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Qual è la vostra azione sostenibile? La risposta di 10 aziende
PAESI BASSI
Due giorni ai Flower Trials: una selezione delle novità dei prossimi anni
COVER STORY
Qual è la vostra azione sostenibile? La risposta di 10 aziende
Due giorni ai Flower Trials: una selezione delle novità dei prossimi anni
COVER STORY
La sostenibilità non è un nice-to-have, ma un filo conduttore che lega ogni aspetto del business e ogni pagina di questo numero (speciale)
Crescere insieme alla più innovativa fiera B2B del Florovivaismo, del Garden e del Paesaggio in Italia.
21 ‧ 22 ‧ 23
Febbraio 2024
FIERA MILANO-RHO
La 19esima edizione dell’agenda e del calendario del verde sarà dedicata al giardino. Ogni mese una varietà sarà protagonista insieme a consigli, spunti e ispirazioni pensati per gli appassionati
TI PRESENTIAMO LE AGENDE E CALENDARI DEL VERDE 2024
Quest’anno a colorare le loro pagine sarà il giardinaggio, l’hobby che spopola e che richiama a sé sempre più pollici verdi. Da quello all’inglese a quello invernale fino a quello zen o roccioso, il giardino sarà il protagonista del 2024 e del vademecum, creato ad hoc dalla nostra redazione con consigli, tecniche, suggestioni e storie sull’hobby più bello del mondo.
Le agende e i calendari sono strumenti ideali per fidelizzare la tua relazione con il consumatore e per rispondere alla necessità degli appassionati del verde di circondarsi di bellezza. Totalmente personalizzabile e in quattro varianti: potrai aggiungere il logo del tuo punto vendita e scegliere la tua copertina tra quelle disponibili.
Nel tuo garden center come regalo per la clientela
Vuoi saperne di più?
Scrivici a info@laboratorioverde.net
Perché dedicare per il terzo anno consecutivo un numero che ha come filo conduttore il tema della sostenibilità? La risposta sta negli usi e costumi che stanno cambiando repentinamente il paradigma delle aspettative sociali nei confronti del mondo imprenditoriale. La sostenibilità è diventata pervasiva e onnipresente nei punti vendita e nelle strategie aziendali e accoglie un numero crescente di consumatori. Insomma, non è più tempo di ragionare solo intermisi di profitto, perché ormai è cambiato il ruolo dell’impresa nelle aspettative della società. Siamo definitivamente entrati nell’era in cui le persone si aspettano che le imprese - centri di giardinaggio compresi (!) - svolgano un ruolo sociale di primo piano per trovare una risposta alle sfide dei nostri tempi, ormai anche al di là della sola sostenibilità: dal climate change, alle tematiche di diversity & inclusion, passando per la protezione dei dati e da come le persone possano far fronte al crescente costo della vita. E a conferma di ciò arrivano i numeri di “BCW Are of Values2023”, una delle più grandi indagini mai realizzate sui valori che guidano le persone. Condotta da BCW, una delle società di comunicazione leader a livello globale, ha visto il coinvolgimento di 36mila persone in 30 Paesi. Dallo studio emerge come le aspettative nei confronti delle imprese crescono, mente, allo stesso tempo, si registra un disallineamento valoriale rispetto ai governi. Alcuni dati: solo un cittadino su quattro, infatti, si ritrova pienamente nei programmi e nelle politiche della propria classe istituzionale. Così, al disincanto nei confronti dei governi fa da contraltare una grande attenzione per il ruolo del mondo imprenditoriale. L’81% degli interpellati a livello globale ritiene che le aziende debbano agire, ora, per contrastare il cambiamento climatico. Un dato che in Italia registra una maggiore enfasi, perché gli italiani credono nel ruolo delle aziende per fronteggiare le emergenze ambientali (+6% rispetto alla media globale).
Ecco, oggi dobbiamo cambiare prospettiva e guardale alla sostenibilità, e non solo, come opportunità per una reale affermazione del settore. Questo, nel nostro piccolo, proviamo a raccontare nelle pagine del giornale che vi state apprestando a leggere.
014 Under
Un angolo di Giappone in periferia a cura del comitato di redazione di Fondazione Minoprio
016 Cover story
Dalle parole ai fatti di Stefania Medetti foto di Dobbies garden centres
020 Consumi
Le identità della sostenibilità di Alice Nicole Ginosa
023 Dichiarazioni
Qual è la vostra azione sostenibile?
028 Settore Aprirsi per guardare al futuro colloquio con Nada Forbici di Benedetta Minoliti
056 Paesi Bassi
A spasso per i Flower Trials di Alice Nicole Ginosa
062 Storie
C’è sempre un lato positivo colloquio con Paola Galligani di Alice Nicole Ginosa
La sostenibilità non è un nice-to-have, ma un filo conduttore che lega ogni aspetto del business e ogni pagina di questo numero (speciale)
056
072 Ricerche
Italia: 1 su 3 coltiva in giardino o sul balcone di Alice Nicole Ginosa
076 Società
Più giardini, meno criminalità
066 Prodotti ad hoc
Un mondo più verde di Bianca Ferraris
070 Marchi
Pioniere dell’hobby garden di Bianca Ferraris
079 Territorio
Florovivaismo, il Veneto c’è di Marta Meggiolaro
www.laboratorioverde.net /
207 giugno/luglio 2023
Direttore responsabile
Francesco Tozzi / direzione@laboratorioverde.net
In redazione
Alice Nicole Ginosa, Benedetta Minoliti, Rachele Pozzato / redazione@laboratorioverde.net
Grafica
Daniela Francescon / daniela.francescon@gmail.com
Collaboratori
Lucio Brioschi, Erica Cherubini, Mauro Consilvio (fotografo), Bianca Ferraris, Costanza di Matteo, Stefania Medetti, Marta Meggiolaro, Nicolò Pensa, Filippo Terragni, Filippo Tommaseo
Produzione e segreteria
Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net
Promozione e sviluppo
Stefano Carlin / s.carlin@laboratorioverde.net
Stampa
Bieffe s.r.l.
Via Mariano Guzzini 38 62019 Recanati (MC)
Direzione, redazione e amministrazione
Via E. Cosenz 35, 20158 Milano, Tel. 02 42448445 www.laboratorioverde.net info@laboratorioverde.net
Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior
Amministratore unico
Francesco Tozzi
Segreteria generale
Katiuscia Morello
Greenup è una rivista di Edizioni Laboratorio Verde srls.
Fanno parte della stessa casa editrice:
• Agriflortec • IL giardiniere
• Agenda del verde • Calendario del verde
• I Quaderni di greenup • FIORItales
Rappresentante e collaborazioni:
• floorewall.com
• F&W magazine
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Editoriale
di Francesco Tozzi
Greenshop
Il meglio in primo piano
Brevi dal mercato
Visual idea
Un buono regalo davvero speciale di Erica Cherubini
036 Progetti
Pensiamo (anche) al suolo colloquio con Margherita Caggiano di Bianca Ferraris
038 Dati I più circolari di tutti (?) di Alice Nicole Ginosa
040 Erba
La Fioriera simbolo della passione per il verde
041 Newpharm Natura, armonia e passione
042 Il Paese Verde Soluzioni biologiche di green wellness
043 Bama
L’inimmaginabile sostenibilità della plastica
052 Aipsa Informa
Partire dalle fondamenta in collaborazione con Aipsa
054 Le parole del numero
Alla voce… di Nicolò De Rossi
082 #sisboccia
Copiare non è peccato (a patto di farlo bene) di Alessandro Fornasaro
044 Kollant
Olio di lino e olio di neem: la sinergia perfetta per le piante
045 Lavaverde Alla spina, verde e zero waste
046 Fitt Una storia di compensazione
047 Compo Avere a cuore la sostenibilità e il futuro del pianeta
048 Tera® Design e sostenibilità si tengono per mano
038
La nostra selezione di soluzioni per gli spazi verdi, la casa e gli animali domestici
La risorsa idrica rappresenta sempre più un nodo critico, specialmente per la cura degli spazi verdi. Il Micro-Drip-System di Gardena consente di prendersi cura delle proprie piante, risparmiando sia tempo sia acqua. Questo innovativo sistema, infatti, sfrutta in modo efficiente ogni goccia d'acqua. Grazie al sistema automatico dell’irrigazione e a un sensore che misura l'umidità del , l'irrigazione a goccia diventa ancora più intelligente: così, se il terreno è già umido a sufficienza, l'irrigazione viene sospesa automaticamente e il sistema autobloccante fa sì che il gocciolamento si fermi.
Info:www.gardena.com/it
Un processo di selezione durato un decennio da parte degli ibridatori sudafricani De Wet Plant Breeders, ha finalmente eletto l'Agapanthus BlackJack, una tra le nove varietà gestite da Plantipp nella rosa dei candidati, come pianta dell'anno 2023 per il RHS Chelsea Flower Show. Con i suoi boccioli neri che si aprono in intensi fiori viola scuro, l’Agapanthus BlackJack ha battuto altre 17 specie nel concorso di quest'anno. Secondo la giuria, si tratta di una pianta vigorosa, che offre il suo meglio nelle bordure e in vaso.
Info:plantipp.eu/it/home
Fioriture profumate e forti fruttificazioni: Compo ha pensato davvero a tutto nella sua nuova linea dedicata agli agrumi. Soluzioni pensate su misura, dal concime al terriccio, per queste piante molto sensibili, che necessitano di prodotti specifici per una crescita rigogliosa e uno sviluppo resistente e duraturo. Dal Lupind’or alla sua versione Plus, terricci e concimi per agrumi e piante mediterranee: una gamma bio, ormai immancabile tra le proposte Compo, con imballaggi riciclabili e materie prime di origine naturale. Innovazione e nutrienti di qualità per uno sviluppo equilibrato di foglie, germogli e frutti.
Info:www.compo-hobby.it
Le api giocano un ruolo fondamentale nel nostro ecosistema, responsabili di gran parte dell’impollinazione delle specie vegetali e garantendo buona parte della produzione di cibo. Questo lo sa bene Didò, che con il suo nuovo prodotto vuole proprio trasmettere quest’importanza ai bambini attraverso il gioco. Modella con Appi è infatti una scatolina esagonale, che ricalca le celle degli alveari, con tutti gli strumenti per dare forma ai laboriosi insetti e imparare così a conoscerne particolarità e caratteristiche, attraverso la celebre pasta Didò, a base di ingredienti naturali: acqua, farina e sale. All’interno della confezione c’è poi un sacchettino di semini di fiori autoctoni, fiordaliso, falsa camomilla e papavero, da piantare per aiutare le api a difendere la biodiversità.
Info:www.fila.it/it/it/brand/dido
Test effettuati da una famosa scuola florovivaistica italiana dimostrano che dopo 12 settimane di trattamento le piante a cui era stato somministrato
Crescita Miracolosa rispetto a quelle trattate con un comune concime solubile, hanno sviluppato il 40% in più di foglie e il 65% in più di fiori.
www.crescitamiracolosa.it
Varcando la soglia del Crespi Bonsai si è catapultati in un mondo in cui il bonsai è presentato al pubblico nelle sue tante sfaccettature. Una realtà unica nel suo genere in tutto il mondo, tanto da essere riconosciuta nel 2012 dall’Imperatore giapponese Akihito con l’onorificenza dell’Ordine del Sol Levante, Raggi in Oro e Argento
a cura del COMITATO di REDAZIONE FONDAZIONE MINOPRIO
Crespi Bonsai consta di un vasto giardino giapponese in cui verde, acqua e roccia si equilibrano perfettamente, una zona museale destinata a pezzi da collezione e antichi bonsai da esposizione con annesso un piccolo bookshop, un’aula universitaria dove maestri giapponesi tengono corsi a studenti di ogni età provenienti da disparate parti d’Italia e un settore editoriale che si occupa di comunicazione e della rivista Bonsai&News. Chiaro, quindi, che la “Crespi Bonsai” sia una realtà unica nel suo genere in tutto il mondo, tanto da essere riconosciuta nel 2012 dall’Imperatore giapponese Akihito con l’onorificenza dell’Ordine del Sol Levante, Raggi in Oro e Argento che Luca, figlio del fondatore Luigi Crespi, ci mostra con orgoglio. Siamo stati accolti con entusiasmo, ci è stata raccontata la storia della famiglia e abbiamo visitato quella che definire azienda, a dirla tutta, è davvero riduttivo. La “Crespi Bonsai” è un angolo di Giappone in una cittadina periferica di Milano, Parabiago, che progetta, realizza giardini e vende
bonsai accompagnando il cliente in quello che Luca, molto poeticamente, definisce, “acquisto emozionale”: “Noi non vendiamo i bonsai ai clienti, noi li accompagnano a visitare il giardino, permettiamo loro di immergersi, per quanto possibile, in una fetta di cultura orientale, li teniamo per mano dall’acquisto alla cura e manutenzione del prodotto”.
Era il finire degli anni Cinquanta e Luigi, presso il garden Vassallo di Genova, acquista tre piante bonsai, ignaro di cosa fossero o rappresentassero. È solo nel 1964, dopo aver letto il libro di Kenji Murata Bonsaipraticoperprincipianti, che capisce cosa abbia effettivamente comprato e fa del bonsai l’attrazione principale del suo garden, portandolo dai rivenditori per farlo conoscere, in un periodo in cui non era affatto noto e in un luogo dove, come dice Luca, “il verde è poco educativo”. Spiegare la filosofia alla base della tecnica bonsaistica, due settori che non possono non prescindere uno dall’altro, non
deve essere stato facile. Il bonsai, infatti, fa leva sulla propensione naturale giapponese verso la ritualità, l’attenzione al dettaglio e alla minuziosità, motivo per cui sarebbe un’arte prettamente maschile perché, da quanto ha potuto sperimentare Luca, l’uomo è più incline alla pazienza e a ottenere risultati sul lungo termine, a differenza delle donne che (ride) “pazienza ne han poca e vogliono veder fiorire subito la pianta”. Dunque, il pun-sai, l'albero-vaso che tanto affascinò cinesi prima, giapponesi poi, e che riproduce grandi alberi in miniatura, necessita di pazienti cure giornaliere e di una strumentazione idonea a lavorare con il “piccolo”: piccola chioma e piccolo apparato radicale. Un approccio di questo tipo, sessant'anni fa, quando Luigi comprò quei tre famosi bonsai e cominciò a introdurli nel florovivaismo, era difficile da capire e probabilmente lo è ancora oggi che il bonsai è tanto
diffuso da essere stato acquistato, almeno una volta nella vita, da ognuno di noi.
Tra la cultura orientale e quella occidentale ci sono differenze molto profonde e radicate che possono essere comprese, ma non saranno mai a noi connaturate, soprattutto se ci riferiamo alla considerazione che si ha della natura, basti pensare al significato del termine stesso: shizen (自然) si traduce con “essere così come si è da se stessi (senza l'intervento dell'uomo)” perché la natura si produce da se stessa mediante processi endogeni e autoreferenziali. Non è, quindi, creata da Dio né tanto meno esclude l'opera umana, anzi, questa si fa sempre più invadente con industrializzazione e deforestazione, per dirne qualcuna. Il confronto con Shangai o Kyoto è inevitabile: in Cina quanto in Giappone, meta di tanti viaggi di padre e figlio, la green education comincia sin da piccoli nelle scuole; in Italia c’è ancora tanta strada da percorrere perché il pubblico investe poco nel verde e quei pochi privati che lo fanno non bastano. A tal proposito, ad accogliere il visitatore all’ingresso del garden, c’è la sezione di una metasequoia di novecento anni, larga due metri e mezzo e dal peso di 27 tonnellate, abbracciata da un automa che, apparentemente non ha nulla da dire al mondo naturale, nulla in comune, ma reca nel palmo della mano, quasi come per offrirlo a noi, un piccolo bonsai che, in questo modo, diventa il mezzo per ricostruire un mondo che si disgrega sotto i nostri occhi. Il messaggio è chiaro e riportato in calce dallo stesso Luigi: “[…] amare e curare tutte le piante come si ama e si cura un bonsai”.
Nonostante reticenze iniziali, però, il bonsai incontra ben presto il favore della clientela , spinto anche da una prima mostra conoscitiva organizzata nel 1983 e dai
mezzi di cui si disponeva in quegli anni (cataloghi e Pagine Gialle), perché “è una pianta semplice da coltivare”, infatti, semplicità e naturalezza sono, per Luca, le parole chiave per approcciarsi a una pianta del genere. La sua diffusione, però, è anche legata fortemente all’urbanizzazione perché laddove il verde manca, lo si tende a incrementare, se possibile, in forma originale e piacevolmente esotica. Così, dalle ceneri di un negozio Interflora, si sviluppa la Crespi Bonsai, a conduzione familiare e con circa quaranta dipendenti fortemente fidelizzati negli anni, che rifornisce più di 100 punti vendita in tutta Italia e si rivolge a clienti di ogni tipo, compresi i collezionisti (tra i più affezionati, la famiglia Wasaki), e nel giro di pochi anni diventa un vero e proprio marchio e garanzia che è andato dall’hobby verde all’impresa, passando per la cultura del verde e ha fatto proprio il motto di Saburo Kato, il più grande bonsaista al mondo e fondatore del World Bonsai Friendship Federation, “attraverso i bonsai aumenta l’amicizia”. Passatempo, commercio e filosofia, tre sfaccettature che bene si adattano alla “pianta in vaso” e senza delle quali questa non sussisterebbe perché rappresentano la mission dell'azienda. Alle soglie
Crespi Bonsai inoltre organizza un raduno internazionale, unico al mondo, aperto a tutti, con la partecipazione di maestri-quest'anno saranno presenti Kunio Kobayashi e Minoru Akiyama- destinato alla presentazione di bonsai, suiseki (pietra lavorata dall'acqua) e vasi di prestigioso livello e volto alla vendita mediata dalla conoscenza. Tornano le parole di Kato: “[...] venga presto il giorno in cui gli appassionati a questa arte, di tutto il mondo, possano incontrarsi, lasciando da parte ogni cosa che possa dividerli, per discutere insieme del loro hobby comune: il bonsai”. E lo sa bene Giovanni Lo Daino, giovane studente al terzo anno del percorso professionale di Fondazione Minoprio specializzato nella creazione di shohin, piante bonsai molto piccole che possono anche non superare i dieci cm, che ha deciso di lavorare in questo settore e formarsi presso la famiglia Crespi perché, come ricordano ancora le parole di Luigi, all’ingresso, ai piedi dell’automa che sembra sorridere dall’alto, “[…] i giovani rappresentano il futuro” e nessuna pianta come il bonsai trasmette maggiormente il senso di continuità tra generazioni, “[…] quasi un testamento spirituale di più uomini che si sono occupati dello stesso esemplare e che sono riusciti ad esprimersi tramite essa”.
”NOI NON VENDIAMO I BONSAI AI CLIENTI, NOI LI ACCOMPAGNANO A VISITARE IL GIARDINO, PERMETTIAMO LORO DI IMMERGERSI, PER QUANTO POSSIBILE, IN UNA FETTA DI CULTURA ORIENTALE, LI TENIAMO PER MANO DALL’ACQUISTO ALLA CURA E MANUTENZIONE DEL PRODOTTO”Crespi Bonsai rappresenta un angolo di Giappone alle porte di Milano, ormai punto di riferimento del settore.
