Greenup n. 213 Maggio

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New Generation

TRADE MAGAZINE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE DEL CANALE GARDEN E AGRARIE
maggio 2024 n.213
Servizio di copertina realizzato in collaborazione con Luca Vettoretto 20 anni Alessandro Murgante
18 anni
23
Giorgia Vettoretto
anni
Raffaele Rimoldi
19 anni
Luca Malvezzi 24 anni Gaia Peruccio
21 anni
Giovani? Giovanissimi!

Con VerdeVivo, fare l’orto è un gioco da ragazzi!

Con VerdeVivo, l’orto è un gioco da

L'uso di prodotti di origine naturale VerdeVivo rappresenta un alleato fondamentale per proteggere orti e giardini in modo estremamente efficace.

I prodotti VerdeVivo, ricchi di estratti botanici, oli essenziali e formulati con tecnologie usate nel mondo professionale, rendono l’ambiente inospitale verso parassiti e malattie fungine e agiscono efficacemente per fortificare le difese immunitarie della pianta.

Ecco i 3 passi fondamentali per ottenere un orto sano, generoso e soprattutto bio:

1_ UN’OTTIMA PREPARAZIONE DEL TERRENO

RADICAN-T PLUS

E’ un composto esclusivo a base di tre microrganismi che agiscono in sinergia:

Micorrize: Migliorano l'assorbimento di acqua e nutrienti a livello metabolico. Questo supporto è cruciale durante la fase di trapianto, quando le piante sono più vulnerabili a stress idrici e nutrizionali.

Pseudomonas: I batteri della rizosfera favoriscono un ambiente radicale sano, facilitando l'adattamento delle piantine e stimolando la formazione di nuovi peli radicali.

Trichoderma spp: I funghi Trichoderma spp. hanno azione protettiva delle radici dalle infezioni fungine patogene e promuovono una crescita equilibrata delle piante e assicurano un attechimento veloce.

KRISANEEM

Il composto indispensabile per creare un ambiente inospitale ai parassiti del terreno, in modo naturale. Tutta la forza dei panelli di Neem potenziati con estratti vegetali sinergici.

composto indispensabile per creare un ambiente inospitale ai parassiti del terreno, in modo naturale. Tutta la forza dei panelli di Neem potenziati con estratti vegetali

ANNAFFIO RISERVA D’ACQUA

Oltre fortificare fisica

ESTRATTO

Direttamente dall’agricoltura la soluzione per la corretta gestione idrica. Sono cristalli di sali di potassio, 100% biodegradabili, capaci di assorbire acqua fino a 400 volte il loro peso e rilasciarla lentamente, garantendo una idratazione ottimale della pianta fino a tre settimane.

Direttamente dall’agricoltura soluzione per gestione Sono cristalli di sali di biodegradabili, capaci di assorbire acqua fino 400 volte il peso e rilasciarla lentamente, garantendo una idratazione ottimale pianta fino a tre settimane.

PROPOLI

Tutto fenolici, proliferazione la richezza VerdeVivo fungine fungine

VerdeVivo crede nell’efficacia di prodotto dei sui prodotti: Segui le vicende dell’orto di VerdeVivo e dei ragazzi di

VerdeVivo crede nell’efficacia di prodotto dei sui prodotti: Segui le dell’orto di VerdeVivo e dei ragazzi

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FARINA
C M Y CM MY CY CMY K
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Agisci in prevenzione appena dopo le fasi di trapianto delle piantine e ai primi sintomi di infestazione.

In caso di necessità combatti in modo specifico Acari, Afidi e Cocciniglie.

Se la presenza di insetti comincia a minacciare le tue piante, usa tutto il potere dei formulati esclusivi della ricerca VerdeVivo.

BLOCCA LE MALATTIE FUNGINE IN MODO NATURALE

FARINA DI BASALTO

Oltre a fornire elementi minerali utili per fortificare la pianta, costituisce una barriera fisica agli attacchi fungini

ESTRATTO DI EQUISETO

richezza di silicio dell’estratto a freddo di Equiseto VerdeVivo rafforza le piante, previene le infezioni fungine impendendo la germinazione delle spore fungine su foglie, fiori e frutti.

PROPOLI

Tutto il potere fitostimolante di flavonoidi, acidi fenolici, terpeni, oli essenziali per interferire con la proliferazione di ife fungine.

prodotti: insieme a Fondazione Minoprio si prende cura ogni anno di un orto domestico di Fondazione Minoprio alla pagina https://verdevivo.bio/lorto-di-verdevivo/ verdevivo.bio

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IL RISCHIO DI INFESTAZIONE DI INSETTI NEL TUO ORTO

infinita soddisfazione

I prodotti VerdeVivo regalano la soddisfazione del risultato, nel pieno rispetto del Pianeta. verdevivo.bio

TUTTO UN ALTRO MAGAZINE

Ogni numero è un nuovo numero, con la sua copertina, pagine di parole e foto che raccontano storie, fatti, ambizioni e speranze. Tutto su carta, perché solo così il pensiero si stampa nella memoria.

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laboratorioverde.net | info@laboratorioverde.net
n.209 g greenup servizio fotografico copertina stato realizzato presso parco di Fondazione Minoprio COVER STORY IL NOSTRO TRAGUARDO Inteso come momento professionale di crescita, ripensamento sul passato e naturalmente progettualità futura. Le storie di Floricoltura Roncador, Lavermicocca Gardening & Design e Mondo Verde
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AGENDA DEL VERDE 2024 EDIZIONI LABORATORIO VERDE RIVISTA TECNICO-PROFESSIONALE E DI AGGIORNAMENTO SULLE COLTIVAZIONI PROTETTE EXHIBITION BUSINESS Innovazione Una selezione delle sviluppo, presentate Myplant & Garden Prove in campo prepara un’estate superba. conferme e qualche chicca che Un numero dedicato alle fiere, che si (ri)confermano un luogo di scambio discussione, dove creare connessioni, nuovi business e rimanere aggiornati sulle novità, le tecnologie le innovazioni All’interno approfondimenti su soluzioni tecniche novità di prodotto
VOGLIA DI GIARDINO

GIORGIO TASSOTTI

Giorgio Tassotti, fondatore e presidente di Grafiche Tassotti, il 4 maggio 2024 ha compiuto 90 anni. Ha dedicato la propria vita all’amore per la stampa, per la sua città natale, Bassano del Grappa, e per la storia della Stamperia

Editrice Remondini (attiva a Bassano dal 1657 al 1861), considerata in vari dizionari “la più grande stamperia d’Europa”

Nato nel 1934, Tassotti fin da subito coltiva la sua passione per la “carta stampata”: giovane cronista del Gazzettino, è attratto dalla grafica pubblicitaria e dallo studio delle arti popolari. È proprio l’esperienza come giornalista pubblicista a portarlo ad acquistare la sua prima macchina da stampa. Nel 1957 inizia, a Bassano, l’attività di grafico stampatore e editore e crea la sua Azienda, Grafiche Tassotti, che raccoglie l’eredità dell’antica Stamperia Remondini e ne diventa a tutti gli effetti la prosecutrice. Vera e propria ambasciatrice del “Made in Italy”, Grafiche Tassotti è oggi un laboratorio di stamperia creativa: il cuore pulsante della produzione rimane la reinterpretazione in chiave contemporanea degli

Tassotti.

g Per Tassotti / 4 greenup
Giorgio

ED È SUBITO PRIMAVERA

Per il terzo anno consecutivo, grazie alla collaborazione con Grafiche Tassotti, troverete, allegato a questo numero, un biglietto di auguri... Per lasciare un segno floreale.

La fantasia Remondini “Tralci in fiore”.

stilemi remondiniani del Settecento. Grazie alla capace guida di Giorgio Tassotti, è divenuta negli anni punto di riferimento internazionale nel settore delle carte decorative di alta qualità, biglietti d’auguri, quaderni, diari, segnalibri, oggettistica per l’homedecor e molto altro ancora. I prodotti Tassotti sono presenti nei migliori punti vendita di cartoleria, nelle librerie e nei concept store. Curioso e intraprendente, con una personalità poliedrica dai mille interessi – tra cui la dirigenza di circoli culturali e associativi, prima in Confartigianato e poi in Confindustria, oltre al ruolo di accademico della cucina – nel corso della sua lunga carriera, Giorgio Tassotti ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Tra questi, il Diploma d’Onore dell’Accademia Italiana dei Lincei nel 1988; l’onorificenza di Commendatore della Repubblica da parte del Presidente della Repubblica nel 1991; il Premio Carte 2008 conferito dalla Fondazione Symbola per le “Qualità italiane e l’eccellenza dell’alto artigianato”; infine, nel 2013, l’ambito Premio Città di Bassano del

Grappa. La passione più grande, che fa parte del suo DNA, è quella per l’Impresa: Giorgio Tassotti continua a distinguersi per il suo carisma e a seguire con passione il suo lavoro, esempio per tutti di tenacia e amore per il fare. Il suo è uno sguardo rivolto al futuro, capace di dare input e stimoli sempre nuovi e mai banali, all’insegna della maniera unica di coniugare tradizione e innovazione che ha contraddistinto il suo operato.

“Sono orgoglioso di aver potuto dedicare la mia vita a questo mondo meraviglioso e di aver contribuito a mantenere viva la tradizione della stampa a Bassano del Grappa. Desidero esprimere la mia profonda gratitudine a tutti coloro che mi sono stati vicini: alla mia famiglia e ai miei collaboratori, ai clienti e agli amici e a tutti gli appassionati di carta e stampa che ho incontrato in questi anni”

Informazione pubbliredazionale greenup 5

Editoriale /

SPERANZE, PASSIONI E VOGLIA DI FARE!

IInstagram/ FRA_SETTE

ED.LAB.VERDE

nvestire sulle nuove generazioni è essenziale, soprattutto in questo periodo storico che stiamo vivendo, caratterizzato da toni di grigio, più che da colori accessi. È essenziale per garantire uno sviluppo sostenibile e un futuro per garantire uno sviluppo sostenibile e un domani prospero. I giovani rappresentano non solo la forza lavoro del domani, ma anche i futuri leader, innovatori e cittadini responsabili. Dotarli degli strumenti necessari per affrontare le sfide globali significa costruire una società più resiliente e dinamica.

L'istruzione di qualità è il pilastro di questo investimento. Garantire accesso a un'educazione inclusiva e di alto livello permette ai giovani di sviluppare competenze critiche, creatività e pensiero analitico. Questo non solo aumenta le loro opportunità di carriera, ma favorisce anche l'innovazione e la competitività a livello globale. Inoltre, una preparazione solida promuove valori di cittadinanza attiva e responsabilità sociale, fondamentali per una società coesa e pacifica. Anche nel mondo del lavoro.

Le nuove generazioni sono anche i principali attori del cambiamento climatico e della sostenibilità. Coinvolgerli attivamente nelle iniziative ambientali e fornire loro le conoscenze necessarie per adottare pratiche sostenibili è cruciale per il futuro del nostro pianeta. In sintesi, investire sui giovani è un investimento sul nostro futuro collettivo. Una generazione ben preparata e supportata è la chiave per affrontare le sfide, promuovere la crescita e garantire una società equa e sostenibile per tutti.

Ed è per tutti questi motivi, che per il quarto anno di seguito, abbiamo dedicato la cover story del numero di maggio a giovani (in questo caso giovanissimi) che si stanno avvicinando al settore del florovivasimo e del Garden Center. Ci siamo lasciati trasportare dalle loro idee, dal loro modo di pensare, tra speranze, passioni e voglia di fare, per provare a disegnare assieme, almeno in parte, il futuro di questo settore.

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Sommario / APRILE - MAGGIO 2024

PRIMO PIANO

014 Under Perdersi e ritrovarsi a cura del comitato di redazione Fondazione Minoprio

024 “C’è sempre stato e ci sarà sempre” colloquio con Giorgia e Luca Vettoretto di Alice Nicole Ginosa

017 Cover story New Generation. Giovani? Giovanissimi! servizio di Francesco Tozzi, testi di Alice Nicole Ginosa e Benedetta Minoliti, foto di Mauro Consilvio

020 Un futuro verde colloquio con Raffaele Rimoldi di Benedetta Minoliti

022 Una figura “tuttofare” colloquio con Gaia Peruccio di Benedetta Minoliti

In copertina:

Cinque under 25, chi dai banchi di scuola e chi invece da dentro il Garden Center, raccontano cosa significa entrare in un settore con una storia consolidata ma che ha ancora tanto da fare. Per loro foto di Mauro Consilvio

026 Parola d’ordine: passione! colloquio con Luca Malvezzi di Alice Nicole Ginosa

028 “Voglio fare questo!” colloquio con Alessandro Murgante di Alice Nicole Ginosa

078

TENDENZE

042 Food Bello da vedere, buono da mangiare di Stefania Medetti

046 Dati

Consumatori vs sostenibilità di Nicolò De Rossi

050 Intervista

Se non ci fosse il Garden Center… colloquio con Giacomo Brusa di Francesco Tozzi

053 Marchio

“Novità sì, ma anche contenuti” colloquio con Alessandro Paterniani di Francesco Tozzi

072

056 Novità editoriali

Passato, presente futuro di Nicolò De Rossi

061 Estero

La cultura del giardino del futuro di Alice Nicole Ginosa

062 Associazioni

Parola d’ordine: sensibilizzare colloquio con Mario Calliari di Benedetta Minoliti

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061 TRADE MAGAZINE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE DEL CANALE GARDEN E AGRARIE greenup maggio 2024 n.213 Servizio di copertina realizzato in collaborazione con seminare e coltivare comunicazione up TUTTO UN ALTRO MAGAZINE Ogni numero è un nuovo numero, con la sua copertina, pagine di parole e foto che raccontano storie, fatti, ambizioni e speranze. Tutto su carta, perché solo così il pensiero si stampa nella memoria. laboratorioverde.net info@laboratorioverde.net g greenup NUOVO Luca Vettoretto 20 anni New Generation Murgante Giorgia Vettoretto 23 anni Raffaele Rimoldi 19 anni Giovani? Giovanissimi!

MERCATI

064 Produzione

L’approccio giusto?

Emozione e contatto umano

colloquio con Franco Roldi di Bianca Ferraris

066 Per Verdemax

Privacy e stile per il giardino

068 Per Elho

L’esposizione in-store conta!

RUBRICHE

007 Editoriale di Francesco Tozzi

012 Greenshop

Il meglio in primo piano

032 Brevi dal mercato

036 Visual idea

News generation & store fisico di Erica Cherubini

070 Per SBM Life Science

Thermacell è prodotto dell’anno 2024

072 Innovazione

Quale sarà il futuro del retail? di Bianca Ferraris

075 Report 13 settori merceologici al microscopio di Nicolò De Rossi

076 Fiere

Pet care e pet food: come evolve il mercato? di Nicolò De Rossi

078 Manifesto

Il florovivaismo per un’Europa verde di Alice Nicole Ginosa

038 Aipsa Informa

Le preoccupazioni sull’uso della torba sono esagerate? in collaborazione con Aipsa

040 Alla voce…

Nomenclatura ad personam di Nicolò De Rossi

081 #sisboccia

Specializzazione: pro e contro di Alessandro Fornasaro

Greenup sostiene AICG

www.laboratorioverde.net / 213 aprile - maggio 2024

Direttore responsabile

Francesco Tozzi / direzione@laboratorioverde.net

In redazione

Alice Nicole Ginosa (responsabile), Benedetta Minoliti, Nicolò De Rossi / redazione@laboratorioverde.net

Grafica

Daniela Francescon / daniela.francescon@gmail.com

Collaboratori

Lucio Brioschi, Erica Cherubini, Mauro Consilvio (fotografo), Bianca Ferraris, Costanza di Matteo, Stefania Medetti, Marta Meggiolaro, Nicolò Pensa, Filippo Terragni, Filippo Tommaseo

Produzione e segreteria

Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net

Promozione e sviluppo

Stefano Carlin / s.carlin@laboratorioverde.net

Stampa

Ciscra Spa

Unità operativa: Via Belvedere, 42 – Arcore (MB)

Tel . 0395968130

Sede: Via San Michele, 36 45020 Villanova del Ghebbo (RO)

Direzione, redazione e amministrazione

Via E. Cosenz 35, 20158 Milano, Tel. 02 42448445

www.laboratorioverde.net info@laboratorioverde.net

Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior

Amministratore unico

Francesco Tozzi

Segreteria generale

Katiuscia Morello

Greenup è una rivista di Edizioni

Laboratorio Verde srls.

Fanno parte della stessa casa editrice:

• Agriflortec • IL giardiniere

• Agenda del verde • Calendario del verde

• I Quaderni di greenup • FIORItales

• floorewall.com • F&W magazine

Rappresentante e collaborazioni:

• TEN diyandgarden.com

• bricoliamo.com

Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

GreenUp, periodico registrato: autorizzazione del Tribunale di Milano n.64 del 27/1/1999 - n. R.o.c. 2232, delibera del 30/06/2001. La pubblicazione o la stampa di articoli e immagini della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Gli articoli pubblicati su GreenUp sono sotto la responsabilità degli autori.

www.laboratorioverde.net

issuu.com/edizionilaboratorioverde

Abbonamento da 6+1 numeri: 25,00 Euro

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Progettate per gli addetti ai lavori, le calzature BIRKENSTOCK Professional sono dotate dell’iconico plantare anatomico BIRKENSTOCK, in grado di offrire un design ergonomico e prestazioni superiori, riducendo l’affaticamento e prevenendo eventuali dolori ai piedi e alla schiena. Tre modelli che renderanno l’esperienza del giardinaggio un’esperienza unica.

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IL MEGLIO IN

PRIMO PIANO

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‘ILLUSIA’ ALLA CONQUISTA DEL MERCATO

La nuova “magia” di Schoneveld Breeding, Illusia, vincitrice del Japan Flower of the year 20232024, sarà lanciata al pubblico in occasione dei Dutch Flower Trials nell’ultima parte di giugno. Un prodotto innovativo dotato di grandissimo potenziale. www.schoneveld-breeding.com

INTELLIGENTE DI GARDENA

Due nuovi modelli di Automower®, progettati per giardini di medie dimensioni fino a 1.000 m2, si aggiungono alla gamma NERA: 310E NERA e 410XE NERA Come per tutta la linea, l’applicazione Automower® Connect assicura un monitoraggio e una gestione perfetta. Ma la novità è la tecnologia “EdgeCut”, che lascia solo una minima parte di erba non tagliata sul perimetro, riducendo così la necessità di una bordatura manuale. www.husqvarna.com/it

Le centraline per l’irrigazione GARDENA rappresentano una soluzione efficace per gestire in modo intelligente l’acqua nell’ambiente esterno. Grazie alla loro tecnologia avanzata, offrono un controllo preciso, un risparmio significativo di risorse e una maggiore comodità per gli utenti, contribuendo alla creazione di giardini rigogliosi e sani. Tra la vasta gamma di articoli che ha a catalogo, GARDENA presenta tre modelli distinti – Easy, Flex e Select – offrendo così una varietà completa di opzioni per soddisfare le diverse esigenze dei suoi clienti. www.gardena.com/it

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g Prodotti / GREENSHOP
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Primo piano / in collaborazione con UNDER

Progetto che vede Edizioni Laboratorio Verde collaborare con la Fondazione Minoprio ITS. Un comitato di redazione composto da allievi e professori, per raccontare il mondo del verde là dove si formano i professionisti del settore. Cinque gli studenti-redattori coinvolti: Iris Cazzaniga, Alessia De Micheli, Alessandro Ferri, Giacomo Gatti e Maddalena Mercandalli. Quattro i professori: Daniela D’Alessandro, Barbara Fedrigo, Andrea Tomé e Debora Piccolo.

PERDERSI E RITROVARSI

Nicolò Beretta, al primo anno dell’istituto tecnico e Federica Fantin, del percorso professionale, hanno incontrato due ex allievi della scuola che, seppur provenienti da due corsi differenti, hanno deciso di lavorare assieme nel settore del verde

Lto con lode nel 2020 e attualmente frequenta il corso di Produzione e protezione delle piante e dei sistemi del verde all’Università Statale di Milano. Si descrive come una persona determinata ed estremamente precisa nel suo lavoro. Molto hanno fatto gli stage effettuati durante il percorso scolastico, quando ha cercato di apprendere il più possibile dai datori di lavoro e ha imparato a immedesimarsi nei clienti; ciò gli permette di vedere con i loro occhi e capirne le esigenze. Aperto alle novità, non si preclude nulla in un settore in cui bisogna essere sempre al passo coi tempi. Carlo Pozzi ha vent’anni e, dopo il diploma professionale, ha deciso di gettarsi nel mondo del lavoro facendo esperienza nel settore dopo aver preso patentini per abbattimenti e tree climbing e aver frequentato il Corso da Forestale. Carlo, tra i due, è quello che azzarda e rischia maggiormente, ama lanciarsi in lavori nuovi, in modo da compensare l’estrema razionalità di Luca. Dopo essersi conosciuti alla scuola materna ed essersi persi di vista, si sono ritrovati un giorno al distributore dell’acqua nei corridoi della scuola superiore e, terminati i percorsi scolastici, hanno deciso di mettersi in proprio aprendo la Partita Iva, iniziando a condividere le responsabilità di un lavoro faticoso, ma soddisfacente, dal momento che il green è sempre stato la loro passione.

