giardiniere
vo o nu
PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
IL
Aprile - Maggio 2017
+TAPPETO ERBOSO Le qualità funzionali, ricreative ed estetiche
+PROGETTO
Meno piante, più cura dei dettagli per spazi piccoli originali
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Una panoramica dei nuovi sistemi per valutare la stabilità delle piante arboree
Edizioni Laboratorio Verde srls - via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA)
APPUNTI DA NEW YORK L’esempio di un’attenta manutenzione delle aree verdi
LA NUOVA RIVISTA SMART PER IL GIARDINIERE IL VALORE DEL LAVORO DI SQUADRA GR ANDI GIARDINI
1 L’ultimo nato inSERVIZIO casa Pellenc A PAG. 31 2 Con Oregon si lavora in silenzio 3 Le nuove proposte di Bonfante
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la vostra casa Edizioni Laboratorio Verde è l’unica casa editrice di filiera, con una rivista specifica per ogni target del florovivaismo e del gardening: produzione, retail, professionisti e consumatori. Uno sguardo a 360º che ci rende il punto di riferimento preciso, aggiornato e gradevole nel panorama dell’editoria specializzata. Edizioni Laboratorio Verde è la casa editrice di chi ama e lavora con il verde: la vostra casa. seguici su
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EDITORIA LE/1
È una rivista con la giusta misura, questo nuovo numero de giardiniere . È il mio pensiero mentre riguardo le ciano - le prove di stampa, in gergo giornalistico - del giornale. Un fascicolo che parte forte, con l'intervista di Daniela Stasi al curatore botanico di Villa Taranto, sul Lago Maggiore, che ci racconta come gestiscono il verde in questo meraviglioso giardino. È stato gentilissimo Franco Caretti, che non si è risparmiato e ci ha svelato dettagli pratici sulla gestione delle alberature, del prato e delle aiuole. E ancora di pratica ci parla Valerio Pasi nel suo articolo tutto dedicato alle nuove tecniche per valutare la stabilità degli alberi in ambiente urbano. Si tratta di sistemi sempre più utili per gli operatori del verde, giardinieri compresi, in conseguenza dei recenti eventi atmosferici sempre più anomali. C'è poi tutta la sezione dedicata al giardiniere SMART: strumenti, macchine operative e attrezzature per affrontare al meglio il lavoro in cantiere. Rasaerba professionali con motori elettrici, innovative testine per decespugliatori, sistemi per il controllo delle zanzare in giardino e molto altro. Tutte soluzioni nuove, smart, infatti. Forte anche il pezzo di Camillo De Beni tutto dedicato al tappeto erboso. Tutto pratico, con l'elenco di 12 qualità fondamentali del prato, oltre a quella estetica, naturalmente, e consigli tecnici sulla scelta dei miscugli. E ancora: l’articolo di Marilena Baggio da New York, la sezione ‘Formazione’ con sette idee di giardino per sette tipologie di clientela, il ‘Prontuario’ dedicato alla fase di sopralluogo... E non solo. Insomma, sì, un numero dalla giusta misura, che parla di pratiche, tecniche, prodotti e innovazione, ma anche di costume e tendenze. Perché, il moderno giardiniere, quello smart, deve conoscere anche come si muove la società, cercando di interpretare desideri e necessità, da declinare poi in opere a verde e meravigliosi giardini. Buona lettura! IL
di Francesco Tozzi @Lab_VERDE
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EDITORIA LE/2
QUANTO VA CHICCA?
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a noi si dice così: “ti regalo una chicca”, cioè qualcosa di piccolo ma prezioso, carino, gustoso. Chi lavora con piante e fiori, come me e voi, ogni giorno ha a che fare con cose così, piccole, carine e deliziose. Ecco, io credo che sottolinearne il valore, quando presentiamo un progetto ai nostri clienti, possa essere il gesto che fa la differenza, che ci fa guadagnare punti. Perché la chicca suggerisce due messaggi a chi la riceve: il primo, che io ho a cuore il cliente, tanto da aver pensato a qualcosa di particolare per lui; secondo, che ho a cuore il progetto, perché la chicca aggiunge valore al posto in cui viene collocata per il fatto di essere pregiata, inusuale, originale. Nel ventaglio delle possibili chicche che un giardiniere può proporre, io inserirei di sicuro le orchidee. Non parlo delle Phalaenopsis, che sono da interno, ma che vanno ancora bene (e l’assortimento di orchidee da interno, se andate a dare un’occhiata nei garden e nelle serre, continua ad ampliarsi) e pare non stanchino mai. Dico che, cavalcando questa passione, potete proporre qualcosa di nuovo,
PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE Garden Orchid è un prodotto di Anthura B.V., la nota azienda olandese. Per contattare il distributore esclusivo di Garden Orchid fuori dai Paesi Bassi: www.gartenwerkstatt-schreiner.com
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N°004
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che sta facendo la sua comparsa nel nostro territorio solo dall’anno scorso: le Garden Orchids, le orchidee da giardino. Quella che mi piace di più è il Cypripedium. È la chicca da proporre per le zone in ombra, quelle dove è difficile riuscire a coltivare qualcosa di fiorito. Meglio ancora se oltre all’ombra parliamo di zone fredde: è perfetta nei giardini del Nord Italia, perché in dormienza questa pianta vivace è in grado di resistere alle forti gelate, fino a -20° C. E non c’è bisogno di coprirla con corteccia o torba, ha proprio bisogno del freddo per poter fiorire di nuovo. Va messa a dimora in primavera o in autunno, senza farla aspettare troppo nei vasi. Durante il primo anno ha bisogno delle vostre attenzioni, per adattarsi al clima del giardino: va protetta in caso di gelate improvvise e va irrigata più di frequente, ma già dal secondo anno la pianta sarà autonoma. Insomma, davanti alla cliente che si lamenta per l’angolo di giardino così buio, così freddo, dove non viene su niente di bello, sfoderate un sorriso e fate la vostra proposta: “Ho una chicca da proporle…”. Fate nascere curiosità, e la voglia di avere qualcosa di nuovo, particolare, che avete pensato proprio per quello spazio e per quella cliente. Fate vedere che siete competenti, e aggiornati sulle ultime novità. Potrete realizzare un angolo romantico, con piccole oste, mughetti, felci e pulsatille, o più essenziale e lineare, valorizzando le forme particolari del Cypripedium. E l’angolo sfortunato diventa la chicca del giardino.
di Matteo Ragni
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Profumo di ottimismo
smart 30 Ritorno al futuro
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Il valore del lavoro di squadra
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Multitasking nel dna
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Indagini in corso
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Ci vuole orecchio...
