IL giardiniere 002 - Dicembre-Gennaio 2017 (complete)

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giardiniere

vo o nu

PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROGESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI

IL

Dicembre - Gennaio 2017

* Edizioni Laboratorio Verde srls - via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA)

Come gestire al meglio le squadre esterne e ottimizzare il costo della manodopera.

+TAPPETO ERBOSO +CANTIERE Come evitare stress termici

Dry garden, per un nuovo giardino naturale

IL FUTURO È NELLA ZOLLA In aumento il consumo di tappeto erboso pre-coltivato

LA NUOVA RIVISTA SMART ALBERATURE PER IL GIARDINIERE GESTIONE

OK cantieri, il nuovo gestionale di RP Soft 2 Nuovo sistema recinzione SERVIZIO A PAG. 31 Zenturo Super 3 5 innovativi prodotti top

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BIO-CONTROLLO, SEMPRE PIÙ EFFICACE


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giardiniere

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Bimestrale sulla progettazione, costruzione, gestione e manutenzione professionale spazi verdi

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EDITORIA LE | 1

Non potevamo aprire il nuovo numero del giornale con una notizia migliore: finalmente (!), con l’ultimo Collegato Agricoltura, è stata introdotta la figura professionale del costruttore e manutentore di spazi verdi. Del giardiniere, insomma! Un risultato storico, visto che fino a oggi per poter svolgere questo lavoro non era necessaria nessun tipo di qualifica, quantomeno sulla carta, e anche a livello giuridico l’inquadramento era poco chiaro. Non mancheranno i risvolti di interesse nazionale, oltre che per l’intero indotto. E questo ci spingerà a essere ancora più professionisti e competenti. E anche noi abbiamo cercato di farlo con il nuovo IL giardiniere. A partire dall’articolo di apertura, che fa una fotografia su un trend sempre più diffuso, il dry garden, tanto che nascono le prime produzioni dedicate, come quella di Piante Mates a Orbetello. Luca Agosti, nel suo appassionato racconta, ci dice che il dry garden è un nuovo modo di interpretare gli spazi verdi, in un’ottica più sostenibile e consapevole. Un giardinaggio che nasce dall’osservazione attenta della Natura, dove le piante, lungi dall’essere attrici passive del progetto, diventano alleate da convincere e attente collaboratrici. C’è poi un altro trend, un po’ più tecnico, sul quale si sofferma Valerio Pasi, legato all’utilizzo del prato in zolla. Negli ultimi anni sta aumentando il consumo di tappeto erboso pre-coltivato, sempre più apprezzato sia in ambito pubblico, sia privato. Uno dei motivi principali di questo incremento? Sta nel fatto che si tratta di una soluzione più idonea per rispettare la nuova normativa PAN. E di tecnica, innovativa, si parla anche nell’articolo di Camillo de Beni sul bio-controllo per le alberature. È ora disponibile un raffinato e moderno strumento tecnico alla portata del giardiniere che sfrutta le conoscenze sul Trichoderma, fungo antagonista per la cura di funghi agenti di carie del legno e di marciumi radicali. Poi c’è la sezione SMART, con un nuovo strumento informatico per la gestione dei cantieri, cinque nuovi prodotti top, una particolare recinzione per esterno e una pavimentazione derivante dal bambù. Abbiamo fatto un giornale che ci piace (e spero piaccia anche a voi), pensato in quell’ottica di professionalità e competenza. Buona lettura! di Francesco Tozzi

@Lab_VERDE N°002

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EDITORIA LE | 2

I VANTAGGI /1 • Fornisce importanti potenzialità di immagazzinamento e stoccaggio di anidride carbonica (2,45 - 4,1 tonnellate di CO2/ha/ anno) • Consente continuità paesaggistica tra campagna e città

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IL PRATO FI O INVADE LA C

utti noi, soprattutto da piccoli, abbiamo vissuto la piacevolezza e la pace, quando ci si sdraiava su un prato fiorito a naso all’insù, per osservare il cielo, senza essere osservati. Una sensazione di sentirsi accolti e coccolati in cui i pensieri e i sogni si fissano in un tempo che è senza tempo.Ogni volta che vedo in campagna o in città un piccolo prato fiorito quella sensazione ritorna. In questo secondo incontro ho pensato di dare uno spunto di riflessione sul tema del prato fiorito come opportunità di colore, e non solo, al verde delle nostre città; anche perché nel mio peregrinare nel nostro caro e vecchio continente sempre più scopro angoli, fioriere o periferie rivestite da diversi miscugli di prato fiorito. Recentemente ho partecipato a un interessante ciclo di seminari, “Strategie per una pianificazione del Nuovo Sistema Rurale in una Visione Agroeco-

ALCUNE VARIETÀ Sei delle specie più diffuse e idonee per la realizzazione di prati fioriti.

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sistemica”, organizzato dalla Federazione Regionale ordini dottori forestali agronomi della Lombardia e diretto da Paolo Lassini, nel quale si proponeva una visione agro sistemica del territorio e della pianificazione del verde urbano, quale macro componente vegetale del sistema rurale con una funzione ecologica, di mitigazione ambientale, di rigenerazione urbana. E in questa visione si inserisce perfettamente il concetto di multifunzionalità dei prati fioriti definito dall’ OECD (Organization for Economic Cooperation and Development) nel 2001: “…un’attività che dà luogo a più prodotti congiunti e, in virtù di questi, contribuisce a raggiungere vari obiettivi sociali”. Dunque è tempo di allargare la propria visione di verde urbano e di nuova attività da giardiniere, legata a migliorare la qualità della vita delle persone, educandole alla bellezza della biodiversità e riavvicinandole alla cultura agricola delle nostre terre. Tanti sono i vantaggi di un prato fiorito, tra cui quello di creare micro ecosistemi, creare una continuità paesaggistica tra campagna e città e garantire un risparmio dei costi gestionali: dalle risorse idriche, riduzione degli sfalci e dei fertilizzanti e fitofarmaci alla manutenzione periodica. Il successo nasce dalla corretta tecnica operativa e dalla qualità del seme utilizzato, la scelta dell’area con il controllo sulla qualità del terreno, ma anche la scelta del miscuglio e del periodo di semina, la preparazione del terreno con la semina, la germinazione con la sua crescita e infine la manutenzione. Ad esempio un terreno dal suolo ricco, profondo e molto umido tenderà a favorire l’insediamento delle monocotiledoni, invece un suolo secco, ben drenato, favorirà lo sviluppo di dicotiledoni. I fattori limitanti sono l’ombreggiamento totale, mentre il parziale è possibile solo per alcuni mix di fiori, oppure il terreno troppo sciolto, sabbioso e


FI ORITO A CITTÀ I VANTAGGI /2 • Garantisce un risparmio dei costi gestionali (risorse idriche, riduzione degli sfalci e dei fertilizzanti e fitofarmaci, riduzione manutenzione periodica) • Alto valore ornamentale • Valorizza le di aree marginali di difficile gestione • Crea di micro-ecosistemi utili alla biodiversità • Riduzione del costo economico rispetto a un’aiuola classica • Funzione sociale e didattica

molto povero è da evitare se non si può irrigare. Ma lascio agli esperti del settore i necessari approfondimenti e consigli. A seconda del contesto possono essere sperimentati prati fioriti wildflowers, ovvero di fiori selvatici spontanei, soprattutto in aree vincolate di parchi regionali, oppure prati a pronto effetto sfruttando l’uso ornamentale delle specie autoctone, come accade oggi in molte parti d’Europa. Ho visto interessanti esempi in Francia, a Tallinn in Estonia, ma anche a Milano lungo le linee tranviarie o in prossimità di periferie.

Il prato fiorito valorizza le aree verdi marginali di difficile gestione I prati fioriti possono diventare dei luoghi di cucitura di aree verdi piccole in un tessuto antropizzato, ma non solo come appartenente alla minuta rete delle infrastrutture verdi, come pensavo anni fa, ma anche come piccoli spazi di sosta di accoglienza, piccole oasi verdi anche in centri storici. E non è sempre vero che non si può calpestare.

di Marilena Baggio


Il cantiere

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Nasce l’albo dei giardinieri

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Dry Garden, per un giardino naturale

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a cura di Filippo Terragni

cantiere

a cura di Filippo Terragni testo di Cristian Pisoni

a cura di Francesco Tozzi testo di Luca Agostini foto di Vittorio Peretto

34 Organizzati al meglio! 36 Contrasti per due

Il futuro è nella zolla

di Valerio Pasi

strumenti 24 Ortoterapia, il valore sociale del verde

di Marilena Baggio

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Fusione interno-esterno

smart 32 La gestione informatica del

abitazioni contrapposte di Filippo Terragni

38 Nuova pavimentazione derivante

dal bambù

di Filippo Terragni

gestione 40 Squadre esterne, snelle e dinamiche

di Matteo Ragni

di Matteo Ragni colloquio con Emilio Trabella

di Jurg Burger

30 Minimo sforzo, massimo risultato 44 Bio-controllo, sempre più efficace

48 4 dollari a testa

SOMMARIO N°002

di Camillo de Beni

di Marta Meggiolaro

50 Come utilizzare (bene!)

la motosega

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Tappeto erboso, come evitare stress termici

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a cura di Filippo Terragni

a cura di Filippo Terragni in collaborazione con ICL

GaLaBau 2016 chiude stabile su un alto livello di Filippo Terragni


DIRETTO DA Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net

scoperte 58 Ecco un nuovo acero

IN REDAZIONE Marta Meggiolaro / redazione@laboratorioverde.net COLLABORATORI Jessica Bertoni, Jurg Burger, Charles Lansdorp, Paola Lauricella, Stefania Medetti, Filippo Terragni, Filippo Tommaseo, Giorgio Barassi, Lucio Brioschi

di Matteo Ragni

59 Tripudio di colore

PROGETTO E GRAFICA Francesco Fedelfio / francesco.fedelfio@gmail.com

di Marta Meggiolaro

PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net

60 Argento, perché no?

di Marta Meggiolaro

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Consigli per il terrazzo di Mario Ferrarini

STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO)

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Scheda cantiere, strumento pratico

DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi

di Filippo Terragni

Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.

rubriche 05 Editoriale/1

Flortecnica e vivaismo è organo ufficiale di G.F.A. e associato a Horti Media Europe.

di Francesco Tozzi

ASSOCIATA AD

06 Editoriale/2

di Marilena Baggio

21 News 65 Machiavelli in giardino

di Anna Piussi

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e d i z io n i

SEGRETERIA E TRAFFICO Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net

Laboratorio

verde

Flortecnica e vivaismo è una rivista di Edizioni Laboratorio Verde srls. Fanno parte della stessa casa editrice: • GreenUp • Businessverde.com • IL giardiniere • Bio Agenda • Greenstyle • Bio Calendario Rappresentante e collaborazioni: • DIYandGARDEN.com • bricoliamo.com • Blossom Zine Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

abbonamento da 6+1 numeri: 30,00 Euro


CONTRIBUTI

MARILENA BAGGIO

Architetto, paesaggista, esperta in architettura del benessere e spazi a verde terapeutico. Ha collaborato dal 2002 al 2011 in qualità di docente Corso di Specializzazione in Idrologia Medica e coordinatrice del Corso Elettivo per studenti di Medicina e per il Centro di Bioclimatologia Medica e Medicine Naturali, Centro Collaborante OMS, Università degli Studi di Milano. Ha lavorato dal 1992 per Regione Lombardia come esperto in materia ambientale e di paesaggio presso le Direzioni Ambiente, Territorio e Urbanistica e Cultura.

VALERIO PASI

Da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all'agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: 1) consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; 2) valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; 3) attività inerenti le trasformazioni territoriali quali trasformazione di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; 4) consulenza alle pubbliche amministrazioni.

CAMILLO DE BENI

Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.

MATTEO RAGNI

Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader per la produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.

ANNA PIUSSI

Toscana d’America dall’elegante sensibilità maturata con un Bachelor of Arts presso New York University; seguito da un Phd in storia dell’arte presso la prestigiosa Oxford University, ci insegna come vedere il mondo e scoprire quello che di bello esiste. Garden designer, insegnante di storia di giardini. Medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.

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IL CANTIERE | leg islativo

l’alb o giardini e Nasce

Con il nuovo Collegato Agricoltura viene introdotta la figura professionale del costruttore e manutentore degli spazi verdi. Un risultato di interesse nazionale oltre che per l’intero indotto a cura di Filippo Terragni

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iconosciuta (finalmente!) la professione del giardiniere, di colui che si occupa della costruzione e manutenzione professionale del verde pubblico e privato. Un risultato storico, visto che fino a oggi per poter svolgere questo lavoro non era necessaria nessun tipo di qualifica, quantomeno sulla carta, e anche a livello giuridico l’inquadramento era assolutamente poco chiaro. Ora per poter esercitare la professione del giardinieri servirà una preparazione adeguata e riconosciuta ed esisterà un vero e proprio albo.

IDONEITÀ CERTIFICATA

La novità è stata introdotta dal nuovo Collegato Agricoltura approvato con la Legge n. 154 /2016. L’articolo 12, di fatto, inquadra l’esercizio dell’attività di manutenzione del verde. Nel dettaglio, l’attività di costruzione e manutenzione del verde pubblico e privato affidata a terzi può essere esercitata:

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b o dei i eri CHI POTRÀ ESSERE UN GIARDINIERE? Articolo 12, di fatto, inquadra l’esercizio dell’attività di manutenzione del verde. Nel dettaglio, l’attività di costruzione e manutenzione del verde pubblico e privato affidata a terzi può essere esercitata: • Dagli iscritti al registro ufficiale dei produttori, di cui all’articolo 20, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214. • Da imprese agricole, artigiane, industriali o in forma cooperativa, iscritte al registro delle imprese, che abbiano conseguito un attestato di idoneità che accerti il processo di adeguate competenze.

• Dagli iscritti al registro ufficiale dei produttori, di cui all’articolo 20, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214. • Da imprese agricole, artigiane, industriali o in forma cooperativa, iscritte al registro delle imprese, che abbiano conseguito un attestato di idoneità che accerti il processo di adeguate competenze. Insomma, come tutte le professioni, anche per quella del giardiniere servirà un’adeguata idoneità. In questo modo da una parte sarà tutelato l’operatore, proprio perché potrà vantare una professionalità certificata, e dall’altra il consumatore, in quanto saprà che sarà possibile rivolgersi a professionisti del settore. Questa nuova legge dovrebbe anche limitare il fenomeno sempre più diffuso degli “improvvisati”, che mettevano a rischio le competenze degli operatori qualificati e, casomai, far emergere almeno in parte il sommerso.

BASE GIURIDICA NAZIONALE

Una svolta che ha trovato il plauso di tutte le associazioni di categoria. Entusiasta Nada Forbici, presidente di Assofloro Lombardia che ha parlato di un “risultato storico”, arrivato dopo due anni e mezzo di lavoro tra le varie realtà associative e il Ministero dell’Agricoltura”. Di fatto si tratta di una vera e propria base giuridica nazionale sulla quale operare, e dovrà farlo ogni singola regione, in modo concreto, insomma declinare una definizione. Perché, in pratica, il giardiniere è colui che si occupa della realizzazione di parchi e giardini pubblici e privati e della loro manutenzione. Con il suo lavoro, cura la predisposizione del terreno ospitante, dalla messa a dimora delle piante sino alla realizzazione, in base a un progetto dato, di piccoli giardini; gestisce la manutenzione ordinaria, la potatura delle principali specie ornamentali, la riproduzione e moltiplicazione di piante e gli innesti. Infine, il giardiniere è in grado di fare un uso corretto delle attrezzature e dei macchinari specifici. Ecco, ora è scritto nero su bianco!

I LAVORI PRICIPALI • Cura la predisposizione del terreno • Messa a dimora delle piante • Manutenzione ordinaria • Potatura delle principali specie ornamentali • Riproduzione e moltiplicazione delle piante • Utilizzo attrezzature • Uso corretto macchinari

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IL CANTIERE | attualità

Dry Garden,

per un giardino naturale Un nuovo modo di interpretare gli spazi verdi, che potranno essere così più sostenibili e consapevoli. Mates Piante a messo a punto una linea di piante dedicate e un servizio per gli operatori a cura di Francesco Tozzi testo di Luca Agostini foto di Vittorio Peretto

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pesso, nei giardini, la scarsa piovosità è percepita come un limite alla fantasia progettuale. Sembra che non potendo disporre di piogge regolari o di un efficiente e onnipresente impianto di irrigazione automatico, siano precluse le possibilità di allestire degli spazi verdi gratificanti, densi di fiori e profumi. In questo approccio si denota una scarsa conoscenza delle dinamiche naturali e dell’“intelligenza” delle piante. Da un’osservazione attenta della Natura, non disgiunta da una giusta dose di umiltà, si può invece provare a ripensare questa materia, facendo in modo che le piante, lungi dall’essere attrici passive del progetto, diventino alleate da convincere, e nostre collaboratrici.