AVANTI, SENZA FERMARSI

Entrambi della Val d’Intelvi, amavano infatti passare del tempo all’aria aperta seguendo i genitori o i nonni nel taglio della legna o del prato e sognando di aprire un’azienda agricola uno, diventare falegname l’altro. La scuola ha aperto loro gli occhi su tante altre possibilità e li ha spinti a investire in qualcosa di diverso, ma non troppo. Luca racconta: “[...] ci siamo ritrovati e abbiamo iniziato a fare lavoretti. In bicicletta attraversavamo

REDAZIONE FONDAZIONE MINOPRIO*

le strade con il tagliaerba, i mastelli, i soffiatori in spalla e le motoseghe negli zaini. Nessuno dei due aveva la patente, abbiamo iniziato a fare questi lavoretti, andando avanti senza fermarci, lavorando sia il sabato che la domenica[...]".

UN LAVORO ATTENTO ALL'IMPATTO AMBIENTALE

A sinistra, Luca Scandella e Carlo Pozzi; a destra, Nicolò Beretta e Federica Fantin.

L’azienda in cui lavorano, la “Giardini di Giacomo Giani” si trova a Rebbio e si occupa di potature in tree climbing, costruzioni, progettazione di giardini, abbattimenti, terrazzi e scavi. Ultimamente si sta anche specializzando nel piastrellamento di giardini. Si tratta di una realtà attenta all’impatto ambientale che tale lavoro può comportare, infatti usano attrezzi a batteria e, dove possibile, convertono il materiale di scarto in cippato o lo usano come fertilizzante, non ricorrono a trattamenti chimici antizanzare dal momento che hanno trovato una buona alternativa in una sostanza a base di citronella, sperimentata di recente in una villa sul lago e funzionante.

“(...) terminati i percorsi scolastici, hanno deciso di mettersi in proprio aprendo la Partita Iva, iniziando a condividere le responsabilità di un lavoro faticoso, ma soddisfacente, dal momento che il green ha sempre rappresentato la loro passione”.

TUTTO INIZIA DAL PASSAPAROLA

Nel loro percorso, sono stati fondamentali altri due ex allievi della Fondazione, i fratelli Saverio e Daniele Butti, con cui spesso collaborano e che li hanno aiutati a mettersi in proprio. I due ragazzi raccontano che all’inizio il cosiddetto “passaparola” è fondamentale per farsi un nome e non c’è da meravigliarsi se si debba cominciare dai piccoli lavori per arrivare ad ottenere appalti più importanti. La gavetta, percorso quasi obbligatorio in ogni tipo di lavoro, nel loro settore è fondamentale, soprattutto se, come dice Carlo, si è titolari di sé stessi. “Ci sono giorni in cui smetti di lavorare alle 17, passi da un cliente per un sopralluogo mentre il cellulare squilla e squilla; arrivi a casa alle 20 con tante cose a cui pensare. Quando eravamo sui banchi di scuola, pensavamo che il lavoro fosse più semplice, ora dobbiamo ricrederci”.

L’IMPORTANZA DI ANDARE OLTRE

Essere dipendenti ha i suoi vantaggi nella gestione del tempo, ma i due preferiscono lavorare in autonomia.Per questo ritengono fondamentale studiare, cercare di prendere quanto possibile dalla scuola e sforzarsi di andare oltre quello che i professori possono spiegare. Avere determinazione e costanza è quello che ripaga nel mondo del lavoro, soprattutto se alla base c’è passione per quello che si fa.

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Giovani? Giovanissimi!

Cinque under 25, chi dai banchi di scuola e chi invece da dentro il Garden Center, raccontano cosa significa entrare in un settore con una storia consolidata ma che ha ancora tanto da fare. Per loro

servizio di FRANCESCO TOZZI, testi di ALICE NICOLE GINOSA e BENEDETTA MINOLITI, foto di MAURO

Giorgia e Luca Vettoretto lavorano nel garden di famiglia, Baia Fiorita, hanno 23 e 20 anni e sono da relativamente poco inseriti nel settore. Vorrebbero che la clientela desse più importanza al verde e che sempre più giovani si interessassero a questo mondo.

Gaia Peruccio ha 21 anni, è una studentessa dell’ITS di Fondazione Minoprio ma lavora da qualche tempo nel Garden Center Donetti. Tra i suoi desideri quello che il punto vendita sia un luogo in cui ascoltare gli stimoli esterni e trovare un punto di incontro.

Studente dell’ITS e lavoratore, per la precisione responsabile del settore piante in Flover Ca’ di David, è invece Luca Malvezzi, che pensa che nonostante il settore di per sé ci sia sempre stato, è paradossale che non lo si conosca realmente. Forse, consiglia Luca, si dovrebbe puntare di più sul farsi pubblicità: raccontare che cos’è un Garden Center. Avrà ragione?

Più giovani, ma non per questo con le idee meno chiare sono invece Raffaele Rimoldi e Alessandro Murgante Entrambi all’ultimo anno del percorso professionale in Tecnico dei Servizi per l’Agricoltura, lo Sviluppo Rurale, la Valorizzazione dei prodotti del territorio e la gestione delle risorse forestali e montane di Fondazione Minoprio, hanno l’obiettivo di specializzarsi nella progettazione. Raffaele ritiene che “le professioni del settore non vengono valorizzate come dovrebbero e questo non va bene, perché con il progresso tecnologico e scientifico il nostro lavoro è diventato sempre più importante”; Alessandro pensa invece che nel punto vendita manchi “l’interazione tra venditore e compratore, con un venditore che sappia valorizzare prodotto”.

Tantissimo su cui riflettere, non vi sembra?

Servizio di copertina realizzato in collaborazione con

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CONSILVIO Luca Vettoretto 20 anni
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Alessandro Murgante 18 anni
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Luca Malvezzi 24 anni Giorgia Vettoretto 23 anni Gaia Peruccio 21 anni Raffaele Rimoldi 19 anni
“Secondo me le professioni del nostro settore non vengono valorizzate come dovrebbero”
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Un futuro verde

Esiste ancora la possibilità che il domani sia più sostenibile? Serve sviluppare un “senso di protezione” fin da piccoli e soprattutto valorizzare il settore e le persone che lo animano

colloquio con RAFFAELE RIMOLDI di BENEDETTA

“Mi è sempre piaciuto mettere le cosiddette mani in pasta e ho sempre preferito passare del tempo all’aria aperta”. Raffaele Rimoldi, 19 anni, studente all’ultimo anno del percorso professionale in Tecnico dei Servizi per l’Agricoltura, lo Sviluppo Rurale, la Valorizzazione dei prodotti del territorio e la gestione delle risorse forestali e montane di Fondazione Minoprio, ha le idee chiare sul suo futuro, ma non è stato sempre così. “Ho scelto questa scuola con l’idea di fare 3 anni e poi andare a lavorare. Grazie ai tirocini ho capito che non era la scelta giusta, perché non mi sarei sentito realizzato. Così ho continuato e mi piacerebbe iscrivermi all’ITS per diventare progettista del verde”.

Qual è la tua definizione di florovivaismo?

«Qualcosa di essenziale per la vita delle persone in senso largo, inteso

come verde. Ci sono tantissimi studi che dimostrano quanto le piante facciano bene alla salute mentale e fisica. Anche se tanti non lo comprendono, il verde è fondamentale e per me non c’è cosa più bella che provare a spiegare loro questa parte essenziale della vita».

Cosa manca, e vorresti che ci fosse, all’interno del settore?

«Manca la formazione. A conti fatti, il giardiniere, come l’agricoltore, non sono considerati lavori particolarmente difficili. Questo perché manca la conoscenza dell’ambiente da parte di tante persone. Il nostro è un mondo complicato ed è importante formarsi perché sì, l’esperienza è la più grande insegnante di vita, ma dietro l’esperienza ci deve essere una base solida di teoria. Secondo me le professioni del nostro settore non vengono valorizzate come dovrebbero e non va bene, perché con il progresso tecnologico e scientifico il nostro lavoro è diventato sempre più importante. Purtroppo, mentre altri settori hanno scelto di aggiornarsi, il settore del verde è stato lasciato indietro, soprattutto a livello di percezione».

In che senso?

«Le persone tendono a vedere la pianta come un oggetto, o un complemento d’arredo. Ma non è così. Sarebbe più corretto paragonare la pianta ad un animale domestico. Non dobbiamo dimenticarci che la pianta è viva, ha bisogno di attenzioni e noi dobbiamo essere in grado di dargliele».

Secondo te nel settore è in atto un ricambio generazionale?

«Fino a qualche anno fa era difficile trovare imprenditori giovani, mentre oggi ne vediamo sempre di più. Questo è importante, perché le nuove generazioni portano avanti un’idea di futuro più che seguire la visione del padre o del nonno che li ha preceduti»

Le nuove generazioni sono interessate al mondo delle piante e dei fiori?

«Negli ultimi anni, complice purtroppo anche il cambiamento climatico, si sta investendo molto sulla conoscenza della natura fin da piccoli. Stiamo rischiando di perdere qualcosa di meraviglioso anche perché non riusciamo a far capire appieno verso cosa stiamo andando. Per questo è importante fare informazione e far conoscere la natura ai bambini di modo che sviluppino un senso di protezione. La loro curiosità dovrebbe essere puntata non sull’eccessiva tecnologia, ma sulla natura. C’è ancora la possibilità di un futuro verde».

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“Ogni giorno imparavo il nome scientifico di dieci piante”
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Una figura “tuttofare”

Perché accontentarsi di saper fare un’unica

cosa quando si può essere un jolly in grado di lavorare in tutti i reparti?

colloquio con GAIA

Che sia nella serra calda o in quella fredda, a preparare confezioni o composizioni floreali, Gaia Peruccio, 21 anni, da Donetti Garden Center di Romagnano Sesia, si sente nel suo mondo. Proprio qui ha scoperto Fondazione Minoprio, dove ha potuto coltivare la sua passione per le piante, davvero a tutto tondo.

Qual è la tua definizione di florovivaismo?

«Rendere possibile l’unione tra persona e pianta, creando un legame. È come avere un cucciolo: devi prendertene cura, saperlo gestire, e ti ci affezioni».

Cosa manca, e vorresti che ci fosse, all’interno dei Garden center?

«Un modo per spingere i giovani ad approcciarsi all’acquisto nei Garden. Arrivano tante coppie, soprattutto sotto le feste, ma pochi ragazzi».

È un paradosso, perché le generazioni più giovani sono quelle più attente alle tematiche del verde, dalla tutela al discorso sostenibilità. Come possiamo spiegarlo?

«I ragazzi hanno bisogno di parlare di sostenibilità e di essere sostenibili. È un tema che crea unione e spinge ad azioni concrete anche singolarmente. In un Garden Center però è difficile riuscire ad ascoltare gli stimoli esterni e trovare un punto di incontro».

Percepisci il ricambio generazionale all’interno del Garden Center?

«Più o meno. Sui social sicuramente questa cosa si percepisce, perchè molti giovani sentono il bisogno di fare qualcosa per “salvare il mondo”. Più che ricambio generazionale c’è una mentalità che cambia. Ad esempio, io lavoro tanto con la proprietaria di Donetti, che ha una settantina d’anni, ed è una persona davvero rivoluzionaria, è molto interessata alle preferenze dei giovani e pone anche grande attenzione alla sostenibilità. Lei ci tiene a vedere ed essere parte del cambiamento».

Cosa ti aspetti che il settore possa dare e cosa invece puoi dare tu?

«Mi aspetto di diventare una figura jolly, che secondo me è molto utile, perché ti permette di lavorare in tutti i reparti. Sapere che c’è qualcuno che sta imparando sempre cose nuove e studiando per formarsi in più ambiti può essere utile. Il settore, in generale, penso possa promuovere davvero la sostenibilità. Il Garden, ad esempio, potrebbe diventare un promotore della tutela delle piante e della biodiversità».

Per quanto riguarda la formazione, invece, che importanza ha?

«Io sono entrata da Donetti quando ero in terza superiore, avevo la passione per le piante ma non conoscevo bene i termini. Ti racconto un episodio sempre legato alla proprietaria del Garden: stavo pulendo dei garofani, lei si è avvicinata e mi ha chiesto che piante stessi pulendo. Quando ho risposto semplicemente “garofani” lei ha voluto il nome scientifico. Da lì, ogni giorno imparavo il nome scientifico di dieci piante. Questo per farti capire quanto è importante conoscere la pianta, anche per venderla meglio. Non ci si può semplicemente soffermare sulla vendita, ma bisogna anche trovare il modo giusto di comunicare le informazioni sulla pianta, con empatia e accuratezza. Anche perché il Garden non è più un semplice negozio, ma è diventato un luogo dove stare bene e passare del tempo nel verde».

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“Se

tutti investono nel migliorare il proprio Garden Center vuol dire che hanno delle speranze, e se ci sono le speranze vuol dire che ci sarà impegno nel raggiungere un obiettivo di crescita e di futuro”

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“C’è sempre stato e ci sarà sempre”

Nonno Giorgio apre una piccola serra di piante orticole e da fiore nel 1975. Questo è l’inizio di tutto, è il primo tassello di ciò che sarebbe poi diventato il Garden Center Baia Fiorita, dove oggi Giorgia (23 anni) e Luca (20 anni), protagonisti della nostra copertina, vedono il loro futuro

colloquio con GIORGIA

Giorgia ha 23 anni, lavora nel Garden Center di famiglia Baia Fiorita da due anni. Mi racconta di aver iniziato l’università ‒sembrava la scelta più ovvia per una ragazza studiosa come lei ‒ ma che dopo aver iniziato a lavorare in azienda durante il Covid, aveva capito che forse la vita nel Garden Center non era tutto sommato una cattiva idea.“Non era mai stato nei miei piani, anzi, ma dopo esserci entrata ho capito che era la strada giusta. Oggi mi occupo del reparto decor e della cassa”. Luca, 20 anni, invece lavora in azienda da agosto e si occupa un po’ di tutto, ora per esempio stanno rivoluzionando il layout del Garden e la sua giornata si concentra in gran parte su questo obiettivo. A differenza di sua sorella, il suo destino, mi racconta, “era già scritto”. Da sempre.

Siete entrambi entrati in azienda da poco tempo ma respirate da quando siete piccoli l’aria del Garden Center. Secondo voi cosa manca in questo settore oggi?

G.V: «Ormai il mercato è sviluppato e credo che il Garden

Center diventerà sempre più focalizzato su prodotti non direttamente relazionati con la pianta. Entrare in negozio è un’esperienza e ci si viene perché così si sta in mezzo alla natura. Quello che spero è che cambi il modo di pensare della clientela: dare più importanza al verde, al di là della tecnologia che ci circonda. Quello del verde è un settore che esiste da tanto, è rimasto così e ci sarà sempre. Un settore che è rimasto puro».

L.V: «Con il Covid si è notato un cambiamento, piano piano si sta avvicinando anche il giovane, anche se la clientela rimane principalmente di una fascia d’età alta. Quelli che riempiono il carrello di fiori, per esempio, sono sostanzialmente di età medio-alta perché sono abituati a questo tipo di acquisto, lo hanno sempre fatto. Il giovane invece mediamente non ha tempo ‒ magari a qualcuno è stata tramandata questa abitudine, non vale per tutti ‒ e con la vita frenetica che si ha non sempre si trova il momento per dedicarsi alla cura di piante o orto. Tuttavia, aumenta la presenza di famiglie».

Avete delle aspettative dal settore?

G.V: «Mi auguro che vada sempre meglio. Guardandoci in giro di realtà ce ne sono e di belle, ed è positivo. Se tutti investono nel migliorare il proprio Garden Center vuol dire che hanno delle speranze, e se ci sono le speranze vuol dire che ci sarà impegno nel raggiungere un obiettivo di crescita e di futuro».

Parliamo di cambio generazionale. A che punto siete?

L.V: «Non ne stiamo ancora parlando concretamente. I nostri genitori sono ancora giovani ma siamo certi che quando arriverà il momento saranno collaborativi e disponibili. Siamo spesso in conflitto sulle idee, è normale, ma la nostra fortuna è che ognuno di noi ha delle sfere d’azione diverse e specifiche. Senza contare che anche i nonni sono ancora coinvolti nell’attività e quindi siamo tre generazioni diverse che convivono serenamente».

È una tematica sentita quella della formazione?

L.V: «Nei Centri di giardinaggio più organizzati probabilmente sì, ma nelle realtà più piccole non è sentita come una priorità. In fase di assunzione di personale naturalmente avere una formazione ad hoc sul settore aiuta, ma non è vincolante. Si può sempre imparare se si ha la volontà di apprendere con l’esperienza».

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Giorgia

vedo quasi l’ora che mi chiedano qualcosa. Nel tempo ho anche fidelizzato diversi clienti, che tornano chiedendo nuove piante da curare” cover story

“Non
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Parola d’ordine: passione!

Luca Malvezzi, 24 anni, lavora in Flover da due anni e da poco è diventato responsabile del reparto piante nel punto vendita di Ca’ Di David. Il suo amore per il verde arriva dalla nonna ed è stato alimentato nel tempo dalla sua curiosità e bravura, ma anche dalla formazione costante grazie al percorso in Fondazione Minoprio e dal sostegno dell’azienda in cui lavora

colloquio con LUCA MALVEZZI di ALICE NICOLE GINOSA

“Sono al secondo anno dell’ITS

Progettazione, realizzazione e gestione di spazi verdi e per la gestione di Garden Center, perché il mio datore di lavoro, Silvano Girelli, mi ha dato la possibilità di formarmi ancora meglio”. Luca lavora in questo settore da cinque anni e la passione è arrivata da sua nonna, come mi racconta durante la nostra chiacchierata, una mattina di maggio in Fondazione Minoprio: “Mia nonna mi ha trasmesso l’amore per le piante quando da piccolo l’aiutavo in qualche lavoretto in giardino. Quando sono arrivato in Flover, circa due anni fa, hanno creduto in me e in pochi anni ho imparato tanto. Ora ho la possibilità di approfondire il tutto ulteriormente con nuove conoscenze teoriche”.

Che cos’è per te il florovivaismo?

«Per me è passione, è la pace di quando si vive a contatto con la natura, è quando riesci a vendere delle piante e a comunicare ai clienti la loro bellezza. Il florovivaismo è trasmettere una passione “contagiando” gli altri, facendo loro scoprire questo mondo che per tanti è ancora sconosciuto, soprattutto tra i giovani».

Perché è ancora sconosciuto, secondo te?

«Penso che le persone in generale credono che lavorare con il verde equivalga solo al lavoro nei campi. Invece c’è un mondo dietro. Mi fa piacere, lavorando in un Garden, vedere tanti giovani appassionati di piante rare, perché grazie ai social si stanno scoprendo tantissime varietà».

Come percepisci il tema della formazione?

«Sicuramente è difficile reperire personale, perché non ci sono persone adeguatamente formate, ma penso anche che se si ha voglia

e volontà di imparare ce la si fa e si riesce a trasmettere la passione».

Al di là di chi ci lavora, pensi che i più giovani siano interessati al mondo del fiore e delle piante?

«Sì, e noto che è un interesse crescente. I miei amici, per esempio, che non sono appassionati, continuando ad ascoltarmi parlare della bellezza del verde, piano piano si sono interessati. Secondo me la passione cresce quando se ne sente parlare e si conosce il settore. Anche la parola Garden Center va sempre spiegata. In tanti non sanno né cosa sia né cosa voglia dire».

Perché pensi ci sia poca conoscenza su questo settore?

«Il settore di per sé c’è sempre stato, quindi è paradossale che non lo si conosca. Forse si dovrebbe puntare di più sul farsi pubblicità: raccontare che cos’è un Garden Center».

Qual è l’aspetto che ti piace di più del tuo lavoro?

«Comunicare coi clienti. Mi trovo a mio agio quando spiego e racconto le varietà di piante. Non vedo quasi l’ora che mi chiedano qualcosa. Nel tempo ho anche fidelizzato diversi clienti, che tornano chiedendo nuove piante, a volte anche più difficili da curare, perché si appassionano e vogliono saperne sempre di più».

Quali sono i tuoi progetti dopo l’ITS?

«Voglio ambire sempre di più e crescere in Flover, perché hanno puntato su di me e ne sono grato. Mi hanno dato tanto e voglio cercare di restituire tanto».

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“Noto che molti non comprendono quello che io vedo del verde, la sua importanza”
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“Voglio fare questo!”

Alessandro Murgante, 18 anni, al quinto anno del percorso professionale in Fondazione Minoprio, aveva le idee chiare fin da piccolo: frequentare questa scuola. Poi si sa, crescendo un po’ le idee cambiano e trasformano quell’obiettivo iniziale in qualcosa di diverso dove però il verde rimane una certezza colloquio con ALESSANDRO MURGANTE di ALICE

Alessandro Murgante, 18 anni, frequenta il percorso professionale di Tecnico dei Servizi per l’Agricoltura, lo Sviluppo Rurale, la Valorizzazione dei prodotti del territorio e la gestione delle risorse forestali e montane in Fondazione Minoprio da cinque anni. “Ho scelto questa scuola praticamente dall’asilo, perché ero venuto qui in gita, l’avevo vista e ho pensato che volevo assolutamente venire qui a studiare. E stranamente non ho cambiato idea”. Inizialmente voleva lavorare in ambito vivaistico o nella manutenzione giardini, poi andando avanti negli anni ha capito che non era questo quello che più lo appassionava. “Ho approcciato diversi campi da quello florovivaistico, passando a progettazione e brassicolo, e ultimamente questi due campi mi hanno colpito di più. In futuro vorrei continuare il percorso ITS in ambito progettistico”.

