Gennaio – Febbraio 2018
+PRATO E PIANTE Cosa fare e cosa non fare in questa stagione
+PROGETTO
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Analisi tecnicoscientifica dei benefici che le piante arboree apportano alle città
L’area verde di una nuova struttura per disabili gravi
MANTENERE VIVO IL GIARDINO Appassionata riflessione sulla manutenzione nei giardini storici
ATTUA LITÀ
LA QUESTIONE
SFALCI E POTATURE
SMART 1 Tetti verdi con Harpo verdepensile 2 Nuovo potatore Stihl HT 133 3 L’offerta di Innocenti & Mangoni Piante
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EDITORIA LE/1
Com’è questo primo numero dell’anno? Concreto. Pratico. Utile. Il concetto è sempre quello: ILgiardiniere è un giornale pensato per dare risposte tangibili alle esigenze dei giardinieri. Insomma, per chi si sporca le mani tutti i giorni in cantiere. Case history, interviste, soluzioni operative, prodotti novità. Tutto questo. A partire dal contributo della Scuola Agraria del Parco di Monza che fa un po’ di chiarezza sul nuovo regolamento relativo agli sfalci verdi, non LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE considerati più rifiuto, se destinati alla produzione di energia o alle normali pratiche agricole. Poi il bell’incontro con Pietro Maroè, perito forestale, tree-climber professionista e presidente di SuPerAlberi, con cui si occupa della cura e della salvaguardia degli alberi monumentali. “La timidezza delle chiome” è il suo primo libro nato per diffondere con competenza e gentilezza d’animo una corretta informazione sulle necessità degli alberi. Leggetelo! Ricchissima la sezione Smart al centro del giornale. Nell’ordine: un focus sulle tecnologie Harpo per il verde pensile (proporle ai vostri clienti può fare la differenza!). Poi, diversi prodotti per un perfetto giardiniere, tra cui: le fioriere componibili Domino che consentono di creare soluzioni dalle forme e dimensioni illimitate; l’ammendante organico Vegevert in grado di ottimizzare la funzione del suolo a livello biologico, chimico e fisico; il nuovo potatore HT 133 di Stihl, più leggero della versione precedente; e ancora, piedi per terra con la nuova scarpa antinfortunistica Cyclon e i suoi punti di forza: leggerezza e stabilità. Attualità, tecnica, prodotti, ma anche formazione. Bello lo spunto di Anna Piussi che, dopo la visita a La Landriana e al Giardino di Ninfa, ci fa riflettere sul concetto di grande giardino: un dialogo fra la progettazione e il giardinaggio. Nel giardino non basta “mantenere” le strutture verdi principali – come siepi, topiaria, parterre – ma anche interpretare cosa succede e intervenire in maniera creativa, per rinfrescare le intenzioni progettuali. E alla fine, uno sguardo sulla gestione, con un articolo formativo sugli aspetti necessari per valutare la fattibilità economica di una nuova impresa, quindi investimenti, costi e ricavi, guadagni. Concretamente, tutti gli aspetti da prendere in considerazione per non “dare i numeri”, ma gestirli in modo corretto. Perché il giardiniere è sì un professionista, ma spesso anche un imprenditore. SERVIZIO A PAG. 31
di Francesco Tozzi @Lab_VERDE
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EDITORIA LE | 2
L’
INVERNO, TEM DI AGGIORNAM
inverno è il tempo del “riposo” per la natura e per gran parte delle attività lavorative che si svolgono all'esterno, e anche l’operato del giardiniere è ridotto. Ma come in tutti gli aspetti della vita, ci sono giorni di lavoro intenso e altri di agognato riposo e il giardino richiede 12 mesi di convivenza quotidiana, perché il giardino riempie la vita. Ma, come ben sanno gli addetti ai lavori, questo riposo in inverno è solo apparente! Perché è il tempo che il giardiniere dedica all’organizzazione dei lavori prossimi.
Il ruolo svolto dal giardiniere non è secondario nella tutela
cura dell’ambiente e di conseguenza della persona e
Negli ultimi anni, in seguito al cambiamento climatico sempre più radicale, all'introduzione di nuove tecniche e tecnologie e alla comparsa nel nostro territorio di patologie e parassiti prima non presenti, ci siamo resi conto quanto sia importante non farsi cogliere impreparati. Ecco quindi che l’inverno potrebbe essere la stagione giusta per partecipare a corsi di aggiornamento professionale. Il panorama è assai vasto e interessante e si tratta di cogliere la proposta che risponde al meglio alle nostre esigenze. Ma a chi rivolgersi? Le associazioni di settore e le scuole di formazione sono senz'altro i primi interlocutori da contattare, avendo tra i loro obiettivi la formazione permanente dei giardinieri con corsi specializzati finalizzati a garantire un'offerta qualificata e non improvvisata, sia che si tratti di verde pubblico o privato e più in generale di verde urbano. Come affermavo recentemente a un corso per tecnici del verde a Parma, «il verde urbano è un elemento dell’ambiente costruito in fondamentale relazione con il paesaggio». Se consideriamo il verde urbano parte integrante del paesaggio, esso assume un valore: culturale
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N°008
PO ENTO Il nostro fare passa attraverso
il nostro conoscere, e anche il confronto con altri colleghi e altre figure
professionali è conoscenza
come testimonianza di civiltà, sociale come percezione del cittadino, ambientale come insieme di fattori fisici, chimici e biologici, economico come bene con un costo per la società. Ecco che il ruolo che il giardiniere svolge non è secondario nella tutela e cura dell’ambiente e di conseguenza della persona. Un lavoro ben fatto aumenta la qualità del verde e la qualità della vita di chi ne fruisce e, al contempo, riduce gli sprechi e i danni da operazioni mal fatte. Nel nostro Paese esistono scuole di formazione autorevoli a cui rivolgersi, qualificate e accreditate nel settore, riconosciute in Italia e all’estero. I loro corsi accolgono tutte le novità con più offerte che si attuano in tempi e modalità diverse, anche online per chi fosse impossibilitato a raggiungere le sedi. Dunque, non abbiamo davvero più scuse. E se non abbiamo tempo per seguire un corso, almeno impieghiamolo per poter seguire convegni, workshop o seminari, perché il nostro fare passa attraverso il nostro conoscere, e anche il confronto con altri colleghi e altre figure professionali è conoscenza. Buon inverno a tutti!
di Marilena Baggio
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Il cantiere “Rifiutiamoli”?
colloquio con Alberto Confalonieri di Daniela Stasi
La timidezza delle chiome colloquio con Pietro Maroè di Daniela Stasi
Da fare e da non fare di Valerio Pasi
Il verde come “percorso” di cura di Marilena Baggio
smart 30 Tetto (verde) sopra la testa
di Daniela Stasi
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Un gioco da ragazzi!
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Eco-amico del terreno
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Un vero controllore
di Viola Delfino
di Nora Adamsberg di Irene Nuvola
36 Meno peso più efficienza
di Nora Adamsberg
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Piedi per terra
di Viola Delfino
38 Piante che fanno storia
di Irene Nuvola
gestione 42 GTR 2018, come cambiano
giardini (e giardinieri)
46 Il ruolo degli alberi:
non diamolo per scontato
testo e foto di Camillo De Beni
50 L’esempio da seguire
di Gabriele Cantaluppi
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Porte aperte al futuro
SOMMARIO N°008
di Viola Delfino
Tecnologie innovazione soluzioni
DIRETTO DA Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net
scoperte 54 Mantenere vivo il giardino
IN REDAZIONE Marta Meggiolaro / redazione@laboratorioverde.net Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net COLLABORATORI Nora Adamsberg, Marilena Baggio, Giorgio Barassi, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Jurg Burger, Gabriele Cantaluppi, Alessandro Coraggio, Camillo De Beni, Viola Delfino, Stefania Medetti, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Anna Piussi, Matteo Ragni
di Anna Piussi
58 Doppia attitudine
di Matteo Ragni
59 Il meglio dai "genitori"
PROGETTO E GRAFICA Francesco Fedelfio / francesco.fedelfio@gmail.com
di Alessandro Coraggio
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Sguardo oltralpe
PUBBLICITÀ E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net
di Irene Nuvola
SEGRETERIA E TRAFFICO Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net STAMPA All Graph System srl, Via Verbano 138, 28100 Novara (NO)
rubriche 05 Editoriale/1
DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi
06 Editoriale/2
Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
26 News 28 Focus 63 Prontuario
Flortecnica e vivaismo è organo ufficiale di G.F.A. e associato a Horti Media Europe.
di Marilena Baggio
ASSOCIATA AD
e d i z io n i
di Francesco Tozzi
Laboratorio
verde
Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Businessverde.com • Flortecnica e vivaismo • Bio Agenda • Greenstyle • Bio Calendario Rappresentante e collaborazioni: • DIYandGARDEN.com • bricoliamo.com • Blossom Zine Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai
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CONTRIBUTI
MARILENA BAGGIO
CAMILLO DE BENI
Architetto, paesaggista, esperta in architettura del benessere e spazi a verde terapeutico. Titolare dello Studio Greencure, ha al suo attivo diversi progetti per luoghi di cura e infanzia, ospedali, ambiti rurali e paesaggi culturali, aree ambientali critiche, parchi urbani e giardini privati. Ha vinto diversi concorsi di paesaggio e pubblicato articoli. Docente di corsi di specializzazione per studenti di medicina per il Centro di Bioclimatologia Medica e Medicine Naturali, Centro Collaborante OMS, Università degli Studi di Milano. Dal 2013 collabora con lo Studio Mario Cucinella Architects.
Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.
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JESSICA BERTONI
VALERIO PASI
Consulente e collaboratrice. Laureata in Economia e Commercio, abilitata alla professione di dottore commercialista, sulle nostre testate ci svela, in modo semplice e diretto, come si può stare sempre informati anche sui temi più ostici. Suoi gli argomenti economici, finanziari e amministrativi.
Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.
ANNA PIUSSI
MATTEO RAGNI
Toscana d’America dall’elegante sensibilità maturata con un Bachelor of Arts presso New York University; seguito da un Phd in storia dell’arte presso la prestigiosa Oxford University, ci insegna come vedere il mondo e scoprire quello che di bello esiste. Garden designer, insegnante di storia di giardini. Medaglia di bronzo al Chelsea Flower Show 2013 e miglior giardino a Orticolario 2012.
Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.
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IL CANTIERE | attualità
“Rifiutiam Gli sfalci e le potature sono rifiuti? Non più secondo la normativa italiana, sì secondo l’Unione europea. Abbiamo chiesto lumi al Gruppo di studio “Gestione Sostenibile dei Rifiuti” della Scuola Agraria del Parco di Monza colloquio con Alberto Confalonieri di Daniela Stasi TEMPO DI LETTU R A: 9 minuti
Attività sperimentale nell’ambito di un progetto europeo.
FORMA, AGGIORNA... La Scuola Agraria del Parco di Monza è Centro di Formazione Professionale per l’organizzazione di corsi di formazione specialistica, riqualificazione e aggiornamento per tecnici e operatori del verde, giardinieri, arboricoltori e forestali, florovivaisti, fioristi, progettisti del verde, ecc. Fondata nel 1902 ed Ente morale dal 1920, accreditata dalla Regione Lombardia e qualificata come Ente di Ricerca, da oltre 25 anni promuove formazione e cultura nei settori del verde ornamentale e territoriale. Principali aree tematiche: giardinaggio, progettazione del verde, arboricoltura e tree climbing, settore forestale, agricoltura multifunzionale, ortoterapia, composizione floreale. Ecco alcuni numeri: 150 corsi all’anno, 2.500 utenti, 75% Regione Lombardia, 25% fuori Regione.
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ome è noto il regime giuridico di sfalci e potature è stato modificato con il cosiddetto “Collegato agricolo” (articolo 41 della Legge 28 luglio 2016, n. 154). Tale articolo va a modificare il regime delle esclusioni dal campo di applicazione della normativa sui rifiuti, che ora include appunto gli sfalci e le potature provenienti dalle attività di manutenzione di aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali destinati alle normali pratiche agricole e zootecniche o utilizzati in agricoltura, nella silvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa, anche al di fuori del luogo di produzione ovvero con cessione a terzi, mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana. Questo è quanto dice la normativa. Abbiamo fatto il punto con Alberto Confalonieri, tecnico del Gruppo di studio “Gestione Sostenibile dei Rifiuti” della Scuola Agraria del Parco di Monza, che da sempre dedica molta attenzione alla tutela dell'ambiente e alla questione “rifiuti”.
oli”? Le novità introdotte, in concreto, come si ripercuotono sull'attività dei manutentori del verde? La modifica alla normativa sui rifiuti descritta non dettaglia ulteriormente le modalità e le condizioni attraverso le quali i manutentori del verde possano avviare i loro scarti verdi a destinazioni diverse da quelle a cui sono ricorsi fino a oggi (essenzialmente, le piattaforme comunali o gli impianti di compostaggio); starebbe quindi alla discrezionalità (e quindi alla responsabilità) dei singoli manutentori valutare i percorsi alternativi coerenti, ad esempio, con le normali pratiche agricole e zootecniche, che garantiscano che ambiente e salute umana non siano messi in pericolo. Qual è la sua opinione in merito alla nuova normativa? Evoluzione o rivoluzione? O altro? L’introduzione di questo emendamento alla normativa sui rifiuti ha sollevato più di un dubbio di legittimità, al punto che lo stesso Commissario europeo per l'Ambiente, in risposta a un'interrogazione, ha ribadito che gli sfalci e le potature rientrano nella definizione di rifiuto se provengono da giardini e parchi e pertanto dovrebbero essere oggetto di una corretta gestione dei rifiuti, attivandosi successivamente per ottenere dal nostro Paese i necessari chiarimenti di merito, che possiamo immaginare si tradurranno nella richiesta di ristabilire una situazione coerente con la normativa comunitaria. In sintesi, quindi, crediamo che le novità introdotte dal Collegato agricolo rappresentino un tentativo di semplificare la gestione degli scarti verdi basato su una fragilità di fondo (l’incoerenza con la normativa europea) e molto rischioso per il manutentore del verde, vista la genericità delle condizioni poste per l’esclusione di sfalci e potature dal regime dei rifiuti. Se l’istanza da parte dei manutentori era quella di semplificare le pratiche am-
ministrative per non rischiare di incorrere in sanzioni causate da errori formali, la risposta è stata probabilmente sproporzionata e potenzialmente più pericolosa per i manutentori stessi. I temi che noi da sempre investighiamo e promuoviamo sono intesi a dare una risposta strutturale e non precaria al problema della gestione degli scarti vegetali, mentre sappiamo che qualunque soluzione di semplice derubricazione normativa ha una certa precarietà, sempre e puntualmente confermata da pronunciamenti UE sulla base delle definizioni della Direttiva Quadro (per la quale questi materiali sono rifiuti al di là di ogni dubbio). Prossimo passo da compiere per una gestione più sostenibile dei rifiuti? Prevenirne la produzione, attraverso la promozione di azioni concrete quali l’autocompostaggio, l’ecodesign, il maggiore ricorso a beni durevoli in luogo dell’usa e getta; proseguire decisamente sulla strada del riciclaggio attraverso raccolte differenziate che garantiscano elevate performance quali-quantitative, che noi vediamo realizzate nei modelli di raccolta porta a porta; visto il tema che ha ispirato questa intervista, ci piace sottolineare che in Italia da molti anni la raccolta differenziata dei rifiuti organici (l’umido da cucine e mense e gli scarti di manutenzione del verde) cresce a velocità considerevole (mediamente osserviamo un incremento
Alberto Confalonieri.