La sostenibilità non è un nice-to-have, ma un filo conduttore che lega ogni aspetto del business come dimostra Dobbies, la più grande insegna del Regno Unito, che ha rivoluzionato il “cosa” e il “come” si fa di Stefania
Il 78% dei consumatori contemporanei si dichiara consapevole dell’importanza della sostenibilità e il 55% è disposto a pagare un prezzo premium per marchi amici dell’ambiente. Gli ultimi dati elaborati dal sito di review americano The Round Up, dunque, evidenziano un trend estremamente positivo per i prodotti sostenibili, le cui vendite crescono 2,7 volte più velocemente rispetto ai prodotti tradi-
Izionali. Non a caso, visto che l’84% dei consumatori riferisce che pratiche poco attente all’ambiente sono sufficienti ad alienare le loro preferenze verso un marchio o un’insegna. Ma c’è dell’altro: fra il 2017 e il 2022, stando all’analisi delle ricerche effettuate su Google, la “fame” di prodotti sostenibili è cresciuta del 130%. I garden non restano a guardare. Nel Regno Unito, per esempio, la più grande catena di garden center del paese si è impegnata in una serie di iniziative che non rispondono soltanto al piacere del verde, ma interpretano la volontà di fare la differenza. Dobbies, infatti, ha dato corpo a un ricco portfolio di idee green che, trasformando la sua immagine, fanno al contempo scuola. A due anni dal lancio della campagna #sustainabledobbies, l’insegna ha dimostrato che pratiche amiche dell’ambiente possono diventare un formidabile veicolo di marketing, un modo per differenziarsi dalla concorrenza e per
conquistare il cuore dei suoi dieci milioni di clienti.
LA CAMPAGNA DELLE TRE “P”
L’operazione #sustainabledobbies si articola attorno a tre lettere “P”, cioè peat, plastic, pesticide, ovvero torba, plastica e pesticidi e prevede un programma di graduale dismissione di questi elementi che ha portato l’insegna a diventare un garden center peat-free: il terriccio in vendita nei suoi punti vendita, infatti, non contiene torba. Una scelta dettata dal desiderio e dalla necessità di preservare le torbiere, aree importantissime per il clima proprio per la loro capacità di assorbire i gas che alterano gli equilibri climatici. Pur rappresentando solo il 3% della superficie terrestre, infatti, il suolo delle torbiere è capace di assorbire il 33% dell’anidride carbonica, cioè il doppio rispetto alla somma di tutte le superficie forestali del pianeta. Per crescere, un metro di torbiera impiega mille
L’OPERAZIONE #SUSTAINABLEDOBBIES SI ARTICOLA ATTORNO A TRE LETTERE “P”, CIOÈ PEAT, PLASTIC, PESTICIDE, OVVERO TORBA, PLASTICA E PESTICIDI E PREVEDE UN PROGRAMMA DI GRADUALE DISMISSIONE DI QUESTI ELEMENTIDobbies ha promosso un sistema di riciclo sul punto vendita. Dopo un progetto pilota condotto in dieci garden center, l’insegna ha introdotto contenitori colorati per il riciclo di sacchi di compost e vasi di plastica.
anni. Estrarre la torba, dunque, significa prosciugare la palude, danneggiando il suo eco-sistema e avviando un processo di decomposizione che libera ossido di azoto nell’atmosfera. Ogni anno, migliaia di metri cubi di torba sono venduti nel commercio al dettaglio. Per ovviare al problema e sensibilizzare i propri clienti, Dobbies ha realizzato un compost senza torba venduto nei suoi punti vendita come marca privata (John Innes). Lo scorso anno, il prodotto ha ottenuto il premio di Sustainable Garden Product of the Year (Prodotto da giardino sostenibile dell’anno, ndr) da parte della Royal Horticultural Society. Allo stesso modo, l’insegna ha lavorato con i vivai per implementare un progetto di graduale riduzione dell’uso di torba nella coltivazione. Inoltre, l’85% delle piante vendute in uno dei suoi 76 punti vendita proviene da vivai del Regno Unito, una scelta che riduce l’impatto ecologico del trasporto.
SPAZIO ALLA RACCOLTA
Alla voce plastica, Dobbies ha pro-
mosso un sistema di riciclo sul punto vendita. Dopo un progetto pilota condotto in dieci garden center, l’insegna ha introdotto contenitori colorati per il riciclo di sacchi di compost e vasi di plastica. In molte città del Regno Unito, infatti, i sacchi di polietilene non sono accettati dal sistema di raccolta locale. «Chiunque può portare sacchi di polietilene contenenti compost usati da noi, indipendentemente da dove li ha acquistati», ha fatto sapere Marcus Eyles, Horticultural Director della catena. In partnership con elho, azienda olandese specializzata nella raccolta e riciclo di vasi sostenibili (realizzati al 100% con l’energia eolica della propria fabbrica), i punti vendita della catena contribuiscono alla creazione di nuovi contenitori. «Da una ricerca condotta da Independent Media News lo scorso anno, sappiamo che i clienti sono particolarmente sensibili alle attività ecologiche di raccolta - ha aggiunto il manager -. Ma per quanto abbiamo sempre cercato di incoraggiarli a farlo, la presenza di contenitori per la raccolta ha accelerato le cose,
perché sono un messaggio e un’opportunità visibili e inequivocabili». Parallelamente, l’insegna sta lavorando per sostituire i vasi di plastica con vasi riciclabili per arrivare alla completa eliminazione della plastica monouso. Anche alla voce pesticidi, Dobbies ha fatto da apripista nella selezione dei prodotti chimici: «Siamo stati i primi a rimuovere pesticidi contenti glifosato», prosegue il manager. Inoltre, sono stati eliminati dall’inventario i prodotti anti-lumaca a base di metaldeide e i rodenticidi, mentre fra i prodotti in vendita Dobbies dà la precedenza a una selezione di piante e arbusti “wildlife friendly”, amici cioè di uccelli, api e farfalle.
La case history di Dobbies dimostra che la sostenibilità non è un accessorio, ma un vero e proprio prisma per guardare al business in maniera allargata. Fra le ultime novità, per esempio, figurano l’accordo siglato con la app To Good to Go. In 53 dei ristoranti presenti nei punti vendita Dobbies, i
clienti possono ritirare una Surprise Bag con prodotti invenduti, prossimi alla scadenza. Nel primo anno dell’iniziativa, lanciata a febbraio 2021, sono stati ritirati oltre 20mila sacchetti che hanno risparmiato oltre 93 tonnellate di CO2E, equivalenti a venti viaggi aerei attorno al mondo. E poi ancora, grazie a una partnership con l’operatore di ricarica elettrica Gridserve, la catena ha pianificato la creazione di dieci “Electric Retail Hubs”, punti di ricarica per mezzi di trasporto elettrici disponibili non solo per i clienti, ma anche per residenti e viaggiatori. Con 12 postazioni, le aree di ricarica supportano ogni tipo di veicolo elettrico a un costo di ricarica competitivo rispetto agli
idrocarburi, con in più il vantaggio che l’elettricità proviene da fonti al 100% zero emissioni di carbonio. In alcune location, inoltre, l’insegna ha stretto accordi con cliniche veterinarie e aziende di toelettatura per cani che offrono i loro servizi ai clienti dei garden possessori di animali.
Rispetto ad altre attività commerciali, il garden è posizionato al centro della variabile ecologica. Applicare principi di sostenibilità, dunque, è molto più del tokenismo, il fatto cioè di fare delle concessioni simboliche, come può essere il sacchetto riciclabile. Il garden, infatti, ha la possibilità di fare la differenza nel-
le sue pratiche. Per esempio, risparmiando sul consumo di acqua attraverso iniziative come la costruzione di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, il riciclo dell’acqua di irrigazione e l’utilizzo di irrigazione a goccia che assicura un risparmio dell’acqua che può arrivare all’80%. Viceversa, sul fronte dell’energia, l’installazione di pannelli solari, l’utilizzo di LED e sensori di movimento per l’accensione delle luci contribuiscono al taglio del consumo energetico, una variabile che alcuni garden center condividono con i loro clienti attraverso il sito che riporta dati sulla produzione quotidiana di energia e il relativo taglio alle emissioni. E che dire delle piante un po’ danneggiate che, di solito, sono escluse dal display? Un’opzione è metterle in vendita con uno sconto irresistibile. Infine, sono sempre di più i garden che considerano anche il loro impatto sociale in termini di livello di stipendi pagati ai dipendenti, equality & diversity e sostegno alle attività no-profit locali. Attenzione anche alla selezione di piante, alcuni garden center negli Stati Uniti hanno iniziato a dare la precedenza a piante autoctone per la creazione di veri e propri corridoi per la flora e la fauna locale.
Si chiama Source Garden ed è una vetrina di prodotti sostenibili che Glee, il festival internazionale dedicato al giardino, agli animali e all’aria aperta, si appresta a inaugurare per l’edizione 2024 che si terrà, come da tradizione, a Birmingham. Ogni espositore di Source Garden sarà certificato attraverso l’audit SEDEX che monitora le condizioni lavorative, la performance ambientale e ogni elemento della supply chain a garanzia di processi produttivi responsabili. La selezione esposta comprenderà articoli per la cura del giardino, la vita all’aperto, gli animali e le decorazioni.
(www.gleebirmingham.com)
Non esiste una modalità univoca per essere consumatori sostenibili. Secondo uno studio di WWF e Bain & Company sarebbero cinque le categorie principali in cui emergono, tra le variabili differenzianti, la percentuale di coinvolgimento sul tema e l’intenzione di spesa
di ALICE NICOLE GINOSAOggi affrontare la tematica della sostenibilità su una rivista che si rivolge a garden center e agrarie deve essere la normalità. Il tema si è via via fatto strada nel settore e nelle sue dinamiche da qualche tempo, complice la pandemia e i continui e costanti disastri ambientali degli ultimi anni. Ma non solo, le persone hanno iniziato a richiedere ai brand una maggiore trasparenza sui processi di approvvigionamento e modalità di lavoro e ad essere informati sulla composizione dei prodotti, provenienza delle materie prime e valori aziendali. Il nostro raggio d’azione - in qualità di comuni cittadini - è limitato a semplici e piccole azioni che, se ripetute nel tempo e condivise, possono in realtà essere artefici di sostanziali cambiamenti. Oggi il consumatore medio non è più interessato al cambiamento climatico di per sé ma ha bisogno di concretezza e azione: piantare un albero, coltivare frutta e verdura in casa o acquistare prodotti green. Una ricerca firmata Google, realizzata a settembre 2022 e pubblicata sulla piattaforma Think with Google, conferma che gli italiani sono in cerca di azioni concrete e di brand che li aiutino a intraprenderle. Co-
municazione chiara ed efficace, coinvolgimento attivo del consumatore e maggiore informazione e trasparenza sembrano essere le chiavi principali su cui ogni business deve giocare per creare un rapporto in nome della sostenibilità e della fidelizzazione. Il consumatore ha bisogno di certezze ma anche di riporre fiducia in un marchio.
Saper comunicare la sostenibilità significa saper creare un mondo di valori e di azioni in cui il cliente si rivede. Trasformare il punto vendita in un luogo in cui educare non è un progetto a breve termine né dai risultati immediati. Sono tanti i punti di contatto con la clientela: saper sfruttarli a proprio vantaggio condividendo la visione del brand è un’arte che va coltivata con attenzione, senza inciampare nel greenwashing e senza mentire sui propri processi. A questo pro-
A riempire le voci di spesa dello scontrino sostenibile, una grande fetta è occupata dai prodotti bio. Una conferma arriva da uno studio di Cortilia, la piattaforma di e-commerce ortofrutticolo. A partecipare all’indagine, un campione di 2.872 clienti tra i 25 e i 64 anni grazie al quale è emerso che l’82% preferisce cibi artigianali e il 93% ritiene che le grandi marche non siano sempre garanzia di qualità. Oltre ad essere bio, inoltre, i prodotti dovrebbero essere preferibilmente locali dal momento che l’84% degli intervistati apprezza una consegna “responsabile” mentre l’89% opta per formule d’acquisto anti-spreco che limitino le eccedenze e l’invenduto.
posito, in un articolo comparso su Tendenze online, l’house organ di GS1 Italy, si parla di consumatori pragmatici che devono e vogliono agire e che non si fanno più incantare dall’idea della sostenibilità. Loro vogliono esserne i protagonisti.
La tendenza a un consumo responsabile e alla necessità di affidarsi ad aziende trasparenti non rispecchia in toto tutti i consumatori. Secondo uno studio di WWF Italia e Bain & Company, Come i brand possono cogliere l’opportunità della moda sostenibile, realizzato nell’ambito dell’industria della moda, esisterebbero cinque categorie di consumatori più o meno inclini a pratiche
green. Una buona mappatura che si può applicare anche ai clienti del garden center.
in negozio, social media e siti web dei brand
• È disposto a pagare un sovrapprezzo meno significativo rispetto al consumatore campione
• Estremamente attento all’ambiente
• Acquista regolarmente sostenibile
• È disposto a pagare un prezzo maggiorato per i prodotti green
• Appartiene alle generazione X e più anziani
• Si informa sulla sostenibilità attraverso gli espositori in negozio o tramite passaparola
• A volte è disposto ad assumere comportamenti sostenibili
• È tendenzialmente un millennial
• Ha un alto livello di preoccupazione per l’ambiente
• Non acquista quasi mai prodotti sostenibili
• Principalmente millennial e generazione Z
• Si informa attraverso gli espositori
• Non si preoccupa della sostenibilità
• Non tiene conto di questa componente in fase di acquisto
Quello che sta cambiando nella narrazione della sostenibilità è che il consumatore ha bisogno di azione. Come trasformare
questa necessità nel linguaggio del punto vendita? Non sarà semplice, eppure, si può agire sulla propria comunicazione sia a livello di retail sia nella scelta di marchi che rispettino e sposino questa visione. Prima di tutto è fondamentale far sentire il cliente parte di un processo, coinvolto nel cambiamento. Tutto ciò che è in vendita nel tuo punto vendita non sarà solo rispettoso del Pianeta ma sarà fondamentale che racconti i benefici che può apportare all’acquirente stesso. Un altro elemento a cui prestare attenzione è la necessità di non parlare per concetti e idee ma rendere dinamico il messaggio, optando per un tono diretto, concreto e che non solo ispiri ma spieghi come trasformare un’idea in azione. A questo punto si dovrà anche lavorare sul registro della comunicazione e non cadere in tecnicismi ma rendere il linguaggio aperto e comprensibile, creando una relazione emotiva con l’interlocutore e avvicinandolo con parole che conosce e riconosce. Ultimo ma non meno importante: essere trasparenti, lasciare che il consumatore possa accedere alle informazioni di cui ha bisogno, possa verificarle e soprattutto che siano veritiere.
TERRACOTTA 100% NATURALE, DURATURA, VERSATILE E RICICLABILE.
Lo abbiamo chiesto a dieci realtà della filiera, dagli ibridatori ai coltivatori fino all’industria dei prodotti di giardinaggio.
Azioni concrete per rispondere alle esigenze (sempre maggiori) dei consumatori.
Soprattutto i giovani
Ogni giorno soddisfiamo buona parte del nostro fabbisogno energetico grazie ai pannelli fotovoltaici, utilizzando energia rinnovabile da fonti naturali, nel pieno rispetto dell’ambiente. La produzione è completamente realizzata in Toscana con macchinari ibridi di ultima generazione in cui investiamo costantemente, silenziosi e a basso consumo energetico. Sosteniamo inoltre l’impollinazione dei fiori e la tutela delle api anche grazie alla collaborazione con bee2bee.
COMPO agisce in modo proattivo e oltre la misura richiesta dalle disposizioni di legge e dagli obblighi economici con soluzioni, servizi e prodotti sostenibili e naturali. Le azioni responsabili di COMPO si basano su 4 pilastri fondamentali: sostenibilità , qualità , trasparenza e partnership.
Sostenibilità, per l'attenzione all'utilizzo di materie prime naturali o a lento rilascio. L’obiettivo è quello di fare un uso quanto più efficiente e lungo possibile delle materie prime e dei prodotti, evitando gli sprechi;
Qualità, tutti i prodotti COMPO mantengono i più alti requisiti di qualità nonostante la nostra offerta stia cambiando radicalmente a favore di prodotti sempre più attenti all’impatto ambientale;
Trasparenza, perché i principi ecologici, sociali e comunitari sui quali si fonda COMPO e le attività collaterali aziendali sono condivise in modo completo, chiaro e trasparente sia internamente che esterne all’azienda;
Partnership, poiché la cooperazione mirata con diversi partner consente di integrare competenze e know-how tecnico, sviluppare prodotti e soluzioni innovativi e soprattutto sostenibili.
COMPO, di anno in anno, sceglie di parlare di cura del verde con metodi e prodotti ancora più in sintonia con la natura attraverso una continua ricerca scientifica e un’innovazione sempre più sostenibile.
COMPO, qualità di sempre, ma più sostenibile!
Federica Magri, communication Specialist di Compo
Essere sostenibili è nel nostro dna. Non solo perché da quasi 50 anni produciamo vasi per una grande comunità di appassionati del verde, ma anche perché crediamo che si debba essere sostenibili con l’esempio e con i fatti. Il nostro primo progetto di vasi biodegradabili risale al 2010 e ci ha portato poi a creare Greener, una linea di vasi realizzati interamente in plastica riciclata. Da quest’anno, poi, abbiamo iniziato a produrre un bilancio di sostenibilità certificato, che dati alla mano, racconta il nostro percorso dal punto di vista economico, ambientale e sociale.
Vittorio Moretti, Marketing Director Euro3plast S.p.A.EGO Power+ è stata fondata con la semplice visione di utilizzare la più avanzata tecnologia per sviluppare un innovativo sistema di utensili a batteria. Eliminando le emissioni nocive, l’inquinamento acustico e i problemi alla salute associati alle apparecchiature a benzina, mantenendo le prestazioni che gli utenti si aspettano e di cui hanno bisogno. La campagna Challenge2025 è la “chiamata alle armi” di EGO per educare e incoraggiare, entro il 2025, tutti gli utilizzatori di attrezzature per esterni ad adottare utensili alimentati a batteria al posto di quelli ad alte emissioni alimentati a benzina, per un futuro più pulito, più silenzioso e più sicuro.
Otello Marcato, sales manager southern europe & middle east di Ego Power+ EuropeSchoneveld Breeding è un’azienda davvero “green”. Infatti nel 2019 abbiamo ufficialmente aperto una nuova azienda (Plant Experience) pensata e realizzata per ottenere la massima sostenibilita’ possibile e il minore impatto ambientale. Infatti, per esempio l’acqua utilizzata funziona con un sistema a circuito chiuso (close waterchain) ciò significa che riutilizziamo tutta l’acqua che utilizziamo dopo una attenta depurazione. Anche i concimi vengono riutilizzati più volte dopo l’utilizzo con un sistema molto avanzato di filtraggio e stoccaggio. Abbiamo un impianto fotovoltaico che ci consente di generare gran parte dell’energia che utilizziamo in azienda e tutta l’illuminazione, sia all’interno delle serre che negli uffici e’a Led di ultima generazione. Gli uffici sono costruiti all’interno di una grande serra che funge da intercapedine gestendone meglio l’aspetto climatico all’interno in modo naturale. E per finire, tutte le autovetture aziendali sono 100% elettriche. Abbiamo tre colonnine per la ricarica nel parcheggio aziendale.