TERRENO, LAVORAZIONE PROFONDA

Il Dry Garden è l’espressione della filosofia del giardino naturale e del rispetto delle condizioni climatiche. Piante mediterranee e/o affini a tale ambiente, correttamente associate e scelte, ne accompagneranno il tracciato, creando un paesaggio dinamico nelle ore, nei giorni, nelle stagioni e negli anni, con un ridotto carico manutentivo rispetto a un verde di tipo tradizionale e con un preciso messaggio di attenzione, rispetto e comprensione della Natura, per la sua collettività. Alla base di tutto ciò, non possono che esservi, oltre all’osservazione, anche un attento studio delle strategie di sopravvivenza delle piante da clima arido, una lunga sperimentazione, la volontà di ripensare il giardino come una vera associazione di esseri viventi e anche una produzione vivaistica di qualità. Riguardo a quest’ultimo punto, tassello davvero assai importante per il Dry Garden, è l’avere a disposizione delle giovani piante dove l’apparato radicale sia ben più sviluppato della chioma e sia caratterizzato da un portamento verticale, condizione utile per un miglior sviluppo in profondità. Una prima lavorazione profonda del terreno nel sito d’impianto, oltre a decompattare la struttura, farà sì che la radice possa svilupparsi per cercare l’umidità che le necessità, nei momenti e nelle stagioni più asciutte. Al tempo stesso, un terreno più sciolto, è garanzia di un buon drenaggio e di assenza di ristagni d’acqua che sarebbero letali per questo tipo di vegetazione.

PICCOLI ECOSISTEMI

La manutenzione di un Dry Garden sarà indubbiamente più contenuta rispetto a una normale e classica sistemazione verde munita di impianto di irrigazione automatico. Le piante cresciute in questa situazione fortemente naturale saranno più robuste e meno bisognose di cure. Dal fogliame di alcune, arriveranno al terreno delle sostanze anti-germonanti, in grado di limitare la crescita di altre specie nelle immediate prossimità. Gli olii essenziali prodotti da altre piante, inoltre, sono di fatto una difesa dai predatori e, in caso di evaporazione, arrivano a garantire un microclima attorno al fogliame in grado di ridurre la temperatura. La conoscenza e lo studio di queste inter-relazioni e di questi processi, sono alla base di un nuovo modo di vedere i giardini, che potranno essere più sostenibili e più consapevoli. Nel quadro della sensibilità naturale che un Dry Garden riesce ad attivare, ben

L’AZIENDA Mates Piante è vivaio nato nel 1994 dalla riconversione di un’azienda agricola tradizionale, oggi coltiva piante mediterranee su una superficie di oltre 40 ettari. La produzione di giovani piante in alveolo o vasetto da ricoltivare è il punto di forza del vivaio. Le oltre 50 varietà di oleandro (Nerium oleander), la Polygala myrtifolia e la Polygala myrtifolia x oppositifolia ‘Bibi Pink’®, il Trachelospermum jasminoides con la novità ‘Star of Toscane’®, il Callistemon masotti ‘Mini Red’®, sono solo una piccola parte delle oltre 200 specie coltivate. Tutti i prodotti sono certificati dal marchio registrato “Talea Maremma” (Natural High Quality). L’ampia gamma di piante in contenitore da 3 a 30 litri è specifica per garden center, vivaisti, giardinieri, GDO, eccetera. Ultima, ma non meno importante, la coltivazione tradizionale di esemplari in pieno campo, direttamente venduti in zolla o fatti radicare in mastelli da 50 litri e oltre. www.matespiante.com - www.botanicaldrygarden.com N°002

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IL CANTIERE | attualità

IN BREVE • Utilizzo di piante mediterranee e/o affini a tale ambiente • Ridotto carico manutentivo rispetto al verde tradizionale • Attento studio delle strategie di sopravvivenza delle piante a clima arido • Utilizzo di giovani piante con apparato radicale ben più sviluppato della chioma • Determinante una lavorazione profonda del terreno • Manutenzione ordinaria più contenuta

si colloca un vero orto dove poter coltivare piante eduli, aromatiche e a fiore. La soddisfazione di coltivare senza ricorrere alla chimica e ottenendo frutta e verdura fresche e genuine, può regalare intime e autentiche gioie. L’equilibrio che si crea in un Dry Garden, tra insetti e loro antagonisti, si estende a questo spazio ordinato e racchiuso da una lieve recinzione in legno.

SPAZIO ANCHE PER L’ORTO

Così, con la linea BotanicalDryGarden, Mates Piante ha voluto dare un nuovo corso al giardinaggio, con giardini dall’elevato contenuto ambitale, che racchiudono al loro interno l’orto, con un richiamo anche ornamentale. E questo è di certo un nuovo stimolo per i giardinieri. Dall’esperienza maturata negli anni, il vivaio toscano, è in grado di progettare e costruire Dry Garden, con tanto di orto. Il concetto è semplice: si tratta di inserire degli orti coltivati in cassoni, costruiti in vari materiali e dimensioni su un substrato studiato appositamente da Mates Piante, fertile, ricco di

ALTERNATIVE AL PRATO Non è facile immaginare un prato diverso da quello all’inglese. A Botanicaldrygarden hanno messo a punto, dopo anni di sperimentazione, alcune alternative, che possono essere utilizzate da sole o combinate tra le diverse specie, che in breve tempo tappezzeranno la superficie del terreno. • Achillea crithmifolia • Lippia nodiflora var. • Cerastium tomentosum canescens • Convolvulus mauritanicus • Verbena peruviana • Cotula lineariloba • Verbena x hybrida • Dymondia margaretae • Thymus serpyllum ‘Elfin’ • Erodium manescavii • Zoysia tenuifolia • Frankenia laevis

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sostanza organica e soffice abbastanza da non richiedere lavorazione, una specie di permacoltura adatta a particolari esigenze, facile da mantenere e in linea con le moderne pratiche biologiche ecosostenibili. La recinzione perimetrale è l’elemento più caratterizzante ed evidente di questi orti. Indispensabile per poter ricreare quel clima da hortus conclusus regolare e preciso, che tanto affascina nei giardini monastici del passato. Deve essere realizzata completamente a mano, usando legname di qualità trattato in autoclave, con graziosi cancellini d’ingresso, può essere verniciata a seconda dei gusti o lasciata al naturale. Il disegno interno si adatta alle esigente del cliente e allo spazio esistente, mai uguale, discreto e generalmente simmetrico, i viottoli sono percorribili in ogni momento anche dopo forti piogge, possono essere completamente lastricati o ricoperti con i materiali più diversi. L’irrigazione è a goccia, automatica o settoriale, con ogni zona escludibile dal sistema e ha turni irrigui modulabili a seconda dello sviluppo della tipologia degli ortaggi. E così prende forma il nuovo giardino, il Dry Garden, con tanto di orto.



IL CANTIERE | tecniche

IL FUTURO È NE LL Aumenta il consumo di tappeto erboso pre-coltivato, sempre più apprezzato sia in ambito pubblico, sia privato. Una soluzione idonea anche per rispettare la nuova normativa PAN di Valerio Pasi

Posa di tappeto pre-coltivato su grandi superfici.

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egli ultimi otto-dieci anni abbiamo assistito a una sempre maggiore diffusione dell’utilizzo di tappeto erboso pre-coltivato, ovvero del tappeto erboso in zolle, da posare dopo aver preparato il terreno nello stesso modo della semina tradizionale e a pronto effetto, calpestabile già dopo pochi giorni. Mentre in passato l’uso del tappeto pre-coltivato era limitato a pochi e limitati utilizzi, nei campi da calcio e negli impianti golfistici, ora è diffusamente e ampiamente utilizzato, su superfici variabili da pochi metri quadrati sino a diverse migliaia di metri quadrati, con destinazioni che variano dai tappeti erbosi ornamentali alle coperture tecniche (consolidamenti di scarpate, infrastrutture, eccetera).

SEMPRE PIÙ DIFFUSO

La coltivazione del tappeto erboso a zolle è sempre più diffusa: in Italia vengono coltivati circa 200 ettari, con superfici aziendali medie attorno ai 25 ettari, distribuite abbastanza capillarmente in tutto il territorio, per la sussistenza di molte aziende a conduzione familiare che possono arrivare anche fino a 30 ettari di superficie. Con questa diffusione e queste superfici anche il prezzo di vendita si è ridotto e allineato grosso modo tra i 3,50 e i 4,00 euro per metro quadrato, diventando così competitivo nei confronti del tappeto erboso realizzato tradizionalmente con semina diretta nel sito di impianto. Non per nulla, i lotti medi di fornitura oscillano tra i 100 e i 150 metri quadrati e hanno come acquirente tipo il giardiniere. Da ciò possiamo dedurre che la maggior parte delle forniture è utilizzata


NE LLA ZOLLA LE RESTRIZIONI DEL PAN La nuova normativa PAN, recepita in Italia con il Decreto Ministeriale del 22 gennaio 2014 vieta di fatto l’utilizzo in ambiente urbano (esempio: parchi e giardini pubblici, campi sportivi, aree ricreative, cortili e aree verdi all’interno e confinanti con plessi scolastici, parchi gioco per bambini, superfici in prossimità di strutture sanitarie, piste ciclabili, zone di interesse storico-artistico e paesaggistico e loro pertinenze, aree monumentali e loro pertinenze, aree archeologiche e loro pertinenze, aree cimiteriali e loro aree di servizio) di qualsivoglia prodotto fitosanitario, sia erbicida che fungicida, insetticida e acaricida nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili. Proprio per questo motivo risulta più difficile il controllo di malerbe e attacchi fungini sui tappeti erbosi tradizionali; di conseguenza l’utilizzo di prato pre-coltivato è una soluzione che consente di ovviare a molti problemi.

in contesti privati, su tappeti erbosi ornamentali a corredo di fabbricati residenziali. I vantaggi offerti dall’utilizzo del tappeto pre-coltivato sono diversi, ma il più rilevante è quello che consente di evitare tutte le delicate fasi successive alla semina, quali l’irrigazione attenta sino alla completa emergenza e affermazione delle nuove plantule, la gestione dei tagli sino a un soddisfacente accestimento, la risemina delle zone diradate o dilavate dalle piogge e, ultima ma non meno importante, la gestione delle malerbe e delle patologie. Proprio quest’ultima operatività si fa ora sempre più complessa e difficoltosa, alla luce della nuova normativa (PAN – DM 22 gennaio 2014) che vieta di fatto l’utilizzo in ambiente urbano di qualsivoglia prodotto fitosanitario, sia erbicida che fungicida, insetticida e acaricida nelle aree frequentate dalla popolazione o da grup-

pi vulnerabili (esempio: parchi e giardini pubblici, campi sportivi, aree ricreative, cortili e aree verdi all'interno e confinanti con plessi scolastici, parchi gioco per bambini, superfici in prossimità di strutture sanitarie, piste ciclabili, zone di interesse storico-artistico e paesaggistico e loro pertinenze, aree monumentali e loro pertinenze, aree archeologiche e loro pertinenze, aree cimiteriali e loro aree di servizio). Anche il consumatore privato è sempre più sensibile alle tematiche ambientali e sempre più spesso richiede che non vengano utilizzati ‘prodotti chimici’ in giardino, il quale viene vissuto come un’estensione dell’ambiente domestico. Diventa quindi estremamente difficoltoso gestire soprattutto le malerbe macroterme (come il pabio) in determinati periodi dell’anno contemporaneamente alle nuove semine di tappeto erboso. Anche la gestione delle patologie fungine può risultare difficoltosa durante l’affermazione del nuovo cotico, senza l’utilizzo di prodotti fitosanitari.

ALCUNI NUMERI • In totale circa 200 gli ettari coltivati in Europa • Superfici aziendali medie di 25 ettari • Prezzo variabile dai 3,5 ai 4 euro/mq • Lotti medi di fornitura variano tra i 100 e 150 mq

LOGISTICA, RUOLO FONDAMENTALE

Quindi in futuro è prevedibile che l’utilizzo del tappeto a zolle diventi sempre più diffuso, come peraltro è già avvenuto in altri Paesi, sia in Europa, sia negli USA e in Canada. La mia visione è che tra N°002

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IL CANTIERE | tecniche

Meglio che i produttori di prato e i giardinieri si indirizzino a

sviluppare i servizi connessi,

anziché battagliare per un prezzo più basso con peggiore qualità

PUNTI CHIAVE • Sempre maggior diffusione del tappeto erboso pre-coltivato • Utilizzo per tappeti erbosi ornamentali, tecnici e sportivi • Ridotto il prezzo di vendita negli ultimi anni per maggior concorrenza • I giardinieri sono i maggiori acquirenti • Maggiore diffusione in contesti privati e a corredo di fabbricati residenziali • Sempre più diffuso a seguito della nuova normativa PAN • Aumento dell’utilizzo in Europa, Usa e Canada • Logistica fondamentale per salvaguardia prodotto

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qualche anno assisteremo a un forte cambiamento nell’ambito dei tappeti ornamentali residenziali e cioè che si affermeranno due tipologie di tappeto: quello “naturaliforme” ovvero il tappeto che risulta dalla mescolanza di specie e varietà seminate con le infestanti che via via si compenetrano a esse e quello “di pregio” ovvero il tappeto che periodicamente, quando non raggiunge più gli obiettivi ornamentali voluti viene rizollato completamente con un tappeto pre-coltivato. Ovviamente la clientela che prediligerà la seconda soluzione sarà una clientela più esigente e con maggiori possibilità economiche. Non bisogna però dimenticare che anche il tappeto a zolle ha i suoi svantaggi, che si traducono sostanzialmente nella delicatezza delle fasi di trasporto, immagazzinamento e dopo la posa. La logistica in particolare ha un ruolo fondamentale, in quanto occorre privilegiare il prelievo nelle ore più fresche della giornata e provvedere alla consegna in cantiere nel più breve tempo possibile, evitando surriscaldamenti e lunghi viaggi in autocarri non refrigerati. Durante la fase successiva alla posa, occorrerà fare molta attenzione all’irrigazione, evitando eccessi e carenze, cosa non sempre facile, soprattutto d’estate. Questi svantaggi vengono però

ricompensati dal fatto che, una volta insediato nel giro di pochi giorni, un tappeto erboso trapiantato è “finito”, ovvero viene percepito anche dal cliente che la fase di impianto è terminata e che comincia la fase manutentiva. A questo punto viene spontaneo chiedere il saldo di quanto spetta per il lavoro svolto e il cliente non può appellarsi a scuse comuni quali la sussistenza di zone dove il prato è rado o non è nato e la presenza di infestanti. Tutto ciò potrà però funzionare solo se i produttori di tappeto in Italia riusciranno a mantenere la qualità medio-alta del loro prodotto attuale. Una politica di riduzione del prezzo avrà come effetto anche una riduzione della qualità e quindi anche degli investimenti, con conseguente riduzione dei margini di utile per tutta la filiera. Visto che la maggior parte della produzione di tappeto è destinata ai giardini privati di clienti esigenti ed economicamente disponibili, è meglio che i produttori di prato e i giardinieri si indirizzino a sviluppare i servizi connessi, anziché battagliare per un prezzo più basso con peggiore qualità.

Quale sarà il tappeto erboso del futuro?

• “Naturaliforme”: tappeto che risulta dalla mescolanza di specie e varietà seminate con le infestanti che via via si compenetrano ad esse • “Di pregio”: tappeto che periodicamente, quando non raggiunge più gli obiettivi ornamentali voluti viene rizollato completamente con un tappeto pre-coltivato


News LA SCOPERTA • Germinare al buio • Germinare a temperature intorno ai 4° C • Crescita in condizioni avverse per 200 giorni circa

A destra. La Festuca arundinacea molto impiegata per la costituzione di tappeti erbosi. Sotto. I tessuti analizzati al microscopio.

