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Febbraio - Marzo 2017
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Bimestrale sulla progettazione, costruzione, gestione e manutenzione professionale di spazi verdi
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EDITORIA LE/1
Professionalità, è questo che ci viene richiesto, in tutti gli ambiti del business, proprio per essere premiati dal mercato. Ormai la committenza, che sia essa privata o pubblica, non è più disposta a fare sconti. E il moderno giardiniere deve essere un concentrato di abilità, bravura, capacità, competenza e preparazione. Insomma, saper svolgere il proprio lavoro con scrupolosità e adeguata preparazione. Ed è con questo spirito che abbiamo preparato questo nuovo numero de ILgiardiniere , cercando di dare delle risposte concrete alle esigenze degli operatori del settore. Lo abbiamo pensato, costruito e “cucinato” – come si usa fare in una vera cucina – con un approccio concreto, come fossimo in un cantiere. Utilissimo il contributo di Valerio Pasi su un tema importante come quello dei fitosanitari. Infatti, nella manutenzione del verde, gli operatori sono spesso chiamati a intervenire nei giardini per la presenza di malattie o parassiti su alberi, arbusti, rampicanti e siepi. Nel suo articolo, Pasi suggerisce una serie di indicazioni per essere a norma nei trattamenti. Un esempio per essere professionali? L’uso di prodotti esenti da autorizzazioni. C’è poi la bella idea di Marilena Baggio, che ci ha aperto le porte della nuova sede milanese di Ciaopeople Media Group. In questo pezzo ci racconta un paesaggio interiore in cui nulla è stato lasciato al caso, prestando grande attenzione anche agli arredi e al verde. Un interessante esempio di urban green indoor, perché anche questo potrebbe essere un trend da cogliere, in cui il giardiniere può fare la differenza. Sul fronte della gestione, Camillo De Beni ci dà un consiglio prezioso per quanto riguarda la pacciamature; cioè quello di utilizzare materiale organico naturale, perché è quanto di meglio si possa pensare per il benessere delle piante. Si tratta di una pratica ancora poco in uso in Italia, ma di particolare interesse, perché economica, ecologica e in grado di ridurre i costi di manutenzione. Più pagine anche per la sezione SMART, con consigli su tecnologie, innovazione e moderne soluzioni. Expoplant, l’innovativa piattaforma online che fa incontrare domanda e offerta di piante, i nuovi prodotti a batteria di Stihl, infaticabili e silenziosi, Fliwer, un evoluto sistema per gestire l’irrigazione da remoto conoscendo in tempo reale l’effettivo stato delle aree verdi da curare, sono solo alcune opportunità per scegliere prodotti professionali. Ed essere ancora più competenti. Buona lettura! di Francesco Tozzi
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CARO CATALOGO!
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no dei ricordi più vividi della mia infanzia è quello di mia madre che attendeva con trepidazione l’arrivo del catalogo delle piante dai suoi vivai preferiti, proprio in questo periodo dell’anno. Era una gioia che coinvolgeva tutta la famiglia e si fantasticava su cosa comprare e coltivare, come se il nostro giardino, che era già un campionario di piante, fosse in realtà un parco da arricchire! Questo vecchio ricordo mi ha dato lo spunto per introdurre un tema, assai caro a noi professionisti del verde, ma tanto spinoso: disporre di cataloghi aggiornati e facilmente consultabili che accompagnino il nostro lavoro in fase di progettazione. Oggigiorno ci si confronta con opere pubblicate su riviste specialistiche o tecniche che ci incuriosiscono o ci stupiscono, ma come sempre poi il confronto con la realtà in cui si opera impone un'attenzione alla fattibilità ambientale e una reperibilità del materiale vegetale. Ed ecco che la ricerca delle specie con tutte le informazioni necessarie diventa importante.
Purtroppo mi sono accorta che rispetto a un catalogo cartaceo, quasi da manuale, che veniva fornito un tempo al pubblico (famosi i cataloghi dei Fratelli Ingegnoli di Milano), l’uso del web non soddisfa quella ricerca di informazioni utile per la redazione di un progetto. Così si inizia tutte le volte un vero e proprio viaggio, spesso un calvario fatto di contatti, telefonate, e-mail, che richiedono tempo per chi chiama e per chi riceve. Non nego che il contatto sia importante, ma deve essere fatto laddove ci sono dubbi o casi particolari da risolvere. La divulgazione sul web è una forma mentis che dovrebbe aiutare i professionisti a lavorare riducendo i tempi di ricerca e al contempo scoprire nuove opportunità. Spesso accade poi che per pigrizia e poca disponibilità di tempo si propongono specie perché presenti sul mercato e non perché utili al contesto o al progetto in cui si opera… Ma questa è un’altra storia! Perdonate questa franchezza ma i siti degli operatori del verde richiedono un aggiornamento continuo
{ricapitoliamo} VERSIONE ONLINE, IL PROFILO IDEALE 1. Semplicità nel reperire le informazioni 2. Informazioni delle specie indicizzabili 3. Specie suddivise in più categorie 4. Specie con foto di fiore e frutto 5. Indicazioni dettagliate per la composizione 6. Indicazioni dei costi
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e una ricchezza di informazioni che deve sostenere il passo con l’informazione online. Per questo ho individuato alcuni dati che il sito dovrebbe fornire, che possono essere così riassunti: • sito facilmente navigabile nel reperire le informazioni; • informazioni sulle specie indicizzabili e non scaricabili in un unico pdf; • specie suddivise in diverse categorie; • specie con foto per intero, del fiore e del frutto; • descrizione completa con specie consigliate per la composizione; • indicazioni dei costi. Inoltre sarebbe interessante che ci fosse un’area clienti per le informazioni riservate solo ai professionisti, così l’azienda potrebbe costruirsi anche una mailing list di clienti a cui inviare poi eventuali proposte. Non ultimo la veste grafica, che in una società di immagini è un aiuto non secondario.
La divulgazione sul web è una forma mentis che dovrebbe aiutare i professionisti a lavorare riducendo i tempi di ricerca e al contempo scoprire
nuove opportunità
Certo produrre e aggiornare un sito così fatto ha un costo, ma farsi una buona pubblicità e produrre informazioni professionali genera all’interno del mondo digitale una “buona reputazione” che alla fine ripaga delle risorse spese. Altre categorie commerciali lo hanno capito da tempo! Oggi ci sono giovani società che realizzano siti web con costi contenuti dai risultati sorprendenti. Nel caso si avesse ancora qualche dubbio sulla bontà di un simile investimento si potrebbe pensare di non pubblicizzare singolarmente, ma tra aziende che producono e commerciano materia vegetale che possono completarsi a vicenda. Le strade possono essere diverse, non perdiamo questa opportunità di rinnovarci anche nel presentarci al pubblico, perché spesso ci sono aziende serie, fidate e altamente professionali che non sanno dare “anima” al proprio prodotto.
di Marilena Baggio
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A volte ritornano
smart 30 Chi cerca trova
di Daniela Stasi
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Girotondo di idee verdi
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Diamoci un taglio!
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Intelligenza artificiale in giardino
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Il cantiere di Nora Adamsberg testo di Maria Gantioler, Helga Salchegger traduzione di Marco Sivo
In nome della legge di Valerio Pasi
Paesaggio interiore di Marilena Baggio
di Viola Delfino
di Nora Adamsberg
36 Sostenibilità high-tech
di Daniela Stasi
38 Primavera di una nuova era
di Viola Delfino
40 Sapere è potere
di Irene Nuvola
gestione 42 Come superare il preventivo
e soddisfare il cliente
44 Le potenzialità del mercato 46 L’alternativa naturale
di Camillo De Beni
50 Pensare in grande spazi piccoli
di Anna Piussi
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Come una fotografia
di Anna Piussi
56 Rinascimento contemporaneo
SOMMARIO N°003
di Daniela Stasi
DIRETTO DA Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Marta Meggiolaro / redazione@laboratorioverde.net Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net COLLABORATORI Nora Adamsberg, Marilena Baggio, Giorgio Barassi, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Jurg Burger, Camillo De Beni, Viola Delfino, Maria Gantioler, Stefania Medetti, Irene Nuvola, Filippo Terragni, Filippo Tommaseo, Valerio Pasi, Anna Piussi, Matteo Ragni, Helga Salchegger
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PROGETTO E GRAFICA Francesco Fedelfio / francesco.fedelfio@gmail.com PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net SEGRETERIA E TRAFFICO Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO)
scoperte 60 Fascino orientale
di Matteo Ragni
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Nel blu dipinto di blu
DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
di Marta Meggiolaro
Flortecnica e vivaismo è organo ufficiale di G.F.A. e associato a Horti Media Europe.
rubriche 05 Editoriale/1
ASSOCIATA AD
di Francesco Tozzi
di Marilena Baggio
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News
e d i z io n i
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Prontuario
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Laboratorio
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Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Businessverde.com • IL giardiniere • Bio Agenda • Greenstyle • Bio Calendario Rappresentante e collaborazioni: • DIYandGARDEN.com • bricoliamo.com • Blossom Zine Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
abbonamento da 6+1 numeri: 30,00 Euro
CONTRIBUTI
MARILENA BAGGIO
CAMILLO DE BENI
Architetto, paesaggista, esperta in architettura del benessere e spazi a verde terapeutico. Ha collaborato dal 2002 al 2011 in qualità di docente del Corso di Specializzazione in Idrologia Medica e coordinatrice del Corso Elettivo per studenti di Medicina e per il Centro di Bioclimatologia Medica e Medicine Naturali, Centro Collaborante OMS, Università degli Studi di Milano. Ha lavorato dal 1992 per Regione Lombardia come esperto in materia ambientale e di paesaggio presso le Direzioni Ambiente, Territorio e Urbanistica e Cultura.
Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.
MARIA GANTIOLER e HELGA SALCHEGGER
VALERIO PASI
Entrambe architetti del paesaggio e docenti di Materie paesaggistiche alla Scuola Professionale Laimburg della Provincia Autonoma di Bolzano, Maria Gantioler e Helga Salchegger esplorano l’impiego del verde attraverso ricerche, consulenze e progetti, trasformando la loro passione per le piante in attività lavorativa. Maria, nata in Alto Adige, ha studiato a Monaco e ha iniziato a occuparsi di progettazione del verde privato e pubblico in Germania. Helga, nata in Austria, ha conosciuto il tema del verde pubblico durante gli studi a Vienna.
Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.
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ANNA PIUSSI
MATTEO RAGNI
Toscana d’America dall’elegante sensibilità maturata con un Bachelor of Arts presso New York University; seguito da un Phd in storia dell’arte presso la prestigiosa Oxford University, ci insegna come vedere il mondo e scoprire quello che di bello esiste. Garden designer, insegnante di storia di giardini. Medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.
Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.
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salone internazionale florovivaismo architettura del paesaggio e infrastrutture verdi
Nuovo. Costruttivo. Vitale.
Flormart 2017 è tutto nuovo. Organizzato da quest’anno da GEOspa, la società che gestisce la Fiera di Padova, Flormart ha cambiato marcia e prospetta nuovi stimoli, nuove idee e nuovi investimenti sulle aziende del verde. Non solo in occasione dell’evento, ma 365 giorni all’anno. Per dare prospettive concrete al futuro del settore.
E Flormart è anche UNICO. Perché è la prima fiera che investe sulle aziende espositrici per realizzare la riqualificazione del suo quartiere.
FIERA DI PADOVA 21·23 SETTEMBRE2017 www.flormart.it
IL CANTIERE | sviluppi
L
à dove c'era l'erba ora c'è una città, e quella casa in mezzo al verde ormai, dove sarà? Se lo immaginava Adriano Celentano che il ritornello della sua autobiografica “I ragazzi della via Gluck” sarebbe diventato un manifesto per diverse generazioni? “Urlato” per la prima volta nel 1966 sul palco del Festival di Sanremo, dimenandosi in quel suo modo così caratteristico, è arrivato dritto al cuore, soprattutto di chi, come lui, ha visto scomparire i prati a favore di distese di cemento. Ecco, c'è una buona nuova: la tendenza si è invertita e, udite udite, l'Italia sta riscoprendo il fascino del prato in città. Sì, proprio del prato, ricoperto di erba spontanea e di fiori casuali. Calpestare l'erba rende felici, in particolare se si è attorniati da palazzi e strade trafficate. Banale? Stando ai fatti si direbbe di no.
VERDE SPERANZA
Cominciamo dalla definizione. Il prato collettivo non è un giardino pubblico. Differenza sostanziale: in tanti parchi pubblici tuttora è vietato calpestare le aiuole, mentre nei nuovi prati si chiede la cortesia di camminare sull'erba. Vi chiederete, e chi se ne prende cura? La natura e i residenti, chiaramente. L'erba inizia a crescere e il gioco è fatto: i cittadini iniziano a inserirlo nel proprio quotidiano, e lo vivono di giorno e di notte. In modo libero e spontaneo. Ci arrivano in bici, prendono il sole, lasciano scorrazzare il cane, raccolgono fiori e, in quelli dotati di wi-fi, lavorano a distanza.
PIÙ PRATI PER TUTTI
Come spesso accade, le metropoli estere sono arrivate prima: ad Amsterdam, Barcellona, Berlino, Pa-
A volte
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La riscoperta del prato è il caso urbanistico del momento. Per la prima volta in Italia, nel 2016, sono stati inaugurati più prati collettivi che centri commerciali. Vietato non calpestare le aiuole di Nora Adamsberg
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AFFARI DI CUORE Love story da raccontare. A Città del Messico hanno rispolverato il primo prato metropolitano. Sentite il perché. Gli scrivani non scrivevano più lettere d’amore che gli immigrati ogni settimana, insieme ai soldi, spedivano a casa. Colpa del cellulare o di skype? No, tutta colpa della mancanza di verde: secondo i sociologi, senza un prato su cui affacciarsi gli abitanti della città più popolosa del pianeta non s’innamoravano più. Non ci crederete ma un grande prato incolto ha fatto miracoli: sono calate le rapine e gli scioperi, e i cuori hanno ricominciato a battere.
IL CONSIGLIO • In una dimensione di gestione collettiva dei prati, la figura del giardiniere può ritornare utile • Il professionista può dare preziosi suggerimenti sulla semina e sulla manutenzione • Può diventare un’occasione per farsi conoscere e allargare anche il proprio giro d’affari
rigi, Londra, Copenaghen, i nuovi prati riconquistano le aree industriali abbandonate, i vecchi aeroporti, i quartieri operai dismessi, i porti serrati. Ma nel 2016, per la prima volta in Italia le inaugurazioni di prati, vere e proprie oasi naturali urbane in cui sentirsi liberi, hanno superato quelle dei centri commerciali. Dove? A Milano, Torino, Bergamo, Firenze, Roma, Mestre, L'Aquila, Pisa, Vicenza. E ne nasceranno molti altri, già in fase di definizione. A Treviso, per esempio, di recente si è svolto un workshop internazionale organizzato da Fondazione Benetton nel corso del quale urbanisti, architetti, sociologi, economisti, storici e agronomi provenienti da tutto il mondo si sono confrontati su come far rinascere l'antico Prato della Fiera, usato come parcheggio.
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IL CANTIERE | attualità
Girotondo di idee verdi
Gli alunni della Scuola professionale per la frutti - viti - orti - floricoltura Laimburg hanno presentato al Comune di Vipiteno due progetti per una rotatoria dal diametro di 30 metri. Un’esperienza che insegna testo di Maria Gantioler, Helga Salchegger traduzione di Marco Sivo
BIGLIETTO DA VISITA
Partiamo dalle premesse. Sempre più spesso, per accrescere la sicurezza stradale, gli incroci vengono trasformati in rotatorie. Queste diventano superfici verdi poste all’ingresso dell’abitato, trasformandosi in un biglietto da visita per il comune. Oltre alle norme tecniche riguardanti il traffico e la sicurezza, è necessario pensare alle scritte, all’illuminazione e alla visibilità di tali superfici. A questo si aggiungono poi l’allestimento della struttura e la scelta delle piante, aspetti che hanno un importante influsso su cura e costi dell’area verde. In genere le rotatorie sono zone estreme, esposte al sole e al vento, danneggiate dallo sfregamento dei pneumatici e dalle emissioni di gas. È interessante notare che la percezione dell’aspetto della rotatoria “verde” avviene per lo più negli automobilisti che
Combinazione di arbusti a Settequerce (Bolzano).
