+ INTERVISTA
Francesco Mati: formazione e innovazione per sviluppare il settore
+ PROGETTI
Concepire gli spazi verdi come una rete di relazioni. L’esempio di Chicago
SOLUZIONI TECNICHE
Ego presenta Z6, il trattorino tosaerba a raggio zero alimentato a batteria.
LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE
SERVIZIO A PAG. 31
magazine - I trimestre 2023 PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI N° 036
ILgiardiniere
le novità a pag. 16.
è dotato della tecnologia Peak Power+
può contenere fino a sei batterie Ego
Lithium da 56V, la stessa tecnologia
alimenta tutti i prodotti Ego. COVER STORY realizzata in collaborazione con
Tutte
Z6
e
Arc
che
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Il cambio di rotta ormai è segnato, anche se prosegue a passi letti, ma è frutto di una nuova sensibilità e, speriamo presto, di un rinnovato approccio culturale: “Il verde non è più solo di rappresentanza, ma soprattutto e sempre più spesso è funzionale, legato al benessere della vita di tutti noi. Si passa da un concetto ornamentale dei giardini, a spazi in grado di connetterci, terapeutici per il quotidiano”. Sono le parole di Francesco Mati raccolte nell’intervista che trovate a pagina 24, nella quale racconta la sua esperienza, dandoci una visione (concreta!) per il futuro.
E questo cambiamento si respira nell’aria, soprattutto tra le nuove generazioni, a tutti i livelli. Nuove generazioni che hanno voglia di confrontarsi, di sperimentare, di lavorare assieme per trovare obiettivi comuni e mettere in pratica le soluzioni più all’avanguardia per operare al meglio. Una sorta di fronte comune tra utilizzatori, professionisti, operatori e aziende fornitrici per muoversi verso un’unica direzione, un unico risultato: ragionare in termini di funzionalità del verde, oltre al suo valore ornamentale, come dice Mati.
È un po’ questa la logica che abbiamo seguito per realizzare questo nuovo numero del giornale, raccontare storie di giardinieri, professionisti e prodotti che rappresentino questa filosofia, per essere il più concreti possibile. Per suggerirvi delle soluzioni pratiche, appunto.
I presupposti ci sono (quasi) tutti per andare verso una direzione che faccia del verde, nel suo complesso, uno dei settori di riferimento - mi verrebbe da scrivere anche strategici - per il sistema Paese, con l’unico auspicio, facendo sempre mie le parole di Mati, “che il panorama pubblico non rimanga indietro, mentre quello privato progredisce”. Perché, altrimenti sarebbero sforzi inutili.
di Francesco Tozzi
I
EDITORIALE 7 N°036
IL MONDO (DEL GI PERCHÉ È VARIO
di Sandro Degni
racchiudeva un po’ tutto lo stivale, e la mia riflessione, che condivido con voi in queste pagine, parte proprio da qui.
L’
Italia è una nazione lunga e stretta, una conformazione che le conferisce una particolarità rara e importante: quella di essere terreno fertile per le biodiversità, come in poche altre parti del mondo accade.
La nostra bella nazione è anche la patria dei mille campanili, delle svariate ricette e dai dialetti più disparati, apparendo più come un insieme di tante piccole realtà, piuttosto che un unico insieme omogeneo. Un aspetto che, senza alcun dubbio, si riflette nella nostra quotidianità.
OCCASIONI DI CONFRONTO
Sono reduce, infatti, da uno stimolante corso di formazione: non ne frequentavo da un po’ e ne sentivo sinceramente il bisogno. Un corso professionale, che nel suo numero di partecipanti
Il corso si è rivelato utile su più fronti, quello tecnico sicuramente, ma anche e soprattutto su quello del confronto e della comprensione delle motivazioni che ci spingono ad essere una categoria così poco coesa.
U NA CATEGORIA DISOMOGENEA
Ogni giardiniere è un mondo a sé, costruito sulle proprie esperienze e relazioni, e laddove c’è stata una formazione scolastica, si integra quel valore aggiunto che permette di specializzarsi in una delle tante potenziali risorse che questa professione regala. Il tema, però, resta la formazione esperienziale o tramandata, che sebbene aggiunga praticità senz’altro utile alla quotidianità, e spesso consenta di trovare soluzioni rapide e concrete, a volte rende il confronto con i colleghi difficile. Un po’ come quello che succede quando due regioni confinanti provano a condividere una ricetta tradizionale o un racconto tipico del territorio: ognuno aggiungerà quell’elemento in più, una differenza impercettibile, che finisce un po’ per allontanare, spinti dall’esigenza di distinguersi.
La diversità integrate, sia ben chiaro, aiutano a crescere, ma quando si parla di professionalità, il solco deve essere comune. Da quel comune punto di partenza poi ognuno può, e deve, differenziarsi.
SPAZIO AL CONFRONTO
L’utilità di un corso di formazione può così diventare quella di partecipare un momento di crescita, non solo professionale ma anche e soprattutto per “micorizzare”, in modo da creare
LA RIFLESSIONE 8 N°036
La diversità integrate, sia ben chiaro, aiutano a crescere, ma quando si parla di professionalità, il solco deve essere comune. Da quel comune punto di partenza poi ognuno può, e deve, differenziarsi
ARDINAGGIO) È BELLO,
nuove sinapsi che permettano di amplificare le nostre conoscenze.
Ad accomunarci, però, purtroppo molto spesso, è la tendenza a lamentarsi. Un’attività che ci porta via un sacco di energie e di tempo, ma resta, ahimè, spesso un buon viatico per condividere conversazioni su temi comuni.
R IPARTIRE DA UN TERRENO COMUNE
Raramente però, con questa modalità, si arriva
a vere e proprie soluzioni. Provate a immaginare invece, di indirizzare le stesse energie nella direzione opposta: nell’immaginare nuovi progetti, migliorare tecniche di lavorazione, trovare metodi nuovi e alternativi. Si potrebbe così avere una formazione a livello nazionale, che prepari i giardinieri con programmi comuni, lasciando poi libero ognuno di specializzarsi, ma tutti dal medesimo e condiviso punto di partenza. Utopia? Chissà, ma io, intanto, mi candido per la direzione!
Un buon numero di giovani si accorgono a ventidue anni di sapere praticamente tutto quello che c’è da sapere e vogliono che gli altri sappiano che essi lo sanno. Quando raggiungono i trentadue anni, si accorgono di avere ancora due o tre cosette da imparare; a quarantadue si gettano a capofitto ad imparare
Robert Baden-Powell
gestione
50 Spazio alla vista colloquio di Rachele Pozzato con Francesco Adani
54 Il giardino per i sensi di Rachele Pozzato
16 A tutta carica di Rachele Pozzato
NEW GENERATION
20 DNA verde di Rachele Pozzato
Il cantiere 24 Sapersi reinventare di Rachele Pozzato
Giardini in connessione di Marta Meggiolaro
Prati in salute di Emma Colombo 33 Il valore dell’esperienza 34 Professionalità nel taglio di Margherita Wotton 35 Focus Vivai di Rachele Pozzato 36 Un giardino di idee 37 Design verde 38 Una collezione da scoprire
28
SOLUZIONI 32
39 Rustico e molto chic di Federico Fagan 42 Scegliere la qualità di Emma Colombo 48 Un ambiente verde in città di Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi
N°036
SOMMARIO
COVER STORY
N˚ 036 - I TRIMESTRE 2023
DIRETTORE RESPONSABILE
Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net
IN REDAZIONE
Alice Nicole Ginosa, Benedetta Minoliti, Rachele Pozzato redazione@laboratorioverde.net
COLLABORATORI
Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Edoardo Carconi, Anita Cavalli, Emma Colombo, Giovanna Cutuli, Sandro Degni, Viola Delfino, Federico Fagan, Francesco Ferrini, Stefania Medetti, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Lavinia Raccah Margherita Wotton, Anna Zottola
GRAFICA
Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it
PRODUZIONE E SEGRETERIA
Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net
PROMOZIONE E SVILUPPO
Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net
STAMPA IGP Industrie Grafiche Pacini - Pisa
DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE
Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano
Tel. +39 02 4244 8445 info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net
Supplemento al numero 205 di Greenup, periodico bimestrale registrato presso il Tribunale di Milano n. 64 del 27/01/1999 – n. R.O.C. 2232. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
e d iz i o n i
Labor ator io ver de
Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior
AMMINISTRATORE UNICO
Francesco Tozzi
SEGRETERIA GENERALE
Katiuscia Morello
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• Greenup
• Agenda del Verde
• Calendario del Verde
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• I Quaderni di greenup
Rappresentante e collaborazioni:
• floorewall.com
• F&W magazine
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56 Giardino in fiore a cura di Rachele Pozzato
58 Progettare e realizzare “stanze all’aperto” di Giovanna Cutuli
60 I primi vent’anni di cultura dell’albero di Rachele Pozzato
62 Vis medicatrix naturae, un nuovo progetto PNRR di Anna Zottola
rubriche
07 Editoriale di Francesco Tozzi
08 La riflessione di Sandro Degni
44 News Brevi dal mercato
46 Libreria a cura di Rachele Pozzato
66 L’opinione di Anna Zottola
UNIVERSO IL giardiniere
14 Chi siamo, cosa facciamo e le info utili per entrare in contatto con noi
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Sandro Degni R giardiniere professionista di lunga data, esperto di terrazzi e spazi urbani
Francesco Ferrini R Professore di Arboricoltura e coltivazioni arboree all’Università di Firenze e presidente del Distretto Vivaistico-Ornamentale di Pistoia, accademico e divulgatore scientifico
Valerio Pasi R agronomo specializzato principalmente in verde ornamentale e pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste
Sara Lavinia Raccah R architetti del paesaggio, anime dello Studio Urka di Roma ed Edoardo Carconi
Anna Zottola R agronoma con esperienza di ricerca, docenza e gestione della Scuola di Minoprio; oggi si occupa di consulenza per progetti di formazione e sviluppo del verde
LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE SERVIZIO A PAG. 31 ILgiardiniere magazine trimestre 2023 PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI N° 036 + PROGETTI Concepire gli spazi verdi come una rete di relazioni. L’esempio di Chicago + INTERVISTA Francesco Mati: formazione e innovazione per sviluppare il settore SOLUZIONI TECNICHE Ego presenta Z6, trattorino tosaerba a raggio zero alimentato batteria. Tutte le novità pag. 16. Z6 è dotato della tecnologia Peak Power+ e può contenere fino a sei batterie Ego Arc Lithium da 56V, la stessa tecnologia che alimenta tutti prodotti Ego. COVER STORY realizzata in collaborazione con
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SMART 14 N°036 UNIVERSO IL giardiniere
Informazione mensile ILgiardiniere
A tutta
CARICA
Una presenza sempre più diffusa quella delle attrezzature a batteria nel settore del verde, come lo Z6 di Ego Power Plus. E a ben vedere, viste le prestazioni e i vantaggi garantiti di Rachele Pozzato
TEMPO DI
LETTURA:
6 minuti
In anteprima in tutta Europa, da Ego, riferimento per il settore per gli utensili cordless per il giardinaggio, arriva un’altra novità a batteria. Il trattorino Z6 è infatti l’unico tosaerba a raggio zero da 107 centimetri (con guida a barre o a volante) o 132 centimetri (con guida a barre) compatibile con la piattaforma di batterie Arc Lithium da 56 V, versatile e potente, che garantisce le prestazioni di un tosaerba a benzina da 22 cavalli.
L A POTENZA DELL’ELETTRICO
Con una capacità fino a 72 Ah e attraverso l’uso dell’esclusiva tecnologia Peak Power Technology
di EGO, lo Z6 è in grado di tagliare fino a 10.000 mq con una singola carica con sei batterie da 12 Ah. Il caricabatterie in dotazione permette poi di caricare contemporaneamente fino a sei batterie in sole due ore.
LE CARATTERISTICHE
Le posizioni dell’altezza di taglio dello Z6 variano tra i 2,5 e i 10 centimetri e sono facilmente regolabili, grazie all’impugnatura ergonomica. Con la sua funzione tre in uno, poi, gli utilizzatori possono gestire lo sfalcio con scarico laterale, mulching o raccolta. Comfort e utilizzo intuitivo sono assicurati anche dalle regolazioni della velocità di taglio e guida, accessibili dal posto di
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guida tramite l’ampio display LCD, che mostra anche i livelli di carica residua e altre personalizzazioni. Al centro della progettazione dello Z6, ci sono, senza dubbio, le necessità dei professionisti: proprio in quest’ottica il trattorino è stato sviluppato con tre modalità di guida, con quattro impostazioni, tra cui una velocità di marcia potenziata per un taglio veloce, oltre alla modalità per la cura del manto erboso. Nella stessa direzione guardano anche la sospensione air-ride, il sedile regolabile e le quattro velocità della lama, che consentono di gestire contemporaneamente efficienza di taglio e autonomia. Lo Z6 è anche dotato di una scocca in acciaio con ruote a profilo antiscivolo, un gancio da traino per accessori come un rimorchio e fari a LED, inconfondibile cifra di EGO, per i lavori che proseguono dopo il calar del sole.