...E INFORMA Il Gruppo di studio “Gestione Sostenibile dei Rifiuti” di recente ha aperto un blog per condividere e discutere esperienze e proposte. Nato nei primi anni ’90 per individuare soluzioni efficaci per la gestione degli scarti vegetali derivanti dalla manutenzione di parchi e giardini, il Gruppo nel tempo ha sviluppato esperienze di ricerca e proposta per valorizzare le risorse contenute nei rifiuti, minimizzando gli impatti derivanti da tutte le fasi di gestione. http://scuolaagraria.blogspot.it/ N°008
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IL CANTIERE | attualità
Sopra, alunni della Scuola impegnati sul campo. In basso, alta formazione sui rifiuti per una delegazione internazionale.
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della nostra azione sia stato la capacità di affrontare il tema della gestione sostenibile dei rifiuti da una prospettiva complessiva, guardando contestualmente agli aspetti che attengono la prevenzione, il riciclaggio, la minimizzazione degli impatti ambientali, la coerenza con la normativa vigente e quella in divenire. Quali sono i principali traguardi raggiunti dal Gruppo nel corso degli anni? E i progetti futuri? Sono tanti, per fortuna, i fiori all’occhiello del Gruppo. Pensando all’evoluzione del settore negli ultimi trent’anni, ci piace sottolineare come la nostra credibilità del 10% all’anno), arrivando a circa 6,5 milioni di ci abbia consentito di contribuire a trasformare tonnellate nel 2016 (oltre 100 kg/abitante). l’impianto normativo (e, di conseguenza, l’approcPrevenzione e riciclaggio cio operativo) dal semplice sono favorite anche dalla smaltimento controllato responsabilizzazione diretta dei rifiuti a un quadro più Per saperne di più sulla Scuola Agraria del cittadino attraverso la complesso fatto di obiettivi del Parco di Monza visitare il sito cosiddetta tariffazione pundi prevenzione, di raccolta www.monzaflora.it tuale, che mira a ripartire i differenziata, di riduzione costi della gestione dei rifiuti del ricorso alla discarica per in proporzione all'effettiva i rifiuti biodegradabili, ecc. produzione di ciascun utenSe vogliamo pensare a singoli te, e alla sua capacità di prediligere la produzione progetti, ci piace ricordare il nostro contributo, di rifiuti riciclabili. Questo strumento ha già nel recentissimo passato, all’implementazione della dimostrato la sua efficacia dove è stato applicato, raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti orgaauspichiamo si diffonda presto in tutta Italia. nici a Milano, che ha dimostrato che fare raccolta Può presentare in breve le attività e gli obiettidifferenziata spinta e di qualità è possibile anche vi del Gruppo di Studio “Gestione Sostenibile nelle metropoli, e la città ha un modello studiato Rifiuti”? da molti altri centri urbani nel mondo. Inutile dire Il Gruppo di Studio ha acquisito e sviluppato com- che ci piacerebbe contribuire, con la nostra experpetenze ed esperienza sia in Italia che all'estero in tise, a infrangere la false credenze sulla non percordiversi ambiti (redazione di linee guida e manuali ribilità di obiettivi ambiziosi in qualsiasi contesto per l'organizzazione della raccolta differenziata, territoriale. definizione di linee guida e delle norme tecniche per la progettazione e la gestione di impianti di compostaggio, digestione anaerobica e trattamento del Rifiuto Urbano Residuo, predisposizione di capitolati e regolamenti per la gestione integrata dei rifiuti, ricerca e sperimentazione nell’ambito della gestione dei rifiuti organici). Le radici dell’attività della Scuola sono, senza dubbio, nel compostaggio e più in generale nella gestione dei rifiuti organici; con il tempo, crediamo che l’elemento qualificante
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IL CANTIERE | l’opinione
La timidezza delle chiome S’intitola così il libro sull’arte di potare gli alberi monumentali. Lo abbiamo letto tutto d’un fiato e abbiamo deciso di intervistare l’autore. Per farvelo conoscere da vicino colloquio con Pietro Maroè di Daniela Stasi
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osimo Piovasco di Rondò, protagonista de “Il barone rampante” di Italo Calvino, decise di salire sugli alberi del giardino di casa e di non scenderne più. Una storia di fantasia saltata fuori dai cassetti della memoria non appena ho preso in mano il libro di Pietro Maroè, la “Timidezza delle chiome”, edito a fine 2017 da Rizzoli. Pietro è un ragazzo di 24 anni che vive sugli alberi. Li scala per professione: è infatti perito forestale, tree-climber, istruttore di treeclimbing e presidente di SuPerAlberi, società con cui si occupa di studiare, misurare e salvaguardare gli alberi monumentali in giro per il mondo. E se Cosimo è salì per ribellarsi al padre, Pietro è stato portato a soli tre anni sulla pianta più grande del Friuli, la zelkova di Latisana (a 42 metri), proprio dal suo babbo, arboricoltore professionista. Insomma, Pietro, sale, se ne prende cura, scende. E ne parla con passione, profonda conoscenza e rispetto. Gli abbiamo fatto una manciata di domande.
LASSÙ IN CIMA Ne “La timidezza delle chiome” Pietro Maroè racconta quello che succede in cima alle piante gigantesche dell’Australia e nei nostri giardini addomesticati. Ma non parla solo di alberi, parla anche di noi. Perché da quelle querce alte più di 60 metri Pietro guarda il mondo di sotto, il nostro mondo, quello di chi rimane a terra. E racconta cosa gli alberi ci possono insegnare, cosa ci servirebbe per vivere con la loro calma e capacità di adattamento. Un libro per tutti, per chi non conosce le piante ma ne è affascinato, e per chi le conosce e vuole saperne di più.
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Pietro Maroè
Nel libro ti definisci “arbonauta”: esattamente cosa significa per te? Nel nostro team scherziamo molto, spesso cambiamo di poco le parole, per mantenere il concetto di partenza ma allo stesso tempo calandolo nella situazione reale. Un giorno scherzavamo sul nome da dare al gruppo, prendendoci in giro sul fatto che sogniamo di salvare il mondo, ma che non abbiamo una città da proteggere, perché siamo sempre in viaggio. Così sono nati gli Arbonauti, come gruppo di eroi in viaggio, alla ricerca di qualcosa di nuovo da scoprire sul mondo arboreo e vegetale.
Perché “la timidezza delle chiome”? Da dove nasce il titolo del libro? “La timidezza delle chiome” è un titolo volutamente provocatorio, che per me racchiude due aspetti intimamente legati. Anzitutto richiama al fenomeno naturale studiato da Francis Hallé (ne abbiamo parlato su IL giardiniere n. 005 pag. 30, ndr), per il quale alcune specie di piante, soprattutto conifere, hanno la spiccata tendenza a non compenetrare le rispettive chiome, lasciando passare una lama di luce, come se fossero talmente timide da non osare avvicinarsi. L’altro aspetto è legato allo scarto tra l’imponenza che spesso le piante assumono rispetto agli esseri umani e il loro modo molto discreto di comunicare con noi. Un linguaggio fatto di forme, colori, increspature e costolature della corteccia del legno e delle foglie. Ti occupi di curare alberi monumentali: ci spieghi come riconoscere un buon intervento di potatura? Una buona potatura è il risultato di molti studi e almeno altrettanti errori sulle piante. Un buon pa-
rametro può essere anche solo prettamente estetico. Se, dopo la potatura, l’albero ha ancora la forma e il portamento tipico della specie con ogni probabilità siamo davanti a un buon intervento, spesso e volentieri caratterizzato da molti tagli di piccolo diametro e difficili da individuare. Ci illustri brevemente il progetto SuPerAlberi? SuPerAlberi è un team di professionisti del verde verticale: esperti arboricoltori, agronomi, tree-climbers e giardinieri. Il nostro obiettivo è diffondere le corrette pratiche arboricolturali, ma per far sì che questo avvenga il primo passaggio è necessariamente la presa di coscienza da parte della società di ciò che è l’albero e delle sue necessità in quanto essere vivente. Ecco che il nostro impegno diventa quindi anche di carattere divulgativo. Anche da qui la voglia di scrivere un libro alla portata di tutti.
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IL CANTIERE | tecniche
Da fare e da
non fare
Buone pratiche e suggerimenti concreti da attuare durante la stagione invernale. Dal tappeto erboso agli alberi, passando per impianti e attrezzature di Valerio Pasi
TEMPO DI LETTU R A: 11 minuti
IN BREVE • Concimare il prato con soluzioni a base di potassio • Apportare correttori del pH del terreno • Evitare il calpestio dei tappeti erbosi se gelati o brinati • Coprire le fioriture e le piante spoglianti • Alle sempreverdi applicare prodotti antitraspiranti
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ella stagione invernale bisogna attuare una serie di lavori necessari sia per agevolare le piante ad affrontare temperature rigide, sia per proteggere impianti e attrezzature presenti nelle aree a verde situate all’esterno. Di seguito, tutto ciò che c'è da fare, passo per passo.
ATTENZIONE AL PRATO
Iniziamo dai tappeti erbosi. Sicuramente abbiamo già provveduto alla riduzione progressiva dell’altezza di taglio a partire dall’autunno, sino ad arrivare ai due-tre centimetri di altezza per i miscugli costituiti in prevalenza da Lolium e Poa. In questo periodo si arriva a sospendere i tagli periodici, in quanto la crescita del tappeto rallenta sino a fermarsi completamente. Le concimazioni pre-invernali a base prevalente di potassio (es. titoli 10-5-30 per i concimi minerali e 8-6-14 per gli organo-minerali) saranno state utili per indurre una maggiore resistenza cellulare dei tessuti verdi (indurimento della vegetazione) e, se non ancora effettuate nei luoghi con climi più miti, sono senz’altro da attuare. Altri accorgimenti utili all’induzione di maggiore resistenza possono essere la somministrazione di silicati, sia sotto forma di prodotti a base di minerali micronizzati, sia sotto forma di estratti di equiseto e di altri vegetali con
elevato contenuto in silice, mediante un’applicazione per via fogliare nelle ore più calde della giornata, con temperature sopra lo zero. La permanenza della neve sul tappeto erboso facilita gli attacchi di Microdochium nivale che saranno meno dannosi su tappeti “induriti”. È consigliabile anche l’apporto di correttori del pH del terreno, come ad esempio il carbonato di calcio o il litotamnio nei terreni acidi e subacidi o l’apporto di zolfo micronizzato, meglio se adesivato su base bentonitica, in terreni alcalini e sub alcalini. Infatti quando il tappeto è a riposo per un periodo sufficientemente lungo, la solubilizzazione di questi correttivi, che è piuttosto lenta, risulta essere pressoché completa senza il rischio di asportazione con l’erba tagliata. Evitiamo inoltre il calpestio dei tappeti erbosi quando sono
gelati o brinati: inevitabilmente si produrranno danni che consistono nella formazione di impronte dovute alla rottura delle lamine fogliari divenute rigide per le basse temperature.
IRRIGARE LE AIUOLE
Le aiuole con fioriture stagionali, per esempio viole o verze ornamentali, necessitano di irrigazione anche durante l’inverno, se le precipitazioni sono insufficienti o se sono collocate anche solo parzialmente sotto grondaie o tettoie. È buona norma effettuare una fertirrigazione anziché una irrigazione, utilizzando un concime solubile o liquido a una concentrazione di 1,5-2 g/l, in modo da contrastare più efficacemente l’azione del gelo, elevando il punto di congelamento della soluzione circolante nel terreno. In talune circostanze potrà essere consigliabile anche coprire durante la notte le fioriture con del tessuto non tessuto (TNT o agrivelo) di peso 18-20 g/mq, in modo da proteggerle durante le ore più fredde.
PROTEGGERE GLI ALBERI
Per quanto riguarda invece alberi e arbusti, occorre fare la distinzione tra piante spoglianti e piante sempreverdi. Le piante spoglianti, se sensibili alle basse temperature, possono giovarsi della ricopertura con TNT o con altri materiali isolanti, per esempio fogli di plastica a bolle d’aria, delle parti
Spaccatura del fusto.
GLI EFFETTI DELLA NEVE Altri danni, anche molto rilevanti, sono causati dal carico da neve, che solitamente pesa da uno a due chilogrammi per un centimetro di neve fresca, ma diventa molto alto quando la neve viene poi bagnata dalla pioggia, in quanto può arrivare addirittura al peso di otto chilogrammi per centimetro di spessore! Perciò piegature e rotture possono essere anche molto rilevanti e quindi, dove è possibile, è consigliabile far cadere la neve dalle piante scuotendo i fusti o le branche principali. In alternativa, si possono operare delle legature, sempre da farsi con materiali e metodi che non danneggino in alcun modo rami e foglie, per prevenire le piegature e anche per diminuire le superfici esposte al carico. Qualora invece il danno sia stato già compiuto, ovvero quando le piegature hanno superato il limite di elasticità e i rami si sono quindi “snervati” o quando si sono verificate rotture, bisognerà asportare le parti danneggiate effettuando delle operazioni cesorie mirate e ben eseguite. Talvolta si verificano “scosciature” di fusti e branche con margini molto netti: in questi casi, se si opera nel più breve tempo possibile, si può recuperare l’integrità della pianta riavvicinando le parti distaccatesi mediante una legatura da effettuarsi al di sopra delle parti compromesse e proteggendo le ferite con colla vinilica o con TNT. Se si è ben operato e se la pianta è in grado di reagire velocemente, si formerà tessuto cicatriziale che ripristinerà nel giro di tre-quattro anni la continuità fisiologica e meccanica a livello della ferita. Le legature e le protezioni saranno da riposizionare ogni anno, in funzione della crescita della pianta e solo a riparazione avvenuta potranno essere tolte definitivamente. N°008
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IL CANTIERE | tecniche
Occorre evitare interventi di potatura per non esporre per lungo tempo ampie superfici di
legno agli agenti atmosferici e alle infezioni fungine
Microdochium nivale su tappeto.
più esposte al freddo, come la base del fusto e le branche principali. Lo stesso accorgimento vale anche per le piante sempreverdi sensibili al gelo. Per alcune piante erbacee perenni sensibili alle basse temperature è bene che i fusti vengano tagliati (a 40-50 cm di altezza nel caso del banano) e quindi ricoperti con foglie secche e fasciati con TNT. Per quanto riguarda le piante sempreverdi, il danno più frequente è il disseccamento per disidratazione (dettagli nel box “Rischio disidratazione”). È dunque consigliabile l’applicazione per via fogliare di prodotti antitraspiranti (es. Vaporgard, Fitotherm), da ripetersi nel corso della stagione con periodi prolungati di gelo del terreno. L’applicazione va eseguita con temperature al di sopra dello zero. Questi prodotti consistono in un complesso di polimeri i quali, una volta spruzzati sulla vegetazione, formano una pellicola semipermeabile ed elastica in grado di ridurre la traspirazione per un periodo variabile tra i 30 e i 40 giorni in funzione delle precipitazioni, anche accompagnando la crescita
della pianta. Anche altre sostanze, come il caolino micronizzato (compreso tra i prodotti prima ricordati per l’apporto di silicati), possiedono azione antitraspirante, ma sono molto meno persistenti. Sempre per quanto riguarda gli alberi e gli arbusti, nel periodo di forte freddo occorre evitare in linea di massima gli interventi di potatura, limitandoli tutt'al più alle conifere e a operazioni di taglio di rami di piccolo diametro (al massimo quattro-cinque centimetri). Questo per evitare di esporre per lungo tempo ampie superfici di legno agli agenti atmosferici e alle infezioni fungine senza che la pianta possa formare rapidamente tessuto cicatriziale, cosa che invece avviene con temperature più elevate e soprattutto con la ripresa vegetativa per le
RISCHIO DISIDRATAZIONE Quando il freddo si protrae a lungo, il terreno gelato non è in grado di fornire acqua alle radici delle piante e queste si disidratano iniziando dalle foglie per poi proseguire nei rami più sottili e via via in quelli più grossi. Questo fenomeno è più frequente per le piante messe a dimora recentemente e per quelle con apparato radicale più superficiale.
specie spoglianti. In occasione delle operazioni di potatura, è bene pensare anche agli apparati radicali e quindi alle superfici che restano prive di copertura vegetale e che pertanto soggiaciono al compattamento. Si pensi a tutte le aree nude situate sotto le chiome degli alberi e degli arbusti, dove il terreno compattato induce spesso asfissia radicale e conseguenti problematiche fisiologiche che possono diventare fitosanitarie (es. Armillaria). Con la disponibilità di materiale adatto (foglie secche, cippato di ramaglie a scarso contenuto di fenoli, resine e tannini) si metterà in atto la pacciamatura di queste aree, disponendo il materiale per uno
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CI AVETE PENSATO? Una rivista come la nostra, che si rivolge a professionisti, serve anche per far riflettere sul proprio operato. Quando leggerete questo articolo, l’inverno sarà ben inoltrato, e certe operazioni sarebbero da fare al principio della stagione. Ecco quindi una domanda un po’ provocatoria: avete provveduto per tempo alla chiusura e allo svuotamento degli impianti irrigui e alla rimozione delle batterie dalle centraline che le contengono situate nei pozzetti e all’aperto per evitare danni e rotture da congelamento dell’acqua contenuta? Ci auguriamo le vostre risposte siano affermative. Una particolare attenzione va sempre posta alle valvole in metallo che non possono essere svuotate, le quali devono essere avvolte con materiali isolanti sufficienti a impedire il congelamento. Altrimenti le rotture sono inevitabili.
