attilio micheluzzi
Bab el-Mandeb di Attilio Micheluzzi © 1980 Attilio Micheluzzi / eredi Micheluzzi © 2024 Solone srl per questa edizione Tutti i diritti riservati Collana Attilio Micheluzzi, 13
Direttore Editoriale: Nicola Pesce Caporedattore: Stefano Romanini Ufcio Stampa: Gloria Grieco Coordinamento Editoriale: Cristina Fortunato Impaginazione: Valeria Morelli Correzione bozze: a cura della redazione Traduzione dei balloon dal francese: Silvio Martuscelli
Bab el-Mandeb è stato pubblicato per la prima volta a puntate su «Corto Maltese» nn.1-10, Milano Libri Edizioni, gennaio-ottobre 1986. Si ringrazia Agnese Micheluzzi per la collaborazione e la gentile consulenza.
Stampato tramite Tespi srl – Eboli (SA) nel mese di maggio 2024
Edizioni NPE è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/edizioninpe instagram.com/edizioninpe youtube.com/@edizioninpe_ #edizioninpe
Bab el-Mandeb di Attilio Micheluzzi
Donne e motori (corazzati) nel Corno d’Africa
Introduzione
di Vincenzo Graziano
Quando parliamo di Hugo Pratt o di Guido Crepax non riusciamo a non identifcarli con Corto Maltese e Valentina, le loro creature rimaste nell’immaginario collettivo. Di contro se il ricordo cade sull’architetto di avventure, l’istriano d’Italia Attilio Micheluzzi, non pensiamo a Roy Mann oppure a Johnny Focus, ma ricordiamo l’uomo che fu, l’autore stesso.
La metà degli anni Ottanta scorre placida con le sue inquietudini. È un tempo che Attilio non riconosce come proprio, per lui che sarebbe stato a suo agio in un salotto della Mitteleuropa, quel piccolo grande mondo ancora basato sul singolo e non sulla generalizzazione a favore dell’informe massa, a qualunque bandiera essa appartenga.
Sono nato vecchio, sono nato nel secolo sbagliato. E non mi piace quest’epoca storica di folle progresso tecnologico […] Vivo male e bene nello stesso tempo. Male per le ragioni che ho detto. Bene perché sono praticamente chiuso in questa mia casa che mi sono costruito su misura e mi ascolto la bella musica, la flodiffusione [...] Se qui a Napoli a Piazza Amedeo, che è a due passi da casa mia, scoppiasse la rivoluzione […] io non me ne accorgerei1.
Questa particolare fortezza della solitudine raccoglie, in un’epoca in cui le banche dati digitali erano ancora appannaggio di pochi, una ricchissima collezione di carta stampata.
1 Intervista di Fulvia Serra da «Alter Alter», anno 9, numero 12, 1982. prefazione
Questo tesoro di conoscenza è indispensabile per la corretta documentazione di chi non voleva mai lasciare nulla al caso: collezioni monografche, intere annate di «National Geographic», vecchi «Signal», libri fotografci, tomi su eserciti e uniformi, volumi di storia aeronautica. Uno di questi imponenti volumi, una raccolta di foto sulla Transiberiana scoperto in una vetrina di Milano dopo aver frmato il contratto con il gruppo editoriale Rizzoli, sarà una delle idee che porteranno alla stesura di Siberia.
Quante volte hai vissuto, Attilio?
La parafrasi viene dal titolo del terzo e conclusivo episodio di Roy Mann, pubblicato postumo: Quante volte Tornerai?, una delle ultime opere disegnate dal maestro Micheluzzi e scritto insieme a Tiziano Sclavi, papà di Dylan Dog e vecchio collega del «Corriere dei Ragazzi». Qui il protagonista riannoda i f li dei passati episodi restituendo un senso a vicende paradossali e che sembravano fni a sé stesse.
Quante sono le vite che Attilio ha vissuto? Per Giulio Cesare Cuccolini sono (almeno) tre2.
Nasce nel 1930 a Umago, per cinque secoli un possedimento della Repubblica Veneziana, poi per più di un centinaio d’anni sotto il dominio austro-ungarico fno alla fne del primo confitto mondiale, all’epoca italiana, poi jugoslava e oggi slovena. Il padre è un caposquadriglia della Regia Aeronautica, fglio di un ufciale dell’Impero d’Austria. Radici forti che porterà dentro mentre costruisce la sua prima vita.