I L PROGETTO
«La creazione di una gamma di tre trattori, in cui si inserisce anche il modello Z6, ha lo scopo di rendere completa la linea di prodotti di Ego Power e di soddisfare ogni tipologia di esigenza dei clienti. La peculiarità dei nostri prodotti è che
A PROPOSITO DI BRUMAR
la stessa batteria può essere utilizzata su tutta la gamma», ci racconta Alessandro Barrera, che con Brumar si occupa della distribuzione in Italia dei prodotti di Ego. Un prodotto che rivoluziona il parco macchine tra cui i professionisti possono scegliere, che guarda in direzione un futuro sempre più sostenibile ed efficiente. «Con le attuali macchine con motore endotermico abbiamo un enorme dispendio di energia e potenza nel far azionare tutti gli organi interni dei trattorini, mentre con lo Z6 tutti i motori sono a presa diretta: ogni motore assolve una funzione specifica, due dedicati alle ruote motrici e due alle lame. Le macchine sono particolarmente adatte in contesti
IL SUCCESSO DELL’INNOVAZIONE
Ego, parte di un complesso industriale internazionale fondato nel 1993, è un punto di riferimento all’avanguardia nello sviluppo della tecnologia cordless. Tra i maggiori produttori di utensili a livello globale, impiega più di 8.000 dipendenti e produce oltre 10 milioni di unità all’anno, disponibili in oltre 30.000 punti vendita in 65 paesi di tutto il mondo. Visita il sito egopowerplus.it
La sede centrale di Brumar è ad Asti, su un’area di 18.000 metri quadri. La società offre un servizio efficiente, rapido e competente ai più di 5.000 clienti in Italia e in Europa. Innovazione, tecnica, design e comfort sono le linee che guidano l’azienda nella scelta dei prodotti, con criteri che devono rispondere ai principi di qualità costruttiva, durata nel tempo ed affidabilità, nonché sicurezza e rispetto per l ’ambiente. Scopri di più su brumargp.it
17 N°036
CHALLENGE 2025
Ego vede un futuro più pulito, più silenzioso e più sicuro. Challenge 2025 è la sua chiamata per educare e incoraggiare gli utilizzatori di apparecchiature da giardinaggio ad esplorare le potenzialità dell’energia della batteria, lasciando la benzina al passato. Se sei curioso, visita il sito challenge2025.eu
urbani e residenziali, in quanto a differenza dei modelli con motore a scoppio sono molto silenziosi. Richiedono molta meno manutenzione, permettendo anche un risparmio in termini economici per gli operatori».
I L FUTURO DEI PRODOTTI A BATTERIA
Prodotti come lo Z6 sono sempre più diffusi nel settore, garantendo prestazioni competitive insieme a non indifferenti vantaggi: «La visione di Ego e di Brumar è che nell’arco di pochi anni i prodotti a batteria prenderanno il sopravvento sui prodotti a benzina e soprattutto a miscela, che viste le normative anti inquinamento, sempre più stringenti, saranno costrette inevitabilmente a decurtare potenza e prestazioni», continua infatti Barrera. Un’inversione di marcia che, nell’ottica dell’azienda, riguarderà anche la maggior parte dei professionisti nell’arco di poche stagioni. Mentre nel settore dell’auto, infatti, rimane acceso il dibattito sull’adozione in futuro di alimentazione a batteria oppure a idrogeno, l’opzione prevalente
per gli utensili da giardinaggio è la batteria, che sarà sempre più efficiente e performante. Insieme, inevitabilmente, a un utilizzo sempre più promosso anche dalle normative europee.
L A PAROLA AI PROFESSIONISTI
A raccontarci della sua esperienza con il trattorino tosaerba Z6 di Ego Power Plus è Davide Prola, titolare di VerdeBosco, una realtà specializzata nella progettazione, cura e manutenzione di aree verdi, sia pubbliche sia private, oltre che della vendita di attrezzature per giardinaggio. «La mia esperienza con Ego non può che essere positiva, sia come utilizzatore, sia come rivenditore. Utilizzo lo Z6 soprattutto per operazioni di manutenzione in aree piccole: è qui che ho trovato il miglior riscontro. Grazie alla sua conformazione compatta, la macchina si comporta bene in aree ristrette, permettendomi di ottimizzare davvero il lavoro». A conferma di un progetto ben pensato e strutturato, l’esperienza di Davide è in linea con le intenzioni a monte dell’azienda produttrice del tosaerba: «I costi di manutenzione sono ridotti al minimo, rispetto ad attrezzature a scoppio. E le prestazioni non ne risentono, anzi, uno strumento a batteria come questo permette di ridurre anche i rumori e le vibrazioni, consentendomi di lavorare a qualsiasi orario e in qualsiasi contesto. Il risparmio negli anni, anche in termini economici, è stato notevole». È stata proprio questa, infatti, una delle motivazioni principali per iniziare a lavorare con lo Z6 di Ego, la versatilità ed efficienza di una macchina, capace al tempo stesso di guardare alla sostenibilità, sia ambientale sia economica. «Certo, bisogna abituarsi a una gestione ottimale delle batterie e della carica per sfruttare al meglio tutte le potenzialità che la macchina ha da offrire, ma io la consiglio anche in qualità di rivenditore: spesso il settore è ancora ottuso quando si parla di attenzione all’ambiente, ma qualcosa sta cambiando. Il plus poi, per me e per i miei clienti, è l’assistenza, puntuale e precisa, fornita dopo l’acquisto».
informazioni vai al sito verdebosco.com 18 N°036 COVER STORY
Per maggiori
DNA verde
Ad avvicinare Pasquale De Luca a questa professione è una lunga eredità di famiglia, che il giovane designer ha fatto sua, senza rinunciare a una visione moderna ed ecosostenibile di Rachele Pozzato
TEMPO DI LETTURA: 6 minuti
Quella di Pasquale De Luca è un’esperienza di passione e tradizione, che affonda le sue radici nel settore fin negli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia. Dal bagaglio di un’attività nota e popolare nel partenopeo, però, Pasquale è stato capace di imprimere al suo lavoro di green designer una visiona tutta nuova, legata al territorio tanto quanto agli spunti e alle impressioni più recenti del mondo verde.
Come ti sei approcciato a questo settore?
«Sono cresciuto nel verde, si può dire che ce l’ho nel sangue. La mia è la quinta generazione della famiglia che lavora in questo mondo: siamo in attività dal 1870, una realtà storica per Napoli. Ai tempi, iniziò tutto con un negozio di fiori, poi nei decenni si è affermato il nostro marchio nel settore floristico partenopeo e sono arrivate via via
tutte le novità. Fino ad arrivare a oggi, riuscendo a offrire sempre più servizi e strutturando l’azienda formandoci e specializzandoci sempre di più».
A proposito di formazione, qual è stato il tuo percorso?
«Ho studiato garden design alla Fondazione Minoprio, un contesto stimolante e tra i più rinomati qui in Italia. Dopodiché ho avuto modo di iniziare a confrontarmi con il lavoro vero e
20 N°036 NEW GENERATION
proprio, prima con un tirocinio con Mazzucchelli, uno dei nomi più popolari nel nostro mondo. Dopo questa esperienza sono volato a Londra, dove sono rimasto per tre anni. In Inghilterra si assiste a una presenza decisamente significative della cultura del verde, proprio per questo è stata un’esperienza molto formativa e che mi ha lasciato molto, anche nella mia attività di oggi. Partecipare attivamente a realtà importanti, come il Chelsea Flower Show, è stata occasione di vera e propria crescita personale,
L’IDENTIKIT
Pasquale De Luca arriva nell’azienda familiare napoletana di arredi floreali, piante e fiori dopo diverse generazioni. Ha studiato Garden Design presso la Fondazione Minoprio, e ha poi maturato una lunga esperienza lavorando a Londra con aziende leader nel settore del giardinaggio.
La sua chiave di lettura per la progettazione è l’armonia con il luogo, che va analizzato e compreso, insieme ai desideri del cliente, studiando le caratteristiche delle piante e coniugando bellezza, economia nella manutenzione e cura del verde, nell’ottica di giardini e spazi ecosostenibili.
oltre che professionale. Mi ha dato modo di scoprire una predisposizione al mondo verde tutta nuova. Dopo contesti ben predisposti come questi, tornare a operare a Napoli non è stato immediatamente facile: l’approccio della clientela è diverso, ma dopo il Covid qualcosa è cambiato».
Si è trasformata la sensibilità, dopo la pandemia?
«Senza dubbio, il verde è stato riscoperto. Ci sono ancora passi da fare, ma francamente sono ottimista: percepisco crescere l’attenzione a queste tematiche, anche tra i miei clienti. Durante i mesi di lockdown le persone hanno finalmente
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compreso che dal verde deriva benessere, per la mente e per il corpo. Da qui ha iniziato a invertirsi la rotta. Questo non può che rendermi il lavoro più semplice. Mi approccio al mio mestiere tenendo molta considerazione dell’impatto sull’ambiente, quindi mi trovo sempre più in linea con una platea ben disposta a questi cambiamenti».
Come ritorna, nel tuo lavoro quotidiano, questa attenzione all’ambiente?
«La sostenibilità guida un po’ la mia filosofia di vita, oltre che professionale. Proprio per questo, sto anche avviando una mia produzione personale, da utilizzare nei progetti, perché penso sia fondamentale fare uso di piante autoctone per le nostre aree verdi. Piante del nostro territorio poi permettono anche di facilitare la manutenzione, e di conseguenza ridurre i costi».
Noti differenze significative tra il tuo approccio al settore e quello delle generazioni precedenti?
«Sicuramente c’è una diversa flessibilità, capacità di adattarsi ai diversi contesti in cui è richiesto
Per scoprire di più su Pasquale e i suoi lavori, visita il suo profilo Instagram @deluca_ greendesign
il nostro intervento, insieme a una maggiore attenzione e ricerca del dettaglio. Forse, in gran parte, dovuto agli strumenti a nostra disposizione, che sono senza dubbio più avanzati e performanti: da quelli tecnici con cui progettiamo, ai materiali che utilizziamo, ma anche internet e le nuove tecnologie. Di contro, ci è richiesta, a mio parere, più professionalità e competenza, la competizione è moltissima. Per questo, il mio consiglio a chi vuole approcciarsi a questo settore è uno solo: studiare e formarsi, sempre e con costanza».
C’è un progetto al quale sei particolarmente affezionato, e altri lavori che invece ti sei trovato a rifiutare?
«È capitato, inevitabilmente, di dire di no ad alcuni clienti. Quando le richieste sono fuori contesto e non tengono conto del mio parere in qualità di professionista, trovo sia più coerente rifiutare piuttosto che snaturare il mio approccio e la mia visione. C’è un progetto, però, al quale non nego di essere parecchio legato: recentemente ho realizzato un giardino a Salerno, un lavoro di cui vado molto fiero. Complice il fatto che la committenza mi ha lasciato carta bianca per la progettazione e l’esecuzione, ho avuto modo di esprimere appieno la mia idea e di sfruttare tutto il potenziale del luogo».
22 N°036 NEW GENERATION
TEMPO DI LETTURA: 6 minuti
La realtà di Mati va indietro di diverse stagioni, con la prima apertura dell’azienda di produzione di piante, a conduzione familiare, già nel 1909.
«Io e i miei fratelli siamo diventati soci proprietari dell’attività nel 1995, la nostra era già la quarta generazione. Dalla fine degli anni Ottanta, però, l’azienda stava attraversando un momento di
crisi», ci racconta Francesco Mati, oggi alla guida della società insieme ai fratelli Andrea e Paolo. «Per uscire da quest’impasse, abbiamo dovuto reinventare la struttura della compagnia: così abbiamo creato un primo spin-off, uno studio di progettazione parallelo all’attività di produzione, insieme a una cooperativa di professionisti per poter realizzare i nostri giardini».
Sapersi rein
Adattarsi ai cambiamenti, trasformarsi per crescere: questo quello ha fatto Mati e, forse, anche la prospettiva futura del settore tutto di Rachele Pozzato
24 N°036 IL CANTIERE | intervista
L A CAPACITÀ DI GUARDARE OLTRE
Un bell’esempio, insomma, di come fare di necessità virtù, visto che Mati è poi riuscita a rimanere tra i nomi storici e di successo del settore del verde. Una capacità, però, di guardare oltre e stare al passo con le richieste di una società e di una filiera in continua e veloce trasformazione, che non si è fermata. È proprio dall’esperienza della progettazione, infatti, che nasce l’idea dell’Accademia: «La richiesta di implementare i nostri servizi con un’offerta formativa è iniziata proprio per “esportare” il modello e l’approccio Mati, una richiesta che ci è arrivata dalla clientela. Così, pian piano, prendendo sempre più forma, siamo arrivati al ventaglio di proposte di oggi, che è davvero ampio e vario. Mettiamo a disposizione i nostri formatori, con il loro bagaglio di conoscenze e competenze, per fare da guida in un percorso fatto di teoria e pratica.
I corsi sono sempre tenuti
Se vuoi saperne di più, visita il sito accademiadelgiardino.it
da professionisti, quali architetti paesaggisti, agronomi, naturalisti e tecnici del verde, da capo giardinieri nostri collaboratori e anche da noi tre. Chi segue i nostri corsi ha modo di confrontarsi con la realtà della botanica, in un grande e complesso giardino contemporaneo, un orto, un terreno laboratorio sperimentale, un giardino terapeutico e uno in permacoltur. L’idea è quella di coprire quante più esigenze possibili, e negli anni, devo dire, i risultati ci sono stati».