Pacciamatura con cippato.
spessore di circa sette-otto centimetri, in modo da proteggerlo nei confronti del gelo e soprattutto del compattamento, arricchendolo con sostanza organica favorendo nel contempo l’instaurarsi di microrganismi utili. L’operazione di pacciamatura del terreno può essere effettuata anche nelle aree a verde delle scuole e nelle aree gioco, con lo scopo anche di ridurre la polvere, il calpestio e in funzione antitrauma.
CURA DEGLI ARREDI
Per quanto riguarda gli arredi, l’inverno è la stagione ideale per fare la manutenzione del legno: si potranno carteggiare e impregnare le parti che lo necessitano, senza influire più di tanto sulla fruizione degli stessi, in quanto solitamente sottoutilizzati nel periodo freddo. Contemporaneamente si potranno ingrassare le parti metalliche soggette
SÌ E NO • Sì alla pacciamatura • No agli interventi di potatura • Sì alla fertirrigazione delle aiuole • No al sale sulle pavimentazioni
ad attrito e sostituire le parti usurate o rotte. Per le pavimentazioni, poiché i danni maggiori sono dovuti alle infiltrazioni dell’acqua al di sotto di esse o entro i materiali stessi diventati porosi col tempo (l'acqua, ghiacciando, aumenta in volume e causa crepature e rotture), sarebbe meglio prevenire stendendo appositi prodotti impermeabilizzanti, in modo da non farla penetrare. Nel caso in cui si dovessero poi rimuovere ghiaccio e neve dalle superfici pavimentate, non utilizzare mai sale (cloruro di sodio), che può essere causa di corrosione, ma composti alternativi quali il calcio magnesio acetato (CMA), o gli appositi liquidi a base di acetato di litio, silicati di litio, cloruro di calcio ed altri. Lo stesso dicasi per le percorrenze nei parchi e giardini dove si può rimuovere il ghiaccio utilizzando anche l’urea, tal quale o in soluzione concentrata.
Ribaltamento piante con problemi radicali.
IL CANTIERE | il progetto
TEMPO DI LETTU R A: 9 minuti
SPECIE SCELTE • Rustiche • Atossiche • Senza spine • Basso contenuto di polline • Basso impatto di manutenzione e gestione • Facile sostituzione • Capaci di reggere l’urto
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an Felice sul Panaro, in provincia di Modena, è uno dei comuni danneggiati dal terremoto che nel 2012 ha duramente colpito l'Emilia. E il progetto di cui vogliamo parlarvi su questo numero affonderà le radici proprio lì. Si tratta della nuova struttura residenziale progettata per accogliere dieci ospiti disabili gravi del centro socio-sanitario “Il Picchio”, con una possibilità di ampliamento fino a 22. San Felice sul Panaro ricade nell’area della Pianura Padana in prossimità del fiume Panaro, da cui prende il nome il paese stesso. Il paesaggio circostante è tipicamente agricolo con colture estensive prevalenti a seminativo ma anche frutticole di pregio, soprattutto sui dossi con cascine, aziende ancora fortemente produttive, di grandi dimensioni a carattere misto. In armonia con la vocazione agricola e rurale del contesto territoriale e del riferimento culturale del progetto, che è l’abitazione tipica rurale emiliana, il giardino della nuova struttura è stato pensato come l’interpretazione del paesaggio agreste della zona, di una terra che produce generosi frutti.
USO SAPIENTE DEL PATRIMONIO ARBOREO E ARBUSTIVO
Il progetto architettonico, predisposto dallo studio MCA Mario Cucinella Architects, si compone di quattro corpi aggregati, compenetrati l’uno all’altro, che creano internamente uno spazio unitario.
Il riferimento simbolico per le sistemazioni esterne ‒ disegnate con linee curve, per assecondare e facilitare i movimenti degli utenti, anche di quelli in sedia a rotelle ‒ è stata la campagna non nella sua complessità di gestione e produzione, ma nella sua semplicità di articolazione degli spazi e nell’uso sapiente del patrimonio arboreo e arbustivo. Una “casa” che ospita persone con gravi problemi psicologici e motori richiede anche un'attenzione allo spazio esterno fatto di semplicità, sicurezza, facilità di gestione e bellezza. Inoltre è uno spazio aperto alla comunità locale, integrato con il tessuto territoriale, nel quale si vuole favorire una urbanità di dialogo e scambio di idee, informazioni e relazioni; nel contempo, però, si vuole conservarne la privacy per consentire di svolgere al meglio la funzione operativa e curativa. Uno stretto rapporto si gioca anche tra il dentro dell’edificio e il fuori ‒ l’edificio si apre e il verde
Il verde come “ di cura Eccovi i dettagli dell’area esterna della nuova struttura residenziale progettata per accogliere disabili gravi, a San Felice Sul Panaro, nel modenese. In prima linea, la scrupolosa attenzione alle specie e ai materiali utilizzati di Marilena Baggio
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profumate nell’alternarsi delle stagioni, infatti sono caducifoglie, con attenzione agli aspetti fitopatologici e climatici. Ogni angolo vuole essere una sorpresa di colori e forma, ma anche di supporto al recupero psicofisico degli ospiti stimolando principalmente i cinque sensi (teoria degli Healing Gardens). Inoltre il giardino è anche uno strumento di aiuto a ridurre l’ansia, di svago dalle tensioni per il personale che svolge un lavoro in cui è chiesta pazienza e attenzione costante e continua. accoglie o protegge ‒ ma anche per consentire un utilizzo riabilitativo, con un controllo a vista dell’operatore anche all’interno dell’edificio.
FONDAMENTALE LA SELEZIONE DELLA VEGETAZIONE
È stata effettuata una valutazione dello stato di salute del patrimonio arboreo esistente, costituito da Ulmus campestre, Sophora japonica, Aesculus hippocastanus, che sono la struttura portante dell’area a cui sono stati aggiunti nuovi alberi di terza grandezza come Prunus avium, Prunus armeniaca e Pyrus calleriana 'Chanticleer'. È stato eliminato il tasso in quanto pianta sofferente e tossica. Tutte le specie vegetative sono soprattutto rustiche, atossiche, senza spine, con basso contenuto di polline, a basso impatto di manutenzione e gestione, di facile sostituzione, capaci di reggere l’urto, ma sono soprattutto di diverse forme, colorate e
DIALOGO E SCAMBIO CON IL MONDO ESTERNO
Il progetto del verde considera le preesistenze arboree del sito, mantenendo il percorso d’ingresso là dove non vi sono alberi a fianco della pista ciclabile. Il giardino è diviso in due parti: l’area privata, che garantisce un rapporto utente/operatore inferiore a 1:1, e l'area aperta al pubblico. In questo giardino sensoriale si possono svolgere attività all’aperto, micro-giardinaggio e coltivazione di piante aromatiche. Il fronte pubblico è uno spazio senza barriere, completamente permeabile, un piccolo spazio verde donato alla città, con la volontà di aumentare la relazione tra i ragazzi che usufruiranno della struttura e la cittadinanza. Gli alberi sono gli indicatori, i punti focali dei diversi accessi. Il fronte principale è composto da un prato fiorito e arbusti con colorazioni nelle diverse stagioni con una siepe bassa di Lonicera pi-
UN LUOGO DI • Accoglienza (in totale sicurezza per gli ospiti) • Riabilitazione e cura, nel rispetto dell’altro • Socializzazione tra ospiti, familiari e operatori • Benessere
percorso” TRA LE PIANTE Arbusti a fiore e profumati: Cornus stolonifera ‘Flaviramea’, Viburnum davidii, Cornus stolonifera ‘Sibirica’, Perowskia atriplicifolia, Spiraea japonica ‘Gold Flame’, Prunus laurocerasus ‘Otto Luyken’. Aromatiche: Rosmarinus officinalis, Salvia officinalis ‘Icterina’, Santolina chamaecyparissus, Lavandula angustifolia viola e bianca, Sedum spectabile ‘Startdust’.
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LE ZONE Area dell’incontro: con pergola (Listotech) e fioriera alta con una zona pavimentata per pranzi ed eventuali feste Area del fare: orto Area dei sensi: percorso sensoriale di Pollicino che porta dalla zona soggiorno alla palestra costeggiato da arbusti di aromatiche Area del relax: con quinte per le sedute con una siepe di Ligustrum ovalifolium alta circa 1,20 cm, tra il boschetto di ciliegi Prunus avium
leata alta al massimo 50 cm che delimita l’ingresso. Un albicocco ricorda la coltivazione frutticola della zona. Alcune sedute sotto l’olmo o la robinia sono riservate anche a chi non è un ospite dell’edificio, facilitando l’integrazione e il dialogo con il mondo esterno. L’ingresso principale, più riservato, è segnato dalla presenza scultorea di quattro Ilex crenata 'Pyramidalis'.
PERCORSI PRATICI, SEMPLICI E SENSORIALI
Le parti pavimentate, oltre ai percorsi, definiscono anche le zone di sosta. Il percorso pedonale, che si sviluppa in due tracciati, vuole essere:
I DETTAGLI Irrigazione: aree arbustive e siepi con impianto ala gocciolante Recinzioni: esterne, siepe di Carpinus betulus alta 2,40 cm e poi rampicante su copertura rete di Campsis grandiflora, Ribes lungo il perimetro dell’orto, per non fare ombra; interne, Ligustrum ovalifolium come quinta bassa verde per le sedute Luci: sedute con led incorporati da collocare nell’area del giardino o anche dello stesso materiale luci/sedute. L’illuminazione è discreta e mai diretta. Altre luci sono segnapasso, lungo il percorso principale, mentre altre sono nascoste nella vegetazione Segnaletica: può essere disegnata nella pavimentazione con degli inserti in cemento colorato o bianco o anche con le indicazioni a “disegno” delle diverse aree Sedute: fisse, mobili, ergonomiche, sono collocate a gruppi nel giardino Fontanella acqua potabile: non è richiesta nessuna manutenzione se non la pulizia del jet dal calcare
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• sensoriale e tattile sia per la profumazione delle
specie arbustive presenti che per la pavimentazione con inserti da definire, per facilitare la deambulazione di ipovedenti e raggiungere così i diversi spazi dell’edificio; • meditativo, riservato, di relax, tra un boschetto di Prunus avium con sedute ergonomiche. Altri percorsi non sono stati definiti in quanto le aree di attività sono facilmente individuabili, come la pergola e l’orto. Le pavimentazioni (tipo Gravelfix e Listotech) sono in materiali resistenti agli agenti atmosferici, chimici, urti, sfregamenti e intagli, a cui i pavimenti da esterno sono sottoposti, e non necessitano di manutenzione. Un'importante precisazione: tutti i materiali utilizzati (pavimentazioni, arredi, luci, etc...) sono di provenienza certificata, atossici, studiati per ridurre le barriere architettoniche. Il cantiere è in corso e sarà inaugurato in primavera.
I PRATI Saranno di due tipi: prato fiorito, non calpestabile ma di grande impatto scenografico e agreste, a Est dell’edificio; per il resto dell’area, prato rustico, composto da miscuglio di graminacee a prevalenza di Lolium perenne, Festuca arundinacea, Poa pratensis e loro cultivar, in grado di sopportare la presenza e il calpestamento dei fruitori.
News Alleanza tra imprese di costruzione e del verde
Accordo di collaborazione per un progetto comune di sviluppo di sinergie tra le filiere del mondo delle costruzioni e del mondo del verde. A sottoscriverlo, a gennaio, a Milano, il presidente di Assimpredil Ance, Marco Dettori, e la presidente di Assofloro Lombardia, Nada Forbici, alla presenza dell’assessore all’Urbanistica e Verde del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran. Saranno promosse occasioni di incontro tra imprese di costruzione e imprese della filiera del florovivaismo e del paesaggio, per favorire la “contaminazione” tra i due sistemi produttivi. Insieme sarà realizzata una campagna di informazione verso le imprese, i progettisti, gli stakeholder e i cittadini sull’importanza della qualità delle opere a verde nell’ambito degli interventi edilizi e sulle potenzialità che il sistema dei bonus, e in particolare del bonus per il verde, possono offrire per riqualificare il patrimonio costruito. Saranno costituiti dei focus group per favorire l’incontro di imprenditori appartenenti alle rispettive filiere, che si confronteranno sugli aspetti tecnici e sulle innovazioni dello sviluppo del verde negli interventi edilizi: l’obiettivo è di dar vita a un osservatorio delle best practices per selezionare e presentare esperienze di eccellenza nel recupero urbano attraverso il verde. www.assoflorolombardia.com - www.assimpredilance.it
Da sinistra: Marco Dettori, presidente di Assimpredil Ance, Nada Forbici, presidente di Assof loro Lombardia, e Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica e Verde del Comune di Milano.
6,6 milioni di ettari di alberi in Cina nel 2018
NEW ENTRY NELLA FLOTTA NOLEGGIO
Ruolo di primo piano. È quello che riveste Haulotte nel parco noleggio di GV3 (Gruppo Venpa3). Il marchio francese è una presenza fissa nella flotta sollevamento del Gruppo. Tra l'altro di recente, sono state inserite 15 piattaforme verticali Optimum 8, 10 piattaforme verticali Compact 10N e nuove piattaforme aeree a braccio articolato ad alimentazione elettrica, ben 35 esemplari tra i modelli HA12IP, HA12CJ+ e HA15IP. www.haulotte.it www.gv3.it
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Il governo cinese, conscio del fatto di amministrare uno dei dieci Paesi più inquinati al mondo, ha dichiarato di voler piantare 6,6 milioni di ettari di foresta nel 2018. Un’opera di rimboschimento che porterà la percentuale di foreste in Cina dal 21,7 al 23% entro il 2020, e al 26% entro il 2030. Ricordiamo che negli ultimi cinque anni sono stati piantati in tutto il Paese oltre 33 milioni di ettari di foreste ed è stata ricoperta di alberi un’area grande quanto l’Italia, con una spesa di quasi 83 miliardi di dollari.