UNA FESTUCA CHE VA IN “LETARGO” Anche le piante possono andare in “letargo”. La scoperta è di un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa che ha pubblicato un articolo scientifico sulla rivista internazionale PlosOne nel quale si evidenzia la straordinaria capacità di una pianta erbacea, la Festuca arundinacea L., di tollerare condizioni ambientali estremamente limitanti per lunghissimi periodi. «Le piante superiori possono superare lunghi periodi di dormienza, anche molti anni, in condizioni di disidratazione sotto forma di seme – ha spiegato Lorenzo Guglielminetti dell’Ateneo pisano – a oggi, però, non era mai stata descritta una pianta erbacea perfettamente idratata in grado di resistere a lungo in condizioni di totale affamamento, al buio, e quindi non in grado di produrre energia tramite la fotosintesi, e al freddo intenso». Lo studio è stato condotto dai ricercatori del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali: il gruppo di Lorenzo Guglielminetti (Antonio Pompeiano, Claudia Roberta Damiani, Sara Stefanini e Thais Huarancca Reyes) in collaborazione con i colleghi Marco Volterrani e Paolo Vernieri. In particolare, gli scienziati hanno scoperto che la Festuca, utilizzata in passato come foraggio e oggi impiegata copiosamente nella costituzione di tappeti erbosi, è in grado di germinare al buio a temperature intorno ai 4° C e di crescere, seppure a velocità molto ridotta, in queste condizioni per circa duecento giorni. Dopo questo periodo, terminate le sostanze di riserva, la pianta rallenta drasticamente il metabolismo e interrompe la crescita in attesa di condizioni ambientali favorevoli. L’attesa può durare diverse centinaia di giorni, al termine dei quali la pianta, se esposta alla luce e a condizioni di temperatura accettabili (23°C), sviluppa nuovamente l’apparato fotosintetico nel giro di poche ore e, subito dopo, riprende la crescita. «Nel nostro studio abbiamo descritto alcuni meccanismi attraverso i quali la Festuca riesce a superare il lungo periodo di stress – ha concluso Lorenzo Guglielminetti – ulteriori studi in questa direzione potranno portare a comprendere ancora di più i segreti celati da questa specie, aprendo scenari applicativi di enorme interesse per il miglioramento genetico delle colture agrarie». ORTICOLARIO, SOTTO IL SEGNO DELLA LUNA “Che fai tu Luna in ciel?”, si chiedeva Leopardi. La Luna danza intorno a noi dalla notte dei tempi ed è musa ispiratrice di tutte le culture, di miti e di leggende. Con lei, nel corso delle stagioni, giardini e boschi si illuminano, svelando ai nostri sensi un mondo diverso dal giorno: sotto il suo splender di luce riflessa le piante si risvegliano, aprono i fiori, seducono e inebriano con il loro profumo. Ecco perché è stata scelta lei, la Luna, come tema per Orticolario 2017. Il fiore dell’anno, invece, sarà la Fuchsia, che come tante ballerine animeranno i giorni e le notti del Nono Orticolario. Pianta dalle mille colorazioni e dalle notevoli sfumature, la Fuchsia è l’esempio perfetto dell’amore tra l’uomo e la pianta. Già dall’800 la febbre per le fuchsie ha portato a cercare nuove varietà fino alle isole più esotiche del Nuovo Mondo. Guidati dagli astri e certamente anche dalla Luna, marinai esperti e cercatori di piante impavidi hanno regalato al mondo una primizia per il giardino. Le prossime date: 29, 30 settembre e 1 ottobre 2017. www.orticolario.it N°002

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NEWS

IL 30% DI CIFARELLI A EMAK

Emak S.p.A. ha firmato l’accordo per l’acquisto del 30% di Cifarelli S.p.A., con sede a Voghera (PV), società operante nella produzione e commercializzazione di macchine professionali per agricoltura e manutenzione del verde e delle piante quali atomizzatori, scuotitori per olive, soffiatori. Cifarelli ha chiuso l’esercizio 2015 con vendite per 12,4 milioni di euro un Ebitda adjusted intorno al 20% del fatturato e liquidità per circa 3 milioni di euro. Il closing dell’operazione è previsto entro la fine dell’anno, una volta completate le formalità contrattuali. Il prezzo pattuito per l’acquisizione della partecipazione del 30% è pari a 3,75 milioni di euro. Sul residuo 70% sono state decise una call e una put option da esercitarsi alla data di approvazione del bilancio al 31/12/2019, il cui prezzo di esercizio sarà in funzione dei risultati che verranno conseguiti dalla Cifarelli nel periodo 2017-2019. Con medesima ricorrenza e in caso di mancato raggiungimento di determinati risultati minimi futuri, l’accordo prevede una put option a favore di Emak e una call option a favore della famiglia Cifarelli sulla quota del 30%. Con la conferma della famiglia Cifarelli alla guida della società, l’operazione vede, quale aspetto fondante per la futura creazione di valore a beneficio di entrambe le parti, l’implementazione di un piano di sinergie di natura commerciale, produttivo e sviluppo di nuovi prodotti che Emak e Cifarelli hanno individuato e intendono sviluppare con un piano di lavoro congiunto a partire dal closing.

CONCIMI ORGANICI, PARLIAMONE Si terrà a Opera, presso il Golf Club Le Rovedine (Milano), la giornata di formazione e di aggiornamento tecnico dal titolo “I concimi organici e i diversi prodotti utili per una gestione eco-compatibile del verde”. Il convegno tecnico è organizzato da U.M.C. Formazione in collaborazione con la società francese Frayssinet. Si parlerà di sostanza organica, di induttori di resistenza e biostimolanti, della possibilità di usare solo prodotti bio nella gestione dei tappeti erbosi, con spazio per il confronto libero. La conferma della propria partecipazione va inviata entro il 22 gennaio a U.M.C. Telefono: 0321 728654 Fax: 0321 728655 e-mail: umc@unmaco.it

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NASCE A RIMINI IEG

Dall'integrazione tra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza, nasce IEG il primo player in Italia per numero di manifestazioni organizzate direttamente. Lorenzo Cagnoni (nella foto) presidente del CdA e Matteo Marzotto vicepresidente. La direzione generale è stata affidata a Corrado Facco. La notizia è stata ufficializzata venerdì 28 ottobre con una conferenza stampa internazionale. Dopo il dialogo intrapreso nei mesi scorsi, con l’approvazione da parte delle rispettive assemblee dei soci, i due poli si sono quindi uniti in una sola compagine societaria, dando vita al primo esempio in Italia di integrazione tra società fieristiche. L’operazione è stata condotta con tempestività, chiarezza e determinazione, fino all'ufficializzazione che apre una nuova stagione per il sistema fieristico nazionale e internazionale. Italian Exhibition Group Spa diventa il primo soggetto in Italia per numero di manifestazioni organizzate direttamente, con 61 prodotti in portafoglio (al 90% di proprietà) e 160 tra eventi e congressi. La società ha come obiettivo la quotazione in Borsa e punta a fungere da soggetto aggregatore per altre realtà fieristiche. Sulla base della solidità finanziaria e delle performance raggiunte negli ultimi anni da Rimini Fiera e Fiera di Vicenza, per il 2016 la nuova società si attende dati economici aggregati di rilievo: dimensioni di fatturato di circa 119 milioni di euro, il secondo player italiano per volume complessivo; EBITDA al 19%, pari a 22,1 milioni di euro, posizionandosi al primo posto in termini di redditività; EBIT all’11%, pari a 13,6 milioni di euro; un patrimonio netto di oltre di 100 milioni di euro.


ELETTO IL NUOVO PRESIDENTE DI VIVAIFIORI Si è tenuto il 7 ottobre presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali il consiglio direttivo dell’Associazione Nazionale di tutela del marchio VivaiFiori che ha eletto il nuovo presidente. La nomina è avvenuta all’unanimità riconoscendo il profilo professionale di Giancarlo Cassini, persona di grande esperienza sia tecnica sia istituzionale del settore florovivaistico. Confermati inoltre i due vice presidenti Marco Cappellini e Roberto Magni e il tesoriere Marco Capelli. L'Associazione gestisce il marchio VivaiFiori, sostiene e favorisce le azioni utili allo sviluppo dello stesso e in particolare provvede a riunire, rappresentare, assistere e tutelare gli imprenditori agricoli florovivaisti che adottano il disciplinare di qualità di processo produttivo VivaiFiori e utilizzano il relativo marchio. Giancarlo Cassini ha da subito manifestato la volontà di rendere operativo il marchio e ha chiesto ai consiglieri di prodigarsi per condividere idee e opinioni, ma anche di dedicare tempo e lavoro per promuovere e divulgare questa importante certificazione di processo delle aziende.

BELLA E PREMIATA

ELEGANTE MUSCHIO Una collezione di muschi, con toni che spaziano dal verde acceso al grigio. Poche le attenzioni colturali, in cambio tanta allegria in giardino e una sensazione tattile piacevolissima. Questo nuovo prodotto si chiama Match&Moss family ed è ideale per ricreare degli angoli suggestivi nei giardini e camminamenti molto particolari, dall’elevato richiamo decorativo. Una bella idea che troverà l’attenzione anche dei clienti più esigenti. www.sonkoot.nl

BOOM ROBOT RASAERBA

Lo smart gardening si sta diffondendo sempre più tra i proprietari di giardini, soprattutto all’estero, ma è una tendenza che cresce anche in Italia. Lo confermano i dati di Gfk, che ha rilevato come nella sola prima metà del 2016 la percentuale delle vendite dei rasaerba robot telecomandati con cellulare sia salita del 50 per cento. In Francia è stato venduto il maggior numero di dispositivi. In totale il fatturato si è attestato sui 127 milioni di euro, contando Gran Bretagna, Germania, Paesi Bassi, Francia e Belgio.

La Clematis chiisanensis AMBER ('Wit141205'PBR), di Marco & Bianca de Wit e gestita da Plantipp B.V. ha vinto il prestigioso Chelsea award durante il Chelsea Flower Show. La giuria l’ha selezionata per il suo colore unico, fra il giallo e il crema, e per la fioritura, che inizia poco prima della metà dell’estate e si conclude con la fine di settembre. Questa è la seconda vittoria per Plantipp, che già nel 2014 si è aggiudicata il premio “Pianta dell’Anno” del Chelsea con l’Hydrangea Miss Saori.

SFALCIO E POTATURE NON PIÙ RIFIUTI SPECIALI Il Nuovo Collegato sull’agricoltura, approvato con la legge n. 154/2016, regolamenta la questione degli scarti verdi. Praticamente l’articolo 41 esclude dai rifiuti speciali la paglia, gli sfalci e le potature provenienti dalle attività di cui all’articolo 184, comma 2, lettera e), e comma 3, lettera a), giardinieri compresi. In nuovo articolo tiene in considerazione ogni altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso destinato alle normali pratiche agricole e zootecniche o utilizzato in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia, anche al di fuori del luogo di produzione. N°002

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STRUMENTI | il progetto

Ortoterapi a

sociale del ve r Uno spazio pensato per fare giardinaggio all’Ospedale Ca Granda Niguarda a Milano. Qui i pazienti imparano a coltivare fiori e ortaggi. Un modello replicabile in altri ambiti capace di aiutare a stare meglio di Marilena Baggio in bioarchitettura, che integra con diverse attività la riabilitazione già operante nell’Unità Spinale. Sono circa 140 all’anno i pazienti dimessi dall’area riabilitativa dell’unità spinale e oltre 400 pazienti seguiti ambulatorialmente. In questo contesto è nata la necessità di sistemare anche le aree esterne. Diversi gli intenti di questo giardino:

• Accoglienza, promuovendo la sicurezza dell’ospite

• Riabilitazione e di cura nel rispetto dell’altro • Socializzazione, per facilitare l’incontro con chi

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er chi è milanese e non solo, l’Ospedale Ca Granda Niguarda a Milano è una realtà ospedaliera importante, centro di alta specializzazione nazionale dedita al trattamento delle patologie a medio-elevata complessità. In questa cittadella storica della Medicina, di fronte al blocco Nord si affaccia L’Unità Spinale Unipolare, un centro di cura e riabilitazione rivolto alle persone con lesione midollare e con spina bifida. Accanto, su uno spazio abbandonato, è nata la sede dell’Associazione Spazio, ora Cooperativa Spazio Vita Niguarda, con un piccolo edifico di 500 metri quadrati, costruito

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è “diverso” ma che può comunicare con noi con altri strumenti e sensibilità • Benessere per ospiti, familiari ma anche operatori • Aperto alla comunità locale, integrato con il tessuto territoriale. Una urbanità di dialogo e di scambio che favorisse un flusso continuo di idee, informazioni e scambi di relazioni, conservando anche la sua privacy per poter svolgere al meglio la sua funzione operativa e curativa.

METODOLOGIA DI LAVORO

Il Centro Spazio Vita è gestito dalla Cooperativa Spazio Vita Niguarda, che offre servizi, che aiutano la persona a ripristinare una buona immagine personale e sociale di sé, nuovamente capace di instaurare soddisfacenti relazioni familiari e sociali, attraverso la partecipazione ad attività che hanno una valenza riabilitativa ‘globale’. Le attività integrative sono l’arte terapia, la musico terapia, la pet-therapy, l’avviamento allo sport, la terapia occupazionale digitale e attraverso un progetto finanziato


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INCONTRI SOTTO LA PERGOLA Quest’area è già utilizzata come spazio per eventi, feste all’aperto, pertanto è stata attrezzata con una pergola disegnata secondo le esigenze degli ospiti e che darà coperta da una Campis grandiflora. Per delimitarla all’intorno una siepe di Ribes con un barbecue e una fontanella d’acqua.

da Regione Lombardia, l’ortoterapia. L’aspetto interessante è che queste attività sono rivolte non solo ai pazienti del Dipartimento o dell’Ospedale, ma anche agli esterni. Infatti, l’obiettivo è favorire l’integrazione di persone in difficoltà facilitando anche i rapporti con il territorio nell’ottica di una inclusione sociale. A oggi i beneficiari sono stati: • 280 bambini con lesione midollare seguiti presso l’Unità Spinale in degenza o day hospital • 400 bambini e ragazzi del Centro Spina Bifida • 300 pazienti l’anno ricoverati in USU sia come degenza ordinaria che come day hospital, più del 30% provenienti da fuori regione • 200 pazienti l’anno afferenti dall’esterno • Ex Pazienti e persone para tetraplegiche e con spina bifida esterne, che desiderano partecipare ad attività specifiche • Familiari dei pazienti Tutto il progetto, edificio e giardino, è stato realizzato con l’aiuto di sponsor tecnici e di amici del Centro, artisti musicisti e attori che hanno donato il ricavato delle loro performances. Il centro si compone di un edificio di 500 metri quadrati e di due aree, il giardino (relax) e l’area incontro (pergola).

SCHEDA TECNICA Progetto: Giardino Vita Luogo: Ospedale Ca Granda Niguarda (Milano) Progettista paesaggio: Marilena Baggio studio GREENCURE, Seveso Progettista architettonico e interior design: Studio Cocozza srl, Milano Committente: AUS, Associazione Unità Spinale Milano Collaboratori: Strutture e involucro esterno Bettoni Legnami SpA, oltre ad altri sponsor a vario titolo Cronologia: 2013 appalto - Inizio lavori 2014 - Inaugurazione giugno 2015 Dati dimensionali: edificio 500 mq - 700 mq giardino Impresa esecutrice opere a verde: Area Verde, Molteno (LC) Materiali Pavimentazioni: percorso pedonale i.idro DRAIN di Italcementi Group; Illuminazione: OSRAM LED Italia Arredo: pergola e bancali in ferro Area Verde, Molteno (LC) Materiale vegetale: Area Verde, Molteno (LC). 3 alberi di nuova specie e 220 arbusti di nuovo impianto N°002

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STRUMENTI | il progetto

LA PAVIMENTAZIONE Il percorso all’interno del giardino è stato realizzato con una pavimentazione in I.idro-drain: un materiale drenante, resistente agli agenti atmosferici, chimici, urti, sfregamento e intaglio e non necessita di manutenzione. Inoltre per la sua consistenza granulosa non fa scivolare o frena le gomme delle carrozzine e non permette ristagni d’acqua in caso di pioggia anche abbondante.

L’EDIFICIO, UNO SPAZIO CONDIVISO

Per la sua collocazione, in prossimità del lato nord del muro di cinta dell’ospedale e per la superficie a forma irregolare, l’idea è stata quella di offrire uno spazio che accogliesse più luce naturale con dei lucernari a zenit e aperto sul lato del dipartimento senza interferire con esso. Oltre a garantire una serie di servizi necessari, aule didattiche e di psicomotricità, una segreteria e servizi igienici è stato realizzato anche un piccolo auditorium con un angolo cucina utilizzato per seminari dal personale di tutto l’ospedale e con un nutrito programma di attività musicali e cinematografiche. L’intero involucro strutturale è in bio-edilizia tipo XLam con pavimenti in gomma naturale colorata e gli arredi ergonomici, realizzati con materiali atossici e in legno studiati e donati da una grande azienda svedese. Un portico coperto arredato come un giardino d’inverno dai pazienti, collega il Centro all’ingresso del Dipartimento ospedaliero garantendo una permeabilità e utilizzo in totale sicurezza.

TERAPIA ORTICOLTURALE

Il progetto nasce dall’idea di recuperare un’area abbandonata offrendo al contempo una nuova attività riconosciuta, in molta letteratura scientifica, come importante nel recupero psicofisico personale soprattutto per chi ha subito traumi e non solo. I fruitori principali sono per lo più bimbi che nascono con la spina bifida o ragazzi che per incidenti d’auto, sportivi o malattia diventano paraplegici o tetraplegici per lesione al midollo spinale. In accordo con il Piano Generale di Sviluppo 2011-2016 di Regione Lombardia, che ha finanziato il progetto e con il supporto logistico del Comune è stato svolto un lavoro multi-interdisciplinare tra l’area tecnica e istituzionale ospedaliera e sanitario-didattica dell’associazione. Le figure coinvolte principalmente sono state la terapista occupazionale, l’assistente sociale, la paesaggista per il progetto e per il recupero dell’area, il direttore dei lavori, l’azienda florovivaistica e altre, a secondo delle necessità del momento. Grazie a un accordo con il Comune di Milano, inoltre, è stato possibile AREA DEL FARE Con l’aiuto del responsabile dell’associazione sono state disegnati e realizzati dei bancali di lavoro sia per adulti che piccoli alfine di permettere la coltivazione di fiori e di ortaggi durante le stagioni. Queste bancali sono fissati a terra, ma amovibili per mettere la loro collocazione a seconda delle esigenze degli ospiti e delle condizioni atmosferiche o nell’area incontro e/o in prossimità del giardino.


utilizzare le serre di Villa Lonati per fare semine, taleaggi e preparare le piccole piante per il trapianto in buca. Questo lavoro ha fatto comprendere le necessità di modificare gli oggetti di lavoro e capire le necessità del gruppo, tant’è che sono stati progettati dei bancali per l’area del fare e garantire nel tempo l’attività e il rinnovo di parte del giardino oggetto di sperimentazione orticolturale. Il risultato è stato sì quello di abbellire l’area circostante del centro, frequentata anche da operatori e visitatori dell’ospedale, ma soprattutto avviare un’attività di terapia orticolturale in ospedale che ha formato un gruppo stabile di collaboratori volontari giardinieri a cui è stata affidata sia la manutenzione che l’insegnamento della cura delle piante a nuovi pazienti.

favorire l’impatto scenico e l’orientamento, alcuni come le aromatiche hanno anche caratteristiche curative. Alcuni arbusti a fiore e profumati: Cornus stolonifera “Flaviramea”, Cornus stolonifera “Sibirica”, Perowskia atriplicifolia, Spiraea japonica “Gold Flame”,

AREE ESTERNE

In particolare si è cercato di garantire uno stretto rapporto tra il dentro dell’edificio e il fuori, come la struttura si apre e il verde accoglie o protegge, ma con un controllo a vista degli operatori anche all’interno dell’edificio. Le zone si compongono di: • Area dell’incontro: con pergola per eventuali feste e pranzi • Area del fare: fiori e orto • Area del movimento e del relax: il giardino ha un percorso ad anello che parte ed arriva dall’ingresso dei laboratori ad ovest costeggiato da tappezzanti ed arbusti di aromatiche Tutte le specie vegetali scelte sono caducifoglie, soprattutto rustiche, atossiche, senza spine, con basso contenuto di polline, di diverse forme, colore e profumi, di facile sostituzione e manutenzione ma soprattutto facilmente coltivabili da parte degli ospiti della struttura.