LO DELLASPARTIACQUE PANDEMIA
Come per moltissime altre realtà però, della filiera verde ma non solo, le dinamiche si sono trasformate con l’arrivo della pandemia da Covid-19 e dei mesi di lockdown. «In termini aziendali, per noi, con l’emergenza sanitaria c’è stato un grande balzo in avanti. Già da prima avevamo iniziato a sperimentare la modalità della didattica a distanza, che abbiamo implementato in quei mesi. Le richieste sono state numerose, e tutt’oggi la partecipazione è molto larga, a volte
IN DIALOGO CON L’INNOVAZIONE
Fondamentale per l’esperienza di Mati è senza dubbio un attento sguardo al futuro. In quest’ottica, il contatto con il mondo della ricerca vuole essere intenso, arrivando alla creazione di prodotti innovativi da applicare al settore. Come il progetto Plant Care 4.0, che sarà presentato a MyPlant 2023 si propone di creare un framework operativo, basato su una piattaforma digitale avanzata, capace di acquisire e gestire i dati e le informazioni richieste per portare anche giardini ed aree verdi urbane nella nuova dimensione tecnologica, consentendo la programmazione di interventi mirati ad una maggiore sostenibilità economico-ambientale e un uso consapevole della risorsa verde.
ventare
Francesco Mati, alla guida dell’azienda insieme ai fratelli Andrea e Paolo.
25 N°036
MATI PER IL SOCIALE
La Cooperativa Sociale Puccini Coversini è un progetto a cui partecipa la divisione di Mati dedicata alla realizzazione dei giardini, Giardineria Italiana, in sinergia con la Cooperativa Sociale Sant’Agostino. Un’opportunità, per persone svantaggiate, di imparare il mestiere del giardiniere e vivaista. Le piante prodotte ed i giardinieri formati si dedicano poi al recupero di giardini pubblici ed aree a verde.
con corsisti che si collegano persino dall’estero. Una bella occasione per favorire uno scambio culturale e di approcci, che nel nostro ambito è fondamentale».
N UOVE SENSIBILITÀ
«Il 2020 ha visto anche trasformare la concezione del paesaggismo stesso. Dopo decenni in cui la professione era stata svalutata, oggi la progettazione del verde viene vista come strategica. Il punto di vista rispetto alla dimensione ambientale si è profondamente trasformato, accogliendo stimoli che dal nostro settore si cercavano di far passare da anni, che sono stati recepiti con forza durante il lockdown. Tutti hanno riscoperto la centralità del verde e l’importanza dei professionisti che lo portano nella nostra quotidianità. Da questo sentire, la contaminazione ha riguardato anche il verde professionale: biodiversità, difesa del giardino, utilizzo di tecnologie innovative per una resa amplificata, sono tutte tematiche che diventano sempre più centrali. Progettare il verde è un’arte che guarda al futuro in qualche modo, bisogna prevederne i risvolti e i risultati, specialmente in un’ottica sostenibile. E così, il verde non è più solo di rappresentanza, ma soprattutto e sempre più spesso è funzionale, legato
DAL GIARDINO…ALLA TAVOLA
Se l’azienda Mati nasce dalla trasformazione di un orto in una produzione florovivaistica, negli anni a venire è stato seguito il percorso inverso. Una parte della produzione è infatti stata riconvertita ad orto, legato al consumo di un ristorante agrituristico in loco. Toscana Fair nasce infatti da un’idea dei fratelli Mati per valorizzare il patrimonio culturale agricolo delle aziende di famiglia, ispirato alla tradizione culinaria del territorio toscano e alla propria produzione di prodotti agroalimentari.
al benessere e alla vita di tutti noi. Si passa da un concetto ornamentale dei giardini, a spazi in grado di connetterci, terapeutici per il quotidiano. Basti pensare che degli studi dimostrano il legame tra il vede e miglioramenti dei disturbi del sonno o alimentari».
I L LAVORO DEL FUTURO
Una visione positiva e ottimista, insomma, quella di Francesco Mati, che non manca però di sottolineare che il rischio che questa inversione di marcia non sia strutturale, resiste: «Un cambiamento così nella società, però, impone una trasformazione anche a livello governativo: è fondamentale insistere perché la figura del giardiniere venga riconosciuta come professionista, che opera a beneficio di tutta la comunità. Per quanto mi riguarda, quello del giardiniere è il lavoro del futuro. I professionisti stessi lo hanno recepito, e la specializzazione è un tassello sempre più importante nella formazione di una figura come questa, ed è diventato un vero e proprio strumento di marketing per molti. In Italia le ondate di cambiamento ci raggiungono sempre con ritardo, ma guardando quanto accade nel mondo è inevitabile che questa rinnovata attenzione al verde venga recepita anche qui come un’esigenza. Per scongiurare che questa rimanga una moda, l’impegno deve essere però anche istituzionale. Il fermento che caratterizza il settore in questo periodo deve trovare corrispondenza anche in una gestione a livello burocratico snella ed efficiente. Insomma, che le intenzioni siano in linea con la messa in pratica di queste politiche, e che il panorama pubblico non rimanga indietro, mentre quello privato progredisce».
26 N°036 IL CANTIERE | intervista
Giardini in
Il segreto per un giardino che sia davvero “naturale” è concepire gli spazi verdi come una rete di relazioni vere e proprie tra le piante, organismi viventi sempre a contatto tra loro e con l’ambiente in cui vengono collocati di Marta Meggiolaro
Il Lurie Garden di Chicago, uno dei progetti di maggiore ispirazione a livello internazionale, è stato quest’anno protagonista del seminario di Valfredda per I Maestri del Paesaggio. Si tratta di un giardino voluto e donato negli anni 2000 dalla famiglia Lurie alla città di Chicago, inserito nel Millenium Park, progettato dal celebre Piet Oudolf e uno dei lavori più conosciuti dell’architettura del paesaggio. Il seminario è stato tenuto da Terry Guen, founder dello studio Chicago Terry Guen Design Associates, e dai garden designer Roy Diblik e Austin Eischeid. I partecipanti al seminario sono stati guidati a comprendere le relazioni tra le piante - la plant community - , e hanno analizzato le pratiche di progettazione e di gestione per ottenere un risultato di alta qualità nel corso del tempo.
L A RELAZIONE TRA LE PIANTE
A guidare Roy Diblik fin dagli anni Novanta nella progettazione, è l’intenzione di creare giardini che
TEMPO DI LETTURA: 6 minuti
Una delle caratteristiche fondamentali nella progettazione è stata l’emozione: è questo che porterà le persone a prendersi cura del giardino.
28 N°036 IL CANTIERE | estero
connessione
siano innanzitutto relazione: con il paesaggio, con lui, con chi se ne prenderà cura e soprattutto fra le varietà. Insieme, una volontà di valorizzazione della specificità del luogo: «Negli Stati Uniti è normale affidarsi a un architetto paesaggista per allestire un giardino privato o pubblico; il problema è che c’è un grande appiattimento sugli stili e sulle specie che vengono usate e questo genera soprattutto nei parchi pubblici una sorta di straniamento: sono tutti uguali, ovunque. Quindi, mentre sei lì, non capisci dove sei. Cosa manca? Mancano le specie autoctone, la personalità del progettista, il dialogo con il luogo e con il resto del paesaggio». Con questo intento conduce anche il progetto del Laurie Garden, all’interno del Millennium Park di Chicago. Un progetto ambizioso, per cui vengono spesi ben 490 milioni di dollari.
COSTI CONTENUTI
In apparente contraddizione con le cifre investite per il Millennium Park, a cui possiamo aggiungere
15 milioni di budget annuale per la manutenzione, Roy insiste sul fatto che un giardino, per essere bello, non ha bisogno di essere costoso. Sulle cifre, infatti, non sono le piante a incidere per la maggior parte. Gran parte della spesa riguarda la gestione dei rifiuti lasciati dai 20 milioni di visitatori annuali. Economica è però la scelta delle
VIVAI VALFREDDA
Il Millennium Park è costato 490 milioni di dollari e il suo mantenimento costa 15 milioni di dollari all’anno.
Valfredda società agricola è specializzata nella coltivazione di fiori perenni ed erbe ornamentali; l’azienda si trova in Franciacorta e si rivolge a giardinieri professionisti, garden designers e progettisti del verde.
Parte importante dell’attività è lo sviluppo di percorsi di formazione sulla conoscenza e l’uso delle piante erbacee, dedicati ai professionisti, che vedono la partecipazione di figure di spicco a livello internazionale Mauro Crescini, mente del progetto Valfredda, dal 2013 organizza per l’associazione Arketipos seminari e workshop in occasione dell’evento internazionale I Maestri Del Paesaggio. Inoltre, tutti gli allestimenti che costellano Bergamo Alta durante l’evento sono realizzati con le piante di Valfredda.
29 N°036
Uno degli aspetti innovativi e sperimentali è l’eliminazione della pacciamatura, favorendo l’equilibrio che si crea naturalmente fra le piante messe a dimora e le infestanti.
ARKETIPOS, VALORIZZARE IL PAESAGGIO
Arketipos è l’associazione organizzatrice insieme al Comune di Bergamo, de “I Maestri del Paesaggio”. L’Associazione, senza fini di lucro, nasce con l’intento di promuovere, diffondere e valorizzare la cultura del paesaggio naturale e antropizzato al fine di favorire uno sviluppo sostenibile e, nel contempo, la valorizzazione delle potenzialità di ogni territorio attraverso il coinvolgimento delle discipline dell’architettura del paesaggio, della tutela ambientale e del verde, della creatività e dell’arte e la formazione di professionisti e cittadini in genere.
piante operata da Roy. Si tratta innanzitutto di piante autoctone, che possono moltiplicarsi e propagarsi facilmente nel clima e nel terreno che è loro congeniale. In questo modo, spiega Roy, si crea spontaneamente un equilibrio con le infestanti a cui viene lasciato poco spazio e che entrano a far parte del disegno, della texture del paesaggio. Il secondo punto è scegliere piante economiche da mantenere. A Chicago questo ha portato a scelte precise, perché il clima è estremamente piovoso e in inverno molto freddo.
INTERAZIONI TRA MISCELE
A partire dall’idea di creare una vera e propria comunità di piante, «un sistema sociale, in
cui tutto collabora», l’esperienza del Millennium Park, anche nella sua estensione, ha permesso di sperimentare moltissimo. L’ispirazione è giunta dalla foresta boreale: «Lì in un metro quadro convivono 14, 16 specie, in una combinazione caotica, ma sana». Per questo, Roy ha scelto di non lavorare per blocchi di colore, ma per miscele: piccoli gruppi di piante che coprono più velocemente il terreno e che si diffondono entrando in armonia con le altre: «Una pianta è come una nota: da sola è bella, ma il punto è come la metti con le altre».
CONDIVIDERE LE CONOSCENZE
Gli ingredienti per un buon giardino, nella visione di Roy, sono collaborazione, partnership, workability. In altre parole, è essenziale la condivisione delle conoscenze e avere come obiettivo il creare un giardino che possa essere mantenuto. Per rendere possibile questo, un ingrediente essenziale nel progetto è l’emozione: «I progetti che non danno emozioni non possono avere successo, e per successo io intendo che le persone vorranno continuare ad occuparsi del giardino che tu gli lasci». Fra gli elementi usati nel giardinaggio che per Roy tolgono più personalità e fascino, c’è la pacciamatura. Una posizione netta, certamente in controtendenza rispetto ad altre scuole di pensiero, ma proprio per questo interessante da conoscere: «La pacciamatura toglie spazio di crescita alle piante e comporta che dopo qualche anno si debba per forza sostituirle. In più, cambia anche la composizione del suolo, lo soffoca». La sua alternativa è una pacciamatura con le foglie cadute in autunno, che permette anche di risparmiare economicamente.
IN BREVE…
Il «Landscape Festival» è un evento di rilievo internazionale dedicato alla promozione della cultura del paesaggio concepito come frutto dell’interazione virtuosa tra uomo e ambiente naturale; si svolge dal 2011 a Bergamo. Ideato dall’associazione senza scopo di lucro Arketipos, e supportato dal Comune, si svolge nella bellissima cornice di Bergamo Alta. Il Festival è dedicato ai Maestri del Paesaggio: i più importanti paesaggisti, architetti e green designer a livello mondiale si incontrano per raccontare la loro filosofia progettuale attraverso allestimenti, talk e testimonianze.
30 N°036 IL CANTIERE | estero
TECNOLOGIE . INNOVAZIONI . IDEE SOLUZIONI
prati in salute
In questo nuovo anno Basf e IPAG hanno deciso di intervenire
nel mondo del tappeto erboso, unendo l’unicità dei prodotti Basf e la conoscenza del settore di IPAG di Emma Colombo
Maggiori informazioni al sito basf.com
P Insigna: fungicida in granuli idrodispersibili per il controllo della sclerotinia sul tappeto erboso.
Visita il sito ipag.it per saperne di più
Focus sulla cura del tappeto erboso, grazie a una nuova collaborazione tra IPAG, specializzata nell’ingrosso di fitofarmaci, fertilizzanti, sementi e teli, e Basf, riferimento in Italia da ormai 75 anni nel settore chimico, in ottica sostenibile.
Il progetto prevede l’inserimento di tre prodotti, di cui due in anteprima per il mercato italiano: un regolatore di crescita e dei coloranti. La visione che unisce le due aziende è quella di un futuro sempre più sostenibile, lavorando anche e soprattutto sulla sensibilizzazione del mercato di riferimento
Questa collaborazione, rivolta a tutto il mercato italiano del tappeto erboso, sia sportivo che ricreativo-ornamentale, comprende diverse novità:
«In Ipag troviamo una grande professionalità e una struttura in grado di creare conoscenza e sviluppo tecnico-commerciale dei nostri prodotti nel mercato italiano. Abbiamo definito insieme un percorso finalizzato proprio ad una divulgazione di conoscenza delle modalità di gestione del tappeto erboso. In futuro prevediamo di ampliare il portafoglio prodotti» spiega Gianluca Tabanelli, Country Sales Manager prodotti specialistici Basf.
