giardiniere
N° 007
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PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
IL
Novembre – Dicembre 2017
Edizioni Laboratorio Verde srls - via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA)
+PATOGENI
Come prevenire e contrastare l’Armillaria
+PROGETTO
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L’esperienza de Il Germoglio: quando l’unione tra verde e sociale risulta vincente
La riqualificazione di un Parco delle Rimembranze
IL FUTURO È ELETTRICO Abbiamo visto in azione le attrezzature Oregon a batteria
LA NUOVA RIVISTASMART PER IL GIARDINIERE IL SETTORE AGLI STATI GENERALI ATTUA LITÀ
1 I plus del trattorino John Deere X950R 2 Il software Sevis2 semplifica il lavoro 3 Muri decorativi conSERVIZIO A PAG. 31 Natural Stone Box
è arrivata la rivista per te. per essere un ottimo giardiniere. non puoi farne a meno.
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giardiniere
IL
Bimestrale sulla progettazione, costruzione, gestione e manutenzione professionale di spazi verdi
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Via Pasubio 16 | 21020 BREBBIA | Tel.: 0332 989 211 | Fax: 0332 773 850 info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net
EDITORIA LE/1
Cosa c’è in questo numero de ILgiardiniere ? Un sacco di soluzioni tecniche e di consigli utili per organizzare al meglio la propria attività e il lavoro in cantiere. Senza tralasciare anche considerazioni sullo stato di “salute” del nostro settore, alla luce del futuro Albo dei giardinieri e (speriamo!) del prossimo Bonus Verde. Le aspettative? Ottimiste, come ci racconta Anna Zottola, responsabile LA NUOVA RIVISTA del Centro di Formazione PER IL GIARDINIERE di Fondazione Minoprio, che parla di una vera e propria “rivoluzione culturale green”, tanto che “il giardiniere potrà rivestire un ruolo strategico nella sua funzione più anglosassone, quindi polifunzionale, rispetto alla versione italiana più riduttiva di manutentore del verde pubblico o privato”. Belle parole che condividiamo. E poi, con Valerio Pasi, parliamo di prevenzione alla diffusione dell’Armillaria, al quale, nonostante sia uno dei funghi patogeni più studiati, spesso non si trova un rimedio efficace. Andate a pagina 18 e troverete una guida tecnica e pratica per imparare a riconoscerla, anticiparla e contrastarla. Siamo andati anche direttamente in cantiere e abbiamo visto in azione il potatore telescopico PS250 e la motosega CS300 della gamma Oregon Cordless Tool System con batteria 36V Power Now. Abbiamo parlato con chi queste attrezzature le usa tutti i giorni e ci ha raccontato il suo pensiero. Una cosa è certa: il futuro è elettrico! Troverete poi due articoli legati alle tematiche aziendali, perché essere giardinieri vuol dire anche gestire al meglio la propria azienda. Quindi un ragionamento sul passaggio generazionale, cosa significa e come si gestiste, e una breve analisi per avviare e condurre l’impesa in modo efficace: aspetti concreti da analizzare con cura, per trovare la bussola e non perdere l’orientamento. E la sezione SMART? Spazio a un nuovo trattorino progettato per affrontare condizioni di lavoro difficili, concimi a lenta cessione più efficaci e sostenibili, sistemi innovativi per realizzare muri decorativi, un software che offre un nuovo modo di gestire la progettazione del verde… E mi fermo qui. Andate avanti voi a scoprire il resto. È tempo speso bene. SERVIZIO A PAG. 31
di Francesco Tozzi @Lab_VERDE
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EDITORIA LE | 2
GUARIRÒ IN UN GIARDINO
Uno scorcio del Giardino della Minerva di Salerno.
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a un piccolo ingresso, nascosto tra la vegetazione che cresce rigogliosa dall’alto muro in mattoni, si accede al più antico orto botanico di Londra, Naturalmente furono maestri giardinieri a lavorare il Chelsea Physic Garden. Fu fondato in questi luoghi antichi e dal sapore magico. Ecco nel 1673 dalla Worshipful Society of Apothecaries, perché sarebbe interessante conoscere le proprietà come centro didattico per lo studio e l’identifidi alcune di queste piante in sostituzione alle solite cazione delle piante medicinali. È un luogo ricco lavande, rosmarini e salvie che adornano sia aiuole di fascino nel quale ancora oggi vi sono raccolte e urbane che giardini privati. classificate più di 5.000 tra piante medicinali, ediAcanthus mollis. bili, utili per l’igiene. Qui troviamo piante che vengono utilizzate dalla medicina non convenzionale come la medicina tradizionale cinese, l’omeopatia, la fitoterapia ma anche la medicina indigena dei Māori PER APPROFONDIRE o degli aborigeni australiani e I dettagli e le informazioni sul Giardino di altre culture. Piante il cui della Minerva sul sito valore terapeutico è riconowww.giardinodellaminerva.it sciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Anche in Italia abbiamo un luogo così magico, ancora più antico, che risale al 1300, antesignano di tutti gli orti botanici d’Europa, è il Giardino della Minerva a Salerno. Matteo Silvatico (medico vissuto tra il '200 e il '300) istituì qui il primo Giardino dei Semplici, dove si coltivavano piante per poi estrarne i
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principi attivi a fini terapeutici. Una lunga scalea, sottolineata da pilastri a pianta cruciforme che sorreggono una pergola di legno, collega e inquadra visivamente i diversi livelli del giardino. Un complesso sistema di distribuzione dell’acqua, composto da canalizzazioni, vasche e fontane (una per ogni terrazzamento), denota la presenza di fonti cospicue che hanno permesso, nei secoli, il mantenimento a coltura degli appezzamenti. La Scuola Medica Salernitana ha lavorato qui fino a 400 anni fa e fonda la sua terapia botanica sulla “dottrina dei quattro umori” basata a sua volta sull‘antica “teoria degli elementi”: aria, terra, fuoco e acqua.
LA FIERA DEL GIARDINAGGIO LEADER NEL MONDO 23 – 26 gennaio
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Arbutus unedo L.
Visitare questi antichi giardini, documentarsi, riscoprire il valore terapeutico delle piante dà valore aggiunto alla figura del giardiniere Sapere ad esempio che il corbezzolo, Arbutus unedo L., ha frutti dolci con un contenuto in zuccheri pari al 20% usati per preparare conserve, vini e liquori. Le foglie, astringenti, diuretiche, possiedono qualità antisettiche; la corteccia contiene un ingrediente impiegato nella cura della diarrea. Questa pianta può facilitare la riduzione dell'ispessimento delle pareti delle arterie ed è utile per calmare i disturbi epatici. I fiori fanno aumentare la traspirazione, fenomeno utile per ridurre la febbre. Oppure che l’Acanthus mollis ha una applicazione omeopatica per rivitalizzare il cuoio capelluto. Questo sapere incuriosisce la committenza, educa alla conoscenza e crea una biodiversità nei nostri spazi verdi. Visitare questi antichi giardini, documentarsi, riscoprire il valore terapeutico delle piante dà valore aggiunto alla figura del giardiniere, che oggigiorno può tornare a essere il Signor Giardiniere.
di Marilena Baggio
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Il cantiere
Il verde nelle città, serve una visione strategica
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Rivoluzione culturale green
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di Daniela Stasi
colloquio con Anna Zottola di Daniela Stasi
Prevenire è meglio che curare di Valerio Pasi
I luoghi della memoria di Marilena Baggio
smart 30 Quando il gioco si fa duro...
di Viola Delfino
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Elogio della “lentezza”
di Nora Adamsberg
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L’idea semplice per giardini creativi
di Irene Nuvola
36 Pronti per la neve
di Viola Delfino
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Innovazione al quadrato
di Nora Adamsberg
38 L’importanza del progetto
di Irene Nuvola
gestione 42 Il tempo scorre, il mondo cambia:
arriva la nuova generazione
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Il futuro è elettrico
di Daniela Stasi
50 Il capitale umano
colloquio con Massimo Stevanato di Daniela Stasi
scoperte 56 Ode al disordine
SOMMARIO N°007
di Anna Piussi
59 Il nuovo che avanza
di Marta Meggiolaro
Tecnologie innovazione 60 Insoliti profumisoluzioni
di Nicolò Pensa
DIRETTO DA Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Marta Meggiolaro / redazione@laboratorioverde.net Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net COLLABORATORI Nora Adamsberg, Marilena Baggio, Giorgio Barassi, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Jurg Burger, Camillo De Beni, Viola Delfino, Lidia Furlan, Stefania Medetti, Irene Nuvola, Nicolò Pensa, Filippo Terragni, Filippo Tommaseo, Valerio Pasi, Anna Piussi, Matteo Ragni PROGETTO E GRAFICA Francesco Fedelfio / francesco.fedelfio@gmail.com
34 rubriche 05 Editoriale/1
SEGRETERIA E TRAFFICO Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi
di Francesco Tozzi
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PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net
Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
di Marilena Baggio
26 News 28 Focus 63 Prontuario
Flortecnica e vivaismo è organo ufficiale di G.F.A. e associato a Horti Media Europe.
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Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Businessverde.com • Flortecnica e vivaismo • Bio Agenda • Greenstyle • Bio Calendario Rappresentante e collaborazioni: • DIYandGARDEN.com • bricoliamo.com • Blossom Zine Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai
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sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
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CONTRIBUTI
MARILENA BAGGIO
CAMILLO DE BENI
Architetto, paesaggista, esperta in architettura del benessere e spazi a verde terapeutico. Titolare dello Studio Greencure, ha al suo attivo diversi progetti per luoghi di cura e infanzia, ospedali, ambiti rurali e paesaggi culturali, aree ambientali critiche, parchi urbani e giardini privati. Ha vinto diversi concorsi di paesaggio e pubblicato articoli. Docente di corsi di specializzazione per studenti di medicina per il Centro di Bioclimatologia Medica e Medicine Naturali, Centro Collaborante OMS, Università degli Studi di Milano. Dal 2013 collabora con lo Studio Mario Cucinella Architects.
Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.
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JESSICA BERTONI
VALERIO PASI
Consulente e collaboratrice. Laureata in Economia e Commercio, abilitata alla professione di dottore commercialista, sulle nostre testate ci svela, in modo semplice e diretto, come si può stare sempre informati anche sui temi più ostici. Suoi gli argomenti economici, finanziari e amministrativi.
Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.
ANNA PIUSSI
MATTEO RAGNI
Toscana d’America dall’elegante sensibilità maturata con un Bachelor of Arts presso New York University; seguito da un Phd in storia dell’arte presso la prestigiosa Oxford University, ci insegna come vedere il mondo e scoprire quello che di bello esiste. Garden designer, insegnante di storia di giardini. Medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.
Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.
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IL CANTIERE | attualità
Il verde nelle ci
visione stra Abbiamo partecipato alla sessione milanese degli Stati Generali del Verde Pubblico. A colpire la nostra attenzione, non solo gli interessanti spunti proposti, ma anche la numerosa partecipazione. Segnale di un interesse crescente per le tematiche green di Daniela Stasi
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o scorso 21 novembre, in occasione della Giornata nazionale degli alberi, a Milano si è tenuta la terza sessione (le altre a Roma e Firenze) degli Stati Generali del Verde Pubblico, evento organizzato dal Comitato per lo sviluppo del verde pubblico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Giunto alla terza edizione, si è svolto per la prima volta nel capoluogo lombardo, nell'ex padiglione 3 di Fiera Milano, nel nuovo quartiere CityLife, uno dei simboli della rinascita verde della città.
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ttà, serve una
tegica Numerosi sia i relatori intervenuti (agronomi, architetti, docenti universitari, rappresentati dell'associazionismo di settore, politici), sia i temi affrontati, nonché gli spunti proposti. Prima di addentrarci nei contenuti, una riflessione estemporanea, frutto di una sensazione provata proprio durante l'incontro: il ruolo del verde in generale, ma soprattutto in ambito urbano, sta cambiando in modo netto, radicale. In positivo. Tanti i segni e i segnali che lo dimostrano, a partire dalla numerosa partecipazione all'evento: dai dati diffusi da Assofloro Lombardia, che ne ha curato la segreteria organizzativa, in platea erano presenti ben 440 persone. Insomma, il 2018 potrebbe essere l’anno in cui il verde assume un ruolo da protagonista nelle città. Basti pensare al Bonus In basso, platea gremita alla sessione milanese degli Stati Generali del Verde Pubblico. L’evento si è tenuto nell’ex Padiglione 3 di Fiera Milano, nel nuovo quartiere CityLife.
Verde, inserito in via sperimentale dal Governo, e al primo Forum mondiale della forestazione urbana che, voluto dalla Fao, si svolgerà il prossimo novembre a Mantova.
IMPRONTA ECOLOGICA
I relatori, ciascuno in base alla propria specifica competenza ed esperienza, hanno delineato una panoramica esaustiva delle infrastrutture verdi nelle città di oggi e il loro sviluppo futuro. Ne è emerso un quadro complesso ed eterogeneo, perché molteplici sono i ruoli che il verde può assumere: ambientale, sociale, architettonico, economico (anche per la sua incidenza e il suo valore nel mercato immobiliare). E se prima, in fase di progettazione, il verde era l'ultimo aspetto a essere preso in considerazione, come fosse accessorio, ora è considerato parte fondante del progetto stesso. A tal proposito, non è casuale che Milano abbia deciso di unire in un unico assessorato Verde e Urbanistica. Le ragioni per cui il verde è consideraDALLA TEORIA ALLA PRATICA Qui di seguito i 12 principi per la scelta delle specie da utilizzare, enumerati da Francesco Ferrini durante il suo intervento: 1. Conoscere gli alberi 2. Avere una o più strategie precise per l’impianto di nuovi alberi o per il reimpianto 3. Inserire gli alberi all’interno delle politiche pianificatorie e in altri piani futuri 4. Creare un sito idoneo per gli alberi 5. Scegliere l’albero “giusto” 6. Cercare benefici multipli 7. Acquistare alberi con la giusta fitness 8. Fornire suolo, aria e acqua 9. Creare nuovi stakeholders 10. Avere un approccio simile alla gestione di un patrimonio 11. Essere consapevoli del rischio piuttosto che essere avversi al rischio (cioè preferire strettamente il reddito certo) 12. Adeguare la gestione alle necessità N°007
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to salvifico sono ormai note. «Oggi stiamo vivendo oltre i limiti, come se avessimo a disposizione una Terra e mezza», ha sottolineato Giacomo Magatti del Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e della Terra dell'Università degli Studi Milano Bicocca. «Siamo arrivati al 156% di utilizzo delle risorse naturali e i gas nell'atmosfera superano ormai la capacità di assorbimento del nostro pianeta. Una reale azione di contrasto al cambiamento climatico può essere la forestazione urbana, una buona pratica dal grande valore ambientale ed educativo, visto che spesso per la sua attuazione coinvolge anche scuole e cittadini».
MILANO SEMPRE PIÙ GREEN Nel 2018 a Milano prenderanno una forma pressoché definitiva varie aree destinate a diventare cuore verde della città: CityLife, la Biblioteca degli Alberi, Quartiere Adriano e Porto di Mare. In prima linea il parco da 170.000 mq di CityLife e la Biblioteca degli Alberi, 96.000 mq di verde nella zona di Porta Nuova, che saranno ultimati entro l’estate prossima. E ancora, altri 50.000 mq di parco nel quartiere Adriano e il recupero dell’area degradata tra Porto di Mare e Rogoredo, 650.000 mq da riqualificare in collaborazione con Italia Nostra. «Per il prossimo anno avremo 39.937 nuove piantumazioni, tra cui 12.337 alberi e 26.600 tra cespugli e allori», ha spiegato Pierfrancesco Maran, assessore all’urbanistica del Comune di Milano, intervenuto agli Stati Generali. «Grazie al Bonus Verde, vogliamo incentivare anche l’uso dei Tetti Verdi: su 13 milioni di metri quadrati che possono essere adibiti al green privato, a oggi solo uno è stato sfruttato in questo modo. Le potenzialità ci sono, si può fare molto di più». E sul futuro verde di Milano ha preso la parola anche Stefano Boeri, l’architetto autore del premiato e copiato grattacielo del Bosco Verticale: «Se la città vuole diventare capitale europea della forestazione urbana, deve passare dagli attuali 32 metri quadrati di verde a persona ai 115 nel 2030. Le foreste urbane diminuiscono dai due ai cinque gradi le temperature cittadine, riducono l’inquinamento, assorbendo anidride carbonica e PM10, e migliorano la qualità della vita delle persone. Abbiamo perso l’Agenzia Europea del Farmaco: impegniamoci per non perdere la sfida del verde».
