Greenstyle_Inverno

Page 1

N U O V O. PA S S I O N I D A C O LT I VA R E N E L V E R D E

greenstyle INVERNO 2014 | numero 19

BIO•GIARDINO BIO•ORTO BIO•CUCINA

Euro 2,50

PREZZO di LANCIO

TRIMESTRALE NUMERO 19| INVERNO 2014 - EDIZIONI LABORATORIO VERDE SRLS

Euro

1,20

décor UNA NUOVA CASETTA PER I PICCOLI ANIMALI

cucina IN TAVOLA VINCE LA TRADIZIONE

progetti VOGLIO UN GIARDINO AL TOP. SUL TETTO

Natale

COLORI, LUOGHI E IDEE PER TUTTI I GUSTI


er tutto l’anno

FEBBRAIO

P

GENNAIO

Il nostro calendario 2015 per le piante da interno. Specie in grado di decorare e regalare particolari emozioni

a cura di Filippo Terragni testi di lepiantedonanogioia.it

MARZO APRILE

GIUGNO MAGGIO

segue a pag. 51


espodesign.it

Dà più calore, aiuta l’ambiente, e ti fa risparmiare: il legno. L’uso della legna per riscaldarsi è radicato nella cultura e nella tradizione italiane. Lo dimostrano i 10 milioni di stufe e caldaie installate e i 19 milioni di tonnellate di legno usate ogni anno. AIEL ricorda, a chi ha già scelto una stufa a pellet, l’importanza di utilizzare combustibile di qualità garantita dalla Certificazione ENplus. Per chi sceglierà il calore rinnovabile del legno in futuro, invece, c’è il Conto Termico, l’incentivo che sostiene l’investimento in un nuovo apparecchio domestico di moderna concezione.

Per informazioni sul pellet ENplus

Per informazioni sugli incentivi previsti dal Conto Termico

www.enplus-pellets.it

www.aiel.cia.it

AIEL. Energia dal Bosco al Camino


Bio Agenda 2015 Bio

Protagonisti gli gnomi e il bosco con notizie e racconti su piante, fiori, frutti ed erbe, oltre a tante ricette e curiosità.

Agenda 2015

PRENOTA LA TUA COPIA PRESSO IL TUO GARDEN DI FIDUCIA oppure info@laboratorioverde.net TEL:

0332 989 211

Via Pasubio 16 | 21020 BREBBIA | Tel.: 0332 989 211 | Fax: 0332 989 122 info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net


INVERNO 2014 | L’EDITORIALE

Per Natale, regalate una pianta

O

gni tanto mi fermo a pensare a quanti possono essere i possibili utilizzi delle piante e la risposta è sempre la stessa: infiniti! In ogni angolo, in ogni fazzoletto di terra, in qualsiasi vaso, una pianta trova il suo spazio. E piante e fiori non si limitano solo a decorare un ambiente o un giardino, ma svolgono una funzione determinante, migliorano la qualità della vita. Sempre! In questo numero invernale di Greenstyle abbiamo voluto raccontare alcune esperienze che danno un nuovo valore al giardino: non più uno spazio solo ornamentale, ma fortemente funzionale, utile. Allora il giardino diventa orto, il tetto diventa verde, aumentando il valore dell’immobile, gli elementi esterni si trasformano in compostire e le piante grasse rimettono le radici anche nei giardini del centro delle città. Questi sono solo piccoli esempi che raccontiamo in questo numero, ma l’elenco degli utilizzi di piante e fiori è infinito. Ecco, allora provate a regalare per questo Natale una bella pianta, casomai abbinata anche a un bel vaso. Sarà come regalare un pizzico di bellezza e di benessere. Buon Natale! Francesco Tozzi @Lab_Verde Ps. Il prossimo numero di Greenstyle lo troverete nel vostro garden di fiducia a fine febbraio.

N° 19 - Inverno 2014 Diretto da Francesco Tozzi f.tozzi@laboratorioverde.net REDAZIONE Alessandro Coraggio, Marta Meggiolaro, Filippo Tommaseo GRAFICA Karol Lazarz (Creative Way) PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin s.carlin@laboratorioverde.net SEGRETERIA E MEZZI Katiuscia Morello - info@laboratorioverde.net STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 20120 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 989122 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net

Greenstyle periodico trimestrale, registrato presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA) il 27/03/2007, n. 2. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.

DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi Associata ad Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

Prezzo di copertina: 2,50 Euro • Abbonamento da 4 numeri: 10,00 Euro


e l y t ns

N U O V O. PA SSIONI DA C O LT I VA R E

greenstyle AUTUNNO 2014 | numero 18

e e r g

BIO•GIARDINO

NEL VERDE

BIO•ORTO BIO •CUCINA

Euro 2,50 PREZZO di LAN CIO Euro

déco r

1,20

VERDE SRLS

8 ABBINAMEN TI VASO + PIANT A

• 4 numero della rivista

TRIMESTRALE NUM ERO 18| AUTU NNO 2014 - EDIZI ONI LABORATO RIO

La rivista più completa su giardinaggio e orticoltura distribuita nei Garden Center e nelle Agrarie

tecnologia VOGLIA DI GIA RDINO DIGITALE

cucina

MENÙ COMP LETO A BASE DI UV A

scopr

ire È BOOM DI O RTI URBANI

10

OFFERTA ABBONAMENTO 2015

euro

MODULO d’ ORDINE per ABBONAMENTI greenstyle

Scrivere in stampatello, grazie

cognome e nome

via

cap

n. civico

città

Desidero abbonarmi a greenstyle per il 2015 come da modulo d’ordine.

prov.

Per il saldo di Euro

prefisso

telefono

cellulare n.

Codice Fiscale (per fatturazione)

abbonamenti a greenstyle (€ 10 cad.)

Con l’abbonamento avrò diritto a: •

Edizioni Laboratorio Verde Srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde Srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D. Lgs. 196/03. SPEDIRE per POSTA o via FAX oppure e-mail a: EDIZIONI LABORATORIO VERDE SRLS VIA PASUBIO 16 • 21020 BREBBIA (VA) FAX 0332 989 122 - info@laboratorioverde.net

4 numeri della rivista

INVIERÒ L'IMPORTO: al ricevimento del vostro avviso, usando il conto corrente bancario che mi comunicherete

INVIERÒ L'IMPORTO con: assegno non trasferibile intestato a Edizioni Laboratorio Verde Srls

Via Pasubio 16 | 21020 BREBBIA | Tel.: 0332 989 211 | Fax: 0332 989 122 info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net


SOMMARIO Inverno 2014

L’aforisma “Non importa quanto freddo sia l’inverno, dopo c’è sempre la primavera” E. Vedder

16 PASSIONE VERDE Voglio un giardino al top. Anzi, al rooftop 12 Orto, arrivano le fave

16

I nuovi orizzonti del 2015

18

La “stanza delle meraviglie” per uccellini

20

Antiquario, ma moderno

44

Raku mania

47

RICETTE VERDI A Natale in tavola vince la tradizione

23

È l’ora del tè!

28

BIODIVERSITÀ Flower power

30

A.A.A. cercasi arnia

33

È NATALE Eventi da non perdere!

34

In ogni angolo una stella

36

IN GIARDINO Quando il progetto ha un’anima

38

Cactus, i love you

41

44

LE RUBRICHE

CAROSELLO STYLE Regali sotto l’albero

9

CAROSELLO FINALE Pronte a fiorire

50

IL SEGNALIBRO Libri per sognare

49

41

20

Greenstyle fa parte del progetto Edizioni Laboratorio Verde - www.laboratorioverde.net

|

7


Tutto dedicato agli gnomi

Bio

Calendario 2015

PRENOTA LA TUA COPIA PRESSO IL TUO GARDEN DI FIDUCIA info@laboratorioverde.net TEL.:

0332 989 211

Via Pasubio 16 | 21020 BREBBIA | Tel.: 0332 989 211 | Fax: 0332 989 122 info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net


CAROSELLO STYLE

Nasce TERRARIUM ART, la nuova linea di vasi in vetro con muschi e miniature con soggetti originali, allegri ed eleganti. Muschi e miniature dentro un vaso di vetro, sembrano appartenere a uno stesso piccolo mondo dove tutto convive in una scala geometrica perfetta. (terrariumart.it)

Regali sotto l’albero Idee, pensieri e creazioni per un Natale colorato da festeggiare di FILIPPO TOMMASEO

|

9


NASTRINI, BACCHE E BOTTONI

Con un vasetto e un pizzico di creatività si possono realizzare idee estrose e dettagli di arredo per la tavola delle feste. Carta di giornale, olii aromatici, nastrini e bottoni sono solo alcuni degli ingredienti necessari per dare vita alle proprie creazioni. Agrifoglio e stelle di Natale, bacche e stecchi di cannella. L’idea di Bormioli Rocco.

IL CUORE PORTA-LEGNA

Un nuovo porta-legna a forma di cuore realizzato in corten, materiale che non subisce gli effetti del passare del tempo. Una tipologia di acciaio caratterizzata da un’elevata resistenza alla corrosione, capace di creare emozioni dando fascino e personalità alla casa e al giardino. Di Il Giardino di Corten.

10

|


CAROSELLO STYLE

DOVE NON TE LO ASPETTI

Brussel for soft air: per aggiungere verde anche ai posti dove non te lo aspetteresti. La corda e il sistema di aggancio a baionetta rendono la sospensione sicura. L’altezza si può regolare. Di Elho.

SOFFICI SOFFICI

Aufschnitt presenta una nuova linea di cuscini che si rifanno alla natura e creati dalla designer Silvia Wald. Forme cilindriche, delicate e carnose che ricordano la consistenza di cibi, frutti e verdure. Tutti soffici soffici!

CHE DELIZIA!

Per un regalo dolce e originale: la linea di tavolette di cioccolato Alce Nero prodotte dall’antica maison chocolatier Svizzera socia che fonde il carattere unico del cacao Fairtrade con la dolcezza dello zucchero di canna. Da condividere con tutta la famiglia, la golosa crema spalmabile a base di nocciole e cacao Ciokocrem, un piacere sano e naturale, senza olio di palma, coloranti o conservanti. E poi, il miele.

|

11


PASSIONE VERDE

Voglio un giardino al La tendenza, in arrivo dal nord Europa, sta velocemente prendendo piede anche in Italia. Per trasformare il proprio tetto nel posto più green e più bello della città di MARTA MEGGIOLARO

Vi è mai capitato di passeggiare per la città, di alzare gli occhi e di vedere, sul tetto di un palazzo, la sagoma di alberi, di siepi frondose, di un gazebo, e desiderare di essere lì, a guardare la città dall’alto, immersi fra piante profumate? A me capita spesso – ho il vizio di passeggiare col naso all’insù – e da quando ho visto il film “Se solo fosse vero”, tutte le volte immagino che, salendo su quei tetti, troverei giardini meravigliosi. Non sempre è così, in realtà molto spesso le superfici dei tetti restano inutilizzate e abbandonate all’incuria. Ed è un vero peccato; primo, perché le nostre città hanno bisogno di spazi belli e di incontro; secondo, perché ricoprire i tetti con un giardino aumenta il valore degli edifici. È per questo che recentemente l’Italia ha recepito la tendenza dall’estero e sta cercando di incentivare gli investimenti.

NUOVE DETRAZIONI Una recente delibera del Ministero dell’Ambiente ha previsto incentivi fiscali fino al 65% per la trasformazione del tetto in un orto o in un giardino. È una grande opportunità per tutti gli edifici, residenziali e

12

|


top. Anzi, al rooftop

non; basta che siano dotati di coperture piane, perché sono facilmente trasformabili. I giardini pensili sono belli ed ecofriendly, perché migliorano il microclima, riducendo le emissioni di anidride carbonica, migliorano la temperatura urbana e riducono l’inquinamento acustico, oltre a trattenere le polveri sottili. Inoltre, con una ritenzione idrica del 70-90%, alleggeriscono il carico idraulico sulla rete fognaria e permettono il riutilizzo delle acque piovane, in un momento in cui sempre più Comuni impongono vincoli per lo sversamento di acque piovane negli impianti fognari. Non ultimo, contribuiscono alla tutela della biodiversità.

