giardiniere
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PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
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Luglio - Agosto 2017
+PRATO E PIANTE Partiamo dal terreno con un approccio biologico
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Nuova area verde privata che guarda verso Oriente
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Le soluzioni da mettere in atto per contrastare il dannoso insetto Popillia japonica Newman
Edizioni Laboratorio Verde srls - via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA)
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LA NUOVA RIVISTA PER GIARDINIERESMART ALBO DEI IL GIARDINIERI PASSI DA GIGANTE ATTUA LITÀ
1 Come potare secondo Francis Hallè31 SERVIZIO A PAG. 2 New entry in casa Hinowa 3 Senza problemi con Piscine Laghetto
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IL
Bimestrale sulla progettazione, costruzione, gestione e manutenzione professionale di spazi verdi
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EDITORIA LE/1
Cosa troverete in questo nuovo numero de ILgiardiniere ? In primo luogo un’adeguata misura tra teoria e pratica. Che poi è il giusto mix che qualsiasi giardiniere dovrebbe possedere per operare nei diversi ambiti di lavoro: conoscere, per fare poi la scelta giusta in cantiere. A partire proprio dalla “qualità” della figura professionale del giardiniere. Daniela Stasi, infatti, ha fatto il punto con Nada Forbici su due questione cruciali: il riconoscimento dei requisiti minimi per l’accesso alla professione di giardiniere e la detrazione fiscale delle opere a verde. Serve una formazione specifica biennale o triennale, post diploma di terza media, e almeno due anni di esperienza sul campo. Un passaggio fondamentale, secondo le associazioni, per dare sostanza concreta ai futuri operatori del settore. Una sostanza che poi si tradurrà in qualità diffusa del lavoro. C’è poi da fare i conti con i parassiti, così Valerio Pasi fotografa la situazione del Papillia japonica Newman, sempre più presente sul territorio italiano. Nel suo pezzo, Pasi evidenzia i notevoli danni che può provocare l’insetto, visto che si nutre di circa 300 specie vegetali, e ci segnala le caratteristiche, i numeri e le soluzioni da mettere in atto per limitarne la diffusione. E sempre pratico è il contributo di Camillo de Beni, che nel suo articolo ci indica quali sono le strategie per la buona salute del tappeto erboso e delle piante, alla luce dell’introduzione del PAN. La soluzione? Un approccio biologico per adeguarsi alle nuove norme senza compromettere la qualità del proprio lavoro. E il giusto mix tra teoria e pratica deve tener presente anche delle novità in materia legislativa, come le nuove Linee guida per la gestione del verde urbano pubblicate dal Ministero dell’Ambiente, oltre che delle preferenze in termini di “verde” espresse dai consumatori, che emergono dalla ricerca di Houzz, la piattaforma online leader mondiale nell’arredamento, progettazione e ristrutturazione d’interni e d’esterni. Insomma, il giardiniere deve conoscere teoria e pratica, tendenze e nuovi strumenti, interpretare esigenze e offrire innovative soluzioni. Con questo stesso mix abbiamo realizzato il nuovo numero del nostro giornale. Buona lettura!
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IL MEDICO D E PIANTE
n invito casuale tramite email, una telefonata di un amico agronomo e alla fine mi sono trovata ad assistere a un'iniziativa formativa di Regione Lombardia, il giorno dopo del mio ritorno da New York, ancora stordita dal jet-lag. Ma come spesso accade, quando ci si lascia guidare dall’intuito, i fatti ci sorprendono e ci coinvolgono. Così nel corso di quella mezza mattina dedicata a comprendere “l’impegno di Regione Lombardia contro le avversità che colpiscono il verde pubblico e ornamentale” mi sono ricordata del ruolo importante che svolgono alcuni uffici pubblici e soprattutto alcune figure professionali come il fitopatologo - il medico delle piante - e il meno conosciuto ma altrettanto utile entomologo - lo studioso degli insetti. Spesso non abbiamo la percezione di come alcuni organismi risultino dannosi al nostro ambiente e quale impatto economico, sociale, occupazionale possano avere, non solo in termini aziendali ma anche ambientali, a discapito della biodiversità e della sicurezza alimentare. Il tema è assai complesso e articolato ma ho notato come, in seguito ai cambiamenti climatici, l’invasione biologica di organismi provenienti da territori lontani richieda sempre più una normativa adeguata, un controllo scrupoloso delle frontiere ma anche una ricerca di antagonisti naturali per contenere disastri ambientali.
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Nemmeno noi addetti ai lavori forse sappiamo quanto il contributo di questi “angeli” evitino o riducano situazioni di moria di specie, sopratutto in questi ultimi anni. Ancora poche sono le amministrazioni pubbliche che hanno tra i loro regolamenti a verde, norme per la lotta biologica alle più comuni malattie delle piante. Quelle che in un passato recente erano considerati dei casi rari di malattie ora sono frequenti, cicliche e temute. E non è solo il commercio di importazione spregiudicato o incosciente a essere la causa di perenne calamità, anche il turismo con incauti spostamenti di materiali vegetali ha contribuito non poco. Chi opera nel verde dovrebbe avere un rapporto collaborativo costante e continuativo con queste figure perché avere la padronanza nel riconoscere per tempo una malattia aiuta a ridurre i danni. Ci sono istituzioni, come la Fondazione Minoprio, che hanno realizzato delle schede informative di carattere divulgativo, chiare, semplici, alla portata di tutti per educarci a individuare queste malattie e gli insetti nemici. Inoltre la Fondazione è dotata di un Laboratorio Fitopatologico Regionale, nato a supporto del Servizio Fitosanitario Regionale Lombardo, che ha come compiti quello di vigilare, tutelare e studiare le produzioni vegetali e, più recentemente, di adottare una prevenzione, verso l’introduzione da Paesi terzi, di nuovi patogeni e parassiti dannosi. La sua attività di consulenza e analisi è rivolta ad aziende agricole, enti, parchi, comuni, professionisti del verde ma anche a privati cittadini. Inoltre opera nel settore della cooperazione internazionale attraverso la gestione e la realizzazione di progetti di gemellaggio amministrativo con i Paesi prossimi alla Comunità Europea, in qualità di organismo accreditato (Mandated Body) dalla Commissione Europea. Dunque abbiamo specialisti, per citarne alcuni, che lavorano per migliorare il nostro ambiente, ma il loro lavoro è vanificato se noi tutti non riconosciamo l’importanza della
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Chi opera nel verde dovrebbe avere un rapporto collaborativo costante con il fitopatologo perché riconoscere per tempo una malattia aiuta a ridurre i danni loro costante e non visibile ricerca e per primi, non adottiamo quelle misure preventive utili, per non ammalare ulteriormente la natura che ci circonda e la nostra salute. Come? È importante fare capire ai clienti di farsi delle domande e porle al proprio giardiniere di fiducia: per esempio dovrebbero chiedere quali attenzioni avere per controllare la stabilità delle piante ed evitare ristagni d’acqua, o come evitare di buttare getti d’acqua sul tronco che possano asfissiare le piante. E ancora, come consociare bene le specie tra loro, perché anche le piante hanno delle preferenze. Ci sono dei funghi, degli strani insetti, una melata bianca? Il cliente dovrebbe avere la sensibilità di chiedere a voi giardinieri di adottare una lotta biologica con antagonisti naturali. Insomma tutti siamo chiamati a una maggiore responsabilità, ogni volta che abbiamo un dubbio dovremmo pensare di chiamare il dottore delle piante. Tante ansie sarebbero placate e impareremmo sempre nuove cose. È la cultura della conoscenza che deve essere insegnata e praticata, è un compito per tutti che non possiamo più delegare a nessuno.
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di Marilena Baggio
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Il cantiere
smart
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Passi da gigante
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Prima di potare, guarda
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Pronte le linee guida per la gestione del verde urbano
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Fame di cultura verde
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Sta bene ovunque
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Precisione in quota
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In spalla e via...
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Giardini, cosa vogliono i clienti
di Daniela Stasi
a cura di Francesco Tozzi
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Un alieno in espansione
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Obiettivo benessere
di Valerio Pasi
testo e foto di Marilena Baggio
di Marta Meggiolaro
di Filippo Terragni
di Nora Adamsberg di Daniela Stasi
di Nora Adamsberg a cura di Filippo Tommaseo
gestione
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Dal primo incontro al contratto
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Concentriamoci sul terreno
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Oltre le mode del momento
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Il mezzo giusto al momento giusto
di Camillo De Beni
di Anna Piussi
di Daniela Stasi in collaborazione con Lidia Furlan
SOMMARIO
scoperte
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Anteprima Plantarium
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E luce fu!
di Matteo Ragnisoluzioni Tecnologie innovazione
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di Irene Nuvola
DIRETTO DA Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Marta Meggiolaro / redazione@laboratorioverde.net Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net COLLABORATORI Nora Adamsberg, Marilena Baggio, Giorgio Barassi, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Jurg Burger, Camillo De Beni, Viola Delfino, Lidia Furlan, Stefania Medetti, Irene Nuvola, Filippo Terragni, Filippo Tommaseo, Valerio Pasi, Anna Piussi, Matteo Ragni PROGETTO E GRAFICA Francesco Fedelfio / francesco.fedelfio@gmail.com PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net SEGRETERIA E TRAFFICO Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
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Veloce come il vento
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Al sicuro con stile
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ASSOCIATA AD
di Viola Delfino
Editoriale/1
di Francesco Tozzi
Editoriale/2
di Marilena Baggio
e d i z io n i
di Nora Adamsberg
rubriche
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Flortecnica e vivaismo è organo ufficiale di G.F.A. e associato a Horti Media Europe.
Laboratorio
verde
Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Businessverde.com • Flortecnica e vivaismo • Bio Agenda • Greenstyle • Bio Calendario Rappresentante e collaborazioni: • DIYandGARDEN.com • bricoliamo.com • Blossom Zine
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News
Prontuario
Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
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CONTRIBUTI
MARILENA BAGGIO
CAMILLO DE BENI
Architetto, paesaggista, esperta in architettura del benessere e spazi a verde terapeutico. Titolare dello Studio Greencure, ha al suo attivo diversi progetti per luoghi di cura e infanzia, ospedali, ambiti rurali e paesaggi culturali, aree ambientali critiche, parchi urbani e giardini privati. Ha vinto diversi concorsi di paesaggio e pubblicato articoli. Docente di corsi di specializzazione per studenti di medicina per il Centro di Bioclimatologia Medica e Medicine Naturali, Centro Collaborante OMS, Università degli Studi di Milano. Dal 2013 collabora con lo Studio Mario Cucinella Architects.
Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.
LIDIA FURLAN
VALERIO PASI
Laureata in discipline artistiche a Ca’ Foscari (VE), esperta in comunicazione ad ampio spettro, formatasi agli esordi come ufficio stampa presso il Circuito Teatrale Veneto Arteven, da dieci anni lavora per Venpa. Appassionata di scrittura, paesaggio e poetica urbana, ha esordito a maggio con la sua prima pubblicazione letteraria, Lo Spazio Obliquo, edizioni Saecula. Promuove un progetto di arredo urbano denominato #fullcolor, che prevede consulenza e fornitura a condizioni agevolate di piattaforme aeree e progettazione artistica dell’Associazione Blq di Bologna.
Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.
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ANNA PIUSSI
MATTEO RAGNI
Toscana d’America dall’elegante sensibilità maturata con un Bachelor of Arts presso New York University; seguito da un Phd in storia dell’arte presso la prestigiosa Oxford University, ci insegna come vedere il mondo e scoprire quello che di bello esiste. Garden designer, insegnante di storia di giardini. Medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.
Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.
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IL CANTIERE | attualità
Passi da
gigante Abbiamo chiesto a Nada Forbici, presidente di Assofloro Lombardia, di fare il punto su due questioni cruciali: il riconoscimento dei requisiti minimi per l’accesso alla professione di giardiniere e la detrazione fiscale delle opere a verde. Le nostre domande hanno trovato risposta di Daniela Stasi
PIÙ VOCE AL SETTORE
I segnali di tale evoluzione sono lampanti e ben visibili anche tra i non addetti lavori. Il primo, forte e chiaro, è stato il riconoscimento giuridico della professione del giardiniere, di colui che si occupa della costruzione e manutenzione professionale del verde pubblico e privato, novità introdotta dal nuovo Collegato Agricoltura approvato con la Legge n. 154/2016; l'articolo 12, di fatto, inquadra l'esercizio dell'attività di manutenzione del verde. Il secondo indizio, altrettanto evidente, è l'incarico
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uello del verde è un settore che sta conoscendo un profondo cambiamento. Finalmente, aggiungiamo a gran voce. Come ben sappiamo, fino a poco tempo fa il verde era considerato un segmento marginale. Ora, grazie alla perseveranza di associazioni e professionisti impegnati in prima linea, non solo sta ottenendo il giusto riconoscimento, ma sta iniziando a essere considerato elemento di sviluppo della green economy. E quindi tra i settori fondanti la nostra economia.
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conferito al presidente di Assofloro Lombardia, Nada Forbici, come consulente dell'on. Maurizio Bernardo, presidente della VI Commissione Permanente Finanze, all’interno della Consulta di esperti della Camera dei Deputati, nell’ambito delle materie riguardanti il florovivaismo, lo sviluppo e la cura del verde. Un risultato importante perché il settore - e ribadiamo finalmente – ha l’opportunità di portare le proprie istanze e contribuire allo sviluppo e alla concretizzazione di progetti, cui sta lavorando da anni, a favore del verde.
GARANZIA DI PROFESSIONALITÀ
Per quanto riguarda la figura professionale del giardiniere, si è acceso il dibattito sul riconoscimento dei requisiti minimi per poter esercitare l'attività (aprendo la Partita Iva come costruttore e manutentore del verde). Attualmente la Legge prevede un attestato di idoneità, senza però l'obbligo di requisiti minimi di accesso indispensabili, invece, per una garanzia di professionalità per il corretto svolgimento dell'attività e per offrire garanzie ai fruitori del servizio. «Il nostro obiettivo è definire i requisiti minimi per ottenere l'idoneità, equiparando il riconoscimento professionale dei giardinieri ad altre professioni», spiega Nada Forbici. «Chiediamo una formazione specifica biennale o triennale, post diploma di terza media, con almeno duetre anni di esperienza sul campo, oppure una equa esperienza lavorativa. È fondamentale istituire dei requisiti minimi, altrimenti il rischio è di deprime-
È fondamentale istituire dei requisiti minimi, altrimenti
il rischio è di deprimere e affondare la professionalità anziché qualificarla
re e affondare la professionalità anziché qualificarla, andando ad aggiungere solo un altro aggravio burocratico. Questa questione richiede l'istituzione di un tavolo tecnico nazionale specifico a cui possano partecipare anche gli imprenditori, coloro che conoscono le specificità e le necessità concrete del settore. Solo così si può creare aderenza con l'economia reale». E proprio mentre scriviamo questo articolo riceviamo la notizia della presentazione al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, on. Maurizio Martina, di due interrogazioni parlamenI NUMERI DEL MERCATO tari, una alla Camera e una Oggi il fatturato del settore florovivaistico al Senato, per richiedere la a livello nazionale è pari a 2,5 miliardi “costituzione di un tavolo di di euro, con ben 30mila aziende per un lavoro nazionale con il mondo totale di 180mila addetti. All’interno imprenditoriale del settore florodi questo mondo, la manutenzione del vivaistico”, coinvolgendo anche il verde rappresenta una componente Coordinamento Nazionale Filiera importante. Florovivaistica e del Paesaggio (CNFFP).
COSA SI CHIEDE • Formazione specifica biennale o triennale, post diploma di terza media • Almeno duetre anni di esperienza sul campo • In alternativa alla formazione specifica, un’equa esperienza lavorativa
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IL CANTIERE | attualità
LOTTA AL LAVORO SOMMERSO
La questione del riconoscimento dei requisiti minimi non è la sola. Tra i progetti di legge all'esame della Commissione c’è la proposta di legge Bernardo, Tentori e il DDL Susta: “Introduzione dell'articolo 16-ter del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di detrazione delle spese per interventi di 'sistemazione a verde' di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari private”.