GIARDINO CON TANTI ARBUSTI

Una grande attenzione è stata data alla conservazione dei Celsis australis esistenti considerando il loro stato di salute e intervenendo solo nella pulitura dal secco. Essi sono gli indicatori, i punti focali dell’area più riservata. Il fronte principale di ingresso alla struttura è “segnato” da un alberello di Enkianthus campanulatus “Red Bells” con una siepe di arbusti a fiore che copre l’ingresso alla zona parcheggi, mentre una siepe di Ligustrum ovalifolium maschera la zona relax e l’area di fronte ai laboratori invitando al contempo all’ingresso principale dell’edificio. Gli arbusti sono di diverse dimensioni forme colori e profumi e fanno grandi masse per

Prunus laurocerasus “Otto Luyken”. Alcune aromatiche: Rosmarinus officinalis, Salvia officinalis “Icterina”, Santolina chamaecyparissus, Lavandula angustifolia viola e bianca, Sedum spectabile “Startdust”. Alla fine è così vero quanto dice Gertrude Jekill: “Credo fermamente che lo scopo del giardino sia dare felicità e riposo alla mente”. Dentro una realtà così dolorosa e sorprendentemente umana è talmente chiaro e vero, soprattutto perché vedi persone riprendere in mano con maggior vigore e ironia la propria vita… Cambiata!

CONTATTI E INFO Per quanti desiderano offrire un po’ del loro tempo come volontari giardinieri, può scrivere a: landscape.mb@libero.it - www.spaziovitaniguarda.it.

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STRUMENTI | architettura

La Maison Bernard si trova in Costa Azzurra, a Thèoule–sur–mer. Costruita negli anni ’70 per la famiglia di Pierre Bernard da Antti Lovag, a un primo sguardo ricorda la casa dei Barbapapà. Non so se l’architetto li conoscesse; in realtà, la scelta della sfera e della curva come linee progettuali deriva dall’idea che sono queste le linee che si adattano meglio ai movimenti e ai gesti umani.

Cinque anni fa la casa è stata restaurata per volontà di Isabelle Bernard dall’architetto Odile Decq. Il restauro si è concentrato principalmente sull’esaltare gli spazi della casa con l’uso di colori differenti, dando una lettura gioiosa dell’opera di Antti Lovag.

L’ARTISTA Yves Gellie è il fotografo che si è occupato di ritrarre gli ambienti della Maison, per mostrare come in essi si legano arte e architettura. Le sue foto esaltano le forme e i colori dell’edificio.

Fusione Abbiamo seguito il team di Cactusmania nell’allestimento di un giardino molto particolare, quello della Maison Bernard. Un tripudio di verde, perfettamente inserito nel contesto climatico e nell’idea di “architettura organica” di Matteo Ragni

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La casa non è più abitata – anzi, adesso i bambini minori di 15 anni proprio non possono entrarci – ma ogni anno la fondazione della Maison Bernard sceglie un artista promettente, lo fornisce di una borsa di studio e gli permette di abitare nella casa e di usare l’atelier che Antti Lovag aveva ideato per sé. Al termine dei sei mesi, l’artista deve presentare un’opera che si integri con l’architettura della casa e il paesaggio.

Lovag perseguiva l’idea di un’architettura organica, in cui la casa è lo spazio della libertà e l’ambiente circostante ne è la prosecuzione. La scelta dei cactus e delle succulente incornicia l’edificio e ne esalta le forme. Inoltre, è perfetta per il clima della zona e richiede poca manutenzione. Ecco il team di Cactusmania che procede alla messa a dimora degli esemplari.

internoesterno QUANDO ANDIAMO? La casa è aperta al pubblico su appuntamento, tutti i martedì da aprile a ottobre e un martedì ogni due settimane a maggio, giugno e settembre. La visita si concentra sui luoghi più emblematici del progetto e mira a far conoscere meglio l’opera di Antti Lovag. All’interno della casa non si possono scattare foto.

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STRUMENTI | all’esterno

EMILIO TRABELLA Viene dalla scuola di Minoprio, è botanico di fama internazionale e collabora a progetti per la salvaguardia della natura e dell’ambiente. Lunga la sua esperienza nel campo del ripristino ambientale e per la tutela del territorio. Fra i suoi lavori più importanti, il recupero di parchi storici delle ville del FAI. Ha collaborato con Renzo Piano e collabora con i principali architetti e studi di architettura.

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Minimo sforzo,

massimo risultato

È possibile realizzare uno spazio da favola, anche se nessuno può occuparsi della sua manutenzione. Ma bisogna affidarsi a un esperto. Noi abbiamo chiesto a Emilio Trabella di Matteo Ragni colloquio con Emilio Trabella

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istituto bancario che ci ha chiesto la sistemazione a verde del suo terrazzo di copertura si trova a Roma. Le direttrici del progetto sono state tre: privacy dai palazzi circostanti, mantenendo la vista sul Campidoglio, colore e poca manutenzione. E poi con il clima di Roma… si può fare quasi tutto, coi fiori! I vasi con i melograni sono stati posizionati a mascherare i due edifici incombenti sul terrazzo.

Abbiamo scelto i Punica granatum perché hanno una fioritura estiva abbondantissima a cui segue la fruttificazione: catturano l’attenzione e la distolgono dai palazzi circostanti. E poi è benaugurale, soprattutto per un istituto bancario: il frutto del melograno tradizionalmente veniva regalato come augurio di prosperità. L’idea per il colore è stata di riempire i cassoni con oleandri bianchi, e di usare i gelsomini per ricoprire le pareti: l’oleandro è fiorito tutta l’estate e i gelsomini per quasi tutta l’estate. Chi curerà il giardino, però, è la prima domanda da farsi in un progetto; e in questo caso la risposta era “nessuno”. La chiave è stata la scelta di poche cose, semplici. Oltre a terra buona nei cassoni, e l’irrigazione goccia a goccia: così basta un intervento all’anno di manutenzione per i gelsomini. Penso siamo riuscita a dare il massimo con il minimo. La terrazza è bellissima e si mantiene da sola, ne sono felicissimi e viene usata per ricevimenti.


Tecnologie innovazione soluzioni


| strumenti

I PLUS • Gestione in automatico della documentazione • Cantiere suddiviso in due livelli: consultazione e gestione • Estratto conto per analisi situazione economica • Analisi dell’andamento di costo del contenitore tra preventivo ed esecutivo • Controllo continuo in fase di avanzamento lavori • Migliore gestione della fatturazione

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La gestione del cantiere Rp Soft ha messo a punto un sistema per il controllo e la verifica di preventivi e consuntivi. Un software in grado di aiutare gli operatori e ottimizzare le fasi di lavoro a cura di Filippo Terragni testo di Cristian Pisoni

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attività di creazione e manutenzione dei giardini richiede un impiego notevole di energie e di risorse, in quanto l’iter gestionale dalla progettazione alla realizzazione, è spesso lungo e articolato. La realizzazione di un giardino, data la sua natura bundle (assemblata), è il mantenimento di una promessa, fatta al cliente e va soddisfatta pienamente per il raggiungimento di un risultato reddituale ottimale. Ma senza un’adeguata programmazione, potrebbe insorgere qualche problema: spesso, infatti, lo scostamento rispetto al preventivo iniziale può essere anche consistente. Al fine di eliminare eventuali errori od omissioni che possono provocare una perdita economica è indispensabile affidarsi ad un software specifico, come OK Cantieri, studiato da RP Soft, che gestisca l’attività cantieristica, controllando lo stato di avanzamento lavori.

COME FUNZIONA OK CANTIERI

Si procede aprendo l’anagrafica di un cantiere, imputando i valori del preventivo presentato al cliente, in modo tale da avere un parametro di riferimento che nel corso d’opera dei lavori fornirà preziose informazioni sullo scostamento tra l’andamento del cantiere e il preventivo stesso. Il preventivo dovrà essere suddiviso per tipi di lavoro, ovvero: impianto di irrigazione, messa a dimora piante, manutenzione, eccetera. A questo punto il cantiere inizia la sua vita e tramite il software OK sarà possibile gestire in automatico la documentazione con la quale vengono consegnati in cantiere, ad esempio, le piante e i rapportini giornalieri con i quali gli addetti eseguono i lavori di intervento presso il cantiere stesso. Il software, inoltre, assegna un codice al cantiere all’atto dell’emissione del documento di trasporto con il quale avviene la consegna del materiale. Successivamente, vengono imputati i rapportini giornalieri, ovvero le attività svolte effettivamente presso il cantiere. Solitamente le operazioni eseguite dal cliente prevedono la manodopera a tutti i livelli, sia la manutenzione, sia l’installazione, ad esempio di un nuovo impianto di irrigazione. Il rapportino giornaliero viene quindi compilato impiegando dei codici operazione, grazie ai quali si assegna il tipo di operazione effettuata dall’addetto, ad esempio la manodopera all’attività svolta effettivamente sul cantiere. Il cantiere viene così diviso in due livelli di consultazione e gestione: il primo raggruppa tutto ciò che è stato registrato con l’emissione del DDT (documento di traspor-

i


e informatica

e

L’AZIENDA RP Soft nace nel 2002, dall’esperienza dei fondatori di oltre 15 anni nel settore dell’informatica applicata al florovivaismo, con lo specifico obiettivo di portare una nuova formula per l’informatizzazione delle aziende florovivaistiche. Offre un sistema gestionale flessibile, completo di strumenti informatici tecnologicamente interessanti, che dall’etichettatura indelebile alla gestione della vendita e del punto cassa, fornisce agli imprenditori del settore un valido strumento per il controllo dei costi e il miglioramento delle operazioni di gestione. L’idea di proporre un pacchetto di prodotti e servizi integrati ha permesso all’azienda milanese di operare in più campi, sia su nuovi impianti, ma anche sulla sostituzione di gestionali obsoleti dalle aziende floricole e vivaistiche ai garden center e centri di giardinaggio. www.rpsoft.it

to), mentre l’altro consente di mettere insieme tutti i rapportini giornalieri.

L’ESEMPIO PRATICO

La situazione economica del cantiere può essere analizzata mediante un estratto conto che raggruppa le attività del cantiere, suddividendole per codice operazione e per tipo di lavoro. In primo luogo l’estratto conto mette in rilievo il totale del preventivo, il lavoro in economia, ovvero il totale del lavoro effettuato al prezzo di vendita, il lavoro al costo, il totale del lavoro al prezzo di costo e la differenza tra il lavoro a costo e in economia. È possibile poi misurare lo scostamento tra il totale del preventivo, che in origine è stato presentato al cliente, e il lavoro in economia. Questo permette di misurare lo stato di avanzamento dei lavori, fornendo informazioni utili su quanto manca per raggiungere la cifra riportata sul preventivo iniziale o di quanto è stato superato il preventivo stesso. Per esemplificare, prendiamo un cantiere al quale attribuiamo il nome di fantasia “Villa Gardenia”. Il

preventivo originario per quanto riguarda l’impianto di irrigazione e la messa a dimora delle piante è di 4mila euro. Al cantiere vengono portate 10 piante di Acer dissectum e 10 sacchi di terriccio da 20 litri, mediante consegna con documento di trasporto. Inoltre vengono registrati i rapportini dei lavori effettuati alla relativa data, dove si evidenzia che sono state effettuate 10 ore di manodopera per l’impianto di irrigazione e 10 ore di manodopera per la messa a dimora piante. Per comprendere lo stato di avanzamento, la situazione totale del cantiere ci aiuta a verificare se i lavori effettuati e il materiale consegnato hanno sviluppato una buona marginalità e sono in linea con la versione del preventivo consegnata al cliente. Nello specifico vediamo l’utile del cantiere ed è possibile confrontare il lavoro a preventivo con quello in economia e a costo, e la differenza tra il lavoro a costo e in economia. Infine, la gestione della fatturazione dei cantieri, che solitamente è una delle attività maggiormente complesse, data la mole di dati da mettere insieme, viene notevolmente migliorata dalla possibilità di chiudere i cantieri totalmente o parzialmente, indicando come già fatturate anche solo singole attività all’interno di uno stesso cantiere.

Un esempio di foglio di lavoro del gestionale.

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| attrezzature

Organizzat i Strumenti tecnici e gestionali per programmare con efficienza il cantiere e le fasi di lavoro NUOVA DA 53 CM

Il nuovissimo modello WB537SCV3B, di Cormik, sarà la macchina ideale per il professionista, dotato di trasmissione a cardano a tre marce, che lo rende esente da interventi di manutenzione e adatto a chi ne fa un utilizzo intensivo. Una rasaerba con un taglio da 53 cm, dotata di dispositivo freno-lama, che consente di disinnestare la lama senza dover spegnere il motore (ideale per effettuare gli spostamenti, tra un'area di lavoro e l'altra, in completa sicurezza), funzione 3 in 1, che offre la possibilità di scegliere tra raccolta, mulching e scarico laterale a seconda delle necessità. Possibilità di regolare il piatto di taglio in differenti posizioni grazie a una comoda leva servo-assistita. Il manubrio è regolabile in qualsiasi posizione a seconda delle necessità. www.cormik.it

ANCORA PIÙ VELOCE

Sabart ha presentato in esclusiva per il mercato italiano l’innovativo sistema di caricamento per decespugliatore Gator SpeedLoad di Oregon. Il nuovo prodotto, che include una testina e un disco di filo, vanta un caricamento molto veloce del filo: bastano tre mosse (apri la testina, inserisci il disco di filo e chiudi la testina) e in pochi secondi si può proseguire con il lavoro. Ogni disco rappresenta una carica completa, si può portare in tasca ed è maneggevole. Le sue dimensioni ridotte consentono di contenere lo spazio in magazzino ed è privo di imballaggio per un minore impatto ambientale. Il disco, trattato a caldo, consente di dimezzare i costi del filo, è resistente e con una durata stimata fino al doppio di un filo standard. www.sabart.it

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t i al meglio! PICCOLA E LEGGERA

La CS-2511TES/TESC è il modello rinnovato e migliorato di una tra le più piccole e leggere motosega da potatura presenti sul mercato, caratterizzata da una particolare compattezza. Mantenuto l'importante rapporto peso-potenza (solo 2,3 kg. e 1,52 CV di potenza), che favorisce prestazioni di taglio notevoli. Impugnatura ergonomica e design compatto per garantire comfort all'operatore, anche in spazi ristretti. Normative Euro 2 ampiamente rispettate. Grazie alle sue caratteristiche tecniche e alle sue dimensioni compatte, questa motosega alza gli standard della categoria, rappresentando una soluzione ideale per il professionista. www.cormik.it

PER SUPERFICI ESTESE

Adatti a un uso professionale, i modelli di rasaerba AR 53 TK ALUMINIUM PRO e AR 53 VBD ALUMINNIUM PRO di Efco sono ideali per superfici di lavoro estese (oltre i 2mila metri quadrati). La robustezza della struttura è garantita dalla trasmissione monomarcia in acciaio, dalle ruote in alluminio con cuscinetti a sfera e battistrada sostituibili, studiate per assicurare aderenza sulle diverse superfici, e alla scocca rinforzata in alluminio pressofuso, altamente resistente all’usura e alla corrosione. La larghezza di taglio è di 51 cm e l’altezza varia da 30 a 70 mm. www.emak.it

AUMENTA LE AUTODIFESE

Bio Aksxter M32 è un fertilizzante che ottimizza la crescita e favorisce lo sviluppo delle specie adatte a parchi, giardini e aree verdi. L’abbattimento di residui chimici e inquinanti e l’aumento degli scambi ossigenativi rendono le aree verdi particolarmente salubri, inoltre l’aumento delle autodifese previene e riduce lo sviluppo di malattie e la resistenza al forte calpestio, piogge acide e persistenti, sbalzi di temperatura e gelate, facilitando la ripresa delle funzioni vegetative e il recupero degli stress. www.bioaksxter.com

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| supporti

Contrasti per d con tr abitazioni Il fronte esterno di una villa bifamiliare è stato realizzato grazie all’innovativa soluzione Zenturo Super. Il sistema di recinzione e privacy si connota per la scelta di un riempimento originale di Filippo Terragni

IL PRODOTTO

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n’unica abitazione che unisce due stili dell’abitare: nella nuova villa edificata in provincia di Udine per due coppie di amici, lo stile moderno di una si accosta con armonia e continuità a quello più tradizionalista dell’altra, senza troppi contrasti. Progettate dall’architetto Antonio Guarneri, le abitazioni, ciascuna di 200 metri quadrati, si presentano così contrapposte, nello stile e nella struttura: solo un patio centrale le unisce, mentre i giardini sono situati specularmente, uno a est e uno a ovest, per permettere alle famiglie coppie di esprimere in piena libertà il proprio stile personale.