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o scorso gennaio, le alunne e gli alunni dell’anno di specializzazione per la floricoltura e la paesaggistica della Scuola professionale per la frutti - viti - orti floricoltura Laimburg, in provincia di Bolzano, hanno presentato due progetti per la ristrutturazione di una rotatoria stradale sita in via Brennero a Vipiteno.
APPROCCIO MINIMALISTA
guidano ad alta velocità, piuttosto che nei pedoni che dispongono di un angolo visuale ben determinato. Anche in futuro le installazioni di piante facili da curare costituiranno un alleggerimento del paesaggio stradale? Ci potremo ancora permettere la cura di queste superfici? O si rimarrà, come spesso accade, ai manti di erba bassa? Spetta alla politica decidere, ma anche la popolazione può spingere per ottenere superfici verdi più attraenti. Il verde pubblico è destinato a trovarsi sempre più al centro del contrasto fra estetica e costi. Se una rotatoria sia destinata a restare nel tempo un biglietto da visita estetico dipende dalle conoscenze del personale che ne ha cura, dai mezzi finanziari erogati e dalla sensibilità della popolazione. Le risposte agli interrogativi sulla funzione di una superficie verde e sulla sua efficacia estetica nel paesaggio urbano saranno determinanti nella decisione se investire soldi e tempo nell’allestimento di una rotatoria stradale. Forse una soluzione sostenibile sarebbe quella di investire in modo intensivo nell’estetica delle rotonde dove esse costituiscono l’ingresso principale ai centri urbani, e allestire in modo estensivo ed ecologicamente sostenibile le superfici meno frequentate.
Il concetto del primo progetto (nella foto) è nato dall’idea di combinare quarzite argento di Vizze e granito di Grasstein (Bressanone), come materiali duri, con piante soprattutto sempreverdi. Una montagna di pietre alta due metri domina la superficie, con la presenza qua e là di elementi isolati e gruppi di piante. La combinazione di piante cresciute e uno strato di pacciame dovrebbero garantire la facilità delle cure colturali di queste specie resistenti alla siccità. In primavera il quadro è dominato da Erica (Erica carnea), tulipani selvatici (Tulipa bakeri) e giaggiolo nano (Iris pumila), in autunno da arbusti bassi (Sedum album, Sedum reflexum, Sedum telephium), in estate e in inverno da conifere nane sempreverdi. La principale qualità di questo allestimento è la forte riduzione a pochi, caratteristici elementi.
IDEE DA CAPITALIZZARE
La rotatoria da progettare, trovandosi all’ingresso principale fra l’autostrada del Brennero e la strada statale, dà una prima impressione della città. L’area è molto ventosa, in inverno fredda e soggetta a nevicate; in estate il clima è secco con temperature miti: una sfida per chi cerca di selezionare le piante più adatte. I cinque paesaggisti Evi Tschager, Florian Unterhofer, Daniel Pfeifhofer, Manuel Kaser e Gabriel Langes, studenti della scuola professionale Laimburg, hanno così affrontato la questione delle rotatorie in modo concreto. Si è trattato di un incarico importante: il Comune di Vipiteno, infatti, da una parte ha dato totale fiducia agli alunni, dall'altra ha la possibilità di capitalizzare le loro idee, moderne e orientate al futuro, sull’allestimento di una rotatoria dal diametro di 30 metri. Gli studenti hanno elaborato due progetti: dai primi contatti con i
Nella foto in basso a sinistra, la presentazione dei progetti nella sala comunale di Vipiteno con il sindaco Fritz Karl Messner, i rappresentanti del Comune e della Scuola professionale Laimburg. Nell’immagine a destra, invece, un esempio di rotatoria a nord delle Alpi, a Klosters (Svizzera).
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IL CANTIERE | attualità
CARTOLINA DA VIPITENO • 6.500 abitanti • 15 km a sud del Passo del Brennero, vicino al confine con l’Austria • È la città più settentrionale d’Italia, a 948 m di altitudine e una delle più “alte” delle Alpi • Storicamente, ma anche attualmente, è una città commerciale, trovandosi in una delle più importanti vie di traffico alpine, ed è uno dei principali distretti economici del TrentinoAlto Adige
“committenti”, sopralluoghi e misurazioni, al progetto e alla sua presentazione, sono passati tre mesi.
VISIBILE E VIVIBILE
Per paesaggisti principianti, pianificare e seguire un progetto reale è molto più utile che seguire una lezione teorica, perché la pratica sul campo dà un’idea realistica della futura vita lavorativa. Dopo aver preso le misure, i cinque ragazzi hanno analizzato le condizioni esistenti: vento, emissioni, materiali e piante locali, terreno, sistemi di illuminazione e di segnalazione. A questa analisi sono seguite le prime idee per un progetto: la sfida maggiore per ogni progettista. Più il concetto è adatto alla situazione, più sarà facile convincere il cliente. Ma l’allestimento di aree verdi è molto più dell’uso di piante e materiali: significa trovare un’idea che coniughi praticità, disposizione degli elementi e forma, che sia visibile e vivibile. Elementi basilari su cui riflettere per la realizzazione del progetto sono stati i venti forti e il gelo (in inverno le temperature possono raggiungere i -20°) e l’opportunità di creare superfici verdi facili da curare e invitanti all’ingresso della città. La rotatoria come segnale di benvenuto in un paese posto sul versante meridionale delle Alpi, l’uso di pietre locali e soprattutto di specie di piante alpine rustiche sono gli elementi concettuali comuni di entrambi i progetti (tutti i dettagli nei box). I cinque giovani paesaggisti hanno presentato quindi due nuovi progetti per la rotatoria alla presenza del sindaco Fritz Karl Messner, dell‘assessora Christine Eisendle Recla, del segretario generale Klaus Holzner, della geometra Claudia Haller, di rappre-
sentanti della consulta anziani e di alcuni collaboratori del cantiere comunale. Il consenso è stato tale, che si punta a realizzare entrambi i progetti.
TRA ESTETICA E COSTI
Il progetto “Rotatoria” ha dato sicuramente valore alla lezione. Se i comuni investiranno denaro e cure nelle superfici pubbliche verdi dipenderà anche dall’importanza che la popolazione attribuirà loro. A nord delle Alpi vi sono diverse tendenze in questo campo. Per esempio si sceglie di rallentare il traffico ponendo gli elementi dell’allestimento in modo tale che non si possa vedere la strada di uscita. Tali soluzioni sono molto presenti in Svizzera e in Austria. L’uso di piante perenni ed erbacee nasce in Germania ed è praticato da circa 20 anni: le combinazioni di arbusti con alta percentuale di tappezzanti e uno strato di pacciame minerale sono nate come esperimenti tentati nelle università e da specialisti. Esigono buona lavorazione del terreno, buona conoscenza delle piante e personale ben istruito; in cambio offrono risparmio di costi e attrattività dell’allestimento vegetale. Per creare rotatorie è necessario un equilibrio fra costi e utilità estetica ed ecologica; le possibilità di allestimento sono infinite, quanto lo sono le disposizioni di legge su questo tema. Rimangono comunque una chance per la personalizzazione di superfici verdi pubbliche, che con il loro aspetto contribuiscono a identificare una località. Vale pertanto la pena investire nella pianificazione, soprattutto nel caso di centri abitati le cui rotatorie possono costituire un biglietto da visita estetico.
INNO AL VENTO Il secondo progetto (nella foto) si ispira al vento: piante mobili e disposizione dinamica degli spazi a formare una ruota di mulino a vento. Le specie di alberi a foglie mobili (Populus tremula ‘Erecta’) e le varie erbe ornamentali (Calamagrostis x acutiflora ‘Overdam’, Miscanthus sinensis ‘Kleine Fontäne’ e Panicum virgatum ‘Hänse Herms’) si muovono alla minima brezza; le siepi sempreverdi statiche dividono la rotatoria in segmenti che presentano erbe poste a diversi livelli. Alio delle bisce (Allium sphaerocephalon), tulipani selvatici a fioritura precoce (Tulipa humilis) e narcisi (Narcissus peoticus) completano l’impianto in primavera; due diversi materiali di pacciame (quarzite argento di Vizze e serpentina di Fundres) creano un contrasto chiaro-scuro. L’automobilista, alla vista della rotatoria, percepisce un effetto gorgo che guida lo sguardo verso il centro. La tridimensionalità è data dalle colonne di alberi e dalla verticalità delle siepi. Gli elementi vegetali immobili contrastano con le forme mobili (erbe ornamentali), i colori chiari con quelli scuri, il verde con il grigio.
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IL CANTIERE | leg islativo
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ella manutenzione del verde, gli operatori sono spesso chiamati a intervenire nei giardini privati e nelle aree private aperte al pubblico (parchi di ville storiche, attrezzature sportive, giardini di ville dati in locazione per eventi, aree ricreative, ecc.) per la presenza di malattie o parassiti su alberi, arbusti, rampicanti e siepi.
delle avversità combattute per ogni coltura oppure nell’elenco delle tipologie di aree extra agricole ove il trattamento è autorizzato e per quali avversità è consentito. Escludendo gli erbicidi e i fungicidi autorizzati su tappeto erboso, prati ornamentali, campi sportivi, campi da golf e simili, al momento non risulta alcun prodotto autorizzato per l’utilizzo extra agricolo su piante ornamentali (a eccezione dei prodotti autorizzati per endoterapia).
CAMPO RISTRETTO
NECESSARIO IL “PATENTINO”
Tali aree sono classificate dalla normativa inerente i prodotti fitosanitari come aree extra agricole, ovvero aree che nulla hanno a che fare con l’attività agricola. Le piante oggetto degli interventi, inoltre, sono ornamentali e non sono in coltivazione. Orbene, tutti i prodotti fitosanitari possiedono un’etichetta sulla quale sono riportati gli utilizzi ammessi, che consistono nell’elenco delle colture e
Gli unici prodotti disponibili per l’utilizzo su piante ornamentali sono i prodotti fitosanitari classificati come PPO (Prodotti per Piante Ornamentali), pensati cioè per piante ornamentali e da fiore in appartamento, balcone e giardino domestico, ma il loro utilizzo è riservato agli utilizzatori non professionali. La distinzione tra utilizzatori professionali e utilizzatori non professionali è stata introdotta
In nome della legge
Una serie di indicazioni per essere a norma nei trattamenti fitosanitari su alberi e arbusti nei giardini privati. E le alternative possibili. Un esempio? L’uso di prodotti esenti da autorizzazione di Valerio Pasi
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dal D.Lgs. 14 agosto 2012 n. 150 “Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi”. L’utilizzatore professionale è definito come “persona che utilizza i prodotti fitosanitari nel corso di un'attività professionale, compresi gli operatori e i tecnici, gli imprenditori e i lavoratori autonomi, sia nel settore agricolo sia in altri settori”. È evidente come nella definizione rientrino tutti gli operatori del settore giardinaggio, i quali, per poter acquistare e utilizzare qualsiasi prodotto fitosanitario, devono obbligatoriamente essere in possesso del certificato di abilitazione (il cosiddetto “patentino”) ai sensi dell’azione A.1.2 del D.M. 22 gennaio 2014 (Piano di azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari -PAN). Tuttavia, anche l’acquisizione della prescritta autorizzazione all’utilizzo dei prodotti fitosanitari, non consente comunque il loro utilizzo al di fuori di quanto autorizzato in etichetta e poiché l’acquisto per uso professionale di un prodotto fitosanitario implica necessariamente la registrazione del numero di “patentino” e la tenuta del Registro dei Trattamenti relativamente a tutti gli usi, anche extragricoli, non vi è modo poi di “scaricare” i prodotti che non prevedono l’utilizzo extra agricolo anche se regolarmente acquistati, soprattutto per chi è artigiano e non esercita alcuna attività agricola.
soluzione alle problematiche più frequenti per la lotta a parassiti e patogeni su piante ornamentali da parte dei professionisti è quella di utilizzare altri prodotti, registrati come corroboranti, concimi, inoculi micorrizici, ecc. che contengono sostanze e/o microrganismi antagonisti di insetti parassiti e funghi patogeni. L’utilizzo di questi prodotti è libero, esente da autorizzazioni (“patentino”) e più rispettoso sia dell’ambiente che dei rischi per la salute umana. Sono infatti disponibili prodotti contenenti polisaccaridi, estratti e oli vegetali, microrganismi ecc. la cui efficacia però non è garantita (proprio in quanto non sono prodotti fitosanitari), va testata per ogni prodotto proposto e richiede molta fiducia nella serietà di chi questi prodotti produce e propone sul mercato.
Un esempio di attacco di funghi su arbusti.
Infestanti su tappeto erboso.
OPZIONE DA VERIFICARE
Dunque contrariamente a quanto è avvenuto sino all’entrata in vigore della recente normativa, ogni vendita effettuata per uso professionale di prodotti fitosantari è tracciabile, in quanto i dati di vendita con i relativi riferimenti dei “patentini” devono essere comunicati su base informatizzata presso il SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) e ogni utilizzo deve essere registrato sull’apposito Registro dei Trattamenti. Le sanzioni per inadempienza sono state particolarmente inasprite con il D.L. 17 aprile 2014, n. 69 (vedi box dal titolo “Disciplina delle sanzioni per l’utilizzatore”). Di fatto, quindi, non è possibile utilizzare in maniera lecita qualsiasi prodotto per l’utilizzo extra agricolo su piante ornamentali (esclusi gli erbicidi e i fungicidi autorizzati su tappeto erboso, prati ornamentali, campi sportivi, campi da golf e simili, e i prodotti autorizzati esclusivamente per endoterapia, anche se con le grosse limitazioni che verranno illustrate in un prossimo articolo a questi espressamente dedicato). Quindi l’unica N°003
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Di fatto non è possibile utilizzare in maniera lecita qualsiasi prodotto per l’utilizzo
extra agricolo su piante ornamentali
DISCIPLINA DELLE SANZIONI PER L’UTILIZZATORE DgL 150/12 13. Salvo che il fatto costituisca reato, l’acquirente e l’utilizzatore che non adempia agli obblighi di tenuta del registro dei trattamenti stabilito dall’articolo 16, comma 3, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da 500 euro a 1.500 euro. In caso di reiterazione della violazione è disposta la sospensione da uno a sei mesi o la revoca dell’autorizzazione. DL 194/95 2. Salvo quanto previsto dall’articolo 22, chiunque utilizza prodotti fitosanitari non autorizzati è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da lire 5 milioni a lire 30 milioni (44). DLgs 69/14 3. Salvo che il fatto costituisca reato, fatta salva l’applicazione dell’articolo 23 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 194, chiunque non rispetta le prescrizioni e le indicazioni contenute nell’autorizzazione o nel permesso al commercio parallelo, nonché le prescrizioni e le indicazioni riportate in etichetta, è oggetto alla sanzione amministrativa da 35.000 euro a 100.000 euro. Se il fatto è di particolare tenuità rispetto all’interesse tutelato, all’esiguità del danno o del pericolo che ne è derivato, nonché alla sua occasionalità, alla personalità dell’agente ed alle sue condizioni economiche, lo stesso è soggetto alla sanzione amministrativa da 2.000 euro a 20.000 euro. Art. 674 Codice Penale Chiunque getta o versa (1), in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone (2), ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti, è punito con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda fino a duecentosei euro. Note (1) La distinzione tra le due condotte si ravvisa nell’oggetto, solido nel caso del gettare, liquido per quanto riguarda il versamento. (2) Per la sussistenza del reato, è richiesto che la cosa gettata o versata abbia una potenzialità nociva, ossia possa dirsi presumibilmente diretta ad imbrattare o molestare persone.
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Problematiche comuni su alberi e siepe.
IL CANTIERE | il progetto
PAESAGGIO
INTERIORE Vi apriamo le porte della nuova sede milanese di Ciaopeople Media Group. Nulla è stato lasciato al caso, è stata prestata grande attenzione anche agli arredi e al verde. Il risultato? Un interessante esempio di urban green indoor di Marilena Baggio
IL CANTIERE | il progetto
ATTENZIONE ALLO STILE
Per le caratteristiche delle piante da interno di ossigenare, depurare l’aria, contrastare l’umidità, eliminare i cattivi odori e rendere più accogliente ed elegante l’ambiente, sono state scelte alcune specie che possano crescere in spazi difficili per mancanza di sole e che necessitano di poca manutenzione. La scelta dell’arredo è stata fatta considerando il colore dell’azienda (giallo) che domina con oggetti evocativi di design vintage, sia negli spazi riunione che nelle piccole sale. Particolare attenzione è stata data al riciclo e al riuso dei materiali. Anche la scelta delle specie e le sue fioriere sono in linea con un'idea di ambiente giocoso, in cui lo spazio evoca il linguaggio dei videogame in un rapporto continuo tra Milano e Napoli, dove risiede la Casa madre, ed è, allo stesso tempo, un esempio di paesaggio culturale urbano interno. Tutte le strutture delle opere a verde sono state realizzate in modo artigianale con il supporto di diverse maestranze (idraulico, fabbro e giardiniere) coordinate dal direttore lavori. La scelta è stata
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el contesto urbano e storico di corso Sempione a Milano è stata inaugurata la nuova sede del gruppo editoriale Ciaopeople Media Group, a cui appartengono Fanpage e The Jackal. Il loft ristrutturato è lo spazio fisico di una piazza virtuale dove il tema dominante di comunicazione del Gruppo è stato tradotto secondo alcune parole chiave: simply, pleasure, young, working place in Milan. Qui lo spazio ufficio è stato pensato come confortevole, green: un “nido” per i molti giovani che ci lavorano.