LA “SIGNORA” DELLE CAMELIE Punto di incontro per appassionati e cultori della camelia. Dal 21 al 25 marzo si svolgerà la 21esima edizione di Camelie Locarno, a Locarno, in Svizzera, quest'anno in programma al Palazzo della Sopracenerina, nella centrale Piazza Grande, dove saranno esposte più di 200 varietà di camelie, e al Parco delle Camelie, oasi verde di 10.000 mq adagiata sul delta del fiume Maggia, dimora di oltre un migliaio di piante e quasi altrettante varietà di camelie. www.ascona-locarno.com
A Eindhoven il primo Bosco Verticale in edilizia sociale Dopo i progetti di Bosco Verticale di Milano, Nanjing, Utrecht, Tirana, Losanna, Parigi, e dopo la diffusione globale del video/appello per la forestazione urbana, lo studio Stefano Boeri Architetti prosegue nella progettazione di architetture sostenibili nel mondo. Ed ecco, la Trudo Vertical Forest a Eindhoven, il primo bosco adibito a edilizia sociale, dunque rivolto a un’utenza popolare. L’edificio, fortemente voluto dal committente Sint-Trudo, darà spazio a 125 unità abitative, 19 piani di appartamenti con affitto calmierato che godranno della presenza sui balconi di centinaia di alberi e piante delle specie più varie. www.stefanoboeriarchitetti.net
TORNA L'APPUNTAMENTO CON EUROFLORA
Guarda il video/appello per la forestazione urbana!
Una notizia che non passa inosservata: dal 21 aprile al 6 maggio 2018 a Genova torna Euroflora, all'interno degli storici Parchi di Nervi. Ecco qualche numero: 86mila metri quadrati e cinque chilometri di percorsi tra giardini e ville d'epoca affacciati sul mare. Il progetto Euroflora 2018 – a firma degli architetti Egizia Gasparini e Valentina Dallaturca dello studio Dodi Moss – esalta ulteriormente la suggestione dei parchi con nuove fioriture e con scenografie vegetali. L’acqua, la terra, l’aria e il fuoco saranno gli elementi rappresentati nei quattro “quadri” lungo il percorso principale di visita, grandi composizioni per un totale di 500.000 fiori. Da segnalare anche il Roseto, con rose antiche, moderne, da concorso, prodotte dai principali ibridatori italiani e stranieri: il recente restauro ha consentito di ricreare una collezione con circa 200 varietà. Infine, in collaborazione con Aiapp (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio) è previsto “Meraviglia nei Parchi”, concorso per l’ideazione e la realizzazione di un giardino nell’ambito di Euroflora riservato a paesaggisti, architetti, architetti del paesaggio, agronomi, ingegneri, garden designer, giardinieri, artisti e creativi di qualsiasi nazionalità. www.euroflora2018.it
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NEWS | focus
Edizione speciale I TEMI DELL’ANNO • Giardini d’effetto in piccoli spazi • Arredo da esterno elegante e funzionale
GIARDINA 2018 14-18 marzo, Zurigo www.giardina.ch
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Giardina, a marzo alla Fiera di Zurigo, taglia il traguardo delle 20 edizioni. In scena, giardini innovativi da cui trarre idee e ispirazioni per i propri allestimenti Un fuori porta a Zurigo, in occasione di Giardina, la manifestazione indoor del settore giardinaggio più affermata a livello europeo, è un'esperienza da fare per chi si occupa di verde. E quest'anno, in occasione della 20esima edizione è proprio da segnare in agenda come appuntamento da non perdere. In programma dal 14 al 18 marzo nel centro fieristico Messe Zürich, la spettacolare esposizione di soluzioni per il giardino metterà in scena i principali trend e novità della prossima stagione. Rinomati giardinieri paesaggisti presenteranno diverse interpretazioni dei due seguenti temi: “Il sogno di un giardino - Grande effetto in poco spazio”, composizioni in aree ristrette grazie a uno sfruttamento ottimale dello spazio e a una pianificazione efficace, e “Arredamento esterno - Vivere all'aperto”, per spazi eleganti e funzionali. Ricordiamo che Giardina ogni anno attira un gran numero di visitatori: nel 2017 ben 65.000 in cinque giorni, di cui il 20% professionisti.
Tecnologie innovazione soluzioni
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da parte del substrato. Non è tutto: tali tecnologie permettono anche di ridurre le concimazioni per via dell'impiego di substrati minerali tecnogenici (Terra Mediterranea TM). L'elevata permeabilità dei sistemi Harpo, inoltre, rende praticabile il giardino anche quando piove, senza che si formino pozzanghere o ristagni d'acqua. Le piante, dal canto loro, possono crescere rigogliose, perché trovano acqua, ossigeno e nutrienti, il tutto in spessori ridotti. E ancora, altro plus è la leggerezza: il sistema più leggero pesa 130 kg/m2 a piena saturazione idrica. Facciamo un esempio concreto: un prato calpestabile si può realizzare con 200-250 kg/m2 e in soli 20 cm di spessore. Infine, Harpo garantisce la massima sicurezza dal punto di vista della tenuta all'acqua e alle radici, grazie alla membrana sintetica HarpoPlan ZDUV (a norma UNI 11235 secondo EN 13948). Il portfolio dei lavori effettuati con le tecnologie Harpo verdepensile è davvero ricco, basti dire che annovera più di un milione di metri quadrati di coperture.
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Eco-amico del terreno Vegevert ottimizza la funzione del suolo a livello biologico, chimico e fisico. Eccovi come e perché di Nora Adamsberg
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n vero e proprio “carburante ecologico”. Così viene definito Vegevert, l'ammendante organico (il cui uso è ammesso in agricoltura biologica) caratterizzato da una formulazione innovativa: è ricco, infatti, di sostanze proteo-glucidiche, molecole che assicurano un supporto di nutrimento per la microflora tellurica (cellulomonas, trichoderma, mycorrize endemiche…) permettendone un migliore sviluppo. Sviluppato dalla storica azienda francese Frayssinet, specializzata nella produzione e nello sviluppo di concimi organici, e distribuito in Italia dalla novarese Universal Manure Company, è composto da otto materie prime naturali complementari e dal biostimolante radicale Osyr.
MIGLIORE SVILUPPO
L’attivazione biologica condizionata da Vegevert si traduce in un miglioramento delle proprietà chimico-fisiche del terreno. Qualche numero, giusto per dare un'idea concreta: l'aumento di attivazione
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biologica è oltre il 73% rispetto a un terreno privo di apporto. E come abbiamo detto più volte sulle pagine della nostra rivista, ottimizzare la funzione del suolo a livello della rizosfera vuole dire migliorare lo sviluppo e la funzionalità radicale delle piante. Tutto questo complesso meccanismo si riflette sulla salute delle piante e quindi sulle performance estetiche e produttive delle stesse.
GRANULATO A FREDDO
Vegevert è prodotto attraverso un procedimento biotecnologico denominato Biotech C2A (compostaggio attivo approvato), il quale assicura l’igienizzazione e la preumificazione dei componenti utilizzati. Tale tecnologia permette lo sviluppo di un potenziale in humus attivo da cinque a dieci volte più elevato rispetto ad altri ammendanti disponibili sul mercato. Il processo di granulazione del prodotto è un brevetto esclusivo di Frayssinet e avviene a freddo attraverso un rigoroso processo di controllo delle temperature che permettono il mantenimento della dinamica batterica del prodotto. Quando usarlo? Può essere utilizzato tutto l'anno, in fase di costruzione o inserito in un piano di manutenzione.
PLUS • Ricco di sostanze proteo-glucidiche • Composto da otto materie prime naturali complementari e dal biostimolante radicale Osyr • Permette un aumento di attivazione biologica di oltre il 73%
| irrigazione
PLUS • Installazione senza cavi • Risparmio idrico • Rilevamento e immediato blocco in caso di perdite d’acqua • Può controllare anche punti di illuminazione, attrezzature di pompaggio, riscaldamento
Centralina
Qui trovi tutti i dettagli tecnici
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uando si dice un buon curriculum: oltre 100 Comuni in Spagna, Francia, Portogallo, Svizzera e Italia utilizzano i sistemi di telegestione professionale via web SmartPro della spagnola Samcla, distribuiti nel nostro Paese da Scarabelli Irrigazione. Tra i principali motivi della scelta: affidabilità, semplicità di installazione, notevoli risparmi di acqua (in base a quanto comunicato dall'azienda il risparmio idrico è superiore al 50%) e manutenzione ridotta al minimo. In pratica consente di controllare l'irrigazione delle aree verdi da tablet o smartphone, con tutti i vantaggi che ne conseguono, per esempio è possibile comandare l'arresto immediato dell'impianto in caso di perdita d'acqua o di consumo.
SOLUZIONE VERSATILE Hub unità concentratore
Di cosa si tratta nello specifico? Il server SmartPro centralizza l'intera rete di controllori e contatori d'acqua nelle aree verdi senza bisogno di cavi o di lavori per l'installazione. Il sistema si adatta a tutte le aree verdi, di qualsiasi tipologia e dimensione,
Un vero
controll
Il sistema di telegestione Samcla SmartPro centralizza l’intera rete di contatori d’acqua nelle aree verdi senza bisogno di cavi. È pensato in particolare per gli spazi di grandi dimensioni di Irene Nuvola
ed è particolarmente adatto per parchi e giardini pubblici, dove in genere ci sono numerosi punti di irrigazione dispersi senza un alimentatore. Per questo motivo si presta anche per ampi giardini privati, campus universitari, aree di svago, parchi a tema, club sportivi, complessi residenziali, ecc. Offre inoltre la possibilità di controllare i punti di illuminazione, attrezzature di pompaggio, riscaldamento, sempre con manutenzione ridotta e con soluzioni complete per tutti i tipi di controller esistenti e dispositivi automatici.
APPLICAZIONI
Samclabox relè
• Parchi e giardini pubblici • Ampi giardini privati • Campus universitari • Aree di svago • Parchi a tema • Club sportivi • Complessi residenziali
COME È COMPOSTO
Samclabox volume
Ripetitore RF solare
ore
Ecco la gamma di elementi di cui si compone il sistema Samcla SmartPro, per poter scegliere la soluzione più adatta alle esigenze del cliente: • Software di gestione: Samcla SmartPro Full, Samcla SmartPro 10 Sbx • Hub unità concentratore: GPRS unità concentratore + RF unità concentratore + unità rilevatore di pioggia • Stazione meteorologica • Ripetitore RF solare • Samclabox volume • Samclabox centralina • Samclabox relè • Scrinster console per gestione in campo: Bluetooth/ RF console per il funzionamento locale su dispositivi del sistema SCR Samcla, operazione tramite una connessione Bluetooth con smartphone o tablet, app gratuita • Disponibili armadi a parete per Samclabox
| macchine
Meno peso
più efficienza
Numerose le migliorie apportate da Stihl al nuovo potatore HT 133. In primis, ben 600 grammi in meno rispetto alla versione precedente di Nora Adamsberg
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hi conosce il marchio Stihl sa che la sua offerta è in continua evoluzione. È il caso della gamma di potatori, oggetto di diverse migliorie. Su questo numero vi presentiamo il modello HT 133 che, grazie alla riduzione di peso fino a 600 grammi rispetto alla precedente versione (HT 131), consente di lavorare in modo più ergonomico ed efficiente. Nella nuova scatola ingranaggi HT il serbatoio dell'olio è trasparente (con tappo ad aggancio rapido) per avere sempre sotto controllo il livello dell'olio, mentre la linea di direzione di taglio è integrata nel coperchio del rocchetto catena, a favore di una migliore precisione di taglio quando il potatore è alla massima estensione. La nuova asta telescopica è dotata di
HT 133 Motore
4-Mix
Cilindrata
36,3 cm3
Velocità motore
9.500 1/min
Potenza
1,4 kW
Peso
7,2 kg
Rapporto peso/potenza
5,1 kg/kW
Lunghezza
270-390 cm
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maniglia girevole a due componenti per regolarne la lunghezza in semplicità e rapidità; il profilo dell'asta, inoltre, ora è quadrato per una maggiore rigidità dell'attrezzo con asta prolungata. Ad azionare l'HT 133 il motore di nuova generazione 4-Mix, contraddistinto da una partenza facile grazie al sistema 3-2-1 Start ed equipaggiato del pulsante di stop e del filtro dell'aria in carta di serie, sostituibile in modo semplice e non frequentemente. Le valvole sono accessibili velocemente grazie a una comoda copertura rimovibile attraverso una sola vite. La diagnosi del nuovo motore, infine, può essere effettuata direttamente dal Service Stihl grazie al sistema di memorizzazione dei dati di funzionamento.
PLUS • Regolazione semplice dell’asta telescopica • Tempi di manutenzione ridotti • Diagnosi motore con Service Stihl
MAGGIORE SICUREZZA OPERATIVA Incluso nella fornitura anche il morsetto per il collegamento alla tracolla, dotato di clip in acciaio inossidabile e di presa a “pinza” per il corretto posizionamento del punto di aggancio e caratterizzato da facile scorrevolezza lungo l’asta.
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È
PLUS
tecnica da lavoro, ma ha uno stile da tempo libero. Cyclon è la calzatura di sicurezza firmata Dike che unisce in sé protezione, praticità ed eleganza, il che non guasta mai. Disponibile in diversi colori, è prodotta nelle varianti alta, bassa, con o senza inserti in tela che ne aumentano la traspirabilità.
RESISTENTE E FLESSIBILE
Lo speciale rinforzo antiabrasione Comfortshell, posizionato sul tallone, garantisce comfort durante la camminata. Come tutte le calzature Dike, Cyclon è dotata della fodera Solidbreath, realizzata in tessuto a poro aperto che elimina l’aria “viziata” e l’umidità e garantisce piedi sempre freschi e asciutti. Il puntale in fusione di alluminio Aluforce fornisce protezione senza sacrificare la leggerezza, fondamentale per chi indossa scarpe antinfortunistiche per molte ore al giorno. La protezione è assicurata anche dalla speciale suoletta antiperforazione ad alta densità Highsafe-Tex che, realizzata
Vai al sito dike.works
con un materiale innovativo e cucita alla tomaia, rappresenta lo stato dell’arte in termini di resistenza e flessibilità. Ispirata al mondo dello sport agonistico, la nuova suola Cyclon, oltre che per la leggerezza, si caratterizza anche per la capacità di spinta: segue le linee del piede e viene accentuata dalla speciale nervatura laterale DFR (Dike Flexible Rib), dipinta a mano, che ne garantisce la massima flessibilità. Il battistrada, scolpito da tasselli geometrici a incastro, offre un’ampia superficie d’appoggio e garantisce stabilità su ogni tipo di terreno. Gli scarichi dipinti a mano DEC (Dike Easy Clean) assicurano, inoltre, la rapida evacuazione di liquidi e fango.
PER TUTTI I GUSTI Le suole della linea Cyclon sono colorate in abbinamento con la tomaia, che è disponibile in nappa pieno fiore pull-up ingrassato bottalato vintage nei colori grafite, salvia, limone e avio, oppure in vitello scamosciato bottalato con inserti di tessuto di cotone trattato vintage nei colori cenere, salvia, limone e cielo, o ancora in vitello scamosciato bottalato nei colori asfalto, cotto e cielo.