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Robusto, resistente e durevole, Zenturo Super è costituito da doppio pannello in fili d’acciaio a sezione circolare, saldati e successivamente rivestiti in poliestere (materiale in grado di garantire durata nel tempo); è dotato di due diversi tipi di maglie (100x50 mm; 50x50 mm), di fili orizzontali doppi e alternati (diametro 5 mm) e di filo verticale con diametro pari a 4,15 mm. Disponibile nelle altezze 125-155-179-200 cm e con lunghezza pari a 200 cm, Zenturo Super è caratterizzato dal colore antracite. Zenturo Super può essere riempito con diversi materiali in modo da integrarsi armonicamente con i vari contesti di inserimento, assicurando la massima privacy, senza rinunciare a un risultato estetico piacevole e originale. Ad esempio, le pietre bianche, per un giardino lineare e luminoso; oppure con pietra lavica dai toni scuri, caldi e avvolgenti per un giardino moderno e fashion; o con materiali da giardino, cortecce, muschio o compost per ottenere uno spazio verde “total nature”, gradevole alla vista e nel contempo estremamente funzionale. www.betafence.it


r due

on trapposte PROTEGGE E DECORA

La continuità tra le due abitazioni è regalata dai materiali: sia per gli esterni che per gli interni, sono stati privilegiati materiali innovativi, come il cemento armato a vista - utilizzato per le solette - o le resine, materiali di grande effetto visivo e di notevole durabilità. In un gioco estetico di richiami e cromie, il porfido che si trova sulla pavimentazione esterna alla casa e che ben si abbina ai colori marrone e corten dell’edificio, si ritrova sulla parete decorativa posta sul fronte di una delle due case. Dall’estetica piacevole e distintiva, la parete costituita da doppio pannello in acciaio riempito con materiale ornamentale, è una delle più innovative soluzioni Betafence e prende il nome di Zenturo Super: evoluzione del pannello Zenturo, la parete ottenuta protegge il perimetro della casa e decora il giardino con un tocco di originalità e modernità. Un’originalità che riguarda anche l’installazione: con un’altezza pari a 1,5 metri, Zenturo Super è installato in una modalità che alterna pannelli di recinzione pieni e vuoti, lasciando lo sguardo libero di scorgere l’interno dell’abitazione. Così come per l’esterno, anche per l’interno i protagonisti sono stati i materiali innovativi, dalle resine e i laminati delle pavimentazioni al ferro di laminazione delle scale, dal particolare effetto metallico. Le vetrate sono ampie e lasciano entrare la luce con fierezza, finendo per assumere una propria valenza architettonica.

VELOCITÀ DI ISTALLAZIONE

Zenturo Super nasce proprio per rendere più sicura l’installazione delle pareti riempite e per assicurare ulteriore robustezza e stabilità, l’installazione di Zenturo Super prevede l’utilizzo del Palo Zenturo, zincato sia internamente che esternamente, con rivestimento in poliestere e con specifici accessori. Una scelta capace di unire esigenze estetiche e funzionali, e che non prescinde dall’accessibilità. Tutto questo unito a facilità e velocità di installazione: “Ho scelto Zenturo Super - interviene l’architetto Guarneri - oltre che per le possibilità di personalizzazione e creatività che offre nei suoi riempimenti, anche per la sua velocità di installazione, che ha anche permesso di contenere i costi di realizzazione della delimitazione perimetrale”.

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| dettagli

Nuova pavimentazione derivante dal bambù Un prodotto high-tech che arreda gli ambienti outdoor con l’estetica confortevole e naturale del legno: Woodco presenta Externo, l’innovativo pavimento per esterni di Filippo Terragni raggi UV, ai microorganismi marini, ai funghi, agli insetti. Inoltre non scheggiano e hanno proprietà antiscivolo, caratteristica che si rivela ideale non solo per la realizzazione di bordi piscina, ma anche per terrazze, camminamenti, plateatici e giardini.

SOLUZIONE ECO-FRIENDLY

SUPERFICIE LEVIGATA Collezione Externo, pavimentazione White con superficie levigata. Disponibile in doghe di 2200x140x20 mm, riproduce l’estetica naturale del legno, senza ingrigire e invecchiare con il passare del tempo.

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alla ricerca di soluzioni alternative al decking tradizionale nasce Externo di Woodco, il pavimento per esterni sostenibile realizzato con una particolare composizione a base di farina di bambù e polietilene. Resistente, stabile, ecosostenibile e sicuro, Externo permette di realizzare non solo terrazze, bordi piscina e giardini, ma anche recinzioni, schermi, parapetti e facciate esterne, proponendosi come una soluzione per l’outdoor versatile e innovativa.

LA TECNOLOGIA SI UNISCE AL DESIGN

Realizzato con il 60% di farina di bambù, il 30% di polimeri di polietilene ad alta densità e il 10% di resine e pigmenti coloranti naturali, Externo coniuga tecnologia, rispetto per l’ambiente e design. Le doghe, infatti, oltre a riprodurre la naturale estetica del legno, non ingrigiscono, non invecchiano con il passare del tempo, non marciscono, e sono resistenti ai

Le performance meccaniche di Externo si uniscono a un’anima green, orientata alla salvaguardia ambientale e alla tutela della biodiversità. Il bambù utilizzato, proveniente da foreste certificate FSC, è infatti una graminacea a crescita rapida che può produrre fino a 20 volte più legname rispetto ad altri alberi comunemente impiegati per la produzione di pavimenti per esterno. Questo rende Externo un pavimento eco-friendly, che permette di arredare gli ambienti outdoor con un materiale sicuro e sostenibile.

DUE STRUTTURE, DIVERSI UTILIZZI

Disponibile in tre colori e in due diverse tipologie di struttura – piena e alveolare – Externo si installa rapidamente attraverso l’utilizzo di supporti in alluminio e clip in acciaio, che assicurano una maggiore stabilità e resistenza nel tempo. Le tavole con struttura piena, che non temono rotture dovute all’acqua che si gela o alle temperature sotto zero, sono ideali per le zone climatiche con inverni molto rigidi, mentre quelle con struttura alveolare, significativamente più leggere, possono essere impiegate per la realizzazione di recinzioni, schermi, parapetti e come rivestimento di facciate esterne. Entrambe le versioni di Externo non richiedono alcun tipo di manutenzione ed eventuali graffi, macchie di olio e bruciature di sigaretta possono essere asportate tramite l’utilizzo di carta vetrata a grana fine.


Azienda Florovivaistica

BONATO FEDERICO Produttore di Piante Aromatiche

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GESTIONE | formazione

Squadre esterne, snelle e dinamiche Per organizzare il lavoro in cantiere al meglio, serve un approccio con sempre maggiori competenze specifiche. Per ottimizzare al meglio il costo della manodopera

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di Jurg Burger

organico di una moderna azienda di giardinaggio dovrebbe essere costituito da squadre limitate a due o massimo tre operatori. Questa scelta nasce dall’esigenza di disporre unità produttive (la squadra) più rapide, gestibili con maggiore elasticità in funzione delle esigenze dell’azienda. In precedenza, grazie anche ai minori costi, la tendenza generalizzata era quella di organizzare squadre con un’elevata presenza di addetti, che però in certe occasione risultava controproducente, penalizzando l’impresa e rendendola meno competitiva, soprattutto nel momento in cui l’evoluzione del mercato ha richiesto un ridimensionamento considerevole dei costi di gestione.

MINORI SPRECHI

L’unità base è costituita da due/tre persone, che nel tempo si sono affiatate e integrate e sono in grado di procedere in maniera autonoma e in sinergia, seguendo le direttive impartite dall’imprenditore, dal direttore tecnico o dal capo cantiere. Un valido

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aiuto arriva anche dall’utilizzo dei telefoni cellulari e dai sistemi smartphone, che permettono una comunicazione a distanza tale da risolvere, talvolta, problematiche che si potrebbero presentarsi in cantiere, senza dover essere necessariamente sul posto. I vantaggi di questa impostazione: • Costi ottimizzati per l’azienda • Maggiore snellezza nella gestione dei cantieri • Maggiore redditività per unità produttiva • Minori sprechi per manutenzione attrezzature • Maggiore corresponsabilità nella gestione delle attrezzature date un uso • Maggiore responsabilizzazione circa i risultati da raggiungere • Maggiore tempestività nel flusso delle informazioni

SERVE PIÙ RAZIONALIZZAZIONE Naturalmente, come per ogni dinamica imprenditoriale, ci sono anche possibili svantaggi: • Necessità di aumentare l’organico in caso di cantieri complessi con inevitabile aumento dei costi fissi (automezzi, carburante, pedaggi autostradali) • Maggior tempo da dedicare sul territorio per il controllo dei cantieri; la persona preposta però può organizzare un giro che preveda l’ottimizzazione degli spostamenti • In caso di ricambio del personale, le squadre rimangono squilibrate con possibile perdita di produttività almeno fintantoché la persona non venga rimpiazzata • Maggiori costi telefonici per comunicare fra le squadre • Maggiore necessità di attrezzature disponibili per ogni squadra sia per piccole che per grandi attrezzature e macchine operatrici

IN BREVE • Squadre limitate a due/tre operatori • Necessità di maggior flessibilità delle squadre • Valido aiuto da sistemi smartphone • Maggior redditività per unità produttiva • Minori sprechi per manutenzione attrezzature


GESTIONE | formazione

È

da sempre un problema che affligge molte aziende. Reperire personale preparato professionalmente non è cosa semplice. Non si ci si improvvisa giardinieri solo perché si taglia l’erba del proprio giardino o si prepara l’orto di casa; si diventa un giardiniere dopo anni e anni di esperienza e di lavoro. Purtroppo oggi non sono molte le scuole che preparano professionalmente al verde e, le poche validissime scuole preparano persone che, spesso, diventano imprenditori avviando un’attività in proprio.

• Ricerca su banche dati Internet: uno strumento

STUMENTI DI RICERCA

Se l’azienda non riesce a reperire personale già preparato, può attuare una formazione interna. Questa opzione, se da un lato è un sistema costoso e impegnativo, dall’altro ha sicuramente dei vantaggi: • Preparare delle persone secondo le specifiche esigenze dell’azienda non solo dal punto di vista professionale, ma anche operativo e organizzativo. • Coinvolgimento delle persone attraverso un rapporto diretto con i responsabili dell’azienda. • Fidelizzazione del personale che potrebbe sentirsi gratificato dall’insegnamento e dalla fiducia che gli viene riservata. Questa formazione interna può essere eseguita attraverso momenti di studio ritagliati fuori orario di lavoro e gestiti o direttamente dall’imprenditore oppure da docenti esterni. Questi momenti di incontro permettono all’azienda di valutare meglio le persone e, attraverso una più approfondita conoscenza, valorizzarne le attitudini nell’ambito delle effettive necessità aziendali. Un costo e un impegno che possono portare grandi vantaggi per l’azienda.

Per risolvere il problema del reperimento di nuove risorse umane, si può effettuare una ricerca attraverso: • Annunci su riviste locali o specializzate: l’annuncio deve dettagliare i requisiti richiesti in modo da non dover sprecare tempo in inutili selezioni. • Agenzie interinali: raramente sono fonti di reperimento di personale specializzato, ma generalmente di manovalanza. • Annunci presso scuole di agraria: possono diventare fonti di reperimento per i neo diplomati in cerca di lavoro. È possibile anche richiedere alla scuola direttamente gli elenchi dei diplomati degli ultimi anni ed effettuare una ricerca fra i nominativi. • Annunci esterni all’azienda: se l’azienda è ubicata su un fronte strada può apporre dei messaggi ben visibili (tipo manifesto 70x100) con la dicitura di ricerca di personale specializzato. La visibilità e l’immediatezza del messaggio può portare dei risultati.

utile, dove trovare anche società specializzate nella selezione del personale. Bisogna valutare sempre con molta attenzione le possibili candidature, visto che Internet raccoglie un’importante e corposa quantità di informazioni. • Ricerca Social: sono tante le informazioni che si possono trovare su questi nuovi sistemi Social, soprattutto Facebook, con interessanti descrizioni di operatori professionali e aziende specializzate.

IMPEGNO INTERNO

Come reperire il personale È un aspetto fondamentale per tutte le aziende. Anche per quelle di giardinaggio, soprattutto per quanto riguarda gli operatori da inserire nei cantieri. C’è bisogno della massima fiducia e professionalità di Jurg Burger

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GIARDINERIA ITALIANA giardinieri per passione

Offriamo cure e manutenzione di qualitĂ per ogni tipo di giardino come nella migliore tradizione dei giardinieri italiani.

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Senza titolo-1 1

08/06/16 16:01


GESTIONE | alberature

Prelievo e isolamento dei funghi cariogeni dell’albero infettato.

IN BREVE Con il biocontrollo c’è la possibilità oggi di utilizzare una tecnica innovativa rispettosa dell’ambiente e condivisa dalla cittadinanza. Le raffinate tecniche disponibili e le approfondite conoscenze della biologia e dei meccanismi di azione dei patogeni ma anche, e soprattutto, del Trichoderma, ci permettono oggi di curare piante affette da carie del legno e da marciumi radicali in modo rigoroso e scientifico, secondo un protocollo che può essere anche realizzato su misura.

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ell’ambito fitoiatrico, il bio-controllo identifica tutto ciò che, in alternativa ai trattamenti chimici tradizionali, prevede l’utilizzo di materiale vivente costituito generalmente da insetti, batteri e funghi, per contrastare altri organismi patogeni per le piante. Il bio-controllo, semplificando, è la lotta delle malattie e dei parassiti con l’utilizzo dei loro nemici ‘naturali’. Di bio-controllo o, come si diceva una volta, di lotta biologica, se ne parla da tantissimi anni, ma è forse nell’ultimo decennio che la tecnica si è molto raffinata e che la pratica operativa e applicativa ha preso piede con risultati, a volte, sorprendenti.

RICERCA CONTINUA

Gli agenti di bio-controllo possono quindi essere di varia natura, tra insetti, batteri e funghi. È proprio di queste ultime settimane la notizia dell’individuazione, da parte dei ricercatori del Crea, il nuovo Ente di Ricerca Agroalimentare italiano, di un insetto, imenottero denominato Ooencyrtus telenomicida, capace di parassitizzare efficacemente le uova della cimice asiatica, insetto parassita che

ha provocato ingenti danni al comparto ortofrutticolo, provocando non pochi disagi anche alla cittadinanza. Ma a dominare la scena, tra i prodotti utilizzati per il bio-controllo, troviamo quelli a base di funghi antagonisti, capeggiati dal fungo del genere Trichoderma. Il Trichoderma è riconosciuto come uno dei principali organismi utili e trova applicazione in tantissimi settori, dall’agricoltura al vivaismo, all’ambito ornamentale. Esso ha un comportamento simbionte e avirulento per le piante, ma possiede un enorme potenziale come parassita di altri funghi. Le “doti” del Trichoderma sono note da parecchi decenni (anni ’60) con studi che si sono approfonditi nel corso degli anni, culminati con la produzione e commercializzazione di prodotti a base, prevalentemente, di spore, destinati, in forma pura o miscelata con altri principi attivi, a contrastare alcuni agenti patogeni. Ma è grazie a recenti scoperte e a tecniche di biologia e genetica molecolare, con lo studio delle caratteristiche e delle proprietà degli organismi patogeni e di quelli utili, come il Trichoderma, che il bio-controllo ha fatto progressi enormi, consentendo risultati, solo qualche anno fa, impensabili.

Bio-contr o

sempre più effi c Disponibile un raffinato e innovativo strumento tecnico alla portata del giardiniere. Focus sul genere Trichoderma, fungo antagonista utilizzato per la cura di funghi agenti di carie del legno e di marciumi radicali di Camillo de Beni


Colture duali del patogeno e del Trichoderma sp.

MECCANISMI EFFICACI

Dagli studi sul genere Trichoderma, fungo onnipresente nell’ambiente e in particolare nel suolo, si è praticamente scoperto come esso agisce nell’azione parassitaria verso altri funghi. Come quindi, riconosce, attacca e prevale sul patogeno. Quali strutture sviluppa, quali sostanze produce, quali enzimi utilizza (Chitinasi, Glucanasi, Proteasi) per degradare le pareti cellulari delle proprie “prede”. Gli studi hanno permesso anche di apprendere che il genere Trichoderma, che conta tantissime specie e ceppi, si differenzia nella varietà di risposte e azioni che è capace di attuare a seconda del proprio ceppo di appartenenza e a seconda del fungo patogeno che si trova di fronte. La caratterizzazione del potenziale antagonistico del Trichoderma viene oggi eseguito con uno screening in vitro, mediante differenti saggi biologici. Essi consentono di

r ollo,

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I VANTAGGI I vantaggi più importanti dell’utilizzo di ceppi di Trichoderma appositamente selezionati per il controllo biologico di funghi cariogeni e funghi agenti di marciumi radicali derivano: • Dall’autoregolazione e dalla richiesta di una ridotta gestione dell’inoculo. • Dalla possibilità di eradicazione dal legno dei funghi cariogeni. • Dal rispetto dell’ambiente, in quanto prodotto naturale non promotore di inquinamento ambientale. • Dal controllo a lungo termine sugli organismi nocivi. • dalla conservazione dell’ecosistema (il controllo chimico può generare disturbi ed inquinamento all’ecosistema). • Dall’assoluta assenza d’induzione di fenomeni di resistenza, problema che la lotta chimica innesca spesso con conseguente scarsa efficacia dei trattamenti. • Dall’assoluta assenza di effetti collaterali per la salute umana e per altri organismi viventi. Diversamente da quanto avviene con i trattamenti chimici che possono provocare effetti collaterali per la salute degli esseri umani e di altri organismi. N°002

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GESTIONE | alberature

MECCANISMI EFFICACI • Produzione antibiotici • Mico-parassitismo • Competitività • Biostimolazione

identificare i meccanismi che rendono efficaci i vari ceppi nel controllo dei patogeni. Tali meccanismi possono essere caratterizzati da: • Produzione di antibiotici. Queste sostanze chimiche influenzano la permeabilità delle membrane cellulari e danno luogo a un efflusso del citoplasma. • Mico-parassitismo con escrezione di enzimi litici. Il sistema enzimatico antifungino di Trichoderma svolge un ruolo importante nella distruzione della parete cellulare dei patogeni. • Competitività, caratteristica primaria del Trichoderma, che si basa sulla sua rapida crescita, sull’accentuata resistenza, sulla sopravvivenza nel tempo grazie alla diffusione di conidi asessuati e alla formazione di clamidospore. Sulla competizione per i nutrienti e lo spazio e sulla capacità di modificare l’ambiente in cui si trova (esempio: il pH a livello della rizosfera) rendendolo inospitale per il patogeno. • Biostimolazione, intesa come capacità di promuovere la crescita delle piante accentuandone, al tempo stesso, la resistenza indotta.