Cosa significa per te florovivaismo?

«Il florovivaismo è un tentativo di inserire nella vita delle persone qualcosa di verde. Noto che molti non comprendono quello che io vedo del verde, la sua importanza. Ho conosciuto addirittura persone che non stanno mai all’aperto, in casa non hanno nemmeno una pianta, che invece è un valore aggiunto e che rende la casa più viva».

Cosa manca nel settore secondo te?

«Per quanto riguarda la progettazione, credo che da parte di tanti professionisti ci sia la mancanza di studio pregresso. Nello studio di un giardino, per esempio, bisogna valutare tantissimi fattori: dov’è orientato, il ph del terreno, la temperatura, l’ombreggiatura. Anche per il paesaggismo, se si deve valorizzare un giardino in questa zona d’Italia, non metterò le palme o piante che fanno fatica a crescere in terreni non propri. Questo per dire che spesso ho notato che manca la consapevolezza e studio».

Cosa manca invece nei Garden Center?

«Ci vorrebbe più interazione tra venditore e compratore, con un venditore che sa valorizzare il prodotto. Ho fatto uno stage in un vivaio arboricolo, dove si organizzavano per i clienti dei tour per vedere le piante e i miei superiori consigliavano, raccontavano, mostravano la scelta migliore, avendo una formazione pregressa. Tutto ciò è importantissimo per creare un legame con i clienti anche perché le piante sono complicate da vendere, non sono oggetti. Devono essere trattate in modo diverso».

Le nuove generazioni sono interessate al mondo delle piante e dei fiori?

«Cambia da generazione a generazione. Sicuramente c’è un maggiore attaccamento e vicinanza al tema anche per il semplice fatto che, con il cambiamento climatico, c’è la necessità di parlarne. Nelle nuove generazioni però non percepisco un forte interesse. Faccio da anni l’animatore e sono a contatto con persone più piccole e per la mia esperienza posso dire che, forse anche per un problema legato all’avanzamento tecnologico, non c’è familiarità e vicinanza al concetto di natura».

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VerdeVivo: coltivare un futuro sostenibile attraverso la passione per il

giardinaggio

L’obiettivo con VerdeVivo è chiaro: sviluppare soluzioni naturali che non solo rispettino l'ambiente, ma che rendano la passione per la cura del verde accessibile e gratificante per tutti, dai principianti agli esperti. “Siamo consapevoli che le nuove generazioni cercano prodotti che facilitino la loro esperienza di giardinaggio, che siano intuitivi da usare e che, soprattutto, abbiano un impatto positivo sull’ecosistema”, commenta Arianna Fracasso, marketing manager di Kollant. Uno tra gli obiettivi dell’azienda è quello di ispirare e supportare

questa nuova generazione di amanti del verde, fornendo loro soluzioni che siano all’avanguardia e che rispondano alle sfide attuali del giardinaggio e dell’orticoltura sostenibile. “Siamo orgogliosi di collaborare con giovani talenti, riconoscendo in loro il potenziale e l’energia necessari per guidare il cambiamento verso un futuro più sostenibile. Investiamo risorse ed entusiasmo nel sostenere iniziative educative che mirano a promuovere una coscienza ambientale: l’educazione

alla consapevolezza, infatti, è il pilastro fondamentale per costruire una società più rispettosa dell’ambiente”, chiosa sempre Fracasso.

Tera: sempre più virtuosa per accogliere le necessità delle nuove generazioni

Da oltre due decenni Tera si dedica con passione alla produzione di vasi per piante che vanno oltre la loro funzione pratica, diventando complementi d’arredo che trasformano gli spazi. L’azienda ha scelto di perseguire una visione virtuosa dell’impresa, misurandosi anno dopo anno con

le esigenze sempre più sfidanti in termini di sostenibilità, così da accogliere le necessità della nuova generazione. L’azienda ha intrapreso questo percorso nel 2019 con il lancio del brand Tera® e da allora abbraccia una missione ancora più ampia: guidare il cambiamento verso un’economia circolare, rispettosa dell’ambiente e delle persone.

Tera si impegna a monitorare il piano di sviluppo sostenibile interno attraverso il Bilancio di Sostenibilità che viene pubblicato annualmente.

Oltre a questo, progetta e realizza le nuove

collezioni dalle funzionalità studiate per offrire un’esperienza di coltivazione delle piante piacevole per tutti gli appassionati del giardino, con un design contemporaneo e palette colori sorprendenti. Attraverso le nuove collezioni, l’azienda si impegna nel perfezionamento del processo sostenibile per ridurre al minimo l’impatto ambientale del ciclo produttivo e delle materie prime utilizzate. I nuovi vasi e fioriere, infatti, nascono dalla rigenerazione di materiali recuperati come la plastica riciclata certificata “Plastica Seconda Vita” dall’IPPR. Inoltre, sostenendo l’Envira Amazonia Project e Mai Ndombe, Tera riesce ad assorbire la CO2 equivalente necessaria alla produzione dei nuovi modelli, un passo significativo verso la carbon neutrality.

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ONLINE IL SITO DELLA BIOBANCA DELL’ENEA

Una grande raccolta di microrganismi. Si può riassumere così il sito della biobanca dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), con una raccolta composta da oltre 1400 tra batteri, funghi, lieviti, microalghe e virus

vegetali, utili per molteplici applicazioni in diversi settori, dall’agricoltura all’ambiente, fino alla bioenergia e alla salute.

L’Agenzia ha comunicato la pubblicazione della biblioteca online tramite una nota e ha fatto sapere che le risorse microbiche sono conservate e catalogate nei quattro Centri ricerche Enea di

ZOOMARK, annunciata

Brindisi, Casaccia (Roma), Portici (Napoli) e Trisaia (Matera). In questi Centri, nel corso degli anni, sono state caratterizzate, arrivando a costruire un patrimonio unico a livello nazionale. Tantissimi i possibili utilizzi, dalla produzione di biopesticidi a quella di biofertilizzanti e biomasse, ma anche enzimi

la nuova edizione

A un anno esatto dalla ventunesima edizione, Zoomark, la fiera internazionale del pet food e del pet care, prevista dal 5 al 7 maggio 2025 presso BolognaFiere, è stata ufficialmente annunciata oggi a Norimberga, di fronte alla stampa internazionale e alle aziende del settore. Durante la conferenza stampa, con la partecipazione di Luisa Bersanetti, Exhibition Manager di Zoomark, Pascale Sonvico, Show office and Sales Manager di Zoomark, Giorgio Massoni, Presidente di Assalco, e Mattia Barchetti, Responsabile dell’Intelligence di Mercato di Nomisma, sono state presentate le ultime novità dell’evento, che si preannuncia già di grande successo, come dimostrato dai risultati promettenti ottenuti fino ad ora nella campagna di adesioni: il 50% degli spazi espositivi è già stato prenotato grazie alle campagne di Rebooking ed Early Bird. “Zoomark sta diventando sempre più un punto di riferimento essenziale per il mercato del pet, unendo cultura e business”, ha sottolineato Pascale Sonvico, Show office and Sales Manager. “Siamo grati agli espositori e ai visitatori che hanno contribuito al suo trionfo in questi anni, rendendola un evento sempre più strategico, atteso e

industriali e antimicrobici utili, ad esempio, per la costituzione di consorzi microbici per l’agricoltura sostenibile, per la produzione di alimenti fermentati, di nuovi superfood e di cibi funzionali, nei processi di biorisanamento e per la produzione di biocarburanti e nuovi biomateriali, a sostegno del Made in Italy.

imprescindibile per l’intero settore a livello internazionale. Oggi Zoomark si fa ancora più ambiziosa nei progetti e negli obiettivi, Bigger and Bolder, come recita il nuovo slogan”. Zoomark 2025 sarà il Salone del futuro. “Vogliamo essere una piattaforma esclusiva per tutti gli operatori internazionali, creando nuove opportunità di business e anticipando le tendenze del settore e le previsioni sulla sostenibilità ambientale, sul concetto di One Health, sui prodotti tailor-made, amati dalla GenZ”, ha aggiunto Sonvico. “Per questo motivo, a Zoomark 2025, troveranno spazio e visibilità non solo le tendenze attuali, ma anche le aree dedicate alle tendenze future. Per la prima volta, questa nuova edizione di Zoomark metterà in risalto anche le eccellenze del pet fashion, del design e del beauty, inaugurando la nuovissima area Atelier, che offrirà un ambiente premium a top buyer, brand e aziende. Tornerà infine anche la scenografica e suggestiva Aqua Project, dedicata all'industria del settore acquari e terrari, che sarà non solo luogo di esposizione, ma anche di incontri e seminari”. Ma le novità di Zoomark non si fermano qui! Per maggiori informazioni: www.zoomark.it

MILANO HOME IN TOUR IN ITALIA E IN EUROPA

MilanoHome, la manifestazione fieristica dedicata al mondo dell’abitare e all’home décor la cui prossima edizione si terrà dal23al26gennaio2025 è pronta a partire per un tour che - da fine maggio e fino al prossimo ottobre- porterà l’evento realizzato da Fiera Milano, ad incontrare player del settore e agli addetti ai lavori. UnaventinadiincontriinItaliae inalcunecittàeuropee, strutturati come dei verieproprifocusgroup, che daranno vita ad un confronto aperto e costruttivo, che vedranno protagonisti soprattutto i retailer, chiamati sempre di più a rinnovarsi, a valorizzare il loro nuovo e necessario ruolo di informatori sul territorio dei brand che rappresentano, della qualità dei prodotti che trattano e della selezione che effettuano. Quello del negozio quindi è un profilo professionale fondamentale su cui Milano Home ha deciso di investire tempo e professionalità, al fine di definire le linee su cui supportare lo sviluppo dei punti vendita che si possano ritagliare un ruolo ancora più innovativo e cruciale per il territorio in cui operano. Le tappe partiranno il 27 maggio dalla Sicilia per proseguire in Puglia,Calabria,Campania,Abruzzo,Lazio,Toscana, Emilia-Romagna,Liguria. Verranno anche raggiunte alcune città europee come Vienna,Zurigo,Monaco,NizzaeLjubljana. Nel corso degli incontri verranno anche analizzate esigenze e necessità che i retailer sono chiamati ad affrontare in questi periodi di grande trasformazione del loro ruolo e fornite indicazioni e nuove soluzioni e idee per un mercato sempre alla ricerca di nuovi stimoli e nuove idee.

Appuntamento a MilanoHome – fieramilano (Rho) dal 23 al 26 gennaio 2025 milanohome.fieramilano.it

g News / BREVI DAL MERCATO
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Mark Dixon, fondatore e CEO di IWG.

Lavoro ibrido: ridotto di un quinto il consumo di energia

IWG - il principale fornitore mondiale di soluzioni di lavoro ibrido, con brand tra cui Spaces, Regus e Copernico - ha intervistato più di 500 leader e facilities manager di aziende che hanno adottato politiche di lavoro ibrido. Ilconsumoenergeticomedioinquesteaziende èdiminuitodel19%. Circa la metà delle aziende che ha adottato politiche di lavoro ibrido (44%) ha ridotto di un quarto il proprio spazio a uso ufficio, contenendo così il consumo di energia e i costi operativi. Unulteriore19%haottenutovantaggiancorapiùsignificativi rimpicciolendoglispazidel26%-50%. Il lavoro ibrido si è rivelato un elemento fondamen tale per ridurre il consumo di energia complessivo e la carbon footprint secondo l’84% degli interpellati, con ulteriori riduzioni in vista dato che il 79% intende prendere in considerazione altre soluzioni per abbattere i consumi, tra cui offrireaidipendentil’accessoaluoghidi lavoroflessibilioridimensionareiproprispazi a uso ufficio. Mark Dixon, fondatore e CEO di IWG, commenta: “Il passaggio globale al lavoro ibrido non porta solo forti vantaggi economici e di produttività alle aziende e miglioramenti dell’equilibrio vita-lavoro dei dipendenti, ma anche significativi benefici ambientali. Quest’ultimo studio conferma che le aziende che hanno adottato il lavoro ibrido hanno già ridotto significativamente il loro consumo di energia.”

STIGA & DE MASI INAUGURANO IL PRIMO PUNTO VENDITA MONOMARCA ITALIANO

STIGA, principale produttore e distributore a livello mondiale di macchinari e attrezzature per il giardinaggio, annuncia l’apertura del primo Stiga Store d’Italia da parte dell’azienda De Masi Antonio, riconosciuto ed apprezzato rivenditore di Arezzo dedicato al garden care, con cui l’azienda collabora dal 1992. De Masi esporrà

nei suoi 130 metri quadri tutta la gamma battery e Robot dell’azienda. L’ampia officina dedicata alle riparazioni e il magazzino ricambi, costantemente rifornito, assicurano ai clienti il miglior servizio possibile sia nella fase di prevendita sia in quella di postvendita, rendendo De Masi un punto di riferimento per professionisti

FlowerTrials® 2024 in arrivo dall'11 al 14 giugno

e appassionati di giardinaggio. Qui, infatti, potranno scoprire tutti gli innovativi prodotti a marchio STIGA trovando supporto completo fin dalle prime fasi di sopralluogo, alla consegna a domicilio per arrivare all’assistenza post-vendita e all’installazione dei Robot tagliaerba autonomi STIGA.

FlowerTrials® riunisce i principali selezionatori, coltivatori, rivenditori e operatori del settore per scoprire le varietà e le tendenze più recenti nella selezione di piante da vaso e da aiuola. Dalle vivaci annuali alle resistenti perenni, FlowerTrials® è il luogo in cui scoprire le continue innovazioni e la creatività del settore. Questo si riflette in assortimenti che continuano a soddisfare le esigenze dei consumatori in termini di colore e prestazioni del giardino, rispondendo al contempo alle richieste in evoluzione del mercato, tra cui la sostenibilità, la resistenza alle malattie e l’adattabilità a condizioni ambientali mutevoli. FlowerTrials® è un punto di riferimento vitale per i professionisti del settore per lo scambio di idee, la scoperta delle tendenze attuali e la definizione del futuro dell’orticoltura ornamentale. Quest’anno gli espositori presenteranno le loro ultime innovazioni in 30 sedi nelle zone centrali e meridionali dei Paesi Bassi, oltre che in Germania. Con la sua attenzione alla presentazione dei più recenti risultati nel campo della riproduzione, l’evento è una forza trainante che mostra la continua evoluzione del mercato delle piante da vaso e da aiuola. Una panoramica completa degli espositori di quest’anno e dei loro assortimenti, insieme al link per la registrazione, è disponibile sul sito www.flowertrials.com. Per un’anteprima delle novità di quest’anno, iscrivetevi alla newsletter o seguite le pagine Facebook, Instagram o LinkedIn.

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L’EDIZIONE AUTUNNALE DI PLANTARIUM|GROEN-DIREKT VI ASPETTA

PLANTARIUM|GROEN-Direkt

torna con la sua terza edizione autunnale dal 21 al 24 agosto presso l’International Trade Centre di Hazerswoude/ Boskoop.La fiera sarà ancora una volta il luogo d’incontro per i fornitori e per tutti i professionisti del settore del verde. Con un’area totale più

grande del 10% rispetto all’anno scorso, PLANTARIUM|GROENDirekt ha assunto una dimensione internazionale, attirando anche l’interesse degli espositori al di fuori dei Paesi Bassi. L’edizione autunnale della fiera è l’occasione ideale per intensificare relazioni, stabilire nuovi contatti e fare progetti per

le prossime stagioni. edizione, accanto all’edificio permanente della fiera, sarà allestito un ampio patio per la ristorazione interna ed esterna per incontrarsi, condurre trattative e divertirsi. La fiera sarà caratterizzata anche dai premi, come il Visitors’ Favourite e la Wall of Fame all’ingresso.

VeronaFiere acquisisce “La fiera di vita in campagna”

Veronafiere prosegue nella realizzazione del Piano strategico 2024/2026 e incrementa il portafoglio di rassegna dirette, dal quale genera il 90% del proprio fatturato, con l’acquisizione della manifestazione b2c La fiera di vita in campagna che, a partire dal 2025 e per la sua 12ª edizione, si svolgerà dal 14 al 16 marzo nel quartiere fieristico di Verona. La Fiera di Verona, già leader nel rappresentare il settore primario b2b con Fieragricola (lo storico salone internazionale a cadenza biennale della meccanica, dei servizi e prodotti per l’agricoltura e la zootecnia), completa la propria offerta agribusiness con un evento rivolto agli appassionati dell’ hobby farmer e del mondo agricolo, che punta attraverso l’organizzazione diretta ad ampliarsi e ad affermarsi a livello nazionale ed europeo. Con il partner Edizioni Informatore Agrario, Veronafiere lavorerà nei prossimi mesi per sviluppare un format innovativo che integri e renda ancora più efficace il progetto fieristico a partire già dalla prossima edizione di “La fiera di vita in campagna 2025 (Verona, 14/16 marzo).

g Visual idea / Erica Cherubini

NEW GENERATION & STORE FISICO

SEGUITE LA MIA PAGINA INSTAGRAM @GREENVISUALMERCHANDISING PER SAPERE DOVE E QUANDO! STA PER ARRIVARE QUEST'AUTUNNO LA GREEN GAMIFICATION CON ESEMPI PRATICI E COINVOLGENTI.

Non perdetevi questa incredibile novità!

Digitali, pragmatici, consapevoli e no perditempo: chi sono i nuovi frequentatori dei punti vendita?

Idigitali sono sempre connessi e utilizzano attivamente le tecnologie digitali per informarsi e acquistare prodotti. Tuttavia, non si limitano alla sola esperienza online: sono interessati a interagire direttamente con i prodotti e il personale dei negozi fisici. Questo implica che il personale addetto alla vendita debba essere ben informato e competente per soddisfare le loro esigenze.

I pragmatici sono orientati alla funzionalità e alla praticità. Entrano in un negozio con uno scopo preciso e cercano soluzioni efficaci per le loro esigenze. Per loro, è fondamentale che lo store fornisca un’esperienza efficiente e senza fronzoli.

I consapevoli sono attenti alla sostenibilità, all’etica e alla trasparenza delle aziende. Per loro, è importante conoscere l’impatto ambientale e sociale dei prodotti che acquistano. Gli store che comunicano in modo chiaro e trasparente le informazioni relative a queste tematiche possono attrarre e fidelizzare questo tipo di clientela.

Infine, i no perditempo sono focalizzati sull’esperienza e sull’interazione umana. Vedono lo store non solo come un luogo di acquisto, ma anche come un punto di incontro e di scoperta. Per loro, è essenziale vivere un’esperienza unica e coinvolgente durante la visita al negozio.

GLI INFLUENCER? OPINIONI E INFORMAZIONI AFFIDABILI

I clienti con queste caratteristiche, che ritroviamo spesso mixate nella stessa persona, in particolare se si tratta di giovani della Generazione Z, sono più propensi a cercare interazioni autentiche e a condividere le proprie opinioni. Questo spiega il crescente ruolo degli influencer, degli youtuber e dei blogger nel settore retail, poiché queste figure sono percepite come fonti affidabili di informazioni e opinioni sincere. Ci vorrebbero pagine per provare a fare un quadro più approfondito. Chi si occupa di marketing si è sicuramente reso conto che diventa ogni giorno più difficile standardizzare le persone: proviamo a raggrupparle dando nomi alle generazioni, aspettiamo il miracolo dell’intelligenza artificiale che definisca il cliente tipo in gruppi il più possibile ampi e che necessitino dello stesso tipo relazione.

LO SCENARIO CAMBIA VELOCEMENTE

A mio avviso quanto più inseguiamo certezze, tanto più velocemente lo scenario sotto i nostri occhi cambia, si fa quindi largo l’importanza di introdurre nuovi paradigmi e costruire soluzioni e proposte che abbiano la dinamicità e la tendenza al cambiamento già insite nella fase di progettazione. Soluzioni che come l’IA siano facilmente aggiornabili man mano che vengono sperimentate. In questo numero di greenup si parla di nuove generazioni pensando ai giovani; io sto scrivendo pensando che a tutti i livelli le persone stanno modificando sé stesse più o meno profondamente, perché costrette a confrontarsi ogni giorno con uno scenario ambientale e sociale che non ha alcun sentore di stabilità.