2 Le tre vite avventurose di Attilio Micheluzzi Architetto, Narratore grafco e Barelliere di Giulio Cesare Cuccolini, pubblicato in Attilio Micheluzzi Architetto di avventure a cura di Napoli Comicon, Blackvelvet, Bologna 2008.
E “costruire” è il verbo quanto più adatto poiché, laureatosi in architettura all’inizio degli anni Sessanta, edifcherà case, ospedali e aeroporti in vari paesi africani e del Medio Oriente, aggiungendo alle sue origini la conoscenza di persone e luoghi molto diversi, proprio negli anni della fne del colonialismo europeo e della nascita dell’Africa indipendente.
Il momento è esaltante, ma ha un risvolto negativo per il nostro architetto che, vittima degli eventi, subisce il colpo di stato in Libia e viene rispedito in Italia insieme a tantissimi connazionali. Tante saranno le difcoltà da af rontare, come racconterà, per tentare di reinserirsi in Italia. La sua carriera è azzerata poiché il suo paese non riconosce il notevole curriculum a favore di interessi clientelari o di appartenenza politica di persone anche meno preparate. Quasi per gioco pensa, in questo momento di impasse, di mettere a frutto le sue notevoli capacità grafche non più redigendo progetti, ma collaborando con il «Corriere dei Piccoli» inizialmente sotto lo pseudonimo di Igor Artz Bajef3, probabilmente condizionato dalla scarsa considerazione che si aveva dei “fumettari” da parte del mondo della cultura in quel tempo.
3 Il cognome omaggia quello di una nonna di Belgrado e richiama il famoso illustratore russo Boris Artzybashef.
Qui inizia la sua seconda vita, la più nota, che lo renderà famoso ma al contempo fnirà prematuramente, dopo soli 18 anni, nel 1990.
La terza vita, ancor meno conosciuta (se non ai familiari e agli amici più stretti) delle precedenti due, è quella vissuta in parallelo, più intima, dove senza clamore Attilio, un paio di volte all’anno, partiva su uno dei treni che portavano ammalati e infermi verso Lourdes con la mansione di barelliere. Il nostro gentiluomo di altri tempi si spendeva aiutando gli altri in un gesto di enorme pietà, carità e altruismo, trascendendo qualsiasi credo religioso.
Siamo sicuri che anche questa attività, oltre ai notevoli benefci al proprio spirito, aiutava Micheluzzi a conoscere e rifettere ulteriormente sull’umanità descritta nelle sue opere.
Attilio Micheluzzi, autore di Romanzi Storici
La grandezza di tutti gli autori di romanzi storici, da Walter Scott a Umberto Eco, passando per Alexandre Dumas, è quella di far interagire personaggi realmente esistiti con quelli puramente funzionali sul grande palcoscenico della storia. Attilio Micheluzzi appartiene a pieno titolo a questa categoria.
Nella seconda parte della sua carriera fumettistica, quando il suo è un nome afermato che non deve “nascondersi” dietro lo pseudonimo, e lui stesso sa di essere capace di rivaleggiare e superare i suoi diretti concorrenti, come Pratt o Crepax, Micheluzzi si trova a fare i conti con la fama. I lettori, gli studiosi e i critici cominciano a fare delle supposizioni sui suoi orientamenti politici, a volte anche quelli religiosi, o su come le interpretazioni di alcune sue opere possano non essere lineari.
Micheluzzi è un uomo d’altri tempi, non vuole discutere del suo credo, vuole raccontare storie, sa che può farlo e ci mette l’anima nella metodica ricerca di particolari, non solo tecnici o storiografci, ma anche umani e nella ricostruzione delle dinamiche sociali dell’epoca in cui ambienta le vicende. Questo non vuol dire che non chiarirà, anzi, proprio nelle ultime opere i suoi intenti verranno rivelati e resi evidenti dai suoi discorsi. In quale maniera Attilio comunicava con i suoi lettori? Di sicuro non con le interviste. Non che non ne abbia rilasciate, anzi, ma la maniera più efficace era quella di apparire nei suoi fumetti, spesso nel suo studio su una elegante poltrona e parlare al lettore, direttamente, con trent’anni e passa di anticipo rispetto alle meta-avventure del Deadpool marveliano. A partire già da Petra Chérie, Attilio non chiacchiera solo con i lettori però; ulteriore modalità è quella di comparire e interagire, commentare all’interno delle storie o aggiungerne dei cartelli esplicativi delle “emozioni”, donando un’originale tridimensionalità dal sapore vintage.