IL NUOVO PROTOCOLLO

Dal lato pratico, argomentando sulla cura delle piante arboree ornamentali affette da carie del legno e/o da marciumi radicali (esempio Armillaria sp.) è noto che tali patologie, quando presenti sulle piante arboree, oltre a costituire motivo di pericolo per persone e manufatti, sono la causa principale dei danni economici connessi al deperimento della pianta, dovuto principalmente alla degradazione dei suoi tessuti legnosi. Infatti, l’azione dei funghi cariogeni o dei marciumi radicali può compromettere la stabilità della pianta, nonché la sua fisiologia e vitalità. La tecnica di utilizzare trattamenti biologici per il controllo di fitopatogeni agenti di carie del legno o di marciumi radicali su piante arboree ha assunto negli ultimi anni grande rilevanza, a causa delle pressioni legislative (PAN) e della volontà dei cittadini nel voler ridurre o eli-

Valutazione dell’eradicazione del patogeno del legno.

CHI È MYCOSOLUTIONS MycOSolutions è uno spin-off dell’EMPA, facente parte del “Laboratorio di scienza applicata dei materiali legnosi” dell’EMPA e del gruppo di ricerca “Bio-ingegneria del legno”. Ci siamo posti l’obiettivo di sfruttare efficacemente le nostre conoscenze sui funghi uniche al mondo, per il bene della società e dell’ambiente. Contribuiamo ad un miglior benessere dell’uomo e del pianeta mediante soluzioni innovative che promuovono la crescita delle piante e la fertilità del suolo, aumentando la biodiversità di cui godiamo. Con l’aiuto della natura rendiamo gli alberi e le piante sane e sicure.

minare l'uso di agrofarmaci. Con il biocontrollo c’è la possibilità oggi di utilizzare una tecnica innovativa rispettosa dell'ambiente e condivisa dalla cittadinanza. Le raffinate tecniche disponibili e le approfondite conoscenze della biologia e dei meccanismi di azione dei patogeni ma anche, e soprattutto, del Trichoderma, ci permettono oggi di curare piante affette da carie del legno e da marciumi radicali in modo rigoroso e scientifico, secondo un protocollo


che può essere anche realizzato su misura. Ecco cosa prevede nel dettaglio: • Isolamento e identificazione dei funghi patogeni mediante l’analisi delle caratteristiche morfologiche e l’analisi con metodi di biologia molecolare (RAPD = amplificazione random del DNA polimorfico o PCR finger printing). • Selezione dei ceppi di Trichoderma con alto potenziale antagonistico. Selezione eseguita con test di interazione o test di coltura duale facendo sviluppare insieme e sul medesimo substrato fungo patogeno e ceppi di Trichoderma. Test che consente di valutare le reali capacità di antagonismo e di mico-parassitismo esercitate dal Trichoderma sul micelio dei funghi patogeni da controllare. • Isolamento, riproduzione e coltura dei ceppi di Trichoderma risultati, dallo screening in vitro, realmente efficaci come agenti di biocontrollo.

• Applicazione del materiale coltivato, quindi di

una soluzione concentrata di spore del Trichoderma selezionato, direttamente sulle parti infette e l’applicazione in campo, alla base delle piante malate, (proiezione della chioma) di una miscela organica composta da spore del Trichoderma selezionato con substrati di crescita (biomulch-compost).

Effetti visibili del micoparassitismo.

COME AVVERTIRE I CITTADINI Ecco alcuni suggerimenti che hanno utilizzato i responsabili di un parco svizzero durante un trattamento di bio-controllo.

• Attenzione non calpestare l’apparato radicale: è in corso un trattamento biologico per il controllo dei fitopatogeni che stanno infettando le piante. • Avendo inoculato nel compost il Trichoderma specifico per curare le piante dobbiamo permettere che lo stesso si sviluppi in modo ottimale. Rispettiamo quindi l’area, non entrando ove è presente il compost. • Una cura ad hoc sugli esemplari di faggi e sulla magnolia malati. • Grazie al biocontrollo le piante infettate dai funghi lignivori potranno vivere ancora per molto tempo. • I faggi di Villa dei Cedri e la magnolia sono anziani e malati, ma le loro condizioni non sono del tutto critiche e grazie alla tecnica del bio-controllo con ceppi di Trichoderma specifici possono aver davanti parecchi anni di vita. Queste piante storiche sono, infatti, infettate da dei funghi cariogeni che gradualmente si nutrono del legno vivo della pianta, portandola gradualmente alla morte. In collaborazione con Mycosolutions spin-off dell’EMPA di San Gallo, diretto dal Prof. Francis Schwarze, e Alberi di Antonio A Marca stiamo curando le piante. Nel corso dei sopralluoghi tecnici sono stati prelevati i campioni dei funghi cariogeni che sono stati identificati con precisione mediante la tecnica del DNA finger-printing. Dopo essere stati isolati i funghi cariogeni sono stati fatti crescere in laboratorio su un substrato specifico insieme a vari ceppi di funghi benefici loro “nemici”(il Trichoderma). Sono stati selezionati i ceppi di Trichoderma risultati più efficaci nel “mangiare” i funghi patogeni, sono stati riprodotti in quantità, e ora li stiamo inoculando sull’apparato radicale della pianta per farli sviluppare, come un farmaco che si assume con le iniezioni. Si tratta di una tecnica innovativa che di recente ha avuto risultati promettenti anche in altri paesi del mondo.

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GESTIONE | studi

4 dollari a testa

APPUNTAMENTO Nel 2017 Pistoia è capitale della cultura. Ricco il calendario di eventi e di manifestazioni. www.comune. pistoia.it

Il polmone verde di New York: il magnifico Central Park.

Tanto costa, secondo uno studio americano, la presenza di alberi nelle città. E in cambio? Ci salveranno la vita. Ecco perché continuare a piantarli. Anche in giardino di Marta Meggiolaro

L

inquinamento e le ondate di calore che si preparano nei prossimi anni possono essere mortali per alcuni di noi. Entro i prossimi 30/40 anni oltre la metà dell'umanità vivrà all'interno di aree urbane. La percentuale di rischio, quindi, aumenta. Ma la soluzione c’è, basta piantare alberi in tutte le città, con una spesa di appena quattro dollari per abitante. Lo sostiene una ricerca della Ong The Nature Conservancy, dal titolo “Più alberi per un'aria più sana”, presentata al meeting annuale dell'American Public Health Association, a Denver (Colorado). A diffondere la notizia è Coldiretti Pistoia, alla vigilia della presentazione del logo di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017. Il

2017, quindi, sarà un anno che vedrà protagonista anche la cultura produttiva del verde ornamentale a Pistoia. «Lo studio statunitense – ha commentato Michela Nieri, presidente di Coldiretti Pistoia – rafforza la convinzione che, nonostante le difficoltà, a Pistoia produciamo elementi essenziali al benessere dei cittadini. Alberi e piante sono una polizza d'assicurazione per la salute, anche in considerazione del sempre maggiore numero di persone che vivono nelle città nel mondo. Pistoia 2017 ci darà occasione di ribadire quel che sappiamo fare, rafforzando le tendenze in atto – continua Nieri: produrre in modo ecosostenibile belle piante e sane per dare ossigeno al mondo. Il vivaismo ornamentale è e sarà sempre di più un settore trainante».


COME FOSSERO SCUDI

Lo studio di The Nature Conservancy ha valutato l'impatto di un aumento della copertura arborea in termini di mitigazione della temperatura fornita agli abitanti per ogni dollaro speso. Il risultato è che un investimento globale nella piantumazione di alberi di quattro dollari per abitante in alcune delle città più grandi del mondo potrebbe essere salvifico per decine di migliaia di persone. Secondo lo studio, gli alberi possono eliminare fino a un quarto dell'inquinamento e, se piantati nei punti giusti, possono fungere da efficace barriera filtran-

IN OTTICA ITALIANA

Non è un caso che da noi cresca un consenso diffuso attorno all’ipotesi di misure che portino alla defiscalizzazione delle opere a verde, sulla falsa riga del modello attivato per le ristrutturazioni edilizie. Diverse iniziative intendono promuovere e rafforzare nel nostro Paese una sana e diffusa cultura del verde, attraverso la previsione di specifici incentivi per la realizzazione di interventi di riqualificazione e recupero di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari di proprietà privata da destinare a zone verdi. Interventi nei giardini che avrebbero come effetto, tra l'altro, quello di incrementare il valore ecologico e ambientale delle zone densamente edificate o anche di recuperare quello estetico e paesaggistico di spazi privati spesso caratterizzati da degrado e abbandono, nonché l’emersione del lavoro sommerso e dell’abusivismo. Queste misure andrebbero a concretizzare quanto indicato anche nel Piano Nazionale del settore florovivaistico, approvato dalla conferenza stato-regioni, ma mai attuato, relativamente alla possibilità di utilizzare la leva degli sgravi fiscali per intervenire sul verde privato con un meccanismo simile a quello previsto per il risparmio energetico, le abitazioni, i mobili o gli elettrodomestici.

ALCUNI DATI • Entro i prossimi 30/40 anni oltre la metà dell’umanità vivrà all’interno di aree urbane • Ogni anno oltre tre milioni di persone muoiono a causa degli effetti del particolato • Un investimento di quattro dollari nella piantumazione di alberi per abitante potrebbe essere salvifico nelle grandi città

do l'aria nociva e proteggendo gli abitanti. Possono inoltre rinfrescare l'aria nelle immediate vicinanze di minimo due gradi centigradi. Un investimento globale annuo di 100 milioni di dollari nella piantumazione di alberi è in grado di offrire città più fresche a 77 milioni di persone e riduzioni misurabili dell'inquinamento da particolato a 68 milioni di persone. Ogni anno oltre tre milioni di persone muoiono a causa degli effetti del particolato. Entro il 2050 si calcola che, senza misure adeguate, i morti saranno 6,2 milioni. Il caldo urbano è già considerato la calamità meteorologica più letale al mondo. Le ondate di calore sono responsabili di circa 12mila decessi ogni anno. L'impatto potrebbe aumentare fino a produrre quasi 250mila morti ogni anno entro il 2050. N°002

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GESTIONE | tecnica e pratica

Come utilizzare ( la motosega Un interessante manuale sul corretto impiego di una macchina con cui tutti i giardinieri hanno a che fare. Per svolgere al meglio il lavoro e prevenire inconvenienti a cura di Filippo Terragni

L’INDICE La motosega Abbattimento Sramatura Depezzatura o sezionatura Antinfortunistica Ergonomia e sicurezza sul lavoro in bosco La normativa per la sicurezza nel lavoro forestale

U

n nuovo libro per Edagricole tutto incentrato sulla motosega: Uso in sicurezza della motosega, nelle operazioni di abbattimento e allestimento degli alberi, questo il titolo. Scritto da Sanzio Baldini, Francesco Mazzocchi e David Rabbai, per New Business Media, il libro vuole dare delle soluzioni ad alcuni “spazi vuoti”, in particolare nella pratica dell’utilizzo della motosega, cosa che non ha eguali negli altri Paesi comunitari, dove sono presenti nelle scuole di istruzione secondaria corsi che educano i giovani alle pratiche corrette della gestione selvicolturale sostenibile. In Italia queste scuole mancano, come mancano i corsi che le regioni dovrebbero aprire per creare posti di lavoro e una corretta sostenibilità ambientale. Questo libro è una risposta, almeno in parte, a questo vuoto.

LA COPERTINA Il libro è stato pubblicato da New Business Media, per la collana Edagricole, a marzo 2016. In tutto 266 pagine, con 19 pagine di schede di sintesi e un’appendice con i possibili impatti delle operazioni di abbattimento e allestimento del legname. Il prezzo di copertina è di 24 euro.

ESIGENZA CONCRETA

Il manuale è quindi una guida pratica all’uso in sicurezza e alla manutenzione della motosega. Le tecniche di lavoro, i dispositivi antinfortunistici e i vari attrezzi da usare nella fase di abbattimento degli alberi e del loro allestimento sono trattati attraverso schemi e disegni per presentare gesti,


e (bene!)

a

posture, tagli nelle diverse situazioni concrete che gli operatori si trovano ad affrontare, non solo in bosco. Un’esigenza che spiega molto bene Sazio Baldini, presidente UNIF (Unione nazionale per l’innovazione scientifica e forestale), nella sua prefazione, perché «la mancanza di riferimenti certi freni l’introduzione e la diffusione di attrezzature e metodologie di lavoro moderne e fa si che siano impiegati in bosco mezzi obsoleti, utilizzati spesso in modo irrazionale, provocando impatti fortemente negativi». In oltre 40 anni di lavoro di ricerca e sperimentazione, sottolinea ancora il professore, non solo nei boschi italiani si osservano tutt’ora operai che non conoscono le tecniche di lavoro più idonee o non sono in grado di effettuare una corretta manutenzione delle macchine, ma tutto ciò comporta più fatica, maggiori rischi di infortuni, minore produttività e maggiori costi.

IN PIENA SICUREZZA

Questo manuale di Edagricole, stilato in termini semplici e di uso comune, tratta in modo succinto ma concreto e pratico le caratteristiche delle motoseghe da utilizzare, la loro manutenzione e le tecniche di lavoro. Vengono descritti, inoltre, i dispositivi di sicurezza che l’operatore deve indossare e quelli che devono essere presenti sulle macchine, oltre agli accessori necessari e alla loro manutenzione, utili a prevenire non solo gravi infortuni, oltre che malattie professionali e svolgere un lavoro sostenibile anche nelle aree protette. Gli autori con questo lavoro, chiude nella sua prefazione Sanzio Baldini, intendono sia fornire le basi a coloro che frequenteranno le scuole di formazione professionale, ma anche dare nuovi suggerimenti a coloro che operano nel settore da anni come professionisti.

DA VISITARE Villa Visconti Borromeo Litta, dopo lunghi anni d’interventi e di restauri, è nel massimo del suo splendore. È stato eletto il parco più bello d’Italia Precisamente la villa si trova a Lainate, alle porte di Milano. Questa vicinanza ha contribuito a renderla luogo di villeggiatura preferito da molte nobili famiglie, ma anche sede di feste, ricevimenti, luogo di studio e laboratorio di idee, accogliendo letterati, artisti e poeti. Ideatore dell’intero complesso fu il conte Pirro I Visconti Borromeo il quale, ispirandosi alle ville medicee toscane, verso il 1585 diede una funzione prevalentemente ludica al suo possedimento agricolo lainatese. Singolare figura di mecenate milanese, si avvalse della collaborazione dei migliori artisti attivi in area lombarda e intorno alla Fabbrica del Duomo di Milano per trasformare la proprietà di Lainate in un luogo di delizie, in cui lavorarono l’architetto Martino Bassi, gli scultori Francesco Brambilla il Giovane e Marco Antonio Prestinari, i pittori Camillo Procaccini e Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone. Il conte fece realizzare i giardini e costruire il Palazzo delle Acque, conosciuto come Ninfeo. Visitarlo è di sicuro un’esperienza unica, anche per i giardinieri, che potrebbero trovare molti spunti e stimoli interessanti. www.grandigiardini.it N°002

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GESTIONE | pratiche

Tappeto er b

come evitare s t Grazie all’apporto di soluzioni specifiche in grado di garantire adeguati livelli di nutrienti, per supportare la crescita dell’erba nei mesi freddi. Ecco una delle soluzioni possibili a cura di Filippo Terragni in collaborazione con ICL IN BREVE Il potassio è un elemento determinante per superare gli stress termici invernali e consente di: • Aumentare la resistenza alle temperature estreme • Dare maggiore tolleranza alla malattie, grazie all’attività di rinforzo interna • Fare scorta di elementi nutritivi

Q

uando sono in arrivo le basse temperature è molto importante preparare il tappeto erboso in vista degli inevitabili stress termici. Se l’obiettivo è un tappeto erboso di qualità, è fondamentale pianificare gli apporti nutritivi. Serve sapere cosa, quanto e quando. In altre parole: bisogna sempre conoscere quale elemento nutritivo è adatto al momento della stagione e in che proporzione apportarlo. Con l’avvicinarsi dell’inverno un programma di concimazione corretto e ottimale deve: • Fornire adeguati livelli di nutrienti per supportare la crescita dell’erba nei mesi freddi, senza promuoverne la crescita eccessiva • Rendere le piante meno suscettibili agli stress termici invernali • Aumentare la tolleranza all’usura • Preparare il prato alla ripresa vegetativa primaverile.