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MERCHANDISING

SOCCOMBERE O IMMAGINARE? SICURAMENTE LA SECONDA

LOOKBOOK

Vediamo alcune idee che se correttamente sviluppate potrebbero supportare il Centro di giardinaggio nel trasformarsi più da luogo di vendita a luogo di esperienze, sapendo che ciò che spinge soprattutto la Gen Z a entrare in un negozio è proprio la possibilità di interagire con il prodotto e con il personale addetto alla vendita

Stile di arredo verde personalizzato: crea un “Lookbook Verde” che aiuti i clienti a identificare lo stile di arredo verde che meglio rispecchia la loro personalità e le loro preferenze estetiche. Questo potrebbe includere suggerimenti su piante, arredi da giardino, decorazioni e corner emozionali ben riconoscibili e con uno stile preciso. Organizza anche workshop o consulenze personalizzate basate sul lookbook per aiutare i clienti a realizzare il loro ambiente verde ideale.

REALTÀ VIRTUALE

Per l’esplorazione di giardini, balconi e orti: sviluppa un’esperienza di realtà virtuale che consenta ai clienti di esplorare varie combinazioni di piante, fiori e arredi. Questo permetterà loro di visualizzare come potrebbe apparire il loro giardino ideale prima di prendere decisioni di acquisto. Puoi anche integrare funzionalità interattive che forniscono informazioni dettagliate su ciascun elemento presente nel giardino virtuale.

GAMIFICATION

Per coinvolgere i clienti: crea un’esperienza di gamification all’interno del Centro di giardinaggio per coinvolgere i clienti e renderli più attivi durante la visita. Ad esempio, potresti organizzare cacce al tesoro virtuali in cui i clienti devono trovare determinati prodotti nel negozio per ottenere sconti o premi. Oppure, potresti sviluppare un’app con un sistema di punti e obiettivi, che premia i clienti che esplorano varie aree del Centro di giardinaggio e partecipano a eventi o workshop.

Anche nei negozi di giardinaggio e vendita di piante e fiori si cade nella trappola delle tendenze standardizzate, ignorando le differenze individuali e le esigenze specifiche delle diverse generazioni e culture dei clienti. Questo approccio rischia di allontanare una parte del pubblico di riferimento. Per rimanere competitivi in questo contesto, è fondamentale adottare un approccio aperto e adattabile, evitare soluzioni preconfezionate e sperimentare approcci innovativi. Ad esempio, potresti proporre servizi di consulenza personalizzata per i clienti più giovani, che magari sono alle prime armi con il giardinaggio, mentre offri pacchetti speciali per gli appassionati più esperti. Il Centro di giardinaggio deve adattarsi a queste nuove dinamiche, offrendo un’esperienza integrata che combini efficacemente i vantaggi del digitale con l’interazione umana e l’autenticità delle relazioni. In conclusione, la diversità dei clienti va vista come una risorsa e la capacità di adattamento e innovazione è cruciale per garantire un’esperienza soddisfacente e inclusiva nel vostro Centro di giardinaggio.

ERICA CHERUBINI/ Consulente, professionista e creativa del verde e non solo. Allestimento, organizzazione e visual merchandising di showroom, stand fieristici e Garden Center, sono alcune delle sue attività.

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LE PREOCCUPAZIONI SULL’USO DELLA TORBA SONO ESAGERATE?

Prendendo spunto da un articolo apparso sulla rivista statunitense “Greenhouse management magazine” approfondiamo l’argomento valutando il rischio della disinformazione

All’inizio del 900, i vasi venivano riempiti prevalentemente con terra di campo, per l’uso della torba dobbiamo aspettare gli anni ’50. La torba ha, indubbiamente, rivoluzionato la coltivazione delle piante in vaso, la bassa salinità, la struttura fisica, con maggiore drenaggio e il minor sviluppo di malattie radicali, sono i punti di forza, che la rendono il materiale “gold-standard”, la materia prima più impiegata, con la quale vengono confrontate tutte le altre componenti. L'attenzione crescente rivolta dall'Europa all'uso della torba, anche la sua utilizzazione negli Stati Uniti è diventata oggetto di critica da parte dei media. Vediamo un susseguirsi di articoli, in cui l'impiego della torba nel settore orticolo viene connesso al degrado delle torbiere, criticato come una delle principali fonti di emissione di anidride carbonica (CO2) nell'atmosfera e quindi per il suo contributo sul riscaldamento globale e parallelamente al cambiamento climatico. Quanto di questa cattiva stampa è meritata? L'estrazione della torba ha indubbiamente un costo ambientale. Ma guardiamo alla realtà di questo processo e valutiamo i pro e i contro. E invece di usare iperboli e dichiarazioni vaghe, usiamo la scienza e i fatti.

SUPERFICI COINVOLTE

Sempre da Greenhouse si apprende che i principali insediamenti di torbiere si distribuiscono maggiormente in Asia (38,4%), Nord America (31,6%), Eu-

ropa (12,5%), Sud America (11,5%), Africa (4,4%), e Australia (1,6%). Eppure, gli Stati Uniti dipendono per oltre l'85% dalla torba di sfagno estratta dalle torbiere canadesi, mentre il Canada esporta più del 90% della sua torba negli Stati Uniti, delineando una dinamica di offerta e domanda nordamericana predominante. In Europa, invece, le torbiere hanno subìto degrado e scomparsa prevalentemente a causa dell'utilizzo secolare della torba come combustibile. Secondo il Global Peatland Assessment delle Nazioni Unite, in Canada ci sono 294 milioni di acri di torbiere e coprono un'area estesa, con circa il 43.500 acri utilizzati per l'estrazione della torba e un altro 34.500 acri già sfruttati in passato, costituendo solo lo 0,03% dell'intera estensione delle torbiere canadesi. La maggior parte delle torbiere, oltre il 97%, rimane in uno stato naturale, mentre il restante 2-3% è stato disturbato da altre attività umane come l'agricoltura e lo sviluppo urbano. Il punto cruciale di quasi tutte le argomentazioni contro la torba è che l’estrazione e l’uso provoca l'emissione di gas serra (GHG). Ma andando a leggere attentamente nessun articolo divulgativo riporta i dati che quantificano le emissioni e soprattutto nessuno determina l’impatto globale di queste emissioni. Facciamo un po’ di ordine.

QUANTIFICHIAMO LE EMISSIONI

Le torbiere intatte sono un importante serbatoio di carbonio, in uno stato naturale o indisturbato, hanno un NEE (scambio netto ecosistemico) negativo di circa -286 kg di CO2 per ettaro, il che significa che accumulano e immagazzinano più carbonio di quanto ne emettano. Il processo di estrazione e raccolta della torba determina un rilascio di CO2 nell'atmosfera, che secondo il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC), che si è avvalso di un modello matematico per la quantificazione, una torbiera esposta, rilascia circa 2,8 tonnellate di CO2 per ettaro all'anno. Studi e ricerche puntuali, condotte con misurazioni reali, quali ad esempio quella del Professor Hongxing He, della McGill University che ha utilizzato un modello di trasferimento accoppiato di calore e massa per sistemi suolo-pianta-atmosfera

ORFEO/ Agronomo e consulente per il settore dei fertilizzanti, substrati e ammendanti. Dal 2007 è segretaria di AIPSA, l'associazione italiana dei produttori di substrati di coltivazione e ammendanti.

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RIFLESSIONE
g Aipsa informa / di Daria Orfeo, ha collaborato Luisa Falcone
in collaborazione con
DARIA

determina una perdita di carbonio, pari a 1,5 tonnellate di CO2 per ettaro all'anno. Il Dr. He ha convalidato questi modelli con ampie misurazioni in loco del flusso di CO 2 , dell'umidità del suolo, della temperatura del suolo e dei livelli d'acqua per un periodo di tre anni e ha trovato le stime riviste molto più accurate di quelle dell'IPCC. Per mettere questi numeri in prospettiva, un singolo volo su un jet privato da Dallas a Chicago rilascia oltre 4 tonnellate di CO 2 nell'atmosfera. Questo singolo volo emette da due a tre volte la quantità di CO2 di un ettaro di torbiera esposta nel corso di un anno.

RIPRISTINO DELLE TORBIERE DOPO IL RACCOLTO Un’altra affermazione contro l’uso della torba per l’orto-florovivaismo, si legge nell’articolo, è che le torbiere non potranno mai essere ripristinate, almeno in un lungo periodo di tempo. Una volta che una torbiera viene aperta per l’estrazione della torba, di solito viene raccolta tra i 20 e i 40 anni, mentre per torbiere più profonde il periodo di tempo può essere decisamente più lungo. Ci sono due argomentazioni pratiche che contestano questa affermazione. In primo luogo, nonostante la raccolta, la quantità totale di carbonio nei sedimenti di torba continua ad aumentare ogni anno. La seconda argomentazione, è ancor più significativa: anche se dovessero passare millenni prima che le torbiere raggiungano la stessa profondità di torba, ritornerebbero ad essere serbatoi di carbonio in tempi relativamente brevi. Dopo la cessazione della raccolta, le torbiere possono essere ripristinate tramite la "tecnica di trasferimento dello

strato di muschio", sviluppata dalla Dott.ssa Line Rochefort dell'Università Laval in Quebec. Questo metodo prevede il prelievo di frammenti viventi di muschio di sfagno da una palude donatrice e il loro trasferimento sulla torbiera da ripristinare.

TUTTI I MATERIALI HANNO

UN IMPATTO AMBIENTALE

Tra le materie prime più citate che potrebbero servire come matrici differenti dalla torba troviamo corteccia, fibra di legno, fibra di cocco, lana di roccia, perlite, compost. Nessuno di essi (eccetto forse la fibra di cocco) è adatto a sostituire la torba nell’ampia gamma di applicazioni in cui viene attualmente utilizzata. La fibra di cocco si distingue per la sua fibrosità, abbondanza, compressibilità per la spedizione, facilità di miscelazione con altri componenti e ammendanti del substrato, nonché per la sua capacità di ritenzione idrica relativamente elevata. Ma è la fibra di cocco più sostenibile della torba? Ha un impatto ambientale o un potenziale di riscaldamento globale inferiore? Ogni materiale ha un prezzo ambientale e sociale. Se non iniziamo a guardare con obiettività i dati a disposizione, il rischio è che a fronte di una limitazione si pregiudichi l’obiettivo di raggiungere una reale sostenibilità. Le conseguenze della raccolta della torba sono molto meno dannose per la salute umana e per l'ambiente di quanto le esagerate affermazioni dei blog di giardinaggio vogliano far credere. Infine, i benefici dell'uso della torba per la produzione floricola, orticola alimentare, la silvicoltura e il paesaggio urbano superano di gran lunga il piccolo impatto ambientale (riscaldamento globale o altro) che ha.

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NOMENCLATURA

AD PERSONAM

Benvenuti e benvenute in questo nuovo spazio di riflessione sulle parole. Una rubrica che ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sulla nostra lingua e – perché no? – accendere la curiosità dei lettori. Bando alle ciance! Nuovo numero, nuovo tema.

In questo numero parliamo di nomenclatura. Come sappiamo, fu il botanico svedese Carl von Linné (italianizzato in Linneo) a introdurre nel 1753 un nuovo tipo di nomenclatura per la classificazione botanica (poi seguito anche per la zoologia e la batteriologia), superando i metodi precedenti.

A onor del vero, i concetti di genere e specie furono introdotti già nel 1596 da Gaspard Bauhin. In ogni caso, il nuovo sistema binomiale si basava, appunto, sul binomio del nome del

genere della specie, assieme a un epiteto che distingue quella specie dalle altre dello stesso genere. La nomenclatura è inequivocabile e valida per tutte le lingue del mondo. Nell’attribuire i nomi di piante conosciute e, in generale, alla flora del Vecchio Mondo, Linneo utilizza nomi latini e greci: Rosa, Viola, Hedera, Narcissus, Hyacinthus, Daphne. Altre volte arrivano da lingue diverse, come nel caso del tulipano, del genere Tulipa, dal turco tülbent, ‘turbante’, per la forma del fiore. Il nome della specie è sempre molto caratteristico: il naturalista John Ellis, per esempio, chiama muscipula, poi reinterpretata come muscicapa, ‘acchiappamosche’ una specie di dionea (Dionaea). Quando si tratta di nuovi generi e nuove specie, invece, Linneo e i suoi colleghi e successori spesso battezzano la varietà con il nome dello scopritore o dello studioso. In questo senso, dare il proprio nome a una pianta è un modo per rendersi, in qualche modo, immortali. Così Linneo ha il “suo” genere Linnaea ; il naturalista Alexander von Humboldt –tra l’altro, fratello del linguista Wilhelm von Humboldt – ha la Humboldtia; Louis-Antoine de Bougainville può fregiarsi del genere Bougainvillea ; Anders Dahl della Dahlia (da cui, dalia); il gesuita Georg Kamel, che per primo la importò dal Giappone, ha il genere Camellia (da cui, camelia); stesso dicasi per il genere Gardenia, in onore dello scozzese Alexander Garden – un cognome azzeccato! –.

Nell’attribuire i nomi di piante conosciute e, in generale, alla flora del Vecchio Mondo, Linneo utilizza nomi latini e greci: Rosa, Viola, Hedera, Narcissus, Hyacinthus, Daphne.

NICOLÒ DE ROSSI/ Nato e cresciuto a Venezia. La marea lo ha portato a Torino e a Pavia, dove si è laureato in Lingue e poi in Linguistica. Ama la scrittura in tutte le sue forme, e le lingue, di oggi e di ieri. Il suo profilo Instagram: @nico.teca

40 greenup g Le parole del numero / di Nicolò De Rossi SIGNIFICATI

Il Paese Verde mette a disposizione di hobby-farmer e greenlover le sue conoscenze del mondo del verde, per nutrire, proteggere e curare le piante nel pieno rispetto della vita e dell’ambiente.

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Bello da vedere, buono da mangiare

Il foodscaping è un concept che unisce le componenti estetiche a quelle alimentari, una novità che cambia il modo di vedere lo spazio verde, piccolo o grande che sia di STEFANIA MEDETTI

Per gli occhi e per la gola. Si potrebbe sintetizzare così il concetto di foodscaping, una pratica che integra la coltivazione di piante edibili e ornamentali, evidenziando la componente estetica dei prodotti alimentari negli spazi verdi. In parte, non è una novità, perché le tecniche paesaggistiche commestibili erano usate già nell’antichità: per esempio, i giardini nelle ville Romane che univano le componenti agricole e alimentari, sotto forma di grandi paesaggi di vigneti o piccoli giardini di erbe aromatiche. Anche gli Aztechi avevano giardini in cui convivevano fiori, erbe e piante da frutto, e gli archeologi confermano l’esistenza in Mesopotamia di giardini in cui crescevano alberi dai fiori profumati e alberi da frutto. Tutte tradizioni filtrate nelle ville rinascimentali e nei castelli europei, che spesso utilizzavano i proventi derivanti dalla vendita di frutta e verdura per il mantenimento del giardino. Insomma, tecnicamente non abbiamo inventato nulla, ma il foodscaping è una formula di grande

LA FORMULA DEL FOODSCAPING È UN INVITO A RIPENSARE

CIÒ CHE DIAMO PER SCONTATO E, PER I GARDEN CENTER, È ANCHE UNA FORMIDABILE OCCASIONE PER

Tendenze / FOOD g 42 greenup
CAPITALIZZARE IL TREND E INTERCETTARE L’INTERESSE DELLA CLIENTELA

attualità. L’ultimo testimone è “Garden Wonderland: Create Life-Changing Outdoor Spaces for Beauty, Harvest, Meaning, and Joy”(Il Giardino delle meraviglie: crea spazi esterni che cambiano la vita per bellezza, raccolto, significato e gioia, ndr), un libro firmato dalle garden designer Leslie Bennett e Julie Chai, che illustra nel dettaglio la personalizzazione di una ventina di giardini partendo dalle vite dei proprietari. Per esempio la scelta di piantare verdure rare nel giardino di uno chef vegano e la creazione di un giardino che riflette i paesi in cui il proprietario, un diplomatico, ha vissuto e lavorato.

ALLE RADICI MODERNE

DEL FENOMENO

Negli Stati Uniti, il foodscaping ha preso quota anche in seguito a cambiamenti socio-economici: dall’inizio degli anni Novanta a oggi, infatti, è cresciuto lo spazio abitativo e si è ridotto quello dei terreni su cui sono costruite le nuove abitazioni indipendenti. Le superfici medie delle case sono passate da 175 a 215 metri quadrati, mentre i terreni sono fino a 185 metri quadrati più piccoli rispetto a trent’anni fa. Inoltre, l’84% delle case indipendenti vendute nel 2022 è collegato ad associazioni dei proprietari che hanno sottoscritto un regolamento che vincola l’estetica dei giardini e obbliga alla cura dello spazio antistante la casa: «Il foodscaping è la quadratura del cerchio e mette tutti d’accordo», osserva Brie Arthur, autrice di “The Foodscape Revolution” (La rivoluzione del foodscaping, ndr), un libro uscito pochi anni fa. La rivoluzione a cui accenna il titolo è nel nostro modo di pensare: «L’agricoltura industriale ci ha portati a pensare che le piante debbano essere piantate in maniera geometrica, segregate per tipologia. Ma chi coltiva per il proprio consumo non è un contadino, non ha bisogno di macchinari per raccogliere i prodotti e dunque può pian-

tare in modo più creativo, con maggiore libertà, sfruttando al massimo lo spazio disponibile». La formula del foodscaping, dunque, è un invito a ripensare ciò che diamo per scontato e, per i Garden Center, è anche una formidabile occasione per capitalizzare il trend e intercettare l’interesse della clientela. Un dato tra tutti: secondo la National Gardening Association, all’ultima conta lo scorso anno, il 35% degli ame-

“The Foodscape Revolution” di Brie Arthur.

ricani coltiva alimenti per il consumo domestico. La pianta più popolare è il pomodoro: «C’è un grande interesse per le versioni nane che producono pomodori di normale grandezza su piante più piccole, perfette per i vasi e i piccoli spazi. Una tendenza che abbraccia anche meloni, zucche e peperoni».

UNA SERIE DI VANTAGGI EXTRA

Abbinare la coltivazione di piante alimentari a fiori non fornisce solo benefici estetici. «Di solito, quando coltiviamo prodotti alimentari, le piante non sono biologicamente diverse e quando le piantiamo in uno spazio limitato stiamo di fatto creando una monocoltura che favorisce insetti e malattie», prosegue Arthur. Inoltre, lo spazio a disposizione non deve essere considerato un limite, perché il foodscaping si realizza anche in contenitori per i balconi e terrazzi. «La chiave per il successo è semplice: basta accoppiare le piante in base alle loro esigenze». Che cosa significa? «Innanzitutto bisogna considerare di quanto sole abbia bisogno una pianta per prosperare e poi bisogna pensare al fabbisogno idrico. La maggior parte delle verdure che amano il sole come pomodori, peperoni, melanzane, basilico (e molto altro ancora) prospereranno se piantate in mezzo a piante perenni da fiore come il flox, l’euforbia, la salvia, l’echinacea. Al contrario, chi vive in una zona con molta ombra, può coltivare edibili come lattuga, cavoli, bietole, rucola e spinaci insieme a piante come hosta, elleboro e campane di corallo». Il food -

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scaping, inoltre, ha anche un potenziale sociale: tutti mangiamo, senza eccezione di età, razza, religione, stato economico. Dunque, possiamo focalizzarci su qualcosa che abbiamo in comune: «Avere accesso a cibo sano non dovrebbe essere un lusso e il foodscaping è un modo per aiutare le persone a connettersi con le altre persone attraverso l’atto di coltivare frutta e verdura che fa bene alla propria salute».

UN PO’ DI IDEE PRATICHE

Il foodscaping si concentra sulla complementarità delle piante. «Se stai già coltivando, devi semplicemente aggiungere prodotti commestibili alle piante esistenti», suggerisce Arthur. Il motivo per cui negli Stati Uniti molte associazioni di proprietari di case vietano la coltivazione di verdure nel giardino è perché non sono attraenti tutto l’anno. «Invece di rimuovere le piante ornamentali che tutti amano, basta coltivare gli edibili fra le piante. Inoltre, questo è un ottimo modo per sfruttare al meglio il terreno e ridurre la necessità di irrorare erbicidi, perché meno spazio incolto significa anche meno erbacce da combattere». Esplorare la possibilità del foodscaping riducendo il prato, contribuisce anche a risparmi sull’irrigazione. A proposito, anche il fatto di coltivare piante alimentari a cui, proprio per il desiderio di arrivare a un raccolta, si dedicano maggiori attenzioni in termini di fertilizzanti naturali, a sua volta rende più ricco il terreno per le piante ornamentali. Si può

cominciare dai bordi del giardino fiorito: «Coltivare piante come rucola, basilico nano, aglio, cipolla, patate, ravanello sono tutti modi per approcciare il foodscaping e limitare le incursioni di animali che danneggiano il giardino».

METTERE IN VETRINA

Per aiutare i clienti a esplorare le infinite possibilità del foodscaping, Arthur suggerisce di cominciare a non isolare le piante edibili da quelle ornamentali: «Dimostrare praticamente come possono essere utilizzate aiuta i clienti a immaginare come potrebbero fare lo stesso nel proprio spazio verde». Creare uno spazio semi-permanente dove far vedere come evolve la coltivazione di piante e fiori durante le stagioni, giocando anche sulla possibilità di offrire più varietà (per esempio, dei pomodori) sono modi per avvicinare nuovi clienti; come pure utilizzare dei cartelli che spieghino questa modalità bella da vedere e buona da mangiare. «Non ci sono limiti alla fantasia, si possono anche organizzare lezioni per spiegare come utilizzare i prodotti raccolti per la tavola con le conserve, ma anche con i cocktail per chi cerca qualcosa di più semplice». Infine, non bisogna dimenticare che il foodscaping è anche un modo per generare traffico, perché chi coltiva prodotti alimentari ha bisogno di fare visite più frequenti al Garden Center di fiducia.