«La detrazione fiscale per il verde è una misura che, oltre a incentivare il singolo privato all’incremento e alla riqualificazione del verde, si rende necessaria anche per contrastare il lavoro sommerso, vera piaga del settore che deprime il sistema imprenditoriale e permette il proliferare di operatori con scarsa o pressoché nulla professionalità», continua Forbici. Gli sgravi fiscali andrebbero a interessare differenti tipologie di lavori, in primis la messa a dimora di piante e arbusti, il rifacimento dei manti erbosi, l'adeguamento di impianti di irrigazione, i lavori di restauro e recupero del verde relativo a giardini storici privati. Come andrà a finire? «Lo sapremo al termine della definizione della Legge di Bilancio, a fine anno», conclude Nada Forbici. «Però il 27 settembre, con il prossimo importante appuntamento alla Camera dei Deputati, sarà una data importante: il sistema imprenditoriale e le istituzioni esorteranno il Governo a una misura sulla Legge di Bilancio, che possa, attraverso la detrazione fiscale, incentivare un verde di qualità per un ambiente sostenibile a supporto del sistema imprenditoriale».
ESPERTI IN AZIONE L’on. Maurizio Bernardo, presidente della VI Commissione Permanente Finanze, ha istituito una Consulta di esperti, coinvolgendo alcuni rappresentanti del mondo delle associazioni, delle professioni, delle università e delle imprese. Il florovivaismo è entrato a far parte della consulta con la nomina di Nada Forbici (nella foto), presidente dell’Associazione Regionale Assofloro Lombardia e dell’Associazione Florovivaisti Bresciani, scelta dalla Commissione Finanze tra i 100 esperti che elaboreranno proposte e progetti nell’interesse del Paese. La Consulta composta da presidenti di associazioni di categoria, ordini professionali, accademici e rappresentanti di enti no profit, si riunisce da diversi mesi a Milano e Roma per elaborare proposte e progetti. Sono coinvolti diversi settori: finanza e fisco, formazione e lavoro, commercio e servizi, ricettività e turismo, welfare e sicurezza, sviluppo del territorio, ambiente e cultura, con un occhio attento al sociale. In base alle competenze sono stati creati sei macro gruppi il cui ruolo è supportare con competenza tecnica, ognuno per il proprio settore, la presidenza affinché possa legiferare.
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IL CANTIERE | pianificazione
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n piccolo passo indietro di qualche anno. In linea con le tendenze politiche internazionali ed europee in materia di sviluppo sostenibile e di conservazione della biodiversità, l’Italia si è dotata nel 2013 di una Legge apposita nell’ambito dei verde pubblico (si tratta delle Legge n.ro 10 del 14 gennaio 2013, intitolata Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani). Con questa legge si è istituito anche il Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico, al quale il Parlamento ha affidato numerosi e delicati compiti: fra questi, quello di monitorare l’applicazione della nuova legge da parte delle amministrazioni più vicine al territorio, cioè i Comuni, e promuovere l’attuazione attraverso un continuo e attento supporto agli stessi, quali attori principali – nel disegno legislativo – del pro-
cesso di definizione e orientamento delle politiche locali di sviluppo del verde. Una legge ben articolata, utile, ma mancava uno strumento. Pratico. Ed ecco che torniamo al presente. Il Comitato ha redatto e pubblicato, dopo un proficuo confronto con Anci (Associazione Nazionali dei Comuni Italiani), le Linee Guida per la gestione del verde pubblico, a cui seguiranno ulteriori comuni approfondimenti e integrazioni su temi specifici.
INDIRIZZI TECNICI OMOGENEI
Come spiega Massimo Atelli, presidente del Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico, che fa capo al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, l’obiettivo è quello di corrispondere all’esigenza diffusa di disporre di indirizzi tecnici omogenei sul territorio nazionale
Pronte le
linee guida per la gestione del verde urbano
Un lavoro di concerto tra Ministero e Anci, per redigere uno strumento pratico per i Comuni e gli operatori del settore. Indicazioni tecniche per sviluppare, curare e salvaguardare il patrimonio nazionale. Utili anche per le aziende che lavorano con le amministrazioni a cura di Francesco Tozzi N°005
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IL CANTIERE | pianif icazione
ALCUNI NUMERI Dagli ultimi dati Istat (anno 2015) risulta che nei 116 capoluoghi di provincia italiani: • il Piano del verde è presente in meno di una città su 10 • il Regolamento del verde nel 44,8% dei casi • il Censimento del verde è realizzato da tre città su quattro
a supporto delle politiche di governo del ricco e diverso patrimonio verde delle nostre città. Patrimonio che, e questo vale in special modo per la componente arborea, ha raggiunto in molti casi la maturità fisiologica: le alberature storiche dei nostri si trovano spesso in condizioni inadeguate rispetto alle esigenze biologiche e fisiologiche delle specie che le compongono e mutate rispetto al momento della loro realizzazione. Con ciò che ne consegue anche in termini di sicurezza ed incolumità dei centri urbani. L’esigenza, quindi, era proprio quella di mettere a punto strumenti conoscitivi e decisionali, e il documento va proprio in questa direzione, capaci di rispondere in maniera efficace ed efficiente alle sollecitazioni poste dalle aree urbane in epoca di forti cambiamenti, non solo ambientali, ma anche sociali ed economici.
APPROCCIO SISTEMATICO
«La questione non è evidentemente solo tecnica», afferma sempre Atelli. «Dagli ultimi dati Istat (anno 2015) risulta che nei 116 capoluoghi di provincia italiani, il Piano del verde è presente in meno di una città su 10, il Regolamento del verde nel 44,8% dei casi e il Censimento del verde è realizzato da tre città su quattro. Dove una visione in materia di verde urbano manca, si procede per interventi d’urgenza per la messa in sicurezza dei siti o impedendo l’accesso alle aree con piante pericolose, addirittura eliminandole». Occorre decisamente invertire la rotta. «Anzitutto nell’approccio:
il tema del verde pubblico deve essere affrontato in modo sistematico e le Amministrazioni Comunali devono poter contare su risorse e strumenti tecnici idonei per una corretta pianificazione, progettazione, gestione e fruizione degli spazi verdi al fine di massimizzare i numerosi benefici ambientali minimizzando i rischi», precisa Atelli. Fra le misure essenziali per avere città più verdi (e quindi più sane, più attrattive, meglio tenute e con minor spesa: in una parola più vivibili), le Linee guida indicano il censimento del verde, il sistema informativo territoriale, il regolamento del verde e il bilancio arboreo, da far confluire in una visione d’insieme nella cornice di una corretta progettazione del verde urbano, in un’ottica orientata alla sostenibilità ambientale ed economica. Cruciale è il tema della formazione degli operatori, anche della comunicazione, nonché il coinvolgimento attivo della cittadinanza nella gestione e valorizzazione partecipata di questo importante bene comune. Un importante passo in avanti per quanto riguarda la gestione del verde urbano è rappresentato proprio da queste nuove Linee guida. Ora tocca alla responsabilità dei singoli Comuni, degli operatori, dei cittadini.
CHI HA REALIZZATO IL DOCUMENTO Coordinamento Comitato per lo sviluppo del verde pubblico Associazione Nazionale Comuni Italiani Collaborazioni Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali (Conaf ) Centro Studi Conaf Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
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Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Direzione per la Protezione della Natura e del Mare Comune di Torino Comune di Treviglio Comune di Firenze Comune di Cervia Comune di Catania
IL CANTIERE | in pratica
Criteri per la realizzazione delle aree verdi Ecco le regole principali che si seguiranno nella progettazione e costruzione dei nuovi spazi L’Indice generale delle nuove Linee guida è articolato in sette diversi capitoli: conoscenza e regolamentazione del verde, pianificazione strategica del verde, il piano di monitoraggio e gestione del verde, indicatori per un governo del verde di qualità, formazione degli addetti, comunicazione e partecipazione pubblica. Ecco un approfondimento pratico introdotto dalle Linee. Criteri per la realizzazione delle aree verdi Le nuove realizzazioni dovranno essere progettate considerando come prioritario il loro inserimento nel sistema del verde urbano esistente, allo scopo di costituire elementi integranti alla rete di spazi verdi esistente. L’organizzazione spaziale delle nuove realizzazioni dovrà perseguire il massimo accorpamento delle aree evitando frammentazioni e collocazioni residuali delle singole superfici, garantendo qualità estetica e funzionale e ottimizzando i costi presenti e futuri attraverso, ad esempio, la corretta scelta di specie vegetali e l’adozione di soluzioni tecniche a bassi input. Naturalmente tali criteri progettuali riguardano sia la componente biotica, che quella abiotica. Tra i principali si ricordano: • Semplificazione (non banalizzazione) della composizione delle aree: disposizione vialetti, disposizione delle superfici con arbusti, collocazione oculata degli arredi, tipologia di arredi che facili la manutenzione e la pulizia, riduzione del numero degli ostacoli all’interno dell’area e attenzione della distanza tra gli stessi, valutazione delle pendenze delle scarpate, eccetera. • Progettazione orientata a una bassa esigenza gestionale. • Durabilità dell’opera nel tempo. • Riduzione impiego energetico per la costruzione e in fase d’esercizio. • Uso di materiali ecocompatibili e materiali riciclati. • Filiera corta dei materiali con preferenza verso quelli di provenienza locale. • Progetto orientato al risparmio dell’acqua, sia nella scelta della composizione specifica, sia individuando opzioni di ricarico delle falde con l’acqua meteorica. • Riduzione della produzione dei rifiuti in fase realizzativa e gestionale. • Reinserimento di pratiche agronomiche abbandonate. • Orientamento alla connettività ecologica e alla biodiversità, ad esempio agevolando composizioni vegetali miste rispetto a quelle in purezze, utilizzando specie che permettano l’alimentazione e il rifugio per insetti, uccelli e piccoli mammiferi e dell’avifauna. Per quanto riguarda gli impianti e le reti tecnologiche, i nuovi interventi dovranno essere orientati a: • Integrare sistemi che incrementino la qualità di acqua trattenuta dalle aree verdi e sistemi fognari che prediligano lo smaltimento delle acque meteoriche attraverso il suolo in modo da agevolare il carico delle falde, rallentandone al contempo il deflusso verso i collettori idraulici e il sistema fognario urbano. • Utilizzare sistemi di illuminazione ad alta efficienza energetica. • Impiegare sistemi di irrigazione automatica del tappeto erboso, oltre che di alberi e cespugli su tutte le aree verdi realizzate su soletta (verde pensile ed aree verdi realizzate al di sopra di tunnel ferroviari o stradali, dove la potenza del terreno non garantisca la crescita e la sopravvivenza regolare delle specie vegetali).
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Un alieno in
espansione L’insetto Popillia japonica Newman è sempre più presente sul territorio italiano. I danni sono notevoli, visto che si nutre di circa 300 specie vegetali. A voi le caratteristiche, i numeri e le soluzioni da mettere in atto testo, foto e grafici di Valerio Pasi
U
n insetto alieno in forte crescita: Popillia japonica Newman. Sin dal 2014 è stata segnalata la presenza di un insetto di nuova introduzione per il territorio italiano nei dintorni degli aeroporti di Malpensa (VA) e Cameri (NO): si tratta di un coleottero rutelide di origine giapponese il cui nome scientifico è Popillia japonica Newman. È un insetto da quarantena nella direttiva europea 2000/29 CE e pertanto soggetto alle misure di lotta obbligatoria previste dal decreto ministeriale del 17 marzo 2016. Altrove in Europa è presente solamente nelle isole Azzorre, mentre è molto diffuso negli Stati Uniti, in Canada e nell’isola di Kunashir in Russia.
FAMELICO E DANNOSO
Dal 2014 al 2017 tra Piemonte e Lombardia l’insetto si è espanso molto (vedi grafici) e molto recentemente si è avuta notizia del ritrovamenIL CASO NEGLI USA L’insetto negli Stai Uniti è stato introdotto nel periodo 1906/1911 e in seguito ritrovato e identificato in un vivaio di Riverton, New Jersey, nel 1916. Da allora la sua presenza si è espansa sino a comprendere 34 Stati corrispondenti a circa la metà del territorio statunitense, nonostante i provvedimenti intrapresi e la lotta diretta contro l’insetto, che hanno visto come protagonisti della lotta chimica anche il DDT e l’Aldicarb. È stato stimato che gli interventi per contrastare l’insetto costino alle aziende che coltivano tappeto erboso e piante ornamentali oltre 450 milioni di dollari ogni anno, mentre la perdita economica ammonta a circa la metà.
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to di alcuni adulti all’interno di una trappola in Svizzera, vicino al confine con la Lombardia. L’insetto assomiglia alle cetonie nostrane, dalle quali si differenzia a prima vista per la presenza di ciuffi di peli bianchi che appaiono come cinque puntini per ogni lato dell’addome e altri due all’estremità. Le dimensioni dell’adulto variano tra i 5-7 mm di larghezza e gli 8-10 mm di lunghezza. La colorazione del corpo si differenzia: capo e pronoto sono di colore verde con riflessi metallici mentre le elitre sono marrone bronzo o rame, sempre con riflessi metallici. Il maschio, che solitamente ha dimensioni inferiori rispetto a quelle della femmina, quando è posato su di una foglia tiene il secondo paio di zampe distese verso l’alto, a bandiera, forse per segnalare alle femmine la sua disponibilità. La caratteristica più eclatante di questo insetto è però la straordinaria polifagia, ovvero l’attitudine a cibarsi di un numero estremamente elevato di specie vegetali, che è stimato
SPECIE SENSIBILI A POPILLIA JAPONICA
e
Tiglio - Tilia spp.
Ciliegio - Prunus avium
Pesco - Prunus persica
Amolo - Prunus pissardii
Olmo - Ulmus spp.
Salice - Salix spp.
Platano - Platanus spp.
Pioppo nero - Populus nigra
Ontano nero - Alnus glutinosa
Albicocco - Prunus armeniaca
Susino - Prunus domestica
Biancospino - Crataegus monogyna
Prugnolo - Prunus spinosa
Glicine - Wisteria sinensis
Vite americana - Parthenocissus spp .
Vite - Vitis vinifera
Rovo - Rubus spp.
Rosa - Rosa spp.
Luppolo - Humulus lupulus
Mirtillo - Vaccinium spp .
Nocciolo - Corylus avellana
Mais - Zea mais
IDENTIKIT in circa 300. Tra le specie che sono più appetite, in base ai monitoraggi effettuati, troviamo sia piante spontanee che piante coltivate (vedi tabella). Gli insetti adulti si nutrono delle foglie delle piante, spesso riducendole in scheletro poiché non attaccano le nervature: i danni possono essere anche molto estesi, in quanto sovente si riuniscono in gruppi anche molto numerosi, cosa facilitata dall’emissione di specifici feromoni di aggregazione che fungono da richiamo per altri individui e dalla risposta delle piante, le quali emettono sostanze volatili che possono attrarre anche altri coleotteri defogliatori. Vengono divorati anche fiori e frutti, anche se in misura più ridotta rispetto le foglie.
Nei grafici ben ben visibile la crescita dell’insetto Popillia japonica Newman in Italia dal 2014 al 2017.
• L’insetto assomiglia alle cetonie nostrane, da cui si differenzia per la presenza di ciuffi di peli bianchi che appaiono come cinque puntini per ogni lato dell’addome e altri due all’estremità • Le dimensioni dell’adulto variano tra i 5-7 mm di larghezza e gli 8-10 mm di lunghezza • Si ciba di circa 300 specie vegetali N°005
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È un insetto da quarantena nella direttiva europea 2000/29 CE e pertanto soggetto alle misure di lotta obbligatoria
UOVA NEI PRATI
Gli insetti femmina adulti, una volta che si sono riprodotte, depongono le uova nel terreno, preferibilmente nei prati di graminacee, ma non disdegnano anche altre specie, come ad esempio rovo, rosa e mirtillo. Le uova sono molto piccole (1,5 mm) e le larve che schiudono variano molto in dimensione a seconda dell’età e sono quelle tipiche dei coleotteri scarabeidi, come quelle dei maggiolini, dalle quali si differenziano solo per una disposizione tipica dei peli sull’estremità dell’addome. Durante la vita, che mediamente dura 30-45 giorni, una femmina può deporre circa 50 uova. Le larve si nutrono di radici per tutta la loro vita, sino a che diventano pupe. Sulla base delle osservazioni effettuate, lo sfarfallamento dallo stadio pupale avviene tra il mese di maggio e il mese di giugno, con un picco della presenza di adulti tra giugno e agosto. Con il mese di ottobre cessano gli sfarfallamenti degli adulti. I danni che le larve creano ai tappeti erbosi e ai prati permanenti possono essere anche molto gravi, con la formazione di chiazze o addirittura larghe estensioni di tappeto morto.