Piedi per terra La scarpa antinfortunistica Cyclon di Dike protegge con stile. Tra i punti di forza, leggerezza e stabilità di Viola Delfino
• Rinforzo antiabrasione Comfortshell • Fodera Solidbreath anti umidità • Puntale in fusione di alluminio Aluforce • Suoletta antiperforazione Highsafe-Tex • Nuova suola dall’elevata capacità di spinta • Battistrada scolpito da tasselli geometrici a incastro
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Piante che fa Sono quelle del pistoiese Innocenti & Mangoni, sul campo dal 1950. E basta un solo numero per farsi un’idea: il catalogo conta più di 1.500 varietà di piante ornamentali da esterno. Tra le righe gli altri dettagli di Irene Nuvola
I NUMERI • 872 varietà di arbusti • 395 varietà di alberi • 151 varietà di conifere • 264 varietà di piante formate • 66 varietà di palme • 95 varietà di alberi da frutto • 670 varietà di giovani piante
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ella riuscita finale del lavoro, che peso ha la qualità delle piante utilizzate per realizzarlo? Chi opera nella manutenzione del verde, la risposta la sa, eccome. Sarebbe inutile e ridondante spendere parole al riguardo. C'è qualcosa però che noi addetti all'informazione possiamo fare: presentare aziende che sanno il fatto loro in termini di qualità e assortimento varietale. E una di queste è di certo la pistoiese Innocenti & Mangoni Piante, attiva dal 1950 nella coltivazione di piante ornamentali da esterno, allevate in piena terra o in contenitore, dalle più piccole agli esemplari “pronto effetto”. Una lunga storia, la sua, fatta di ricerca, competenza e creatività, caratteristiche che l'hanno portata a diventare una rilevante realtà del settore vivaistico in Italia e nel mondo.
CAPACITÀ DI INNOVAZIONE
La qualità si raggiunge in diversi modi complementari tra loro: nell'utilizzo delle tecniche di coltivazione, nella cura quotidiana delle piante, nella continua introduzione di nuove varietà, nella scelta dei collaboratori. Il che si traduce, in concreto, in competenze elevate, capacità di innovazione e sostenibilità. I numeri spesso aiutano a comprendere meglio. Ecco quelli di Innocenti & Mangoni: 290 ettari di vivai, più di 1.500 varietà di piante ornamentali di ogni forma e dimensione, alberi e conifere, specie mediterranee, alberi da frutto, rose, specie allevate secondo la tecnica dell'Ars Topiaria (citarle è davvero impossibile, vista la quantità e la varietà, citarne solo alcune sarebbe riduttivo).
nno storia Piante firmate Innocenti & Mangoni protagoniste di opere paesaggistiche in tutto il mondo. In queste pagine, dall’alto, le aree verdi di un istituto bancario di Madrid e di un edificio d’epoca a Pietrasanta (LU). A destra la linea Deco Design.
DECO DESIGN Tra le novità in casa Innocenti & Mangoni spicca Deco Design, nuova linea di piante esclusive, decorate da un contenitore color Corten e realizzato con materiali ricercati, per trasformarle in “oggetti” di design. Perché è vero che è il contenuto quello che conta, ma un contenitore di qualità può contribuire a valorizzarlo. Le piante pensate per questa linea sono di particolare pregio o hanno un aspetto caratteristico, come per esempio i macro bonsai.
| vivaio
IN BREVE • Coltivazione in piena terra • Coltivazione in contenitore • Giovani piante • Piante formate
Piante del vivaio pistoiese nel Principato di Monaco e a Marrakech.
AMBIENTE TUTELATO
Da segnalare anche che si tratta di produzioni ecosostenibili (certificazione ambientale MPS - Classe “A”): l'azienda mette in atto un'attenta gestione dell'acqua tramite il metodo di irrigazione localizzata sulla totalità delle aree di produzione, sia per quella in pieno campo sia in contenitore. È attivo anche un sistema di recupero e riciclo delle acque reflue di coltivazione per evitare ogni tipo di contatto con la falda sottostante. Inoltre in ogni area produttiva viene effettuata la raccolta differenziata di tutti i rifiuti che si ottengono nel processi di produzione. Non solo prodotto, anche servizio: grazie a un'efficiente logistica, l'azienda effettua spedizioni veloci in oltre 45 Paesi del mondo, dal Nord Europa al Nord Africa fino all’Estremo Oriente. A testimoniarlo, le piante Innocenti & Mangoni presenti in grandi opere paesaggistiche in ogni angolo del pianeta.
STORIA DI FAMIGLIE C’erano una volta due famiglie che, unendosi, hanno dato vita a una nuova realtà. Inizia così, 68 anni fa, la storia di Innocenti & Mangoni Piante. L’idea dei due fondatori, Agostino Innocenti e Marcello Mangoni, è stata poi raccolta dalle generazioni successive (si è giunti alla terza), che hanno saputo svilupparla e farla crescere.
IL VIVAIO IN UN CLICK
Consulta il catalogo online!
Il catalogo di Innocenti & Mangoni ha dimensioni colossali: conta più di 590 pagine e raccoglie con precisione meticolosa tutte le numerosissime varietà prodotte. Gli stessi contenuti sono fruibili anche sul catalogo online, costantemente aggiornato sulla disponibilità di piante in vivaio e corredato di immagini e informazioni dettagliate (altezza pianta, forme disponibili, misura contenitore, resistenza ambientale e climatica, ecc.). L’app permette inoltre di effettuare ordini, richiedere quotazioni, effettuare richieste specifiche di piante o esemplari direttamente da pc, tablet o smartphone.
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GESTIONE | formazione
TEMPO DI LETTU R A: 10 minuti
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a società americana Garden Media Group, una tra le più quotate società di consulenza nel mondo del giardinaggio, ha realizzato una ricerca di mercato che indica le principali tendenze dei consumatori nel 2018. La ricerca è sviluppata grazie ad una rete internazionale di esperti del settore, e se per alcuni aspetti è calata in modo specifico nel mercato americano, per altri versi le informazioni riportate riguardano tendenze che si sviluppano a livello planetario, e possono aiutare a selezionare prodotti, idee e soluzioni che intercettino le esigenze che i consumatori manifesteranno nei tempi a venire. Giardini compresi.
CONTRO LO STRESS
Secondo la World Health Organization entro il 2030 l’ansia sarà al primo posto tra i problemi di salute, superando l’obesità. La causa va ricercata principalmente nella connessione 24 ore su 24 e sette giorni su sette, e nella crescente insoddisfazione generale. La generazione più stressata è
quella fra i 13 e i 34 anni: i cosiddetti Milllenials. Una situazione che si traduce nel tentativo di dare priorità al proprio benessere, cercando un equilibrio fisico e mentale. Tant’è vero che l’economia mondiale del benessere (turismo del wellness, spa e progetti di benessere sul lavoro) ha raggiunto i 3,7 miliardi di dollari nel 2016 e nei prossimi cinque anni è prevista una crescita del 17%. Il ruolo della natura in questa nuova dimensione è rilevante. Una tendenza che trova conferma nelle recenti ricerche scientifiche, da quelle giapponesi sul forest bathing, o quelle inglese sugli heal gardens, per arrivare al dottor Wallace J. Nichols, un ecologista e ricercatore socio della California Academy of Sciences, che con i suoi studi sulla neuroconservazione ha dimostrato che stare in mezzo alla natura o vicino all’acqua avvicina la nostra mente alla speranza e alla compassione e le allontana da stress e rabbia. Seguendo questo trend globale, il tema del Garden Trends Report 2018 (GTR) è la ricetta per il benessere mentale.
LE SCELTE VEGETALI
Sedici degli ultimi diciassette anni sono stati registrati come i più caldi: siccità, forti temporali, alluvioni, grandine, uragani, inverni miti mettono alla prova il giardinaggio. Per ridurre la preoccupazione riguardo il lavoro, e per diminuire il carico di lavoro, i giardinieri cercano piante forti, capaci di resistere a condizioni atmosferiche estreme. Il GTR individua quattro i tipi di giardini a clima controllato:
GTR 2018, com giardini (e giar Cambiano i trend e le esigenze dei potenziali clienti. Dal Garden Trends Report 2018 una panoramica di come si stanno evolvendo gli usi e i costumi degli amanti del verde 42
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Via col vento: per prevenire le rotture e lo sradicamento delle piante che aumentano la perdita d’acqua e diffondo malattie, si progettano giardini resistenti al vento, composti da piante con foglie strette e gambi flessibili e corti, alberi sempreverdi, Sedum. Piante a fusto largo e arbusti vengono usati come paravento, si realizzano piccoli muri di contenimento e strati extra di pacciamatura. Giardini che scottano: il clima arido e secco riscalda le piante e le disidrata, bruciando le foglie. Si prediligono allora piante resistenti alla siccità e al sale, come Euphorbia e papaveri, e piante alte per fare ombra come l’acacia. I cactus offrono un tocco caratteristico. Molti vivai hanno iniziato a selezionare piante da secco appositamente per questi giardini. Giardini di pioggia: fango e acqua eccessiva soffocano le radici, rompono le piante e attirano i parassiti. Si usano piante resistenti all’acqua come il sambuco nero, i cespugli di olmaria, le felci e le bacche. Il drenaggio del suolo viene migliorato usando suoli assorbenti e superfici impermeabili, arginando le pozze e creando sentieri. Frozen garden: il gelo causa la rottura dei rami e limita l’apporto d’acqua alle radici; inoltre fa raggrinzire le foglie e le fa diventare nere o marroni, molli per la troppa
CURIOSITÀ Off-line is the new luxury, cioè: stare disconnessi è il nuovo lusso. Il benessere mentale, grazie a personaggi famosi che si sono resi ambasciatori di questa esigenza, non è più stigmatizzato. Il principe Harry, ad esempio, incoraggia i giovani a rallentare e processare i propri pensieri, senza controllare continuamente il telefono.
acqua. I giardini resistenti al gelo includono abeti, betulle e aceri, fiori come l’elleboro, Carex e Hosta. Aggiungendo pacciamatura, terriccio e foglie si proteggono le radici.
GIARDINAGGIO IMPERFETTO
Per Ilana Goldowitz Jimenez, studiosa di piante e scrittrice di libri di giardinaggio, “Il giardino è un posto naturale per adottare il wabi-sabi, l’arte della bellezza nell’imperfezione, con cui praticare l’equilibrio delicato fra natura e cultura. Il wabi-sabi è un’antica pratica giapponese che apprezza le imperfezioni della vita e l’abilità di invecchiare con grazia. I giardini realizzati secondo questa idea si caratterizzano per forme “umili” e imperfette e non disdegnano le erbacce. Il gusto per l’imperfezione è trainato anche dalla tendenza sempre più diffusa a creare il proprio giardino usando materiali organici locali, naturali e sostenibili: metallo, pietre e legno vengono preferite alla plastica. Si preferisce avere un tappeto erboso meno elegante, popolato di trifoglio e denti di leone. Le piante non vengono potate in modo che possano seminare e fornire cibo a insetti e uccelli, svolgendo un ruolo importante nel biosistema ecologico.
e cambiano dinieri)
GESTIONE | formazione
L’ARIA INQUINATA È IN CASA Uno studio della State University di New York afferma che le piante ci aiutano a respirare più facilmente e incrementano la salute e il benessere, anche nelle nostre abitazioni. Gli edifici nuovi e vecchi possono contenere, infatti, alti livelli di VOC (componenti organici volatili), a volte altissimi. Le piante possono eliminare fino al 80% delle VOC più comuni.
TREND INDOOR
Per Julie Cohen, professore di legge alla Georgetown University, parlare di privacy è un modo per dire “un po’ di tempo per sviluppare la nostra identità lontani dai commenti dei social media”. Lo stress legato alla connessione continua e ininterrotta sta portando un forte desiderio di calma e silenzio. Allo stesso modo cresce la consapevolezza che viviamo in ambienti inquinati, che possono essere purificati dalle piante: negli Stati Uniti il 52% delle persone acquista piante da appartamento con questo obiettivo. Si creano “stanze del respiro”, in cui le persone si connettono con la natura e creano piccole oasi di pausa lontane dalla frenesia del mondo moderno. Chrys Beytes, direttore del Grower Talks & Green Profit, ha proposto a IPM Essen i giardini appesi: piante e fiori che pendono saranno una delle prossime tendenze per l’indoor.
ACQUA, ACQUA, ACQUA
La famosa fontana presente nei Giardini di Longwood, a Kennett Square, in Pennsylvania, è stata ristrutturata in due anni, per una spesa comples-
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siva di 90 milioni di dollari. La maggior parte dei giardini a Chelsea 2017 era caratterizzata dall’acqua. Al Sinopsio 2017 di NC Green Industry Water i rainscapes per la pioggia hanno spopolato, collettori che catturano l’acqua piovana e la portano in locali sotterranei dove viene accumulata e immagazzinata. Alcuni servizi pubblici hanno iniziato, in America, a pagare i proprietari terrieri per conservare l’acqua. Al Philadelphia Flower Show 2018 il tema sarà proprio “Meraviglie di acqua”, e il focus è comprendere qual è l’impatto umano sull’acqua e l’impatto dell’acqua sugli umani. Dalle chiome degli alberi fino al terreno, far rallentare l’acqua, filtrarla tramite le piante e creare aree per immagazzinarla prima che arrivi alla terra, è essenziale nella gestione di risorse idriche sane.
COLTIVA LE TUE PROTEINE
Cara Rosenbloom, del Washington Post, riporta che “una nuova ondata di abitanti preoccupati, specialmente i Millenials, stanno togliendo la carne dalla loro dieta per migliorare la salute sia nostra che del pianeta”. Il cibo vegetale richiede meno terra, acqua, energie e risorse per crescere, e in questo senso è eco-friendly rispetto alla sua controparte animale. Mangiare sempre più piante ha creato un nuovo consumatore: il flexitariano. 23 milioni di americani si definiscono tali: il 30% mangia sempre più vegetali e il 38% ha tolto la carne almeno una volta a settimana. Il numero di prodotti vegetariani è raddoppiato negli ultimi 5 anni, il consumo di carne per persona è diminuito del 15% dal 2006. Al Summit Global Wellness è stata identificata come tendenza emergente quella del “Cibo pulito e sostenibile nel cortile”. Fra i prodotti da coltivare a casa, i primi dieci per ricchezza di proteine sono: 1. Fagioli di soia 2. Piselli 3. Quinoa 4. Broccoli 5. Mais 6. Asparagi 7. Spinaci 8. Cavolo 9. Miglio 10. Semi di girasole E naturalmente, a questa tendenza si accompagna l’incremento di consumo
di prodotti che forniscano alle piante una dieta equilibrata e organica specifica.
IL REGNO VIOLA
Secondo il report del Whole Foods Annual Trend il viola è il nuovo colore di tendenza per piante e fiori: cavolfiori viola, riso nero, asparago viola, bacche di sambuco, Acai, patate dolci, mais viola e cereali. Uno dei motivi è il fatto che gli antiossidanti viola, o antociani, responsabili della particolare colorazione, aiutano a combattere il cancro, hanno proprietà antinvecchiamento, riducono l’obesità e proteggono il cuore. Il cibo viola aumenta anche la forza mentale. Quali sono i cibi viola da proporre per la produzione casalinga? 1. Bacche di Acai 2. Barbabietole 3. Lamponi neri 4. More 5. Mirtilli 6. Bacche di Goji 7. Melanzane
PER APPROFONDIRE La traduzione del Garden Trends Report 2018 è a cura di Organizzazione Orlandelli. Sul sito è disponibile l’intero documento. www.orlandelli.it
8. Prugne 9. Cavolo viola 10. Carote viola 11. Patate dolci viola 12. Pomodori neri Secondo la Architectural Digest, le persone vogliono far stare più cose in spazi più piccoli. Quindi vanno per la maggiore i vasi in combinazione: aromatiche ed erbe viola in letti ornamentali, ad esempio, e qui il viola diventa un must have: inserendo la lavanda nelle bordure, con erba gatta e rosmarino, e arbusti come mirtilli senza spine e piante di more, si ottiene un mix che verrà apprezzato dai clienti. E in più, il viola è anche consigliato come colore che aiuta la meditazione.