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IL RUOLO DEGLI ALBERI
Molto interessante, soprattutto per chi si occupa di manutenzione del verde, l'intervento di Francesco Ferrini del Dipartimento di Scienze Produzioni Agroalimentari e dell'Ambiente (Dispaa) e presidente della Scuola Agraria dell'Università degli Studi di Firenze, che si è focalizzato sugli alberi, in particolare sulla loro relazione con l'ambiente urbano e sulla loro influenza sul Global Change: «Gli alberi svolgono un ruolo fondamentale, sono infatti l'unico sistema in grado di ridurre l'entropia delle nostre città. È fondamentale cambiare l'approccio e la mentalità, soprattutto in fase progettuale: l'albero non è solo ornamento, è necessario pensarlo tenendo in considerazione basi di carattere ecologico, funzionale ed economico. È importante inoltre non pensare alla gestione del singolo albero, ma a quella dell'insieme degli alberi, della foresta urbana per l'appunto». Ferrini pone anche l'accento sulla necessità di dare vita a processi collaborativi con un approccio interdisciplinare. «Un progetto deve essere pensato “con” gli alberi, le piante non devono essere aggiunte solo alla fine. Devono essere poi valutate quelle che sono le soluzioni tecniche non solo fuori terra, ma anche sotto terra, a riguardo delle infrastrutture sotterranee che possono interferire con la vita dell'albero stesso».
IVA AGEVOLATA?
In fatto di gestione degli alberi, c'è ancora molto da fare e imparare. C'è ancora molta improvvisazione nel settore, ancora troppi che, adottando la logica del ribasso, si presentano come “tuttofare” (dall'imbianchino al giardiniere) ma in realtà non fanno altro che abbassare il valore del mercato, appiattire la qualità, alimentare il mercato del nero. E tra gli obiettivi del Bonus Verde, c'è anche quello di fare emergere il sommerso. «Per quanto riguarda il Bonus Verde un altro aspetto discusso con i ministri Galletti e Martina (rispettivamente ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, e delle politiche agricole alimentari e forestali, ndr) è quello di valutare la possibilità di introdurre l'Iva agevolata, che sicuramente contribuirebbe in modo positivo alla validità della manovra», ha commentato Nada Forbici, presidente dell'associazione regionale Assofloro Lombardia. «A fronte della detrazione del 36%, poter usufruire dell'Iva al 10% anche sulla fase di realizzazione (e non solo sul valore del materiale vegetale), di certo darebbe esito di ritorno più positivo».
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IL CANTIERE | l’opinione
Nelle foto, gli alunni del Centro Formazione della Fondazione Minoprio durante le lezioni pratiche, direttamente sul campo.
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ome tutti i cambiamenti, l'atteso riconoscimento giuridico della professione del giardiniere ha sollevato voci contrastanti: c'è chi lo vede come un primo passo e chi come un passo indietro. Certo è che qualcosa si è mosso. Visto che il tema a noi è molto caro, come si può intuire dal nome stesso della nostra rivista, abbiamo chiesto l'opinione di Anna Zottola, responsabile del Centro Formazione della Fondazione Minoprio, le cui attività formative sono note e riconosciute su tutto il territorio nazionale. Bonus verde e Albo dei giardinieri, il settore del verde è in evoluzione. Come immagina il
futuro del giardinaggio professionale e della figura del giardiniere? Crediamo sia in atto una “rivoluzione culturale green”, almeno in Italia, mentre in altri Paesi del Nord Europa è già consolidata. Gli indicatori forniscono alcuni dati di interesse, se pensiamo all’Onu che ha dedicato l’anno 2017 al turismo sostenibile includendo le diverse tematiche dell’ambiente, o leggiamo che in Italia l’ecoturismo è aumentato del 9%. Alla base ci sono le esigenze della collettività che cambia: da una passata ricerca di un benessere prodotto dal consumismo alla sempre più forte ricerca di una migliore qualità della vita individuale e della comunità, includendo la frequentazione di ambienti caratterizzati da paesaggi rilassanti (parchi e giardini, spazi rurali, foreste urbane, verde scolastico, orti sociali e via dicendo), salutari per l’aria pulita, per il cibo buono e pulito, per il divertimento dell’intera famiglia, etc... Il giardiniere, oggi e domani, potrà rivestire un ruolo strategico nella sua funzione più anglosassone, quindi polifunzionale, rispetto alla versione italiana più riduttiva di manutentore del verde pubblico o privato. Il bonus verde è uno strumento utile per il cittadino che sta dichiarando questi nuovi bisogni, e lo Stato correttamente ha risposto. Mentre per l’eventuale nascita di un Albo dei
Rivoluzione culturale
green
L’esperienza della Fondazione Minoprio è più che riconosciuta. Abbiamo chiesto alla responsabile del Centro Formazione come immagina il futuro dei giardinieri. Nelle sue risposte, ottimismo e concretezza colloquio con Anna Zottola di Daniela Stasi
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giardinieri occorre prevedere un'analisi approfondita anche su aspetti di natura giuridica, bisogna studiare meglio il quadro generale, evitando i consueti personalismi. Riconoscimento della figura del giardiniere: qual è la sua opinione in merito alla nuova Legge? Un buon passo avanti per la "categoria" oppure, così come è strutturata, un ulteriore rischio di declassificarla?
Confermo che si tratta di un buon passo in avanti, consapevoli tuttavia che una normativa ha dei tempi tecnici piuttosto lunghi per mostrare le sue applicazioni e per noi del settore poterla valutare come “buona” nella completezza del termine necessita di almeno tre-cinque anni nel corso dei quali gli operatori devono applicarla. Ora è importante che le associazioni di categoria abbiano la possibilità di essere uno stakeholder pro-attivo con le Regioni, che hanno l’impegno in conferenza Stato-Regioni di condividere se possibile un modello nazionale unico rispettoso della professionalità di questo specialista dotato di una solida e completa formazione. Per voi di Fondazione Minoprio qual è il percorso ideale da seguire per poter spendere competenze e professionalità e vedere finalmente riconosciuta questa professione? Sembrerebbe naturale dirlo, ma la formazione delle risorse umane è l’unica strategia per qualificare una professione. La vostra scuola come si sta muovendo al riguardo? Stiamo facendo tutti i percorsi possibili, siamo all’interno del tavolo tecnico del Ministero e
DAI GIARDINI ALLE FORESTE La Fondazione Minoprio non ha certo bisogno di presentazioni. Le attività e i corsi proposti sono davvero numerosi ed eterogenei. Non mancano le novità. Oggi di particolare rilievo è il tema delle foreste e delle figure professionali attinenti: è in fase di conclusione la prima edizione del corso per la nuova figura di Tecnico forestale, proposto nell’ambito del progetto Lombardia plus finanziato da Regione Lombardia. L’esito è positivo anche per i neo tecnici, che stanno riscontrando successo lavorativo.
di supporto per la Regione Lombardia, in quanto ente a partecipazione regionale. Condividiamo idee e buone prassi con il Distretto Florovivaistico Alto Lombardo, AssoFloro Lombardia e i consorzi forestali, per citarne alcuni. È importante ragionare insieme per un fine ultimo comune, che ha necessità di costanti aggiornamenti. Per quanto riguarda la formazione tecnica attinente alla figura del Manutentore del verde, secondo quanto descritto dalla Legge n.154 del 26 luglio 2016, Fondazione Minoprio da alcuni anni propone nella propria offerta formativa corsi specifici (almeno due volte all’anno) essendo già inserito nel repertorio definito Quadro regionale delle figure professionali della Regione Lombardia con la figura del Giardiniere, che comprende anche la competenza della manutenzione del verde. Diffusa la partecipazione ai percorsi triennali di Operatore agricolo e alla specializzazione del Tecnico dei giardini, figure che comprendono entrambe la competenza della manutenzione del verde.
Per saperne di più sulla Fondazione Minoprio visitare il sito www.fondazioneminoprio.it
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IL CANTIERE | tecniche
Prevenire
è meglio che curare La diffusione dell’Armillaria è planetaria e, nonostante sia uno dei funghi patogeni più studiati, spesso non si trova un rimedio efficace. Una guida tecnica e pratica per imparare a riconoscerla, anticiparla e contrastarla di Valerio Pasi
LE SPECIE PIÙ COMUNI • Armillaria mellea • Armillaria gallica • Armillaria ostoyae
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no dei funghi patogeni più diffusi è il genere Armillaria. Le diverse specie di Armillaria hanno come ospiti un vasto numero di piante, tra le quali conifere, latifoglie e anche alcune specie erbacee. La diffusione è planetaria e un singolo fungo può occupare grandi spazi (vedi box “Il più grande del pianeta”). Esistono diverse specie di Armillaria, i cui corpi fruttiferi sono comunemente chiamate famigliole buone o chiodini. I funghi appartenenti al genere Armillaria appartengono alla classe dei Basidiomiceti, ordine Tricholomatales. Armillaria spp. che comprende in Italia sei specie caratterizzate da diversa patogenicità verso le piante, e di queste tre sono molto comuni; Armillaria mellea, Armillaria gallica e Armillaria ostoyae. Armillaria mellea si comporta su latifoglie come parassita, come saprofita e come simbionte, anche contemporaneamente. Armillaria gallica si comporta spesso quale parassita di debolezza ed è saprofita sulle latifoglie e raramen-
te su Abies, mentre Armillaria ostoyae si comporta come parassita primario o di debolezza sulle conifere (come saprofita anche su Betula, Fagus, Sorbus).
CONOSCERE LE CAUSE
Il ciclo biologico originato da basidiospore deposte sulla superficie di una ceppaia o su ferite al colletto non è stato mai dimostrato in vivo, anche se vi sono delle probabilità concrete che ciò possa avvenire. L’infezione avviene più comunemente attraverso il contatto radicale con ceppaie o piante già attaccate dal fungo e più facilmente attraverso le rizomorfe. Le rizomorfe sono cordoni di micelio di colore variabile a seconda della specie ma generalmente nerastri, di sezione generalmente rotonda della misura di 1-3 mm di diametro, ramificati e in grado di penetrare le radici direttamente. Inizialmente le rizomorfe si approssimano alle radici delle piante e vi aderiscono, ma senza aggredire l’ospite. Solo quando vi sono variazioni
ca si sta muovendo in questa direzione, studiando composti fungicidi e/o fungistatici nelle piante che mostrano resistenza per selezionare piante tolleranti o resistenti all’attacco dell’Armillaria.
INDIVIDUARE I SINTOMI
quali-quantitative degli essudati radicali nell’ospite (uno dei tanti meccanismi di “comunicazione” tra le piante e l’ambiente), dalla rizomorfa si sviluppano cunei di penetrazione sotto forma di ramificazioni laterali che sono in grado di attraversare il periderma, ovvero il tegumento della radice, grazie all’azione di tossine ed enzimi litici. In questo modo le ife fungine si sviluppano a spese del cambio, che viene distrutto e formano un micelio feltroso denso, di colore da bianco ad ambrato, che assume una caratteristica forma a ventaglio e che avanza sotto la corteccia dell’ospite per poi estendersi anche agli altri tessuti attraversando i raggi midollari. In fase avanzata, dal feltro si originano rizomorfe appiattite che invadono la zona sottocorticale e nello stesso tempo il fungo assume caratteristiche di agente di carie, risalendo al colletto e sul fusto, anche per qualche metro. Nelle conifere, specialmente su cedri e abeti rossi, la reazione della pianta avviene spesso con l’emissione di abbondante resina, la quale, contenendo sostanze come l’α-propilene ad azione fungicida, tenta di arginare l’invasione del fungo. La ricer-
Il fungo quindi può avanzare anche entro le radici di sostegno e, poiché le alterazioni non vengono compartimentate, il legno viene degradato sino ad assumere il disfacimento che passa sotto il nome di “marciume radicale fibroso” e che può causare la perdita di stabilità dell’intero albero. Molto più frequentemente si verifica però la morte dell’albero “in piedi”, senza che ne venga compromessa la stabilità. Si sottolinea che il fungo è da considerare quasi in ogni caso un patogeno da debolezza, ovvero esplica la sua azione solo su piante indebolite da stress ambientale, da parassiti o da ferite di varia natura. Non c’è da stupirsi quindi che la diffusione dell’Armillaria in ambiente urbano sia così comune. Basti pensare alle ferite che vengono praticate alle radici delle piante in corrispondenza degli scavi per i sottoservizi o per realizzare nuovi manufatti, come marciapiedi e muri. I sintomi esterni visibili sulle singole piante sono variabili e non specifici di questo patogeno o di altri patogeni radicali in genere. Non è infrequente, infatti, che la malattia avanzi senza che
GLI INDIZI • Ridotta crescita apicale • Disseccamento di branche e rami • Clorosi degli aghi • Foglie più piccole del normale • Diradamento della chioma, • Prematura colorazione autunnale della chioma • Resinazione basale e del fusto • Abnorme produzione di coni o frutti • Nella fase finale, disseccamento totale o parziale della chioma
Micelio su Photinia.
Il fungo è da considerare quasi in ogni caso un
patogeno da debolezza, ovvero esplica la sua azione solo su piante indebolite
da stress ambientale, da parassiti o da ferite di varia natura
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Non è infrequente che la malattia avanzi senza che si
manifestino sintomi
evidenti
Ceppaia con marciume radicale fibroso.
CARATTERISTICHE E RICONOSCIMENTO L’Armillaria mellea si riconosce dai tipici corpi fruttiferi di colore variabile tra l’ambra e il grigio che spuntano dal terreno in autunno su vecchie ceppaie o al colletto delle piante infette. I corpi fruttiferi (carpofori) sono eduli, anche se possiedono tossine insolubili anche con la bollitura che possono dare disturbi gravi, e crescono numerosi riuniti in gruppi da cui il nome di “famigliole buone”. Il cappello misura da 2 a 9 cm, inizialmente emisferico, poi aperto, da convesso a spianato e infine anche concavo e ± umbonato. Il centro del cappello è decorato da minute squamule appuntite e fugaci, di colore più scuro, orlo striato e involuto. Il colore varia a seconda dell’albero su cui cresce, da giallo miele a bruno scuro, da verdastro a rossiccio, con il margine a lungo pallido. Sotto il cappello troviamo lamelle da adnate annesse a decorrenti, fitte e strette, biancastre, poi maculate di giallastro o di bruno negli esemplari maturi. Il gambo è slanciato, cilindrico o rigonfio, presto rigido e coriaceo alto fino a 15 cm x 1-2 cm, inizialmente pieno, poi cavo, striato sopra l’anello, fioccoso sotto. Di colore variabile da crema carnicino a concolore al cappello, imbrunente alla base. Il gambo possiede un anello persistente, cotonoso all’orlo, bianco, striato nella parte superiore, al margine talora giallo. La carne è soda nel cappello e biancastra, coriacea nel gambo e brunastra. Sapore amaro, odore fungino. Le spore sono bianche in massa, da ellissoidali ad ovali, lisce, 7-8,5 x 5,5-6 µm. Basidi senza giunti a fibbia. Il micelio è biancastro, con conformazione a ventaglio in corrispondenza del legno delle piante infette. Armillaria tabescens attacca querce (Q. suber, Q. ilex, Q. cerris, ecc.) ed è simile ma si distingue per l’assenza dell’anello e il cappello densamente ricoperto da irte squamette, mentre Armillaria ostoyae è più scura, con squamule erette e anello bordato di bruno, cresce su ceppi di conifere. Armillaria gallica è più robusta, meno cespitosa ed ha residui di velo gialli ed anello giallo e Armillaria cepistipes è più bassa e pallida, con gambo clavato, non cresce su legno ma su residui legnosi ed è igrofana, ovvero può cambiare colore quando assorbe o perde umidità, in particolare sulla superficie del cappello che può anche diventare più trasparente quando bagnato e più opaco quando asciutto.
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si manifestino sintomi evidenti. Comunque tra i sintomi che possiamo osservare in alberi o piante infette vi è una ridotta crescita apicale (soprattutto visibile su conifere), il disseccamento di branche e rami (soprattutto su latifoglie), clorosi degli aghi, foglie più piccole del normale (microfillia), diradamento della chioma, prematura colorazione autunnale della chioma (latifoglie), resinazione basale e del fusto (conifere), abnorme produzione di coni o frutti. Nella fase finale assistiamo al disseccamento totale o parziale della chioma, il quale può avvenire anche in poche settimane soprattutto nei periodi caldi e siccitosi, venendo meno l’approvvigionamento idrico con una forte evapotraspirazione.