H Attraxor: regolatore dello sviluppo vegetativo adatto anche per il controllo della Poa annua dei tappeti erbosi in granuli idrodispersibili lanciato per la prima volta in Italia.
R Green Lawnger: linea di coloranti lanciati per la prima volta in Italia, per il tappeto erboso.
SOLUZIONI | manutenzione
Iprodotti proposti da Peruzzo per i professionisti si basano su approccio fondato su qualità e innovazione, di un’azienda che guarda al futuro e alle necessità degli operatori.
POTENZA E SICUREZZA
Robofox Hybrid è una trincia semovente radiocomandata cingolata progettata per trinciare, erba, arbusti, sterpaglie e ramaglie su forti pendenze, garantendo assoluta sicurezza all’operatore. Il baricentro basso e l’impiego di robusti cingoli con profilo sagomato permettono alla macchina di operare con la massima aderenza su aree sconnesse ed in pendenza fino a 45°, grazie al sistema di lubrificazione motore “oil guard system”
T RE IN UNO
Disponibile in tre versioni, 1000, 1200 e 1600, Koala è la trinciaerba pensata per l’applicazione a trattori da 18 a 45 cavalli di potenza, con attacco a tre punti di categoria 1N. La macchina permette un’unica soluzione per taglio, raccolta e arieggiatura. Lo scarico del prodotto avviene poi a terra, tramite una leva manuale o tramite pistone idraulico. Particolarmente adatta per la manutenzione di campi da golf, da calcio o terreni per cui serve una grande precisione, si presta però anche alla raccolta delle foglie. Il moltiplicatore a ruota libera garantisce un’ulteriore sicurezza per l’operatore.
I VANTAGGI DI UNA MACCHINA COMPATTA
Una macchina robusta, ma di dimensioni ridotte: il TB50 è stato progettato per il taglio di rami secchi fino a sei centimetri di diametro e umidi fino a sette. È una macchina adatta per la cippatura di potature di piccola grandezza, pur mantenendo un’elevata produttività di lavoro. Azionata da motore a scoppio a marchio Honda o in alternativa Briggs&Stratton con trasmissione a cinghia, l’accensione è a strappo ma viene agevolata dalla puleggia centrifuga di serie montata sull’albero motore. Grazie all’ampia tramoggia di carico lavora agevolmente anche su rami di ulivo e pino, nonché su fogliame voluminoso.
Il valore dell’esperienza
Dalla presenza di Peruzzo di oltre 60 anni nel settore, macchinari professionali prestanti ed efficienti per ogni esigenza
SOLUZIONI | strumenti
INFORMAZIONE PUBBLIREDAZIONALE
Visita il sito peruzzo.it
Peruzzo sarà presente a MYPLANT Pad. 20 - Stand L09
Stihl, con il suo nuovo tagliasiepi HSA 100, rivoluziona gli interventi di potatura per i professionisti di Margherita Wotton
Professionalità nel taglio
Un prodotto pensato per i professionisti del verde, per prendersi cura di tutti i tipi di siepi e potatura, dai rami più sottili a forti germogli perenni: stiamo parlando del nuovo tagliasiepi a batteria di Stihl, l’HSA 100
U N PRODOTTO INNOVATIVO
Scopri di più su stihl.it
LE SPECIFICHE TECNICHE
◗ 3.6 kg di peso
◗ Motore EC 36 V
◗ 60 cm di lunghezza di taglio
◗ 34 cm di distanza tra i denti
antivibrante. Il nuovo Smart Connecto1, poi, consente di visualizzare i dati del dispositivo in qualsiasi momento, per non farsi cogliere impreparati e svolgere ogni lavoro con efficienza e puntualità.
COMFORT ASSICURATO
a conformazione e la progettazione consentono poi un utilizzo agevole e confortevole, grazie all’impugnatura posteriore e la nuova leva di bloccaggio che punta proprio a garantire maggiore operatività ed ergonomia.
◗ Consente di lavorare in aree sensibili al rumore
◗ Migliore manovrabilità con l’operazione per mezzo della nuova leva di bloccaggio
◗ Motore EC potente e silenzioso
◗ Consente il lavoro a pioggia
UNA LAMA SICURA
Il cambio di senso di rotazione in caso di blocco, permette all’operatore di continuare il lavoro, grazie anche alle protezioni della punta lama, per il taglio vicino al suolo o lungo le pareti, e della lama imbullonata per una maggiore sicurezza in tutti gli interventi.
SOLUZIONI | macchine
Dai professionisti, per i professionisti
Proposte e collezioni suggerite da tre vivai di grande successo, al passo con i gusti del pubblico e garanzia di qualità di Rachele Pozzato
Che il verde stia diventando una dimensione sempre più centrale per appassionati di tutte le età, non è più un segreto. Dai giardini ai terrazzi, la richiesta di progetti realizzati ad hoc per ognuno è sempre più alta. Un’onda che i professionisti e gli operatori della filiera devono saper cavalcare, intercettando gusti, tendenze e inclinazioni, e per realizzare
progetti che possano essere sempre originali. Proprio in quest’ottica, abbiamo raccolto in queste pagine i consigli e le scelte delle collezioni di tre tra i vivai più competenti e professionali che il territorio ha da offrire: dall’idea vivace di giardino di Arena Vivai, passando per le proposte di Coplant e fino all’ultima collezione di Leonessa Vivai. Un momento per lasciarsi ispirare dalle piante stesse
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FOCUS VIVAI
Un giardino di idee
Le scelte di Arena Vivai per progetti in cui far correre la fantasia e dove ammirare specie ed esemplari in un armonioso contrasto
Mixare le piante in giardino, ricreare ambientazioni eterogenee dove poter vivere il presente sempre in modo diverso, aperto alle sorprese che il giardino può offrire.
Questo l’invito di Arena Vivai, con le sue proposte: una selezione di specie scelte per progetti in cui lasciare spazio a esemplari in un vivace dialogo tra loro. Ma sempre con un occhio di riguardo, oltre che alla tutela della biodiversità in ogni spazio, alla riduzione degli sprechi e della manutenzione.
R IDURRE GLI SPRECHI D’ACQUA
Nelle zone più assolate l’acqua può essere risparmiata con essenze resistenti alla siccità. La scelta potrebbe così ricadere sull’Agapanthus “Ever Sapphire”, da affiancare al Senecio niveoaureus, indistruttibile con le foglie che appaiono quasi bianche. Oppure porre a contrasto la luminosità dell’Euphorbia
Scopri tutte le specie su arenavivai.com
“Tasmanian Tiger” con ciuffi di Dianella “Blue Stream” a fare da sfondo. Un’altra opzione, il Sedum makinoi “Lime” come coprisuolo con i suoi giochi di giallo e lime racchiusi nelle piccole foglie carnose.
COREOGRAFIE VIVACI
Specie esuberanti come l’Iris barbata “Flying Circus”, sfacciato, una sorpresa ad ogni fioritura. L’immancabile Erigeron karvinskianus a fare da cornice umile e graziosa, con le sue margherite ora bianche, ora rosa. O ancora, l’Amarcrinum howardii che con i suoi fiori imbutiformi rosa di grandi dimensioni.
U NO SPAZIO PER RIPOSARE
Per angoli rilassanti all’ombra, le Hydrangea macrophylla You&Me “Romance” che si fondono con l’eleganza del sempreverde Polystichum polyblepharum, realizzando uno spazio ideale per i momenti in cui si vuole riposare e chiacchierare con gli amici e i famigliari, circondati da fioriture meravigliose, al fresco.
PER SAPERNE DI PIÙ
Mario Ferrarini è socio insieme ad Alberto Tonel e Fabiano Bortolazzi di Arena Vivai, un’azienda produttrice di piante da esterno con sede a Verona.
Dianella “Blue Stream”. © Plantipp
Iris barbata “Flying Circus”.
Amarcrinum howardii.
FOCUS VIVAI
Agapanthus Everpanthus® “Ever Sapphire”. © Plantipp
LE VARIETÀ IN FORMA
◗ Acer campestre
◗ Carpinus betulus
◗ Ginkgo biloba
◗ Gleditsia triacanthos
◗ Liquidambar styraciflua
◗ Liriodendron tulipifera
◗ Parrotia persica
◗ Platanus acerifolia
◗ Prunus virginiana ‘Schubert’
◗ Pyrus calleryana ‘Chanticleer’
◗ Tilia
Con un’esperienza trentennale, più di 8000 clienti serviti e più di 1000 varietà in produzione, sono soprattutto i numeri a parlare chiaro per Coplant, insieme a una superficie di circa 100 ettari, 70 dei quali in pieno campo e 30 di vasetteria. Un’esperienza di successo, insomma, quella del vivaio mantovano, che vanta una gamma ampia e che punta tutto su innovazione e versatilità, messe a disposizione dei professionisti del verde. Alla base, una ricerca continua dei
contenitori più adatti alle piante coltivate e varietà selezionate seguendo le esigenze del mercato.
Tra le ultime proposte inserite nell’assortimento, gli alberi in forma: piante formate a cubo, cilindro, tetto e spalliera, allevate sia in piena terra che in contenitore. Alberature di trapianto coltivate con forme obbligate, per rispondere a esigenze di spazio e per disegnare con geometrie gli spazi verdi dei propri clienti. Una possibilità originale e su misura per ogni progetto.
Tra le ultime proposte di Coplant, un assortimento di alberi in forma: piante coltivate con forme obbligate, per un nuovo processo creativo di progettazione
L’appezzamento dedicato alle alberature di trapianto coltivate con forme obbligate.
Per saperne di più vai al sito www.coplant.it
Design verde
Tilia Platyphillos cilindro.
Carpinus Betulus Pyramidalis.
FOCUS VIVAI
Platanus acer spalliera.
Una vasta offerta e un’ampia scelta quella presentata da Leonessa con la sua ultima collezione. Il lancio della novità era stato celebrato insieme al compleanno del vivaio, durante l’evento Piantonario 2022, pensato e organizzato da Francesca Cangianiello.
DIASPORUM CANTONIENSE MOONLIGHT
Una perenne sempreverde, affascinante nelle stagioni più fredde così come in estate. Le foglie, variegate, sono di colore verde scuro con pennellate bianco argento molto luminose. Si tingono poi di viola rosa quando le temperature si raffreddano in autunno. Dalla tarda primavera all’estate, i fiori profumati a forma di campana si tingono di colore bianco crema.
Un momento dedicato ai festeggiamenti, ma soprattutto dedicato al confronto e alla condivisione sulle nuove proposte. Esemplari versatili e di qualità, per arricchire ogni progetto con il giusto tocco
CARYOPTERIS CLANDONENSIS GOOD AS
GOLD
Un arbusto a foglia caduca molto aromatico, che ricorda gli agrumi. Il suo fogliame giallo brillante rimane rigoglioso e vivido anche nei mesi più caldi, senza rovinarsi. Fiorisce a fine estate, di viola scuro, dando un contrasto drammatico con il fogliame.
Una collezione da scoprire
Un approccio fondato su qualità e innovazione, un’azienda che guarda al futuro e alle necessità della professione: proprio da qui è nato il progetto di Peruzzo per la Panther Professional
HEPTACODIUM MICONIOIDES
Una fioritura profumata, frutti rosa acceso che seguono la caduta dei fiori. Noto anche come SevenSons Flower, “fiore a sette figli”, perché in estate si riveste di fiori candidi raccolti in mazzetti di sette fiori ciascuno. Resiste benissimo al freddo, vive bene al sole, ma ha una buona tolleranza anche in situazioni d’ombra.
LO SHOP ONLINE
Con Leonessa Vivai è ora possibile effettuare i propri ordini e acquisti direttamente sullo shop online, in modo intuitivo e dinamico.
Visita il sito leonessavivai.it per saperne di più!
HOLBOELLIA LATIFOLIA
Direttamente dalle cime dell’Himalaya, una rampicante dalla magnifica fioritura a forma di campanelle bianco e rosa scuro, estremamente profumate
Le foglie sono grandi, appuntite e verde scuro lucido. Una specie che sopporta benissimo la siccità. I suoi grossi frutti allungati, rosso porpora e commestibile, gli sono valso il soprannome inglese Sausage Vine, “vite salsiccia”.
FOCUS VIVAI
Da terre lontane, una specie versatile e ricca di risorse che può diventare una valida alternativa alle scelte più tradizionali: stiamo parlando del bambù, da scoprire e reinventare di Federico Fagan
Rustico e molto chic
Ci sarà capitato di soffermarci nei pressi di un bel giardino e guardare con quanta cura e gusto sono state scelte e deposte le essenze che lo compongono. Ad animare l’area ci sono i colori, le tipologie di alberi e le taglie. Spesso captiamo la presenza
TEST IN VIVAIO
dei vegetali che per primi ci balzano all’occhio: piante caratteristiche, oppure una fioritura particolare in un determinato periodo, o piuttosto profumi piacevoli. In quegli istanti pensiamo al criterio creativo di quell’armonia, fatta da diverse specie, che ne caratterizzano l’espressione in quel contesto. Pochi secondo dopo, i nostri
Dalle prove effettuate nel mio vivaio sperimentale è emerso che il Bambù Phyllostachyus è una pianta in grado di vivere con la sola acqua di precipitazione, e non necessita quindi di irrigazioni, permettendo di risparmiare notevolmente. Il test è stato effettuato in terreno fortemente argilloso, tipico della zona, dove la coltivazione è risultata più resistente alle sollecitazioni indotte, e in terreno di medio impasto appositamente creato, con una crescita più veloce.