Sustainovate rappresenta l'impegno di GARDENA a creare soluzioni ecofriendly e a promuovere un'ampia varietà di iniziative legate alla sostenibilità. L'azienda offre una vasta gamma di prodotti mirati a rispettare l'ambiente, come soluzioni per un'irrigazione intelligente che favoriscono il risparmio idrico, attrezzi a batteria per ridurre l'inquinamento e sistemi di irrigazione a goccia come il Micro-Drip-System che ottimizzano l'uso dell'acqua. Inoltre, GARDENA ha recentemente introdotto la linea di prodotti EcoLine, che rappresenta un importante passo avanti nella sostenibilità. Questa linea si distingue per l'uso di componenti in plastica costituiti da almeno il 65% di materiale riciclato, proveniente principalmente da rifiuti domestici come pellicole o imballaggi e da almeno il 25% di metallo riciclato. Questo approccio consente di ridurre la dipendenza da materie prime vergini e di contribuire attivamente all'economia circolare.
Nata nel 1983, con sede nella campagna di Noventa Vicentina (VI), Ipag che ha sempre avuto una particolare attenzione all’ambiente. Da oltre 20 anni promuove l’utilizzo di strategie sostenibili per l’agricoltura. Da diversi anni è dotata anche di un impianto fotovoltaico che la rende totalmente autonoma dal punto di vista energetico dotandosi anche di lampade LED a basso consumo. Anche l’azienda agricola dimostrativa è stata studiata con criteri di sostenibilità andando a raccogliere tutte le acque piovane in un apposito bacino per poi riutilizzarle.
Il nostro primo Bilancio di Sostenibilità rappresenta un passo volontario che dà una svolta alla storia aziendale e che traccia l’inizio di una nuova sfida. Assieme al team di sostenibilità abbiamo raccontato il grande risultato complessivo di piccoli cambiamenti che assieme delineano un nuovo modello economico capace di progredire in maniera responsabile per l’ambiente, per le risorse aziendali e per la comunità locale.
Alice Xompero CEO di Tera®Con il piano Sustainovate Husqvarna integra la sostenibilità in molte delle attività. Innanzitutto è stata raggiunta nel 2022 una riduzione assoluta di emissioni di CO2 del - 32% rispetto al 2015 e l’obiettivo è raggiungere il - 35% entro il 2025 in tutta la catena di valore. I prossimi passi consistono nel lanciare nuovi prodotti e soluzioni a basse emissioni e a batteria ed elettrificare due terzi dei prodotti motorizzati entro il 2026. Combinando poi la passione per la circolarità alle capacità di
La nostra produzione è neutrale dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica: utilizza il 90% del fabbisogno di energia elettrica dal proprio impianto fotovoltaico con batteria di accumulo, il 100% del fabbisogno di riscaldamento da pannelli solari per l'acqua calda o da riscaldamento a pellet in combinazione con un serbatoio di acqua calda all'avanguardia. Anche l'acqua di irrigazione viene riutilizzata e funziona a ciclo chiuso. Inoltre, attribuiamo grande importanza alla protezione delle piante con insetti benefici, fertilizzanti biologici, substrati a ridotto contenuto di torba e uso
FITT sviluppa soluzioni in materiale termoplastico per il trasporto di fluidi che trovano applicazione in diversi ambiti diversi. È con studio quotidiano di processi di trasformazione, con la ricerca dei materiali e lo sviluppo di nuovi tecnopolimeri, sia nei propri laboratori che in partnership con centri di ricerca e università, che FITT porta avanti ogni giorno la sua strategia di sostenibilità, con l’obiettivo di trovare soluzioni innovative e responsabili in grado di rispondere alla sfide ambientali
Il primo Congresso Nazionale del Fiore, che si è tenuto a Leverano l’1 e il 2 giugno, ha portato a tutti i livelli del settore, dal sistema imprenditoriale al consumatore finale, pregi, difetti e progetti di sviluppo per il florovivaismo italiano colloquio con NADA FORBICI di BENEDETTA MINOLITI
«Più che di “prima uscita” di questo gruppo floricolo dovremmo davvero parlare di Congresso Nazionale del Fiore, qualcosa che non è mai stato fatto prima». Così Nada Forbici, presidente di Assofloro, ha descritto il 1° Congresso Nazionale del Fiore che si è tenuto gli scorsi 1 e 2 giugno a Leverano, in provincia di Lecce. Due giornate dedicate ai fiori, in vaso e recisi, organizzato da Coldiretti in collaborazione con AssoFloro e Affi, rivolto a “tutti i livelli” del settore. Durante
la nostra intervista, la presidente di Assofloro ci ha raccontato come si è svolta la manifestazione, i principali punti toccati e alcune importanti novità per il settore.
Come si sono svolte le due giornate? «Abbiamo dedicato la prima giornata alle istituzioni, coinvolgendo rappresentanti del Governo e delle istituzioni nazionali, e al sistema imprenditoriale, con interventi di ordine tecnico-scientifico. Il secondo giorno, invece, ci siamo rivolti al consumatore. L’obiettivo principale di questo primo congresso è stato quello di valorizza-
re il fiore a partire dal Governo fino al cliente finale. Sicuramente dando risalto al prodotto italiano, cosa che fino ad oggi non si è fatta, anche perché non abbiamo un marchio di origine italiana. Abbiamo portato all’attenzione anche le criticità del fiore importato, dalla salute all’etica, fino alla sua sostenibilità, o sarebbe meglio dire insostenibilità, in termini ambientali».
E perché avete scelto proprio Leverano?
«L’anno scorso sono stata invitata per la prima volta a “Leverano in Fiore” e sono rimasta davvero colpita dalla bellezza di questa manifestazione, scoprendo l’importante produzione locale. Inoltre, a Grottaglie è presente una base logistica, con aerei cargo, che potrebbe rappresentare una svolta importante per questo territorio. Per la produzione agricola, in senso ampio, attivare questa base
logistica sarebbe fantastico, perché aiuterebbe a movimentare il settore in questa zona».
Hai riscontrato una maggiore apertura, anche grazie ad eventi come questo, da parte dei membri della Sezione Specialista Floricoltori Assofloro? C’è più dialogo tra loro adesso?
«Assolutamente. Anche perché, fino a poco tempo fa, non “parlavano” tra loro, per il semplice fatto che non erano abituati a farlo ne avevano un “luogo” in cui dialogare e confrontarsi. Oggi hanno trovato questo “luogo” in Assofloro: l’apertura li ha portati al confronto, a capire che di fatto le esigenze di uno sono quelle di tutti».
Ad esempio?
«La necessità di individuare i costi di produzione, emersa proprio dal dialogo e dal confronto tra le aziende. La marginalità è sempre più risicata a causa degli aumenti di materie prime, energia, ecc., e ovviamente produrre in Puglia non è come produrre in Lombardia. I costi cambiano da tutti i punti di vista, dalla paga oraria dei dipendenti fino al riscaldamento e all’energia. Da qui è partita una riflessione: sappiamo davvero quanto ci costa produrre? Che non significa sommare semplicemente costo di vaso, terriccio, torba, talea ecc, ma tutto, anche costi diretti e indiretti aziendali.
Ed è dalla necessità di individuare i costi di produzione che è nato un percorso strutturato, che abbiamo chiamato Progetto Esiodo».
ma un vero e proprio metodo di calcolo per chi produce piante e fiori. Inoltre, siamo ambiziosi: ci proporremo a Ismea, con il nostro metodo di calcolo, per definire i prezzi dei prodotti più rappresentativi. Un’iniziativa importante il progetto Esiodo, anche perché una volta che avremo uno strumento per certificare i reali costi di produzione, questo sarà un ulteriore aiuto per quanto riguarda le pratiche commerciali sleali».
Quale sarà il vantaggio immediato di questo strumento per i produttori?
«A livello pratico, nel momento in cui il produttore ha in mano questo metodo, avrà la possibilità di valutare adeguatamente i suoi costi di produzione, così da non vendere sottocosto e decidere davvero cosa fare del proprio lavoro: se provare a guadagnare, o continuare a perdere, oppure mantenere semplicemente l’azienda aperta, con tutte le difficoltà del caso.
Questo strumento aiuterà i produttori a capire che servono dei prezzi che devono essere standardizzati, più o meno in equilibrio, e soprattutto rispettati da tutti. Anche questa è una consapevolezza che si sta facendo strada, grazie al dialogo all’interno della sezione floricoltori di Assofloro».
«Il progetto, sostenuto economi camente dalle aziende associate, è stato avviato con una prima fase di ascolto da parte di professioni sti fiscali e finanziari. Le aziende aderenti hanno risposto ad un sondaggio per avere il quadro sulle diverse tipologie di aziende e da qui sono state identificate alcune aziende pilota, fisicamen te visitate dai consulenti fiscali e finanziari con cui stiamo lavoran do. Da questo lavoro è avvenuta l’elaborazione dello strumento di prova che sarà sottoposto in due tranche alle aziende, a settembre e a dicembre, e contiamo entro fine anno di avere lo strumento definitivo. Non sarà un software,
«L’OBIETTIVO PRINCIPALE DI QUESTO PRIMO CONGRESSO È STATO QUELLO DI VALORIZZARE IL FIORE A PARTIRE DAL GOVERNO FINO AL CLIENTE FINALE»Nada Forbici, Presidente AssoFloro Nada Forbici, Presidente di AssoFloro
«È una grande soddisfazione e un onore guidare un gruppo che rappresenta la prima attività a Pistoia, un polo importantissimo di lavoro, competenze e fatturato, per di più impegnato in un settore come la produzione del verde». A dichiararlo, Alessandro Michelucci, vivaista classe 1971 con vivaio al Bottegone nel Comune di Pistoia, nonché nuovo presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), il soggetto referente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, durante la prima riunione del nuovo consiglio direttivo. Il consiglio direttivo era stato votato il 26 maggio scorso, in occasione dell’assemblea di AVI che ha segnato il termine del precedente mandato sotto la guida di Luca Magazzini. Il nuovo consiglio direttivo è stato rinnovato per 7 membri su 9 e si è molto ringiovanito, con diversi consiglieri sotto i 40 anni. Oltre a nominare il presidente, il consiglio direttivo di AVI ha scelto anche i due vice presidenti: Gilberto Stanghini, uno degli unici due consiglieri riconfermati insieme a Massimo Bartolini, e Simone Ferroni. Presidenza e consiglio direttivo resteranno in carica fino al 2025. «I primi tre obiettivi saranno il Laboratorio di autocontrollo fitosanitario preannunciato, un progetto per i bandi del Pnrr e una soluzione alla questione dell’approvvigionamento idrico nel territorio, per portare la tranquillità dell’irrigazione ai vivai anche nei periodi siccitosi».
FLORICOLTURA RONCADOR. “Crediamo nella sostenibilità dell’ambiente e della cultura del nostro territorio, per questo ci impegnano a collaborare in sinergia con le realtà portatrici di questi valori”, un impegno che Floricoltura Roncador coltiva da 30 anni, festeggiati lo scorso lo scorso 25 aprile nella sede Mezzolombardo, in provincia di Trento. Una giornata passata assieme a clienti, fornitori e personalità del territorio, per sottolineare la tradizione florovivaistica della famiglia Roncador, grazie a un’attività nata dall’idea di Flora e Valentino, che riprendono le origini dalla nonna Giacinta che coltivava già dagli anni Settanta. Oggi il testimone è passato a Matteo, terza generazione, che punta su una produzione locale e a basso impatto e al sostegno delle realtà locali. “Grazie di cuore a tutti coloro che hanno deciso di festeggiare con noi i 30 anni di attività di Floricoltura Roncador - si legge sul profilo Instagram dell’azienda - Siamo stati davvero felici di aver condiviso con voi una giornata all’insegna dei fiori, della musica e dei sorrisi. Siamo orgogliosi di essere diventati un punto di riferimento per tante persone. Continueremo a coltivare assieme a voi le nostre passioni”.
LAVERMICOCCA GARDENING & DESIGN. Lo storico vivaio nasce a Bari dalla passione e l’impegno di Michele Lavermicocca nel 1983, su una superficie di 3mila metri quadrati e trasformando quello che un tempo era un piccolo orto in uno spazio commerciale e diventa apprezzato dagli amanti del verde. E così, lo scorso giugno ha festeggiato i suoi primi 40 anni, in una serata speciale per ricordare gli inizi e brindare al traguardo raggiunto. Oggi Lavermicocca Gardening & Design, guidata da Cosimo e Grazie, è diventata un’azienda punto di riferimento della città e della provincia di Bari. Con la terza generazione c’è stata una ventata di novità che ha stimolato una migliore pianificazione delle attività, la riorganizzazione dell’area commerciale e del centro di giardinaggio: elementi di home décor e diverse linee di vasetteria arricchiscono l’assortimento di oltre 1.500 specie botaniche. Questo ha permesso di aprirsi anche a un pubblico più giovane, che ha aumentato negli anni la spesa per la realizzazione di spazi verdi e l’acquisto di piante sia da esterno, sia da interno. Il prossimo passo , ha anticipato Cosimo, sarà la rimodulazione degli spazi del garden per garantire una miglior esperienza di acquisto per clienti e visitatori. Non perdetevi i prossimi numeri di greenup, perché leggerete ancora di loro.
Si sono riuniti nel mese di luglio i rappresentanti dell’associazione tedesca IVG, che raggruppa le aziende di prodotti per il giardinaggio, facendo un punto sugli andamenti delle vendite annuali 2022 per gli attrezzi da giardinaggio. Ne è emerso un trend positivo, confrontando i dati con quelli del 2019, prima della crisi pandemica. Certo, difficile ripetere le importanti performance registrate nel 2021, a causa dell’effetto dovuto alle conseguenze del Covid, ma i consumi per il giardinaggio, secondo le stime, continueranno a crescere in Germania. Nel 2022, comunque, si registra un incremento delle vendite del 16% rispetto al 2019.
Tera® utilizza plastica riciclata da raccolta differenziata per la produzione dei suoi articoli, ed è certificata Plastica Seconda Vita dall’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo.
La fiera torna con un nuovo look e con lo slogan "Our heart beats green" e un'immagine che mostra un cuore ricoperto di piante. Un messaggio in cui viene espresso il grande legame tra l'industria e IPM ESSEN, nonché l'importanza della fiera come luogo per le innovazioni. Numerose attività sono previste intorno all'anniversario della fiera. Nel 2024 oltre 1.500 espositori provenienti da circa 50 nazioni sono attesi in tutto il quartiere fieristico per presentare i loro prodotti e servizi a un pubblico specializzato internazionale: dalle piante e tecnologia ai fiori e alle decorazioni. Numerose le attività previste per la 40esima edizione, come un podcast, una campagna fotografica, un selfie point nel nuovo look della campagna e una grande festa di compleanno con omaggi agli espositori della prima ora. Le congratulazioni possono essere condivise sui social media sotto l'hashtag #congratsIPMESSEN. Nella
sua ultima riunione, l'Advisory Board ha dato il via libera a IPM ESSEN 2024 e ha definito il quadro dei contenuti. Dopo la risposta positiva di quest'anno, il tema principale "Alberi del clima e piante perenni" verrà ulteriormente ampliato. Anche in questo caso sono previsti un punto d'incontro e visite guidate. Nell'Innovation Center Horticultural Technology, l'attenzione sarà rivolta alla gestione dell'acqua.
"Uno dei compiti principali del futuro per l'orticoltura è utilizzare assortimenti in grado di resistere al cambiamento climatico. Allo stesso tempo, si tratta di un uso attento delle risorse. IPM ESSEN offre numerose opportunità per adattarsi a questo necessario complesso di argomenti ", afferma Eva Kähler-Theuerkauf, presidente del comitato consultivo IPM e presidente del Landesverband Gartenbau NRW e.V. (Associazione orticola del Nord Reno-Westfalia. Germania).
Dopo aver chiuso il 2022 con un calo del 15%, il mercato delle macchine e attrezzature per il giardinaggio e la cura del verde registra anche nel primo trimestre del nuovo anno un andamento negativo. I dati sulle vendite – diffusi dall’associazione dei costruttori Comagarden e dal gruppo di rilevamento Morgan – indicano nel periodo gennaio-marzo un calo delle unità vendute pari al 19,6%, per quasi tutte le tipologie di mezzi. I rasaerba calano del 26,1%, le motozappatrici del 22,7%, le motoseghe del 19, 5%, i decespugliatori a scoppio del 26,9%, gli spazzaneve del 43,6%, e riscontri negativi si registrano anche per altre tipologie di macchine sia professionali che ad uso hobbistico.
Il calo delle vendite, che caratterizza i 15 mesi dal gennaio 2022 al marzo 2023, frena un settore che negli ultimi anni ha registrato un buon andamento, sulla spinta della crescente attenzione per la cura del verde sia da parte delle amministrazioni cittadine sia da parte dei privati e degli hobbisti.
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Prevista il 23 e 24 agosto 2023, la fiera avrà tanti nuovi espositori a garanzia di un'offerta diversificata e si svilupperà su decine di migliaia di metri di spazio espositivo, permettendo a migliaia di acquirenti professionisti di incontrare centinaia di coltivatori
Dal 23 al 24 agosto 2023, Plantarium - Groen Direkt metterà in mostra la vasta gamma di piante e materie prime di 200 vivaisti (trade), di cui 30 parteciperanno per la prima volta. Questo significa che la fiera avrà molte novità da offrire ai visitatori abituali tra cui più di 5.000 lotti di campioni ordinabili direttamente. Per esempio, Sjaak van Schie da Maasdijk è specializzata nella fornitura di ortensie di alta qualità in vari stadi di propagazione: dal taglio al prodotto finito. Bailey Nurseries da St Paul, Minnesota (USA) offre una vasta gamma di piante per rivenditori, coltivatori e paesaggisti, dagli arbusti ornamentali in vaso e le piante perenni ai loro famosi marchi di consumo. Piece of Jungle da Schipluiden coltiva coloratissimi Caladium da interno. Eurovivai dall'Italia è specializzato nella produzione di acero e azalea.
Grazie a una disposizione più compatta degli stand e dei campioni e utilizzando tutto lo spazio dei padiglioni per la fiera, l'organizzazione di Groen Direkt è riuscita a rendere lo spazio espositivo più congeniale, esteticamente più accattivante e soprattutto ordinato. L'asse centrale divide in due parti la superficie espositiva di oltre 20.000 mq. Una metà è dedicata agli ordini delle piante, tramite le molte migliaia di lotti di campioni di GROEN-Direkt. Nell'altra metà, si trovano le centinaia di espositori insieme alle novità e alla presentazione dell'albero di Natale di GROEN-Direkt. In questo modo gli acquirenti che hanno prima effettuato l’ordine, possono continuare il giro tra gli stand e viceversa.
DAI COLTIVATORI PIÙ GRANDI AI PIÙ PICCOLI
Una visita a PLANTARIUM|GROEN-Direkt è un’occasione per aggiornarsi su tutto ciò che accade nel settore. Dai principali coltivatori nazionali ed esteri fino ai coltivatori più piccoli. Oltre alle aziende leader nel settore del verde, ci saranno anche i loro fornitori e le aziende dietro alle materie prime. Inoltre, sarà presente una selezione di fornitori di ferramenta per garden center.
Il 23 e 24 agosto, PLANTARIUM|GROEN-Direkt si svolgerà insieme alla fiera d'autunno GROEN-Direkt a Noorwegenlaan, 37 a HazerswoudeDorp. La fiera sarà aperta dalle 07:00 alle 17:00 (il giovedì fino alle 16:00). Per maggiori informazioni: www.plantariumgroendirekt.nl
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Quando parliamo di sostenibilità, tema principale tra l’altro di questo numero di greenup, la nostra mente raramente pensa al suolo. Spesso ignorata ma estremamente preziosa, questa risorsa è il punto di partenza per la produzione alimentare, la crescita della vegetazione ed è anche in grado di catturare il carbonio dall’atmosfera, contribuendo a ridurre le emissioni di CO2. Allo stesso tempo, non è una risorsa rinnovabile e servono più di 2000 anni per la formazione di 10 cm di terreno. Insomma, (anche) se del suolo se ne parla poco, il suo ruolo è vitale. Per capire di più e anche per scoprire come sensibilizzare sul tema, abbiamo fatto due chiacchiere con Re Soil Foundation, il progetto promosso dall’Università di Bologna, Coldiretti, Novamont e Politecnico di Torino, che vuole dare impulso a un reale cambiamento a partire dalla tutela del suolo e dal concetto chiave di rigenerazione territoriale. Come? Proponendo attività nei settori della ricerca scientifica, del trasferimento tecnologico, della formazione e divulgazione e
della creazione di consapevolezza.
