gli articoli pubblicati su greenup sono sotto la responsabilità degli autori.
Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior AMMINISTRATORE UNICO
Francesco Tozzi
SEGRETERIA GENERALE
Katiuscia Morello
Agriflortec è una rivista di Edizioni Laboratorio Verde.
Fanno parte della stessa casa editrice:
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• I Quaderni di greenup
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La copertina di questo numero è dedicata al tema della siccità in Italia
Il report annuale realizzato dal Climate Change Service del programma di osservazione terrestre Copernicus ha evidenziato lo stato del clima in Europa. Ed è tutt'altro che positivo di Penelope
MoranSe il 2022 è stato il secondo anno con le temperature più elevate mai registrate, non si può certo ancora dire lo stesso del 2023, anche se la situazione più che migliorata sembra essere la medesima, se non addirittura peggiore rispetto all’anno che ci siamo lasciati alle spalle ormai da qualche mese. Alla calura che ha investito tutta l’Europa nel 2022, con l’estate più calda di sempre, si aggiungono anche gli eventi climatici estremi in crescita, dalle ondate di caldo torrido fino agli incendi.
A mostrarci una fotografia dello “stato di salute” dell’Europa è l’Esotc 2022, l’European State of the Climate report, il rapporto annuale realizzato dal Climate Change Service (C3S) del programma di osservazione terrestre Copernicus che racconta scientificamente lo stato nel clima nel Continente Europeo. Il rapporto descrive gli eventi climatici europei del 2022 nel dettaglio, mostrandoci innanzitutto come la temperatura,
negli ultimi 5 anni, abbia registrato una media di 2,2°C superiore al periodo preindustriale. In particolare, nel 2022 la temperatura registrata è stata di 0,9°C sopra la media del periodo 1991-2020.
Il 2022, inoltre, ha segnato anche un altro primato. Infatti, oltre all’estate più torrida di sempre, ha “conquistato” il podio anche per quanto riguarda
Scansiona il QR Code per consultare tutto l’European State of Climate report 2022
ore di Sole, che hanno contribuito a provocare seri problemi di siccità, con periodi molto lunghi senza neve e Nel 2022, poi, è stato registrato un altro record negativo, perché quello passato è stato l’anno più secco mai registrato. Maggio è stato in assoluto il mese più secco, con il 2128% di precipitazioni in meno rispetto alla media. Settembre, invece, è stato il mese più piovoso, con il 13-20% di precipitazioni in più. Nel complesso, il 2022 è stato più secco del 10% rispetto alla media. Anche per quanto riguarda il suolo il quadro emerso dal report non è dei migliori. Infatti, le condizioni di umidità sono state le seconde più basse degli ultimi 50 anni e nella maggior parte dei mesi l’umidità del suolo è stata inferiore alla media, con il minimo raggiunto a luglio (-8%) e il massimo a settembre (2%)
ANCHE LA PORTATA DEI FIUMI È STATA INFERIORE ALLA MEDIA
La situazione fotografata dal rapporto del Climate Change Service di Copernicus non cambia neanche guardando alla portata dei fiumi. Infatti, per 10 mesi su 12 nell’anno appena passato, la portata è stata inferiore alla media, con la seconda più bassa portata fluviale mai registrata in tutta la primavera in Europa, segnando così il sesto anno consecutivo di flussi inferiori alla media.
Se il concetto di urban farming, quel tipo di agricoltura urbana che consiste nel coltivare, trasformare e distribuire il cibo all’interno di contesti urbanizzati, come le città, non è ancora completamente nelle
e versatile, e perché Hexagro sviluppa soluzioni di agricoltura verticale che sono scalabili, efficienti, automatizzate e sostenibili. L’ambizioso progetto è realizzato anche grazie ad un team variegato, composto da uno “strano mix” di ingegneri, designer, project manager, esperti di marketing e agronomi che provengono da più di sei Paesi e hanno esperienze di vita, lavoro e studio in oltre 3 Continenti. Un plus importante per un’azienda che ogni giorno si impegna a creare innovazione che abbiano un impatto reale sulla vita quotidiana delle persone. Tutto questo sfruttando anche le tecnologie esponenziale, per decentralizzare la produzione alimentare e riconnettere l’uomo alla natura.
Arrivata in Italia nel 2014 è nata dalla tesi di laurea di Felipe Hernandez, founder e CEO dell’azienda, Hexagro è la startup milanese che si è posta come obiettivo quello di garantire a chiunque e dovunque l’accesso a cibi sani, aumentando così l’accessibilità alle tecnologie di agricoltura verticale. “Immaginiamo un mondo in
cui la produzione di cibo potrà avvenire ovunque in città, anche in spazi una volta considerati inadeguati” si legge sul sito dell’azienda. Una frase che racchiude perfettamente i buoni propositi di Hexagro. Il nome della startup, inoltre, è la combinazione di due parole: esagono e agricoltura. Questo perché l’esagono è la forma più efficiente in natura, compatto
Un sistema di coltivazione verticale ispirato ai principi del design biofilico. Questo è Living Farming Tree, che si distingue dai tradizionali sistemi di agricoltura verticale per l’uso della tecnologia aeroponica, quindi senza suolo e con minor consumo d’acqua, e per essere un orto indoor IoT completamente automatizzato. Living Farming Tree ha un design completamente scalabile e modulare e può adattarsi perfettamente alla configurazione di qualsiasi ambiente interno, anche grazie alle sue finiture personalizzabili. Living Farmin Tree è anche disponibile, in Europa, per i clienti business con il modello hardware a servizio. Questa modalità include tutte le visite di manutenzione ordinaria e le ricariche mensili di piante. Inoltre, la coltivazione è ancora più semplice e automatizzata grazie al nuovo pannello di controllo, dove gli utenti possono monitorare i parametri di coltivazione. Hexagro, dal 2018, ha installato più di 20 Living Farmin Tree in Italia ed Europa. Inoltre, nel 2021 è stata fatta la prima installazione di 5 sistemi dentro un centro commerciale fuori Milano, per creare un giardino interattivo ed educativo per tutti i visitatori.
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Quello che ci troviamo ad affrontare è l’ennesimo anno di piogge scarse.Un problema che sta già mettendo in serie difficoltà il settore. Abbiamo chiesto ad alcune figure autorevoli di analizzare la crisi idrica tra presente e futuro, per provare a individuare soluzioni concrete e tracciare uno scenario possibile
colloquio con Giacomo Chiarappa, Francesco Ferrini e Luca Magazzini di Benedetta Minoliti
Estate 2003. Un momento che ci sembra lontanissimo, ben 20 anni fa, ma che ha segnato anche la storia del nostro Paese. In quell’anno, infatti, l’Europa è stata colpita da un grande ondata di colore, ricordata da tutti non solo per la sua intensità, ma anche per la sua durata. Quell’estate è stata preceduta da una primavera siccitosa, con conseguenze disastrose sulle produzioni agricole. Potrebbe sembrare un lontano ricordo, ma è una situazione che, purtroppo, stiamo rivivendo negli ultimi anni. Il cambiamento climatico si fa sentire, con inverni con temperature sopra la media e lunghi periodi senza pioggia. La situazione, ad oggi, sembra essere addirittura peggiore che nel 2022. In Lombardia, ad esempio, le riserve idriche segnano -58,4% sulle media storica e -12,55% sul 2022. Per capire come la siccità stia influenzando il mondo del floroviviasmo, tra strategie da attuare nel presente e previsioni per il futuro, abbiamo raccolto i punti di vista di Giacomo Chiarappa, Presidente della Sezione Specialistica Floricoltori Assofloro, Luca Magazzini, Presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani, e Francesco Ferrini, presidente del Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia e professore di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università degli Studi di Firenze, per provare a tracciare lo scenario che il settore si trova ad affrontare. «Storicamente si dice che le stagionalità si ripetono, quindi è possibile che il 2023 sia peggiore del 2022» ha detto Giacomo Chiarappa, analizzando la situazione attuale. «Da che mi ricordo un anno così lungo senza pioggia non c’è mai stato. Potrebbe essere davvero uno degli anni peggiori». Non tutte le Regioni, però, si trovano ad affrontare una crisi idrica di eguale portata, come sottolineato da Luca Magazzini: «È un po’ a macchia di leopardo. Nell’area pistoiese e toscana in generale la situazione non è così grave, perché la piovosità c’è stata. Il problema
non è tanto quello della piovosità invernale, quanto il fatto che da aprile in poi potrebbe non piovere più. Però, in questo momento non siamo in condizioni di dire che siamo ad un punto di non ritorno, perché la situazione per quanto ci riguarda non è così negativa». Così, se Lombardia e Piemonte sono le regioni più in affanno in questo momento, dove si registrano le maggiori criticità, non è totalmente corretto raccontare di un’in-
tera Italia a rischio crisi idrica. «Il Centro soffre, ma non tantissimo, e soffrono meno per assurdo Sicilia e Sardegna, dove si sono fatti invasi e bacini negli anni passati» ha spiegato Francesco Ferrini.
IL PROBLEMA
Di certo, a questo punto, tornare indietro e cambiare il clima non è completamente possibile. Quello che si può fare, però, come sottolineato da Chiarappa è “cambiare alcune abitudini”. «Certamente dovremmo riattivare tutta quella serie di invasi di raccolta idrica che sono sparsi in Italia ma che sono caduti in disuso. Per quanto riguarda il settore floricoltura dovremmo riadeguare gli impianti di irrigazione per andare a investire su impianti con il minor dispendio di acqua possibile». Questo, però, come spiegato dal Presidente della Sezione Specialistica Floricoltori Assofloro, non è così facile. «Significa fare grossi investimenti, perché si dovrebbe andare a installare impianti di flusso e riflusso su cemento. In sostan-
«Torniamo a parlare di problemi strutturali che andrebbero superati, come la creazione degli invasi e il riutilizzo delle acque reflue. Ne parliamo da 20-30 anni, ma per numerosi vincoli non si sono mai effettivamente concretizzati»Francesco Ferrini, presidente distretto vivaistico - ornamentale di Pistoia
za vorrebbe dire andare a cementificare le aziende, facendo subirrigazione per allagamento e riutilizzando poi la stessa acqua, correggendola ogni volta. Capisce bene che anche se l’utilizzo di acqua si riduce, si va comunque ad impattare in altro modo, cementificando ettari ed ettari di terra». Anche Magazzini ha sottolineato come vi sia, nell’area pistoiese, un lavoro costante sull’adeguamento degli impianti: «Stiamo lavorando per organizzare l’utilizzo delle acque reflue delle città capoluogo nell’area fiorentina. C’è poi anche la realizzazione degli invasi, l’allargamento di quelli esistenti, tutti interventi che vengono realizzati nel quotidiano per quanto ci riguarda. Ci adoperiamo costantemente per avere più risorse idriche possibile». «Il problema è che anche se qualche pioggia c’è stata, la siccità purtroppo perdura da oltre un anno» ha detto Francesco Ferrini. «Non possiamo ancora fare previsioni esatte sul 2023, ma è evidente che dal 2022 ci sia una scarsità di precipitazioni in diverse zone d’Italia. Ci troviamo di fronte ad
un problema strutturale, perché consumiamo moltissima acqua, abbiamo il primato tra i Paesi dell’Unione Europea per l’emungimento da corpi idrici superficiali e sotterranei, perché ovviamente ne usiamo anche per scopi agricoli. Procapite consumiamo 155 metri cubi per abitanti, e solo la Grecia al momento ne consuma di più».
Lo scorso 24 febbraio è stato istituito il primo tavolo di lavoro sulla crisi idrica. «Ci troviamo con i corsi d’acqua, i laghi e gli invasi in stato molto critico. Anche i bacini idroelettrici sono in estrema difficoltà. Bisogna affrontare immediatamente la questione, perché riguarda sia l’aspetto del consumo umano, sia quello agricolo» ha detto, annunciando il tavolo di lavoro, Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente. Il tema, quindi, è decisamente sentito. «Secondo me in questo momento se ne parla tanto, ma si fa troppo poco. Non si sono prese contromisure, anche perché è già da prima delle elezioni che si parla di riattivare gli invasi, ma attualmente non è ancora stato fatto nulla. Possiamo dire che, al momento, sono solo discorsi» ha spiegato Chiarappa. «Il problema è chiaramente sentito a livello governativo, ma dalle parole ai fatti il passaggio non è banale» ha sottolineato Ferrini. «Qui torniamo a parlare di problemi strutturali, che andrebbero superati, come la creazione degli invasi e il riutilizzo delle acque reflue. Sono argomenti di cui parliamo da 20-30 anni, ma che non si sono mai effettivamente concretizzati, anche per numerosi vincoli che non possono essere aggirati». Ferrini ha fatto poi notare come bisognerebbe partire dai singoli individui affinché il cambiamento sia possibile: «Noi stessi dovremmo in qualche modo cercare di ridurre i nostri consumi idrici, non cambiando le abitudini di vita, ma con piccoli accorgimenti. Ridurre il flusso dei rubinetti quando ci si lava i denti, preferire la doccia alla vasca, controllare che non ci siano perdite, usare lavatrici e lavastoviglie a pieno carico. Sono tutti
accorgimenti che se a livello della singola persona fanno risparmiare magari 10 litri al giorno, a livello globale si va a parlare di miliardi di litri di risparmio d’acqua».
