Letteratura di mare di Aa.Vv. e Franco Caprioli
Un pugno di perle © 1970, eredi Renata Gelardini / eredi Franco Caprioli
Lame incrociate © 1970, eredi Renata Gelardini / eredi Franco Caprioli
Otto giorni su una zattera © 1971, eredi Renata Gelardini / eredi Franco Caprioli I corsari del Rio Grande del Sud © 1971, Mario Basari / eredi Franco Caprioli
Una discesa nel Maelström © 1971, eredi Alfredo Castelli / eredi Franco Caprioli Capitan Gambedilegno © 1972, Mario Basari / eredi Franco Caprioli Il mozzo del Sant’Elia © 1972, eredi Raoul Traverso / eredi Franco Caprioli
Allarme a Block Island © 1972, Mario Basari / eredi Franco Caprioli Balene d’assalto © 1973, Mario Basari / eredi Franco Caprioli
Con Franco Caprioli nell’avventura del mare / Storia della Navigazione © 1967-1968-2016, eredi Franco Caprioli © 2024 Solone srl per questa edizione Tutti i diritti riservati
L’Editore ha provato a reperire gli aventi diritto per gli autori dei testi senza riuscirvi e si dichiara pienamente disponibile a regolare con essi i relativi e proporzionali diritti d’autore. Collana Franco Caprioli, 6
Direttore Editoriale: Nicola Pesce
Caporedattore: Stefano Romanini
Ufcio Stampa: Gloria Grieco Coordinamento Editoriale: Cristina Fortunato Correzione bozze: a cura della redazione Progetto grafco copertina: Sebastiano Barcaroli
Si ringrazia Fulvia Maria Caprioli per la gentile consulenza. L’illustrazione nei risguardi e a pag. 11 è stata realizzata da Fulvia Maria Caprioli, fglia del maestro Caprioli, come omaggio all’opera del padre. Stampato in Slovenia – Settembre 2024
Un pugno di perle è stato pubblicato per la prima volta su «Il Giornalino» n. 2, gennaio 1970, testi di Renata Gelardini. Lame incrociate è stato pubblicato per la prima volta su «Il Giornalino» n. 9, 1 marzo 1970, testi di Renata Gelardini. Otto giorni su una zattera, adattamento a fumetti del racconto Appunti per una gita di piacere di Mark Twain, è stato pubblicato per la prima volta su «Il Giornalino» n. 19, maggio 1971, testi di Renata Gelardini. I corsari del Rio Grande del Sud è stato pubblicato per la prima volta a puntate su «Il Giornalino» nn. 20-21, maggio 1971, testi di Mario Basari. Una discesa nel Maelström, adattamento a fumetti dell’omonimo racconto di Edgar Allan Poe, è stato pubblicato per la prima volta su «Il Giornalino» n. 43, ottobre 1971, testi di Alfredo Castelli. Capitan Gambedilegno è stato pubblicato per la prima volta su «Il Giornalino» n. 13, marzo 1972, testi di Mario Basari. Il mozzo del Sant’Elia è stato pubblicato per la prima volta su «Il Giornalino» n. 18, aprile 1972, testi di Roudolph. Allarme a Block Island è stato pubblicato per la prima volta su «Il Giornalino» n. 22, maggio 1972, testi di Mario Basari. Balene d’assalto è stato pubblicato per la prima volta su «Il Giornalino» n. 22, giugno 1973, testi di O. Saibari (pseudonimo di Mario Basari). Storia della Navigazione è stato pubblicato per la prima volta con il titolo Con Franco Caprioli nell’avventura del mare sulla rivista «Vitt»: le prime 28 tavole a colori e b/n furono pubblicate nel 1967 dal n. 39 al n. 41 della rivista; le successive 16 tavole a colori e b/n furono pubblicate nel 1968 sui numeri 2, 4 e 42 della rivista. Le restanti tavole che continuavano la storia, ancora inedite, furono poi pubblicate (insieme a quelle sopracitate e già apparse su «Vitt» negli anni Sessanta) nel 2016 con il nuovo titolo Storia della navigazione nel volume Passenger Press presenta: La Storia della Navigazione di Franco Caprioli, aprile 2016, Edizioni BadComics.it. Per la realizzazione di questo volume abbiamo deciso di utilizzare le tavole retro-colorate originali con i colori di Franco Caprioli. Per Storia della navigazione abbiamo deciso di lasciare anche il lettering provvisorio a matita che il Maestro aveva realizzato dalla pagina 145 di questo volume fno alla fne della storia e che, all’epoca della stesura, non era riuscito a completare. Edizioni NPE è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/edizioninpe instagram.com/edizioninpe youtube.com/@edizioninpe_ #edizioninpe