GESTIONE | specie vegetali
TEMPO DI LETTURA: 6 minuti
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BAMBÙ DA GIARDINI
Simpodiale Monopodiale
Bambù del Cile Bambù nano
Bambù gigante Bambù nero
Bambù Fargesia B. Arundinaria gigantea
Bambù Guadua B. Pseudosasa japonica
Tipi di bambù utilizzati nelle aree verdi.
Oltre ai tipi di bambù elencati in tabella ne esistono anche altri, meno conosciuti ma impiegabili nelle areali. Si tratta, ad esempio, del Phyllostachys aureosulcata f. aureocalis.
B. PHYLLOSTACHYS AUREOSULCATA F. AUREOCALIS
Tipo di Pianta Bambù
Famiglia di appartenenza Bambù
Esposizione Pieno Sole, Parzialmente Soleggiato
Primavera (precoce, media, tardi) Estate (precoce, media, tardi)
Stagione di interesse
Autunno
Inverno
Altezza 4,5-7,5 m
Acqua Media-Bassa
Manutenzione Media-Bassa
Tipo di terreno Sciolto, Argilloso
pH suolo Acido, Neutro, Alcalino
Drenaggio Suolo Umido ma ben drenato
Caratteristiche Pianta di pregio sempreverde
Tolleranza Buona
Resistenza temperatura -20°C
Uso nei giardini Siepi, Schermature di siepe, Terrazza, Contenitore
Le caratteristiche del Bambù Phyllostachys a. f. aureocalis.
Questo tipo di pianta è adatto sia per siepi vere e proprie sia per abbellire terrazzi. Una pianta versatile e pronta a adattarsi a tutto, dai terreni fertili a quelli più poveri e aridi. Dal punto di vista ambientale e biologico, la pianta è apprezzata per l’ottima attività antierosione grazie ai suoi apparati radicali, rendendosi adatta anche per ancorare rive e zone poco solide. Inoltre, ha una crescita rapida con biomassa legnosa molto pregiata che la rende molto utilizzata non solo per abbellire gli spazi esterni, ma anche interni, come uffici e abitazioni.
occhi si muovono per vedere le altre tipologie che compongono il giardino, per finire poi a delinearne i confini. Classici per i confini sono le siepi. Spesso troviamo i Leylandii, Phryracantha, Prunus laurocerasus, Ligustro, in varie altezze e larghezze. In questi ultimi anni, inoltre, si stanno notando alternative di siepe molto interessanti e caratteristiche, come il bambù.
U NA VALIDA ALTERNATIVA
Il bambù è una pianta “nuova” per i nostri areali, da proporre come validissima alternativa alle classiche. Tipica del Centro e Sud America, Asia e Centro e Sud Africa, il bambù si adatta molto bene in areali dove c’è scarsità idrica e temperature calde. Una pianta che ha trovato “terreno fertile” anche nella realtà italiana, come dimostrano studi e coltivazioni.
CONOSCIAMOLO MEGLIO
Il bambù è una pianta appartenente alla famiglia delle Poacee. Verrebbe da pensare che sia simile alle graminaceae, ma stando alla classificazione è definita ex graminaceae appartenente alla sottofamiglia delle Bambusoideae, piante spermatofite monocotiledoni. Ne esistono tantissime specie, ciascuna con caratteristiche particolari. In questo caso, però, le varietà che ci possono interessare, ovvero quelle per arredare giardini, sono poche. Una distinzione importante va fatta in merito alle caratteristiche radicali, che possono essere Simpodiali e Monopodiali. Le prime sono quelle che presentano apparati radicali circoscritti e dalle caratteristiche, appunto, non risulterebbero infestanti. Questi sono sicuramente più facili da gestire in un’area verde, in vasi o
40 N°036 GESTIONE | specie vegetali
La fitta vegetazione del bambuseto come barriera.
addirittura in terra. Le seconde, invece, hanno radici con uno sviluppo estremamente rapido e con un’estensione a diversi metri di distanza. Così, la possibilità di vederle spuntare dal prato è reale se non si adottano precauzioni.
I BENEFICI
I lombrichi amano moltissimo i terreni poco o per nulla lavorati con una presenza di umidità elevata ma non eccessiva da causare ristagni, una sofficità creata dalle radici di vegetali a vari livelli cha possa far circolare aria. Il Bambuseto è l’esempio del perfetto habitat per questi organismi, creando i presupposti per un giardino in equilibrio biologico. Basti pensare, infatti, che ogni lombrico riesca a far passare nel proprio canale dirigente circa una tonnellata di terra all’anno e circa 50-60 kg di foglie all’anno e in un test effettuato all’interno di un bambuseto, è
stata riscontrata una presenza media di ben 17 lombrichi per metro quadrato, contro gli appena 5 di un normale terreno agricolo. Dalle prove, inoltre, emerge chiaramente che grazie a questa coltivazione, il rischio di erbacce indesiderate è molto molto basso, con una riduzione di manodopera. Altre caratteristiche distintive riscontrate in questo vegetale è la difficoltà di arrendersi alle patologie prevalentemente fungine o alle raffiche di vento.
LA PAROLA ALL’ESPERTO
Federico Fagan è un agronomo mantovano, che dal 2012 svolge la professione di Agronomo Libero Professionista a livello nazionale ed internazionale nel settore Agrario, Agroalimentare, Agro meccanico, Ambientale e Zootecnico con supporto alle aziende. Specializzato in patologie vegetali e metodologie tecniche ecocompatibili di ultima generazione, analizza e cura le piante utilizzando prodotti fitoterapici e omeopatici naturali da lui progettati e prodotti. Nel 2018 fonda la ditta NATURE, “from nature to nature”, azienda biotecnologica altamente specializzata alla realizzazione di prodotti naturali di ultima generazione per la cura e prevenzione patologica delle piante.
Visita il sito naturefagan.com per scoprire di più!
La tipica radice rizomatosa del bambù.
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Un innovativo ed efficiente ciclo gestionale di produzione, ricerca costante e sviluppo di prodotti al passo con l’evolversi dei tempi: queste le colonne portanti di Bonfante, l’azienda di Crocetta di Badia Polesine (RO), attiva nel settore outdoor ormai dal 1952. Fondamentali per un’esperienza di successo come questa, anche una logistica puntuale, un’oculata gestione dell’amministrazione e una selezione di fornitori in grado di garantire qualità impeccabile.
CREATIVITÀ E RICERCA
Quella di Bonfante è una lunga storia di innovazione stilistica, di modelli e di approcci, che ha fatto dell’artigianalità italiana un valore aggiunto. Nascono, infatti, più di 70 anni fa come
cementisti, un materiale declinato all’arredo di giardini e aree esterne. A completare una gamma già ampia, poi, alla produzione si aggiungono arredi urbani e fontane, diversificando l’attività fino ad oggi, con la creazione anche di prodotti su misura. Dai primi passi mossi in questo settore, è cambiato il panorama e con esso l’azienda: dai prodotti ai materiali, ma senza mai venir meno alla promessa di qualità ed efficienza.
INTERCETTARE LE ESIGENZE
Nel corso degli anni, la chiave di lettura delle generazioni che si sono susseguite alla guida di questa vincente attività familiare, è stata quella di comprendere le esigenze di un mercato e una platea di clienti in continua evoluzione. È proprio in quest’ottica che nel 2007, tra le proposte di
È quello che fa, ormai da 70 anni, Bonfante nella selezione dei prodotti. Come nel caso dei prati sintetici: resistenti, versatili e innovativi
Scegliere la
42 N°036 IL GIARDINIERE per Bonfante
Il fondo in poliuretano, del prato sintetico proposto dall’azienda veneta, una vera innovazione di prodotti di questa tipologia.
Bonfante, figura anche quella del prato sintetico. L’ingresso nel catalogo avviene in modo quasi fortuito: da strumento per l’azienda stessa, da utilizzare durante le fiere in giro per l’Europa per facilitare gli allestimenti, diventa parte integrante, nonché grande successo, dell’offerta Bonfante.
U N PRATO…SEMPREVERDE
Il prato sintetico proposto dall’azienda veneta è prodotto esclusivamente in Europa, con materiali di prima scelta: è proprio questo il punto di forza, per una garanzia basata su materie prime di qualità e durevoli nel tempo, lavorate in una filiera controllata. A marcare la differenza è poi il fondo in poliuretano, una vera innovazione in prodotti di questa tipologia, che nel corso degli anni garantisce resistenza e colori brillanti. In un prodotto come questo, pensato specificatamente per il paesaggismo, e dunque per un utilizzo esterno, il principale nemico è il sole, che negli anni, spesso, con i suoi raggi finisce per rovinarne le superfici: una criticità su cui Bonfante ha puntato molto, investendo nella scelta di prati sintetici che mantengono brillantezza e texture invariate oltre una decina di anni.
PAROLA D’ORDINE, VERSATILITÀ
I modelli a disposizione mirano a soddisfare le più svariate esigenze, per trovare applicazione nei progetti e nei contesti più diversi: dai 25 ai 50 millimetri, questi prati sintetici trovano spazio nelle progettazioni di terrazzi, bordi piscina, dehors di ristoranti e attività, ma anche tetti di fabbriche e persino pareti verticali. Oltre a un utilizzo ornamentale, sempre più spesso questo tipo di superfici sono impiegate per i campi sportivi: con il boom del padel negli ultimi anni, specialmente, garantendo la texture necessaria a ottenere quel grip fondamentale per lavori e interventi di questo genere.
qualità
Bonfante organizza anche dei corsi di formazione, per insegnare ai professionisti del settore i procedimenti e i segreti per un’applicazione impeccabile dei prati sintetici.
INFORMAZIONE PUBBLIREDAZIONALE 43 N°036
Visita il sito bonfante.com per saperne di più
2002, UNA STAGIONE DA RECORD
Grandi Giardini Italiani, il network di riferimento per l’Horticultural Tourism in Italia e che conta 148 giardini in 13 diverse regioni, ha registrato nel 2022 quasi 9 milioni di visitatori nei giardini della sua rete. Dalle Terre Borromeo, sul Lago Maggiore, che hanno raggiunto il record di 916.000 visite, il 167% in più rispetto al 2020, passando per le proprietà sul Lago di Como, di Garda, fino ad arrivare alla Reggia di Caserta: l’incremento è stato trasversale a tutto il territorio, con un aumento anche di turisti italiani. Risultati raggiunti, peraltro, in un anno di quasi totale assenza di gite scolastiche o gruppi organizzati, ancora in conseguenza della crisi pandemica. Complice di un ritrovato interesse per gli spazi verdi e le attrazioni all’aperto, un clima particolarmente mite che ha favorito le visite fino a novembre inoltrato e permettendo a sempre più giardini di rimanere aperti anche in inverno L’Horticultural Tourism, insomma, si conferma come un settore ancora in espansione e strategico per il turismo sostenibile in Italia
Info: www.grandigiardini.it
MALTEMPO, È URGENZA PER GLI ALBERI PERICOLANTI
UNA NUOVA IDEA DI FIERA
Greenprof è un nuovo progetto fieristico e di comunicazione, con l’obiettivo di esplorare la filiera del florovivaismo in tutte le sue interconnessioni, dall’ambiente alla distribuzione, fino all’energia e alla formazione. La fiera, che si terrà a Bologna Fiere dal 6 all’8 settembre 2023, si pone anche come obiettivo quello di proporre, in un contesto che sia anche internazionale, la possibilità di avere a disposizione un network innovativo, grazie al quale aziende, professionisti, parti interessate e opinion leader possano incontrarsi e dialogare sul futuro del florovivaismo. Il verde, con Greenprof, viene proposto a 360 gradi. In questo modo, vi ha una visione del green integrata, dove il verde non è più “solo” un elemento ornamentale, ma si trasforma in un elemento sempre più strutturale su tutto il territorio italiano. Info: greenprof.it
Con tre bufere di vento, tornado e trombe d’aria al giorno in Italia è salito il conto degli incidenti provocati da alberi a terra e rami spezzati, che hanno provocato danni e feriti. Secondo i dati diffusi da Coldiretti, infatti, gli alberi pericolanti sarebbero oltre 40mila. Una situazione critica figlia dei cambiamenti climatici, che si incrocia con una gestione del verde pubblico non sempre in grado, come denuncia l’Associazione, di garantire il benessere delle piante e la sicurezza dei cittadini. Scelte sbagliate per il clima, il terreno o la posizione, ma anche errori sulle dimensioni e sul rispetto delle distanze per un corretto sviluppo delle radici, mancanza di manutenzione adeguata: tutti elementi che negli anni hanno concorso a peggiorare le condizioni del verde nelle nostre città, soprattutto in materia di sicurezza. Una situazione sulla quale Coldiretti richiama l’attenzione, sottolineando l’urgenza di un intervento che riveda la gestione del verde pubblico, soprattutto sfruttando le opportunità offerte da fondi e investimenti a disposizione in questo periodo. Info: www.coldiretti.it
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News
NEWS DAL MERCATO
In foto Judith Wade, presidente del network.