Come è nata l'idea di Re Soil Foundation?
«Il suolo è la risorsa più preziosa e al tempo stesso più sottovalutata del Pianeta. Fenomeni come il cambiamento climatico di origine antropica, le pratiche agricole insostenibili, l’allevamento intensivo e l’impermeabilizzazione del terreno, per citarne solo alcuni, rappresentano una minaccia costante. L’iniziativa di Re Soil Foundation si è sviluppata per volere di quattro soggetti - Coldiretti, Novamont, Politecnico di Torino e Università di Bologna – accomunati dalla volontà di sensibilizzare il pubblico promuovendo la diffusione delle conoscenze e delle buone pratiche di tutela e recupero del suolo in linea con l’obiettivo della UE: garantire la salute del 75% dei terreni continentali entro il 2030».
Come si declina la vostra attività?
«Le attività di Re Soil si sviluppano su quattro macro aree di intervento:
“IL NOSTRO PAESE È TRA QUELLI MESSI PEGGIO A LIVELLO EUROPEO PER PIÙ
promuovere la salvaguardia del suolo , anche attraverso il coinvolgimento degli stakeholder che si dedicano al tema a livello nazionale ed europeo; diffondere conoscenze, contenuti scientifici e informazioni sul tema; rafforzare il legame tra agricoltura e ricerca: in questo contesto la Fondazione sta lavorando alla costituzione di un network nazionale di “lighthouse farms”, aziende agricole virtuose dal punto di vista dei servizi ecosistemici per il suolo; promuovere un processo di policy shaping sul tema della salvaguardia del suolo. Tutte le attività di Re Soil si legano a filo doppio alla mission europea “A Soil Deal for Europe” e la sinergia è rafforzata dalla partecipazione di Re Soil a due progetti Horizon finanziati dalla mission europea per il suolo: Prepsoil ed ECHO. È essenziale che tra l’opinione pubblica e i decisori politici aumenti la consapevolezza che senza il suolo in salute non si vive. Il suolo è responsabile della produzione del 95% del nostro cibo e fornisce costantemente servizi ecosistemici essenziali per l’ambiente. Eppure questo suo ruolo centrale nella vita di tutti noi è spesso ignorato al pari della complessità delle dinamiche che ne regolano l’equilibrio. Da qui l’esigenza di diffondere informazioni tramite il nostro sito Resoilfoundation.org che propone quotidianamente notizie e informazioni al pubblico. A questo si affianca l’attività di comunicazione e l’impegno nella didattica che caratterizzano il lavoro di Re Soil nell’ambito di progetti nazionali e internazionali con i nostri partner».
Chi sono i vostri "follower"?
«Dipende dal tipo di attività e di contenuti. Stiamo riscontrando crescente attenzione sia dal pubblico degli esperti accademici sia dall’opinione pubblica generalista, attenta non solo alle questioni ambientali ma anche alle conseguenze economiche e sanitarie dei danni al suolo. Questa diversità di utenti e interlocutori è un punto di forza: per-
DELLE MINACCE PRINCIPALI ALLA SALUTE DEL SUOLO: LA CEMENTIFICAZIONE OVVIAMENTE MA ANCHE
DESERTIFICAZIONE, EROSIONE E PER IL NUMERO DI SITI CONTAMINATI”
DI UNA
Una risorsa preziosa, spesso ignorata, che è responsabile del 95% del nostro cibo e che concorre a contrastare il cambiamento climatico. Grazie a Re Soil Foundation il benessere del terreno torna al centro colloquio con MARGHERITA CAGGIANO di BIANCA FERRARIS
ché per curare il suolo serve un approccio olistico capace di coinvolgere molti pubblici diversi».
Come cercate di comunicare con loro?
«I temi che ci troviamo ad affrontare sono complessi e le ricerche pubblicate sulle riviste scientifiche sono una delle principali fonti degli articoli del nostro notiziario. Per raggiungere il pubblico ci impegniamo a fornire informazioni puntuali esprimendoci sempre con un linguaggio accessibile. Non diamo nulla per scontato e cerchiamo di volta in volta di spiegare in modo chiaro gli aspetti chiave di ogni questione con la quale i lettori potrebbero non avere familiarità».
A livello generale c’è una maggior percezione dell’importanza della tutela del suolo da parte dei cittadini? E da parte delle istituzioni?
«La nostra esperienza ci dice che la sottovalutazione del problema suolo deriva più da impreparazione che da disinteresse volontario. Le persone, una volta stimolate e coinvolte, mostrano una notevole attenzione per questi argomenti. Le iniziative che abbiamo condotto nelle scuole e in occasione di manifestazioni pubbliche si sono sempre distinte per un significativo coinvolgimento delle persone. L’attenzione per l’ambiente e il futuro del Pianeta, del resto, non è mai stata così diffusa e il crescente interesse per il suolo viene di conseguenza. Quanto alle istituzioni non è un mistero che l’Unione Europea stia investendo da anni impegno e risorse nello sviluppo delle buone pratiche di gestione del terreno in campo agricolo e non solo. Altre iniziative governative nel resto del mondo – dagli Stati
Uniti alla Cina, per citare solo due esempi - sembrano andare anch’esse nella direzione di una maggiore consapevolezza del problema. La speranza è che altrettanta attenzione arrivi anche in Italia. Il nostro Paese è tra quelli messi
“STIAMO RISCONTRANDO CRESCENTE ATTENZIONE SIA DAL PUBBLICO DEGLI ESPERTI ACCADEMICI SIA DALL’OPINIONE PUBBLICA GENERALISTA (...) QUESTA DIVERSITÀ DI UTENTI E INTERLOCUTORI È UN PUNTO DI FORZA: PERCHÉ PER CURARE IL SUOLO SERVE UN APPROCCIO OLISTICO CAPACE DI COINVOLGERE MOLTI PUBBLICI DIVERSI”
peggio a livello europeo per più di una delle minacce principali alla salute del suolo: la cementificazione ovviamente (che corre in Italia a livelli doppi rispetto al resto della Ue) ma anche desertificazione, erosione e per il numero di siti contaminati».
Quali sono le azioni concrete che potrebbero aiutare a diffondere questa sensibilità?
«Serve buona informazione, buona ricerca e buona politica. Nessuno di questi tre ambiti da solo è sufficiente. Oltre all’attività di divulgazione presso il pubblico, dal nostro punto di vista occorre innanzitutto partire dalla didattica. Il valore del suolo e della sua tutela deve essere insegnato fin dalle classi primarie coinvolgendo i bambini in esperienze pratiche che consentano loro di apprendere divertendosi. Occorre inoltre rafforzare il legame tra il mondo della ricerca e tutti i settori economici coinvolti nella gestione del terreno – dall’agricoltura all’edilizia – per favorire la diffusione di buone pratiche e soluzioni concrete. Fondamentale, infine, il dialogo con le istituzioni con l’obiettivo di promuovere il tema suolo nell’agenda ambientale: una legge europea per la tutela del suolo è attesa entro la fine del 2023, attendiamo di vedere in che direzione andrà e come verrà recepita dagli Stati membri».
Suolo, spazi verdi urbani, giardini. Ci potrebbe essere un filo conduttore che lega questi tre ambiti?
«Certamente. La gestione sostenibile del suolo – che rappresenta in questo caso il comune denominatore – si declina a tutti i livelli. L’impegno per la cura degli spazi verdi personali, dal giardino al
balcone, per capirci, è cresciuto negli ultimi anni sulla spinta iniziale, si dice, della pandemia generando una domanda di conoscenza di alcuni aspetti essenziali a partire dalle strategie di riduzione degli sprechi. Ancora più radicato è il fenomeno della crescita del verde urbano visto ormai non solo come una risorsa ornamentale ma, soprattutto, come uno strumento di mitigazione climatica e di risparmio energetico. Per fare un esempio: nel 2017, considerando l’impatto positivo sul calo dei consumi elettrici e delle emissioni, sulla riduzione dell’inquinamento e la crescita del sequestro di carbonio, il Dipartimento dell’Agricoltura USA stimava che le foreste urbane statunitensi generassero da sole vantaggi economici pari a 18,4 miliardi di dollari all’anno».
Come casa editrice operiamo nel settore del florovivaismo in cui c’è un importante utilizzo di torba, anche se sempre in minor misura: avete qualche riscontro su questo fenomeno?
«La tutela delle torbiere è universalmente riconosciuta come tassello fondamentale nella lotta al cambiamento climatico ma è storicamente ostacolata dallo sfruttamento della risorsa nel giardinaggio e nell’orticoltura. Secondo le stime dell’organizzazione ambientalista britannica Wildlife Trust , per capirci, nel solo Regno Unito gli operatori del settore hanno utilizzato circa 81 milioni di metri cubi di torba negli ultimi tre decenni. Tale scelta ha determinato il rilascio di una quantità aggiuntiva di CO2 compresa tra 14 e 31 milioni di tonnellate. Londra ha annunciato la totale messa al bando dei prodotti a base di torba a partire dal 2030 e l’auspicio è che altri Paesi seguano questo esempio, possibilmente anticipando i tempi. Le alternative sostenibili realizzate attraverso il compostaggio, del resto, non mancano e offrono soluzioni estremamente efficaci».
Come ogni anno, il Circular Economy Network ha elaborato i dati relativi allo stato di salute dell’economia circolare a livello europeo. Per il secondo anno consecutivo l’Italia si è confermata leader, primeggiando tra le altre principali economie europee (Spagna, Francia, Germania e Polonia). A livello generale però il Rapporto fotografa una situazione non totalmente rincuorante: l’economia circolare ha subito un rallentamento e si mostra arretrata se confrontata con il 2021. Nel 2023 solo il 7,2% dell’economia mondiale è circolare, cinque anni fa era il 9%. L’andamento dell’economia circolare in Italia e nel resto d’Europa viene rappresentato attraverso set di indicatori, basati sull’applicazione della Carta di Bellagio (relativi ai flussi di materiali e rifiuti e agli impatti ambientali, economici e sociali dell’economia circolare), oltre che sull’analisi dei processi, dei comportamenti e delle più recenti politiche relative alla circular economy.
COS’È
PER MISURARE LA CIRCOLARITÀ
La classifica di circolarità nelle principali cinque economie dell’Unione europea (Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna) è basata su sette indicatori: tasso di riciclo dei rifiuti; tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo; produttività delle risorse; rapporto fra la produzione dei rifiuti e il consumo di materiali; quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia; riparazione; consumo di suolo. A guidare la classifica è l’Italia, che totalizza 20 punti. Seguono la Spagna con 19 punti e la Francia con 17, mentre Germania e Polonia chiudono rispettivamente con 12 e 9 punti. Per arrivare alla classifica finale sono stati analizzati tutti gli indicatori chiave, ecco cosa è emerso.
La percentuale di riciclo dei rifiuti
www.circulareconomynetwork.it
Promosso da un gruppo di imprese e di organizzazioni in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile opera per sostenere la transizione a un’economia circolare. A tal fine:
• costituisce una rete di dibattito, di scambio di informazioni e buone pratiche, per dare forza a una visione condivisa e a un’azione comune sui vari aspetti dell’economia circolare;
• effettua analisi delle criticità e delle barriere che frenano la transizione ecologica; elabora proposte per valorizzare le potenzialità di sviluppo dell’economia circolare in Italia;
• produce studi e ricerche, con attenzione all’elaborazione e all’iniziativa europea e internazionale, sui vari aspetti dell’economia circolare;
• elabora proposte di strategie, politiche e misure, rivolte ai decisori politici, promuovendo una costante e costruttiva interlocuzione con le istituzioni ai vari livelli;
nel 2020 è stata del 53% in Europa e del 72% in Italia, uno dei tassi di riciclo più elevati nell’UE. L’Italia nel 2020 ha consolidato il suo primato, superando di circa 17 punti percentuali la Germania, seconda in classifica. Ma l’aspetto più interessante è il tasso di crescita in questi dieci anni: invariato per l’UE, è salito di +8% in Italia e +3% in Spagna.
TASSO DI UTILIZZO DI MATERIA PROVENIENTE DAL RICICLO
Per l’Italia, meno positivo è l’andamento del tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo, ovvero il rapporto tra l’uso circolare di materia e l’uso complessivo (cioè da materie prime vergini + materie riciclate). Una performance che storicamente ha sempre portato buoni risultati ma che nel 2021 ha subito un importante calo fino al 18,4% (- 2,2% in meno rispetto all’anno precedente). Sul dato dell’Italia può aver influito
I dati annuali del Circular Economy Network segnalano un calo nelle performance a livello europeo in termini di economia circolare e anche l’Italia, seppur in pole position, mostra segni di cedimento su alcuni indicatori
Quota di riciclo complessiva
72%
media europea: 53%
Tasso di uso circolare di materia
18.4%
media europea: 11,7
Per ogni kg di risorsa consumata
3.2 di PIL
media europea: 2,1 €
Consumo pro capite di materiali
8.9 t
media europea: 14,1 t
la forte crescita, legata agli incentivi per le ristrutturazioni edilizie, del settore delle costruzioni, che presenta un basso utilizzo circolare dei materiali.
Nel 2021, in media in Europa, a parità di potere d’acquisto, per ogni kg di risorse consumate vengono generati 2,1 euro di PIL. Anche per questo indicatore non è più confermato il primato dell’Italia (-7% nell’ultimo biennio), raggiunta dalla Francia, che ha mantenuto costante il proprio valore: ambedue sono a 3,2 €/kg. Il calo dell’Italia è dovuto principalmente a un importante aumento tra il 2020 e il 2021 dei livelli di consumo interno di materiali (+14,7%), non accompagnato nello stesso periodo da una eguale crescita economica (PIL +6,7%).
Il rapporto tra la produzione dei rifiuti e il consumo di materiali rileva l’indice delle pressioni generate da un sistema produttivo per l’approvvigio namento
delle materie prime: più basso è il valore del rapporto, migliore è la prestazione. Nel 2020 questo indicatore era al 35% per l’intera Unione europea. L’Italia è al 38,1%, con un incremento di ben 12 punti percentuali rispetto al 2012.
RINNOVABILE
Per quanto riguarda la quota di energia rinnovabile utilizzata sul consumo totale lordo di energia, si osserva mediamente in Europa un trend crescente del +7,5% tra il 2011 e il 2020 (fino al 22,1% nel 2020). I cinque Paesi analizzati sono però molto distanti dai recenti obiettivi europei (rinnovabili al 32% entro il 2030). In testa c’è la Spagna (21,2%), poi l’Italia con il 20,4%.
RIPARAZIONE DEI BENI
L’indicatore sulla riparazione dei beni analizza tre aspetti: numero di imprese, fatturato, numero di occupati. Nel 2020 l’Italia, con quasi 24.000 aziende che svolgono attività di riparazione, è al terzo posto tra le cinque economie più importanti d’Europa, dietro alla Francia (oltre 35.300 imprese) e alla Spagna (poco più di 29.100). Negli ultimi dieci anni diminuiscono però le nostre aziende: 2.622 in meno rispetto al 2011, quasi -10%.
CONSUMO DI SUOLO
Nel 2018 risultava coperto da superficie artificiale complessivamente il 4,2% della superficie totale dell'UE 27. Durante lo stesso anno, tra le cinque economie analizzate la Polonia ha registrato il valore più basso (3,6%), leggermente superiore la Spagna (3,7%). Più alto quello della Francia (5,6%), ma meno dell’ Italia (7,1%) . Il valore peggiore quello della Germania con il 7,6%.
• Il 45% degli intervistati ha acquistato un prodotto usato
• Il 36% invece un prodotto ricondizionato o rigenerato
Modalità di acquisto preferite
• Leasing (63%), noleggio (63%) e sharing (50%) soprattutto per auto e moto
• Acquisto dell’usato per abbigliamento e accessori (37%)
• Usato rigenerato per i prodotti tech (66%)
• Acquisto di prodotti nuovi con leggeri difetti gli elettrodomestici (39%)
Variabili a favore dell’acquisto?
• L’87% degli italiani è attento a considerare la durata del prodotto
• L’83 % il fatto che sia riparabile
• L’81 % che sia riciclabile
• Il 79 % si lascia influenzare dalle recensioni di altri consumatori
In media tendono a fidarsi delle comunicazioni pubblicitarie sulla sostenibilità.
Cosa incentiva un approccio circolare?
• Riduzione dei prezzi (86%)
• Incentivi economici sui prodotti usati/ricondizionati/ rigenerati (84%)
• Più informazioni sulla loro affidabilità
8 italiani su 10 ritengono importante ridurre gli imballaggi
• L’84% degli italiani crede che sia molto o abbastanza importante che l’imballaggio sia realizzato con materiale riciclabile
• L’83% reputa molto o abbastanza importante che sia riutilizzabile più volte e realizzato con materiali riutilizzabili in maniera ecologica
E se un prodotto non funziona più?
• Il 50 % cerca di riparare un'auto
• Il 20 % ripara l’abbigliamento e gli accessori
• Il 14 % sostituisce prodotti tecnologici e grandi elettrodomestici non più funzionanti con un prodotto diverso ma che possa svolgere la stessa funzione
Quando un prodotto non è più funzionante né riparabile, viene smaltito come rifiuto differenziato da 7 italiani su 10
** Il Sondaggio sull’economia circolare è stato realizzato da Area studi Lega Coop, Ipsos ed è stato presentato in occasione della V Conferenza nazionale sull’economia circolare del Circular economy network. Roma, 16 maggio 2023Icambiamenti climatici stanno spingendo uomini e donne di qualsiasi età a prendersi maggior cura di giardini e spazi all’aperto, ponendo attenzione al consumo dell‘acqua e del suolo.
Anniversary di Erba è un perfetto simbolo di questa nuova tendenza verde. “Anniversary si discosta dai nostri prodotti standard: è molto grande, viene proposta nelle cromie mandorla e antracite e la speciale finitura ricorda gli aghi di pino. Anche la fascia di prezzo è più elevata del solito, ma si tratta di un prodotto importante e celebrativo.
Anniversary rappresenta una tappa del nostro percorso che, come sempre, po-
ne al centro dell’operato un consumatore sensibile alle tematiche ambientali e all’economia circolare”, dichiara Silvia Erba, che assieme ai fratelli Carlo e Fabio e alla sorella Elena guida l’impresa fondata nel 1971 da Angelo e Serano Erba.
8 LINEE: DAL FLORICOLTORE AL CONSUMATORE
I prodotti di Erba sono suddivisi in otto linee - Inerba, Casa, Natura, Roof, Green Pop, Coltivazione, Fioristi e Ortofloricoltura - per soddisfare le necessità del floricoltore più esigente e del consumatore più attento alle tendenze
del gusto contemporaneo. “Curiamo il design, senza mai tralasciare l’attenzione all’ambiente e alle continue innovazioni di cui il settore è oggetto. Alcune tipologie di prodotti per la coltivazione hanno ottenuto il certificato emesso dall’istituto indipendente tedesco Cyclos, che attesta la riciclabilità in conformità con le tecnologie applicate dai più moderni centri di recupero delle materie plastiche. Infine, occorre sottolineare che la qualità di Erba non è esclusivamente legata ai prodotti ma al servizio, che spicca per puntualità e precisione, grazie a un team professionale ed efficiente”, conclude Silvia Erba.