Franco Caprioli: perché calmare il mare non si può
di David Padovani
Nelle prefazioni ai volumi che hanno preceduto quello che vi apprestate a leggere, Gianni Brunoro ha a più riprese riportato uno degli epiteti più frequentemente accostati a Franco Caprioli: “poeta del mare”. Definizione che per certi aspetti limita la portata artistica e il panorama narrativo che hanno caratterizzato le opere del fumettista laziale – come giustamente evidenziato dallo stesso Brunoro – ma, d’altro canto, evidenzia come nell’intera carriera professionale di Caprioli il mare e tutto ciò che a esso ruota attorno siano stati dei capisaldi imprescindibili, materializzazione su carta di una passione incredibile per questo elemento naturale.
Un volume che dunque si intitola Letteratura di mare e che raccoglie nove storie che Caprioli illustrò – su testi di vari sceneggiatori, tra cui un altro gigante del fumetto italiano come Alfredo Castelli – e che videro la luce su «Il Giornalino» all’inizio degli anni Settanta del XX secolo, è una sorta di sigillo al ruolo di primo piano che l’elemento marino ha avuto per l’autore. Il decimo gioiello che questa raccolta contiene – la Storia della navigazione, pubblicata originariamente in bianco e nero nel 2016 da Passenger Press – evidenzia tuttavia un altro aspetto imprescindibile della cifra stilistica di Caprioli, cioè quella passione e quell’attenzione alla documentazione storiografica, tecnica e antropologica che contraddistinse quasi ogni suo fumetto. Avere allora la possibilità di leggere una di seguito all’altra questo gruppo di opere fa sì che si evidenzi agli occhi del lettore come la passione di Caprioli per il mare fosse totalizzante, esattamente come la sua conoscenza dello stesso, abbracciandone la componente oceanografica, zoologica, tecnica, storica e – non ultima – letteraria.
Un esempio del tratteggio e della tecnica del puntinismo usati da Caprioli per ottenere una resa estremamente realistica degli elementi naturali e delle anatomie umane.
Tra le vertebre di vetro e schiuma, urla di leoni le onde
I racconti a fumetti che trovate nelle pagine seguenti spaziano dall’ambientazione moderna a quella storica – in un lasso di tempo che va a ritroso dagli anni Sessanta del Novecento fino ai secoli XIX e XVII -, estendendosi all’adattamento di opere letterarie di autori del calibro di Mark Twain ed Edgar Allan Poe, per arrivare a coprire una larga parte della storia dell’umanità sin dagli albori preistorici nella Storia della navigazione. Questa estrema varietà narrativa mette in risalto un’altra caratteristica peculiare dello stile di Caprioli, che si compone di un tratto estremamente realistico e naturalistico, in cui il dettaglio portato alla precisione estrema diviene punto di forza irrinunciabile. Non solo, il susseguirsi di toni e ambientazioni tra le più disparate dimostra quanto malleabile e adattabile fosse la cifra stilistica dell’autore, classica nell’accezione più alta del termine e al contempo straordinariamente moderna per segno e composizione.