RISULTATI INCORAGGIANTI
Poiché si tratta di un organismo da quarantena, i servizi fitosanitari di Piemonte e Lombardia si
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sono attivati sin dai primi ritrovamenti, effettuando dapprima campagne di monitoraggio e in seguito predisponendo piani di cattura massale con trappole attivate da feromoni e attrattori (geraniolo). Nel 2016 sono state posizionate in Lombardia più di 2.300 trappole, che hanno catturato più di 10 milioni di insetti adulti. Sempre nel 2016, in Lombardia, sono stati effettuati prove di controllo delle larve con due antagonisti biologici: un fungo (Metarhizium anisopliae) e tre ceppi di nematodi entomopatogeni (Heterorhabditis). Con il fungo sono stati effettuati due trattamenti: uno a maggio su 146 ettari e uno tra settembre e ottobre su 178 ettari, mentre con i nematodi è stato effettuato un trattamento su 60 ettari. I risultati sono stati incoraggianti, tanto che ad agosto 2017 la Regione Piemonte applicherà su ben 740 ettari del comprensorio del Parco del Ticino il prodotto Nematop costituito da nematodi Heterorhabditis bacteriophora. DA SAPERE E DA FARE Dal punto di vista del giardiniere, è bene conoscere e identificare correttamente l’insetto adulto, in modo da poter intervenire quando richiesto con trattamenti insetticidi utilizzando i prodotti comunemente utilizzati per gli insetti in ambito civile (PMC) purché in etichetta sia indicato l’uso su alberi, arbusti e vegetazione in genere. Il privato può intervenire da sé con prodotti per piante ornamentali (PPO) o con prodotti fitosanitari qualora si tratti di coltivazioni. Contro le larve, che possono essere confuse molto facilmente con quelle dei maggiolini estivi (Rhizotrogus aestivus, Amphimallon solstitiale, Amphimallon majale), ma che comunque provocano gli stessi danni, la lotta deve essere effettuata con antagonisti (nematodi) oppure con prodotti fitosanitari registrati per i tappeti erbosi che contengano Metarhizium anisopliae o con prodotti non fitosanitari che comunque contengano Metarhizium anisopliae, spesso in miscela con Bauveria bassiana. Occorre anche prestare attenzione al materiale di risulta dalla manutenzione dei giardini, in quanto, sebbene gli insetti adulti volino via facilmente quando disturbati, potrebbero anche rimanere tra le fronde recise. Il consiglio è quello di conferire il materiale all’interno della zona delimitata o di procedere alla triturazione sul posto prima di iniziare il trasporto al di fuori della zona delimitata.
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da gestire, fonte di ansia e stress, ma un luogo che fosse il prolungamento delle attività nelle stanze della casa, fruibile e a bassa manutenzione.
SPECIE DA EVITARE
Parterre ingresso lato destro I NUMERI • 1.200 mq di superficie • 9 alberi • 350 arbusti di nuovo impianto • due anni di lavori, dal 2015 al 2017
Q
uattro bimbi dai due agli otto anni, simpatici e chiassosi, una mamma tranquilla e curiosa, un papà ansioso e poco incline al verde sono i fruitori di questo nuovo giardino di una villa in un piccolo paese della campagna lombarda. Dunque prima ancora di comprendere le necessità pedologiche, climatiche e botaniche locali per progettare il nuovo giardino era necessario affrontare un lavoro pedagogico con i suoi fruitori, accompagnandoli a comprendere non solo il valore estetico ma anche i vantaggi in termine di benessere. Il compito arduo era far innamorare il padre e la madre del proprio futuro giardino ascoltando le loro esigenze ma coinvolgendoli da subito nel progetto. Il giardino non doveva essere uno spazio ulteriore
Ma questo non era il solo problema da affrontare. L’interessante contesto ambientale, costituito da un nucleo di antica formazione con vecchie corti rurali e una campagna coltivata (colture orticole) con ai margini boschi di latifoglie a media densità, era stato ridotto negli anni ’90 da uno sviluppo intenso di villette bifamiliari. A questo impatto urbanistico si aggiungeva, negli ultimi anni, anche un crescente sviluppo di malattie delle piante, tanto che nel regolamento a verde del Comune è diventata obbligatoria la lotta a: processionaria del Pino (Traumatocampa pityocampa), cancro colorato del Platano (Ceratocystis fimbriata), ruga defogliatrice (Hyphantria Cunea Drury), tarlo asiatico (Anoplophora chinensis), colpo di fuoco batterico delle pomacee (Erwinia Amylovora) e vaiolatura delle drupacee (Sharka). Dunque molte specie dovevano essere evitate per non creare un ambiente “potenzialmente” malato con grave danno all’ambiente e alle tasche del proprietario. Di contro la committenza richiedeva un giardino profumato, colorato, che reggesse l’urto dei bambini. A tali richieste si aggiungevano mie considerazioni quali il rispetto del microclima del luogo, con specie possibilmente autoctone e proporzionate alla dimensione dello spazio e in sintonia con il carattere della villa.
Obiettivo
benessere
Eccovi i dettagli di un giardino privato realizzato nella campagna lombarda secondo i principi del Feng Shui. Progettare una nuova area verde andando oltre le proprie conoscenze e coniugando culture differenti può portare risultati inaspettati testo e foto di Marilena Baggio
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SGUARDO A ORIENTE
Per far comprendere l'importanza del verde a tutta la famiglia, e in particolare al padre, è stato introdotto, secondo la medicina tradizionale cinese, il concetto del biotipo che caratterizza ogni persona. Infatti ogni giardino vive in funzione di chi lo abita e una valutazione importante è stata quella di definire le caratteristiche delle piante secondo il biotipo del “padrone” di casa, come lo definisce l’antica arte del Feng Shui. Può sembrare un concetto assai lontano dalla nostra cultura occidentale, tuttavia anche gli antichi padri della medicina conventuale lo applicavano. Può essere inteso come un gioco, ma su persone
il suo biotipo principale secondo i cinque sensi, a vantaggio anche degli altri componenti della casa. Dai dati in nostro possesso il numero natale predominante è il 2, raffigurante la terra, per cui le specie sono state selezionate considerando diversi aspetti: un portamento ben radicato, come lo spirito pratico del padre, il colore giallo (per l’effetto stimolante nello studio e nell’apprendimento) e marrone (che suggerisce stabilità, comodità e sicurezza); per superare gli episodi di stanchezza acuta causata dal suo pensare ossessivo risultava utile favorire il tatto accarezzando le diverse foglie delle erbacee per ristabilire un rapporto equilibrato con le diverse situazioni della vita; l’odorato è favorito dalla Lavan-
Il lato ovest. afflitte da forte stress lavorativo ha un particolare beneficio. Così nella definizione della persona secondo la suo psiche e soma, le piante possono aiutare a migliorare l’umore e dare benessere: le piante in quanto esseri viventi instaurano un rapporto di sinergia ed empatia come gli esseri umani. Infatti ci sono specie che ci piacciono e altre no, solo che spesso non ci chiediamo il perché. Ultimamente le neuroscienze stanno lavorando molto nel cercare benefici e rapporti tra esseri vegetali e umani. Dalla definizione del numero natale del proprietario, sempre secondo i principi della medicina tradizionale cinese, è stato possibile capire qual fosse
BIOTIPO: PERCHÉ? Per biotipo in medicina si intende il complesso dei caratteri, ereditari e non, che fanno parte del patrimonio costituzionale di un individuo. Compito del medico è comprendere la costituzione o il biotipo di ogni persona e individuare così la predisposizione ad ammalarsi di una particolare malattia. Ogni biotipo include una specifica sensibilità a situazioni ambientali, climatiche, alimentari ed emozionali. La medicina cinese ha classificato gli individui in cinque biotipi: Legno, Fuoco, Terra, Metallo e Acqua. Non esistono biotipi “puri”, più spesso infatti sono misti, però nella clinica è utile individuare la predominanza di uno o due biotipi per un corretto inquadramento e trattamento. Per comprendere meglio i biotipi è utile lo studio delle corrispondenze sulla base dei cinque elementi. N°005
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LE PAROLE CHIAVE • Semplicità • Sicurezza • Facilità di gestione • Bellezza • Cura • Gioco
dula angustifolia che aiuta a vincere il malumore e le indisposizioni; per il gusto la Gaultheria procumbens è una specie dall’effetto antalgico e analgesico e viene utilizzata come sciroppo; infine, per quanto riguarda l'udito, il Phyllostachys nigra rilassa con il passaggio del vento tra le foglie producendo suoni. Per comprendere la complessità delle specie e le loro proprietà fitoterapiche è stato effettuato uno screening botanico, accompagnato dalle foto delle specie, oltre agli “scenari stagionali” per avere con un solo colpo d’occhio la tavolozza dei colori del giardino.
MASCHERARE O EVIDENZIARE
In seguito alle premesse progettuali è stato quindi deciso per un albero monumentale e pochi altri più piccoli, di sicuro effetto scenico e nello stesso tempo necessari per mascherare o evidenziare viste o ingressi. Ad esempio un grande Gingko biloba nel grande prato su cui far cadere l’occhio e che maschera l’ingresso secondario; oppure un Prunus serrulata 'Amanogawama', con il suo profumo intenso e i suoi fiori a corolla doppia all’ingresso principale, che valorizza lo spazio di rappresentanza (secondo il Feng Shui è di benvenuto e di buon auspicio); oppure un boschetto di Prunus avium per mascherare l’angolo e aumentare il senso di profondità. Altro elemento di valorizzazione del giardino per dare profondità e sicurezza sono i diversi tipi di siepi alte e basse sempreverdi. Il perimetro è definito da una Thuja plicata 'Atrovirens' resistente agli urti, molto rustica e di rapida crescita; mentre la zona bimbi da una Lonicera tatarica che dà fiori violetto, è atossica e ricorda la forma sinuosa del serpente. Il patio interno, in parte, è in asse con il
ALBERI A EFFETTO SCENICO • Gingko biloba • Prunus serrulata ‘Amanogawama’ • Boschetto di Prunus avium • Thuja plicata ‘Atrovirens’ per il perimetro • Lonicera tatarica nella zona bimbi
retro della casa che diventa un fuoco da valorizzare con una scultura. Inoltre dato che è uno spazio su cui si affacciano gli ambienti ed è chiuso vetrato sui quattro lati, deve essere di grande impatto visivo, per cui si è pensato a due grandi vasi bianchi sculture che si illuminano di sera, con due vasche per accogliere Hosta e un arbusto di Arbutus unedo che dà colore anche nella stagione invernale. Un parterre di sassolini grigi o neri con tappezzanti fanno da prato. Il nostro intento, oltre a creare un giardino piacevole e fruibile, è stato anche quello di promuovere la cultura del verde, iniziando proprio con i nostri clienti. Solo così potremo partecipare a migliorare il nostro ambiente rendendolo sostenibile.
LE PREMESSE 1. Impianto semplice con elementi che individuino le diverse funzioni richieste 2. Prolungamento delle funzioni interne della casa integrandole e garantendo una privacy (zona relax che si affaccia sulle camere) oppure una vigilanza e controllo (area gioco bimbi in continuità con la stanza) o ancora favorendo la convivialità con la zona esterna pranzo 3. Spazio facilmente raggiungile e controllabile in ogni zona 4. Varietà di arbusti, tappezzanti e siepi a diversa colorazione, fiore e altezza, che aumentino la dimensione di percezione dello spazio e caratterizzino le zone stesse 5. Piante autoctone non costose, non tossiche e senza spine, resistenti agli urti dei bimbi, alla temperatura continentale ma anche ai cambi stagionali degli ultimi anni
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Gingko biloba.
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News Open Day per Granulati Zandobbio
Anche quest’anno Stone City ospita il classico appuntamento con tutti gli amici di Granulati Zandobbio: eventi, musica, oltre a 5mila metri quadrati di esposizione, dove ammirare in mostra diverse soluzioni per esterni. Sempre in questa occasione, inoltre, si svolgerà la premiazione del concorso di progettazione internazionale, indetto sempre da Granulati Zandobbio, per individuare la migliore proposta progettuale per la realizzazione della nuova sede aziendale e saranno esposti tutti i 151 progetti. L’open day si svolgerà dal 27 settembre al 1 ottobre. Info: www.granulati.it
Villa Durazzo Pallavicini, a Genova.
Selezionati i due parchi più belli d’Italia 2017
Villa Durazzo Pallavicini a Genova Pegli per la categoria “Parchi Pubblici” e Villa La Foce in Val d’Orcia (Chianciano Terme, Siena) per la categoria “Parchi Privati”: sono questi i due gioielli naturalistici che sono stati accuratamente selezionati dal Comitato Scientifico del Premio “Il Parco più Bello d’Italia” come vincitori della XV edizione del concorso “Il parco più bello d’Italia”. Nutrita la partecipazione, che ha visto in gara oltre mille giardini, iscritti al network dei parchi più belli d’Italia e presenti nella guida online “ilparcopiubello. it”, che da oltre quindici anni è promotrice di un turismo verde alla scoperta del patrimonio paesaggistico e botanico italiano. Info: www.ilparcopiubello.it
NUMERI IMPORTATI PER ANTONIO CARRARO
Antonio Carraro di Campodarsego (Pd) tra i leader mondiali dei trattori compatti per l’agricoltura specializzata (vigneti, frutteti e cura del verde) ha chiuso il bilancio 2016 con un fatturato di oltre 83 milioni di euro a fronte di un Ebitda vicino al 10% e un utile netto di 2 milioni. Un bilancio che si attesta tra i più performanti nel settore. Trattori compatti che per peculiarità e caratteristiche tecniche non riscontrano competitor nel mercato: una produzione di trattori “su misura” con 40 modelli base declinabili in 80 versioni diverse. Le esportazioni, superiori al 50%, hanno registrato ottime performance in Francia, nella Penisola Iberica, in Turchia, Iran, Sudamerica, Canada, California, fino alla Cina. La raccolta ordini procede anche nei primi mesi 2017 con un aumento di circa il 30% rispetto allo stesso periodo 2016. Per l’intero 2017 si prevede una crescita del fatturato superiore al 5% con un Ebitda previsionale superiore al 10 per cento. L’Ad Marcello Carraro non nasconde la propria soddisfazione per i risultati conseguiti e per il rafforzamento patrimoniale e finanziario in seguito all’aumento di capitale avvenuto a fine 2016, grazie all’ingresso nella compagine societaria del Gruppo Milleuno Imoco che consentirà di intraprendere con sicurezza e stabilità il piano strategico quinquennale in corso di realizzazione (2017/2021). Questo darà definitivo slancio all’azienda proiettata nella costante innovazione della propria gamma di trattori per l’agricoltura specializzata e la manutenzione civile (verde pubblico, privato e sportivo, viabilità e pulizia stradale). Già a partire dal 2017 è previsto l’avvio del programma di investimenti relativo, da un lato al potenziamento dei reparti produttivi, sia in termini di risorse umane che di tecnologia e macchinari, dall’altro, al rafforzamento della struttura commerciale e del sistema dei controlli interni, compresa la gestione delle filiali in Turchia, Spagna, Francia e Oceania.
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Foto di gruppo durante il meeting internazionale di Compo svoltosi in Italia.
Compo, il gruppo internazionale dei siti produttivi si incontra
A fine giugno si è svolto a Ravenna il meeting internazionale della supply chain Compo con focus i terricci: i primi passi per innovare tutta la filiera del Gruppo, dalla produzione alla distribuzione. Altro obiettivo del gruppo di lavoro è quello di proporre al mercato prodotti innovativi, in linea con i concetti di sostenibilità e di riciclo, sempre all'insegna della massima qualità e sicurezza. I top manager Compo provenienti dai Paesi del Gruppo e ospitati dal general manager italiano, Vittorio Mondellini, nel sito produttivo di Ravenna, hanno avuto modo di confrontarsi per organizzare processi produttivi e logistici innovativi e adeguati al mercato del giardinaggio hobbistico, al passo con il prossimo futuro.
