greenstyle estate 2017

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PA S S I O N I D A C O LT I VA R E N E L V E R D E

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€ 2,50

ESTATE 2017 | numero 29

BIO•GIARDINO BIO•ORTO BIO•CUCINA

TRIMESTRALE NUMERO 29| ESTATE 2017 - EDIZIONI LABORATORIO VERDE SRLS credit photo_pelargoniumforeurope.com

passione verde LA CAROTA, ORTAGGIO “REGALE”: come coltivarla per avere un raccolto buono e abbondante

interno I FIORI CHE VOGLIAMO Quattro stili di vita, quattro mazzi di fiori: tu quale scegli?

NON CHIAMATELO GERANIO! Curiosità e consigli sul Pelargonium





ESTATE 2017 / L’editoriale

S

ono stato pochi giorni fa in Val d’Orcia. Una valle bellissima, in fondo alla Toscana, famosa per la produzione del Brunello di Montalcino. Le distese di campi di grano, i filari di cipressi, le macchie di lecci e querce, il profumo dei gerani, di lavanda e rosmarino… sarà stato il sole, la compagnia, il vino; o forse sarà il fatto che il telefono non prendeva mai, neanche a piangere, neanche nel bed&breakfast, ma io quei giorni li ho proprio assaporati fino in fondo. E quando sono tornato e ho ripercorso gli argomenti di greenstyle, è stato facile trovare l’argomento con cui presentarvi questo numero: il benessere.

State bene? Ve lo chiedo sinceramente, come farebbe un amico. State bene? Perché secondo me, per un verso o per un altro, è molto difficile, in questo periodo. Molte circostanze che non dipendono direttamente da noi concorrono a questa situazione. E ognuno di noi reagisce come può, ma il rischio di soccombere, di vivere con un continuo senso di stress e agitazione, è reale. Il mio invito è questo: pensateci, fate mente locale, e poi, scegliete cosa fare. Io ho scelto il bicchiere mezzo pieno. Francesco Tozzi @Lab_Verde Il mondo è bello, e con i miei collaboratori riempio questa rivista di bellezza, per condividerla e per goderne insieme, per ricordarci perché vale la pena. Perché vale la pena passeggiare nei boschi (adesso si chiama forest bathing), perché vale la pena avere in casa un mazzo di fiori (in quale dei quattro stili vi ritrovate?) Troverete le storie di uomini e donne che hanno fatto della loro passione per il verde il fulcro della loro vita professionale e non: partiamo con Francis Hallè, uno dei capisaldi dell’arboricoltura, che cambierà il vostro sguardo sul mondo vegetale. La nostra Anna Piussi vi racconta quanto valeva un bulbo di tulipano nel 1600 (e non ci crederete mai, ma è proprio vero), Marta Meggiolaro vi porta a scoprire un gioiello nascosto fra le colline asolane, Chiara Sapiente vi presenta una collezione di vasi che è uno spettacolo di artigianato italiano, Matteo Ragni e Mario Ferrarini vi propongono un ventaglio di piante e fiori magnifici per l’estate. Abbiamo raccolto consigli e soluzioni che vi permettono di portare il verde in ogni angolo della casa e del giardino, e ci siamo divertiti soprattutto a riscoprire il gusto di piante un po’ vintage, come i gerani (anzi, i pelargonium!) e le felci, che sono assolutamente fra le mie preferite. Vi lascio in compagnia delle nostre pagine. Esploratele, assaporatele, portatele con voi e passate una buona estate. Noi ci rivediamo fra tre mesi… State bene!

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N° 29 - Estate 2017

Diretto da Francesco Tozzi - f.tozzi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Marta Meggiolaro GRAFICA Daniela Francescon - daniela.francescon@gmail.com PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni - m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin - s.carlin@laboratorioverde.net SEGRETERIA E MEZZI Katiuscia Morello - k.morello@laboratorioverde.net STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net

Greenstyle periodico trimestrale, registrato presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA) il 27/03/2007, n. 2. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.

DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi Associata ad Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

Prezzo di copertina: 2,50 Euro • Abbonamento da 4 numeri: 10,00 Euro

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SOMMARIO Numero 29 – Estate 2017

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10 LE RUBRICHE Editoriale / questo mese

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Notizie brevi

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La visita Un luogo di “dilettosa vita” di Alessandro Coraggio

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Carosello style Tutti fuori! di Filippo Terragni

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In cucina Servire freddo! di Felicita dell’Orto

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Greenkids Ti presento un amico di Bianca Belfiore

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Tutorial 41 La gioia nelle piccole cose di Marta Meggiolaro e Chiara Sapiente fotografie di Elena Corbari e Luca Romanoni Decorare con lo sfagno 42 di Chiara Sapiente fotografie di Elena Corbari e Luca Romanoni Il giardiniere Bulbi e cipolle di Anna Piussi

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Il segnalibro Mettiamo le mani in pasta di Marta Meggiolaro

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Appuntamenti Come in “Cime Tempestose” di Bianca Belfiore

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36 Annuali, la nostra top ten di Matteo Ragni

PASSIONE VERDE

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INTERNO Verde pret-a-porter di Marta Meggiolaro

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Una verdura “regale” di Felicita dell’Orto

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Da mini a maxi di Filippo Tommaseo

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Le piante sono intelligenti di Francesco Tozzi

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I fiori che vogliamo di Marta Meggiolaro

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Cicale, sorelle, nel sole con voi mi nas condo nel folt o dei pi oppi e aspett o le stel le. (Sa

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lvatore

Quasim

odo)

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ESTERNO In cittĂ , i giardini verticali di Filippo Terragni

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Il giardinaggio diventa smart di Costanza di Matteo

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Dolcissima albicocca di Bianca Belfiore

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Fuchsia per tipi tosti colloquio di Francesco Fedelfio con Marta Stegani

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5 piante per l’estate di Mario Ferrarini

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48 Come un piccolo sole di Matteo Ragni

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Non chiamatelo geranio! 54 di Costanza di Matteo in collaborazione con Pelargonium for Europe Attrezzature per signora di Filippo Tommaseo

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Il tesoro oltre il cancello colloquio di Marta Meggiolaro con Kristian Buziol

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NOTIZIE BREVI

AUMENTA IL VERDE CURATO DA PRIVATI

Completata la lista delle specie arboree

Succede a Milano dove le collaborazioni tra Comune e privati per la manutenzione degli spazi pubblici sono aumentate in pochi anni del 350%, portando a oltre 230mila metri quadri la superficie totale di verde “adottato” dai privati milanesi, comprese le celebri palme di piazza Duomo. Tra i privati che si prendono cura di aiuole, giardini e aree gioco non ci sono solo aziende e imprese, ma anche condomini e associazioni. Due le vie studiate dal Comune per chi intende “adottare” il verde milanese: la collaborazione tecnica o la sponsorizzazione, con esposizione del logo aziendale. Quella che va per la maggiore è la prima: dei 451 contratti attivi oggi, in ben 369 casi si tratta di collaborazioni senza logo. Una formula interessante per i Comuni, che sempre più spesso si trovano a dover gestire la mancanza di risorse. “L’amministrazione – si legge nel comunicato diffuso da Palazzo Marino al termine del convegno rinnova l’invito a società, aziende e cittadini per una città più verde e bella. Un meccanismo virtuoso che da un lato garantisce aree verdi belle e curate a costo zero per l’Amministrazione, dall’altro consente ai privati di curare personalmente gli spazi che circondano il proprio condominio, il proprio negozio o i propri uffici”.

ono stati diffusi i risultati del primo censimento mondiale della biodiversità arborea. Il lavoro è durato due anni e ha coinvolto ricercatori e istituzioni di tutto il mondo. E il risultato finale è che nel mondo esistono attualmente 60.065 specie diverse di alberi. Il numero è destinato a crescere perché gli studi dicono anche che ogni anno ne vengono identificate circa 2000 di nuove. La ricerca è di grande rilevanza per la definizione della varietà del patrimonio arboreo del pianeta e per la sua valorizzazione e conservazione, non solo da parte di chi lavora nell’ambito del verde. La “lista” è stata compilata dalla Botanic Gardens Conservation International, che ha classificato le diverse specie anche con l’intento di individuare le più rare e a rischio di estinzione. La ricerca ha raccolto anche alcune curiosità interessanti: ad esempio, è il Brasile il paese che conta il maggior numero di specie arboree, ben 8751, seguito da Colombia (5776) e Indonesia (5142). Eccetto l’antartico e l’Artico, in cui gli alberi non esistono, la regione con la minor quantità di specie arboree è la regione Neartica del Nord America, con meno di 1400; più della metà delle specie arboree hanno la loro dimora in un solo paese, e molte di queste specie sono sotto la minaccia di estinzione. Sul sito della Botanic Gardens Conservation International è possibile visionare il report finale della ricerca, il GlobalTreeSearch.

©lemanieh-fotolia.it

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ANIMALI DOMESTICI E VACANZE, PIÙ DELLA METÀ DEGLI ITALIANI LI PORTEREBBE CON SÉ

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Eurispes raccolti nel Rapporto Italia 2016, almeno la metà degli italiani accudisce qualche animale da compagnia. Tuttavia non è tutto rose e fiori come sembra: secondo la LAV si stima che ogni anno in Italia siano abbandonati una media di 80.000 gatti e 50.000 cani, più dell’80% dei quali rischia di morire in incidenti, di stenti o a causa di maltrattamenti. Emerge tuttavia dalla ricerca una forte solidarietà nei confronti degli animali, specialmente quando si parla di sanzioni: secondo la quasi totalità degli italiani (88%), le leggi che rendono reati l’abbandono e il maltrattamento degli animali non solo sono giuste, ma dovrebbero addirittura essere più severe. Molti intervistati sono però d’accordo nell’affermare che un animale domestico, sia a casa che in vacanza, richiede impegno e attenzioni particolari: se per il 37%

©Dirima-fotolia.it

Come ogni anno si avvicina il momento critico dell’organizzazione del viaggio in compagnia di un animale domestico, con il triste risvolto degli abbandoni. Dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Sara Assicurazioni, la compagnia Assicuratrice ufficiale dell’Automobile Club d’Italia, emerge che gli italiani hanno molto a cuore i propri animali, a tal punto che più della metà di essi (57%) non vuole separarsi dal proprio compagno a quattro zampe durante le ferie, e solo il 14% lo affiderebbe a parenti e amici. L’11%, infine, lo porterebbe in strutture dedicate. Il legame è così forte da considerarli membri effettivi della famiglia (43%); per il 24% rappresentano una compagnia, il 19% vede in loro invece un amico fidato. L’argomento coinvolge molti dei nostri connazionali: secondo i dati

potrebbe limitare la propria libertà, il 39% teme che possa fare del male alle persone, ma c’è anche chi ha paura che scappi (38%) o che provochi danni alle cose (34%). Per evitare tutto ciò, gli italiani corrono ai ripari tenendo l’animale sempre sotto controllo (35%), o, nei casi più difficili, facendolo educare da esperti (22%). Solo il 24%, infine, stipula un ‘assicurazione ad hoc. Se gli italiani sanno come tenere a

bada i comportamenti dei loro fedeli compagni, pare non sia così nei confronti dei loro simili. Secondo la ricerca, il 32% degli intervistati ha dichiarato che gli esercizi pubblici che non ammettono animali al loro interno fanno bene, ma non per motivi di igiene o perché potrebbero dare fastidio: il motivo principale è il comportamento dei loro padroni, che spesso non hanno rispetto per le altre persone.


UN LAGO PER RICARICARSI

©Marco Scisetti-fotolia.it

Como-The Electric Lake, il primo lago elettrico d’Europa, non poteva che nascere a Como, città natale di Alessandro Volta, inventore della pila, fisico che ha dedicato la sua vita allo studio dell’elettricità. L’iniziativa, ideata e realizzata da Grandi Giardini Italiani con il supporto di 27 curatori di Beni culturali, proprietari di alberghi e Comuni del territorio, ha l’obiettivo di rendere il lago di Como la destinazione ideale per chi è in possesso di una macchina, di una bici o di una barca elettrica, rendendo possibile un turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Grazie ai 17 punti di ricarica del circuito Como- The Electric Lake, i turisti, ma anche coloro che vivono intorno al lago, potranno percorrere le scenografiche strade che costeggiano il Lago con macchine che non inquinano e che non creano disturbi acustici. La maggior parte di questi punti entreranno a far parte del Programma Tesla Destination Charging, un network di portata globale il cui fine è quello di eliminare l’ansia d’autonomia permettendo di poter ricaricare l’auto quando si è in viaggio in maniera conveniente come a casa. Un piccolo ma significativo contributo per migliorare la qualità dell’aria ed aver maggior cura del patrimonio artistico del lago di Como.

Veduta del lago di Como da Villa Carlotta, uno degli aderenti all’iniziativa The Electric Lake.

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“R

Orticolario, nastro d’oro in Francia

iflessi”, l’installazione realizzata da Orticolario all’edizione primaverile del più prestigioso appuntamento del giardinaggio francese, Journées des Plantes, dal 19 al 21 maggio nel Parco del Domaine de Chantilly, è stata insignita del Nastro d’oro (Ruban Or), un riconoscimento assegnato dal Comité de Selection delle Journées des Plantes alle installazioni più meritevoli sotto il profilo estetico, collocato al gradino più alto dei riconoscimenti, seguito dai Nastri d’argento e di bronzo. Ecco i dettagli dell’installazione “Riflessi”. Al centro del giardino si ergeva una struttura di forma cubica in acciaio satinato, un cubo senza pareti, come fosse disegnato. Erano presenti solo i profili e il soffitto a specchio, nel quale era ricavata un’apertura, una finestra sul cielo. Nel cuore della struttura, in corrispondenza dell’apertura, era posizionata una vasca quadrata colma d’acqua ferma, che andava a creare un’ulteriore superficie riflettente. Un gioco di specchi, di riflessi per l’appunto, e di forme geometriche che trasformavano lo spazio in un luogo di “riflessione”, un “tempio” dove contemplare la natura circostante. Il giardino dove la struttura prendeva forma, progettato da Carla Testori, era impreziosito dalla grande bellezza delle azalee satsuki del Lago Maggiore di Paolo Zacchera e circondato dal Lago dei Cigni, reso ancor più suggestivo dai giardini acquatici galleggianti di Valerio La Salvia. “Abbiamo lavorato molto per portare Orticolario oltre i confini nazionali, e il riconoscimento ricevuto premia i nostri sforzi”, commenta Moritz Mantero, presidente di Orticolario. “Siamo andati a Chantilly per presentare l’eleganza italiana: così come a Villa Erba sul Lago di Como, dove si svolge il nostro evento, anche in Francia il nostro ruolo, il nostro compito, è stato quello di celebrare la bellezza in giardino”. L’edizione 2017 delle Journées des Plantes ha incontrato il favore del pubblico: ben 31mila i visitatori, e oltre 200 gli espositori di piante. Ben nutrita la presenza di vivaisti italiani, tra cui Oscar Tintori, premiato per la sua produzione di agrumi. La prossima edizione di Orticolario si svolgerà invece dal 29 settembre al primo ottobre 2017, nel suggestivo parco storico di Villa Erba a Cernobbio. Essenza di Orticolario, i giardini allestiti nel parco, ispirati al tema dell’anno e selezionati tramite il concorso internazionale “Spazi Creativi” da una giuria appositamente costituita. Tema del 2017 sarà la luna, mentre il fiore protagonista sarà la Fuchsia spp. www.orticolario.it

Le forbici di Fiskars compiono 50 anni

n un piccolo villaggio in Finlandia chiamato Fiskars, nasceva nel 1967 fa un oggetto creato per la vita di tutti i giorni, le forbici con lame in acciaio inox e manico arancione. Da allora le forbici Fiskars sono entrate in più di un miliardo di case, diventando un classico del design: sono esposte al Museo di Arte Moderna di New York come icona del design nordico. Adatte per tutti i tipi di lavori di taglio, si trovano in tutto il mondo, dal cassetto della cucina, alla casa della nonna, nelle scuole e negli uffici. Vengono anche utilizzate nelle sartorie di case di moda internazionali e negli studi di artisti e artigiani in tutto il mondo. Ancora oggi

le forbici Fiskars con il manico arancione vengono costruite e collaudate una ad una nella fabbrica in Finlandia. Curiosità: il caratteristico colore arancione dei manici nacque per puro caso. Capitò che il colore arancione, rimasto nella macchina che poco prima aveva prodotto un piccolo elettrodomestico, venne utilizzato per fare una prova di colore sui manici delle forbici. Si passò alle votazioni tra gli operai della fabbrica, per decidere il colore dei manici: l’arancione vinse con 9 voti a favore contro 7 contrari che avrebbero preferito il rosso carminio o il nero. Nel corso del 2017 Fiskars raccoglierà le storie ispirate dalle forbici arancioni raccontate

da artisti, designer e influencer provenienti da tutto il mondo e saranno pubblicate sul sito www.fiskars.com oltre che nel Design Museum di Helsinki, dove verrà allestita una mostra dedicata, nel mese di settembre 2017.

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LA VISITA

Un luogo di “dilettosa vita” Nascita e crescita di un giardino particolare, sorto grazie alla sensibilità di un poeta e al fascino irresistibile che il giardino stesso ha saputo esercitare sui suoi padroni

A

di ALESSANDRO CORAGGIO

Valeggio sul Mincio, proprio di fianco al fiume, poco lontano dalla punta meridionale del Lago di Garda, si trova un’antica proprietà, con una storia affascinante alle spalle, una storia che documenta, soprattutto, l’amore e la cura che gli uomini hanno sempre avuto per questo piccolo appezzamento di terra, tanto da trasformarlo, con il loro incessante lavorio, in un luogo di bellezza e pace: il Parco Giardino Sigurtà. La storia inizia il 14 maggio del 1407, quando, durante la dominazione veneziana, il patrizio Gerolamo Nicolò Contarini acquistò l’intera proprietà. Ai tempi si trattava di una fattoria o meglio, come ci raccontano antichi documenti, di un “brolo cinto de mura”: terre coltivate con foraggi racchiuse all’interno di un’alta e sicura muraglia. Nell’ambito del brolo esisteva però anche un altro spazio: un piccolo e geometrico giardino, adiacente alla casa

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ATTIVITÀ ESTIVE Sono molte le attività proposte dal Parco, e includono mostre, corsi, laboratori per bambini. L’elenco completo è disponibile sul sito: www.sigurta.it

Fior di loto e ninfee popolano i laghetti presenti all’interno del parco, popolati da carpe Koi multicolore.


principale, dedicato all’ozio dei nobili; la cellula da cui si è originato il Parco.

AL GIARDINO SERVE SPAZIO Dopo 29 anni di possesso, i figli del nobile Gerolamo Nicolò Contarini nel 1436 vendettero la tenuta alla famiglia Guarienti che ne fu proprietaria per 190 anni, fino al 1626. Durante questo periodo si mantenne la struttura agricola della proprietà, con coltivazione di foraggi, frutteto, orto e bosco, per la legna e per la caccia. Ma nel brolo c’era sempre lo spazio dedicato al giardino, che iniziò ad ingrandirsi: un antico documento riporta che era attraversato da numerose strade panoramiche “per bellezza”. Questo fa intuire che anche i Guarienti erano stati conquistati da quella proprietà, tanto da decidere di rinunciare a potenziare la produzione agraria per ampliare la superficie del giardino.

DA NON PERDERE Il Viale delle Rose, che ha reso celebre nel mondo il Parco Giardino Sigurtà. Lungo il suo chilometro di lunghezza, sbocciano ogni primavera più di 30.000 selezionatissime rose Queen Elizabeth e Hybrid Polyantha & Floribunda.

Sì dilettosa qui la

vita

/ ch’io qui scrupolo

avrei farmi

AL GIARDINO SERVE ACQUA Nel 1626 l’intera proprietà di Valeggio sul Mincio passò alla stirpe Maffea che ne restò in possesso per ben 210 anni (dal 1626 al 1836). Questo perché le due figlie di Federico Guarienti, Isabella e Claudia, nel 1626 sposarono rispettivamente i due fratelli Maffei, Giovan Battista e Tullio, portando in dote tutti i beni mobili ed immobili di Valeggio sul Mincio. I Maffei apportarono grandi e significativi cambiamenti alla proprietà: il primo fu grazie al conte Canonico Antonio che nel 1693 fece costruire al posto dell’antica “Domus Magna” una nobile e maestosa dimora, affidando il progetto ad uno dei più famosi e prestigiosi architetti del tempo, Vincenzo Pellesina (1637-1700). Alla volontà del Conte Canonico si deve anche la richiesta, risalente al 1699, di attingere acqua dal vicino fiume Mincio: questo diritto di irrigazione permise, verso gli esordi dell’Ottocento, l’ampliamento del piccolo giardino preesistente.