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Appunti verdi da Manhattan
36 Mission possible
Il cantiere di Daniela Stasi di Daniela Stasi di Valerio Pasi
di Marilena Baggio
di Nora Adamsberg
di Irene Nuvola
di Viola Delfino
di Nora Adamsberg
38 Innovare la tradizione
di Viola Delfino
40 Patto di ferro
di Irene Nuvola
gestione 42 A ciascuno il suo giardino 46 Il prato, vero polmone verde
di Camillo De Beni
50 Tutti pazzi per i bulbi
di Anna Piussi
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Piccolo è bello
di Alessandro Zannoni
scoperte 58 Meno esigenti, più generosi
SOMMARIO N°004
di Viola Delfino
60 Estiva per vocazione
di Matteo Ragni
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Capace di incuriosire
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Per un verde color albicocca
di Matteo Ragni
di Alessandro Coraggio
DIRETTO DA Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net
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IN REDAZIONE Marta Meggiolaro / redazione@laboratorioverde.net Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net COLLABORATORI Nora Adamsberg, Marilena Baggio, Giorgio Barassi, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Jurg Burger, Camillo De Beni, Viola Delfino, Stefania Medetti, Irene Nuvola, Filippo Terragni, Filippo Tommaseo, Valerio Pasi, Anna Piussi, Matteo Ragni, Alessandro Zannoni PROGETTO E GRAFICA Francesco Fedelfio / francesco.fedelfio@gmail.com PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@laboratorioverde.net SEGRETERIA E TRAFFICO Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
Flortecnica e vivaismo è organo ufficiale di G.F.A. e associato a Horti Media Europe.
rubriche 05 Editoriale/1
di Francesco Tozzi
06 Editoriale/2
di Matteo Ragni
25 News 28 Focus 63 Prontuario
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Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Businessverde.com • Flortecnica e vivaismo • Bio Agenda • Greenstyle • Bio Calendario Rappresentante e collaborazioni: • DIYandGARDEN.com • bricoliamo.com • Blossom Zine Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
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CONTRIBUTI
MARILENA BAGGIO
CAMILLO DE BENI
Architetto, paesaggista, esperta in architettura del benessere e spazi a verde terapeutico. Titolare dello Studio Greencure, ha al suo attivo diversi progetti per luoghi di cura e infanzia, ospedali, ambiti rurali e paesaggi culturali, aree ambientali critiche, parchi urbani e giardini privati. Ha vinto diversi concorsi di paesaggio e pubblicato articoli. Docente di corsi di specializzazione per studenti di medicina per il Centro di Bioclimatologia Medica e Medicine Naturali, Centro Collaborante OMS, Università degli Studi di Milano. Dal 2013 collabora con lo Studio Mario Cucinella Architects.
Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.
ALESSANDRO ZANNONI
VALERIO PASI
Si occupa, assieme al fratello Andrea, dell’azienda familiare di progettazione, costruzione e manutenzione giardini. In ogni suo lavoro non sottovaluta la dimensione agronomica: ogni giardino è concepito tenendo conto del contesto climatico-ambientale del terreno, dell’esposizione al sole e di tutti i parametri rilevanti dal punto di vista agronomico, rilevati e analizzati nei minimi particolari. Attraverso questi studi, sviluppa un paesaggio naturale e scenografico oltre che tecnologicamente e botanicamente corretto. Tra le sue attività, anche un garden center in provincia di Viterbo.
Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.
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ANNA PIUSSI
MATTEO RAGNI
Toscana d’America dall’elegante sensibilità maturata con un Bachelor of Arts presso New York University; seguito da un Phd in storia dell’arte presso la prestigiosa Oxford University, ci insegna come vedere il mondo e scoprire quello che di bello esiste. Garden designer, insegnante di storia di giardini. Medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.
Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.
N°004
IL CANTIERE | mercato
Profumo di
ottimismo
Comagarden ha scattato una panoramica del settore delle macchine e attrezzature per il giardinaggio e la cura del verde, che rimane stabile nel 2016 ma cresce nel 2017. Successo per le nuove tipologie di prodotto, in primis gli strumenti a batteria di Daniela Stasi manuali), con una flessione dello 0,5% rispetto all’anno precedente.
BUONA DINAMICA
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ettore garden, stabile nel 2016, in crescita nel 2017. È questa in estrema sintesi, la fotografia del mercato delle macchine e attrezzature per il giardinaggio e la cura del verde “scattata” da Comagarden, associazione italiana dei costruttori di macchine per il settore aderente a FederUnacoma (Confindustria). In sostanza, il mercato italiano ha chiuso il 2016 con un livello di vendite di poco inferiore a quello del 2015: a fine anno si contano in totale 1 milione 228.000 unità vendute (comprendendo ogni genere di mezzo, da quelli motorizzati fino agli accessori
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N°004
Esaminando le diverse tipologie di mezzi, i rasaerba segnano un calo del 2,4%, in ragione di quasi 280.000 unità vendute, i trattorini e i ride-on calano complessivamente del 5% (circa 36.000), e i trimmer del 7,2% (55.250 unità). In linea con l’anno precedente risultano le motoseghe (-0,4%, a fronte di 345 mila unità vendute), mentre in crescita risultano i decespugliatori (+1,8%, per 256.350 unità), e i soffiatori e aspiratori di foglie (+5,5% per un totale di quasi 89.600 unità). In mancanza di dati definitivi sull’andamento del primo trimestre dell’anno, le stime Comagarden (elaborate sulla base dell’indagine condotta su un campione rappresentativo di aziende) indicano una buona dinamica del mercato nell’anno in corso. Nel primo trimestre, infatti, si stima un incremento delle vendite pari al 2%, con buone performance per decespugliatori (+17%), trimmer (+11%), soffiatori/aspiratori (+10%) e rasaerba robot (+27%), mentre un vistoso recupero si registra per le macchine spazzaneve (+80%). In calo appaiono invece rasaerba e motoseghe, con decrementi rispettivamente dell’8% e del 5%.
NUOVI ORIZZONTI
Illustrando le caratteristiche del sistema distributivo, emerge ancora una netta prevalenza dei canali tradizionali (negozi specializzati, ferramenta,
garden center) che coprono l’80% del mercato, mentre le grande distribuzione detiene una quota di circa il 17%. Ancora modesto il contributo del commercio elettronico (3%). Al di là del dato congiunturale italiano, l’andamento del mercato risulta complessivamente positivo a livello europeo. I dati recentemente elaborati dall’associazione dei costruttori europei EGMF indicano un totale di unità vendute pari ad oltre 17 milioni, con una crescita del 2%, con una performance particolarmente positiva per i rasaerba robot e con un balzo anche per le macchine a batteria (fra cui rasaerba, motoseghe, decespugliatori e trimmer, anche se con quote di mercato ancora ridotte), che crescono del 31%. Il successo dei mezzi alimentati a batteria si evidenzia anche nel nostro Paese, che nel 2016 ha registrato una vistosa crescita per questa tipologia di mezzi (complessivamente +47%), che tuttavia rimane ancora marginale in termini percentuali (attualmente appena l’1% dei rasaerba e l’1,7% delle motoseghe venduti sono equipaggiati con sistema a batteria).
