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Nuove idee
La fiera? Deve essere sartoriale
Settembre è stato il mese della ripartenza per il settore fiere in tutta Europa. Homi esordisce a Milano con un format rinnovato: otto percorsi differenti che permettono di orientarsi nei padiglioni a seconda delle proprie esigenze
colloquio con EMANUELE GUIDO di MARTA MEGGIOLARO
Milano ha sancito la ripartenza del mondo del design grazie ai diversi eventi, tutti collegati fra loro nella Design Week che si è tenuta i primi di settembre e di cui Homi ha fatto parte: una ripartenza che ha avuto un riscontro molto positivo. Un buon esordio insomma, come ci spiega
Emanuele Guido, direttore di
Homi: «Abbiamo avuto circa 300 espositori, un terzo dall’estero ed erano esteri anche il 28% dei buyer presenti: significa che certamente le aziende internazionali ritengono importante il mercato italiano. Naturalmente la concomitanza con il Supersalone ha favorito la presenza dei visitatori stranieri, sorprendendo espositori e organizzatori. Questo era il vero te-
ma dell’edizione: la conferma che nel continente europeo ci
si può muovere con sicurezza. A noi di Homi questa edizione ha lasciato un senso di positività anche per il livello di qualità che le aziende hanno portato. Il lavoro che stiamo facendo in vista di gennaio aiuterà questo scenario a consolidarsi e a far emergere nuove opportunità di business».
Gli espositori hanno dato segno di essere soddisfatti? «La soddisfazione principale è stata quella di tornare a essere presenti nella fiera fisica, a incontrare agenti, colleghi, clienti e anche competitor. Da questo punto di vista è stato un successo, nessuno si è pentito di tornare, anzi, tutti avevano mancanza della fiera. Gli esperimenti di sostituzione con il digitale non sono stati ben accolti dai buyer. Chi si è presentato con un prodotto nuovo, con innovazioni, è stato entusiasta. Abbiamo
avuto circa il 25% di aziende nuove e sono state molto sod-
disfatte».
Nel periodo di chiusura imposto dalla pandemia, Homi ha proposto dei webinar che si sono distinti per la ricchezza di contenuti, in cui si confrontavano diversi attori della filiera… I webinar hanno avuto una media di circa 300 partecipanti, un buon risultato. L’obiettivo è lo stesso del racconto che facciamo nel catalogo digitale e negli otto percorsi di visita: cerchiamo di dare la pos-
sibilità ai nostri stakeholder, cioè espositori e visitatori, di approfondire alcune tematiche calde per il punto vendita.
Oggi il tema è il cambiamento di profilo del consumatore. I produttori devono iniziare a studiare meglio il cliente finale. Noi italiani
siamo focalizzati sul prodotto e sulle caratteristiche tecniche, meno su come raccontarlo.
Con i webinar abbiamo sviluppato l’importanza del racconto: come contestualizzi il prodotto? Come lo allochi nel punto vendita? Come lo racconti per renderlo diverso dall’infinità di prodotti presenti di informazione in presenza. Se invece vogliamo considerare il processo d’acquisto, e quindi la quantità di ordini effettivi che vengono chiusi in fiera, il discorso è diverso: che in fiera si scriva o non si scriva dipende molto dal rapporto di conoscenza fra buyer e fornitore. Se si sono appena conosciuti, in effetti è improbabile che si chiuda l’ordine subito. Servono altri passaggi».
in Amazon? Qui entrano in gioco i percorsi di visita differenziati che abbiamo presentato nell’edizione settembrina di Homi. Vuoi trattare il tema sostenibilità? Homi ti propone un filo da seguire fra le aziende presenti nei padiglioni della fiera, selezionati proprio in base al criterio della sostenibilità. Non abbiamo l’ambizione di fare formazione, però occasioni per fare aggiornamento utili per tutta la comunità, ascoltando pareri e opinioni out of the box, questo sì, possiamo farlo per tutti i nostri clienti».
Si sente dire che le fiere dovranno dirigersi verso “forme ibride” di evento, in cui il momento in presenza sarà il momento culminante di percorsi più lunghi; un momento che forse deve ancora trovare il suo senso più compiuto, dato che gli ordini si stanno spostando su altre direttrici e vengono effettuati soprattutto in altre occasioni. Lei cosa ne pensa? «Dividerei gli ordini in due categorie. I riordini e gli ordini delle nuove collezioni. È chiaro che il digitale è efficiente, rende efficiente l’acquisto, la transazione economica, rende tutto molto più semplice e con un margine di errore più basso rispetto alle copie commissioni. Però il digitale non aiuta nella scelta dei prodotti.