AL GIARDINO SERVE FORMA L’opera fu realizzata grazie al marchese Antonio Maffei (1759-1836), un uomo che le cronache del tempo descri-

Il gioco di riflessi spettacolare ottenuto con la novità di quest’anno: le isole galleggianti coltivate a tulipani.

scorre

eremita

vevano come un illuminato amante dell’arte, del bello e dei giardini, che decise di trasformare i 22 ettari della proprietà in un giardino romantico all’inglese. La scelta fu influenzata dal poeta Ippolito Pindemonte nipote del marchese: fu lui a notare l’atmosfera romantica del luogo. Così si decise di enfatizzare questa caratteristica del giardino, costruendo nel bosco un tempietto neo-gotico (oggi chiamato Eremo), un Castelletto del medesimo stile e la Grotta, un luogo “semplice, negletto e rustico” perfetto per la conversazione, la lettura e la musica. Tuttavia il marchese Antonio Maffei nel suo testamento del 1836 lo descrisse ancora come un semplice “brolo cinto de mura”. Nel tanto amato giardino di Valeggio sul Mincio, Pindemonte compose anche un epigramma che recita così: “Sì dilettosa qui scorre la vita / ch’io qui

Il Grande Tappeto Erboso, l’area ad erba più vasta di tutto il parco.

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LA VISITA

UN LUOGO DI POESIA Nel Parco non si trova solo la pietra con le parole di Ippolito Pindemonte. È possibile vedere anche la “pietra della giovinezza”, un lastrone di roccia incorniciato da Bossi secolari, su cui si possono leggere le parole di vita e speranza scritte dal poeta americano Samuel Ullman (1840-1924): si tratta di un inno alla giovinezza di spirito e di cuore, il “credo” della famiglia Sigurtà e di Albert Bruce Sabin, il grande scienziato spesso ospite del Parco.

I Laghetti Fioriti: si trovano in mezzo al grande tappeto erboso. Tra le acque affiorano placide le Ninfee e gli Ibischi acquatici, i cui colori si abbinano a quelli delle carpe giapponesi Koi.

scrupolo avrei farmi eremita”, componimento che è stato inserito nella sua raccolta “Poesie Originali” e che oggi, per ricordare la sua illustre presenza, si può leggere su di una pietra collocata nel bosco a lui dedicato, all’interno del Parco Giardino Sigurtà.

LA CADUTA E L’ABBANDONO Nel 1836, alla morte del Marchese Antonio Maffei, l’intera proprietà passò alla figlia Anna, moglie del Conte Filippo Nuvoloni: dopo 210 anni ebbe inizio la proprietà dei Nuvoloni che durerà per 93 anni (dal 1836 al 1929). Nel 1859, durante le battaglie di Solferino e San Martino, giunsero al Parco gli imperatori Francesco Giuseppe I d’Austria e, successivamente, Napoleone III di Francia. Napoleone III occupò la Villa il 25 giugno e vi rimase fino al 7 luglio, pagando 45 franchi per ogni giornata di residenza, mentre Francesco Giuseppe pagò 20 fiorini per la notte dal 23 al 24 giugno. La famiglia Nuvoloni segnò l’inizio del lento e fatale declino del giardino, che divenne visivamente evidente quando nel 1902 Laura e Francesca, figlie di Giuseppe Nuvoloni primogenito di Anna Maffei, divisero in due parti la superficie: ciò determinò la rovina di tutto il complesso che nel 1929 venne venduto a Maria Paulon, moglie di Cesare Sangiovanni (medico del luogo), che ne sarà proprietaria per dodici anni.

GRAZIE AL MINCIO, LA RINASCITA La primavera del 1941 segnò l’inizio della proprietà della famiglia Sigurtà: l’industriale farmaceutico, il dottor Giuseppe Carlo Sigurtà, acquistò infatti da Maria Paulon il terreno, che era divenuto una sorta di ingombrante monumento in vendita ormai da diversi anni e fatalmente sradicato dalla storia e deprivato delle sue memorie. Il dottor Sigurtà iniziò la grandiosa opera di

INFO UTILI Via Cavour, 1, 37067 Valeggio Sul Mincio Aperto dal 5 marzo al 5 novembre 2017 Tutti i giorni orario continuato dalle 9.00 alle 19.00 Marzo, ottobre e novembre dalle 9.00 alle 18.00 Biglietto adulti: 12,50 euro Dai 5 ai 14 anni: 6,50 euro Bambini fino ai 4 anni: ingresso gratuito

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riqualificazione del parco e, grazie ad una multa di 15 lire, scoprì di avere un antico diritto di prelevare acqua dal fiume Mincio, possibilità dimenticata dai predecessori. Con l’irrigazione iniziò così la trasformazione delle ormai aride colline moreniche della valle del Mincio, che tornarono ad accogliere la lussureggiante vegetazione ed assunsero aspetti d’impareggiabile bellezza. Lentamente emersero anche la maestosità di alcune piante secolari e migliaia di preziosi bossi cresciuti nel sottobosco. Vennero ristrutturati anche l’Eremo, il Castelletto e la Grotta Votiva, con lo scopo di mantenere quella traccia di giardino storico ottocentesco tanto amato dal marchese Maffei. Grazie alla passione e devozione di Giuseppe Carlo Sigurtà, il giardino non solo fu abbellito, ma crebbe anche nelle dimensioni: da 22 ettari originari assunse nel tempo le dimensioni attuali di 60 ettari.

PASSIONE PER LA BELLEZZA... E PER I TULIPANI Compagno inseparabile del dottor Sigurtà in questa magnifica opera era il nipote Enzo, professore universitario e psichiatra: entrambi hanno dedicato energie e cure, agendo sempre con passione e pensando al bene di questo incantevole complesso. Oggi i figli di Enzo, Magda e Giuseppe, continuano con dedizione a preservare e a far conoscere questo tesoro verde, proseguendo il lavoro svolto dagli antenati. Nel 1990 viene realizzata la Meridiana Orizzontale, progettata per avere una validità di 26.000 anni e nel 2011, dopo sei anni di costruzioni, è stato inaugurato il Labirinto, un percorso che si snoda su una superficie di 2500 metri quadrati e che accoglie 1500 esemplari di piante di Tasso. In questi anni inoltre è stata fatta una approfondita ricerca sulla fioritura dei tulipani che colora il parco nel mese di aprile, ad oggi, con il suo milione di bulbi, è considerata la più importante del Sud Europa. L’amore della famiglia Sigurtà nei confronti del Parco ha permesso di raggiungere risultati importanti, come i recenti riconoscimenti di “Parco Più Bello d’Italia 2013” e di “Secondo Parco Più Bello d’Europa 2015”. Ma il riconoscimento più grande sono i visitatori che ogni anno, da marzo a novembre, giungono in centinaia di migliaia da tutto il mondo per godere dell’incanto di questo luogo, preservato nella storia, mantenuto e valorizzato giorno dopo giorno. In fondo, tutto ciò che amiamo chiede esattamente questo trattamento: e così rivela il suo splendore.

Il Labirinto. Al centro del dedalo sorge una torre, e salirla è una vera e propria ricompensa, poiché dall’alto si potranno ammirare le geometrie del percorso stesso e le altre attrazioni naturali del Giardino.


CAROSELLO STYLE

Tutti fuori! Una selezione di prodotti per stare all’aria aperta, insieme: grandi e piccini, esseri umani e animali, piante e fiori di FILIPPO TERRAGNI

BBQ ERGONOMICO UP è il barbeque di libera installazione o da appoggio sopra un piano disegnato da Marcarch Design. Ha linee morbide che si rifanno all’archetipo del focolare tradizionale, riportato alle linee essenziali. Un elemento efficiente che può diventare protagonista di una vera e propria “zona cottura” da esterno, integrandosi con altri moduli ed elementi della gamma Palazzetti in Giardino, composta da con sistemi modulari e flessibili per poter vivere gli spazi outdoor nella massima praticità.

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CAROSELLO STYLE

ORTO COMODO Standy è un contenitore per vasi in plastica, con struttura in metallo, alta e resistente. Ideale per dare massimo risalto e visibilità a fiori e piante aromatiche, elegante sui terrazzi e nei portici, ma soprattutto pratico perché mantiene sollevate da terra le piante ed i fiori, è una novità di Verdemax.

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A MISURA DI BAMBINO Quercetti presenta Gioca Green: ben dieci kit diversi fra cui scegliere per iniziare a giocare al piccolo botanico. Perché realizzare un orto in balcone è un gioco da ragazzi. Anzi, da bambini! Il gioco educa alla natura e invita alla pazienza, a comprendere l’importanza dei giorni che passano e delle stagioni che si susseguono. All’interno della scatola c’è tutto il necessario: sementi, terriccio o torba per la coltivazione, vasetti, etichette segnapianta, calendario per la semina e un libricino che spiega come prendersi cura del proprio orto.

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PASSIONE VERDE

Una verdura “regale” Strano destino quello della carota, che si lega alla storia delle casate regnanti in Europa nel ‘600. Salutare, e facile da coltivare, è un must have degli orti domestici

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di FELICITA DELL’ORTO

ra i miei ricordi di bambina, uno dei più vividi è quello delle mattine d’estate, passate a giocare in giardino, sotto il sole. All’ora di pranzo, prima che la mamma chiamasse, io e mio fratello ci addentravamo, passando da un vecchio cancelletto arrugginito, nel mondo magico degli orti. Due i tesori da cercare: un pomodoro maturo, da mangiare a morsi, caldo e polveroso. Buonissimo. Oppure, le carote. Dopo averte raccolte, correvamo a lavarle con l’acqua gelida della lavanderia. Le mangiavamo partendo dal “filo”, dal prolungamento della radice. È un sapore che non ho dimenticato, nonostante gli anni. E che cerco di riconquistare ogni anno, coltivandole a mia volta.

TERRENO: SCIOLTO! Le carote (Daucus carota) sono tra gli ortaggi più versa-

tili perché ne esistono di moltissime varietà, perché si possono coltivare un po’ dovunque e perché in cucina si prestano a mille preparazioni. Ne esistono di precoci, semiprecoci e tardive, per cui se abbiamo un posto caldo e riparato dove seminarle, potremo avere carote fresche tutto l’anno: la semina delle varietà più tardive è ad ottobre! La semina si effettua a spaglio o a file: in questo caso lasciate fra le righe almeno 20 centimetri e interrate i semi a due centimetri di profondità al massimo. Dopo la semina, compattate il terreno col dorso del rastrello. Le prime foglie spunteranno dopo due settimane, e quando le piantine saranno allo stadio di 3-4 foglie potrete effettuare il diradamento. La carota si adatta bene a tutti i climi, ma è esigente per quanto riguarda il terreno: non deve essere sassoso, perché il sasso può provocare delle biforcazioni della radice, e non deve essere troppo argilloso, perché questo ostacola lo sviluppo delle varietà più lunghe. L’ideale è

IL PIÙ GRANDE PRODUTTORE DI CAROTE IN EUROPA È la Polonia, con raccolti medi di carote di circa 900.000 tonnellate. Seguono Gran Bretagna, Francia, Germania e Paesi Bassi. Il consumo di carote in Polonia è di circa 20 kg pro capite, il livello più alto nella Comunità europea.

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PASSIONE VERDE

Un esempio di consociazione, la carota coltivata accanto alla cipolla, che tiene lontano la mosca della carota.

il terreno sciolto e fine, cioè sabbioso, che facilita il naturale accrescimento della radice. Per quanto riguarda la concimazione, sarebbe meglio nutrire il terreno l’anno prima, con letame o compost. Questo perché il materiale organico non ancora perfettamente maturo provoca la spaccatura e la biforcazione delle radici, peggiorando la qualità del vostro raccolto.

ELIMINATE LE MALERBE Nel caso della carota, è opportuno effettuare frequenti sarchiature, per contenere le malerbe. Esse infatti con il loro sviluppo compromettono l’esito della coltivazione, a causa del lento sviluppo che la carota presenta nelle prime fasi. Altrettanto importante il rincalzo, mano a mano che la cima della radice resta esposta al sole: proteggendola con la terra evitiamo che diventi verde e dura. Le irrigazioni devono essere frequenti e regolari, ma l’acqua non deve essere troppo fredda, per evitare lo spacco delle radici. Quando coltivate la carota, tenete conto che occuperà l’orto da tre a sette mesi, in relazione all’epoca della semina. La raccolta si effettua prima della completa maturazione delle radici, quando il colletto non è ancora verde e le foglie hanno appena iniziato a ingiallire: in questo modo il sapore sarà più dolce e la radice più croccante, perché non si sarà ancora sviluppato del tutto il cuore interno. Per aiutare la carota, considerate di coltivarla usando le consociazioni. Tra i suoi compagni preferiti: aglio, cipolla, bietola, cicoria, lattuga, porro, pomodoro, rosmarino, salvia. L’associazione con aglio cipolla e scalogno allontana la mosca della carota, mentre l’associazione con il ravanello è ottima per assicurare l’ombra alle piantine di carota appena nate.

IL NOSTRO CONSIGLIO Le carote tardano ad emettere le prime foglioline? Non disperate! La lentezza di germinazione è una delle caratteristiche delle ombrellifere, famiglia a cui la carota appartiene.

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STRANI PARENTI La Daucus Carota appartiene alla stessa famiglia dei finocchi, del prezzemolo e del sedano: le Ombrellifere (così chiamate per la forma a ombrello delle loro infiorescenze). La raccolta si effettua prima della completa maturazione, quando le foglie iniziano a ingiallire e la parte superiore della radice non è ancora diventata verde.

ARANCIONE, UN OMAGGIO ALL’OLANDA Potrà sembrarvi incredibile, ma inizialmente le carote non venivano mangiate dall’uomo: erano considerate troppo dure per essere commestibili, pertanto venivano usate solamente come foraggio per gli animali (in particolare per i bovini, gli equini e i suini) o a scopo curativo. Pare infatti che gli antichi Egizi, i Romani e i Greci utilizzassero i semi e il succo della Pastinaca sativa (carota a pasta bianca) e della “Daucus carota” come cicatrizzante. Data la loro forma, venivano considerate anche degli afrodisiaci, per curare l’impotenza maschile.


E IN VASO? La coltivazione in vaso è possibile: tenete conto che avrete bisogno un contenitore piuttosto profondo, e che il terriccio andrà mischiato a sabbia, per risultare adatto alla carota. Fra le varietà, è opportuno farsi consigliare nel vostro centro di giardinaggio una varietà che abbia dimensioni contenute, come la “tonda di Parigi”. La carota arancione è stata ottenuta nel 1700, in Olanda. Oggi stiamo riscoprendo anche le varietà con colori diversi.

Dopo la semina, occorre pazientare: serviranno almeno due settimane per veder spuntare le prime foglie. Quando le piantine raggiungeranno l’altezza di quattro centimetri, procedete al diradamento.

genetica. La dinastia regnante all’epoca era quella degli Orange. Gli Orange avevano guidato il paese nella guerra di indipendenza contro il potere spagnolo, ottenendo la vittoria. Per questo alcuni coltivatori iniziarono a selezionare con cura le sementi, per dare all’ortaggio il caratteristico colore arancione che vediamo ancora adesso. La scelta politica degli agricoltori olandesi fu apprezzata da tutta Europa, dato che il nuovo colore era molto più gradevole alla vista e si caratterizzava per un gusto più dolce e delicato rispetto alla versione originaria, oltre ad aver reso l’ortaggio più facile da coltivare. E così le carote arancioni si diffusero rapidamente, a discapito delle altre.

Buffe, pittoresche, ma segno che qualcosa è andato storto! Per avere carote belle e buone, bilanciate la densità del terreno e non fertilizzate con concime organico poco prima della semina.

PROPRIETÀ E BENEFICI DELLE CAROTE

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Attualmente esistono la carota arancione, che contiene la vitamina A e fa bene alla salute; la carota violacea, ricca di polifenoli, flavonoidi e in particolare antocianine, sostanze antiossidanti presenti anche nel vino che fanno bene alla circolazione e che combattono i radicali liberi; la carota gialla, ricca di luteina, vitamina che protegge Per arrivare ad essere coltivate e impiegate in cucina la macula degli occhi; e la carota bianca e rossa, meno bisogna aspettare gli arabi che importano carote in Lo sai? Contrari interessanti dal punto di vista nutrizionale. Le carote Spagna e il genio di Caterina de’ Medici, che a che si p mente a quell o ensa, le sono universalmente riconosciute come alimento li rende alimenti degni delle tavole dei signori, ca sono so lamente rote non che favorisce un’abbronzatura perfetta, grazie soprattutto come accompagnamento dei esiston a rancion o va i: rosse e rietà bianche, al carotene e alla vitamina A. Mangiare carote secondi piatti. Anche Bona Sforza d’Aragona, viola, carote a gialle. Anzi, le inoltre fa bene all’apparato circolatorio: sono nobildonna italiana che andò sposa nel ‘500 prime essere c oltivate Afghan (in Iran, istan e piene di composti antiossidanti proteggono al re polacco, contribuì a incentivarne l’uso P akistan) di colore era vio dall’ossidazione e contribuiscono a mantenere alimentare: pare infatti che avesse portato “in è iniziato la. Negli ultim no ia un il rec upero d nni pulite le arterie. Essendo povere di calorie e condote” in Polonia una serie di ortaggi, che iniziavarietà elle più anti che. temporaneamente ricche di fibre, sono un alimento rono solo all’ora ad essere coltivati in Polonia. E perfetto per chi è in un regime di dieta ipocalorica, una delle ricette prevedeva di gustarli lessati, tagliati a dando senso di sazietà e aiutando a ripulire l’intestino. piccoli pezzi e conditi con panna acida: la prima versione Infine, le carote sono degli alleati perfetti per la vista: dell’insalata russa! All’epoca però la carota era ancora la vitamina A protegge la cornea e la retina dai pericoli bianca o viola. La carota arancione venne selezionata derivanti soprattutto dall’età. solo intorno al 1700 in Olanda, grazie a una mutazione


PASSIONE VERDE

Le piante sono intelligenti Possono comunicare fra loro, mettono in atto strategie di difesa, e sono potenzialmente immortali. Il viaggio nell’universo di uno dei botanici più famosi al mondo

P

di FRANCESCO TOZZI

rovate a immaginare di avere una bacchetta magica. Usatela per far scomparire dal mondo tutte le specie animali. Cosa succederebbe? In sostanza, nulla. Il mondo resterebbe uguale, popolato dalle piante. E quelle fra loro che usano insetti e animali per l’impollinazione, troverebbero una strada alternativa per ottenere lo stesso scopo. Adesso proviamo l’inverso. Usate la bacchetta magica per far sparire dal mondo tutte le specie vegetali. Cosa succederebbe? Che dopodomani, saremmo tutti morti.

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Insomma, guardare il mondo vegetale e considerarlo meno raffinato, meno complesso, meno importante del mondo animale, viene spontaneo quasi a tutti, ma non è così per Francis Hallè, il botanico francese che per primo ha iniziato, 50 anni fa, a studiare il fenomeno della scomparsa delle foreste primarie. L’esperimento mentale della bacchetta magica è suo, e dà la misura dello sguardo che Hallè ha verso il mondo vegetale. La concezione comune dei vegetali, è solo frutto di un pregiudizio, dell’ignoranza con cui gli uomini guardano questo universo in gran parte ancora sconosciuto. Per lui invece, che ne ha fatto il fulcro della sua vita


piante non hanno orecchie, eppure possono percepire le onde sonore. Nella Cina meridionale si trova il Desmodium gyrans, una pianta che danza al ritmo del battito delle mani. Le piante non hanno il naso, eppure percepiscono gli odori: ci sono piante che si sviluppano seguendo l’odore di piante “amiche”. Le piante non hanno voce, ma fra di loro esistono dei metodi di comunicazione efficaci. Nel 1990 a Pretoria, in Sudafrica, è stata osservata una particolare specie di acacia le cui foglie hanno la capacità di diventare tossiche in venti secondi, se vengono strappate o brucate dagli erbivori, e, ancora più incredibile, tutti gli alberi sottovento della stessa specie “ricevono” lo stesso messaggio dalla prima pianta e cambiano la composizione delle foglie: questo significa che la prima ha comunicato con tutte le altre, probabilmente attraverso la propagazione di etilene nell’aria. Lo stesso meccanismo si ritrova in Spagna in una particolare varietà di Cupressus sempervirens, che si trova in località

Esiste una varietà di cipresso che è in grado, quando la temperatura diventa troppo alta, di liberare nell’aria le sostanze infiammabili, trattenendo l’acqua. In questo modo diventa sette volte più resistente all’attacco del fuoco.

professionale e che ancora si entusiasma nell’esplorarlo e nello scoprirne nuovi aspetti, la prospettiva andrebbe completamente ribaltata.