Per maggiori informazioni WWW.ERBASRL.IT
Grazie alle oltre 40 referenze della gamma Il mio orto bio®, le nuove generazioni di pollici verdi potranno difendere preventivamente sia l’orto sia il verde ornamentale con un approccio sostenibile, contribuendo al futuro del pianeta
Prosegue a ritmi serrati l’avanzata dell’”ortomania” in Italia. Negli ultimi anni la diffusione di orti e giardini domestici è diventata una vera e propria passione nazionale anche in piccolissimi spazi come i terrazzi condominiali. Il Mio Orto Bio® di Newpharm è una linea completa di prodotti biologici per assecondare gli appassionati durante tutte le fasi della coltivazione: dal vaso di terra sino alla raccolta.
Abbracciare la filosofia green significa fare qualcosa per il mondo giorno dopo giorno, operando con rispetto e attenzione nei confronti della terra. Nutrirsi dei frutti dell’orto biologico rappresenta il coronamento di un legame profondo con la natura. Per farlo c’è bisogno di una gamma innovativa di prodotti biologici.
Ammendante in scaglie a base di Leonardite
Prestigiosa Leonardite di origine vegetale ad altissimo tenore di sostanza organica umificata e ad alto tasso di mineralizzazione, ricavata da giacimenti millenari del North Dakota. Leonardika assolve appieno le funzioni dell’humus stabile (acidi umici e fulvici) e promuove attività ormonali nelle specie vegetali che si traducono in maggiore efficienza fotosintetica e miglior assorbimento di nutrienti per una maggiore produzione complessiva.
URTICANT
Insetticida, acaricida e fungicida Urticant risulta particolarmente efficace nel controllo di insetti dannosi quali afidi, tignole, altica, carpocapsa e acari come il ragnetto rosso. Le preziose sostanze contenute nell’estratto di ortica garantiscono inoltre una decisa azione contro funghi patogeni come ad esempio l’oidio, la peronospora, la monilia e la muffa grigia che colpisce la frutta matura.
Per maggiori informazioni WWW.ILMIOORTO.BIO
Per comunicare i prodotti e il loro corretto utilizzo, Newpharm punta sull’informazione e formazione degli utenti con una comunicazione più vicina possibile al cliente.
La linea Benessere delle Piante unisce sostanze naturali, microrganismi ed estratti vegetali in prodotti non dannosi per l’uomo o per gli animali domestici. Una scelta che conferma la visione aziendale a favore della sostenibilità
IL PACKAGING
LA LINEA BENESSERE DELLE PIANTE SI DISTINGUE ANCHE PER IL PACKAGING INNOVATIVO, FRUTTO DI UN IMPORTANTE LAVORO DI RESTYLING DA PARTE DELL’AZIENDA:
• LA CATEGORIA DI UTILIZZO SPECIFICO DEL PRODOTTO È IDENTIFICATA CON UN PRECISO COLORE, CHIARO E FACILMENTE RICONOSCIBILE;
• GLI ELEMENTI GRAFICI DAL TRATTO ACQUERELLATO RENDONO LE CONFEZIONI ELEGANTI E RAFFINATE, CON UN RICHIAMO DIRETTO AL MONDO DEL BEAUTY E DEL BENESSERE.
DENTRO AL PUNTO VENDITA I NUOVI PACKAGING POSSONO AIUTARE IL PERSONALE DEI PUNTI VENDITA E IL CONSUMATORE A COMPRENDERE A FONDO I PRODOTTI E IL METODO CORRETTO DI UTILIZZO. IMPORTANTE IL LAVORO SULL’ARCHITETTURA DELLE
INFORMAZIONI: IN EVIDENZA LE PIÙ IMPORTANTI CHE GIÀ AD UN PRIMO SGUARDO RACCONTANO IL PRODOTTO E ORIENTANO L’ACQUISTO, SCENDENDO POI NEL DETTAGLIO CON TUTTO CIÒ CHE SERVE PER UN UTILIZZO CONSAPEVOLE E CORRETTO DEL PRODOTTO.
Le piante necessitano di un’attenta cura e protezione, oltre che di una corretta aereazione e nutrizione. Il Paese Verde – la divisione Home&Garden di Agribios Italiana – vanta nella propria offerta soluzioni biologiche di green wellness pensate proprio per questo. La linea Benessere delle Piante, in particolare, è composta da uno spettro completo di prodotti contenenti solo sostanze naturali, microrganismi ed estratti vegetali non dannosi per l’uomo o per gli animali domestici. La logica di azione è quella di prevenzione, come dimostra ad esempio la presenza del trichoderma, un fungo
con effetti benefici che aiuta lo sviluppo radicale, per migliorare l’aspettativa di vita delle piante rafforzando le loro difese e per un benessere generale dello stato vegetativo e del terreno. Ecco alcune novità di prodotto del catalogo 2023:
Ortica: un estratto che soddisfa i criteri di “prodotto alimentare”, con funzione insetticida, fungicida, acaricida;
Equiseto: un decotto estratto dalla pianta stessa che viene utilizzato anche in medicina e nell’alimentare per le sue proprietà fungicide e di stimolo delle difese naturali;
Per maggiori informazioni WWW.ILPAESEVERDE.IT
Propolis: un prodotto naturale ottenuto tramite estrazione della parte attiva della propoli, materiale vegetale raccolto e lavorato dalle api che attiva le funzioni metaboliche delle piante;
Tannino: un prodotto naturale a base di tannino ottenuto tramite estrazione in acqua dal legno di castagno 100% italiano, che stimola la radicazione e le difese delle piante;
Diato Pro: un prodotto 100% naturale, composto da Terra di Diatomee, che grazie alla sua attività disidratante e adsorbente esercita un’azione fisica contro afidi, acari e altri insetti.
Quando nel 1980 l’azienda ha scelto di produrre articoli di qualità, esclusivamente in Italia, in resine atossiche e riciclabili, aveva già una visione chiara. Tra queste, la scelta di un materiale sostenibile
to fotovoltaico installato in loco: scelte importanti e onerose, sostenute con convinzione e slancio, pur di mantenere un comportamento il più green oriented possibile. Così, grazie all’innovativo processo produttivo, è stato possibile raggiungere una consistente diminuzione degli scarti di produzione e del consumo energetico complessivo, a beneficio di un ridotto impatto ambientale. Un impegno ambientale dunque che nasce a partire da ognuno degli articoli direttamente in fase di produzione.
PER LE NUOVE GENERAZIONI
Sembra paradossale, eppure la plastica vanta una dimensione energetica troppo spesso sottovalutata: nel suo intero ciclo di vita, dalla produzione allo smaltimento, è una campionessa di risparmio. Lo sa bene Bama che fin dalle origini l’ha scelta come materiale principale per i suoi prodotti. La plastica, secondo l’azienda, è da troppo tempo capro espiatorio di una situazione globale oramai al limite e per questo ha deciso di percorrere la via della produzione ragionata e sostenibile. Dal 2019 è infatti certificata Industria 4.0, che da un
punto di vista pratico significa una fabbrica sempre più digitale e interconnessa, con software della produzione che dialogano con il gestionale e con il magazzino automatizzato, e che permette di sapere in tempo reale cosa viene prodotto, in che quantità e con quanta materia prima.
Essere industria 4.0 significa anche investire ogni anno in macchinari innovativi dall’impatto ecologico sempre minore e soddisfare il fabbisogno energetico dell’azienda con un impian-
L’impegno di Bama è anche e soprattutto per le nuove generazioni per le quali mette in campo diverse iniziative. Tra queste, la collaborazione con gli istituti scolastici per campagne educative dedicate come le gite scolastiche con Massimo Mercantini, esperto di giardinaggio che insegna ai ragazzi delle scuole medie come realizzare un orto in vaso, mettendo in luce l’importanza del consumo consapevole. Gli orti realizzati sono stati donati alle scuole, che hanno continuato a prendersene cura affinché gli studenti seguissero il ciclo vitale della pianta, dalla semina fino alla maturazione dei frutti.
Un prodotto ad hoc per una difesa naturale, grazie a Oleomix, una soluzione pronta all’uso da spruzzare sulle foglie. Un effetto benefico contro gli attacchi dei parassiti
Composizione: OLIO DI LINO E OLIO DI NEEM
Formulazione: LIQUIDO
Applicazione: SPRAY PRONTO ALL’USO
Confezione: 750 ML
Pezzi per cartone: 15
olio di lino migliora e potenzia le difese naturali, in particolare verso gli attacchi di cocciniglie, l’olio di neem, invece, è un prodotto naturale che viene estratto dalle foglie dell’albero di Neem, conosciuto anche con il nome botanico Azadirachta indica. Questa pianta contiene un fitocomplesso utilizzo sin dai tempi antichi come rimedio naturale verso diverse situazioni infestanti del mondo vegetale. Oleomix viene assorbito rapidamente dalle piante con un effetto benefico visibile a livello di salute generale della pianta agli attacchi dei parassiti.
Il prodotto deve essere agitato
bene prima dell’uso e successivamente nebulizzato sulla pianta a una distanza di 30-40 cm. Per un utilizzo e un risultato ottimali, è consigliabile applicare Oleomix ogni 7-10 giorni. Il prodotto va utilizzato su orticole, piante da frutto ornamentali, fiori, in ogni fase del ciclo vegetativo della pianta. Oleomix è pronto all’uso, basta spruzzare sul fogliame, facendo ben attenzione a bagnare bene sia la parte superiore, sia la parte inferiore della foglia.
Consigliate di conservare il prodotto al riparo dalla luce e a temperature comprese tra i 5 e 35°C. Evitare ogni uso improprio e comunque diverso dalle indicazioni suggerite. Inoltre, tenere lontano dalla portata dei bambini e degli animali. Evitare il contatto con gli occhi.
Dal 2012 l’azienda si impegna nella produzione di detergenti e detersivi concentrati e con flacone riutilizzabile. Una scelta ben precisa che permette di fidelizzare il cliente e renderlo protagonista di un’azione sostenibile
Da oltre dieci anni detergenti professionali per il bucato, per la casa e per la cura della persona caratterizzano l’offerta di LavaVerde, la realtà che ha scelto di promuovere i valori della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare attraverso scelte lungimiranti e innovazioni tecnologiche. La filosofia zero waste, l’acquisto di prodotti sfusi e il vuoto a rendere fino a qualche anno fa non erano termini così popolari, oggi invece qualcosa è cambiato. La sostenibilità sta entrando sempre di più nel punto vendita. I prodotti, in quanto consumabili, creano un legame a lungo termine con la clientela e, nonostante la ridotta marginalità, i garden center dovrebbero cogliere l’opportunità di diventare un punto di riferimento non solo per la fidelizzazione ma anche come luogo che promuove uno stile di vita più sostenibile.
LE LINEE SPECIFICHE LAVAVERDE SONO COMPOSTE DA DETERGENTE, AMMORBIDENTE, INTENSITY, REFRESHER, PROFUMATORI E DIFFUSORI. UTILIZZATI INSIEME OFFRONO UN RISULTATO ANCORA PIÙ ECCEZIONALE!
Un delicato e avvolgente abbraccio che profuma di rosa, fior di loto e biancospino, sentori che accompagnano a lungo grazie alle microcapsule per il rilascio graduale e costante della fragranza. La linea è adatta ad ogni tipo di fibra, sia sintetica che naturale, di bianchi e di colorati.
IL CORNER
L'intenso profumo della verbena si intreccia con il tè verde e ricorda la calma e la solennità dei riti antichi. I sentori inconfondibili di questa linea ti accompagnano tutto il giorno, grazie alle microcapsule la fragranza viene rilasciata in modo graduale e costante.
• STRUTTURA A PANNELLI MODULABILI
• OPERATORE SPECIALIZZATO
• PRODOTTI SENZA SCARTI E SENZA SCADENZA
• MATERIALE INFORMATIVO E FORMAZIONE INCLUSA
• SUPPORTO DELL’AGENTE
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Misurare, conoscere, ridurre e compensare: quattro azioni concrete che definiscono la strategia e il modus operandi dell’azienda per fare la differenza
Per FITT salvaguardare il Pianeta significa ridurre l’impatto ambientale, limitare e compensare le emissioni di CO2: una priorità in linea con la sua strategia di sostenibilità al 2030, The responsible flow. La strategia di FITT si fonda su quattro azioni importanti: misurare, conoscere, ridurre e compensare.
MISURARE
FITT identifica, misura e rende note le emissioni di CO2 dei suoi prodotti più innovativi lungo tutto il loro ciclo di vita, tramite il Life Cycle Assessment (LCA). Questo strumento empirico permette di mappare gli impatti ambientali dei prodotti, dalle materie prime fino allo smaltimento.
CONOSCERE
Grazie alla misurazione delle emissioni di CO2, FITT conosce il suo operato, gli effetti generati sul pianeta e sulla vita delle persone, e li comunica in modo trasparente a tutti gli stakeholders.
RIDURRE
Limitare le emissioni di CO2 è un obiettivo concreto che FITT applica su più fronti: nella ricerca di nuovi materiali, nell’efficientamento delle linee produttive, nell’utilizzo di energie provenienti da fonti rinnovabili, nell’ottimizzazione dei servizi logistici e nella riduzione dell’ingombro del packaging.
COMPENSARE
Dopo aver ridotto l’impatto ambientale dei suoi prodotti più innovativi, FITT compensa le rimanenti emissioni di CO2 derivanti dal loro ciclo produttivo acquistando i crediti di carbonio del progetto Water is Life.
PRODOTTI INNOVATIVI CERTIFICATI A BASSO IMPATTO
I prodotti innovativi certificati a minor impatto di FITT contribuiscono a portare 80.000 lt di acqua potabile nel distretto di Tulear, una delle zone più povere del Madagascar. Ve li presentiamo:
FITT NTS Eco, è il tubo a sei strati che impiega materiali nobili, in grado di garantire maggiore malleabilità, elasticità e resistenza alle temperature estreme, a fronte di un minor impiego di materia prima. Sottoposto a Life Cycle Assessment (LCA) secondo le norme ISO 14040 e ISO 14044, FITT NTS Eco emette il 15% di CO2 eq in meno, durante tutto il suo ciclo di vita, rispetto ad un tradizionale tubo in PVC.
le tubo in PVC. Sottoposto a Life Cycle Assessment (LCA) secondo le norme ISO 14040 e ISO 14044, FITT Force emette il 43% di CO2 eq in meno, durante tutto il suo ciclo di vita, rispetto ad un tra-
Sviluppato secondo le linee guida di eco-design di FITT - performance, circolarità e riduzione – FITT Force è il tubo da giardino per uso intensivo, prodotto con elastomero termoplastico vulcanizzato (TPV), che permette di utilizzare il 50% in meno di materie prime. Per questo motivo è 2 volte più leggero e 3 volte più compatto di un tradiziona-
Per maggiori informazioni WWW.FITT.COM
FITT Freel è la soluzione che rende disponibili in un'unica combinazione l'avvolgitubo, pronto ad essere connesso al rubinetto, e l'innovativo tubo compatto e leggero FITT Force. L'avvolgitore presenta al suo interno un meccanismo dinamico che si adatta al volume di FITT Force: quando l'avvolgitubo non è in utilizzo, il tubo è piatto e risulta perfettamente alloggiato all'interno. Più leggero e compatto degli altri avvolgitubi con tubo in PVC classico incorporato, FITT Freel utilizza il 30% di materiale plastico proveniente da riciclo post-industriale.
Il concetto di sostenibilità è saldamente radicato nella vision e mission aziendale di Compo, rappresentando una componente fondamentale della strategia a lungo termine dell'azienda
dia del pianeta. Per questo Compo, non solo si adopera da diversi anni a utilizzare confezioni in materiale riciclato e riciclabile, ma realizza prodotti a base di materie prime anch’esse di seconda vita, naturali o a lenta cessione, come Compo Organyc&Recycled e Compo BIO. La gamma COMPO Organyc&Recycled è caratterizzata da un imballo all’80% in plastica riciclata di post-consumo. Le materie prime sono consentite in agricoltura biologica, 100% di origine vegetale, prive di torba (per i terricci) e provenienti da processi di recupero. Anche nella linea BIO di COMPO le materie prime sono di origine naturale o consentite in agricoltura biologica, e hanno imballaggi riciclati al 60% per i terricci, interamente riciclati o FSC per i concimi. Lo sviluppo di soluzioni sostenibili e responsabili è fortemente radicato in Compo. Il suo obiettivo è essere sempre più sostenibili mantenendo alti standard di qualità: la qualità di sempre ma più sostenibile!
Csabile secondo la certificazione RPP (Responsability Produced Peat); laddove possibile si preferisce impiegare materie prime di seconda vita.
Il sito prod uttivo di Ravenna, nel centro Italia, permette ai prodotti di raggiungere la destinazione con un percorso più breve e questo contribuisce alla riduzione delle emissioni.
Le confezioni dei prodotti di punta so-
no riciclabili e ottenute impiegando carta riciclata o FSC e plastica riciclata di post consumo. La plastica riciclata di post consumo proviene dal riciclo della plastica ottenuta dalla raccolta differenziata domestica.
NON È SOLO UNA QUESTIONE DI PLASTICA RICICLATA
Gli amanti del giardinaggio sono sempre più consapevoli e attenti alla salvaguar-
Per maggiori informazioni WWW.COMPO-HOBBY.IT
Oggi Tera® trasforma la sostenibilità in una priorità aziendale trasversale che sarà cuore pulsante non solo di prodotti e operazioni interne ma, anche delle politiche aziendali e delle strategie future
Da anni Tera® promuove l’economia circolare e pone massima attenzione all’upcycling e al riutilizzo di materiali post-consumo, scegliendo materie prime provenienti da rifiuti urbani per la creazione di vasi e fioriere. Finora l’azienda ha operato con diversi brand ciascuno con la sua specifica focalizzazione, ma la volontà oggi è quella di promuovere la sostenibilità come priorità aziendale trasversale e come parte integrante di tutto ciò che viene fatto in azienda.
Per questo l’azienda ha intrapreso un percorso di affermazione dell’identità di marca per posizionarsi in maniera distintiva nel settore e per rivolgersi in maniera chiara e diretta a tutti i green lovers e appassionati di orto e giardino attraverso un unico brand: Tera®. La vocazione alla sostenibilità e alla trasparenza insite nell’anima dell’azienda, prendono forma nel primo Bilancio di Sostenibilità pubblicato a maggio, con il quale Teraplast dichiara l’assunzione di un impegno ancora più forte nell’ambito della sostenibilità aziendale
e segna una tappa significativa di questo percorso verso il miglioramento del proprio impatto ambientale, sociale ed economico.
In Tera® design e sostenibilità vanno di pari passo. Una chiara dimostrazione è la nuova collezione ASTRA, in cui giochi di forme e texture materiche
si fondono. All’impegno aziendale nel perfezionamento del processo sostenibile per ridurre al minimo l'impatto del ciclo produttivo e delle materie prime utilizzate, si aggiunge il sostegno a due progetti Envira Amazonia Project e Mai Ndombe, con i quali Tera® riesce ad assorbire la CO2 equivalente necessaria alla produzione della nuova collezione, segnando un passo importante verso la carbon neutrality.