LA PAROLA A FRANCO NOVELLO, PRESIDENTE DI COMAGARDEN Il calo di vendite per tipologie di macchine come i rasaerba, i ride-on e i trimmer, così come quello delle macchine e attrezzature per la neve, è da mettere in relazione con l’andamento della stagione meteorologica. Mentre il dato relativo a nuove tipologie di mezzi quali le attrezzature a batteria oppure i rasaerba robot è interessante in termini di marketing, perché segnala in modo molto evidente come la praticità e la facilità d’uso del mezzo, oltre che il contenuto innovativo, vengano percepiti dal mercato come elementi importanti, capaci di incidere nelle decisioni d’acquisto pure in presenza di una congiuntura non particolarmente favorevole. N°004
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IL CANTIERE | g randi g iardini
Il valore del
lavoro di squadra Abbiamo incontrato Franco Caretti, curatore botanico dei giardini di Villa Taranto sul Lago Maggiore. Ci ha svelato i segreti di tanta bellezza. Dalle sue parole abbiamo anche compreso quanto lavoro ci sia dietro ogni singola pianta. Il lavoro di ben 17 giardinieri! di Daniela Stasi
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N°004
P
er iniziare questo articolo, il classico incipit “c'era una volta” sarebbe più che calzante. Ma darebbe un tono troppo fiabesco. E in queste pagine vogliamo, sì, raccontarvi un sogno, ma un sogno diventato realtà. Partiamo dall'inizio. I Giardini Botanici di Villa Taranto, a Verbania Pallanza, sulla sponda occidentale del Lago Maggiore, sono il frutto di una laboriosa elaborazione intrapresa nel 1931 dal capitano scozzese Neil Mc Eacharn. Queste sue parole svelano la passione che lo animò nel forgiarli, pianta dopo pianta: «Un bel giardino non ha bisogno di essere grande, ma deve essere la realizzazione del vostro sogno anche se è largo un paio di metri quadrati e si trova su un balcone». Di proprietà del Demanio dello Stato, sono gestiti da un ente privato, l'Ente Giardini Botanici Villa Taranto, e oggi si estendono su una superficie di circa 16 ettari. Il patrimonio botanico è vastissimo: circa 1.000 piante non autoctone e circa 20.000 varietà e specie di particolare valenza botanica, tra cui alcune uniche in Europa. Ci siamo recati sul posto, non solo per documentarne la bellezza. Ma anche e soprattutto per toccare con mano l'immenso lavoro che si nasconde dietro ogni fiore, dietro ogni foglia. Un lavoro spesso invisibile se non nel risultato. Basti dire che in questi giardini lavora una squadra di ben 17 giardinieri (di cui quattro a tempo determinato).
INSIEME DI SCHEMI
Nato come giardino d'acclimatazione, il parco di Villa Taranto accolse man mano collezioni di specie esotiche, compatibili chiaramente col clima del Lago Maggiore. Mc Eacharn ideò un insieme di schemi di giardino, da una parte basandosi su un effetto estetico, dall'altro avvalendosi di un metodo empirico, con l'obiettivo di introdurre specie prima di allora mai coltivate nel Vecchio Continente. «Il capitano era originario della Scozia, pertanto inizialmente impostò uno schema classico di giardino all'inglese, a cui si aggiunsero angoli di giardino all'italiana, con giardini terrazzati, aiuole simmetriche, oltre ad accenni al giardino giapponese con Prunus penduli e giochi d'acqua», racconta Franco Caretti, curatore botanico di Villa Taranto. Ricordiamo che si tratta di un'area verde vincolata alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, pertanto si ritiene necessaria, oltre a un'elevata competenza e conoscenza tecnica, anche un'attenta programmazione. N°004
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IL CANTIERE | g randi g iardini
I NUMERI • 16 ettari circa di superficie • Circa 1.000 piante non autoctone e circa 20.000 varietà e specie di particolare valenza botanica • 17 giardinieri • 1.200 mq di serre e quattro tunnel da circa 80 mq l’uno dedicati alla produzione • Tre quarti delle piante nelle aiuole sono autoprodotte
VIETATO IMPROVVISARE
Come anticipato, nei giardini di Villa Taranto ci lavorano 17 giardinieri. Nulla è lasciato al caso. Ogni attività di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, è attentamente programmata. «Il lavoro non è organizzato a zona, a eccezione di due giardinieri che si occupano esclusivamente delle serre. Per il resto, le mansioni sono distribuite sulle attività manutentive degli spazi esterni», spiega Caretti. «La manutenzione ordinaria e straordinaria si integrano tra loro: la prima occupa il 70% del tempo complessivo, la seconda si inserisce nei periodi di calma. Le attività di manutenzione ordinaria riguardano il taglio dell'erba, la cura delle aiuole e le operazioni di potatura. Quelle di manutenzione straordinaria, invece, sono costituite dalla piantumazione di nuove piante, la rimozione di quelle deperite e la creazione di nuove aiuole». Andando nei dettagli: la manutenzione dei tappeti erbosi occupa quattro operatori, due dedicati al manto comune (realizzato con miscuglio) e due a quello in Agrostis. Nei periodi di alta stagione il taglio è previsto due volte alla settimana (l'altezza dell'erba è di circa un centimetro). E in inverno? Da fine dicembre a marzo, cinque-sei operatori si occupano della potatura e dei tradizionali lavori invernali, quali la raccolta del fogliame, la manutenzione delle tombinature e la rimozione dei ceppi. Mentre la cura delle aiuole, che prevedono una fioritura primaverile e una estiva, inizia a novembre, con l'impianto delle bulbose.
AL PASSO COI TEMPI Dal 1952 i giardini sono aperti al pubblico dal 15 marzo al primo novembre e richiamano circa 150.000 persone all’anno. «I visitatori sono per il 65-70% italiani, la percentuale restante è costituita per lo più da francesi e tedeschi e in minima parte da inglesi», spiega Roberto Ferrari, direttore dell’Ente Giardini Botanici Villa Taranto, associato al circuito Grandi Giardini Italiani. «Il nostro Statuto prevede anzitutto la conservazione del patrimonio arboreo esistente, inoltre tra le varie mission alle quali ci dedichiamo vi è anche quella di sviluppare in modo sinergico il turismo della nostra zona. Gli investimenti sono costanti: al di là delle opere di manutenzione ordinaria, cerchiamo di stare al passo coi tempi e realizziamo opere di carattere straordinario che possano migliorare l’esperienza dei visitatori. Un esempio? Siamo stati i primi in Italia a progettare un impianto di evacuazione in un giardino botanico, con altoparlanti per le comunicazioni e una centralina meteorologica professionale a cui è possibile accedere anche tramite il sito web www.villataranto.it».
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PASSEGGIANDO NEL PARCO Tra mille suggestioni, ecco cosa ha colpito la nostra attenzione passeggiando per i Giardini Botanici di Villa Taranto. Il viale d’ingresso, detto “Viale delle Conifere”, presenta una straordinaria sequenza di rari esemplari di conifere provenienti da tutto il mondo: una lunga striscia d’erba rasatissima si interpone tra il viale e la vegetazione e fa da cornice alle bordure variopinte. La fontana, che in primavera è circondata da fioriture multicolore (tra cui la Viola cornuta e la Primula obconica), in estate è avvolta dalle gigantesche foglie della Colocasia antiquorum. E ancora, il Labirinto delle Dahlie affascina con oltre 1.700 piante in fioritura: tra le 350 varietà spiccano le decorative a fiore grande, le pompons, i cui capolini sferici a nido d’ape non raggiungono i cinque millimetri di diametro, e l’appariscente emery paul dall’intenso colore rosso granata. Arriviamo alla Serra Victoria dove impera l’enorme ninfea equatoriale Victoria Cruziana, e sul cui sfondo si trova il giardino verticale, una struttura ricoperta da essenze vegetali radicate su pannelli di materiale fibroso. Da segnalare anche il bacino che ospita il Nelumbo nucifera, il fior di loto, con foglie di circa 50-60 centimetri. Inoltre, se visitate i giardini nei mesi di aprile e maggio, verrete sorpresi dai rami fioriti delle Cornus “Florida Rubra” e Davidia involucrata, spettacolo pressoché unico in Europa. Vi chiederete, e la villa che dà il nome al complesso? Edificata nel 1853 dall’architetto ticinese Augusto Guidini, dal 1995 è sede della Prefettura del Verbano-Cusio-Ossola e non è visitabile.