MAI FIDARSI DELLE APPARENZE Se per quanto riguarda la struttura genetica possiamo riscontrare molte similitudini, la grande differenza fra il mondo vegetale e il mondo animale è la possibilità di movimento. La mobilità influenza, naturalmente, la struttura fisica. Per le piante è diverso: il loro unico movimento è in verticale, e la loro forma è libera, perché ha come unico scopo riuscire a catturare l’energia. Gli animali si spostano cercando ciò da cui trarre le proprie risorse energetiche; la pianta invece attende: sarà la luce ad arrivare da lei, e ogni cellula della sua superficie trasformerà quella luce in energia, attraverso il processo della fotosintesi, una delle dinamiche più geniali al mondo. Si è sempre portato a motivo della scarsa considerazione di cui gode il mondo vegetale rispetto a quello animale, la struttura organica. La pianta ha solo tre organi: tronco, radici, e foglie, e tutti e tre questi organi svolgono essenzialmente le stesse funzioni. L’uomo ne ha ottanta, di organi: una complessità, e una raffinatezza, che un albero pare non avere. Ma ne siamo sicuri? Per Hallè questo è vero solo in apparenza: per secoli abbiamo pensato che le piante svolgessero meno funzioni, perché hanno meno organi. Ma questo è falso, e le ricerche dei botanici e degli arboricoltori degli ultimi anni sono state fondamentali per sfatare questo mito. Facciamo degli esempi. Le

La mimosa pudica reagisce al tocco chiudendo le foglie. Ma è in grado di “registrare”, ad esempio, che la pioggia non è una minaccia, e dopo la prima volta sotto le gocce di pioggia, non chiude più le foglie. Neppure a distanza di anni.

soggette a incendi. Quando la temperatura dell’aria supera i 60º C, questo cipresso libera nell’atmosfera tutte le sostanze infiammabili che contiene, e trattiene solo l’acqua, riuscendo così a difendersi dall’attacco delle fiamme. Le sostanze volatili che immette nell’aria trasmettono lo stesso messaggio anche a distanza di chilometri, e tutte le piante della stessa specie attuano la stessa strategia di difesa. Insomma, le piante si parlano.

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PASSIONE VERDE

COSÌ ESSENZIALI, COSÌ DISCRETE

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C’è ancora molto da imparare, eppure quello che sappiamo è già sufficiente per ricredersi rispetto alla presunta “inferiorità” delle piante rispetto agli animali. Altre due caratteristiche che Hallè ha presentato riguardano la gestione degli escrementi e l’intelligenza. Per quanto riguarda il primo aspetto, è innegabile che avere delle piante vuol dire circondarsi di esseri viventi che “non sporcano”: i primi studi riguardo a come la pianta gestisce i materiali di scarto sono del 1700. In pratica mentre gli animali disperdono i propri escrementi e non se ne curano, la pianta ha imparato a riusare anche i suoi propri scarti, che diventano ulteriore materiale da cui trarre energia. E per quanto riguarda l’intelligenza, vi presentiamo la Mimosa pudica. Questa particolare varietà di Mimosa ha la capacità di chiudere le foglie se vengono toccate, come meccanismo di difesa. Se una pianta di Mimosa pudica viene cresciuta in serra, posta all’esterno alla prima pioggia chiuderà le foglie: perché non conosce le gocce di pioggia e “pensa” che siano una minaccia. Ma alla seconda pioggia, le foglie

non si chiuderanno, perché la pianta ha imparato che la pioggia non è ostile: quindi in qualche modo “ricorda” la prima pioggia e ha fatto una valutazione. La cosa sorprendente è che questo ricordo dura, anche a distanza di anni: nel senso che se la pianta viene ritirata in serra, e viene spostata all’esterno nuovamente dopo anni, dopo aver cambiato tutte le foglie, comunque le gocce di pioggia non faranno chiudere le foglie! Insomma, le piante sembrano chiuse in se stesse, senza collegamenti con l’esterno, ma non è così, e si trovano in esse diverse funzioni che noi non immaginiamo. Sono sensibili alla luna, alle maree, e anche ai terremoti. Il legame con la luna è conosciuto da secoli e anche se oggi se ne parla con una certa sufficienza, è vero, tanto che ai tempi del Re Sole esisteva una legge apposita che stabiliva quando tagliare la legna a seconda dell’uso a cui era destinata. Ad esempio, tagliare durante la luna piena significa ottenere solo legna da ardere, mentre se si taglia quando la luna non c’è, si ottengono travi che possono durare secoli, perché la fibra ha una differente resistenza ai parassiti. Sono conoscenze che scompaiono dal bagaglio culturale popolare, ma che restano per i professionisti, ad esempio per i liutai. Mentre ascolto Hallè, durante l’unico convegno in Italia a cui finora ha presenziato, la sua prospettiva mi conquista. Le piante ci vestono, ci nutrono, e tuttavia ci sopravvivono. Ci curano, anche. Hanno una resilienza eccezionale, per cui nonostante l’uso – e forse l’abuso – che ne facciamo, riescono sempre a cavarsela. Una cosa è certa, dopo aver ascoltato Hallè, non guarderò mai più gli alberi come prima: la sua gratitudine e la sua ammirazione adesso sono anche miei.

BAGNI DI BOSCO CONTRO LO STRESS DELLA VITA MODERNA Si chiama forest bathing e in America sta prendendo il posto dello Yoga: significa “bagno di foresta” ed è una pratica che sfrutta il potere terapeutico della natura per liberarsi dallo stress e dalla depressione. Si tratta di una delle attività più antiche del mondo: passeggiare e sostare fra gli alberi. La novità, o forse la riscoperta, consiste nel fatto che, al di là dell’immediato benefico effetto anti-ansia, pare che questa pratica aiuti anche a stimolare il nostro sistema immunitario, coinvolgendo il nostro organismo a più livelli. L’immersione totale e prolungata in mezzo al fogliame e al legno degli alberi ha molteplici effetti positivi: si abbassano i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress,

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la frequenza cardiaca diminuisce, scendono la pressione arteriosa e i livelli di zucchero nel sangue, si riduce il rischio di ammalarsi di depressione, si placano gli stati di collera, migliora persino la creatività. Il merito è della migliore ossigenazione che si ottiene camminando fra le fronde, ma anche all’effetto dei monoterpeni, sostanze aromatiche rilasciate dalle foglie, e dei fitoncidi, oli essenziali presenti nel legno, che gli alberi rilasciano sotto forma volatile per difendersi dai parassiti. Resta inteso che per godere di questi benefici non si può pensare alla “toccata e fuga”: occorre restare immersi nel bosco almeno per quattro ore, percorrendo una passeggiata di almeno

cinque chilometri, alternando il cammino a momenti di riposo e di rilassamento. Esistono veri e propri corsi, che arrivano dal Giappone (in cui questa pratica si è sviluppata negli anni ’80), e la vera sessione di forest bathing generalmente è guidata da un istruttore opportunamente formato, che sappia indicare il modo corretto per un vero “bagno”: ad esempio, occorre respirare profondamente usando il diaframma come si fa nello yoga, assorbendo tutti gli aromi, abbandonarsi all’ascolto dei suoni e delle voci del bosco, contemplare tutte le diverse sfumature del verde del fogliame, coinvolgendo nell’immersione tutti i sensi.

Per stimolare il tatto il forest bathing invita a toccare la corteccia degli alberi, o addirittura ad abbracciarne il tronco, cercando di percepirne la superficie e di assorbirne l’energia. Naturalmente, in tutto questo occorre prestare la massima attenzione a non danneggiare la pianta. L’ideale sarebbe ripetere il “bagno” per tre giorni consecutivi e sfruttare il periodo in cui gli alberi sono più ricchi di foglie. L’importante è scegliere un bosco davvero incontaminato, magari una riserva naturale protetta. Si può fare il “bagno” da soli o in compagnia: l’importante è mantenere la concentrazione e non turbare l’equilibrio della foresta.


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PASSIONE VERDE

Annuali, la nostra top ten Dieci piante che si devono coltivare per stupire e coinvolgere chi entra nel nostro giardino. Dalla decima alla numero uno, come tutte le classifiche che si rispettano

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di MATTEO RAGNI

uesto articolo è la mia personale classifica. Siccome ci sono molte varietà sul mercato, e dato che le nuove generazioni molto spesso ignorano le stagionalità delle piante, ci sono piante “banali” che sono diventate particolari: intendo che siamo passati a trattare delle piante con un comportamento riproduttivo o di sviluppo a carattere perenne, come fossero delle stagionali. I Coreopsis, per esempio, e anche la salvia, che può resistere all’inverno ma molto più semplicemente la lasciamo morire d’estate, o in inverno non ripariamo i vasi: ecco che delle piante in natura perenni o pilicicliche, nella realtà dei giardini diventano stagionali. Quali sono quindi le piante che ci aiutano con il colore e che servono a variare, con le loro forme, i giardini italiani?

HELIOTROPIUM LAGUNA Fiori piccoli blu-viola in un ombrello di grandi dimensioni profumati alla vaniglia. Le piante fioriscono dall’inizio di marzo fino all’autunno. Crescita medio forte con portamento eretto. La fioritura inizia con il primo sole e finisce quando la pianta gela. Questa pianta blu è perfetta al mare dove il caldo e l’asciutto fanno aumentare l’intensità del colore dei fiori e il loro dolce profumo.

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COLEUS Si tratta di una pianta interessante per la foglia. Dico sempre di scegliere una varietà sola tra le mille che ci sono in commercio e tra i milioni che ci sono in natura. I Coleus riprodotti da talea fanno meno fiori, mentre quelli riprodotti da seme tendono a fiorire in estate. Quale è da preferire dipende dall’uso. Io preferisco quelli da talea perché mi piace il fatto che i fiori non cambino le piante. Per questa estate, scelgo il Coleus Fishnet Stocking per il suo colore brillante e perché si adatta bene sia al sole che all’ombra. Una pianta clorofilla!

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MECARDONIA PW GOLD DUST La Mecardonia Gold Dust forma un cuscino denso di piccoli fiori in un luminoso giallo forte. Gold Dust fiorisce ininterrottamente da maggio a settembre e non ha bisogno di cure particolari, va bene sia in vaso che in basket in giardino e in aiuola. Ha bisogno di calore e di sole per stare bene tutta l’estate. Provala anche in composizione!

8 COMPOSIZIONI E-SMART

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Un piccolo spazio, poche piante. Pensiamo anche a chi ha un balcone piccolo, giusto una ringhiera o un’inferriata. La soluzione data dal vaso E-smart di Erba è geniale. Un contenitore bello e perfetto per le composizioni. Quando il vaso è giusto tutto diventa “smart”, anche il ciclamino fuori dalla sua stagione classica, anche l’erica in estate! E l’edera variegata? Una perenne di grande consumo.

SENECIO SILVER ANGEL Orecchie grandi, morbide come velluto e preziose come l’argento. Un senecio da vaso, da sole e da caldo. Foglie molto grandi decorative, l’effetto è quello di una nuvola di morbidezza. Il sapore è quello di una pianta che arreda e che ha voglia di estate. Coltivala come pianta da interno, usala nelle composizioni estive ma non te la dimenticare nel periodo natalizio: non avrai più bisogno di glitter, usa il senecio con i tuoi ciclamini e le tue stelle di Natale.

VERBENA NAUSICCA DEEP FUCHSIA

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Questa varietà ha un portamento compatto, rotondo e molto accestito. È molto resistente alle alte temperature, continuando a rifiorire e mantenendo invariata sia la dimensione dei fiori sia il suo caratteristico colore rosa brillante, inoltre in condizioni di elevata umidità, si è dimostrata molto resistente a oidio e peronospora. La verbena perfetta!

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PASSIONE VERDE

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GAZANIA GIGANTE La serie di Gazania SunBeathers® è interessante per le dimensioni del fiore e per la bella tenuta delle piante in vaso anche col caldo più torrido. Le Gazania così come tante altre piante estive, molte delle quali citate in questo articolo, sono poco considerate… Per chi ha ancora fame di bello consiglio la Gazania delle varietà Totonaca!

BRACTEANTHA FIORE DI CARTA

CALIBRACHOA CELEBRATION ILLUSION Definire il colore di questa bella e resistente Calibrachoa è sempre difficile. Direi che il colore giusto è color “pesce rosso”, tante sono le sfumature di questa varietà e quanti i riflessi delle squame dei bei pesci rossi che nuotano felici negli acquari dei bambini o nelle fontane di paese. Un’illusione di colori per una Calibrachoa che poco ha di illusorio: facile la coltivazione, resistente la pianta e numerosi i fiori. Certezza di successo.

Il Bracteantha è una pianta australiana che ha i petali consistenti tanto da sembrare secchi. I fiori restano così a lungo sulle piante consentendo lunghi periodi di fioritura. In aiuola, che deve essere ben drenata, la fioritura è eccezionale perché si ottengono cuscini fioriti per lunghi mesi. In vaso si possono avere piante di diverso colore, rosso, arancio, giallo e bianco. Il mio colore preferito è il bianco perché è puro e risalta molto il centro giallo. Una pianta perenne ottima in ogni stagione.

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1 HELENIUM SHORT ‘N SASSY Che cos’è un Helenium? Un girasole, o meglio una perenne cugina del girasole dei campi. Una varietà, la Short ‘n Sassy scelta per la sua lunga fioritura. Una pianta da caldo ma anche da vaso. La resistenza all’asciutto, così come alla pioggia battente estiva, rende questa varietà una bella scoperta per l’estate. Dall’inizio della primavera all’autunno inoltrato Helenium Short ‘n Sassy fiorisce e cresce. Provalo e chiamami per ringraziarmi!

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La rivista più completa su giardinaggio e orticoltura distribuita nei Garden Center e nelle Agrarie • 4 numeri della rivista

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IN CUCINA

Servire freddo! È il momento delle pietanze che rinfrescano. A pranzo come a cena, ecco un menù colorato, saporito, e che non appesantisce. Per passare la giornata in allegria di FELICITA DELL’ORTO

COCKTAIL AL MELONE Ingredienti • 600 gr di polpa di melone • 80 gr di zucchero a velo • ghiaccio tritato q.b. • 30 ml di rum • 40 ml di maraschino Preparazione: Pulite il melone eliminando la scorza, i semi e i filamenti interni. Riducete la polpa a cubetti e trasferitela in una ciotola con lo zucchero a velo, mescolate e lasciate riposare in frigorifero

per 10 minuti. Trasferite la polpa di melone nel bicchiere di un frullatore, unite rum e maraschino e frullate fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Servite il cocktail in sei bicchieri ben raffreddati con fette di frutta fresca a piacere.

Couscous di pollo e verdure

Ingredienti • 300 gr di couscous precotto • 300 gr di petto di pollo tagliato a listarelle • Una cipolla tagliata a rondelle sottili • Due carote • Tre zucchine

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• Tre pomodori non troppo maturi • Un peperone • 80 gr di olive nere denocciolate • Il succo di un limone • Un rametto di rosmarino • Un cucchiaio di prezzemolo tritato • 30 gr di burro • Quattro cucchiai di olio extravergine d’oliva • 300 ml di acqua • Sale e pepe q.b. Preparazione Fate appassire le rondelle di cipolla in una capiente padella con due cucchiai di olio. Aggiungete le

verdure tagliate a dadini e le striscioline di peperone (pulito e privato dei semi e filamenti interni). Lasciate stufare le verdure per dieci minuti a fuoco moderato, aggiungete il sale e, se necessario un po’ di acqua calda, continuando la cottura per altri 4/5 minuti. Nel frattempo in una ciotola mescolate due cucchiai di olio, il succo di un limone, sale, pepe e il rosmarino tritato e fate macerare le listarelle di pollo per almeno 10-15 minuti. In una casseruola capiente fate bollire 300 ml di acqua, un pizzico di sale, un cucchiaio di olio e versate il couscous a pioggia, togliete

dal fuoco, aggiungete il burro e mescolate la semola per pochi minuti facendola poi riposare per una decina di minuti finché non abbia assorbito tutta l’acqua. Scolate il pollo dalla marinata e cuocete la carne in una padella antiaderente sino a quando sarà dorata e croccante. Quando il couscous si sarà gonfiato, sgranatelo con una forchetta e versatelo in una terrina capiente. Unire le verdure, le olive tagliate a rondelle, il pollo, prezzemolo tritato, una spolverata di pepe macinato, se necessario un cucchiaio d’olio. Mescolate e servite.


FETTINE DI POLLO CON SALSA VERDE E POMODORI Ingredienti • 500 gr di petto di pollo • Una costa di sedano • Una cipolla • Quattro pomodori non troppo maturi • Sale e pepe q.b. • due rametti di prezzemolo

composto omogeneo e cremoso. Fate ammorbidire il pane raffermo con l’aceto, poi mettetelo nel bicchiere del mixer ad immersione insieme al composto preparato in precedenza; aggiungete olio, sale, pepe e frullate il tempo necessario per amalgamare

bene il tutto. Lasciate riposare la salsa verde in frigorifero. Fate lessare il petto di pollo per circa 30 minuti in una casseruola capiente con sedano, sale, pepe, cipolla e prezzemolo, ricoprendo con acqua tutti gli ingredienti. Sgocciolate la

carne, lasciatela raffreddare e tagliatela a fettine molto sottili. Disponete le fettine di pollo su un piatto da portata, cospargendole di salsa verde; aggiungete le fette di pomodoro e cospargete nuovamente con la salsa verde. Servite freddo.

la purea in un contenitore capiente e unite il formaggio, lo zucchero, il latte con la colla di pesce, la panna che precedentemente avrete montato e mescolate bene fino ad ottenere un composto cremoso. Versate il composto nello stampo preparato in precedenza, livellate la superficie del dolce con il dorso di un cucchiaio e lasciatelo raffreddare in frigorifero per almeno tre ore. Nel frattempo preparate

la gelatina mettendo le ciliegie in una casseruola con l’acqua e lo zucchero. Quando lo zucchero sarà sciolto spegnete il fuoco, frullate il composto con un frullatore ad immersione fino ad ottenere una crema densa, aggiungete la gelatina in fogli ben strizzata e mescolate. Quando la gelatina di ciliegie sarà fredda, versatela sulla superficie; tenete il dolce in frigorifero fino al momento di servirlo.