L’IMPORTANZA DELLA NUTRIZIONE POTASSICA

È consigliato utilizzare concimi alti in potassio, dal momento che questo elemento è un importante promotore di meccanismi di tolleranza e resistenza delle piante. Alte somministrazioni di potassio determinano una resistenza maggiore alle basse temperature. Inoltre il potassio è uno tra i fattori endogeni implicati nell’aumento della tolleranza all’usura e calpestio. La quantità di unità

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di potassio assorbita dalle piante d’erba è seconda solo a quella dell’azoto; ha un ruolo importante nella salute delle superfici inerbite, perché è un elemento coinvolto nel metabolismo cellulare. Il potassio influenza la sintesi e la traslocazione dei carboidrati e la sintesi degli amminoacidi e delle proteine all’interno della piante. Il potassio (K),


r boso,

s tress termici

• Influisce sui fabbisogni idrici, regolando la traspi-

razione della pianta. Questo fa sì che il potassio sia un elemento importante per conferire maggiore tolleranza agli stress ambientali, all’usura e alle malattie, come ad esempio il marciume rosa invernale.

PRIMAVERA: INIZIAMO GIÀ A PREPARARCI come l’azoto (N), gioca un ruolo fondamentale per la salute del tappeto erboso: • È un elemento attivamente coinvolto nel metabolismo cellulare della pianta • Regola la chiusura e l’apertura degli stomi • Controlla l’assorbimento degli altri elementi

Alla ripresa vegetativa primaverile le piante escono dalla dormienza. Le radici iniziano a espandersi a mano a mano che il terreno si scalda. Subito dopo inizia la crescita delle lamine fogliari. È in questi momenti che il tappeto erboso consuma i carboidrati immagazzinati: questo è un altro motivo per cui è importante preparare le piante già dall’inverno precedente.

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GESTIONE | f iere

GaLaBau 2016 chiude stabile su un alto livello

Più internazionalità, aumento di qualità tra pubblico e visitatori ed espositori soddisfatti: questo il bilancio della manifestazione tedesca. Qui in mostra il meglio del giardinaggio professionale di Filippo Terragni


A

lza l’asticella dell’internazionalità l’ultima edizione di GaLaBau, con un 10% in più di espositori esteri. In tutto sono stati oltre 64mila gli operatori che hanno raggiunto la Fiera di Norimberga nei tre giorni di manifestazione e anche sul fronte visitatori cresce la quota degli esteri. Stefan Dittrich, responsabile del GaLaBau, riassume soddisfatto: «L'atmosfera e gli umori al GaLaBau 2016 si sono dimostrati semplicemente fantastici: padiglioni strapieni e intense trattative d'affari. Il GaLaBau ha fatto di nuovo pienamente onore al suo nome, confermandosi come incontro d’eccellenza del settore verde».

ALTA PERCENTUALE DI DECISION MAKER

In tutto, 1.320 espositori che hanno occupato una superficie di 13 padiglioni. Anche la Federazione tedesca delle aziende che si occupa della realizzazione di giardini, soluzioni paesaggistiche e campi da gioco (BGL) ha confermato positivamente l’andamento dell’ultima edizione. «GaLaBau ha superato alla grande le nostre aspettative. Ancora una volta Norimberga si è confermata essere il polo d'incontro per eccellenza del settore verde – ha dichiarato Ursula Heinen-Esser, amministratore delegato del BGL –. Soltanto qui il pubblico professionale e i giornalisti, sia tedeschi che esteri, si possono informare a 360 gradi sugli ultimi sviluppi e le innovazioni nel campo della realizzazione di giardini e soluzioni paesaggistiche, nonché convincersi del know-how, delle capacità e delle potenzialità del ramo». E in effetti, visitando per due giorni il Salone, la sensazione è stata proprio quella di avere a portata di mano un’offerta completa di soluzioni, attrezzature e macchinari che potessero

rispondere alle svariate esigenze (e alla curiosità) degli operatori del settore. E questo è un dato che si riscontra anche dai sondaggi effettuati dall’ente fiera. Da quanto emerso, i visitatori provenivano per la maggior parte da aziende specializzate nella manutenzione di aree verdi e spazi all'aperto. Leggero incremento anche per gli addetti delle pubbliche amministrazioni e per i responsabili dei rivenditori di macchinari, oltre che per paesaggisti e architetti. Quasi il 60% del pubblico era rappresentato da decision maker, un aspetto decisamente rilevante, vista la possibile capacità di acquisto. Altri due dati interessanti: il visitatore medio del GaLaBau ha trascorso in media 1,3 giorni in fiera, alla ricerca soprattutto di innovazioni, poi l’82% degli intervistati è dell’avviso che la manifestazione è un appuntamento “trendy” e specchio di tutti gli sviluppi significativi del settore.

IN TESTA I MACCHINARI

IN BREVE • In aumento i visitatori esteri • Manutentore del verde principale visitatore • Incremento della PA e architetti del verde • Macchinari le merceologie più apprezzate • Italia secondo posto come numero espositori

Oltre la metà degli ospiti del salone sfrutta inoltre la visita per ampliare le proprie conoscenze e per aggiornarsi professionalmente, per scambiare esperienze e informazioni, nonché per intraprendere d'affari. Il 64% degli intervistati, durante la tre giorni di Norimberga, inoltre, ha dichiarato che l’andamento del settore sarà positivo anche in futuro. Per quanto riguarda i gruppi merceologici più interessanti per il pubblico, nel 2016 sono stati quelli dei macchinari per la costruzione e dei macchinari per la manutenzione. L'attenzione di circa un terzo degli operatori si è concentrata rispettiva-

LE PROSSIME DATE La prossima edizione del GaLaBau si terrà a Norimberga dal 12 al 15 settembre 2018. In programma anche un nuovo salone del verde a Shanghai, organizzato da NürnbergMesse China. Infatti, a partire dal 2017 la NürnbergMesse China sarà l’ente organizzatore del salone specializzato Greenery & Landscaping China di Shanghai. La prima edizione avrà scadenza annuale, si svolgerà dal 7 al 9 giugno 2017 al World Expo Center di Shanghai. Vi si attendono 200 espositori. N°002

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GESTIONE | f iere

ALCUNI NUMERI • +10% l’incremento di espositori internazionali • 1.320 gli espositori totali • 13 i padiglioni occupati • 1,3 media giorni di visita • 58 gli espositori italiani • 263 le nuove aziende nel 2016

mente sul segmento delle piante, nonché su quello dei materiali edili, dei prodotti e degli elementi per la costruzione e la manutenzione. Quasi tutti i visitatori (pressoché il 96%) si sono dichiarati soddisfatti della proposta offerta dagli espositori e altrettanti hanno apprezzato l'elevata qualità degli incontri avuti agli stand. Il 94% ha già programmato definitivamente la sua presenza al GaLaBau 2018. Insomma, una manifestazione che traccia le linee guida su quello che è il settore della costruzione e manutenzione del verde in Germania, e in Europa, ci permettiamo di aggiungere, in grado di fare sistema e proporre soluzioni per un mercato dinamico e alla ricerca di continue innovazioni tecniche.

ESPOSITORI PIÙ CHE SODDISFATTI

Norimberga è stata raggiunta da ben 1.320 espositori da 37 Paesi, 336 dei quali internazionali. Prime tra tutte, oltre a quelle tedesche, erano presenti aziende dai Paesi Bassi (58) e dall'Italia (58), dall'Austria (35), dalla Francia (28), dal Belgio (18), dalla Gran Bretagna (12), dalla Polonia (12)

LE ATTIVITÀ COLLATERALI Anche il programma collaterale del GaLaBau 2016 ha riscontrato un gran favore. Quasi il 90% vede infatti nella proposta un arricchimento dell’offerta merceologica. In tal contesto l’area speciale Garten[T]Räume (Giardino-Sogni-Spazi), organizzata per la prima volta, si è assicurata le lodi del 77% dei presenti, tanto quanto le aree dimostrative e d’azione per le opere di sterro e per la manutenzione di grandi spazi nelle quali gli espositori hanno potuto presentare dal vivo i loro macchinari.

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BENE IL NUOVO EXPERTEN-FORUM Presso lo stand del BGL, si è svolto per la prima volta il forum degli esperti Experten Forum che, concepito come sede di svolgimento centrale, ha sostituito i singoli convegni specialistici tenutisi nel 2014 al NürnbergConvention Center Ost. Tutti i giorni di fiera hanno avuto luogo ogni ora due interventi spontanei di 15 minuti dai temi sul giardino privato al verde pubblico, da argomenti relativi a regolamenti e normative a tematiche sull’economia aziendale specifica per il settore.

e dalla Svizzera (11). Il core business del GaLaBau è costituito dal segmento dei macchinari, cui apparteneva circa la metà degli espositori. Più o meno il 35% è da inquadrarsi nei segmenti dei materiali da costruzione, delle pietre naturali, delle pietre da pavimentazione, dei rivestimenti per terrazzi, degli alberi, delle piante, delle sementi e prodotti simili. Circa il 15% delle aziende serve inoltre comparti speciali come, ad esempio, le attrezzature per campi da gioco, gli arredi urbani e il segmento della realizzazione e manutenzione di campi da golf. Nel 2016 hanno partecipato per la prima volta al GaLaBau ben 263 imprese. Interessanti anche i pareri degli espositori sulla loro partecipazione: il 91% ha valutato positivamente il successo generale della propria presenza al salone e ha raggiunto i suoi principali target, il 94% ha allacciato nuove relazioni d'affari e l'89% si attende una buona attività post fiera. Il 90% delle aziende ha deciso già oggi che esporrà di nuovo al GaLaBau 2018.


Ti piacciono le piante grasse? Allora non puoi perderti questo racconto

Matteo Ragni e Annarita Manera di

Saverio Chiappalone

Fotografie di

Prefazione

Moritz Mantero, Presidente Orticolario

160 pagine colori

Disponibile su amazon.it a 14,90â‚Ź Via Pasubio 16 | 21020 BREBBIA | Tel.: 0332 989 211 | Fax: 0332 773 850 info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net


SCOPERTE | vegetali

Ecco un

nuovo acero L’UTILIZZO • Singolo, in vaso sulla terrazza • Parchi e giardini come pianta da mezza altezza • Bordure miste accanto a graminacee e a rampicanti • In vaso o in giardino per avere uno spazio contemporaneo

PUNTI DI FORZA • Nuove foglie rosso brillante • Foglie giallo neon in estate • Le foglie non bruciano al sole • Buona resistenza alle malattie

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Quindici anni di attesa, ma ne valeva la pena: fogliame che sfuma fra il crema, il rosso e il verde e una grande resistenza. Ecco le caratteristiche che preludono al successo di ‘Moonrise’ di Matteo Ragni

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cer 'Moonrise' è la nuova splendida introduzione di Hillier Nurseries, il celebre vivaio inglese. Scoperto dal noto specialista di Aceri giapponesi, Carl Munn, nel suo vivaio in Oregon nel 1991, l’Acer shirasawanum 'Moonrise' ha finalmente fatto il suo debutto con Hillier Nuriseries al RHS Chelsea Flower Show lo scorso mese di maggio. I grandi punti di forza dell’Acer 'Moonrise' sono il suo spettacolare colore autunnale e la sua resistenza alle malattie. In primavera, i suoi nuovi germogli emergono con un acceso rosso brillante creando un bel contrasto con le foglie giallo candido. In estate, Acer 'Moonrise' si copre di un fogliame quasi fluorescente, color chartreuse (un giallo “Liquore Strega”) che diventa rosso vibrante in autunno. Carl Munn durante la selezione ha osservato la crescita e lo sviluppo della pianta per quindici anni prima di iniziare la produzione, per essere sicuro che queste caratteristiche fossero ben fissate nel genoma della pianta. Il nome di questa varietà, 'Moonrise' (“alba di luna”) è stato scelto perché il colore delle foglie ricordava a Carl l’apparire della luna nel cielo scuro della notte. Un aggancio sicuro alla fantasia e all’emozione dei consumatori. Acer 'Moonrise' ama un’esposizione soleggiata o parzialmente ombreggiata, sempre però in terreni umidi e ben drenati. La resistenza al freddo, fino a -22° C, permette di usare questo acero in tutte le latitudini. Si presta per essere piantata in un bordo misto o in un grande contenitore come pianta esemplare, nel patio o in balcone, dove riuscirà a

crescere fino a 3 metri di altezza per 1 metro di larghezza. Anche in vivaio l’Acer shirasawanum 'Moonrise' sorprende tutti con i suoi colori spettacolari. Ma verrà notato non solo per il colore del fogliame, ma anche per il bel portamento espanso e per le foglie palmate come ventagli. Un magnifico acero.


SCOPERTE | vegetali

CARATTERISTICHE • Colore naturale, dal blu al rosa • Non ha bisogno di trattamenti per mantenere il colore • Fiorisce molto e continuamente • Adatta al giardino e al vaso • Facile da mantenere

C

ome la tavolozza di un pittore impressionista, questa hydrangea mostra a ventaglio tutte le tonalità cromatiche dal rosa all’azzurro con punte violacee e verde acido che creano un sapiente gioco di chiaroscuri. Si chiama Hydrangea macrophylla ‘Lindsey Ann’, cioè LA Dreamin, ed è la prima ortensia su cui si trovano fiori sia blu che rosa, oltre a tutte le sfumature di mezzo, senza l’aggiunta di solfato di alluminio, di potassio, o di altri fertilizzanti speciali. Una varietà che potrete consigliare al vostro cliente più esigente. LA Dreamin fiorisce sia sui rami vecchi che sui nuovi, e sboccia continuamente. La pianta raggiunge approssimativamente l’altezza di un metro e mezzo e la larghezza di un metro e ottanta centimetri. È particolarmente adatta per una posizione di rilievo in giardino, ma è eccellente anche per circondare un patio, o da mettere in vaso su un balcone. Ha vinto una medaglia di bronzo al Plantarium e in Europa è distribuita da Plantinova. www.plantinova.com

TREND BACCHE Fireballs (Vaccinium vitis-idaea Fireballs) produce molti mirtilli grandi e rossi, che durano sul cespuglio a lungo. Questa è la particolarità della pianta, insieme alla fioritura precoce. Inoltre Fireballs è robusta, preferisce posti freschi all’ombra totale e parziale e resiste fino a -35° C. In primavera va potata; dopo la fioritura, in estate inoltrata, appariranno i frutti, che sono edibili. Le serve solo un terreno ricco di humus, acido e ben drenato. Starà bene in gruppi e bordure, ma anche da sola nel suo vaso, dove le sue palle di fuoco scalderanno l’atmosfera.

Tripudio di

colore

Un’ortensia i cui fiori variano dal rosa all’azzurro. E che sboccia continuamente di Marta Meggiolaro


SCOPERTE | vegetali

Argento,

perché no? Sempre più decisivo proporre in giardino piante con un fogliame originale. Prendiamo in considerazione la gamma delle cerulee: piacciono, sempre di più di Marta Meggiolaro LE VARIETÀ • Eucalyptus Azura • Corokia Cotoneaster • Corokia Frosted Chocolate • Bromelia Fascicularia

Bromelia Fascicularia

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resce l’interesse per i prodotti originali, inusuali, che portano un tocco particolare in giardino. Anche negli arbusti, anche nelle foglie. Le varietà con fogliame variegato o marginato non bastano più. Ed è un’ottima cosa, perché ci sono altri campi da esplorare, come ad esempio le foglie insolite per consistenza o colore: piante tattili, un’esperienza nuova, come la Corokia. Oppure l’Eucalyptus Azura, assolutamente ceruleo nel colore, e aromatico. Sono prodotti che suscitano emozioni positive, con cui è facile solleticare il consumatore che cerca una nota di colore differente o una pianta in giardino particolare, con portamenti e sfumature inusuali. Oggi il consumatore è sempre più alla ricerca di particolarità, variate nuove, per avere qualcosa di diverso e particolare nei propri giardini o sui propri terrazzi. Questa potrebbere una bella idea da suggerire.

Corokia Cotoneaster

Corokia Frosted Chocolate

Eucalyptus Azura

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SCOPERTE | vegetali

SI ADATTA A TUTTO Ligustrum “Ibota Musli”: se c’è una pianta facile, resistente e bella, quella è senz’altro l’Ibota Musli. Direi che è una pianta che sa badare a se stessa: resiste ai freddi intensi così come al caldo torrido estivo. Sopporta bene la siccità, ma resiste anche nei terreni umidi. Non è un’essenza che richieda grandi attenzioni. L’unica cosa da tenere presente è che si tratta di un arbusto che cresce abbastanza, a dispetto delle apparenze, sicchè può essere richiesta una potatura di contenimento e una sagomatura annuale.

VUOLE TANTO SOLE

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vere uno spazio esterno esposto a sud può dare dei grattacapi, specialmente quando si parla di balconi o terrazzi, che non sono ambienti facili per le piante. Anche perché sono spazi in cui le piante non possono che essere in vaso, bisogna stare attenti: ricevono sole per quasi tutta la giornata, quindi è necessario prestare attenzione all’irrigazione e alle bruciature. Queste tre varietà, però, hanno una buona resistenza, e si adattano facilmente alla vita in vaso: con una giusta irrigazione, se il vaso è capiente, e se potate una volta all’anno, saranno di ottima compagnia per i vostri clienti.

Caryopteris clandonensis “Grand Blue”: si tratta di un arbusto che ama avere spazio intorno alle radici e allo stesso tempo cresce in fretta: se si vuole ammirarlo in terrazzo, meglio usare vasi capienti. preferite un terriccio leggero e poroso, perché le radici amano respirare! Non ama la siccità, anche se riesce a sopportarla. Tenetelo d’occhio, perché prolungati periodi senza irrigazione lo rovinerebbero. Per il resto, se esposta al sole pieno e potata corta all’inizio della primavera, è una pianta che darà grande soddisfazione a chi la possiede.