Se, come ha sottolineato Chiarappa, le stagionalità si ripetono, non è più possibile vedere la crisi idrica semplicemente come un’emergenza. «Non dobbiamo più vederla come un’emergenza, ma come una situazione permanente» ha detto il Presidente del Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia. «Nel breve termine possiamo fare poco. Dovremmo intervenire a livello strutturale, lo ripeto. L’Italia a circa 500mila chilometri di condutture idriche, e non è semplice andare a intervenire. Non possiamo continuare a mettere toppe su toppe. Sarebbe più semplice andare a costruire dei nuovi invasi, com’è stato fatto in diverse Regioni, in particolar modo Sardegna e Sicilia, per accumulare acqua quando è in eccesso. Dovremmo fare in modo, anche deimpermeabilizzando certe aree, di riutilizzare l’acqua. Il problema è che ad un certo punto questo diventa semplice da dire, ma non da fare». La situazione comunque, dal lontano 2003 di cui abbiamo parlato ad oggi, è cambiata, migliorando per alcuni aspetti, come sottolineato da Magazzini: «L’irrigazione oggi in Italia è prettamente con sistemi a goccia, in alcuni casi con sensoristica. Inoltre si utilizzano pacciamanti che riducono la necessità di acqua e lo stesso uso del substrato è diverso, perché vengono utilizzate fibre, come quella di cocco o di palma al posto della torba, che consentono di dare al substrato un’umidità maggiore, e quindi riducendo la necessità di acqua. Insomma, non siamo stati fermi. Forse anche per questo motivo l’anno scorso, seppur nella gravità della situazione, non ci sono state perdite di produzione, e questo mi sento di dirlo tranquillamente».
Purtroppo una siccità profonda, ormai radicata, non si risolve con precipitazio-
Siccità: i fondi stanziati dal Mit
Si è riunita venerdì 5 maggio la cabina di regia sulla siccità. Più di 100 milioni sono stati messi a disposizione dal Mit e serviranno per finanziare interventi urgenti in cinque Regioni: Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio. Nello specifico:
Lombardia: 33,1 milioni per la realizzazione di nuove opere di regolazione del lago d’Idro Veneto: 22 milioni di integrazione per lavori di adeguamento dello sbarramento antisale della foce dell’Adige con bacinizzazione del fiume per il continemento dell’acqua dolce.
Piemonte: 27,8 milioni per il Canale Regina Elena e Diramatore Alto Novarese
Lazio: 60,3 milioni per l’interconnessione per il riutilizzo dell’impianto di depurazione di Fregene
Emilia Romagna: 5 milioni per la riqualificazione e telecontrollo delle opere di derivazione del Canale Emiliano Romagnolo lungo l’asta principale e 8,1 milioni per opere di stabilizzazione e di ripristino dell’efficienza nel tratto Attuatore - Reno del Canale Emiliano Romagnolo
ni sparse o, al contrario, con piogge intense. Nessuno può prevedere come sarà davvero il futuro che ci attende da qui all’estate, fino all’autunno, ma i possibili scenari non sembrano essere rosei. «Lo scenario attuale ci impone, come detto, delle scelte a livello individuale, ma anche un intervento a livello legislativo». Come sostiene Francesco Ferrini «non è
ammissibile che in un periodo non più transitorio, ma permanente, sia più semplice ottenere il permesso per costruire una piscina piuttosto che un invaso per la raccolta delle acque». E anche Giacomo Chiarappa ha sottolineato, e ribadito, la gravità del problema: «Se la situazione rimane questa l’agricoltura tutta va a finire. Al di là del non piantare più i fiori in giardino perché non si può irrigare, anche se sono importanti per il nostro benessere, dal punto di vista proprio del nutrimento sarà una catastrofe». «Sicuramente abbiamo investito per un sempre minor bisogno di acqua» ha sottolineato
Luca Magazzini, spiegando come tutto, nella sua zona di riferimento, sia programmato e come tutte le produzioni in pieno campo siano irrigate con sistema a goccia. Ma questo potrebbe non bastare: «Se la piovosità da questo mese in poi non dovesse ripetersi, probabilmente dei problemi ci saranno, ma non mi sento di pronosticare il peggio».
PROBLEMATICHE DI UN’ITALIA CHE DEVE ESSERE “UNITA”, ANCHE NELLA CRISI IDRICA
Ferrini si è soffermato più volte sull’importanza degli invasi, sottolineando come la legislazione sia carente e confusa: «Gli invasi devono essere periodicamente svuotati per pulirli dai fanghi. Questo è un grosso problema, perché l’attuale legislazione equipara i fanghi che vengono tolti da un invaso di raccolta delle acque
con quelli che vengono prelevati dal dragaggio dei fanghi dei porti. Questo significa che un agricoltore che fa un bacino di invaso per la raccolta delle acque che poi vengono utilizzate per l’irrigazione ha gli stessi vincoli e problematiche, quando deve svuotarle, di chi deve svuotare un porto. Ma queste due attività non possono essere equiparate, perché i fanghi sono completamente diversi». Chiarappa, invece, ha sottolineato come sia importante non guardare solo alla propria Regione, ma all’Italia intera: «In questo momento la mia zona non percepisce il problema, ma sono consapevole che nel momento in cui lo percepiremo ci faremo male, perché è un problema che coinvolge davvero tutti. A livello climatico, ad esempio, le cose si stanno invertendo: al Nord ci sono già grossi problemi, mentre il Sud resiste. Il problema è nazionale, non regionale». E ha poi concluso: «Questa è la dimostrazione del fatto che l’Italia è una. Oggi succede al Nord, domani potrebbe succedere al Centro e al Sud. Magari con conseguenze più drammatiche».
Luca Magazzini, presidente dell'associazione vivaisti italiani
«Se la piovosità da questo mese in poi non dovesse ripetersi, probabilmente dei problemi ci saranno, ma non mi sento di pronosticare il peggio»
«Il problema è nazionale, non regionale. Questa è la dimostrazione del fatto che l’Italia è una.»Giacomo Chiarappa, presidente sezione speciale floricoltori Assofloro
Decreto siccità > Approvato dal Consiglio dei ministri, introduce disposizioni urgenti per la prevenzione e il contrasto della siccità e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche.
COSA PREVEDE:
• Aumentare la resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici
• Ridurre la dispersione delle risorse idriche
• Regime semplificato per le procedure di progettazione e realizzazione della infrastrutture idriche che rinvia al modello PNRR
• Aumento dei volumi utili degli invasi
• Possibilità di realizzare liberamente vasche di raccolta di acque meteoriche per uso agricolo entro un volume massimo stabilito
• Riutilizzo di acque reflue depurate per uso irriguo
+1 mese: Il tempo in cui dovrebbe piovere per tornare ai livelli di normalità e garantire le produzioni agricole primaverili ed estive
30%: deficit idrico terreni agricoli
40%: deficit idrico terreni agricoli se si guarda al Nord Italia
45,8 cm sopra lo zero idrometrico: Il livello più basso dal 1953 raggiunto quest’anno dal più grande Lago italiano, il lago di Garda.
23%: Portata del lago di Como (dati CNR ultimo bollettino marzo 2023)
44%: Portata dei laghi Maggiore e Idro (dati CNR ultimo bollettino marzo 2023)
INVASI IN ITALIA
300 MILIARDI: METRI CUBI DI ACQUA CHE
CADONO IN ITALIA MA DI QUESTI NE RIUSCIAMO
A TRATTENERE SOLTANTO L’11%
(DATI ANBI)
PIANO LAGHETTI
• Presentato per la prima volta nell’autunno 2021 da ANBI, Assocazione nazionale bonifiche e irrigazioni, e Coldiretti, associazione che rappresenta gli agricoltori
• Obiettivo: sfruttare meglio l’acqua che viene dispersa
• Realizzare 4mila invasi “consortili”, costruiti dai consorzi di bonifici
• 6mila invasi realizzati da aziende agricole
• Per un totale di 10mila bacini artificiali di piccole dimensioni e con un basso impatto ambientale
La siccità è, purtroppo, diventata un fenomeno strutturale. Per questo abbiamo voluto coinvolgere, in questo numero fortemente dedicato a questo importante tema, anche le aziende, a partire da Irritec, che dal 1974 propone soluzioni complete per l’irrigazione di precisione colloquio con Giulia Giuffrè di Benedetta Minoliti
Quello della siccità è un problema attualissimo che, però, interessa il nostro Paese ormai da diversi anni. Come si approccia Irritec a questo problema?
«Scarsità d’acqua e crescente domanda alimentare esigono in tutto il mondo una sempre maggiore attenzione alla corretta gestione delle risorse idriche. Per quanto riguarda l’Italia ci sono dati preoccupanti che dimostrano come la siccità sia diventata un fenomeno strutturale su cui è necessario intervenire al fine di tutelare le risorse idriche disponibili. Irritec progetta, produce e distribuisce prodotti e impianti completi il cui scopo è somministrare la giusta quantità d’acqua ad ogni pianta, garantendo il corretto apporto di nutrienti nei tempi e nelle dosi corrette. Si tratta del sistema di irrigazione a goccia, che rappresenta una risposta concreta per evitare gli sprechi, consentendo di integrare la sostenibilità ambientale a un miglioramento qualitativo e quantitativo della produzione. Irritec si impegna per realizzare soluzioni innovative e sempre più tecnologiche ed efficienti per la salvaguardia del Pianeta e degli ecosistemi. Abbiamo calcolato che i nostri impianti di irrigazione, impiegati su circa 600mila ettari in oltre 100 paesi, nell’ultimo anno hanno generato un risparmio di oltre 1 miliardo di metri cubi
di acqua, 95milioni di kilowatt di energia e 111mila tonnellate di fertilizzante, evitando l’emissione di 731mila tonnellate di CO2».
Quali sono, secondo voi, le maggiori sfide legate a questo tema che stiamo affrontando nel presente e che dovremo affrontare in futuro?
«La situazione attuale di emergenza idrica richiama le aziende, le imprese e le comunità del mondo agricolo a un nuovo senso di responsabilità e all’adozione di soluzioni che consentano un risparmio d’acqua a fronte di una garanzia di qualità della produzione. La gestione sostenibile dell’acqua rappresenta una sfida, insieme alla decarbonizzazione. Per questo pensiamo che i temi di efficientamento energetico, miglioramento nell’utilizzo di energie rinnovabili ed incremento di utilizzo di materia prima riciclata saranno centrali. Per quanto riguarda la nostra impronta di carbonio, la stiamo rendicontando per il terzo anno consecutivo. Su questo ci siamo posti obiettivi sfidanti, sui quali vogliamo coinvolgere gli stakeholder per la certificazione di filiera controllata».
Irritec propone soluzioni complete per l’irrigazione con l’obiettivo di
semplificare la vita di chi cura le piante. In questo senso è importante parlare anche di sostenibilità, visto che attraverso i vostri prodotti aiutate le aziende a risolvere il problema dello “spreco idrico”. Come vi approcciate a questo argomento?
«Irritec è da sempre consapevole dell’importanza del risparmio idrico. Ciò si basa su un senso di responsabilità ed un profondo legame con la terra in cui siamo nati e cresciuti, la Sicilia. Regione a vocazione agricola e con limitate risorse idriche, la nostra meravigliosa isola ci ha insegnato l’importanza di risparmiare l’acqua in agricoltura. La consapevolezza del valore dell’acqua ci ha condotto a realizzare prodotti innovativi improntati alla salvaguardia del Pianeta e alla valo-
rizzazione del territorio in ottica sostenibile. Ci impegniamo ogni giorno nella realizzazione di prodotti di qualità e certificati che vadano incontro alle esigenze degli agricoltori per offrire le soluzioni che siano loro alleate nel lavoro quotidiano. Siamo affiancati da un team di esperti agronomi che ogni giorno dia loga con agricoltori per comprendere le loro esigenze. Negli anni, puntando ad una maggiore precisione e a migliorare la vita degli agricoltori, abbiamo lavo rato sulle tecnologie di smart-farming e per la digitalizzazione delle coltivazioni, con l’obiettivo di limitare ulteriormente gli sprechi e migliorare la produzione».
Ti chiederei di scegliere quello che, secondo te, è il prodotto che rappresenta maggiormente non solo la vostra azienda, ma anche il concetto di risparmio idrico ed efficienza irrigua. «Per rispondere alle esigenze di zone dove applicare l'irrigazione a goccia non è facile per via delle acque difficili da filtrare, Irritec ha sviluppato l'ala gocciolante eXXtreme Tape, brevetto esclusivo. Si tratta di un’ala gocciolante leggera con la maggiore superficie filtrante al mondo. Il doppio filtro continuo di questa particolare ala, installato lungo tutta la lunghezza del tubo, offre una superficie di filtrazione incrementata da venti a cento volte rispetto a quella di una soluzione standard. Il particolare sistema di filtraggio ottimizza la depurazione delle acque ricche di impurità e sali, intercettati prima dell'arrivo ai labirinti (i regolatori del flusso). Questi, mantenuti puliti ed efficienti, assicurano un'erogazione più uniforme durante l'intera vita utile dell'ala. Tecnologia e sostenibilità si incontrano nei sistemi di automazione IoT per l’irrigazione, che consentono di migliorare le prestazioni dei sistemi irrigui grazie alla gestione integrata, al monitoraggio costante e ad un completo controllo da remoto. I programmatori dell’azienda controllano irrigazione e fertirrigazione contemporaneamente, ogni apparecchio può essere collegato alle elettrovalvole in campo mediante
cavi elettrici o un sistema radio. Specie quest’ultima soluzione rende possibile l’automazione dei vecchi impianti a gestione manuale, evita scavi e agevola la gestione di aziende agricole con terreni non contigui».
Quali sono gli obiettivi che vi siete posti come azienda? Ne avete già raggiunti alcuni che vi eravate prefissati in precedenza?
«Perseguendo più finalità di beneficio comune, con particolare attenzione all’ambiente, al territorio e alle comunità locali delle aree in cui operiamo, siamo diventati Società Benefit: prima azienda del settore ad ottenere tale status giuridico. Il passaggio a Società Benefit è una tappa importante di un percorso di evoluzione continua, che Irritec persegue fin dalle sue origini: il nostro obiettivo in quanto impresa è essere una forza positiva per il territorio, promuovendo un modo consapevole di fare business e generando un impatto positivo sulla società e sull'ambiente. Un risultato che non avremmo potuto ottenere senza l'importante rete che ci circonda, che vede clienti, fornitori e partner agire sinergicamente per il raggiungimento del beneficio comune.