VANTAGGI ECONOMICI

Le coperture a verde pensile, come abbiamo detto, hanno diritto alla detrazione fiscale, se è dimostrabile che l’intervento non è semplicemente estetico. I giardini di questa pagina e della sucessiva sono stati realizzati con la tecnologia di Harpo, divisione “Verdepensile“. (harpogroup.it)

|

13


PASSIONE VERDE

““TETTI VERDI: UN’OCCASIONE CHE CAPITA A FAGIUOLO”” Abbiamo scambiato due parole con Patrizia Pozzi, landscape architect, che ha lanciato l’iniziativa dei giardini sui tetti in collaborazione con lo studio di architettura lombardini22. Le abbiamo rivolto qualche domanda. D: Come è nata l’idea dei giardini sui tetti? R: «Dall’amicizia con lombardini22 e dalla nuova legge che è uscita di recente, che rende più accessibile la realizzazione di questi progetti». D: I vantaggi sono gli stessi, sia sulle grandi superfici industriali che su quelle domestiche? R: «I vantaggi sono gli stessi, ma su grande scala è ancora più conveniente, perché si abbattono i costi di manutenzione». D: Gli interventi da fare sono onerosi da un punto di vista economico e di durata? R: «Non sono interventi particolarmente onerosi, un pacchetto costa dalle 80 alle 140 euro al mq». D: Quali sono i progetti di cui è più orgogliosa, o a cui è più affezionata? R: «Il nuovo porto che abbiamo costruito in Albania, dove credo si realizzi la fusione fra natura ed architettura». D: Qual è il beneficio più grande, secondo lei, che una famiglia ricava da questo tipo di intervento? R: «Diversi, ma soprattutto la maggiore coibentazione e l’abbattimento dei costi di gestione, oltre ad un miglioramento estetico del paesaggio». D: Quali sono gli interventi più richiesti? R: « Interessano gli orti, ma di gran lunga si cerca di creare uno spazio fruibile in compagnia». D: Questi giardini sono piccole opere d’arte, e come tali in essi c’è qualcosa di impagabile. È d’accordo? R: «Sì, fa parte del peso che si dà alla qualità della vita».

14

|


IL GIARDINO VERTICALE Una delle declinazioni della nuova tendenza è quella di sfruttare le pareti per coltivare piccoli orti o piante ornamentali, sia indoor che outdoor. HW style ha sviluppato Live Picture, un elemento che permette di avere dentro casa un quadro di verde: la cornice può essere bianca, silver o antracite, e l’interno è composto da piccoli vasi. Non necessita di energia elettrica né di troppa cura: è infatti dotato di un serbatoio che dà autonomia per circa un mese.

Live Picture di Hw style, per un verde che è un’opera d’arte.

Oltre ad essere un intervento che migliora la salute e tutela l’ambiente, si ottiene anche un ritorno economico: il valore dell’immobile infatti aumenta, perché al posto di un tradizionale lastrico solare abbiamo uno spazio fruibile ed accattivante, che ha un livello di privacy impensabile per i giardini a piano terra. Il verde pensile inoltre aumenta la durata dell’impermeabilizzazione della superficie su cui è poggiato, perché la ripara dagli stress termici e dagli agenti atmosferici. Infine, in termini di risparmio energetico, il giardino sul tetto è uno strumento per il raffrescamento estivo passivo: riduce le temperature negli ambienti interni, che si mantengono al di sotto dei 26° centigradi, riducendo i costi di refrigerazione; allo stesso modo, protegge del gelo in inverno e attutisce le oscillazioni termiche diurne e annue, senza alcun consumo energetico.

BELLO SENZA FATICA Provate a immaginare il tetto di un edificio interamente coperto a prato fiorito: in città è bello per lo stacco con il resto dell’ambiente, nelle zone verdi invece la bellezza sta nel ricucire immediatamente lo spazio edilizio con il paesaggio circostante. Pensate a un’azienda che allestisce l’immensa superficie del tetto con un orto di cui possono occuparsi i dipendenti nelle pause, e un angolo per godersi il bel tempo e mangiare all’aperto (c’è una onlus che se ne occupa, se non ci sono house farmers fra i colleghi: (www.ortidazienda.org). Oppure, organizzarsi e creare il giardino condominiale in cima al proprio palazzo, con uno spazio gioco per i bambini, un orto per i nonni. Se allestito a regola d’arte e con materiali di qualità, questi giardini richiedono una bassa manutenzione – perché il sostrato è pensato appositamente per la coltivazione, e un basso consumo idrico, perché sfruttano le precipitazioni naturali. Avere un giardino sul tetto, insomma, non è più un lusso: è un vantaggio. Economico, ecologico, ed estetico. Il progetto di Patrizia Pozzi per la sede di L’Orèal a Milano. Sopra una fase dei lavori a verde del nuovo Vodafone Village di Milano.

|

15


PASSIONE VERDE

Orto, arrivano le fave

Semplici da coltivare, buone da mangiare, e molto decorative. La fine dell’autunno è il momento giusto per seminarle di FILIPPO TERRAGNI

L

a fava - nome scientifico Vicia faba - appartiene alla famiglia delle leguminose, caratterizzate dalla presenza del legume o baccello, in cui si trovano i semi della pianta. È originaria dell'Asia ma è ormai presente in Italia da diversi secoli. Ne esistono diverse varietà botaniche: la Sciabola verde, la Quarantina, la Reina bianca e la Super aguadolce sono le varietà più diffuse. Nel nostro Paese viene coltivata soprattutto al Sud, dove viene consumata in misura maggiore, per esempio con ricotta salata, salumi e pancetta affumicata, oppure, specialmente in Puglia, sotto forma di purea insieme con la cicoria; senza dimenticare

16

|

le zuppe miste con farro e lenticchie. Vi è venuta l’aquolina? Allora adesso siamo abbastanza motivati per uscire al freddo e metterle a coltura.

CLIMA SENZA ECCESSI La fava non richiede particolari condizioni climatiche, si adatta senza problemi al caldo delle zone costiere ai climi meno temperati del nord Italia, anche se le condizioni ideali sono quelle tipiche delle coste mediterranea. Insomma, è una pianta che non ama gli eccessi: sopporta senza problemi il freddo, ma non il gelo, si trova a proprio agio


con il caldo, ma non con la siccità. Quindi possiamo coltivarla quasi tutti.

TERRENO RICCO DI AZOTO Per quanto riguarda il tipo di terreno da utilizzare, non è necessario che sia particolarmente fertile, anzi, sarà proprio la nostra pianta che lo arricchirà per le colture successive con un notevole apporto di azoto. È consigliato un terreno senza ristagni idrici, parzialmente argilloso e ricco di calcio. Dopo aver scavato a circa quaranta centimetri di profondità, il terreno va spianato con l’aiuto di un rastrello e privato delle erbe infestanti, con qualche settimana di anticipo rispetto al momento in cui si intende procedere alla semina.

SEMINA, ANCHE IN INVERNO Il periodo indicato è la stagione autunnale, o, nelle zone più calde, l’inizio dell’inverno: così facendo, il raccolto risulterà disponibile ad aprile. E’ bene sapere che il ciclo di produzione della semina autunnale dura il doppio rispetto alla semina primaverile: in altre parole, sei mesi invece che tre. Mettiamo a bagno i semi qualche giorno prima di interrarli, per accelerare la germinazione, così le piantine spunteranno dopo due settimane. Se li avete acquistati vedrete che hanno uno strano colore: è un trattamento che viene fatto per proteggerli dagli insetti. A questo punto possiamo procedere. Dobbiamo realizzare filari distanti l'uno dall'altro circa 60 cm, piccole buche profonde non più di 5 cm, e in ognuna collochiamo non più di tre semi, appoggiati sul lato piatto e con il puntino nero verso il basso. Ovviamente, subito dopo l'interramento dobbiamo iniziare ad occuparci dell'irrigazione, valutando di volta in volta quanta acqua utilizzare, a seconda della stagione e delle condizioni climatiche. Non dobbiamo invece preoccuparci particolarmente per la concimazione, dato che alle fave solitamente è sufficiente quanto riescono ad assorbire dai residui delle concimazioni delle colture precedenti.

CIMATURA E RINCALZATURA Quando le piantine arrivano a circa 16-17 cm, conviene iniziare ad occuparsi della cimatura, cioè dovremo togliere periodicamente la "cima" delle piante, sia per mantenere un certo equilibrio tra produzione e vegetazione, sia per eliminare gli afidi che spesso si concentrano proprio in questo punto della pianta. Un’altra operazione da fare è la rincalzatura: quando la pianta arriva ad almeno venti centimetri di altezza, ai suoi piedi deve essere accumulato terreno preso tra le file, in modo da creare una sorta di barriera protettiva, che tra l’altro ha l’effetto non secondario di migliorare la permeabilità e l’ossigenazione del terreno già presente. Nel caso in cui la zona di coltura si riveli molto ventilata, nulla vieta di sostenere con appositi tutori le piante più alte, soprattutto quando inizieranno a essere appesantite dai frutti maturi.

RACCOLTO DOPO SEI MESI Ogni dieci metri quadrati di terreno sono in grado di produrre, orientativamente, tra i cinque e gli otto chili di fave fresche. Il raccolto avviene a circa sei mesi dalla semina autunnale, in modo scalare: dovremo iniziare dalle fave il cui baccello sarà sufficientemente maturo, per evitare che siano troppo amare. Dopo il raccolto, le fave fresche possono essere congelate. A fine estate, quando le piante saranno ormai secche, dovranno essere falciate.

COME COLTIVARLE IN VASO Non ha bisogno di molto sole, le basta l’angolino in ombra, e non ha bisogno di tante cure, purchè sia riparata dal gelo. Quindi la fava è una buona soluzione per rallegrare il balcone in inverno. Un vaso da 45 cm è sufficiente per interrare una ventina di semi. Fertilizzate il terreno, con concime o con i fondi di caffè, mischiate bene e poi procedete alla semina nello stesso modo detto prima, eccezione fatta per le distanze, che nel vaso non vengono rispettate. La pianta è bella, raggiunge il metro e mezzo di altezza, e ornerà il vostro balcone con grandi foglie argento, a cui da febbraio si aggiungeranno i fiori. E a primavera, avrete un piccolo raccolto.

|

17


PASSIONE VERDE

I nuovi orizzonti del 2015 Un’anteprima della prossima stagione, in cui vivere il presente vorrà dire ritornare al passato. Per raccontare nuove storie, nel cuore della propria casa

1

di FILIPPO TOMMASEO foto e testi di EFSA

Visita il sito internet di Efsa

I

l vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”, diceva Marcel Proust. E un altro francese, Vincent Gregoire, direttore di Art de Vivre, che ha collaborato con EFSA per sviluppare le nuove tendenze della primavera-estate 2015, ha declinato lo stesso concetto nel panorama attuale: «Viviamo in una società consumistica, in cui i consumatori cercano nei trend segnali di vita. Ma le persone non hanno bisogno di cose nuove, hanno bisogno di storie, e uno degli interessi principali è la casa, che è diventato il centro dell’universo, la piattaforma per eccellenza di espressione, emancipazione e creatività. È la ragione per cui stanno crescendo gli orti urbani: si cercano nuovi orizzonti e dimensioni di libertà. Per questo le nuove tendenze cercano “l’effetto wow” in qualcosa di già conosciuto: da qui il titolo “nuovi orizzonti”». I cinque stili che faranno tendenza sono “vitamin vibe”, “poetic project”, “super shore”, “flash fusion”, e “eternal earth”.

18

|

1. VITAMIN VIBE Caratterizzata dalle tonalità primaverili del bianco, giallo e del verde, è la linea fresca e semplice, moderna ed ecologica. Gli interni si riempiono di fiori, le linee geometriche dei mobili esprimono sobrietà.

2. POETIC PROJECT Colori chiari e brillanti da atmosfera estiva per un look industriale con un tocco di vintage, per chi cerca prima di tutto la funzionalità. Le piante sono protagoniste, coltivate sul terrazzo e

5


sul balcone in vasi accostati con praticità e fantasia. Un look che guarda oltre i confini della casa integrandola con elementi raccolti dai viaggi.