SÌ E NO • Sì alla messa a dimora di specie resistenti • Sì a impianti con sesti corretti • No ai ristagni idrici • No all’uso indiscriminato dell’irrigazione sottochioma
STRATEGIE DI DIFESA
Per quanto riguarda la difesa dall’Armillaria, possiamo dire che, nonostante sia una delle malattie più studiate al mondo e ci siano molto approcci potenziali alla difesa, di fatto, in molti casi, non abbiamo un mezzo efficace e pratico per ridurre l’attacco del fungo. Possiamo dire che si possono mettere a dimora specie resistenti, soprattutto per quanto riguarda le piante ornamentali e quelle da frutto. In fase progettuale, si devono prevedere impianti con sesti corretti, sufficientemente spaziati, in modo da non dover intervenire con diradamenti. Si evitino i ristagni idrici con corrette opere di drenaggio, se necessarie. Uno dei migliori modi di propagare e incrementare
gli attacchi di Armillaria nei giardini è l’utilizzo indiscriminato dell’irrigazione sottochioma degli alberi e dei grandi arbusti. In queste situazioni l’irrigazione deve essere effettuata solo in caso di reale bisogno, in soccorso delle piante in annate in periodi particolarmente caldi e siccitosi, comunque dopo aver provveduto alla pacciamatura con sostanza organica (cippato, foglie, corteccia, ecc...) del terreno posto sotto le chiome degli alberi e degli arbusti.
combattere l’Armillaria è quello biologico, basato sull’inoculo di funghi antagonisti appartenenti al genere Trichoderma. Le specie più utilizzate sono Trichoderma asperellum e Trichoderma gamsii e vengono distribuite al terreno con formulati sotto forma solida o liquida, sia per un approccio di tipo preventivo, all’impianto, che per un approccio curativo o, meglio, protettivo. Tra i prodotti fitosanitari da utilizzare in vivaio troviamo Remedier, Patriot Dry, Tellus e Trianum G. I prodotti possono essere incorporati nel terreno a dosi variabili tra i 15 e i 50 g per mq, su terreno sufficientemente umido, cui far seguire un’irrigazione efficace. Altri prodotti non fitosanitari, che
È molto importante saper riconoscere i sintomi precoci per contrastare il fungo e prevenire altre infezioni utilizzando un metodo biologico basato su organismi
antagonisti
Resinazione sul fusto.
IN CASO DI ATTACCO
Qualora vi siano stati attacchi del fungo, si raccomanda la rimozione del potenziale di inoculo, ovvero la rimozione delle ceppaie e delle radici infette: l’Armillaria può sopravvivere anche 50 anni nei ceppi, a seconda della loro dimensione e delle condizioni climatiche! Questa operazione è molto importante nei giardini e nei frutteti, perché è una misura efficace e preventiva: la difficoltà sta nella corretta attuazione in quanto spesso le piante sono a distanza molto ravvicinata tra loro e non sempre si riesce ad asportare tutto quanto dovrebbe essere tolto. In certe situazioni, specialmente nei frutteti, la creazione di una barriera nel terreno in grado di impedire la diffusione delle rizomorfe, può essere un mezzo pratico di controllo della diffusione del patogeno. Il risultato può essere ottenuto con lo scavo di una trincea profonda circa un metro, ricoperta con uno spesso film plastico e successivamente riempita con il terreno. Al momento delle conoscenze attuali, uno dei mezzi più promettenti e utilizzati per
vengono registrati spesso come inoculi micorrizici o ammendanti possono contenere dei ceppi di Trichoderma utili come quelli presenti nei prodotti fitosanitari e che possono essere utilizzati anche nei giardini o comunque al di fuori del campo di applicazione agricolo. È molto importante dunque saper riconoscere i sintomi precoci degli attacchi dell’Armillaria in modo da cercare di contrastare il fungo e prevenire altre infezioni a carico delle piante vicine, utilizzando un metodo biologico basato su organismi antagonisti.
IL PIÙ GRANDE DEL PIANETA Alcuni ricercatori, nelle Blue Mountains dell’Oregon (USA), hanno scoperto un individuo di Armillaria Ostoyae che copre circa 890 ettari di terreno, tra le radici degli alberi della foresta. Questo fungo sembrerebbe addirittura l’organismo vivente più grande della Terra e la sua età potrebbe andare da 2.400 a più di 7.000 anni. Un altro individuo è stato rinvenuto nella foresta di pini vicino al Mount Adams nello stato di Washington, ma copre “solo” 600 ettari.
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I LUOGHI
DELLA MEMORIA Del verde nei luoghi sacri non si parla quasi mai, come fosse un tema di cui non occuparsi. Invece conoscere la simbologia delle specie impiegate consente di proporre interventi di sostituzione e di manutenzione adeguati, senza snaturare il significato evocativo e storico del contesto. Ecco a voi i dettagli di un progetto ad hoc di Marilena Baggio
L
a partecipazione a un bando di idee di un Comune della Brianza per la riqualificazione di piazze e del Parco delle Rimembranze è stata l’occasione per riflettere su parchi, giardini, viali, legati a manufatti storici della Prima e Seconda Guerra Mondiale che oggigiorno sono sì testimonianza di eventi bellici tragici relativi a quei determinati periodi storici, ma sono in grado di evocare con forza anche tutti i conflitti in corso.
Buxus sempervirens, immortalità.
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Calendula officinalis, dolore.
La Lombardia è ricca di giardini, aiuole e viali delle rimembranze, viali che, per Regio Decreto, sono un susseguirsi di alberi messi a dimora per commemorare i caduti della Prima Guerra Mondiale, uno per ogni vittima, con targa che indica il nome della persona e il luogo dove è deceduto o disperso in battaglia. Avere un giardino, quale un sacrario, contro l’indifferenza che uccide la memoria e il futuro di un po-
Cotoneaster spp., legame.
Crataegus monogyna, speranza.
polo, significava allora, come oggi, riconoscere l’alto valore civile che i cittadini danno a chi ha difeso la libertà con il dolore e il sacrificio per chi partiva per il fronte, ma anche per chi rimaneva a casa. Spesso in questi luoghi sacri si presta poca attenzione alla cura del verde, che è invece un verde storico dal forte valore simbolico.
RISPETTARE SIMBOLI E STORIA
Il verde così descritto è una mappa di lettura di principi come forza, onore, libertà, fratellanza. Conoscere il senso e il significato della singola specie messa a dimora, significa tutelare non solo il verde storico in quanto tale, ma anche la memoria di un luogo e di un popolo. Ecco che la loro sostituzione con specie similari snatura il significato evocativo e storico del luogo. Per esempio nel progetto del bando le nuove specie selezionate avevano soprattutto un alto valore simbolico per il luogo, oltre a essere compatibili con i
Hydrangea spp., amore sincero.
Laurus nobilis, gloria e successo.
cambiamenti climatici e le condizioni pedologiche e botaniche dell’area. E senza trascurarne la fruizione pubblica e gli aspetti operativi legati alla gestione e alla manutenzione. Alcune specie selezionate, come segno e simbolo, erano: il Laurus nobilis che rappresenta la gloria e il successo, il Craetegus monogyna la speranza, Buxus sempervirens l'immortalità, Lonicera spp. la devozione, il Prunus spp. la caducità, la Calendula officinalis il dolore.
COMUNICARE CON LE PIANTE
Questo lavoro richiede una ricerca e una scoperta di un linguaggio che i nostri avi utilizzavano per comunicare attraverso la natura e che noi abbiamo perso. Conoscerlo oggigiorno significa fare interventi di sostituzione e di manutenzione adeguati per lasciare che le parole, espresse con le piante, si traducano in frasi o racconti. In letteratura esistono le piante del commiato e della memoria che gettano la loro ombra sulle estreme dimore degli uomini. Immagino che alcune siano state scelte per la loro longevità a contrasto con la
A sinistra, schizzo del giardino della memoria.
LE PIANTE SELEZIONATE • Laurus nobilis • Craetegus monogyna • Buxus sempervirens • Lonicera spp. • Prunus spp. • Calendula officinalis
SPECIE E SIGNIFICATI Le specie che sostituiranno alcune piante esistenti avranno un alto valore simbolico, soprattutto per il giardino della memoria. Di seguito sono riportati alcuni esempi di corrispondenza tra specie e il relativo significato simbolico.
Lonicera spp., devozione.
Prunus spp, caducità.
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IL CANTIERE | il progetto
brevità della vita umana; altre sono state nei secoli collegate con la celebrazione di varie attività umane: per onorare gli eroi, coronare i poeti. Alcune piante sono state scelte per la loro forma o portamento. Altre ancora hanno richiami simbolici, una particolare resistenza o la capacità di superare le avversità, di rivegetare dopo una transitoria interruzione.
COME FOSSE UN MUSEO
Sezioni del giardino.
I luoghi della Memoria non sono costituiti solo da oggetti come il monumento alla vittoria, il cannone, l’obelisco in ricordo dei caduti o il pennone su cui si issa la bandiera per le grandi celebrazioni: anche
il verde concorre a creare il luogo, sia che sia in un semplice vaso o in un giardino. Seguendo questo principio nel progetto citato, tutto il giardino è stato riprogettato come un museo didattico all’aperto interpretando l’area stessa come monumento, uno spazio commemorativo contemporaneo in cui il verde è il regista. Verde tagliato e unito da una lama di ferro che, a diverse altezze e L’ESEMPIO DEL BOSSO Domanda: perché c’è spesso il bosso come pianta che adorna gli antichi sacrari? L’antico bosso, celebrato dai miti degli eroi, simboleggia il perpetuo rinnovarsi della natura e in senso più ampio l’eternità. Infatti essendo sacro al dio Ade, Signore del Regno dei Morti, proteggeva con il suo verde perenne la vita nell’aldilà. Il legno del bosso è molto duro e indeformabile ed era anche il simbolo della perseveranza e dell’intemperanza. Da ciò si comprende che non si può permettere che un Buxus sempervirens venga sostituito da una Lonicera pileata, solo perché più resistente e non viene colpita dalla Piralide; anche le lonicere possono ammalarsi ed essere assediate da altri lepidotteri. Quindi viene presa in considerazione forse perché meno costosa? Altre devono essere le scelte che guidano il recupero o la riqualificazione di un luogo sacro.
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IL GIARDINO IN BREVE • Area verde tagliata e unita da una lama di ferro, come simbolo della trincea • La lama percorre tutto il camminamento principale del giardino • Muro e pavimentazione color antracite • Monumenti commemorativi tutti raccolti lungo la “trincea” • Belvedere realizzato a diverse quote e corredato di un boschetto di Prunus Fruticosa ‘Globosa’ • Il soprassuolo e le tappezzanti nascondono dei punti luce, uno per albero
inclinazioni, percorre tutto il camminamento principale del giardino. La lama simboleggia la trincea dal forte impatto emotivo, per ricordare cosa significava vivere dentro la terra, dentro il sentimento della paura. La trincea non la vivevano solo i soldati ma era uno spazio di vita quotidiano per tutti, fatto di sacrifici, attese e paure nei rifugi. Lungo questa trincea con il muro e la pavimentazione color antracite sono accolte, tra le sue pieghe, tutti i monumenti presenti, compresa la Statua della Vittoria, collocati attraverso una narrazione visiva e brevemente incisa nella pavimentazione. Il belvedere che si crea a diverse quote ha un boschetto di Prunus Fruticosa 'Globosa' con soprassuolo e tappezzanti che nascondono dei punti luce, uno per albero, a testimoniare la presenza viva in ricordo dei caduti. È chiaro che il numero è indicativo - come nei sacrari in quanto le persone ricordate sono molte e lo spazio a disposizione è poco.
SPIRITO DI OSSERVAZIONE
Questo tema richiede una progettualità attenta e un riconoscimento del patrimonio storico verde poiché è testimone di un sapere antico e semplice tant’è che in altre realtà europee è oggetto di studio, riflessione e interpretazione. Dunque quando andiamo a trovare i nostri cari facciamo un vero e proprio esercizio di osservazione nei confronti di ciò che ci sta intorno, rivolgendo particolare attenzione ai sacrari, e chiediamoci se il verde ci accompagna in un racconto di meditazione e di raccoglimento oppure no.
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News La filiera verde si mette in mostra in Germania
In Europa è considerata la principale fiera dell’ortofloricoltura. Dal 23 al 26 gennaio, nel quartiere fieristico di Essen, nella regione della Ruhr, in Germania, si rinnova il consueto appuntamento con IPM Essen. Qualche numero: circa 1.600 espositori provenienti da 45 Paesi e ben 60.000 visitatori professionali. In mostra: un’ampia varietà di piante, tecnologie, attrezzature e servizi. Paese partner dell’edizione 2018, la Danimarca, la cui presenza sarà forte in particolare nell’area dedicata alle fioriture da vaso. Le aziende danesi, che saranno circa un centinaio, presenteranno nuove varietà e numerose iniziative che riguardano l’efficienza energetica nella produzione di piante. Maggiori informazioni sul sito www.ipm-essen.de.
TRIONFA LA BELLEZZA: 500 PERSONE A SPELLO PER IL CONCORSO COMUNI FIORITI La Città di Grado ha vinto i “Quattro fiori Oro”, massimo riconoscimento per i Comuni Fioriti. È stato l’ultimo premio assegnato a Spello (PG), splendido borgo dell’Umbria, durante la finale nazionale del concorso promosso da Asprof lor, l’Associazione dei produttori f lorovivaisti. Sono 150 i Comuni italiani che aderiscono all’iniziativa, uno strumento importante per rendere migliori piccoli centri e grandi città, puntando sulla bellezza dei luoghi, sull’armonia, sull’accoglienza, sul miglioramento della qualità della vita e del benessere delle persone e dei turisti. «I fiori, con l’impegno delle Amministrazioni comunali e della comunità, sono fondamentali», commentano Renzo Marconi, Sergio Ferraro e Franco Colombano, presidente e vicepresidenti di Asprof lor che anche quest’anno ha avuto il grande supporto del Distretto turistico dei Laghi, con sede a Verbania, e della Bayer, oltre che di tanti sponsor locali. Tantissimi i premi assegnati da Asprof lor. Nella categoria dei Comuni turistici il primo posto è andato a Grado (GO), secondo a Pré St. Didier (AO); per i Comuni fino a mille abitanti, primo premio a Ingria (TO) e secondo a Cabella Ligure (AL); per i Comuni da mille a cinquemila, primo premio a Stresa (VB), secondo a Molveno (TN); per i Comuni con più di cinquemila abitanti, primo posto ad Alba (CN) e secondo a Terme Vigliatore (ME). Sarà Pomaretto (TO), piccolo Comune montano della Val Chisone, a rappresentare l’Italia al concorso mondiale Communities in bloom. Pomaretto e Faedo hanno vinto nel 2017 la medaglia d’argento al concorso europeo Entente Florale, che ha scelto come unico partner italiano Asprof lor; entrambi cedono il testimone a Ingria (TO) e a Cabella Ligure (AL): due piccolissimi Comuni, delle Alpi e dell’Appennino, guidati da Igor De Santis e Roberta Daglio, sindaci determinati che hanno già messo in pista, tra aiuole, balconi e rotatorie fiorite, decine di cittadini con tutte le associazioni locali. «A Spello è andata in scena l’Italia più bella, il Paese migliore, che accoglie e genera coesione. Un esempio di appassionata determinazione delle Amministrazioni locali che coinvolgono tutta la comunità», spiega il Sindaco Landrini. Comuni Fioriti cresce e nel 2018 la premiazione nazionale si terrà nuovamente a Bologna, all’interno dell’Eima. www.comunifioriti.it
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APERTO IL CONCORSO “SPAZI CREATIVI 2018” Non è passato molto tempo dalla conclusione di Orticolario, ma la macchina organizzativa dell’evento dedicato al giardinaggio evoluto è già più che operativa. Già decisi sia il tema che la pianta della decima edizione, in calendario dal 5 al 7 ottobre 2018 a Villa Erba a Cernobbio, sul Lago di Como: si tratta del “Gioco” e della Salvia. Aperto anche il concorso internazionale “Spazi Creativi 2018” per la progettazione e la realizzazione di giardini e installazioni artistiche che, ispirati al tema dell’anno, verranno selezionati per essere allestiti in occasione dell’evento nel parco storico della Villa: la commissione giudicatrice valuta i progetti di spazi originali, giardini vivibili e fruibili, che contemplino un dialogo con lo spazio circostante, lo rispettino e lo valorizzino. I progetti devono interpretare le preesistenze paesaggistiche con libertà creativa e di scelte materiche e con possibilità di utilizzo dei più diversi linguaggi e riferimenti artistico/culturali. La commissione è particolarmente attenta alla qualità dell’ispirazione alla base del progetto, e il ricorso a contributi diversi dalla pura “Arte del Giardino” può costituire fatto distintivo. Nel bando si precisa che l’interpretazione del tema è vincolante per la realizzazione del progetto. I progetti selezionati, realizzati nell’ambito di Orticolario 2018, verranno valutati da una giuria internazionale: il vincitore (nel 2017 Spazio Garden Lignano “Ciclicità Lunare”, progetto di Roberto Landello) si aggiudicherà il premio “La foglia d’oro del Lago di Como”, realizzato in esclusiva dalla Vetreria Artistica Archimede Seguso di Murano (VE). L’iscrizione al concorso è gratuita e deve essere inviata in forma scritta entro e non oltre il 31 gennaio 2018 alla Segreteria Organizzativa di Orticolario, all’indirizzo e-mail info@orticolario.it. Il regolamento completo, il bando e tutti i dettagli sono disponibili sul sito web di Orticolario a questo link: http://orticolario.it/concorso-internazionale-spazi-creativi/
Il giardino “Ciclicità lunare”, vincitore del concorso internazionale “Spazi Creativi 2017”.