Essere ufficialmente Società Benefit significa, quindi, continuare una ricerca attiva del beneficio comune, elemento chiave della nostra azione. Un'attività che svolgiamo in linea con i princìpi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 promossi dal Global Compact delle Nazioni Unite, cui abbiamo scelto di aderire. Riteniamo fondamentale creare sinergia con le istituzioni per favorire opportunità professionali per i giovani nella propria terra di origine. Proprio per questo investiamo in formazione, in Italia ed all’estero, attraverso progetti come Agri-Lab, ideato nell’ambito del programma Irritec Academy, per portare il know-how di Irritec nei Paesi in via di sviluppo e formare esperti d’irrigazione che facciano a loro volta Agri-Lab è attualmente attivo in Senegal, in collaborazione con l'Agenzia Italiana per la Cooperazione al(AICS). Tra gli obiettivi di Irritec c’è anche supportare gli agric\\ oltori di ogni parte del mondo con soluzioni di irrigazione di precisione. Oltre alle 16 sedi nel mondo in cui siamo presenti con stabilimenti produttivi o commerciali, valutiamo l’approccio a nuovi mercati per una sempre più capillare presenza. Nel 2024 Irritec festeggerà i 50 anni di attività. Una tappa che ci stimola a fare sempre meglio per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e delle persone».
DATI
Circa 600mila ettari in 100 Paesi > ultimo anno risparmio di:
oltre 1 miliardo di metri cubi di acqua
95milioni di kilowatt di energia
111mila tonnellate di fertilizzante
Evitata l’emissione di 731mila tonnellate di CO2.
GeoGard EPDM e Smart sono due soluzioni non solo durevoli, ma anche resistenti alle condizioni climatiche avverse. Con la crisi idrica in atto, è quasi impossibile non soffermarsi su un prodotto di questa importanza colloquio con Federico Bernini di Benedetta Minoliti
In questo numero, dedicato in particolar modo alla crisi idrica, abbiamo voluto sottolineare l’importanza del lavoro di quelle aziende che propongono prodotti funzionali al risparmio e al corretto contenimento dell’acqua. Alpewa Srl ha stretto una collaborazione commercialiste con FIRESTONE®, nota azienda che produce sistemi di impermeabilizzazione in EPDM per coperture piane e bacini idrici, e abbiamo così parlato di questi prodotti con Federico Benini, Consulente tecnico sistemi di impermeabilizzazione.
Mi parleresti nel dettaglio di Elevetate (già Firestone) GeoGard EPDM?
«GeoGard EPDM è una membrana in EPDM prodotta secondo un procedimento industriale specifico ed accurato, che porta alla produzione di teli omogenei di grandi dimensioni, larghi fino a 15,25 cm e lunghi fino a 61 metri, privi di giunzioni e sormonti. Questo è possibile grazie al processo di vulcanizzazione che segue l’assemblaggio delle strisce in EPDM e in questo modo il materiale della giunzione è omogeneo e vulcanizzato al 100%. Questo processo produttivo garantisce un elevato controllo di qualità all’interno della fabbrica e permette di fatto di avere teli di grandi formati e, come diretta conseguenza, un minor numero di giunzioni da eseguire in opera, che si traduce in: minori tempi e costi di installazione, maggiore indipendenza dal meteo, maggiori garanzie di tenuta.
Le eventuali giunzioni da eseguire in can tiere vengono realizzate con la collaudata tecnologia di vulcanizzazione a freddo Quick Seam. Nel settore dell’impermeabilizzazione per opere idrauliche si utilizza GeoGard EPDM da oltre 40 anni perché è riconosciuta come membrana di elevata qualità per molti progetti di successo in tutto il mondo, in condizioni climatiche e contesti completamente differenti».
E quali sono le sue principali caratteristiche?
« Longevità eccezionale, con una resistenza impareggiabile ai raggi UV, al calore, all’ozono, ai microrganismi e alle condizioni climatiche avverse; elevato allungamento elastico, perché la geomembrana GeoGard EPDM può es -
sere allungata oltre il 300% in tutte le direzione per poi tornare alla sua forma iniziale. E ancora: elevata resistenza alle pressioni idrostatiche, elevato angolo di attrito, installazione rapida e semplice, facilità nella riparazione ed ecosostenibilità, essendo realizzata con un materiale inerte caratterizzato da un basso impatto ambientale durante la produzione e l’uso».
Il tema della siccità è all’ordine del giorno e le geomembrane Elevate (già Firestone) EPDM possono essere utilizzate sia
geomembrane sono affidabili in numerose applicazioni. Generalmente per un bacino di accumulo idrico la progettazione prevede la realizzazione di un invaso con scavo e riporto di terreno, stoccaggio dell’acqua irrigua e successivo scarico della stessa che può avvenire anche per gravità. Prima della corretta impermeabilizzazione dell’intera superficie con geomembrana in EPDM, preferibilmente in teli di grandi dimensioni, viene posato un geotessile non tessuto che andrà a regolarizzare e separare il sistema impermeabile dal supporto stesso. Per quanto riguarda l’utilizzo su canali di irrigazione, i requisiti principali sono: la rapidità e facilità di installazione, la resistenza e la flessibilità durante tutto il periodo della messa in esercizio per dare la possibilità ad animali caduti accidentalmente di uscire autonomamente dai canali».
Non solo GeoGard ma anche GeoSmart EPDM. Quali sono le sue caratteristiche principali?
per i bacini per l’irrigazione e i canali che per i bacini di laminazione. Quali sono, nel dettaglio, gli specifici utilizzi di questo prodotto in questi due casi? «La crisi idrica nel 2022 è stata partico larmente significativa per la sua durata, per l’estensione dei territori interessati e gli impatti registrati. Quasi tutta l’Italia Centro Settentrionale, seppur con inten sità variabile, è stata colpita dalla scarsità idrica, dovuta a una consistente diminu zione degli afflussi pluviometrici rispetto alle medie storiche di riferimento, con conseguente riduzione dei deflussi lun go la rete idrografica. Questa esperienza ha ribadito la necessità di adottare un approccio proattivo nella gestione della siccità e delle criticità nell'approvvigiona mento, e di assicurare maggiore efficacia operativa e di intervento. Occorre dun que adottare una strategia operativa che preveda il recupero delle risorse idriche disperse e inutilizzate, un maggior accu mulo idrico e, in generale, a migliorare la resilienza e durabilità dei sistemi di approvvigionamento idrico. In questo contesto sicuramente le prestazioni delle
«Se con la linea GeoGard e i suoi accessori riusciamo a coprire qualsiasi forma e dettaglio complesso attraverso
le giunzioni in opera e la possibilità di utilizzare teli e rotoli, GeoSmart è una geomembrana progettata appositamente per impermeabilizzare invasi di piccole e medie dimensioni in ambito agricolo, paesaggistico e ambientale con il minimo dispendio in termini di tempo e di impegno. Anche in questo caso si possono realizzare teli di grandi formati, ampi fino a 2.400 metri quadri che non vengono però giuntati in opera ma semplicemente srotolati ed aperti direttamente senza utensili speciali o macchinari e sono indipendenti dalle condizioni meteorologiche. L’installazione semplificata con unico telo permette di realizzare in autonomia bacini o invasi anche da parte di aziende non specializzate che hanno la necessità di integrare questi sistemi durante la loro lavorazione, come ad esempio: bacini di irrigazione, vasche liquami ed opere per il contenimento secondario, opere di raccolta delle acque reflue, laghetti ornamentali e aziendali, vasche antincendio. Assieme al calcolo del materiale viene fornito tutto il supporto necessario oltre ai certificati, le linee guida e le garanzie di sistema».
Gli agrotessili pacciamanti sono studiati per garantire un prodotto che sia allo stesso tempo conveniente e sostenibile. Ne abbiamo parlato con il CEO di Gruppo Arrigoni Spa colloquio con Paolo Arrigoni di Benedetta Minoliti
Garden avete presentato gli agrotessili pacciamanti Agritela, una soluzione studiata per garantire un ambiente protetto che sia conveniente e sostenibile. Mi racconta più nel dettaglio questo prodotto?
«In linea generale, i tessuti pacciamanti non rappresentano una novità. Da tempo, infatti, sono impiegati in agricoltura e nel settore dell’ortoflorovivaismo per proteggere le colture da specie vegetali infestanti e per garantire una maggiore umidità del terreno. Rispetto alla gestione delle risorse idriche, la componente innovativa di Agritela® risiede soprattutto nella sua possibilità di sviluppo bi-color, ovvero bianco in superficie e nero a contatto con il suolo. Al vantaggio dell’effetto pacciamante, si aggiunge quindi anche una migliore modulazione degli effetti della luca solare, specialmente durante i mesi più caldi e le stagioni più aride. In altri termini, la radiazione solare viene maggiormente riflessa dalla parte
Scansiona il qr code per scoprire l’offerta completa di tutti gli schermi e le reti AgroTextile proposte da Arrigoni, suddivise per il loro specifico utilizzo
In occasione di Myplant & Garden 2023, Arrigoni ha esposto la sua gamma di tessuti pacciamanti e le altre soluzioni proposte dal Gruppo, che progetta e produce agrotessili protettivi in tutto il mondo. Ne abbiamo parlato con Paolo Arrigoni, CEO di Gruppo Arrigoni Spa,
che ci ha illustrato le caratteristiche, e i punti di forza, degli agrotessili pacciamanti Agritela®.
Il tema della siccità e della gestione delle risorse idriche è all’ordine del giorno in questi mesi. A Myplant &
bianca, mentre all’interno si mantiene, grazie al colore nero, un ambiente più consono alla crescita, con una maggiore percentuale di umidità. Non da ultimo, Agritela® agevola pure la flora microbica, riducendo i ristagni idrici e lo sviluppo di malattie radicali».
Diceva che Agritela® è diventata bi-color. Perché è stata fatta questa scelta? A quali bisogno risponde?
«Come anticipavo, la scelta bi-color rappresenta la vera componente innovativa di Agritela®, contribuendo in modo determinante a un effettivo risparmio idrico e a un mantenimento più prolungato dell’umidità del terreno».
Migliorare la gestione idrica del terreno è una sfida quotidiana che riguarda tutti gli attori del settore. Quali sono,
secondo te, le “buone pratiche” da mettere in atto in questo momento di difficoltà?
«Giustamente parliamo di buone pratiche e non di buona pratica. Per ottenere un soddisfacente risparmio della risorse idrica, occorre infatti sviluppare un sistema integrato, che vede impianti di irrigazione associati a coperture ad alta efficienza. Agritela® è un esempio di telo pacciamante ad elevata tecnologia, ma ovviamente non è il solo. In generale, la protezione delle colture è senz’altro una strada da percorrere per aumentare la produzione di cibo, anche in ottica green, in linea con gli obiettivi dell’agenda Farm to Fork 2030».
La natura multifunzionale di Agritela® lo rende un prodotto di fondamentale importanza. Quali sono le caratteristi-
che che, secondo te, lo contraddistinguono?
«Oltre alla già richiamata caratteristica dell’opzione bi-color bianco/nero, un’altra componente fondamentale è la qualità del materiale che compone questo tessuto: il polipropilene, durevole e 100% riciclabile».
Se potessi descrivere gli agrotessili pacciamanti Agritela® in tre parole chiave, quali sarebbero?
«Innovazione, qualità e durata».
Parlando di sostenibilità, un altro tema centrale entrato ormai a far parte della nostra quotidianità, in che direzione si sta muovendo Arrigoni?
«Da sempre il nostro Gruppo è impegnato in prima linea per la sostenibilità. La stessa ricerca sulla protezione delle colture, per un’agricoltura green e la riduzione o azzeramento dei trattamenti fitosanitari, va in questo senso. Ma facciamo molto di più: siamo impegnati per declinare il concetto di sostenibilità sotto diversi aspetti. Oltre a quello ambientale, infatti, lavoriamo per offrire ai nostri clienti sostenibilità economica (il loro investimento deve essere conveniente), la quale apre poi le porte alla sostenibilità sociale, nell’ottica di un’agricoltura e un florovivaismo virtuosi, amici del pianeta». Oltre alla gamma completa Agritela® e Agritela® Pro, il Gruppo offre poi diverse altre soluzioni per il comparto dell’ortoflorovivaismo, a partire dagli schermi pensati per il controllo degli insetti a quello delle malerbe, passando per la protezione dagli agenti atmosferici e per l’ottimizzazione del risparmio idrico. Tra questi, la rete multifunzionale Iride® Multi Pro, Protecta® (protezione da grandine e brina), Libeccio® e Scirocco® (protezione dal sole), Biorete® e Biorete® Air Plus (protezione dagli insetti), Prisma® e Robuxta® (schermi termo riflettenti).
«La componente innovativa di Agritela® risiede nella sua possibilità di sviluppo bi-color, bianco in superficie e nero a contatto con il suolo»
Un metodo comune per calcolare i costi di produzione, ma anche una maggiore promozione del settore e una continua collaborazione. Sono solo alcuni degli obiettivi della Sezione Specialistica Floricoltori Assofloro, raccontati dal suo presidente colloquio con Giacomo Chiarappa di Benedetta Minoliti
Una realtà ben strutturata che guarda non solo al futuro del florovivaismo, ma anche sul suo presente. Tra progetti e aspettative, abbiamo intervistato Giacomo Chiarappa, presidente della Sezione Specialistica Floricoltori di Assofloro.
Ti chiedo, per iniziare, un commento sul tuo ruolo come presidente della Sezione Specialistica Floricoltori Assofloro.