LA STABILIZZAZIONE, QUESTA SCONOSCIUTA... La stabilizzazione del verde è un procedimento totalmente ecologico che consiste nella sostituzione della linfa con un prodotto di conservazione, una sostanza biodegradabile, a base di glicerina naturale e acqua che permette alla pianta di conservare/stabilizzare la sua flessibilità e freschezza naturale senza nessuna manutenzione. Con questo processo le piante non necessitano di luce né di acqua, non soffrono di temperature alte e/o basse poiché non subiscono il processo di fotosintesi. Le piante conservano le caratteristiche del naturale colore e consistenza, mantenendosi a lungo, la loro durata è garantita fino a un massimo di 10 anni. Le specie consigliate sono rami di Hydrangea spp., Fagus spp., Galinsoga parviflora, Amaranthus spp, Hedera helix, Bryophyta o Sphagnales, Lavanda spp, ma anche rose e licheni.
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fatta poiché non c’erano esempi realizzati e adattabili al luogo e anche per ridurre i costi soprattutto per la realizzazione della fioriera canalina con una coltura non idroponica.
COME IN UN MOSAICO
Per mascherare una grande parete bianca sono state disegnate e realizzate tre fioriere con un grigliato le cui forme ricordano tre Pinus pinea stilizzati. La fioriere tipo “bidoni”, realizzati in ferro e spruzzati a caldo di colore giallo, hanno una struttura interna per la raccolta dell’acqua e una parte mobile per poter accedervi, hanno un'altezza di 70 cm e un arco di cerchio di 60 cm. Le specie scelte sono state Platycerium bifurcatum e Cissus antartica. I grigliati di 2 mm, realizzati in lamiera a caldo, hanno un bordo tondo di 8 mm, la superficie che coprono è di circa 6 mq e la specie era dell’Hedera helix ‘Montgomery’. Mentre la canalina posta a un'altezza di 330 cm corre tra i due pilastri per una lunghezza di 460 cm e con una larghezza di 30 cm. All’interno sono state posizionate nove vasche
Nelle immagini, i nuovi uffici milanesi del gruppo editoriale Ciaopeople Media Group, immortalati in diverse prospettive. In primo piano le soluzioni adottate per la realizzazione delle opere a verde. In particolare, nel bozzetto a sinistra lo studio delle fioriere con piante stabilizzate, valida alternativa per introdurre la natura in ambienti interni “difficili”.
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in plastica color verde di 50 x 20 x 18 cm che accolgono specie di Epipremum aureum (Pothos), Chlorophytum ‘Bonnie’ e Cissus rhombifolia. Una centralina con due stazioni fornisce acqua sia alle fioriere che alla canalina, quest’ultima avendo necessità di pressione diversa possiede un rubinetto di soccorso che all’occorrenza regola il flusso dell’acqua.
SOLUZIONE CHE “STABILIZZA”
L’esito di queste scelte in parte ha generato un po’ di stress al responsabile dell’ufficio perché richiedono un minimo di manutenzione e di tempo da dedicare da parte del committente. Questi aspetti non sono da sottovalutare anche se all’inizio le persone dichiarano di avere tempo e amore per il verde. È inutile insistere se le condizioni di manutenzione o ambientali diventano difficili. Curare il verde è anche un fattore culturale e le persone devono essere accompagnate e non forzate, altrimenti avremo degli esiti negativi od opposti. Dunque dopo cinque mesi mentre il verde nella canalina ha continuato a vegetare creando una vera
e propria quinta grazie al Pothos, per la copertura del grigliato delle fioriere si è optato per un'altra soluzione, che inizialmente richiede un costo maggiore ma è risultata definitiva: la soluzione tecnica è stata la composizione di un verde “stabilizzato”, che è garantito solo per ambienti interni. Le specie scelte sono state felci, mirto, Heuchera con licheni e muschio. Insomma, l'uso di piante stabilizzate è una valida alternativa per introdurre la natura in quegli ambienti interni laddove risulterebbe difficile se non impossibile.
BELLE PER SEMPRE Per mantenere nel tempo la bellezza delle piante stabilizzate è necessario avere alcune attenzioni: • evitare di schiacciare o piegare foglie e petali • evitare l’esposizione diretta al sole • mantenere il livello di umidità tra il 40% e il 70% • non bagnare o immergere nell’acqua Come manutenzione richiedono una pulizia occasionale con un asciugacapelli a temperatura e potenza bassa, in modo da eliminare quei pochi residui di polvere che dovessero formarsi. Le piante stabilizzate non sono statiche, per cui la polvere non aderisce al contrario delle piante artificiali.
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News
COMUNI FIORITI, OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO
L'Associazione dei Produttori florovivaisti ha presentato a Torino a Palazzo Cisterna, sede della Città Metropolitana, il concorso Comuni fioriti 2017 e la nuova Guida annuale. In 150 pagine, contiene tutte le informazioni per visitare i 140 Comuni più fioriti d'Italia, premiati a novembre 2016 a Bologna. All'incontro sono intervenuti i vertici di Asproflor Renzo Marconi, Sergio Ferraro e Franco Colombano, con il presidente Uncem Lido Riba. L'associazione dei Comuni e degli Enti montani patrocina il concorso nazionale dei Comuni fioriti ormai da diversi anni e ha incoraggiato la partecipazione dei Comuni e delle Unioni montane, anche con l'organizzazione di specifici eventi dedicati al marketing territoriale d'intesa con Asproflor. «Siamo certi che l'impegno delle Amministrazioni congiunto delle comunità – afferma Lido Riba – sia molto importante quale vettore di sviluppo, crescita, benessere, incoming turistico. Far fiorire un Comune fa bene a cittadini residenti e turisti. Un impegno che può essere anche di un'intera valle, come Unione montana». I vertici di Asproflor hanno consegnato a Michele Fassinotti, in rappresentanza della Città Metropolitana, la targa per il maggior numero di Comuni della Provincia iscritti al concorso. L'evento di Torino è stato anche l'occasione per fare un'analisi del settore florovivaistico. Asproflor ha rilevato, attraverso il sistema delle Camere di Commercio, la presenza in Italia di 15.500 aziende attive nella produzione di fiori e piante nel secondo semestre 2016, in leggero aumento rispetto al 2015, quando erano 15.270. Il fatturato del solo comparto florovivaistico è di 1 miliardo e 800 milioni di euro. Su una superficie di 30mila ettari, impiega circa 120mila unità produttive. «Il settore florovivaistico è tra quelli che più hanno sofferto la crisi economica, producendo beni non indispensabili per l’alimentazione, a maggior rischio taglio dei consumi da parte delle famiglie e delle amministrazioni che hanno fortemente ridotto la spesa nel verde pubblico – rileva Sergio Ferraro, vicepresidente Asproflor –. Invano, di concerto con le altre organizzazioni, è stato richiesto un provvedimento di defiscalizzazione delle opere a verde per ridare slancio al settore. È quindi necessario rilanciare, attraverso misure adeguate, questo sistema capace anche in un anno nero come il 2016, di portare un saldo attivo tra export e import superiore ai 180 milioni di euro». Il concorso di fioritura rappresenta, oltre che un’ottima azione di marketing territoriale, anche un’opportunità di sviluppo e crescita per il comparto. Sono circa 47.400 le imprese dell’indotto che si occupano della produzione, della vendita, della manutenzione e cura del verde, generando un giro d’affari di oltre 3 miliardi di euro, rappresentando il 6% dell’intera produzione agricola.
MARTIN ROSIQUE ALLA GUIDA DI BCS
Il Consiglio di Amministrazione di Bcs Spa ha nominato Martin Rosique nuovo consigliere delegato della società. In Bcs Iberica dal 1984, Martin Rosique ha rivestito da allora una serie di incarichi di responsabilità all’interno del Gruppo Bcs: direttore di produzione nello stabilimento di Luzzara e alla guida delle filiali in Spagna e Portogallo, Martin Rosique si è inoltre occupato dello studio e della realizzazione di una fabbrica di assemblaggio di macchine Bcs in Bulgaria. Sono note le sue doti di dialogo a tutti i livelli dell’impresa ma anche la creazione e l’organizzazione di “Target-Oriented Team” con alti livelli di responsabilità. Profondo conoscitore sia dei prodotti dedicati al mercato agricolo e alla manutenzione del verde, sia di quelli della divisione Energia di Bcs, Martin Rosique metterà a disposizione la sua consolidata professionalità per sviluppare i progetti di crescita del Gruppo. Nata nel 1943 da una semplice intuizione di Luigi Castoldi, Bcs è una multinazionale nel settore della meccanizzazione. Progetta e costruisce macchine agricole e per la manutenzione del verde (marchi BCS, Ferrari, Pasquali e Ma.Tra.), macchine per la produzione di energia elettrica autonoma e per la saldatura mobile (marchio Mosa). Bcs può contare su tre stabilimenti di produzione in Italia (Abbiategrasso, Luzzara e Cusago) e nel mondo è presente in tutti i continenti con distributori e filiali commerciali.
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RIPARTE IL “NUOVO” FLORMART
Si chiama Flormart Sistema 365 ed è una delle novità più significative dello storico salone dedicato al florovivaismo, all’architettura del paesaggio e alle infrastrutture verdi. Il cambio di passo nasce dalla valutazione che il modello fieristico, di incontro BtoB per 4 giorni, non possa essere esaustivo di un rapporto costruttivo con le aziende del settore ma rappresenti un momento di raccordo e di incontro di un percorso che si vuole proporre agli espositori aderenti al Flormart che si sviluppa durante tutto l’anno. «Il cambiamento è totale e non riguarda solo il Flormart, abbiamo cambiato completamente l’approccio al tema fieristico ed espositivo, pertanto anche le singole manifestazioni non potevano che subire la stessa sorte – commenta Luca Griggio, amministratore delegato di Geo Spa, società che ha recentemente assunto la gestione della fiera di Padova – quella che stiamo scrivendo in questi mesi è una storia di innovazione – e di passione – che parte da una semplice domanda: il modello di Fiera che oggi tutto il mondo propone è ancora attuale? Il progetto di rilancio che abbiamo messo in campo da quando lo scorso settembre abbiamo assunto la gestione della Fiera di Padova parte da una consapevolezza: proporre le fiere secondo il modello tradizionale è superato sia come modello di business che come modello espositivo». Cinque le aree espositive tematiche: vivaismo, architettura e progettazione sostenibile, Green Research Lab, Tecnologia e Floristry, con molti spunti per giardinieri e progettisti. Le date: 21-23 settembre. www.flormart.it
OTTO GIARDINI IN MOSTRA A ORTICOLORAIO
La luna, tema di Orticolario 2017, ha coinvolto positivamente i partecipanti del concorso internazionale “Spazi Creativi” per la progettazione e realizzazione di giardini e installazioni artistiche. Otto i finalisti, valutati dal Comitato di Selezione tra oltre 30 proposte inviate da progettisti del paesaggio e dei giardini, architetti, designer, artisti e vivaisti provenienti da tutta Italia ed Europa. Otto attenti osservatori, che hanno scoperto la luna, ispirandosi alla semplicità della bellezza. I selezionati realizzeranno il proprio progetto nel parco storico di Villa Erba a Cernobbio, in occasione della nona edizione di Orticolario, in programma da venerdì 29 settembre a domenica 1 ottobre 2017: saranno spazi originali e innovativi, giardini vivibili e fruibili, rispettosi del “Genius loci” e capaci di svelare ai visitatori ciò che un giardino può raccontare. «Mi sono stati presentati i lavori scelti e mi ha colpito la grande creatività diversificata, dove la luna è l'unico punto di incontro. Una grande vastità di espressioni e di persone che faranno di Orticolario 2017 una nuova frontiera – commenta Moritz Mantero, presidente di Orticolario –. Penso che la Giuria Spazi Creativi avrà filo da torcere quando dovrà valutare gli otto progetti, così è stato anche per il Comitato di Selezione. E il pubblico si renderà conto di quale sforzo progettuale e realizzativo saranno stati capaci di superare i nostri visionari». www.orticolario.it N°003
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NEWS
Premio a IPM Italia
NUMERI DA RECORD
Si è chiusa con numeri da record la terza edizione del Salone Internazionale del Verde a Fiera Milano. Myplant & Garden, l’importante fiera internazionale B2B per il florovivaismo, il paesaggio, il garden e il greenbuilding, nata solo tre anni fa, ha riportato a Milano dopo quindici anni una manifestazione professionale per il florovivaismo. In sole tre edizioni ha cambiato il panorama fieristico italiano del settore, entrando di diritto fra i principali protagonisti. Sempre maggiori i consensi anche a livello internazionale, come testimoniano gli espositori, gli operatori e i compratori giunti dal resto del mondo. Bella l’atmosfera che si respirava nei due padiglioni di Fiera Milano, con allestimenti curati, idee originali, piccoli e grandi espositori disponibili e attenti, ma soprattutto, indaffarati: e questo è sempre il segnale più chiaro della buona riuscita di una manifestazione di settore. E i numeri sono interessanti: tre giorni di rassegna (22-23-24 febbraio), 567 espositori (+30% rispetto al 2016; +70% se riferito al 2015) di cui 20% dall’estero, 110 le delegazioni ufficiali di buyer internazionali nei padiglioni, 40 tra incontri, convegni, talk ed eventi formativi. Otto i comparti espositivi: vivai, fiori, decorazione, edilizia, macchinari, servizi, tecnica, vasi. Ricchissimo il carnet di incontri, convegni, seminari e mostre in collaborazione con ordini professionali (architetti, periti agrari, dottori agronomi e forestali), associazioni (paesaggismo, illuminotecnica, floricoltura), università (Bicocca, Bocconi, Statale), fondazioni, imprese, enti e centri di ricerca. Segnatevi già le prossime date: 21-23 febbraio 2018. www.myplantgarden.com
Ipm Italia ha ottenuto un importante riconoscimento durante l’ultima edizione di Myplant & Garden, fiera professionale del f lorovivaismo e del garden, per la sezione “Nuovi materiali edili e/o arredi per la realizzazione del giardino e del paesaggio”. Il sistema Geofiltra è stato il prodotto premiato, perché permeabile e filtrante, ecocompatibile, capace di mantenere le caratteristiche ambientali senza necessità di vasche di accumulo.
A TORINO SI STUDIA L’ARCHITETTURA DEGLI ALBERI Si terrà il 10 maggio presso il Parco Cavour di Santena, in provincia di Torino, l’incontro con Francis Hallé, dal titolo “Alle sorgenti dell’architettura arborea”. Questo sarà l’evento inaugurale di un ciclo di contributi e conferenze che intende portare le più grandi personalità dell’arboricoltura internazionale ad esprimersi all’interno della splendida cornice del Parco Cavour a Santena. Non solo relazioni, tuttavia. Ogni studioso lascerà un proprio personale contributo destinato ad arricchire la narrazione e la comprensione di questo luogo rappresentativo della storia del nostro Paese. La partecipazione al convegno dà diritto al riconoscimento di crediti formativi ISA-International Society of Arboriculture, Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali del Piemonte e della Valle d’Aosta (0,875 CFP) e Collegio interprovinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati di Torino e Aosta. Per via della capienza della sala conferenze, è gradita la conferma di partecipazione. Per informazioni contattare la Segreteria della Fondazione Cavour al numero di telefono 011 597373 oppure via mail all’indirizzo info@fondazionecavour.it. Sono aperte le iscrizioni.