3. SUPER SHORE

2

3

La parola chiave è: relax. Questo trend si rifà alle linee morbide delle spiagge e delle onde, da cui trae anche i colori, gli azzurri e le sfumature perlacee delle conchiglie. La casa si arricchisce di mobili e di dettagli che paiono modellati dal vento e dall’acqua, raccolti durante le passeggiate.

4. FLASH FUSION Questo stile unisce il moderno con il retrò anni Sessanta, l’etnico con il classico, in perfetto stile fusion. Come l’esplosione dell’estate, è un look carico di colori caldi che si intrecciano fra loro in motivi grafici. La terracotta grezza si combina con i colori scuri dei mobili uniti a oggetti vivaci.

5. ETERNAL EARTH

4

Il look casual in cui l’esterno si fonde armonicamente con l’interno. La casa si arricchisce di elementi puri nel senso di grezzi e naturali, per sentirsi vicino alla terra. Gli accostamenti sembrano non intenzionali, pur sposandosi perfettamente, i colori tenui riprendono quelli di fine estate, della legna e dei fiori secchi.

|

19


PASSIONE VERDE

La “stanza delle meraviglie” per uccellini In Romagna, dall’amore di Maurizio per l’artigianato e l’ornitologia, è nata “La Bottega di Betti”, dove prendono forma casette per gli animaletti domestici uniche di MARTA MEGGIOLARO

L

a storia della Bottega di Betti ha qualcosa di speciale, sembra una favola uscita dalla fantasia di Guareschi, o di Pascoli; vale la pena raccontarla per gustarla fino in fondo. Maurizio Betti nasce artigiano: il suo papà era un restauratore, quindi fin da bambino è stato a contatto con il legno e con la maestria che serve per lavorarlo. Crescendo, è diventato a sua volta un artigiano, dedito alla costruzione di mobili, alle laccature e ai restauri. Ma nel frattempo un’altra passione si approfondiva: quella per l’ornitologia. Così circa otto anni fa, a Santarcangelo di Romagna, Maurizio accoglie in bottega un piccolo calopsita, che chiama Cippanico e che tiene libero di svolazzargli intorno mentre lui lavora il legno. Anche gli uccellini però, hanno bisogno di un posto in cui riposare: così Maurizio decide di costruirgli una casetta. E pian piano una nuova attività si affianca a quella classica dell’artigiano, che prende a realizzare nidi e mangiatoie per gli uccellini che in inverno vede in cerca di cibo nel castagneto di proprietà della nonna. Il gusto per le cose belle, per il dettaglio, viene esaltato da queste piccole opere, e così la moglie propone di fare un primo, catalogo: arrivano le prime richieste, qualcuno si interessa, qualche rivista parla della nuova attività. Insieme a un amico che si diletta di fotografia, si decide di allestire un nuovo catalogo, che mantiene la stessa impronta della bottega: è qualcosa di molto familiare e artigianale, tant’è vero che l’unico collaboratore è suo figlio, che ha imparato tutto da lui, come nelle botteghe di una volta. «Qui niente è nato per il business, tutto è una passione», sottolinea Maurizio. La tavolozza dei colori, delicati e molto particolari, è un’altra prova di questa cura: Maurizio lavora con i pigmenti puri, si fa da solo i colori in bottega. Sono solo suoi.

20

|


«Qui niente è nato per il business, tutto è una passione»

SCARICA IL CATALOGO

|

21


PASSIONE VERDE

OPERE D’ARTE BELLE E PRATICHE

La prima opera: la casetta Cippanico.

I prodotti della bottega sono pezzi unici, interamente fatti a mano. La loro caratteristica principale è l’artigianalità: anni e anni di mestiere che confluiscono in una cosa piccola e semplice come un nido, una cura nei colori e nel dettaglio, che deriva da un saper fare, da una maestria nell’usare le mani e gli occhi. Nello stesso tempo, però, sono oggetti molto pratici, non solo esteticamente belli. Sono fatti per essere puliti, per resistere, per la manutenzione, perché sono realizzati da un appassionato di uccellini, che sa cosa vuol dire prendersene cura. I prodotti più richiesti sono i nidi. Non sono le casette che usano adesso come soprammobili. Sono pensati per le specie di uccelli che nidificano nelle cavità degli alberi, quindi hanno un foro d’entrata, e dentro un ambiente per il dovuto riparo da predatori. Sono funzionali, fatti per essere messi in giardino, in alto, per resistere alla pioggia e al consumo; e sono anche carini, risultano essere oggetti di arredo per il giardino e per la terrazza. In questo senso, chi compra un’opera di Maurizio si regala qualcosa che fa del bene. Ma soprattutto, «è come farsi una coccola, è un pezzo di poesia − ci spiega − “è così che i clienti spiegano perché scelgono noi». Sono oggetti che trasmettono amore e passione sia per l’oggetto, che è curatissimo, sia per gli animali. Non si acquista solo un oggetto, ma anche tutto quello che c’è dietro. È per questo che si instaura con i clienti un legame particolare: «molti poi mandano le foto di dove hanno messo i nidi, degli uccellini che ci entrano, per manifestare la gioia e lo stupore di questo riuscito contatto con la natura». (www.labottegadibetti.com)

COME SI FA? IN SINERGIA

Maurizio Betti nel suo laboratorio in compagnia dei suoi uccellini.

22

|

» Le voliere, come anche le cucce per i cani e i gatti (la nuova frontiera della bottega), sono realizzate in compensato marino, che è un materiale che va bene per l’interno ed è molto resistente all’esterno. La prima fase è il disegno di un bozzetto, esattamente come quando si progetta un mobile. Qui si vede anche l’ispirazione, che generalmente arriva dal committente, ma che dipende anche dal tipo di uccelli che la voliera ospiterà. L’aspetto pratico è fondamentale, deve essere facile prendersi cura sia dell’oggetto fatto dall’artigiano, sia dell’uccellino, le cui esigenze conosce l’ornitologo: allora si aggiungono le ruote perché siano comode da spostare, l’acqua corrente, la luce se gli ambienti non sono luminosi. Si realizza una cuccia più grande per il cane che non vuole entrare nella sua, una con due porticine per la coppia di cagnolini. Maurizio pensa a tutto, ma aggiunge: «Voglio che forma e decoro siano in armonia con l’ambiente in cui andranno collocate. Per questo la collaborazione con il cliente è essenziale, c’è molto scambio e sinergia».


RICETTE VERDI

A Natale in tavola vince la tradizione di CARMEN ANTONA

Sono diversi i momenti magici con i quali si identifica il Natale: lo scoccare della mezzanotte quando nasce Gesù, l’arrivo di Babbo Natale, oppure la messa di mezzanotte e il momento nel quale ci si scambiano i doni. Per molti il vero centro della festa è la tavola imbandita, sia della cena della Vigilia che quella del pranzo di Natale. E così, ecco il nostro menù per le feste.


L’ANTIPASTO Insalata di arance Ingredienti (per 4 persone) • • • • •

4 arance sanguinella 1 cipolla rossa di Tropea Olio extra vergine di oliva Sale Pepe

Preparazione Sbucciare al vivo le arance eliminando la pellicina bianca e tagliarle a fette alte circa 1 cm. Disporle su un piatto eliminando eventuali semi. Affettare finemente la cipolla e, se si desidera addolcirla, lasciarla a bagno in acqua fredda per 10 minuti, scolarla e asciugarla bene. Emulsionare bene l’olio, il sale e il pepe. Disporre in una ciotola le fette di arancia, la cipolla, l’emulsione di olio e spezie e infine aggiungere le olive. Lasciar riposare a temperatura ambiente per 15 minuti prima di servire. Questa ricetta può suscitare qualche dubbio in chi non l’ha mai provata, ma basterà un assaggio per non abbandonarla più.

I PRIMI Agnolotti in brodo Ingredienti (per 4 persone) • • • • • • • • • • • • •

500 g di farina bianca 6 uova 300 g di stufato di manzo 150 g di arrosto di maiale 100 g di salsiccia 100 g di cervella di vitello 1 mazzo di scarola Parmigiano grattuggiato 2 litri di brodo di carne Burro Noce moscata Pangrattato Sale

24

|

Preparazione Lessare la salsiccia e la cervella per poco tempo, così come la scarola che verrà strizzata e ripassata in padella con il burro. Tritare tutta la carne e mettere il tutto in una terrina, unire la scarola, 3 cucchiai di parmigiano grattugiato, sale, noce moscata e le uova. Amalgamare bene il tutto fino a ottenere un composto di giusta consistenza aggiungendo, se necessario, del pangrattato. Preparare con farina, uova, sale e acqua quanto basta, una pasta da stendere in modo molto sottile. Porre sulla sfoglia tante pallottoline di ripieno e ricoprirle con uno strato di sfoglia, ritagliando poi gli agnolotti con la rotellina dentata. Porre a cuocere gli agnolotti in brodo bollente. A cottura ultimata versare in una zuppiera e servire ben caldo accompagnando con parmigiano grattugiato.


RICETTE VERDI

Bavettine al pesce Ingredienti (per 4 persone) • • • • • • • • •

350 g di bavettine 500 g di pesce di mare (escluso pesce azzurro) 1 dl di olio extravergine di oliva 2 cipolle 1 costa di sedano 1 ciuffo di prezzemolo Salsa di pomodoro Sale Pepe

Preparazione Pulire il pesce e lessarlo in mezzo litro di acqua leggermente salata; appena inizia il bollore aggiungere mezza cipolla, il sedano e il prezzemolo. A cottura ultimata, filtrare il brodo e passare il pesce al setaccio, facendo ricadere la polpa nel brodo stesso e rimettere sul fuoco la pentola in un tegame. Poi far dorare la restante cipolla nell’olio, aggiungere un cucchiaio di concentrato di pomodoro diluito in poco brodo. Quando la cipolla sarà cotta, passare anch’essa al setaccio e aggiungerla al brodo. Lessare la pasta in abbondante acqua salata e, a metà cottura, passarla nel brodo di pesce. Al termine della cottura la pasta dovrà essere una via di mezzo fra la pasta asciutta e quella in brodo.

I SECONDI Cappone bollito con ripieno di amaretto Ingredienti (per 4 persone) • • • • • • • • • •

1 cappone da circa 2 kg 40 g di amaretti 10 gherigli di noce 50 g di parmigiano grattugiato 1 tuorlo d’uovo 50 g di panna 3 cucchiai di pangrattato 1 cipolla piccola Pepe Sale

Preparazione Pulire e preparare il cappone, sbriciolare in una terrina gli amaretti e frantumare i gherigli, unendo il parmigiano grattugiato, il tuorlo d’uovo, il pangrattato, la panna, sale e pepe. Amalgamare bene il tutto e inserirlo nella cavità del cappone, pressando con delicatezza. Cucire l’orifizio e i bordi del collo con ago e filo. Porre il cappone in acqua fredda con una sola cipolla, farlo bollire a fuoco moderato schiumandolo continuamente per circa due ore. Va servito su un piatto tagliato a pezzi con il suo ripieno accanto.

|

25


Sarde in “saor” Ingredienti (per 4 persone) • • • • • • • • • •

600 gr di sarde fresche 50 g di pinoli 50 g di uvetta sultanina 3 grosse cipolle 1 spicchio d’aglio Aceto di vino bianco Vino bianco Olio extra vergine di oliva Olio per friggere Sale e pepe

Preparazione Pulire le sarde, lavarle bene e asciugarle, infarinarle e friggerle in abbondante olio. Scolarle prima che diventino dorate e farle sgocciolare. Pulire la padella con della carta da cucina e rimetterla sul fuoco con mezzo bicchiere di olio di oliva. Unire le cipolle affettate e soffriggerle dolcemente; aggiungere 2 bicchieri di aceto e uno di vino bianco a far bollire. Aggiungere i pinoli, l’uvetta e le sarde, aggiustare di sale e pepe e proseguire la cottura. Sistemare il pesce in una terrina e ricoprire con gli altri ingredienti. Porre la terrina ben coperta in un luogo fresco (non in frigorifero) per qualche giorno prima di servire.