Asproflor-Comuni Fioriti, Renzo Marconi confermato presidente Sono state rinnovate le cariche direttive Nazionali di Asproflor-Comuni Fioriti. Nella sede sociale presso Confcooperative Piemonte, l’assemblea dei soci provenienti da tutta Italia ha confermato alla Presidenza per il prossimo triennio il verbanese Renzo Marconi, che sarà affiancato da quattro vice presidenti provenienti da varie Regioni. Confermati Sergio Ferraro (vicario) da Torino, Franco Colombano da Cuneo, Matteo Roncador da Trento, mentre con nuova elezione entra Michele Isgrò da Messina. Nell’ottica di allargare la rappresentanza a tutto il territorio nazionale fanno il loro ingresso in consiglio direttivo: Alessandro Muzina di Trieste, Gianluca Amazzini di Pistoia, Massimo Demagistris, MariaLuisa Stenca e Danilo Gonella di Cuneo, Luca Zanellati di Vercelli, Claudio Pignotti di Ascoli Piceno, Giovanni Bertone di Novara, Giuseppe Traverso di Roma e Davide Comba di Torino. Vengono riconfermati, Carlo e Franco Baglione di Vercelli, Luca Barberis di Cuneo, Davide Panetto di Torino, Gianfranco Martinelli di Novara, Renato Ioan di Padova, Fabio Brignone di Sassari, Simone Cargnino e Alberto Peyron di Torino e Livio Piumatto di Cuneo. Ricco e articolato il programma dell’incontro, con riferimento ai concorsi di fioritura “Comuni Fioriti”, che coinvolge diverse amministrazioni comunali in l’Italia, “Entente Florale Europe” per l’Europa e “Communities in Bloom” nel mondo, di cui Asproflor è unico referente in Italia. Affrontate anche tematiche di carattere settoriale tra cui, il recepimento della direttiva Europea sulle piante esotiche invasive, abilitazione professionale della figura di giardiniere, le recenti modifiche in materia di fitofarmaci e l’aggiornamento dell’apertura bandi PSR Regionali. Spazio anche alla presentazione di innovativi sistemi di commercializzazione delle piante attraverso il marketplace Expoplant. In conclusione l’assemblea ha votato all’unanimità l’adesione al “Coordinamento nazionale della filiera del florovivaismo e del paesaggio”, organo recentemente costituito a Roma per dare più visibilità e maggiore peso al comparto.
Da sinistra: Franco Colombano, Sergio Ferraro, Renzo Marconi, Michele Isgrò.
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NEWS | focus
Nuova era
Flormart compie 68 anni e rinnova il format delle fiere di settore. L'appuntamento è a Padova dal 21 al 23 settembre Flormart compie gli anni ma non invecchia. Dal 21 al 23 settembre, alla Fiera di Padova, si terrà la 68esi• Terza edizione del “Concorso Internazionale di ma edizione del Salone internazionale dedicato al Architettura del Paesaggio Flormart Garden florovivaismo, all’architettura del paesaggio e alle • Forum internazionale del florovivaismo, il 21 infrastrutture verdi. Tra le novità più significative messe settembre in campo da Geo, la società che ha assunto la gestione della • GPP Lab, che pone l’accento sulle nuove Fiera di Padova, spicca Flormart Sistema 365, un proopportunità di business con le pubbliche getto di collaborazione continuativo con le aziende amministrazioni. Al suo interno: FlorTraining, serie del settore che si sviluppa nel corso di tutto l’anno. di appuntamenti formativi con esperti del settore Il progetto coinvolge ambiti differenti, accomunati dall’obiettivo di valorizzare il ruolo del verde nella vita collettiva e individuale: segnaliamo per esempio Giardino Italia, il parco della biodiversità e vetrina permanente per i distretti del florovivaismo collocato all’interno dell’ex quartiere fieristico di Padova. Il Salone prevede cinque aree espositive tematiche: vivaismo, architettura e progettazione sostenibiFLORMART 2017 le, Green Research Lab, Tecnologia e 21-23 settembre, Padova Floristry. www.flormart.it Nell'area vivaismo, che accoglie i produttori del settore, quest’anno ci sarà uno spazio dedicato alle piante officinali. Architettura e progettazione sostenibile pone invece l’accento sul tema delle riqualificazione e rigenerazione urbana. Green Research Lab è un’iniziativa dedicata all’innovazione con una proposta espositiva trasversale a tutta la filiera del florovivaismo, con la presentazione di prodotti, processi, ricerche, sistemi di produzione innovativi. L’area Tecnologia è dedicata ai produttori di materiale per la coltivazione: dalle industrie di prodotti intermedi come vasi, terricci, fattori chimici, alla meccanizzazione, i produttori di serre, impiantistica e macchinari. Floristry è un ampio spazio destinato al settore dei fiori recisi, accessori per fioristi, decorazioni, vasi e contenitori, oltre alle più interessanti tendenze floreali.
TRA I PROGETTI SPECIALI
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Tecnologie innovazione soluzioni
| strumenti
Prima di potare, Tecnologie innovazione soluzioni
guarda
Il consiglio viene da uno dei più grandi arboricoltori al mondo, Francis Hallè. Molti gli spunti interessanti emersi nel suo primo convegno in Italia di Marta Meggiolaro
MAI FIDARSI DELLE APPARENZE
P
rovate a immaginare di avere una bacchetta magica. Usatela per far scomparire dal mondo tutte le specie animali. Non cambierebbe nulla. Il mondo resterebbe uguale, e le piante che usano insetti e animali per l’impollinazione, troverebbero una strada alternativa. Adesso proviamo l’inverso. Usate la bacchetta magica per far sparire dal mondo tutte le specie vegetali. Cosa succederebbe? Che dopodomani, saremmo tutti morti. Inizia così l’intervento di Francis Hallè, il famoso botanico francese, durante il convegno “Alle sorgenti dell’architettura arborea”, svoltosi il 10 maggio al Parco Cavour di Santena (TO).
Il primo passaggio di Hallè è sfatare il pregiudizio che alla minore complessità organica della pianta rispetto agli animali e agli uomini si associ una povertà di funzioni. Le piante non hanno orecchie, eppure possono percepire le onde sonore. Nella Cina meridionale, si trova il Desmodium gyrans, una pianta che danza al ritmo del battito delle mani. Le piante non hanno voce, ma fra di loro esistono dei metodi di comunicazione efficaci. Nel 1990 a Pretoria, in Sudafrica, è stata osservata una particolare specie di acacia le cui foglie hanno la capacità di diventare tossiche in venti secondi se vengono strappate, e che, probabilmente attraverso la propagazione di etilene nell’aria, comunica con le altre piante della sua specie che effettuano la stessa intossicazione delle foglie. Lo stesso meccanismo si ritrova in Spagna in una varietà di Cupressus sempervivens. Quando la temperatura dell’aria supera i 60º C, libera nell’atmosfera tutte le sostanze infiammabili che contiene, e trattiene solo l’acqua, per difendersi dall’attacco delle fiamme. Le sostanze volatili che immette nell’aria trasmettono lo stesso messaggio anche a distanza di chilometri, e tutte le piante della stessa specie attuano la stessa strategia di difesa. Insomma, le piante si parlano.
COSÌ ESSENZIALI, COSÌ DISCRETE
Altre due caratteristiche che Hallè ha presentato riguardano la gestione degli escrementi e l’intelligenza. Per quanto riguarda il primo aspetto, gli studi riguardo a come la pianta gestisce i materiali
di scarto iniziano nel 1700. In pratica, mentre gli PREVENIRE IL RISCHIO Tecnologie innovazione soluzioni animali disperdono i propri escrementi e non se ne DI INDEBOLIMENTO curano, la pianta ha imparato a riusare i suoi scarti, Le reiterazioni somigliano a branche ma in realtà sono veri che diventano materiale da cui trarre energia. Un e propri alberi con un loro elemento a cui porre attenzione quando ci troviaapparato radicale. Inizialmente mo di fronte ad alberi che spuntano dal manto si comportano da parassita ma stradale, o il cui terreno circostante viene ripulito raggiunta la terra, diventano un regolarmente. In questo modo infatti gli alberi ulteriore “rinforzo” della pianta, vengono privati di sostanze nutritive importanti. E perché aumentano la superficie per quanto riguarda l’intelligenza, vi presentiamo fogliare complessiva. Questa la Mimosa pudica. Questa pianta chiude le foglie se teoria è provata dal fatto che vengono toccate. Alla prima pioggia quindi chiude il patrimonio genetico non è le foglie. Ma alla seconda pioggia, le foglie non si lo stesso in tutta la pianta. La chiudono, perché la pianta “ha imparato” che non reiterazione ha la possibilità di è ostile: in qualche modo “ricorda” e ha fatto una svilupparsi se il suo meristema valutazione, che dura anche a distanza di anni: se è sufficientemente lontano dal la pianta viene ritirata in serra, e viene spostata meristema del tronco principale, all’esterno dopo anni, dopo aver cambiato tutte le che mantiene la dominanza. foglie, comunque la pioggia non la farà chiudere. Questo sistema è un grande DEFINIRE TRAMITE vantaggio, perché permette LA STRUTTURA alla pianta di svilupparsi dove Ed eccoci alla parte riguardante le potature. Secontrova spazio. Perché è utile Francis Hallè, do Hallè bisogna rifiutare l’approccio secondo cui sapere questo nella potatura? Perché ci sono delle nato nel 1938, un albero alto è di sicuro un albero pericoloso, e potature che provocano la nascita di reiterazioni: è uno dei più che potarlo significa ringiovanirlo. Gli alberi non sono le reiterazioni “da trauma”. Ma queste non grandi esperti sono fatti per la potatura, che noi attuiamo dall’eerano previste, sono come “toppe” di cui l’albero è di architettura sterno. Di per sé, per l’albero costretto a servirsi: portano arborea. la potatura è una ferita, che in sé, quindi, una debolezza Ha iniziato crea una pericolosa via di meccanica, hanno ancoraglo studio delle accesso per gli agenti patogio più debole, il rischio che PER APPROFONDIRE grandi foreste geni. Per potare nel modo si rompano è molto più alto www.architetturadeglialberi.it primarie oltre opportuno occorre conoscere di quello di una branca che cinquant’anni l’architettura arborea: ogni era prevista dalla struttura fa, all’inizio della specie ha un programma dell’albero. In conclusione: deforestazione. genetico prestabilito di sviluppo che noi possialo studio dell’architettura arborea permette di mo individuare. I tre elementi che costituiscono intervenire sulle piante rendendole più sicure e l’architettura arborea sono: la ripartizione delle mantenendole più sane. branche sul tronco, la disposizione delle branche nello spazio, e la disposizione dei fiori. Da qui, le combinazioni possibili sono moltissime, ma per ora GLI ULTIMI STUDI Gli alberi sono centrali depurative gratuite, questo si sa da tempo. Ma sono stati identificati 24 modelli. Un altro elemengli effetti positivi sull’uomo sono molti di più di quelli legati banalmente to importante da considerare per scegliere come alla qualità dell’aria. Uno studio realizzato a Chicago pone in operare è sapere se l’albero è unitario o coloniale. rapporto inversamente proporzionale la mortalità e la quantità di Nel primo caso, quello ad esempio dell’Abies, il spazi verdi presenti nelle città. Fra gli studi più all’avanguardia, quelli patrimonio genetico è lo stesso in tutto l’albero. realizzati in Giappone, che si stanno traducendo nel “forest bathing”: Nel secondo caso invece, consideriamo ad esempio il concetto alla base è che camminare a lungo nei boschi, soprattutto il Quercus ilex, noi abbiamo di fronte non una sola di conifere, ha effetto euforizzante e attiva il cervello umano. Pare che pianta, ma una pianta che nel tempo si è ingrandiquesto sia dovuto al rilascio di ioni negativi realizzato dalle conifere. ta grazie alle reiterazioni.
| iniziative
I PROSSIMI CORSI
I
l crescente interesse nei confronti dell’arredo urbano e della cultura del verde privato e la necessità di superare l’idea che il giardiniere possa essere un mestiere improvvisato sono alla base della proposta del corso di formazione di “addetto alla realizzazione e manutenzione di giardini”, voluto dall’Accademia del Giardino di Mati 1909 e condotto da Irecoop Toscana, in attuazione dell’avviso pubblico PON Iniziativa Occupazione Giovani, per la formazione mirata all’inserimento lavorativo, a seguito dell’approvazione da parte della Regione Toscana del progetto Young’s garden. Un’iniziativa che va nella direzione (giusta!) di dare un valore professionale e la giusta formazione a una figura, quella del giardiniere, che è spesso l’anello di congiunzione tra committenza, architetto e fornitore.
Tecnologie innovazione soluzioni
Ottobre 2017 • Corso base di tree climbing (40 ore) • Corso di “potatura e sfalci” (150 ore) In programmazione per il 2018 • Avvicinamento alla progettazione di parchi e giardini e alla gestione di relazioni professionali finalizzate al successo nel risultato • Durata: 60 ore. Rivolto ad architetti e professionisti
RICONOSCIMENTO SOCIALE
Dell’importanza del riconoscimento della figura professionale del giardiniere ha parlato Francesco Mati, co-titolare di Mati 1909 e presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia, in apertura della conferenza stampa di presentazione degli esiti finali del corso. Mati dopo aver invitato i giovani presenti a essere nuovi giardinieri curiosi e appassionati spiegando che in Italia “c’è fame di cultura del verde”, ha sottolineato che la questione del riconoscimento nell’ambito della formazione professionale della qualifica di giardiniere rappresenta un nodo centrale. Sull’importanza chiave della figura del giardiniere è intervenuto anche Andrea Mati, sempre di Mati 1909, spiegando che dal
Foto di rito per i sette nuovi giardinieri. riconoscimento nell’ambito della formazione deriva anche un riconoscimento sociale e lavorativo e che questo mestiere non appartiene affatto al passato, ma che è, anzi, tutto rivolto al futuro, perché il giardiniere di oggi non è il lavoratore che pota la siepe, ma quello che tutela l’ambiente.
NOZIONI PRECISE
Il corso ha previsto 900 ore di applicazione, di cui 410 di stage su argomenti diversi e complementari: fertilizzanti, sistemi d’irrigazione, concimazione, potatura. Tra i sette partecipanti anche una giovane ragazza proveniente da San Gimignano e un ragazzo residente in Abruzzo che ha scelto di trasferirsi a Pistoia proprio per poter frequentare il corso. Quattro di loro, che hanno dimostrato una particolare dedizione e passione, verranno assunti all’interno delle aziende che compongono Mati 1909 (due con contratto e due con tirocinio formativo). Un monito anche da Renato Ferretti, dirigente della Provincia intervenuto all’iniziativa, che ha evidenziato la necessità di una formazione specifica, aggiungendo l’importanza di non rivolgersi al primo giardiniere che passa, perché nelle piante nulla è a caso.
Fame di cultura
verde
“Perché il giardiniere di oggi non è il lavoratore che pota la siepe, ma quello che tutela l’ambiente”. Così Mati 1909 investe sulla formazione di questa figura professionale di Filippo Terragni
| piscine
STA BENE
Tecnologie innovazione soluzioni
OVUNQUE La carta vincente da sfoderare con i clienti più esigenti è la fuori terra Dolcevita di Piscine Laghetto. Facile e veloce da montare, è pensata per gli spazi soggetti a normative e vincoli paesaggistici di Nora Adamsberg
Vai al sito di Piscine Laghetto
L
e richieste dei clienti sono infinite. E chi più di voi, può dirlo. Eccovi l'idea da sfoderare quando la richiesta dell'installazione di una piscina - causa problematiche tecniche – sembra impossibile da soddisfare: Dolcevita di Piscine Laghetto, ideale per gli spazi all’aperto soggetti a normative e vincoli paesaggistici. Facile e veloce da montare e con il rivestimento prefabbricato, Dolcevita rientra nella categoria di strutture mobili a uso stagionale, senza rinunciare al fascino di una piscina interrata.
TERRAZZATE O INTERRATE
Disponibile in tre modelli (Diva, Rattan, Woody), Dolcevita è in grado di soddisfare le esigenze più
difficili, sia in caso di terrazzamento, sia in quello di interramento parziale o totale. Vediamo degli esempi. Nel caso in cui non si possa realizzare la piazzola in cemento armato a causa di mancanza di permessi adeguati o per difficoltà di cantiere, la piscina dispone di un basamento in acciaio zincato protetto da verniciatura epossidica. Dove non fosse possibile forare la soletta o dove il pavimento non garantisca il fissaggio con i tasselli, può essere montata con il telaio in acciaio zincato. E ancora, nei casi in cui uno o più lati siano addossati a muri di contenimento o terrapieni, dispone di un kit per la stabilizzazione dell’allineamento della struttura. La versione Dolcevita Gold, infine, è ideale nei casi di interramento totale o dove sia richiesto un bordo perimetrale più largo.
TRE MODELLI • Diva, rivestita in fibra sintetica intrecciata a mano • Rattan, contornata da eco-legno • Woody, contornata da pannelli di grigliato di legno trattato per gli esterni
| piattaforme aeree
P
rogettata per effettuare lavori di precisione in ambienti che presentano superfici spigolose o ad andamento irregolare. Con uno sbraccio operativo di 7,08 metri, un'altezza di lavoro di 13,30 metri e una portata utile di 230 kg per tutto l’arco di lavoro, l’ultima arrivata in casa Hinowa, la cingolata LightLift 13.70 Performance IIIS, si distingue per le doti di compattezza, robustezza ed efficienza.