UNA NUOVA FINITURA
L’impegno verso la creazione di soluzioni sostenibili ancora più innovative continua con l’introduzione della finitura “WoodEssence”: quattro nuove sfumature Rosewood, Green Hay, Red Amber e Indygo, realizzate attraverso il recupero del legno e della plastica proveniente dalla raccolta differenziata. In questa palette, le caratteristiche meccaniche della plastica riciclata incontrano il calore e la naturalezza del legno. Il risultato è una superficie materica e un feeling naturale che aggiungono un tocco speciale ai vasi delle collezioni Astra e Insula.
Scegli la qualità e l’efficacia dei prodotti Barriera Naturale perché:
• Intensificano le difese naturali delle piante.
• Sono a base di componenti naturali che irrobustiscono e favoriscono la crescita delle piante, stimolandone la resistenza alle avversità.
• Non lasciano residui.
• Rispettano la natura, con i nuovi imballi riciclati ed ecosostenibili. La linea Barriera Naturale è la soluzione ideale per prendersi cura delle piante di casa, orto e giardino.
Quante idee sostenibili possiamo coltivare per allargare l'offerta di servizi ai clienti di un centro di giardinaggio? Tantissime. In questo numero ve ne propongo una per nuovi pollici verdi, che richiede pochissimo sforzo e giusto un pizzico di creatività
Quando parlo di “idea sostenibile” intendo sostenibile sia per il centro di giardinaggio perché valorizza risorse già presenti, ma anche sostenibile per la comunità perché diffondere la cultura del verde è sempre un dono che può sostituire possibili regali usa e getta, tipici di chi a volte vuole fare un presente ma non sa proprio cosa regalare. Se mai un giorno scegliessi di smettere di fare la visual merchandiser e l'aspirante contadina, offrirò questo servizio io stessa: l'ho testato e devo dire che ha portato interessanti risultati.
Perché non proporre ai clienti un buono regalo speciale? Quella che vi propongo è una carta regalo che mette a disposizione di chi l'acquista, e la regala, un tempo determinato di consigli e dritte sulla gestione del verde in terrazza, in casa o sul balcone. Si tratta di una consulenza a distanza sfruttando la tecnologia: chi riceve questo voucher potrà chiedere consigli sulle piante e creare un percorso personalizzato e specifico sulla cura delle piante o sui desideri del cliente.
Il focus della consulenza non sarà né la progettazione, né la manutenzione. Saranno chiacchiere cucite su misura sulle esigenze del cliente con un esperto di piante e giardinaggio, presente nel punto vendita, o ingaggiato e formato ad hoc. Per chi dispone già di uno shop online sarà ancora più facile far conoscere il servizio, impostando un calendario preimpostato di disponibilità con pochi click. Chi riceve il voucher potrà infatti prenotare data e orario secondo le di-
sponibilità che il punto vendita avrà messo a disposizione.
DA DOVE INIZIARE PER PROPORLO?
1. Dare un volto agli esperti
2. Stabilire un valore orario
3. Stabilire una o due fasce orarie in cui l’esperto potrà erogare il servizio
4. Decidere il mezzo con cui si erogherà il servizio
5. Studiare una grafica accattivante in modo che il voucher si trasformi in un vero e proprio cofanetto da consegnare a chi lo regalerà a sua volta ad amici
6. Pubblicizzare sui social e sul punto vendita
7. Organizzare un calendario online di appuntamenti così chi riceve il voucher potrà prenotare in autonomia
QUALI OBIETTIVI SI POSSONO RAGGIUNGERE?
1. Valorizzare il personale
2. Fidelizzare vecchi e nuovi clienti
3. Posizionarsi sul mercato alzando l'asticella come esperto e non solo come venditore
4. Creare un'esperienza
5. Consigliare prodotti per la cura già presenti del punto vendita o trasformare la consulenza in vendita
ERICA CHERUBINI/ Consulente, professionista e creativa del verde e non solo. Allestimento, organizzazione e visual merchandising di showroom, stand fieristici e garden center, sono alcune delle sue attività.
I substrati di coltivazione in questi ultimi anni hanno avuto un ruolo centrale nel tradizionale utilizzo amatoriale e professionale, ma anche in tecniche di coltivazione innovative e rinnovate. Ma quali sono gli usi più comuni e quali i più speciali?
Con l’avvento dell’estate, esplosa tardi e improvvisa quest’anno, il verde sul balcone, o sul terrazzo, ma anche nelle città in forma completamente nuova, è sempre più crescente. Prendiamo ad esempio il settore del verde tecnico che da qualche anno ha visto aumentare la realizzazione di tetti verdi e di aree metropolitane fiorite; un notevole sviluppo che unisce utilità ed estetica. Queste realizzazioni, che si possono vedere ormai in tante città, creano dei veri e propri microsistemi in grado di assorbire i rumori cittadini e contemporaneamente fare da isolante termico, mitigando gli effetti dell’isola di calore generata dalla città. Facile portare l’esempio del Bosco Verticale a Milano, un bosco metropolitano, sviluppato in altezza, che rappresenta una nuova modalità di rapportare l’uomo alla natura. Inoltre, tetti verdi sensazionali che potreste ammirare da turisti sono ad esempio la copertura verde dell’Art and Exhibition Hall oppure l’edificio Acros Fukuoka che ha un incredibile tetto terrazzato che sembra un parco. La struttura a terrazze raggiunge un’altezza di circa 60 metri e contiene circa 35.000 piante di 76 specie diverse. Anche se non è immediato tenerlo in considerazione, la vita sul tetto dipende per il 70% dalle caratteristiche del substrato di coltivazione in cui crescono le piante. Il substrato è il motore del verde, ma anche di tutte le coltivazioni che prevedono una crescita delle piante “fuori dal suolo”.
L’impiego del substrato è importantissimo anche nel verticalfarming, una coltivazione in ambiente chiuso e protetto, strutturata in modo tale da consentire la coltivazione di specie vegetali differenti, prevalentemente orticole, su più livelli sovrapposti, sviluppati in verticale. Tra le vertical farm più famose nel mondo citiamo Sky Green Vertical Farm di Singapore, che rifornisce i supermercati locali di ortaggi e VertiCrop dello zoo e giardino botanico di Paignton a Londra, esempio virtuoso dell’utilizzo di una soluzione tecnologica per promuovere un'agricoltura urbana sostenibile, in grado di autoprodurre il cibo per gli animali che vivono nello zoo. Ma anche la Lombardia ha il suo fiore all’occhiello con PlanetFarms, progetto nato alle porte della città di Milano, dove si pratica un’agricoltura al chiuso con il supporto di strutture
all’avanguardia. Nel 2021 ha realizzato il più grande laboratorio di vertical farming in Europa.
DIMENSIONE URBANA E SOCIALE Non meno importante considera re la sfera domestica, dove i substrati sono fondamen tali come ad esempio nella creazione di orti tradizio nali, così come nella cura amatoriale di piante e fiori da interno o esterno. orti urbani oltre a dare verdura o frutta a chilome tro zero, creano inclusio ne sociale, più biodiversi tà, meno rifiuti e riduzione del costo degli alimenti. ultimi anni, tanti anche gli ospedali pediatrici e di reparti oncologici che inseriscono, al loro interno o esterno, aree verdi dedicate ai pazienti e accompagnatori. Stanno ritornando in voga, infatti, gli healinggardens o giardini terapeutici che si basano su un metodo di progettazione chiamato evidence-baseddesign: un approccio sviluppato negli Stati Uniti, dal Center for Health Design, obbligatorio per i luoghi di cura in America. In Italia ne è un esempio virtuoso il giardino della psichiatria dell’Ospedale Ferrero di Verduno, vicino ad Alba e il Giardino Magico del nosocomio di Catania, che accoglie laboratori didattici e momenti di svago per le famiglie e i figli delle pazienti del reparto di oncologia. Anche grandi fondazioni, come ad esempio WWF, attraverso campagne di comunicazione realizza, con la vendita di felci e piante varie, progetti verdi all’interno di reparti ospedalieri pediatrici. Il progetto “La Natura si fa cura” è uno di questi e ha permesso, di portare la natura negli ospedali in cui i più piccoli sono costretti a mesi di ricovero. I substrati si prestano ad un utilizzo ampissimo e ricercato, dal tetto al giardino terapeutico, anche se spesso non si vedono perché nascosti come le fondamenta. Costituendo il luogo dove crescono e si sviluppano radici sane e vigorose, devono essere attentamente selezionati, per ottenere risultati ottimali e devono avere caratteristiche specifiche per l’uso, la specie coltivata, la tecnica colturale.
Benvenuti e benvenute in questo nuovo spazio di riflessione sulle parole. Una rubrica che ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sulla nostra lingua e – perché no? – accendere la curiosità dei lettori. Bando alle ciance! Nuovo numero, nuove parole.
Non potevo non farlo. Nonostante le terribili piogge e le successive alluvioni che hanno colpito parte dell’Italia nel mese di maggio, la grande sete del terreno incombe. Prima di scrivere queste righe, pensavo che sete e secco (quindi siccità) fossero stretti parenti etimologici, ma ahimè non lo sono. Siccità è una forma dotta dal latino siccitāte(m), a sua volta da sĭccu(m); sete viene invece dal latino sĭti(m). Anche la radice indoeuropea è diversa. A volte succede che l’etimologia separi concetti che l’esperienza tiene legati. La siccità nel nostro paese è una terribile minaccia, in altre parti del mondo è, purtroppo, una certezza futura. Dobbiamo temerla come temiamo la sete, perché l’acqua è indispensabile tanto a noi quanto al pianeta!
Tra le parole dell’economia, motto finanziario per eccellenza, c’è sicuramente investire e investimento. Mi dispiace per il mondo dell’imprenditoria e dell’alta finanza, ma io a sentire queste parole riesco solo a pensare ai vestiti. Ahimè, sono poco avvezzo all’economia e molto di più ai significati. Ma i vestiti c’entrano eccome. Il verbo investire deriva dal latino in- ‘intorno’ e vestīre che, oltre al significato che conosciamo, ha assunto nel Medioevo anche quello di ‘concedere l’investitura – quindi la concessione di un feudo o di un beneficio – con il gesto di toccare con la mano un lembo della veste’. Da qui, già dal xiii secolo, sulla scorta di questo senso, ha assunto il significato di ‘impiegare capitali finanziari o risorse tecniche o umane in un’impresa al fine di conseguire un utile’.
Perfino ciò che ci sembra perentorio e che pensiamo immutabile ha sempre un suo margine di volatilità. Non dubitiamo mai che le parole portino una maschera e che la portino così bene che poi, alla fine, nemmeno ce lo ricordiamo più cosa può esserci dietro. Dopo tutto, perché dovremmo dubitare? Il farmaco è la cura per eccellenza e il veleno è una sostanza nociva. Invece, il sostantivo greco phármakon, da cui l’italiano farmaco, è una sostanza dalla duplice valenza, tanto positiva quanto negativa – per questo è pericoloso curarsi da soli! – . Il povero veleno ha una storia inversa. La sua etimologia riconduce a Venere, dea della bellezza e dell’amore. In origine aveva il significato di filtro d’amore. Non ci si può fidare proprio più di niente…
NICOLÒ DE ROSSI/ Nato e cresciuto a Venezia. La marea lo ha portato a Torino e a Pavia, dove si è laureato in Lingue e poi in Linguistica. Ama la scrittura in tutte le sue forme, e le lingue, di oggi e di ieri. Il suo profilo Instagram: @nico.teca
Taccuino e macchina fotografica hanno accompagnato la redazione di greenup nelle serre intorno ad Amsterdam alla ricerca delle novità varietali dei prossimi anni. Due giorni (caldi) e intensi di esplorazione che vi raccontiamo proprio qui. Buona lettura!
Il nostro viaggio in Olanda è stato breve ma intenso. Sono stati due giorni concentrati nella Middle Region, a qualche chilometro da Amsterdam dove abbiamo potuto far visita ai principali coltivatori e ibridatori, scoprire qualche nuovo nome e lasciarci ispirare dai colori e profumi delle varietà esposte. Il nostro reportage tocca principalmente tre aree, quella di Rijsenhout a casa di Royal Van Zanten, Leimuiderbrug presso MNP/Suntory e Kudelstaart dove ha invece sede Takii.
“Quest’anno, nei prossimi mesi, festeggeremo il fatto che in 32 anni dall’introduzione della prima Surfinia siamo arrivati a una vendita di più di un miliardo e mezzo di piante. L’anno scorso, invece, abbiamo festeggiato i 20 anni del brand di mandeville Sundaville. Insomma, stiamo collezionando anniversari e numeri importanti”.
Sul territorio l’azienda è molto più conosciuta come Moerheim New Plant, da cui deriva l’acronimo MNP nel nuovo branding. “Siamo entrati in questo mercato, insieme a Suntory, con l’introduzione della prima Surfinia da talee, che per noi è stata la vera rivoluzione che l’azienda ha portato all’interno di un mercato che era già florido e con tantissime opportunità e varietà di piante” così ci ha accolto Francesca Lanzillotta, marketing & communication manager di MNP/Suntory.
Questa varietà classica e a fioritura precoce ha fiori rossi sorprendenti, ha un portamento leggermente ricurvo con un'altezza da 20 cm a 30 cm. Si trascina o si allarga da 30 cm a 40 cm, il che rende questa Surfinia® Deep Red ideale per cesti e contenitori appesi.
Questi magnifici fiori a forma di tromba richiamano l'estate e portano felicità. Proprio come le ciliegie, i fiori della Surfinia® Trailing Hot Pink Cherry attirano uno dopo l'altro, quindi non si può fare a meno di fissarli mentre sono appesi in un vaso in giardino o adornano il paesaggio di una piccola città.
STREET COLORS®
• Le rose della gamma STREET COLORS® sono una nuova generazione di rose di Meilland. Presentano le caratteristiche sia per accontentare i professionisti sia gli appassionati di città.
• Un’incredibile fioritura e diversità di colori, estrema resistenza alle malattie e bassi requisiti di manutenzione.
• Le varietà disponibili prendono il nome dalla geografia franc CHAMPS ÉLYSÉES®, RÊVE DE PARIS®, LA GRANDE MOTTE, MOULIN ROUGE®, BELLE DE GRASSE®,Jolie PROVENCE®.
Top-tunia | Petunia hybrida
Globosa e sempre compatta, anche in estate
• Ideale per coltivazioni ad alta densità
• Fioritura coprente e piena anche in estate
• Non richiede nanizzanti
• Veloce e ideale per prolungare le vendite estive
• Adattabile a basse temperature per risparmiare energia: 2-3 settimane a 14° poi 6-9°
rinnovarsi rapidamente da maggio-giugno fino al gelo. Ricche di polline e nettare, attirano irresistibilmente api, farfalle e altri insetti.
Il nuovo logo e l’identità aziendale mostrano una X e una Y che rappresentano da una parte il lavoro dell’azienda nell’ibridare la nuova generazione di piante fiorite in vaso da coltivare in modo sostenibile e nel pensare prodotti con un basso fabbisogno energetico o di fitoregolatori, con una lunga shelf-life. La X e la Y sono anche il simbolo delle generazioni a venire per le quali Schoneveld vuole dare il buon esempio, dimostrando che la sostenibilità e il successo possono andare di pari passo.
Una novità assoluta di gerbera estremamente uniforme, dai colori intensi e che non ha bisogno di nanizzanti per essere coltivata. Per questo è anche sostenibile. Il fiore è elegante e di dimensione mediogrande. Ogni colore presenta un cuore nero per creare contrasto con i petali.
Una nuova varietà bianca di Mandevilla! Fioritura abbondante, da precoce a medio precoce, facile da coltivare e adatta a tutte le esigenze, con ottima ramificazione e ideale per vasi da 10,5 a XXL. Di particolare rilievo è la varietà rossa Brasileira Brillant che, oltre alla sua precocità, non appassisce e ha un'ottima resa per tutta l'estate!
Serie completa di Osteospermum con 19 colori di cui 2 gialli, 2 bianchi, vari rosa, rossi e sfumature. Compatta e con fioritura omogenea, si rivela di grande interesse potendo essere coltivata a basse temperature.
Il numero di visitatori provenienti da paesi chiave al di fuori dell'Europa è stato più elevato rispetto all’anno precedente, con visitatori registrati da non meno di 87 paesi diversi
• Colore rosso brillante e brattee medio-grandi
• Ottima ramificazione e struttura a forma di V.
• Adatta per vasi standard, mediamente precoce (7,5 settimane) e ottima conservabilità.
• Una poinsettia con una bella forma, un bel colore e buone dimensioni delle brattee.
Il numero totale di persone che hanno visitato i FlowerTrials di quest'anno è stato poco più di 5000, quasi lo stesso dell'anno scorso. Dalle cifre possiamo vedere che mentre il numero di visitatori internazionali è effettivamente in aumento, i visitatori nazionali ed europei sono leggermente in calo. Gill Corless, presidente di Flower Trials ha così commentato questi dati: "L'anno scorso è stata la prima occasione per incontrarsi dopo la pausa di due anni di Covid. I visitatori europei costituivano la maggioranza, poiché c'erano ancora incertezze nei viaggi intercontinentali. L'equilibrio tra visitatori europei e stranieri si è ora riallineato. Significativamente, quasi tutte le 29 sedi hanno registrato un tasso di traffico di visitatori più elevato rispetto allo scorso anno. Con un numero simile di visitatori, ciò significa che il numero di visite per individuo è aumentato. L'aumento dei visitatori internazionali ha sicuramente contribuito a questo, ma le località allettanti e il clima luminoso e soleggiato di inizio estate hanno indubbiamente aiutato!”.
La storia del Centro Giardinaggio San Giuliano è un grande insegnamento: saper ripartire quando tutto sembra difficile. Inizia nel 1969 come floricoltura, oggi l’attività è giunta alla terza generazione e, con la pandemia alle spalle, ha intrapreso il suo percorso di rinascita con gli occhi puntati verso futuri progetti
colloquio con PAOLA GALLIGANI di ALICE NICOLE GINOSA
Tutto inizia nel 1969, l’anno in cui Paola viene al mondo, ma anche quando suo padre avvia l’attività Vivai Pistoiesi, una floricoltura che sorge su un terreno a San Giuliano Milanese, nella provincia milanese. Due momenti - quello della sua nascita e l’apertura del garden - che la stessa Paola mette in fila, uno dopo l’altro, quando le chiedo delle origini del punto vendita, come se questi due fatti siano intrecciati tra loro. Ed effettivamente lo sono. Del suo racconto ricordo di averle sentito dire: “il garden center fa parte della mia vita”. E riflettendoci, ho pensato che è
proprio così: non solo perché è diventato il suo luogo di lavoro ma anche perché sono nati e cresciuti in sieme. Ecco la loro storia.
Qual è la storia del garden center?
«Centro Giardinaggio San Giuliano è un piccolo garden center alle porte di Milano che appartiene sia alla mia storia personale sia a quella della mia famiglia. Il terreno su cui si trova fu acquistato da mio padre sul finire degli anni Sessanta quando a San Giuliano Milanese non c’era nulla e mio padre, di origini toscane,
decise di aprire un vivaio sulla falsariga di quelli della sua regione di Diede avvio così alla floricoltura nel 1969, l’anno della mia nascita, specializzandosi nella coltivazione di fiori da reciso e piante da vivaio. Nei primi anni Ottanta, invece, abbiamo aperto al pubblico, quando nel milanese e anche in Italia il concetto di garden center non era ancora così noto. Mio padre ci credeva tanto da inserire già allora all’interno della serra calda delle piante da interno un piccolo angolo dedicato ai pesci tropicali».
Quando è iniziato il tuo percorso nell’attività di famiglia?