Pignolata Ingredienti (per 8 persone) • • • • • • •

300 g di farina bianca 300 g di zucchero 8 uova 1 bicchiere di marsala 20 g burro Scorza grattugiata di 1 limone Olio per friggere

Preparazione Versare a fontana la farina incorporando cinque uova intere e tre tuorli, conservando gli albumi. Unire il burro ammorbidito, impastare bene e lavorare la pasta aggiungendo goccia a goccia il marsala. Quando la pasta sarà soffice, fare dei rotolini grossi un dito e tagliarli a pezzetti di 2 cm; versate i pezzetti in olio bollente finché non siano ben dorati, scolarli e porli su carta assorbente e poi su un piatto di portata. Mettere sul fuoco metà dello zucchero e mescolarlo sempre nello stesso senso fino a quando non diverrà color caramello; versarlo sui pezzetti con un cucchiaio di legno cercando di unire i pezzetti e creare una montagnola. Rifare il caramello con il rimanente zucchero versandolo poi sui tre albumi battuti a neve con l’aggiunta della scorza di limone. Il composto ottenuto dovrà ricoprire la pignolata che verrà subito servita.

26

|

IL DESSERT



BIO CUCINA

È l’ora del tè!

Ci siamo fatti condurre nel mondo di una delle bevande più conosciute, per scoprire quanta complessità e raffinatezza si celano dentro a una tazza. Bere un tè diventa un’esperienza affascinante, grazie a Chiara. Ma non chiamatela “maestra” di MARTA MEGGIOLARO

Q

uando parliamo di tè (questo è il modo giusto di scriverlo in italiano e ogni lingua ha la sua traduzione della parola cinese “cha”), parliamo di foglie di due piante specifiche, entrambe appartenenti alla famiglia botanica delle camelie. Il tè cinese proviene dalla pianta autoctona chiamata Camelia sinensis, mentre il tè indiano dalla pianta autoctona chiamata Tea Assamica, originaria della valle dell’Assam e diffusa in tutta l’India,

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI Chiara ha lavorato per anni come esperta tea brewer di tè orientali pregiati a Londra, perciò i rivenditori da cui si rifornisce sono principalmente cinesi e londinesi, come teahong.com, di Hong Kong, e eastteas.com di Londra. E’ possibile acquistare online da questi siti con serietà e velocità. In Italia buone le selezioni di tè puri che offre La Teiera Eclettica di Milano (teieraeclettica. it), da cui si trovano in special modo tè giapponesi di comprovata qualità e freschezza. Da segnalare anche la piccola ma preziosa scelta di tè cinesi pregiati che in alcuni periodi dell’anno si possono trovare da Namastey, a Roma (www.namastey.it).

28

|

lo Sri Lanka, l’Indonesia e vari paesi africani. Per saperne di più ci siamo fatti condurre nel mondo di una delle bevande più conosciute, per scoprire quanta complessità e raffinatezza si celano dentro a una tazza. Bere un tè diventa un’esperienza affascinante, grazie a Chiara. Ma non chiamatela “maestra”. D: Qual è la differenza con tisane e infusi? R: «La differenza con infusi e tisane è che questi non comprendono foglie di tè. Poi c’è il caso dei tè aromatizzati al limone, alla pesca, e così via: questi sono un misto di tè e infusi, ognuno con origine diversa. Il tè marocchino, ad esempio, nasce dalla necessità di avere una bevanda calda che attivi il metabolismo al fine di sudare e alleviare il calore interno ed esterno del corpo, grazie al vento: per questo è composto con la menta, che rinfresca, lo zucchero che sostiene, e il tè verde, quello che rilascia maggiori quantità di caffeina nell’acqua, attiva tutto il processo. Viene ricevuto nel Nord Africa nel Settecento, grazie ai mercanti turchi che commerciavano tè cinese economico e di bassa qualità sulle coste del Mediterraneo. Ci sono molte differenze tra le varie miscele, ma


di sicuro l’aromatizzazione massiccia che definisce l’attuale mercato europeo del tè, con un saldo monopolio economico di imprese tedesche e francesi, proviene da una cultura nord-europea e russa, anche se i cinesi hanno elaborato i processi di aromatizzazione nel corso dei secoli». D: Il tè ha delle proprietà benefiche? R: «Certo. Conta numerosi principi attivi ma i più noti sono: la caffeina (detta anche teina) che attiva fortemente il metabolismo e la teanina, un potente rilassante del sistema nervoso centrale. La combinazione dei due spiega perchè bere il tè sia un buon modo per mantenerci rilassati ma svegli in modo costante e senza il tipico “crollo” che avviene dopo qualche ora si è bevuto un caffè». D: Come mai nella civiltà cinese e giapponese fa parte di un vero e proprio rituale? R: «Il tè è originario della cultura cinese, lo si usa con la precisa consapevolezza delle sue proprietà da più di duemila e settecento anni. In Giappone il tè arriva nell’ottavo secolo d.C. grazie agli spostamenti dei monaci buddisti, che viaggiando portavano con loro i semi delle piante ed una certa sapienza nel lavorare le foglie. Successivamente l’uso del tè divenne, nelle case facoltose dei feudatari locali, un modo raffinato per accogliere l’ospite e ringraziare i samurai di difendere la propria terra. Sia in Cina che in Giappone la cultura del tè corrisponde all’atto della condivisione e del ristoro». D: Da cosa si capisce che stiamo bevendo qualcosa di buono? Per te qual è il migliore? R: «Il modo per riconoscere un tè orientale di buona qualità è valutare e apprezzare la persistenza del retrogusto. Molto accade sul palato quando il liquido attraversa la nostra bocca, ma altrettanto un buon tè deve lasciare dopo essere stato ingoiato: dolcezza, note saline, alcuni gradi di astringenza, aromi floreali o fruttati o tostati a seconda del caso, ogni differenza è relativa a come il tè è stato prodotto e da dove viene. Ma si tratta di un’esperienza sensoriale che non può finire con l’aver semplicemente buttato giù un sorso. Il mio gusto personale è tutto orientato sulla famiglia degli oolongs e dei puer, e se proprio devo dire cosa amo senza riserve, allora mi dichiaro una “phoenix girl”, ovvero un’amante entusiasta dei pregiati Tè Oolong della catena montuosa della Fenice, al confine tra le regioni del Guangdong e del Fujian in Cina».

lavorare con loro è un modo per difendere la qualità e proporre la conoscenza della cultura originaria di questa antica, pregiata bevanda. In sostanza, questo immenso spettro aromatico offerto dalla Camelia sinensis rende possibile infondere ripetutamente le stesse foglie. Infondere il tè secondo questo metodo – che si chiama gong-fu cha, ovvero “tè ben fatto” – è una tecnica specifica che asseconda sempre la qualità del tè scelto; un processo opposto all’uso corrente “occidentale”, in cui un cucchiaino di foglie viene praticamente “stufato” per lunghi minuti al fine di ottenere una gran quantità di liquido bevibile in una sola tazza. Le infusioni multiple, invece, ti permettono di comprendere ogni volta il percorso aromatico di foglie diverse che, aprendosi ogni volta sempre un pochino di più nell’acqua, rilasciano diverse sostanze e creano un’esperienza sensoriale davvero prelibata». D: Quali sono gli strumenti necessari per bere un ottimo tè? R: «Una volta acquistato un tè in foglia, il miglior modo per farlo è utilizzare un contenitore – che sia di porcellana o metallo – ben pulito. È un vecchio ed errato costume che le teiere non vadano lavate; i depositi di tannino che scuriscono le pareti in realtà modificano il sapore del tè costantemente infuso là dentro e lo rendono amaro. Le tisaniere sono ottimi utensili per praticare le multiple infusioni: basta rimuovere il corpo centrale seguendo il minutaggio necessario per ogni infusione e bere ciò che resta nella tazza. Un occhio particolare va alla temperatura e alla qualità dell’acqua: mai 100 gradi (che bruciano ogni tipo di foglia sottoposta a tale shock termico), ma 90 gradi per i tè ossidati (ovvero i neri, gli oolongs, i puer e alcuni bianchi) e 70 gradi per i verdi ed alcuni bianchi (per i verdi giapponesi poi, molto delicati, si arriva fino a 50 gradi!). La qualità dell’acqua è definita dal suo residuo fisso che deve essere basso, ad indicazione di un buon bilanciamento di minerali».

CHI È CHIARA » Chiara di Chayudao (che in cinese vuol dire proprio “incontri nel tè”), esperta sommelier, propone degustazioni come percorsi di conoscenza di tè pregiati orientali. Sul suo sito: www. chayudao.wordpress.com si trovano il suo curriculum e le sue proposte.

D: Tu ti occupi di insegnare l’arte dell’infusione. Ci spieghi di cosa si tratta e che valore aggiunge alla bevanda? R: «Diciamo prima di tutto che io non sono una “maestra del tè”, solo i cinesi possono fregiarsi di questo titolo. Io sono un’esperta delle infusioni, sono specializzata in questa pratica da anni e mi sono dedicata a tè rari cinesi e giapponesi proprio perché ne apprezzo la varietà aromatica ma anche la cultura della condivisione che sta alla base. Conosco molto bene i tè indiani, ma la scelta di non

|

29


BIODIVERSITĂ€

Flower power Le piante interpretano un modo allargato di intendere il verde che chiama in causa il marketing, la salute e l’arte. E i giardini sui tetti aumentano il valore degli immobili di STEFANIA MEDETTI

30

|


A

due passi da Park Avenue, l’Intercontinental New York Barclay ha da poco festeggiato i tre anni del proprio roof garden. Il quattordicesimo piano dell’hotel, infatti, ospita una ricca coltivazione di basilico, peperoncino, pomodori ciliegia, carote, lattuga, menta e timo. Quello che un tempo era uno spazio destinato a condizionatori e macchinari, oggi accoglie una comunità di 80mila api che producono miele per gli ospiti dell’hotel. Il Barclay non si ferma qui, perché in cucina ha installato una macchina per la produzione di compost che trasforma gli avanzi alimentari in fertilizzante per l’orto sul tetto. Una scelta ecologica? Non solo: per l’hotel è una forma di pubblicità che non costa nulla, ma che accende i riflettori nell’affollato mercato degli alberghi di lusso della Grande Mela. Il lusso, appunto. Sono soprattutto gli hotel a cinque stelle a tirare la volata al verde, usato come biglietto da visita per distinguersi dai concorrenti. Ma non solo, è anche un mezzo privilegiato per conquistare quella fetta di viaggiatori che – vuoi perché in cerca di novità o vuoi perché sensibili alle tematiche ambientali – ha bisogno di esperienze nuove. A questo proposito, l’hotel Tierra Patagonia che contribuisce alla riforestazione del Cile dopo che gli incendi che hanno devastato i parchi, regala ai suoi ospiti un seme virtuale da piantare nell’ambito del progetto “Reforestemos Patagonia”. L’ospite può decidere dove far piantare il “suo” albero, tracciabile con coordinate gps via Google Maps che vengono inviate per email. Sempre in tema di marketing, una ricerca condotta dal sito

Ozone Garden di Chicago: sulle foglie è visibile il danno provocato dall’ozono. (University Corporation for Atmospheric Research).

immobiliare americano Realtor.com rivela: «I giardini sui tetti stanno rapidamente diventando uno dei modi più popolari per attirare compratori e incrementare il valore di un immobile». Su mille acquirenti, infatti, il 51% ha considerato il giardino come la variabile più attraente di un appartamento, una caratteristica che, addirittura, precede la voglia di un open space e di dettagli curati. In base ad alcune stime, un giardino sul tetto può accrescere del 5% il valore dell’immobile.