Tecnologie innovazione soluzioni INGOMBRO RIDOTTO
Tra i plus principali: più velocità nella movimentazione e il nuovo cestello con angoli smussati, che consente un migliore approccio alla superficie verticale, rendendo possibili anche operazioni decisamente complesse. Grazie a queste caratteristiche, può essere utilizzata nel lavoro in quota di tutti i giorni nelle applicazioni più varie, come la potatura e la manutenzione del verde. SICUREZZA IN PRIMO PIANO Grande attenzione alla sicurezza. Grazie al controllo sull’inclinazione, la macchina decelera automaticamente in condizioni pericolose. Il sistema anti-entrapment SkyGuard®, protegge l’operatore nel cesto, consentendo di operare in totale tranquillità. Anche la nuova LightLift 13.70, inoltre, sfrutta il sistema di controllo e diagnostica RAHM, che consente un monitoraggio costante della macchina a distanza, permettendo al service Hinowa di effettuare una diagnosi completa da remoto. E grazie al dispositivo GPS installato a bordo è possibile localizzare la piattaforma in ogni momento.
Scarica le schede tecniche della macchina
Precisione in quota
New entry in casa Hinowa. Si chiama LightLift 13.70 Performance IIIS ed è una cingolata che si distingue per compattezza ed efficienza. Il cestello ad angolo semplifica le operazioni più complesse di Daniela Stasi
IN BREVE
LIGHTLIFT 13.70 Tecnologie innovazione soluzioni • Più velocità Portata
230 kg
Altezza di lavoro
13,30 m
Sbraccio operativo
7,08 m
Lunghezza macchina chiusa
3,90 m
Lunghezza di trasporto senza cesto e supporto ruotato
3,28 m
Altezza di trasporto con piattelli installati
1,99 m
Dimensioni navicella std
1.305x600xH1.100 mm
Pendenza max in traslazione
16°
Peso macchina
2.185 kg
Larghezza carro aperto/chiuso
748 – 1.100 mm (optional)
Pressione al suolo in posizione di lavoro per ogni stabilizzatore
1.670 daN – 2,36 daN/cm2
Area di stabilizzazione
2.800x2.800mm
nella movimentazione • Nuovo cestello con angoli smussati • Ridotte dimensioni del sottocarro • Possibilità di smontare il cesto porta persone • Alloggiamento per forche muletto e ganci di sollevamento su stabilizzatori Heavy Duty
Per quanto riguarda le dimensioni, l’area di stabilizzazione si attesta a 2,8 x 2,8 metri, mentre l’ingombro in ordine di marcia è drasticamente ridotto: basti dire che senza cestello la nuova LightLift 13.70 misura solo 3,28 metri in lunghezza.
TRASPORTO SEMPLICE
Le ridotte dimensioni del sottocarro e la possibilità di smontare il cesto porta persone ne semplificano la movimentazione in fase di trasporto; da segnalare l’altezza inferiore ai due metri, che permette di attraversare agevolmente qualunque chiusura. La macchina dispone anche di un pratico alloggiamento per forche muletto e ganci di sollevamento su stabilizzatori Heavy Duty. Infine, la piattaforma è fornita di serie con carro fisso 786 mm a mono velocità, ma su richiesta può essere consegnata con carro variabile 748/1.100 mm a doppia velocità.
BENZINA, DIESEL O ELETTRICA Questione di scelta. La LightLift 13.70 propone tre diverse opzioni di equipaggiamento: il motore a benzina Honda iGX390 da 11,7 cavalli (8,7 kW), l’unità diesel Hatz 1B40 da 10 cavalli (7,5 kW) e il sistema elettrico (3,6 kW/h) alimentato dal pacco batterie agli ioni di litio. Quest’ultimo garantisce zero emissioni e prestazioni elevate in termini di autonomia, silenziosità e impatto ambientale.
| soff iatori
In spalla
Tecnologie innovazione soluzioni
e via...
I PLUS • Più di 1.020 mc di aria all’ora • Tecnologia a turbina a getto • Motore brushless ad alta potenza • Tubo a soffietto flessibile • Regolazione della velocità variabile • Zaino compatibile con tutte le batterie agli ioni di litio da 56 volt di Ego • Batteria da 5 Ah • Autonomia di 150 minuti
Potente e pratico da usare. Il soffiatore Ego Power + a zaino, grazie alla tecnologia a turbina a getto, riesce a soffiare oltre 1.020 mc di aria all’ora. Ed è dotato di autonomia elevata per lavorare su aree ampie di Nora Adamsberg
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otenza e comfort, due caratteristiche sempre apprezzate. Entrambe appartengono al nuovo soffiatore Ego Power + a zaino, distribuito in Italia attraverso la rete nazionale dell'astigiana Brumar (www.brumargp.it). Semplice da usare grazie al design ergonomico, è dotato di tutte le funzioni necessarie per pulire aree di grandi dimensioni: lo si può utilizzare facilmente senza incorrere in problemi muscoloscheletrici e uditivi causati dall'esposizione al rumore e alle vibrazioni.
MENO VIBRAZIONI
Plus principali: la possibilità di evitare lo sforzo fisico e di avere energia solo quando è necessaria. Con la possibilità di soffiare oltre 1.020 mc di aria all'ora in modalità Turbo Boost, grazie alla
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sua tecnologia a turbina a getto, riesce a operare anche sulle foglie bagnate. Il motore brushless ad alta potenza, inoltre, riduce le vibrazioni e fornisce un elevato volume d'aria e di velocità, mentre il tubo a soffietto flessibile rende il soffiatore manovrabile e facile da usare. La potenza viene gestita in modo efficiente tramite la regolazione della velocità variabile. Lo zaino è compatibile con tutte le batterie agli ioni di litio da 56 volt di Ego che, secondo quanto dichiarato dall'azienda, hanno la capacità energetica più alta del settore: con una batteria da 5 Ah, è garantita un'autonomia elevata, di ben 150 minuti.
| indag ine
Giardini,
Tecnologie innovazione soluzioni
cosa vogliono i clienti Da una ricerca di Houzz realizzata sui consumatori, emergono le preferenze in termini di “verde” e spazi outdoor. Numeri e trend da conoscere per offrire i servizi adeguati e suggerire soluzioni opportune a cura di Filippo Tommaseo
D
urante la primavera si riscoprono gli spazi esterni che per i mesi freddi sono rimasti per lo più inutilizzati: anche quest’anno il cambio di stagione che ha portato rapidamente il caldo estivo, ha fatto sì che chi ha la fortuna di avere un giardino o un terrazzo si sia messo all’opera per renderlo confortevole e utilizzabile. Houzz, la piattaforma online leader mondiale nell’arredamento, progettazione e ristrutturazione d’interni e d’esterni ha indagato all’interno della propria community per scoprire le preferenze in termini di “verde” e spazi outdoor. Indicazioni assolutamente utili per gli operatori del settore, progettisti e giardinieri, perché individuano le scelte dei consumatori e gli ambiti in cui investono di più per la manutenzione e l’arredo degli spazi verdi. Inoltre, Houzz mette in contatto clienti finali e imprese, proprio per creare un network smart di relazioni e opportunità di business. UBICAZIONE RISPETTO ALLA CASA 41%
La percentuale indica dove è posizionato il giardino rispetto alla casa.
Di fronte
27%
23%
Accanto
Sul retro
9% Sul tetto
| indag ine
PRINCIPALI PROFESSIONISTI CONSULTATI
Tecnologie innovazione soluzioni
56%
si rivolge a professionisti
27%
Giardinieri e imprese di giardinaggio
16%
Specialisti di terrazzi, balconi e ambienti esterni
14%
Architetti del paesaggio o designer del verde
Qui le percentuali riferite alle figure professionali più richieste dai consumatori.
ELEMENTI ESTERNI NON STRUTTURALI RINNOVATI Fioriere/vasi
69%
Aiuole/bordure
45%
Prato - naturale
30%
27%
Attrezzature per il fuoco
Parete verde
23%
Le percentuali degli elementi più richiesti in giardino e delle operazioni più diffuse. BUDGET VS. SPESE
Budget per le ristrutturazioni in corso/pianificate Spese per le ristrutturazioni completate
500€ o meno
501€ a 2.000€
2.001€ a 3.000€
La tipologia di spesa del consumatore e le disponibilità di budget.
3.001€ a 5.000€
5.001€ a 7.500€
7.501€ a 10.000€
Oltre 10.000€
INTERVENTI SUL PRATO ESISTENTE 52%
38%
Ripiantamento
presenza prato naturale prima del progetto
LA SESTA STANZA
Tecnologie innovazione soluzioni Per il 29% della community, durante la stagione 12% Riduzione calda l’area esterna alla propria casa diventa una vera e propria stanza aggiuntiva, proprio per la piacevolezza di poter finalmente trascorrere ore all’aria 10% Espansione aperta, dopo mesi rinchiusi in casa o in ufficio. Il 45% ama trascorrervi piacevoli momenti di relax, il 20% lo sfrutta per dedicarsi all’hobby del giar10% Rimozione totale dinaggio, mentre il 19% organizza grigliate e cene con gli amici. Solo il 5% lo utilizza come solarium o area dove poter fumare (4%). Ma cosa spinge Il prato è una delle voci di spesa più importanti. Il ripiantamento gli italiani a prendersi cura del proprio terrazzo o è il lavoro più richiesto. giardino? L’85% lo fa perché dedicarsi al “gardening” è considerata un’attività rilassante in grado di mettere di buon umore. Solo il 12% lo fa per motivi regolamento condominiale. «Il giardinaggio e la cura dell’orto sono diventate attività riconosciute per il estetici, e ancor meno (1%) per obblighi dettati dal loro potere di rilassare e tranquillizzare. Gli utenti di Houzz sono attentissimi alle tendenze in fatto di LE 5 PRINCIPALI STRUTTURE ESTERNE verde e seguono con passione gli articoli che parlano RINNOVATE sia di giardinaggio che di arredo outdoor: anche chi ha solo un terrazzino a disposizione non demorde e Pergolato, gazebo, 43% tettoia o graticcio cerca consigli pratici per realizzare, in piccolo o in grande, il suo paradiso verde personale», dice Leonora Sartori, editor italiana del magazine di Houzz. 20% Patio/terrazza E cosa preferiscono coltivare? Il 45% preferisce i fiori, per dare un tocco di colore, il 33% le piante per ricreare un angolo di verde personale, mentre il 12% ama coltivare piante aromatiche per insaporire 20% Portico/veranda i propri piatti. Balcone
15%
CARATTERISTICHE NUOVE PINTE 68%
Deck (pedana)
10%
61%
OBBIETTIVO DEL PROGETTO DI ESTERNI Interventi sostanziali
50%
42%
40%
La maggioranza dei proprietari di giardini spende per effettuare interventi sostanziali.
33%
26%
17% Interventi minori
Interventi completi
A bassa manutenzione Da fiore
Commestibili
Resistenti al freddo
Resistenti alla siccità
Ecco cosa scelgono i consumatori al momento dell’acquisto o della richiesta al giardiniere.
| indag ine
MOTIVAZIONI PER LA RISTRUTTURAZIONE DI ESTERNI
NECESSARIO PERSONALIZZARE
Oltre a questi sondaggi condotti all’interno della propria community, di recente Houzz ha anche presentato lo studio annuale sulle “Tendenze nella progettazione di esterni residenziali”, dal quale è emersa l’importanza di personalizzare il proprio giardino o terrazza: il 41% che ha appena acquistato casa è infatti intenzionato ad adattare gli spazi esterni secondo i propri gusti e desideri. Tra i motivi principali che li hanno portati a intraprendere il progetto, ritroviamo l'adattamento ai recenti cambiamenti nella famiglia e nello stile di vita (21%) e il rinnovamento di elementi deteriorati o fatiscenti (21%). Indipendentemente dalla motivazione, gli italiani hanno in mente grandi progetti: ben il 50% prevede infatti cambiamenti sostanziali. Dallo studio emerge anche che, al contrario di quello che si potrebbe pensare, il 12% dei proprietari di casa interagisce maggiormente con i propri vicini dopo i lavori di ristrutturazione. Il 53% scambia saluti di cortesia con il proprio vicinato, il 43% si intrattiene in chiacchiere, il 30% si aiuta a vicenda quando necessario e il 13% trova l’occasione per bere e mangiare qualcosa insieme. Insomma, l’outdoor bello e confortevole è uno spazio da vivere, e da vivere insieme, per cui vale la pena spendere tempo, denaro ed energie.
Tecnologie innovazione soluzioni Ho acquistato casa di recente e voglio personalizzarla
41%
21%
Per adattarli ai recenti cambiamenti nella mia famiglia e nel mio stile di vita
21%
Gli elementi esterni erano deteriorati, fatiscenti
LE 3 PRINCIPALI PROBLEMATICHE DA RISOLVERE 35%
24%
19%
Inefficace utilizzo dello spazio
Mancanza di privacy
Troppo sole
Le percentuali che identificano quando e perchè si sceglie di rinnovare gli esterni.
QUALI PRODOTTI E MATERIALI PREFERITI PER GLI ESTERNI Alternative al prato
Tipologie nuove piante
Materiali nuovo deck
22% rimuove/riduce il prato originario
91% interviene sulle piante
10% interviene sulla pedana
44% elementi artificiali 39% strutture esterne
53% annuali 49% perenni
35% pietra 23% legno riciclato
Modelli nuove luci
Materiali nuove superfici esterne
Tipologie di piscina
65% interviene sull’illuminazione
33% interviene su percorsi, vialetti d’ingresso, patii
5% aggiunge/rinnova la piscina
57% lampade da parete 38% lampioni
38% lastre di pietra 27% ghiaia/pietra tritata
42% piscina interrata 40% piscina fuori terra
GESTIONE | formazione
Dal primo incontro al contratto Il giardiniere deve essere capace di presentarsi con estrema professionalità, per assicurarsi la fiducia del committente. La fase di presentazione è la più delicata per il proseguo della trattativa. Bisogna entrare in sintonia col cliente
I
l primo incontro con il cliente è quello determinante, perché è il primo passo verso la vendita potenziale di un progetto o una manutenzione. E dobbiamo organizzarlo e affrontarlo con estrema professionalità. Il nostro interlocutore deve essere incuriosito, stimolato e l’azienda essere in grado di rispondere alle esigenze del cliente, anche solo si trattasse di una semplice informazione, perché l’informazione di oggi potrebbe trasformarsi domani in un nuovo lavoro.
SICURI, CONCRETI, SERI
Sicurezza. Proprio nell’approccio e nelle prime fasi interlocutorie, la sicurezza riveste un ruolo fondamentale e deve essere manifestata in ogni momento. Ma dove, in particolare? Innanzitutto nell’affer-
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mazione delle capacità e potenzialità dell'impresa, mai mostrarsi incerti, anche quando ci viene proposto un lavoro complesso. La stessa sicurezza deve essere espressa anche sulla scelta delle piante, l’ubicazione e sul prezzo. Nel momento in cui il cliente percepisce incertezza chiederà sicuramente altre offerte. L'incertezza toglie al cliente parte della fiducia e lo rende meno propenso ad affidare il lavoro o a far operare l’azienda sul cantiere con libertà di azione. In questa fase è necessario comprendere quali potranno essere le scelte da fare per soddisfare al meglio le esigenze del cliente, in modo da proporre in breve tempo un disegno per un progetto o un piano di manutenzione. Concretezza. Successivamente, si concretizzeranno le idee su di un progetto. Il disegno potrà essere un semplice schizzo o un lavoro più dettagliato, di-
pende molto da come verrà organizzato il cantiere. Un consiglio potrebbe essere quello di realizzare già una prima idea del progetto durante la fase interlocutoria, ma senza mostrarsi frettolosi o superficiali. Serietà. Uno dei dubbi più diffusi tra i professionisti è quello se il progetto debba essere pagato oppure no. Partiamo dal fatto che il progetto rappresenta il momento creativo e, in sostanza, include buona parte delle informazioni necessarie alla realizzazione di un buon giardino, di conseguenza è meglio dargli un valore. Questo vale ancor di più quando viene realizzato da un paesaggista esterno. L'obiettivo e fare in modo che il progetto non diventi un servizio a basso valore, prestato al cliente, e che quest'ultimo infine, con in mano il progetto, acquisti direttamente le piante o si faccia realizzare il lavoro altrove. La strategia imprenditoriale necessaria mira a ridurre al minimo la quota di clienti che con un progetto, eventualmente gratuito in mano, si possa rivolgere in seguito ad altre imprese per la realizzazione.