RARE E PREZIOSE
PRODUZIONE PROPRIA
I Giardini Botanici di Villa Taranto rappresentano un bell'esempio anche per quanto riguarda l'autoproduzione. «Disponiamo di 1.200 mq di serre in ferro-vetro dedicate alla produzione, oltre quattro tunnel da circa 80 mq l'uno», continua Franco Caretti. «Siamo arrivati a coltivare tre quarti degli esemplari che si trovano nelle aiuole, partendo dalle giovani piante. All'ingresso del parco c'è anche un piccolo shop con i nostri prodotti. Da qualche anno, inoltre, ancora prima che la normativa diventasse così stringente, è stato deciso di passare al controllo biologico delle avversità. Il passaggio non è stato semplice, abbiamo incontrato difficoltà oggettive, risolte in parte incrementando la frequenza dei trattamenti, per via del minore intervallo di residualità tra un intervento e l'altro. Le specie che richiedono un maggiore controllo sono l'Agrostis e le Dalie». Da come parla, dal modo che ha di scegliere le parole, è chiaro che Caretti ami profondamente il suo lavoro. E la risposta alla mia ultima domanda ne è la conferma. Consiglierebbe a un giovane di fare il giardiniere? «Se è animato da passione, sì, è un lavoro che consente di vivere pienamente la natura. Ma la passione è fondamentale, soprattutto per superare la fatica, le difficoltà e lo sconforto. È stata la passione a farmi reagire dopo la tromba d'aria che nell'agosto 2012 ha fatto cadere 300 piante ad alto fusto. Oltre al dispiacere per quanto accaduto, ho provato un enorme sconforto per tutto il lavoro fatto fino a quel momento, spazzato via in pochi attimi. Ma ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo lavorato sodo per far tornare il giardino al massimo del suo splendore». Non torniamo sulla notizia, menzioniamo solo un numero: 7.000 quintali di materiale cippato in seguito alla rimozione dei tronchi. Un numero che fa capire quanto sia stato fatto dalla squadra di Villa Taranto.
Come detto, i giardini visitati nascondono angoli preziosi, in cui dimorano specie rare provenienti da tutto il mondo. Per solleticare la vostra curiosità ve ne citiamo alcune. Victoria Cruziana, originaria delle aree dei grandi bacini fluviali dell’America meridionale, è un’enorme ninfea equatoriale, la “regina” delle piante acquatiche, i cui semi a Villa Taranto arrivarono nel 1956 provenienti dall’orto botanico di Stoccolma. Visibile al pubblico dal 15 giugno a ottobre, vanta foglie che sfiorano i due metri di diametro e possono sopportare il peso di circa 10 chilogrammi. Metasequoia Glyptostroboides è una conifera a foglia caduca: i due esemplari a dimora nei Giardini di Villa Taranto furono donati dal principe Borromeo al capitano Mc Eacharn. Dicksonia Antarctica, appartenente alla famiglia delle felci arboree, è originaria delle foreste umide dell’Australia ed è presente nel parco con ben oltre 30 esemplari. Emmenopterys Henryi appartiene alla stessa famiglia di caffè e gardenia (Rubiaceae), è originario delle foreste temperate della Cina: qui fu piantato nel 1947 ma si dovette attendere fino al 1971 per avere la sua prima fioritura; fu un evento straordinario mai verificatosi prima di allora in Europa. Acer palmatum Cap. Mc Eacharn, acero dall’inconfondibile color corallo: la pianta muta il colore delle foglie (con una tendenza al verde) durante la stagione estiva, per poi riassumere i colori scarlatti tipici del periodo autunnale.
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IL CANTIERE | tecniche
indagini in corso
Ecco a voi una panoramica dei nuovi sistemi per valutare la stabilità delle piante, sempre più utili in conseguenza dei recenti eventi atmosferici anomali di Valerio Pasi I SISTEMI IN BREVE • Prelievo di carote di legno mediante il succhiello di Pressler • Misura della resistenza all’avanzamento di una punta nel fusto • Martello elettronico a impulsi • Tomografi acustici • Pulling test o prova di trazione statica • Analisi del comportamento dell’albero all’azione del vento con anemometri a ultrasuoni e inclinometri biassiali
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a sempre l’uomo ha uno stretto legame con gli alberi, ma solo recentemente ha cominciato a valutarli in funzione della loro stabilità. L'analisi visiva tiene conto delle più recenti metodiche che si fondano su principi di biomeccanica e che hanno dimostrato che tutte le strutture biologiche, in un tempo medio lungo, sono in grado di costruirsi una struttura capace di ben sopportare i propri carichi. Questa capacità della pianta si manifesta anche in situazioni di anomalie strutturali prodotte da cause accidentali, come traumi da ferite, carie, fulmini, ecc. Il riconoscimento di siti di reazione della pianta è indice di parti da verificare in modo approfondito per stabilire la presenza di eventuali difetti meccanici o fisici all'interno del fusto o delle branche.
fungini o, se già presenti, può incrementarne la diffusione all’interno del fusto attaccato. Si sono così sviluppate altre tecniche meno invasive, che anziché prelevare un campione di legno, misurano direttamente nel fusto la resistenza all’avanzamento di una punta molto sottile e, recentemente, anche relazionandola alla velocità di avanzamento, restituendo quindi uno o più grafici che rappresentano il profilo del legno nel punto indagato. Questi strumenti sono comunque invasivi, anche se in misura più limitata, e possono avere le stesse controindicazioni già viste in precedenza.
STRUMENTI INVASIVI
A questo scopo si sono sviluppate diverse tecniche, che inizialmente prevedevano indagini molto invasive, come per esempio il prelievo di carote di legno mediante il succhiello di Pressler, strumento utilizzato in campo forestale per prelevare campioni nei tronchi, al fine di valutarne età, crescita, salute dell'albero, influssi negativi da inquinamento, densità del legno, penetrazione di agenti chimici nel fusto. L’utilizzo di strumenti invasivi favorisce però la penetrazione di patogeni
Il martello elettronico a impulsi, uno degli strumenti più semplici per rilevare la velocità del suono nel tronco, è composto da due sensori da disporre alle due estremità della sezione da esaminare.