La genesi di Bab el-Mandeb e… Peter Cushing
Adiacente al suo studio c’è un piccolo balconcino panoramico, da cui si vede il golfo di Napoli e che si afaccia sul corso Vittorio Emanuele, uno dei salotti all’aperto dove Micheluzzi rifette e spesso accoglie i suoi ospiti. Uno dei suoi più cari amici, Sergio Brancato4, in un pomeriggio di fne estate 1985 gli fa compagnia sorseggiando un cognac Martell, rigorosamente servito in un bicchiere ballon. Attilio ha da poco cominciato a fumare dei piccoli sigari fatti col tabacco della Virginia, i King Edwards, confezionati in una romantica scatola gialla di altri tempi. Non sono importati in Italia, ma riesce a farseli arrivare tramite amici della vicina base nato di Bagnoli. Li fumava con fare regale, come il gentiluomo di altri tempi quale era.
Insieme passano in rassegna i suoi personaggi, da Il Vicario, l’aviatore che poi diventerà Petra Chérie, fermandosi su Marcel Labrume, quello che lo stesso Attilio defniva il Bel gagliofo. Marcel è desiderabile e afascinante, un antieroe che, anche quando perde, continua a vincere la partita della vita. Nasce il bisogno di restituire una storia con un nuovo genere di protagonista.
L’Inghilterra degli anni Sessanta, insieme alla rivoluzione culturale portata dai gruppi come i Beatles, vedeva già l’afermarsi di attori che spesso provenivano dalla strada, dei veri e propri Working Class Heroes
4 Giornalista, sociologo, scrittore e sceneggiatore italiano, docente di Sociologia dei Processi Culturali.
* La traduzione di tutti i dialoghi in lingua non italiana è riportata a pag. 127.
Volumi di Attilio Micheluzzi già pubblicati in questa collana:
Mermoz – isbn: 978-88-36271-81-8
L’uomo del Khyber – isbn: 978-88-36271-90-0
Air Mail – isbn: 978-88-36271-00-9
Rosso Stenton – Integrale– isbn: 978-88-94818-59-8
Petra Chérie – isbn: 978-88-36270-88-0
L’uomo del Tanganyka – isbn: 978-88-36270-75-0
Roy Mann – isbn: 978-88-36270-32-3
Afghanistan – isbn: 978-88-94818-46-8
Siberia – isbn: 978-88-94818-45-1
Pizarro in Perù – isbn: 978-88-94818-40-6
Titanic – isbn: 978-88-94818-22-2
Marcel Labrume – isbn: 978-88-94818-21-5
La casa editrice del fumetto d’autore
«Quando il destino ha deciso, tu sei come una foglia secca nel vento.»
Egitto, 1935. I servizi segreti sono in subbuglio: le truppe italiane stanno per invadere il Regno d’Etiopia. Due uomini e due donne, che sembrano non avere legami tra loro, si ritrovano protagonisti di un’avventura bizzarra e pericolosa: consegnare due autoblinde all’esercito etiope. Tra ostacoli ed imprevisti, l’antifascista Libertario Miccoli, il sergente
maggiore Peter Cushing, la ballerina Kekmat Fahmi e l’umanista Lilian Woodham-Kelly, attraverseranno territori e deserti sotto tensione internazionale, nel tentativo di portare a termine la spedizione. Una storia intensa in cui Attilio Micheluzzi, con incredibile maestria, accende un faro sulle relazioni ed emozioni umane al centro dei confitti.
Attilio Micheluzzi (Umago 1930 – Napoli 1990), è considerato uno dei principali maestri della “linea chiara” del fumetto mondiale.
Noto anche con lo pseudonimo di Igor Arztbajef, iniziò a dedicarsi all’attività di fumettista molto tardi –quando aveva già superato i quarant’anni – eppure la sua produzione è sconfnata e presenta un livello di perfezione tecnica costante.
Forte la sua predilezione per le storie con ambientazione d’epoca, per l’aviazione e per i periodi di grandi confitti in cui gli esseri umani si mostrano per quello che sono. edizioninpe.it