«Io ho cominciato a lavorare dopo aver completato gli studi nel 1990 affiancando all’inizio mia madre nella gestione dell’ufficio amministrativo. Nel 1991 si è aggiunto mio marito che, insieme a mio padre, si occupava della gestione del vivaio e della realizzazione dei giardini. In questo momento siamo alla terza generazione perché sono entrati nell’attività anche i nostri due figli: il maggiore lavora con noi già da circa otto anni, mentre il minore ha iniziato quest’anno in quanto alterna periodi di lavoro allo studio».
Qual è il focus delle merceologie?
«Siamo sempre rimasti legati
principalmente al mondo delle piante, sviluppando comunque la vendita anche degli accessori, attrezzature e complementi. A questo si aggiunge l’area pet dove vendiamo, per quanto riguarda il vivo, pesci tropicali, d’acqua fredda, volatili e piccoli roditori, oltre alla loro mangimistica e accessori».
Come viene gestita l’esposizione su una superficie di 20.000 mq?
«Abbiamo sviluppato un percorso obbligato all’interno del garden center che prevede l’ingresso nella serra fredda delle piante stagionali e da orto, poi l’area tecnica e il pet. Si prosegue nella serra calda delle piante da interno dalla quale si può accedere al vivaio. Infine, si trovano le
• Realizzazione giardini
• Manutenzione e cura del verde
• Consegne a domicilio
• Impianti di irrigazione
• Allestimenti floreali
• Pensione per piante bonsai
• Bouquet e cesti su misura
casse. La scelta di un percorso obbligato è vincolato alla tipologia di struttura di cui disponiamo. Essendo partiti da una base preesistente, pur avendola ristrutturata, abbiamo dovuto mantenere l’impostazione originaria degli spazi. Ci piacerebbe in futuro poter dare la possibilità ai clienti di trovare più superfici coperte perché durante la stagione fredda tendono a rimanere in quelle chiuse, privandosi della possibilità di accedere ad altri spazi».
“ABBIAMO OTTIMIZZATO I NOSTRI SERVIZI, CERCANDO DI ACCONTENTARE ANCHE LA CLIENTELA CHE GEOGRAFICAMENTE ERA PIÙ LONTANA, AVENDO COSÌ L’OCCASIONE DI FARCI CONOSCERE ANCHE DA CHI NON È LOCALE”
Come è stata vissuta la fase di pandemia?
«Direi che ha avuto un impatto po sitivo: siamo state tra le attività che hanno potuto aprire anche durante il lockdown e abbiamo migliorato il servizio delle consegne. Que sto ha dato uno slancio a noi in primis ma anche ai nostri dipendenti perché tutti ci siamo dati da fare in quel periodo per cercare di soddisfare al meglio tutte le richieste. Abbiamo ottimizza to i nostri servizi, cercando di accontentare anche la cliente la che geograficamente era più lontana, avendo così l’occasio ne di farci conoscere anche da chi non è locale».
C’è stato un cambiamento nella tipologia di clientela?
«Il nostro cliente tipo è un cliente di mezza età sia uomo sia donna ma anche un cliente giovanissimo. La quota gio vane era presente anche pri ma del Covid, ma si trattava di persone già appassionate, mentre ora ho riscontrato una nuova ondata di persone delle generazioni più giovani che si stanno iniziando ad appassionare. Ho notato che funziona anche il passaparola: li vedo venire nel punto vendita in gruppo e questo mi fa pensare che si coinvolgano tra coetanei e condividano consigli e informazioni».
Come viene sviluppata la comunicazione all’interno del punto vendita?
«Ci sono alcuni cartelli che indicano il percorso che deve essere seguito mentre all’interno del garden - nelle serre - abbiamo anche disposto diverse grafiche con il nostro logo in cui vengono in-
dicate le nostre categorie merceologiche più importanti e un qr code permette di accedere al sito. Dalla fine del Covid, abbiamo aperto il canale Instagram e Facebook. Inoltre, entro settembre, contiamo di terminare la cartellonistica su tutte le piante che prevede, oltre alla foto, un qr code attraverso il quale i clienti potranno accedere e trovare tutte le informazioni necessarie per il loro mantenimento».
Questo numero di greenup è focalizzato sulla sostenibilità. È un tema che viene promosso anche all’interno del punto vendita?
«Qualche anno fa, quando sono uscite le prime linee di vasi in plastica riciclata, le abbiamo presentate
ai nostri clienti. Forse era prematuro: guardavano il vaso, magari lo acquistavano ma non perché era in materiale riciclato. Ora abbiamo introdotto nuove linee, prediligendo modelli più moderni, che interessano alle generazioni più giovani. A livello di gestione del punto vendita invece abbiamo rivoluzionato tutto il sistema di irrigazione delle piante stagionali e d’appartamento con il sistema flusso e riflusso, utilizziamo da anni nel vivaio l’impianto goccia a goccia e abbiamo in progetto un laghetto artificiale per il riciclo dell’acqua piovana».
Qual è il vostro rapporto con la comunità locale?
«Quest’anno abbiamo partecipato al progetto Edugreen “Orti in Lombardia” per il quale, con l’ausilio degli insegnanti, abbiamo costruito gli orti didattici per le scuole locali. Tra i progetti in cantiere abbiamo anche quello di aprire la fattoria didattica».
Tre parole che vi identificano?
«Storia, tanto impegno e una grande passione».
Scopri di più
Centro Giardinaggio San Giuliano Via Emilia (km 316)
20098 San Giuliano M.se (Mi) www.centrogiardinaggiosangiuliano.it
“ABBIAMO RIVOLUZIONATO TUTTO IL SISTEMA DI IRRIGAZIONE DELLE PIANTE
D’APPARTAMENTO CON IL SISTEMA FLUSSO E RIFLUSSO, UTILIZZIAMO
• Terriccio Premium pronto all’uso ideale per piantagione e il rinvaso di piante fiorite
• Una stagione di fioritura garantita dal deposito di concime attivo per 6 mesi
• Ideale assorbimento dell’acqua, anche dopo un lungo essiccamento
Un’offerta multibrand che spazia dalle sementi ai prodotti per la cura del verde. Nel corso della sua storia l’azienda, iniziata negli anni Venti del secolo scorso, ha puntato a creare un mondo in cui il legame tra le persone e la terra sia sempre più profondo e gratificante sotto ogni profilo. Come? Attraverso la ricerca, la capacità innovativa, la qualità del servizio e dei prodotti che, dopo un’esperienza consolidata sulle sementi, hanno permesso di concentrarsi su due nuovi settori: le sementi per uso professionale e i concimi per gli hobbisti.
Nel percorso per rendere il mondo più verde, un ruolo fondamentale lo ricopre la ricerca, alimentata da importanti investimenti finalizzati a molteplici obiettivi: ottenere varietà orticole più ricche di
sapore, valorizzare le tipicità locali, rispondere ai cambiamenti del mercato agroalimentare e semplificare il lavoro di chi coltiva. Ma non solo, al centro anche i valori del brand, pochi ma ben chiari, e che ispirano ogni giorno a fare meglio: rispetto, competenza e disponibilità.
Da sempre attenta alla tutela e alla salute del Pianeta, Blumen Group ricorre all’utilizzo di materiali ecosostenibili. Per il confezionamento viene impiegata carta e cartone certificati FSC, provenienti da foreste gestite in maniera corretta e responsabile, secondo rigorosi standard aziendali e, allo stesso tempo, ci si è concentrati nella ricerca di materiali innovativi sempre più rispettosi dell’ambiente, come nel caso delle linee speciali che riguardano le sementi, City Garden e Bee Friendly.
Una selezione delle varietà di fiori più ricche di nettare e di polline di cui si nutrono gli impollinatori, indispensabili per la produzione di miele caratterizzata da un packaging riciclabile, biodegradabile e realizzato utilizzando EKOenergia, energia rinnovabile autoprodotta dalla centrale elettrica della cartiera. La nuova busta della linea Bee Friendly è realizzata nel materiale TREE FREE, una carta che non ha alcun impatto sulle foreste in quanto non utilizza cellulosa proveniente dagli alberi. La sua composizione è per il 25% in fibre di cotone e per il 75% in bambù, entrambe colture annuali rinnovabili.
l’animo ecologista del consumatore di BIANCA FERRARIS
La nuova linea di sementi amica dell’ambiente, in piccolo formato per l’orto urbano, è composta da varietà di aromatiche, ortaggi e fiori edibili tutte adatte alla coltivazione in vaso e in piccoli spazi e dedicata ai nuovi giardinieri urbani. Le sementi sono biologiche e la busta che le contiene è realizzata in carta erba, un innovativo materiale riciclabile nell’organico, a base di erba essiccata di scarto, non utile per l’alimentazione animale.
Miscugli di fiori perfetti per rendere unico e pieno di vita e colore ogni giardino. Tutti da provare per creare angoli magici ed esplosioni di sfumature. La busta contiene una miscela di fiori e crusca di grano saraceno, un materiale inerte, per facilitare la distribuzione del seme.
/ Fito NaturalPer gli ingredienti e gli imballaggi, non vengono utilizzate nuove risorse, ma dei sottoprodotti trasformandoli in prodotti. Riduciamo i rifiuti e risparmiamo CO2, fornendo alle piante esattamente ciò di cui hanno bisogno per una crescita sana: un buon terreno e preziose sostanze nutritive.
Per tutti i tipi di piante, formulazione a base di borlanda da barbabietola da zucchero, che si ottiene dalla produzione dello zucchero.
MODALITÀ DI UTILIZZO E PERIODO DI IMPIEGO
Uso radicale e fogliare: utilizzare un tappo misurino ogni 2 litri di acqua. Utilizzare una volta alla settimana dall’inizio della primavera alla fine dell’autunno, ogni tre settimane nel periodo invernale.
Ecco la storia di uno dei coltivatori del marchio Decorum, Gova, specializzato nella coltura dell’alloro in innumerevoli forme e dimensioni. Tra i suoi tratti distintivi: un processo di produzione sostenibile e la propensione al miglioramento continuo
in un substrato che rispetta l'ambiente. Un percorso virtuoso che ha deciso di raccontare sulle pagine di greenup
Come avviene il processo di produzione?
«Abbiamo il pieno controllo su tutto: dalle talee alla pianta di 80 anni. Coltiviamo un ampio assortimento: sfera su “stelo”, tronchi attorcigliati, “a piramide” e alloro da cucina. Sono tutte della stessa varietà, ma la potatura ci consente di ottenere risultati diversi. L’alloro è tenuto all'aperto d'estate e in una serra d'inverno».
Quali sono le azioni che mettete in campo per la sostenibilità?
La sostenibilità è diventata un aspetto cruciale in vari settori, anche per i coltivatori di Decorum. Il marchio oggi ne comprende oltre cinquanta, tutti all’avanguardia in termini di sostenibilità e impegnati nel rendere il mondo più verde e più sano. Questa volta ci concentreremo sulla storia di Gova, che, dal 2020, coltiva tutte le sue piante in terriccio privo di torba. Per riuscirci è ricorso a fibre circolari locali, come l'erba elefantina, il salice e il compost. Dopo numerose prove, nel 2020 è avvenuto il passaggio definitivo e oggi Gova coltiva bellissime piante
«Dal 2020 coltiviamo tutte le nostre piante in terriccio privo di torba. La CO2 immagazzinata dalla torba più di 10.000 anni fa non vogliamo che venga rilasciata a causa delle nostre azioni. Molti dei nostri clienti condividono questa nostra stessa posizione e per questo abbiamo cercato fibre circolari locali, come erba elefantina, salice e compost. Dopo numerose prove, nel 2020, coltiviamo ufficialmente piante in un substrato rispettoso dell'ambiente. Inoltre, distilliamo le nostre foglie di potatura in olio di alloro e idrosol che sono usati in prodotti come caramelle all'alloro, articoli per aromaterapia e nel tè del marchio Theelers. In questo modo otteniamo una valorizzazione del 100% della nostra produzione e non produciamo rifiuti».
Perché sposate questa filosofia?
«Il nostro alloro è il Laurus Nobilis, la variante commestibile utilizzata in molti piatti. Prestiamo molta attenzione al contenuto delle nostre piante, minimizzando l'impatto ambientale e garantendo la sicurezza degli impianti. Ci sforziamo di essere trasparenti nelle nostre azioni e di essere in prima linea nel nostro settore attraverso l'innovazione».
La produzione sostenibile può essere raggiunta attraverso vari metodi di coltivazione:
• I nostri coltivatori utilizzano anche fertilizzanti organici e pesticidi per una coltivazione sostenibile. Questi prodotti naturali riducono l'impatto negativo sull'ambiente e sulla salute umana.
• Diversi coltivatori hanno polli che vagano liberamente nella serra e che mangiano insetti indesiderati, aiutando a mantenere il vivaio pulito.
• Tecniche efficienti di gestione dell'acqua, come l'irrigazione a goccia e l'uso di un sistema di flusso e riflusso, possono ridurre al minimo il consumo di acqua.
• Le fonti energetiche sostenibili sono utilizzate per supportare le attività. L'installazione di pannelli solari e l'utilizzo di illuminazione a LED aiutano a ridurre le emissioni di CO2.
Scegliendo Decorum, non si opta solo per la sostenibilità ma anche per l'innovazione e la qualità.
Cifo muove i primi passi nel 1965 e ancora oggi rappresenta l’unica azienda italiana in Italia ad aver conservato un'identità riconoscibile da 58 anni. Una realtà fedele alle proprie origini
di BIANCA FERRARISLa storia di Cifo inizia nel 1965 con una mission ben definita, voluta dal suo fondatore Romano Ghedini, che si riassume nel logo aziendale: Casa Italiana Fertilizzanti Organici. Un percorso che comincia con l’apertura della sede di via Mazzini a Bologna e i primi formulati per il giardinaggio. Una scelta precisa che pone l’azienda in una posizione privilegiata e di apri-
pista nella percezione del giardinaggio come hobby. Dopo appena due anni, nel 1967, si aggiungono alla proposta Cifo anche le formulazioni per l’agricoltura professionale. Un mix che ha permesso di crescere in termini di qualità del prodotto nel corso degli anni anche grazie all’inaugurazione del laboratorio interno nel 1981 e nel 1987 di quello per le analisi del terreno e fogliari. Arrivare al grande pubblico e diventare un punto di riferimento però non è facile e richiede costanza, investimenti e una strategia. Celebri in questo senso sono state le cartine botaniche, lanciate nel 1973, per informare il consumatore sulle piante e sulla loro manutenzione, le prime campagne pubblicitarie in televisione come quella del 1975 “Tratta le piante in guanti verdi”, e la prima edi-
zione della Guida del Verde nel 1979. Progetti questi che mostrano come l’azienda sia stata pioniera nel settore dell’hobby garden e abbia messo in moto una serie di strategie e iniziative per creare una relazione duratura e di fiducia con la clientela del verde. Oggi lo stabilimento e la sede dell’azienda sono a S. Giorgio di Piano alle porte di Bologna dove continua a produrre e commercializzare concimi e formulati per la difesa per il settore Giardinaggio e Agricoltura, distribuendo i prodotti in Italia e all’estero. Nel novembre del 2022 la proprietà passa alla J.M. Huber Corporation, che condivide e porta avanti i valori dell’azienda, non dimenticando le sue radici:
La prima campagna tv nazionale sulla Rai, Tratta le piante in guanti verdi
Campagna tv nazionale su TMC
Crescono i budget pubblicitari per la tv e viene presentato il lucidante fogliare
On air lo spot tv Schiaffo, il cult movie di Cifo
Non solo le materie prime impiegate sono formulate con ingredienti naturali ma anche i materiali impiegati per il packaging sono rigorosamente riciclati e riciclabili.
I prodotti della linea Barriera Naturale sono naturali, ovviamente, ecosostenibili e naturali. Nel dettaglio: la carta utilizzata è Fsc, la plastica è riciclata, il packaging ecosostenibile e le formulazioni naturali.
dalla sostenibilità all’etica, dall’eccellenza al rispetto per le persone.
Nutrire le piante per nutrire il pianeta è il purpose aziendale di Cifo che, dopo oltre 50 anni nel settore dell’agricoltura professionale e dell’Home & Garden, prosegue il suo percorso verso la sostenibilità aziendale. Una scelta precisa che richiede un impegno
importante su tanti fronti. “Essere realmente un’azienda green richiede un investimento continuo di tempo e risorse economiche – ha dichiarato Karan Bansal, il nuovo global director marketing & strategy di Cifo – per questo ci impegniamo quotidianamente nella ricerca di materie prime naturali e biologiche con un basso impatto ambientale, investiamo in tecnolo gie innovative ecosostenibili e privilegiamo sempre di più la scelta di packaging certificato FSC e imballi ecologici in materiale riciclato”. Un obiettivo ambizioso che la storica azienda persegue da tempo e che si realizza ulteriormente con le novità che di anno in anno si aggiungono alla sua offerta. Un esempio? La linea BioNatura®, la prima ed esclusiva linea Cifo di concimi biologici, ecologici e green, che si propone di soddisfare la crescente richiesta di concimi di elevata qualità e rispettosi dell’ambiente.
Le caratteristiche e i valori di BioNatura® sono evidenziati dal logo e dall’immagine coordinata dei packaging e dell’espositore dedicato, che garantiscono un forte impatto visivo e un’elevata riconoscibilità.
Continuano gli investimenti sulla carta stampata e sui nuovi canali digitali
Il38% degli italiani è appassionato di giardinaggio e dedica (almeno) due ore a settimana a portare frutta e verdura in tavola o a curare le proprie piante da appartamento
di ALICE NICOLE GINOSADiffusa in occasione della Giornata Mondiale della Terra (Earth Day) del 22 aprile, l’indagine di Coldiretti e Ixe’ conferma che oltre 6 italiani su 10 (62%) coltivano frutta, verdura o erbe aromatiche in giardini, terrazzi e orti urbani. Nello specifico, come sottolinea Coldiretti: “Tra i patiti del pollice verde, oltre la metà (51%) utilizza il giardino o l’orto di casa ma c’è anche un 32% che sfrutta il balcone o la terrazza e un 15% che si arrangia con il davanzale delle finestre, mentre il resto ricorre a piccoli appezzamenti”. Oggetto dell’indagine anche i motivi che spingono gli appassionati verso questo hobby: non solo la voglia di voler trascorrere più tempo all’aperto a contatto con la natura ma anche il piacere di offrire alla propria famiglia e agli amici i prodotti freschi. Il tutto favorito anche da un diverso uso del verde privato con i giardini e i balconi delle abitazioni che sempre più spesso lasciano spazio ad orti per la produzione “fai da te”. (www.coldiretti.it)
Fiori, piante verdi, ortaggi o alberi da frutto. Qui in Italia non ci facciamo mancare niente perché ci piace dopotutto coltivare e vedere i risultati del nostro lavoro direttamente a casa nostra, sia in tavola sia sul balcone. Un’indagine recente ** infatti conferma una tendenza, o meglio, un interesse che già da tempo si è consolidato tra gli italiani: il giardinaggio. Sarebbe del 38 % la percentuale di connazionali che nel proprio giardino, terrazzo, orto o in casa dedicano tempo alla coltivazione. Per la precisione però, secondo i dati, il 42 % si interessa alla manutenzione del proprio giardino, terrazzo o delle piante da appartamento mentre il 37 % si dedica alla coltivazione di frutta o verdura.