© foto servizio di fotolia.com

Preparazione Si inizia preparando la salsa verde: lavate e asciugate bene il prezzemolo eliminando i gambi, mettetelo in un mixer con i capperi, le acciughe ed i tuorli sodi, tritando finemente il tutto fino ad ottenere un

Per la salsa verde • 100 gr di prezzemolo • Tre filetti di acciughe • Uno spicchio di aglio • Sale e pepe q.b. • Due uova sode (solo i tuorli) • Un cucchiaio di capperi sott’aceto • Due cucchiai di aceto di vino bianco • 50 gr di pane raffermo

Cheesecake alla ciliegia Per la base • 300 gr di biscotti secchi • 160 gr di burro Per la farcitura • 500 gr di formaggio spalmabile tipo Philadelphia • 120 ml di panna da montare • 100 gr di zucchero semolato • 12 gr di colla di pesce in fogli • Tre cucchiai di latte • 20 ciliegie snocciolate Per la gelatina di ciliegie • 500 gr di ciliegie snocciolate • 4 cucchiai di zucchero • Un bicchiere di acqua • 10 gr di colla di pesce in fogli Preparazione Ammorbidite per 10 minuti la colla di pesce in una ciotola con acqua fredda (12 grammi in un contenitore e 10 grammi in un altro). Sbriciolate finemente i biscotti, metteteli in una terrina insieme al burro liquefatto e amalgamate fino ad ottenere un composto omogeneo e compatto. Foderate uno stampo a cerniera con cerchio mobile di 24 cm di diametro con

carta da forno inumidita da far aderire bene alla tortiera. Stendete il composto di biscotti sul fondo premendo bene con l’aiuto di un cucchiaio. In una casseruola fate bollire il latte, appena sfiorerà il bollore toglietelo dal fuoco e aggiungete la colla di pesce ben strizzata mescolando il composto fin quando la gelatina sarà totalmente sciolta. In un mixer ad immersione frullate 20 ciliegie, versate

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D E S E I N . I T

Terricci specifici

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GREENKIDS

Ti presento un amico Forse lo conosci già, e probabilmente lo chiami in modo diverso da me, perché ha un nome differente a seconda del paese in cui lo incontri! Per i botanici si chiama Tarassaco, e adesso ti svelo qualche segreto di BIANCA BELFIORE

I

l dente di leone, così si chiama dalle mie parti, è un fiore selvatico che cresce spontaneamente in tutta Italia, e in generale in tutte le zone a clima temperato. Sia che tu viva in una città, sia che tu viva in campagna, l’avrai sicuramente incontrato nelle tue passeggiate, o al parco, perché è fortissimo: gli basta una piccola crepa nel marciapiede per accomodarsi, crescere e regalarci il suo fiore, che assomiglia a un pon-pon giallo! Se l’hai incontrato, penso che avrai fatto come i miei bambini, l’hai raccolto e l’hai regalato alla mamma: è irresistibile! Ma non ti preoccupare, dalla radice che è rimasta a terra spunterà presto un nuovo fiore. E forse non ti sei mai accorto, ma il fiore del dente di leone è quello che, a un certo punto, si trasforma nel soffione. Il soffione, infatti, è la fase matura del fiore, che una volta impollinato dagli insetti produce i suoi semi. Ogni semino è dotato di un piccolo paracadute: la lanugine bianca che forma la “palla” del soffione. In questo modo i semi si lasciano trasportare per aria, per popolare altri luoghi, la prossima primavera, con l’allegria dei fiori gialli… e sono sicura che anche tu hai giocato a soffiarli lontano! Il Tarassaco non è solo bello, forte e divertente: è anche molto utile. Le foglie si mangiano, cotte o crude, e sono molto saporite, un po’ amarognole. Pensa che con le foglie si può addirittura fare la birra! Con la radice essiccata, tostata e macinata, tanto tempo fa, quando in Italia c’era la guerra e mancava il caffè, si produceva il surrogato del caffè, cioè una miscela simile, da usare nella caffettiera: dicono che non sia male, ma io non l’ho mai provato! Ha anche delle proprietà terapeutiche, cioè che aiutano a curare alcuni disturbi: è un tonico e un diuretico, ha un blando effetto lassativo e aiuta ad alleviare i disturbi del fegato. Insomma, il Tarassaco è proprio un nostro amico fedele!

Il nome “dente di leone” a causa della forma dentata delle foglioline

Il nome “soffione” viene dalla palla lanosa che contiene i semi.

Il nome botanico, Tarassaco, proviene da due parole greche: tarakè, che significa “scompiglio”, e àkos, “rimedio”. Il nome allude alla capacità di rimettere in ordine l’organismo.


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Divertiti tu!

Questi sono alcuni modi per disegnare i soffioni:

e tu, come lo disegneresti? Prova! 32

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INTERNO

Verde prêt-à-porter Divertirsi imparando a usare le piante in un modo diverso, come fossero un quadro? Possibile con HOH! Un oggetto di design che i veri appassionati non possono non avere di MARTA MEGGIOLARO

A

vete mai sentito parlare di giardini verticali? Vengono chiamati anche in altri modi, come muri o pareti vegetali, e sono una realtà che si sta rapidamente diffondendo. Li trovate sopratutto in contesti urbani, dove lo spazio “orizzontale” da dedicare al verde non è sempre disponibile. Si tratta di un sistema appositamente studiato per accogliere le piante in verticale, in cui irrigazione, nutrizione, substrato sono rigorosamente controllati e bilanciati, e che richiede anche una manutenzione particolarmente accurata. L’ideatore dei muri vegetali è Patrick Blanc, un botanico francese, uno studioso ma anche un avventuroso, che nel creare questi giardini si è ispirato alla flora delle foreste tropicali asiatiche e alle diverse strategie di sopravvivenza sviluppate dalle specie vegetali.

Lo sa

i? A Milan o si può ammira re uno d ei poch muri ve i geta Italia da li realizzati in Patrick Blanc: è il giard ino Trussard del Cafè i in P della Sc iazza ala.

MODERNA E MINIMAL Non tutti possiamo permetterci una parete vegetale di Blanc, ma esistono oggi diverse alternative al suo sistema, accessibili anche in Italia. Quello però che volevo presentarvi oggi è il formato “portatile” del giardino verticale, pensato da Ortisgreen. È una società bergamasca specializzata nella progettazione e realizzazione di spazi di verde verticale, nata nel marzo del 2011, e frutto dell’idea di Pietro Panza, giardiniere da sempre

IL CUORE DI HOH! È lo sfagno, un muschio filamentoso che si trova in natura nelle praterie, vicino alle torbiere. I vantaggi nel sostituire il terriccio con lo sfagno sono molteplici: si evita il dilavamento del terriccio, il sistema è più leggero e si mantiene la corretta umidità delle radici senza numerose innaffiature. Lo sfagno infine è ricco di sostanze oligominerali, quindi garantisce la salute delle piante a lungo

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Durante i corsi è possibile comporre la propria HOH! con la guida di un esperto. Un’esperienza piacevole in compagnia.


Uno scatto realizzato durante il corso organizzato con Kado Flower e Design a Piacenza.

La vaschetta superiore consente l’irrigazione manuale canalizzata e distribuisce e inumidisce nel modo più corretto il substrato, mantenendo l’idratazione ottimale. Sul fondo invece è collocata una vasca di raccolta per l’acqua in eccesso, con una bocchetta per lo scarico. Una volta realizzata la propria composizione, si appende alla parete come un semplice quadro.

PIACEVOLE E PERSONALIZZABILE

appassionato di vertical garden, e di Stil srl, azienda di carpenteria della famiglia Ferrari. Ho incontrato a una fiera di settore uno dei soci, Alberto Vitali, che presentava un oggetto estremamente affascinante per chi, come me, non ha giardino e ama il verde. Si chiama HOH!. che significa Hang.Oasi.Home: un complemento d’arredo vegetale ideato e realizzato orgogliosamente in Italia, dal design moderno e minimale. HOH! consente a chiunque di provare l’esperienza del verde verticale, e fornisce tutti gli strumenti per realizzare in totale autonomia e libertà una composizione di verde verticale indoor, completamente personalizzabile. Non più solo vasi, ma piccole aiuole da muro per evitare ingombri a terra, creare angoli suggestivi e multisensoriali dove assaporare la nuova prospettiva verticale.

SEMPLICE DA USARE I soci di Ortisgreen hanno pensato a HOH! con l’obiettivo di avvicinare le persone al concetto e alle potenzialità delle pareti vegetali. Hanno quindi creato un modulo in piccolo, che potesse raggiungere un pubblico di fascia più ampia, presentandosi come un complemento d’arredo “di design”, pronto all’uso, per portare a casa propria un’oasi verticale. I passaggi per la realizzazione sono semplici: in ogni centro di giardinaggio è possibile trovare il verde adatto alla composizione, l’allestimento è facile, la cornice è neutra per essere versatile al massimo nella collocazione in casa, e la manutenzione è poco impegnativa. Dopo aver scelto le piante da inserire si procede alla collocazione nelle sei aperture.

La scelta delle piante spazia fra tutte quelle da interno, verdi o fiorite. Importante sceglierle in vaso 9/10.

QUALI PIANTE SCELGO? Le piante più adatte sono quelle tropicali da interno in vaso 9/10: Spatiphyllum, Anthurium, Calathee, Clorophitum, Ficus pumila, Marante, Pothos, Syngonium… e così via.

HOH! è disponibile in bianco, grigio, nero ed è possibile a richiesta aggiungere colori, loghi, texture e lettering. Inoltre è possibile realizzare composizioni multiple, grazie a delle staffe (nella versione SMART), oppure attraverso delle strutture verticali e orizzontali chiamate DUO e TRIO. L’ultimo arrivo nella famiglia HOH! è bHOH!nsai Art Kami, con cui è possibile collocare un esemplare dell’antichissima arte dei bonsai all’interno di una modernissima HOH!. Uno dei modi più simpatici e gradevoli per comporre la propria HOH! è partecipare a un corso, nei centri di giardinaggio o punti vendita rivenditori. I corsi sono tenuti, ad esempio, con SfumaturediCipria a Pavia e Kado Flower e Design a Piacenza: una bella esperienza da condividere con altri, guidati da un esperto. Ortisgreen ha anche portato questi eventi in scuole superiori e di recente in aziende come Comieco, il consorzio nazionale del recupero e riciclo degli imballaggi in cellulosa.

La novità, bHOH!nsai Art Kami: una HOH! pensata per accogliere esemplari di bonsai.

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INTERNO

Da mini a maxi L’importante è che sia una felce. Finito il periodo di magra, questa pianta antichissima torna a popolare le nostre case. L’importante è saperla presentare, per non farle fare la figura della “vecchia” di FILIPPO TOMMASEO

E

ffetto giungla, ancora! Il trend è partito l’anno scorso e continua a crescere, invogliando i garden center a proporre nuove piante verdi da interno. Fra le specie che conoscono una nuova età dell’oro, la felce, perfetta per il moderno lifestyle, alla ricerca di calma, qualità e comfort: queste piante primordiali infatti hanno le caratteristiche perfette per adattarsi a queste esigenze.

Dopo anni in ombra, le felci tornano alla ribalta come pianta da appartamento, assecondando il gusto contemporaneo.

LA PIANTA DELLA NONNA

Durante i mesi estivi lasciate acqua nel sottovaso, per mantenere l’umido. E al fine di ricreare le condizioni del tipico ambiente di origine caldoumido, il fogliame va nebulizzato frequentemente, soprattutto nel corso del periodo estivo e durante il funzionamento dell’impianto di riscaldamento.

Quando pensiamo alle felci la prima immagine che salta agli occhi è quella di magnifiche fronde singole o multiple che lentamente si dispiegano dal cuore della pianta verso l’esterno. In natura abitano i boschi e le foreste, amano un terreno umido, ricco di humus, e preferiscono le zone d’ombra o in mezz’ombra, sono resistenti al gelo, e sono piante perenni a tutti gli effetti. Ma ci sono varietà adatte ai nostri giardini come al salotto, che possono ravvivare i nostri ambienti per molti anni a venire. Per un po’ la felce è scomparsa dalla scena, relegata al ruolo di pianta “della nonna”: demodè e anche un po’ difficile da mantenere. Fra le generazioni più giovani è particolarmente impopolare. Esiste quindi un’ampia varietà di felci, piante gradevoli e resistenti, ancora poco conosciute.

IL NOSTRO CONSIGLIO

NUOVA LINFA, NUOVA IMMAGINE Da un paio d’anni però, grazie anche alla nuova tendenza del “Jungalow”, ovvero l’arredo da interni che richiama i bungalow immersi nella giungla, la felce è tornata alla ribalta: un must have per ogni casa. Quelle in formato “mini” si usano per allestire combinazioni, mix e terrari. I formati più grandi funzionano come pianta da appartamento e da ufficio, così come i grandi esemplari, richiesti oggi per ottenere negli ambienti interni l’effetto giungla. Le felci da interni sono piccole piante presenti spontaneamente negli strati più bassi delle foreste tropicali e subtropicali, dove solo una minima quantità di luce riesce a penetrare e il tasso di umidità raggiunge livelli molto elevati. Nei nostri climi si coltivano in vaso in casa dove sono apprezzate per l’aspetto lussureggiante

Il gruppo delle felci da interni comprende svariati generi botanici. La felce più presente negli appartamenti è la Nephrolepis exaltata, dotata di numerose fronde ricurve verso

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l’esterno, a partire da una rosetta centrale, con colore variabile dal verde chiaro brillante, al verde scuro intenso, a seconda delle varietà. Tra le altre, si ricordano il capelvenere (Adiantum capillus-veneris),

l’asplenio (Asplenium antiquum), la davallia (Davallia bullata), la pteris (Pteris cretica) e il cirtomio (Cyrtomium falcatum). Se invece cerchi qualcosa di particolare, ti

suggeriamo la felce a corna di cervo, ovvero il Platycerium: una felce epifita che vive benissimo in appartamento e le cui foglie ricordano proprio le corna del cervo!

Platycerium, la felce a corna di cervo.

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QUALE SCELGO?


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COSA FACCIO SE...? • La mia felce ha CALDO In zone calde e secche e in mancanza di regolari irrigazioni e di nebulizzazioni si verificherà l’ingiallimento e il disseccamento delle fronde fogliari a partire da quelle più esterne, che cadranno progressivamente. Se non si riprendono le irrigazioni e non si sposta la pianta in luogo più in ombra, il deperimento proseguirà fino a giungere alle foglie più interne. • La mia felce ha FREDDO Se la temperatura è troppo bassa vedrete l’imbrunimento e l’annerimento della parte centrale della vegetazione; seguirà il rammollimento delle fronde e il distacco delle singole foglioline, ormai rovinate, dal rachide. Il freddo provoca anche danni alle radici, che

©delecroixphoto-fotolia.it

Collocate i vostri esemplari in luoghi in mezz’ombra o ombra. Controllate che la temperatura sia sempre medio-alta, e che in inverno non scenda mai sotto i 14-15 °C, mentre in primavera-estate deve restare intorno ai 23-25 °C. Temperature più elevate sono ben sopportate solo se il tenore di umidità ambientale e nel terreno è costantemente alto. Durante il periodo estivo possono essere temporaneamente collocate all’aria aperta, rigorosamente in ombra o a mezz’ombra, mai al di

©Stanislav Komogorov-fotolia.it

TANTA ACQUA, POCA LUCE

• La mia felce prende troppa LUCE In appartamento le felci devono essere sempre collocate nei luoghi più scuri e nelle fioriere devono trovare posto al riparo delle piante più alte. Le fronde, a causa del contatto diretto con i raggi solari o con sorgenti luminose artificiali troppo intense, sono soggette a decolorazioni, ingiallimenti e, nei casi più gravi, vere e proprie scottature. Le piante danneggiate vanno velocemente spostate in un luogo più ombreggiato. Tagliate le fronde disseccate, per favorire il ricaccio.

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e decorativo, per essere poco costose e per il minimo impegno richiesto, purché si rispettino appieno le particolari esigenze ambientali, tipiche del loro habitat naturale.

possono marcire. Se il processo non è già al punto di essere irreversibile, spostando la pianta in un punto più caldo la pianta potrebbe riprendersi.

Svecchiare l’immagine della felce “pianta della nonna”? È possibile, con i giusti complementi. Ma attenzione a luce e temperatura!

Con le felci in dimensione “mini” è possibile divertirsi a realizzare composizioni e, soprattutto, i romantici terrari.

sotto delle chiome di specie conifere, la cui resina può determinare lesioni sulle fronde. Tutte le felci vogliono un terriccio di buona qualità, non troppo leggero, organico, torboso, con una discreta presenza di foglie di bosco macinate o terra d’erica. Importantissime sono le annaffiature, che devono essere costanti e abbondanti perché il substrato deve sempre rimanere ben inumidito. Per quanto riguarda la concimazione, è sufficiente un fertilizzante liquido, specifico per piante verdi da interno, a base principalmente di azoto, eseguita due-tre volte in primavera (da marzo a maggio) e una volta in autunno (settembre-ottobre): così si stimola una regolare produzione di nuove foglie e si preserva la consistenza e la lucentezza di quelle esistenti.

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INTERNO

I fiori che vogliamo Nuovi equilibri fra le forme e i materiali, e soprattutto tanto, tanto colore. Per dare espressione al nostro modo di vivere. Qual è il tuo? di MARTA MEGGIOLARO

L’

abbiamo già detto, lo ripetiamo, i tempi che stiamo vivendo ci hanno tolto la capacità di stupirci e i media ci “annegano” in notizie drammatiche, che rendono drammatica la percezione dei tempi che stiamo vivendo. Viviamo un momento di grande cambiamento, in cui molto è determinato dall’incertezza. E così ci troviamo a desiderare tre cose: verità, equilibrio, e comprensione delle nuove regole del gioco. Come affrontiamo questa sfida? Modificando il nostro stile di vita, e anche i nostri gusti. I quattro stili floreali che vi proponiamo qui sono l’immagine di quattro diversi modi di vivere: armonizzare, equilibrare, energizzare e ribellarsi.

L’ARMONIA HA IL CUORE VERDE Ti sembra che il mondo sia sempre meno trasparente, che la comprensione di cosa stia accadendo ti sfugga? Questo potrebbe portarti a sentire il bisogno di contatto con la natura: assolutamente concreta e sempre alla nostra portata. Se per te la percezione sensoriale è importante, se preferisci i luoghi naturali, incontaminati, allora dovresti provare a circondarti di piante e fiori, scoprendo forme, colori e profumi. Le forme arrotondate e naturali infondono un senso di pace. Il verde è al centro della palette di colori, circondato da tonalità calmanti. L’armonia si trova nell’uso di piante diverse con lo stesso colore, o di diverse varietà della stessa pianta. • Forme: arrotondate e naturali, infondono un senso di pace. • Materiali: naturali e grezzi, in combinazioni contrastanti. Pietra e pietre semi preziose. • Design: trame e le fantasie naturali, derivati da fiori e piante. • Colori: verde, giallo pastello, rosa, lilla. • Fiori: Eucharis, mimosa, fresia, fiordaliso, veronica, ranuncolo, giacinto • Piante: gelsomino, kalanchoe beharensis, clerodendrum, ceropegia sandersonii

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VOGLIA DI EQUILIBRIO TI colpiscono le notizie di ingiustizie e violenze di cui vieni a conoscenza, e questo ti porta a cercare di aggiustare e di restaurare l’ordine nella tua, di vita. Senti il desiderio di ritirarti nella sfera privata, in cui è possibile ancora sperimentare l’empatia, un contatto sincero e amorevole con i tuoi cari. In casa e intorno alla casa, fiori e piante di piccole dimensioni vengono posti su piedistalli che ne bilanciano le misure. In giardino, alterna il verde vivo a materiali inerti, dando a tutto la stessa importanza. La combinazione di vari materiali crea un mix romantico. Pattern floreali, molto femminili, si accostano e bilanciano il minimalismo maschile, come si vede dall’uso sempre più diffuso di blocchi di colore, pois e strisce. • Forme: tonde e squadrate insieme. • Materiali: diversi, in combinazioni inusuali. • Design: pattern floreali, molto femminili, si accostano al minimalismo maschile, come si vede dall’uso sempre più diffuso di blocchi di colore, pois e strisce. • Fiori: tulipano, alstreoemeria, Calla, Gerbera, dianthus, Anigozanthos, giglio, Anthurium • Piante: Anthurim, Guzmania, crisantemo Calathea, Crassula afra

NUOVA FORZA Se le circostanze che stai vivendo, e se quello che vedi accadere intorno a te, ha suscitato in te un flusso di energia positiva, il desiderio di costruire, di rimediare, allora questo è il tuo trend. Ti stai preparando ad andare oltre la crisi, a superarla. Vuoi essere in forma, attivo, dinamico. Stai costruendo in te una mentalità “vincente”, con cui vuoi mostrare che è possibile raccogliere la sfida ed entrare a testa alta nella nuova era. Gli spazi che organizzi sono allo stesso tempo rilassanti e attivi, grazie all’accostamento di elementi freschi, energizzanti e funzionali. In campo vegetale questo si traduce in fiori potenti, rigidi, foglie con forme di carattere, colori che catturano l’attenzione. Il focus è su colori vivaci combinati con altri più chiari o più scuri. Materiali geometrici e fantasie che ricordano lo sport come righe, cerchi e strutture ad alveare danno solidità. • Materiali: metallo verniciato, marmo • Design: ricco di rimandi allo sport • Colori: vivaci, accostati a diversi grigi e al verde brillante. Il focus è su colori vivaci combinati con altri più chiari o più scuri. Solidi materiali geometrici e fantasie che ricordano lo sport come righe, cerchi e strutture ad alveare. • Fiori: tulipano, Calla, dianthus, sinforicarpo, Heliconia, Molucella, dahlia • Piante: Zamioculcas, Sanseveria, Hawortia, Philodendron

LIBERTÀ!