I giardini delle meraviglie

“Garden Wonderland: Create Life-Changing Outdoor Spaces for Beauty, Harvest, Meaning, and Joy” di Leslie Bennett e Julie Chai.

Le garden designer Leslie Bennett e Julie Chai firmano “Garden Wonderland: Create LifeChanging Outdoor Spaces for Beauty, Harvest, Meaning, and Joy”, un libro che aggiunge nuovi significati alla formula del foodscaping. La garden designer Leslie Bennett ci racconta la sua idea di come aggiungere significati al verde.

Come è nata la sua passione per il giardino?

«Ho iniziato la mia carriera come avvocato, ma poi ho cambiato idea: ho deciso che volevo imparare a coltivare il cibo e ad avvicinarmi alla terra. Ho trascorso tre anni come apprendista in fattorie biologiche nelle terre ancestrali della mia famiglia, Inghilterra e Giamaica, e poi nel mio stato natale, la California. Mi sono innamorata della coltivazione del cibo e del giardinaggio e, quindici anni fa, ho deciso di avviare un'azienda per aiutare altre persone come me a imparare a coltivare il cibo e ad avere un rapporto più profondo con il proprio giardino».

Cosa caratterizza il suo approccio al verde?

«Come giardiniere e progettista di giardini, il mio obiettivo sono giardini non solo belli e produttivi, ma anche capaci di creare connessione, comunità e significati profondi».

Perché ha deciso di scrivere questo libro?

«Volevo rendere le mie idee progettuali e il mio approccio più accessibili alle persone. Avere un giardino che ti riflette e ti sostiene è curativo ed edificante. La mia speranza è che le persone possano creare spazi all’aperto che le sostengano davvero nella loro vita, in modo che possano a loro volta uscire e portare la propria bontà nel mondo».

Molto più di un semplice giardino, cos’è un Garden Wonderland?

«Un Garden Wonderland è un giardino che sostiene le persone al centro di esso, fornendo loro l’opportunità di essere in relazione quotidiana con le piante, lasciarsi ispirare dalla bellezza, coltivare cibo e, nello stesso tempo, godere della connessione con la terra, la comunità e con sé stessi. Un Giardino delle Meraviglie ci fa sentire un senso di appartenenza più profondo. Prendersi cura di questo giardino, inoltre, permette di materializzare la propria cultura e quella della propria famiglia».

È possibile utilizzare queste tecniche su piccoli spazi, come i balconi?

«Certamente. Lo si può fare con un progetto come un semplice limone in vaso a cui si aggiungono erbe, fiori e qualsiasi altra pianta, come piante grasse o altre ornamentali che ci rappresentano, per una base verde. L’orto in contenitore sarà bello, commestibile e, man mano che si sviluppa un rapporto con esso, porterà molta gioia a chi se ne prende cura».

Quali suggerimenti darebbe ai proprietari e ai gestori dei Garden Center per creare layout ispirati alle idee di Garden Wonderland?

«L’ideale sarebbe concentrarsi su piante alimentari, fiori, piante curative da proporre magari in aree outdoor, mostrando quanti elementi, a cui magari di solito non pensiamo, si possono incorporare nella creazione di un giardino».

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CONSUMATORI vs SOSTENIBILITÀ

La metà degli intervistati si rende conto che il settore della floricoltura si sta impegnando per l’ambiente, ma allo stesso tempo ritiene che il settore sia piuttosto cauto al riguardo. Torna la ricerca del Flower Council of Holland, questa volta, più completa e precisa. Per capire il punto di vista del cliente

di NICOLÒ DE ROSSI

Vi presentiamo i risultati di una ricerca condotta nel maggio 2023 in Olanda, Germania, Francia e Regno Unito da Kantar, società specializzata in ricerche di mercato, per conto del Flower Council of Holland. Il campione intervistato, che ha rappresentato le quattro nazioni, è composto da uomini e donne compresi tra i 18 e i 70 anni. Quasi 5mila persone, che acquistano fiori per loro stessi o per regalarli (almeno una volta ogni tre mesi); oppure piante da appartamento (almeno una volta ogni sei mesi); o, ancora, piante da giardino (almeno una volta ogni sei mesi). Gli intervistati hanno risposto ad un questionario online che toccava vari aspetti legati alla sostenibilità, dando la propria impressione di consumatori.

Quando si parla di sostenibilità, qual è la percezione che il pubblico ha del settore florovivaistico e delle sue categorie di prodotto? Quali azioni si aspetta, in termini di sostenibilità, dal settore della floricoltura? Cosa ostacola il consumatore nell’attuare scelte più sostenibili? Questi sono solo alcuni dei macrotemi su cui la ricerca getta luce.

Una ricerca, quella promossa dal Flower Council of Holland, che riprende e supera quella condotta nel 2022: si aggiungono il tema degli imballaggi, molto importante, e anche quello delle indicazioni di sostenibilità, oltre a isolare nelle risposte i tre settori di vendita indagati (fiori, piante da interno, piante da giardino).

IL FLOWER COUNCIL OF HOLLAND

Gruppo di professionisti del settore piante e fiori impegnati nella valorizzazione e nella comunicazione, principalmente in Germania, Francia, Olanda e Regno Unito. Il loro obiettivo è informare e ispirare il consumatore, oltre a ravvivare il settore con campagne e ricerche di mercato.

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L’ONERE DELLA SOSTENIBILITÀ

Abbiamo deciso di chiamare così il primo blocco di informazioni che la ricerca ci fornisce riguardo alla sostenibilità degli attori del mondo della floricoltura. La sostenibilità dei nostri sistemi economici e produttivi è certamente il fattore chiave per un futuro migliore per l’umanità e l’ambiente. Ma quanto è rilevante la sostenibilità della floricoltura nel nostro disegno di un futuro migliore? In altre parole, agli occhi del cliente, che impatto hanno le scelte di sostenibilità intraprese nel nostro settore? In generale, cumulando le risposte dei quattro Paesi, poco meno della metà – 41% per il settore fiore e 45% per il settore piante – è sicuro che abbiano un impatto positivo nel migliorare la “salute” del mondo. Fortunatamente, solo il 4 (fiori), e 3 (piante) per cento dichiara – un po’ inspiegabilmente – che le buone pratiche sostenibili del settore della floricoltura avrebbero un impatto negativo sul mondo. La restante buona fetta di intervistati crede invece che non possano avere un impatto né positivo né negativo. Il settore della floricoltura non è certo quello petrolifero; tuttavia, si può comunque migliorare. La credenza che il nostro settore, applicando scelte più sostenibili, non possa comunque fare una grossa differenza è maggiore in Olanda e Germania, dove la risposta “impatto neutrale” si attesta poco sopra il 60 per cento.

IMPATTO

Qual è l’impatto, secondo il consumatore, delle scelte di sostenibilità del settore della floricoltura su un futuro migliore?

Settore floricolo

Impatto positivo Impatto neutrale

1

delle piante

Impatto negativo

Media delle risposte dei quattro paesi indagati (Olanda, Francia, Germania, Regno Unito).

Fonte: Flower Council of Holland.

Seppur non confidenti sul loro effetto, tuttavia, mediamente nei quattro Paesi indagati circa il 40% dei consumatori – 37 per il settore floricolo e 43 per le piante – crede che il settore della floricoltura sia proattivo in termini di progresso sostenibile. Tradotto in termini più semplici: 4 persone su 10 pensano che il settore sia in grado di anticipare e determinare il cambiamento, piuttosto che subirlo e arrivare quindi in ritardo (o non arrivarci proprio). 5 consumatori su 10 ritengono invece che il settore sia reattivo, qui da intendere in senso contrario di proattivo, e che quindi non si faccia portavoce di cambiamenti sostenibili, ma li applichi con ritardo e cautela. Un dato che sicuramente fa riflettere, ma che sembra essere anche in continuità con le opinioni riguardo all’impatto sostenibile (Grafico 1).

PROGRESSO

Quanto i consumatori pensano che il settore di piante e fiori sia proattivo in termini di progresso sostenibile?

Molto proattivo

Settore floricolo

Si impegnano, ma sono comunque reattivi

2

delle piante

Nessun impegno

Media delle risposte dei quattro paesi indagati (Olanda, Francia, Germania, Regno Unito).

Fonte: Flower Council of Holland.

Settore Settore Grafico Grafico

COSA CI PREOCCUPA?

Nei paesi Olanda, Germania, Francia, Regno Unito

L’inquinamento delle acque e dell’aria per l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici

Il rischio per la salute derivante dall’uso di tali agenti chimici

L’uso eccessivo di imballaggi e imballaggi non riciclabili

Quali sono gli imballaggi preferiti?

• Il 21% preferisce gli imballaggi riciclabili

• Il 19% opta per quelli biodegradabili o compostabili

• Il 14% preferisce il materiale riciclato

N.B: Attenzione sempre alla differenza tra riciclabile e riciclato

Quale è “percepito” più sostenibile?

L’imballaggio biodegradabile e compostabile è percepito come più sostenibile (50%), seguito dal riciclabile (40%) e riciclato (42%) che finalmente guadagna quanto perso nella “preferenza”.

IMBALLAGGI

Quali materiali di imballaggio preferiscono i consumatori e quali considerano più sostenibili?

Materiale riciclabile

Materiale biodegradabile o compostabile

Carta

Materiale riciclato

Cartone

Plastica

Media delle risposte dei quattro paesi indagati (Olanda, Francia, Germania, Regno Unito). Fonte: Flower Council of Holland.

Grafico 3

Alla luce di quanto visto fino ad ora, è possibile osservare con piena consapevolezza i dati relativi alla domanda posta ai consumatori: in quale di queste azioni il settore della floricoltura dovrebbe impegnarsi? Anche in questo caso la ricerca riporta le prime cinque risposte scelte dai consumatori. Questa volta pare che la riduzione degli imballaggi abbia priorità sul problema dell’inquinamento di acqua e terreno, rispettivamente prima e seconda risposta preferita.

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Preferenza Percezione di sostenibilità

LIMITI E OPPORTUNITÀ

Infine, la ricerca mette in luce anche alcuni aspetti interessanti che riguardano i limiti che i consumatori sentono nel fare una scelta più sostenibile e l’efficacia delle etichette di sostenibilità. Cosa impedisce dunque ai consumatori di fare scelte più sostenibili? Le risposte sono diverse, ma si può comunque osservare qualche tendenza.

BARRIERE

Cosa ostacola i consumatori dall’agire in modo più sostenibile? – Top 5 risposte per categoria

Fiori

1. È molto difficile sapere quale fiore sia eticamente negativo o nocivo per l’ambiente

2. Non hanno informazioni sufficienti riguardo al luogo in cui sono stati coltivati i fiori

3. Non hanno informazioni sufficienti riguardo gli impatti della produzione e del trasporto dei fiori

4. Quando acquistano, si preoccupano di più di risparmiare che di salvare il pianeta

5. Non pensano alla sostenibilità quando comprano fiori

Piante da interno

1. È molto difficile sapere quale pianta da interno sia eticamente negativa o nociva per l’ambiente

2. Non hanno informazioni sufficienti riguardo al luogo in cui sono state coltivate le piante da interno

3. Non hanno informazioni sufficienti riguardo gli impatti della produzione e del trasporto delle piante da interno

4. Quando acquistano, si preoccupano di più di risparmiare che di salvare il pianeta

5. Non è loro abitudine, quando comprano piante da interno, pensare alla sostenibilità

Piante da giardino

1. Non hanno informazioni sufficienti riguardo gli impatti della produzione e del trasporto delle piante da giardino

2. È molto difficile sapere quale pianta da giardino sia eticamente negativa o nociva per l’ambiente

3. Non hanno informazioni sufficienti riguardo al luogo in cui sono state coltivate le piante da giardino

4. Quando acquistano, si preoccupano di più di risparmiare che di salvare il pianeta

5. Sono convinti di essere già sostenibili comprando prodotti “verdi” come le piante da giardino

Media delle risposte dei quattro paesi indagati (Olanda, Francia, Germania, Regno Unito). Fonte: Flower Council of Holland.

Un primissimo dato rilevante, come si vede dalla Tabella 1, è che nella scelta per la sostenibilità i soldi non sono il primo ostacolo. Spesso si tende a credere che il consumatore voglia acquistare solo e sempre il prodotto al minor prezzo. E invece, per la sostenibilità potrebbe essere disposto anche a spendere di più. Quello che lo ostacola è la mancanza di trasparenza e di informazione, più di tutto. Come possiamo osservare dalla Tabella 1 ripresa dalla ricerca e tradotta, alle prime posizioni come risposte più frequenti ci sono: è molto difficile sapere quale fiore/pianta da interno/pianta da giardino sia eticamente negativo o nocivo per l’ambiente; non hanno informazioni sufficienti riguardo al luogo in cui sono state coltivati i fiori/piante; non hanno informazioni sufficienti riguardo gli impatti della produzione e del trasporto di fiori/piante. Punti su cui possiamo di certo migliorare per permettere al consumatore di fare scelte più sostenibili nella piena fiducia.

ETICHETTE

Quanto spesso i consumatori si imbattono in certificati/etichette di sostenibilità e come questi li aiutano/indirizzano in una scelta più sostenibile?

ha incontrato etichette/ certificati di sostenibilità di questi ne è aiutato

Media delle risposte dei quattro paesi indagati (Olanda, Francia, Germania, Regno Unito).

Fonte: Flower Council of Holland. non ha mai incontrato etichette/certificati di sostenibilità di questi pensa che potrebbero aiutarli

Come si può leggere dal Grafico 4, le etichette di sostenibilità rafforzano la fiducia dei consumatori e sono un incentivo per scelte più sostenibili. Sei intervistati su dieci (59%) notano le etichette di sostenibilità quando acquistano fiori e piante. Di questi, il 32% indica di fidarsi dell’etichetta di sostenibilità. Un’altra chiara indicazione.

Scannerizza il QR-Code e leggi la ricerca completa

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Tabella 1 Grafico 4

Se non ci fosse il Garden Center…

Da Confagricoltura Varese ad AICG, fino alla sua attività di imprenditore. Una riflessione a 360 gradi tra sfide e potenzialità di un settore che ha fatto tanta strada ma che può e deve ancora dare il massimo

colloquio con GIACOMO BRUSA di FRANCESCO TOZZI

CBrusa significa passare in rassegna ‒ una dopo l’altra ‒ le sfide e le potenzialità del settore ma anche analizzarle e cercare di mettere ordine, per lo meno mentalmente. In qualità di presidente di Confagricoltura Varese, consigliere del direttivo di AICG e amministratore di Agricola Home&Garden, il suo punto di vista è certamente multisfaccettato e per questo l’intervista che leggerete a breve tocca diversi argomenti ma tutti tra loro collegati da un unico filo conduttore: la passione che Giacomo Brusa mette nel suo lavoro, tra associazionismo, imprenditorialità e futuro.

Si è tenuta l’Assemblea di Confagricoltura Varese il 21 aprile, alla presenza del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, del presidente della Regione

e del presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Cosa ne pensi?

«L’assemblea è un’occasione importante per sottolineare la necessità dell’agricoltura nel nostro territorio ma anche per incontrare gli esponenti della politica con cui è fondamentale colloquiare per far sì che le nostre imprese possano andare avanti a lavorare. Quello che è emerso principalmente è la necessità di leggi chiare con meno vincoli e meno burocrazia e, per quel che riguarda l’agricoltura in pieno campo, un controllo serio della fauna selvatica, che purtroppo è diventato un serio problema».

Quanto esprime Confagricoltura Varese a livello di florovivaismo?

«Dal punto di vista vivaistico circa l’1,2% del PIL provinciale, secon-

do i dati di 5 anni fa, ma forse ora siamo arrivati anche all’1,3 -1,4%. La floricoltura è cambiata: oggi tante aziende floricole storiche non ci sono più. La floricoltura a Varese è diventata una floricoltura più intensiva: ci sono aziende che sono diventate molto grandi e hanno sopperito quella che era la produzione degli altri. Prima forse c’era maggiore specializzazione. Oggi la ricerca varietale invece è effettuata dalle multinazionali. È una floricoltura che è frutto del tempo, ma sicuramente una floricoltura di qualità».

Rimanendo in ambito associativo, ma nel mondo del Garden Center. A proposito della legge in discussione al Senato, sei soddisfatto?

«Sono soddisfatto della legge. Tuttavia, c'è un problema che va affrontato: questa legge era già pronta durante il precedente governo, ma con il cambio di governo si è dovuto ripartire da zero. La vera difficoltà risiede nel fatto che la forma della legge è stata modificata: inizialmente prevedeva un iter parlamentare, il che avrebbe significato che una volta approvata dal Senato, entro 60 giorni sarebbe diventata legge, con il successivo passaggio nella Conferenza Stato-Regioni. Ora, invece, essendo diventata una legge delega, alcuni punti sono stati lasciati in sospeso, i quali dovranno essere definiti successivamente. È vero che passerà al Senato, ma una volta passata, qualcuno dovrà lavorarci e definire i dettagli. Questo compito non spetterà più alla politica, ma ai tecnici del ministero, e molto dipenderà dalla volontà politica nel voler procedere. È possibile che, una volta giunta al Ministero, possa essere attuata subito, ma se non vi è la volontà politica, potrebbe richiedere del tempo».

Parliamo di Garden Center. C'è chi dice che essendo dei commercianti è inutile voler entrare in un regime particolare

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Tendenze / INTERVISTA
Giacomo Brusa, presidente di Confagricoltura Varese.

dal momento che non coltivate… «Purtroppo ancora c'è molta ignoranza perché il Garden Center in realtà possiede molteplici funzionalità proprio da un punto di vista produttivo. Come tutti sappiamo i Garden Center nascono dalle floricolture, dunque da aziende di manutenzione vivaistica che poi hanno aperto anche loro il punto vendita. Sicuramente c'è stato un periodo in cui la parte commerciale ha preso il sopravvento ma tutte le aziende che avevano anche una espressione più commerciale oggi possiedono anche delle aziende di produzione. Questo ritorno è dovuto sicuramente a una migliore legiferazione: la legge lombarda, quella veneta e in Basilicata hanno aiutato a sviluppare il settore; e svilupparsi vuol dire sviluppare anche la produzione. Un ulteriore aspetto che non si tiene in considerazione del Garden Center è che tutte le floricolture che vivono in aree difficili ‒ dove non a caso il Garden Center è più sviluppato ‒ riescono a sopravvivere proprio perché il loro mercato diventa quello del Garden stesso. Le piccole floricolture che collaborano con me, se non avessero strutture come la mia o come Viridea per esempio, non avrebbero la potenzialità di vendere e questo è un aspetto spesso dimenticato. Quando abbiamo lavorato alla legge regionale, c’erano alcune associazioni che volevano obbligare il Garden Center a comprare il 60% del prodotto nella regione in cui alloggiava. Ma non si poteva perché andava contro le leggi europee. Io avevo anche proposto l’80% perché effettivamente era già così: secondo i dati di cui dispongo l’87% delle piante vendute nei Garden sono piante italiane comprese quelle autoprodotte. Alta invece è la percentuale delle piante che arrivano direttamente dal territorio in cui è ubicato il Centro di giardinaggio. Se non ci fossero i Garden Center in alcune aree, dunque, non ci sarebbe la floricoltura che oggi vantiamo».

“SECONDO I DATI L’87% DELLE PIANTE VENDUTE NEI GARDEN SONO ITALIANE, COMPRESE QUELLE AUTOPRODOTTE. ALTA INVECE È

LA PERCENTUALE DELLE

PIANTE CHE ARRIVANO DIRETTAMENTE DAL TERRITORIO IN CUI È UBICATO IL CENTRO DI GIARDINAGGIO. SE NON CI

FOSSERO I GARDEN CENTER IN ALCUNE AREE, DUNQUE, NON

CI SAREBBE LA FLORICOLTURA CHE OGGI VANTIAMO”

Il ruolo della pianta è sempre più centrale, sembrerebbe. Sei d’accordo?

«Come imprenditore ho compreso che diventa sempre più importante avere delle piante riconoscibili. Produrre le proprie piante è utile per poter lavorare sul proprio brand. Una direzione che ci è stata confermata anche dalle statistiche: più andremo avanti più ci sarà richiesta di piante e più si farà fatica a trovarle e di conseguenza diventa fondamentale, per chi le ha come core business, coltivarsele. I Garden Center sono delle attività di produzione e di vendita: non dobbiamo vendere prodotti ma dobbiamo vendere valore che è ciò che ti differenzia sul mercato. Fortunatamente il format inizia ad essere riconosciuto anche grazie ai social, che sono sistemi divulgativi pazzeschi che influiscono sulla nostra cultura. Allo stesso tempo, abbiamo la responsabilità in questo momento anche di educare tutte quelle persone che si stanno avvicinando al nostro settore».