OCCHIO AL RISPARMIO
Va bene coltivare ma non senza prestare attenzione ai costi. La ricerca rivela infatti che il 27 % degli italiani, più di un italiano su quattro, pianta fiori e piante a
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basso prezzo. Anche se non viene specificata né modalità di acquisto né luogo di approvvigionamento. Oltre alle proprie tasche, gli italiani si mostrano preoccupati anche per il proprio benessere psico-fisico, come conferma il 53% degli intervistati che racconta di dedicarsi al verde per staccare dallo stress quotidiano. tutti gli altri perché si sono appassionati di giardinag gio? La ricerca di Readly elenca diversi motivi, tra cui: il 47% si dedica per abbellire la propria casa, il 44% trova piacevole stare all’aria aperta, mentre il 37% lo ritiene un hobby sostenibile. Ma non so lo, il 24% si prende cu ra delle proprie piante con l'intenzione di ci barsi dei prodotti del proprio orto e di adot tare uno stile di vita più sano, altri lo ritengono un modo per imparare cose nuove (20%) e altri per liberare la propria creatività (18%).
La ricerca non solo fornisce dettagli su quale aspetto del giardinaggio è maggiormente apprezzato dal campione e sulle motivazioni che alimentano la passione. Anche il tempo diventa oggetto di indagine. Secondo i dati raccolti, l’11% degli italiani quantifica tra 6 e 10 ore l’impegno settimanale per prendersi cura del proprio giardino e orto. Mentre il 38% impiega fino a 2 ore alla settimana, con un picco del 46% nella fascia di età tra i 19 e i 29 anni.
DALLO STRESS QUOTIDIANO
Più di 1 italiano su 4 (27%) sta piantando piante e fiori "a basso costo" quest'anno, per avere un buon risultato senza intaccare troppo il portafoglio.
Il 42% degli italiani amanti del verde si concentra quest’anno sulla manutenzione del proprio giardino, terrazzo o delle piante da appartamento
• il 53% degli intervistati si dedica al verde per staccare dallo stress quotidiano
• Il 47% per abbellire la propria casa
• Il 44% trova piacevole stare all’aria aperta
• Il 37% lo ritiene un hobby sostenibile
• Il 24% si prende cura delle proprie piante con l'intenzione di cibarsi dei prodotti del proprio orto e di adottare uno stile di vita più sano
• Il 20% lo ritiene un modo per imparare cose nuove
• il 18% per liberare la propria creatività
QUANTO TEMPO DEDICANO?
L’11% dedica tra le 6-10 ore/settimana
Il 38% si impegna fino a 2 ore/settimana
***Gli appassionati tra i 19 e i 29 anni che dedicano fino a due ore a settimana alla cura delle piante e orto raggiunge il 46%***
Il 37% si dedica alla coltivazione di frutta e verdura
Èpossibile che qualcosa di delicato come un fiore possa ridurre il crimine e la violenza nelle città? La risposta, sorprendentemente, è sì. Trasformare i terreni abbandonati nelle metropoli in spazi verdi curati, infatti, non genera soltanto un senso di bellezza e tranquillità, ma contribuisce a scoraggiare l’attività criminale, grande e piccola. A quanto pare, non si tratta di una formula direttamente proporzionale, ma andiamo con ordine.
Negli ultimi anni, numerose aree urbane, soprattutto negli Stati Uniti e in alcuni stati europei, hanno assistito a un crescente interesse nell'utilizzo di lotti liberi per iniziative di giardinaggio comunitario. A sua volta, la domanda di prodotti freschi e coltivati localmente ha fatto da volano all’idea di trasformare i terreni abbandonati in giardini produttivi. L'orticoltura comunitaria, in particolare, fornisce l'accesso a prodotti alimentari per quelle fasce della popolazione che vivono in aree periferiche e che hanno minori possi-
bilità, per ragioni economiche, di mettere in tavola frutta e verdura. Allo stesso tempo, però, l’orto comunitario è anche un modo per contribuire alla formazione dei giovani e coinvolgere le generazioni più mature in un progetto capace di toccare la vita di ogni abitante del quartiere. La formula ha preso piede in molte città. A New York, per esempio, si contano oltre 600 orti e giardini comunitari. Il più famoso è l’High Line, un parco pubblico costruito su una linea ferroviaria sopraelevata in disuso che ospita piante e fiori, inclusi fiori selvatici, erbe e arbusti, ed è gestito da Friends of the High Line, un'organizzazione senza scopo di lucro nata spontaneamente tra i cittadini. Da anni, a Londra, The Guerrilla Gardeners è un gruppo di volontari che, senza chiedere permesso, piantano fiori e ortaggi in spazi pubblici della capitale, con l’obiettivo di rivitalizzare le aree abbandonate e promuovere il giardinaggio comunitario. A L’Avana, oltre il 90% dei prodotti freschi proviene da giardini urbani e anche Tokyo, addirittura, ha un crescente movimento di giardinaggio
urbano, fra cui spiccano Hibiya Park e il Tokyo Midtown Rooftop Garden. La novità, adesso, è rappresentata da spazi piccoli, spesso anonimi, che hanno però la capacità di migliorare la qualità di vita nella zona, come Philly Peace Park a Philadelphia. (https://www. phillypeacepark.org/)
COME “FUNZIONA” IL VERDE Quello che emerge dalle ricerche è che le aree dotate di un giardino comune hanno tassi di criminalità più bassi della media. Utilizzando i dati dell’Ufficio dell’interno britannico, uno studio dell’Università di Cardiff ha scoperto che a ogni 10% incrementale di verde corrisponde un calo della criminalità del 2%. Il verde, infatti, contribuisce a ridurre lo stress, l’ansia, la depressione, tutti fattori di rischio per la violenza. Al conto si aggiungono anche gli elementi
Occupare gli spazi abbandonati nelle città con piante e fiori ha un effetto deterrente sui comportamenti devianti, complici il coinvolgimento della comunità e la creazione di oasi curate e vivibili
UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI CARDIFF HA SCOPERTO CHE A OGNI 10% INCREMENTALE DI VERDE CORRISPONDE UN CALO DELLA CRIMINALITÀ DEL 2%. IL VERDE, INFATTI, CONTRIBUISCE A RIDURRE LO STRESS, L’ANSIA, LA DEPRESSIONE, TUTTI FATTORI DI RISCHIO PER LA VIOLENZA.Le aree dotate di un giardino comune hanno tassi di criminalità più bassi della media.
della “Teoria delle finestre rotte”, sviluppata negli anni Ottanta da James Q. Wilson e George L. Kelling, due ricercatori americani, che hanno evidenziato come segni visibili di incuria - come i vetri infranti, i graffiti incontrollati, la spazzatura abbandonata o, appunto, terreni incolti - siano dei segnali sociali che incoraggiano comportamenti devianti. Al contrario, uno spazio curato fa da deterrente perché crea un senso di controllo sociale che riduce il senso di anonimato e la tendenza alla micro-criminalità. In che modo, esattamente, gli spazi verdi esercitano una funzione deterrente nei confronti della criminalità? Diversi studi hanno dimostrato che la cura del verde “agisce” a più livelli. Innanzitutto, riportare a nuova vita gli spazi abbandonati promuove un coinvolgimento della comunità. I giardini e gli orti urbani, infatti, offrono uno spazio in cui le persone possono riunirsi e lavorare per un obiettivo comune. Contribuendo a promuovere un senso di comunità, lo spazio verde riduce l'isolamento sociale, che a sua volta può fare da deterrente ai comportamenti devianti. Pro-
prio per la loro natura, i giardini di quartiere favoriscono il senso di armonia, riducono lo stress, l’ansia e migliorano la salute mentale. La cura del verde, inoltre, impatta positivamente l’estetica del quartiere che, a sua volta, appare più invitante e vivibile per le famiglie. Ma reclamare spazi inutilizzati contribuisce anche a creare un senso di proprietà e responsabilità per il quartiere che può portare a un maggiore controllo sociale, con i membri della comunità più propensi a segnalare attività sospette o intervenire per prevenire il crimine. Oltre a mi gliorare la salute a tavola, gli orti urbani e i giardini urbani nati spontaneamente fanno da naturali aggregatori delle per sone a ogni età. Uno studio dell’U niversità di Pennsylvania, inoltre, ha evidenziato che la riduzione di attività criminali non rimane con finata nel giardino, ma in qualche modo si “espande” anche nelle co munità vicine.
LA RICERCA DELLA RHS
Adesso, anche la Royal Horticul tural Society britannica si avvia a testare l’ipotesi con la ricercatrice
Oltre a migliorare la salute a tavola, gli orti urbani e i giardini urbani nati spontaneamente fanno da naturali aggregatori delle persone a ogni età.
Lauriane Chalmin-Pui. Studiosa del rapporto sociale con la natura, insieme a un team di giardinieri, Chalmin-Pui ha piantumato un terreno nel Surrey, protagonisti fiori di colori e profumi diversi. Un’area, infatti, è dedicata a essenze di pino e rosmarino, un’altra a fiori dai profumi dolci e calmanti, un’altra a fiori dai colori vivaci e un’altra ancora a temi del verde chiaro e bianco. «L’obiettivo è creare una vera e propria mappa per capire in che modo i fiori e le piante rispondono alla gamma delle emozioni umane», ha dichiarato in un’intervista al Guardian. I risultati, disponibili a fine anno, diranno di più sulle combinazioni che impattano sul benessere psico-emotivo e che orienteranno la creazione di giardini nelle scuole, negli ospedali, ma anche nei giardini privati per l’ottimizzazione del benessere.
I settori / Key sectors:
Florovivaismo / Horticulture
Verde Urbano / Landscape
Tecnologie / Technologies
Innovazione / Innovation
Ministero delle Infrastrutture e dei TrasportiI dati raccolti da Veneto Agricoltura raccontano un settore in evoluzione, con aziende più strutturate capaci di affrontare le sfide di oggi e di domani
di MARTA MEGGIOLARORicca e interessante di informazioni. La Giornata Tecnica di Veneto Agricoltura presso il Centro “Po di Tramontana” ha avuto come tema la floricoltura sostenibile, ed è stata anche l’occasione per condividere con i numerosi partecipanti una fotografia della situazione ortoflorovivaistica in Veneto. In questo primo articolo vedremo insieme
i dati relativi alle aziende venete che, nonostante alcuni numeri in flessione, si confermano forti e ricettive rispetto alle nuove richieste del mercato.
DIMINUISCE LA SUPERFICIE
DESTINATA ALLA SERRA FREDDA
Il primato per numero di aziende agricole spetta alla Toscana con 1771 unità; segue la Lombardia
con 1284 aziende, e il Veneto con 1082. Abbiamo parlato di numeri in flessione: le aziende florovivaistiche autorizzate in Veneto, in effetti, sono diminuite del 25,7% rispetto al 2021. La maggior parte delle aziende si concentra nelle province di Padova, Treviso e Verona; il settore ornamentale è quello più affermato, seguono quello orticolo e poi il fruttifero.
La giornata tecnica sulla floricoltura sostenibile di Veneto Agricoltura si è tenuta il 19 maggio presso il Centro Sperimentale Ortofloricolo “Po di Tramontana” di Rosolina (Rovigo). Sul sito di veneto agricoltura è disponibile la documentazione.
Ad eccezione di Rovigo, tutte le province venete segnano un calo nelle aziende. In particolare Venezia e Padova, che resta comunque la prima per numero di aziende (427), seguita da Treviso (310) e Verona (213).
Nuovamente in calo nel 2022, si attesta a circa 2450 ettari totali, 1,8% in meno rispetto al 2021, che coinvolge in particolare le superfici in piena aria, in coltura, protetta, in ombrai e vasetteria e nelle serre fredde. Resta invariata la superficie delle serre calde.
Il più numeroso è quello del vivaismo ornamentale, a cui segue quello orticolo, e il frutticolo. Calano le attività che si occupano di fiori recisi, mentre restano stabili quelle del vivaismo forestale.
Per quanto riguarda la superficie, in Veneto abbiamo un totale di 2450 ettari. La superficie florovivaistica in Veneto è diminuita del 23,3% rispetto al 2012. Significa che sono rimaste solo le aziende forti e specializzate nella produzione florovivaistica. I canali di commercia-
lizzazione mantengono invariate le loro percentuali: la maggior parte delle vendite sono rivolte ad altre aziende e altri vivaisti (84,5%), mentre scendono le quote destinate agli hobbisti. Il dato va letto considerando che la produzione vivaistica veneta è principalmen-
I dati in base ai quali Veneto Agricoltura ha effettuato le sue stime e le sue analisi sono stati forniti dal Servizio Fitosanitario regionale.
te costituita da piantine orticole e quindi la produzione è destinata ad altre aziende vivaistiche e agricole. Questo spiega anche il dato secondo il quale la maggior parte della produzione (60%) resta all’interno della regione e la percentuale che esce dai confini nazionali è minima (0,3%).
AUMENTA IL VALORE
DEL COMPARTO MANUTENZIONE
Ci spostiamo a esaminare il dato
Il valore della produzione si ottiene sommando il dato Istat relativo a Fiori e Piante, più una quota di attività di supporto all’agricoltura e attività secondarie che fanno riferimento alla produzione vivaistica, alla realizzazione e cura di parchi e giardini e alla manutenzione del territorio.
Si stima che la produzione del 2022 sia intorno ai 1,95 miliardi di pezzi, con un incremento del 1,7% rispetto al 2021. La parte maggiore è materiale vivaistico (1,54 miliardi di pezzi, incremento del 2%). Il resto è composto dalle piante finite. Teniamo in considerazione, però, che nella voce “vivaismo” sono comprese anche le piantine delle orticole.
riguardante la provenienza del materiale da coltivare: in questo caso, la maggior parte è autoprodotta, e parte viene coltivata da seme, ma il dato è influenzato dalle orticole. Se andiamo sul florovivaismo, invece, si alza il numero di forniture di materiale nazionale ed estero. Un dato incoraggiante è quello sul valore del servizio di manutenzione di parchi e giardini, che aumenta e nel 2022 si attesta su
117 milioni di euro. E le vendite? Come nel resto d’Italia, l’andamento delle vendite è stabile per buona parte delle aziende, ma una parte consistente dichiara di aver dovuto fronteggiare una diminuzione delle vendite. I metodi di coltivazione in Veneto prevedono, per la maggior parte degli intervistati, l’uso della lotta integrata volontaria e l’uso di torba al 100%. Ma più della metà delle aziende sta iniziando a ridurre
la torba, sostituita il più delle volte dalla perlite. La maggior parte usa ancora il gasolio per riscaldare le serre, ma un buon numero di aziende ha iniziato a usare il cippato di legno. Si muovono i primi passi in direzione di quei cambiamenti necessari per rendere le azioni sostenibili, sia per quanto riguarda l’ambiente, sia rispetto alla possibilità delle aziende di restare in attività generando benessere e ricchezza.
Le idee e le modalità di vendita delle grandi aziende strutturate possono diventare l’ossatura del nostro marketing. Ad esempio: se il Prime day diventasse un’iniziativa green del tuo garden center?
Nel mondo del commercio, prendere spunto dalle strategie di successo di grandi azien de è all’ordine del giorno. AliBaba ha copiato Amazon, Google Chrome non sa come sdebitarsi con Internet Explorer, Netflix ringrazia ancora Blockbu ster, e la Cina ha fatto del copiare uno dei pilastri della sua economia. Come possiamo impiegare questa consapevolezza a nostro favore? Io credo che copiare le strategie di vendita e promozione di e-commerce co me Amazon può essere una mossa saggia per migliorare l'offerta delle nostre attività. aziende hanno team di ricerca, psicologi, marketers, neuroscien ziati che lavorano per ottimizzare la vendita e possono attingere a risorse con cui i garden center non possono competere.
LE STRATEGIE VINCENTI DI ALTRI POSSONO
ESSERE LE NOSTRE
Ci si lamenta spesso perchè “la vendita online ha rovinato il commercio”, ma a mio parere il segreto sta nel capire come adattare i modelli alla propria attività commerciale per non subirli. La propensione al no waste e al local market è un trend ormai anche per i grandi siti e-commerce. E allora, un garden center può distinguersi offrendo una selezione di prodotti locali che rispecchiano l'unicità del territorio. Inoltre, possono promuovere la vendita di piante autoctone e specie rare, attirando l'attenzione dei clienti interessati alla biodiversità e alla sostenibilità. Gli e-commerce si distinguono per la loro facilità d'uso e per l'esperienza di acquisto senza problemi. I garden center possono semplificare i processi di acquisto, sia online che offline. Investire in un sito web intuitivo, offrire servizi di consegna a domicilio e implementare sistemi di pagamento senza intoppi sono solo alcune delle possibilità. I punti vendita possono offrire un'esperienza personalizzata ai clienti, fornendo consulenza e assistenza specializzata nella scelta delle piante e dei prodotti più adatti alle loro esigenze. Possono organizzare eventi, workshop e corsi di giardinaggio per coinvolgere attivamente i clienti nel processo di acquisto. I grandi siti di e-commerce si basano spesso sulle recensioni dei clienti per generare fiducia e orientare le decisioni di acquisto. I garden center possono incoraggiare i propri clienti a lasciare recensioni sui prodotti e i servizi, creando una comunità di giardinieri che condividono le proprie esperienze. Può essere utile promuovere storie di successo locali, raccogliere testimonianze di clienti soddisfatti e mostrare il proprio impegno verso la qualità e il servizio. Gli e-commerce utilizzano strategie
di marketing altamente mirate, utilizzando dati e algoritmi per individuare e raggiungere il proprio pubblico di riferimento. I garden center possono adottare approcci simili. Sfruttare la propria conoscenza della comunità locale per creare campagne di marketing mirate, fidelity card, whatsapp marketing, adeguate alle esigenze e ai gusti dei clienti della zona. La promozione di offerte e l'uso di influencer locali possono contribuire a creare un legame più stretto tra il garden center e la comunità.
IL CORAGGIO DI OSARE: UN SERVIZIO
PRIME NEL GARDEN
Infine un sogno, una visione, forse utopica; ma se vi avessero detto, pochi anni fa, che un giorno avremmo avuto la possibilità di usufruire di cambi merce gratuiti e resi delle merci comprate su internet a patto di aver sottoscritto un abbonamento premium (…o Prime che dir si voglia), ci avreste creduto? Ora invece questo servizio è alla portata di tutti. So che questo mio scenario può risultare impraticabile, ma provate ad immaginare: sono un cliente Premium del garden più in voga della mia zona. Grazie al mio abbonamento posso permettermi l’acquisto di piante dal valore elevato o in quantità superiori rispetto a quanto avrei fatto prima, perché ho gratuito il servizio di “consulenza premium” con cui posso chiedere la visita del mio gardenista di fiducia per verificare come si sviluppano le piante. Ho accesso esclusivo a sconti e promozioni adatte a me, posso chiedere di prendere in cura una pianta a cui tengo, il servizio di cambio vaso, oltre una certa spesa vengo omaggiato con un bouquet. Chiaramente qualcuno potrebbe approfittarsene, ma quanti saranno sul totale? Pensate che Amazon non sia a conoscenza che qualcuno utilizza a sbafo il servizio di reso? Vi ricordo che Prime è a pagamento innanzitutto. E molti di noi sanno che la consegna in un giorno e il reso sono talmente comodi che siamo disposti a pagare di più per poter avere quei servizi. Con un servizio come questo nel nostro punto vendita, i supermercati che offrono piante a 0,99€ o il collega che fa sconti folli sarebbero ancora un problema? In conclusione, prendere spunto dai grandi siti di e-commerce può essere un modo per migliorare l'offerta e la proposta di vendita dei garden center. Adattare le strategie di successo alla propria realtà permette di offrire un'esperienza di acquisto soddisfacente. Il segreto sta nell'essere consapevoli delle proprie peculiarità e nel personalizzare queste strategie per distinguersi nel mercato. Si può sempre prendere spunto dai migliori, basta farlo in modo autentico, adattando le idee alla propria realtà.
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