BELLISSIMO IN VASO Physocarpus opulifolius “Tiny Whine”: è una pianta molto versatile e adattabile. Può passare tranquillamente dall’esposizione di sole pieno a quella di mezz’ombra; l’importante è che non sia posizionata in una zona a ombra totale. Essendo tra le varietà di Physocarpus a crescita più contenuta, può essere utilizzato in molteplici contesti e in vaso rende molto bene. Assicurarsi sempre che non vi sia ristagno al livello delle radici. La potatura consigliata riguarda lo sfoltimento e l’accorciamento dei rami, prima della ripresa vegetativa.

Consigli per il

terrazzo

Varietà interessanti per forma e colore, che ben si adattano alla coltura in vaso. Non temono il sole, non temono il gelo, e con poche cure daranno grandi soddisfazioni di Mario Ferrarini

DOVE TROVARLA Queste varietà le trovate nel catalogo di Arena Vivai, azienda specializzata in piante e nei servizi al giardiniere. www.arenavivai.com N°002

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IL PRONTUARIO

Scheda cantiere,

strumento pratico La realizzazione del giardino è il mantenimento di una promessa fatta al cliente. Tenere sotto controllo le fasi di lavoro è determinante. Per non discostarsi troppo dal preventivo iniziale di Filippo Terragni IN BREVE • Notevole attenzione alla gestione dei costi • Controllo continuo della redditività • Monitoraggio quotidiano stato avanzamento lavori • Determonate conoscenza del cliente • Individuazione degli strumenti di redditività

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R

ealizzare e curare giardini richiede, oltre a una completa conoscenza dal punto di vista tecnico, una notevole attenzione nella gestione dei costi in modo da ottenere la giusta redditività. Diventa indispensabile, oggi più che mai, monitorare quotidianamente lo stato di avanzamento dei cantieri in corso per conoscere di ogni cliente, l’esatta situazione del lavoro in termini di costi sostenuti e di modifiche rispetto al preventivo iniziale. Ciò è possibile attraverso una scheda di cantiere che specifichi tutti i costi sostenuti, sia in termini di manodopera che di materiali forniti, e che possa avere confronto con il preventivo sottoscritto dal cliente. In questo modo si potrà definire la reale redditività del cantiere in oggetto.

TRACCIA BEN PRECISA

La realizzazione di un giardino, effettivamente, è il mantenimento di una promessa, fatta a suo tempo nell’illustrare al cliente un progetto che visualizzava il giardino a lavoro finito. La promessa fatta al cliente è un impegno ben preciso che l’azienda si assume e porta avanti con due obiettivi principali: • Massima soddisfazione da parte del cliente • Raggiungimento dell’obiettivo reddituale che si era ripromesso di conseguire È quindi fondamentale avere il controllo del cantiere, dalla nascita alla consegna, attraverso delle

schede che dovranno essere redatte e aggiornate quotidianamente con l’ausilio dei capi squadra. La scheda di cantiere può essere impostata secondo una traccia ben precisa e personalizzata poi secondo le proprie esigenze. Innanzitutto è indispensabile aprire un cantiere imputando allo stesso i valori del preventivo sottoscritto dal cliente. Idealmente potrebbe essere utile già in questa fase una suddivisione dei diversi centri di costo. Tutte le voci relative dei centri di costo • • • •

Piantumazioni Realizzazione aiuole Formazione tappeto erboso Manutenzioni, suddivise a loro volta in: 1. Potature 2. Taglio prato 3. Abbattimenti 4. Trattamenti 5. Concimazioni • Installazione impianto d’irrigazione • Eccentera

In questo modo risulta evidente che la gestione dei costi di ogni singola voce risulta sempre più sotto controllo.

LAVORI E FORNITURE

Perché una scheda cantiere funzioni, è necessaria una stretta collaborazione con gli operatori che


svolgono effettivamente il lavoro, i quali dovranno compilare dei rapportini (oppure confrontarsi la sera al rientro dal cantiere con il responsabile) che riportino quante piante sono state consegnate, quali e quanti materiali, quante ore di manodopera prestate per la piantumazione, la semina, il taglio dell’erba, l’installazione dell’impianto d’irrigazione e così via. A questo punto, attraverso la scheda, il responsabile potrà seguire alla perfezione ciò che accade in ciascun cantiere, ponendo attenzione a rispettare quanto è stato preventivato.

le formule, sarà possibile ottenere, in qualsiasi momento, gli importi delle varie voci e il totale dei lavori eseguiti fino a quel momento. Lo schema sopra riportato può essere, per comodità di gestione, doppio: uno schema per quanto realizzato a contratto e l’altro per quanto è aggiuntivo al contratto. È anche possibile, se si vuole avere un documento riepilogativo di tutti i cantieri in essere, riunire in un’unica scheda i vari cantieri; si avrà in questo modo una panoramica, sempre aggiornata, dell’andamento complessivo del lavoro. Questo impegno, che può sembrare inizialmente La prima parte della scheda è dedicata ai lavori e oneroso, darà degli ottimi riscontri e inoltre sarà alle forniture da eseguire a contratto così come da un grande aiuto nel momento della rendicontaaccordi con il cliente. zione, in quanto si troverà già tutto impostato e, dopo una rapida verifica e una spunta di controllo, può Scheda Cantiere COMMITTENTE: Data contratto: ……….. essere consegnato al cliente ……………………………. insieme alla fattura e ai relaFORNITURA PIANTE: Quantità Prezzo unitario Totale tivi documenti di trasporto. ……………………………… …… …… …… Un altro importante aspetto ……………………………… …… …… …… ……………………………… …… …… …… di utilità delle schede di cantiere è quello che, dalla PIANTAGIONE FORMAZIONE TAPPETO FORNITURA ALTRI gestione delle schede stesse, MATERIALI E/O SERVIZI: si potrà capire quali sono gli …… …… …… ……………………………… elementi che generano red……………………………… …… …… …… ditività e quelli che invece …… …… …… ……………………………… risultano in qualche modo LAVORI DA ESEGUIRE: negativi. In ultima analisi, ……………………………… …… …… …… grazie a questi supporti di ……………………………… …… …… …… ……………………………… …… …… …… controllo si potranno eliminare o ristrutturare le voci di costo negative.

MANODOPERA E ATTREZZATURE

Per le forniture a contratto, basterà evidenziare nel dettaglio quanto è stato effettivamente consegnato per avere con immediatezza la situazione del lavoro svolto. Si dovrà anche aggiungere il dettaglio della manodopera impiegata e delle attrezzature utilizzate con la netta divisione fra quanto è a contratto e quanto è aggiuntivo. Lo schema sotto riportato è puramente indicativo e può essere personalizzato aggiungendo o sostituendo le varie voci.

STRUMENTO DI VERIFICA

Queste schede di cantiere possono essere realizzate con un foglio di calcolo come Excel e, attraverso gli automatismi del-

MANODOPERA E ATTREZZATURE Descrizione lavoro

Addetto

N° ore

Attrezzatura

N. ore attrez.

Macchina operatrice

N.ore macchine

…………… ……………

Sig ……

……

…….

……

…….

…….

…………… ……………

Sig ……

……

…….

……

…….

…….

…………… ……………

Sig ……

……

…….

……

…….

…….

TOTALE

……

……

…….

Costi orari

€/h

€/h

€/h

Totale costi

……

……

…….

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IL PRONTUARIO

Perché pianificare? Per non incorrere in spiacevoli imprevisti. E poi, un’attenta programmazione può dare un aiuto concreto sulla valutazione di fattibilità del progetto Perché? Perché chi pianifica mira a raggiungere l'obiettivo con il minor dispendio possibile di tempo e di energia e di personale. L’elaborazione di un piano di pianificazione, inoltre, consente di anticipare tutti quegli imprevisti che abitualmente si verificano quando si agisce senza aver prima pensato. E poi, pianificare dà un aiuto più concreto sulla valutazione di fattibilità di un progetto. Chi dirige un’azienda può rilevare da un piano d'attuazione importanti informazioni sui mezzi occorrenti, sui costi da sostenere, sugli utili ricavabili, sui fornitori necessari e sulle azioni da compiere. Anticipando mentalmente tutto ciò che la realizzazione di un obiettivo comporta in termini di spese, di tempo e di lavoro, è possibile controllare se le finalità sono realmente raggiungibile. I vantaggi della pianificazione si possono così evidenziare: 1. Una maggiore consapevolezza di ciò che la realizzazione del progetto comporta, con un conseguente riparo da sorprese indesiderate. 2. Un netto risparmio di tempo nella fase esecutiva del piano. 3. La possibilità di coordinare sotto un’unica regia le azioni di tutti coloro che partecipano alla realizzazione del progetto.

Come si elabora un piano d'attuazione? Esistono tecniche di pianificazione specifiche che hanno in comune alcune fasi di lavoro. 1. L'analisi della situazione di partenza che si intende modificare; in genere si tratta di un problema che si vuole risolvere. 2. L'esplorazione creativa delle possibili soluzioni del problema insieme ai propri collaboratori. 3. Il confronto e la valutazione delle diverse soluzioni. 4. La definizione esatta e dettagliata dell'obiettivo-soluzione: una specie di fotografia che rappresenti con il

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maggior numero di particolari possibile la situazione ottimale a cui si tende. 5. La previsione dei mezzi e delle azioni da compiere per raggiungere l'obiettivo. 6. Il calcolo dei costi e dei tempi necessari. 7. La verifica della fattibilità. Le domande che seguono, alle quali consigliamo di rispondere per iscritto, vogliono offrire una semplice traccia da seguire a chi intenda elaborare un piano d'attuazione per risolvere un problema o raggiungere un obiettivo aziendale. • Qual è il problema da risolvere o la situazione di partenza da trasformare? Quali sono le cause che l'hanno prodotto/a? • Quali sono le possibili soluzioni? Quali sono i pro e i contro di ciascuna soluzione? Quali possono essere le conseguenze negative di ciascuna soluzione a breve, a medio e a lungo termine? Qual è, in dettaglio, il quadro della situazione ottimale da realizzare? Quali mezzi occorrono per raggiungere l'obiettivo? • Cosa occorre fare per raggiungere l’obiettivo? (Elencare i compiti propri, dei collaboratori e degli eventuali fornitori). Quali problemi possono rallentare o impedire la realizzazione dell’obiettivo? Come si possono prevenire o superare questi problemi? • Quali sono i costi complessivi dei mezzi da acquistare e delle azioni da compiere? • Quali sono i tempi prevedibili per l’attuazione del piano? • Considerando i mezzi e le azioni previsti per raggiungere l’obiettivo, la situazione ottimale può essere realizzata? Con quest’attenta analisi in mano, si potranno dare ai collaboratori le disposizioni necessarie, coordinare i servizi dei fornitori e controllare i tempi di esecuzione, senza perdere la visione d’insieme.


LA GIARDINIER A

Machiavelli in giardino È la stagione propizia per il nostro gioco preferito: mettere a dimora le nuove piante, e rivoluzionare tutto finchè ognuna trova il suo posto. Ma attenzione a rispettare le regole

M

achiavelli - dice Seb passando. “Eh?” chiedo trasognata. Sono immersa nella contemplazione del giardino, e lì per lì non vedo il collegamento fra me e il filosofo politico rinascimentale, come si sente anche dalla mia povertà lessicale. “Stai per giocare a Machiavelli”. Già. Anche stavolta mio marito ha ragione. Machiavelli è l’unico gioco di carte che mi piace: peschi dal mazzo finchè ne hai in mano abbastanza per aprire con un minimo di tre carte, e da lì puoi continuare ad aggiungere al tavolo, scompigliando e rifacendo mazzi fra quelli già aperti, creando tris e scale a piacimento. Vince chi resta per primo senza carte in mano. È favoloso.

LE COMBINAZIONI DEVONO ESSERE VALIDE È quello che mi succede d’autunno quando il terreno è fresco, sono previste piogge, e con gli occhi cerco di allineare i buchi apertisi in giardino nel corso dell’estate, alle piante accumulate in vaso, fra sopralluoghi a vivai e l’annuale pellegrinaggio alla kermesse di Orticolario. Mi è difficile comprare una pianta alla volta, è uno spreco di tempo. Le comprate una alla volta le scarpe? Appunto. Ieri sono andata al mercato per comprare un solo cardo, e sono tornata con tre alberi da frutto, due oleandri da siepe, e un mazzo di dieci piantine di carciofi. Tutto questo per il costo di uno stivale sinistro. Come in Machiavelli, non puoi semplicemente mettere la pianta che ti trovi in mano nel posto che hai davanti, cacciando un tre di picche fra il due e il quattro di cuori, ma devi ricreare una combinazione valida, gettando scompiglio nell’intero giardino finchè la partita è finita. Così per piantare una Salvia leucantha mi trovo a sradicare tre Convolvous cneorum, circolo per ore con due secchi di Bergenie, vedo la Ceratostigma che ha appena cominciato a riprendersi dopo l’ultima partita di Machiavelli, e la risposto, e ogni volta che passo davanti alla Salvia Amistad devo frenarmi, perché per spostarla ora dovrei potarla e mi perderei la sua prima, enorme, fioritura. Per la fine del pomeriggio sono riuscita a rimettere quasi tutte le piante in terra in una bordura, almeno. Le altre aspettano, tremando.

MANTENERE UN OBIETTIVO PRECISO Solo attraverso questo scompiglio di carte si riforma un quadro intero in un giardino già avviato. Aggiungendo piante una ad una si perde la visione d’insieme, l’effetto desiderato, e si ottiene nient’altro che un’accozzaglia di colori e forme che non hanno una direzione e un ritmo consistente. In vaso o in piena terra ci sono alcune regole da tenere a mente nella composizione dei gruppi.


LA GIARDINIER A

Ci vogliono un minimo di tre piante per fare una macchia. Una sola è un punto, e due una riga, si piantano quindi a triangolo perchè si uniscano. Ma per vedere davvero l’effetto di forma e colore delle piante, ci vogliono gruppi più consistenti, dai cinque in su, in macchie o fasce ripetute. Se si vuole incorniciare qualcosa, bastano due piante identiche ai lati, che portano l’occhio al centro, così come due file di piante identiche fanno un viale e conducono ad una veduta, e una fila soltanto crea una siepe. I nostri clienti non lo sanno, forse, mai noi sì, e dobbiamo condurli, spiegare i nostri progetti, le nostre scelte. Per evitare che il giardino sia solo un campionario di piante bisogna stabilire dei temi, dei motivi, come contrasti di forme e associazioni di colori. Bisogna anche essere selettivi, tenere solo quello che ci serve. Altrimenti si rischia di diventare vittime del collezionismo, con delle piante che stonano, o della adattabilità di certe piante - come quei Convolvolus cneorum inammazzabili. Penso di averli traslocati quattro volte, si riprendono a velocità record, perfino fra un mattone e l’altro nella terraccia di riporto, ma non riesco a utilizzare il loro aspetto metallico, quelle foglie argentee troppo fredde per me. Il loro fiore bianco mi è indifferente. Stavolta le butto. Così come ho già buttato una pianta che è il tormentone del giardino mediterraneo, la Perowskia atriplicifolia, che forse userei nello sfondo di bordure molto grandi, ma nelle dimensioni del mio giardino non era bella in nessuna posizione. È giustamente conosciuta in inglese come ‘finta lavanda’, perché assomiglia ad una Lavanda angustifolia, ma senza profumo, più alta, e più aperta. Preferisco la lavanda vera, e se voglio qualcosa di più alto cerco un’altra specie. Ad esempio fra le Salvie ornamentali.

IL MIO JOLLY: LE SALVIA C’è un’infinità di salvie ornamentali, ideali perché sopportano il secco e il sole, e sono facilissime da propagare, ma le ho evitate per anni perché ne conoscevo solo le varietà più municipali, S.farinacee blu e S.patens arancioni piantate in larghe campiture in mezzo a prati di parchi pubblici. Poi ho scoperte la Salvia microphilla, un piccolo arbusto con le foglie che profumano leggermente di menta, che fiorisce quasi tutta l’estate, la S.leucantha con la quale colonizzare le bordure più impestate, le infinite sfumature di colori della specie, e mi sono ricreduta. Adesso il problema sarà dire addio alle mie prime S.microphilla, bravissime a coprire un’intera scarpata secca, ma con un fiore magenta che non mi ha mai convinto. Ho finalmente trovato delle altre microphilla del rosso puro, scarlatto, che preferisco, ed altre blu e azzurre. In barba alle regole del Machiavelli, se in giardino mi trovo con un paio di piante in mano che non riesco a far stare, a questo punto le butto, nell’interesse dell’intera composizione. Conta in questo non solo il colore del fiore, ma anche la foglia e il portamento della pianta, e per quanto ami le Salvie, non hanno una forma entusiasmante, usate in massa sembrano una distesa di schiuma da barba. Sono importanti gli accenti verticali, come Iris e Phormium, il movimento e la trasparenza di graminacee di tutti i tipi, la solida massa di Sedum spectabilis e Sedum ‘Matrona’, i cuscini di Santolina, e tutte le altre scale colorate delle carte del giardino. Quello che importa è farla, ogni tanto, questa scomposizione di tutti i mazzi dati per scontati e ricomporli in nuovi ventagli soddisfacenti. La stagione migliore per farlo è l’autunno: quando è bel tempo si pianta, e se è brutto, fra libri e vivai, si pianificano le prossime mosse. di Anna Piussi Garden designer, insegnante di storia dei giardini, medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.

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