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CO2 NEGLI ALBERI • 51% nel tronco • 30% nei rami • 3% nelle foglie • 3% nelle radici fini • Il resto nelle radici grosse
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ià da bambini ci insegnano a riconoscere il valore degli alberi, le loro virtù, le loro potenzialità. Il giorno della “Festa dell’Albero” credo sia un ricordo di tutti, è la festa per qualcosa che ha un ruolo fondamentale per il nostro pianeta, che è opportuno tutti percepiscano fin dalla prima infanzia. L’inverno è la stagione ideale per porre a dimora alberi. Parlare di alberi, dei ruoli e dei benefici che questi sono capaci di fornire potrebbe sembrare banale, ma di fronte al mondo che cambia, sempre più globale e interconnesso, sempre più centralizzato in grandi agglomerati urbani, gli aspetti da analizzare diventano molteplici e sono a volte poco conosciuti e, per certi versi, sorprendenti. Il giardiniere professionista ha l’obbligo di conoscere tutti questi aspetti poiché riveste un ruolo fondamentale nel creare “benessere”, piantando alberi. L’analisi dovrebbe essere assoluta, perché piantare alberi non è un'attività da praticare solo nei centri urbani, al contrario. Su queste pagine però ci si focalizzerà su alcuni benefici derivanti dalla piantagione e l’arricchimento con alberi e aree verdi all’interno di centri urbanizzati (dettagli nel box “Aree urbane: numeri che fanno riflettere”). Tra gli addetti ai lavori esiste un consenso generale sull'idea che il verde urbano, costituito da parchi, giardini e alberature stradali, sia essenziale affinché le città possano essere realmente sostenibili. Ma
quali sono le evidenze scientifiche che confermano i “vantaggi” del verde urbano? A tal proposito, è illuminante una recente pubblicazione: “Amico Albero” di Francesco Ferrini e Alessio Fini – Edizioni ETS 2017. In questo articolo vengono ripresi alcuni dei concetti sviluppati nel libro con l'obiettivo di rendere consapevoli i professionisti, che dovrebbero poi trasmettere queste conoscenze ai clienti.
ASSIMILAZIONE E STOCCAGGIO DEL CARBONIO In particolare, sottolineiamo il ruolo di assimilazione e stoccaggio del carbonio svolto dagli alberi, ruolo che contribuisce pertanto al miglioramento
Il ruolo degl non diamolo pe Un tema di grande interesse e di attualità che spesso non trova la giusta attenzione tra gli addetti ai lavori. Eccovi un’analisi tecnica e scientifica dei benefici che le piante arboree apportano alle città testo e foto di Camillo De Beni
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AREE URBANE: NUMERI CHE FANNO RIFLETTERE Studi recenti hanno rilevato che oggi più della metà della popolazione mondiale (54%) vive in aree urbane. In Europa questo valore si attesta addirittura intorno al 70%. In Italia siamo al 68%. Ciò significa che la globalizzazione anziché rendere obsolete le città, come si riteneva, ha dato linfa a una tendenza opposta, facendo crescere i grandi agglomerati urbani. È un dato confermato, che ci obbliga a intervenire nella progettazione e realizzazione di aree verdi con criteri ecosostenibili. Aree verdi che devono assumere connotati che vanno molto al di là del riduttivo “ornamentale”. È infatti fondamentale che si giunga alla consapevolezza che la creazione di aree verdi ben progettate, pianificate, realizzate e gestite in modo sostenibile è la miglior strategia per combattere i rischi connessi al cambiamento globale.
della qualità dell'aria. Entriamo nei dettagli tecnici. L’emissione di anidride carbonica (CO2) a seguito delle attività umane è in costante aumento. L’uso di combustibili fossili e la deforestazione galoppante (ogni anno si calcola che vengono tagliati 15 miliardi di alberi), hanno provocato, negli ultimi 150 anni, un aumento del 25% del biossido di carbonio (CO2) atmosferico, noto come il principale gas “climalternante”. Tale innalzamento non cenna a rallentare e la temperatura media terrestre ha subito un incremento a causa del cambiamento nella composizione dei gas nell’atmosfera. Gli alberi sono in grado di ridurre la concentrazione di CO2 atmosferico, sia in modo diretto,
stoccando carbonio in tutti gli organi permanenti, sia in modo indiretto, migliorando il microclima e consentendo una diminuzione delle risorse (input energetici) necessarie al “metabolismo urbano”. Si calcola che il sequestro di CO2 in piccoli alberi a lenta crescita possa variare tra 4 e 16 kg/anno, mentre nei grandi alberi l’accumulo può raggiungere i 360 kg/anno. Per un tipico albero in bosco le frazioni di CO2 accumulate sono mediamente collocate per il 51% nel tronco, per il 30% nei rami e per il 3% nelle foglie. Le radici grosse accumulano il 15-20% del carbonio totale, mentre quelle fini accumulano il 3%, come nelle foglie.
i alberi: r scontato
ALTRI VANTAGGI • Mitigazione dell’inquinamento acustico • Riduzione dell’effetto isola di calore, miglioramento del comfort termico e risparmio energetico • Promozione della biodiversità • Benefici socio-psicologici • Aumento del valore delle proprietà
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L'IMPORTANZA DEL PROCESSO FOTOSINTETICO
Per poter quantificare la capacità degli alberi di assimilare e stoccare nel lungo periodo CO2 atmosferica esistono diversi modelli basati su parametri legati alla fotosintesi e all’allocazione di fotosintati nella pianta. Massimizzare il quantitativo di CO2 sequestrato dall’atmosfera è fondamentale e in quest’ottica occorre prediligere piante caratterizzate da alti tassi di assimilazione di carbonio, buona tolleranza agli stress, elevata longevità ed elevate dimensioni a maturità. A tal proposito, citiamo un passaggio del libro di Ferrini e Fini: “Differenza fra carbonio sequestrato tramite il processo fotosintetico e quello stoccato: il primo corrisponde alla quantità
SUOLO MENO IMPERMEABILIZZATO
Altri benefici dati dalla presenza di alberi sono la riduzione dell’impermeabilizzazione del suolo e la regimazione degli afflussi e dei deflussi. Vediamo come. Nel nostro Paese il territorio urbanizzato è quasi l’8% della superficie totale nazionale, con Milano e la Brianza che sovrastano tutti con ben il 42% di suolo edificato e/o sigillato. L’urbanizzazione si sta letteralmente “mangiando” il territorio, tanto che in Italia nel periodo 1991-2011 vi è stato un incremento del 15% di superficie urbanizzata. La copertura del suolo con materiali impermeabili riduce l’infiltrazione degli afflussi nel terreno, aumentando il deflusso superficiale. Il risultato è il drastico aumento delle alluvioni e inondazioni, come avvenuto in diverse città. L’incremento della componente vegetale può essere un modo efficace per diminuire la percentuale di suolo impermeabilizzato. Grazie alla presenza di alberi e arbusti, ma anche alla presenza di prati, si ottiene un immediato effetto di riduzione dell’azione abbattente dell’acqua piovana attraverso l’intercettazione diretta che ritarda il deflusso. La presenza di alberi e di radici contribuisce inoltre a creare un “network sotterraneo” che ha la prerogativa di mantenere più stabile il terreno riducendo gli effetti negativi delle piogge torrenziali. I ruoli svolti dal verde in generale sono molti altri, riprenderemo il discorso sui prossimi numeri per potervi offrire una panoramica completa ed esaustiva.
CURIOSITÀ di CO2 che viene assimilata mediamente per unità di tempo; il secondo è quello che viene fissato permanentemente nelle strutture legnose al netto di quello che viene riemesso con la respirazione e con la degradazione dei residui vegetali (foglie, frutti, parti che disseccano, ecc...)”. L’assimilazione diretta di CO2 avviene attraverso il processo fotosintetico e, in genere, si stima che per ogni tonnellata di CO2 assimilata vengano prodotti 0,7 t di O2.
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La presenza di alberi lungo la viabilità urbana ed extraurbana determina anche una riduzione delle spese per riparazioni stradali. Riduce, infatti, la temperatura dell’asfalto aumentandone la durata. Le piante, ombreggiando, attenuano l’irraggiamento, ciò riducono il progressivo indurimento della pavimentazione e di conseguenza, la maggior tendenza al cracking.
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GESTIONE | la storia
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CARTA D’IDENTITÀ /1 • Olanda, quartiere Skandia a Geldrop • Abitazioni costruite per i dipendenti Phillips • Oggi le case hanno un valore notevole • Gestione del verde privato inteso come “parco” • No recinzioni, lo sguardo spazia liberamente
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ei Paesi Bassi, non lontano da Heindhoven, a Geldrop, nel quartiere di Skandia, intorno agli anni ’50 fu sviluppato un progetto di ampio respiro dove i concetti di verde privato e pubblico si unirono nella creazione di “un’entità unica”. Il progetto nacque dopo l’acquisto da parte della multinazionale Phillips di un lotto di terreno per costruire case per i dipendenti: fin dall'inizio la dirigenza si trovò d’accordo nel gestire questo quartiere, che conta 286 abitazioni, come un parco, un unico paesaggio, evitando la creazione di “barriere architettoniche” che l’avrebbero diviso in molte piccole proprietà separate. Inoltre il luogo era caratterizzato da una storia importante, essendo parte della proprietà del castello della contessa di Geldrop: per questo i futuri residenti furono concordi nel costruire le unità abitative inserendole in un paesaggio che riproponesse il più possibile lo stile inglese usato nel parco del castello.
IL VERDE PER TUTTI
Durante i primi anni ’70 le case, prima in affitto, vennero messe in vendita. I residenti però volevano salvaguardare il parco da possibili mutamenti (recinzioni e rimaneggiamenti del verde): per questo nacque un’associazione che lo prese in gestione. Agli atti di vendita delle case venne allegato un atto notarile in cui i proprietari accettavano la gestione del loro verde come parte organica della comunità, che vale anche per i subentranti o i successori: nessuno può sottrarsi alle regole imposte dall’Asso-
ciazione di Skandia, che ha pieno potere decisionale su manutenzioni e interventi legati al verde. Come viene vissuta questa condizione dai residenti del quartiere? Anche se a prima vista pare un'imposizione, il feedback dei residenti è positivo: sono contenti di questa particolare amministrazione, che è diventata quasi uno “stile di vita”. Non è vista come la rinuncia ad avere potere decisionale sul proprio spazio privato: data la mancanza di barriere divisorie e l’impossibilità di chiamare altre ditte per fare interventi di potature e simili, è vissuta invece come l’occasione per godersi il proprio giardino come parte di un tutto, in cui lo sguardo può proseguire senza interruzioni; e, non di minore importanza, c’è la tranquillità di avere delle garanzie sullo stato di salute del proprio verde, in quanto gestito da personale specializzato.
L'ESEMPIO DA SEGUIRE
Il quartiere olandese di Skandia, a Geldrop, è unico nel suo genere: il verde privato e pubblico sono considerati un tutt’uno. Le decisioni spettano a un’associazione, la gestione a professionisti che se ne occupano a tempo pieno di Gabriele Cantaluppi
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reperire le piante, la proposta viene sottoposta al proprietario, che ha ultimo potere decisionale. DA FARE Proporre iniziative speciali per i condomini, contattando i gestori e gli amministratori - per esempio, un’offerta sui mix per i balconi primaverili - potrebbe essere un punto di partenza per una collaborazione proficua e continuativa. Ricordando che il verde ben curato aumenta il valore degli immobili.
MANUTENZIONI MIRATE
Da un punto di vista della gestione tecnica, questo sistema ha risolto uno dei grandi problemi dei giardinieri, l’essere chiamati in un momento preciso per una certa istanza, e poi non avere la possibilità (spesso) di proseguire nel tempo il proprio lavoro. La cura di questo spazio verde non è solo puntuale, ma anzi, è ad ampio raggio e a lungo termine, il che garantisce una gestione più organica e manutenzioni più mirate ed efficaci. I responsabili sono Danny Alard e il suo mentore, Nout Panken. Entrambi sono arboricoltori da diversi anni. L’interesse che suscita questa realtà ha portato anche Stan Mikers, un giovane studente interessato a diventare arboricoltore, a collaborare saltuariamente. Stan, che ringrazio in modo particolare, è stato disponibile a spiegarmi come funziona questa affascinante realtà unica di gestione del verde. Dicevamo dunque che solo due persone si occupano a tempo pieno dell’intero quartiere, gestendolo come un giardino e non come verde urbano. Ne conviene un’attenzione maggiore a possibili problemi che potrebbero nascere (i dettagli nel box “In pratica”). Danny ha un grande potere nella scelta delle piante da utilizzare: egli ha una predilezione nell’utilizzo di piante inusuali, e l’effetto è decisamente unico. Ma Danny non sceglie da solo. L’iter per piantumare segue questi passaggi: dopo uno studio del luogo in cui la pianta verrà posta (luce, terreno, possibilità di svilupparsi) e una seguente stesura di una rosa di specie papabili, la mozione viene vagliata da tutti i membri dell’associazione. Una volta ottenuti i nomi e la possibilità di
COSTI E VANTAGGI
Ma veniamo alla fattibilità del progetto: quanto costa a ogni residente questa gestione del verde? Non molto: il costo è di 194 euro per abitazione, 55.500 euro all’anno in totale. Troppo poco forse, infatti il budget non permette di operare grandi rinnovamenti o di installare nuovi impianti. Per ora l’Associazione sta tentando di ovviare al problema gestendo in modo oculato la scelta delle piante e delle attrezzature usate. E noi, cosa possiamo imparare da questa esperienza? Credo che sarebbe possibile proporre e poi applicare in Italia un modello simile, specialmente nei quartieri in costruzione. Questo modello di gestione, che potrei definire “oligarchica”, garantisce una migliore ed efficiente cura del verde urbano, che generalmente paga lo scotto di una visione parziale delle priorità e dei lavori da effettuare. Si potrebbe così stabilire invece, negli anni, una riduzione delle manutenzioni straordinarie a favore di più interventi di minore entità. E ottenendo il favore dei residenti e un incremento del valore degli immobili: tant’è vero che le abitazioni del quartiere di Skandia in Olanda sono famose. E soprattutto, ambitissime.
