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PROGETTO VENEZIA
DALLA GIUDECCA A VIA GARIBALDI, UN ITINERARIO TRA I LUOGHI PIÙ CREATIVI E AUTENTICI DELLA LAGUNA, CHE GUARDA AL FUTURO PER DIFENDERE LA SUA IDENTITÀ
di/par Matteo Favero
Arrivando a Venezia ogni visitatore ha l’impressione che l’immensa distesa di tesori in pietra d’Istria e riflessi d’acqua gli vengano incontro. È come se tutti coloro che ne hanno calcato i masegni, i macigni in trachite grigia di cui è lastricata la città, avessero instaurato con lei un personale rapporto, intimo e romantico. «È come se tutti, nel bene o nel male, se ne fossero portati via un frammento, quasi nella consapevolezza che questo sogno dell’architettura e del genio dell’artigianato sia una cosa tanto mirabile quanto fragile», racconta Carlo Federico Dall’Omo, architetto dello Iuav di Venezia, istituto universitario completamente dedicato alla progettazione.
La Serenissima è un insieme di isole, ponti, calli, case, palazzi, canali, un luogo di riflessi popolato da tante genti – turisti, residenti, studenti, lavoratori, curiosi ed esuli – e da altrettanti gabbiani bianchi e irosi. Ma non è solo questo, è anche un luogo di battaglie che lotta per non spegnersi perché, come raccontava la scrittrice e antropologa statunitense Jane Jacobs, anche le città possono morire. La Laguna sale spesso alla ribalta della cronaca nazionale e internazionale perché la sua fragilità e la sua bellezza fanno sempre notizia. Questo ne ha forse distorto la narrativa, però, relegandola a due estremi: il turismo di massa e il centro che si spopola. A coloro che decidono di perdersi tra le calli – magari gustando gli splendi-