Agricola Home & Garden ha compiuto diciotto anni.

«Il 6 aprile è stato il compleanno di Agricola e nel corso dei suoi diciotto anni sono cambiate tante cose. In primis, sono stati introdotti nuovi valori. Abbiamo aggiunto l’ascolto perché in questi diciotto anni è cambiato il mondo. Per noi l’ascolto vuol dire ascoltare i nostri clienti, ascoltare il mercato e ascoltarci tra di noi che lavoriamo. Oggi siamo un’azienda di circa 54-58 persone che lavorano tutte nello stesso luogo per cui diventa essenziale saper comunicare tra di noi e saper ascoltare. Per questo un altro valore aggiunto è stato quello di squadra e determinazione. Agricola è diventata una sfida:

questo è lo spazio che abbiamo a disposizione e non avremo di più di questo, non abbiamo intenzione di aprire nuovi punti vendita e il nuovo valore inserito, a cui tengo di più nella nostra mission, è la felicità per chi ogni giorno lavora in Agricola. E lo stesso vale per i clienti: è nella nostra mission farli felici».

Quali sono i progetti e le novità in vista?

«Gli sviluppi futuri potrebbero essere una nuova area di coltivazione su cui stiamo lavorando e qualche micro progetto legato a negozi super specializzati in piante. Per il resto, l’idea è quella di mantenere un punto vendita e di sviluppare l’e-commerce: stiamo crescendo, abbiamo capito come farlo e adesso vogliamo mettere un piede sull’acceleratore per il 2025».

Un’ultima domanda: quando arriverà un segretario operativo di AICG?

«AICG è una grandissima associazione per il fatto che è nata dal volontariato dei gardenisti e continua a sussistere con la stessa passione. Tutti siamo convinti che ci vuole un aiuto in più per crescere ancora, qualcuno che sia dedicato al 100% alle attività dell’associazione. Ci stiamo lavorando».

La lavagna della mission di Agricola Home & Garden.

LA NOSTRA TERRACOTTA 100% NATURALE, RESISTENTE, VERSATILE, RICICLABILE

Ottimizzare la strategia di canale, brand e portafoglio prodotti, con un approccio che fonde creatività e coraggio nella proposta. La parola chiave da oggi in avanti? Evoluzione

colloquio con ALESSANDRO PATERNIANI di FRANCESCO TOZZI

“Novità sì, ma ricche di contenuti”

Concentrata sul canale tradizionale e sui garden center con marchi come VerdeVivo e Adama Home&Garden, l’azienda ha dimostrato una crescita significativa. “Abbiamo aumentato, per quanto è dato sapere in base al panel, la nostra quota di mercato e anche scalato il ranking delle aziende. Per noi, salire i gradini del podio non è un obiettivo prioritario, ma un indicatore del gradimento della nostra proposta da parte della distribuzione. Parliamo di sell-in, ma questo dato è anche un precursore della domanda e della preferenza del consumatore” ci ha raccontato Alessandro Paterniani, general manager di Kollant. Nel 2024, inoltre, con il lancio di prodotti come le soluzioni a base di macerato di crisantemo e i cristalli idro-assorbenti per la gestione idrica, l’azienda ha dimostrato il suo impegno per rispondere alle esigenze del mercato con proposte intelligenti e funzionali. E sul futuro? Senza anticipare troppo, sicuramente il focus sarà sull’ottimizzazione del portafoglio e sull’espansione della presenza nel punto vendita, mantenendo sempre viva la fiamma dell'innovazione e della qualità.

Come sta andando il 2024?

Siamo in una fase positiva. L’anno scorso abbiamo attraversato un evento di forte discontinuità, soprattutto con il cambio del quadro regolatorio nell’ambito della difesa delle piante, che ha avuto un im-

patto significativo sul portafoglio prodotti. Le evidenze di mercato ci dicono che abbiamo interpretato il cambiamento in maniera efficace, raccogliendo buoni riscontri sulla nostra capacità di rispondere alle necessità dei consumatori. Quest'anno, siamo in una fase di consolidamento del cambiamento e puntiamo sull’evoluzione.

Parliamo di questi risultati… Per quanto è dato sapere in base al panel, abbiamo aumentato la nostra quota di mercato e anche scalato il ranking delle aziende. Per noi, salire i gradini del podio non è un obiettivo prioritario, ma un indicatore del gradimento della nostra proposta da parte della distribuzione. Parliamo di sell-in, ma questo dato è anche un precursore della domanda e della preferenza del consumatore. Kollant è tradizionalmente ben posizionata nel canale delle rivendite agrarie, però abbiamo avuto esiti positivi anche nei garden centers, soprattutto grazie alla crescita dei marchi VerdeVivo e Adama Home&Garden. Sebbene questi canali rappresentino il nostro focus, presidiamo anche altri canali grazie all’ampiezza di gamma, che ci consente di modellare la proposta sulle necessità specifiche dei diversi modelli distributivi. Siamo piuttosto attenti alla qualità della proposta al consumatore e allo sviluppo strategico della relazione di business; pertanto, privilegiamo i partners che condividono questa filosofia, e

diamo meno importanza a modelli distributivi più orientati a grandi volumi e bassi livelli di servizio. Con la grande distribuzione organizzata, nonostante la sua grande capacità di attrarre consumatori, non abbiamo grande affinità, mentre con la grande distribuzione specializzata è possibile identificare opportunità di interesse reciproco.

Prima accennavi al concetto di evoluzione…

Rispetto al 2023, per noi quest’anno significa evoluzione: consolidare risultati positivi e continuare ad approfondire la penetrazione del mercato con il portafoglio esistente. In questo percorso, siamo costantemente impegnati sull’ottimizzazione della nostra proposta: all’interno del nostro portafoglio, supportiamo e continuiamo a sviluppare la diffusione dei prodotti che incontrano il favore dei clienti, con coraggio eliminiamo ciò che non risponde adeguatamente alle aspettative e, infine, identifichiamo nuove soluzioni per soddisfare sempre più efficacemente le necessità del consumatore. La novità fine a sé stessa spesso è solo uno spec-

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Tendenze /
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Alessandro Paterniani, general manager di Kollant.

chietto per le allodole e per le aziende finisce per essere molto costosa. La sfida, dunque, è generare contenuti nuovi: il nuovo prodotto deve riuscire a generare valore, migliorando la soddisfazione del consumatore o del distributore rispetto a uno o più specifici bisogni. Non è semplice, anche perché siamo in un mercato maturo, ma, con l’ascolto, l’osservazione e una buona dose di creatività, si possono identificare opportunità.

Qualche esempio?

Ne abbiamo diversi. Tra essi, cito gli insetticidi a base di macerato di crisantemo e panelli di Neem e un’altra soluzione che sta dando buoni risultati: si tratta di cristalli che assorbono acqua e che, rilasciandola lentamente, mantengono una prolungata disponibilità idrica nel terreno. Stiamo parlando di novità che, in maniera intelligente, rispondono a esigenze concrete: quando si riesce a incontrare il bisogno del consumatore, si facilita il lavoro del distributore e i prodotti riscuotono buoni consensi.

A proposito di difesa integrata: il rivenditore a che punto è?

Noi lavoriamo in un mercato piuttosto tradizionalista e, talvolta, ci si illude che il futuro possa essere una ripetizione del passato. Anche oggi, molti rivenditori si orienterebbero a soluzioni tradizionali se fossero ancora disponibili; il cambio del quadro regolatorio e l’evoluzione della sensibilità del consumatore però richiedono un approccio nuovo. Da parte nostra abbiamo anticipato questo passaggio: ci siamo fatti trovare pronti con una proposta completa che abbina soluzioni di sintesi e di origine naturale. Non sempre il retail ha idee chiare su questo approccio, però c’è curiosità e disponibilità all’ascolto; il confronto su una proposta articolata e definita genera dialogo e interesse. Per questo motivo la linea VerdeVivo sta avendo successo, come completamento sinergico alle soluzioni di

sintesi ancora disponibili. Secondo me, il rivenditore che identifica la domanda di soluzioni efficaci, sostenibili ed eco-friendly non può prescindere da questo approccio e, abbracciando convintamente il concetto di difesa integrata, può rispondere efficacemente alle aspettative del suo cliente.

VerdeVivo, a due anni dalla presentazione al pubblico: come sta andando?

Il marchio, in realtà, ha una storia piuttosto lunga, durante la quale ha subìto diverse vicissitudini. I marchi però non esistono come entità astratte: vivono e si sviluppano in base all’esperienza del consumatore. Ogni brand racchiude molti significati e, comunque, è un modo per richiamare il valore di un’esperienza d'uso; ne deriva che, se l'esperienza è negativa, il marchio consolida questa esperienza negativa rendendola riconoscibile e memorabile. La nostra sfida è quella di generare un'esperienza positiva e per questo abbiamo completamente rivisto i contenuti e la personalità della linea VerdeVivo. Dopo due anni, siamo soddisfatti del trend di crescita, che è più sostenuto rispetto agli altri marchi; questo nuovo concept è un pilastro della nostra proposta di difesa integrata e, inoltre, ci consente di intercettare meglio le richieste dei canali più orientati a soluzioni di libera vendita, come quello dei garden centers. Tra i prodotti della linea VerdeVivo, quelli che si stanno affermando con maggior difficoltà sono quelli più innovativi, nello specifico i biostimolanti. Tutto sommato, non dovremmo sorprenderci che in un mercato tradizionale, l’innovazione talvolta non venga compresa e la necessaria azione formativa non sempre incontri un terreno fertile.

“CONTINUEREMO A MIGLIORARE LA NOSTRA PRESENZA

NEL PUNTO VENDITA PER POTER PARLARE AL CONSUMATORE, COSÌ COME LA PROPOSTA DI PORTAFOGLIO, AVENDO IL CORAGGIO DI POTARE I RAMI SECCHI, SOSTENERE QUELLI PRODUTTIVI E DI AGGIUNGERE SEMPRE NOVITÀ”

Torniamo al mercato… Abbiamo sempre il riferimento del panel che, sebbene non rilevi tutto il mercato, è sicuramente rappresentativo, quantomeno delle tendenze. Il primo trimestre si chiude con una crescita del mercato in doppia cifra e questo è un dato nuovo. Veniamo, dopo il boom indotto dalla pandemia e dal lock-down, da due anni (2022 e 2023) di calo del valore del mercato. Se confrontiamo il mercato dell’anno 2023 rispetto all'anno 2021, il mercato ha avuto una contrazione percentuale in doppia cifra. Nel 2024 invece stiamo vedendo una partenza sostenuta. La mia interpretazione di questo fenomeno è che mentre l'anno scorsodi fronte al cambiamento regolatorio - c'era grande incertezza su cosa vendere e di conseguenza su cosa comprare, quest'anno si parte con maggior chiarezza della distribuzione sulla propria proposta di vendita. Anche i livelli di stock alla distribuzione sembrano essere tornati a un livello fisiologico, dopo avere toccato picchi critici a inizio 2023.

Possiamo già anticipare qualche novità e visione sul 2025?

Grazie alla nostra attività di ricerca e sviluppo, avremo nuove soluzioni in arrivo nei prossimi anni ma, nel frattempo, vediamo opportunità nell'ottimizzazione della strategia di canale, della strategia di brand e del portafoglio. Un percorso che si compie un passo alla volta, tutti gli anni. Continueremo a migliorare la nostra presenza nel punto vendita per poter parlare al consumatore e, allo stesso tempo, miglioreremo la gamma prodotti, avendo il coraggio di potare i rami secchi, sostenere quelli produttivi e di aggiungere sempre novità sostanziali.

g 54 greenup Tendenze / MARCHIO
Specialistadellegiovanipiante
Specialistadellegiovanipiante

Passato, presente e futuro

Edizioni Laboratorio Verde e MC Sinergie insieme per andare oltre il “solito” Garden Center di NICOLÒ DE ROSSI

Ènato come una sfida il libro GardenCenterStileItaliano, somma degli sforzi di Edizioni Laboratorio Verde e MC Sinergie, società di consulenza da sempre al lavoro con i Centri di giardinaggio. Da una parte, raccontare la genesi dei Garden Center nel nostro paese, il progressivo formarsi di un nuovo concetto di vendita. Dall’altra, osservare questo fenomeno con lenti critiche, cercando di porre le basi di un cambiamento necessario e imminente che, come tutte le istanze di trasformazione, va governato con sapienza. Sono queste le anime coesistenti del manuale Garden Center Stile Italiano. In mezzo a queste, un presente incoraggiante ma alterno, che ha visto realtà evolversi con successo e altre perdere la bussola, vacillare e magari anche chiudere bottega. Del resto, non si poteva scegliere anno migliore per questa collaborazione, dato il 25° compleanno di MC Sinergie e della rivista Gree-

nup, una fatalità che speriamo sia di ottimo auspicio. Ma torniamo al libro. Da dove nasce l’esigenza di scriverlo? Innanzitutto, pubblicazioni di questo genere sono rare, per non dire rarissime. Abbiamo quindi colto questa opportunità per rivolgerci direttamente ai Garden Center e dare una risposta concreta a domande semplici ma fondamentali: che aspetto deve avere un Garden di successo? Come deve essere gestito? E soprattutto, come farlo diventare un luogo di incontro e aggregazione per la comunità? Garden Center Stile Italiano si presenta come una guida, quindi, un faro che possa illuminare il cammino futuro, soprattutto delle piccole e medie realtà imprenditoriali, verso una nuova identità di Garden Center. In poche parole: come superare, andare oltre, il Garden stesso per come siamo abituati a conoscerlo Ricucire lo strappo tra un passato complesso e diso-

Tendenze / NOVITÀ EDITORIALI g 56 greenup

COSA TROVERAI

mogeneo, in cui, come si dice, navigava a vista quello che credia mo possa essere il futuro del Centro di giardinaggio. Costruire quanto fatto finora non è stato certamente facile, e la situa zione odierna dei Centri di giardinaggio in Italia, per come l’abbiamo ereditata, è piuttosto confusa. Tanti sono gli attori in questo vasto panorama – oltre al fatto che, oggi, si vendono piante un po’ dappertutto –. Accanto a realtà molto ben strutturate e di successo, ci sono tante tante imprese che, volenti o nolenti, sono chiamate dal mercato a fare dei cambiamenti, a compiere delle scelte importanti. Cambiamenti di rotta, in alcuni casi obbligatori se si vuole non solo restare a galla in questo mercato, ma anche avere successo ed entrare nel cuore delle persone. In GardenCenter stile italiano proponiamo, suggeriamo, descriviamo, presentiamo cambiamenti e innovazioni sostanziali che possono avere un riscontro positivo nel contesto italiano . Tanti sono gli argomenti sviluppati nel libro e tante sono le direttrici di sviluppo e le idee per fare del proprio Centro di giardinaggio un luogo che

sia molto più di un semplice punto vendita: un centro ben integrato nel contesto urbano, che abbia un importante ruolo sociale e didattico, e che promuova l’innovazione e la sostenibilità ambientale. Si comincia, logicamente, dal passato. Nelle prime pagine del libro riflettiamo sul processo che ha portato alla nascita dei Garden Center nel nostro Paese. Da modeste realtà commerciali differenti a centri più sviluppati. Preziose sono state anche le testimonianze virtuose di tre pionieri del settore – Diego Platania, Gianni Peraga e Carlo Pilastro –, che raccontano una storia di crescita e tenacia. Da qui, il passo successivo anticipato prima: superare la situazione odierna. Passo dopo passo portiamo il lettore alla scoperta della nostra idea di Garden, accompagnandolo in tutti i reparti E se anche tu sei curioso di scoprire quante cose si possono fare in un Centro di giardinaggio, ti invito a leggere Garden Center Stile Italiano!

GARDEN CENTER STILE ITALIANO

Una guida alla scoperta del Centro di giardinaggio, per dare una risposta concreta a domande semplici, ma fondamentali.

Che aspetto deve avere un Garden di successo? Come deve essere gestito? E, soprattutto, come farlo diventare un luogo di incontro e aggregazione per la comunità?

Garden Center Stile Italiano si presenta come un manuale che possa consigliare sul cammino futuro, soprattutto delle piccole e medie realtà imprenditoriali, verso una nuova identità di Garden Center.

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LA CULTURA DEL GIARDINO DEL FUTURO

La prossima edizione di Spoga+Gafa, la fiera internazionale dedicata al gardening e al BBQ, promette di mettere in evidenza alcuni trend chiave nel mondo della progettazione e della cura dell’outdoor

Dal 16 al 18 giugno 2024, esperti del settore e appassionati avranno l'opportunità di esplorare le ultime novità e gli sviluppi più innovativi nel mondo del verde. Un piccolo assaggio di ciò che potremo vedere tra qualche mese a Colonia, ve lo presentiamo nelle prossime pagine. Mi raccomando, prendete nota!

MULTIFUNZIONALITÀ DEGLI ATTREZZI

Il concetto di giardino come spazio multifunzionale si riflette nella crescente popolarità degli attrezzi da giardino innovativi e multifunzionali. I nuovi elettroutensili sono progettati per essere versatili, consentendo di svolgere una vasta gamma di compiti, dal taglio dell’erba alla pulizia delle fughe. Inoltre, sistemi con attacco rapido permettono l’utilizzo di diverse teste per spruzzare l’acqua in modo verticale o orizzontale, offrendo soluzioni di irrigazione flessibili e efficienti.

APPROCCI SOSTENIBILI ALLA CURA

La crescente sensibilità verso l’ambiente si riflette nella preferenza per prodotti e metodi di giardinaggio a basso impatto ambientale. Concimi naturali e regionali, compostaggio domestico ed eliminazione delle erbacce senza uso di sostanze chimiche sono solo alcune delle pratiche sostenibili che stanno guadagnando terreno nel settore. Inoltre, la presenza di specie vegetali a rischio nei Centri di giardinaggio contribuisce alla conservazione della biodiversità.

CRESCITA DELL'ORTO DOMESTICO

L’interesse per la produzione domestica di erbe aromatiche, frutta e verdura continua a crescere, spinto non solo dalle considerazioni economiche ma anche dalla ricerca di una

LA PROSSIMA EDIZIONE

maggiore connessione con la natura e la provenienza dei propri alimenti. Grazie a soluzioni innovative come piccole serre, torri vegetali e contenitori impilabili, anche chi dispone di spazi limitati può coltivare con successo il proprio orto domestico.

MATERIALI ECOLOGICI E RICICLATI

L’industria del giardino sta abbracciando sempre più l’ecosostenibilità, con molti produttori che adottano pratiche produttive eco-friendly e utilizzano materiali riciclati o rinnovabili. Dalle serre ai vasi per le piante, i consumatori possono scegliere tra una vasta gamma di prodotti realizzati con materiali come il legno proveniente da silvicoltura sostenibile, il fieno marino e la plastica riciclata.

IMPEGNO PER UN GIARDINAGGIO RESPONSABILE

Con il tema “Responsible Gardens - Giardini Responsabili”, Spoga+Gafa 2024 pone l’accento sull’importanza di pratiche di giardinaggio responsabili e sostenibili. Questo impegno riflette la crescente consapevolezza dell’industria e dei consumatori verso la tutela dell’ambiente e la promozione della biodiversità attraverso le attività di giardinaggio. Spoga+Gafa 2024 sarà un’importante piattaforma per esplorare le tendenze emergenti nel mondo della cura del giardino, offrendo agli operatori del settore e agli appassionati l’opportunità di scoprire nuove soluzioni e ispirazioni per creare spazi verdi belli, funzionali e sostenibili.

greenup 61 g Tendenze / ESTERO
SI TERRÀ DAL 16 AL 18 GIUGNO 2024 AL
DI SPOGA+GAFA
MOTTO DI "RESPONSIBLE GARDENS"

Parola d’ordine: sensibilizzare

Sull’utilizzo dei substrati e sulle nuove tecniche di coltivazione, affinché nessun floricoltore arrivi impreparato

colloquio con MARIO CALLIARI di BENEDETTA MINOLITI

Quello dei substrati è un argomento che trattiamo spesso sulla nostra rivista. Questo perché si parla sempre più spesso di materiali alternativi alla torba e di come questi possano essere presentati, in maniera adeguata, ai coltivatori. Perché i cambiamenti non sono sempre facili da accettare, ma è necessario cominciare a mettersi nell’ottica che i “nuovi metodi di coltivazione” sono più vicini di quello che pensiamo, e nessuno dovrebbe farsi trovare impreparato. Abbiamo parlato di questo, e non solo, con Mario Calliari, presidente di Fiori del Trentino.

Quali sono le principali motivazioni che vi hanno spinto ad organizzare il convegno dal titolo "Substrati cosa ci aspetta?"

«Lo abbiamo organizzato soprattutto per stimolare una crescita dei floricoltori e sensibilizzarsi sull’argomento. La normativa europea ci impone, nel futuro, di eliminare i terricci con la torba, e quindi bisogna essere preparati all’utilizzo di materie alternative. Abbiamo invitato tre aziende, Klasmann-Deilmann, Virgoplant e Manna Italia, che hanno parlato dei loro prodotti e hanno messo il punto sulla necessità di questo cambiamento. Il cambiamento sarà lento, ma a noi interessava soprattutto dare un input ai floricoltori, per non ritrovarsi a cambiare un sistema di coltivazione di colpo ed essere impreparati. Abbiamo la for-

CI INTERESSAVA PRINCIPALMENTE DARE UN INPUT AI FLORICOLTORI, PER NON RITROVARSI IMPREPARATI DI FRONTE A UN NUOVO SISTEMA

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Tendenze / ASSOCIAZIONI
DI
COLTIVAZIONE
Mario Calliari, presidente Fiori del Trentino.