CARTA D’IDENTITÀ /2 • La gestione è affidata a un’unica azienda di giardinieri • Le scelte sono affidate all’Associazione del quartiere • Il nulla osta deve essere dato dal proprietario del giardino
IN PRATICA La cooperazione di Stan Mikers e Nout Panken con l’Associazione di Skandia consiste nel garantire un innalzamento della qualità del verde, perseguito attraverso la scelta di specie arboree che possano crescere indisturbate - e che siano sane - il più a lungo possibile. Le specie scelte devono essere adatte alle condizioni di Skandia: per esempio, il quartiere ha avuto diversi problemi legati a una falda acquifera alta. Il problema è stato risolto con la creazione di un sistema di drenaggio, ma è necessaria la scelta di piante adatte a terreni molto umidi, le cui radici possano tollerare anche brevi periodi di ristagno idrico. Le specie erbacee e arbusti vengono scelti fra quelle che garantiscono, oltre a struttura e colore, protezione dei colletti e delle radici superficiali degli alberi, che potrebbero venire danneggiati dall’utilizzo scorretto di decespugliatori e rasaerba o da un eccessivo compattamento del terreno che potrebbe asfissiare le radici. Vengono effettuate potature mirate in caso di vecchi esemplari. Inoltre, è garantita la supervisione e l’indagine regolare attraverso VTA delle alberature, in cui viene accertato il loro stato di salute. Rispetto alla realtà italiana, essi avvengono più volte l’anno a tappeto su tutte le alberature presenti. Unico ambito lasciato alla libera iniziativa dei residenti, la gestione e la piantumazione delle piccole aiuole fronte casa e del taglio dell’erba. N°008
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GESTIONE | aziende
Porte aperte al futuro Hinowa ha festeggiato i suoi primi 30 anni aprendo la sede aziendale a clienti e partner commerciali. Occasione per toccare con mano i nuovi modelli. Noi eravamo presenti, ecco cosa abbiamo (an)notato di Viola Delfino TEMPO DI LETTU R A: 5 minuti
IN BREVE • 150 addetti • 90.000 m2 di superficie aziendale • Assistenza tempestiva (anche telefonica) • Evasione dell’80% di richieste ricambi in giornata • Ricambi anche online: www.hinowa. com/ricambi
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ome accade per tutti i compleanni importanti, per un'azienda compiere 30 anni significa raggiungere una tappa significativa, di quelle che spingono a fare bilanci. Un traguardo che consente di guardare indietro su quanto fatto finora, ma anche un trampolino per darsi una nuova spinta verso il futuro. Sul finire dello scorso anno, Hinowa, azienda veneta specializzata in piattaforme aeree (semoventi, cingolate e articolate), minidumper, carrelli elevatori cingo-
CONTROLLI ACCURATI Una curiosità che fa comprendere l’attenzione che Hinowa dedica alla qualità: nell’area esterna dello stabilimento vengono eseguiti test ciclici sulle macchine: cicli completi che includono tutti i movimenti disponibili della macchina come per esempio le aperture e chiusure del braccio con il massimo carico nel cesto, giorno e notte per mesi e mesi. Vengono eseguiti circa 35.000/40.000 cicli prima che la macchina entri in produzione di serie, che corrispondono a circa 20 anni di lavoro!
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lati e sottocarri, ha festeggiato i suoi primi 30 anni di attività aprendo la sede di Nogara, in provincia di Verona, con un open days dedicato a clienti e partner commerciali: due giorni di festa, di prove dei modelli e di visite allo stabilimento recentemente rinnovato, un evento che ha coinvolto circa 200 persone.
PRIORITÀ ALLA QUALITÀ
Nell'ultimo anno l'azienda ha messo in atto un'importante revisione di tutti i processi produttivi (impostati secondo il modello lean production, ossia produzione snella), logistici e qualitativi. Lo stabilimento ora si estende su una superficie di ben 90.000 m2, di cui 30.000 al coperto. Tutte le fasi passano da qui, dall'ideazione alla progettazione,
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IL VERDE SUL PODIO Per celebrare l’anniversario, l’azienda ha indetto il concorso fotografico “Scatta e parti con Hinowa”, esortando i clienti di tutto il mondo (ricordiamo che il 90% della produzione è destinata al mercato estero) a inviare foto con le macchine al lavoro. In palio diversi viaggi nel Bel Paese. Tra gli scatti vincenti anche quello sopra, che ritrae un track Hinowa in un’azienda florovivaistica ungherese.
dalla produzione fino al collaudo e all'assistenza. Giusto per dare qualche numero, in un giorno mediamente vengono prodotte quattro macchine. «Nella nostra azienda oggi lavorano 150 persone ma nel complesso il numero sale a circa 400 perché molti dei nostri fornitori lavorano quasi esclusivamente per noi, fornitori tutti della zona entro un raggio di 80 km – spiega Dante Fracca, presidente di Hinowa – Abbiamo lavorato tanto per incrementare ulteriormente la qualità dei prodotti e dei servizi, oggi per esempio riusciamo a evadere in giornata l’80% delle richieste di ricambi». E per il futuro, è prevista un'ottimizzazione della logistica con la realizzazione di un altro capannone. «Sono stati 30 anni di battaglie, di momenti felici e meno felici, ci siamo concentrati sulla qualità, sulla sicurezza, siamo riusciti a conquistare mercati che non pensavamo nemmeno di raggiungere – continua Fracca – Devo tutto questo anche ai nostri addetti, che con i loro sacrifici sono riusciti a supportarmi fino a questo momento».
ANNI D E L L’
VERS
ARIO
l’a n no l e d a r ie n z . e p s e ’ r d i no L nico a i g l ento u a v a ’e a ll e at venga io n e d de d ic a ediz l giardino e e 0 2 la e ndenz oi EDIZI
I soci Hinowa: secondo da sinistra, al microfono, il presidente Dante Fracca.
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SCOPERTE | pratiche
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n grande giardino è un dialogo fra la progettazione e il giardinaggio. Nella manutenzione si deve tenere in mente cosa sono le grandi intenzioni del giardino, le sue linee progettuali, la sua filosofia, altrimenti si rischia di vederle scomparire col tempo. Nel giardino non basta “mantenere” le strutture verdi principali - come siepi, topiaria, parterre - ma anche interpretare cosa succede e intervenire in maniera creativa, per rinfrescare le intenzioni progettuali. L’equilibrio fra i due, nel tempo, è quello che rende un giardino vivo, altrimenti è lettera morta. È questo ciò che mi resta impresso dopo aver visitato, nello stesso weekend, due grandi giardini del Lazio: La Landriana e il Giardino di Ninfa.
CRESCITA DA MODULARE Nelle foto di queste due pagine alcuni scorci del giardino La Landriana.
I giardini della Landriana nascono grazie alla marchesa Lavinia Taverna che acquista il terreno nel 1956 e comincia a piantare alberi in prossimità della casa, in quello che era un paesaggio rurale. Nel 1967 le si affianca Russel Page, grande progettista inglese, che dà un intento all’intera proprietà compartendo in 33 “stanze” il collezionismo botanico della marchesa, con una struttura assiale tipica
Mantenere
vivo
il giardino
La visita a La Landriana e al Giardino di Ninfa è occasione per un’appassionata riflessione sulla manutenzione nei giardini storici. Che non deve limitarsi a conservare il verde ma deve assecondare il progetto. Deve essere corretta e intraprendente testo e foto di Anna Piussi
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Nel giardino non basta “mantenere” le strutture verdi principali, è necessario interpretare cosa succede e intervenire in maniera
creativa per rinfrescare le intenzioni progettuali
del giardino all’italiana. Un grande viale di cipressi scende dalla collina, affiancato da giardini laterali dedicati a rose o ad altre collezioni botaniche, un laghetto circondato da prato crea una zona di ampio respiro che contrasta con gli spazi più scuri e dettagliati intorno. Alla Landriana sono arrivata con aspettative abbastanza alte (vedi box “Consigli di lettura”). In mezzo secolo gli alberi sono molto cresciuti, e le stanze a cielo aperto hanno perso la nettezza visibile nelle vecchie foto. Alcuni elementi mantengono intatta la forza del disegno, come il Viale Bianco, il viale di cipressi che forma un asse principale percorrendo il giardino dall'alto in basso. La forma alta e scura del cipresso, un tunnel d’ombra familiare nel giardino italiano, qui sembra solo una scusa per l'esplosione di fiori bianchi ai suoi piedi, una schiuma di anemoni giapponi, aster bianche, gaura e rose bianche. È magnifico. Mi ispira il giardino degli olivi, immersi in bordure miste di un’esuberanza tipicamente inglese: arbusti, perenni e graminacee in toni argento, violacei, e gialli. Il giardino degli aranci resta una composizione giocosa di forme topiarie che vanno da raso terra a mezz’aria, è un divertissement geniale, anche se sembra venire ingoiato dagli alti alberi attorno. In certe parti però il giardino scivola nella senescenza. Con il buio crescente, i bossi sono filati, la collezione di rose chinensis fioriscono a stento CONSIGLI DI LETTURA Nel mio pellegrinaggio per giardini mi accompagna una copia del libro di Russel Page “L’educazione di un giardiniere”, riempito di sottolineature e post-it. Il titolo è un classico esempio di understatement (letteralmente, “Affermazione volutamente attenuata, ridimensionata”) perché Page non era giardiniere, ma il progettista più ricercato dagli anni ’50 in poi, con clienti aristocratici o solo straricchi in mezzo mondo. Page è stato un grande osservatore del paesaggio, e il libro consiste principalmente in queste sue attente analisi dei rapporti fra piante e ambiente, degli spazi fra le piante, della loro giusta associazione, degli effetti che si possono o vogliono creare. È atmosferico, filosofico, più che tecnico: “Il giardino deve sembrare inevitabile”. N°008
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SCOPERTE | pratiche
SPUNTI GENIALI Ecco alcune idee geniali viste nel Giardino di Ninfa: una zona di mezz’ombra tappezzata di gelsomino e Iris versicolor. Mai avrei immaginato il gelsomino come tappezzante e per quanto bello in autunno (quando ho visitato il giardino), me lo sogno in piena fioritura estiva per immaginarmi il profumo. Il genio sta nello scegliere due piante sole, in utilizzo inaspettato ma consono al loro comportamento, perché ogni pianta che usiamo come rampicante può stare anche meglio lasciata a correre per terra, e farlo in massa. Un colpo al cuore per un’altra vista incorniciata fra due alberi. Un leccio caduto per terra, e lasciato lì nella radura che ha generato, dal centro del quale, all’incrocio fra i due rami principali, esplode una fontana di idrangee. Sono idee di grande impatto, di forza creativa, che rendono l’intero giardino una fonte di ispirazione.
con l’ombra alla gola e il muschio ai piedi, c'è un ambiente sottomarino in cui si perdono le trasparenze, i controluce e stacchi che danno risalto alle piante. Invecchiando il giardino si addensa, in certo modo, e si appiattisce, perché prevalgono le piante più competitive. Si perdono le intenzioni originali. La vasca spagnola resta elegante ma è diventata incomprensibile, annegata nella mezz’ombra muschiosa, anziché evocare i giardini andalusi a cui si ispira. Non si può mettere il giardino sotto una campana, altrimenti diventa un po’ stantio. Per restare vivo, ha bisogno di interventi periodici per modularne la crescita. Ci vuole coraggio per far pulizia con la motosega, abbattere qualche albero che non corrisponde più alle intenzioni di progetto, avere una mano un po’ più pesante con la potatura o cambiare cata da Mario, rinfrescava completamente la composiPER SAPERNE DI PIÙ e rinnovava la collezione, zione di una bordura divenSUI DUE GIARDINI: con un occhio alle necessità tata infelice. www.aldobrandini.it delle piante (giardinaggio) Lavinia Taverna era una giarwww.fondazionecaetani.org e un altro alle intenzioni diniera appassionata, e potedel progettista (design), per va contare sull’assistenza di mantenerlo fresco. Non so se negli ultimi anni si Mario Margheriti, fondatore degli adiacenti Vivai sia data altrettanta attenzione al giardinaggio e al Torsanlorenzo, di grande importanza nel coltivare rinnovamento. e propagare le piante utilizzate alla Landriana. Fino alla sua scomparsa nel 1997, Lavinia, affian-
SEMPLICITÀ E CONSISTENZA
Ci vuole coraggio per far pulizia con la motosega o
cambiare completamente la composizione di una bordura
diventata infelice
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Al contrario Ninfa si rivela una visita spettacolare. Creata attorno al 1920 da Celosio Caetani, sotto l'influenza della madre, l’inglese Ada Bootle-Wibraham, è l'incarnazione del giardino romantico inglese, un dialogo fra natura esuberante e rovine antiche, dove la mano umana si sente appena. Il giardino è stato creato sulle rovine di una città romana che era scomparsa nel corso del Medioevo.
Nonostante sia emerso da un’estate infernalmente secca, e sopporti un traffico di oltre settemila visitatori l’anno, questo giardino informale in cui a malapena si distinguono i sentieri nel verde, sembra fresco e in ottime condizioni. Il pubblico entra solo con visite guidate ben sorvegliate, limitando i danni da usura. A differenza di un giardino formale, una planimetria del luogo servirebbe a orientarsi ma non aggiungerebbe molto alla comprensione dell’ambiente che si svela passo passo, lungo muri in pietra grondanti rose, attraverso case abbandonate, navate di chiesa, prati aperti, densa boscaglia. Dentro e fuori dal bosco, costeggiando le mura di cinta, lungo un laghetto e poi fino a un ponte che attraversa il fiume, portando l’occhio su per la montagna che domina il paese. Il giardino gioca con gli spazi con grande semplicità e consistenza. Conta la struttura di piante mature, come la collezione di Malus decorativi, e ciliegi decorativi, che ti accolgono a intervalli lungo il percorso. Le rose, molte e di un numero limitato di specie, sono ripetute con persistenza. La ripetizione dà calma, stabilisce un leitmotiv di piante che ti portano da un luogo all’altro, e quando scompaiono non te ne rendi conto perché sei già ammaliato dalla prossima combinazione
che aveva cominciato a raggiungerti un paio di passi più in là, come i fili di un arazzo che da essere un colore di sfondo diventano la campitura dominante.
A sinistra e sopra due dettagli del Giardino di Ninfa.
VISIONE VERSO IL FUTURO
La Landriana è caduto sotto alle mie aspettative perché non aveva più il taglio netto dei giardini di Page, ma neanche si rapportava al paesaggio. Come se ci fosse stata una perdita delle intenzioni iniziali, dell’importanza del design, a pari passo con una manutenzione corretta ma non intraprendente. A Ninfa sono rimasta travolta dalla freschezza, dagli spazi, da un senso di grande coraggio per tutte le combinazioni di piante. Questo non può essere che accaduto con periodiche scelte di eliminare o rinfrescare delle zone, con una visione verso il futuro.
PER UNA BUONA MANUTENZIONE Investire bene in manutenzione non consiste nel riportare il giardino alle origini, ma nel selezionare cosa evidenziare o rimuovere del passaggio del tempo in natura, tenendolo fresco, cambiando piantumazioni a seconda della necessità.
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SCOPERTE | vegetali
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IN BREVE • Erbacee e arbustive perenni • Preferibile coltivarle in vaso • Preferiscono periodi siccitosi ai ristagni idrici
Doppia
attitudine Fioritura e profumo sono le due principali caratteristiche del Plectranthus. Da proporre ai clienti che vogliono terrazzi e giardini con personalità di Matteo Ragni
U PER MAGGIORI INFO:
Plectranthus zuluensis
www.geelfloricultura.it
UNA PIANTA, MOLTI USI Gli usi del Plectranthus sono vari: alimentare (limitato a poche specie), aromatico, ornamentale. A proposito di quest’ultimo, citiamo il P. zuluensis, pianta arbustiva sudafricana con fusti quadrangolari che possono raggiungere i due metri di altezza, a differenza delle altre specie fiorisce tutto l’anno con un picco ad aprile e maggio. Spighe apicali lunghe fino a dieci centimetri si riempono di tanti piccoli fiori labiati bluviola e le foglie ovate emanano al tocco un forte aroma di incenso. Infine, segnaliamo anche il P. ‘Mona Lavender’, un ibrido di notevole bellezza e grande effetto. Si caratterizza per la crescita rapida e cespugliosa, ha foglie lucenti e bicolore: verde molto scuro la pagina superiore e viola intenso la pagina inferiore. In autunno-inverno produce all’apice dei rami una spettacolare fioritura color lavanda chiaro che contrasta con il colore scuro e deciso del fogliame.