«Da quando siamo partiti con questa attività di rilancio del settore, in fase di pandemia, rivolgendoci ad Assofloro, sono stato eletto da subito rappresentate. Adesso si è ufficializzato un ruolo che mi da onore e sicuramente sono orgoglioso di poter rappresentare la floricoltura italiana. I progetti sono tanti da mandare avanti, e ci stiamo lavorando».
«In primis uno che abbiamo avviato sin da subito: riuscire ad avere un metodo comune per il calcolo dei costi di produzione. A livello nazionale c’è un po’ di confusione e non dovrebbe essere così, perché la consapevolezza dei costi è determinante. Questo progetto
è già partito, attraverso uno studio di professionisti che lavora per noi e che sta girando, prendendo delle aziende a campione, per redigere un metodo che poi possa essere messo a disposizione delle aziende floricole che sono interes sate. Questo per riuscire a fare i calcoli con parametri comuni. A breve, invece, partirà un progetto mirato alla promo zione, non della singola azienda, ma del prodotto italiano floricolo. Andremo a sollecitare i consumatori all’acquisto di fiori, perché portano benessere, colori e tanti benefici, ed è importante acquista re italiano. Lo faremo imple mentando i social di Assofloro e poi ci concentreremo anche su radio e televisione. Infine, c’è un progetto più complesso che riguarda la logistica, per ri uscire ad essere più competitivi sia sul mercato nazionale che su quello estero».
«L’esserci riuniti è un grande risultato. Nel direttivo del gruppo ci sono anche realtà che rappresentano le singole Regioni, una cosa che abbiamo fortemente voluto perché si potessero portare nel gruppo di lavoro le varie necessità»
Giacomo Chiarappa, Presidente della Sezione Specialistica Floricoltori Assofloro
Quali sono le aspettative che avete come Sezione Specialistica? Cosa vi aspettate sia dall’esservi riuniti per la prima volta, sia come risposta dall’esterno.
«Già il fatto di esserci riuniti è un grande risultato, perché non siamo abituati ad essere associati. La nostra ambizione però è quella di ampliare sempre di più la base sociale. Nel direttivo del gruppo, poi, ci sono anche realtà che rappresentano le singole Regioni. Questo è deter-
minante e l’abbiamo fortemente voluto perché si potesse allargare la base sociale e per poter portare al gruppo di lavoro le necessità delle varie Regioni, perché il settore floricoltura non è ovunque uguale e ogni territorio ha le sue peculiarità».
E quali sono le principali necessità emerse?
«Sono quelle per cui abbiamo attivato immediatamente i lavori. In primo luogo i costi di produzione. Negli anni il
nostro settore si è impoverito sempre di più. Le marginalità si sono abbassate così tanto che ci sono aziende che non si rendono conto di quanto costa attualmente produrre una pianta. Questo fa sì che mettano i loro prodotti sul mercato senza pensare ai costi, ma semplicemente seguendo i prezzi del mercato. Ed è qui che emerge il problema, perché bisognerebbe posizionarsi con dei prezzi al di sopra dei costi di produzione, altrimenti la situazione è fallimentare. Il mercato lo facciamo noi, questo deve essere chiaro. Dobbiamo riuscire ad adattare gli aumenti dei costi di produzione, di qualunque tipo, andandoli a conteggiare, di modo da poter avere anche un guadagno. A livello generale poi sicuramente una necessità emersa da tutte le Regioni è quella di una logistica più efficace, perché al momento in Italia è esattamente il contrario per quanto riguarda il nostro settore».
Per quanto riguarda la promozione, di cui parlavamo all’inizio, avete notato un calo dell’interesse? I giovani, ad esempio, non sono più interessati? «La percezione è quella di scarso interesse da parte dei giovani , perché puntano su altro. Passato il momento della pandemia abbiamo visto un grande allontanamento di tutta quella fascia che si era molto avvicinata durante quel periodo. Riteniamo quindi che sia opportuno fare informazione sull’importanza di contornarsi di fiori e piante, anche perché il giovane adesso è green, gli piace il biologico e il non inquinante. Quindi è importante fargli capire che anche noi facciamo parte di quel mondo lì. Soprattutto, far emergere come piante e fiori, e gli studi lo dimostrano, portino benessere, non solo fisico ma anche psicologico».
«C’è scarso interesse da parte dei giovani. È importante far emergere che piante e fiori, e gli studi lo dimostrano, portano benessere sia fisico che psicologico»
al 13 febbraio Chrysal International ha un nuovo CEO, Remko Muntinga, che è andato a sostituire dopo 5 anni Peter Vriends, che ha guidato l’acquisizione dell’azienda da parte di OAT ed è stato “la forza trainante della crescita” di Chrysal. Muntinga, laureato all’Università di Wageningen, lavora in azienda dal 2014, prima come Operations Director e successivamente come Chief Operating Officier. Inoltre, il nuovo CEO di Chrysal International ha maturato un’importante esperienza lavorativa presso KraftHeinz, dove ha ricoperto diverse posizioni di responsabilità in diversi Paesi
«Negli ultimi 5 anni la nostra azienda ha registrato una crescita impressionante e sono stati fatti passi importanti nel campo della sostenibilità» ha dichiarato Peter Vriends, commentando il nuovo incarico di Muntinga. «Con Remko abbiamo un successore fidato e forte che può garantire la continuità e la crescita
di Chrysal con una forte attenzione alla sostenibilità». E ha concluso: «Remko è un manager motivato e orientato ai risultati. Con la sua passione per la sostenibilità e il miglioramento continuo, potrà dare un importante contributo all’ulteriore crescita di Chrysal». E anche Muntinga ha commentato il suo nuovo ruolo: «Vorrei ringraziare Peter per la sua leadership negli ultimi anni e ammirare la sua scelta di scegliere la vita e non il lavoro! Per me, la definizione di CEO non è solo quella di Chief Executive Officer, ma anche quella di Chief Engagement Officer, responsabile dell’impegno. Non vedo l’ora di collaborare più intensamente con tutti gli stakeholder e di accelerare
il processo per rendere la nostra catena floricola ancora più sostenibile. Con i nostri prodotti, servizi e con il nostro team globale di appassionati possiamo aggiungere ancora più valore per i nostri clienti e partner strategici, oltre all’impareggiabile affidabilità delle consegne».
Il tema della siccità e della crisi idrica, oltre ad essere il focus principale di questo nuovo numero, è stato anche protagonista del Forum Siccità organizzato lo scorso 20 marzo da Forestami, progetto promosso da Città metropolitana di Milano, Comune di Milano, Regione Lombardia e altri enti, nato da una ricerca del Politecnico di Milano grazie al sostegno di Fondazione Falck e FS Sistemi Urbani. Durante l’incontro il tema è stato sviscerato da più punti di vista, toccando anche un’altra tematica importante: l’emergenza climatica. «Sono temi che richiedono l’attenzione di tutti, immediata e su terreni diversi» ha dichiarato durante l’evento Stefano Boeri, Presidente del comitato scientifico di Forestami. «Soprattutto, non sono temi che si esauriranno quest’anno. L’anno scorso, per quanto riguarda il nostro progetto, abbiamo avuto perdite significative, che ammontano a circa il 10%. Abbiamo di fronte un futuro difficile, per questo serve un confronto serrato per poter capire quali politiche attuare nel nostro Paese su temi come la riduzione delle perdite idriche e l’aumento dei bacini di paramento dell’acqua piovana. La giornata di oggi deve essere un momento che faccia scaturire un senso di grande responsabilità». Al Forum Siccità, tra gli altri, ha partecipato anche Elena Grandi, Assessore Verde e Ambiente del Comune di Milano, che si è focalizzata sulla situazione del capoluogo lombardo: «Entro la fine della stagione agronomica avremo piantato circa 18mila nuovi alberi, compensando le perdite che abbiamo registrato l’anno scorso. Abbiamo scelto piante più giovani e resistenti, posizionandole in luoghi più facilmente raggiungibili dalle autobotti e dagli impianti di irrigazione».
50 anni di storia. Un traguardo importante per Giorgio Tesi Group, che festeggia il mezzo secolo di vita anche sulla rivista Forbes, che ha scelto di raccontare nel numero di aprile, nella rubrica Stories dell’inserto Small Giants, la storia dell’azienda vivaistica pistoiese. Un risultato importante che non conferma la crescita di un’azienda nata a conduzione familiare che oggi è una vera e propria industria green, tra le più importanti aziende europee nel settore del vivaismo di piante ornamentali. Inoltre, Giorgio Tesi Group è stata anche premiata a IPM Essen nell’ambito del concorso IGOTY, International Grower of the Year, da AIPH, diventando così la prima azienda vivaistica italiana a raggiungere la finale e ad essere premiata, con la conquista della medaglia d’argento nella categoria Finished Plants & Trees. A tutto questo si aggiunge anche il conseguimento del marchio GLOBAL G.A.P., che certifica Giorgio Tesi Group per lo standard di Sicurezza Integrata in Agricoltura, verificando e prendendo in esame tutti gli elementi di sicurezza e sostenibilità riguardanti diversi aspetti della produzione, dalla gestione dei rifiuti all’utilizzo consapevole delle risorse energetiche.
ll nuovo Consiglio direttivo, nominato durante l’assemblea ordinaria di AIPSA, Associazione Italiana Produttori Substrati e Ammendanti, ha confermato Andrea Sandini come presidente. «La qualità dei prodotti delle aziende associate deve rimanere alta» ha affermato Sandini durante l’assemblea, lanciando un monito alle aziende che sul mercato presentano prodotti di scarsa qualità. Sono stati poi presentati con Daria Orfeo, direttore delle attività associative, i diversi progetti promossi da AIPSA, dallo studio approfondito sulle matrici organiche all’indagine di mercato sul mondo dei substrati, i cui risultati serviranno a disporre di strumenti utile per agire in modo ottimale per sanare le criticità e migliorare il rapporto produttori/utilizzatori e produttori/ distributori/consumers. Alla fine degli interventi i soci presenti, in rappresentanza di 16 delle 22 aziende associate AIPSA, hanno votato per il rinnovo del consiglio direttivo. Dalle urne sono stati eletti: Andrea Sandini (Geotec srl), Flemming Hansen (Nuova Flesan srl), Monica Cadei (Terflor srl), Marco Petranca (Vigorplant Italia srl), Sergio Armari (Compo Italia srl), Filippo Colleoni (Fertil srl) e Riccardo Billi (Europomice srl). Il Consiglio direttivo a seguire ha rinnovato le cariche di presidente di Andrea Sandini e vicepresidente a Flemming Hansen.
PLANTARIUM|GROEN-Direkt , che coinciderà con la Fiera d’Autunno di GROEN-DIrekt, tornerà ad animare l’International Trade Center di Hazerswoude/Boskoop (Paesi Bassi) il 23 e 24 agosto 2023, offrendo ai visitatori una panoramica completa sulle ultime novità e innovazioni. Per questa edizione della fiera è stato introdotto un nuovo concetto di partecipazione, Budget, per rivolgersi a un gruppo ancora più ampio di coltivatori e per poter presentare una gamma ancora più completa di piante da esterno. Questo concept comprenderà stand di 2 metri di profondità dal design più semplice. Gli espositori potranno scegliere tra quattro diverse formule di partecipazione: la già citata Budget, il concept Basic, con uno stand fisso di 3 metri di profondità destinato esclusivamente alla presentazione di piante, esclusivamente su carrelli CC, il concept Comfort, con uno stand dal design standard utilizzabile anche per la presentazione di prodotti non vivi, e infine il concept Premium, con uno stand dal design personalizzabile.
AICG e Gruppo Padana hanno lavorato insieme per questo progetto che unisce Made in Italy e altre prestazioni, con una proposta di ben 30 petunie uniche, di cui 10 tonalità in esclusiva per i Centri Giardinaggio AICG
di Penelope Moran
AICG, Associazione Italiana Centri Giardinaggio, e Gruppo Padana hanno unito le forze, collaborando per dare vita al progetto Garden Top-Tunia ®, che propone un prodotto unico nato dall’unione tra Made in Italy e alte prestazioni. Infatti, tutto il ciclo, dall’idea alla produzione delle talee, protagonista del progetto, è totalmente realizzato nel nostro Paese. Il risultato è quello di petunie uniche, disponibili in 30 colori, di cui 10 tonalità in esclusiva per i Centri Giardinaggio AICG. Tra i principali punti di forza della Garden Top-Tunia ® ci sono: elevata densità per metro quadrato, grazie
al portamento naturalmente compatto e globoso, resistenza alle temperature elevate, con possibilità di allungare il periodo di coltivazione e vendita, con trapianti anche a fine primavera. E ancora: la pianta proposta da AICG e Gruppo Padana si mantiene “piena” e fiorifera, estremamente versatile e adatta a qualsiasi tipo di utilizzo, dalle fioriere alle balconette, fino alle aiuole. Inoltre, la pianta non si apre e non “svuota” al centro. Tutte le piante del progetto vengono fornite direttamente con un vaso brandizzato AICG, appositamente realizzato per l’occasione, ovviamente Made in Italy e riciclabile al 100%.