VELOCITÀ DEL SUONO
Altri sistemi e strumenti ancor meno invasivi sfruttano la propagazione del suono nel legno. Infatti il legno sano ha un’ottima conduzione del suono, mentre il legno alterato ha un’elevata capacità di assorbirlo. Sfruttando questa differenza nella velocità di propagazione, grazie anche allo sviluppo sempre più fine dell’elettronica, si sono messi a punto sensori che sono in grado di rilevare la velocità del suono con ordini di grandezza di microsecondi, necessari per le limitate dimensioni dei tronchi oggetto di indagine. Operativamente, lo strumento più semplice è il cosiddetto martello elettronico a impulsi che consiste in due sensori da disporre alle due estremità della sezione di tronco da esaminare: i sensori vengono infissi nel fusto per mezzo di una punta molto sottile, in modo da minimizzare il danno che comunque è superficiale, quindi si misura la loro distanza, si collegano con l’unità elettronica e quindi si procede con l’analisi; si percuote con un martelletto un sensore “start” e sul display viene indicata la velocità di propagazione del suono, da mettere poi in relazione con la velocità standard per la specie esaminata. Effettuando più misurazioni, perpendicolarmente alla prima e secondo altre direzioni intermedie, si aumenta l’accuratezza della misura. Questo principio è stato poi elaborato in modo da effettuare più misurazioni contemporaneamente e mettendole in relazione tra loro. Per fare ciò sono stati sviluppati anche software dedicati, per l’elaborazione dei dati e la correzione degli errori. In questo modo sono nati i tomografi acustici, strumenti che misurano la velocità di propagazione del suono tra più sensori (da 6 fino a 24 e oltre) e, grazie ai software di elaborazione, restituiscono un’immagine bidimensionale o tridimensionale, nel caso si mettano in relazione più sezioni, dell’interno del fusto esaminato. Una
diversa colorazione evidenzia la differenza della velocità di propagazione del suono, rappresentando in sostanza le zone dove il legno è alterato. Viene così calcolata la differenza percentuale tra legno sano e alterato, indicativo della resistenza del fusto. Si rilevano anche altri dati, quali la geometria della chioma, la sua estensione, e si inseriscono nel programma mettendole in relazione con il peso della pianta e la velocità del vento, determinando così il carico che agisce sull’albero e quale sia la capacità della pianta di resistere. Il software calcola così un coefficiente di sicurezza indicativo ai fini dell’analisi di stabilità per quanto riguarda la propensione alla rottura al colletto. Lo stesso apparecchio utilizzato per la tomografia può essere utilizzato per determinare l’ubicazione e la conformazione delle radici nel terreno, con l’ausilio di un sensore dedicato. Tuttavia non vengono fornite altre indicazioni riguardanti la salute delle radici e fornisce risultati affidabili solo in assenza di manufatti. Quindi restano delle grandi incognite per quanto riguarda l’apparato radicale, ovvero la determinazione della propensione allo scalzamento delle radici.
Tomografi acustici in azione: gli strumenti consentono di misurare la velocità di propagazione del suono tra più sensori e, grazie ai software di elaborazione, ottengono un’immagine bidimensionale o tridimensionale.
PULLING TEST
Un ulteriore passo avanti in questo senso è stato fatto mediante l’applicazione di tecniche ingegneriN°004
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Il pulling test consiste nel mettere in tensione l’albero con un cavo, di misurare con un dinamometro la forza applicata e con un inclinometro l’inclinazione subita dal fusto in relazione al carico applicato.
stiche alla pianta da esaminare con il cosiddetto pulling test o prova di trazione statica. Sostanzialmente, si tratta di mettere in tensione l’albero usando un cavo e di misurare mediante un dinamometro la forza applicata e tramite un inclinometro l’inclinazione subita dal fusto carico applicato in relazione al carico applicato. tirante Anche in questo l’evoluzione degli strumenti elettronici è stata fonpc inclinometro damentale, perché occorre rilevare inclinazioni molto piccole. Un indefinibile. Ciò avviene quando in un sistema si software mette in relazione il carico applicato con verificano delle piccole differenze iniziali e queste l’inclinazione subita, unitamente alle caratteristiportano a forti divari nei risultati finali, per cui riuche elastiche del legno e ai parametri geometrici scire a predire il comportamento di questi sistemi, dell’albero, definendo anche in questo caso un soprattutto nel lungo periodo, diventa impossibile coefficiente di sicurezza relativo alla propensione se si effettua tramite il rapporto immediato tra allo scalzamento delle radici. Ovviamente anche causa effetto. L’algoritmo elaborato per la gestione questo sistema ha dei limiti perché si tratta sempre di una simulazione, dove siamo noi a decidere dove di questi dati ha la stessa matrice di quello utilizapplicare il carico che in realtà rappresenta il vento. zato per le prove di trazione statica, in questo caso però il carico non è quello prodotto da un sistema fune-paranco applicato al fusto ma è la pressione del vento misurata in una sequenza di intervalli di tempo. Per fare ciò è necessario un anemometro a anemometro ultrasuoni per misurare forza e direzione del vento e un inclinometro biassiale che viene fissato alla base del fusto. Occorre effettuare le misurazioni in presenza di vento di con velocità di almeno 25 km/h per un tempo variabile in funzione di questa e della vicinanza dell’anemometro all’albero (da una a tre ore). I dati, registrati ed elaborati da un software specifico, consentono di restituire un coefficiente di sicurezza relativo alla propensione allo scalzamento delle radici, come nel caso della prova di trazione statica.
inclinometro Per il test dinamico, che studia la reazione di un albero all’azione del vento, è necessario un anemometro a ultrasuoni per misurare forza e direzione del vento e un inclinometro biassiale che viene fissato alla base del fusto.
L'AZIONE DEL VENTO
Uno degli ultimi sistemi nati sfrutta invece il vento reale, secondo un modello dinamico di comportamento dell’albero. La reazione di un albero all’azione del vento è un vero e proprio “caos”, ovvero un sistema dinamico complesso e caotico o stato
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L'ESPERIENZA IN PRIMO PIANO
Come abbiamo visto, negli ultimi anni vi è stata una grande evoluzione dei metodi di indagine per definire la stabilità degli alberi, sempre più importante in conseguenza degli eventi atmosferici che paiono essere più violenti e imprevedibili. È sempre e comunque il valutatore che, grazie all’esperienza e alla professionalità, deve comprendere se c’è una problematica e quindi individuare il metodo più utile per quantificarla e valutarla nel modo più accurato e affidabile che ha a disposizione, non trascurando poi di valutare anche il rischio, che dipende dal contesto ove l’albero è situato.
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IL CANTIERE | urbano
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mpire State Building, vista su Manhattan, l’occhio cade a nord su un largo rettangolo di verde che spicca sulla vastità della pietra grigia e dell’acciaio. Il verde è naturalmente Central Park, ma se si osserva più attentamente, qua e là, altre macchie di verde emergono. New York è conosciuta per i grattacieli di Manhattan, ma è in realtà è una città il cui cuore ha un numero straordinario di piccoli giardini. Infatti, questa relazione tra il naturale e il costruito è una dinamica che si ripete a diverse scale. Stranamente più la città con i suoi grattacieli esercita la sua pressione e presenza, maggiore è il legame e l’impatto estetico, culturale ed ecologico con questi piccoli giardini, conosciuti come Vest Pocket Park, che più semplicemente mi piace chiamare “pocket gardens”. Per la loro progettazione e realizzazione hanno lavorato Russel Page, Dan Kiley, Robert Zion, solo per citare alcuni importanti paesaggisti.