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n bravo giardiniere, così come ogni bravo professionista, non si limita a proporre ai proprio clienti ciò che il mercato spinge in quel momento. Un giardiniere con la G maiuscola – predisposizione del cliente permettendo – va ben oltre. Eccovi quindi una pianta che vi farà osare: Plectranthus, conosciuto grazie all'assortimento di Geel Floricultura di Carceri (Padova), ossia Diego Parolo e la sua famiglia, specializzati in piante aromatiche, alimurgiche e mellifere. Le circa 300 specie di Plectranthus sono originarie delle zone tropicali e subtropicali: si tratta di piante erbacee e arbustive a crescita rigogliosa, che necessitano di terreni ricchi di sostanza organica e molto drenanti. Preferiscono periodi siccitosi ai ristagni idrici e in Italia è preferibile coltivarle in vaso per poterle riparare nei mesi freddi. Sono infatti piante perenni ma dalla bassa rusticità. La loro duplice attitudine (fioritura e profumo), trova radici nella famiglia delle Labiateae a cui appartengono anche i Lamium e le bellissime varietà di Salvia. Plectranthus Mona Lavender
SCOPERTE | vegetali
C I fiori rosa e profumati, ereditati dal Sedum, sbocciano alla fine dell’estate e attirano le api.
Sunsparkler® xSedoro è una coprisuolo, ma grazie alla forma compatta e tondeggiante che porta un’abbondante fioritura, è bella anche in vaso.
hris Hansen, quasi dieci anni fa, ha incrociato un Sedum con un Orostachys e ha atteso pazientemente per vedere cosa sarebbe accaduto. Ed ecco dopo sei anni di campi prova in Michigan, la decisione di propagare questo nuovo ibrido sotto il nome di xSedoro (Sedum + Orostachys). Sunsparkler® xSedoro ‘Blue Elf ’, distribuito in Europa da Plantipp, combina il meglio dei suoi genitori: le foglie blu formano delle rosette graziose che, insieme alle ramificazioni che dal centro si allargano nello spazio circostante, ricordano l’Orostachys; i fiori sono di un bel rosa intenso e vivace, come quelli del Sedum. Il risultato è una pianta coprisuolo compatta, che alla fine dell’estate si ricopre di fiori profumatissimi, e che non richiede molta manutenzione.
TEMPO DI LETTU R A: 2 minuti
PLUS • Rosette blu da Orostachys • Fiori rosa profumati da Sedum • Pianta coprisuolo compatta • Non richiede molta manutenzione
TUTTI I DETTAGLI SU: www.plantipp.eu
IL MEGLIO DAI “GENITORI” xSedoro è un ibrido interessante, nato dall’incrocio tra un Sedum con un Orostachys. Risultato? Una pianta coprisuolo dalla bassa manutenzione di Alessandro Coraggio N°008
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Dietro le piante, ecco le pers
quei
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SCOPERTE | visto a
Sguardo
oltralpe Siamo stati a Paysalia, a Lione, per capire come si sta evolvendo il settore al di fuori dei confini nazionali. I numeri fanno ben pensare con un incremento di visitatori del 45,20%. A voi ciò che i nostri occhi hanno catturato di Irene Nuvola
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uesto articolo non vuole essere una panoramica delle novità, anche perché in tutta sincerità non ne abbiamo viste molte (o meglio c'erano prodotti nuovi, ma già visti da noi in eventi fieristici di altri Paesi nel periodo immediatamente precedente). Queste due pagine vogliono essere una sorta di istantanea del mercato francese. Perché le fiere, si sa, fungono da termometro per il settore di riferimento. Paysalia, che si tiene ogni due anni nel centro fieristico di Lione, si è affermata come il più importante evento della filiera paesaggistica in Francia. E i numeri della quinta edizione, svoltasi a dicembre 2017, fanno intendere che la manifestazione è in crescita: 664 espositori, il 22% dei quali provenienti da 17 Paesi fuori dalla Francia, il 16,5% in più rispetto a Paysalia 2015. Ben 24.096 i visitatori professionali, con un incremento del 45,20% rispetto alla precedente edizione. Tutti gli espositori con cui abbiamo parlato erano soddisfatti di avere partecipato, segno che gli organizzatori stanno soddisfacendo le alte aspettative create.
TEMPO DI LETTU R A: 3 minuti
SCORCI DI FIERA – I visitatori di Paysalia, in netta crescita rispetto alle edizioni passate, sono professionali: municipalità, garden designer e soprattutto paesaggisti nell'accezione francese del termine, ossia una forma ibrida tra progettista e giardiniere, insomma un progettista che si sporca le mani.
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SCOPERTE | visto a
APPROCCIO OPERATIVO – Ampia l’offerta di macchine e attrezzature in esposizione, segnale che il paesaggista francese è interessato anche all’aspetto operativo. Tra i nomi presenti: Gianni Ferrari, Grillo, Grin, Kubota (sia con le macchine garden, sia con la sezione di macchine movimento terra compatte), Stihl, Takeuchi, Toro, Yanmar.
ASSORTIMENTO VARIETALE – Numerosi i vivaisti presenti (molti gli italiani) con un ampio ventaglio di proposte arboree. Qualche nome? Ammazzini Piante, Innocenti & Mangoni Piante, Macrobonsai, Nippon Tree, Piante Faro, Vannucci Piante, Zelari Piante.
GIARDINI IN MOSTRA – Oltre allo spazio espositivo, Paysalia si caratterizza per il concorso di giardini “Carré des Jardiniers”, allestimenti di giardini fruibili dai visitatori. Il titolo di “Maître Jardinier 2017” è stato conferito ad Anne Cabrol, autrice del giardino “Happy People” (nella prima foto a sinistra e in quella in apertura nella pagina precedente).
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IL PRONTUARIO
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uando si decide di avviare un'attività – mettersi in proprio per la prima volta o aprire una nuova impresa – la prima questione che ci si pone è quella relativa ai guadagni. Ci si chiede, insomma, quanto si può guadagnare. La risposta non è né semplice, né immediata. Per valutare la fattibilità economica di una nuova impresa, infatti, è necessario elaborare previsioni annuali riguardanti sia il primo anno di attività, sia l'attività a regime, in genere quella a partire dal secondo o terzo anno. I risultati del primo anno risentiranno infatti di tutte le difficoltà connesse all'avvio della nuova attività: i ricavi saranno presumibilmente più bassi, specialmente nei primi mesi, mentre i costi non seguono sempre il medesimo andamento. La redditività però non può essere analizzata e prevista in astratto, in quanto non può che essere riferita alle scelte concrete che l'imprenditore farà, soprattutto nella fase di avvio, anche in relazione al contesto specifico in cui la nuova impresa verrà avviata. Molti costi, infatti, non possono essere stimati se non sulla base di preventivi riferiti a prodotti specifici o a ipotesi di accordi con proprietari di immobili, ecc. È inoltre impossibile stimare il costo di ristrutturazione di un locale senza sapere di quale locale si tratta e di quali interventi necessita. Così pure è difficile ipotizzare il costo di affitto, senza conoscerne la localizzazione o addirittura le richieste del proprietario.
PREVISIONI ATTENDIBILI
Per non complicare l'analisi della fattibilità economica, si possono elaborare: • Il piano degli investimenti • Il conto economico
Si può tralasciare la redazione dello stato patrimoniale, che non offre indicazioni significative sulla redditività dell'impresa. Il piano degli investimenti serve per stimare l'ammontare degli investimenti immateriali e materiali necessari all'avvio dell'attività e l'ammontare annuo del loro ammortamento sulla base della durata prevista di ciascun investimento. Il conto economico consente invece di prevedere il reddito di esercizio, ossia l'utile o la perdita generabili dall'attività. Utilizzando tutti i dati derivanti dalle proprie scelte relative ai prodotti e servizi che l'impresa intende offrire, al mercato che intende servire e alla struttura di cui intende dotarsi, si può procedere alla previsione dei costi di investimento, dei costi di
Per valutare la fattibilità economica di una nuova impresa è necessario elaborare previsioni annuali riguardanti sia il primo anno di attività, sia l'attività a regime
Ma quanto mi costi?
Investimenti, costi e ricavi, guadagni. Tutti gli aspetti da prendere i considerazione per non “dare i numeri”, ma gestirli in modo corretto
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IL PRONTUARIO
Per una corretta previsione degli investimenti è importante fare un’analisi attenta delle immobilizzazioni che sono necessarie per l’avvio dell’attività gestione (variabili e fissi), dei ricavi e di conseguenza dell'utile annuo. Per procedere correttamente in questa previsione vi sarà necessario da un lato individuare ed elencare tutte le diverse voci relative agli investimenti, ai costi fissi, ai costi variabili e ai ricavi, dall'altro raccogliere informazioni o preventivi per attribuire a ciascuna voce il valore più reale possibile. Per evitarvi errori e per facilitarvi nella compilazione del vostro piano degli investimenti e del vostro conto economico, elenchiamo e descriviamo le principali voci relative agli investimenti d'avvio, ai costi variabili, ai costi fissi e ai ricavi relativi all'avvio e alla gestione di un'attività di manutenzione e progettazione del verde.
GLI INVESTIMENTI
I costi di investimento si dividono in due gruppi: • Investimenti immateriali • Investimenti materiali
Per una corretta previsione degli investimenti è importante fare un'analisi attenta delle immobilizzazioni che sono assolutamente necessarie per l'avvio dell'attività e di quelle che invece possono essere evitate o rinviate. Gli investimenti immateriali sono necessari per: • Formazione e documentazione • Piano di fattibilità • Spese notaio e commercialista per la costituzione della società • Altre spese per adempimenti burocratici • Iscrizione all’albo delle Imprese Artigiane • Iscrizione al Registro delle Imprese • Allacciamento utenze • Marchio e immagine coordinata • Campagna promozionale di avvio
Gli investimenti materiali specifici per un'impresa di manutenzione e progettazione del verde consentono di acquistare i seguenti beni:
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• Immobili/ristrutturazione locali • Telefono (fisso e cellulare) • Arredo ufficio • Furgone • Rasaerba • Motopompa • Motosega • Decespugliatore • Tosasiepi • Scale • Attrezzature minute • Set completo di attrezzi e strumenti per gli interventi di dendrochirurgia • Computer • Software • Stampante • Sistema cad
I COSTI
I costi di gestione annui sono quelli successivi all'avvio dell'impresa e vengono sostenuti per produrre beni ed erogare servizi. Alcuni variano in modo direttamente proporzionale al volume dei prodotti e/o servizi venduti e per questo vengono chiamati costi variabili. Sono variabili, per esempio, i costi delle materie prime e dei componenti. Altri costi, invece, devono essere sostenuti indipendentemente dal volume delle vendite e vengono definiti costi fissi. Sono costi fissi gli ammortamenti, gli stipendi dei dipendenti, gli affitti, ecc. Altri costi, infine, hanno una componente fissa e una componente variabile. Sono tali, per esempio, i costi di manutenzione. Se il loro ammontare non è elevato, per ragioni di semplicità vengono solitamente inseriti tra i costi fissi. Per questa attività sono previste le seguenti voci di costo: Costi variabili: • Acquisto di prodotti fitosanitari, prodotti vivaistici, terricci, antiparassitari, ecc. • Spese di trasporto
Si precisa che l'acquisto di prodotti fitosanitari, prodotti vivaistici, terricci, antiparassitari, eccetera, non dovrebbe incidere sul fatturato in misura superiore al 5%.
Costi fissi: • Ammortamenti • Canoni di affitto • Pubblicità e promozione • Costo del lavoro (dipendenti full o part time) • Manutenzioni e riparazioni • Spese telefoniche e postali • Commercialista • Assicurazioni • Consumi di energia elettrica, acqua e metano • Diritto annuale (tributo per chi è iscritto al Registro Imprese) • Tassa sui rifiuti • Canoni di leasing • Interessi passivi • Bollo e assicurazione furgone • Spese di cancelleria e varie
Ammortamenti. Rappresentano la quota del prezzo di acquisto dei beni di investimento, che viene imputata a ciascun anno di attività. La ristrutturazione dei locali, gli arredi, le attrezzature e gli impianti che consentono di svolgere questa attività hanno una durata superiore all'anno. Pertanto i costi di questi beni vanno “diluiti” su più anni in funzione di tale durata. Il fisco impone delle quote di ammortamento con margini di variabilità limitata che possono costituire la base di partenza per definire i costi di ammortamento. Dal momento che l'ammortamento dipende dalla durata dei beni, è necessario distinguere tali beni in diverse categorie in funzione della loro vita utile. Pubblicità e promozione. Il loro costo dipende dalle scelte che vengono fatte, dai mezzi e dall'importanza che viene assegnata alla comunicazione per il successo dell'impresa. È un costo che in parte si può considerare fisso, e in parte variabile. Per questa attività, dall'entità dell'investimento dipende comunque in gran parte il numero dei clienti: nel primo anno di attività è quindi opportuno una spesa superiore a quella degli anni successivi. Manutenzioni e riparazioni. Questi costi si faranno via via più consistenti man mano che aumenterà l'usura delle attrezzature impiegate, non costituiscono comunque una voce di costo molto incidente. Assicurazioni. Facoltative, anche se consigliabili, sono quelle di incendio, furto, vandalismo e responsabilità civile verso terzi. Spetta al titolare valutare quali sono le forme di assicurazione più
opportune in base alla valutazione dei rischi relativi all'attività svolta. Tuttavia, se i locali in cui si esercita l'attività sono in affitto, è molto probabile che sia il proprietario dell'immobile a imporre al locatario la necessità di stipulare una copertura assicurativa contro eventuali danni all'immobile stesso. Obbligatoria è chiaramente la RCA per gli autoveicoli. Interessi passivi. Sono rappresentati dagli oneri finanziari relativi i debiti contratti per avviare l'attività nel caso in cui i capitali propri non risultino sufficienti. Se sono stati accesi dei mutui, la rata che si versa alla banca è costituita da una quota del capitale da restituire e dagli interessi. È necessario riportare nel conto economico, tra i costi, la quota di interessi pagata alla banca. Attenzione a non conteggiare come costo la quota di capitale restituita alla banca.
Dalla previsione del raggiungimento o meno di determinati livelli di fatturato, può dipendere la fattibilità dell’impresa I RICAVI
Per una startup la previsione dei ricavi è piuttosto complessa e richiede una particolare attenzione in quanto non si può fare riferimento ai risultati ottenuti in passato. Dalla previsione del raggiungimento o meno di determinati livelli di fatturato, può dipendere la fattibilità dell'impresa; perciò, è bene non lasciarsi trasportare da eccessivi entusiasmi che potrebbero condurre a sopravvalutare i ricavi, dimenticando le difficoltà che si devono affrontare per conseguirli. È allo stesso modo fuorviante una sottostima dei ricavi che può portare a una valutazione negativa del business e pregiudicare quindi la fattibilità dell'impresa. Sorge, a questo punto, la necessità di conoscere l'apporto in termini di ricavi di ciascun prodotto e/o servizio. A tal fine, è necessario provvedere alla stima delle quantità dei diversi prodotti/servizi che si pensa di poter offrire, e prevedere per ciascuno il prezzo da praticare. È evidente che in questa valutazione non ci si potrà basare che su dati medi. La previsione dei ricavi è di conseguenza sempre un esercizio difficile e soggetto ad ampi margini di errore. N°008
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