Apartire dal 4 maggio, a chi dona denaro per sostenere lavori di bonifica, riqualificazione del verde pubblico o contrasto del dissesto idrogeologico, viene riconosciuto un credito d’imposta del 65%. L’agevolazione era stata introdotta già il 10 dicembre scorso, con il decreto ministeriale in cui si definivano anche le modalità di accesso al bonus, con l’allestimento di un portale web dedicato, gestito dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica: direttamente online, infatti, è possibile individuare l’intervento da sostenere e prenotare il proprio contributo. La misura mira proprio a incentivare le erogazioni liberali per interventi su edifici e terreni pubblici. Tra gli interventi finanziabili, infatti, bonifiche ambientali, rimozione di amianto, prevenzione e risanamento del
AIPSA INFORMA in collaborazione con
In arrivo le novità normative per le aziende italiane in materia di imballaggi ed etichettature
Dal 1° gennaio 2023 gli imballaggi e delle merci di qualsiasi settore dovranno avere l’obbligo di etichettatura ambientale. Il decreto ministeriale 360 del 28/09/2022, ha emanato l'adozione delle "Linee Guida tecniche per l’etichettatura ambientale degli imballaggi" ai sensi dell’art. 219 comma 5 del Dlgs 152/2006 e stabilisce che tutte le etichette dei prodotti debbano contenere le informazioni per consentire il corretto riutilizzo, smaltimento o riciclaggio del packaging. Con due anni di ritardo il decreto mette il punto sulle norme da adottare d’ora in poi per provvedere in maniera chiara a descrivere la natura degli imballaggi utilizzati per i vari prodotti. In particolare, le linee guida sono il frutto del lavoro del gruppo tecnico avviato dal CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, che con un protocollo d’intesa con il Ministero, ha raccolto le necessità di tutti i settori produttivi e fornito supporto per l'attivazione di una normativa che mira a diminuire le dispersioni di plastiche nell’ambiente, nonché di rendere consapevole il consumatore finale sullo smaltimento degli imballaggi stessi.
Nessun aspetto è lasciato al caso: ci vogliono chiarezza e precisione Un’etichettatura che dovrà dare indicazioni chiare e precise sul materiale dell’imballaggio, sullo smaltimento di fine vita, anche rimandando alle disposizioni comunali e sul riciclaggio dello stesso. Dovrà essere descritta la natura dell’imballaggio e dove presenti le eventuali marcature come ad esempio nelle plastiche biodegradabili o compostabili raccolti assieme ai rifiuti organici. Per la raccolta differenziata dove non sarà possibile avere l’etichetta diretta sull’imballaggio, secondo le linee guida si potrà rimandare, la stessa al sito web oppure tramite Qr code. Ogni etichetta avrà un colore diverso: giallo per la plastica, blu per la carta, turchese per i metalli, marrone per l'organico, grigio per l'indifferenziato e verde per il vetro. Chi
Sacchetto
Plastica (LDPE 4)
Raccolta differenziata
Verifica le disposizioni del tuo Comune
non osserverà il decreto andrà incontro ad una sanzione che va dai 5 mila ai 25 mila euro.
Ma in soldoni cosa cambierà per il settore?
Da anni il mercato è al passo coi tempi sia cercando soluzioni innovative per limitare l’utilizzo di materie prime vergini, utilizzando imballaggi eco-friendly, costituiti con percentuali elevate di plastica riciclata sia fornendo al consumatore finale, chiare informazioni per un corretto smaltimento dei sacchi di terriccio, che consente di migliorare la raccolta e di ottenere un maggiore riciclo dei materiali. Dal 1 gennaio, sulle nuove confezioni non potranno mancare le indicazioni della tipologia di imballaggio, la codifica identificativa del materiale utilizzato, le indicazioni sulla raccolta. In aggiunta potranno essere presenti informazioni per arricchire di contenuti utili per una raccolta di qualità.
Consigliate
Necessarie
Necessarie
Consigliate
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L’anno da poco iniziato sarà caratterizzato da un ritorno alla natura, ma anche agli stili vintage, con l’utilizzo di materiali riciclati e riutilizzabili, per riconnettersi al verde in modo sempre più sostenibile Quattro tendenze che raccontano il presente, ma anche il futuro, tra stratificazioni, mix di colori accesi e tonalità pastello, utilizzo di materiali dal sapore retrò, riutilizzo e riciclo, per non sprecare nulla e dare una seconda vita agli elementi decorativi e non di redazione Greenup
Uso di fiori e piante dall’aspetto delicato e poetico, dove anche il vaso ha la sua grande importanza. La palette cromatica è armonica, caratterizzata dai toni pastello, con una predominanza del verde. Per quanto riguarda i materiali, invece, la scelta ricade su ceramica, vimini, porcellana, ratan, zinco e ghisa. Non mancano poi i tessuti naturali, come il legno, il sughero e la pelle.
Una tendenza che vede l’utilizzo di fiori e piante con collocazioni in luoghi inaspettati, con bouquet stratificati e piante pensate per la multifunzionalità dello spazio in cui vengono collocate, di modo che possano essere facilmente spostate e riposizionate. La palette colori prevede l’utilizzo di tonalità a contrasto: calde e fredde, chiare e scure, vivaci e sbiadite. Anche i materiali utilizzati sono in contrasto tra loro, con un interesse verso le connessioni tra texture diverse
Le piante e i fiori sono utilizzati in modo eccentrico, dove ad essere esaltata è la sinergia tra i diversi elementi, naturali e non. A dominare, in questo trend, sono i toni del marrone e del verde, ma non mancano anche tonalità come bianco, beige, giallo, rosa e lilla. Importante l’attenzione ai materiali, naturali e riciclati quando possibile. Tutto è basato su un approccio ecologico, dove i vari elementi dialogano tra loro in perfetta armonia.
Un vero e proprio tripudio di vitalità, dove le piante contribuiscono al senso di calda convivialità, aiutate da una palette colori caratterizzata da tonalità vivaci, che richiamano gli anni ‘70 e le influenze folcloristiche. Un elemento che ritroviamo anche nella scelta dei materiali, dove vengono esaltati jersey, bouclé, velluto a coste, uncinetto e maglia, ma anche impiallacciatura, piastrelle e ceramica.
La sostenibilità è all’ordine del giorno per Pöppelmann, che offre il suo grande contributo con i vasi della categoria Circular360. Ne abbiamo parlato con il responsabile vendite Italia colloquio con Stefan Marchetti di Benedetta Minoliti
Non si può parlare di sostenibilità e rispetto per l’ambiente senza menzionare anche l’economia circolare. Le aziende sono le prime a voler intraprendere strategie per proteggere le risorse e il clima, dando sempre più valore a un sistema che sia in grado di rigenerarsi da solo, garantendo così anche la sua ecosostenibilità. Pöppelmann ha proprio messo in atto un’azione di questo tipo, puntando ad ottenere un’autentica economia circolare attraverso la divisione TEKU, che ha dato il suo grande contributo con i vasi della categoria Circular360.
Quello dell’economia circolare è un tema importante sotto diversi aspetti. Poppelmann come si pone nei confronti di questo argomento?
«L’economia circolare è il cuore dei nostri prodotti. Fondamentalmente vediamo l’economia circolare come una leva per fornire una reale sostenibilità e quindi conservare le risorse e persino proteggere il clima».
Andando più nello specifico, parliamo dei vasi Circular360. Quali sono le ca-
ratteristiche principali di questo prodotto?
« Circular360 è il fiore all’occhiello della vera eco nomia circolare. I vasi per piante chiudono completamen te il ciclo del materiale e sono costituiti esclusivamente da materiali PCR, che li rende unici».
Perché chi acquista dovrebbe scegliere i vasi Circular360 rispetto a quelli tradizionali?
«La consapevolezza della sostenibilità è certamente un’idea centrale, ma i vasi Circular360 offrono un ulteriore valore aggiunto per i nostri clienti: maneggevolezza perfetta per costruzioni dure, proprietà del materiale superiore, lavorazione eccezionale, elevata flessibilità. Inoltre, l’aspetto di questi vasi è cruciale. In breve: la migliore qualità, che ha anche un effetto perfetto sulla pianta».
Un recente studio del Fraunhofer Institute UMSICHT ha preso come esempio i vostri prodotti. Che significato ha per la vostra azienda? Sicuramente è un importante riconoscimento.
I risultati ottenuti dall’Istituto Fraunhofer UMSICHT sono la prova che una vera economia circolare non solo preserva le risorse, ma ha anche un effetto positivo sulla protezione del clima. Stabilire questo come punto di riferimento per noi è il riconoscimento dei nostri sforzi, per continuare in un percorso veramente nel segno della sostenibilità».
E proprio per quanto riguarda la sostenibilità Poppelmann sta facendo tantissimo. Avete altri obiettivi per il presente? E quali sono le vostre aspettative per il futuro?
«Abbiamo ancora molto da fare. Di recente abbiamo ampliato il nostro portafoglio di prodotti. In termini concreti, questa è la variante di base che apre la strada ai nostri clienti per entrare in una vera economia circolare. Baseline è l’alternativa riciclabile agli insostenibili prodotti “neri”. A livello aziendale, invece, gli ulteriori obiettivi sono all’ordine del giorno. Tra questi sicuramente ci sono quelli che garantiranno il percorso verso la neutralità climatica a lungo termine».
Un incontro fortunato che ha dato vita, ben 36 anni fa, ad una collaborazione che vede nascere un’azienda che oggi si definisce come “pionieri e creatori di tendenze”
di Penelope MoranQuella di MNP / Suntory è una storia decisamente interessante.
Grazie all’esportazione e al commercio in Giappone con i vivai Keisei Rose Nurseries, nel 1987 MNP entra in contatto con Suntory, nota soprattutto per i suoi whisky, liquori, birre e soft drink ma che aveva, però, anche una piccola sezione di coltivazione di piante
L’incontro è propizio, perché Suntory in quel momento era proprio alla ricerca di un partner fidato per riuscire a introdurre la propria genetica sul mercato europeo. Così Theo Tuys e Jeroen Egtberts, attuale CEO di MNP, sono partiti alla volta del Giappone per vedere le varietà e dare il via ad un importante sodalizio. Oggi, che di anni ne sono passati ben 36, “pionieri
e creatori di tendenze nella creazione, selezione, commercializzazione e cessione di licenze per piante innovative e di qualità superiore”. Una descrizione accurata, per raccontare un’azienda in grado di proporre un prodotto che renda “felice il consumatore moderno e più colorato il mondo”.
MNP / Suntory vendono le proprie genetiche a coltivatori e propagatori su licenza. La sfida, portata avanti ogni giorno, è quella di conquistare il mercato con un piccolo team di professionisti appassionati che riescano a lavorare nel modo più efficace e originale possibile. “Grazie ad una sofisticata visione di marketing, a una rete di rivenditori professionali, a coltivatori appassionati che producono piante di altissima qualità e ampi canali di vendita, possiamo costruire una grande consapevolezza del marchio e conquistare rapidamente ampie quote di mercato”.
Due nuove varietà con caratteristiche davvero interessanti, come la tolleranza alle malattie fungine, una ridotta manutenzione annuale, nuove colorazioni e l’adattabilità sia alla coltivazione in vaso che in giardino
di Penelope MoranLa prima si integra facilmente in un ecosistema favorevole alla biodiversità, mentre la seconda è estremamente tollerante alle malattie fungine.
vermiglio alimentano gli uccelli fruttiferi, come merli e tordi, e rimangono anche come elemento decorativo per molto tempo durante l’autunno e l’inverno, donando ancora maggior bellezza alle rose. Inoltre, sono naturalmente molto resistenti alle malattie e, quindi, non richiedono alcun trattamento fitosanitario. La loro manutenzione annuale si riduce a una potatura, preferibilmente corta, nel periodo di febbraio-marzo.
ZEPETI®:
Con la sua fioritura continua, ZEPETI® è sicuramente una varietà interessante e che cattura subito l’attenzione. Questo anche grazie al suo fogliame scuro e lucido praticamente persistente, oltre che all’estrema tolleranza alle malattie fungine, come oidio e macchia nera. Ma non solo. Perché questa varietà resiste anche al caldo estivo e al gelo. ZEPETI®, grazie alla sua compattezza, si adatta perfettamente alla coltivazione in vaso, ma anche
Meilland, in breve
Meilland conta più di 200 dipendenti, con un fatturato di 18 milioni di euro e un team di ricerca dedicato alla creazione di nuove varietà di rose per fiori recisi, per il giardino e il paesaggio. Inoltre, Meilland conta 5 trail station in tutta Europa, con oltre 600 dipendenti, tra cui 30 agronomi e tecnici, 14 ettari di serre, 240 ettari di campi e 20.000 m³ di celle frigorifere per le piante da stoccaggio. Va sottolineato che Meilland continua ad essere un’azienda a conduzione 100% familiare, con la sesta generazione già al lavoro.
FRIENDLY®:
POCA MANUTENZIONE, GRANDE FASCINO
Dotate di diverse qualità interessati, le rose di questa nuova gamma sono di sponibili in quattro colorazioni (purple, pink, sweet e red) e sono caratterizzate dal fascino della rose selvatiche, ma con il vantaggio di più colorazioni e la ricrescita rapida da maggio-giugno fino al gelo. La fioritura di questa varietà, inoltre, è segui ta da un’abbondante fruttificazione. esempio, i frutti della rosa canina rosso
Da più di 50 anni Koppert offre soluzioni per colture più sicure e sane attraverso diverse proposte,
Un agricoltore olandese animato dalla convinzione che il mondo “avesse bisogno di un’alternativa ai pesticidi chimici”. Questa è la breve storia di Jan Koppert, fondatore nel 1967 dell’omonima azienda e primo ad individuare una soluzione per contrastare il parassita che infestava la sua coltura, avviando così un’importante trasformazione verso un’agricoltura sostenibile. Da oltre 50 anni Koppert opera nel segno della sostenibilità, lavorando con la natura e dando il proprio contributo affinché “il pianeta possa ritrovare il suo equilibrio”. Tutto questo viene fatto dall’azienda attraverso nemici naturali per contrastare i parassiti, dai bombi per l’impollinazione a quei microrganismi e biostimolanti che
supportano, proteggono e rinforzano le colture, migliorando così la salute delle piante sia in superficie che nel sottosuolo. Koppert si è posto così come mission quella di contribuire al miglioramento della salute delle persone e del piante. Questo può essere fatto solo lavorando a stretto contatto con la natura, per rendere così l’agricoltura più sana, sicura e produttiva.