L’IMPEGNO ITALIANO VERSO LE FORESTE
Sono diversi i passi in avanti fatti in Italia in materia di tutela del patrimonio verde. A raccoglierli, in quattro punti, ci ha pensato FSC - Forest Stewardship Council, ong internazionale che da trent’anni è sinonimo di gestione forestale responsabile. Il primo punto riguarda l’aumento delle aree certificate FSC, che a dicembre erano 81.590.21 ettari e hanno segnato una crescita dell’8% in un anno. In Italia sono così 26 le realtà certificate, diverse per tipologie e localizzazione. Tra queste troviamo: una superficie di 75 ettari gestita da Agris Sardegna, il parco naturale Oasi Zegna, il Comune di Torino e l’Ente Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, che con i suoi 10.315 ettari è il primo parco italiano a ottenere la certificazione FSC. In secondo luogo, FSC ha rilevato una sempre maggiore attenzione verso i servizi naturali offerti da boschi e foreste, come la conversazione della biodiversità, lo stock del carbonio e la regolazione del ciclo dell’acqua. FSC ha anche notato come le filiere siano diventate sempre più responsabili. Infatti, anche nel 2022 sono aumentati i prodotti da materie prime forestali con “bollino” FSC. Il numero di certificati di filiera è cresciuto del 3,7%, attualmente sono 3.298 e comprendono oltre 4.200 siti produttivi. Infine, la ong ha evidenziato come siano aumentate anche le aziende che chiedono di usare il marchio FSC sui propri prodotti a fini promozionali, da quelle che utilizzano materiali di filiera certificata per il packaging a quelle che scelgono di investire in progetti di valorizzazione del patrimonio forestale certificato. Info: it.fsc.org
ECCELLENZE ITALIANE
Durante la cerimonia di apertura di IPM a Essen, La Giorgio Tesi Group di Pistoia è stata premiata agli IGOTY Awards 2023. L’azienda ha ricevuto l’argento nella categoria Finished Plants & Trees, un grande risultato per il comparto vivaistico sia italiano che continentale. «Per la nostra azienda, che proprio quest’anno festeggia 50 anni di attività, è davvero un grande orgoglio aver ottenuto questo importante riconoscimento internazionale e un’ulteriore soddisfazione è che siamo la prima azienda vivaistica italiana a raggiungere la finale e ad essere premiata» ha detto Fabrizio Tesi, legale rappresentante dell’azienda. E a commentare l’argento ricevuto dall’azienda è anche Leonardo Capitanio, presidente AIPH: «Sono particolarmente felice per l’importante e meritato risultato ottenuto dal vivaismo italiano grazie a Giorgio Tesi Group a cui faccio i miei complimenti. Con il mio lavoro sto cercando di portare in tutto il mondo il vivaismo italiano che è ricco di storia, tradizione e di tanta qualità e importanti risultati come questo ottenuto dall’azienda vivaistica pistoiese danno a tutti noi un motivo per festeggiare e per guardare avanti con fiducia». Info: www.giorgiotesigroup.it
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Tiziano Tesi e Edward Strijbis premiati a Essen per Giorgio Tesi Group.
GLI AUTORI
Claudio Corradi nella sua attività di tecnico ha progettato e seguito impianti di irrigazione di varie tipologie e dimensione, maturando conoscenze sempre aggiornate sui materiali, sui sistemi di filtraggio e sulle scelte possibili. Si è specializzato in irrigazione di frutteti e vigneti da un lato e del verde ornamentale, parchi e giardini, dall’altro.
TECNOLOGIE PER L’ACQUA
Irrigare il verde. Realizzare e gestire il risparmio idrico, la nuova pubblicazione Edagricole di Claudio Corradi, è un percorso alla scoperta dei segreti del cuore razionale della tecnica irrigua, fondamentale per prenderci cura del Pianeta a cura di Rachele Pozzato
Soprattutto alla luce dei cambiamenti climatici in atto, anche l’irrigazione del verde ornamentale è diventata materia urgente, così come lo è diventata la capacità di dosare gli apporti idrici, imparando a non eccedere, differenziarli e limitarli al minimo indispensabile. E se il primo passo è senza dubbio quello di scegliere piante adatte all’ambiente in cui vengono collocate, altrettanto importante è scegliere un sistema fisso di irrigazione razionale e a uso mirato. Un’importante risposta a favore del risparmio idrico, per aree verdi pubbliche e private. La precisione degli apporti permette, infatti, un notevole risparmio di acqua ed energia. Un volume dedicato proprio alla materia dell’irrigazione, dai classici aspetti dell’idraulica, con specifico riferimento ai materiali da utilizzare, fino alla progettazione nel dettaglio e tutte le tecniche irrigue adottabili anche in relazione alla dimensione e caratteristiche delle aree da servire. Una rinascita e una rilettura di un ambito, quello dell’irrigazione, tornato centrale proprio a causa delle tematiche ambientali, da riscoprire alla luce di tecnologie e tecniche specifiche e di ultima generazione per una gestione razionale di una risorsa importantissima
PERCHÉ LEGGERLO?
◗ Per conoscere le migliori tecniche di gestione di una delle più importanti risorse di cui disponiamo, l’acqua
◗ Perché un’irrigazione precisa corrisponde a un grande risparmio di energia, che si moltiplica grazie a sistemi automatizzati di ultima generazione
◗ Per approfondire ogni soluzione per ogni diversa esigenza, dall’irrigazione per siepi, bordure e aiuole, alle piante ad alto fusto di nuova messa a dimora.
Visita il sito www.edagricole.it per saperne di più!
46 N°036 LIBRERIA
la vostra casa
y LA CASA EDITRICE DEL VERDE
Edizioni Laboratorio Verde è l’unica casa editrice di filiera, con prodotti specifici per ogni target del florovivaismo e del gardening: produzione, retail, professionisti e consumatori. Uno sguardo a 360° che ci rende il punto di riferimento preciso e aggiornato nel panorama dell’editoria specializzata. Edizioni Laboratorio Verde è la casa editrice di chi ama e lavora con il verde: la vostra casa.
www.laboratorioverde.net
LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE SERVIZIO A PAG. 31 ILgiardiniere magazine trimestre 2023 PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI N° 036 + PROGETTI Concepire gli spazi verdi come una rete di relazioni. L’esempio di Chicago + INTERVISTA Francesco Mati: formazione e innovazione per sviluppare il settore SOLUZIONI TECNICHE Ego presenta Z6, il trattorino tosaerba a raggio zero alimentato a batteria. Tutte le novità pag. 16. Z6 è dotato della tecnologia Peak Power+ e può contenere fino a sei batterie Ego COVER STORY realizzata in collaborazione con
TEMPO DI LETTURA:
3 minuti
Un ambienteverde in città
Per il ‘Prima e Dopo’ di questo mese, ci troviamo nella zona nord di Roma. Il cliente aveva acquistato un appartamento da ristrutturare al piano terra di un condominio, con un terrazzo, però, in pessime condizioni. Le piante di progetto si trovano esposte a nord, perciò sono state scelte specie come: Lysimachia nummularia ‘Aurea’, Digitalis purpurea ‘Foxy’, Dryopteris affinis,
Helleborus orientalis, Hosta sieboldiana ‘August Moon’ e molte altre. Le fioriere in muratura esistenti, costruite con vecchi blocchi di tufo, sono state smantellate e ricostruite con un sistema di impermeabilizzazione e di alleggerimento. Per la schermatura dai vicini, oltre a procedere con l’installazione di un frangivista in legno recuperato, è stata messa a dimora la Parthenocissus tricuspidata, un meraviglioso rampicante spogliante.
Fioriera in tufo pericolante e vegetazione errata per l’esposizione.
L’idea
Rendere uno spazio inizialmente invivibile, un luogo meraviglioso per tutti i componenti della famiglia; realizzando un’area pranzo, e un’area living per adulti, e una gioiosa area gioco per bambini, il tutto immersi nel verde pur rimanendo in città
prima
GESTIONE | prima&dopo 48 N°036
Pavimentazione esistente completamente in stato di degrado da sostituire.
Lo stato del terrazzo totalmente in degrado è stato riqualificato dallo Studio Urka con interventi minimi e funzionali a risolvere le problematiche esistenti rendendo fruibile e vivibile al massimo lo spazio esterno
Fioriera in muratura intonacata e dipinta di bianco impermeabilizzata e alleggerita.
dopo
di Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi
Sostituzione della vegetazione esistente con specie adatte ad ambienti in ombra.
Per saperne di più sul progetto vai al sito studiourka.com
Lo Studio Urka, composto dagli architetti del paesaggio Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi, con base a Roma, si occupa di progettare e realizzare spazi esterni per committenza pubblica e privata. Tra i punti di forza: un’elevata creatività mista a una sapiente conoscenza tecnica e al non volersi mai accontentare di realizzazioni mediocri.
GLI AUTORI
Spazio alla vista
Questo il leitmotiv del progetto realizzato da Francesco Adani, un giardino pensile in cui le specie vegetali sono state pensate per essere in sintonia con il paesaggio circostante colloquio di Rachele Pozzato con Francesco Adani
TEMPO DI LETTURA: 6 minuti
Un attico incorniciato da una splendida vista sulla catena del Monte Rosa e di tutta la zona prealpina, una piacevole intesa con il cliente per un intervento che fosse il più possibile naturale: questi i presupposti per la progettazione e la realizzazione di un terrazzo pensile di Francesco Adani, titolare di Ikebana.
FARSI ISPIRARE DAL CONTESTO
«Le potenzialità di questo progetto mi sono state evidenti da subito: un terrazzo abbastanza
PERCHÉ IL VERDE PENSILE
I giardini pensili negli ultimi anni si sono affermati sempre di più nel settore. Una pratica che si è conquistata grande popolarità a poco a poco, forte della sua resa estetica e della sua funzionalità. Il verde pensile permette infatti di sfruttare tutte le superfici godendo di non indifferenti benefici: da un miglioramento dell’isolamento termico o acustico e un buon risparmio energetico, fino alla mitigazione delle temperature e una gestione idrica più razionale. I giardini pensili, inoltre, aumentano il valore stesso degli immobili e creano ambienti e corridoi ecologici per animali e piante. Uno spazio, insomma, in grado di regalare benessere a chi lo vive e a chi lo circonda.
ampio, all’ultimo piano, che permette di tenere lontani sguardi indiscreti anche senza schermature vegetali eccessivamente invadenti», ci racconta Francesco Adani, giardiniere, progettista e titolare dello studio Ikebana a Castellanza, in provincia di Varese. «Inizio sempre il mio lavoro da una prima bozza esteticofunzionale: in questa prima fase definisco in modo abbastanza generale la struttura che avrà il giardino. In questo caso dai miei clienti, una giovane coppia, non ho ricevuto indicazioni precise, nessuna richiesta specifica. Penso sempre che lavorare in questo modo renda più complicata la parte successiva, quando è il momento di entrare nel dettaglio del progetto con la scelta delle specie, i profumi e i colori che ci saranno nel giardino: si rischia sempre, con poche direzioni, di non incontrare il gusto di chi ha commissionato il lavoro. A guidare questa fase,
GESTIONE | la realizzazione
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Alcuni dettagli del giardino finito.
poi, è necessariamente anche il budget messo a disposizione, da considerare quando si selezionano le specie. In questo caso, però, il filo conduttore è stata l’ispirazione proprio dal luogo e dalla natura, su cui mi sono trovato in piena sintonia con i proprietari di casa, permettendomi di tirare fuori in questo progetto tutte le potenzialità che mi avevano colpito inizialmente del contesto. Ho progettato lo spazio pensando proprio all’aria, al
IKEBANA, LA PASSIONE CHE DIVENTA MESTIERE
vento, allo spazio libero. Il desiderio era quello di lasciare aperta la vista sulle catene montuose sullo sfondo, senza esemplari che ne bloccassero la visuale. Così, solo poche zone laterali sono state piantumate con arbusti, per garantire privacy. Per tutti gli altri spazi, abbiamo optato per bordure miste di perenni morbide, in contrasto con forme più rigide,
Dopo gli studi in agraria e le prime esperienze nel settore, Francesco Adani si è gettato a capofitto nello studio e nell’approfondimento, per sfruttare appieno la potenzialità di questo mestiere. Arriva così, nel tempo, l’idea di trasformare quello che era un negozio di piante in uno studio di progettazione. Ikebana è comunque molto di più, una vera e propria fucina creativa che fa da collante a tutte le attività di Francesco: dalla progettazione e realizzazione di giardini e terrazzi, arboricoltura, pareti vegetali e giardini pensili, come in questo caso, fino all’organizzazione e docenza di corsi rivolti sia ai professionisti, sia agli appassionati. «Dedico tutt’oggi moltissimo tempo all’aggiornamento, allo studio e alla ricerca: è l’unica strada per tutelare e valorizzare il verde, un mondo a cui oggi, mai come prima, spetta un ruolo da protagonista», ci dice infatti: «È fondamentale che i nostri giardini e i nostri alberi siano pensati e gestiti da figure professionali serie e preparate».
Il dettaglio della parete con rosa e gelsomino a copertura.
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Visita il sito ikebanafioriegiardini.it per più informazioni
quasi a voler “pennellare”, in punta di piedi, una vista già straordinaria». Una progettazione naturale è in pieno stile Ikebana, infatti, come ha modo di raccontarci Francesco durante il resto dell’intervista, una cifra che si rivede molto in questo giardino pensile.