NOVITÀ PER L’AMBIENTE Gli scienziati del National Center for Atmospheric Research in Colorado hanno aperto un nuovo fronte nell’utilizzo delle piante. “Ozone Garden”, infatti, è un piccolo giardino le cui piante sono state selezionate per la capacità di reagire all’incremento dei livelli di ozono. In particolare, ci si trovano pioppo tulip, euforbia, fagioli, patate ed echinacea. «Per quanto l’americana Epa (Environmental Protection Agency) abbia fissato a 75 parti di ozono per miliardo il limite per la salute, le piante sono in grado di segnalare esposizioni molto più basse, fino a 40 parti per miliardo. È come il canarino nella miniera», osservano i ricercatori. Superare per un giorno i livelli di guardia non è sufficiente per evidenziare l’aumento di sostanze pericolose per la salute, ma le piante – come le persone – accumulano il danno e a poco a poco evidenziano gli effetti dell’esposizione prolungata ad agenti inquinanti. A questo proposito, le piscine di acqua naturale guadagnano un crescente consenso, perché permettono di evitare l’uso di sostanze chimiche dannose per la pelle e per i capelli. In pratica, il giardino acquatico è dotato di un ecosistema che in maniera naturale purifica l’acqua. È stato finanziato dall’Unione Europea, invece, “Briter Water”, un progetto francese per la filtrazione delle acque dell’industria alimentare che utilizza un innovativo sistema di bambù. «Il sistema assomiglia a una normale piantagione di bambù che si integra armoniosamente nell’ambiente circostante», ha spiegato Frédéric Panfili, direttore scientifico dell’operazione.

BUONE IDEE/1 PET: UNA RAGIONE IN PIÙ PER RICICLARE LE BOTTIGLIE DI PLASTICA Lo scorso anno, l’americano medio ha utilizzato 167 bottiglie di plastica, ma solo 38 di queste sono state riciclate. Considerato che l’Italia è uno fra i paesi che consuma più acqua in bottiglia, l’idea di Takuya Hasegawa, studente giapponese ideatore di Petomato, potrebbe dare nuova vita alla plastica. Letteralmente. Sì, perché Petomato è un kit che permette di coltivare pomodori, basilico e peperoncino sostituendo il tappo della bottiglia con un filtro che contiene i semi e sostrato. Dopo la fase di germinazione, all’acqua della bottiglia va aggiunto il fertilizzante; la luce e la cura della pianta fanno il resto. www.buypetomato.com

|

31


BIODIVERSITÀ

altri. Non solo perché settimanalmente cambia look, ma anche perché le piante – palme, piante grasse, bromelliacee e mediterranee – sono presentate in vasi di terracotta colorati e diversi uno dall’altro, invece che in anonimi contenitori di plastica. Il garden, inoltre, esprime la sua vena artistica riutilizzando pick up vintage che, a loro volta, sono usati come vetrine per ospitare le piante. È proprio da questa cura per i dettagli che è nato il primo libro: “Piante all’aria: lo strano mondo di Tillandsia”, firmato da un’artista appassionata di queste piante che vivono senza terra e da una fotografa naturale. La peculiarità delle Tillandsie ne ha fatto il soggetto perfetto per scatti artistici: i più belli sono in vendita al garden come poster. floragrubb.com

DIETRO LE QUINTE

Le Ninfee sono una delle piante usate per allestire le piscine naturali, con il doppio vantaggio di decorare ed evitare l'uso di sostanze chimiche nella piscina.

L’industria alimentare, infatti, scarica grandi volumi di acqua contaminati da rifiuti alimentari. I millecinquecento metri quadri di bambù, piantati vicino a una fabbrica nel Sud della Francia, rimuovono o riducono gli agenti inquinanti naturali, complice un sostrato sabbioso. «Abbiamo scelto il bambù, perché molto ricco di radici, è resistente, cresce velocemente e ha anche un alto valore per il riscaldamento: il legno, infatti, può essere riutilizzato come biomassa», conclude Panfili.

VEDI ALLA VOCE ARTE

Le piante, infine, diventano protagoniste dell’arte. Lo dimostra da San Francisco Flora Grubb Gardens che, tanto per cominciare, non è un garden come tutti gli

Come funziona la piscina naturale? Economiche, belle da vedere e verdi: le piscine naturali, in realtà, sono due piscine in una: quella dove si nuota e quella dove le piante si occupano di ripulire l’acqua. La piscina naturale, infatti, è dotata di una zona di rigenerazione la cui dimensione e profondità è calcolata in funzione del volume di acqua della vasca principale. La “pulizia” dell’acqua avviene grazie alla struttura fibrosa delle radici i cui batteri operano come un filtro biologico, rimuovendo le particelle inquinate e l’eccesso di nutrienti presenti nell’acqua, mentre altri organismi “amici” si occupano controllare la proliferazione dei batteri, evitando che i rifiuti si accumulino sott’acqua. La scelta delle piante dipende dal clima, ma tendenzialmente si possono usare tre tipi di piante: quelle che galleggiano, come i fiori di loto o i gigli d’acqua; quelle che emergono, come giunchi ed erbe e quelle che, vivendo sott’acqua, promuovono l’ossigenazione. L’acqua delle piscine naturali è la soluzione ideale, perché risultato di un ecosistema che si mantiene in equilibrio, mentre nelle piscine “tradizionali” gli agenti chimici lavorano per mantenere l’acqua biologicamente morta, perché la natura cerca inevitabilmente di metterci lo zampino.

BUONE IDEE/2 ROOF GARDEN CHIAVI IN MANO Realizzare un garden roof può essere facilissimo, se si ricorre alla formula di Urban Farmers. L’azienda svizzera, infatti, propone un sistema modulare di coltivazione chiavi in mano. Il sistema comprende serre, container riciclati che possono essere utilizzati come uffici e addirittura una scala anti-incendio per avere un accesso diretto al tetto. Dopo aver sperimentato in piccolo, l’azienda di Basilea ha varato i nuovi kit disegnati per coltivazioni più estese e destinati a supermercati, ristoranti, scuole e organizzazioni di quartiere interessate a sperimentare con la formula della coltivazione in città, ma senza le competenze necessarie per partire da zero. Il sistema di Urban Farmers, inoltre, permette di far coltivare piante e allevare pesci: le prime filtrano l’acqua per i pesci, mentre questi ultimi fertilizzano le piante. Alla fine, una fattoria così strutturata può risparmiare fino al 90% dell’acqua usata in sistemi di coltivazione tradizionali, per non parlare del taglio sul fronte di erbicidi e pesticidi. Il primo esperimento su larga scala (400 metri quadrati) ha prodotto cinque tonnellate di verdura in un anno e 800 chili di pesce. (www.urbanfarmers.com)

32

|


BIODIVERSITÀ

I

dati forniti dall’Unapi (Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiana) sono allarmanti: il 2013 ha visto una moria di api del 40%, a cui è seguita una drastica riduzione della produzione di miele, stimata del 50%. E questo comporterà per il prossimo anno un aumento del prezzo del 20-30 per cento.

APICOLTURA URBANA Una possibilità, che da qualche anno ha preso avvio in grandi città come New York, Parigi e Tokio, è accogliere le api in città, sui tetti e sulle terrazze dei palazzi. In questo modo si offre agli sciami in fuga dalla compagna una seconda occasione, si aiuta il business del miele e possiamo ottenere anche importanti informazioni sull’aria che respiriamo. Infatti, un alveare contiene in media 50mila api. Di queste, 10mila sono le “bottinatrici”, cioè quelle che raccolgono il nettare. Ognuna di queste vola su mille fiori al giorno: quindi

A.A.A.

cercasi

Le api arrivano in città. Sistemate sui tetti o sulle terrazze, trovano una nuova casa e diventano valide alleate dell’uomo nel monitorare l’ambiente di FILIPPO TERRAGNI

IN BREVE

beecollective.eu

arnia

» Le api cercano un ambiente meno ostile della campagna » Le città possono ospitarle, in arnie collocate in ambiti protetti » Il miele prodotto è altrettanto buono e fornisce informazioni sull’aria urbana » Si accorcia la filiera di produzione » Si sensibilizza la popolazione riguardo l’ecologia urbana » Si aiuta anche il business del miele

IN ITALIA E NEL MONDO Torino è stata la prima città a investire nell’apicoltura urbana. L’hotel Guala ha inaugurato da un anno sul tetto dell’albergo sei arnie, che forniscono direttamente il miele Millefiori di Mirafiori per la colazione degli ospiti. Tutto è realizzato in massima sicurezza, perché le arnie sono circondate da aiuole molto alte. A Milano invece si sta lavorando a un progetto pilota che porterà gli alveari sui tetti di edifici nobili come la Scala, prendendo a modello l’Opéra di Parigi e la Tate Modern Gallery di New York. In Francia, il centro commerciale Beaugrenelle di Parigi ha annunciato una maxi raccolta di miele – 500 kg, confermando i risultati newyorkesi: la produzione urbana dà risultati insperati. È olandese invece il progetto di un super alveare, una torre gialla alta venti metri, da collocare a Maastricht, ma pronta per essere esportata anche nelle altri capitali europee. Si chiama “Sky Hive“ il progetto di arnie urbane promosso da Beecollective.

un alveare monitorizza un milione di fiori, effettuando un milione di microprelievi in un’area circostante l’alveare di 7 chilometri quadrati. L’analisi del miele così prodotto fornisce informazioni su idrocarburi, metalli pesanti come il nichel e il piombo, pesticidi e radionuclidi, che sono presenti, comunque, in quantità minime. Il miele quindi è buono come quello fatto in campagna e assolutamente non nocivo. Ovviamente bisogna porsi il problema della sicurezza: le api non sono aggressive, ma possono essere pericolose. Quindi è necessario pensare barriere di protezione che separino adeguatamente gli uomini dall’alveare, e la raccolta del miele deve essere fatta con tutte le precauzioni necessarie.

L’IDEA: URBEES

Da quattro anni l’apicoltore Antonio Barletta ha lanciato questo progetto, che ha preso avvio a Torino e presto sarà a Milano. Attraverso l’istallazione di apiari in punti differenti della città, si produce una vasta gamma di mieli urbani mai prodotti fino ad ora, perché ognuno ha una diversa origine botanica a seconda del quartiere di riferimento. Inoltre si accorcia notevolmente la filiera di produzione, e si sensibilizza la popolazione riguardo l’ecologia urbana. Urbees dispone di tecnici esperti in apicoltura che si occupano dell’istallazione e della manutenzione delle arnie per tutti quelli che ne fanno richiesta, ai quali andrà l’intera produzione di miele. Aziende, ristoranti, alberghi, scuole, oppure semplicemente le nostre famiglie, possono così usufruire di un miele personalizzato.

|

33


È NATALE

Eventi da non perdere! Il Parco Più Bello suggerisce nella sua guida online www.ilparcopiubello.it, una selezione dei più suggestivi eventi per le prossime feste a cura di FILIPPO TOMMASEO

I

l Natale si avvicina, i Parchi più Belli d’Italia si animano con mercatini festosi e colorati, laboratori tematici, visite guidate, giri in carrozza, concerti, corsi di pasticceria e molte altre piacevoli iniziative. Abbiamo selezionato per voi alcuni tra gli eventi più significativi del Natale 2014: allora prendete carta e penna e segnate quelli più vicini a voi. Il network del Parco più Bello d’Italia riunisce oltre mille parchi e giardini pubblici e privati tra i più importanti del nostro paese; luoghi da favola che stanno elaborando le loro sorprese per stupire grandi e piccini nel giorno più caro agli italiani.

TRA MUSICA E LABORATORI

Dall'alto: l'Abazia di Rosazzo a Tavagnacco di Manzano, in provincia di Udine. Villa Raimondi a Vertemate con Minoprio (CO). Gli abitanti del Bioparco di Roma.