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on se ne parla un granché, ma ogni anno molte piante finiscono al macero, semplicemente perché invendute. Viene da chiedersi quale sia la ragione. La risposta è più semplice del previsto: si fatica a posizionare le piante nel “posto” giusto, quindi domanda e offerta non sempre si incontrano. Questi (e altri) ragionamenti hanno spinto Mauro Guidolin e Irene Notari, rispettivamente co-fondatore e landscape designer di Terradice – Atelier del Paesaggio, a realizzare il progetto Expoplant (www.expoplant.com). Di cosa si tratta? È il nuovo marketplace dedicato agli operatori, agli specialisti e agli appassionati di piante, una piattaforma internet che si prefigge di diventare punto di incontro tra tutti i professionisti della filiera e gli amanti del verde. Non è un rivenditore: gli operatori iscritti vendono i propri prodotti direttamente ai clienti finali (che siano grossisti/vivaisti, giardinieri o utenti privati). In sostanza, tramite Expoplant è possibile trovare con facilità tutte le specie necessarie per completare i propri progetti, oppure ricollocare velocemente le giacenze. Non solo, è un vero e proprio mercato online per servizi di giardinaggio, quindi un'interessante opportunità di business anche per i giardinieri.
RICERCA MIRATA - Tra i punti di forza di Expoplant segnaliamo la sezione “Wiki”. In pratica, grazie a oltre 30 filtri presenti, è possibile trovare le piante più adatte a ogni contesto: si può per esempio cercare partendo dalla composizione del terreno, dalle condizioni di illuminazione, dal colore che la pianta assume a seconda della stagione, dalle velocità di accrescimento, dalla capacità di attirare farfalle, ecc.
Chi cerca tr
Expoplant è l’innovativa piattaforma online che fa incontrare domanda e offerta di piante. I professionisti possono così reperire tutte le specie necessarie per i propri progetti in modo semplice e immediato. E promuovere anche i propri servizi di Daniela Stasi
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FIERA PERMANENTE
Vediamo nel dettaglio come funziona. Per gli addetti ai lavori accedere al sito web Expoplant è come entrare in una fiera permanente, dove è possibile sia acquistare che esporre, disponendo di un'ampia panoramica sull'offerta corrente; pertanto si ha anche la possibilità di conoscere tipologie di prodotto altrimenti difficili da reperire. Per i giardinieri è prevista anche la possibilità di ricevere richieste di preventivo per servizi di manutenzione e realizzazione di aree verdi. Per i progettisti, inoltre, Expoplant può essere comparato a un'analisi di fattibilità, grazie alla vasta disponibilità di materiale florovivaistico e alla sezione “Wiki” (più informazioni nel box “Ricerca mirata”). «Spesso rimangono invendute piante che magari qualcun altro sta cercando senza successo – spiegano i fondatori di Expoplant, Mauro Guidolin e Irene Notari – e può anche rivelarsi difficile reperire tutte le specie necessarie per progettare un'area verde. Expoplant vuole quindi dare visibilità ai piccoli come ai grandi produttori, ampliando la domanda e l'offerta e accorciando le distanze tra esigenze progettuali e fattibilità». Il progetto sta incontrando un buon riscontro: in Italia sono già oltre cento i grossisti iscritti, per un totale di circa 2.500 schede di piante inserite. Il team sta lavorando all'internazionalizzazione della piattaforma (è già attiva la versione in inglese), soprattutto in ambito europeo, con l'obiettivo di andare oltre i confini nazionali entro l'estate.
AD HOC DEL GIARDINIERE Numerosi i vantaggi per il manutentore: semplice reperibilità di tutte le specie necessarie per realizzare un’area verde, anche rare o difficili da trovare sul mercato locale; possibilità di promuovere i propri servizi di giardinaggio; opportunità di ricevere richieste di preventivo.
ova GRAFICA INTUITIVA - Su Expoplant il prezzo varia a seconda del produttore, del tipo di trasporto necessario, della quantità desiderata, ecc. La piattaforma è munita di un sistema di notifiche per segnalare all’utente che una pianta della sua wishlist è disponibile. Tutti gli utenti possono creare annunci di “ricerca pianta” e ricevere offerte direttamente dai vivaisti, anche se le piante non sono in catalogo.
PER TUTTA LA FILIERA Expoplant si rivolge davvero a tutti gli attori del settore: giardinieri, grossisti, vivaisti, dettaglianti e hobbisti, ma anche agronomi, paesaggisti, garden designer e architetti
| macchine
Il tosasiepi HSA 86.
LA LINEA PRO DI STIHL • Motoseghe • Sramatori • Decespugliatori • Soffiatori • Spazzatrici • Scuotitori ad accumulatore • Tosasiepi • Troncatrici • Cesoie
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Diamoci un taglio!
Infaticabili e silenziosi. Sono il tosasiepi HSA 86 e il decespugliatore FSA 90 R della linea Pro a batteria di Stihl. Numerose le carte vincenti. Sotto la lente, per voi di Viola Delfino
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acilità d'utilizzo, efficienza e bassa rumorosità. Sono queste le principali caratteristiche dei prodotti a batteria Stihl della linea Pro, pensata ad hoc per i professionisti: contraddistinta da batterie a ioni di litio (i tempi di funzionamento con una carica e i tempi necessari per una ricarica dipendono naturalmente dal tipo di batteria e caricabatteria utilizzati), comprende
diverse tipologie di prodotto per le applicazioni più varie. Vi presentiamo, in particolare, il tosasiepi HSA 86 e il decespugliatore FSA 90 R. Denominatore comune delle due macchine, la possibilità di poter lavorare in modo semplice anche in zone dove vigono restrizioni severe in merito al rumore, come quartieri residenziali, ospedali, scuole e cimiteri.
DECESPUGLIATORE FSA 90 R 36 V
Tensione nominale V
ACCENSIONE FACILITATA
Progettato specificatamente per tagli sagomati e potature efficienti, il tosasiepi HSA 86 vanta coltelli affilati su entrambi i lati in due lunghezze, distanza tra i denti di 33 mm, numero di giri costante anche sotto carico (persino durante le operazioni di sfrondatura) e guida avvitata. Con un peso di 3 kg e una lunghezza di taglio di 62 cm, è dotato di serie di doppia lama, per tagliare in modo ottimale sia verticalmente che orizzontalmente, e anche in prossimità di angoli. È predisposto, inoltre, per l'accensione a due mani, adatta quindi sia per gli utilizzatori destrorsi sia per i mancini: con l'azionamento contemporaneo di entrambi gli interruttori posti sull'impugnatura circolare (ergonomica) e sulla maniglia posteriore, la macchina si accende facilmente. Da segnalare anche la protezione lama, che agevola il taglio in prossimità del suolo e protegge le lame stesse dal deterioramento.
TOSASIEPI HSA 86 Lunghezza complessiva
114 cm
Lunghezza di taglio
62 cm
Capacità di taglio max
26 mm
Peso (senza accumulatore)
177 cm
Diametro di taglio
380 mm
Peso
2,8 kg
Livello di pressione acustica
83 dB(A)
Livello di potenza sonora
92 dB(A)
Vibrazioni a sinistra
4,8 m/s²
Vibrazioni a destra
3,5 m/s²
UDITO SALVAGUARDATO
Concepito per falciare superfici con erba tenace, il decespugliatore a batteria FSA 90 R è la versione con impugnatura circolare del “fratello” FSA 90. A caratterizzarlo, la leva di comando, sull'asta, con funzione di carico parziale Ecospeed, finalizzata a limitare il numero di giri, a favore di una maggiore sicurezza nei movimenti e nelle rotazioni. Con un peso di 2,8 kg e un diametro di taglio di 380 mm, l'FSA 90 R è dotato di testina falciante, tracolla semplice e, dettaglio da non sottovalutare, non richiede protezione per l'udito.
3 kg
Livello di pressione acustica
83 dB(A)
Livello di potenza sonora
94 dB(A)
Vibrazioni sinistra/destra
3,7/2,3 m/s²
Il decespugliatore FSA 90 R.
Lunghezza senza utensile di taglio
Più info e i prezzi di vendita sul sito Stihl
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| irrigazione
DA SAPERE • Fliwer è in grado di dare alle piante la quantità d’acqua di cui hanno realmente bisogno e solo quando è necessario • Rispetto all’irrigazione tradizionale consente di risparmiare fino all’80% di acqua • Il numero dei sensori installati non dipende dalla grandezza dell’area o dal numero di piante presenti, ma dal numero delle zone biologicamente differenti tra loro • Su Fliwer Platform si possono inserire le specie presenti nell’area verde da gestire e decidere quando autorizzare il sistema a eseguire operazioni automatiche
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ettiamo le mani avanti: non si tratta di un normale sistema per controllare l’irrigazione da remoto. Fliwer, firmato dalla milanese Rain, è un sistema sofisticato, gestito da un'intelligenza artificiale. Di più: è una soluzione che agevola il lavoro di gestione delle aree verdi e, nel contempo, rappresenta anche un'interessante occasione di business, dando l'opportunità ai giardinieri di diventare installatori. Iniziamo col dire di cosa si tratta: Fliwer è in grado di conoscere quali piante siano presenti in un giardino, riconoscerne le esigenze, agire in autonomia e monitorare la situazione in tempo reale. Il sistema, quindi, consente all'operatore di sapere le reali necessità del giardino da curare, controllarne lo stato, essere allertato qualora qualcosa non funzionasse, ottimizzare l'irrigazione e di conseguenza far risparmiare acqua.
A CIASCUNO IL SUO COMPITO
Fliwer è composto dai seguenti elementi: Sensor, Logger, Control, Link, Cloud e Platform. Fliwer Sensor, piantato nell'area verde da gestire, rileva i valori del suolo e il reale contesto ambientale in cui vivono le piante. I valori che vengono costantemente raccolti sono: la luce, la temperatura ambientale, l'elettro-conducibilità del suolo e l'umidità, sia dell'ambiente sia del suolo. Fliwer Sensor è disponibile nella versione Lotus che, caratterizzata da una forma piana, può essere piantata anche in presenza di robot rasaerba.
Intelligenza
giardino
Fliwer è un evoluto sistema per gestire l’irrigazione da remoto conoscendo in tempo reale l’effettivo stato delle aree verdi da curare. Il giardiniere, oltre a utilizzarlo come strumento, può diventarne installatore. Duplice occasione di business di Nora Adamsberg
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Fliwer Logger presenta delle funzionalità simili a Fliwer Sensor, la differenza sta nel fatto che questo dispositivo è munito solo dei sensori di luce, umidità e temperatura ambientali. Logger, però, può essere collegato ad altri sensori filari, di tipo analogico o digitale, come sensori di umidità del terreno, di portata, di pressione, ecc. Rispetto a Sensor, Logger offre la possibilità di monitorare l'umidità del suolo a maggiori e diverse profondità o di nascondere il dispositivo all'interno di pozzetti o altri luoghi inaccessibili al pubblico, per prevenire rischi di furto e vandalismo. Fliwer Control prende fisicamente il posto della consueta centralina di irrigazione: disponibile nelle versioni a 24 Vac e 9 Vdc, è collegabile a tutti i solenoidi delle elettrovalvole presenti sul mercato. Fliwer Link, disponibile nelle versioni 3G e wi-fi, è il dispositivo mediante il quale tutti gli altri componenti del sistema si interfacciano a Fliwer Cloud: comunica via radio con tecnologia wireless ZigBee a 2,4 GHz e scambia le informazioni con il cloud via internet.
DRITTI AL CUORE
Ed eccoci arrivati al cuore del sistema, Fliwer Cloud, una potente piattaforma internet composta da due elementi: il database delle piante che, in costante aggiornamento, contiene migliaia di specie con il loro profilo biologico; il modulo di intelligenza artificiale, che estrae ed elabora i dati rilevati dai sensori, li confronta con i parametri ideali per le piante presenti nell'area verde, stabilisce quali siano le attività da svolgere per il mantenimento delle condizioni ottimali e invia eventuali avvisi o allarmi agli utenti interessati.
Infine, Fliwer Platform è il portale web con cui ci si può interfacciare con il sistema Fliwer per gestire le aree verdi: all'interno dell'area riservata si può accedere ai giardini dei propri clienti ed entrando in un singolo giardino si possono visualizzare e gestire le diverse aree in maniera autonoma le une dalle altre; di ciascuna area vengono mostrati tutti i valori rilevati dal sensore di riferimento, giorno per giorno, ora per ora.
artificiale in SU UNA NUVOLA • Fliwer Cloud è dotato di sofisticati algoritmi di calcolo che, analizzando i dati di umidità del suolo raccolti da Sensor o da Logger, consentono di individuare l’esatta natura del terreno e di determinarne la specifica capacità di campo (il valore di umidità presente nel suolo nel momento in cui tutti i suoi micropori sono saturi d’acqua mentre nei macropori è presente soltanto aria)
• Conoscendo le specie presenti nell’area da irrigare, Fliwer Cloud determina una soglia minima ottimale di umidità del suolo, che verrà considerata come momento in cui è necessario effettuare un’irrigazione • Il modulo di intelligenza artificiale, costantemente connesso ai provider meteo di tutto il mondo, è in grado di prevedere la probabilità di pioggia e quindi inibire l’attivazione di un’irrigazione programmata
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| materiali
Sostenibilità
high-tech Si chiama i.idro Drain ed è la soluzione drenante in calcestruzzo ad hoc per l’arredo urbano e la progettazione del verde. Ve ne sveliamo le caratteristiche e i punti di forza di Daniela Stasi
L'
attenzione all'ambiente e alla salvaguardia dell'acqua come risorsa da preservare è sempre più centrale. In tutti i settori, e quindi anche nel nostro. Il tema è stato colto e accolto da Italcementi, che all'ultima edizione di MyPlant & Garden, Salone dedicato al mondo della progettazione, del paesaggio, dell’edilizia e del verde svoltosi a febbraio a Fiera Milano, ha presentato i.idro Drain, soluzione drenante in calcestruzzo per pavimentazioni. Un prodotto ideato e sviluppato appositamente per soddisfare le necessità di chi progetta e si occupa di garden design, florovivaismo e paesaggio. Andiamo al sodo: i.idro Drain presenta una capacità drenante 100 volte superiore a quella di un terreno naturale, garantendo così il recupero dell’acqua in falda.
MENO COSTI, PIÙ DURABILITÀ
L’area verde attrezzata Parco dei Frutti a Guidonia Montecelio, in provincia di Roma.
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Tale soluzione presenta diversi vantaggi, sia per il progettista sia per le amministrazioni comunali. Dal punto di vista funzionale le pavimentazioni realizzate in i.idro Drain offrono un sistema alternativo per la gestione delle acque meteoriche, favorendo il drenaggio naturale e l’invarianza idraulica. Mentre dal punto di vista economico è possibile una riduzione dei costi di manutenzione, una maggiore durabilità, una minore incidenza dei costi legati alla captazione e alla gestione delle acque meteoriche. Inoltre, le pavimentazioni in calcestruzzo, essendo per loro natura chiare, vantano una maggiore luminosità rispetto all’asfalto, pertanto, soprattutto in ambiente urbano,
“EFFETTO ALBEDO” Un’altra peculiarità di i.idro Drain è la capacità di ridurre l’effetto “isola di calore”, frequente nei luoghi fortemente urbanizzati. Questa caratteristica, propria delle superfici chiare o comunque riflettenti, si definisce in termini tecnici “Effetto albedo” (dal dizionario, l’albedo di una superficie è la frazione di luce o, più in generale, di radiazione incidente che è riflessa in tutte le direzioni; indica dunque il potere riflettente di una superficie): misurazioni empiriche in laboratorio hanno dimostrato come una pavimentazione i.idro Drain riesca, in condizioni di insolazione diretta nel periodo estivo, ad abbassare anche di 30°C la temperatura superficiale rispetto a una pavimentazione in asfalto.
consentono di ridurre le spese di illuminazione sia come costi di installazione (meno punti luce) che come gestione (lampade meno potenti).
PRODOTTO TRACCIABILE
La tangenziale delle biciclette a Bologna.
Come ben si sa, nei progetti, la scelta dei materiali diventa sempre più spesso un elemento qualificante (green procurement) e iniziano a comparire criteri “green” sui materiali. i.idro Drain permette di rispondere a queste esigenze grazie alle sue caratteristiche e al possesso dell’EPD (Dichiarazione ambientale di prodotto), un documento di tracciabilità dei contenuti e degli impatti ambientali del prodotto.