ACCORGIMENTI E CRITICITÀ
U N GIARDINO NATURALE
Era già presente, sul terrazzo, il substrato con l’impianto idrico, imponendo dunque di adattare il disegno complessivo del giardino a una profondità massima tra i 20 e i 40 centimetri. Un fattore che ha necessariamente vincolato la scelta delle specie presenti. Per fermare la vista lateralmente sono stati scelti esemplari più massicci che per il resto dello spazio, con una zona a siepe mista. Qui, per ovviare al problema della profondità è stata leggermente tagliata la zolla, creando una struttura “a collinetta” con il terriccio. Per il resto del progetto, invece, sono state scelte bordure unicamente di graminacee e perenni. “Erbe danzanti”, come le chiama Francesco: in un ultimo piano, esposto come questo, il vento è protagonista delle dinamiche degli spazi aperti. Volendo quindi mantenere la direzione di un progetto naturale, le bordure sono state selezionate pensando proprio a sfruttare il movimento delle piante al vento. Sul terrazzo è poi presente anche una pergola bioclimatica, una struttura in vetro per “abitare” l’attico, e intorno alla quale sono state piantumate delle aromatiche: una scelta funzionale, da un lato, vista anche la presenza di un barbecue grazie al quale poter riportare i profumi del giardino in tavola, ma anche scenica dall’altra, proponendo aromatiche da fiore insieme alle più tradizionali, passando così dall’Allium Schoenoprasum, comunemente noto come erba cipollina, al timo, la salvia o la Santolina.
Nella zona più in ombra, invece, si è optato per tocchi di colore, con le tonalità blu dell’Hydrangea macrophylla, geranio e iris japonica e una parete con gelsomini e rose a copertura, in un mix dal tocco audace e affascinante.
Progettare e realizzare un giardino pensile richiede competenza e professionalità, oltre che consapevolezza degli strumenti a propria disposizione. Innanzitutto, è fondamentale conoscere la portata della soletta, il suo stato e il tipo di guaina impermeabilizzante. Come in questo caso, lo spessore può influenzare significativamente il tipo di giardino che si andrà a realizzare. Tra gli altri fattori da tenere in considerazione nella scelta della vegetazione, anche zona climatica, esposizione, disponibilità idrica e manutenzione.
GESTIONE | la realizzazione
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La preparazione del terreno per la posa del prato.
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Scoprire come stimolare la mente e accrescere il nostro benessere grazie alla natura: questo l’obiettivo del nuovo volume di Kendra Wilson, per Edizioni Lswr, Il giardino per i sensi - Quando il giardino calma la mente e risveglia l’anima di Rachele Pozzato
Il giardino per i sensi
Visita il sito edizionilswr.it per saperne di più GESTIONE | la lettura
Quando coltiviamo piante, «tutti i nostri sensi nuotano nel piacere» osservava già nel 1618 lo scrittore di giardinaggio William Lawson. Gli studi più recenti oggi ci confermano poi quest’azione benefica portata dai giardini: il lavoro e l’esercizio all’aperto, gli odori, i sapori e i suoni della natura ci portano benessere e serenità. Ogni forma di vita di un giardino, dalle specie vegetali a quelle animali, quando stiamo in ambienti verdi, contribuiscono ad acuire i nostri sensi. Ed è proprio da questa consapevolezza che parte Kendra Wilson, giardiniera e autrice di testi specialistici sui giardini, nel suo nuovo
DK Editore.
volume Il giardino per i sensi - Quando il giardino calma la mente e risveglia l’anima. Una maggiore consapeolezza dei sensi nel giardino risveglia la mente, per riscoprire la natura insieme al benessere. «Sono indubbi gli effetti sul benessere anche della nostra mente – spiega l’autrice – e con questo volume aiuto il lettore a prestare più attenzione al proprio giardino, accompagnandolo verso scelte che porteranno ad apprezzare le piccole cose». Un volume per indagare la connessione tra mente e ambiente e scoprire, per ognuno dei cinque sensi, come meglio organizzare gli spazi del giardino e quali fiori, piante e alberi scegliere. Un testo ricco di spunti per proporre un concetto di giardino rivisto alla luce della profonda connessione tra uomini e natura.
I L TATTO
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«Toccando le piante, imparerai a conoscere la consistenza del giardino. Ne comprenderai la © DK Editore. 54 N°036
forma, la struttura e il movimento», spiega l’autrice. Tra le specie che più stimolano questo senso, il Rubus cockburnianus: un rovo puramente decorativo, che nasconde un sottopelo rosso che si sposa bene con gli steli infuocati del Cornus sanguinea, che una volta potato brilla di rosso e ambra. O ancora, piante boschive come la Dicentra formosa o la felce, che solleticano il tatto con la loro texture.
I L GUSTO
«Se hai alberi da frutto ed erbe longeve, non devi fare molto se non goderti i loro sapori»: e quale miglior specie se non i lamponi, che maturano in autunno mantenendo un sapore deciso per tutta
l’estate. Un’alternativa potrebbe essere l’Acetosa Rumex acetosa, nota nel nord Italia come “pan e vino” perché la foglia grossa che viene mangiata durante la potatura degli ulivi ha un potere dissetante e saziante. Le foglie giovani possono essere aggiunte all’insalata mentre quelle più vecchie vanno cotte come gli spinaci.
L’OLFATTO
«Gli odori possono distrarci da quello che stiamo facendo, riportarci con la memoria a momenti e luoghi preziosi della nostra vita, oppure creare nuovi ricordi; nessun altro senso riesce a farlo», ricorda Wilson. Per facilitare questo esercizio la scelta è ampissima, dalle rose arbustive, inglesi, rampicanti o la lonicera, che nelle varianti olandese e americana hanno una profumazione molto intensa.
© DK Editore. 55 N°036
GIARDINO IN FIORE
Una selezione, direttamente
di Rachele Pozzato
Inauguriamo anche questo nuovo anno portando su queste pagine i consigli degli esperti di Fondazione Minoprio. Tra le proposte botaniche di questo primo numero del 2023 si possono trovare diversi spunti e curiosità su quattro specie, che danno il loro meglio nei giardini e negli interventi all’aperto.
LA FONDAZIONE
La Fondazione Minoprio prende vita a Villa Raimondi, sorta nella seconda metà del ‘700, dove hanno sede oggi gli uffici direzionali. Affreschi e fregi ottocenteschi sono circondati da una tenuta di circa 60 ettari tra parco storico, agricolo e naturalistico. Una vera chicca a 25 chilometri da Milano e 10 da Como, proprietà della Regione Lombardia che le gestisce proprio attraverso la Fondazione. Nella tenuta hanno sede anche il centro scolastico, l’azienda agricola didattico sperimentale con le sue strutture produttive. Il parco botanico misura ben sette ettari, con oltre 300 essenze arboree principali e circa 1600 arbusti e alberi minori. Un tesoro per il mondo verde, insomma, ricco e curato in tutti i suoi dettagli.
in collaborazione con
il sito per saperne di più! 56 N°036 GESTIONE | formazione/1
dagli studiosi di Fondazione Minoprio, di specie fiorite per arricchire gli spazi all’aperto a cura
Visita
Rami fioriti
Il Siliquastro è un albero deciduo che raggiunge gli 8 metri,con una corteccia bruna, le foglie semplici e glabre e fiori peduncolati, raccolti in fascetti densi inseriti direttamente sul fusto sui rami vecchi. Spesso il Siliquastro si trova come elemento ornamentale in parchi e giardini, ma anche in alberature urbane, proprio per le abbondanti fioriture che lo contraddistinguono. È noto anche come “l’albero di Giuda”: una leggenda narra infatti che proprio sotto un Siliquastro Giuda Iscariota diede a Gesù il bacio del tradimento, e che, travolto dal rimorso, sempre ai suoi rami si impiccò poi.
Un fiore inaspettato
Un bubo ovale, dal quale nascono grandi infiorescenze globose nei toni del rosa e del porpora, con foglie nastriformi e sottili e abbondanti frutti: stiamo parlando dell’aglio ornamentale, una pianta già nota fin dai tempi degli antichi greci e romani e che con il comune aglio condivide il tipico acre odore. Un’ottima aggiunta ai progetti di giardini, orti botanici e balconi, anche in vaso, proprio per la sua versatilità. Non teme il freddo e tollera temperature che scendono fino ai 3°C.
Da terre lontane
Quella più conosciuta è senza dubbio la varietà nei toni del blu, ma ne esistono diverse, anche in bianco o viola, sempre nella classica e caratteristica forma a ombrello: proprio i suoi fiori, hanno reso celebre l’Agapanto, noto anche come Giglio del Sud-Africa, da dove proviene. Il suo uso più comune è quello in vaso, ma si può trovare anche in aiuole e giardini. L’Agapanto preferisce posizioni soleggiate, pur tollerando anche l’ombra, e terreni fertili e ben drenati.
Un tappeto rosato
L’Erica è un arbusto tipico delle Alpi e delle zone settentrionali, presente fino a 2500 metri di quota in pendii sassosi e soleggiati, nelle zone aperte e luminose di boschi di conifere, anche se si può trovare, spontanea, anche in pianura. Si tratta poi di una pianta colonizzatrice, usata spesso per il recupero di ambienti degradati, proprio per la sua capacità di adattarsi a terreni acidi ma anche calcarei. L’Erica è anche una pianta mellifera, che dà un prodotto particolarmente pregiato.
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Progettare e re “stanze all`
I giardini pensili sono ormai sempre più diffusi: proprio per questo la Scuola Agraria del Parco di Monza ha pensato a un corso specifico, per scoprire ogni aspetto di queste aree verdi di Giovanna Cutuli
La realizzazione di giardini sui tetti è stata un’intuizione fin dall’antichità. A diventare famosa, per quelli che possono essere considerati i predecessori dei giardini pensili, è stata per prima la città di Babilonia, oggi territorio dell’Iraq. Sui testi di Storia del Giardino viene descritta la moderna visione del sovrano Mardonk-Appa Iddin (694 ca a.C.), che ordina di costruire i primi giardini sospesi, grazie a sofisticati interventi ingegneristici per trasportare l’acqua. Al lungimirante sovrano è anche attribuito un testo che, probabilmente, è il primo manuale di giardinaggio della storia,
che forniva consigli sulla coltivazione di spezie e piante aromatiche. Tempo, dall’antica Babilonia, ne è trascorso davvero tanto, ma i giardini pensili sono cresciuti nei secoli fino a diffondersi in tutto il mondo.
N UOVE ESIGENZE
La richiesta di progettare e allestire una stanza all’aperto, da vivere non più come accessorio, bensì come il prolungamento della propria abitazione, è ormai sempre più popolare. Nuovi stili di vita, spinti da eventi come la pandemia che ha costretto in casa milioni di persone, o come il cambiamento
58 N°036 in collaborazione con
GESTIONE | formazione/2
alizzare aperto”
climatico, con il mitigarsi delle temperature e la riduzione delle precipitazioni, invitano le persone a utilizzare maggiormente gli spazi all’aperto. E i giardini ritornano assoluti protagonisti dei nuovi stili di vita green
U N CORSO AD HOC
Proprio per incontrare queste esigenze, a marzo inizierà la seconda edizione del corso “Balconi e terrazzi: soluzioni tecniche e artistiche” organizzato dalla Scuola Agraria del Parco di Monza. Uno dei temi principali, trattati da docenti qualificati, sarà l’organizzazione dello spazio per imparare ad affrontare le criticità di ogni spazio e contesto, assecondando allo stesso tempo i desideri dei proprietari.
Il corso si articola in diversi moduli didattici, nei quali si scoprirà che il terrazzo non è solo un luogo dove far crescere le piante, ma un ambiente dove vivere nuove esperienze, da soli, in famiglia e con gli amici. Vasi e contenitori, arredi funzionali e decorativi, impianti controllati di irrigazione a basso consumo, sistemi scenografici di illuminazione, aspetti progettuali e gestionali: gli argomenti saranno moltissimi e verranno affrontati nel corso delle sei giornate di lezioni teoriche e di pratica, nella sede formativa di Monza. Non mancano poi le lezioni più articolate, come la scelta dei materiali tecnici e delle aziende fornitrici. Strati drenanti, guaine antiradice, teli filtranti e terricci miscelati con sostanze nutrizionali sono conoscenze fondamentali, che un tecnico deve necessariamente possedere per creare un giardino sostenibile e in sicurezza. Tra i temi prioritari le conoscenze botaniche e l’abilità di scegliere le piante più adatte per balconi e terrazzi.
LE SCELTE GIUSTE
Il contesto nel quale lo spazio si trova, e la necessità di coltivare piante sempre più rustiche, resistenti
Per maggiori info, visita il sito monzaflora.it
al caldo e alla siccità prolungata, al freddo e al vento, sono le premesse per progettare ogni spazio nel migliore dei modi. Piante quindi con poche esigenze, ma allo stesso tempo eleganti e scenografiche, in grado di creare un impatto visivo armonioso con gli interni dell’abitazione e con il paesaggio circostante. Le proposte dei vivaisti italiani ed internazionali sono davvero numerose, spaziano tra mediterranee, profumate e sempreverdi, ormai resistenti ai nuovi cambiamenti climatici, o ancora le graminacee ornamentali o le perenni, interessanti perché richiedono poche cure ma sono, allo stesso tempo, estremamente vigorose. Non manca l’opportunità di introdurre in terrazze e giardini pensili le piante arboree, come nel Bosco verticale di Milano, diventato un modello per altre città italiane ed estere. Interessante anche la possibilità di ambientare piante da frutto, da coltivare in vaso, o ortaggi da coltivare in cassoni. Un corso, insomma, di durata breve ma assolutamente completo nei suoi contenuti, per un giardiniere che sappia proporre nuove soluzioni e nuovi spunti e idee per l’outdoor.