Quest’ultima è una promenade di 90 chilometri che si sviluppa su una vecchia linea ferroviaria abbandonata sopraelevata, al cui terminal a sud si arriva al Whitney Museum of American Art, il nuovo museo di arte americana, progettato dall’architetto italiano Renzo Piano e inaugurato il 1° maggio 2015 nel distretto di Meatpeacking. Il mood di lavoro del team di progettazione è stato: Keep it simple, keep it wild, keep it quiet, keep it slow. Qui, il paesaggista Piet Oudolf ha dato un’impronta naturalistica fatta di graminacee, perenni con alberi e cespugli che sembrano essere cresciuti da soli lungo le rotaie rimaste. Per quanto riguarda gli alberi, non sono state utilizzate piante di piccole dimensioni, ma già di una certa taglia, proprio per ricreare un ambiente con un’importante struttura arborea. Particolare attenzione è stata data alla scelta delle piante, viste le condizioni difficili dell’habitat, caratterizzato da vento, sole e un clima piuttosto secco. Questa sin-
HIGH LINE, PAESAGGIO SEMPLICE E SELVAGGIO
Ma se Central Park, nell’Upper West Side, è l’icona del verde urbano, l’High Line nel Dowtown, è l’esempio ultimo di innovazione di interpretazione di paesaggio urbano.
Appunti verdi da
Manhattan Un viaggio nella Grande Mela per capire come sono gestiti parchi, giardini e aiuole. Una metropoli capace di pianificare e garantire spazi attrezzati per i cittadini, con piacevoli sorprese testo e foto di Marilena Baggio
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golare via verde ha attratto nel distretto di Chelsea molti artisti e tanti sono gli eventi culturali che vengono proposti.
SAMUEL PALEY PLAZA, UN’OASI DI PACE
Manhattan è il luogo con il più alto numero di fondazioni, musei, biblioteche e sedi universitarie al mondo, qui hanno preso vita i Movimenti delle Comunità di Verde, Community Gardening Movement, come nel chiostro del Lower East Side, dove si realizzano festival di arte, musica dal sapore multiculturale. Quello che più colpisce, passando da nord a sud dell’isola, è la presenza di piccole aree a verde al servizio dei cittadini, situate negli stretti spazi tra due grattacieli, o a ridosso delle case popolari ad Harlem o nel Bronx, oppure lungo un marciapiede a Greenwich Village. Tra gli spazi più rappresentativi c’è Samuel Paley Plaza, nel Midtown, che ha influenzato generazioni di pianificatori urbanisti. Aperto al pubblico nel 1967 è considerato un caposaldo ancora oggi tra gli architetti paesaggisti e gli urbanisti. Situato in un fazzoletto di spazio a corte, intercluso tra edifici e non molto lontano dalle frequentate e rumorose Fifth and Madison Avenue, è un’oasi di pace. Un forte senso di intimità ti accoglie e un muro di acqua scorre per tutta la lunghezza della parete di fronte all’ingresso. Il tutto ha un particolare impatto scenografico. Sono stati piantati in tre file differenti 20 alberi di Gleditsia triacanthos F. Inermis, varietà senza spine, mentre il resto della vegetazione è stata realizzata con Hedera Helis, per rivestire i lati dei muri. La Gleditsia è un albero tipico nella città di New York, che chiamano Honey Locust (robinia dolce) cresce molto bene su terreni poveri, calcarei e sabbiosi e le foglie dalla tessitura
leggera sono ricche di azoto. È una specie che tollera il vento e il freddo, la siccità e l’inquinamento atmosferico. Quest’ultimo è un grande problema per la città stessa. La robinia dolce ha un accrescimento rapido utile per ottenere aree ombreggiate in breve tempo. Il suo legno ha un’elevata qualità e marcisce molto lentamente, inoltre avendo dimensioni medie non ha bisogno di grandi potature, perché la sua forma e crescita sono in armonia con il contesto in cui è stata inserita.
SOLUZIONI PER PICCOLI SPAZI E VIALI
Da un’osservazione più attenta dell’uso del verde urbano a Manhattan, ma che ho riscontrato in gran parte della città di New York, si possono ritrovare alcune caratteristiche comuni. Alberi di terza grandezza sono stati scelti, perché la necessità primaria è dare ombra al passante e non essere di inciampo, che sono posti alla giusta distanza di impianto e sono facilmente potabili, se necessario. Le specie hanno una tessitura leggera per evitare ribaltamenti, qui il vento può essere molto forte, e per la presenza di sottoservizi che non garantiscono un terreno profondo. Le specie sono poche e caducifoglie: robinie, acace, betulle, ciliegi a fiore le più diffuse.
L’ALBERO IN CITTÀ A New York impera la Gleditsia triacanthos F. Inermis, varietà senza spine, oltre all’Hedera Helis, utilizzata per rivestire i lati dei muri. La Gleditsia è un albero tipico della città, che chiamano Honey Locust (robinia dolce) cresce molto bene su terreni poveri, calcarei e sabbiosi e le foglie dalla tessitura leggera sono ricche di azoto. È una specie che tollera il vento e il freddo, la siccità e l’inquinamento atmosferico. Quest’ultimo è un grande problema per la città stessa. La robinia dolce ha un accrescimento rapido utile per ottenere aree ombreggiate in breve tempo. Il suo legno ha un’elevata qualità e marcisce molto lentamente, inoltre avendo dimensioni medie non ha bisogno di grandi potature. N°004
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IN BREVE • Importanti investimenti in progettazione • Programma di attenta manutenzione degli spazi • Grande utilizzo di bulbose e di perenni • Particolare attenzione per le alberature e la messa a dimora • Attenzione nel garantire la fruizione degli spazi
Arbusti bassi, tra cui lonicere, bossi e allori. I tappezzanti sono copri-suolo ovunque, ad esempio Hedera spp., Ophiopogon japonicus, Vinca minor. Mi ha molto incuriosito l’utilizzo delle bulbose, soprattutto tulipani i cui colori cambiavano solo da zona a zona, nella Fifth Avenue dominava il bianco, mentre a Soho il rosso. Inoltre tutte le piante sono protette da una recinzione in ferro alta 25 cm, che delimita il corsello rivestito da una bordura di bulbose. Ogni albero è cartellinato. Insomma, si percepisce che esiste una pianificazione del verde pubblico, sia per quanto riguarda lo studio e la scelta delle specie, sia per gli arredi e le strutture. Tutto appartiene a un disegno preciso, per cui le stesse fioriere si ripetono anche se si cambia zona, come anche le panche. Laddove c’è un pocket garden lo spazio è disegnato in armonia con i materiali dell’architettura intorno. È stato sorprendente constatare come, nonostante il flusso di persone, alto soprattutto in alcune ore di punta, il transito fosse garantito anche in presenza di elementi vegetali. Dunque, tutto è stato progettato pensando alla massima fruizione e al contempo al massimo rispetto delle piante.
IL GRANDE SPAZIO DI BRYANT PARK
Laddove invece lo spazio permette più superficie a verde sono stati realizzati dei veri e propri piccoli parchi attrezzati con diverse interessanti attività: l’angolo lettura per piccoli e grandi, il gioco degli scacchi, la zona relax, la zona wifi e altro ancora.