CARTA D’IDENTITÀ • i.idro Drain è il calcestruzzo drenante che consente una diminuzione della temperatura al suolo fino a 30°C rispetto all’asfalto • È stato utilizzato da progettisti e amministrazioni per la realizzazione di parcheggi, ciclovie e aree verdi • Nel 2016 sono stati realizzati oltre 150.000 mq di pavimentazioni di vario tipo in i.idro Drain, con l’obiettivo di preservare il ciclo naturale dell’acqua
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| tecnolog ie
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LE VERSIONI DI R3 TREES • Cloud, servizio online per la gestione del catasto alberi, delle analisi VTA e delle lavorazioni • Alberi, licenza web per la gestione degli alberi, VTA, posizione geografica, lavori di manutenzione, ispezioni strumentali, ecc. • Full, licenza web per la gestione di tutti gli oggetti del verde: alberi, località, aree gioco, arredo, pavimentazioni, irrigazione, lavorazioni, ispezioni, ecc. • Mobile, app su Android (utilizzabile anche offline) per effettuare in campo il censimento delle piante, l’inserimento di segnalazioni, VTA, ispezione di attrezzi ludici, chiusura delle lavorazioni, ecc.
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uanto il web ha rivoluzionato la nostra vita? Questa domanda, che chiaramente si pongono solo i non nativi digitali, apre la strada a un ragionamento infinito sul condizionamento delle tecnologie nella quotidianità, sia nel lavoro sia nella vita privata. Non preoccupatevi, questa non è la sede per intavolare discorsi sui massimi sistemi, andiamo al sodo. Internet di sicuro ha agevolato notevolmente anche il nostro settore. Un esempio concreto è rappresentato da R3 Trees, la soluzione web e mobile sviluppata da R3 GIS per la gestione efficiente, integrata e responsabile del verde urbano (una delle applicazioni è menzionata nell'articolo dal titolo “Sapere è potere” a pagina 40).
MONITORAGGIO COSTANTE
R3 Trees è una piattaforma web che permette agli operatori abilitati di accedere a un'unica banca dati centralizzata. Il programma è intuitivo e l'utente può configurare i parametri descrittivi degli elementi delle aree verdi adeguandoli alle proprie necessità. La gestione avviene tramite l'inserimento e l'aggiornamento dei componenti dell'area verde nella banca dati GIS, consultabile tramite browser
Primavera di una
nuova era Una soluzione web e mobile per una gestione più responsabile del verde urbano. R3 Trees permette agli operatori di accedere a un’unica banca dati centralizzata da computer, tablet e smartphone. Sempre e ovunque, anche sul campo di Viola Delfino
sia in ufficio sia in campo (con un tablet) e tramite app su smartphone. Si tratta di uno strumento ottimale per il censimento (Legge n 10/2013, Norme per gli spazi verdi urbani) e per le valutazioni di stabilità secondo il protocollo ISA (International Society of Arboricolture). In base alle caratteristiche, alla posizione e ai difetti riscontrati viene assegnata una classe di rischio e una data di ricontrollo. A ogni albero possono essere associati foto, documenti, analisi visive e strumentali e interventi, a favore quindi di un monitoraggio costante del patrimonio arboreo. R3 Trees consente di programmare le lavorazioni per ogni elemento delle aree verdi e di condividere la programmazione tra i vari operatori. Per ogni attività è possibile verificare i tempi e le modalità di esecuzione. Le lavorazioni concluse vengono archiviate con la possibilità di generare uno stato avanzamento lavori (SAL). Inoltre è possibile consultare, confermare l'esecuzione o riprogrammare le attività direttamente in campo con un'app su smartphone.
Tutti i dettagli sul sito dedicato!
mi segnalati, tracciando le attività svolte, i tempi impiegati e gli operatori coinvolti. Infine, R3 Trees può esporre, mediante una mappa semplice e intuitiva, alcuni dati ai cittadini, quali il censimento delle piante o delle aree gioco. È anche possibile utilizzare una app (disponibile per iPhone, Android e Windows) che permetta alla cittadinanza di segnalare situazioni anomale sul territorio.
DIALOGO CON I CITTADINI
La piattaforma, tramite un modulo ad hoc, permette di registrare segnalazioni e non conformità rilevate dai cittadini o dagli operatori in campo. È possibile quindi seguire la risoluzione dei probleLA PAROLA A PAOLO VISKANIC
© IDM/M.Jaider
FONDATORE E AD DI R3 GIS
R3 Trees è nato 15 anni fa come software per gestire il catasto alberi del Comune di Merano. Successivamente siamo stati contattati dal Politecnico di Milano per applicare la stessa soluzione anche a Milano e integrarla con nuove funzionalità per gestire anche il verde orizzontale, le aree gioco, le lavorazioni e tutti gli altri aspetti del verde. Da allora R3 Trees è stata scelta da oltre 100 città in Italia e all’estero (Svizzera, Austria, Polonia, Germania) per censire, documentare e gestire tutti gli aspetti delle aree verdi e della loro gestione. Oltre a estendere le funzionalità per smartphone e tablet, attualmente stiamo lavorando a vari aspetti innovativi quali il calcolo degli effetti ecosistemici del verde (abbattimento della CO₂, assorbimento di polveri sottili e inquinanti, termoregolazione nelle città, drenaggio delle acque) ma anche all’utilizzo di immagini da satellite per monitorare lo stato di salute degli alberi in città.
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| geomatica
ALTA RISOLUZIONE • Il rilievo Gis per il posizionamento degli oggetti nel database del verde viene realizzato con tecnica mista aerofotogrammetrica e/o topografica, con integrazione di misure dirette con GPS e total station • L’esecuzione di una ripresa aerea con camera digitale a frame ad altissima risoluzione (8 cm al suolo) consente il posizionamento preciso di un elevato numero di oggetti limitando le operazioni sul terreno alla sola integrazione o rettifica delle entità non visibili • La disponibilità della quarta banda spettrale relativa all’infrarosso vicino consente il calcolo dell’Indice di Vegetazione
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Sapere è potere Gestione del verde pubblico più efficiente con il censimento informatizzato. Perché la conoscenza dettagliata dell’area su cui intervenire consente una programmazione puntuale e precisa. L’esperienza della milanese SCM di Irene Nuvola
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ulle finalità e sull'importanza della salvaguardia del verde pubblico si sono spesi fiumi di parole, scritte e non. Per una gestione efficace è fondamentale conoscere e identificare il patrimonio comunale. Come? Una soluzione è il censimento informatizzato delle aree verdi: solo un catasto del verde completo e dettagliato ne permette una corretta programmazione degli interventi di progettazione, riqualificazione, manutenzione ordinaria e straordinaria. È uno dei servizi proposti da SCM, società milanese nata nel 1979 specializzata in discipline geomatiche con impiego delle più moderne strumentazioni topografiche e fotogrammetriche nonché di software Cad/Gis all'avanguardia, e con l'ausilio di tecnici altamente qualificati con esperienza pluriennale nel rilevamento e nella strutturazione dei dati geografici.
TABELLA DI MARCIA
Il censimento informatizzato del verde consiste in un rilievo puntuale con metodo topografico
assistito da tecniche aerofotogrammetriche per il posizionamento in mappa degli oggetti censiti (alberi, siepi, aiuole, banchine stradali, tappeti erbosi, parchi giochi, attrezzi ludici, arredo urbano, ecc.) sui quali sono previsti interventi di manutenzione. Gli oggetti rilevati e georeferenziati vengono organizzati in schede contenenti la classificazione botanica, i dati dimensionali, lo stato di conservazione e le indicazioni delle principali operazioni manutentive ordinarie da programmarsi. Tutti i dati rilevati e censiti vengono caricati in una piattaforma webGis gestionale del verde (software R3 Trees) che consente di razionalizzare gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di documentare la sicurezza degli alberi attraverso la programmazione dei controlli di stabilità, delle potature, delle piantumazioni e degli abbattimenti. Non solo, è anche possibile programmare correttamente la manutenzione degli attrezzi ludici nei parchi giochi, pianificando le risorse e documentando le spese. Il database del verde, tra l'altro, è integrabile nel Sistema Informativo Territoriale delle amministrazioni comunali.
GESTIONE | formazione
Come superare il preventivo e soddisfare il cliente Una breve guida su come interagire con il committente privato: le parole chiave sono rispetto e coinvolgimento, per garantirsi così un rapporto di fidelizzazione
U
na volta superato il preventivo e “conquistato” il cliente, bisognerà passare alla fase pratica, di cantiere, e l’obiettivo è sempre quello di soddisfare il cliente nelle proprie aspettative, oltre a rispettare le previsioni di spesa fatte. In fase preliminare le persone sono spesso restie a confessare la loro volontà di spesa, pensando di strappare un prezzo migliore durante la trattativa, ma in ogni caso, un cliente è pronto a spendere di più – nonostante il periodo – se è convinto del progetto che gli viene proposto.
CAUTI, MA RISOLUTI
Tutti noi sappiamo che il giardino è un bene voluttuario, quindi non primario e indispensabile, di conseguenza il passaggio della trattativa è cruciale per fidelizzare il cliente. Ecco alcuni consigli utili: • Ottenere la fiducia del cliente. Le modalità in cui contattiamo il cliente sono fondamentali. Bisogna essere capaci di porre le giuste domande, ascoltare con pazienza le richieste della committenza ed essere in grado di dare le giuste risposte.
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• Rispettare la previsione di spesa. In prima bat-
tuta non è consigliabile, quantomeno al primo incontro, scendere nel dettaglio dei prezzi, in modo tale, una volta in studio, da avere un’idea più chiara sull’insieme del lavoro. “Credo di capire cosa ha in mente e siamo in grado di soddisfarlo. Indicativamente quale cifra vorrebbe investire?”, questo è un approccio consigliato per iniziare la trattativa economica. Suggerita in modo banale non fa risentire il cliente e lo lascia predisposto nei vostri confronti. Naturalmente ci saranno clienti che chiederanno già in prima battuta quanto sia necessario spendere. Se non si hanno dati precisi per una stima adeguata, è preferibile essere cauti, spiegando loro che prima è necessario approfondire il progetto, che darà una idea più chiara nel suo complesso.
POI, RASSICURARE E MOTIVARE
Diverse possono essere le reazioni una volta presa in esame la questione costi. Enfatizzare il valore. Se il cliente critica il prezzo è perché spesso non ha idea di cosa otterrà in cambio dal suo investimento, dal suo giardino; inoltre, spesso non ha nessun termine di paragone.
Per ovviare è possibile: • Fare paralleli con altri lavori • Evidenziare il valore che una proprietà acquisisce con un arredo verde • Fare paragoni con lavori simili (carpentieri, muratura, eccetera) per i quali le persone dispongono di più termini di raffronto • Elencare i benefici caratteristici di un giardino • Mostrare sicurezza nell’argomentare il prezzo applicato Quando si propone il prezzo del lavoro non bisogna sentirsi in imbarazzo, anzi è necessaria una forte convinzione, proprio per trasferire al cliente un’idea di professionalità e competenza. Nel caso il preventivo dovesse essere superiore a quello della concorrenza, è necessario argomentare la proposta sul piano della qualità del lavoro e della serietà della propria azienda. Essere rassicuranti. La committenza ha necessità di essere rassicurata sulle scelte fatte. Esiste proprio una fase detta “rimorso del compratore”: un esempio classico è quando il cliente, pentito, il giorno dopo della conferma del lavoro temporeggia sull’inizio dei lavori o, addirittura, cambia idea. Il giardiniere deve essere rassicurante e motivare, anche sotto il profilo emotivo, il buon acquisto fatto dal cliente.
CARATTERE: SAPERCI FARE
Il modo di presentarsi al cliente è importante almeno quanto lo stesso progetto. Infatti, non è da escludere che venga preferito un professionista con un progetto scarso, ma ben presentato e non viceversa. Tutto concorre a raggiungere l’obiettivo,
quello di vendere un giardino e garantirsi il cliente per un tempo più o meno determinato. I fattori umani sono determinanti nel rapporto di vendita. Le ricerche mostrano come il comportamento di acquisto sia influenzato da ciò che una persona può dire o fare. Possiamo avere un buon progetto, un buon prezzo e conoscere molto bene il prodotto giardino, ma se ci comportiamo come il “signor so tutto io” potremmo perdere le nostre possibilità di vendita. Nella trattativa il fattore umano è determinante per la fidelizzazione del cliente. Alcuni consigli sui possibili atteggiamenti e comportamenti da considerare: • Ego. Più o meno pronunciato, tutti abbiamo a che fare con il nostro ego. Si tratta di una caratteristica da rispettare, soprattutto nei confronti del cliente e in alcuni occasioni valorizzata. Spesso l’interlocutore è rappresentato da una coppia e in questo caso è necessario coinvolgere entrambi e accontentare entrambi. • I compratori attenti. Ci capiterà di incontrare clienti molto esigenti e attenti che vorranno conoscere tutto in dettaglio: a domande specifiche vorranno risposte specifiche. • Compratori indecisi e insicuri. Alcuni clienti, anche dopo aver richiesto il lavoro e concordato il prezzo, temporeggiano sulla conferma dei lavori. In genere, hanno bisogno di essere motivati, ragionando sul piano della soddisfazione personale una volta realizzato il lavoro. • Clienti professionali. Alcune persone molto professionali si comportano e pretendono che anche altri agiscano in modo professionale. Preferiscono confrontarsi con interlocutori organizzati e risoluti. Per questi clienti, un approccio professionale, una buona presentazione, supportata da fotografie e disegni, saranno sicuramente apprezzati. • Clienti impulsivi o emotivi. Se vedono qualcosa che piace lo comprano senza ulteriori reticenze o ripensamenti. Certo, vanno assecondati, ma con rispetto e approccio critico. • Il cliente interessato. È quell’interlocutore che cura in primis il suo interesse e vuole conoscere in modo minuzioso il perché delle spese che andrà a sostenere, aldilà del valore del preventivo. • Il cliente coinvolto. È colui che ama il confronto e vuole essere reso partecipe del progetto e dei lavori successivi. Alla fine sarà soddisfatto e disposto anche a spese future.
ALCUNI ASPETTI BASILARI Ecco alcuni concetti che in fase di trattativa potrebbe motivare il cliente e predisporlo a confermare il lavoro: • Godere della bellezza del proprio giardino • Ritagliarsi degli angoli e dei momenti di piacere e relax • Avere a disposizione uno spazio che migliora la qualità della vita • Poter sfruttare il giardino come luogo di incontro e convivialità
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GESTIONE | formazione
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ualificare il mercato di un’azienda che opera nel verde è possibile solo a livello locale ed è necessario, in base al proprio bacino di utenza, individuare quelli che sono i possibili e potenziali target, in modo tale da promuovere azioni mirate di marketing e commerciali. Ecco quelle che potrebbero essere le potenzialità del mercato.
REALIZZAZIONE GIARDINI PRIVATI • Imprese che realizzano condomini e residence • Aziende e imprese private • Parchi e giardini per la pubblica amministrazione MANUTENZIONE DEL VERDE
• Amministrazioni di condomini • Pubblica amministrazione • Aziende e imprese • Privati
In funzione delle strategie aziendali e della capacità di allargare i propri interventi, anche in zone lontane dal proprio territorio, l’azienda potrà orientare la propria attività in segmenti che ritiene più interessanti e remunerativi. Ecco alcune considerazioni. • Pubblica amministrazione: è forse il segmento più ambito dalle aziende. È vero che non è facile da raggiungere e da conquistare, in quanto non tutti sanno muoversi secondo le logiche del mercato del Pubblico ma è anche vero che, nonostante i pagamenti avvengano in tempi lunghi
e gli appalti non siano molto redditizi, si tratta di fatturato sicuro (e oggi non è poca cosa!) e i lavori hanno di norma importi consistenti. Se poi l’azienda lavora con professionalità nel giro di poco tempo si crea una buona immagine, per cui riuscirà a inserirsi con maggiore facilità nel pubblico. • Proprietari di giardini, parchi e ville. Inserirsi nel privato presuppone un’impostazione completamente diversa. L’immagine e la professionalità diventano strumenti indispensabili. L’attenzione e la cura del dettaglio devono essere l’imperativo dell’azienda, che necessita un approccio “su misura” con il proprio cliente. Un’azienda che si struttura verso il privato non può assolutamente prescindere dalla qualità, soprattutto perché sarà il fattore determinante per affermarsi sul mercato. • Amministratori di condomini e residence. Si tratta di una clientela che, nella maggior parte dei casi, non è tanto orientata alla spesa, di conseguenza non sempre i lavori in quest’ambito sono particolarmente remunerativi. In molti casi, il fattore determinante è il prezzo.