34

|

Per tutto il mese di dicembre fino al 6 gennaio si terrà nel Parco delle Terme di Levico a Trento, uno dei Mercati di Natale più affascinanti d’Italia, che prende vita nel Parco secolare degli Asburgo, un luogo incantato dove si può ancora godere dell’autentico spirito del Natale. Nel periodo delle Feste, molti eventi animeranno tutto il paese tra fuochi d’artificio, rassegne di canti natalizi, giri in carrozza, laboratori creativi e altri intrattenimenti. Villa Bardini a Firenze, all’interno della rassegna “Sorsi di Musica”, propone tutti i martedì di dicembre, dei raffinati concerti di musica classica con aperitivo. Recital solisti o “duo” con musiche di Mozart, Bach, Beethoven, Schumann per violino, pianoforte, flauto, violoncello. Il tutto nell’incantevole scenario di una delle più belle vedute panoramiche su Firenze. La Reggia di Colorno (Parma) propone, alle famiglie, all’interno della rassegna “Quelle Domeniche al Museo”, dei laboratori creativi rivolti ai bambini di 6/7 anni con attività di cucina e addobbi natalizi. Il 30 novembre si potrà apprendere la tecnica per realizzare dei ponpon dorati da appendere all’albero o per decorare i regali; per domenica 14 dicembre è in calendario


presenta gli ormai tradizionali Concerti di Natale: il 14 dicembre un quartetto d’archi eseguirà musiche di Schubert, Debussy e Mozart; mentre domenica 21 dicembre sarà la volta del Coro di Natale di Tavagnacco di Manzano. Nella capitale il Bioparco di Roma offre quattro giornate in cui si svolgeranno attività ludico-didattiche rivolte a tutta la famiglia. Il 26, 27, 28 dicembre è il momento della Tombola degli animali e di altre divertenti attività “A tu per tu con la Natura”; mentre il 6 gennaio arriva con tante sorprese la Befana per la gioia dei più piccoli. Sempre al Bioparco di Roma i bambini dai 4 ai 12 anni potranno anche prendere parte al Centro Invernale, che si svolgerà dal 22 dicembre al 7 gennaio. Ogni giorno i bambini partiranno per un viaggio alla scoperta degli animali, incontrando i guardiani che li accudiscono e parteciperanno a laboratori naturalistici, teatrali, espressivi e manuali.

IL PERSONAGGIO

DA MARCELLINA IL TEMPO SI È FERMATO FINE ANNO NEL BOSCO

» Un Capodanno d’eccezione, tra personaggi misteriosi, riti propiziatori e cene di gala: il 31 dicembre al Castello di Gropparello (PC). La serata inizia con un percorso magico propiziatorio dell’Ultima Notte dell’Anno nei giardini, nei sentieri e nel bosco del castello, popolati di misteriosi personaggi, custodi di antichissimi rituali, il tutto con cena di gala e il veglione danzante.

un “gustoso” laboratorio di biscotti di pasta frolla. Il Parco Botanico della Fondazione Minoprio (Vertemate con Minoprio, Como organizza per sabato 6 e domenica 7 dicembre l’evento “Un verde e gioioso Natale”. mostra mercato di piante natalizie, laboratori di cucina e di composizioni per bambini, che saranno accolti da Babbo Natale, visite guidate e uno splendido concerto. Inoltre, propone Christmas Camp: laboratori manuali, attività educative e tanti giochi divertenti nelle giornate del 22, 23, 24, 29, 30 e 31 dicembre. I bambini saranno sempre impegnati nelle varie attività dalle 9.00 alle 16.30 nello splendido parco e nelle serre della Fondazione, per trascorrere insieme in modo piacevole e educativo le vacanze natalizie. Il Borgo dei Conti della Torre (Morsano al Tagliamento, PN) tutti i weekend di dicembre propone il mercatino “Anteprima Natale”, con idee regalo per tutti, corsi di pasticceria per i più golosi, grandi e piccini, corsi di maglia per gli amanti del fai da te e tanti altri indimenticabili momenti.

PER TUTTA LA FAMIGLIA

Appuntamento dedicato ai più piccoli a Villa e Collezione Panza a Varese, domenica 14 dicembre, tema: “Il Gusto del Natale”, con un laboratorio tutto da gustare sulla Natività. L’Abbazia di Rosazzo (Tavagnacco di Manzano, UD)

Toscana, Monte Amiata, Abbadia San Salvatore, posti meravigliosi. Terre, colori e profumi che quasi quasi ti fanno sognare e ti accompagnano in luoghi antichi, dove pare che il tempo si sia fermato e la vita scorra più lentamente. Qui, ad Abbadia San Salvatore si può seguire un percorso alla scoperta dei paesi più singolari della Toscana, disteso su un pianaro alla base del cono vulcanico del Monte Amiata, a 800 metri di altitudine, proteso sulla Val di Paglia e sulla Via Francigena. Un borgo che conserva tradizioni e mestieri antichi, dove i segni incisi sulla dura roccia trachitica delle vie strette, i resti delle mura e i palazzi nobiliari, racconta come questa comunità seppe affrancarsi dalla vicina potente Abbazia per svilupparsi in libero comune. E in una di queste viette, si trova il negozio di Marcellina Pinzuti, un posto dove il tempo si è fermato. Vestita con i suoi abiti tipici gestisce un punto vendita dove si possono trovare oggetti antichi, vecchi attrezzi agricoli, prodotti dell’azienda di famiglia: vino, olio, salami, conserve e marmellate. In questo negozio si respira un sapore lontano, buono, che rimanda alla vita dei nostri nonni. E qui, Marcellina, con la sua passione ti parla della storia dei suoi genitori, della sua terra e della sua campagna e ti fa tornare in mente i ricordi, quelli più belli. Azienda agricola prodotti tipici Pinzuti Marcellina, tel. 0577 778040

|

35


È NATALE

In ogni angolo una

Stella

Le Poinsettie sanno reinventarsi in composizioni poliedriche: classiche, originali e moderne. Per centrotavola evergreen a cura di FILIPPO TOMMASEO foto di STARS FOR EUROPE

C

he si tratti di haute cusine, di uno snack veloce, oppure di una cena con ospiti, il centrotavola appropriato serve sempre a creare l’atmosfera perfetta. E rimane un’ottima idea per ogni angolo della casa.

“PICCOLO GIARDINO” Le Poinsettie (o Stelle di Natale) saranno le protagoniste della maggior parte delle case nel periodo natalizio: nelle loro infinite varietà sono, infatti, ideali per essere esibite sulle tavole apparecchiate a festa. Niente porta un tocco di ricercatezza alla tavola più delle belle decorazioni eleganti, e i fiori sono uno degli elementi, per tradizione, più utilizzati. La tavola può essere decorata con qualsiasi elemento la natura abbia da offrire in quel particolare periodo dell’anno e nei mesi invernali potrebbe essere un’idea ricreare un “piccolo giardino” di Stelle di Natale “in tavola”. Grazie alla loro ampia varietà di colori e stili, queste piante sono la decorazione ideale, evergreen, da utilizzare in numerose occasioni e da comporre a seconda dei gusti più diversi.

PRONTO EFFETTO

Sulla tavola apparecchiata, la Poinsettia rivela la sua straordinaria capacità di reinventarsi ogni volta. Che la tavola sia allestita per il pranzo di Natale con la famiglia oppure per un importante banchetto, che abbia un look naturale e informale, oppure sia moderatamente chic, le Stelle di Natale, grazie alla loro moltitudine di colori, forme e dimensioni differenti danno un tocco personale e individuale a ogni centrotavola, qualunque sia lo stile predominante. Da sole o in composizione, come centrotavola opulento, in piantine di formato mignon oppure solamente come delicato ramoscello segnaposto, le Stelle di Natale sanno regalare una delizia per gli occhi. Bisogna assolutamente organizzare e allestire una tavola pronto effetto imbandita all’interno del vostro punto vendita. E sono tante le soluzioni possibili.

MOLTITUDINE DI COLORI Infatti, le Stelle di Natale si possono combinare con molti altri accessori per dar vita a diversi stili di mise en place. Se accostate a posate d’argento, candele e porcellane, trasformano la tavola in un’occasione di festa. Un ambiente semplice e naturale può essere impreziosito con decorazioni rustiche come

36

|


rami e pigne, da utilizzare mescolando questi elementi alle Stelle di Natale. Mentre per uno stile decorativo più moderno è più indicato l’utilizzo di dettagli giocosi. In ogni caso, la vasta gamma di colori delle Stelle si presta a ogni tipo di decorazione. Innumerevoli varianti color crema e bianco, rosso vivo della tradizione, rosa delicato, salmone elegante o rosa shocking sono le tonalità da scegliere in base al gusto oppure alla tendenza del momento. Inoltre, non è indispensabile avere il pollice verde o particolari abilità artistiche per essere in grado di creare una composizione che attiri l’attenzione con questo fiore invernale, basta solo un po’ di volontà e fantasia.

E ALL’ESTERO? In Germania, La Poinsettia è un simbolo consolidato della tradizione natalizia. Le foglie a forma di stella, la colorazione rossa e verde esprimono appieno la stagione invernale. Oggi le Stelle di Natale sono utilizzate, in tutto il mondo e in particolare in Europa, ma anche negli Stati Uniti e da poco in Sud Africa e in Australia, come decorazioni per creare un’atmosfera di festa. Addirittura in India ci sono persone che per tradizione decorano le loro chiese con luci e Stelle di Natale.

|

37


IN GIARDINO

Quando il progetto ha

Passeggiare in un labirinto e sentirsi bene, grazie alla sapienza dei designer. Con un pizzico di umorismo a cura di ANNA PIUSSI

38

|

H

o visto bei giardini a Orticolario 2014, ma BioLabyrinthus mi ha coinvolto al punto che, quando hanno annunciato che aveva vinto il premio Stampa, ho smesso di sentire gli annunci degli altri premi, e sono corsa ad abbracciarne gli autori, Corinne Détroyat e Claude Pasquer, entrambi diplomati della scuola di paesaggismo di Versailles, e residenti la prima in Provenza, il secondo a Versailles. Per me è stata anche una vittoria personale, poichè avevo preso appunti solo su questo giardino e su un vivaista di San Remo, e tutti e due sono stati premiati dalle giurie: quindi non avrei dovuto giustificarmi con


un’anima

OlfactoTrophée ©, un enorme vaso “Medici”, un’urna piena di frutti, realizzata in rete da pollaio. Questa scultura di oltre due metri di altezza nasconde alla base un diffusore di essenze, e di notte si illumina, donando un’atmosfera magica al giardino, e nasconde cibo per gli uccelli e batuffoli di lana per i loro nidi.

il mio direttore e potevo continuare a scrivere come sempre dei miei colpi di fulmine.

DINAMICA SOSTENIBILE In che maniera questa opera ha attirato la mia attenzione? Come dice il nome, è un labirinto, e come appassionata di giardini storici mi sono avvicinata con un misto di curiosità e scetticismo, date anche le intenzioni dichiarate dei progettisti: “una sfida, quella di associare un giardino di stile classico e una dinamica di sviluppo sostenibile”, quindi di mettere l’arte del giardino a servizio della

Un materiale umile come la legna da ardere, accatastata sotto alle sedute e, a formare il cerchio interno del labirinto, rende calda e accogliente la camera più interna del labirinto.

|

39


IN GIARDINO

biodiversità e dell’ecosistema1. Tutti hanno i loro pregiudizi, io almeno li confesso: dico subito che la bellezza è un elemento essenziale del giardino, e tutte le buone intenzioni ecologiche non possono riscattare un giardino brutto. Discorso analogo per l’arte e il giardino “concettuale”, di cui la Francia ha un po’ il culto, con Chaumont-sur-Loire come nume tutelare. Ed è stato a Chaumont nel 2011 che gli autori di BioLabyrinthus hanno cominciato la loro carriera, mettendo già le premesse per un giardino un po’ più cerebrale del solito.

TROVARE NUOVE SINTESI Corinne Détroyat e Claude Pasquer hanno lanciato la loro sfida proprio davanti a Villa Erba, dimora storica in stile reo-Rinascimentale, che domina il parco. Una parte essenziale della progettazione di giardini è relazionarsi all’ambiente circostante, inserirsi nell’architettura e nella natura del luogo. In un giardino contemporaneo di ispirazione storica il dilemma è come rendere omaggio a forme antiche in linguaggio moderno, inserirsi nel presente senza volgere le spalle al passato. BioLabyrinthus sembra un tipico labirinto barocco di impronta circolare, inserito in un quadrato, forma classica del giardino formale francese. La cornice esterna consiste in quattro parterre de broderie, arabeschi barocchi, normalmente ritagliati nel prato e composti di fioriture annuali o da arbusti bassi, e qui invece fatti di sedum incastonati in cornici di ferro. Arabeschi antichi in materiale moderni, con piante che rispettano l’interesse attuale di un giardino a basso consumo di acqua. Il labirinto è una forma di origine antichissima (pensate al labirinto del Minotauro) che rappresenta un percorso spirituale e di scoperta. Si lascia il mondo che si conosce fuori, per inoltrarsi in un percorso che può portare alla scoperta di sé, evidenziata qui dagli specchi, che ci condurrà infine a un centro nascosto dal mondo esterno, un cuore segreto in cui riposare, arricchiti da questa esperienza. Descritto così può sembrare dotto, quasi barboso, ma l’esperienza conferma ancora che i giardini vanno vissuti, sono una esperienza corporea che stravolge il pensiero.