R3 TREES, PRONTA LA VERSIONE 5.0 Il team di sviluppo di R3 GIS organizzerà alla prossima edizione di Myplant & Garden (21-23 febbraio 2018) il primo incontro R3 TREES e presenterà le novità della versione 5.0, che verrà rilasciata a primavera 2018: verranno illustrate le proposte di miglioramento e le implementazioni del software. La partecipazione è gratuita e aperta agli utilizzatori e a coloro che vogliono conoscere e valutare la piattaforma per la gestione del verde pubblico di R3 GIS. L’azienda sarà inoltre presente durante tutta la durata della manifestazione con uno stand, dove sarà possibile richiedere approfondimenti sull’utilizzo proficuo di R3 TREES. www.r3-gis.com
IL NOLEGGIO SI CONSOLIDA
Il primo gennaio 2018 Venpa ed Edilrental si fondono, assumendo un’unica identità (dal nome Venpa) e diventando un unico riferimento per la fornitura a noleggio di macchine e attrezzature per il cantiere e per il sollevamento. 25 funzionari commerciali, 20 filiali, 30 officine mobili, 60 tecnici specializzati, 60 tra commerciali, amministrativi e tecnici saranno quindi, dal prossimo anno, la rent-force del noleggio del Nord e Centro Italia. Le due aziende collaborano dal 1997 e garantiscono la copertura del 60% del territorio nazionale e, insieme alle collegate Tecnoalt, Elevateur, Sicel e Torinoleggi, completano il restante territorio, facendo quindi di GV3 (GruppoVenpa3, di cui fanno parte) una presenza capillare in tutta Italia. N°007
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NEWS | focus
Business verde
A febbraio, a Milano, Myplant & Garden torna puntuale con spazi ampi, ben 15.000 mq in più rispetto al 2017. Un’occasione per stare al passo coi tempi
IN ESPOSIZIONE • Macchine • Vivai • Tecnica • Architettura • Servizi • Decorazione
Un format originale, con numerosi spunti e novità. Dal 21 al 23 febbraio, negli spazi di Fiera Milano – Rho Pero, il più grande polo fieristico d’Europa, torna il Salone internazionale del florovivaismo e del paesaggio Myplant & Garden. Ecco i numeri: tre padiglioni, otto macro-settori, per un totale di 45.000 mq di superficie espositiva (15.000 mq in più rispetto al 2017). Nel padiglione 20, oltre alle imprese della filiera vivaistica, troveranno spazio i marchi del motorgarden, settore che avrà anche un’area demo esterna di circa 300 mq per le prove pratiche. Sempre più ampia l’area riservata alle realtà del green building e dell’outdoor (piscine comprese), che culminerà in una landscape area con la fortunata formula di incontri ed esposizione anche di studi di architettura internazionali lanciata nel 2017. A comple-
MYPLANT & GARDEN 2018 21–23 febbraio, Milano www.myplantgarden.com
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tare l'offerta di questo padiglione, il gruppo di realtà aderenti al progetto Urban Green Management. Nel padiglione 16, largo soprattutto alla vastissima offerta orto-floro-vivaistica, ai servizi per mercati e imprese, ai vasi e al comparto della tecnica in generale. New entry dell'edizione 2018, il padiglione 12, che vedrà l’ampia presenza di marchi noti dell’orto-floro-vivaismo, della tecnica, dei servizi, delle strutture e degli accessori outdoor, oltre al sempre più apprezzato evento-ambientazione Garden Center New Trend, scandito in sei differenti aree commerciali all’insegna dello “small concept, smart business”. Non mancheranno numerosi incontri e convegni sui temi più attuali del mondo del verde, dalle novità legislative alla formazione professionale e tecnica, dai paesaggi sotterranei (apparati radicali) agli alberi monumentali.
Tecnologie innovazione soluzioni
| macchine
QUANDO IL GIOCO SI FA DURO...
Il nuovo trattorino diesel John Deere X950R è progettato per affrontare ogni condizione di lavoro, anche la più ardua. Tra i punti di forza: l’ergonomia, la coppia elevata e i comandi intuitivi di Viola Delfino
I PLUS • Transasse idrostatico heavy-duty • Telaio in acciaio interamente saldato • Sistema “tail follows trail” • Coppia elevata • Bloccaggio del differenziale • Piatto di taglio con larghezza di 122 o 137 cm • Opzione scarico alto con capacità di 650 litri • Opzione scarico basso con capacità di 570 litri
I
l marchio John Deere non ha bisogno di premesse o presentazioni. La lunga storia, l'affidabilità dei prodotti e la competenza dei concessionari, parlano da soli. Arriviamo subito al punto: sono diverse le novità introdotte di recente nella gamma, in queste pagine abbiamo deciso di parlarvi del nuovo trattorino professionale diesel X950R, concepito e progettato per affrontare i lavori più duri. Basato sulla piattaforma X700, questo modello con scarico e raccolta posteriore è dotato di telaio e piatto robusti in acciaio per lavorare a lungo. Il motore a tre cilindri da 18 kW fornisce tutta la coppia necessaria per gestire qualsiasi attrezzo, e i motori idraulici delle ruote heavy-duty consentono di gestire i terreni più difficili per tutto il giorno. Grazie al volante regolabile, allo schienale alto del sedile e ai comandi ergonomici e intuitivi, il comfort è davvero assicurato.
John Deere italiana, 50 anni di storia. Leggi le tappe!
OBIETTIVO: DURARE NEL TEMPO
Vediamo, nel dettaglio, le principali caratteristiche tecniche. Innanzitutto, i componenti, come il transasse idrostatico heavy-duty e il telaio in acciaio interamente saldato, sono progettati per resistere nel tempo. Il telaio brevettato si estende oltre il cofano anteriore per servire da paraurti e sostenere i pesi anteriori per controbilanciare le attrezzature posteriori. Evidenziamo la tecnologia “tail follows trail”, grazie alla quale è possibile lavorare vicino a recinzioni o pareti comodamente e in sicurezza: a colpire il cesto di raccolta sarà solo l'erba scaricata dal piatto. Per quanto riguarda il motore, il diesel con cui è equipaggiata la macchina, Potenza nominale max presenta una combustione particolarmente efficiente, con conseguenti Cilindrata emissioni e consumi ridotti, mentre il Capacità serbatoio nuovo cofano migliora la circolazione dell'aria per il raffreddamento. Inoltre, Trasmissione il bloccaggio del differenziale, semplice da utilizzare, garantisce la massima traSistema di trasmissione zione anche nelle condizioni più ardue.
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18 l/min
Servosterzo
2 ruote sterzanti anteriori
Raggio di sterzata
183 sx, 155 dx cm
Innesto PTO
Frizione di comando elettrica
Altezza di taglio
13 posizioni, 25-112 mm
Larghezza di taglio
122/137 cm
Altezza max sollevamento cesto
Scarico alto: 2.037 mm
Lunghezza macchina
Scarico basso: 3.382 mm Scarico alto: 3.449 mm
Altezza senza cabina
ROPS ripiegata: 1.706 mm ROPS alzata: 2078 mm
Peso senza piatto
Scarico basso: 822 kg Scarico alto: 1.014 kg
Larghezza senza piatto
1.180 mm
Passo
1.470 mm
| macchine
GLI ATTREZZI • Cabina • Spazzola rotante • Attacco anteriore • PTO anteriore • Lama e attrezzi neve • Rimorchio
COMANDI INTUITIVI Le operazioni vengono semplificate grazie alla leva multifunzione (nella foto) che permette di controllare il piatto e il cesto raccoglitore con la sola punta del dito.
ottimale e la frizione della PTO elettrica offre un innesto modulato senza strappi. L'altezza di taglio può essere regolata facilmente grazie a una comoda manopola situata sul cruscotto. Per quanto riguarda il cesto, sono previste due opzioni: scarico alto (altezza 2 m) con capacità di 650 litri, scarico basso con una capacità di 570 litri. Il cesto può essere aperto usando la sola leva idraulica multifunzionale: attraverso una pompa idraulica separata il cesto viene velocemente sollevato e svuotato a basso regime del motore. Il sistema ad attacco rapido Quick-attach consente di collegare e rimuovere il cesto in maniera semplice e rapida, anche con i comodi bracci di appoggio opzionali. Da ricordare, infine, il kit di omologazione (opzionale) per servirsi di strade pubbliche.
FREQUENZE DI TAGLIO RIDOTTE Novità anche dal fronte tosaerba professionali a spinta. La gamma John Deere è infatti stata ampliata con il nuovo modello PRO 53MV, pensato per aziende municipalizzate e grandi manutentori alla ricerca di prodotti che consentano di ridurre le frequenze di taglio. Con una larghezza di lavoro di 53 cm, una buona distribuzione del peso e ruote dal profilo ottimizzato, garantisce un taglio pulito e preciso. L’angolo di taglio è regolabile su entrambi gli assi. È inoltre caratterizzato da una struttura robusta ed è operativo anche in modalità mulching. Azionato dal motore Briggs & Stratton da 3,2 kW nominali, il PRO 53MV può agevolmente affrontare le condizioni di lavoro più varie su superfici fino a 5.000 mq. Da segnalare anche la velocità di avanzamento regolabile, che garantisce la massima efficienza, e il sistema Anti Vibration System (AVS), che riduce notevolmente le vibrazioni a carico di braccia e mani. Infine, la robusta protezione dell’albero motore consente di lavorare ovunque.
L’AGGIUNTA DI AZOTO • Migliora la colorazione • Aumenta la crescita dei culmi e la densità • Incrementa la resistenza al calpestio e accelera il recupero • Favorisce la tolleranza alla siccità e alle basse temperature • Amplia la crescita radicale
S
empre più ricerche dimostrano come l’uso di azoto a cessione controllata sia efficiente, rispettoso dell’ambiente e sostenibile. Nel dettaglio, da quanto pubblicato sull'European Journal of Turfgrass Science, quando si usa una tecnologia a cessione controllata, l’assorbimento dell’azoto da parte del tappeto erboso può aumentare del 30%, anche nel caso di dosaggi ridotti del 25%. E i concimi della gamma LandscaperPro di ICL rientrano proprio in questo profilo: il rilascio dell’azoto segue il fabbisogno del tappeto erboso andando a vantaggio dell’efficacia della nutrizione e riducendo l’inquinamento, quel che viene ceduto infatti viene assorbito dalle piante, e non dilavato nel terreno. Secondo i dati raccolti in modo indipendente dall'olandese Nutrient Management Institute, i concimi ICL con
azoto avvolto riducono il dilavamento del 30% nella comparazione con altre fonti convenzionali di azoto, e del 15% rispetto a fonti organiche di azoto.
UNO PER OGNI USO
Vai alle schede prodotto!
La linea LandscaperPro si compone di cinque prodotti, ciascuno pensato per un uso specifico: Maintenance per il mantenimento di superfici inerbite destinate a qualsiasi utilizzo; NewGrass, ideale per la semina e la rigenerazione del tappeto erboso, così come per la posa di prato a rotoli; Stress Control, a effetto antistress, da usare prima dei periodi che mettono in difficoltà il manto erboso (a fine primavera e in autunno); Flora, basato sulla tecnologia Osmocote di ICL e sviluppato per coprire con una sola applicazione il fabbisogno annuale di bordure, fiori, aiuole, cespugli e piante ornamentali; Universtar Balance, a cessione controllata con durata d’azione, utilizzabile a ridotti dosaggi e, oltre che sul prato, anche su bordure, cespugli, orti, siepi e altre ornamentali.
Elogio della
“lentezza”
Più efficienti, più efficaci, più rispettosi, più sostenibili. Tanti i segni + per i concimi a cessione controllata firmati ICL. Vi spieghiamo perché di Nora Adamsberg
| materiali
L'idea semplice per
giardini creativi APPLICAZIONI • Muri di contenimento o di recinzione • Terrapieni • Pareti decorative • Bacini acquatici • Arredo urbano • Pareti vegetali
I gabbioni Natural Stone Box sono il sistema innovativo per realizzare muri decorativi. Facili e veloci da posare, sono da proporre ai clienti in cerca di originalità di Irene Nuvola
R
esistenti, indeformabili, facilmente trasportabili e pronti per la posa. I gabbioni Natural Stone Box di Granulati Zandobbio rappresentano una soluzione innovativa per realizzare in modo semplice e duraturo muri decorativi con le pietre naturali. Un'idea da proporre ai clienti che vogliono un giardino creativo.
PROGETTAZIONE MODULARE
Grazie alla facilità di movimentazione di ogni singolo elemento e alla possibilità di riempirli con pietre naturali scelte tra una vasta gamma di colori prodotti da Granulati Zandobbio, Natural Stone Box è un sistema versatile e solido, ideale come
WELCOME TO STONE CITY In cerca di un’idea per giardini creativi? Potrete trovarla a Stone City, il parco espositivo permanente di 5.000 mq dove sono raccolte le migliori ambientazioni realizzate con i prodotti in pietra naturale di Granulati Zandobbio, allestito presso l’area industriale di Bolgare (BG) lungo l’autostrada A4. La storia dell’azienda inizia nel 1929 con attività di cava nel comune di Zandobbio, nel bergamasco, fino a diventare oggi una delle principali realtà nella produzione e vendita di un’ampia gamma di ciottoli e pietre naturali, con esportazioni in 80 Paesi, dal Giappone a Hong Kong, dagli Stati Uniti ai Caraibi.
strumento di arredo nella progettazione di giardini e nelle opere di consolidamento del paesaggio urbano. Disponibile in 15 tipologie di diverse dimensioni (la larghezza varia tra 25, 50 o 100 cm) è pensato per le applicazioni più varie, tra cui pareti decorative, muri di recinzione o di contenimento e per l'ancoraggio di rampicanti per giardini verticali. Tra i principali vantaggi, la modularità degli elementi che consente l'adattamento a ogni contesto progettuale.
SCELTA TECNICA DURATURA
Le gabbie sono antierosive e indeformabili nel tempo e la posa è semplice e veloce. Vengono appoggiate al piano di posa che dovrà essere realizzato, su progetto di un tecnico abilitato, in base al corretto dimensionamento del muro stesso e alla natura del terreno: i muri possono raggiungere fino a sette metri di altezza. Inoltre, in caso di necessità, è sempre possibile riutilizzare e riposizionare ogni elemento in altri luoghi. Si precisa, infine, che i Natural Stone Box possono essere acquistati anche vuoti.
I PLUS • Facile e veloce da posizionare • Removibile e riutilizzabile • Modularità di ogni singolo elemento • Gabbie indeformabili • Pronto per la posa • Gabbioni drenanti • Soluzione ecologica ed economica • Muri autoportanti fino a 7 metri • Barriera antirumore, fonoassorbente • Riciclabile • Resistente alla corrosione
CARATTERISTICHE TECNICHE Reti elettrosaldate Diametro filo 5,8 mm Tiranti interni Dimensioni maglie 5-20 cm Zincatura a caldo Granulometria sassi da 50 a 180 mm Resistente a 1.000 ore al test di corrosione al sale
Guarda come vengono preparati i gabbioni
| macchine
Pronti per la neve
Robusta e capace di pulire aree estese in modo agevole. La turbina ST 330P della gamma Husqvarna Professional è a prova dei professionisti più esigenti di Viola Delfino
C
oncepita principalmente per i professionisti che necessitano uno spazzaneve robusto e durevole, in grado di pulire agevolmente grandi aree. È la turbina neve ST 330P di Husqvarna, marchio svedese distribuito in Italia da oltre 50 anni da Fercad. Parte della gamma Husqvarna Professional, è adatta all'uso frequente su qualsiasi tipo di
ST 330P Larghezza utile
76 cm
Diametro fresa
35,5 cm
Produttore motore
LCT
Cilindrata
369 cm³
Potenza netta a numero giri preimpostato
8,25 kW a 3.600 giri/min
Coppia lorda
17 lb-ft
Volume serbatoio carburante (con riserva)
3,6 l
Tipo trasmissione
Idrostatico
Profondità max neve
60 cm
neve, per strati dai 15 ai 60 centimetri. La trasmissione idrostatica, la sterzata assistita (con frizione di sterzo) e i pneumatici catenabili molto larghi assicurano praticità e facile operatività. Da segnalare anche il sistema fresa/turbina a due stadi: in sostanza, la neve viene convogliata all'interno della macchina tramite una fresa, dopodiché viene espulsa lontano tramite il camino da una ventola ad alta velocità. Inoltre, i suoi componenti sono progettati per un uso professionale, quindi per la massima durata in qualsiasi condizione di lavoro, così come il robusto telaio fresa, la scatola ingranaggi e la fresa in ghisa. Il modello ST 330P, infine, è equipaggiato di impugnature riscaldate, faro a led, pattini laterali in plastica, marmitta silenziata, comandi per la gestione del camino a distanza e avviamento elettrico. Risultato? Un lavoro agevole in qualsiasi condizione meteo.