• Forme: inaspettate combinazioni • Materiali: tutto è possibile, molti materiali sintetici. • Design: astratto, figurativo ed esotico. Uso del collage • Colori: un mix di colori, in cui mancano solo i toni neutri. • Fiori: Gerbera, crisantemo, diathus, Physalis, Eryngium, Alstroemeria, Zinnia • Piante: cactus, Monstera deliciosa, crisantemo, bromelia

foto servizio di: funnyhowflowersdothat.co.uk

Reagisci bene alla tensione e allo stress, ma poi ti accorgi che hai bisogno di darti una tregua per sopravvivere. Sai che è fondamentale saper mettere le cose in prospettiva e assumere un punto di vista più leggero anche sulle cose più importanti, per ammorbidire la situazione. Per questo crei intorno a te un’atmosfera in cui apparentemente non ci sono regole, ma solo colori, allegria e frivolezza. Fiori e piante sono l’ideale per incontrare questo desiderio, attraverso le infinite combinazioni e forme. Astratta ed esotica, la tua casa è un collage in cui non ci sono regole eccetto il gusto personale.


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BONATO FEDERICO Produttore di oltre 120 specie di

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TUTORIAL

La gioia nelle piccole cose Una collezione di vasi molto particolare, nata dall’incontro di due ragazze creative: vi presentiamo Socks, la Capsule Collection di Mani e SfumaturediCipria di MARTA MEGGIOLARO e CHIARA SAPIENTE, fotografie di ELENA CORBARI WILD GOOSE PHOTOGRAPHY

U

na delle cose più interessanti nel mio lavoro di giornalista sono gli incontri. Alcuni accadono, si traducono in un articolo, e passano. Altri, invece, generano cose nuove. La collaborazione con Chiara di SfumaturediCipria rientra in questo caso. Chiara mi affascina perché siamo agli opposti, e saper armonizzare le DOVE LI TROVO? La collezione SOCKS sarà ufficialmente distribuita sul web dal prossimo autunno, se siete interessati ad acquistarla potete contattare direttamente Chiara di SFUMATUREDICIPRIA (sfumaturedicipria@gmail.com) o Britta di MANI (mani.madeinitaly@gmail.com)

differenze è la sua cifra stilistica: una strada privilegiata per dare vita a qualcosa di unico e originale. Proprio in quest’ottica è accaduto anche l’incontro fra lei e Britta Herrmann.

PEZZI UNICI Il nome probabilmente ai più non dirà nulla, ma Britta è piuttosto conosciuta fra chi è appassionato di design, grazie ai suoi vasi: la collezione MANI. Sono creazioni hand-made, disponibili in diverse forme e con diversi livelli di prezzo. Inaspettati, ma allo stesso tempo eleganti e raffinati. E ispirati a un incontro fra opposti: lei, tedesca, viene affascinata dalla natura, dall’arte di vivere italiana nonché dalla bellezza

del nostro artigianato. Nel 2005 decide di trasferirsi da Amburgo in Toscana, e qui crea MANI, che Britta presenta così: «È un incontro tra due culture: il mio design e l’arte italiana… il disegnare su una tovaglia di carta, con un bicchiere di vino in mano, una lunga riflessione tra me e l’artigiano, lo sporcarsi le mani, il provare e riprovare, è la chiave».

GUSTO E ARMONIA Chiara conosce Britta perché acquista alcuni pezzi per i suoi allestimenti. La conoscenza diventa un’amicizia, che porta alla condivisione di un progetto lavorativo, una serie di palle di Natale realizzate usando stampi degli anni ’50:

SOCKS – CAPSULE COLLECTION • Design nordico • Struttura tradizionale • Realizzati a mano al tornio • Preparati a Faenza • In terra bianca • Il colore viene applicato sul vaso già cotto • Lo smalto applicato è trasparente • I “calzini” colorati sono tuffati nel colore

la ceramica bianca lavorata a mano e il gusto vintage danno luogo a oggetti capaci di magnetismo. Il progetto successivo è una collezione di vasi. “Romantici, ma non leziosi”, mi dice Chiara, e conoscendo il suo stile, capisco. Britta crea personalmente i colori per ottenere la tonalità desiderata. Lavora lei stessa al tornio, i vasi vengono poi dipinti a mano. Si tratta di terracotta smaltata di altissima qualità. Per ottenere l’effetto voluto da Chiara – dolcezza, ma senza esagerare col miele, pulizia senza essere freddi, allegria ma non esuberanza – si sceglie una dimensione contenuta: questa è la Capsule Collection. Sono vasi graziosi e delicati, in cui inserire piccole piante e piccoli fiori. La particolarità: i tre piedini della base, intinti nel colore, come se indossassero dei calzini: da qui il nome Socks. Una gioia per gli occhi e per il cuore.

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TUTORIAL

Decorare con lo sfagno Creare una composizione usando questo materiale inusuale, ma leggero e dalle grandi potenzialità. Ci spiega come fare Chiara di SfumaturediCipria di CHIARA SAPIENTE fotografie di WILD GOOSE - ELENA CORBARI e LUCA ROMANONI

A

vete mai pensato di realizzare le vostre composizioni avvolgendo le piante nello sfagno? Lo sfagno è un substrato naturale, un muschio, con una grande capacità assorbente. La cosa meravigliosa è che contiene moltissime sostanze nutritive utili che mantengono le piante in salute a lungo, senza bisogno di regolari fertirrigazioni. Altro suo grande vantaggio è che, al contrario del terriccio, non “scivola via” quando si innaffia e trattiene l’umidità a lungo. Inoltre, è molto leggero, pulito, inodore, quindi permette di collocare le piantine in contenitori diversi dai vasi soliti, come questi di vetro che ho usato nel tutorial. L’importante è ricordarsi di mantenerlo bello umido. Ecco qui i passaggi!

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Pulite le radici della vostra piantina dalla terra manualmente, facendo attenzione a non danneggiarle, cercando di toglierne il più possibile.

Immergete le radici dentro al vasetto pieno d’acqua, e scuotetele delicatamente nell’acqua, con movimenti circolari e sussultori, così da eliminare tutta la terra rimasta.

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Vi occorrono: una piantina (io ho scelto un Asparagus piumoso in un vaso 8/9), un vasetto con acqua a temperatura ambiente, e lo sfagno precedentemente bagnato e strizzato dagli eccessi d’acqua.

A questo punto le radici saranno umide, imbevute d’acqua, e belle pulite! Se ci sono alcune radici sottili molto lunghe potete accorciarle tagliandole delicatamente con una forbice pulita.

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Prendete il vasetto che avete scelto per riporre la vostra pianta: io ho scelto questo prisma in vetro, in stile vintage boho, adesso si trovano facilmente ed io li trovo bellissimi! Attenzione: meglio che il vasetto non abbia fori di scolo, per questo si possono utilizzare contenitori di riciclo come tazze, teiere, bicchieri...

Ricoprite le radici per tutta la lunghezza usando lo sfagno; data la struttura filamentosa, potete avvolgerlo intorno alle radici come un gomitolo, creando una sorta di sfera di sfagno.

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Qui ho usato uno “scrigno� in vetro da cui ho fatto spuntare una piccola begonia Sparreana.

DOVE TROVO LO SFAGNO? Puoi rivolgerti a Ortisgreen, guarda il loro sito: www.ortisgreen.it

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Inserite delicatamente le radici avvolte nello sfagno nel contenitore, premete delicatamente ed infine aggiungete dello sfagno se avete vuoti nei bordi. Ecco: la composizione è pronta!

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ESTERNO

In città, i giardini verticali VerdeVivo presenta una gamma di fertilizzanti naturali e facili da usare. Particolarmente adatti in città, per avere piante sane e rigogliose a lungo negli orti urbani, in vaso, in piena terra, e nelle installazioni di design di FILIPPO TERRAGNI

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nche quest’anno, VerdeVivo, azienda leader nella produzione di fertilizzanti e prodotti naturali ed organici per il giardinaggio - ha partecipato all’edizione 2017 della Brera Design Week (dal 4 al 9 aprile scorso, a Milano) in veste di partner tecnico di Flowerprint, l’installazione di façade gardening ideata e presentata da Piuarch, in collaborazione con il paesaggista Cornelius Gavril.

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MIGLIAIA DI FIORI Per quasi una settimana l’intera facciata dell’edificio dove lo studio Piuarch ha sede - all’interno del cortile in Via Palermo 5 - è diventata un vero e proprio

giardino - orto sospeso. Una parete di 2 mila fiori e piante recisi ha ricoperto la facciata esterna dello studio, creando un vero e proprio ricamo floreale: rose policrome, gigli

Flowerprint, l’installazione di façade gardening ideata e presentata da Piuarch, in collaborazione con il paesaggista Cornelius Gavril e con VerdeVivo come partner tecnico.

orientali, gerbere, garofani, piante aromatiche fra cui timo, salvia, lavanda, rosmarino, maggiorana, menta. Realizzata grazie ad un’antica tecnica che prevede l’innesto dei fiori su patate e tuberi, che garantiscono ai fiori elementi nutrienti e una conservazione prolungata, la facciata era composta da 180 file verticali di fiori, ortaggi e tuberi di circa 10 metri di altezza, che percorrevano l’intera lunghezza dell’edificio. Flowerprint è un’opera sinestetica, determinata a coinvolgere tutti i sensi: visiva nell’aspetto, uditiva nei suoni che genera attraverso elementi metallici e campanelli,

Il Concime Organico Liquido Universale BIO di VerdeVivo è un concime a base di borlanda fluida ed è consentito in agricoltura biologica. È un prodotto a base di azoto e potassio con presenza di zuccheri derivanti dalla borlanda, adatto per piante che crescono in vaso e in giardino. La sua particolare composizione a base di prodotti vegetali garantisce un risultato efficace e immediato senza spreco di prodotto, perché viene fissato nel terreno applicazione dopo applicazione, evitandone il dilavamento, e viene assorbito dalle radici quando la pianta ne ha più bisogno.


POSSO VISITARLO? L’“Orto fra i cortili” è aperto al pubblico. Non perdetevi lo spettacolo dell’orto in fiore tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19 (escluso sabato domenica e festivi), previa telefonata allo 02 89096062 per avvertire della propria visita.

olfattiva attraverso i profumi dei fiori e dei vegetali messi a disposizione da VerdeVivo per la realizzazione dell’intera installazione.

MANUTENZIONE ECO SOSTENIBILE Ma la collaborazione tra Piuarch e VerdeVivo non finisce qui: il tema della verticalità ha trovato compimento nella realizzazione dell’“Orto fra i cortili”, allestito sul tetto dello Studio Piuarch e che si basa sull’utilizzo di piante rampicanti: fagioli, piselli, pomodori, zucche,

L’”Orto fra i cortili” allestito sul tetto dello Studio Piuarch.

zucchini, rose Banksiae Lutea e un mix di aromatiche per un’esplosione di colori e profumi nel cuore di Milano, che stanno dando il meglio di loro soprattutto in questo periodo. La cura

e il mantenimento dell’“Orto fra i cortili” sono stati affidati ovviamente a VerdeVivo con i suoi prodotti eco-sostenibili e naturali: la linea di concimi organici e quelli profumati, i

prodotti specifici per le rose e i corroboranti, prodotti naturali di ultima generazione che rafforzano le difese delle piante, prevenendo gli attacchi da parte di organismi nocivi.

SFUMATUREDICIPRIA è un progetto di Chiara Sapiente, floral designer che coniuga nelle sue creazioni vegetali un’ispirazione soft rock insieme ad una tendenza metropolitana.

SFUMATUREDICIPRIA vi aspetta in autunno per una nuova stagione di Fiori e Colori!

Via Po 10

- 27028 San Martino Siccomario (PV) - Tel. Chiara 328.91.61.112 - Tel. Giacomo 392.11.19.329 P. IVA 01687400331 - sfumaturedicipria@gmail.com - www.sfumaturedicipria.com


ESTERNO

Il giardinaggio diventa smart La cura del proprio verde non è più un impegno. Un sistema connesso e automatico per il giardino consente di gestire le operazioni più comuni anche da remoto

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di COSTANZA DI MATTEO

o Smart System Gardena è uno strumento di supporto pensato per gli appassionati di giardinaggio che amano le nuove tecnologie. Il sistema infatti consente di controllare la cura del giardino da remoto, garantendo all’utente comodità, risparmio di tempo e di libertà (cura del giardino da ovunque ci si trovi tramite un’App comoda e intuitiva). Il risultato sarà un giardino sempre perfetto, con il minimo sforzo.

CONNESSIONE ISTANTANEA Lo Smart System Garden è un sistema composto da diversi prodotti intelligenti. Il funzionamento è molto semplice: la Smart App (disponibile per iOS e Android) consente all’utente di entrare in contatto con lo Smart Gateway, che è il principale mezzo di comunicazione tra i prodotti smart System e la smart App Gardena; l’App rappresenta pertanto l’interfaccia attraverso la quale l’utente è in grado di controllare i prodotti Smart da remoto. La Smart App, tramite una Guida pratica e intuitiva, consente il controllo di tutti i dispositivi smart System presenti in giardino. È possibile effettuare la programmazione e la temporizzazione dell’irrigazione e del taglio dell’erba oltre alla visualizzazione dei dati rilevati dal sensore. L’utente inoltre ha a disposizione informazioni e suggerimenti utili sul giardinaggio, una ulteriore fonte di ispirazione. Lo Smart Gateway è dotato di un‘antenna potente per una connessione sicura ed efficace tra l’interno della casa e i prodotti Smart presenti in giardino. Collega tra loro tutti i dispositivi Smart Gardena attraverso una frequenza radio a 868 mHz. Garantisce inoltre un sicuro salvataggio dei dati nel cloud attraverso la connessione Internet del router wifi.

IRRIGAZIONE E TAGLIO AUTOMATICI Vediamo più in dettaglio cosa può offrire lo Smart System. I prodotti che compongono il sistema sono: Smart Water Control, Smart Sensor, Smart Rasaerba SILENO/ SILENO+, Smart Electronic Pressure Pump, Smart

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SMART SYSTEM GARDENA, I COMPONENTI • Smart App • Smart Gateway • Smart Water Control • Smart Sensor • Smart Rasaerba SILENO/ SILENO+ • Smart Electronic Pressure Pump • Smart Battery 40 V

LE COMBINAZIONI POSSIBILI A seconda delle esigenze, Smart System viene proposto anche in diversi kit: Smart Set per Irrigazione, Smart Set per Taglio e, in versione più completa, Smart Set per Taglio e Irrigazione.

Battery 40 V. Lo Smart Water Control è un computer per irrigazione controllabile tramite App, programmabile o completamente automatico tramite lo Smart Sensor. Gestisce l’irrigazione del giardino in combinazione con gli altri dispositivi Smart Garden. Lo Smart Sensor misura e riporta l’umidità del terreno, l’intensità luminosa e la temperatura, consentendo un’irrigazione in base alle reali esigenze delle piante. L’installazione è estremamente facile, grazie al funzionamento wireless. Funziona in combinazione con gli altri dispositivi Smart System. Gli Smart Rasaerba SILENO/SILENO+ tramite l’App e lo Smart Gateway consentono all’utente il controllo da remoto del taglio del manto erboso dei prati medio-grandi, di forma complessa. La Smart Electronic Pressure Pump è dotata della stessa tecnologia della Pompa ad intervento automatico 5000/5E LCD, ma dà la possibilità all’utente di un controllo totale tramite la Smart App, ovunque e in qualsiasi momento. A completamento del sistema ci sono le nuove Batterie Smart da 40 V che si integrano perfettamente nello Smart System GARDENA, disponibili al momento per i rasaerba a batteria PowerMax. Tramite la Smart App GARDENA è possibile monitorare costantemente lo stato operativo della batteria e il tempo di carica residuo. L‘applicazione utilizza anche le notifiche “push“ per fornire informazioni utili, come “Ricarica completata“ o situazioni critiche particolari (ad esempio, temperature elevate o estremamente basse).


ESTERNO

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a sundaville è in realtà un ibrido della specie rampicante conosciuta con il nome di dipladenia o mandevilla. Quest’ultimo nome deriva da quello del rappresentante politico della Gran Bretagna in Argentina, John Henry Mandeville. Fu proprio lui il botanico che nel 1700 importò in Inghilterra e poi nel resto del vecchio continente questa bellissima pianta, originaria appunto dell’America meridionale. Il nome dipladenia le è stato dato in seguito e deriva dal greco: diplos significa “doppio”, mentre aden significa “ghiandola”: il termine si riferisce alla doppia ghiandola contenuta nell’ovario di questa pianta.

Sundaville® Apricot, ultima nata in casa Suntory, è una Dipladenia color albicocca con il cuore giallo e arancio intenso.

Dolcissima albicocca Sundaville® Apricot è la nuova nata nella famiglia delle Mandevilla di Suntory. Perfetta per l’estate, i suoi grandi fiori illumineranno terrazzi e giardini per tutta la stagione di BIANCA BELFIORE

FIORITURA CONTINUA La gamma ibridata da Suntory di Sundaville® Classic si arrichisce quest’anno di un nuovo colore, bellissimo e brillante, quello di Sundaville® Apricot, Apricot in inglese significa “albicocca”, e in effetti questa Sundaville ha un colore

arancione chiaro che ricorda proprio quello dell’albicocca. Naturalmente la pianta ha le stesse caratteristiche distintive di tutta la famiglia delle varietà di Sundaville® della gamma Classic. I fiori sono molto grandi, all’incirca hanno un diametro di nove centimetri. Hanno petali arancione chiaro

IN BREVE • Sundaville® Apricot • Dipladenia della gamma Sundaville® Classic • Di Suntory Flowers Europe • Fiori grandi con diametro di circa nove centimetri • Petali arancione chiaro con un cuore più scuro, arancio-giallo. • Buona capacità di emettere ramificazioni secondarie • Fioritura molto precoce

con un cuore più scuro, arancio-giallo. Ha una buona capacità di emettere ramificazioni secondarie, che portano nuovi fiori, ha fioritura molto precoce, e fiorisce ininterrottamente. Per le piante di Sundaville ® Apricot le migliori condizioni di coltivazione in vasi da 15 o da 17, con supporto.

IL RISCHIO MAGGIORE: L’ACQUA Il problema che più spesso si manifesta con queste piante è legato alle annaffiature: le sundaville non amano l’acqua

stagnante, e nonostante vadano annaffiate con regolarità, soprattutto quando è caldo, tendono a rovinarsi in fretta se anche solo per qualche giorno lasciamo il terreno molto bagnato. Le condizioni di alta umidità del terreno infatti favoriscono rapidamente lo sviluppo di parassiti fungini, che si diffondono attraverso le radici, e causano il rapido ingiallimento delle foglie. Se noti che la terra della tua dipladenia rimane umida a lungo, prova ad annaffiarla un po’ meno; oltre a lasciar asciugare il terreno, per evitare che la malattia dilaghi, sarebbe opportuno spruzzare la pianta con del fungicida sistemico, che verrà assorbito dalla pianta e entrerà in circolo, debellando i funghi. La Sundaville va annaffiata soltanto quando il terreno si presenta asciutto. Sono utili anche nebulizzazioni frequenti sulle foglie. Per evitare i ristagni, togliete l’acqua dal sottovaso dopo mezz’ora dall’irrigazione.

MANDEVILLA O SUNDAVILLA? La Dipladenia fa parte della famiglia delle Apocinaceae, e viene dal Brasile. Giunta in Europa, veniva usata come pianta da interno, ma la scarsità di luce non le consentiva di produrre i fiori che la ricoprono in natura. Verso la fine del 1900 la varietà di Dipladenia chiamata Mandeville rivelò le sue potenzialità come pianta rampicante da giardino: infatti coltivata all’esterno ha una lunghissima stagione di fioritura, da aprile fino a ottobre. La varietà Sundaville si fa apprezzare come pianta da terrazzo, in vaso e in balconette.

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ESTERNO

Fuchsia per tipi tosti Spesso è considerata una pianta difficile per la scarsa resistenza alle escursioni termiche. Ma alcune varietà hanno una tenacia sorprendente. Basta saper scegliere colloquio di FRANCESCO FEDELFIO con MARTA STEGANI

IL NOSTRO CONSIGLIO Generalmente le Fuchsie amano un clima fresco e umido con una sensibile escursione termica fra giorno e notte. Da evitare sempre l’esposizione nelle ore centrali della giornata; meglio non collocarle a ridosso dei muri o dove circoli poca aria.