Se sei interessato, contatta la segreteria corsi all’indirizzo segreteriacorsi@monzaflora.it, chiama al 039.5161201-2, o scrivi su Whatsapp al 329.1016843
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I primi vent’anni dell´albero
Professionalità,
ricerca e buone pratiche: quest’anno la Società Italiana di Arboricoltura
TEMPO DI LETTURA:
3 minuti
Iprimi 20 anni della Società Italiana di Arboricoltura sono stati celebrati lo scorso 19 novembre, a Torino: la SIA si costituiva, infatti, nel 2002 dalla sezione italiana dell’International Society of Arboriculture (ISA), la più grande associazione professionale dei professionisti della cultura e della conservazione degli alberi, attiva in Italia dal 1994. Una giornata densa di significati e prospettive, in cui nulla è stato lasciato al caso: neppure il luogo, con la scelta di Torino proprio perché punto di riferimento per le città italiane, e non solo, per la gestione del verde pubblico e in particolare delle alberate. Il 21 novembre, inoltre, si celebrava la Giornata Nazionale degli Alberi, istituita con una legge della Repubblica Italiana entrata in vigore dal febbraio 2013, con l’obiettivo proprio di valorizzare l’importanza del patrimonio arboreo e di ricordare il ruolo fondamentale ricoperto da boschi e foreste. Una ricorrenza che ha fatto da tramite per ricordare
di Rachele Pozzato
e tenere presenti gli obiettivi conseguiti in questi due decenni, così come quelli da raggiungere nei prossimi.
CAMBIAMENTI CLIMATICI, IL RUOLO DELL’ARBORICOLTURA
Alla tavola rotonda, che ha coinvolto alcuni dei precedenti presidenti della Società Italiana di Arboricoltura e dell’Italy Chapter dell’International Society of Arboriculture, insieme ai rappresentanti delle organizzazioni e delle associazioni che hanno condiviso con SIA le attività degli ultimi anni, c’è stato così modo di ricordare il ventennio trascorso e fare il punto sui prossimi obiettivi. Ospitati dalla città di Torino, così, questo importante anniversario è stato celebrato con un dibattito sul tema “Il contributo dell’arboricoltura alla luce dei cambiamenti climatici”. Prima di tutto un momento di festa, insomma, ma anche di riflessione sulle sfide del futuro per le quali la ricerca, la
ha festeggiato un importante traguardo, cogliendo l’occasione per fissare i prossimi obiettivi
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di cultura
formazione, la professionalità, l’applicazione e la condivisione di buone pratiche saranno sempre più determinanti per gestire al meglio gli alberi delle città. Sfide future che si sono delineate proprio in questi anni e ancor di più negli ultimi mesi, che spingono a una sempre più attenta e concreta riflessione proprio sui cambiamenti climatici, i cui effetti negativi si abbattono anche sugli alberi imponendo la ricerca di modelli diversi di progettazione, gestione e cura.
FARE RETE
Negli ultimi 20 anni l’arboricoltura è infatti andata incontro a una crescita a ritmi serrati, sempre più coinvolta nella quotidianità, sia nel privato sia nelle amministrazioni. Complice di questo nuovo ruolo centrale, certamente una riscoperta sensibilità verso il verde. La direzione a livello internazionale è infatti quella di città sempre più verdi, che impone un sempre maggiore impegno per i professionisti e i tecnici coinvolti dalla gestione del verde urbano, per l’aumento della presenza di piante e alberi, per mitigare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici, ma anche dal punto di vista della produzione delle piante necessarie ad incrementare la foresta urbana. Tutte tematiche in cui da sempre SIA investe energia, professionalità e competenza, insieme alla rete associazionistica del settore, come quella con Assofloro: «Un lavoro di squadra che ha permesso, in questi ultimi anni, di spostare il dibattito dalle nicchie della filiera ai tavoli istituzionali, imponendo una nuova riflessione sulle tematiche ambientali, con un approccio sempre concreto. Per i prossimi anni, dunque, la sfida è quella di continuare la strada già intrapresa con sempre più risorse e consapevolezza», come ci racconta il presidente di SIA Andrea Pellegatta.
STRUMENTI PER COGLIERE OGNI OPPORTUNITÀ
Un’azione fondamentale per cogliere le opportunità che si stanno presentando in questi mesi. Come per esempio i bandi e i fondi
Pnrr: «una nuova disponibilità economica che il settore deve essere in grado di cogliere, per garantire la partecipazione e il coinvolgimento delle aziende e dei professionisti italiani, dalla progettazione alla produzione, fino alla manutenzione delle alberature nelle nostre città. Un punto su cui si insiste molto, infatti, è la pianificazione: fondamentale per colmare un gap ancora esistente e assicurarsi di sfruttare appieno tutte le nuove possibilità, garantendoci un verde di qualità, italiano e in salute. Se mancano infatti le risorse per rispondere a questi bandi si rischia di perdere opportunità importanti, oltre che economiche in termini di qualità della vita».
Quella di Torino è stata dunque una giornata intensa, per celebrare i venti anni di un’associazione che ha contribuito in modo determinante a diffondere la cultura dell’albero in Italia e l’importanza di una gestione corretta e professionale del patrimonio arboreo delle nostre città. Un momento di condivisione e di incontro tra i soci insieme ai rappresentanti di enti ed organizzazioni, che sono intervenuti per condividere e sottolineare la necessità di raccogliere le forze per affrontare le sfide importanti a cui guarda il settore per i prossimi anni e in cui la Società Italiana di Arboricoltura prevede di continuare a giocare un ruolo centrale, in una solida rete al fianco di associazioni e professionisti.
Società Canottieri Esperia di Torino, dove si sono svolte le celebrazioni per i 20 anni di SIA.
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Per saperne di più visita il sito isaitalia.org
Tra i progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, anche il restauro e riqualificazione del Parco Storico di Villa del Grumello
di Anna Zottola
V“is medicatrix naturae”, la forza guaritrice della natura, è il progetto con il quale l’Associazione Villa del Grumello, che opera a Como, si è aggiudicata uno dei primi posti nella graduatoria nazionale dei progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’investimento, promosso dal Ministero della Cultura, interviene sui “Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici “- di cui abbiamo raccontato nei numeri 33 e 34 della rivista.
Il titolo del progetto richiama le tesi del medico e filosofo Ippocrate, che riconosceva nella Natura una vera e propria forza guaritrice: un’intuizione più che mai veritiera, che oggi siamo spinti ad applicare, con le necessarie competenze, nei diversi ambiti della vita. Un progetto, insomma, peculiare e di esempio, che ha avvisato i lavori di cantiere a febbraio scorso, nel rispetto delle condizioni fissate dal bando.
CONTESTO DEL LUOGO
Villa Celesia, insieme al suo Parco, prende il nome dai suoi ultimi proprietari, tra i quali il giovane naturalista Paolo Celesia, che ne ha disegnato l’attuale impianto romantico del parco, ed è citata nelle numerose guide delle Ville del Lario, sotto il nome di Villa del Grumello. Attualmente di proprietà dell’Azienda Ospedaliera
S. Anna di Como, dal 2006 è gestita da un’Associazione che ha tra le sue principali finalità la promozione e la divulgazione di
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attività culturali, scientifiche e didattiche. Ogni iniziativa programmata dall’Associazione richiama un tema botanico, o naturalistico, per mantenere le indicazioni del lascito testamentario della Contessa Giulia Celesia, che regola la volontà di conservare e valorizzare il parco, in modo perpetuo. Affacciata sul primo bacino del Lago di Como, la residenza del Grumello aderisce al network di Grandi Giardini Italiani ed è parte del “Chilometro della Conoscenza”.
LE CARATTERISTICHE DEL PARCO
Il parco storico, la cui superficie si estende complessivamente su 4 ettari, è adagiato su un declivio. Oltre a potervi accedere dal Lago, vi si accede da un ampio filare di Magnolie, per articolarsi successivamente in radure che alternano per lo più conifere secolari a collezioni di arbusti. Tra le piante storiche si possono trovare gli spettacolari alberi monumentali di Cedrus deodara e Ginko biloba, un gruppo di Pini domestici, Cipressi o Tassi. Tra gli arbusti si formano macchie di diversi generi e specie botaniche di Aster, Anemoni, Azalee e Rododendri. Tra le raccolte vegetali catalogate vi si trova poi una delle collezioni più assortite in Italia di Ortensie. Da uno dei tre percorsi in salita si incontra un laghetto di ninfee, ed una serra fredda, le cui
Vis medicat un nuovo pr
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gli articoli sullo sfogliabile digitale
pareti interne sono rivestite dal rampicante Ficus repens, piacevolmente diffuso nelle ville storiche lariane.
All’esterno, la struttura in vetro, utilizzata per iniziative culturali e celebrative, si affaccia ad una Canfora - Cinnamomum canphora, di rara bellezza. Non manca la presenza di un orto di erbe officinali, recentemente introdotto in preparazione alle celebrazioni dell’eclettico filosofo e naturalista comasco Plinio Il Vecchio, previste proprio nel corso di quest’anno. Gli eventi che richiameranno il bi-millenario della nascita dell’autore della “Naturalis historia”, la prima enciclopedia di botanica, agricoltura e scienze naturali giunta fino a noi, saranno un’occasione importante di promozione della storia delle piante officinali. Gli altri percorsi, situati nella parte più alta, presentano un carattere forestale, ma di altrettanto valore.
Purtroppo gli effetti causati dalla globalizzazione, con l’abolizione di ogni confine per i parassiti delle piante e, gli effetti causati dai cambiamenti climatici, in particolare con le stagioni di prolungata siccità, o gli eventi calamitosi di particolare forza, hanno indebolito fortemente le piante del parco, favorendo l’introduzione e la diffusione di diverse patologie. I fattori climatici hanno anche causato erosioni del suolo, rendendo impraticabili i sentieri del parco in più punti.
IL CHILOMETRO DELLA CONOSCENZA
Si tratta di un percorso botanico pedonale, lungo un chilometro, che collega tre importanti residenze storiche del Lario attraverso un partenariato sia pubblico sia privato: il parco della Villa del Grumello, il Parco di “Villa Olmo”, e la proprietà privata della Fondazione Antonio Ratti “Villa Sucota”. Il progetto, ideato e finanziato dalla Camera di Commercio di Como e Lecco, ha una grande valenza sociale, perché consente ogni giorno, a persone di ogni età, di scoprire e di attraversare un itinerario “green”, godendo di un paesaggio di rara bellezza.
GLI INTERVENTI PREVISTI DAL PIANO
Il progetto, coordinato da una equipe di esperti, architetti, agronomi e tecnici giardinieri, consentirà di attuare un programma di risanamento complessivo e contemporaneamente di aumento e tutela della biodiversità. Dopo un accurato censimento botanico georeferenziato, si svolgeranno le indagini primarie di approfondimento dello stato fitosanitario e di stabilità degli alberi (Visual Tree Assessment). Partendo da questi risultati, il programma prevede di definire un piano di interventi di difesa mediante l’inserimento di trappole e azioni di lotta biologica sulle specie più sofferenti, oltre ad un piano agronomico, irriguo e di rigenerazione di tutte le specie coltivate. È previsto anche un progetto di regimazione delle acque, per poi eseguire i necessari interventi di messa in sicurezza e fruibilità lungo i percorsi del parco. Il progetto comprende inoltre la riqualificazione di un’area, attualmente di scarso interesse botanico, con la realizzazione di un giardino ex novo: il giardino delle farfalle. L’attenzione sulle farfalle nasce da studi approfonditi che indicano il pericolo di estinzione dell’insetto. Il giardino si comporrà di fiori e piante nettarifere secondo un preciso percorso legato alla vita delle farfalle. I lavori di cantiere, iniziati ormai un anno fa, vedranno la chiusura entro l’anno 2024. Allora sarà un’occasione per osservare da vicino i risultati del progetto “Vis medicatrix naturae”, che restituirà ai visitatori un ricco patrimonio verde e darà un contributo importante alla storia del territorio.
rix naturae, ogetto PNRR
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Buone intenzioni e buone pratiche
di Anna Zottola
Mentre un folto gruppo di scienziati appartenenti al World Climate Declaration (WCD) ritiene che il clima debba essere più un tema di natura scientifica, e meno di indirizzo politico, affermando che i cambiamenti climatici non siano da considerare un’emergenza, negli ultimi anni stiamo sempre più spesso assistendo a “falsi inverni”. Si tratta di stagioni con poche piogge e poca neve, con siccità di lunga durata e venti forti, che arrivano all’improvviso.
I giardini hanno reagito a questo fenomeno con piante morte o malate, suoli poco fertili, e professionisti del verde che, in questo ultimo triennio, non si sono mai fermati. I giardinieri, se non avessero un aiuto, non potrebbero andare più in vacanza, o non avrebbero più tempo per dedicarsi alla manutenzione del parco macchine, alla gestione delle piante in vivaio, piuttosto che alla contabilità. I giardinieri potrebbero anche non avere più tempo sufficiente per studiare, ispirarsi, pensare e progettare in modo diverso.
Se è corretto rispettare e preservare nei giardini ciò che del passato ancora esiste e si mantiene, è però altrettanto vero che non sempre sarà possibile proporre ricostruzioni fedeli dei giardini del passato. Probabilmente oggi piantare un giardino è diventata un’operazione eminentemente intellettuale, oggetto di ricerca e di metodo. Il giardino deve essere creato, e presentato, anche come uno spazio di proposte, di osservazione e di cure costanti. Le ragioni estetiche o le tendenze della moda, non sempre, ormai, possono essere le risposte giuste per ogni ambiente. Lo spazio, il suolo, il clima, il microclima e - aggiungerei - anche i costi, sono alcuni dei fattori che determinano le scelte prioritarie del giardiniere. Scelte che si rendono così necessarie, per coltivare un giardino in salute e in grado di raggiungere un giusto equilibrio, sostenibile e duraturo, dal quale tutti noi possiamo trarre beneficio.
L’OPINIONE 66 N°036