Consulta i dettagli tecnici!
| macchine
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I PLUS
er chi si occupa di progettazione del verde, Sevis è un nome più che noto: orgogliosamente Made in Italy, ideato e sviluppato da Florinfo, è tra le piattaforme software più diffuse nel nostro settore. La novità è la versione aggiornata, Sevis2, rivista nella grafica, nelle funzioni e nei contenuti. Vediamo in sintesi cosa è cambiato. Innanzitutto Sevis2 ha un nuovo motore database, più snello e performante. Sono state poi apportate sostanziali migliorie alle immagini e alle librerie di piante e
• Interfaccia più moderna e intuitiva • App per tablet • Migliaia di nuove immagini • Multiutente e Cloud
LA GAMMA Visual: progettazione visuale Plani: progettazione planimetrica Irriflo: progettazione impianto irrigazione Cloud: piattaforma Cloud Formula: preventivazione, cantieri, fatturazione App: tutto Sevis in un’app Flor-Qr: schede botaniche delle piante Gardenia: consulenza botanica per scegliere le piante
oggetti, grazie anche alla collaborazione delle principali aziende di prodotti da giardino e arredo urbano. Inoltre, è stata sviluppata la piattaforma Cloud, grazie alla quale è possibile accedere a Internet, gestire, condividere progetti, utilizzare l'app che comunica direttamente con il software, scaricare aggiornamenti, immagini (anche satellitari), listini prezzi, etc.
Vai al sito florinfosevis.it
SIMULAZIONE NOTTURNA Sevis2 si arricchisce anche della funzione di simulazione notturna con cui creare gli effetti dell’impianto di illuminazione. Utile per dare ai clienti ulteriori spunti per la fruizione del loro giardino.
Innovazione al quadrato Il software Sevis2 offre un nuovo modo di gestire la progettazione del verde. Semplifica il lavoro e, con pochi click, simula la realizzazione di un giardino. Le immagini parlano da sole e i clienti si convincono subito di Nora Adamsberg
| strumenti
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ontinuiamo il nostro percorso a zig zag, iniziato lo scorso numero (pag. 38), tra i capitoli delle Linee guida per la gestione del verde pubblico, documento pensato come strumento pratico per attuare la Legge 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”. Redattore: il Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico che fa capo al Ministero dell'Ambiente
e della Tutela del Territorio e del Mare. Dopo esserci soffermati sulla potatura, questa volta ci inoltriamo tra le righe del terzo capitolo, intitolato “Progettazione del verde”.
GESTIRE MEGLIO L'ACQUA TRAMITE I GIARDINI URBANI
Momento basilare di ogni nuova realizzazione è l'elemento progettuale. Se viene sottovalutato, l'effetto finale della realizzazione sarà semplicemente affidato al caso, e quindi alla legge di mercato del minor costo. E ogni carenza progettuale rischia di rendere improduttivo o precario l'investimento stesso. Ecco dunque il Progetto del Verde, uno strumento di riqualificazione e incremento delle aree verdi che si basa su un’impostazione di tipo operativo: in genere ha un carattere
L'importanza de Abbiamo ripreso in mano le Linee guida per la gestione del verde pubblico e ci siamo focalizzati sull’elemento progettuale. In particolare, su due aspetti: le acque pluviali e le specie vegetali di Irene Nuvola
di straordinarietà e può riguardare anche una sola parte del verde urbano comunale. Si differenzia pertanto dal Piano del Verde, che interessa l’intera area del verde urbano comunale, ha una valenza pluriennale ed è sottoposto a una revisione sistematica e periodica. Ne approfondiamo meglio le caratteristiche nel box “Il Progetto del Verde”. Qui di seguito ci focalizziamo, invece, su alcuni aspetti di fondamentale importanza, da tenere in considerazione nella progettazione. A partire dalle acque pluviali. Il sistema dei giardini e degli spazi verdi urbani e periurbani mette a disposizione molteplici opportunità per gestire sul posto le acque meteoriche, ridurre i volumi convogliati in fognatura e ridurre di sovraccarico della rete di drenaggio, rendendo al contempo più sostenibile il ciclo dell’acqua in città, messo a dura prova negli ultimi anni da piogge intense concentrate in periodi brevi. Attraverso una corretta gestione
delle acque meteoriche, le superfici permeabili delle aree verdi possono contribuire notevolmente alla riduzione del deflusso idrico superficiale attraverso: la conservazione e il ripristino delle superfici permeabili, il contenimento del deflusso superficiale, il ricarico delle falde, l’utilizzo della capacità filtrante dei suoli. Il concetto che dovrà essere adottato in fase di progettazione è quello di rallentare lo scorrimento dell’acqua e stoccarla temporaneamente per poi restituirla in maniera controllata mediante soluzioni tecniche ad hoc (focus nel box “Rain garden e Fossati inondabili”).
NO ALLA MONOSPECIFICITÀ E ALL’ECCESSIVA DIVERSITÀ
Nella progettazione del verde, altro aspetto di primaria rilevanza riguarda le specie vegetali da uti-
RAIN GARDEN E FOSSATI INONDABILI Vediamo nel dettaglio due tra le principali soluzioni per rallentare lo scorrimento dell’acqua, stoccarla e poi restituirla in modo controllato: piccoli bacini di ritenzione/infiltrazione da realizzare in prossimità di ampie superfici impermeabili come strade, parcheggi, piazzali, piazze. Sono aree verdi leggermente ribassate (rain garden) che raccolgono le acque meteoriche e che in caso di piogge intense, riducono l’effetto run-off trattenendo l’acqua, filtrandola e infiltrandola lentamente nel terreno. Riducendo il flusso idrico alle condotte fognarie, contrastano in modo attivo gli allagamenti del tessuto urbano; fossati inondabili: canali di ampia sezione, con scarpate a bassa pendenza e bassa profondità 20-30 cm, di norma con vegetazione posta ai lati. Accumulano l’acqua che ricevono e in seguito la smaltiscono per infiltrazione o canalizzazione con sistemi di deflusso controllato verso un collettore ricevente (pozzo perdente, rete superficiale, rete fognaria). Possono accompagnare la viabilità carrabile, le piste ciclabili, i giardini o ampi spazi pavimentati. Chiaramente le acque provenienti da superfici inquinate da idrocarburi dovranno essere convogliate verso condotte fognarie al fine di preservare gli acquiferi superficiali.
l progetto
COME SCEGLIERE LE SPECIE • Adattabilità alle condizioni pedoclimatiche del luogo • Resistenza a parassiti di qualsiasi genere • Assenza di caratteri specifici indesiderati • Presenza di infrastrutture o servizi che possano interferire con lo sviluppo della pianta
| strumenti
ASPETTI BASILARI • Acque pluviali • Specie vegetali • Materiali • Aree gioco • Suoli
Consulta i database delle specie consigliate dalla Fao
IL PROGETTO DEL VERDE Redatto da un professionista abilitato, il Progetto del Verde deve essere oggetto di incarico professionale nel cui disciplinare siano ben definite le qualifiche e le competenze professionali e tecnico-scientifiche richieste. Il procedimento progettuale deve essere la sintesi del coinvolgimento trasversale dei diversi esperti coinvolti. Deve perseguire un percorso di qualità virtuoso per la opportuna integrazione degli aspetti vegetazionali, paesaggistici, ecologici, ambientali, agronomici, economici e sociali, garanti del raggiungimento delle finalità richieste, in riferimento all’ambito di intervento. Deve essere inserito nel contesto ambientale di riferimento, verificando e valutando preliminarmente le norme e i regolamenti, sia di tipo vincolistico, sia pianificatorio, ai vari livelli di scala, in relazione alle opere previste. Deve analizzare tutte le risorse presenti, sia di natura fisica e biologica, ma anche immateriali come gli aspetti culturali e le potenzialità future. E ancora, deve contenere un’analisi dei costi e dei benefici, deve seguire criteri che assicurino coerenza progettuale, sostenibilità ambientale ed efficacia funzionale e deve includere una relazione tecnica agronomica/forestale ed elaborati tecnici e scientifici che pongano la dovuta attenzione sugli aspetti di seguito esposti.
lizzare, che dovranno essere conformi agli obiettivi ambientali, paesaggistici, culturali, sociali, perseguiti e descritti dal progetto. Le nuove realizzazioni dovranno utilizzare un numero adeguato di specie arboree, arbustive ed erbacee evitando la monospecificità ma anche l’eccessiva diversità. Si ricorda che il materiale vegetale dovrà provenire da ditte appositamente autorizzate ai sensi delle Leggi 18.6.1931 n. 987 e 22.5.1973 n. 269 e successive modificazioni e integrazioni e ne dovrà essere dichiarata la provenienza. Le sementi impiegate nella realizzazione di manti erbosi devono presentare i requisiti di legge richiesti in purezza e germinabilità ed essere fornite in contenitori sigillati accompagnati dalle certificazioni dell’Ente Nazionale Sementi Elette. Inoltre, è necessario attenersi ai regolamenti europei volti a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie alloctone invasive. Sono invece da favorire, rispettandone distribuzione ed ecologia, le specie italiane contenute nell’elenco allegato al Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao, 2001). Fondamentali per l’incremento della biodiversità sono anche le specie endemiche che impreziosiscono il valore estetico e biologico delle miscele.
GESTIONE | formazione
Il tempo scorre, il mondo cambia: arriva la nuova
generazione
Cosa significa e come si gestisce il passaggio di generazione all’interno di un’azienda di giardinaggio? Proviamo a vedere per punti quali sono i problemi da affrontare, e come volgerli in fattori positivi di crescita
D
iciamolo subito, non è una situazione semplice: da una parte il titolare, il fondatore teme che la sua creatura, la sua azienda di giardinaggio, possa essere storpiata, cambiata e non risponda così al disegno di lui che l’aveva creata, dall’altra il figlio – o figli – che si vedono “ostacolati” nel prendere in mano l’attività. Da una parte la cautela del passaggio, anche per evitare traumi finanziari ed economici all’azienda, dall’altra l’impazienza di chi in giovane età vuole lanciarsi per dimostrare cosa sa fare. Dall’equilibrio di queste due figure però può scaturire una dinamica virtuosa, un corretto passaggio generazionale.
LA DISSOLVENZA TRA DUE MONDI
In primo luogo occorre la consapevolezza del titolare/fondatore, che deve riconoscere il momento giusto per ritirarsi e passare le consegne ai figli. In secondo luogo occorre il coraggio di rinunciare al ruolo, al prestigio e al potere, per sottomettersi a un nuovo potere. Infine, serve molta saggezza nel scegliere il successore, che va messo alla prova, al di là dei legami affettivi e delle preferenze personali.
Chi ha dato vita a un’impresa, la vive come una propria creatura e spesso lavora e invecchia come se la vita dell’azienda e la propria fossero indissolubilmente legate. Ma la natura fa il suo corso e quando situazioni inaspettate obbligano ad affrontare la successione, tutti si sentono impreparati e sopraffatti dagli eventi.
L’imprenditore consideri la successione come uno dei suoi compiti istituzionali Nelle situazioni peggiori, poi, nascono conflitti e gelosie tra i figli, con lotte di potere deleterie per l’azienda e soprattutto per le relazioni umane. La successione è dunque un momento delicato e importante nella vita di un’azienda. Il buonsenso e la saggezza suggeriscono di affrontarla per tempo e di considerarla come un compito istituzionale dell’imprenditore, nonché un dovere morale nei confronti della generazione a cui lascerà l’azienda. N°007
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GESTIONE | formazione
ANCHE L’ORGANIZZAZIONE VUOLE LA SUA PARTE • Regolare eventuali cambiamenti nella forma giuridica, nella proprietà o nell’assetto societario • Il ricambio generazionale ha le sue implicazioni anche dal punto di vista giuridico e fiscale • Se i figli entrano come soci nell’azienda, o se il padre cede la proprietà ai figli, occorrono degli atti notarili e ci sono alcuni adempimenti da rispettare • Comunicare le variazioni a tutti i soggetti con i quali l’azienda interagisce. • Attuare i cambiamenti organizzativi
Affrontare per tempo il tema della successione ha molti vantaggi: per l’imprenditore che si ritira, per i figli che prendono in mano le redini dell’azienda e per il personale che lavora in azienda.
LA SUCCESSIONE È UN VIAGGIO
I compiti e i tempi della preparazione alla successione vanno meditati e affrontati nel lungo periodo: questo non è un tema col quale confrontarsi in poco tempo, dopo aver preso la decisione che è giunto il momento di ritirarsi. Per giungere sereni e preparati alla conclusione, per poter scendere con il cuore pieno di soddisfazione e poter guardare con gioia l’azienda che riprende il suo cammino verso nuove mete, occorre una buona preparazione. Questa preparazione comprende alcuni compiti, distribuiti nel tempo. La prima fermata lungo il percorso verso la successione si colloca intorno ai 50-55 anni e richiede una riflessione da parte del genitore che pensa al
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suo futuro e a quello della sua azienda: la gestione di un’azienda di giardinaggio è un’attività impegnativa che non concede molto tempo libero. Non è facile coltivare interessi che possono diventare importanti dopo il lavoro. Tuttavia il tempo che viviamo dopo il periodo lavorativo è un tempo al quale dobbiamo dare valore e significato. Questo significato va cercato attivamente, molto tempo prima di arrivarci, in modo da prepararsi adeguatamente. Pensare a come potrebbe “funzionare” l’azienda senza il proprio contributo è un buon esercizio per vedere dove sono le principali carenze capaci di minare la sopravvivenza dell’impresa in caso di successione forzata. Provate rispondere a domande di questo tipo: come vedo la mia azienda senza la mia presenza? I familiari e i collaboratori sarebbero capaci di svolgere i miei compiti e di gestire l’azienda senza di me? Proseguendo nel nostro viaggio, arriviamo così alla seconda fermata: l’analisi della situazione, in quattro momenti: • Il momento in cui si fa un’analisi delle competenze e motivazioni dei figli o degli altri familiari o collaboratori che possono essere interessati alla successione. • Cosigliare ai propri figli o familiari e collaboratori un’autoanalisi delle competenze e motivazioni, affinché prendano coscienza delle proprie risorse personali e delle proprie carenze. • Preparare insieme ai figli, familiari e collaboratori un piano di formazione in modo da garantire che al momento della successione i figli possiedano le capacità e le conoscenze necessarie per gestire l’azienda. • Attuare il piano di formazione e verificare l’apprendimento da parte dei figli.
La comunicazione ha il potere di costruire
L’esperienza insegna che non sempre le persone sono consapevoli delle loro risorse e capacità. Spesso le danno per scontate e si limitano a riconoscere le capacità mancanti.
ALLENARE I NEO IMPRENDITORI
La terza stazione si colloca al più tardi cinque anni prima della data in cui si intende passare l’azienda ai figli. Giunti a questo punto, si dovrebbe avere una visione chiara del modo in cui si desidera vivere gli anni che seguiranno il proprio impegno imprenditoriale. I figli hanno fatto esperienze, si sono formati, hanno appreso metodi di lavoro e li applicano nei compiti che svolgono in azienda. È giunto il momento di coinvolgerli nella direzione dell’impresa, affinché si allenino a pensare in modo strategico, a prendere decisioni utili e a risolvere i problemi anziché scaricarli sulle spalle dei genitori. In particolare sono i compiti tipicamente imprenditoriali che devono essere allenati: • Fare periodicamente un check up dell’azienda, al fine di acquisire una visione d’insieme, con i suoi punti di forza e di debolezza. • Definire gli obiettivi e le priorità sia nel breve che nel medio periodo. • Elaborare dei progetti per raggiungere gli obiettivi. • Migliorare costantemente l’organizzazione del lavoro. • Analizzare i dati del controllo di gestione e controllare ogni mese che si proceda verso la realizzazione degli obiettivi scelti.
relazioni sane e soddisfacenti
Inoltre, giunti in prossimità della quarta e ultima fase, gli altri due compiti dell’imprenditore sono: • Leggere i dati del controllo di gestione insieme ai figli e interpretarli. • Definire gli obiettivi da perseguire nel breve periodo (tre/quattro mesi) e nell’anno. La lettura dei dati del controllo di gestione completa e integra il check up aziendale e può rivelare delle sorprese: un margine operativo basso, un parco clienti inadeguato, un parco macchine eccessivo, costi di trasporto che erodono il margine, e così via. Il check up aziendale e la lettura dei dati del controllo di gestione permettono di definire gli obiettivi da perseguire.