CAPACITÀ DI SPESA
Al momento della presentazione del progetto sarebbe opportuno presentare anche un’offerta dettagliata dei lavori necessari per la fase di realizzazione del lavoro. L’approvazione da parte del cliente dipenderà molto dalle fasi preliminari e di analisi derivanti dal sopralluogo e dal confronto con la committenza. L'80% dei clienti che richiede un preventivo dopo 2/3 anni non ha ancora commissionato il lavoro. Un dato interessante da sapere, che fa capire le modalità di decisione del cliente. Molto spesso si tende a ragionare in una visione generale di spesa, senza rendersi conto delle possibilità e disponibilità della clientela: cercare di capire le capacità d’investimento della committenza è determinante per la buona riuscita della trattativa.
GARANTIRE IL LAVORO
Una volta "conquistato" il cliente si entra nella fase più operativa dei lavoro e in prima battuta sono quattro le indicazioni da comunicare al committente: • Inizio lavori • Arrivo delle merci • Modalità di installazione • Consegna del lavoro finito
È determinate, poi, seguire in ogni fase di lavoro il cliente, per assicurarsi che sia soddisfatto. Questo è un aspetto importantissimo, come per tutte le attività, perché il “passa parola” è la pubblicità più diretta per un giardiniere e con ritorni immediati. Alla fine, una vendita non può ritenersi completata e conclusa se non nel momento in cui si raggiunge con successo il pagamento. La buona riuscita dei lavori comporterà, naturalmente, un pagamento immediato da parte del cliente, in base alle modalità pattuite. Da qui bisogna instaurare un processo di fidelizzazione attraverso azioni mirate di post-vendita, con l’obiettivo di tutelare la fiducia acquisita. Alcune operazioni da prevedere: • Garanzia scritta relativamente alle piante e ai materiale forniti, impianti compresi • Fornitura di un manuale di manutenzione che dettagli in maniera chiara e semplice tutte le operazioni da effettuare in giardino • Calendario di operazioni programmate, come trattamenti fitosanitari, concimazioni, diserbi, eccetera.
IL PROCESSO DI FIDELIZZAZIONE Mantenere i rapporti con la committenza è fondamentale per una garanzia di lavoro nel tempo. Ecco alcune azioni da prevedere per garantire la fidelizzazione del cliente: • Effettuare visite programmate e ricorrenti • Invio lettere per suggerire manutenzione ordinaria • Inviare periodicamente inviti a manifestazioni o mostre, come servizio cortesia • Comunicare la disponibilità di prodotti o servizi con sconti particolari • Effettuare un controllo fitopatologico stagionale • Proposte di accessori a completamento del giardino N°005
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NUOVA
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PROFESSIONISTI DEL VERDE
COMPO sta scrivendo una nuova storia che riguarda tutti gli operatori del mercato del verde pubblico e privato. La realizzazione e la gestione di un prato di qualità sono operazioni a volte complicate poiché sono molteplici i fattori che determinano il successo di una copertura verde. COMPO Italia propone una gamma completa per ogni operazione di gestione del tappeto erboso: concimi di qualità in grado di modulare la disponibilità degli elementi nel tempo aumentandone l’efficienza nutritiva e assicurando apporti sempre in linea con i fabbisogni delle piante; prodotti esclusivi ad azione combinata per una migliore gestione delle principali criticità d’impianto e manutenzione; miscugli di semi da prato, specificatamente studiati per le esigenze dei tappeti erbosi italiani, ciascuno caratterizzato da una specificità d’impiego in termini di adattamento alle diverse condizioni ambientali; substrati idonei per le aree verdi e fitofarmaci specifici per la difesa del tappeto erboso. COMPO Italia per un’offerta completa di prodotti per la cura del verde pubblico e privato. Contatta l’agente di zona per maggiori informazioni
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GESTIONE | soluzioni
CONCENTRIAMOCI
SUL TERRENO Strategie pratiche per la buona salute del tappeto erboso e delle piante, alla luce dell’introduzione del PAN. Un approccio biologico per adeguarsi alle nuove norme senza compromettere la qualità del proprio lavoro. In queste pagine partiamo dal basso, dallo sviluppo delle radici di Camillo De Beni
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gni bravo giardiniere è a conoscenza del fatto che, per ottenere dei buoni risultati quando si pongono a dimora piante o quando si realizza un tappeto erboso, occorre utilizzare specie botaniche adatte alle condizioni climatiche esistenti, ma anche alla qualità del terreno naturale presente sul posto, all’esposizione al sole, alle risorse disponibili per la successiva manutenzione (acqua, fertilizzante, ecc...). Tutti questi fattori, se ben analizzati prima di consigliare l’introduzione di una determinata specie di pianta all’interno di un giardino, consentono di fare la scelta giusta e di avere poi molti meno guai nella fase di attecchimento e sviluppo.
NECESSITÀ DI ALTERNATIVE
Il problema è che quando si forza la natura scegliendo, per esempio, di utilizzare una specie botanica che non risulta essere la più indicata per le condizioni ambientali disponibili, la pianta stenta a crescere ma, in particolare, indebolendosi, diventa facile preda di parassiti, funghi e fisiopatie di ogni genere. Capita infatti, ed è giusto che sia così, che all’interno di un giardino si desideri vedere crescere e fiorire piante non prettamente autocotone, orientandosi su scelte tali da consentire variabilità botanica, mirando quindi anche all’utilizzo di piante esotiche. Capita, ed è forse la maggioranza dei casi, di dover avere a che fare con condizioni ambientali difficili, legate a una scadenN°005
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GESTIONE | soluzioni
LE BASI • Nel terreno è necessario favorire sia lo sviluppo delle radici sia l’attività dei microrganismi • I microrganismi rivestono un ruolo importante nell’equilibrio tra piante e suolo, e, a livello della rizosfera svolgono attività essenziali per lo sviluppo delle piante • Le attività dei microrganismi, grazie alla produzione di essudati radicali, vengono stimolate spesso dalla pianta stessa, che influenza lo sviluppo dei microrganismi a essa più congeniali • Le particelle del terreno, le attività biotiche e le funzionalità degli apparati radicali sono strettamente connesse tra loro
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te qualità del terreno piuttosto che a limitate risorse idriche o a particolari condizioni climatiche, quindi a stress abiotici, come quelli che stiamo subendo nelle ultime torride stagioni estive. E allora, in una fase storica di grandi cambiamenti dove, in ambienti pubblici, urbani e negli ambiti ornamentali, assistiamo all’introduzione di rigorose normative legate all’uso di pesticidi (PAN – Piano di Azione Nazionale) con limitatissime possibilità di utilizzo di molecole chimiche (prodotti fitosanitari) efficaci nell’azione di contrasto alle fisiopatie, “casca a fagiolo”, e si pone con urgenza, la necessità di trovare soluzioni tecniche alternative.
CURA DEL MICRO-MONDO
Da dove cominciare? L’argomento è assai vasto poiché si può agire su diversi fronti, dalla parte aerea, quindi a livello fogliare, piuttosto che a livello radicale. Con questo primo articolo sull’argomento ho ritenuto prioritario concentrare l’attenzione sul terreno, poiché spesso e volentieri... il difetto sta nel manico! Il terreno è il “mezzo” dove devono svilupparsi le radici. Dove oltre a un corretto equilibrio tra componente solida, liquida e gassosa occorre vi siano contenuti di varie frazioni (sabbiosa, limosa e argillosa) tali da consentire, in associazione alla sostanza organica presente, lo sviluppo di un mezzo idoneo per la crescita delle radici ma anche, e soprattutto, per l’attività dei microrganismi. I microrganismi rivestono un ruolo fondamentale nel delicato equilibrio che esiste tra piante e suolo, e, a livello della rizosfera (termine che identifica l’intorno dei capillizi radicali, coniato già nel 1904 da un ricercatore tedesco), svolgono attività essenziali per lo sviluppo delle piante. Tali attività, grazie alla produzione di essudati radicali, vengono stimolate spesso dalla pianta stessa, che orienta e influenza in questo modo lo sviluppo dei microrganismi a essa più congeniali. Ma è solo in tempi recenti che si è giunti a comprendere appieno il ruolo e i benefici della sostanza organica e delle attività biotiche legate agli organismi tellurici. Ed è solo in tempi recenti quindi che ci si è evoluti dagli studi e dalla visione meccanici-
stica e passiva del suolo, arrivando a comprendere la profonda correlazione esistente tra particelle del terreno, attività biotiche e funzionalità degli apparati radicali: non sistemi autonomi e separati ma un continuum di reazioni e interazioni tra piante, suolo e microrganismi.
GESTIRE IL SUOLO
Ecco allora che applicazioni pratiche nella “gestione della rizosfera” ci consentono di migliorare l’efficienza del mezzo in cui la pianta affonda le radici, con tutti i benefici che ne derivano. È nella rizosfera infatti che si concentra la maggior quantità di sostanze umiche nobili. La loro pre-
L’importanza della qualità della terra, in fase costruttiva.
senza, dovuta all’accumulo delle secrezioni radicali e delle attività microbiche, porta innumerevoli vantaggi per le piante: • aumento dell’efficienza d’uso e di assorbimento dei nutrienti e delle sostanze minerali • riduzione della formazione di composti insolubili, in particolare per il fosforo • effetto tampone nei confronti di eccessi salini e/o inquinamenti chimici • lubrificazione utile per l’allungamento radicale • protezione e nutrizione delle popolazioni batteriche È nella rizosfera che, grazie al ruolo cruciale dei microrganismi e della rizodeposizione (emissione di essudati radicali) si sviluppano una complessità di azioni e interazioni di grande rilevanza per le piante, che possono suddividersi in: • emissione di sostanze precursori e stimolanti la crescita dei vegetali • rilascio da parte dei microrganismi di agenti utili per la chelazione di nutrienti inorganici carenti (es. Ferro) • rilascio di sostanze ormonali o ormonosimili con azione fitostimolante, soprattutto a carico delle cellule meristematiche a livello della cuffia radicale • produzione di sostanze (antibiotici, induttori di resistenza, sostanze allelopatiche) in grado di ral-
Cornus controversa ‘variegata Ben visibile l’attività dei batteri, che possono aumentare la fertilità del terreno nella rizosfera.
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L’ESEMPIO CALZANTE
Azalee allevate in terreni acidi sul lago di Lugano. NELLA PRATICA Data per scontata l’adozione delle “buone pratiche” in fase di posa a dimora di piante piuttosto che nella fase realizzativa di un tappeto erboso, evitando quindi di procedere su terreni inadatti, poveri, inquinati, in presenza di ristagni idrici, su superfici molto compattate, è possibile influenzare “l’effetto rizosfera” apportando al terreno, in forma liquida e/o granulare, alcuni prodotti organici, biologici, biostimolanti che, essendo dotati di peculiari caratteristiche tecniche, amplificano e mantengono attivi ed efficienti i processi e le interazioni a livello della rizosfera. Analogamente è possibile apportare anche piccole dosi di sostanze inorganiche che, in sinergia con i biostimolanti e i batteri, consentono di amplificare e migliorare tutti i processi che mantengono sane e vigorose le nostre piante e i tappeti erbosi. Quali sono questi prodotti e che primarie funzioni esercitano? • Acidi umici e fulvici – attivano i processi metabolici sugli apparati radicali, sono fonte di nutrimento per i microrganismi, migliorano la struttura del terreno favorendo la produzione di aggregati stabili. • Estratti di alghe (es. Ascophyllum nodosum / Ecklonia maxima) – stimolano la crescita radicale e la formazione di nuove radici, ritardano la senescenza cellulare inducendo lo “Stay Green Effect”, stimolano l’accestimento (tappeti erbosi), stimolano le difese naturali delle piante. • Aminoacidi – essendo un nutriente a rapido assorbimento è disponibile per le piante senza grandi dispendi energetici. • Silicio assorbibile – aumenta la resistenza meccanica dei tessuti, tampona sbilanciamenti nutrizionali, aumenta la resistenza alla siccità. • Batteri benefici (Bacillus sp., Lactobacillus sp., Streptomyces sp., Pseudomonas sp.): 1. fissano azoto atmosferico 2. solubilizzano, rendendo assorbibili, elementi nutritivi generalmente poco solubili (es. Fosforo)
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Perché è fondamentale un’analisi preliminare prima di consigliare una determinata pianta? L’esempio classico è quello delle piante acidofile come le Azalee, piante che se poste a dimora in ambienti molto assolati, magari lungo una scarpata esposta a sud, su terreni dotati di pH elevato, quindi basici, faticano a sopravvivere. Piante che, al contrario, in terreni “freschi”, ricchi di sostanza organica, posizionate in mezz’ombra, ma soprattutto, insediate in terreni acidi (pH < 6), crescono vigorosamente. 3. producono vitamine, enzimi e altre sostanze ormonosimili (auxine, giberelline, citochinine) utili per la crescita 4. degradano molte sostanze tossiche, pesticidi, idrocarburi; 5. producono metaboliti con effetti soppressivi per alcune patie radicali (es. Pythium sp.) 6. favoriscono lo sviluppo delle micorrize. • Funghi benefici (Trichoderma sp., Metarhizium sp.) – stimolano lo sviluppo radicale, proteggono da malattie radicali (es. Pythium sp.; Phytophtora sp.; Rhizoctonia sp.; ) agendo da inibitori e/o da veri antagonisti (forma diretta di micoparassitismo), agiscono da entomopatogeni. • Funghi micorrizici (Micorrize) – costituiscono una simbiosi mutualistica benefica tra radici e funghi con ripercussioni positive per la pianta in termini di: 1. incremento nella capacità di assorbimento per acqua e macro e micronutrienti 2. maggiore tolleranza alla salinità e alla presenza di metalli pesanti 3. miglioramento della struttura del terreno grazie alla produzione di un composto organico chiamato Glomalina, una sorta di colla naturale 4. incremento della resistenza a malattie radicali e a nematodi. Utilizzare e applicare prodotti con queste caratteristiche, nell’ambito della gestione ordinaria dei nostri giardini, consentirà lo sviluppo di piante più sane, resistenti ed efficienti oltre che protette, grazie all’introduzione di antagonisti naturali. Un approccio biologico, rispettoso per l’ambiente, che consente di adeguarsi alle recenti normative senza compromettere la qualità del proprio lavoro.
GESTIONE | soluzioni
MICORRIZE E BATTERI: I BENEFICI • Maggiore capacità di assorbimento (fino a + 700%) • Maggiore capacità di recupero al trapianto • Sfruttamento ottimale della fertilità del terreno • Maggiori garanzie di attecchimento, sviluppo e crescita • Maggior resistenza agli stress
Nuovi impianti: massimo risultato nell’applicazione di stimolanti radicali e micorrize al momento della posa a dimora. lentare lo sviluppo dei patogeni e/o incrementare la resistenza delle piante ai patogeni • incremento di resistenza agli stress abiotici (caldo, freddo, siccità, salinità, deficienze nutrizionali, utilizzo intensivo nel caso dei tappeti erbosi). In sostanza: una maggiore conoscenza e consapevolezza del micro-mondo della rizosfera e di tutte le attività che si svolgono al suo interno, tra organismi tellurici, sostanza organica e capillizi radicali, ci consente di intravedere concrete possibilità di sviluppo nelle strategie per il miglioramento dell’efficienza nutritiva e idrica, con riduzione nell’uso di fertilizzanti ed acqua ma anche con la definizione di nuove tecniche di difesa, mirate all’azzeramento nell’impiego di prodotti fitosanitari. Già oggi è possibile favorire l'“effetto rizosfera”, prevedendo l’apporto di precursori organici di qualità (es. sostanza organica di origine vegetale) associati a inoculi batterico-fungini ricchi di micorrize. Tale azione si dimostra particolarmente benefica quando è abbinata a lavorazioni meccaniche del suolo che consentono di scongiurare il rischio di ristagni idrici, piuttosto che la presenza di suoli compattati e asfittici, poiché è risaputo che l’attività batterica benefica necessita di corretti livelli di ossigeno e di umidità, per esprimersi al meglio.
EFFETTO RIZOSFERA • Apportare al terreno, in forma liquida e/o granulare, alcuni prodotti organici, biologici, biostimolanti • Associare piccole dosi di sostanze inorganiche per creare sinergia con i biostimolanti e i batteri • Effettuare lavorazioni meccaniche del suolo per evitare ristagni idrici ed evitare asfissia
Vecchio esemplare di Sophora japonica ‘Pendula’ curato con applicazione di Biostimolanti e Trichoderma al terreno.