Koppert offre un sistema integrato di soluzioni naturali per colture più sane e sicure, consentendo ai coltivatori di migliorare la qualità e la resa dei propri prodotti. L’approccio olistico, tratto di-
stintivo dell’azienda, ha come obiettivo quello di migliorare la salute delle piante sia in superficie che nel sottosuolo. Tutte le soluzioni proposte da Koppert hanno un unico e importante obiettivo: arrivare ad un’agricoltura 100% sostenibile. Tra le soluzioni proposte dall’azienda i microrganismi utili per il controllo di moltissimi insetti dannosi, tra cui Afidi, Acari dannosi, Sciaridi, Tripidi, Mosca bianca. E ancora: Minatrice fogliare, Cocciniglie e Lepidotteri. In particolare, concentrandoci sugli Afidi, Koppert propone i Sirfidi come microrganismi utili per il controllo dei primi. Questi, infatti, hanno numerosi vantaggi: predano tutte le specie di afidi più comuni, sono attivi già a basse temperature e sono efficaci sui primi focolai ad inizio stagione. Inoltre, possono essere utilizzati sia in forma preventiva, quindi prima dell’insediamento di nuovi focolai, che in forma curativa, ovvero all’apparire delle prime forme mobili. Questi microrganismi utili si dividono in: pupe, che permettono un controllo degli afidi prima della comparsa di nuovi focolai, larve, efficaci nel controllo di focolai già presenti in campo, e adulti, in grado di deporre le uova in prossimità delle colonie di afidi.
Koppert, inoltre, propone anche prodotti naturali per la difesa delle colture registrati come bioinsetticidi o biofungici: Trianum e Mycotal. Il primo è un biofungicida registrato a base del fungo utile Trichoderma harzianum ceppo ibrido T22 (sviluppato e brevettato da Koppert), e permette di proteggere l’apparato radicale della coltura dai principali funghi patogeni presenti nel terreno.
+55 anni di esperienza
+30 anni in Italia
30 filiali in più di 100 Paesi
3 sedi sul territorio nazionale
3.000 dipendenti nel mondo
400 consulenti tecnici specializzati
Il prodotto è venduto in due varianti: granuli e microgranuli. Parlando invece di Mycotal, è un bioinsetticida registrato a base del fungo entomopatogeno Lecanicillium muscarium ceppo Ve6 e mostra un’elevata efficacia nel trattamento di pupe e larve di svariati fitofagi. Infine, Noli è un biofungicida a base del lievito
Metschnikowia fructiola (ceppo NRRL Y-27238), non lascia residui su piante e frutti e può essere applicato, in modo uniforme sulla superficie trattata, fino al giorno prima della raccolta.
L’offerta di Koppert è molto ampia e noi, infine, vogliamo soffermarci sui concimi e biostimolanti dell’azienda. Quelli proposti sono prodotti di origine naturale volti a migliorare la salute delle colture aumentandone la produttività e la tolleranza agli stress. Tra i conci mi e biostimolanti proposti dall’a zienda troviamo: Vidi Fortum un’elevata quantità di elementi or ganici (come aminoacidi, enzimi e zuccheri), Vidi Funda, miglioratore naturale del suolo, in forma solida, costituito da materiale grezzo pro veniente per estrazone da alghe e vegetali. E ancora: Vidi Terrum
che accelera il metabolismo permettendo un migliore trasporto dei nutrienti all’interno della pianta, favorendone così l’attività fotosintetica, Radi-Special, che migliora le caratteristiche del suolo e le funzioni della pianta, venduto in forma liquida, e infine Vici Rhyzoteam, che stimola la crescita dell’apparato radicale e aereo e migliore la risposte delle piante agli stress.
Partendo da un’esigenza specifica, quella di Planta, Como Lighting ha realizzato un primo progetto di illuminazione nel 2020, arrivando al quarto quest’anno. Una collaborazione interessante che ci hanno raccontato durante la settima edizione di Myplant & Garden
colloquio con Amos Citterio e Aldo Staboli di Benedetta Minoliti
Con la sua visione sartoriale dell’illuminazione, Como Lighting è riuscita a conquistare Planta, che da più di 40 anni produce giovani piante. Così, le due aziende hanno unito le forze, portando avanti una collaborazione iniziata nel 2020 e che oggi li vede protagonisti del quarto progetto insieme.
Com’è nata la vostra collaborazione?
Amos Citterio: «Siamo stati messi in contatto dalla nostra agronoma. Planta è un nome importante sul mercato, è un’azienda che lavora in qualità e per la quale il nostro prodotto poteva essere interessante, visto che l’illuminazione per loro è una variabile importantissima per
controllare il processo di produzione».
Aldo Staboli: «A noi serve la luce artificiale per rendere più precisa la produzione. La tecnologia per le serre è abbastanza costosa e per questo ne abbiamo discusso per tanti anni, sentendo diverse aziende, senza però trovare la combina-
zione corretta. Poi, attraverso la collaborazione con Como Lighting, abbiamo raggiunto il risultato in maniera inaspettatamente semplice e veloce».
Aldo, cosa le serviva di preciso?
A.S.: «Avevamo un’idea di cosa ci servisse, ma in questo settore ci sono una serie di variabili che vanno tenute in considerazione: la forma delle lampade, la posizione, la distribuzione della luce e la dimensione delle serre. Tutti aspetti che andavano a complicare le discussioni che avevamo fatto in passato. Nell’incontro con Como Lighting ciò che mi è piaciuto di più è stato lo scoprire che eravamo in accordo sull’idea di utilizzo della luce.
lampade su un totale di 2mila metri quadrati
Loro si sono dimostrati molto flessibili e in due o tre incontri siamo riusciti a definire i valori principali».
A.C.: «Il nostro approccio è proprio quello di ascoltare le esigenze del cliente, creando un prodotto specifico e su misura».
A.S.: «Anche la forma delle lampade per me era importante. Mi erano stati proposti altri progetti con corpi illuminanti quadrati, con ampia distanza tra l’uno e l’altro. Per la conformazione della mia serra e per il mio posizionamento delle piante, però, non erano la soluzione ideale. Avevo bisogno di una copertura più omogenea e abbiamo trovato la soluzione con un corpo illuminante lungo che garantisce una linea continua di luce, simmetrica rispetto al piano di lavoro».
A.C.: «Il risultato ottenuto non è ba nale. La nostra flessibilità e la nostra competenza ci permettono di adattarci alle esigenze del cliente, perché le serre non sono tutte uguali, ognuna ha le sue specificità. Attraverso un lavoro fatto a quattro mani riusciamo a ottenere sod disfazione per entrambe le parti».
Così nel 2020 è nato il primo proget to insieme. Ora state progettando il quarto. Come sta andando?
A.S.: «Valutare in termini precisi il fun zionamento dell’impianto non è faci le, ma noi abbiamo ottenuto ciò che volevamo, i risultati ci soddisfano. sottolineato anche un altro aspetto: la scelta che abbiamo fatto sullo spettro delle lampade è molto buona non solo per le piante, ma anche per le persone. Chi lavora in serra con le luci giuste ne trae beneficio, ed è importantissimo. Dove abbiamo ancora lampade al so dio i lavoratori a volte protestano per il fastidio agli occhi.
Le lampade al LED hanno reso più fles
sibile anche la gestione del lavoro».
A.C.: «Con le competenze che abbiamo in azienda e consultando anche la letteratura scientifica, progettiamo le luci da serra anche pensando alle persone che vi lavorano. L’obiettivo è quello di trovare spettri che stimolino la crescita delle piante, ma che siano anche confortevoli per i lavoratori».
Quanti LED avete installato?
A.S.: «Abbiamo inserito oltre 300 lampade, su un totale di 2mila metri quadrati. Non abbiamo sostituito le lampade esistenti, ma abbiamo aumentato la superficie di illuminazione. L’aspetto da sottolineare è però il fatto che non abbiamo avuto bisogno di aumentare la potenza energetica e questo non è indifferente».
A.C.: «La nostra triplice competenza (agronomica, tecnologica e industriale)
ci permette di abbracciare più esigenze del cliente, da vari punti di vista, diventando interlocutori affidabili che hanno una conoscenza su più aspetti».
Emerge comunque un dato importante, ovvero quello del risparmio energetico.
A.S.: «Rispetto alle vecchie lampade al sodio, che necessitavano 40 watt a metro quadro, con i LED siamo scesi a 25».
A.C.: «In generale si può ottenere un risparmio del 40%, avendo dei valori in campo migliori rispetto alle tecnologie precedenti, come ad esempio una forma spettrale dedicata al tipo di coltivazione e una gestione dedicata della fonte luminosa».
A.S.: «Chi sostiene le vecchie lampade lo fa affermando che quelle lampade, oltre alla luce, portano calore. Per la parte agronomica, però, quella parte di calore dà quasi fastidio, perché non la puoi controllare. Mescolare luce e calore nella stessa fonte complica le cose».
A.C.: «Le vecchie tecnologie scaldano molto, ma in modo radiativo con gli infrarossi e questo genera un calore che asciuga e secca in modo non controllabile. Non è ottimale. Meglio gestire la luce dalla sorgente di luce e il calore dalla sorgente di calore. Ogni tecnologia ha il suo compito».
40 Watt/mq - consumo lampade al sodio25 Watt/mq consumo lampade led
GeoGreen, nata negli anni ‘90, propone fertilizzanti e sementi realizzati con materie prime naturali ed ecosostenibili. La grande attenzione per l’ambiente va di pari passo con lo sviluppo dell’azienda, cresciuta negli anni grazie al lavoro costante per presentare prodotti sempre più efficienti colloquio con Williams Cavallari
Un’azienda italiana specializzata nella nutrizione vegetale di tappeti erbosi, colture floricole, orticole e piante da frutto. Stiamo parlando di GeoGreen, azienda appartenente al gruppo Green Has Italia, società italiana leader nel settore della nutrizione vegetale professionale. Siamo andati alla scoperta di GeoGreen, partendo dalla sua storia per arrivare poi ai suoi prodotti, con il suo direttore commerciale, Williams Cavallari.
Qual è la storia della vostra azienda?
«Geogreen nasce negli anni 90 su ini-
ziativa di tre aziende operanti nel settore della nutrizione e del la difesa delle piante a livello professionale, per commercializza re questa gamma di prodotti nel settore hobbistico.
Nel 2005 Geogreen viene acquisita da Green Has Italia che porta la sede dell’a zienda a Canale (CN). Grazie all’in
gresso di nuove figure professionali, di investimenti e di una revisione dell’offerta abbiamo allargato il nostro campo di azione al settore tappeto erboso e al florovivaismo».
Nel 2019 avete anche iniziato a commercializzare una linea di sementi. Come mai avete fatto questa scelta? «L’offerta commerciale di Geogreen è posizio-
nata su tre settori: tappeto erboso (professionale e ornamentale), florovivaismo e hobby&garden. Al fine di rendere più completa la nostra offerta per il settore del tappeto erboso, abbiamo ritenuto importante l’inserimento di un mezzo tecnico fondamentale come quello delle sementi. La nostra struttura formata tecnicamente ci ha consentito di introdurre con successo questa linea di sementi caratterizzata da un alto standard qualitativo, suscitando l’interesse dei clienti in quanto potevamo offrire loro un pacchetto completo per le loro produzioni. È stato un passaggio importante e riuscito, perché in soli 4 anni siamo riusciti a creare un pacchetto completo di prodotti di qualità, che è sempre stato il nostro obiettivo».
La vostra azienda pone una grande attenzione verso i prodotti bio, naturali ed ecosostenibili. Tutti temi importantissimi per il settore.
«Da sempre teniamo in grande considerazione l’impatto che i nostri prodotti hanno sull’ambiente, scegliendo materie prime naturali ed ecosostenibili Grazie allo sviluppo del centro ricerche riusciamo ancora di più a studiare ed utilizzare matrici organiche vegetali,
sviluppando anche prodotti consentiti in agricoltura biologica. Però va detto, parlando di coltivazione, che non è banale e semplice produrre secondo i dettami dell’agricoltura biologica. La formazione degli operatori e dei consumatori nell’ambito della coltivazione ecosostenibile è importante, perché è fondamentale comprendere che non esiste una divisione netta tra “buoni e cattivi”, quindi tra “bio e chimico”, ma che ogni prodotto va utilizzato in maniera adeguata. Tutti i prodotti che noi offriamo si possono utilizzare senza alcun tipo di rischio, aiutando ad avere produzioni migliori, coltivazioni più semplici e risultati soddisfacenti salvaguardando la sicurezza».
Quali sono i prodotti di punta, per la floricoltura, della vostra azienda? «Con la gamma di prodotti presenti nel catalogo 2023 abbiamo fatto un salto di qualità per quanto riguarda i concimi in polvere solubile ad uso professionale. Avevamo la volontà di migliorarci per risultare ancora più interessanti per il mercato della floricoltura. Il nostro la-
voro sulla gamma Zefir si è concentrato sull’incremento della presenza di microelementi e sul miglioramento della solubilità del formulato, senza però aumentare la conducibilità. Ad esempio per quanto riguarda il nostro prodotto più venduto della gamma (Zefir 15-5-25) abbiamo incrementato il contenuto di ferro di 5 volte e di magnesio del 50%. È stato fatto un lavoro importante e che sta dando i suoi frutti, soddisfacendo ancora meglio le esigenze dei clienti. In floricoltura un’altra tipologia di prodotti molto importante è quella dei concimi granulari a cessione controllata. In questo caso non siamo noi i produttori, ma abbiamo sviluppato una partnership con Mivena, azienda olandese specializzata nella produzione di questo tipo di fertilizzanti».