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al 28 aprile al primo maggio si è tenuta al Castello di Masino, in provincia di Torino, “Tre giorni per il giardino”, una grande mostra-mercato riconosciuta a livello internazionale, centrata su fiori e piante insolite, oltre ad attrezzi per la cura del verde e arredi per il giardino. All’interno del parco oltre 160 vivaisti specializzati, italiani e stranieri, hanno avuto la possibilità di esporre le loro collezioni difficilmente reperibili nei punti vendita: questo il punto di forza dell’evento. Il vasto assortimento di varietà particolari di piante, associato ai consigli che i produttori mi hanno dato, hanno fatto in modo che io potessi apprezzare maggiormente alcune di esse, dalle piante carnivore, alle piante acquatiche, alle piante da ombra. A questo proposito ho avuto la possibilità di incontrare Marta Stegani, l’unica produttrice di fucsie in Italia. Come nasce l’idea di coltivare fucsie? «Il mio percorso nasce più di 10 anni fa da un hobby, visto che la mia professione era quella di restauratrice. Una volta lasciato il mio percorso professionale ho deciso di seguire la mia passione per il verde. Partecipando alle fiere di settore ho notato che una pianta che non veniva proposta era la fucsia. La mia strategia di marketing, se così possiamo definirla, è stata quella di dedicarmi nello specifico a questa pianta. Ho iniziato a testare le fucsie in Italia dopo un viaggio fatto in Belgio, durante il quale ho visitato un vivaio specializzato e ho comprato il mio primo blocco di piante. Un’importante svolta è stata quando ho conosciuto la collezionista di Fuchsia Agnese Mandrino,

IL NEMICO NUMERO 1 È il ristagno d’acqua. Scegliete un terreno soffice e poroso che non resti zuppo dopo le innaffiature, oppure, ancora meglio, preparate personalmente una miscela composta prevalentemente da terriccio universale torboso, a cui aggiungerete piccole quantità di terriccio per gerani, stallatico in polvere e argilla espansa o pomice naturale. Anche la scelta del vaso non deve essere solo estetica: se abbiamo la necessità di lasciar asciugare il terriccio tra un’annaffiatura e l’altra, teniamo presente che il cotto, in quanto materiale poroso, farà evaporare più velocemente l’acqua, mentre la plastica manterrà l’umidità più a lungo.

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la quale mi ha dato suggerimenti sulla coltivazione in vaso e in terra, sulla loro ambientazione in giardino e su come collocarle in aiuole con altre piante». Quali sono le varietà più interessanti che proponi ai tuoi clienti? «Propongo oltre 400 varietà di Fuchsia, sia specie botaniche sia ibridi, che ho selezionato proprio per la tenacia, la resistenza al caldo. Questa peculiarità permette loro di resistere alle escursioni termiche, di sopportare bene il freddo ma anche il caldo delle estati italiane. Offro anche una buona scelta di fucsie rustiche che si possono coltivare in giardino».


QUANDO È ORA DI BAGNARE? Non fidatevi dell’aspetto del terriccio sulla superficie del vaso: per decidere quando innaffiare, infilate un dito nella terra e saggiate l’umidità.

Quali indicazioni colturali dobbiamo tenere presenti? «La fucsia è una pianta che non necessita di troppa acqua e va esposta a mezz’ombra, in terreno acido. La fioritura inizia a giugno per finire ai primi freddi dell’autunno. Quelle che propongo io con il mio assortimento resistono alle basse temperature e danno il loro meglio piantate in giardino, salvo le fucsie di origine del Centro America che durante il periodo invernale vogliono almeno i 10°C. Dopo il periodo di dormienza invernale, in primavera ripartono con nuovi rami; se ben riparate da arbusti più grandi, i rami tendono a non seccare. Sono piante un po’ difficili, ma allo stesso tempo toste e hanno il pregio, con il passare delle generazioni, di acquisire caratteristiche utili per la coltivazione in terra». Ci sono delle varietà in particolare che vorresti presentarci? «Uno splendido esemplare molto particolare è la Fuchsia “Ardenza”, rustica e vigorosa, che cresce fino a due metri d’altezza, va posizionata in pieno sole e regala una bella cascata di fiori. Una più particolare è la Fuchsia “Procubens”, che non ha esigenze particolari in fatto di esposizione, ha una crescita ridotta in altezza, non supera i 5 cm, mentre la larghezza è compresa tra i 50 e i 90 cm. La coltivazione può avvenire tranquillamente in giardino, purchè la pianta sia ben riparata. Alla fine della fioritura presenta dei frutti simili a ciliege. Una fucsia che si distingue è la Fuchsia “Encliandra”: proviene dal centro America, ha portamento cespuglioso e assomiglia a una miniatura. Ha piccole foglie, e porta fiori molto piccoli, da cui provengono piccole bacche di 2mm». La tua attività ha anche un risvolto sociale… «Sono entrata in contatto con il mondo del sociale perché mia cugina lavora per una cooperativa che si occupa di minori, disabili e prima infanzia. Mi è stato proposto di ospitare un laboratorio sulla gestione del verde all’interno del vivaio per cui lavoro. L’idea è poter insegnare una professione ai ragazzi più grandi, già

Fuchsia Procubens

RICOVERO INVERNALE • Verso la fine di ottobre • Luogo riparato • Non necessariamente luminoso • Una cantina o un garage andranno benissimo. • Prima di ritirare, defogliate le piante • Di tanto in tanto date loro un po’ d’acqua

Fuchsia Encliandra

Fuchsia Samba

Fuchsia Lambad

maggiorenni, iniziando delle basi, dal rinvaso delle piante alla sistemazione e pulizia degli ambienti. Il ritorno è vedere la passione che alcuni ragazzi mettono nella cura minuziosa delle piante, la delicatezza che usano in quello che fanno». Quali sono i tuoi progetti per il futuro? «Il mio proposito è quello di portare e diffondere in Italia, grazie alle fiere a cui partecipo, la cultura della fucsia e poter diffondere il tema dell’ecosostenibilità. Il mio modo di lavorare è particolare, ricerco e seleziono piante adatte al nostro clima così da favorire il successo di coltivazione, piuttosto che scegliere un percorso commerciale. È sempre fonte di orgoglio vedere ogni anno i miei clienti alle fiere che mi dicono che le piante acquistate l’anno precedente, dopo il periodo di dormienza invernale, sono ripartite e sono cresciute».

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ESTERNO

5 piante per l’estate Un ventaglio di perenni che sopportano la luce e il calore dei mesi più caldi. Vi piaceranno perché non hanno bisogno di tante cure e ce n’è una per tutti i gusti di MARIO FERRARINI

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a parola “erbaceo” può suscitare due concetti diversi: da una parte l’idea di qualcosa che possieda un valore limitato, perché privo della struttura solida del legno, dall’altra richiama alla mente qualcosa di fresco, di spontaneo, di naturale. Ma perché scegliere le piante erbacee perenni per un giardino? Per diversi motivi: possiedono una multiformità unica, ce n’è una per ogni esigenza, sono facili da coltivare, sono robuste e resistenti, completano la struttura complessa del giardino andando a vestirne la base e catalizzando lo sguardo del visitatore, scomparendo nella fase invernale, non hanno bisogno di manutenzione e infine si rinnovano ogni anno facendosi più belle. Quando si pensa a loro, viene spontaneo collegarle alla stagione primaverile. Eppure anche l’estate rappresenta un momento di grande splendore: basta solo scegliere quelle giuste! Io ho scelto: una rosa di cinque varietà, che esprimono una caratteristica diversa.

Ideale per spazi non troppo soleggiati. Fioritura in tarda estate

CENTRANTHUS. Un’essenza davvero resistente, che può essere collocata in quota fino a 800 metri di altezza. Da giugno fino a settembre continua a fiorire e a farsi vedere con la sua mole di certo non mingherlina, circa 70 cm di altezza. La varietà che scelgo? Coccineus.

Anemone Wild Swan

ANEMONE.

Fogliame elegante e delicato, fiori semplici oppure doppi, portati su lunghi steli che oscillano morbidamente alla brezza (Teofrasto li battezzò con questo nome che significa “fiore del vento”). Amano l’umidità e la freschezza e sono molto generosi nella fioritura. Fra le varietà, preferisco Whirlwind, Pink Kiss, Praecox, Prinz Heinrich, Honorine Jobert, Serenade, Wild Swan.

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Centranthus ruber

Crescita importante: è uno dei protagonisti in giardino. La lunga fioritura e il colore acceso dei fiori ne completano il fascino.


Perfetta in pieno sole, anche dove la canicola estiva colpisce con maggior violenza. Eccezionale durata della fioritura.

SCABIOSA.

Poche piante presentano una fioritura così durevole e una resistenza così cocciuta. Le tinte color pastello dei fiori spruzzano allegria tutt’intorno, inoltre l’altezza complessiva della pianta non si spinge oltre i 30-40 cm. Le più belle, Butterfly Blue, Pink Mist.

Salvia jamensis Blue Armor

SALVIA JAMENSIS.

Steli flessuosi come spighe portano i fiori; anche in questo caso la fioritura è veramente lunga e attraversa indenne il torrido caldo estivo. Poche esigenze, anche in tema di irrigazione. Mi piacciono le varietà Melen, Shell Dancer, Blue Armor, Flammen, Pluenn.

Ideale per climi secchi o dove non sia sempre possibile irrigare. Fioritura in agosto, bassa manutenzione, portamento strisciante.

Sedum SunSparkler Lime Zinger

Scabiosa Butterfly Blue

Fioritura con durata strepitosa, i fiori possiedono una forma singolare e ricercata, crescita contenuta e mai invadente.

SEDUM. Vegetazione tipica delle succulente, carnosa, brillante e colorata, grazie alle varietà di recente introduzione sul mercato. Si ricoprono di un mare di piccoli fiori dagli accesi toni rosa fucsia. Non sono adatte solamente ai giardini rocciosi, trovano molteplici collocazioni e non disdegnano di stare in vaso sul terrazzo. La serie Sunsparkler® è la mia preferita: Dazzleberry, Firecracker, Lime Zinger, Blue Elf. |

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ESTERNO

Come un piccolo sole Sono piccoli fiori molto resistenti, una volta piantati in giardino non ti abbandoneranno mai. Ma i motivi per scegliere i Delosperma sono anche di più di MATTEO RAGNI Jewel of Desert

INDICAZIONI COLTURALI • Predisporre un buco di circa 15 centimetri • Posizionare sul fondo sabbia o argilla espansa • Riempire il buco con terriccio molto leggero, come quello per le piante grasse • Poche irrigazioni prolungano il periodo di fioritura • Non è necessario concimare • In mancanza di luce chiudono i fiori

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a storia dei Delosperma inizia in Sudafrica, dove questi arbusti prostrati, dalla bella fioritura primaverile, nascono e si originano. Da molti anni in Europa si coltivano le varietà di Delosperma cooperi dai bei fiori porpora. I Delosperma sono molto apprezzati in vaso nelle zone calde, ma hanno iniziato a farsi conoscere anche nei giardini, dove la loro capacità di resistere al caldo ma soprattutto al secco, associato alla naturale tendenza a fiorire sempre, li rendono degli ottimi alleati.

MILLE COLORI PER TE Recentemente sono stati introdotti degli ibridi da fiore che hanno allargato di molto la gamma dei colori disponibili. Si hanno quindi i Delosperma Wheels of Wonder che associano alla bella e sgargiante fioritura anche la buona capacità vegetativa. L’effetto esplosivo della fioritura dei Delosperma viene enfatizzato quando si riescono ad accostare più colori. Il luogo ideale per queste piante sono i giardini rocciosi, le bordure soleggiate e poco

I Delosperma vanno bene anche nelle case vacanza, perché non hanno bisogno di essere annaffiati, anzi, la mancanza di acqua prolunga la fioritura.

umide. Ma soprattutto il luogo ideale sono gli angoli sfortunati, dove altre piante muoiono per mancanza di terre e per troppo calore, allora i Delosperma danno il meglio di sè. Si scelgano i colori chiari per abbellire piccole aiuole o zone particolarmente esposte. Se invece si


Combinare in mix i colori crea un effetto vivace anche negli angoli più sfortunati del giardino, quelli con poca terra e tanto sole.

dispone di qualche spazio in più, divertitevi a creare delle belle praterie in miniatura dove api e bombi possono pascolare felici e spensierati sicuri di poter sempre trovare disponibilità di queste piante.

POCA, POCHISSIMA ACQUA

Molti i colori disponibili nelle serie Wheels of Wonder e Jewel of Desert, grazie a un grande lavoro di ibridazione.

Il modo migliore per avere dei Delosperma sani e ricchi di fiori è quello di predisporre un buco di circa 15 centimetri in cui posizionare della sabbia o dell’argilla espansa. Lo Il terriccio da usare per riempire il buco una volta La paro sai? la posizionata la pianta deve essere molto leggero. I deriva d Delosperma a dèlos (visibile terricci per le piante grasse vanno molto bene e spèrm ) a (sem anche per i Delosperma, che sono delle succulente fiori infatti han e): questi n o u che fati n frutto ca a con come tante piante grasse. Il nome Delosperma, che tenere i semi u na volta tanto scandalizza la mia amica Silvia, deriva dal greco maturo . dèlos (visibile) e spèrma (seme). I Delosperma infatti hanno un frutto che fatica a contenere i semi una volta maturo. Quando andiamo in vacanza possiamo facilmente dimenticarci dei nostri Delosperma, soprattutto se fanno parte della serie più compatte come i Jewel Of Desert. Le nostre piante possono stare senza acqua a lungo, anzi poche irrigazioni prolungano il periodo di fioritura. Anche le concimazioni non sono necessarie per le nostre piante, permettendoci quindi di avere piante sane e belle con pochissimo sforzo.

DI NOTTE SEMBRANO CANDELINE La serie di Delosperma Wheels of Wonder ha dei fiori più grandi rispetto alle altre varietà e questo permette di avere delle piante interessanti anche nelle ore serali. Infatti i Delosperma in mancanza di luce chiudono i

Così resistenti, e così belli, sono una soluzione ottimale anche in cimitero. E di notte i fiori si chiudono, e ricordano tante candeline con le fiammelle accese.

fiori. Così di notte avrò delle piante che avranno tante piccole punte colorate, come tante candeline accese. L’effetto è molto bello soprattutto nei giorni di luna piena, quando il caldo delle giornate estive lascia il posto al fresco della sera e si riesce a godere al massimo del nostro giardino. I Delosperma sono talmente facili da usare che possono essere collocati anche nel giardino delle case di vacanza, che spesso restano chiuse per lunghi periodi. E io trovo siano molto belli anche usati come verde cimiteriale. Sulle tombe, in estate, delle belle ciotole di Delosperma WOW bianco regalano dei bei ricordi a tutti, sia ai nostri cari che riposano nel camposanto, sia a noi, che andiamo a trovarli sempre troppo poco.

LE 5 RAGIONI PER AVERE DEI DELOSPERMA IN GIARDINO • Fiori brillanti e grandi, si chiudono di notte. • Lungo periodo di fioritura: i fiori appaiono a maggio e durano per tutta l’estate e anche dopo. Finché c’è un sufficiente numero di ore di luce i Delosperma fioriscono. • Resistono molto bene alle malattie. Non hanno sensibilità alcuna, l’unica sofferenza è causata dalla troppa acqua e dal ristagno. • La resistenza alla siccità è il cavallo di battaglia di questa pianta. • Anche in inverno i Delosperma resistono fino a numerosi gradi sotto lo zero se sono asciutti. L’accumulo di neve non è un problema. L’importante è che l’acqua defluisca. I Delosperma resistono anche fino a -18 ºC.

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ESTERNO

Non chiamatelo geranio! A buon diritto chiamato “re dell’estate”, adorna balconi, terrazzi e giardini di tutta Europa da più di un secolo. Ma se pensi che non ci sia più nulla da scoprire riguardo a questo grandi classici del giardinaggio, sbagli… a partire dal nome di COSTANZA DI MATTEO in collaborazione con PERLARGONIUM FOR EUROPE

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uando vi trovate a cercare in un vivaio le classiche piante per il classico vaso da balcone, chiedete dei Gerani: probabilmente vi ritroverete tra gli arbusti, e a quel punto vi renderete conto che il nome “geranio”, in realtà, non si riferisce a quell’unica pianta che avevate in mente. Per i professionisti infatti, i giardinieri e i botanici, i gerani non sono le piante che fioriscono sui nostri balconi in estate, ma resistenti arbusti perenni. Le piante a cui comunemente ci riferiamo col nome geranio in realtà si chiamano Pelargonium.

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Un uso poco convenzionale del Pelargonium, ma di grande effetto: come fiore reciso, giocando sulla grande varietà disponibile di colori e forme.

GEMELLI DIVERSI La confusione sul nome probabilmente deriva dal fatto che il Pelargonium, che ha origini in Sud Africa, e il Geranio, che può essere trovato quasi in ogni parte del mondo, appartengono entrambi alla stessa famiglia di piante: le Geraniaceae. I primi Pelargonium sono stati importati in Europa dal Sud Africa nel 17esimo secolo, dove ancora ne crescono più di 250 specie selvatiche, e a causa dell’apparente somiglianza con le piante perenni tipiche dell’Europa, sono stati immediatamente definiti Gerani. Solo nel 18esimo secolo ci si rese conto delle differenze tra le due specie, e il botanico francese L’Héritier diede alla specie proveniente dal Sud Africa il nome Pelargonium. A differenza del resistentissimo Geranio, il Pelargonium sopporta la stagione fredda, solo all’interno e riparato dal gelo. Le due specie differiscono inoltre per le forme dei fiori: i fiori del Pelargonium hanno tre petali più piccoli inferiori e due petali più grandi superiori, mentre i Gerani hanno cinque petali simmetrici. Il fatto è che i Pelargonium


oggi ben si addice alle decorazioni domestiche più contemporanee. Anche altri come la varietà Angel e i Gerani Odorosi, sono in grado di dare un senso di casa creando un’allegra e colorata sensazione d’estate. E per finire una soluzione molto semplice ma chic: usati come fiori recisi, valorizzati in un vaso o in un bouquet.

3. INGREDIENTE DI CUCINA CREATIVA

Un’oasi di pace e benessere, immersi fra i gerani, che peraltro sono ottimi repellenti contro gli insetti.

sono in realtà chiamati volgarmente Gerani, ma a parte l’appartenere alla stessa famiglia le due piante hanno ben poco in comune. Ciononostante, in molti Paesi continuano ed essere chiamati Gerani. La cosa di per sé può non rappresentare un problema nella vita di tutti i giorni. Ma sapere le differenze e conoscere il nome corretto quando ci si trova in un vivaio può essere d’aiuto. Ecco qui cinque cose da sapere sul Pelargonium.

Bon appetit! Le foglie e i fiori dei Pelargonium profumati sono commestibili. Grazie agli oli essenziali presenti nelle loro foglie, non hanno solo un utilizzo decorativo ma possono offrire un buon aroma ai piatti di carne, alle insalate e ai dessert. Per esempio, varietà con un sentore di limone aggiungono una nota piccante alle insalate, ai sorbetti o al tè. La varietà Rose dona una nota sofisticata a puddings, torte, marmellate o dessert, mentre i Gerani all’aroma di menta peperita sono una stupenda aggiunta alle limonate fatte in casa.

1. SIMBOLO NAZIONALE Nonostante le origini sudafricane, oggi è considerato “di casa” in Europa: nell’immaginario comune popola le facciate delle fattorie bavaresi, caratterizzate dalle tradizionali fioriere da balcone, tipicamente tedesche. Non solo la Germania, ma anche altri Paesi europei considerano il Pelargonium come espressione fondamentale della loro cultura e simbolo della loro nazione. Un esempio la Svizzera, che lo ha addirittura eletto fiore nazionale.

2. CON STILE, IN CASA I Pelargonium possono rappresentare anche eleganti decorazioni d’interni. In particolare, il Geranio Reale, da sempre coltivato come pianta da interni, ancora

Il Pelargonium è adatto anche agli ambienti interni, se è possibile collocarlo in una zona sufficientemente soleggiata: come in questo caso, appeso vicino a una finestra.

Popolarissimi in tutta Europa fin dal 1900, i Pelargonium si prestano anche a ricreare un angolo shabby chic. Basta scegliere vasi di riuso, e qualche accessorio in tema.

