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Alternative naturali
Una piccola azienda familiare che cura le sue piante nel modo più naturale possibile da ancor prima che la sostenibilità diventasse un trend. “Nulla di speciale, vogliamo solo fare la nostra parte”
colloquio con MATTEO RONCADOR di ALICE NICOLE GINOSA
Ci connettiamo su Zoom un paio di volte: la prima va male, la seconda pure. Le interruzioni che avremmo per mancanza di linea al telefono si ripropongono anche online, ormai siamo abituati. Finalmente al terzo tentativo ce la facciamo, possiamo cominciare.
Incontro Matteo Roncador un martedì mattina di luglio, iniziamo la chiacchierata a rilento
- con la connessione che non ci aiuta - ma fin da subito in un clima
molto allegro tra la sua risata contagiosa e il gesticolare che ci
accomuna. Floricoltura Roncador Valentino, in un certo senso, è stata una scelta obbligata per questo numero. E il motivo è molto semplice: non potevamo raccontare la
sostenibilità senza chiamare in causa chi già da anni privilegia
un approccio naturale rispetto ai trattamenti fitosanitari. Per di più, molto prima che tutto diventasse una tendenza a cui le aziende si devono omologare. Quindi, senza
indugiare ulteriormente, mi sono fatta raccontare tutto sugli
insetti utili, sulla recente certificazione Vivaifiori e sul futuro, che promette bene.
Rompiamo il ghiaccio con una domanda di routine: come è andata durante la pandemia? «Abbiamo saputo reagire bene, con un aumento delle vendite e un interesse marcato del pubblico. Si pensava che questo trend positivo calasse con la riapertura generale e, invece, sta continuando, soprattutto per i clienti, sempre più giovani e preparati. Speriamo vada avanti così anche nei prossimi anni! Cer-
DA OLTRE DIECI ANNI SEGUIAMO UN PROGRAMMA DI COLTIVAZIONE A BASSO IMPATTO AMBIENTALE
Matteo Roncador.
IN BREVE
• Floricoltura Roncador Valentino • Via Trento, 57, Mezzolombardo (TN) • Certificata Vivaifiori to, ci siamo trovati leggermente
impreparati ma abbiamo fatto anche cose che non pensavamo
di poter fare, essendo una piccola azienda e invece ci siamo buttati nella floricoltura 4.0».
Una piccola azienda con una linea d’azione ben definita... «Da oltre dieci anni seguiamo un
programma di coltivazione a
basso impatto ambientale, una scelta quasi obbligata per un’azienda molto piccola con serre di produzione aperte al pubblico. Le persone, infatti, possono e devono girare liberamente, cosa impossibile se effettuassimo trattamenti chimici. La necessità di un’alterna-
tiva al fitosanitario era urgente e l’abbiamo trovata negli insetti
utili. La nostra non è tanto un’agricoltura biologica quanto un’agricoltura biologica aumentata che significa, sostanzialmente, inserire
in un ambiente protetto insetti utili come larve e coccinelle per combattere la minaccia de-
rivante da insetti dannosi. Tutto secondo natura».
E come funziona concretamente? «Quando arrivano le piante, fin da subito subiscono un primo in-
tervento esterno da parte nostra: vengono immerse in un liquido al Tricoderma che aiuta le radici a crescere più forti e ad assimilare più sostanze nutritive. In un secondo momento, la pianta viene
collocata nelle serre di coltivazione dove effettuiamo lanci di insetti utili, anche se l’insetto
dannoso non è già presente. In questo caso può succedere che gli insetti utili, non trovando cibo con cui nutrirsi, possano morire oppure allontanarsi e spostandosi verso le zone limitrofe».
I clienti cosa ne pensano? Apprezzano? «I primi anni non completamente, adesso, invece, cominciano ad apprezzarla sempre di più. C’è da dire che inizialmente era una scel-
ta aziendale quella di non pubblicizzare, mentre ora sponsorizziamo questo
approccio con cartelli ad hoc in serra. In realtà non facciamo nulla di speciale, ci prendiamo cura delle nostre piante nella maniera più naturale possibile: le coltiviamo nel nostro territorio e diamo tranquilli-
tà alla clientela di ricevere una pianta sana priva di prodotti fi-
tosanitari, tanto che molte persone vengono qui appositamente. E poi non c’è paragone: l’aria in serra che respiro tutti i giorni è pulita e preferisco così».
Come lo comunicate? «In realtà il tutto avviene in maniera molto semplice. Il lancio degli insetti si concretizza con l’apertura
di un barattolo arancione che lasciamo a vista sul terreno per attendere che escano tutti, fino all’ultimo. La comunicazione di per sé viene fatta in modi diversi: sia attraverso alcuni cartelli, sia con confezioni studiate soprattutto nel periodo natalizio con le stelle di Natale per le quali specifichiamo il metodo di coltivazione. Un altro modo alternativo per catturare l’attenzione del cliente è lasciare
Gli insetti utili vengono lanciati dai primi di marzo fino a metà dicembre.
LA NECESSITÀ DI UN’ALTERNATIVA AL FITOSANITARIO ERA URGENTE E L’ABBIAMO TROVATA NEGLI INSETTI UTILI
i barattoli arancioni a vista, dislocati in giro per le serre, un escamotage che porta i visitato-
ri stessi a chiederci di cosa si tratta. Cerchiamo sempre un dialogo positivo con la clientela».
Passiamo alla vostra produzione... «Coltiviamo direttamente sia
piante da interno sia quelle da
esterno e tutte vengono sottoposte agli insetti utili: dalle primule,
viole, violette, papaveri, nonti-
scordardime a tutte le stagionali primaverili come gerani passando a crisantemi, ciclamini e stelle di natale. Sostanzialmente effettuiamo lanci in serra tutto l’anno, cercando di tenere pulita la serra per evitare eventuali fonti di malattie. Cominciamo verso i primi di marzo e finiamo a metà dicembre:
una tecnica sicuramente più costosa della chimica convenzionale ma che ci fa respirare
meglio. A noi va bene così».
Recentemente vi siete anche certificati Vivaifiori: come è andata? «Sì, siamo stati i primi in regione ed è stata una bellissima esperienza che molte aziende dovrebbero provare perché in questo modo si
certifica la qualità della propria azienda e delle proprie opera-
zioni. I due mesi di preparazione in vista della visita dell’auditor sono stati molto intensi e quando ottieni la certificazione capisci che quello che fai e hai fatto fino ad ora procede nella giusta direzione. Perché lo abbiamo fatto? Perché volevamo
verificare che la nostra floricoltura avesse tutte le carte in
regola per stare dove stiamo e fare quello che facciamo».
E sul domani? Avete qualche progetto in cantiere? «Stiamo pensando di fare degli ammodernamenti dentro l’azienda, anche grazie a un recente fondo stanziato dalla Provincia. L’anno prossimo, invece, lanceremo
una produzione in vasi biode-
gradabili, come richiesto anche dal marchio Vivaifiori. Ci proviamo con una piccola produzione di piante da piantare direttamente nel terreno senza produrre rifiuti e che al contrario, grazie al vaso decomponibile, nutre la pianta. Le piccole aziende non devono sempre aspettare che gli altri spianino la strada».
Dai un’occhiata
www.floricolturaroncador.it @floricolturaroncador