Le potenzialità del mercato Come identificare quello che potrebbe diventare il core business aziendale, individuando i principali interlocutori sul territorio, tra privati e Pubblica Amministrazione. Con particolare attenzione alla marginalità 44
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GIARDINERIA ITALIANA giardinieri per passione
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GESTIONE | soluzioni
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apita molto spesso, visitando parchi nei Paesi anglosassoni, nei Paesi nord-europei e in particolare negli Stati Uniti, di riscontrare l’uso della pacciamatura con materiale organico nella gestione ordinaria delle specie ornamentali, soprattutto delle piante arboree. Nel nostro Paese, purtroppo, tale pratica è ancora poco in uso, ed è un peccato, poiché è ormai scientificamente dimostrato che innumerevoli sono i benefici che un buon mulch può fornire alle piante e indirettamente al giardiniere, nell’agevolarlo durante la cura delle piante stesse.
ACCRESCIMENTO PIÙ RAPIDO
E dire che, oltre dieci anni fa, anche in Italia diversi ricercatori hanno portato avanti ricerche e comprovato, dati alla mano, gli enormi vantaggi della pacciamatura con materiale organico. Evidentemente la divulgazione delle conoscenze fatica a raggiungere i giardinieri, i gestori delle aree verdi, i progettisti e gli utenti finali, i proprietari stessi. In effetti, rivolgendoci in particolare alle piante nei primi anni dopo il trapianto, la pacciamatura contribuisce al miglioramento dell’attecchimento (sia come percentuale di successo, sia come velocità) e alla diminuzione dei costi di gestione delle aree verdi coinvolte. Mentre, in generale, i positivi effetti di questa pratica sono molteplici, poiché oltre a determinare un accrescimento più rapido nelle prime fasi di crescita e un maggior sviluppo dell’apparato radicale, favoriscono il normale svolgimento dei processi fisiologici delle piante.
MATERIALE “MATURO”
Ma cosa si intende per pacciamatura organica o mulching e quali sono, in sintesi, i maggiori benefici per le nostre piante, per l’estetica e per il portafoglio? In arboricoltura e nel giardinaggio, quando si parla di pacciamatura organica si fa riferimento a una pratica che si realizza ricoprendo il terreno, alla base delle piante, con uno strato di materiale di natura organica che può essere compost maturo, corteccia sminuzzata, cippato, ecc.
L'alternativa
naturale
La pacciamatura con materiale organico naturale è quanto di meglio si possa pensare per il benessere delle piante. Ancora poco in uso in Italia, è una pratica economica, ecologica e in grado di ridurre i costi di manutenzione di Camillo De Beni
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È di fondamentale importanza utilizzare materiale “maturo” (180-270 giorni di compostaggio per un compost) per evitare fermentazioni, in modo da non causare surriscaldamenti. È assolutamente necessario anche apportare e creare il giusto spessore di pacciamatura, poiché il suo eccesso e il rischio di costipamento del materiale utilizzato può portare a impedimenti fisici tra atmosfera e terreno, con limitazioni negli scambi gassosi, mentre il difetto di materiale pacciamante può rendere totalmente inefficace tale pratica agronomica. Strati di 5-8 cm di materiale costituiscono la normalità, mentre strati più consistenti di 10-15 cm vengono creati quando l’obiettivo prioritario è il controllo delle infestanti (loro germinazione). Per le infestanti, che sono una tra le maggiori problematiche per i giardinieri, va però sottolineato che, per ottenere effetti apprezzabili con l’uso di pacciamatura, è sempre comunque necessario disporre un’accurata pulizia dell’area, da mantenere esente da malerbe prima della applicazione della pacciamatura.
FORMULE MATEMATICHE
Infine, ricoprire il terreno alla base delle piante, ma per quale estensione? Anche in questo caso è fondamentale calcolare bene la dimensione dell’area da pacciamare, poiché vi sono grandezze minime e
DA FARE • Utilizzare materiale “maturo” • Creare il giusto spessore di pacciamatura (strati di 5-8 cm) • Calcolare bene la dimensione dell’area da pacciamare • Evitare la pacciamatura a ridosso dei colletti delle piante, lasciando una zona di almeno 10 cm non pacciamata in prossimità del tronco basale • Estendersi fino alla proiezione della chioma • Abbondare nell’estensione radiale piuttosto che nello spessore della pacciamatura
La pacciamatura contribuisce al miglioramento dell’attecchimento
GESTIONE | soluzioni
Ancora una volta, il miglior
insegnamento arriva
dall’osservazione
dei processi
naturali
addirittura “formule matematiche” che agevolano il giardiniere nel calcolo. Premettendo che occorre sempre evitare la pacciamatura a ridosso dei colletti delle piante, lasciando quindi una zona di rispetto (almeno 10 cm) non pacciamata in prossimità del tronco basale, si ritiene che la grandezza minima sia un quadrato di 80-120 cm. Esiste poi una formula matematica molto utilizzata nei Paesi anglosassoni che cita: r = 4+(0,5 x Ø tronco) r = raggio area da pacciamare in ft (1 ft= 30,48 cm) Ø tronco in inch (1 inch = 2,54 cm) Ma per semplicità e comodità, normalmente si suggerisce di estendersi fino alla proiezione della chioma (drip-line = linea di gocciolamento) e abbondare nell’estensione radiale piuttosto che nello spessore della pacciamatura.
COME NATURA INSEGNA
Stabilito come eseguire la pacciamatura, che a livello temporale su piante mature esistenti va realizzata all’inizio della stagione primaverile, mentre su alberi
L’OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE... E IL PORTAFOGLIO LA SUA Perché poi parlare di vantaggi per l’estetica e per il “portafoglio”? Dal punto di vista tecnico, nei giardini, perseguire tecniche di manutenzione che prevedono l’uso di pacciamatura organica naturale alla base delle piante significa non dover ricorrere a frequenti “pulizie” da infestanti. Queste al giorno d’oggi vengono eseguite prevalentemente con l’uso di decespugliatori o di macchinari che, inevitabilmente, prima o poi, arrecano danni anche molto gravi ai colletti delle piante, indebolendole spesso in modo irreversibile (nelle foto sopra, esempi ben visibili). Dal punto di vista estetico, a volte, chi si ostina a voler mantenere il tappeto erboso verde alla base delle piante, deve in realtà accettare una qualità del manto erboso molto mediocre, poiché rado, clorotico, indebolito dalla competizione e dall’ombreggiamento della pianta stessa. Quindi tanta fatica per un risultato estetico discutibile. Molto meglio quindi una condizione governata con la creazione di uno strato uniforme di pacciamatura organica che porta benefici alla pianta riducendo sensibilmente gli oneri manutentivi.
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di recente impianto va eseguita all’atto della posa a dimora, quali sono i vantaggi per la pianta? Perché ai piedi dell’albero è sempre più salubre che vi sia materiale organico naturale piuttosto che un bel prato verde? Una prima risposta ce la fornisce la natura stessa. Nei boschi le foglie secche vanno ad accumularsi sul terreno ai piedi dell'albero formando la “lettiera”. Trattasi di un processo naturale che limita la crescita di vegetazione concorrente aumentando quindi la disponibilità di acqua e nutrienti per la pianta stessa. Ma i benefici e gli effetti dell’utilizzo di pacciamatura con materiale organico naturale sono anche altri e molteplici, dalla migliore conservazione dell'umidità e minore evapotraspirazione, alla mitigazione degli sbalzi termici nel top-soil, fino al migliore aspetto estetico della piantagione (tutti i dettagli nei box “La top ten dei benefici del mulching” e “L'occhio vuole la sua parte... E il portafoglio la sua”). In conclusione, anche discutendo sull’argomento con i migliori “Maestri Giardinieri”, unanime è sempre stato il consiglio, frutto di esperienze dirette, di pacciamare la base delle piante con un compost organico naturale realizzato con le stesse foglie della pianta da mantenere. Ancora una volta, il miglior insegnamento arriva dall’osservazione dei processi naturali. Pacciamare sotto le piante con materiale organico naturale è benefico, costa poco, è ecologico e riduce i costi di manutenzione nel breve e nel medio lungo termine. Oggi, a maggior ragione, con i limiti imposti dal PAN relativamente all’uso di diserbanti, tale semplice tecnica non può che trovare consensi a 360° tra i giardinieri.
TOP TEN DEI BENEFICI DEL MULCHING Ecco una sintesi riepilogativa dei dieci principali benefici dell’utilizzo di pacciamatura con materiale organico naturale: • migliore conservazione dell’umidità, minore evapotraspirazione • maggiore disponibilità di acqua per la pianta • apporto di sostanza organica, maggiore disponibilità nutritiva per lento rilascio di nutrienti grazie alla mineralizzazione della sostanza organica • incremento di attività microbiologica benefica (Soil Life) con riduzione dei patogeni del suolo • mitigazione sbalzi termici nel top-soil • migliore struttura chimico-fisica del terreno, minore compattazione, limitazione alla formazione di croste superficiali • deterrente sviluppo infestanti • deterrente ferite a tronco e colletti • migliore aspetto estetico della piantagione • migliore radicazione, migliore svolgimento dei processi fisiologici delle piante, maggiore accrescimento nel breve ma anche nel mediolungo termine
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GESTIONE | tendenze
Pensare in gra
Progettare un giardino piccolo è complesso, sono fondamentali sia la scelta delle piante sia l’equilibrio tra spazi vuoti e pieni. Ecco due esempi da cui trarre ispirazione di Anna Piussi Il giardino “Senri-SenteiGarage Garden” realizzato dal giapponese Kazuyuki Ishihara.
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no spazio piccolo è proprio bello duro. Contrariamente a quello che molti pensano, infatti, è più difficile disegnare un giardino piccolo che uno grande: non c’è margine per l’errore, e gli strumenti devono essere calibrati perfettamente. L’equilibrio tra spazi vuoti e pieni, la scelta delle piante, devono essere azzeccati, perché non puoi osare con un mare di perenni o decine di metri di siepe. Ormai è passato un po' di tempo dall'ultima edizione del Chelsea Flower Show (dal 23 al 27 maggio 2017 si svolgerà la prossima), ma nella memoria sono ancora ben impressi i giardini della sezione “Artisan gardens” che, allestiti su superfici dai 20 ai 35 mq, interessano coloro che si identificano quotidianamente con la sfida di valorizzare gli spazi più ristretti.
GARAGE JAPANESE STYLE
Qualche esempio? Iniziamo da una chicca, il “Senri-Sentei-Garage Garden” del giapponese Kazuyuki Ishihara: una costruzione a due piani che
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sotto ospita una Mini Morris d’epoca, e sopra una terrazza per sedersi, alla quale si accede da una scala di ferro. Chiamare questo “un garage” è come dare dell’uovo di Pasqua a un uovo di Fabergè, perché ogni superficie è coperta di vegetazione, dal glicine agli aceri giapponesi ai pini, e ogni angolino rivela un dettaglio prezioso: una sedia presso un tavolino, un bonsai in vaso, una finestra sulla quale scorre l’acqua diventando poi un ruscello, composizioni di rocce, iris e palle di muschio. C’è perfino un annaffiatoio, marca Hawes ovviamente. Di fronte a tanto incanto sarebbe da cafoni chiedere dov’è l’olio per motore, la parete degli attrezzi, e a vedere le impeccabili superfici bianche sono certa che il vicino avrà un luogo più adatto per appoggiare birre, stracci unti, bulloni morchiosi, e spegnere sigarette per terra come in ogni garage che si rispetti. Questo lasciamolo in pace, è luogo di tè, giardinaggio e sogni.
MEKONG GARDEN
Proseguiamo con Sarah Eberle, che per me è la Tina Turner del garden design: fisicamente hanno
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spazi piccoli in comune solo la corporatura piccola e nervosa, ma hanno un'identica grinta. C’è una canzone che Tina introduce con voce suadente, dicendo: «Ogni tanto, lo so, vi piacerebbe sentirci cantare qualcosa “nice and easy”, bello e facile, ma c’è solo una cosa» dice Tina, mentre aumenta il ritmo e attaccano i fiati «noi non facciamo mai» ruggisce «MAI, nulla di bello facile, noi lo facciamo sempre “nice and rough”, bello e duro!» - e attacca una “Proud Mary” tostissima. E così Sarah, una designer internazionalmente affermata che viene rincorsa dagli sponsor e potrebbe ambire a un posto in prima fila su Grand Avenue, fra giardini di oltre 100 mq, ogni anno si sceglie una sfida diversa, fra giardini piccoli o altrimenti complicati. Nel 2016, nella sezione “Artisan Gardens”, ha creato il “Mekong garden” per Viking Cruises, che le ha offerto la sponsorizzazione a patto che andasse qualche settimana in crociera in Cambogia, sul Mekong. Mi strizza l’occhio: ti immagini che fatica accettare? Beh, immagino, sarà stato così duro stare ferma che probabilmente seguiva la barca a nuoto, raccogliendo i semi e gli oggetti che ha poi usato per creare il giardino. Nel piccolo lotto ha realizzato uno specchio d’acqua sul quale appoggiano una barca e un piccolo giardino galleggiante legato al pontile, che unisce piante commestibili a piante da fiore. Anziché azzardare piante tropicali, per vederle devastate dal clima imprevedibile di Chelsea, ha scelto tutte piante
utilizzate in Cambogia ma anche coltivabili nel Regno Unito. La combinazione di granturco, zucchini, pomodori, cavoli da foglia, dalie ed erbe aromatiche ha accenti di colori caldi - giallo zafferano e arancione scuro - della tradizione buddhista. La struttura verticale è data da Rhus typhina, di origine americana, e usata dagli Indiani d'America per farne bevande, ma scelta da lei per la forma irregolare e forte. Sopra tutto aleggia una rete a bilanciere, una maniera di pescare tradizionale utilizzata dal Mekong alla foce dell’Arno, ma ricreata da un artista che vi ha intrecciato filamenti di seta, di rame, qualche lisca di pesce - l’effetto è etereo e bellissimo.
Il “Mekong garden” firmato dalla garden designer Sarah Eberle, affermata a livello internazionale.
DA IMITARE! Quanto si possa fare con piccoli spazi e mezzi semplici si vede nelle decorazioni sparse lungo il sentiero di tutta Chelsea. La cosa più imitabile: palle di vimini riempite di muschio e terriccio e piantate delicatamente con felci, Digitalis e altre piante da ombra. N°003
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GESTIONE | progettazione
C
osa hanno in comune il giardino e la fotografia? La luce. Ebbene sì, la buona riuscita di un giardino, così come di una fotografia, è condizionata dalla luce. Nel progettare teniamo presente i punti cardinali, che vanno sempre segnati in pianta, per avere in testa dove sorge e dove tramonta il sole, che direzione prende nel corso del giorno e dove saranno le maggiori zone d’ombra. Anche se per i nostri clienti chiudere il giardino con una siepe sembra rispondere a un istinto primordiale di recintare il proprio feudo, pensiamoci bene e non facciamolo mai automaticamente. Il rischio è di bloccare una vista particolarmente bella, o una fonte di luce preziosa.
Sedum 'Matrona'
ODE ALLA LUCE RADENTE
Prendiamo esempio dai fotografi di giardini, che lavorano principalmente all’alba e al tramonto, i due momenti in cui la luce radente esalta le piante, creando coni d’ombra e silhouette ben definite. I fotografi amano l’alba, quando la rugiada tempesta di brillantini ogni filo d’erba, ogni ragnatela sospesa. Per i progettisti il tramonto è forse più importante. In primo luogo, perché è alla fine della giornata che si usa di più il giardino domestico: quando lo si gode al ritorno dal lavoro, lo si vuole al suo meglio per l’aperitivo con gli amici mentre scende la sera. In secondo luogo perché la luce del tramonto è carica di rosso, rende più ricchi i colori, non solo il rosso, il giallo e l'arancione, ma anche il blu, il turchino e il viola, che tendono a scomparire sotto la luce a picco. Nella luce radente le piante cambiano connotati. Piante come Ceratostigma willmottianum, un arbusto di scarsa presenza di giorno, al calare del sole rivela una esplosione di scintille blu che decorano le altre piante fra le quali lascio che si intrufoli. Ca-
Stachys byzantina
Ceratostigma willmottianum
Carex testacea
Come una fo La luce è un elemento di primaria importanza quando si progettano giardini. Il segreto è disegnare la seduzione. Per enfatizzare forme e linee di Anna Piussi
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rex testacea, una graminacea che fa un folto ciuffo di foglie fra il verde e il bronzo, intensifica i toni ramati. Al tramonto le rose rosse sembrano esplodere, quelle rosa vibrano intensamente e i fiori di Geum 'Mrs Bradshaw', bottoni rossi che seminano allegria nella bordura, diventano incandescenti.