4. PROPRIETÀ CURATIVE E REPELLENTI I Pelargonium non sono solo decorativi, alcuni di essi presentano anche poteri curativi. Le radici del Pelargonium originario della Regione del Capo, per esempio, sono state usate dalle popolazioni indigene del Sud Africa per curare malattie respiratorie. Gli oli essenziali contenuti in alcune varietà profumate, inoltre, aiutano ad alleviare la depressione e lo stress. Le varietà odorose sono ottimi repellenti: alla minima brezza o al più leggero tocco, queste piante rilasciano il loro profumo, per gli umani molto piacevole, che serve a tener lontane zanzare, vespe e altri insetti fastidiosi. I migliori repellenti per insetti sono quelli con aroma di limone e arancia.

5. GRANDI DIMENSIONI Con le cure adeguate, i Pelargonium possono raggiungere dimensioni da record. Esistono esemplari rari che hanno raggiunto altezze di cinque metri o una circonferenza di oltre dieci metri.

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ESTERNO

Attrezzature per signora Stihl ha ampliato la gamma di apparecchi a batteria ricaricabile destinati agli hobbisti. Leggeri, potenti e silenziosi, sono perfetti per le donne che vogliono dedicarsi al giardinaggio di FILIPPO TOMMASEO

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imenticate le macchine alimentate a benzina, rumorose, pesanti e puzzolenti. Non scompariranno a breve, ma resteranno solo per i grandi lavori in zone agricole, nelle grandi proprietà. Per i contesti urbani, densamente popolati, dove gli appezzamenti di cui occuparsi sono di piccole – medie dimensioni, le attrezzature a batteria stanno definitivamente soppiantando quelle a benzina.

ENJOY THE SILENCE Nuove possibilità di impiego, nuovi clienti e nuovi punti vendita: la tecnologia a batteria ricaricabile amplia il campo di utilizzo degli attrezzi a motore,

rivolgendosi a gruppi di appassionati che non rientrano fra gli utenti “classici” di Stihl. In particolare, chi vive in città o in cittadine, in cui lavorare in giardino significa “disturbare” i vicini con il rumore, ad esempio, del tagliaerba o del decespugliatore; oppure, le signore che desiderano cimentarsi con alcuni compiti, ma si trovano davanti attrezzature molto pesanti e poco maneggevoli. Gli attrezzi a batteria infatti sono più leggeri, e sono più silenziosi di quelli a benzina. Inoltre, fra gli appassionati di giardinaggio cresce la consapevolezza che amare il verde significa anche prendersene cura in modo ecologico: di qui l’esigenza di avere a disposizio-

ne macchinari non inquinanti, quelli a batteria ricaricabile.

SUPPORTO COSTANTE Obiettivo di Stihl, dunque, essere presente in nuovi punti vendita, con promozioni e dimostrazioni che possano far conoscere e apprezzare la nuova gamma. Presso tutti i riven-

ditori e gli shop, sarà possibile ricevere una consulenza tecnica pre-acquisto, la consegna dell’attrezzatura pronta all’uso con relative istruzioni, a garanzia della sicurezza nell’utilizzo, e soprattutto, l’assistenza post-vendita. I clienti Stihl potranno usufruire inoltre delle possibilità di interconnesione offerte dai prodotti Stihl. Ad esempio, oggi è possibile manovrare il tosaerba Viking iMow tramite un’App. I nuovi progetti procedono nella direzione Smart Garden. I possessori di attrezzature Stihl saranno informati in tempo reale sullo smartphone in merito a durata, consumi, e uso ottimale, oltre ad avere la geolocalizzazione dei singoli attrezzi. Il processo di digitalizzazione renderà anche più semplice e immediata l’assistenza presso i rivenditori.

LA NOVITÀ 2017 Viking integra la gamma a batteria Compact di Stihl con un ulteriore modello: il tosaerba MA 235. La compatezza, il confortevole manubrio ergonomico, la larghezza di taglio di 33 centimetri e il peso di soli 14 chilogrammi fanno di questo tosaerba il partner ideale per piccoli giardini con prato fino a 200 metri quadrati.

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IL PROGETTO

Il tesoro oltre il cancello Un paesino in cui il tempo si è fermato. Una scrittrice con una doppia vita, un giardiniere, e una casa che nasconde un segreto... Ecco gli ingredienti di una storia fantastica

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colloquio di MARTA MEGGIOLARO con KRISTIAN BUZIOL

uesto racconto inizia con l’ammissione di una colpa: pur essendo veneta per metà, e pur apprezzando in modo particolare il Prosecco, non conoscevo le zone del trevigiano. Le ho scoperte per puro caso, attraverso la notizia del restauro di un giardino. La storia mi aveva incuriosito: ero alla ricerca di un progetto di cui parlare, e avevo sete di qualcosa di bello. Così sono partita alla volta di Asolo. E che sorpresa! Dolci colline ondulate, che sembrano uscite dal disegno di un bambino. Moltissimo verde, costellato di paesini pittoreschi, e ville magnifiche. Un’atmosfera incantata che non mi aspettavo.

DA ASOLO, AL MONDO (E VICEVERSA) Incontro uno dei protagonisti della mia storia nel caffè di Asolo. Mi farà da cicerone nel visitare la sua creatura, il giardino di Villa Freya: Kristian Buziol è il paesaggista asolano a cui i nuovi proprietari della villa hanno affidato il restauro del giardino. Anche se il vero confronto per

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Kristian non è stato con la famiglia Carron, ma con Freya Stark, l’originale proprietaria. Altra ammissione di colpa: ho letto moltissimo nella mia vita e leggo tutt’ora, ma non conoscevo la Stark. Esploratrice, fotografa e scrittrice, agli inizi del ‘900 era simbolo dell’emancipazione femminile. Viaggiò molto, da sola, fino ai luoghi più remoti del Medio Oriente, e molto probabilmente fu una spia per conto di Sua Maestà la Regina d’Inghilterra, compito che svolgeva usando della sua fragilità (era lievemente invalida) e della

FREYA STARK L’esploratrice e scrittrice inglese Freya Stark (Parigi 1893 - Asolo 1993) , ultima erede di una stirpe di grandi viaggiatori inglesi da Kipling a Lawrens, è stata una figura leggendaria del nostro secolo per i suoi viaggi avventurosi nel Medio Oriente di cui

ha lasciato appassionanti descrizioni nei suoi numerosi libri. Conobbe Asolo da bambina, dove soggiornava insieme ai suoi genitori. Legata alle personalità più in vista del suo tempo, da Churchill alla Regina Madre, i marescialli Montgomery, Allemby,

Kitchener ed altri, fino al mitico Lawrence d’Arabia, svolse


Le aiuole in cui si rincorrono rose bianche e iris lilla, i colori che Kristian Buziol ha scelto come dominanti, seguendo le preferenze di Freya Stark.

sua apparente ingenuità per girare liberamente ovunque. Amò Asolo fino a farne casa sua, insieme alle altre due donne celebri, Signore di Asolo: la regina Cornaro ed Eleonora Duse. La Stark fece della sua dimora l’ingresso dal quale la fama del borgo si sparse nel mondo, e ebbe moltissimi ospiti celebri, prima fra tutti la Regina Madre; e in occasione della consegna delle chiavi della città, onorificenza che le fu conferita nel 1984, la Regina la omaggiò dei famosi Dragoons, le celeberrime Guardie a Cavallo, inviati appositamente dall’Inghilterra. Alla sua morte la casa venne trascurata, e il giardino abbandonato. La famiglia Carron pochi anni fa, acquista la proprietà dalla Provincia, e decide di impegnarsi per restituire la villa all’antico splendore. E qui entra in scena Kristian.

PRIMA DI LEI, E DOPO DI LEI «Lo scenario che mi si presentò il primo giorno, varcato il cancello d’entrata, fu come un pugno allo stomaco» racconta «Ti manca il fiato per il dolore, ma appena il respiro torna a riempire i polmoni, ti pervade l’energia. Rovi, vecchie rose sepolte da malerbe, alberi secolari appesantiti e pericolosi, muri pericolanti, cumuli di detriti e incuria. Una desolazione, sì, ma edificante. Perché dentro a tutto questo esisteva già un grande giardino. Bastava solo farlo respirare». Dopo una minuziosa fase progettuale, la squadra di Buziol provvede a togliere tutti i rovi, tutte le malerbe, e tutte le essenze piantumate a caso negli ultimi decenni da persone non rispettose del luogo e della storia in esso racchiusa. Viene eliminato il

importanti missioni per il Foreign Office. Fu crocerossina sul Carso durante la Prima Guerra Mondiale, si recò in Oriente nel 1927, organizzando fino al 1937 spedizioni in Libano, Siria, Iraq, Persia ed Arabia. Allo scoppio del nuovo

conflitto mondiale fu impegnata nello Yemen e in Egitto. Il dopoguerra la vide viaggiare in tutto il mondo; prima di ritirarsi definitivamente ad Asolo, fu capace di compiere un’ultima spedizione in Nepal all’età di 88 anni. La Città di Asolo le ha donato

QUANDO ANDIAMO? Il giardino è visitabile i primi tre sabato mattina di ogni mese, esclusi dicembre, gennaio e agosto, alle ore 10.00 e 11.00 con visite guidate incluse nel biglietto. Sono possibili inoltre visite private o per gruppi su prenotazione.

secco dai lecci secolari, le alberature vengono potate, e tutte le essenze vengono rinvasate, rosa per rosa, cespuglio per cespuglio; ognuno viene catalogato e messo a riposo per l’inverno. «Grazie a uno studio attento, abbiamo recuperato da scritti e fotografie le varietà che Freya Stark aveva raccolto e portato qui negli anni dai suoi viaggi. E la primavera successiva abbiamo cominciato le piantumazioni, rispettando le forme, gli spazi, le geometrie». Partendo dall’ingresso, dove viene ricostruito il verde come era stato pensato dalla Stark, operando degli inserimenti per rispettare l’immagine che lei aveva voluto, da amante del giardino. Un ingresso molto perbene, molto ordinato e simmetrico. Il glicine che si trova su un lato dell’ingresso viene bilanciato, dalla parte opposta, da un altro glicine. Si fa lo stesso con i gelsomini, che vanno così a coprire i muri perimetrali del giardino di ingresso, come probabilmente aveva voluto la Stark. Che pure non è stata la “creatrice” del giardino: «Molte piante, come i lecci, sono arrivate prima di lei, e le sono sopravvissute. Poi ci sono quelle che ha portato lei, quando tornava dai suoi viaggi, ma che non hanno resistito. Altre sì: ad esempio, c’è una Feijoa bellissima che probabilmente ha piantato lei». La facciata dell’edificio è interamente ricoperta da vite canadese. «Era qui quando siamo arrivati, e sarebbe stato un peccato perderla per i lavori di restauro della facciata. Quindi, l’abbiamo staccata quasi del tutto per permettere ai muratori di intonacare, e terminato questo passaggio, l’abbiamo riattaccata, aiutandoci con dei tasselli. È stata un’impresa! Non ti dico quanto erano contenti i muratori» sorride Kristian «Non è facile far comprendere quanto sia importante preservare il patrimonio botanico, che valore abbia».

LA SCOPERTA DI UN ANFITEATRO Al giardino sul retro si accede passando nel mezzo della casa, attraverso un androne. Il lilla e il bianco suggeriti dal giardino dell’ingresso, qui esplodono: rose inglesi e iris popolano le aiuole, così come aveva voluto la scrittrice: lo sappiamo perché gli iris si ritrovano in tutte le foto dell’epoca e le rose erano una sua passione, come ogni donna inglese che si rispetti. Buziol ha deciso di dare Il grande prato all’inglese, dominato dagli alberi secolari che circondano la proprietà.

la cittadinanza onoraria e le chiavi della Città. Morta nel maggio del 1993, pochi giorni dopo aver compiuto 100 anni, riposa nel cimitero di S. Anna, a pochi passi dalla tomba della Duse, assieme a Herbert Young Hammerton, fotografo e pittore.

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IL PROGETTO

rilevanza a due colori, che si rincorrono per tutto il giardino, legandone le diverse parti. Qui il lavoro di recupero delle parti originali è stato molto approfondito: il selciato è stato interamente tolto e lavato, le tubazioni sono state rifatte. Viti, melograni, Calicanthus e Feijoa sono lì dove la scrittrice li aveva voluti. Anche la siepe di bosso è quella originale, sono stati solo aggiunti alcuni esemplari per rinfoltirla. La serra, una volta di legno, era cadente e pericolante, quindi viene ricostruita in ferro e vetro. Questa prima parte di giardino è una sorpresa, un angolo di Inghilterra trapiantato in Veneto, coronato, al di là delle aiuole, da un grande prato all’inglese. «Qui c’era un colle di tre metri di terra, ricoperto di rovi, su cui campeggiava un’orribile struttura di metallo. Abbiamo tolto tutto. I carpini erano devastati, pieni di carie, e per l’incuria erano tornati in forma libera: abbiamo iniziato a sostituirli e a potare. Molte alberature inoltre erano state danneggiate da una tromba d’aria che aveva colpito la zona nel 2006: qui si era portata via mezzo caco, mezzo pioppo, mezzo leccio... i danni erano ingenti. Siamo intervenuti, ma il lavoro non è ancora finito». Ma è oltre il prato che si trova la vera sorpresa: sotto a un grande esemplare di rosa Mermaid si trova una zona archeologica, venuta alla luce durante gli scavi, in cui si trova mezzo anfiteatro romano, particolarmente raro perché dotato delle quinte di scena. I reperti, fra cui alcuni mosaici, sono al museo di Asolo.

la percentuale di perenni è un po’ bassa, ma preferiamo dedicare le risorse destinate alla manutenzione alle parti superiori del giardino» mi spiega Kristian. Eppure anche qui la sua cura e la sua passione hanno avuto modo di emergere: mi fa vedere il cappero, che ha piantato nelle zone riparate e assolate del muro, in un ideale legame fra il giardino e Asolo. Infatti la Rocca di Asolo è abitata dal cappero, che si dice sia stato portato dalla regina Cornaro. Sulla scarpata Hemerocallis, nei terrazzamenti verdure, fra cui una maestosa pianta di carciofo. Buziol sorride: «Mi piace molto, mi piacciono le foglie argentate e trovo bellissimo il fiore. E qui può prosperare». Questa è la zona del giardino che dà di più l’idea del “non concluso”. Eppure il progetto, nella sua interezza, acquista forse proprio qui il suo senso. Ci sono voluti due anni di lavoro per riportare alla luce questo luogo, rispettando i tempi della natura e assecondando i cicli di un giardino che L’anfiteatro romano rinvenuto non poteva rincorrere improvvisamente i tempi moderni. durante le opere Eppure c’è ancora da lavorare, da mettere testa, cuore di manutenzione effettuate dalla e mani in quest’opera, che a voler ben vedere non sarà Provincia di Treviso, mai conclusa. «Quando faccio un giardino, voglio poterlo è una terrazza naturale che dà seguire, per vederlo crescere» commenta Buziol «è una sulla vallata sotto grande fonte di gioia, perché il tempo di un giardino è Asolo. lungo, ed è bello poter arrivare a vederlo nel suo massimo splendore. Questa è la grande soddisfazione di un giardiniere, dare il tuo personale contributo per PER far splendere qualcosa che c’era prima di te e che INFORMAZIONI: continuerà a esserci dopo di te». BellAsolo – Servizi turistici info@bellasolo.it www.bellasolo.it

PER SAPERNE DI PIÙ SU KRISTIAN BUZIOL info@kristianbuziol.it www.kristianbuziol.it

FINALE SELVAGGIO Nella zona archeologica si trova prato rustico, e scendendo verso la fine del giardino tutto diventa più selvatico. Un prato armato conduce nella parte più in basso, voluto così da Buziol, perché ha portanza anche quando è bagnato, non ha cedimenti. Il frutteto della Stark è stato mantenuto e occupa la scarpata. Il primo anno tutta la scarpata era stata fatta a prato fiorito, in idrosemina. «Quest’anno

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Il grande esemplare di rosa Mermaid che ingentilisce la zona archeologica.


IL GIARDINIERE

Bulbi e cipolle

ANNA PIUSSI

Garden designer, insegnante di storia dei giardini, medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.

C’è stato un tempo in cui un bulbo di tulipano valeva come una casa in centro ad Amsterdam. Ora sono alla portata di tutti, e tutti possiamo apprezzarne il valore e la bellezza. Soprattutto conoscendone la storia… di ANNA PIUSSI

O

gni anno mi confronto con i bulbi in giardino. Da gennaio spingono, per fine febbraio emergono sempre più visibili, varietà e numeri incalcolabili di bulbi, principalmente Narcissus, che per marzo sto spronando e rimproverando a ritmi alterni: “Quando pensi di fiorire? Non dirmi che anche quest’anno farai solo foglie e niente fiori! Ma tu, non dovevi essere un Narcissus tazzetta piccolo e profumato, come mai sei diventato un Trombon d’oro cascone?”. Ai bulbi mi lega non solo la necessità di colore e profumo alla fine dell’inverno, ma la storia del giardino, perché ne sono un capitolo epocale. Nella eterna gara a chi piscia più lontano che sembra far parte del DNA umano, i bulbi hanno avuto un ruolo importantissimo. Prima della Porsche, dell’IPhone in oro zecchino, dello yacht con gli

interni in pelle di canguro, lo status symbol per i veri ricchi era una collezione di “cipolle”. Sì, in Italia quello era il nome dato alla collezione di bulbi non solo inappetibili, ma così cari che con uno solo ti compravi un campo di cipolle vere e il contadino per starci dietro.

ASCESA E CADUTA La mia è una collezione mista di bulbi comprata a Istanbul ed Amsterdam, un eco della rivoluzione nei giardini europei cominciata a metà ‘500, quando sono arrivati dai paesi dell’Est i primi bulbi, come Narcissus e Tulipani, originari della Turchia e Iran. Coltivati già da tempo nei giardini persiani e turchi, questi bulbi vengono commerciati e ulteriormente ibridizzati da mercanti, principalmente olandesi, portando alla famosa Tulipomania, un evento che tuttora affascina storici ed economisti, e fa rabbrividire i vivaisti. Intorno al 1630, in Olanda, crebbe l’infatuazione per i tulipani, particolarmente

PARLIAMO DI Narcissus Tulipano Semper Augustus Allium selvatici, come l’allium viminalis Allium decorativi, come Allium Cristophii e Allium sphaerocephalon Ornithogalum umbellatum e narbonense Gladiolus commmunis ssp. byzantinus Nerine Amarine

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IL GIARDINIERE

una volta ospitava una collezione di uccelli esotici, danno accesso a questo gioiello botanico. Nell’era dell’aereo, dell’esotico a portata di mano, nei Giardini Segreti di Villa Borghese si può ancora rivivere l’emozione di contemplare un fiore scovato in un remoto altopiano della Turchia, racchiuso in uno scrigno in cui il mecenate raccoglie esempi della flora e fauna da tutti gli angoli del mondo conosciuto.

DALL’ESOTICO AL LOCALE

quelli screziati, variegati, sfrangiati, di una complessità barocca amata dei pittori dell’epoca. I bulbi raggiunsero prezzi straordinari, in una bolla speculativa di mercato che coinvolse dal piccolo al grande investitore, con un commercio sfrenato non solo di bulbi esistenti, ma di quelli ancora da produrre - un mercato di “futures” pericolosissimo. Nel gennaio del 1637 un solo bulbo di Semper Augustus valeva quanto una casa lussuosa ad Amsterdam, o l’equivalente di 36 anni di paga di un artigiano specializzato. Le screziature sono però prodotte dal virus del mosaico, che alla lunga indebolisce le piante, o le elimina del tutto: e infatti fece fuori i campi di bulbi già venduti, ma mai emersi. Da un giorno all’altro è scoppiata la bolla, e per febbraio del 1637 lo stesso bulbo di tulipano che costava quanto una casa, valeva meno di una cipolla perché non era commestibile: un crollo di mercato che segnò l’Olanda. Ma nel primo Seicento i pittori furono servi, ritrattisti, di questi status symbol dei ricchi. Non c’era giardino ricercato che non avesse una collezione di bulbi - i quadri permettevano di ammirare per tutto l’anno il breve evento della loro fioritura stagionale. I giardini Segreti di Villa Borghese, a Roma, ne sono forse il miglior esempio in Italia. Dietro alte ringhiere, che hanno sostituito i muri originali, ci sono due giardini composti di aiuole simmetriche, frammentate in sezioni più piccole come tessere di mosaico, per la preziosa collezione di “cipolle” dei Principi Borghese. Cancelli imponenti, una enorme voliera affrescata, che

Un campo di narcisi, i bulbi giunti in Europa per primi dall’Est, insieme ai tulipani.