IL 2023 NON È STATO MOLTO DIVERSO DAL 2022 A LIVELLO DI FATTURATO.

CHI È STATO BRAVO È RIUSCITO A FATTURARE UN 5-6% IN PIÙ

tuna di avere la Fondazione Mach, con il tecnico che segue i floricoltori di Aflovit, con cui abbiamo realizzato una prova sperimentale di terricciato completamente in fibra di legno. Questo convegno, inoltre, prosegue il percorso iniziato l’anno scorso, con un primo convegno sull’utilizzo degli insetti utili. Il nostro obiettivo è quello di fare sensibilizzazione, parlando sia ai floricoltori che ai clienti, sulla riduzione dell’impatto ambientale».

E qual è stato il feedback che avete ricevuto?

«Molto positivo, sia da parte dei floricoltori sia degli operatori».

Parlando dei Floricoltori del Trentino, com'è andato il 2023?

«È stato molto altalenante, anche a causa delle condizioni atmosferiche e all’aumento dei costi causato dalla guerra. In generale, però, è stato in linea con il 2022. I fatturati sono stati gli stessi e chi è stato bravo ha fatturato un 5-6% in più. Aprile-maggio sono stati caratterizzati da una forte flessione, recuperata più tardi, perché il mercato si è allungato. Sicuramente però c'è stata una perdita di vendite, perché i prodotti che vendi in questo periodo non sono gli stessi che vendi dopo. In autunno il mercato ha retto bene, anche se il periodo di Ognissanti è stato caratterizzato da una settimana d’acqua qui in Trentino che ha rallentato la vendita. Anche in questo caso, però, è stato mantenuto lo stesso fatturato di vendita del 2022».

DEL TRENTINO 2024

La prima edizione dell’iniziativa “Pianta dell’anno Fiori del Trentino” si è tenuta al Muse, il museo delle scienze di Trento. La pianta scelta è la Vista Bubblegum, una petunia dal colore rosa brillante.

«Abbiamo scelto la Vista Bubblegum come prima pianta dell’anno Fiori del Trentino proprio per la sua aria pop e luminosa, instancabile nella fioritura e ultraresistente al caldo e alle intemperie. L’aspetto che ci sta più a cuore di questa iniziativa è la collaborazione riscontrata con l’Associazione florovivaisti altoatesini» ha dichiarato il presidente Fiori del Trentino, Mario Calliari. «La Vista Bubblegum inizia a fiorire in primavera e continua fino all’autunno inoltrato. Le piante richiedono poca acqua e sono poco esigenti in fatto di terreno. Una potatura regolare favorisce la formazione di nuovi fiori, ma anche senza questo sforzo le piante sono una vera festa per gli occhi» ha dichiarato Robert Psenner della Floricoltura Psenner di Bolzano.

Che cosa può fare effettivamente il settore per crescere?

«Parliamo di quello che può fare il gruppo, che è diverso da ciò che possono fare le singole aziende. Noi, come Floricoltori del Trenti-

mo con la Pianta dell’anno 2024. Un progetto che è nato l’anno scorso, prendendo spunto dall’Alto Adige, che ha come obiettivo quello di sensibilizzare i consumatori ad acquistare all’interno dei Garden Center associati e mettere l’accento sul territorio e i metodi di coltivazione a basso impatto. La pianta proposta al pubblico e ai Comuni è la Vista Bubblegum di Psenner».

Come vi siete mossi per quanto riguarda il discorso della sensibilizzazione?

«Abbiamo organizzato la prima edizione dell’iniziativa “Pianta dell’anno Fiori del Trentino”, che si è tenuta al Muse, il museo delle scienze di Trento. La pianta che abbiamo scelto è la Vista Bubblegum, una petunia dal colore rosa brillante, coltivata dalle aziende florovivaistiche associate Fiori del Trentino».

greenup 63

È questo quello che serve non solo per stimolare l’acquisto di una pianta, ma anche per coinvolgere sempre di più le nuove generazioni colloquio con FRANCO ROLDI di

L’approccio giusto?

Emozione e contatto

umano

Leonessa Vivai, giovane, innovativa e professionale realtà florovivaistica specializzata nella produzione di piante ornamentali da esterno in contenitore è diventata negli anni punto di riferimento per Garden Center, vivai e professionisti del verde che ricercano qualità, assortimento varietale, cura del dettaglio e dinamicità nel servizio. Abbiamo fatto due chiacchiere con Franco Roldi, amministratore dell’azienda, che ci ha raccontato come si sta muovendo la vendita delle piante negli ultimi anni e ci ha parlato di come ai social media preferisca il rapporto umano e l’emozione.

Qual è il trend della vendita delle piante negli ultimi anni? «Positivo. Negli ultimi anni abbiamo sempre avuto risposte incoraggianti, incrementando le vendite e ampliando il nostro pacchetto clienti, ma è altresì vero che il mercato, da quest’ultimo scorcio autunnale, ha vissuto un momento di incertezza e confusione, non so quanto influenzato dagli ultimi eventi sia economici sia sociali, ma

64 greenup Tendenze / PRODUZIONE g
“IL NOSTRO PRODOTTO DEVE EMOZIONARE PER POTER ESSERE ACQUISTATO: FONDAMENTALE PER IL GARDEN È AVERE UN'AMPIA SCELTA, QUALITÀ E PERSONALE PREPARATO”
Franco Roldi, tra i soci fondatori di Leonessa Vivai.

che ha condizionato, la “spesa au tunnale” di alcuni Garden. che vero che le ultime stagioni autunnali sono state sempre poco decifrabili, con il merca to delle piante da esterno appa rentemente statico, e in molti garden trascurato , a favore di altri prodotti merceologici. Sicu ramente, auspicare una stagione, quella autun nale, più chiara e stabi le, favorirebbe aziende come la nostra ad avere ancora una maggiore programmazione, una propositiva e continua certezza nell’investi mento e nella ricerca di nuovi prodotti, e percorrere, studiare e promuovere sempre nuove strade commer ciali, strumenti impor tanti e fondamentali per aiutare il Garden ad essere anch’esso sempre propositivo e performante».

“LA NOSTRA PRODUZIONE VANTA PIÙ DI 2000 DIVERSE TIPOLOGIE DI PIANTE IN DIFFERENTI FORMATI E MISURE. LA VOLONTÀ DI PROPORRE SEMPRE NUOVI ARTICOLI È NEL

DNA DELL’AZIENDA”

Quali sono le piante che oggi un Garden Center dovrebbe assolutamente avere nella sua offerta?

«La nostra produzione vanta più di 2000 diverse tipologie di piante in differenti formati e misure. La volontà di proporre sempre nuovi articoli è nel DNA dell’azienda e la tipologia di clientela che si rivolge a noi è molto variegata, considerando i molteplici fattori che determinano la scelta e la richiesta di un articolo. Ad esempio: l’interesse per una pianta piuttosto che per un’altra, varia da regione a regione, ma credo sia assolutamente fondamentale agire sulla qualità del prodotto, dalla sua presentazione, alle informazioni che possiamo e dobbiamo trasmettere. Quello che ritengo fondamentale è che il nostro prodotto deve emozionare per poter essere acquistato. Fondamentale per il Garden quindi è avere un’ampia scelta, qualità e personale preparato».

Chi è il vostro principale cliente in ambito distributivo?

«Il Garden Center è il nostro core-business, anche se abbiamo avviato collaborazioni sempre più intense con realizzatori del verde e paesaggisti. Lo spettro d’azione si allarga, e sempre determinante è la celerità nelle risposte e nel soddisfare le esigenze del singolo caso. Questa è la seconda stagione inoltre che siamo soci di Fioritalia, che ha ulteriormente ampliato e capillarizzato il nostro servizio, un nuovo strumento che penso possa portare in dote altre informazioni e stimoli per agire sempre nel principio di soddisfare il nostro cliente».

Come approcciate le nuove generazioni di consumatori ?

«Ritengo i nuovi strumenti a disposizione, come i social media, importanti e innovativi, ma credo che nel nostro ambito lavorativo quotidiano, il contatto umano, la consulenza e i consigli che possiamo trasmettere, abbiano sem-

La creatività della prossima edizione di Piantonario.

pre un ruolo determinante. Come azienda abbiamo sviluppato uno Shop Online per fornire al nostro cliente un ulteriore strumento per poter rapidamente visionare ed eventualmente ordinare il prodotto. Gli strumenti come i social li ritengo importanti ma non fondamentali, essendo stato un venditore credo che nel nostro quotidiano, il contatto umano, il consiglio, e il risolvere i problemi di persona siano la giusta chiave per approcciare anche le nuove generazioni».

PRIVACY E STILE PER IL

Un ambiente sereno e protetto all’aperto è possibile? Sì, con le strisce di occultazione! Le strisce di occultazione Verdemax sono progettate per soddisfare le esigenze dei clienti che cercano di trasformare il proprio spazio verde in un’area di pace e tranquillità, senza compromettere lo stile o la praticità. Questi prodotti offrono la massima privacy e protezione, ideali per creare una barriera discreta nel giardino o un ambiente riparato dal vento sul balcone.

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Con la loro facile applicazione su recinzioni e ringhiere, le strisce di occultazione Verdemax sono la

Massima privacy e protezione, ideale per creare una barriera discreta nel giardino o un ambiente riparato dal vento sul balcone.

soluzione perfetta per definire lo spazio esterno con eleganza e funzionalità. Grazie al loro trattamento anti-UV, garantiscono una lunga durata e resistenza agli agenti atmosferici, assicurando ai tuoi clienti di godere della loro oasi verde con tranquillità nel tempo, senza doversi preoccupare del loro sbiadire o deteriorarsi.

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Semplici da installare e disponibili in una varietà di colori, le strisce di occultazione Verdemax sono l’accessorio essenziale per chiunque cerchi di trasformare il proprio giardino o terrazza in un’oasi di pace. Offri ai tuoi clienti la possibilità di migliorare il loro spazio esterno!

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Grazie a una ricerca costante di nuove proposte che rispondono alle esigenze dei consumatori e di ogni punto vendita, l’azienda olandese rende il mondo un po' più verde, ogni giorno

Tutto inizia nel 1964 ad Amsterdam. Qui l’azienda familiare elho si è affermata come leader in Europa nel settore dei vasi in plastica 100% riciclata per interni ed esterni. Nei suoi 60 anni di attività, elho ha mantenuto un impegno costante verso l’innovazione e la sostenibilità, diffondendo la sua presenza in oltre 75 paesi e collaborando con più di 7.000 punti vendita. La sua mission è semplice ma ambiziosa: portare la natura nella vita quotidiana delle persone, promuovendo un rapporto più stretto con il verde. Per realizzare questo obiettivo, il team interno di designer si impegna a creare prodotti che riflettano le ultime

g 68 greenup

tendenze di colore e forma, adattandosi alle mutevoli esigenze dei consumatori.

IL MIGLIOR SERVIZIO POSSIBILE

Dal 2021, elho è stata certificata come B Corporation, dimostrando il suo impegno a utilizzare il business come forza positiva per un futuro più sostenibile e inclusivo. Inoltre, nel 2022 ha ottenuto la prestigiosa certificazione TÜV Nord Categoria A per l’uso di materiale riciclato, confermando il suo impegno contro il “greenwashing”. Ma cosa distingue davvero elho oltre alla qualità dei suoi prodotti? È il suo impegno a offrire il miglior servizio possibile ai clienti. Con un magazzino all’avanguardia, consegne puntuali e complete, rigorosi controlli di qualità e un team di vendite dedicato, elho si impegna a mantenere le sue promesse e a garantire la massima soddisfazione del cliente.Tuttavia, l’impegno di elho va oltre la semplice transazione commerciale. L’azienda si impegna attivamente a ispirare i consumatori e ad aiutarli nella gestione del verde attraverso campagne pubblicitarie mirate, utilizzando i social media, la rete di blogger e influencer, oltre al proprio sito web.

LE CHIAVI DEL SUCCESSO

Una delle chiavi del successo di elho è la sua capacità di offrire la migliore presentazione in negozio. Attraverso soluzioni espositive innovative e una comunicazione chiara, elho attira i clienti verso gli scaffali dei suoi prodotti, generando così più vendite. Ma come riesce elho a raggiungere questo obiettivo? Grazie alle migliori scelte di assortimento basate sui gusti

L'AZIENDA SI IMPEGNA

ATTIVAMENTE A ISPIRARE I

CONSUMATORI E AD AIUTARLI NELLA

GESTIONE DEL VERDE ATTRAVERSO

CAMPAGNE PUBBLICITARIE MIRATE, UTILIZZANDO I SOCIAL MEDIA, LA RETE DI BLOGGER E INFLUENCER, OLTRE AL PROPRIO SITO WEB

dei consumatori e sulle ultime tendenze di mercato, soluzioni espositive personalizzate per ogni tipo di punto vendita, materiali promozionali di impatto e un calendario promozionale strategico per coinvolgere i consumatori in ogni periodo dell’anno. Inoltre, elho continua a innovare e ad offrire supporto completo in tutti i canali di vendita, contribuendo così ad aumentare il traffico nei negozi, il valore dello scontrino e la redditività per metro quadrato, mentre rende il mondo un po’ più verde.

PER SCOPRIRE DI PIÙ

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THERMACELL È PRODOTTO DELL’ANNO 2024

Imaggioranza ha preferito l’innovativa linea Therma cell di SBM Life Science. I 58 prodotti vincitori delle rispettive categorie sono stati celebrati nella serata di premiazione tenutasi lo scorso 18 marzo: un gran de risultato per SBM, accolto con soddisfazio ne e gratificazione.

THERMACELL MINI HALO

Il compagno perfetto per giardini, terrazzi, piscine, barbecue e porticati. Disponibile nei colori nero grafite, blue navy, arancione canyon e rosso magenta, si adatta allo stile di ogni attività outdoor.

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I dispositivi portatili Thermacell offrono una prote zione facile, sicura ed efficace contro le zanzare negli spazi aperti, come giardini, terrazze, piscine, cam peggi. La tecnologia di Thermacell sfrutta la pralle trina, un potente repellente antizanzare, che viene vaporizzato attraverso il calore in modo da creare un efficace scudo protettivo di 21 mq già in pochi minuti.

Ottimo per fare attività all’aria aperta, per chi lavora nell’orto, in barca, chi è in campeggio o a pescare. Con una pratica clip, si attacca ovunque ed è il compagno affidabile per ogni avventura. È disponibile in differenti colori, tra cui verde oliva, nero e blu scuro.

Ogni confezione di Thermacell Mini Halo e Portatile include un dispositivo, una bomboletta di gas butano e 3 piastrine per garantire una protezione dalle zanzare di 12h. Sono disponibili poi ricariche Thermacell per 48h e 120h di protezione, per poter continuare ad utilizzare il dispositivo.

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Quale sarà il futuro del retail?

Ci attende una trasformazione senza precedenti, plasmata dalle esigenze mutevoli dei consumatori e dalle sfide sempre più complesse del domani. Quali sono le tendenze emergenti a cui prestare attenzione? Parola a Kiki Lab di BIANCA FERRARIS

Il convegno “Retail Innovations 19. Le innovazioni che ispi rano il successo per le sfide del futuro”, or ganizzato da Kiki Lab (Gruppo Promotica), ha presentato i risulta ti della nuova ricerca mondiale realizza ta con il consorzio Ebeltoft Group, con le principali tendenze e 51 casi interna zionali da 18 Paesi. focus principali del convegno so no tre pilastri che delineano il futuro del retail: Quick & Easy, Feel & Link e Sustain. Attraverso l’analisi di 51 casi internazionali provenienti da 18 Paesi, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di esplorare le tendenze emergenti e le innovazioni più significative in questo campo in continua evoluzione.

nalizzate, garantendo al contempo una qualità estetica impeccabile.

CONNESSIONE FEEL & LINK

Un’altra tendenza chiave è quella di creare connessioni emotive con i clienti e la comunità locale. Un esempio degno di nota è Centauro, una catena brasiliana di prodotti sportivi che ha integrato il proprio negozio con il parco più grande di San Paolo. Attraverso eventi e iniziative coinvolgenti, Centauro non solo offre prodotti e servizi sportivi, ma si impegna attivamente a promuovere la passione per lo sport e a migliorare l’area circostante il negozio, trasformandola in uno spazio per l’attività fisica e il benessere.

ACQUISTO QUICK & EASY

Una delle tendenze dominanti è rappresentata dalla crescente adozione di soluzioni che rendo-

e senza complicazioni. Un esem pio emblematico è Sweetgreen, una catena di fast food salu tare che ha rivoluzionato il processo di preparazione degli ordini attraverso l’automazione. A Chicago, hanno introdotto un sistema altamente efficiente che robotizza gran parte della fase di assemblaggio delle bowl perso

SOSTENIBILITÀ SUSTAIN

La sostenibilità è diventata un imperativo nel settore del retail, con sempre più aziende che cercano di ridurre l’impatto ambientale e sociale delle proprie operazioni. Un esempio illuminanGood Foot Delivery, un servizio di consegna doppiamente sostenibile che impiega persone con sindromi

ATTRAVERSO L'ADOZIONE DI STRATEGIE ORIENTATE AL QUICK & EASY, AL

FEEL & LINK E AL SUSTAIN, LE AZIENDE POSSONO PREPARARSI AL MEGLIO

PER AFFRONTARE LE SFIDE DEL FUTURO

Mercati / INNOVAZIONE
g 72 greenup

BEST PRACTICE / Prendete spunto!

SWEETGREEN

• Automazione del processo di preparazione degli ordini per rendere l'esperienza d'acquisto rapida e senza complicazioni

• Mantenimento di un alto standard estetico attraverso il controllo finale manuale

CENTAURO

• Integrazione del negozio con la comunità locale attraverso eventi e iniziative sportive

• Miglioramento dell'area circostante il negozio per promuovere l'attività fisica e il benessere

GOOD FOOT DELIVERY

• Utilizzo di modalità di consegna a basso impatto ambientale, come spostamenti a piedi o con mezzi pubblici

• Impiego di persone con sindromi neurodivergenti, offrendo loro opportunità di lavoro significative

BOXEUR DES RUES

• Utilizzo dell'intelligenza artificiale per comprendere meglio i comportamenti e le preferenze dei clienti

• Comunicazione del messaggio aziendale in modo efficace e creativo per soddisfare le esigenze della clientela

OVS

• Collaborazione con designer di talento per rendere accessibile lo stile di alta moda a una vasta gamma di clienti

• Espansione del marchio attraverso l'apertura di

corner uomo e shop in shop dedicati alla donna e ai bambini

DAO (CONAD)

• Introduzione di tecnologie innovative come il supermercato cashierless per migliorare l'esperienza d'acquisto

• Applicazione di soluzioni tecnologiche per adattarsi ai cambiamenti nel comportamento dei consumatori

AW LAB

• Creazione di un'offerta omnicanale completa per approcciare i clienti in modo efficace

• Ampliamento dell'offerta con una proposta di outfit completa, sotto la guida di tutti i collaboratori e degli affiliati

HAMLEYS

• Collaborazione con brand locali per portare la magia del gioco in diverse città italiane

• Creazione di esperienze ludiche ed emozionali negli store Hamleys per coinvolgere tutta la famiglia

CARREFOUR

• Riduzione dei prezzi e utilizzo di prodotti dedicati per diventare uno dei supermercati più convenienti

• Adattamento di modelli di business innovativi provenienti da altre filiali del gruppo per rispondere alle esigenze del mercato italiano

za modalità di trasporto a basso impatto ambientale. Questa iniziativa non solo riduce l’emissione di carbonio, ma offre anche opportunità di lavoro significative per individui altrimenti svantaggiati nel mercato del lavoro.

UN NUOVO PARADIGMA

Attraverso le testimonianze dei leader del settore, è emerso un quadro di un retail in costante evoluzione, guidato dall’innovazione, dalla sostenibilità e dalla volontà di creare esperienze significative per i clienti. Marchi come Boxeur Des Rues, OVS e Hamleys stanno abbracciando la sfida di anticipare le esigenze dei consumatori e di adattarsi ai

cambiamenti culturali e tecnologici in atto. Inoltre, l’importanza della collaborazione e della condivisione delle migliori pratiche è stata sottolineata come fondamentale per il successo futuro del settore. In un mondo in cui le sfide sono sempre più complesse e interconnesse, l’innovazione nel retail non può essere affrontata in solitudine, ma richiede un approccio collaborativo e orientato al futuro.

LA RETAIL EXPERIENCE

PERFETTA

Il convegno “Retail Innovations 19” ha rappresentato un momento di ispirazione e riflessione per il settore del retail, offrendo uno sguardo approfondito sulle tendenze emergenti e le innovazioni più significative. Attraverso l’adozione di strategie orientate al Quick & Easy, al Feel & Link e al Sustain, le aziende possono prepararsi al meglio per affrontare le sfide del futuro e offrire esperienze d’acquisto memorabili e significative per i propri clienti.