IL CORAGGIO DI SCENDERE
Ed eccoci arrivati alla fine: il viaggio intrapreso qualche anno addietro è giunto alla sua conclusione, e occorre prepararsi per scendere. La quarta fermata è la tappa conclusiva del ricambio generazionale. • Il genitore imprenditore ha deciso di ritirarsi dalla conduzione dell’azienda e di dedicarsi ad altre attività o interessi. • I figli hanno completato il loro apprendistato, hanno sperimentato diversi ruoli, hanno imparato ad analizzare lo stato di salute dell’azienda, definire obiettivi, prendere decisioni importanti, trovare soluzioni ai problemi e cogliere le opportunità di crescita. È giunto quindi il momento di definire un piano di successione e dare una risposta alle domande: chi dirigerà l’azienda? In che modo? Nel caso di due o più fratelli che assumano la direzione, esistono diverse modalità di conduzione che possono coesistere benissimo, a patto che si parta con una chiara definizione dei ruoli e dei compiti. LE 4 TAPPE • 50-55 anni: riflessione sul proprio futuro e su quello dell’azienda • Analisi approfondita della situazione • Al più tardi cinque anni prima del passaggio, leggere i dati del controllo di gestione insieme ai figli e stabilire obiettivi nel breve e medio periodo • Definire un piano di successione N°007
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GESTIONE | formazione
i fratelli e l’obiettivo comune di far crescere l’azienda prevale sugli interessi personali. È controindicato, invece, quando in famiglia esistono tensioni o rivalità personali.
OSTACOLI E SOLUZIONI
I modelli più frequenti sono: • Uno dei figli subentra al genitore, assumendone il ruolo nell’azienda e svolgendo gli stessi compiti. • I figli si suddividono i ruoli e le responsabilità e svolgono compiti di natura diversa. I compiti tipicamente imprenditoriali (analizzare le possibilità di sviluppo dell’azienda, definire gli obiettivi, le priorità e le strategie, decidere investimenti e migliorie, analizzare i dati del controllo di gestione), che implicano scelte e decisioni che devono essere condivise, possono essere svolti insieme. È importante, in questo caso, definire esattamente le regole del gioco e stabilire quali compiti, poteri e responsabilità appartengono a ciascun figlio e quali compiti, poteri e responsabilità vengono gestiti in modo collegiale. Questo modello funziona bene quando c’è un buon affiatamento tra E I DIPENDENTI? La decisione di passare la direzione dell’azienda ai figli è un evento importante per tutte le persone coinvolte. È giusto pertanto valutare bene il momento in cui comunicarlo e le modalità. Facilmente ci sono dipendenti che hanno visto crescere i figli del titolare e devono abituarsi a collaborare con loro sotto una “nuova veste”. In ogni caso è un cambiamento anche per i dipendenti e può generare preoccupazioni sul futuro. I fattori rassicuranti sono: • Un atteggiamento fiducioso del genitore nei confronti dei figli • La conoscenza e la chiarezza degli obiettivi, dei cambiamenti programmati e delle modalità di attuazione; se i figli mostrano di agire e decidere con competenza, si conquisteranno la fiducia dei collaboratori • La continuità dell’attività: i cambiamenti saranno inevitabili, ma in questa fase i dipendenti preferiscono sapere che l’azienda verrà portata avanti dai figli con lo stesso spirito di sempre
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Il ricambio generazionale non avviene sempre in modo lineare. Gli ostacoli più frequenti nascono dal modo in cui si vivono le relazioni personali nelle aziende familiari. In un’impresa familiare i rapporti sono sani e utili alla crescita delle persone e dell’azienda nella misura in cui si sanno distinguere gli affetti e i legami all’interno della famiglia dai rapporti e dalle funzioni che servono al buon funzionamento dell’azienda: è importante capire che in un’organizzazione ci sono dei ruoli che devono essere svolti, e che questi ruoli non hanno nulla a che vedere con il valore delle persone. Come si possono prevenire e risolvere questi problemi? In primo luogo dobbiamo riconoscere la natura relazionale di questi problemi. Essi sono il sintomo che mette in luce la necessità di correggere qualcosa nel modo di relazionarsi. Ma al di là della confusione tra azienda e famiglia che permea inevitabilmente le relazioni tra i familiari, esistono altri ostacoli che possono impedire il naturale ricambio generazionale. • Non pensare in alcun modo al momento in cui non si lavorerà più. • Mancanza di lungimiranza. La formazione dei figli, come del resto quella dei collaboratori, richiede tempo e la possibilità di fare esperienza. • Mancare di creare e di affidare la consapevolezza e la responsabilità. • La tendenza ad accentrare tutte le decisioni che riguardano il lavoro. • Il rinvio. Come si può vedere, la maggior parte di questi problemi sono di natura relazionale. È possibile prevenirli nella misura in cui si pone attenzione alla qualità delle relazioni e si riconosce alla comunicazione il potere di costruire relazioni sane e soddisfacenti, solo così vi sarà un cambiamento vero: certo, epocale, ma produttivo.
GESTIONE | sul campo
IL FUTURO è
ELETTRICO Abbiamo visto in azione il potatore telescopico PS250 e la motosega CS300 della gamma Oregon Cordless Tool System con batteria 36V PowerNow. Abbiamo parlato con chi queste attrezzature le usa tutti i giorni. Ecco cosa ne pensa di Daniela Stasi
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GESTIONE | sul campo
Mi sono avvicinato all'elettrico pensando alle conseguenze dell'utilizzo
prolungato delle attrezzature a scoppio sulla mia
salute
SEMPRE PRONTE Per azionare le attrezzature Oregon Cordless Tool System con batteria al litio 36V PowerNow basta azionare la leva per un avvio immediato, con potenza costante e tempi di lavoro prolungati. Tutte caratterizzate da bassa rumorosità e design ergonomico, richiedono una manutenzione ridotta. Oltre alla motosega CS300 e al potatore telescopico PS250 visti al lavoro, ecco la gamma completa: rasaerba LM300 e LM400, soffiatore BL300, decespugliatore/bordatore ST275-GSL, tosasiepi HT255, faro da lavoro a led WL275 e il nuovissimo sistema multi-attrezzo. Quest’ultimo, lanciato sul mercato nell’estate 2017, si compone di un corpo macchina e di quattro accessori: tosasiepi esteso, potatore, bordatore, decespugliatore.
«C
ercare di cambiare le abitudini delle persone e il loro modo di pensare è come scrivere nella neve durante una tormenta. Ogni 20 minuti bisogna ricominciare tutto da capo». Una frase che fa riflettere, perché in effetti è - ed è sempre stato - così: ogni cambiamento richiede del tempo per essere compreso, metabolizzato e digerito, anche se si tratta di un'innovazione positiva che non può fare altro che cambiare le abitudini in meglio. È quello che sta accadendo nel nostro settore con le attrezzature professionali a batteria. Non inquinano, non vanno a danneggiare la salute di chi le utilizza, sono più silenziose e, proprio grazie a queste peculiarità, possono essere utilizzate ovunque, anche in quei luoghi dove le normative al riguardo sono piuttosto rigide (giardini di ospedali, scuole, etc...). Eppure, ancora oggi, a distanza di anni dal lancio sul mercato, la diffidenza è notevole. C'è chi si appella alla potenza, chi alla durata della batteria
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e chi semplicemente a giustificazioni del tipo «ho sempre fatto così, perché dovrei cambiare?». Proprio per abbattere i pregiudizi e osservare dal vivo, sul campo, ciò che gli attrezzi elettrici sono in grado di fare, siamo andati a Reggio Emilia, a vedere al lavoro Paolo Ferri, manutentore del verde dalla pluriennale esperienza (dettagli sulla sua attività nel box “Dal progetto alla manutenzione”). Lo abbiamo incontrato in un circolo sportivo della città, all'opera su due fronti differenti: la spalcatura di un Acero saccarino e di due esemplari di Sophora e la sezionatura su cavalletto di tronchi di betulla e cipresso precedentemente tagliati, operazioni entrambe eseguite con attrezzature della gamma Oregon Cordless Tool System con batteria 36V PowerNow agli ioni di litio, distribuite in Italia in esclusiva da Sabart. Il primo lavoro è stato realizzato con il potatore telescopico PS250, il secondo con la motosega CS300. Ecco cosa abbiamo visto, notato e appuntato.
LEGGERO E BEN BILANCIATO
Partiamo dal potatore telescopico PS250 Oregon. Cosa lo contraddistingue maggiormente? «Il suo punto di forza principale è sicuramente la leggerez-
Visita il sito OregonCordless.com
POTATORE PS250 Peso con batteria
6,1 kg
Catena
Microlite 3/8 Narrow Kerf 90PX spessore 1,1 mm
Velocità catena
14,4 m/s
Lunghezza barra
20 cm
Lunghezza asta
2,2 m, allungabile 3,5 m
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GESTIONE | sul campo
in presenza di nuovi getti e di nuove buttate. A livello di ergonomia e sicurezza? «L'impugnatura è comoda, il palmo antiscivolo risulta molto pratico. Si tratta inoltre di un attrezzo sicuro, è dotato del dispositivo contro l'accensione accidentale: per avviarlo è necessario, infatti, premere in contemporanea due leve».
PER NON PERDERE IL FILO
IL DETTAGLIO CHE CONTA Un piccolo dettaglio che fa la differenza. Sul potatore PS250 è stato montato il deviatore dello scarico del truciolo (nella foto), una protezione in gomma che devia la direzione dei residui del taglio, evitando così che vengano proiettati sul viso dell’operatore.
PS250 I PLUS • Manico allungabile • Motore montato centralmente • Ergonomico e bilanciato • Testa sottile e compatta • Gancio per rami
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za (il suo peso è di 6,1 kg con batteria inserita), in quanto l'asta è realizzata in fibra di vetro», spiega Paolo Ferri. «Inoltre l'asta è telescopica, ed è allungabile e richiudibile con un semplice gesto. Altro suo vantaggio è la praticità: anche con l'asta completamente sfilata, l'attrezzo rimane ben bilanciato. È davvero fenomenale, ti evita di salire su una scala con un troncarami o una motosega: comodamente, da terra, si riesce ad arrivare a 4,50 m di altezza e, ripeto, la sua leggerezza permette di fare meno fatica, pur lavorando con le braccia alzate. Inoltre, rispetto ai potatori con motore a scoppio, è decisamente più maneggevole». Il buon bilanciamento della macchina è dovuto alla posizione del motore che, montato centralmente, porta tutto il peso tra le mani dell'operatore. Questa caratteristica riduce la dimensione della testa di taglio facilitando i tagli difficoltosi e contenendo il peso e le vibrazioni in cima all'attrezzo. Da mettere in evidenza anche il motore brushless, senza spazzole, di nuova generazione, con un consumo ridotto. «Questa in particolare è una di quelle macchine con i consumi più bassi: monta una barra piccola, da otto pollici (20 cm), una catena molto sottile (da potatura) e sforza poco, quindi mi sento proprio di dire che, con una batteria da 6 Ah, un professionista può tranquillamente usarla per una giornata intera. Le batterie peraltro si possono utilizzare su qualsiasi attrezzo della gamma. E la ricarica può essere sia standard che rapida», continua Ferri. Sua applicazione principe sono i lavori da terra per la spalcatura delle piante e la pulizia del tronco
Passiamo ora alla motosega CS300, anch'essa dotata di motore brushless. Racconta Ferri: «La sua particolarità è il sistema brevettato PowerSharp, ideato da Oregon e montato su tre modelli differenti. In pratica, nel momento in cui la catena non taglia più perché ha perso il filo, in pochi secondi, la si affila direttamente sulla motosega. Noi giardinieri conosciamo bene il disagio che può dare una catena non funzionante: tutte le volte che tocca un po' di terra, in genere si ferma e quindi interrompi il lavoro per cambiarla o affilarla. PowerSharp evita tutti i fermi macchina. Affili e torni a lavorare. È un sistema che rivoluziona il modo di operare, semplificandolo davvero tanto». CS300, equipaggiata anche di lubrificazione automatica con serbatoio da 150 ml, non è una motosega da abbattimento o da potatura, ma è indicata per il taglio legno da terra, per la sezionatura dei tronchi. Sul fronte sicurezza, è dotata del medesimo dispositivo già visto sul potatore e, come tutte le motoseghe, dispone del freno-catena.
REGOLAZIONE SEMPLICE La motosega CS300 è dotata anche di tendicatena a ghiera integrato, che consente di regolare la catena in modo rapido senza l’uso di alcun utensile: si esegue il tiraggio semplicemente girando l’apposita manopola (nella foto).
DAL PROGETTO ALLA MANUTENZIONE
ATTENZIONE ALLA SALUTE
Infine, chiedo a Paolo come sia arrivato alle attrezzature a batteria. Questa la sua risposta: «Mi sono avvicinato all'elettrico principalmente pensando alle conseguenze dell'utilizzo prolungato delle attrezzature a scoppio sulla mia salute. Pensiamo al tosasiepi, per esempio, è lo strumento che un giardiniere ha per più ore vicino alla bocca. Lavorare su una siepe di 1,2 km, come quella dell'area verde di questo circolo, da tagliare tre volte l'anno, significa stare per tre-quattro giorni, otto ore al dì, in condizioni non certo ideali, rese ancora più complesse dal calore e dal rumore generati da un motore a scoppio. Per non parlare delle vibrazioni: sulle attrezzature Oregon Cordless Tool System la vibrazione è quasi inesistente, è data solo dal saltellamento della catena e dall'impatto della stessa sul materiale da lavorare. Insomma, per me, le attrezzature elettriche sono un salto in avanti anni luce rispetto al passato».
Paolo Ferri (nella foto) guida con entusiasmo e competenza l’omonima impresa: specializzata in manutenzione, progettazione di aree verdi e nell’installazione di impianti di irrigazione, è attiva principalmente nella zona di Reggio Emilia e provincia. Tratta in modo marginale lo sfalcio dell’erba, ma è più concentrata nell’attività di progettazione e realizzazione di nuovi giardini e impianti, e conseguenti operazioni di manutenzione (sia ordinaria che straordinaria). Per quanto riguarda il progetto, a seconda dei singoli casi, l’azienda se ne occupa sia in proprio, sia avvalendosi della collaborazione di architetti o paesaggisti. Altra fetta importante del lavoro è rappresentata dalle potature e dai sempre più frequenti abbattimenti, necessari per rimediare a errori compiuti dagli anni Sessanta agli anni Ottanta quando, semplicemente per seguire delle mode, si piantavano essenze di cui non si conoscevano le caratteristiche, né lo sviluppo futuro. Il suo parco macchine si compone di una gamma completa di attrezzature con motore a scoppio (dalla potatura alla sramatura, all’abbattimento), oltre che di un miniescavatore per i lavori di scavo, quando necessari, e di varie tipologie di macchine a batteria.
MOTOSEGA CS300 Lunghezza barra
40 cm
Velocità catena a vuoto
14,2 m/s
Peso con batteria
5,4 kg
QUANTI TAGLI? Partiamo dal potatore PS250: con la batteria da 6 Ah garantisce oltre 750 tagli, con quella da 4 Ah più di 500, con quella da 2,6 Ah più di 350. Mentre la motosega CS300 con la batteria da 6 Ah assicura più di 600 tagli, con quella da 4 Ah oltre 440, con quella da 2,6 Ah più di 290 tagli.
CS300 I PLUS • Motore brushless • Sistema di affilatura PowerSharp integrato • Peso ridotto e distribuito in modo uniforme • Tendicatena a ghiera integrato • Lubrificazione automatica con serbatoio da 150 ml
GESTIONE | la storia
LE ATTIVITÀ • Realizzazione di giardini pubblici e privati • Installazione di impianti di irrigazione • Manutenzione • Realizzazione di giardini pensili (tetti verdi) • Realizzazione di piscine e minipiscine idromassaggio • Installazione di strutture di arredo, anche urbano • Progettazione di spazi verdi, piscine personalizzate, impianti di irrigazione
Il capitale
umano
La Cooperativa Sociale Il Germoglio, nata 25 anni fa per offrire opportunità di lavoro a persone svantaggiate, è oggi un’importante realtà specializzata in progettazione e cura del verde. Il presidente ci ha illustrato obiettivi, tendenze e progetti futuri. E ci ha svelato il loro modo di pensare e fare giardini colloquio con Massimo Stevanato di Daniela Stasi
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E
sistono le favole? Se ci guardiamo intorno, a un primo sguardo superficiale, la risposta è un secco no. Ma non ci piace fermarci in superficie, preferiamo andare oltre, osservare con attenzione per scovare realtà la cui storia assomiglia a una favola. E non solo per il lieto fine, soprattutto per la trama: proprio come nelle fiabe, i protagonisti faticano, superano difficoltà, crescono dentro e fuori, acquisiscono forza e credibilità fino a vivere felici e contenti. Felici, sì, ma consapevoli della strada percorsa e dei sacrifici fatti per solcarla passo dopo passo, memori dei sassolini nelle scarpe e degli ostacoli saltati. La storia che vogliamo raccontarvi in queste pagine, per noi, assomiglia a una favola. È quella della Cooperativa Sociale Il Germoglio, nata ben 25 anni fa in provincia di Venezia, con l’obiettivo di offrire opportunità di lavoro a persone diversamente abili attraverso la cura del verde. Un’idea sostenuta con convinzione dai 16 soci fondatori, che ha trovato continuità grazie alla sensibilità e al coinvolgimento delle persone che a essi si sono affiancate. Negli anni Il Germoglio è sbocciato, l'attività si è evoluta e oggi la cooperativa si compone di due anime: la divisione Green Design, dedicata all'attività di progettazione e manutenzione del verde (con divisioni dedicate agli impianti sportivi, ai giardini pensili e all’installazione di piscine) e il Garden Center (approfondimento nel box “Una realtà, due anime”). E anche durante il recente periodo recessivo, la cooperativa ha incrementato i livelli occupazionali riuscendo a bilanciare la diminuzione di fatturato con gli enti pubblici con l’aumento dell’attività a favore di aziende e privati.