Scopri scansionando il qr code tutti i prodotti dedicati a floricoltura e vivaismo di GeoGreen
«La formazione degli operatori e dei consumatori nell’ambito della coltivazione ecosostenibile è importante, perché fondamentale per comprendere che non esiste una divisione netta tra “buoni” e “cattivi”, quindi tra “bio” e “chimico”»Zefir 15-5-25, prodotto più venduto della gamma Zefir
Idroponica e acquaponica condividono un sistema di base comune. Entrambe, infatti, sono tipologie di colture fuori suolo. Ma come spiegato da Andrea Sperti, socio fondatore di Acquaponica Service Srl, mentre l’idroponica utilizza fertilizzanti chimici per arricchire l’acqua, che poi vengono assorbiti dalle piante, l’acquaponica utilizza i pesci. Siamo andati alla scoperta di questo nuovo sistema di coltivazione, per capire meglio come funziona e se possa avere anche un reale utilizzo in floricoltura.
Il sistema Acquaponica Service è sostenibile in termine di gestione dell’acqua. Un tema sicuramente interessante e di fondamentale importanza, vista anche la siccità e la crisi idrica che stiamo affrontando come Paese.
«La potenzialità è sicuramente questa. A livello di circolarità però non si parla solo del salvataggio dell’acqua, ma di tutti i componenti del sistema. Parliamo anche di risparmio in termini di energia, che non è strettamente necessaria, perché l’unica parte del sistema che abbiamo implementato che utilizza costantemente energia elettrica è l’impianto di raffreddamento interno della serra e dell’acqua. Per il resto, è il sistema che si regge da solo. Per darti un dato specifico sul risparmio d’acqua, ammonta al 90%. Ovviamente poi dipende dal tipo di coltivazione, però il fatto che noi ricarichiamo le vasche del 10% ogni anno è qualcosa di notevole, considerando che il 37% dell’acqua disponibile va all’agricoltura».
Secondo te c’è interesse da parte delle aziende verso questi sistemi? Spesso si ha un po’ l’idea di un’agricoltura tradizionale, quindi tutto ciò che esce da questi binari magari a volte è visto con un po’ di “pregiudizio”.
«Bisogna fare una distinzione in due parti: chi è veramente nel mondo dell’agricoltura, come gli imprenditori agricoli, e chi non lo è, come consumatori, istituti di credito, banche e Stato. Bisognerebbe far capire alle persone la differenza tra bio e non, ma non è facile. Quando invece si parla di idroponica vedo che iniziano a comprenderlo. Di fronte ai problemi comunicativi, dovuti magari all’affidabilità di concetti come quello del “bio”, dobbiamo far capire che siamo differenti alla produzione idroponica e che, anche se non potrebbe essere le galmente riconosciuto come bio, produciamo prodotti più salubri dell’idroponi ca, del bio e dell’agricoltura
tradizionale. Naturalmente noi abbiamo fatto dei test per portare i nostri prodotti sul mercato, e quello che è emerso è che se con l’agricoltura tradizionale deve esserci un lavaggio di anche 5-6 volte, con l’acquaponica invece con 1-2 cicli d’acqua abbiamo già ripulito il prodotto. Anche qui, quindi, il risultato è il risparmio idrico».
A questo proposito, voi avete sperimentato anche le orchidee e altri fiori nell’impianto prototipo. Com’è andata la sperimentazione? Quello del florovivaismo è un settore di vostro interesse? «Antonio De Leo, inventore della tecnologia, mi ha mostrato appunto come, tra le varie sperimentazioni, ci fossero anche le orchidee. Di conseguenza, siamo partiti dalle insalate per arrivare a pomodori, finocchi, e anche fiori. Siamo nel mercato dell’agricoltura in generale, quindi anche nel florivivaismo. Sicuramente ci sarà da fare una sperimentazione diversa, per vedere effettivamente cosa succede. La cooperativa a livello di gruppo è sempre disponibile nell’ascoltare gli imprenditori e mettersi all’opera, cercando di capire se questo sistema può fare al caso loro».
L’intelligenza Artificiale viene in nostro aiuto e identifica le realtà che producono imballaggi di cellulosa dedicate a piante e fiori. Accompagnare la filiera verso il cambiamento parte (anche) da collaborazioni in ottica sostenibile
di Bianca FerrarisSostenibilità e packaging sono due tematiche fortemente attuali e porre attenzione sulla loro gestione per un’azienda è fondamentale. Cruciale sarà allora saper scegliere fornitori che condividano le stesse prospettive e necessità per creare insieme un futuro più verde. Con questo obiettivo in mente, la società Matchplat - specializzata nella realizzazione di analisi di mercato B2B basate sull’Intelligenza Artificiale - ha realizzato un report che individua i centri produttivi di imballaggi in carta e cartone per i produttori di fiori, piante
e sementi. Lo studio è stato in grado di restituire una mappa che indica alle aziende del florovivaismo a quali fornitori rivolgersi per intraprendere un percorso volto alla circolarità.
Per sottolineare l’importanza di rivolgersi a fornitori green, il report di Matchplat rivela che sarebbe del 44% la percentuale di consumatori che disposta a pagare un prezzo maggiore per prodotti con una confezione ecosostenibile. E il florovivaismo non è
escluso da questa tendenza. Ma a chi rivolgersi? È proprio questa la domanda a cui il report ha tentato di rispondere con l’impiego dell’Intelligenza Artificiale.
In una prima fase sono stati mappati i centri produttivi di imballaggi in cellulosa che sviluppano soluzioni dedicate a fiori e piante. A partire dai dati ufficiali di Comieco (2751 aziende consorziate), Matchplat ha utilizzato la propria piattaforma Explore per isolare le aziende con soluzioni per il florovivaismo. L’obiettivo era infatti individuare solo le realtà che sul proprio sito dichiarassero di offrire confezioni specifiche in materie riciclabili:
• Campione di partenza: 2751 aziende
• Campione elaborato: 2521 aziende
• Risultato finale: 26 aziende
Dove è nato l'interesse per il tema del packaging sostenibile nel florovivaismo?
«L’interesse nasce da un’osservazione del mercato che si è sviluppata in due direzioni. Da un lato abbiamo assistito alla crescita del florovivaismo italiano degli ultimi anni, con un aumento dei fatturati nell’ultimo triennio e un peso sempre maggiore anche per quanto concerne l’export. Dall’altro, anche tra le aziende che utilizzano Matchplat per la ricerca di nuovi fornitori è aumentata sempre di più la richiesta di imballaggi sostenibili, in materiali riciclabili e compostabili. Da qui l’idea di esplorare le soluzioni di questo tipo a disposizione dei
florovivaisti, che negli ultimi anni hanno dimostrato sensibilità rispetto al tema»
Come possono i florovivaisti entrare in contatto con i centri produttivi?
«In Matchplat possiamo dare una mano da questo punto di vista. Riuscendo a individuare aziende con caratteristiche molto precise, offriamo anche ai florovivaisti la possibilità di disporre di liste di aziende capaci di sviluppare soluzioni adatte alle loro esigenze. Fiori e piante necessitano infatti della giusta protezione, senza rinunciare per
questo a una confezione che tuteli l’ambiente e che sappia incontrare le richieste dei consumatori di oggi»
Sono previsti progetti in futuro per il settore florovivaismo?
«In occasione dell’ultima edizione Myplant & Garden a febbraio a Milano abbiamo rilevato un grande interesse per queste tematiche. Sostenibilità, packaging alternativo e fornitori in grado di offrirlo sono tematiche che stanno a cuore a sempre più operatori del settore. Per questo siamo certi che avremo modo di lavorare insieme a loro anche nei prossimi mesi»
Dal 13 al 16 giugno si terranno, tra Olanda e Germania, i FlowerTrails, dove ben 60 aziende presenteranno le loro ultime innovazioni. Quest’anno ci saranno anche Meilland, Floritec e Walter Blom di Penelope Maran
L’entrata di Beekenamp Plants B.V. (foto sito ufficiale FlowerTrials.com)
suo concetto informale di open-house, con le porte aperte in 29 sedi diverse che ospiteranno singoli espositori o gruppi di aziende. Tutte le sedi saranno raggruppate in tre aree geografiche: Regione Centrale (Aalsmeer), Regione Sud (Westland) e Germania.
AD ESPORRE PER LA PRIMA
VOLTA SARANNO MEILLAND, FLORITEC E WALTER BLOM
Presentare le ultime innovazioni e gli sviluppi futuri nel campo delle piante in vaso e da aiuola. Si possono riassume così i FlowerTrials, tra gli eventi più importanti per il settore e i professionisti dell’orticoltura ornamentale di tutto il mondo, che si terranno dal 13 al 16 giugno. Durante
questa intensa settimana 60 produttori di piante da vaso e da aiuola presenteranno le loro innovazioni, le gamme di prodotti e i concetti creativi. I FlowerTrails rappresenta così un evento cardine nel panorama delle piante, che nel 2022 ha attirato visitatori da ben 89 Paesi. Il successo dell’evento è dovuto al
Le aziende partecipanti, Regione per Regione
Quest’anno, per la prima volta, parteciperanno ai FlowerTrails anche l’azienda francese Meilland International, specializzata in varietà di rose, Floritec , parte dell’azienda giapponese Inochio Seikoen, che esporrà i suoi crisantemi, celosie da vaso e astri da vaso. Infine, sarà presente all’edizione 2023 anche l’olandese Walter Blom Plants B.V. , che presenterà una selezione del suo assortimento di perenni.
Regione Centrale (Olanda)
ABZ Seeds, Agriom, AllPlant Young Plants, Benary Samenzucht, Brandkamp, Cohen Propagation
Nurseries, De Zonnebloem, Decock
Plants, Dümmen Orange, Elsner pac Vertriebsgesellschaft, Graff
Breeding, Gruppo Padana, Hem
Genetics, HilverdaFlorist, Hishtil, HM. Clause, HOKO Breeding, Hortinno, Jaldety Plant Propagation
Nurseries, Kientzler Jungpflanzen,
Koppe Begonia, Lazzeri, Marathon Plants, MNP / Suntory, Morel Diffusion, Prudac, Royal van Zanten, Schoneveld Breeding, Takii Europe, Vitroflora, Volmary.
Regione Sud (Olanda)
Anthura, Beekenkamp Plants, Danziger – Imperial plants, Evanthia, Floranova, Florensis, Graines Voltz, Green Works, Hendriks Young Plants,
HiBreeding, Jonge Planten
Grünewald, KP Holland, P. v.d. Haak Handelskwekerij, PanAmerican Seed, Queen® Genetics, Sakata, Schneider youngplants, Selecta one, Sentier, Syngenta Flowers, Van den Bos Flowerbulbs.
Germania
Bruno Nebelung GmbH, Danziger - Bongartz, Dümmen Orange, Hassinger Orchideen, Westhoff.
I settori / Key sectors:
Florovivaismo / Horticulture
Verde Urbano / Landscape
Tecnologie / Technologies
Innovazione / Innovation
DI SETTORE IntervistaCondizioni climatiche sempre più difficili, un mercato che affronta una crisi dopo l’altra, cambiamenti sociali rapidissimi: la risposta di Syngenta è puntare su strategie a lungo termine e su piante a bassa manutenzione colloquio con Christine Besson di Marta Meggiolaro
Ne parleremo meglio dopo i Flower Trials, quando potremo vedere dal vivo le novità di Syngenta Flowers, ma il 2023 della nota azienda ibridatrice promette bene: ci sono quattro novità nell’offerta di Dipladenia-Mandevilla, una nuova serie di Petunia, Sanguna Mega, una nuova Violetta e una Lavandula da seme con prestazioni sorprendenti. Ma non solo: Syngenta Flowers ha definito nel 2022 il suo piano quindicinale di sviluppo, identificando i pilastri in base ai quali l’azienda crescerà in questo periodo burrascoso. Abbiamo parlato di tutto questo e soprattutto dei progetti per l’Italia con Christine Besson , Product Marketing Communication Specialist, che dalla sede francese gestisce tutto il Sud Europa.
Christine, l’Italia è un mercato importante per Syngenta?
«Molto: grazie al lavoro del nostro team di vendita, diretto da Ivan de Marco, Sales Manager per il Sud Europa, e grazie al nostro efficiente reparto logistico, in Italia consegniamo talee, semi e giovani piante. Inoltre, un Key Account Manager e undici agenti sono ogni giorno presso i clienti per fornire tutte le informazioni necessarie. I nostri clienti sono supportati anche dal Servizio Clienti, di lingua italiana, con sede in Francia. E, ultimo ma non meno importante, una
persona si dedica al supporto tecnico, Antonio Sagaria. L’Italia è un mercato in crescita, anno dopo anno, in molte colture».
Quindi c’è spazio ulteriore per Syngenta?
«Certo che sì! Ed è per questo che stiamo facendo molti investimenti per trovare la genetica giusta per i coltivatori del sud Europa. Stiamo testando sempre più genetiche presso i coltivatori italiani, per verificare come si comportano e scegliere quella adatta alle condizioni calde».
Quali sono i prodotti best seller?
«Siamo i leader del mercato per Mandevilla/Dipladenia con la nostra genetica Rio, che consegna dall'Etiopia e dai Paesi Bassi. Più che la genetica stessa, penso che i nostri coltivatori apprezzino il fatto che possiamo fornire loro grandi quantità con piante di alta qualità, in poche settimane. Quindi possono davvero contare su di noi per i loro programmi completi al fine di consegnare i loro clienti come previsto. Abbiamo molte genetiche promettenti del Catharanthus, con la nostra genetica resistente a Phytophtora, chiamata Cora XDR. E anche per la
STORIELavandula, dove cresciamo anno dopo anno. Nella nostra pipeline abbiamo altre n genetiche in arrivo, che saranno molto interessanti per l'Italia nei prossimi anni».
Quali sono le novità per il 2023?