13 SETTORI MERCEOLOGICI AL MICROSCOPIO

L’osservatorio Non Food racconta le tendenze più significative del nostro mercato. Superati i dati pre-pandemia: attenzione alla sostenibilità ma anche alle offerte, riconquista dei negozi fisici, anche se il nostro mondo è la casa

GS1 – quelli del codice a barre, come gli piace indicare nel loro sito – sono un’impresa non profit che sviluppa gli standard più utilizzati al mondo per la comunicazione tra imprese. Dal 2002 l’Osservatorio Non Food Italy analizza annualmente i consumi, i canali di vendita, le tendenze, il consumatore tipo di un ampio macrosettore che coinvolge 13 categorie merceologiche: Abbigliamento e calzature; Elettronica di consumo; Mobili e arredamento; Bricolage; Articoli per lo sport; Prodotti di profumeria; Casalinghi; Prodotti di automedicazione; Edutainment; Prodotti di ottica; Tessile casa; Cancelleria; Giocattoli. La ricerca del 2023, basata sui rilevamenti dell’anno precedente, si può acquistare sul sito di GS1 Italy. Una versione, più breve, può comunque essere letta gratuitamente.

CRESCITA DEL 4,3% Il 2022, lo sappiamo, è stato l’anno del superamento della pandemia da Covid-19 e del graduale ritorno alla normalità da un lato, ma anche quello dello scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, di tensioni geopolitiche che hanno avuto non poche ripercussioni nel mercato italiano. Nonostante questo, il nonfood è cresciuto del 4,3% nel 2022. Non tutti i settori, chiaramente, hanno lo stesso peso. La categoria trainante, lo dicono i numeri, è sempre quella dell’Elettronica di consumo (pur in calo nel 2022 di un -1,5%). Per Mobili e arredamento si conferma un trend di crescita, favorito negli ultimi anni anche dai bonus dedicati

all’edilizia e all’arredamento. Il fatturato del settore è infatti cresciuto del +4,6% rispetto al 2021, superando per la prima volta i livelli pre-pandemia. Cresce anche il Bricolage, del +6,6%, mentre perde il 4,0% il reparto della casa.

NON SOLO NUMERI

Chiaramente, oltre a parlare di numeri il report si concentra su dieci tendenze. Cinque sono nuovi trend, sviluppatisi durante questo difficile anno di transizione. Altre cinque, invece, sono tendenze già esistenti, che si vanno e si andranno a consolidare sempre più. Mi soffermo su alcuni di questi dieci trend. Emerge l’importanza dei negozi fisici: è chiaro, il servizio è spesso migliore. Ma non è detto che qui il cliente trovi l’offerta che cercava. Altro trend è, infatti, la caccia alla convenienza tra bonus e promozioni; in molti casi l’e-commerce su questo è ancora il canale preferenziale. Perdura anche il desiderio di fare della propria casa (e giardino!) un luogo di vita, di lavoro e di svago.

E LA SOSTENIBILITÀ?

A proposito della sostenibilità, il report ci dice, ancora una volta, che i consumatori del non food sono disposti a spendere di più per un prodotto più sostenibile. Il problema da risolvere sembra essere quello della comunicazione e della comunicabilità: tra gli intervistati QR-Code o link al sito del produttore sono le strategie migliori.

È possibile acquistare la ricerca completa o scaricare la versione gratuita al seguente link

greenup 75 g Mercati / REPORT

Zoomark come faro per il settore degli animali d’affezione: trend e conoscenza passano da qui. Ecco cosa emerge di NICOLÒ DE ROSSI

PET CARE E PET FOOD: COME EVOLVE IL MERCATO?

Non solo il punto di ritrovo dei professionisti della filiera, Zoomark – fiera internazionale del pet food e del pet care – è anche e sempre più un esperimento diffuso di riflessione e divulgazione. Il 2023, infatti, oltre ad essere stato l’anno della ventesima edizione della fiera è stato anche testimone dei suoi eventi collaterali, webinar e incontri. Qui l’esperienza e le testimonianze dei professionisti del settore si sono unite ai dati della fiera per creare il racconto del mercato del pet che verrà. Vediamo qualche spunto di riflessione interessante. Nell’ambito dell’intervento dal titolo “Le etichette raccontano” e della ricerca GS1 sui consumi degli italiani, Samanta Correale, Business Intelligence Senior Manager di GS1 Italy, riflette sulle tre macroaree più rappresentative alle quali appartengono gli alimenti presenti sullo scaffale pet food della GDO: “Italianità”, “Free-form” e “Rich-in”. Il made in Italy è il trend più dinamico, con una crescita del 17,7% nell’ultimo anno (nel cluster rientrano 486 prodotti); secondo per incremento è il “free-from” (+2,8%, con 1.557 prodotti), seguito dal “rich-in” (+1%, 1.774 referenze).

UMANIZZAZIONE

Assieme a Edoardo Lano – Direttore commerciale di Morando Spa – si è parlato invece di come l’industria

LA 21º EDIZIONE

Dopo i numeri da record del 2023 (oltre 68.000 metri quadrati di area espositiva, 1.060 espositori e ben 28.000 visitatori), Zoomark vi aspetta dal 5 al 7 maggio 2025 a BolognaFiere.

gli scaffali. Su questo uno dei trend più significativi, spiega Edoardo Lano, è l’umanizzazione: lo si vede, per esempio, nella scelta degli ingredienti, ai quali si aggiungono i “superfood”, come aloe, ananas, curcuma, bacche di goji e rosa canina. Sì a umanizzare, ma il consiglio è quello di dare precedenza agli aspetti nutrizionali degli ingredienti e all’impatto di questi sui pet. L’importanza e la centralità dell’innovazione rimangono comunque al primo posto. Su questo non c’è ombra di dubbio: Zoomark svolge un ruolo chiave quale opportunità unica per presentare e introdurre i nuovi prodotti nel mercato, oltre che momento fondamentale per incontrare i clienti e scambiare informazioni utili al retail nella comunicazione ai consumatori.

IL MADE IN ITALY È IL TREND PIÙ DINAMICO, CON UNA CRESCITA

76 greenup g Mercati / FIERE
DEL 17,7% NELL’ULTIMO ANNO (NEL CLUSTER RIENTRANO 486 PRODOTTI); SECONDO PER INCREMENTO È IL “FREE-FROM” (+2,8%, CON 1.557 PRODOTTI), SEGUITO DAL “RICH-IN” (+1%, 1.774 REFERENZE)
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Il florovivaismo per un’Europa verde

Ecco come il settore si deve impegnare a plasmare un futuro prospero promuovendo la collaborazione e la sostenibilità ambientale di ALICE NICOLE GINOSA

L'Europa guarda al futuro con l’obiettivo di una transizione verso una società più sostenibile e attenta all’ambiente. In questa sfida epocale, il settore florovivaistico emerge come protagonista fondamentale nel plasmare un'Europa più verde, più resiliente e più felice. Il manifesto del settore, sostenuto da organizzazioni come Copa e Cogeca, sottolinea l’importanza vitale dei fiori e delle piante per la sostenibilità ambientale. Con un valore stimato di produzione di 9,4 miliardi di euro per i fiori e le piante ornamentali e di 7 miliardi di euro per il vivaismo,

IL SETTORE È IMPORTANTE PERCHÉ…

• Fiori e piante svolgono un ruolo benefico nel migliorare la salute e il benessere di milioni di europei e dell'ambiente in cui vivono quotidianamente, contribuendo alla celebrazione di momenti significativi della vita e promuovendo l'interazione sociale.

• Le piante forniscono cibo essenziale agli esseri umani e agli impollinatori, favorendo così il ripristino della biodiversità. Le piante rendono verdi e rinfrescano le nostre città e comunità europee, migliorando la qualità dell’aria e del suolo e mitigando lo stress climatico.

• Il settore investe costantemente in nuovi modelli per ridurre la propria impronta dal produttore al consumatore: piante sostenibili per tutto il continente.

• I coltivatori vogliono immagazzinare l’acqua piovana, irrigare in modo più efficiente e riutilizzare l’acqua il più possibile per ridurre il nostro impatto ambientale.

il settore non solo rappresenta una significativa fetta dell’economia europea, ma incarna anche un pilastro cruciale nella costruzione di un futuro verde per il continente.

33.000 IMPRESE FLORICOLE E 26.000 VIVAISTICHE

La floricoltura e il vivaismo dell’UE non sono semplicemente industrie, ma veri e propri custo-

di dell’ambiente. Con oltre 33.000 imprese operanti su 55.600 ettari e più di 26.000 aziende nel vivaismo, questo settore non solo fornisce un contributo economico significativo, ma si distingue anche per il suo ruolo nel promuovere la biodiversità e mitigare i cambiamenti climatici. Grazie alla sua capacità di catturare e immagazzinare il carbonio e di favorire la conservazione della biodiversità, il settore florovivaistico si pone come un pilastro essenziale nella realizzazione degli obiettivi del Green Deal europeo. In questo contesto, il settore florovivaistico emerge come un attore chiave nella realizzazione di questa visione, fornendo non solo un contributo economico significativo, ma anche promuovendo la salute e il benessere delle comunità europee.

IMPATTO POSITIVO

SULLA SALUTE MENTALE

Le piante non costituiscono solo una base, robusta e resiliente, del nostro settore, ma anche della società europea nel suo complesso.

Il Copa e la Cogeca sono la voce di agricoltori e cooperative agricole nell’UE. Insieme, garantiscono che l’agricoltura dell’UE sia sostenibile, innovativa e competitiva, garantendo la sicurezza alimentare a mezzo miliardo di persone in tutta Europa. Il Copa rappresenta oltre 22 milioni di agricoltori e le loro famiglie, mentre la Cogeca rappresenta gli interessi di 22.000 cooperative agricole. Hanno 66 organizzazioni membri degli Stati membri dell'UE.

78 greenup Mercati / MANIFESTO g

Contribuiscono ogni giorno al benessere degli europei, favorendo la salute mentale e fisica. La ricerca ha dimostrato che un ambiente di vita e spazi interni verdi hanno un impatto positivo sulla salute mentale, favorendo la creatività, la produttività e il benessere emotivo delle persone. Numerosi studi hanno anche evidenziato che il contatto con gli ambienti naturali aumenta il benessere, potenzia le emozioni positive e le interazioni sociali, e aiuta il ripristino delle funzioni cognitive. Il settore florovivaistico europeo svolge un ruolo fondamentale nel trasfor -

più verdi e vivibili, contribuendo a mitigare l’effetto “isola di calore” e a migliorare la qualità della vita dei cittadini. La presenza di vegetazione nelle aree urbane non solo contribuisce al sequestro del carbonio, ma anche a ridurre l’inquinamento atmosferico e a favorire la biodiversità urbana. Inoltre, il settore contribuisce alla conservazione della biodiversità, offrendo una vasta gamma di piante e fiori che favoriscono l’habitat per gli impollinatori e altre specie animali. La coltivazione di varietà vegetali diverse funge da catalizzatore per maggiori

ti autoctoni, svolgendo un ruolo chiave nella prevenzione dell’erosione del suolo, delle inondazioni e nel raffreddamento delle aree urbane.

NON È TUTTO ROSE E FIORI

Tuttavia, esistono anche sfide significative, tra cui la necessità di gestire in modo sostenibile le risorse idriche e di affrontare l’impatto delle fluttuazioni economiche globali, come l’aumento dei prezzi dell’energia e dei fattori produttivi. Garantire un accesso equo e sostenibile alle risor-

COME AMPLIARE IL SUO RAGGIO DI AZIONE?

Riconoscere il ruolo del settore nel contribuire agli obiettivi ambientali e sanitari dell'Unione. Fiori e piante non raggiungono solo scopi ornamentali: questo deve essere promosso a livello comunitario attraverso una migliore educazione e comunicazione. Incentivare gli investimenti nella ricerca di nuove varietà vegetali attraverso un rinnovato sostegno legislativo, maggiori finanziamenti pubblici per investire nel verde urbano e migliori programmi educativi per le scuole europee. I costi delle materie prime e dell'energia hanno eroso il reddito dei produttori. La transizione verso metodi di produzione più sostenibili è fattibile solo se gli imprenditori dispongono del capitale necessario per investire in nuovi processi, nonché in infrastrutture più tecnologiche e innovative con un impatto ambientale ridotto.

se finanziarie e promuovere pratiche agricole sostenibili sono cruciali per la continuità del settore e per preservare il nostro patrimonio botanico. Investire nel settore florovivaistico non solo favorisce la conservazione dell’ambiente e la lotta contro il cambiamento climatico, ma promuove la prosperità economica e il benessere sociale delle comunità europee. È fondamentale che le istituzioni europee e le parti interessate lavorino insieme per valorizzare il ruolo dei fiori e delle piante nella realizzazione degli obiettivi del Green Deal europeo e per garantire un futuro più sano, più verde e più sostenibile per tutti.

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SPECIALIZZAZIONE: PRO E CONTRO

Avere nel proprio punto vendita un settore in cui distinguersi dal mercato generalista è un buon sistema per poter evitare la guerra dei prezzi al ribasso. Ma richiede impegno e pianificazione. Vediamo come

In tanti anni di rugby ho avuto molti traumi fi sici. Ma un anno mi preoccupai particolar mente perché presi diversi colpi alla testa. Così il medico di base mi consigliò la visita dal neurologo. Questo poi, a causa di un dubbio, mi fece visitare da un neurochirur go che si consultò a sua volta con un collega americano specializzato in traumi cranici nello sport di contatto. Tutto si risolse in un periodo di stop, nulla di grave, ma la vicenda mi fece pensare. Avevo in pratica scalato la piramide degli specialisti del cervello e con la stessa velocità aumentava il costo di ogni consulto. Sostanzialmente – e giustamente – aggiungo, più era specializzato il professionista che avevo di fronte, più era alta la sua parcella. Questa premessa mi collega a un argomento a me caro e forse sottovalutato: la specializzazione nel mondo gardening. vivaismo, la specializzazione potrebbe emergere come una strategia vincente per differenziarsi e catturare l’atten zione di una clientela appassionata. E sebbene non sia un requisito imprescindibile, focalizzarsi su un ambito specifico offre numerosi vantaggi che consentono alle attività di prosperare, indipendentemente dalle fluttuazioni del mercato.

PER NON DIPENDERE (TROPPO)

DALLE FLUTTUAZIONI DEL MERCATO

be, sono esempi eccellenti di come una nicchia ben definita possa attrarre e mantenere un pubblico fedele; anche MissOrchidgirl, su YouTube, con la sua specializzazione in orchidee, ha creato un forte seguito, dimostrando il potenziale di una nicchia ben definita. Per non parlare di chi ha fatto suo il mondo acquari e terrari (SherpaDesign), e molti altri.

PROFILARE LA CLIENTELA RENDE PIÙ EFFICACE IL MARKETING

Scegliendo un focus aziendale, identificando con esattezza la clientela, verremo di fatto meno influenzati da fattori quali il meteo o l’andamento economico generale. O quantomeno non in toto. Questo perché il cliente finale non sarà più parte della totalità della popolazione, bensì di un gruppo ristretto e ben definito, la cui passione è a sé stante, non condizionata da altri fattori se non dalla propria personalissima disponibilità economica. Questa focalizzazione permette di isolarsi dalle oscillazioni del mercato, garantendo una stabilità superiore rispetto ai concorrenti generalisti. E infatti le attuali tendenze del settore indicano che la specializzazione conferisce un significativo vantaggio competitivo. I Garden Center e i vivai che abbracciano una nicchia specifica attraggono una clientela dedicata e appassionata, che sceglie attivamente quel punto vendita per soddisfare le proprie esigenze. Guardando al mondo social, riflesso dell’attività dei rispettivi creator, diversi esempi dimostrano il successo derivante dalla specializzazione. Vivai le Georgiche, Sfobbo (dipendente di Floricoltura Vignudelli), specializzati in piante verdi da interno, Simegarden, che ha conquistato una clientela giovane attraverso TikTok e YouTu-

Ma come dicevo inizialmente, uno dei vantaggi della specializzazione è la possibilità di applicare margini di vendita maggiori grazie sia all’assenza di concorrenza diretta (se mi definisco specialista in qualcosa, per definizione vuol dire che spicco rispetto alla media), sia al valore esclusivo dei prodotti venduti. Inoltre, permette di migliorare costantemente la qualità dei prodotti offerti, grazie al continuo sviluppo di novità. Questo non solo attrae nuovi appassionati, ma anche clienti disposti a pagare un prezzo maggiore per prodotti unici e di alta qualità. Perseguendo questa via, si creerà una community specifica, verso cui poi direzionare le strategie di marketing. Anche la costruzione di una community online è fondamentale per il successo di un Garden Center specializzato. Fidelizzare la clientela locale attraverso eventi dedicati e vantaggi specifici è il primo passo per promuovere un Garden Center specializzato. Utilizzare gruppi di appassionati su Facebook, se-

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#Sisboccia / Alessandro Fornasaro STORIE VECCHIE, OCCHI NUOVI ALESSANDRO FORNASARO / È figlio di un floricoltore. Ex rugbista, oggi è agente di commercio in floricoltura ed è innamorato del suo lavoro.
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guire hashtag specifici su Instagram o TikTok, e partecipare a circoli di interesse sono tutte vie efficaci per promuovere l’attività. Poi, l’utilizzo dell’analisi delle metriche e degli indicatori di performance è cruciale per guidare la decisione di specializzarsi e per misurare il successo delle nostre decisioni riguardo il focus verso cui ci orienteremo. Monitorare indicatori come il traffico del sito web, il tasso di conversione e l’engagement del lettore fornisce preziose informazioni sulle preferenze dei clienti e sull’efficacia delle strategie di marketing adottate.

UN ELEMENTO FONDAMENTALE:

I

FORNITORI E I PRODUTTORI

SE TUTTI I GARDEN FOSSERO
UGUALI, CON LE STESSE PIANTE, GLI STESSI VASI, LO STESSO TERRICCIO… COSA FAREBBE
DAVVERO PRESA SUL CLIENTE?

Sebbene non siano pochi i rischi derivanti dalla scelta di specializzarsi, si può dire che i rischi maggiori per l’attività derivino dal non farlo. Se tutti i supermercati vendessero gli spaghetti che vi piacciono, quelli che comprate sempre, cosa vi farebbe preferire un punto vendita rispetto ad un altro? Cosa se non esclusivamente il prezzo e la distanza da voi? Se tutti i Garden fossero uguali, con le stesse piante, gli stessi vasi, lo stesso terriccio… Cosa farebbe davvero presa sul cliente? Senza una specializzazione, è difficile emergere sul mercato, tanto quanto è difficile essere ricordati se si è uguali agli altri. Anzi, si sposterà il mercato portandolo a una competizione basata sui prezzi e promozioni, riducendo i margini di profitto. Ma per specializzarsi con successo, è fondamentale possedere una conoscenza approfondita della propria nicchia. La collaborazione con fornitori esperti è essenziale, permettendo di acquisire conoscenze specifiche e sviluppare sinergie per un futuro sviluppo congiunto. Le partnership strategiche con fornitori e produttori sono vantaggiose per un’azienda specializzata. Queste collaborazioni non solo forniscono accesso a prodotti di alta qualità, ma permettono anche di creare eventi e iniziative che

coinvolgano direttamente i clienti con i produttori, affezionando ancor di più il pubblico target.

DA METTERE A BUDGET:

PERIODI CON SCARTO ELEVATO

Ma i pochi rischi di questa scelta (a mio parere ormai sempre più obbligata) possono trasformarsi in insidie se sottovalutati. Non potremo mai infatti risultare sguarniti degli articoli con i quali veniamo identificati. Se siamo conosciuti per le nostre ortensie da collezione, anche se è da pazzi, dovremo comunque tenere un assortimento minimo anche in pieno agosto. Un bar anche se in una serata sfortunata resta senza gin, potrà lavorare lo stesso, non una gineria. Parlavo recentemente con un cliente che sta puntando molto sulle vendite di piante e prodotti per l’orto. Mi raccontava di come, giunti al loro livello di assortimento del reparto, siano costretti a mettere in preventivo giornate con uno scarto elevato, dovuto al mantenimento di una gamma ampissima di articoli. Ma ciò, mi spiegava, fa parte del gioco. Se offrite una scelta ampia ai vostri clienti, nel momento in cui mancherà anche solo un 20% dell’assortimento, correrete il rischio di sembrare sforniti. Non sempre è facile rifornirsi sapendo a priori che metà della merce verrà gettata, ma ricordiamo anche quanto volume di vendite ci ha portato nel resto dell’anno l’ampia gamma di articoli. In conclusione, la specializzazione nel florovivaismo e nei Garden Center offre numerosi vantaggi, dalla fidelizzazione dei clienti alla possibilità di marginare di più sui prezzi. Tuttavia, richiede una conoscenza approfondita del settore, una gestione accurata delle operazioni e una strategia di marketing mirata. Con la giusta attenzione alla qualità, all’innovazione e alla costruzione di una community, un Garden Center specializzato può prosperare anche in un mercato competitivo e mutevole.

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