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Visioni
Una pioggia di piante e fiori
Come quella che, soprattutto negli ultimi anni, sta coprendo tutti noi. Abbiamo chiesto a Sandro Degni, che con il verde ci lavora ormai da anni, come sono cambiate le richieste e come si è evoluto il settore
colloquio con SANDRO DEGNI di RACHELE POZZATO
Sandro Degni collabora con la nostra redazione da tempo. La sua è una
prospettiva privilegiata perché ha a che fare con l’universo vegetale tutti i giorni da una parte e, dall’al-
tra, anche con il pubblico per il quale realizza terrazzi, balconi e giardini a Milano e dintorni. Pertanto, quando ci siamo interrogati su come sia cambiato il panorama di questa filiera nel corso degli anni e sui suoi possibili punti d’arrivo futuri, sapevamo esattamente a chi chiedere. In queste pagine, trovate
tutto quello che ci ha raccontato: non solo sulla capillare diffusione del verde, ma anche sul suo possibile significato per il florovivaismo e i suoi professionisti.
Come si sono evolute le esigenze dei clienti nel tuo lavoro? «Partiamo da due concetti fondamentali: disponibilità economica e spazio. Negli anni ’90, quando ho iniziato, la possibilità di spesa era maggiore, così come le metrature a disposizione. Lavorando prevalentemente su terrazzi nel centro di Milano, l’esigenza era, principalmente, valorizzare l’abitazione con verde pensile e con angoli ben in vista che facessero risaltare le vedute importanti della città storica. Pian piano, però, è cambiato tutto. Le tipologie di progetti
sono mutate di pari passo con il modificarsi degli spazi e delle
possibilità economiche. Terrazzi e giardini continuano ad essere richiesti, ma sono sempre meno quelli che richiamano le progettazioni del passato. Oggi funziona la bassa manutenzione, piante che non sporcano, gestione veloce e si imposta lo spazio outdoor solo per la bella stagione».
La dimensione del verde, però, sembra essere sempre più centrale… «Un ritorno è avvenuto in questi ultimissimi anni, soprattutto tra le giovani coppie che manifestano l’esigenza di avere “la stanza in più”. Una necessità nata soprattutto in pandemia: è stato nei mesi di lockdown che il balcone, grande o piccolo che fosse, è diventato uno spazio da godersi a 360° e da sfruttare quanto possibile. I soldi risparmiati da viaggi e spostamenti, in molti casi, sono stati reinvestiti proprio qui: chi voleva uno spazio circondato dal verde per poter la-
Sandro Degni. vorare, chi ne aveva necessità per i più piccoli. Le richieste e il lavoro in quei mesi sono aumentate».
Qual è, oggi, la priorità per il cliente? «L’esigenza principale è la fruizio-
ne dello spazio: avere una stanza in più modifica la percezione dello stesso che prima, invece,
era solo estetica. E la richiesta è specifica: un luogo da poter abitare durante la bella stagione».
Rimarrà questa la direzione o ci saranno altre inversioni di marcia? «Per le terrazze la direzione è
QUELLO CHE MANCA È UN CONFRONTO, UNO SCAMBIO DI COMPETENZE, CHE AIUTEREBBE GLI OPERATORI DEL VERDE ANCHE A PRESENTARSI COME FIGURE SPECIALIZZATE NECESSARIE
recuperare uno spazio verde
e fruirne il più possibile. Le persone, soprattutto in città, hanno bisogno di un angolo per sé. Per quanto riguarda i giardini, il discorso è più complesso perché entra in gioco, anche qui, il fattore economico: il prato è difficile da mantenere, impegnativo e soprattutto dispendioso».
Come mai, secondo te, questa “invasione di verde” sta scoppiando proprio in questo periodo? «C’è più attenzione al verde
perché lo si osserva attraverso la lente della crisi climatica e, più in generale, delle tematiche
ambientali, al centro del dibattito pubblico in questi mesi».
Pensi che l’interesse per piante e fiori nel privato abbia cambiato la percezione delle figure professionali del settore? «A parer mio, c’è confusione da
entrambe le parti, sia da parte dei clienti sia da parte dei
professionisti stessi. Il pubblico difficilmente comprende il vero ruolo di figure come i giardinieri o gli architetti del paesaggio. Se per la gestione del giardino è comune rivolgersi a professionisti, per il terrazzo non lo è: per molti è assurdo pagare un architetto per occuparsi di questo spazio. Dal punto di vista dei professionisti, in più, c’è un’assurda diatriba tra i giardinieri – che non si vogliono sentire “solo giardinieri” pur con tutto il loro bagaglio di conoscenze – e gli architetti, che spesso si servono del contributo dei giardinieri solo come pura manovalanza. Quello che manca è un confronto, uno scambio di competenze, che aiuterebbe gli operatori del verde anche a presentarsi al pubblico nel modo giusto, così da far comprendere a fondo la necessità di figure specializzate come queste».
CONOSCERE IL VERDE COME LE PROPRIE TASCHE
La sua, infatti, è un’esperienza lunga e ricca nel settore, che ha inizio con il corso di realizzazione e manutenzione per parchi e giardini della Scuola Agraria del Parco di Monza, al quale segue la fondazione dell’azienda 100giardini e poi dello studio di progettazione Verde Officina. Sandro Degni ha collaborato con diversi studi di architettura e garden center su Milano e dintorni, specializzandosi poi negli interventi su balconi e terrazzi proprio in questa zona.
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