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GESTIONE | tendenze
N James Basson, medaglia d’oro e Best in Show per un giardino in cui ripropone il paesaggio di una cava di pietra a Malta.
on è possibile far passare sotto silenzio il drammatico calo di giardini all'RHS Chelsea Flower Show 2017, svoltosi a maggio nel quartiere londinese di Chelsea. Effetto Brexit: nel clima di incertezza economica attuale deve essere stato difficile trovare sponsor per i giardini tradizionalmente di più alto profilo, gli show gardens su Main avenue, ridotti a otto in tutto, contro i 17 dello scorso anno. Comprensibile, visti gli altissimi costi di esecuzione di questi spazi - nessuno conferma cifre esatte, ma per l’edizione precedente si erano già battute le 100.000 sterline per i giardini più grandi, da 20 metri per 10. Quest’anno si è tirata la cinghia stringendo la cordella metrica, con vari giardini di dimensioni medie, dai 15 ai 10 metri di lunghezza per 10 di profondità. Meno pavimentazione, meno strutture. Bene, visto che negli ultimi anni si erano visti eccessi faraonici, campionari di edilizia rurale, intere hall di aeroporti in marmo bianco con
qualche fontana e palme rigide, che sembravano la pubblicità di vacanze a Dubai. Il cattivo gusto è stato sfiorato e ampiamente sforato negli anni di vacche grasse, chissà se le vacche magre hanno riportato un po’ di semplice eleganza? La risposta tra le righe seguenti.
IL TROPPO STROPPIA
C’è chi ha pensato di economizzare pigiando in uno spazio piccolo maggiori risorse, con un effetto sovraccarico. Nel suo giardino Chris Beardshaw ha costruito una loggia, dando l’illusione di un retro di casa in campagna, ma di dimensioni enormi e proporzioni tozze, troppe linee e troppi materiali in conflitto per creare un effetto fra il silvano e il post-moderno. In primo piano una collezione di piante che parte dal pino silvestre per arrivare alle peonie, passando per tassi topiarizzati, piante da secco e felci, mediterranee e alpine, e delle vere e proprie meringhe - come altro definire un lupino multicolore? Veramente
Oltre le mode
del momento
Partendo dai giardini visti al Chelsea Flower Show 2017, una riflessione su quanto sia importante, nella realizzazione di aree verdi, rispettare le caratteristiche del posto. Di sicuro, più che seguire solo trend commerciali testo e foto di Anna Piussi
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troppo, confuso e farraginoso, un’infatuazione per ogni singolo oggetto a scapito dell’insieme, il che meraviglia per un designer della sua esperienza. C’erano errori di habitat, che sono sicura gli sono costati qualche punto, con piante da sole in piena ombra. Soprattutto è inconcepibile vedere così tanta fioritura ai piedi di un pino, che da solo farebbe fuori tutta la competizione. I pini, incomprensibilmente, sono le vedette di quest’anno. A parte tassi, cipressi, magari anche leylandii, che da tempo vivono in giardino come forma architettonica, siepe, o topiaria, le conifere non sono piante troppo addomesticabili, e l’intera specie di Pinus mi sembra stia meglio fuori dal giardino domestico. Non sono piante accoglienti, ci cresce poco o niente sotto, e l’unica cosa che regalano oltre all’ombra è una valanga di aghi da raccogliere. Meglio in un parco, in pineta, in un arboreto dove abbiano libero spazio per svilupparsi in tutta la loro ostica bellezza. Nell’ambiente naturale, o la ricreazione di questo a Chelsea, ci stanno benissimo, come si vede nel giardino di Charlotte Harris, ispirato al paesaggio canadese, che ha riscosso un grande successo.
RICERCARE NUOVI EFFETTI
Nella nuova categoria di “Feel Good gardens”, nati per celebrare tutti i sensi, riappaiono pini nel giardino di Matt Keightley, che però sembra avere ribaltato le carte in tavola, scegliendo come alberi dominanti un Acer griseum e un Prunus serrula multi-stelo, entrambi con la corteccia che si sfoglia arricciandosi come carta, rivelando sotto la superficie lucida dello strato nuovo di corteccia, il primo color cannella, il secondo bronzo. Il piano più basso è formato da cespugli potati a cuscino, intervallati con graminacee, erbacee perenni, felci, in una sequenza estremamente tattile, che si riassume nel muro di fondo in pietra, un contrasto fra superficie
Il giardino di Chris Beardshaw era veramente troppo, un’infatuazione per ogni singolo oggetto a scapito dell’insieme.
L’ESEMPIO DA SEGUIRE Il piano più basso nel giardino di Matt Keightley (nella foto) è formato da cespugli di pini mughi; dei due cultivar utilizzati, Pinus mugo mugo e Pinus mugo pumilio, almeno il 30% è stato potato per enfatizzare la forma a cuscino e le variazioni di tessitura, e l’effetto è replicabile in un giardino vero. Il pino mugo nel suo ambiente naturale può crescere fino a 3-6 metri, la cultivar pumilio è naturalmente più bassa, ma ambedue si prestano a potature a bonsai, alla stregua di un tasso. Questa potatura si trova bene nel giardino contemporaneo, dal più minimalista al più naturalista.
SÌ E NO • Sì all’osservazione del paesaggio circostante • No al pino nel giardino domestico, non è accogliente, sotto ci cresce poco o niente • Sì alla proposta di piante di cui si conoscono le reali necessità
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Charlotte Harris si è ispirata al paesaggio canadese. La pavimentazione si equilibra bene con l’aspetto contorto degli alberi di Pinus banksiana.
liscia, lavorata a grandi cunei, e inserti di muschio. Solo guardando meglio si nota che i bassi cuscini di vegetazione che percorrono il giardino sono dei pini mughi, di diverse sfumature a seconda dello stadio di crescita, con aghi che danno un’apparenza di morbidezza. Ma il pino è davvero un trend? Dobbiamo preoccuparci? Il valore del Chelsea Flower Show non è nel promuovere una pianta o formato di giardino da copiare, ma di stimolare l’immaginazione a ricercare nuove soluzioni, nuovi effetti. Per cui benissimo se quest’anno abbiamo avuto possibilità di scoprire nelle conifere basse il loro effetto tattile, la capacità di essere potate in forma, in quelle alte l’eleganza di un profilo irregolare, di un albero “vissuto” e contorto. Meno bene, secondo me, se vengono usate senza piena conoscenza delle loro necessità e capacità di crescita, e degli ambienti in cui stanno bene.
ISPIRARSI ALLO SPAZIO FUORI
Al Chelsea Flower Show i giardini sono arte, hanno un valore intellettuale, ti spingono a mettere in discussione il tuo rapporto con lo spazio fuori urbano, suburbano o naturale - e mettertici dentro in maniera attiva. Non è (soltanto) una vetrina di prodotti, di piante da copiare, anche perché è L’ESEMPIO DA NON SEGUIRE Il paesaggio italiano è infestato da alberi inappropriati, da piccole e grandi conifere, da palle di sempreverdi, spesso di colori improponibili, che popolano gli ingressi di tutte le villette, ognuna seduta sul suo montarozzo di terra di scavo. È dagli anni ’70 che si tratta così la campagna: anziché fare portar via il sottosuolo sterile, spendere un pomeriggio di escavatore in più per ridistribuire il terreno, e poi comprare un paio di camion di terra buona, si spende tutto in impianti per irrigare l’utopico pratino, e in sempreverdi sterili trovate dai clienti nel reparto giardino di un grande magazzino. Piantate a caso senza conoscenza del loro habitat naturale, riducono l’incredibile varietà di paesaggi della Penisola a parcelle di cattivo gusto globalizzato.
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stupido cercare di piantare fuori dal proprio ecosistema e contesto storico. Comunque se non c’è un po’ di dibattito a Chelsea mi sembra tempo perso, ci vado proprio per uscire dalla comfort zone in cui il giardino diventa un modulo ripetitivo, un pezzo d’arredamento. È molto di più, è un dialogo fra la natura e gli umani, e riflette quindi il nostro stile di vita, il nostro ecosistema attuale. Da anni James Basson causa controversie a Chelsea con giardini “improponibili”. Esprime le quattro dimensioni del paesaggio - la quarta è il tempo, che si legge nella traccia dell’industria umana che costruisce qualcosa che poi viene erosa e popolata di erbacce dopo l’abbandono. C’è forse la quinta dimensione che è proprio il rapporto fra gli umani e l’ambiente: simbiosi quando non sfruttamento. Ognuno dei suoi giardini non era riproducibile per un cliente, ma era un invito a osservare attentamente la natura che ci circonda, un lavoro poetico che enfatizza il rapporto simbiotico fra umani e natura. Quest’anno James si è meritato la medaglia d’oro e Best in Show per un giardino in cui ripropone il paesaggio di una cava di pietra a Malta, ripopolata da “erbacce”. La presenza umana qui è l’industria dei cavatori di pietra, che lasciano blocchi già segati da finire di estrarre, un gioco geometrico di pieni e vuoti tipico delle cave. Che, viste come pura forma, come le propone, sono sculture drammatiche, paesaggi architettonici, una New York post-apocalittica in cui i grattacieli si ammorbidiscono sotto la copertura di piante. E quello vale il Best in Show (il meglio in mostra) perché oltre al valore concettuale dei suoi giardini, si è aggiunta una dimensione estetica drammatica che vale la pena emulare. Guardiamoci intorno per vedere se, nel paesaggio che porta le cicatrici della presenza umana (cave, capannoni abbandonati, ferrovie dismesse) si può sfruttare questa tensione fra un manufatto geometrico, moderno, e la morbidezza della natura, anziché proporre come valido solo un paesaggio naturale o ri-naturalizzato. Non si crea un bel giardino introducendo piante alla moda del momento. Se ne trovano le forme osservando il paesaggio naturale e antropizzato circostante, cercando il genius loci (lo spirito del posto), che è sempre legato a un ecosistema specifico, non un trend commerciale.
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C'
è chi lo chiama cestello, chi ragno, e chi in altri modi bizzarri, fatto sta che la piattaforma aerea – questo il suo nome tecnico ufficiale - è il mezzo per il sollevamento più usato nel nostro settore. In altri vanno per la maggiore i sollevatori telescopici, ma nella manutenzione del verde, non c'è alcun dubbio: le piattaforme, proprio per le loro specificità, sono i mezzi più indicati, e pertanto più usati. In caso di necessità, a parte le aziende che dispongono di un parco macchine di proprietà, la via più immediata è ricorrere al noleggio. Eccoci al dunque. In queste pagine vi presentiamo GV3 (Gruppo Venpa3), realtà che si occupa di noleg-
gio e assistenza di piattaforme aeree, macchine movimento terra, autogrù, sollevatori telescopici in Italia e all’estero. I suoi mezzi sono impiegati nella manutenzione del verde e nella realizzazione d’innumerevoli contesti residenziali.
IN ITALIA E ALL'ESTERO
Per chi mastica un po' di noleggio GV3 è un nome noto: presente capillarmente sul territorio, con la sede centrale a Dolo (VE), 29 filiali in Italia e tre in Croazia, vanta una flotta di oltre 4.000 mezzi e può contare sulla professionalità di ben 300 collaboratori. Numerosi i suoi punti di forza. A partire dai professionisti in cantiere (60 funzionari noleggio a
Il mezzo giust o
giusto
GV3 è una realtà specializzata nel noleggio di piattaforme aeree e di macchine da cantiere. Vi illustriamo le caratteristiche del servizio e scattiamo una fotografia dei mezzi più gettonati nel nostro settore di Daniela Stasi in collaborazione con Lidia Furlan
disposizione per consulenze e sopralluoghi gratuiti in tutta Italia), e dal dipartimento First Care, un team di tecnici sempre pronto a rispondere a tutte le domande sul funzionamento e sul corretto utilizzo dei mezzi e, all'occorrenza, a intervenire in cantiere. Per non dimenticare i trasporti (il mezzo noleggiato viene consegnato direttamente dove serve), l'istruzione all'utilizzo del mezzo da parte del trasportatore che cura la consegna, e la sicurezza, grazie a piattaforme controllate a ogni noleggio nel pieno rispetto delle normative vigenti e delle verifiche periodiche di legge. Da segnalare inoltre i contratti personalizzati su misura per ogni esigenza, che offrono flessibilità e vantaggi economici (particolari vantaggi per i noleggi a lungo termine), e i corsi di formazione su standard di valutazione ISO 18878 per formare gli operatori nell’utilizzo di piattaforme aeree, autogrù e sollevatori telescopici in totale sicurezza.
AUTOCARRATE IN PRIMA LINEA
Ma quali sono i mezzi più richiesti nel settore della manutenzione del verde? Oltre alle autocarrate da 20 metri, mantengono il primato i ragni, soprattutto le versioni fino a 25 metri, seguiti dalle autocarrate con altezze di lavoro maggiori, da 25 e 32 metri. In qualche caso per i lavori sui viali delle città con alberi di alto fusto si utilizzano le semoventi oltre i 20 metri perché meno ingombranti su strada e più rapide nell’eseguire gli spostamenti tra una pianta e le successive. Per i lavori di scavo,
Guarda la gamma e cerca la sede più vicina!
t o al momento PIÙ DI 35 ANNI DI STORIA Le origini di GV3 risalgono al 1981, anno in cui viene fondata la capogruppo Venpa3 – oggi Venpa Spa - che nei primi dieci anni di attività si dedica alla promozione del noleggio delle piattaforme aeree e autogrù. Nel 1991 il parco noleggio tocca le 50 unità, per arrivare a 400 nel 1997 e alle attuali oltre 2.000 macchine in flotta Venpa e oltre 4000 come Gruppo Venpa3. Ad oggi il Gruppo è costituito dalla condivisione di sei società di noleggio distribuite su tutto il territorio nazionale (Venpa, Torinoleggi, Edilrental, Tecnoalt, Sicel, Elevatuer) e internazionale (Audax Doo). Al di là della presenza nazionale, GV3 in questi ultimi anni si è affacciato frequentemente oltre confine, portando spesso i propri mezzi ad affrontare viaggi extra continentali (Marocco, Emirati Arabi, Francia, ecc): gode di un team di persone dedicato, specializzato in pratiche di esportazione e trasporto, service operativo in site ed off site, assicurazioni (adeguate alle condizioni richieste dal paese ospitante) e ovviamente conoscenza delle lingue. N°005
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GESTIONE | nolegg io
LA MACCHINA NELLE FOTO Modello e marca
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Portata
440 kg
Altezza max lavoro
60 m
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Dimensioni cesta
360x90x110 cm
Dimensioni piattaforma
250x1.195x400
Ingombro con stabilizzatori aperti
7,20 m
ampiamente noleggiati anche i miniescavatori con un peso operativo di 16 quintali.
RAGNI IN ESPANSIONE
Come già detto, i ragni sono tra le piattaforme più impiegate nel nostro settore. A tal proposito segnaliamo che Venpa ha rinnovato di recente il parco macchine introducendo due nuovi ragni firmati dalla bresciana Palazzani. Si tratta dei modelli TSJ25 e XSJ32, quest'ultimo dotato di jib telescopico, a favore di un accesso più agevole ai punti di lavoro difficilmente raggiungibili. Il TSJ25, nello specifico, ideale per la potatura, si distingue per le grandi capacità di accesso e di piazzamento, soprattutto in spazi angusti e su pendenze importanti, grazie alla possibilità di restringere i cingoli da 130 a 98 cm e di ruotare ciascun piede su quattro differenti posizioni.
I MEZZI PIÙ NOLEGGIATI • Autocarrate da 20 metri • Ragni fino a 25 metri • Autocarrate con altezze da 25 e 32 metri • Semoventi oltre i 20 metri • Miniescavatori da 16 quintali
PRONTO INTERVENTO Il servizio di assistenza esterna di GV3 si chiama First Care. Si tratta di un team di tecnici specializzati e preparati nella gestione quotidiana delle emergenze dei clienti, che cercano in prima battuta di risolvere telefonicamente il problema o, se necessario, organizzano l’intervento in cantiere nell’ottica di risolverlo nel modo più rapido possibile. Da analisi effettuate interne all’azienda è emerso che gli addetti al First Care Venpa riescono a fornire risoluzioni telefoniche ai problemi dei clienti nel 38% dei casi e che, in caso di interventi esterni, nel 97% dei casi questi risultano risolutivi entro le 12 ore dalla chiamata. Sono oltre 30 le officine mobili attrezzate annesse ai vari punti noleggio: informati del guasto o del problema da risolvere, grazie a un appropriato sistema informatico, gli specialisti intervengono in maniera tempestiva. In caso di danno grave non riparabile in cantiere o non riparabile in tempi brevi, nell’ottica di garantire sempre un servizio attento e per diminuire più possibile l’inoperosità dei clienti, il mezzo viene sostituito.