Un esemplare di Semper augustus in un acquerello d’epoca, uno dei protagonisti della prima bolla finanziaria, la Tulipomania.

Di tulipani nel mio giardino non se ne parla nemmeno, li ho piantati una volta e mai più rivisti, fortunatamente, perché nel mio paesaggio non c’entrano nulla. Chi prolifera sono i Narcissus, ricordo dei mei viaggi, ma non dissimili da quelli spontanei nelle nostre colline. Se certi bulbi sono diventati celebri e famosi per la loro provenienza esotica, non scordiamoci la bellezza di tante altre piante bulbose autoctone. Nei campi c’è una enorme varietà di Allium, la famiglia dell’aglio e della cipolla: Aglietto, porraccio, aglio selvatico, gli allium selvatici come l’allium viminalis, che fioriscono a primavera fra il bianco e il rosa, con un fiore dal profumo dolce e forte, nuvole negli oliveti. Inconfondibile perché lo stelo ha invece il classico odore agliaceo. Nelle bordure è un infestante che passo il tempo a levare, ma gli Allium decorativi, dall’enorme Allium Cristophii al più piccolo e naturale Allium sphaerocephalon, ci stanno benissimo. Quanti fiori negli oliveti a primavera! Principalmente bulbi, che fanno in tempo a fiorire e vegetare entro la fine di maggio, prima che il terreno si indurisca nella siccità estiva, e che sopportano arature o fresature periodiche. Gli oliveti si riempiono, oltre che di allium, di Ornithogalum, umbellatum e narbonense. Il nome comune per questi bulbi dalle alte infiorescenze bianche è “Latte di gallina” - che già li rende irresistibili - ma sono anche noti come Stella di Betlemme per la forma a stella del fiore. Il primo forma una specie di ombrello di fiorellini, il secondo più una punta, ma entrambi sono bellissimi, visibili da lontano per il bianco puro dei fiori e le foglie verde fresco. Possono essere coltivati in giardino se si tiene presente cos’è il loro habitat naturale, ovvero la capacità di crescere nonostante la forte competizione dell’erba circostante. Quindi si possono lasciare prosperare allo stesso modo dei Narcissus, nella mezz’ombra di un albero deciduo, o in pieno campo, dove si possa aspettare che siano sfioriti per poter falciare.

LO SAI? Nel 17° secolo, in Olanda, alcuni tulipani a motivi geometrici avevano un enorme valore, al punto che un singolo bulbo di Semper

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augustus fu quotato per 6mila fiorini. Oggi sappiamo che le striature di questi tulipani erano causate da un’infezione da potyvirus, ossia

virus filamentosi a cui sono sensibili anche i gigli. Gli effetti sono dovuti alla replicazione dei virus che causano una distribuzione

alterata dei pigmenti nei petali. Purtroppo però l’infezione non è benigna: nelle generazioni successive il bulbo si rimpicciolisce

finché non è più in grado di fiorire. Per questo motivo la maggior parte delle varietà di tulipani striati, tra cui Semper augustus,


I gladioli selvatici non sono bulbi, sono piccoli cormi che scavano molto in profondità nel terreno.

VUOI QUELLO CHE NON PUOI AVERE Anche il gladiolo selvatico, o Gladiolus commmunis ssp. byzantinus, sopporta il regime punitivo degli oliveti, e lancia spire di infiorescenze colore magenta a maggio. Prolifera negli oliveti ma l’effetto è sporadico, se ne vedono esemplari di tanto in tanto, mai gruppi folti. Una loro caratteristica, che deve garantirne la sopravvivenza, è di avere le orecchie, e delle punte di trapano invece di radici. Giuro che scavano quando ti sentono avvicinare. Ti ci vuole una vanga per arrivare a fondo di una pianta, perché lo stelo sottile può continuare un bel po’ sottoterra prima di arrivare al bulbo. Non sono esattamente bulbi, ma piccoli cormi dalla scorza scura e dura. Portati in giardino si comportano come quei gatti randagi secchi secchi che adotti per pietà; si fanno abbastanza i fatti loro, ma diventano grassi e miti. Nel giro di un paio d’anni, la manciata di gladioli raccolta si è allargata, moltiplicandosi in maniera impressionante, e la foglia è passata dall’essere una lunga lama sottile, uno stiletto di neanche un centimetro, a un buon coltello da cucina larga tre centimetri. Crescendo senza la competizione dell’erba alla base, sia pure in una bordura secca, i gladioli fanno una fontana di fiori rigogliosa magenta, un

non esiste più. I virus dei bulbi invece circolano ancora nel mondo, trasmessi dagli afidi, ma contro questi insetti i floricoltori prendono

molte precauzioni per evitare danni economici ingenti. Le variegature oggi dipendono da ibridazioni, non da infezioni virali.

colore anarchico in giardino. Non esiste solo la primavera per bulbi e cormi, all’altro estremo dell’anno esplodono le Nerine. Nome strano per un bulbo che fa un fiore spietatamente rosa, ma lo fa quando proprio ce n’è bisogno, all’inizio dell’inverno. Le Nerine sono piante da sole e secco, quindi sono ricercatissime in Inghilterra dove queste condizioni non ci sono, e i giardinieri creano complesse architetture di roccia e terra sabbiosa per ricreare le condizioni drenate ideali. Quando fioriscono, a novembre, gli inglesi ne sono giustamente orgogliosi perché, nel paesaggio di foglie cadute e cieli sempre più grigi, sembra un miracolo questa grande stella rosa acceso, che dura quasi un mese sullo stelo. Qui, stranamente, ne ho visti pochi nei giardini, forse perché la natura umana ci porta a rincorrere il difficile: al nord, è il caldo secco, qui è il fresco umido, quindi ci si svena per l’illusione di un pratino all’inglese. Le Nerine crescono bene su muri a secco, lungo sentieri, nel ghiaino, insomma tutti i posti dove puoi lasciarli a vegetare durante l’estate, quando fanno cespi di lunghe foglie verde scure, per poi fiorire ad autunno inoltrato. Non essendo una amante del rosa shocking, mi sono avvicinata alla specie solo quando sono emerse cultivar nei toni del rosso, ma devo dire che lo spettacolo di queste stelle colorate, così a lungo, nel cuore di novembre, mi ha fatto perdonare anche le loro sfumature più confettose. Si apre adesso un capitolo interessante con le Amarine, un ibrido fra Amaryllis e Nerine, nato per il mercato del fiore reciso per cui è particolarmente adatto, con lo stelo lungo e la capacità di durare a lungo in vaso, ma anche ideale per il clima mediterraneo, visto che vuole sole e secco; e ideale per giardinieri come me, perché vuole solo essere lasciato in pace.

Allium Star of Persia. Moltissimi sono gli Allium che possiamo trovare nelle nostre regioni, e quelli decorativi sono davvero magnifici.

IL NOSTRO CONSIGLIO Scegliere varietà di bulbi locali permette, in pochi anni, di avere magnifiche esplosioni di fioriture senza doversi spendere in molte cure, che non sempre ottengono il risultato sperato. La gamma di bulbi di tulipani di Franchi sementi è particolarmente ampia e offre una grande quantità di varietà di tulipani botanici e non.

Le Nerine fioriscono in novembre, nel momento “di magra” del giardino. Hanno bisogno di un terreno molto drenante, quasi sabbioso. Originariamente rosa, sono adesso disponibili nuove cultivar più sul rosso.


IL SEGNALIBRO

Mettiamo le mani in pasta Riprendere il contatto col mondo e con le nostre capacità, attraverso una scelta di letture estive. Divertitevi di MARTA MEGGIOLARO

COLTIVARE GIARDINI IN MINIATURA. TERRARI E ALTRI GIARDINI MINUSCOLI DA COLTIVARE IN CASA E FUORI di Holly Farrell 144 pagine, 14,00 euro, ed, Il Castello Se non hai a disposizione una grande area esterna, ma desideri avere un giardino, non c’è problema: alla mancanza di spazio si rimedia creando un paesaggio in un solo vaso, o un intero ecosistema in un terrario di vetro. Come? Questo libro mostra varie tecniche per dare vita a giardini minuscoli, che richiedono poco tempo per essere piantati e che permettono anche di esprimere una grande creatività. I giardini di Holly Farrell prendono vita nelle teiere, nei vasetti di marmellata, o addirittura nei tappi di sughero. Dopo una prima parte generale volta a condividere le conoscenze di base per rendere accessibile a tutti la realizzazione di questi minuscoli capolavori, le proposte dell’autore di dividono in quattro stili: terrari, giardini verticali, giardini acquatici e selvatici, giardini produttivi. Ricco di consigli e di nozioni botaniche, il libro trasmette una atmosfera giovane e semplice. Per chi ama la manualità e le atmosfere incantate

URBI ET ORTI. L’ORTO URBANO: MANUALE DI COLTIVAZIONE ECOLOGICA SU BALCONI E TERRAZZE di Josep M. Vallès con un contributo di Letizia Nucciotti, prologo di Bigas Luna 168 pagine, 18,00 euro, ed. Stampa Alternativa / Nuovi Equilibri Josep M. Vallès da più di dieci anni coltiva ortaggi in terrazza. Ha trascorso un anno sugli altopiani venezuelani per un progetto di agricoltura autoctona e per un altro anno ha collaborato all’installazione di serre per la produzione di ortaggi sulle Ande boliviane. L’obiettivo è fornire, da un punto di vista pratico, indicazioni di base a chi desidera coltivare ortaggi sul balcone, pur essendo privo di nozioni di botanica e di orticoltura. Il libro si sviluppa quindi in sezioni che offrono alcune nozioni di base, una parte corposa dedicata alle indicazioni colturali suddivise per varietà di ortaggi, e un glossario finale. L’impresa è per persone che desiderano sperimentare, passare anche attraverso qualche fallimento, e imparare. E forse la conquista più grande non sarà la produzione di ortaggi, perché, come dice Bigas Luna nel prologo, “quando si inizia a coltivare un orto, si inizia a capire la vita (…) grazie all’orto ho imparato a lavorare, ad aspettare, a trattare le persone in modo diverso (…) perché le cose richiedono un tempo e seguono il loro corso”. Per chi vuol capire il detto cinese “se vuoi essere felice tutta la vita, coltiva un orto”

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LA SIMBOLOGIA DELLE PIANTE. MAGIA, LEGGENDE, ARALDICA E CURIOSITÀ DEL MONDO VEGETALE di Carlo Lapucci e Anna Maria Antoni 424 pagine, 25,00 euro, ed. Polistampa L’abete è chiamato anche Primo Sarto, perché una leggenda vuole che le sue foglie, a forma di aghi, siano stati gli spilli con cui Adamo ed Eva intesserono le foglie per coprirsi dopo il Peccato Originale. Regalare la centaura significa dire “ti amo ancora”. Il lampone, invece, simboleggia la sensualità, il desiderio di piacere e la gioia dei sensi, ma anche il rimorso… queste e molte altre informazioni sono raccolte in questo libro, un grande dizionario, in cui fiori e piante sono organizzati in ordine alfabetico per una fruizione semplice. Per ogni pianta i due autori (marito e moglie, uno scrittore e una botanica) si sono occupati di analizzare i più importanti connotati simbolici nelle diverse culture, le proprietà benefiche, l’importanza nella storia dell’uomo. In aggiunta, ogni voce è arricchita da curiosità e riferimenti alla letteratura e al folklore. Per quelli che “La Natura è un tempio ove pilastri viventi lasciano sfuggire a tratti confuse parole; l’uomo vi attraversa foreste di simboli, che l’osservano con sguardi familiari…” (C. Baudelaire)

GIARDINI REALI DI SVEZIA. UN VIAGGIO INCANTATO FRA ARTE E NATURA di Sonia Santella 122 pagine, 18,00 euro, ed. Polistampa L’amore degli svedesi per la natura e i giardini è direttamente proporzionale alla durata del loro inverno, e intenso come la loro breve e splendida estate. I monarchi svedesi, da Gustavo III all’odierno re Carlo XVI Gustavo con la sua famiglia, hanno condiviso questo amore e hanno ornato le proprie residenze di stupendi giardini e parchi. Il nostro viaggio inizia da Drottningholm, la Versailles del nord, con le sue spettacolari prospettive e le suggestioni del parco paesaggistico, dove i piccoli hanno uno spazio a loro dedicato. Solliden è un angolo di Italia nella natura e nella luce nordica, con un elegante giardino all’italiana e il grazioso giardino olandese, che dialogano con le atmosfere appartate del parco circostante. Nella tavolozza di Sofiero lo splendore delle azalee e dei rododendri si accosta alla semplice grazia delle margherite. Segue il giardino di Ulriksdal, un sogno barocco in armonie settecentesche, e si termina a Rosendal, dove la raffinatezza delle architetture e la gloria delle fioriture rendono il giardino un sogno, e allo stesso tempo una scuola di orticoltura biodinamica. Grandi foto, note storiche e una sezione conclusiva con alcune ricette tipiche convincono anche i più titubanti a decidersi per una visita. Per chi ha sempre la valigia pronta

GRANDI GIARDINI ITALIANI - THE ITALIAN GARDEN GUIDE 2017 272 pagine, 10.00 euro, ed. Grandi Giardini Italiani La guida aggiornata e completa dei parchi e dei giardini che fanno parte del circuito di Grandi Giardini Italiani, il network fondato da Judith Wade, che compie quest’anno il ventesimo anniversario. Un contributo fondamentale per il turismo ortoculturale, ampiamente diffuso all’estero, ancora poco sviluppato nel Bel Paese, che pure presenta una ricchezza tale da essere fra le prime mete dei turisti appassionati di verde. Dalla Lombardia alla Sicilia, la guida presenta ogni giardino con una foto, una breve descrizione storica, e soprattutto raccoglie tutte le informazioni utili per recarsi in visita sul posto. Lo strumento utile per organizzare un viaggio, o anche solo la tappa di un viaggio, dedicando del tempo alla scoperta di questi tesori, tutti italiani, tutti da scoprire. Presente anche una sezione dedicata al vicino Canton Ticino. Per chi ha sete di bellezza

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APPUNTAMENTI

LA PIANTA DA RAMAZZA La formazione del nome Calluna vulgaris si deve a due botanici inglesi del ‘800: Richard Salisbury, che aveva definito il genere Calluna traendo il nome dal termine greco kallyno (pulisco, spazzo), poiché il brugo veniva usato per fabbricare ramazze e scope, grazie alla flessibilità e alla resistenza dei suoi ramoscelli. John Hull pochi anni dopo aggiunse il nome specifico vulgaris, che si riferisce all’estrema diffusione della pianta.

Come in “Cime Tempestose” Un piccolo arbusto molto resistente e allo stesso tempo romantico, grazie anche agli echi romanzeschi che suscita. Con la Calluna della serie Garden Girls il giardino e la casa si accendono di colore di BIANCA BELFIORE

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erso la fine di agosto, quando il caldo e le vacanze avranno finito di mettere alla prova il nostro giardino, e si farà la conta dei caduti e dei dispersi, sarà il momento giusto per iniziare a progettare i lavori autunnali. L’appuntamento è quello con la Calluna vulgaris, il “brugo”. Il termine brughiera deriva proprio dal nome volgare della Calluna, da non confondere con l’Erica e la Daboecia, che pur le somigliano, soprattutto perché hanno in comune il fatto che vivono tutte in ambienti as-

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solutamente affascinanti, come le moorlands dello Yorkshire, dove è ambientato il famoso “Cime Tempestose” di Emily Brontë, o le highlands scozzesi. Anche in Italia avevamo alcune brughiere, specialmente in Lombardia, ma oggi la Calluna vulgaris come pianta spontanea è quasi scomparsa: possiamo trovarla nei centri di giardinaggio, e grazie ai tanti colori disponibili le nuove varietà possono aiutarci a comporre una splendida tavolozza in giardino che richiamerà alla memoria quei paesaggi da romanzo.

CENTINAIA DI CULTIVAR Il brugo è una specie rustica, molto poco esigente, ma allo stesso tempo elegante e versatile, una volta che le sia stato assicurato un suolo con il corretto

grado di acidità. Godendo poi di una notevole variabilità, tanto nella forma delle foglie quanto nel colore dei fiori, Calluna vulgaris ha visto nascere una quantità incredibile di cultivar, che assommano a diverse centinaia. Le Calluna della serie Garden Girls, in particolare, sono disponibili nelle forme più diverse riguardo al portamento: esistono piante nane, oppure di medie dimensioni, o anche striscianti, compatte o lasse. Il fogliame può variare dal giallo più chiaro al verde più scuro, attraverso il rosso mattone, il bronzo e il variegato. È possibile anche giocare con le differenti distribuzioni naturali delle foglioline sui rametti. Per il colore delle infiorescenze, che possono essere semplici o doppie, non c’è che da scegliere, e ogni anno la famiglia Garden Girls accoglie qualche novità: si parte dal bianco puro e si arriva al granata, tramite i toni del rosa, salmone, lilla, malva, porpora, rosso sangue. Inoltre, le Garden Girls possono coprire un lungo periodo di fioritura, dall’estate al principio dell’inverno.

INDICAZIONI COLTURALI • Può essere coltivata in tutta Italia, ma il Centro – Nord ha il clima più favorevole • Il suolo deve essere acido, ben drenato, e senza calcare. • Buona esposizione al sole, tollera bene i venti. • Mettere a dimora in autunno, dopo aver liberato il terreno dalle erbacce e aggiungendo torba. • Non è necessario aggiungere fertilizzanti.


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Sogno floreale sul balcone Un autentico multitalento: con il terriccio universale Floragard e gli arbusti perenni si sentono a proprio agio nel vaso!

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iori stagionali, come le primule in primavera, i classici estivi come i gerani e le petunie o i brughi richiesti in autunno, rientrano tra le specie con le quali si addobba e orna volentieri le cassette e i vasi. Mentre queste piante dopo un determinato periodo si congedano dal balcone per sempre, le piante perenni entusiasmano sempre di nuovo anno dopo anno. Alberi potabili come ligustri o bossi, forme a colonna o a nano, p. es. la mela ornamentale ‘Tina‘, creano uno sfondo permanente

per i suddetti alberi a breve durata. Una scelta ancora maggiore è offerta dal gruppo degli arbusti. Non c’è da meravigliarsi che soprattutto gli arbusti con foglie decorative, come la campanula rossa o la tiarella cordifolia vengano sempre di nuovo abbinati alle specie annuali. E non dovete rinunciare al colore, perché il fogliame si mostra spesso in sgargianti tonalità di arancione, rosso o giallo. Se preferite fiori colorati, consigliamo di scegliere piante perenni, come gerani, salvia, coreopsidi o nepete. Piantatele nel terriccio universale Floragard, in modo tale da alimentarle a lungo con tutte le sostanze nutritive necessarie. Aqua Plus® garantisce che le radici assorbono rapidamente acqua anche dopo periodi di siccità.

Suggerimento: Il terriccio universale Floragard è un terriccio completo pronto perl‘uso, soprattutto per piante nei vasi.

Ben fertilizzato nella stagione dei balconi Mettete i vostri fiori da balcone nelle mani migliori: il terriccio attivo per piante fiorite Floragard garantisce la realizzazione dei fiori da sogno – mentre voi vi rilassate e vi godete l’estate. Alimentazione con sostanze nutritive del terriccio attivo per piante Floragard con deposito di fertilizzante attivo Alimentazione con sostanze nutritive del terriccio per fiori tradizionale

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio Agosto

Settembre

Vantaggi del terriccio attivo per piante fiorite Floragard con deposito di fertilizzante attivo: Migliore crescita delle piante Fioritura prolungata Manutenzione ridotta

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Sostanze nutritive sufficienti per tutta la stagione!

Terriccio attivo per piante fiorite Floragard:

Il grafico dimostra quanto a lungo agisce effettivamente il deposito di fertilizzante attivo: se piantate le cassette del balcone all’inizio di aprile usando terriccio per fiori tradizionale, le sostanze nutritive durano solo fino alla fine di maggio. Con il terriccio attivo per piante fiorite Floragard i vostri fiori sono alimentati nel migliore dei modi fino a settembre, quindi per tutta la stagione!

Il terriccio pronto per l’uso con il deposito di fertilizzante attivo garantisce l’alimentazione con sostanze nutritive per una stagione completa!

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… e tutto fiorisce!


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