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Un esempio interessante è Bryant Park, la cui dimensione è pari a un campo di football di 1,1 acri (circa 4.450 metri quadrati), dove sono state posizionate 4.300 sedute e 900 tavolini tutti movibili ed è visitato in un anno da circa 12 milioni di persone. È un angolo magico che promuove circa più di 1.000 eventi l’anno. Un grande prato verde domina il centro del parco e ha come sfondo una delle più belle Biblioteche Nazionali. D’inverno questo prato diventa una pista da pattinaggio. Alcuni newyorchesi mi ricordavano come solo nel 1980 questo bellissimo posto era frequentato da malviventi. È stato uno dei primi progetti di riqualificazione e di progettazione paesaggistica di Manhattan ed ha dato il via a una stagione di cambiamento e di riqualificazione paesaggistica per l’intera isola. Essendo nel cuore della Fifth Avenue è sponsorizzato da diverse fondazioni che garantiscono un programma di attenta manutenzione e la possibilità di mettere a dimora ogni anno circa 25.000 bulbi e 20.000 perenni. Infatti, pur essendo uno spazio pubblico non riceve soldi pubblici, ma è finanziato e gestito da una fondazione privata no profit, la Bryant Park Corporation. Questi sono solo alcuni piccoli esempi di come una metropoli possa garantire un verde pubblico se ben progettato e supportato sia dal privato come aziende, fondazioni, musei, ma anche dal cittadino, perché la “fame di verde” accomuna tutti.
Mati 1909, in collaborazione con Generali Arredamenti un’azienda di Pistoia che progetta e realizza arredi per residenze sociali assistite, nuclei Alzheimer e centri diurni, specializzata in ambienti terapeutici per lo sviluppo di terapie non farmacologiche, ha realizzato un giardino terapeutico dimostrativo presso la propria sede per ampliare ulteriormente l’orizzonte di cultura del verde accumulato in quattro generazioni di esperienza nella natura. Mati 1909 e Generali Arredamenti hanno sviluppato una partnership per progettare e realizzare spazi verdi per il benessere delle persone affette da patologie neurologiche. Una sinergia che unisce due eccellenze italiane nel settore dell’arredamento specializzato e nel mondo dei giardini. Il confronto costante con specialisti del morbo di Alzheimer e della demenza senile garantisce la progettazione di giardini dedicati ai bisogni fisici, psicologici e sociali delle persone affette da queste patologie, ponendo attenzione anche nei confronti dei familiari, amici e del personale di assistenza. Molte strutture sanitarie, come ospedali e cliniche, ormai mettono in atto terapie utilizzando questo tipo di giardini per stimolare la memoria e i sensi del malato al fine di diminuire l’uso dei farmaci. I giardini terapeutici o healing gardens, sono quelli che hanno un effetto positivo sull’umore e la salute del paziente e sono luoghi studiati per specifiche patologie, nel caso del paziente con Alzheimer vengono offerti stimoli sensoriali, tattili, olfattivi, uditivi e visivi, che aiutano il rilassamento. Piante profumate, aromatiche e dalla fioritura prolungata sono al centro del percorso ed hanno un effetto terapeutico sul paziente. Una zona di sosta munita di sedute ergonomiche contribuisce allo stato di calma e favorisce la presenza di assistenti o amici e parenti. «Per Mati 1909 si tratta di una nuova frontiera nel cammino di ricerca e specializzazione sui giardini – dice Andrea Mati –. La sensibilità che in questi anni abbiamo sviluppato e messo a disposizione verso persone con disagi e marginalità, in esperienze come San Patrignano o Comunità Incontro, ci ha rafforzato nella sperimentazione di tecniche di utilizzo delle piante e del verde a livello terapeutico. La natura, sapientemente utilizzata, offre tutti gli strumenti per la cura delle persone».
News
MATI STUDIA UN GIARDINO PER I MALATI DI ALZHEIMER
LA VISITA DA FARE
Immaginate un’ampia area naturalistica protetta, cha tra metà maggio e metà giugno offre uno scenario tra i più spettacolari della natura: la fioritura di centinaia di rododendri che trasformano il primo tratto della panoramica Zegna in una tavolozza di colori di straordinaria bellezza. È questa la Conca dei Rododendri, vincitrice del sondaggio tra gli utenti del network ilparcopiubello.it e i visitatori dei parchi e giardini italiani, per il premio "La fioritura più Bella d'Italia 2017", che ogni giardiniere dovrebbe vedere, almeno una volta. Tra una selezione di dodici importanti fioriture, i visitatori hanno votato il loro preferito attraverso un sondaggio online lanciato nelle pagine dei social media. Migliaia di utenti hanno espresso la loro preferenza tra le fioriture offerte dalla primavera nei paradisi verdi della nostra penisola. Il vincitore assoluto, che ha raccolto la maggioranza dei voti espressi, è risultato essere proprio l'Oasi Zegna a Trivero (Biella) con la sua famosa Conca dei Rododendri, una vasta area montana di circa 100 chilometri quadrati attraversata dalla strada Panoramica Zegna nelle Alpi Biellesi, a poco più di un’ora da Milano e Torino. Tra la metà di maggio e metà giugno l’Oasi Zegna offre uno spettacolo affascinante: lungo i primi quattro chilometri della Panoramica Zegna, tra Trivero e Bocchetta di Caulera, si può godere della meravigliosa fioritura della Conca dei Rododendri. Voluta da Ermenegildo Zegna che mise a dimora azalee, dalie, ortensie e molte centinaia di rododendri, la Conca dei Rododendri ha assunto la fisionomia attuale grazie al grande architetto paesaggista Pietro Porcinai e più di recente all’’architetto Paolo Pejrone. Assolutamente da visitare!
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NEWS
BOSCAIOLI IN GARA Emak, azienda di produzione e commercializzazione di macchine in ambito giardinaggio e forestale, partecipa anche quest’anno al Campionato Italiano di Triathlon del Boscaiolo 2017, schierando il team delle Aquile nel corso della competizione. Oleo-Mac, Efco (marchi di casa Emak) e Oregon (brand distribuito in esclusiva per l’Italia da Sabart) sono sponsor tecnici della manifestazione sportiva. La squadra delle Aquile è equipaggiata con le motoseghe professionali Efco e Oleo-Mac e con abbigliamento antitaglio di protezione individuale. Si compone di quattordici boscaioli, provenienti da tre gruppi distinti: l’Associazione Boscaioli Alta Toscana, l’Associazione Boscaioli Appennino Reggiano e l’Associazione Amici Boscaioli Valtellina. Nel corso del campionato, gli atleti si cimentano in diverse prove di taglio con l’accetta, abbattimento e sramatura, che richiedono tutto il loro impegno e valorizzano qualità differenti come potenza, precisione e velocità. «Le radici profonde di questa manifestazione sportiva sono l’amicizia, lo spirito agonistico e la voglia di condividere la passione comune per un lavoro che ha origini e tradizioni lontane. È per questo motivo che sosteniamo il campionato: perché si fonda sugli stessi valori di Emak», ha dichiarato Luca Vandelli, Customer Service Manager di Emak. Vandelli ha infine ripreso l’orizzonte entro cui si svolge la kermesse sportiva, spiegando che quest’ultima «ricorda il passato tramite l’uso dell’accetta, che si caratterizza per forza e precisione. Il presente è invece rappresentato dalla sramatura e dall’abbattimento, contraddistinti dalla velocità. Entriamo infine in un futuro in cui trionfano tecnologia e sicurezza, accompagnati da motoseghe sempre più potenti e innovative e dall’abbigliamento antinfortunistico che garantisce la massima protezione». Promosso dall'Associazione Amici Boscaioli d'Italia, il campionato ha avuto inizio il 7 maggio a Feruccia (PT) e si concluderà il 22 ottobre a Ricco' Di Serramazzoni (MO), non prima di aver toccato 20 località italiane.