IL GIOCO DELLE OMBRE
Ma oltre a intensificare i colori delle piante, la luce radente ne esalta la silhouette, che è l’effetto opposto. Una silhouette è un profilo scuro ritagliato contro uno sfondo chiaro, e contro il bagliore del sole non si vedono più i colori dell’oggetto di fronte. Le lance drammatiche di Phormium, agave, iris, e qualsiasi pianta da foglia grande e bordi ben definiti si prestano bene a venire proiettate contro questo fondale. La Ceratostigma prosegue l’interesse dalla fioritura per i primi mesi dell’inverno, poi lascia a far compagnia una fila di palline nere su steli sottilissimi, deliziose in controluce. Le graminacee alte, come il Miscanthus sinensis, hanno un effetto più morbido, più complesso, perché la fontana di foglie e infiorescenze diventa un gioco di ritagli scuri e piume chiare. Proprio per questo sono particolarmente utili al posto della solita classica siepe di sempreverdi, a schermare la casa del vicino senza volersi togliere la luce per spregio - ed è precisamente dove li ho messi.
QUANDO TRAMONTA IL SOL Miscanthus sinensis
Stipa tenuissima
Dopo l’equinozio d’autunno, il 22 settembre, il percorso apparente del sole sopra le nostre teste diventa sempre più inclinato sull’orizzonte, con ombre maggiori, luce radente e lunghi crepuscoli invernali. Comincia a risalire solo dopo il solstizio invernale, il 21 dicembre, ma la luce resta distintamente obliqua fino all’equinozio di primavera del 20 marzo. I clienti si svegliano con le pratoline,
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GESTIONE | progettazione
a primavera, si ricordano di avere un giardino, e vogliono tutto pronto per l’estate, ma i professionisti devono ricordarsi tutto il potenziale di questi sei mesi di luce radente. Per tutta l’importanza del giardino in estate, in quanti lo abbandoneranno per andare in vacanza altrove? Il giardino di casa sarà sempre visibile dall'interno anche in pieno inverno, quando c’è veramente bisogno di bello, di RISULTATI FELICI CON MEZZI FACILI Gestendo le piante in masse, con dovuti spazi fra di loro, si ottengono risultati felici con mezzi inaspettati, anche modesti. Prendi il Sedum spectabile, una pianta facilissima che resiste a tutto: secco, freddo, indifferenza, totale assenza di pollice verde, è chiamata anche l’erba della Madonna e raramente la compri perché ti arriva in regalo da qualcuno che ne sta sfoltendo una massa. Resiste alle inevitabili pedate, a cani e bambini, è pure utile contro le scottature e per le punture di insetti, come un aloe più casereccio. Quando cresce crea rapidamente un cespo di foglie succulente verdissime, che stanno ritte anche nella tormenta, e infine produce fiori dal bianco al rosa. Il colore del fiore è indifferente, anche se si inserisce bene fra rose e piante a foglia argentata, ma ha la caratteristica di restare secco sulla pianta per tutto l’inverno, senza marcire o piegarsi, in piccoli parasole bruni che sembrano sospesi sopra la pianta. Il Sedum ‘Matrona’, un po’ più alto e raffinato, offre bellissime foglie quasi color cioccolata, la stessa silhouette invernale e tolleranza al secco, e a una infiorescenza rosa a contrasto con le foglie brune e cicciotte. Piantata in massa, a contrasto con Stipa tenuissima e Sisyrinchium striatum, Sedum ‘Matrona’ è una delle prime donne del giardino. Però mi tengo ancora stretta la sua cugina di campagna, Sedum spectabile, con un tappeto di Stachys byzantina ai piedi, stagliata contro il prato, riprende il profilo dei pini domestici sulla collina di fronte. Il materiale è semplice, perfino comune, fa parte delle poche note ripetute che rendono seduttivo il paesaggio toscano, la ripetizione di pini e cipressi contro il cielo, un gioco di luce e spazio.
sensualità, per i mesi di scuola, di lavoro. Teniamo presente che il punto in cui tramonta il sole si sposta a seconda della stagione, e scegliamo quindi di mettere la pianta al posto giusto per il momento in cui serve di più, riservando il punto del tramonto invernale alle graminacee. Eragrostis, panicum, miscanthus - con le loro infinite varietà, offrono tutte infiorescenze piuttosto delicate, dalle piume alte e mobili di Miscanthus ‘Yakushima Dwarf ’, alla nuvola rosa di Eragrostis trichodes, e fioriscono tutte nella seconda metà dell’estate, restando in piedi per tutto l’inverno, quando davvero dimostrano tutto il loro valore in giardino. Da primavera a estate sono fontane di foglie, belle, ma che non meritano un punto focale quando il resto del giardino è in pieno fiore. Quindi messe al riflettore del tramonto estivo le graminacee sono buttate via, e rischiano di passare inosservate dopo settembre quando le infiorescenze sono sviluppate, perché il tramonto si è spostato sull’orizzonte. La luce radente è quella che trasforma queste piante da una pianta comprata per un colpo di fulmine, a un amore duraturo: in inverno tengono viva l’emozione del giardino. Per contro, la maggior parte delle rose, spettacolari quando bagnate dalla luce del tramonto estivo, d’inverno si riducono a una struttura di rami contorti e potati, una brutta silhouette da non mettere in controluce. Per i clienti che non hanno fretta, vale la pena tenere un po’ le graminacee in vaso e spostarle in giro per vedere come giocano con la luce. Oppure fate come me: piantatele con decisione nel posto sbagliato, per poi riprendere la vanga in mano e spostarle nel posto giusto in pieno inverno. Tanto neanche se ne accorgono.
RICETTA SEMPLICE
Luciano Giubbilei, grande progettista intervistato nel 2014, ha riassunto l’arte del giardino elegantemente: «La cosa più bella di un giardino è disegnare la seduzione. Questa è data dalla luce. Le forme danno modo alla luce di muoversi nello spazio. Il bello nel giardino è dato da linee semplici, una soluzione articolata, non troppo ovvia». Da allora mi risuona nella testa, è una ricetta che non richiede grandi spese, ma la capacità di osservare la luce e pensare in termini di spazio. Non c’è luce senza spazio vuoto, è ovvio, ma rischiamo di scordarcene cercando un bell’effetto in giardino caricandolo di più piante, più preziose. La musica non è fatta di note ma dall'articolazione di gruppi di note, ripetizioni, ritmi.
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Rinascimento
Completato il restauro del filare sud di Villa Emo, dimora palladiana nel trevigiano. Autore del delicato e complesso intervento, Terradice Atelier del paesaggio di Daniela Stasi I NUMERI • 10 operatori • 6 macchine operatrici • 245 piante messe a dimora • 490 pali tutori • Più di 3.000 colpi di mazza • 2,5 km di fossati scavati • Più di 1.000 ore di lavoro
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ietro à questa fabrica è un giardino quadro di ottanta campi Trevigiani: per mezo il quale corre un fiumicello, che rende il sito molto bello, e dilettevole. Scriveva così il celebre architetto Andrea Palladio (I Quattro Libri dell’Architettura, Libro II, Vicenza 1570) nel descrivere il giardino di Villa Emo, da lui realizzata nei pressi di Fanzolo, a Vedelago, in provincia di Treviso. Una struttura maestosa, senz'altro tra le ville palladiane più compiute: per comprenderne l'importanza storica e architettonica, basti dire che dal 1996 è patrimonio dell'umanità dell'Unesco, assieme alle altre ville palladiane del Veneto. Oggigiorno l'edificio ospita la Fondazione Villa Emo Onlus, che si prefigge come scopo la tutela, la conservazione e il recupero del patrimonio storico, artistico, culturale, ambientale e, più in generale, il sostegno del territorio e della popolazione. Attua tale fine svolgendo attività di studio, ricerca,
Il viale sud preesistente, prima dell’intervento realizzato da Terradice Atelier del paesaggio.
contemporaneo SORPRESA! I lavori sono stati allietati da curiose sorprese. Armando Cremasco, presidente della Fondazione Villa Emo, ne svela un paio: «Su uno dei pioppi abbiamo trovato un vecchio ferro di cavallo, appeso da qualcuno su un tronco a ben quattro metri di altezza, mentre durante i lavori di scavo abbiamo rinvenuto i pezzi, ormai rotti, di una vecchia chiusa idraulica, probabilmente posizionata per l’irrigazione dell’antico filare».
documentazione e promozione, sia direttamente sia organizzando conferenze, riunioni, convegni, seminari e spettacoli. Di recente la Fondazione ha commissionato a Terradice Atelier del paesaggio il restauro del filare denominato “Stradone sud” di Villa Emo, terminato dopo quasi due mesi dall'inizio dei lavori e reso possibile grazie alla generosità della contessa Caroline Emo che, con Fondazione Villa Emo Onlus, ha finanziato la gran parte dell’intervento: i circa 245 pioppi precedenti sono stati sostituiti con altrettanti Populus (dall'altezza di sei metri) e per eseguire l'operazione si sono resi necessari lavori accessori, come lo scavo di due canali irrigui laterali. A voi i dettagli dell'opera.
I vecchi pioppi dopo l’abbattimento; ben visibile lo stato fitosanitario compromesso.
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QUATTRO SECOLI DI STORIA
Sopra. Il nuovo viale sud appena piantumato. Nella pagina a fianco. Operazioni di scavo canali con escavatore cingolato equipaggiato di benna da scavo.
PROIEZIONE DELLA VILLA
Partiamo dal filare, dal suo ruolo, dall'importanza che riveste. Il viale alberato, unico elemento verticale del paesaggio circostante all'epoca della costruzione della villa, rappresenta l'asse di simmetria della villa stessa, la proiezione dell'edificio sulla campagna. La sua conservazione, pertanto, risulta fondamentale per preservare l'insieme architettonico della struttura. Di più, molto di più: la villa palladiana, sebbene fosse una dimora nobiliare, nasceva comunque come una “casa di campagna” (il giardino della villa era la campagna!), quindi per non inficiare il progetto del Palladio è indispensabile mantenere la funzione originaria del filare, quella di legame tra l'edificio e il contesto paesaggistico in cui è ubicato. «L'intervento, oltre che per il precario stato di salute dei precedenti pioppi – racconta Mauro Guidolin di Terradice Atelier del paesaggio – si è reso necessario per evitare il rischio
Commissionata dalla famiglia Emo di Venezia, Villa Emo fu costruita a partire dal 1558. Nella progettazione sono state utilizzate le stesse proporzioni matematiche (sia in elevazione sia nelle dimensioni delle stanze) impiegate da Palladio per il resto della sua opera. Gli esterni sono essenziali, senza decorazioni, mentre gli interni sono riccamente decorati con affreschi di Giovanni Battista Zelotti, autore di opere simili in altre ville palladiane. L’edificio, infine, è incorniciato da due lunghe barchesse colonnate che, in origine, ospitavano le strutture per le attività agricole. Per saperne di più: www.villaemo.org
di perdere la struttura del viale, la prospettiva lunga della villa».
ANALISI PRELIMINARE
Durante l'intervento, svolto per lo più tra dicembre e gennaio, sono state confermate le pessime condizioni dell’antico viale, emerse dall’analisi preliminare eseguita da Terradice Atelier del paesaggio a inizio lavori. «Dal punto di vista fitosanitario continua Guidolin - i pioppi abbattuti presentavano ampie necrosi dovute all'età e carie diffuse che degradavano i tessuti legnosi (visibili già dall'esterno per la presenza di enormi carpofori, ossia i corpi fruttiferi della carie stessa, comunemente detti funghi). Scavando abbiamo trovato molte radici morte anche negli esemplari che conservavano all'esterno una discreta vitalità».
In questa foto e in quelle a fianco alcuni momenti della fase di abbattimento dei vecchi esemplari.
RISPETTO DEI TEMPI
La piantumazione del viale sud di Villa Emo è stato un intervento delicato e complesso, notevole anche sotto il profilo dei numeri. Ricapitoliamo: sono stati impiegati dieci operatori e sei macchine operatrici che, equipaggiate di benne da scavo, lavoravano in sinergia nei tempi stabiliti dal responsabile del cantiere; le piante definitivamente messe a dimora sono 245, con il sostegno di 490 pali tutori, per piantare i quali si sono resi necessari più di 3.000 colpi di mazza, mentre sono stati ben 2,5 i km di fossati scavati. «La difficoltà principale è stata rappresentata dai tempi strettissimi, il fatto di organizzare il cantiere e realizzare il lavoro in poco tempo - spiega Guidolin - In particolare abbiamo dovuto provvedere in tutta velocità al rimpiazzo dei pioppi in seguito all'abbattimento di quelli precedenti, proprio per ripristinare quanto prima la verticalità del filare, l'immaginario globale di Villa Emo». In totale le ore di lavoro sono state più di mille, sorvegliate da un fedele stormo di garzette,
che senza timore sostavano a pochi metri dagli escavatori per predare lombrichi e altri insetti dalla terra appena smossa. A marzo, infine, si è proceduto con la semina del prato e con l'analisi delle sezioni di tronco, prelevate a cura di Morena Bragagnolo del Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio coordinamento Asolano-Castellana, i cui risultati sveleranno preziose notizie sulla storia dell’ecosistema di Villa Emo e sull'influenza della vicina Via Postioma (e in generale degli inquinanti presenti) sulla crescita delle piante. «Abbiamo lavorato con tutte le condizioni meteo possibili, sempre con le spalle alla Villa sotto lo sguardo del Palladio - conclude Mauro Guidolin -. Questo lavoro ci ha richiesto competenza, attenzione e un'elevata raffinatezza nelle decisioni tecniche, di contro ci ha regalato grandi soddisfazioni. Tutta la squadra era particolarmente orgogliosa di prendere parte a un progetto di questo calibro». PIEDI PER TERRA, RADICI SOLIDE Binomio ben riuscito di competenza progettuale e ricerca botanica, nel rispetto degli equilibri ecologici, così come dei contesti storici, architettonici e paesaggistici preesistenti. Questo il profilo di Terradice Atelier del paesaggio, che per la cura degli spazi verdi e per contrastare le fitopatologie, utilizza – ove possibile – prodotti biologici: questi ultimi, da una parte preservano la salute delle persone, dall’altra contribuiscono a contenere l’impatto ambientale di ogni intervento. Insomma, una prassi evoluta.
LE FASI • Abbattimento dei vecchi pioppi • Demolizione di fabbricati accessori (ponti e derivazioni irrigue) • Eliminazione delle ceppaie • Cippatura della biomassa prodotta (circa 5.000 q) • Scavo dei canali e operazioni di movimento terra • Piantumazione e strutturaggio
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Albizia Chocolate Fountain™
O Albizia Evey’s Pride
PLUS • In Italia è coltivata e diffusa in tutte le regioni a scopo ornamentale • Crescita rapida • Elevato valore estetico
Fascino
orientale Come tutte le piante anche le Albizia seguono le mode. E allora per proporre alla clientela le ultime tendenze, ecco due nuove varietà: l’Albizia Chocolate Fountain TM e l’Albizia Evey’s Pride di Matteo Ragni
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riginaria della Cina centrale, l'Albizia resiste all'inquinamento, ha una crescita rapida e teme solo il gelo prolungato: per questi motivi, oltre al suo indubbio valore estetico, è da proporre a scopo ornamentale nei giardini e nei viali. Tra le varietà che stanno riscuotendo maggiore successo, menzioniamo l'Albizia Chocolate Fountain TM, varietà pendula a foglia scura e fiore rosa intenso, introdotta di recente dalla North Carolina State University (Stati Uniti). Segnaliamo anche l'Albizia Evey's Pride, nuova generazione dell'Albizia Summer Chocolate, con un portamento eretto, foglia scura e fiore rosa, le cui piante resistono di più alle intemperie con una fioritura costante nel tempo.