«Avremo quattro novità nella nostra offerta Dipladenia-Mandevilla. Rio Hot Pink è un colore nuovo e attraente. Per completare la nostra serie Rio Petite, per vasi piccoli, introdurremo Rio Petite White. Rio White Imp e Rio Deep Red Imp sostituiranno le varietà formali nei prossimi anni. La nostra nuova serie Sanguna Mega sarà sicuramente
uno dei leader nell'assor timento di Petunia per i prossimi anni. Gli enormi fiori, com binati con una grande abitudine e una straordinaria resa in giardino, convinceranno davvero colti vatori, rivenditori e consumatori finali.
Voglio segnalare anche la nostra nuova Lavandula da seme che è davvero in credibile. Le sue prestazioni sono molto
vicine a quelle delle varietà da talea. Sono davvero curiosa di rivederci l'anno prossimo, per parlare di come si sarà sviluppata».
Cosa consiglieresti di provare a un coltivatore ita-
«Sicuramente la Dipladenia-Mandevilla Rio. Questa pianta sostenibile è resistente alla siccità, ama il sole e non ha bisogno di
cure particolari. Tutte le qua lità necessarie affinché una pianta fiorisca per tutta l'estate nel Sud Europa. E, ultimo ma non meno im portante, non devi prender tene cura. slogan di Rio?
“Rilassati è Rio” perché devi solo piantarla e divertirti a guardarla crescere. Rio ha un sito web dedicato e un account Facebook».
Ci sono eventi in cui i coltivatori italiani possono incontrare Syngenta?
«L'evento più importante per Syngenta è il Flowertrials dove i nostri coltivatori possono vedere tutta la nostra offerta nel nostro campo prova, dove teniamo le piante per tutta l'estate. Ogni anno vediamo molti coltivatori italiani venire a trovarci e conoscere meglio le nostre novità e la nostra offerta globale. A volte organizziamo alcuni viaggi con alcuni clienti specifici. Ad esempio, quest'inverno siamo andati in Florida
con dieci coltivatori italiani, per visitare i clienti più importanti negli Stati Uniti, e dare un'idea del mercato statunitense. È molto importante rimanere in contatto, condividere idee per essere davvero al centro dell'attenzione dei coltivatori. Cinque anni fa, altri clienti hanno visitato le nostre fattorie in Etiopia. In Etiopia produciamo le piante madri di Dipladenia-Mandevilla, il materiale di base per la maggior parte dei nostri coltivatori italiani».
Riguardo gli scorsi anni: come è cambiato il mercato, considerato tutto ciò che è accaduto nel mondo?
«Il mercato è molto più impegnativo per tutti. I clienti stanno cercando di ridurre i costi, assumendosi meno rischi. Allo stesso tempo, cercano sempre di più la sostenibilità. Tutti questi punti aumentano le sfide per Syngenta, che vuole trovare la proposta di valore che conta per i
Belle novità nell’offerta Dipladenia-Mandevilla
• Rio Hot Pink, un colore nuovo e attraente
• Rio Petite White, che completa la serie Rio Petite per vasi piccoli
• Rio White Imp
• Rio Deep Red Imp
nostri clienti. E nonostante il momento difficile, la proposta giusta c’è».
Qual è la visione di Syngenta del mercato futuro?
«Come azienda di ibridazione siamo abituati a lavorare su una strategia a lungo termine. Nel 2022, abbiamo definito il nostro piano strategico dei prossimi quindici anni, per crescere in questo mercato difficile. Abbiamo definito dieci pilastri, di cui quattro sono fondamentali per il mercato. Il primo riguarda la conoscenza del mercato: vogliamo espandere la nostra conoscenza per sviluppare nuove idee e prodotti. Il secondo riguarda l'innovazione: non innovazione per innovare, ma per identificare le esigenze future dei clienti e offrire prodotti che siano un vero progresso per il loro lavoro. Ho già parlato di sostenibilità prima, che è il terzo, importante pilastro: stiamo costruendo un'attività sostenibile e continueremo a farlo per il futuro, con prodotti e produzione sempre più sostenibili. E, ultimo ma non meno importante, continueremo a digitalizzare le operazioni per offrire un'esperienza premium, sempre più efficiente. Questa è solo una parte della nostra strategia, ma porta con sé davvero tanti vantaggi per tutti».
«Più che la genetica stessa, penso che i nostri coltivatori apprezzino il fatto che possiamo fornire loro grandi quantità con piante di alta qualità, in poche settimane.»Rio Petite Red Rio Hot Pink
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Edizioni Laboratorio Verde è l’unica casa editrice di filiera, con prodotti specifici per ogni target del florovivaismo e del gardening: produzione, retail, professionisti e consumatori. Uno sguardo a 360° che ci rende il punto di riferimento preciso e aggiornato nel panorama dell’editoria specializzata. Edizioni Laboratorio Verde è la casa editrice di chi ama e lavora con il verde: la vostra casa.
La settima edizione di Myplant & Garden ha registrato numeri importanti, catturando l’attenzione degli attori del settore italiani e internazionali tra incontri, novità e tendenze per il 2023 di Penelope Moran
Tre giorni ricchi di bellezza, incontri, novità e tendenze per il 2023. Con i suoi 655 espositori, le 150 delegazioni ufficiali di buyer dal mondo e i 60 convegni, la settima edizione di Myplant & Garden, tenutasi a FieraMilano a Rho ha catturato l’attenzione di ben 23mila visitatori. Un evento, sempre più internazionale e centrale per il mercato non solo italiano ma anche estero, che ha confermato come il Salone
Internazionale del Verde sia diventato un vero e proprio punto di riferimento per gli attori del settore, e non solo.
DAGLI ESPOSITORI ALLE NUOVE
AREE TEMATICHE
Sul podio della classifica degli espositori a Myplant & Garden 2023 troviamo la Lombardia, seguita da Veneto, Paesi Bassi e Toscana. Significativa, inoltre, la presenza di diverse aziende europee, dalla
Danimarca alla Francia, dalla Germania alla Spagna. Ad accreditarsi in fiera sono state 85 insegne estere d’acquisto in visita, con 150 delegazioni ufficiali di buyer internazionali da 40 Paesi e 5 continenti, dal Nord America all’Oceania. Importante e significativa anche la crescita delle presenze di compratori e operatori dal Medio Oriente (circa il 20% del totale).
Così, i tre giorni di Myplant & Garden 2023 hanno suscitato interesse ed entu-
I ciclamini di Schoneveld Breeding e gli stand di Lazzeri e Diem Breeding
Materiali di tendenza
Per i materiali non potevano non essere in trend tutti quei prodotti frutto di riciclo, riuso, logistica semplificata, realizzati con processi di produzione e/o selezione di fornitori certificati ecofriendly. Presentati, quindi, tantissimi prodotti finali vicini all’ambiente: pavimenti drenanti, superfici anti-effetto isola di calore, eco-pavimenti in generale, impianti traspiranti ricavati per il 75% da materiale riciclato co-stampato alla base con geotessile in fibre di propilene, senza collanti e leganti chimici.
Le principali tematiche di Myplant & Garden 2023
Forestazione urbana
Arboricoltura
Smart Mobility
Innovazione (nell’area Myplantech)
Wonder Corner
siasmo, oltre ad offrire nuove prospettive di business, tendenze e soluzioni innovative per tutto il settore. Diverse, inoltre, le tematiche affrontate in questa settima edizione. Tra queste: la forestazione urbana, con l’apertura di un nuovo filone tematico a cura di Assofloro e Rete Clima, smart mobility, con una nuova area dedicata anche a prodotti e servizi. E ancora: l’area Myplantech, dedicata all’innovazione, con sempre più spazio a robotica, digitalizzazione, rinnovabili e soluzioni tecnologiche per la gestione e il risparmio idrico ed energetico, e il Won-
der Corner, una nuova sezione dedicata a ricorrenze, celebrazioni e idee regalo.
LA SODDISFAZIONE DEGLI
ORGANIZZATORI, E NON SOLO
«Siamo molto soddisfatti dei feedback diretti e indiretti ricevuti da parte di espositori, visitatori e buyer» hanno affermato gli organizzatori di Myplant & Garden. «Lavoriamo insieme alle aziende, alle associazioni, ai consorzi, agli esperti del settore tutto l’anno per poter dare vita a uno dei più importanti e decisivi eventi espositivi e culturali in-
«Molto presto saremo al lavoro per garantire a imprese e operatori il miglior palcoscenico possibile perché sviluppino affari, relazioni e nuovi contatti con la prossima edizione: 21-23 febbraio 2024»
Sul profilo Instagram della casa editrice (@ed.lab. verde) abbiamo raccontato la fiera attraverso stories, reel e post, focalizzandoci non solo sulle novità di prodotto, ma anche sulle persone, vero cuore di questa edizione di Myplant & Garden dove, finalmente, si è tornati a parlare e confrontarsi dal vivo
ternazionali. Molto presto saremo al lavoro per garantire a imprese e operatori il miglior palcoscenico possibile perché sviluppino affari, relazioni e nuovi contatti con la prossima edizione: 21 - 23 febbraio 2024».
NEI PADIGLIONI
Myplant & Garden 2023 è stata ricca di novità presentate nei vari padiglioni. Dalla botanica alla motoristica, passando
Novità, rarità e curiosità
• Olivi lillipuziani
• Rose verdi
• Pomodori neri
• Salvia Rossa
• Basilico multi-gusto
• Mini-agavi
• Cactus Cileno
• Cocco di montagna
• Margherite anti-caldo e anti-freddo
• Petunia Grandiflora resistente alla pioggia
• Mini canne d’India
• lisianthus nuance terracotta
• Ciclamini resistenti al caldo e quelli color magenta con fogliame a contrasto
• Limoni rossi
• Gerani che sembrano farfalle e quelli anti-siccità
per la digitalizzazione, la tecnica, i materiali costruttivi e l'economia circolare, le innovazioni e gli spunti di riflessione per il presente, ma anche per il futuro, sono stati molteplici. Tra le novità non sono mancate le proposte di soluzioni nutritive attive sinergicamente su suolo, radice e pianta per il miglioramente della resistenza vegetale, ma anche miscugli per prati sportivi a rapido insediamento ed elevata resistenza all’usura, così come terricci universali, universali pre-concimati e pratici contenitori di terriccio
frutto di riciclo e riciclabili a loro volta. E ancora: vasi salva acqua, vasi provenienti al 100% dal recupero di rifiuti marini, contenitori in-door nati dal riciclo, ma anche in tantissimi materiali diversi, come resina e cocco, pasta di legno, torba, mais biodegradabili. Inoltre, non potevano mancare i sistemi a rete per coltivazioni totalmente decomponibili per piante, semi e talee, soluzioni per l’areazione radicale, il controllo dell’umidità e il rilascio di sostanze macro e micronutritive.
In occasione della settima edizione di Myplant & Garden abbiamo presentato il nostro nuovo format Green Talk, il salotto di Edizioni Laboratorio Verde. Le tre redattrici della casa editrice Alice Nicole Ginosa (responsabile di greenup), Benedetta Minoliti (responsabile di Agriflortec) e Rachele Pozzato (responsabile de IL giardiniere) hanno incontrato tre aziende del settore con l’obiettivo di affrontare tematiche di attualità, e non solo, attraverso delle video interviste un po’ “fuori dagli schemi”. Per questa “prima volta” le tematiche affrontate sono state: sostenibilità, packaging e mercato. Per farlo, le tre redattrici hanno accolto nel salotto della casa editrice: Romina Tribi di TerComposti, Chiara Siciliani di Cifo e Gianfranco de Leo di Schoneveld Breeding.
Scansiona il qr code per vedere l’intervista dedicata al tema del “mercato” con Gianfranco de Leo di Schoneveld Breeding
Decorum, marchio che contiene più di cinquanta coltivatori olandesi, e FlowerLab propongono insieme tre formati di bouquet per evitare gli sprechi e valorizzare al massimo i fiori freschi
Evitare sprechi è sicuramente una tematica all’ordine del giorno, soprattutto quando si parla di fiori freschi. Decorum lo sa bene e per questo ha progettato, in collaborazione con FlowerLab, quattro bouquet con i fiori dei suoi coltivatori, disponibili in tre misure: S, M e L. Il progetto prevede che i fiori vengano ordinati dal coltivatore in base agli ordini del giorno stesso e, presso FlowerLab, verranno confezionati i bouquet, legati a mano da fioristi esperti. Le composizioni floreali varieranno in base alla stagione e di conseguenza all’offerta. Inoltre, per richieste di grandi dimensioni sarà possibile personalizzare il proprio ordine.
PERCHÉ SCEGLIERLI?
• Alleggeriscono il lavoro
• Zero sprechi
• Sono confezionati e legati a mano
• Garanzia di fiori di prima qualità
• Prodotto ordinato fresco ogni giorno dal floricoltore
• Bouquet come li fareste voi
• Offerta adatta alle stagioni
Decorum è un marchio che contiene più di cinquanta coltivatori olandesi. Si tratta di imprese familiari, molte delle quali alla terza o quarta generazione. Queste aziende contribuiscono alla diffusione di un brand che è sinonimo di qualità, innovazione e sostenibilità: il brand Decorum. Con centinaia di innovazioni ogni anno, la gamma di Decorum è sempre in evoluzione e sempre sorprendente. I coltivatori credono e investono nella sostenibilità. Dall’uso di energia naturale alle tecniche di coltivazione più avanzate, i coltivatori di Decorum lavorano duramente per rendere il mondo un posto migliore. Meno plastica e una minore presenza di carbonio sono al centro degli obiettivi di sostenibilità.
Il primo progetto editoriale B2B pensato per creare uno spazio informativo e formativo per gli operatori del comparto del fiore reciso
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"E bastava la letizia di un fiore a riportarci alla ragione"
(Alda Merini)
"E bastava la letizia di un fiore a riportarci alla ragione"
(Alda Merini)
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