GIARDINA, LA VETRINA SVIZZERA PER I GIARDINIERI Si è tenuta a marzo, a Zurigo, Giardina, la spettacolare esposizione dei trend e dei prodotti più accattivanti per vivere il giardino. In imponenti composizioni di 600 mq, rinomati giardinieri paesaggisti hanno presentato diverse interpretazioni su questo tema. Sono stati 270 gli espositori che, in collaborazione con i garden designer, hanno realizzato 22 composizioni. Uno sforzo ripagato dall’entusiasmo dei visitatori, che sono stati 65mila. L’evento è unico al mondo nel suo genere: giardini che di solito richiedono mesi di lavoro, nei padiglioni della Fiera di Zurigo vengono realizzati in nove giorni, grazie alle performance logistiche e progettuali di tutti gli operatori. L’edizione 2017 è stata all’insegna di una nuova naturalezza in giardino. Attraverso interventi strutturali, un’accurata scelta delle piante e l’impiego di materiali selezionati, i giardinieri paesaggisti hanno creato ameni giardini in grado di trasmettere benessere e una vera esperienza di contatto con la natura. Ad attendere i visitatori molteplici attuazioni dei grandi trend del giardinaggio in chiave architettonica o giocoso-selvaggia, con «biopool» dall’acqua praticamente potabile, un poetico giardino incantato o sotto forma di grande installazione multimediale da 600 mq. Le svariate interpretazioni dei migliori giardinieri paesaggisti svizzeri garantiscono abbondanti ispirazioni per il proprio giardino, la terrazza o il balcone. I giardini allestiti sono oggetto di un concorso, che quest’anno ha visto fra i vincitori un italiano, Leonardo Magatti, nella sezione “Idee Giardini”. Magatti ha vinto il primo premio con il progetto “Gartenspiel” insieme a Giannini Graniti, una cava di granito ticinese, e Patrick Schättin, che si occupa di costruzione e manutenzione di aree verdi. La 20esima edizione di Giardina avrà luogo dal 14 al 18 marzo 2018.
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STRATEGIA POLITICA PER IL FLOROVIVAISMO
Il presidente di Assofloro Lombardia, Nada Forbici, ha ricevuto l’incarico come Consulente del Presidente della VI Commissione permanente Finanze all’interno della Consulta degli Esperti della Camera dei Deputati. Il Florovivaismo finalmente ha l’opportunità di far sentire la propria voce e contribuire allo sviluppo e alla concretizzazione di progetti, cui sta lavorando da anni, a favore del verde e, di conseguenza, dell’ambiente, della salute pubblica, del clima, del patrimonio immobiliare, della qualità della vita. Il presidente della Commissione Finanze della Camera, Maurizio Bernardo, ha istituito una Consulta di Esperti, coinvolgendo alcuni rappresentanti del mondo delle associazioni, delle professioni, delle università e delle imprese. «La Consulta di Esperti – spiega in un comunicato l’onorevole Bernardo – che mi affianca nei lavori della Commissione, composta da presidenti di associazioni di categoria, ordini professionali, accademici e rappresentanti di enti no profit, già si riunisce da diversi mesi a Milano e Roma per elaborare proposte e progetti. A breve, il team terrà incontri pubblici per illustrare il lavoro svolto dalla società civile, nell’esclusivo interesse del Paese e di Milano, cuore economico e finanziario dell’Italia». Sono coinvolti i diversi comparti: finanza e fisco, formazione e lavoro, commercio e servizi, ricettività e turismo, welfare e sicurezza, sviluppo del territorio, ambiente e cultura, con un occhio attento al sociale. In base alle competenze sono stati creati sei macro gruppi il cui ruolo, all’interno della consulta, è supportare con competenza tecnica, ognuno per il proprio settore, il Presidente della Commissione Finanze della Camera affinché possa legiferare. Tra i progetti di legge all'esame della commissione c’è la Proposta di Legge Bernardo,Tentori e il DDL Susta: «Introduzione dell'articolo 16-ter del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di detrazione delle spese per interventi di 'sistemazione a verde' di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari private» (3787). «Questo progetto e l’ascolto riservato a chi è stato coinvolto sono un segnale chiaro della volontà di avvicinare ulteriormente la politica ai reali bisogni del mercato e del territorio. Le ricadute possono essere davvero importanti, come importante è il riconoscimento nei confronti del comparto florovivaistico e della nostra categoria», ha commentato Nada Forbici.
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FLORISTRY
GREEN SPACES
NEWS | focus
Avanti tutta!
Demopark + demogolf è giunta alla decima edizione. Prendete nota: dall’11 al 13 giugno nel quartiere fieristico di Eisenach, in Germania Dieci candeline per una fiera non sono poche. È un numero di edizioni che consente da una parte di collezionare la giusta esperienza per offrire a visitatori ed espositori sempre di più, dall’altra di migliorarsi e guardare al futuro con rinnovato entusiasmo. A celebrare questo importante anniversario è la biennale Demopark + demogolf , che si svolgerà dall’11 al 13 giugno nel quartiere fieristico di Eisenach, nella regione della Turingia, nella Germania centrale. Promossa dall’associazione di produttori di macchine agricole, VDMA Agricultural Machinery Association, è una tra le più grandi fiere d’Europa dedicata alle innovazioni del settore della manutenzione del DEMOPARK + DEMOGOLF 2017 verde, in particolare 11-13 giugno, Eisenach (Germania) macchine e attrezzature www.demopark.de per il giardinaggio, la paesaggistica e la gestione delle aree verdi pubbliche: peculiarità principale dell’evento è proprio la possibilità di toccare con mano mezzi e apparecchi e provarli direttamente sul campo, nelle aree demo. E come sempre, saranno presenti i principali marchi del settore, che metteranno in mostra le ultime novità, stato dell’arte della tecnologia: motori elettrici, azionamenti ibridi, robotica e smart technologies, oltre a interessanti progetti con sistemi di telemetria, acquisizione digitale di dati operativi e monitoraggio di macchine tramite GPS. L’edizione 2017 inoltre vanta un programma ancora più ricco e articolato rispetto al passato: nell’ambito di Demopark Forum, in calendario il 13 giugno, è stato ampliato il numero delle conferenze, durante le quali, nel corso dell’intera giornata, rinomati esperti presenteranno soluzioni innovative. I temi saranno vari e spazieranno dalle attrezzature a batteria ai nuovi sistemi di gestione del verde per le municipalità.
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