UN GIARDINO A MISURA D’UOMO Un giardino è formato di spazio, prima che di buone intenzioni, ed è la maestria nell’utilizzare lo spazio al suo interno, e a rapportarsi con l’ambiente circostante, che fanno di BioLabyrinthus un vero giardino. Perchè uno show garden sia perfetto deve essere vivibile, riproducibile, devo immaginarmelo in tutte le stagioni, non solo come una installazione temporanea. Qui è possibile, ed è merito sia dei materiali che delle proporzioni, a misura umana. Lo spazio è comodo anche allargando le braccia, e la camera al suo centro è accogliente anche con varie persone che circolano. È un giardino che si rivela nel percorrerlo e che mi percorre ancora la testa. Ne porto via il rispetto per il coraggio dei suoi autori, prima per la maniera creativa in cui sono riusciti a portarlo a termine, e poi per la capacità dimostrata nel prendere la storia del giardino, l’ecologia, l’umorismo, e farne una opera piena di poesia. Questo giardino ha un’anima.

UN OMAGGIO AL RE... E ALLE PERE

Etienne Degove con i designer, Corinne Détroyat e Claude Pasquer

40

|

Claude Pasquer, architetto paesaggista, è co-autore del giardino e artefice delle sue sculture e strutture. Si è prefisso di riproporre elementi del suo paesaggio quotidiano in forme riconoscibili ma con materiali e funzioni inedite. Si dà il caso che insegni alla celebre scuola di paesaggismo di Versailles, quindi che il suo sfondo quotidiano è quello del più grandioso orto storico al mondo, le potager du Roi, ovvero l’orto del re Luigi XIV, il re Sole. Normalmente il labirinto è formato da siepi fitte; qui invece troviamo una struttura metallica tagliata a laser, coperta di rincospermum, e ingentilita alla base da aster e altre perenni che con piccoli accenni di blu e verde ingentiliscono il metallo scuro, caldo di ruggine. I contorni riproducono la sagoma di peri allevati a spalliera, perchè di frutta al re piacevano le pere soltanto, e perchè al poverino non venissero a noia se ne coltivano oltre centosessanta varietà.


IN GIARDINO

Cactus, I love you

U

n angolo dedicato alle piante grasse, alla francese jardin exotique, è una perla rara ma accessibile a tutti, quando ci si fa guidare da Cactusmania. La titolare, Annarita Manera, è l’erede di una famiglia che con le spine ha a che fare da decenni. La si può trovare nelle migliori manifestazioni orticole nazionali, e si riconosce per la divisa: cappello morbido a falde ampie e grembiule d’ordinanza. Lo stand di Cactus Mania si riconosce anche per le tante persone che lo affollano sempre, da Orticola ad Orticolario, con l’immancabile Mimma Palumbo che coinvolge ed affabula tutti i curiosi. Noi di greenstyle le abbiamo incontrate per parlare di giardini realizzati con le piante grasse. Annarita è una flower designer che ha maturato una solida esperienza a Montecarlo fino al 1992, quando ha deciso di dedicarsi completamente all’azienda di famiglia. Il lavoro dei genitori è stato patrimonializzato anche nella progettazione dei giardini. Il mondo delle piante grasse è importante in Costa Azzurra, perché qui sono ospitati giardini incredibili, come il parco di Monaco o il giardino di Eze. Chi vuole continuare a sognare e vivere il clima e il colore della riviera anche una volta tornato in città può farlo, usando le piante grasse nel proprio giardino. L’idea risulta una soluzione vincente non solo per i giardini bordo mare e per chi vive sui laghi, ma anche per tutti quelli che hanno uno spazio dove si trovano in abbondanza luce e calore, ciò di cui hanno bisogno le spine.

I CONSIGLI PER UN JARDIN EXOTIQUE

Posizione soleggiata. Il sole diretto è molto importante, perché le piante grasse hanno bisogno di caldo e di luce. Anche un angolo riparato, non per forza caldo ma protetto da un muro, può essere l’ideale. Preparazione del terreno. Il terreno è una componente fondamentale. Non si piantano mai le piante grasse nella terra che si trova in loco: soprattutto è necessario preparare un fondo molto drenante, soprattutto per

Uno spazio verde che accolga le spine più colorate e pittoresche? Bello e possibile. Anche in città di MATTEO RAGNI

|

41


SCELTI PER VOI » Echinocactus grusonii » Ferocactus stainesii » Carnegiea Gigantea » Trichocereus pasacana

Visita il sito internet di Cactusmania

42

|


IN GIARDINO

l’inverno, perché le piante grasse resistono al freddo, ma non all’umido e ai ristagni idrici. I criteri di scelta delle piante sono i gusti personali; se invece il cliente non ha le idee chiare, può lasciarsi consigliare ed influenzare dalla passione di Annarita, che accostando con sapienza forme e di colori, ottiene risultati gradevoli ed armonici. Annarita Manera, titolare di Cactusmania, fotografata da dario Fusaro.

La fioritura del ferocactus horridus brevispinus.

Le coloratissime spine del ferocactus acanthodes.

PIÙ CHE PIANTE, OPERE D’ARTE

Le piante grasse hanno sempre un ruolo di prestigio all’interno di un giardino. Spesso gli conferiscono valore non solo perché sono piante costose, ma perché assicurano emozioni incredibili. Per esempio, la fioritura di un Ferocactus stainesii è un regalo ed un’emozione unica. Ad Orticolario abbiamo visto degli esemplari di Echinocactus grusonii, il “cuscino della suocera”, dalla spina gialla, e di Ferocactus stainesii, che ha la spina rossa. C’era anche il cactus tipico dei fumetti, che propriamente si chiama Carnegiea Gigantea, e ramifica quando raggiunge i 3/4 metri di altezza. Il Trichocereus pasacana invece ramifica già a 2,5 mt, ed è molto bello anche per i fiori. Una volta scelte le piante, la base del giardino viene realizzata con copri suolo come le Echeveria, le Agave, l’Opuntia, i Mesembryanthemum, i numerosi Sedum, il magico Senecio: semplici, danno un grande risalto alle vere protagoniste. Sono di grande effetto anche le numerose piante nere come Aeonium nigra e tutte le specie delle Canarie. In ultimo, Cactus Mania ha sorpreso i visitatori di Orticolario meritandosi anche una speciale menzione per la collezione di crestate. Qui siamo a un livello di pregio che va oltre il giardino: sono delle sculture.

LA MAGIA DELLA CRESTAZIONE Non è possibile far diventare una pianta normale una “crestazione”: questo fenomeno accade indipendentemente dall’intervento umano, e le piante così possono essere riprodotte solo per talea o per innesto. Le crestazioni hanno origine dalla “fasciazione”, che è una anomalia genetica: l’apice vegetativo impazzisce e il fusto, invece di crescere in altezza, si divide in rami disposti sullo stesso piano e si appiattisce. I rami restano uniti, sembrano un ventaglio aperto, e più la pianta cresce, più il ventaglio assomiglia a una cresta. La ragione pare essere un “eccesso di vigore” che la pianta ha bisogno di sfogare. Tecnicamente è una deformità, non una malattia, e per noi sono dei regali speciali della natura!

|

43


INTERNI

Antiquario, ma moderno

Abbiamo intervistato Davide Mariani creatore della collezione All’Origine. Colori, materiali, e oggetti d’uso quotidiano sono bei ricordi, l’occasione per sospirare che forse “si stava meglio, quando si stava peggio” di BIANCA BELFIORE

44

|


Fra gli oggetti più richiesti, i rotoli di tessuto di lino e canapa degli anni '50.

L’

idea di All’Origine è nata dalla noia dell’antiquariato classico. Era la professione di Davide Mariani da una vita, ma a un certo punto si è accorto che il mercato non si sapeva rinnovare, non si è digitalizzato, e non ha cercato la fidelizzazione del cliente. Nel periodo di vacche grasse andava bene lo stesso, perché era tutto facile, ma poi chi non ha adeguato la propria proposta ai tempi si è trovato in difficoltà. Allora ha pensato di trovare degli articoli che fossero serializzabili, cioè famiglie di prodotti che si trovino con continuità, simili ma diversi gli uni agli altri. Questo fa sì che tutto sia replicabile. Abbiamo incontrato Davide Mariani ed ecco cosa ci ha detto. D: Quando è nata l’azienda? R: «Nel 2011, anche se io sono un trovarobe da almeno 25 anni. Il mio lavoro è girare l’Europa cercando gli oggetti, poi con me ci sono un architetto, che è l’art director, e le ragazze che curano gli allestimenti. È un’azienda al femminile, come gli oggetti che proponiamo, e così anche il nostro target: il 70 per cento dei nostri clienti sono donne, e io credo succeda perche c’è una sensibilità che è squisitamente femminile, che si vede anche solo nel disporre tre bottiglie su una mensola, e che gli uomini possono scordarsi». D: Cosa rende i vostri prodotti concorrenziali in un mercato ricco di oggetti vintage e shabby, che spesso provengono dalla Cina e quindi hanno costi molto inferiori? R: «Il nostro punto di forza è l’autenticità, dichiarata da un certificato. Il secondo punto di forza è il colore, o meglio l’etichetta per colore, che è usata molto dagli architetti per cercare nel nostro shop gli oggetti che diano la nota giusta nel progetto. Infine, la provenienza: i nostri pezzi sono europei, sono oggetti quotidiani che hanno partecipato e ricordano un passato comune, quello dei nostri nonni, perché noi selezioniamo i pezzi dagli anni venti ai sessanta. Nello scegliere c’è un pizzico di nostalgia, fino a chiedersi se si stava meglio quando si stava peggio». D: Quali sono gli oggetti più richiesti nel vostro shop online? R: «In Italia si compra ancora poco online, nel resto d’Europa siamo già al 65 per cento degli acquisti. C’è un gap da colmare, e che pian piano diminuisce. Per quanto ci riguarda, comunque, siamo sempre in positivo da anni. Adesso è alta la richiesta di tessuti in canapa e lino degli anni Cinquanta: sono rotoli intessuti a telaio, fatti a mano, che erano destinati a diventare sacchi per le granaglie e il riso, e invece ora si trasformano in runner, tappeti, cuscini, coprivasi».

|

45


INTERNI

“ A noi piace essere una miniera a cui possono attingere altri creativi ”

D: Quali sono gli stili e i colori più di tendenza per il prossimo anno? R: «A noi piace essere una miniera a cui possono attingere altri creativi, anche se in effetti un po’ “facciamo tendenza” quando scegliamo di acquistare certe cose piuttosto che altre; resta vero comunque che non vogliamo imboccare troppo il cliente, con ambientazioni facili e scontate. Quando presentiamo i nostri oggetti siamo attenti alla serialità, e ai raggruppamenti per colori e materiali. Una delle tendenze che vediamo affermarsi è quella della leggibilità dei materiali. Con o senza stratificazioni delle vernici, il materiale deve essere riconoscibile: il metallo macchiato dalla ruggine, il legno invecchiato… Le imperfezioni si devono vedere, perché è

46

|

come leggere la storia che ha vissuto quell’oggetto. Gli ambienti molto raffinati e curati, in cui non si capisce cosa stai toccando, o cosa stai guardando, perchè le tinte neutralizzano tutto, dicono poco. Lo stile adesso è lasciare la texture dei materiali, per sentire cosa c’è dietro». D: Cosa acquista chi compra un prodotto All’Origine? R: «Acquista qualcosa di unico, di cui potrà dire: questo ce l’ho solo io, con un pizzico di egoismo che in questo caso non guasta, è gratificante. Ed è possibile perché noi lo garantiamo, è un oggetto proprio di quegli anni lì. Siamo lontani anni luce dalle anonime riproduzioni in stile». (www.allorigine.it)


INTERNI

Raku mania R

aku è una parola giapponese che significa “gioia di vivere”. L’insegnamento zen offerto da questa tecnica è che quello che facciamo ci sfugge dalle mani e non darà mai il risultato che attendevamo, perché altri elementi che non controlliamo agiscono sulla nostra opera; e il risultato allora, nel raku come nella vita, può essere più bello del previsto. Zen a parte, la manipolazione dell’argilla è, come tutti gli hobby, un modo per mettere alla prova il proprio estro, e un ottimo scacciapensieri. È per questo che sta conquistando appassionati in modo trasversale in tutta la popolazione, discepoli bisognosi di qualcuno che insegni loro la tecnica. E infatti, la scorsa estate i clay camp in giro per l’Europa hanno registrato il tutto esaurito, così come l’International Ceramic Festival nel Galles e Argillà Italia, il festival biennale di Faenza.