SCOPERTE | vegetali
Nel blu
dipinto di blu
Colore intenso, poche esigenze e carattere forte. Il Caryopteris si accontenta di poca acqua, ama molto il sole, sopporta bene i rigori invernali. Da suggerire ai clienti che vogliono stupire di Marta Meggiolaro
È
molto apprezzato dalla clientela per la fioritura blu-violetto che attira farfalle e api. Il Caryopteris è un arbusto perenne a cespuglio, con portamento eretto a fontana e fogliame grigio-verde leggermente aromatico. Da consigliare perché è una pianta adattabile, che non ha grandi esigenze: si accontenta di poca acqua anche in vaso, a patto di un terreno ben drenato; unico accorgimento, richiede spazio, da 60-70 cm a un metro e più, a seconda della varietà, per via del suo portamento “esplosivo” con rami che vanno in tutte le direzioni. Ama molto il sole, anche intenso: è ideale quindi per giardini e terrazzi assolati e sopporta bene i rigori invernali, fino a -15°C. Tra le varietà più notevoli, la Caryopteris x clandonensis “Blue Empire” con una fioritura ricca di un blu intenso e con una struttura compatta (60 cm in altezza e 25 di larghezza). È prodotto da Boomkwekerij Elst-van Bergen e distribuito in Europa da Plantipp. PLUS • Fioritura abbondante • Fiori grandi, di un blu intenso • Richiede poche cure • Tollera bene il pieno sole • Sopporta bene le malattie N°003
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IL PRONTUARIO
Salto di qualità: il
coraggi
Una breve guida per capire quando e come aprire una ditta individuale o una società, in base al proprio giro d’affari. Oltre ad alcuni aspetti da sapere in campo legislativo di Jessica Bertoni
Q
ualche volta accade come nei film, si trova il coraggio di aprire il cassetto, si tira fuori il sogno chiuso lì da tempo e lo si trasforma in realtà. Così si decide di mettersi in proprio e di smettere di stare alle dipendenze, per dare vita alla propria attività imprenditoriale. Si tratta di scelte difficili da attuare che passano dall'analisi di numerose variabili, alcune emotive e di carattere squisitamente personale, altre più tecniche e specifiche, legate anche all'oggetto dei propri desideri. Nel nostro caso, immaginiamo uomini e donne pronti a fare della passione per il verde un'attività economica. Solo qualche parola per le prime riflessioni, legate alla sfera umana. Chi decide di abbandonare il lavoro dipendente per una forma di lavoro autonomo, sia esso in forma di vera o propria impresa o appunto sotto forma di lavoro autonomo e basta, deve innanzitutto chiedersi se possiede o meno le attitudini caratteriali necessarie. Non si tratta infatti solo di mettere in conto di lavorare di più in termini di orario, ma si deve essere molto consapevoli in merito alle proprie capacità di autonomia decisionale, di assunzione di responsabilità, di problem solving, di leadership e di efficacia nelle relazioni con gli altri. Se queste prime analisi danno esito positivo, se si ha propensione al rischio e voglia di mettersi in gioco fino in fondo, facendo della propria attività una commistione rispetto alla propria vita privata, come è il più delle volte per l'imprenditore, allora occorre un'attenta valutazione economica della propria idea.
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LA SCELTA DELLA FORMA GIURIDICA
La prima cosa da decidere, al di là del tipo di attività, che per noi è nota, sarà quella di far nascere l'impresa, occorrerà dunque scegliere le vesti giuridiche della stessa: ditta individuale o società. Infatti, l’attività imprenditoriale, in base alla normativa vigente, richiede di essere esercitata in una forma giuridica specifica: è possibile scegliere tra la forma d’impresa individuale o la forma di impresa collettiva. Praticamente si tratta di stabilire da subito se lavorare individualmente oppure associarsi con altre persone costituendo, quindi, una società. La scelta della forma giuridica è determinante, perché condiziona l’assetto organizzativo, amministrativo, fiscale e contabile dell'impresa e, da questa scelta, conseguono una serie di obblighi civili, amministrativi e fiscali. Infatti, prima di andare dal notaio, occorre fare alcune considerazioni: La presenza di un unico imprenditore o di altri soci: la scelta di tipo di società condizionata dall’unicità dell’imprenditore o dalla presenza di eventuali partner. Il grado di rischio che si intende correre: in ogni tipo di impresa c’è un rischio implicito. La responsabilità patrimoniale: si deve decidere se limitare la responsabilità patrimoniale dell'attività al patrimonio della società, oppure estendere la responsabilità al patrimonio personale dell'imprenditore. Nel caso di una società di persone, che comporta la respon-
o di fare impresa sabilità illimitata e solidale dei soci, è bene valutare attentamente la fiducia che i soci sono in grado di assicurare. Le prospettive economiche e finanziarie dell’attività: in base all'entità degli investimenti previsti, sarà più o meno opportuna una società di persone o una di capitali. Solitamente, maggiori sono gli investimenti e più complessa è l’attività, e meglio sarà una società di capitali al posto di una società di persone. La capitalizzazione dell’impresa e il capitale disponibile: per definire la scelta della forma giuridica è importante sapere quant’è l’ammontare di capitale che l’imprenditore intende mettere a disposizione. Il fabbisogno finanziario necessario: l’accesso ad alcune fonti finanziarie, ad alcune agevolazioni e incentivi è possibile solo per alcuni tipi di società. La convenienza fiscale, poiché a seconda del tipo di forma giuridica scelta, variano alcuni parametri fiscali. Ogni tipo di impresa ha uno specifico carico fiscale, in base al livello degli utili previsti è più vantaggioso orientarsi verso una società di capitali o di persone. La ditta individuale rappresenta sicuramente la scelta più facile ma potrebbe rivelarsi anche lo strumento più debole col quale irrompere nel mercato. La ditta individuale è la più semplice da aprire dal punto di vista burocratico e la meno onerosa dal punto di vista economico. L’imprenditore, responsabile della gestione, assume in nome proprio le obbligazioni derivanti dall’attività e partecipa al rischio d’impresa con tutto il suo patrimonio personale. La costituzione avviene tramite apertura della partita Iva e iscrizione, entro 30 giorni, presso il Registro delle Imprese della Camera di Commercio della provincia in cui è fissata la sede legale. L’imprenditore può avvalersi della collaborazione di personale dipendente o dei propri familiari. In quest’ultimo caso si darà vita a un’impresa
familiare. In questa, oltre al titolare partecipano in mondo continuativo e prevalente (requisito di “non occasionalità”) più familiari (coniuge, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo) con diritto a partecipare agli utili dell’impresa (ma non alle perdite), a intervenire nelle decisioni inerenti l’impiego degli utili e l’incremento del patrimonio aziendale, a partecipare alle decisioni di gestione straordinaria e alla cessazione dell’azienda, di prelazione in caso di cessione dell’azienda. L’imprenditore deve rimanere assegnatario di almeno il 51% degli utili mentre le quote spettanti a tutti i collaboratori familiari non possono superare il 49% degli utili conseguiti dall’impresa. Il titolare, in caso di insolvenza, è l’unico soggetto passibile di fallimento. I collaboratori familiari non possono svolgere in modo continuativo un’attività di lavoro dipendente, autonomo o d’impresa. La costituzione dell’impresa familiare deve avvenire per atto pubblico o scrittura privata autenticata. Entro 30 giorni dalla stipula dell’atto occorre provvedere all’iscrizione nel Registro delle imprese presso la Camera di Commercio della provincia in cui l’impresa ha sede legale. PASSAGGI OBBLIGATI Riassumendo si dà vita all’impresa quando: • Viene compilata la dichiarazione di inizio attività. Per la compilazione, ci si può rivolgere direttamente ai funzionari dell’Agenzia dell’Entrate (Lavoro Autonomo) o della Camera di Commercio (Attività Impresa). Se si ha bisogno anche di consigli, è necessario rivolgersi a uno dei Centri Assistenza Fiscale specializzati oppure a un commercialista abilitato. La scelta dipende soprattutto dal budget disponibile. • Si apre la Partita IVA. Se il codice attività scelto rientra tra le Attività d’Impresa è necessario rivolgersi alla Camera di Commercio (Comunica). Invece, se costituisce attività di lavoro autonomo bisogna andare all’Agenzia delle Entrate. L’apertura e la chiusura della Partita Iva sono gratuite. • Ci si iscrive all’INPS o ad un’altra Cassa Previdenziale. In funzione dell’attività svolta, bisognerà iscriversi a una specifica forma di previdenza gestita dall’INPS oppure da altri enti previdenziali settoriali.
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IL PRONTUARIO
I TRE REGIMI I tre regimi in vigore dal 2017 sono: • Regime forfettario 2017 con nuove soglie di reddito e aliquota agevolata start up al 5% per 5 anni • Regime ordinario 2017 • Regime ordinario semplificato 2017
ALCUNI VANTAGGI (E SVANTAGGI)
Comunque, per semplificare le cose, diciamo che il nostro ordinamento giuridico fornisce quattro grandi macro-aree all’interno delle quali è possibile scegliere la forma più conveniente: ditta individuale, società di persone, società di capitali, società cooperative. In linea di massima, l’impresa individuale presenta i seguenti vantaggi:
• Maggiore flessibilità e rapidità di decisione • Minori costi e oneri di tipo amministrativo e contabile
È bene precisare, tuttavia, che mentre si può essere soci di diverse società non si può essere titolari di più di un’impresa individuale. Quindi, per esempio, chi decide di aggiungere a un’attività artigiana (esempio: produzioni di decorazioni) un’attività di commercio (esempio: garden center) e intende esercitarle entrambe individualmente, non potrà avere due ditte individuali, ma si troverà ad avere un’unica impresa con due attività, con una serie di conseguenze sotto il profilo fiscale, contributivo, eccetera, che è sempre bene valutare attentamente prima di dare il via all’operazione. Contrariamente a quanto accade per l’impresa individuale, la società consente di:
• Condividere con altri il rischio e il peso delle
• Al Registro delle Imprese: tutti gli
soprattutto all’inizio dell’attività, è difficile o rischioso reperire altrimenti
• All’Albo Artigiani: tutti gli adempimenti • All’Agenzia delle Entrate: apertura, modifica,
Quando l’utile di gestione comincia a essere significativo la società presenta in genere anche vantaggi fiscali, consentendo la ripartizione del reddito in parti uguali tra i soci (cosiddetto abbattimento dell’aliquota: meno reddito imputato pro capite = meno tasse). Optare per un’impresa individuale o collettiva, e scegliere in quest’ultimo caso un tipo di società piuttosto che un altro, non è una decisione da prendersi a cuor leggero: una forma giuridica sbagliata può pregiudicare il successo dell’iniziativa. Nel caso non si abbiano competenze dirette è sempre opportuno rivolgersi a un professionista per le valutazioni in fase di start up. N°003
Va però ammesso che nel nostro Paese le procedure amministrative per avviare l’attività costituiscono un vero e proprio labirinto. Il dedalo si complica per il fatto che molte procedure subiscono significativi cambiamenti a livello locale. Il neo-imprenditore deve trovare pertanto le informazioni giuste. Per questo motivo, la prima cosa che consiglierei di fare è quella di rivolgersi al SUAP del proprio Comune. Il SUAP è lo Sportello Unico per le Attività Produttive: è il canale telematico del Comune che rappresenta il punto unico di riferimento per sbrigare tutte le pratiche di autorizzazione relative all’azienda per la quasi totalità delle attività economiche. Dunque rappresenta un valido interfaccia tra l'aspirante impresa e tutta la Pubblica Amministrazione. Una buona semplificazione è stata attuata a partire dall'aprile 2010 con l'introduzione della Comunicazione Unica: chi vuole avviare, modificare o cessare un’attività imprenditoriale deve presentare al solo ufficio del Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio una Comunicazione Unica (ComUnica ), valida – ove sussistono i requisiti di legge – anche ai fini fiscali, previdenziali e assistenziali. ComUnica consente di effettuare in un’unica procedura, per sola via telematica, tutti gli adempimenti civilistici, fiscali e previdenziali necessari per la nascita, la modificazione o la cessazione dell’impresa, in particolare quelli destinati:
scelte
• Acquisire capitali e lavoro necessari che,
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COMUNICA, PROVE DI SEMPLIFICAZIONE
adempimenti
chiusura partita Iva • All’INPS: iscrizione artigiani (modelli ARCO), datori di lavoro (modello DM68), denuncia aziendale (modello DA) • All’INAIL: iscrizione, modifica, cancellazione (modello/riquadro A-B-C-D) • Al Ministero del Lavoro: adempimenti Albo Cooperative (attualmente in via di implementazione) In ogni caso, tuttavia, la Comunicazione Unica non sostituisce le eventuali autorizzazioni richieste per svolgere l’attività e disciplinate da specifiche normative nazionali e regionali.
REGIMI FISCALI, LE NUOVE REGOLE
La cosa in assoluto più complicata è scegliere il regime fiscale, da questa decisione discendono tutta una serie di conseguenze da cui dipenderà la capacità dell'impresa di produrre reddito. Il riordino dei regimi fiscali, voluto da Renzi con la Legge Delega Fiscale, ha previsto la riduzione del numero dei regimi contabili che sono passati da cinque a tre. Il regime dei minimi non esiste più, fatta eccezione per qualche caso particolare, e al suo posto, è stato istituito il regime forfettario con aliquota agevolata a 5% per cinque anni per le nuove imprese, con coefficienti di reddito e specifiche soglie di ricavi diverse in base alla categoria dell'attività svolta, distinte in base al Codice Ateco. La nuova Legge di Stabilità approvata dal governo, ha previsto per il momento un importante intervento per le partite Iva sotto i 30.000 euro, infatti, se fino al 2015, l'accesso al nuovo regime forfettario era sulla base di soglie ricavi molto basse, dal 1° gennaio scorso, sono stati introdotti nuovi coefficienti di redditività 2017 regime forfettario:
• Alimentari, bevande: dai 35.000 ai 45.000, redditività 40%
• Commercio (ingrosso e dettaglio): dai 40.000 a 50.000, redditività 40%;
• Commercio ambulante (alimenti e bevande): dai 30.000 attuali a 40.000, redditività 40%
• Commercio ambulante altri prodotti: dai
20.000 di oggi a 30.000, redditività 54%
• Costruzioni, immobiliari: dai 15.000 di oggi a 25.000, redditività 86%
• Commercio (intermediari): dai 15.000 di oggi a 25.000, redditività 62%
• Servizi alloggio e ristorazione: dai 40.000 a
50.000, redditività 40% • Attività dei professionisti: dai 15.000 di oggi a 30.000, redditività 78% • Altre attività: dai 20.000 di oggi a 30.000, redditività 67% Inoltre, per il nuovo regime dei minimi 2017 a tassazione semplificata è prevista un'aliquota agevolata per le start up al 5% per cinque anni. Per quanto riguarda, invece, la permanenza nel regime dei minimi, con il nuovo regime forfetario 2017, il governo ha eliminato la durata e il limite di età per accedere ai nuovi minimi a partire da chi apre una nuova partita Iva dal 1° gennaio.
LEGGE DI BILACIO: LE NOVITÀ
Con la Legge di Bilancio 2017 vengono introdotte diverse novità in merito al conteggio delle imposte sui redditi di titolari di partita Iva. In primis si sottolineano importanti novità per le imprese in contabilità semplificata: è stato introdotto, infatti, un nuovo regime di cassa per artigiani e commercianti che operano in regime semplificato. Rimane invariato il limite di ricavi utile per accedere a tale regime, a cambiare è invece il principio di tassazione e di determinazione del reddito. Si passa infatti dall’attuale principio di competenza al principio (o regime) di cassa. Ciò vuol dire che il reddito prodotto si calcolerà esclusivamente con riferimento a quanto effettivamente incassato dai contribuenti di minore dimensione, come avviene nel caso dei professionisti. Per quanto riguarda le altre modifiche strutturali, ecco le principali novità che sono state introdotte dalla Legge di Bilancio 2017:
• Abolizione dell’Irap 2017 per studi
professionali, liberi professionisti e imprenditori senza dipendenti o con un solo dipendente (viene così messa nero su bianco la prevalente impostazione della giurisprudenza in materia) • Abolizione definitiva degli studi di settore per i professionisti • Introduzione di una flat tax, ossia un’aliquota uguale per tutti i contribuenti sul reddito di impresa, di persone, ditte individuali, professionisti e autonomi, da portare alla percentuale fissa del 24% (Iri, cioè l’imposta sul reddito dell’imprenditore). Tra gli altri incentivi per la semplificazione, sono altresì da segnalare l’introduzione delle comunicazioni Iva trimestrali, l’abolizione dello Spesometro e la riproposizione dei finanziamenti a tasso zero previsti dal progetto Invitalia, che spettano e agevolano i giovani sotto i 35 anni che vogliano intraprendere un’attività imprenditoriale. DA SAPERE Quando si passa da un lavoro dipendente a un lavoro in proprio bisogna essere consci di quattro aspetti fondamentali: • Investire maggior lavoro in termini di orario • Esprimere maggior capacità di autonomia decisionale • Propensione al problem solving • Leadership ed efficacia nelle relazioni
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