Quello che noi abbiamo visto è che quando si deve affrontare la scelta di un prodotto che va ordinato in grande quantità c’è la necessità di vederlo, di raccogliere informazioni, perché su quell’acquisto si costruisce il margine aziendale, e in un certo senso il futuro dell’azienda stessa, con un processo piutto-
sto articolato. Oggi come oggi, se mi mettessi nei panni di un buyer, se dovessi fare l’ordine di qualcosa che già conosco, da un fornitore che già conosco, userei il digitale; anzi, lo stiamo già usando tutti. Ma se dovessi trovare nuovi fornitori, nuovi prodotti, fare nuove domande, allora vorrei sviluppare tutto questo livello di selezione e IL FORMAT DI HOMI
• Due edizioni: una a gennaio e una a settembre • L’edizione di settembre è più incentrata sul retail • Catalogo digitale • Otto percorsi di visita a seconda dei temi di interesse
Emanuele Guido, direttore di Homi. Ci sono novità in arrivo per quanto riguarda il format di Homi? «La novità è quella che noi raccontiamo da un anno, cioè che Homi possa essere una fiera sartoriale, che valorizza i prodotti e costruisce percorsi ad hoc per i buyer. Siamo impegnati nel consolidamento del format presentato a settembre, con la continua costruzione di contenuti. La nostra fiera contiene almeno otto sotto-fiere, che rappresentano le diverse prospettive offerte all’occhio del buyer».
Per il retail nella filiera del florovivaismo i punti più di interesse
Il verde entra a Homi nell’accezione sempre più forte di elemento integrante dell’ambiente casa.
I PERCORSI DI VISITA
1. Natale: novità e tendenze di design per celebrare le festività. 2. Think local!: dedicato alle aziende europee che oltre a presentare una linea propria, sviluppano prodotti con il marchio del distributore o per altri brand. 3. Promotional: il percorso dedicato ai prodotti per le campagne di loyalty e per i concorsi a premi. 4. Home hospitality: dedicato a settore home hospitality, boutique hotel, b&b, bistrot e residenziale. 5. Green home: incentrato su design e sostenibilità degli elementi di decorazione d’interno, arredo e regalo. 6. Interior designer: incontro con designer, architetti, arredatori e incentrato sulle attività di ristrutturazione a 360˚. 7. Homi next: il percorso dedicato a PMI e start up innovative. 8. Ped / small appliances: dedicato a piccoli elettrodomestici, dall’oggetto di lusso al prodotto studiato ad hoc per le attività promozionali.
in Homi sono Festivity e il settore outdoor. Come sta evolvendo il mercato in questi due settori? «L’outdoor fa parte di Homi proprio nell’accezione che sta prendendo più forza in questo momento: il verde come parte integrante dell’ambiente casa, che vive oggi una fase di boom e che avrà un lungo periodo. Per quanto ri-
guarda Festivity, il percorso di visita dedicato al Natale nell’edizione di gennaio, è di grande interesse per i gardenisti e per i punti vendita indipendenti perché permette di costruire una proposta di assortimento
a tutto tondo, che includa anche gli elementi di decorazione di interni e l’arredo tavola. Per un garden è importante il collegamento fra la decorazione natalizia e tutto il decor, fino ad arrivare al bicchiere, al tessile, al centro tavola. Festivity è il posto giusto per trovare tutto».
Il settore casa ha ricominciato a crescere, il Made in Italy è sempre più richiesto, si spostano anche
SAVE THE DATE
La prossima edizione di Homi si terrà dal 27 al 30 gennaio 2022 a Rho Fieramilano homimilano.com gli equilibri fra import ed export. Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi anni? Cosa ci chiederà il consumatore finale? «Ci aspettiamo una fase di crescita importante della produzione a livello continentale che cercherà di risolvere il problema dell’approvvigionamento; questo richiederà un grande sforzo di ritorno delle competenze produttive che abbiamo perso. E in questo con-
testo le aziende che hanno già al loro interno delle unità produttive hanno un vantaggio competitivo
non indifferente, potendo già programmare con più certezze, sul lungo periodo».