L’arte della ceramica giapponese conquista il mondo. Uomini e donne, grandi e piccini vogliono cimentarsi nell’impresa. I corsi fanno il tutto esaurito di BIANCA BELFIORE

|

47


RAKUSUNTO DIFFUSA FRA GLI HOBBISTI

» » » » »

I corsi si sono moltiplicati e hanno sempre più affluenza Il raku richiede un ceramista che insegni la tecnica Per la doppia cottura occorre un forno Per il raffreddamento servono foglie secche e segatura Il raku offre la possibilità di vedere in poche ore il risultato del proprio impegno

COME SI FA? Il raku prevede due fasi. Nella prima, si manipola l’argilla. E qui occorre imparare ad usare gli strumenti propri dei ceramisti: la spatola, le diverse punte, la miretta. Poi si procede alla prima cottura, e quindi il pezzo viene colorato con gli smalti. La seconda cottura è quella in cui il raku si differenzia dalla ceramica: il pezzo non viene lasciato raffreddare nel forno, si estrae quando lo smalto inizia a fondere e viene appoggiato in un contenitore che contiene foglie secche e segatura, che poi viene chiuso. Questo shock termico, unito alla mancanza di ossigeno, crea le caratteristiche crepe dello strato cristallino esterno. E in poche ore si può già godere del proprio piccolo capolavoro.

UN’OCCASIONE PER I GARDEN

Arturo Saccone, Maestro ceramista di Capodimonte e ideatore di Rakuriosi, spiega: “Buona parte degli hobbisti si orienta verso il raku per la velocità della tecnica e per i colori che riesce a produrre. Il mondo femminile delle hobbiste, in particolare, riesce a forgiare in poco tempo veri e propri gioielli, o a mettere su piccoli laboratori”. In vista del Natale, cimentarsi nell’impresa potrebbe essere una buona occasione per fare da sé regali originali, chiudipacco, decorazioni per l’albero e per le finestre, porta lumini particolari. Certo, bisogna avere un minimo di manualità. Però promette di essere un’esperienza gradevole, e se i lavoretti non vengono proprio benissimo, non importa… è il raku!

48

|

RAKUSTORIA » La tecnica Raku è stata inventata nella seconda metà del XVI secolo in Giappone da un artigiano di nome Chojiro addetto alla produzione di tegole. In questo periodo la “cerimonia del tè” si diffuse tra il popolo (inizialmente era un rito dei monaci e delle classi nobili) e quindi uno dei maestri di cerimonia, Sen no Rikyu, chiese a Chojiro di creare delle tazze adeguate, che avessero un aspetto invecchiato, consunto e tuttavia pregiato. L’artigiano usò lo stesso tipo di materiale e tecnica che si usavano per la produzione di tegole: argille sabbiose e interruzione della cottura appena il rivestimento raggiungeva il punto di fusione. Da quel momento Raku, che era il nome della zona di Kyoto in cui si estraeva l’argilla, divenne il cognome e il sigillo della stirpe di ceramisti discendenti di Chojiro, tuttora attiva in Giappone.


IL SEGNALIBRO

Un libro per sognare Continua la nostra proposta di giardini al femminile. Questa volta ascoltiamo il racconto di Marella Agnelli. Poi ci lasciamo trasportare nel mondo magico dei Bonsai, dell’autunno, e di una speciale notte di Natale Bonsai

Ho coltivato il mio giardino Di Marella Agnelli, ed. Adelphi, 304 pag., 55 euro. Dalla collaborazione con la nipote Marella Caracciolo Chia nasce questa particolare biografia di donna Marella Agnelli. “Nel corso della mia vita, nei momenti difficili, mi sono spesso rifugiata in giardino. Il contatto con la natura, con la pianta viva, mi è stato e continua ad essermi di grande conforto”, spiega. Forse è per questo che la sua vita è disseminata di giardini, a cui ha dedicato la cura e l’attenzione che si riservano solo a ciò che si ama, e che rappresentano per lei la “realizzazione di un sogno”. Una lettura interessante, che apre squarci sulla storia appena passata e apre le porte delle residenze Agnelli per mostrarcene i tesori. Per chi vuole sapere quanto amore e impegno chiede un giardino.

Una lacrima color turchese Di Mauro Corona, ed. Mondadori, 92 pag., 12 euro. La notte di Natale 2014 scompaiono misteriosamente tutti i Gesù Bambino del mondo. Dove saranno finiti? Il mondo va alla ricerca della risposta, fino a che la risposta stessa non decide di manifestarsi, obbligando ciascuno a un serrato confronto con la propria coscienza. Una favola di Natale in versione contemporanea, con cui l’autore invita alla riflessione e al cambiamento. Per chi crede che a Natale dovremmo essere tutti più buoni.

Di Anna Maria Botticelli, ed. White Star, 208 pag., 38 euro. L’autrice è una nota biologa, il soggetto alberi in miniatura, fotografati da Fabio Petroni. Ci sono tutti gli ingredienti per un viaggio emozionante, ricco di curiosità e di suggestioni. Anche perché i capolavori naturali raccolti nel volume fanno parte del Crespi Bonsai Museum di Parabiago (Mi), famoso in tutto il mondo e in grado di competere con le collezioni giapponesi. Per pollici verdi al 100%.

Le foglie d’autunno Di Paolo Pejrone, ed. Electa, 159 pag., 29 euro. “Nell’autunno par che il sole e gli oggetti sieno d’un altro colore, le nubi di un’altra forma, l’aria di un altro sapore”, disse Leopardi. E l’opera di Paolo Pejrone, validamente accompagnata dalle fotografie di Dario Fusaro, fa rivivere ai lettori la stessa impressione, con sapienza e leggerezza. Le citazioni poetiche che accompagnano le immagini completano l’opera con il giusto pizzico di magia. Per chi non è mai sazio di vedere la bellezza del creato.

|

49


CAROSELLO/finale

Pronte a fiorire Nuove varietà molto colorate per la prossima stagione. Tra fascino ed eleganza a cura della REDAZIONE

1 5 1) TANTE SFUMATURE

La DAHLIA XXL dalla linea Suniq XXL è una pianta deliziosa con fiori grandi e colori unici. Tante le sfumature: viola, viola - bianco, rosso, rosso scuro, bianco, giallo e arancio. Può essere coltivata sia in piena terra, che in vaso.

2) UNA ROSA ROMANTICA

Plant'n'Relax® From far awayTM è una romantica varietà di rosa da giardino in vaso, frutto del lavoro di ibridazione di, Rosa Eskelund, con una grande quantità di fiori con un particolarissimo profumo. Affascinante anche il colore, un delicato albicocca con sfumature rosa e foglie lucide e scure, che mettono in risalto lo splendore dei fiori. È una varietà adatta per aiuole, piantata singolarmente, in gruppi o in grandi vasi.

3) SEMPRE UNICO

Arena Vivai, azienda florovivaistica della provincia di Verona, ha lanciato sul mercato la nuova varietà di rosa Gräfin Diana®. Il colore è quello classico, il rosso, affascinante nelle sue tonalità e sempre unico.

4) PARTICOLARE FRAGRANZA

La nuova Gardenia jasminoides ‘CrownJewel’PBR di Plantipp si caratterizza per un portamento compatto, fiori doppi, una particolare fragranza e un’elevata resistenza al freddo (-18°C).

2

5) ROSA ESPLOSIVO

Sempre di Plantipp l’Hydrangea macrophylla LOVE (‘YOUMEH1917’PBR) con mazzolini di fiori doppi color rosa. La pianta inizia a fiorire in un rosa tenue, con sfumature verdi lime, per poi vivarere in un’esplosiva fioritura rosa intenso.

4

50

|

3


Gennaio - ARECA. Palma di Betel, palma dai frutti d’oro, palma pennuta, questi sono i nomi con cui si indica comunemente l’Areca. L’aspetto tropicale di questa pianta trae origine dal suo habitat naturale, le umide foreste pluviali del Madacascar. Febbraio - DRACAENA. La maggior parte delle specie di Dracena proviene dall’Africa subtropicale, ma è anche presente in Asia meridionale e in America centrale. La bellezza del fogliame e la sua longevità , la rendono una delle piante domestiche più diffuse. Marzo - CAMPANULA. Si tratta di una pianta erbacea originaria dell’Europa e molto diffusa in tutto il mondo. Con la sua luminosa cascata di fiori e il suo aspetto raggiante. Aprile - CODIAEUM. Codiaeum variegatum, nota come Croton, è una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae. La grande varietà di colori e forme del fogliame è dovuta alla facilità di incrociare tra di loro le diverse specie.

LUGLIO AGOSTO

Maggio - MILTONIA. La Miltonia comprende circa 20 specie e cresce in Brasile, Argentina, Paraguay e Colombia, in luoghi umidi, all’ombra o alla semi-luce, spesso lungo le sponde dei fiumi. Per la singolare forma dei fiori coloratissimi, sono comunemente chiamate ‘orchidee del pensiero’. Giugno - SUCCULENTE. Meglio conosciute come piante grasse, devono il nome ufficiale al vocabolo latino sucus, che significa ‘succo’. Un nome indovinato, poiché queste piante carnose sono specialiste nell’immagazzinamento dell’acqua. Luglio - GERBERA. La Gerbera è una pianta fiorita da interno e da esterno con foglie lanceolate disposte a formare una rosetta alla base della pianta e ricoperte da una sottile peluria. Nel Settecento è stata scoperta da Gronovio, botanico olandese di Leida. Agosto - SAINTPAULIA. Comunemente nota come ‘violetta africana’, questa bella pianta non solo è una delizia per gli occhi, ma riduce anche lo stress mentale. È indigena in Africa, per la precisoine in Tanzania e nel Sud Est del Kenia, dove cresce in un’atmosfera umida e in luoghi luminosi. Settembre - SCHEFFLERA. Appartiene alla famiglia delle Araliaceae ed è una specie originaria dell’Australia e della Nuova Guinea. Pianta da interni, sempreverde e rustica, di facile coltivazione. È un genere molto adatto alla vita in appartamento e, inoltre, contribuisce a eliminare dall’aria di ambienti chiusi le sostanze nocive che a volte sono presenti nelle case.

OTTOBRE SETTEMBRE

Ottobre - POLYSCIAS. Alle Polyscias appartengono un centinaio di specie di arbusti e piccoli alberi della famiglia delle Araliaceae originarie dell’Asia e della Nuova Zelanda. Sono diffuse in Europa come piante da appartamento vista la loro resistenza e l’estrema eleganza delle foglie. Sono piante che si adattano particolarmente bene a vivere in ambienti poco luminosi. Novembre - BROMELIE. Le Bromelie provengono dalle alte e aspre montagne della Cordigliera delle Ande e dalle profondità e il calore della foresta tropicale in Uruguay. Complessivamente ne esistono più di 2.800 specie. L’elemento che colpisce subito è certamente la grossa infiorescenza, che s’innalza come una fiamma dal centro della pianta. Rosso, giallo, arancione e viola: i fiori della Bromelia sfoggiano colori stupendi. Dicembre - HIPPEASTRUM. L’Hippeastrum è il candidato ideale per colorare gli interni nei giorni bui: unisce bellissime foglie sempreverdi, a uno o più fiori grandi dal colore intenso, che possono arrivare fino a 20 cm di larghezza. E non deve fare molti sforzi per acclimatarsi nelle case.

NOVEMBRE DICEMBRE



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.