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L’endoterapia per prendersi cura del verde

L´ endotera pia

per prendersi cura del verde

Una tecnica antica, ma rivista da Newpharm alla luce di nuove tecnologie e innovazione, per una nuova frontiera della salute di piante e alberi

di Rachele Pozzato

DIVERSE PROBLEMATICHE, UN SOLO RIMEDIO

I contesti d’azione in cui il ricorso all’endoterapia sono svariati e numerosi, peraltro in continuo aggiornamento:

◗ Tingide del platano ◗ Minatrice fogliare dell’ippocastano ◗ Ifantria americana ◗ Processionaria del pino ◗ Cocciniglia tartaruga ◗ Cocciniglia cotonosa del pino ◗ Punteruolo rosso della palma ◗ Castnide delle palme ◗ Galerucella, fillossera e cocciniglie del leccio ◗ Afidi ◗ Eriofidi ◗ Fisiopatie e carenze nutrizionali

endotera pia

Fin dai tempi antichi l’endoterapia fu un’intuizione brillante: si tratta di

una tecnica per combattere diverse problematiche e avversità nelle specie

vegetali, attraverso la somministrazione di liquidi compatibili con la linfa, direttamente nel sistema vascolare delle piante. L’endoinfusione è

divenuta così, con il passare dei secoli, dai primi studi nel XVI secolo, uno strumento affidabile

ed efficace, oltre che sostenibile e attento a benessere e salute degli alberi.

MENO SPRECHI, PIÙ EFFICACIA

L’endoterapia si distingue dalle altre pratiche

per molti aspetti, primo fra tutti, per esempio, una quantità minore di prodotti impiegati rispetto alle irrorazioni, che coinvolgono l’intera chioma delle piante arboree. A caratterizzare questa specifica tecnica è anche una

maggiore persistenza d’azione

nelle piante, dopo che il prodotto è entrato in circolo. L’approccio endoterapico, infatti, è destinato alla protezione e cura delle specie arboree ad alto fusto e permette di trattare in maniera precisa e completa l’esemplare arboreo a prescindere dalla dimensione. I benefici, come

dimostrano le rilevazioni sugli ultimi studi, possono essere addirittura

pluriennali.

MATERIALI DI QUALITÀ E CURA DEI DETTAGLI

Il Bite® 2.2, sviluppato da Newpharm sulla scia dell’efficacia di questa tecnica, permette di effettuare un trattamento di endoinfusione in maniera professionale e sicura, oltre che efficiente. Bite 2.2 prende infatti

parte del sistema Bitecare, messo a punto insieme all’Università degli Studi

di Padova per le infusioni gravitazionali ad albero ad alto fusto, che permette di raggiungere grandi risultati nel totale rispetto dell’ambiente. A cambiare le dinamiche della tecnica ha

giocato un grande ruolo la ridefinizione del porta-ago, ora in policarbonato: leggero ma

al tempo stesso resistente, consente di inserire l’ago nel legno utilizzando un semplice martello di gomma, mentre l’estrazione risulta ancora più facile grazie all’estrattore, intuitivo e maneggevole. La conformazione degli strumenti e i nuovi materiali impiegati per la progettazione del Bite® 2.2, così, hanno portato alla realizzazione

1.

1. Avvitare l’ago. 2. Posizionare l’ago nel legno. 3. Endoinfusione in corso. 4. Rimuovere l’ago con il percussore-estrattore.

2.

di una lunga ricerca.

dell’endoinfusione su un nuovo livello, puntuale, semplice e basato su consapevolezze tecniche e scientifiche frutto

PASSO DOPO PASSO

Un altro punto forte del processo di endoinfusione messo a punto da Newpharm sta proprio nella semplicità di utilizzo. Anzitutto, è necessario

misurare la circonferenza del tronco: da questa dipenderà infatti la quantità di liquido

3.

da somministrare e la dimensione dell’ago

da scegliere. Il kit contiene infatti tre diverse lunghezze di ago: il più sottile, da 35 mm, è adatto a specie caratterizzate da un piccolo spessore dell’alburno e una corteccia sottile, come lecci od olivi, oppure alberi dal fusto di diametro molto ridotto. Per gli alberi dalla corteccia più spessa, come pini o palme si utilizzerà invece l’ago da 65 mm, mentre la misura intermedia sarà adatta a gran parte degli altri casi. Dopo aver avvitato l’ago nel porta-ago e disinfettato la superficie del tronco, si procede all’inserimento dell’ago nel legno, aiutandosi con il martello di gomma, avendo cura di lavorare perpendicolarmente rispetto al tronco. Dopo aver

inserito la siringa nel porta-ago e rimosso lo

stantuffo, inizia l’endoinfusione. Nel frattempo, si posizionano gli altri iniettori lungo la circonferenza e, una volta svuotatasi la siringa, si rimuove l’ago servendosi del percussoreestrattore per liberarlo dal legno. L’ago, inserendosi tra le fibre del legno, non lacera i tessuti e ne permette una veloce chiusura.

4.

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