Ed eccoci al “vissero tutti felici e contenti”: oggi Il Germoglio sta dando occupazione a 65 persone, delle quali 15 considerate svantaggiate, è in crescita e sta conquistando sempre nuova clientela ampliando il bacino d’utenza. In un'ottica di trasparenza, in occasione della festa del 25esimo anniversario, a settembre, è stato presentato il Bi-
Massimo Stevanato, presidente de Il Germoglio, responsabile della divisione Green Design.
L’ESEMPIO Tra i numerosi progetti realizzati dalla divisione Green Design de Il Germoglio, eccone uno che rappresenta un bell’esempio di giardino pensile, per la nuova sede di un calzaturificio a Fossò, nel veneziano (foto sopra). Si è trattato della realizzazione del verde pensile intensivo sulla copertura dell’edificio produttivo con particolari inclinati, oltre al fondo carrabile e al parcheggio sempre sulla copertura dell’edificio. In sostanza, il tetto è diventato un vero e proprio giardino con alberature autoctone di dimensioni importanti, con un prato fiorito ottenuto con una particolare miscela di sementi. N°007
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GESTIONE | la storia
Visita il sito ilgermogliocoop.it Nelle foto di queste pagine, alcuni interventi realizzati dalla divisione Green Design de Il Germoglio.
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lancio Sociale 2016, con cui la cooperativa rende conto del proprio operato degli ultimi cinque anni in termini di ricchezza distribuita a favore dei vari interlocutori del territorio. La storia de Il Germoglio ci ha affascinati, così abbiamo fatto qualche domanda di carattere operativo a Massimo Stevanato, presidente e responsabile della divisione Green Design. Quali sono le principali tipologie di lavori effettuati? Il settore Green Design impiega all’interno della cooperativa un numero variabile di 30-40 giardinieri che si occupano principalmente di realizzare giardini pubblici e privati, installare impianti di irrigazione, manutentare il verde pubblico, privato e aziendale (dagli sfalci dell’erba alle potature, dai trattamenti alle concimazioni delle piante, fino alla gestione degli impianti di irrigazione), realizzare giardini pensili (siamo applicatori fiduciari del marchio Harpo verdepensile), realizzare piscine e minipiscine idromassaggio (abbiamo scelto un partner d’eccellenza, divenendo concessionari Piscine Castiglione, le piscine dei Mondiali e delle Olimpiadi!), installare strutture di arredo, anche urbano. Abbiamo un ufficio tecnico che impiega figure professionali specializzate, paesaggisti e geometri in grado di progettare e ideare spazi verdi innovativi, piscine personalizzate, impianti di irrigazione tecnologici. In linea generale, sul lungo termine, vi richiedono più progettazione o più manutenzione? Le due attività rappresentano per noi ambiti importanti. Si differenziano in funzione della
tipologia di cliente: il pubblico richiede soprattutto manutenzione, ben poche purtroppo le nuove realizzazioni per i Comuni del nostro territorio. Il cliente privato e le aziende invece molto spesso richiedono progettazione di nuove aree e giardini per nuove case o ampliamenti delle sedi aziendali o la ristrutturazione. In linea di massima gli interventi più richiesti (in termini di numero di richieste ricevute) rimangono le manutenzioni e le risistemazioni di aree e giardini esistenti.
Quali le tendenze dell'ultimo periodo? Sicuramente un verde che cura molto i particolari, esclusivo, tecnologico, a bassa manutenzione. Giardini con poche alberature e molte aiuole decorative basse all’interno delle quali spicca l’impiego delle piante erbacee perenni che creano cangianze cromatiche e movimenti continui durante le stagioni. Interpretiamo il giardino come una stanza a cielo aperto dove trascorrere tempo dedicato al relax. Questo uso funzionale dello spazio verde influenza il progetto: i giardini prevedono sempre un prato dove sdraiarsi al sole e giocare coi bimbi, una siepe frangivista per creare privacy. Acquisisce importanza l’impiego di rivestimenti, ciottoli e pietre decorative. Vista l'ampiezza della vostra offerta, come coltivate le singole competenze e come formate il vostro personale? La formazione è fondamentale. Il giardiniere modello deve avere competenze estese in grado di rispondere con sicurezza alle richieste sempre più particolari dei clienti. In base alle mansioni del personale prevediamo specifici corsi di specializzazione. Puntiamo all’aggiornamento continuo in merito alle novità che offre il mercato, alle tendenze del paesaggismo internazionale, alle tecnologie, alla riduzione dell’impatto ambientale. Abbiamo organizzato corsi motivazionali con coach e formatori specializzati con l’obiettivo di rafforzare le relazioni interne, lo spirito di squadra, la consapevolezza degli obiettivi de Il Germoglio nella gestione del rapporto col cliente. Dai clienti che vi commissionano i lavori, viene percepito il valore sociale della vostra impresa? Può essere esso stesso motivo della scelta? La nostra mission è un valore aggiunto importante, percepito dalla clientela ma non determinante in fase di acquisizione di nuovi lavori. Lo diviene nel mantenimento e nella fidelizzazione dei clienti: in quel caso i nostri valori e le opportunità di realizzazione che offriamo ai ragazzi disabili attraverso il lavoro divengono un elemento che fa la differenza.
Progetti futuri in merito alle attività di Green Design? Innanzitutto mantenere la clientela, strutturare ulteriormente la progettazione, informatizzare le attività di gestione materiali e logistica del settore Green Design, perfezionare il servizio post vendita, diminuire i tempi di evasione delle richieste del cliente. Una continua ricerca di nuove attività e nuovi ambiti d’azione nell’ottica di offrire servizi chiavi in mano del verde. Infine, ai fondatori come è venuta l'idea di coniugare il verde e il sociale in un'unica realtà? La Cooperativa Sociale Il Germoglio Onlus nasceva 25 anni fa con l’obiettivo di offrire opportunità di lavoro a persone svantaggiate. Solo una serie di coincidenze del destino ha fatto sì che ciò sia avvenuto e avvenga attraverso la fornitura di servizi di cura del verde. Avremmo potuto dedicarci a qualunque attività pur di creare un luogo di lavoro e di incontro per questi ragazzi. A ogni modo le attività pratiche all’aria aperta di pulizia, manutenzione delle piante, di lavorazione del terreno, offrono occasioni compatibili di inserimento lavorativo per ragazzi con disabilità.
UNA REALTÀ, DUE ANIME A Robegano di Salzano (VE), dal 2004 sorge il garden center Il Germoglio, innovativo centro che nel 2013 ha vinto il Premio “Graines d’Or”, il trofeo europeo per i migliori negozi specializzati di giardinaggio. L’esposizione si sviluppa attraverso un percorso sensoriale emozionante: parte dalle piante, attraversa i prodotti per il giardinaggio, si allarga agli arredi per il giardino e la vita all’aria aperta, per abbracciare infine il decor. Oltre alla vendita, corsi ad hoc e servizi vari, dalle composizioni personalizzate all’allestimento per eventi, fino al noleggio. N°007
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SCOPERTE | pratiche
Ode al diso L’obiettivo del giardinaggio non è portare il giardino a una perfezione sterile. Non possiamo imporre un ordine alla natura, ma entrare nella sua logica. Non cacciamola, rispettiamola, lasciamola fare di Anna Piussi
N
el giardino di una nuova cliente il giardiniere ha tagliato l’erba rasoterra. A malapena stava ricrescendo dopo un'estate secchissima, e già è stata ridotta a uno scalpo, sotto c’è una terra durissima che non riesce a trattenere l’acqua che si precipita dalla collina. Non c’è bisogno di tenere l’oliveto come un prato, lasciamolo crescere di più e riportiamolo al regime di campo, con sfalci periodici e fresatura invernale. La stessa cliente chiede arnie per le api, semina fiori di campo, ma fa tenere l’oliveto raso perché le è stato detto che l’erba alta favorisce i serpenti e gli incendi. Ridimensioniamo, siamo su una collina in Toscana, non nella foresta amazzonica, vogliamo lasciare un po’ di spazio anche agli altri esseri viventi?
EDUCHIAMO I CLIENTI
Lo sporco, in un ambiente naturale, è un concetto relativo: il giardino è un circuito chiuso in cui tutto
quello che viene prodotto viene riutilizzato 56
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Su una pagina Facebook per giardinieri professionisti qualcuno ha postato la foto di deiezioni di lombrico su un prato, e suggerito un rimedio chimico, con la garanzia che non uccide i lombrichi ma impedisce loro di risalire. E me li vedo questi lombrichi in apnea che scavano, scavano, per cercare il bordo del prato! Un paio di persone notano che i lombrichi fanno un lavoro insostituibile per arieggiare il prato, lasciamoli in pace. Cerco di convincere il promotore principale di questo prodotto che bisogna cambiare punto di vista: basta un colpo con lo spazzolone per le cacche di lombrico. Si usano fin troppi prodotti chimici di cui non si conoscono le conseguenze a lungo termine, sugli animali e sull’ecosistema di cui facciamo parte. Risponde dicendo che condivide il mio romanticismo ma «i problemi del pianeta non sono affare mio perché sono insignificante
rdine per il pianeta». Resto annichilita da questa mancanza di autostima, che riflette forse la mancanza di riconoscimento della categoria. E forse anche un malinteso sul giardinaggio: l’obiettivo non è portare il giardino a una perfezione sterile, se no tanto vale fare il piastrellista. La natura è più forte di noi, non possiamo imporle un ordine ma entrare nella sua logica. Se fotografi cacchine da raso terra sembrano le Alpi, ma viste in piedi non sono un gran fastidio. È un falso problema, educhiamo i clienti a tenere le cose in proporzione.
NATURA PROGETTATA
Chi lavora nel verde non è insignificante, ha un ruolo importantissimo. Il mio non è un atteggiamento romantico, ma scientifico: difendiamo la natura perché siamo parte di questo ecosistema. Il riscaldamento globale, la morìa degli insetti sono realtà che dobbiamo affrontare e, nel nostro piccolo, possiamo fare molto. E non parlo di appendere gli hotel per insetti, gadget carini che non sono altro che un prodotto commerciale che ci illude di poter aiutare la natura comprando qualcosa. No, si aiuta la natura comprando meno, e lasciandola fare.
CONSIGLI PRATICI In autunno si pulisce, si rastrella, si pota. Lasciamo accumulare anche foglie e detriti negli angolini, sotto alle piante, per un ambiente più ricco di microfauna. Non buttiamo via tutto quello che si è raccolto. Raccogliamo le foglie cadute da mettere, appena inumidite, in sacchi neri appena bucati col forcone, da nascondere e dimenticare fino alla primavera prossima - faranno un ottimo terriccio. Io sono contenta del mio biotrituratore, che riduce in frammenti piccoli le potature di siepe. Posso usarle come pacciamatura, oppure le aggiungo, in strati alterni all’erba falciata e con i rifiuti verdi della cucina, alla mia compostiera. La compostiera brulica di vita, vermetti, bachini, larve che mangiano tutto quanto do loro, e niente batte la soddisfazione di estrarne periodicamente un terriccio perfetto da ridare al giardino. Usiamo il decespugliatore con attenzione. È più semplice farlo meccanicamente, perché fa subito pulito, ma va fatto in proporzione alla crescita delle piante, e dove appropriato. Vicino alle abitazioni un po’ di ordine va bene, ma nel campo si può falciare saltuariamente, consapevoli che invece di una cintura di terra denudata e sterile siamo circondati da una fascia di biodiversità. N°007
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SCOPERTE | pratiche
LO STUDIO Sul quotidiano inglese The Guardian un articolo riporta i risultati di uno studio: in 25 anni la popolazione di insetti volanti in Europa è crollata di tre quarti. Una vera moria che avrà conseguenze importanti per il nostro ecosistema, gli insetti infatti sono alla base della catena alimentare. Tra le cause, l’elevato uso di pesticidi ed erbicidi nella produzione agricola e la crescente riduzione di aree non coltivate.
Possiamo aiutare l’ambiente accettando un po’ di disordine, non creando ambienti sterili. Lo sporco, in giardino, è un concetto relativo: in un ambiente naturale, ogni foglia che casca, ogni rametto, verrebbe eventualmente trasformato in humus e ritornato al terreno, grazie alla fauna che lo popola, dalla larva di farfalla che mangia le foglie, al lombrico che lavora la terra. È un circuito chiuso in cui tutto quello che viene prodotto viene riutilizzato. Le piante restano sane finché la terra è sana, e il giardino è ricco di altra vita animale. Il giardino è natura antropizzata, progettata, siamo noi a imporre un ordine, a fare pulizia, ma SÌ A ERBACCE E INSETTI Andiamoci piano con gli insetticidi. Ho clienti ossessionati dalle formiche che, dicono, ammazzano le loro piante. In primo luogo, le formiche portano via materiale già morto – sono gli spazzini della terra – quindi vai a vedere di cosa è morta la pianta davvero prima di incolpare le formiche. In secondo luogo gli insetticidi ammazzano anche gli altri insetti attorno. In un giardino senza abuso di pesticidi ed erbicidi, con angoli incolti dove possano crescere erbacce, insetti ed altri animaletti, si crea un equilibrio benefico. Nel mio giardino proliferano le mantidi religiose, che depositano le uova su steli di erba e dentro gli arbusti. Mi piacciono questi insetti dall’aria inquietante, ma la mia è diventata passione quando ne ho vista una in azione. Due anni fa c’è stata una vera invasione di cimici: si accalcavano alle finestre per entrare, le trovavo in cucina, in bagno, mi svegliava il loro stupido sbattere a giro nella camera. Imbecilli che non puoi neanche prendere a ciabattate perché rilasciano il loro odore nauseabondo. Una volta ho visto una mantide religiosa acchiappare una cimice. L’ha tenuta stretta con quelle braccine arpionate, l’ha avvicinata alla sua faccia da alieno, e l’ha morsa. Non ho mai visto cosi tanto schifo sulla faccia di un insetto. Giuro che ha girato la testa, si è dovuta riprendere un po’, e poi un morso alla volta, al rallentatore, si è divorata l’hamburger di cimice. Un mito. Da allora è l’insetto più protetto nel mio giardino e tutti sanno di non staccare o bruciare i loro sacchi di uova, dovunque siano.
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stiamo attenti che nel buttare via tutto il prodotto del giardino (sfalci, potature, rifiuti verdi) ne stiamo impoverendo il terreno. E nel perseguitarne ogni animale al di fuori dell’essere umano, rendiamo morto il giardino. Ci infiliamo così in un tunnel di fertilizzanti, funghicidi, insetticidi, tutto questo per rimediare problemi che abbiamo contribuito a creare. Lasciamo che esista un po’ di natura nel giardino, lasciamo uno spazio per un po’ di disordine, non imponiamo una pulizia maniacale. Ricordiamoci che dalla salute dei giardini dipende anche la saluta del pianeta. E noi ne siamo responsabili.
SCOPERTE | vegetali
IL NUOVO CHE AVANZA
Vivai Brambilla lancia diverse novità per il mercato italiano. In prima fila, la Clematis Taiga, pianta dell’anno al Chelsea Flower Show 2017
di Marta Meggiolaro
Hydrangea macrophilla You&Me® Miss Sahori: fiore semidoppio e lungo periodo di fioritura.
Clematis Taiga, un fiore particolarissimo, premiata all’RHS 2017.
N LA PROPOSTA IN PIÙ Nandina domestica “Twilight”, grande resistenza al sole e variegatura molto pronunciata se coltivata in pieno caldo.
uove varietà da esterno da Vivai Brambilla, storica realtà di Olgiate Molgora, in provincia di Lecco. All'ampia selezione di ortensie si è aggiunta recentemente l’Hydrangea macrophilla You&Me® Miss Sahori, dal fiore semidoppio e con lungo periodo di fioritura. Tra le varietà rampicanti si sta formando in assortimento un gruppo di Clematis molto resistenti in coltivazione e generose in fioritura, come la Clematis Taiga, pianta dell’anno all'RHS Chelsea Flower Show 2017, rapida nella crescita e con fiori molto particolari. Dalla tradizione dei Vivai Brambilla, si è consolidato in modo predominante il Loropetalum chinensis, nella conosciuta varietà Black Pearl, così come nella nuova varietà Ever Red e Ruby Runner. Una pianta “da grandi numeri”.