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FIERA DI PADOVA
21·23SETTEMBRE2017
SCOPERTE | vegetali
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al 23 al 26 agosto appuntamento con la 35esima edizione di Plantarium, a Boskoop in Olanda. Tema di quest’anno, “Stories”, che rimanda alla possibilità di dare valore alle piante creando suggestioni e ispirazioni, raccontando storie. Anche quest’anno si conferma la natura
internazionale dell’evento, con più di 300 espositori provenienti da 48 Paesi. Moltissime le nuove varietà che verranno presentate; ne abbiamo scelte alcune, per offrire uno scorcio della ricchezza che vedrà chi visiterà Plantarium. Un'attenzione particolare a Ilex crenata ‘Samurai’ e Pittosporum tenuifolium ‘Cratus’, pensate per sostituire il Bosso.
Phlox paniculata ‘Verscan’ (Bambini Candy Crush) Una cultivar della serie Bambini®. Ben ramificata, dalla fioritura precoce e crescita compatta (25 centimetri massimi di altezza), resistente alla muffa e con fiori profumati. Preferisce una posizione assolata o in mezz’ombra, in terreno ben drenato. Perfetta nei mix, nelle bordure e sui balconi. Acer palmatum ‘JWW7’ (Brown Sugar) Un acero giapponese forte e robusto, che in primavera si copre di bei germogli color cioccolato che virano al verde scuro. In estate il colore diventa rosso brillante e le foglie continuano a crescere fino a settembre. I rami crescono rapidamente e restano rossi per tutto l’inverno. Brown Sugar non teme le basse temperature.
Anteprima
Plantarium Manca poco alla 35esima edizione della nota fiera olandese. Ecco la nostra selezione delle principali novità, tra cui varietà pensate per sostituire il bosso di Matteo Ragni
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Schizachyrium scoparium ‘Standing Ovation’ Fogliame azzurro-verde che mano a mano che la stagione si avvicina all’autunno diventa più rosso-bruno. Prospera in pieno sole e in terreno secco, ben drenato. È un’erbacea altamente ornamentale, con foglie più sottili rispetto alle altre varietà della stessa specie. Raggiunge i 90 centimetri di altezza e i 40 centimetri di larghezza.
Hibiscus syriacus ‘Rwoods6’ (Starburst Chiffon) Da luglio a settembre si gode dei magnifici doppi fiori di questo Hibiscus, che sfumano dal rosa scuro al rosa chiaro. È un cespuglio che raggiunge i due metri di altezza al massimo, con fiori abbondanti che raggiungono i 10 centimetri di diametro. Decisamente una pianta da veranda o terrazza, come tutta la serie Chiffon.
PLANTARIUM 2017 23-26 agosto, Boskoop (Olanda) www.plantarium.nl
Potentilla fruticosa ‘Hachbianca’ (Bella Bianca) Fiorisce abbondantemente in primavera con fiori di un color bianco puro, e continua a produrli fino all’estate. Il fogliame è verde scuro e contrasta molto bene con il bianco dei fiori. Si adatta a qualunque terreno ed è perfetta per aiuole con diverse combinazioni di piante, anche perché è resistente alle malattie e agli attacchi di insetti nocivi.
PER DIRE ADDIO AL BOSSO Pittosporum tenuifolium ‘Cratus’ Viene dalla nuova Zelanda ed è una bella aggiunta alle varietà già presenti in Europa. È una pianta sempreverde compatta, che però cresce molto velocemente, quindi adatta all’arte topiaria e alle siepi. Se non la si pota, cresce con una forma conica. Adatta a climi miti, può sostituire il bosso. Molto resistente alla siccità. Ilex crenata ‘Samurai’ Crescita veloce e robusta per questa ilex che ogni anno arriva ad aumentare di 70 centimetri. Per questo ‘Samurai’ può essere facilmente modellata ed è ottima per rimpiazzare il bosso. Dopo la potatura cresce compatta, e le si può dare facilmente la forma piramidale o tonda. Può essere usata anche come siepe. N°005
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i Bonfante, storico marchio specializzato in complementi da giardino e arredi urbani, sulle pagine della nostra rivista abbiamo già parlato. Ritorniamo sul tema, presentandovi la nuova linea di luci a energia solare Sirio. Si tratta di piastrelle da esterno con luci led, dotate di una cella solare fotovoltaica e una batteria di nuova concezione che permette alle piastrelle stesse di autoalimentarsi, senza necessità di essere connesse alla rete elettrica.
MICROPROCESSORE INTEGRATO
La tecnologia è racchiusa in un involucro impermeabile e carrabile, isolato per poter funzionare con temperature da -20 C° a + 60C°. Da segnalare anche il microprocessore integrato, che attiva l'illuminazione al tramonto, quando la luce solare scende sotto i 200 lux, e la disattiva all'alba, quando la luce solare sale sopra i 500 lux. In caso di oscuramento del pannello solare (neve, foglie, etc.), il microprocessore mette in stand-by il dispositivo dopo 20 ore di buio continuo, evitando così che la batteria interna si scarichi completamente, preservandola dal danneggiamento. La struttura in policarbonato trasparente antigraffio e l'utilizzo di tre diverse resine coibentanti, conferiscono alla mattonella speciali caratteristiche di robustezza e resistenza alle sollecitazioni meccaniche.
SCOPERTE | macchine
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DI SERIE
hi non si occupa di verde, e vede il nostro settore dall'esterno, fatica a rendersi conto della sostanziale differenza tra attrezzi e utensili pensati appositamente per l'uso professionale e quelli realizzati invece per il mercato hobbistico. In realtà tra i due mondi c'è di mezzo un oceano, e i tecnici che sviluppano i prodotti, in fase di progettazione, hanno approcci completamente diversi. Perché diversi sono gli obiettivi. Lo sa bene Stihl (www.stihl.it) che, con i prodotti a batteria della linea Pro, è attenta alle reali necessità dei professionisti, migliorandone l'operatività.
• Tubo regolabile in lunghezza • Motore elettrico EC • Unità comandi centralizzata
COMFORT ASSICURATO
Un esempio? Il nuovo soffiatore BGA 100 ad accumulatore, estremamente potente e silenzioso. Leggero e maneggevole, presenta tre stadi di potenza e la funzione “Boost”, potenza aggiuntiva per la massima forza di soffiaggio. Per affrontare lunghi intervalli di lavoro è consigliato l'utilizzo della batteria a zaino AR 3000.
SOFFIATORE BGA 100 Peso (senza accumulatore)
2,5 kg
Tensione nominale
36 V
Livello di pressione acustica
80 dB(A)
Livello di potenza sonora
90 dB(A)
Tecnologia ad accumulatore
Ioni di litio Pro
Valore delle vibrazioni a destra
2,5 m/s²
Portata aria
494 cf/min
Portata aria
840 m³/h
Corrente nominale
27 A
Veloce come il vento
Silenzioso e leggero, il soffiatore BGA 100 arricchisce la gamma di prodotti a batteria linea Pro di Stihl. Grazie alla batteria a zaino AR 3000, è in grado di affrontare lunghi intervalli di lavoro di Nora Adamsberg N°005
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SCOPERTE | recinzioni
Al sicuro con stile
Betafence ha messo il suo tocco in un’eco-residenza nel milanese. L’obiettivo era garantire l’adeguata protezione senza trascurare l’aspetto estetico. Missione riuscita, leggere per credere di Viola Delfino
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i chiama Residenza Borgogna ed è un eco-edificio a Paderno Dugnano, nel milanese, inserito in un parco di 300 mq nel quale è presente anche una piccola collina con cedri, tassi e piante secolari. In un contesto di tanta bellezza era necessario scegliere una recinzione protettiva di pregio estetico, in grado di dare un tocco di raffinatezza senza risultare invasiva nel paesaggio circostante: con questo obiettivo l’impresa esecutrice dei lavori si
è rivolta a Betafence, specializzata nella produzione di sistemi di recinzione.
ARMONIA CROMATICA
Dopo un’attenta valutazione, i tecnici Betafence hanno consigliato l’impiego di Decofor, una recinzione di tipo decorativo, con una particolare curvatura verso l’alto e un Guarda tutta buon livello di sicurezza. La persola gamma nalizzazione con il color borgogna, Betafence da cui prende il nome la residenza stessa, ha permesso di richiamare tutti gli altri elementi ornamentali della costruzione, in un originale gioco di armonia cromatica. Gli speciali trattamenti protettivi del I DETTAGLI TECNICI rivestimento fanno sì che la recinzione si preservi Ecco i particolari dei due elementi di cui si compone la recinzione nel tempo. La recinzione scelta è composta dal Betafence scelta per la Residenza Borgogna. Pannello Decofor Arco, Pannello Decofor Arco e dal cancello Decofor (i con una lunghezza massima di 2.015 mm e un’altezza massima al centro dettagli nel box). 148,60 cm, è semplice da installare ed è caratterizzato da una struttura articolata in grado di conferire al sistema un’elevata rigidità: il pannello è costituito, infatti, da robusti fili elettrosaldati (con doppio filo orizzontale da 8 mm e verticale da 6 mm) a maglie rettangolari (200x65 mm) abbinati a pali a sezione quadrata in lamiera di acciaio zincata (con sezione 60x60x1,50 mm dotati di cappuccio provvisto di sfera metallica ornamentale), saldati con sicuri collari di fissaggio. Cancello Decofor: disponibile nella versione pedonale, con serratura elettrica e carraio, predisposto per la motorizzazione, presenta un riquadro tubolare rettangolare 60x40x2 mm e cerniere regolabili che permettono di ottenere l’apertura delle ante fino a 180°, i cancelli presentano un sistema di pali (con sezione 80x80x3 mm pedonale, 100x100x3 mm carraio) resistenti e robusti.
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IL PRONTUARIO
Conoscere
la concorrenza per fare
scelte adeguate
le
Sapere quali sono le altre aziende che operano nello stesso bacino è fondamentale per organizzare al meglio il lavoro della propria azienda. In termini di impresa, marketing e di offerta di servizi e prodotti. Per garantire fatturato e sviluppo alla societĂ
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IL PRONTUARIO
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er valutare le possibilità di successo di una qualsiasi attività imprenditoriale, è necessario considerare sia le potenzialità della domanda dei prodotti e dei servizi offerti sia le caratteristiche quantitative e qualitative delle imprese concorrenti già esistenti. Conoscere caso per caso la concorrenza è importantissimo per scoprire se esistono, e dove, spazi di mercato per avviare la propria attività. Nel caso in cui questi spazi esistano, è necessario aver acquisito tutte le informazioni sulla concorrenza per mettere a punto la propria formula imprenditoriale e cioè per decidere quali prodotti/servizi offrire, quali prezzi proporre, a quali segmenti di mercato rivolgersi, quanto e come promuoversi, quale forma giuridica scegliere, eccetera.
UTILE UNA MAPPATURA DEL TERRITORIO
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er ogni impresa concorrente è anche importante conoscere, dov’è ubicata, da quanti anni è operativa, quali e quante attrezzature e materie prime utilizza, quali sono le dimensioni dei locali in cui viene svolta l’attività, quanto personale ci lavora, l’ammontare approssimativo degli investimenti di avvio, il volume d’affari, i costi di gestione annui. Informazioni non sempre facili da reperire. Quando si parla di concorrenza, è bene distinguere tra i concorrenti principali, cioè quelli che direttamente sono in concorrenza con la propria attività perché offrono la stessa tipologia di prodotti/servizi e i concorrenti secondari, quelle realtà che, pur offrendo una gamma di prodotti/servizi altrettanto ampia e completa, si rivolgono agli stessi utenti con prodotti/servizi complementari e sostitutivi. Premesso che è praticamente impossibile riuscire a quantificare il numero dei concorrenti che operano a livello nazionale, i concorrenti di una società che si occupa di progettazione e manutenzione del verde possono essere diretti o indiretti.
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CONCORRENTI DIRETTI, I PIÙ PROFESSIONALI
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er quanto riguarda i concorrenti diretti, si tratta essenzialmente dei seguenti operatori:
• Altre società di manutenzione e progettazione del verde • Studi professionali • Garden center • Servizi manutenzione giardini e foreste degli enti pubblici
Altre società di manutenzione e progettazione del verde. Indubbiamente si tratta di concorrenti più temibili di una società dedita a questa attività. Generalmente si fa riferimento ad aziende di piccole dimensioni – tre o quattro dipendenti al massimo – già conosciute sul mercato e capaci di contare su una clientela numerosa. Si muovono con destrezza e sono in grado di sfruttare molto bene la rete di conoscenze che sono riusciti ad acquisire in anni di lavoro. Riuscire a scalzare questo genere di concorrenti è un’impresa abbastanza ardua. Per evitare di entrare in competizione diretta con questi concorrenti, in genere poco numerosi a livello locale, occorre fare il possibile per diventarne alleati. In quale modo? Per esempio specializzandosi nell’offerta di alcuni servizi dei quali non si interessano direttamente. Oppure, trovando con loro degli accordi nel caso della partecipazione a gare di appalto. Studi professionali. Non essendo società vere e proprie, si interessano quasi ed esclusivamente dei servizi di consulenza e di progettazione. Si tratta infatti di agronomi, ingegneri, architetti, geometri. Se si punta soprattutto sul servizio di manutenzione, anche con questa tipologia di clienti, potrebbe valere la pena di trovare un accordo di “scambio”:
È bene distinguere tra i
per esempio affidare a loro tutti i servizi di progettazione da eseguire in cambio di una percentuale su ciò che riescono a fatturare grazie alla propria opera di intermediazione. Da parte loro, non essendo di solito in grado di offrire servizi di realizzazione e di manutenzione, potrebbe affidare alla propria impresa tutti questi servizi, in cambio di una percentuale pari a quella che si trattiene per sé nel caso della progettazione. Garden center. Specializzati soprattutto nella fornitura di piante e fiori, sia a clienti finali, sia a chi si occupa di manutenzione e progettazione del verde, sono concorrenti temibili per quanto riguarda la professionalità con la quale operano, ma anche per la completezza del servizio che sono in grado di offrire, oltre per l’esperienza che riescono a far valere. Servizi di manutenzione giardini e foreste degli enti pubblici. Non rappresentano una fascia di concorrenti particolarmente preoccupante. Molto spesso, infatti, come si è visto in precedenza, non sono in grado di soddisfare le esigenze interne, tanto che la Pubblica Amministrazione è costretta ad appaltare a imprese esterne la manutenzione dei parchi e dei giardini di sua pertinenza.
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CONCORRENTI INDIRETTI
ono realtà che spesso risultano più temibili dei concorrenti diretti, poiché più difficili da individuare, e sono:
• Imprese di pulizia • Singoli operatori che agiscono nel tempo libero • Custodi di ville • Portinai di condominio
Imprese di pulizia. Quasi sempre, per offrire una maggiore completezza del servizio, si occupano anche di fare la manutenzione del verde dei loro clienti, in genere condomini. Operano con una
concorrenti principali,
cioè quelli che direttamente sono in concorrenza con la propria attività... e i concorrenti secondari che... si rivolgono agli stessi utenti con prodotti/ servizi complementari e sostitutivi scarsa professionalità e non sono in grado di effettuare servizi di manutenzione significativi, quali: la potatura, la cura di piante malate, la realizzazione di manti erbosi e la messa a dimora di arbusti e alberi. Hanno, dalla loro, il fatto di poter offrire il servizio a clienti già acquisiti, di poter contare su una polizza contro gli infortuni e di operare a prezzi molto competitivi. Per riuscire a essere competitivi occorre fare leva sulla propria professionalità e, quindi, sull’offerta di un servizio davvero specializzato e qualificato. Singoli operatori che agiscono nel tempo libero. Sono fra i più pericolosi concorrenti presenti sul mercato e molto spesso possono offrire anche valide credenziali. Hanno, infatti, una certa esperienza alle spalle, sono affidabili e dispongono di attrezzature di proprietà. Operano in molti casi senza nessuna forma giuridica e, di conseguenza, possono permettersi di lavorare a prezzi molto competitivi e, come se non bastasse, avendo molto tempo a disposizione, sono in grado di offrire il servizio con continuità. Il punto di forza per un’azienda strutturata da far valere nei loro confronti? Una buona copertura assicurativa di eventuali infortuni e la possibilità di rilasciare una regolare fattura per le proprie prestazioni. Custodi di ville. Si occupano soprattutto della manutenzione ordinaria dei giardini, come la pulizia, l’irrigazione e il taglio dei manti erbosi. Per quanto riguarda i servizi di maggiore entità, non essendo adeguatamente attrezzati, sono costretti a rivolgersi ad aziende esterne. Portinai di condomini. Per questi concorrenti vale quanto è stato detto sopra in riferimento ai custodi di ville. N°005
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