LE NEW ENTRY • Hydrangea macrophilla You&Me® Miss Sahori • Clematis Taiga • Loropetalum chinensis, nuova varietà Ever Red e Ruby Runner
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SCOPERTE | arbusti
L’
autunno inoltrato o l’inverno ormai alle porte sono i periodi più adatti per la piantagione di ogni vegetale da esterno. Se evitiamo le gelate, in cui il terreno diviene duro per il ghiaccio, piantare d’autunno, dicevano i vecchi giardinieri dal grande sapere, “anticipa di un anno”. Sì, perché l’apparato radicale, se il clima è mite, rimane attivo e prepara meglio le piante al risveglio primaverile. Per cui piantare in autunno offre tre vantaggi
alle piante: precocità, robustezza, e fioriture più copiose. E se aggiungessimo a tutto questo anche il profumo? Per progettare e costruire un giardino profumato tutto l’anno occorre mettere a dimora piante e arbusti scelti in base al periodo di fioritura. Una bella soluzione che potrete consigliare ai vostri clienti, i quali potranno godere del giardino anche nei mesi più freddi. Ecco di seguito una piccola guida al giardino profumato d’inverno o nella precoce primavera.
Calendario delle fioriture OTTOBRE-NOVEMBRE L’elagno (Elaeagnus x ebbingei) è un’interessante specie che fiorisce a ottobre-novembre. È un cespuglio dalla crescita vigorosa, adatto per realizzare siepi. Le foglie colore verde scuro presentano ampie marginature di colore giallo; i fiori, poco vistosi, di colore bianco crema, sono molto profumati e appaiono lungo i rami, protetti alle foglie.
Elaeagnus x ebbingei ‘Gilt Edge’
CURIOSITÀ: PERCHÉ LE PIANTE FIORISCONO IN INVERNO? La natura nei milioni di anni di evoluzione ha stabilito delle regole e una di queste è la non competizione: in natura ciascun individuo vegetale cresce senza intralciare gli altri. Per cui, per godere primariamente di risorse vitali, quali luce solare e spazio per le radici, alcune piante si sono adattate a fiorire in periodi non comuni, evitando quindi ogni tipo di competizione.
Insoliti profumi
È possibile progettare il giardino in modo che lo scalare delle fioriture assicuri colori e fragranze agli spazi verdi dei vostri clienti. Ecco qualche consiglio di Nicolò Pensa
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NOVEMBRE-DICEMBRE In questo periodo fioriscono e profumano le camelie invernali: Camellia sasanqua “Narumigata”, con fiori dal profumo di tè, e Camellia granthamiana, anche se meno profumata della precedente. Lentaggine (Viburnum tinus): arbusto sempreverde, con foglie lucide e verde scuro. I fiori, bianchi con sfumature rosate, sono portati all’estremità dei rami in infiorescenze, e si schiudono ininterrottamente da novembre a gennaio e anche oltre, emanando un dolce profumo; ai fiori seguono bacche di un bellissimo blu metallico.
Viburnum tinus
Camellia sasanqua Narumigata
GENNAIO-FEBBRAIO Il più conosciuto arbusto invernale, il calicanto (Chimonanthus praecox), è protagonista indiscusso dei mesi più freddi; grande arbusto spogliante si presenta nel periodo coperto da fiori dall’aspetto cartaceo, di colore giallo, che emanano un profumo di miele e giacinto. Altri arbusti che fioriscono in inverno sono la Mahonia “Winter Sun”, arbusto sempreverde con piccoli fiori gialli dal profumo intenso; le foglie coriacee verde scuro sono simili a quelle dell’agrifoglio. La Sarcococca è un arbusto di piccola taglia con fiori bianchi riuniti in mazzetti e foglie oblunghe lucenti di colore verde scuro. Il fantastico Lonicera fragrantissima, come dice il nome stesso è profumatissimo: ha fiori bianchi penduli che sbocciano alla fine dell’inverno, portati su rami rosso scuro. Se il clima è mite, tendono a mantenere le foglie che variano il colore, passando dal verde al bordeaux scuro per effetto del freddo.
Mahonia “Winter Sun”
Chimonanthus praecox
Sarcococca
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SCOPERTE | arbusti
FEBBRAIO-MARZO L’amamelide (Hamamelis mollis) è l’arbusto più rappresentativo di questi due mesi, anche se è poco diffuso. È una pianta di medie dimensioni, lenta nella crescita, che resiste in fiore fino a -10°C. Se un freddo improvviso sorprende i fiori sbocciati, i loro petali si chiudono su se stessi, per riaprirsi di nuovo appena il sole li riscalda; il loro colore è giallo e rosso ed emanano un forte profumo di miele. Anche la Daphne mezereum è una specie che fiorisce in questo periodo, ha fiori colore rosa intenso raggruppati in mazzetti, e il profumo richiama quello del gelsomino. Diffusa in natura nelle zone boschive appenniniche, è una gioia sia per il profumo sia per il colore dei fiori. L’Edgeworthia spp. (papyrifera o chrysantha) fiorisce al termine dell’inverno, prima di mettere le foglie. I fiori tubulosi sono radunati in piccoli mazzetti e sono color crema all’esterno e giallo vivo o arancio internamente. Emanano un profumo intenso. La pianta ha il legno molto elastico e una volta seccato, colorato o lasciato naturale, viene utilizzato per composizioni (materiale noto con il nome orientale di Mitsumata).
Edgeworthia spp. chrysantha
Daphne mezereum
Corylopsis pauciflora
E LE CURE? Poche: si tratta di arbusti rustici, che ben sopportano i periodi più rigidi del nostro clima. Se coltivati in vaso attenzione all’acqua, bagnare solo se il terriccio è asciutto, ricordandosi che in fioritura si dovrà aumentare la frequenza delle irrigazioni. Un buon fertilizzante a base di potassio (come il concime per rose o per pomodori) sono d’aiuto. Somministrare prima della fioritura, verso ottobre, e ripetere all’inizio della stessa rispettando le dosi. Il risultato? Profumo garantito.
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MARZO-APRILE Il Poncirus trifoliata è una delle specie più curiose che fioriscono a marzo-aprile. Appartiene agli agrumi e viene denominato limone amaro cinese. Arbusto spinosissimo adatto a realizzare siepi impenetrabili, si ricopre di fiori che diffondono un profumo simile a quello dei fiori di arancio (zagara). Corylopsis pauciflora, arbusto dai fiori di colore giallo pallido e dal profumo simile a quello dei giacinti. Magnolia stellata (Magnolia stellata), i cui rami ancora privi di foglie, si ricoprono di fiori bianchi dalla forma di stella e dal profumo dolce. Clematis armandii, rampicante vigoroso e sempreverde, robusto anche se piuttosto soggetto a insofferenza ai ristagni d’acqua, che può raggiungere anche i 6/8 metri di altezza, i suoi fiori, in mazzetti, di colore bianco, profumano vagamente di arancio.
IL PRONTUARIO
DOVE, COME E IN QUANTI:
LE DOMANDE PER PARTIRE COL PIEDE GIUSTO
Per avviare e condurre l’impresa in modo efficace, è essenziale avere le idee chiare. Ecco gli aspetti concreti da analizzare con cura, per trovare la bussola e non perdere l’orientamento
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er l'avvio o la riqualificazione di un'attività di progettazione e manutenzione del verde, come per qualsiasi iniziativa imprenditoriale, sono necessarie sia attrezzature specifiche sia attrezzature per così dire “comuni”, le stesse che servono per la gestione di qualsiasi lavoro. E a seconda del ventaglio dei prodotti e dei servizi che si propongono e del dimensionamento che si intende dare all'impresa, la struttura può essere più o meno complessa.
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LE ATTREZZATURE
artiamo dalle attrezzature specifiche. Quelle necessarie per l'avvio di un'impresa attiva nel settore del verde sono piuttosto limitate. In linea di massima, infatti, ci si può limitare all'acquisto di:
• furgone • rasaerba • motopompa
• motosega • decespugliatore • tosasiepi • scale • attrezzature minute • set completo di attrezzi e strumenti per gli interventi di dendrochirurgia • motozappa • software per la progettazione
Per attrezzature minute s'intendono tutti gli attrezzi manuali (dalle pale alle cesoie). In genere, è necessario anche altro materiale (dai legacci alle taniche per carburante) che non ha un costo eccessivo.
A seconda dei servizi che si propongono e del dimensionamento che si intende dare all'impresa, la struttura può essere più o meno complessa N°007
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IL PRONTUARIO
Procediamo con le attrezzature per la gestione dell'attività. Ecco le principali:
• telefono (fisso e cellulare) • computer • stampante • software È consigliabile avere una linea fissa e una segreteria telefonica, oltre al cellulare, ma questo aspetto dipende molto dalle dimensioni dell'impresa. Per quanto riguarda i software, per una corretta gestione dell'attività, sarà sufficiente disporre di un programma che utilizzi fogli elettronici, un programma di videoscrittura e un programma per archivi che consenta di registrare e gestire le schede dei clienti.
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I LOCALI
ampiezza e le caratteristiche dei locali in cui svolgere l'attività variano a seconda dei servizi che la nuova impresa intende proporre. Per poter avviare un'attività di progettazione e manutenzione del verde, in linea generale, si può iniziare con locali dalla superficie indicativa di 50 metri quadri così suddivisi:
• area ufficio • area ricovero attrezzi da lavoro Area ufficio. Nel caso in cui l'impresa si dedichi alla sola manutenzione del verde, l'ufficio potrà essere un ambiente semplice, arredato con funzionalità, utile soltanto per svolgere al suo interno tutte le operazioni connesse alla gestione dell'attività. Diverso il caso in cui l'impresa si occupi anche di progettazione. In questo caso, l'ufficio dovrà essere dotato di un'area predisposta per ricevere i clienti, uno spazio dove mostrare loro il progetto, concordarne le variazioni e definirne il prezzo. Area ricovero attrezzi da lavoro. Le attrezzature elencate sopra, come si è visto, non sono molte, né hanno grosse dimensioni. Se per ogni tipologia di macchina non si dispone di un numero elevato di esemplari, e quindi il parco macchine non è nume-
Per un'efficace conduzione e gestione dell'attività,
è necessario
determinare i compiti e i ruoli da svolgere 64
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roso, non è richiesta una superficie particolarmente ampia. Per ricoverare attrezzi e macchinari è quindi possibile limitarsi a un semplice scantinato, oppure un box o il retro dell'ufficio (se lo si è attivato). I locali, sia che si tratti di un piccolo ufficio sia che si tratti di un capannone, possono essere affittati o acquistati. È opportuno rivolgersi alle associazioni di categoria locali per conoscere in modo approfondito le condizioni di acquisto o di affitto della zona in cui si intende operare. Sia per chi desidera acquistare i locali sia per chi intende condurli in locazione, è comunque sempre una buona norma, al momento della stipulazione di qualsiasi contratto, accertarsi che il regolamento di condominio o altre normative riguardanti lo stabile consentano di svolgere l'attività in questione. Per esempio, ci sono regolamenti condominiali che vietano sia ai proprietari sia ai locatari degli immobili di adibirli allo svolgimento di attività aperte al pubblico, per ragioni legate alla rumorosità o di privacy degli altri condomini. Per quanto concerne la conduzione in affitto, è necessario ricordare che i locali adibiti ad attività commerciali non sono regolati dalla Legge sull'equo canone e che i canoni di affitto sono soggetti annualmente, nel mese che segna la scadenza del contratto, all'aggiornamento in misura del tasso di inflazione emanato dall'Istat. Tale cifra, calcolata in base al costo della vita, va aggiunta al canone mensile stabilito. L'adeguamento Istat va calcolato in misura del 75% o del 100% della variazione dei prezzi al consumo (in genere una media che ogni anno oscilla tra il due e il tre per cento). I contratti di locazione per le attività commerciali hanno generalmente una durata di sei anni (6+6). Nel caso in cui il conduttore dovesse, per qualunque ragione, sciogliere il rapporto con il proprietario dell'immobile, è tenuto a dargliene comunicazione a mezzo di raccomandata con ricevuta di ritorno con l'anticipo del periodo di tempo previsto sul contratto di locazione stesso. In genere, si tratta di almeno sei mesi prima. La stessa norma vige anche per il locatore. Inoltre, nel caso in cui all'interno dei locali si svolgano attività commerciali che prevedano il contatto diretto con il pubblico, il proprietario dei locali dovrà agire nel pieno rispetto della Legge 27/1/1963 che tutela l'avviamento commerciale, cioè, la capacità dell'impresa di produrre utili. Con questa legge si stabilisce che il conduttore uscente ha il diritto di essere compensato dal locatore per
Per un'attività in questo settore la perdita dell'avviamento che l'azienda subisce a seguito della cessazione o del trasferimento. Questo compenso corrisponde a 18 mensilità del canone pattuito. Il conduttore può inoltre esercitare il diritto di prelazione, cioè quello di essere preferito ad altri a parità di condizioni offerte per la locazione dell'immobile. Una volta stipulato, il contratto deve essere registrato ogni anno presso l'Ufficio di Registro effettuando apposito versamento: la somma da versare è pari al 2% del canone annuale pattuito per la locazione; l'importo viene pagato per intero dal locatore che, volendo, può poi rivalersi sul locatario per la metà della cifra versata.
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L'UBICAZIONE
differenza di quanto accade per molte attività, soprattutto quelle commerciali, per un'impresa di progettazione e manutenzione del verde l'ubicazione non ha un'importanza fondamentale condizionante le sue potenzialità di successo, considerato che difficilmente chi si dedica a queste attività potrà acquisire “clienti di passaggio” come accade, per esempio, nel caso di una gelateria, di una pizzeria o di una qualsiasi altra attività commerciale. È comunque preferibile, in ogni caso, che la sede operativa sia situata in una zona comoda, facilmente raggiungibile dai mezzi di trasporto pubblici e ben collegata con le principali vie di comunicazione.
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IL PERSONALE
na volta decisi e stabiliti i prodotti/ servizi che si intendono offrire e la dimensione dell'attività, per definire la struttura produttiva che si desidera dare all'impresa, è necessario determinare anche i compiti e i ruoli da svolgere per un'efficace conduzione e gestione dell'attività stessa, stabilendo ciò che si è in grado di svolgere personalmente e quelle mansioni che invece richiedono di ricorrere a personale esterno, dipendenti o collaboratori che siano, ovviamente anche in funzione del numero dei clienti che si riesce ad acquisire. La formula ideale per la gestione di un'impresa in questo settore è comunque quella di una società che
• il titolare • uno o più collaboratori
la posizione non ha un'importanza
fondamentale, condizionante le sue potenzialità di successo conti due soci. Nel caso in cui non si optasse per questa scelta, occorre prevedere almeno la presenza di un collaboratore che può essere attivo anche part-time. Le figure professionali che comunque si delineano per un'efficace gestione di un'attività di progettazione e manutenzione del verde sono: Il titolare. Oltre a essere un buon imprenditore e, quindi avere tutte le competenze necessarie per avviare, promuovere e condurre l'attività, dovrà avere le seguenti conoscenze, possibilmente maturate con la frequenza di corsi specifici e con un'esperienza acquisita direttamente sul campo:
• conoscenza approfondita del mondo vegetale, delle caratteristiche di ciascuna specie e delle loro proprietà
• conoscenza della chimica e della fisica del terreno • conoscenza ed esperienza riguardo le patologie delle piante • conoscenza dei parassiti • conoscenza dei metodi di lotta biologica e fitosanitaria • conoscenza delle metodiche di concimazione e di irrigazione • conoscenze basilari di meccanica • eventuale capacità di condurre macchine (autocarri, piattaforme
aeree, macchine agricole, etc...; per alcune tra l'altro, in base alla normativa vigente, è richiesto anche il possesso del patentino)
Se oltre ai servizi di manutenzione e realizzazione, il titolare si dedica anche alla progettazione, dovrà avere le seguenti conoscenze:
• architettura di base (disegno, leggi generali) • architettura del verde e del paesaggio • conoscenza ed esperienza nella composizione verde • conoscenza approfondita delle piante, del loro posizionamento,
all'aperto e in luoghi chiusi, delle loro necessità di luce, acqua, umidità e fertilizzazione • eventuale capacità di utilizzo dei programmi per la progettazione computerizzata con il cad e software appositi
Il collaboratore. Può trattarsi anche di un giovane. In linea di massima non è necessario abbia conoscenze tecniche specifiche. Il suo compito consiste infatti nell'aiutare il titolare dell'attività a svolgere tutte le mansioni di cui si deve occupare. L'essenziale è che sia una persona affidabile e dinamica. N°007
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