L’adozione della tecnica del puntinismo – metodo artistico che ricostruisce i chiaroscuri delle ombreggiature attraverso una rete di puntini più o meno fitta, forse per la prima volta applicato al linguaggio grafico del fumetto proprio da Caprioli –permette una straordinaria resa realistica, in primis, degli elementi naturali. I flutti del mare, la schiuma delle onde, la loro forma e dimensione e il loro dinamismo sia quando sono calmi che nel mezzo di una tempesta hanno, su pagina, un aspetto quasi fotografico.
Una vertigine di spiccioli di pesci nella luce nera di lattughe
Lo stesso certosino grado di attenzione Caprioli lo riserva alla restituzione grafica della fauna marina, impressionante per resa anatomica e materica. Gli abitanti del mare, grandi o piccoli che siano, così come i gabbiani e gli uccelli che sorvolano le distese d’acqua, vengono raffigurati con un naturalismo (e una naturalezza) e una precisione da pubblicazione scientifica. Lo stesso si dica per le imbarcazioni nelle quali l’aderenza al reale e il profondersi di dettagli tecnici e tecnologici portano a chiedersi se il livello di documentazione e studio di Caprioli non lo avvicini, honoris causa, a un laureato in ingegneria. Stesso identico ragionamento può essere fatto ammirando la perizia grafica e descrittiva che Caprioli infonde alle architetture e agli elementi di arredo con cui arricchisce le vignette. Nella Storia della navigazione le costruzioni, le case e i palazzi dei vari periodi storici, esattamente come avviene per le imbarcazioni, vengono disegnati con mano da architetto per capacità di comprensione della composizione e delle proporzioni.
Arrivando poi alla componente antropologica dell’arte di Caprioli, non si può che rimanere a bocca aperta per la resa dell’abbigliamento dei personaggi, per l’attenzione al particolare storico dei costumi delle più disparate culture e popolazioni
Da I corsari del Rio Grande del Sud
– Caprioli raffigura Giuseppe Garibaldi con una estrema fedeltà ai tratti della figura storica e, al contempo, mitizzandolo nell’aspetto e nella posa eroica.
della Terra. Le vignette assomigliano a estratti di un atlante storico, per perizia e gusto di rappresentazione. Ecco, proprio il piacere che traspare dal disegno è il sintomo più chiaro della passione che animava la mano dell’autore, segno di un divertimento estremo che arricchiva il proprio impegno e dovere professionale.
Da Storia della navigazione – L’attenzione “antropologica” e storica di Caprioli per la resa di costumi, ambientazioni e imbarcazioni è estremamente evidente nelle vignette che raccontano l’evoluzione storica dell’arte della navigazione.
Venendo poi all’interpretazione di personaggi storici realmente esistiti, merita prendere ad esempio la storia I corsari del Rio Grande del Sud, che romanza le vicende vissute da Giuseppe Garibaldi nei mari del Sud America. L’Eroe dei Due Mondi tratteggiato da Caprioli è fedele alla figura storica e, al contempo, disegnato quasi come un supereroe o una divinità nella bellezza e nella nobiltà di portamento, anche nei frangenti più drammatici delle vicende raccontate. Discorso analogo può essere fatto per tutti gli altri personaggi storici presenti nelle storie del volume, tanto fedeli a una iconografia classica quanto “mitizzati” graficamente nella bellezza del segno dell’autore.
Acqua secca di un bel cielo astratto
Ciò che rende speciale questo volume della collana dedicata a Franco Caprioli è la scelta di riprodurre le tavole retro-colorate originali con i colori stesi dall’autore stesso. La leggerezza e la trasparenza delle cromie che arricchiscono i disegni accendono sicuramente l’occhio del lettore ma, allo stesso tempo, non nascondono lo splendido lavoro di cesellatura delle chine tipico dello stile del bianco e nero di Caprioli. Anche la scelta dell’autore di lasciare spesso completamente bianchi i cieli di sfondo delle vignette non fa che risaltare ancora di più la ricchezza e la precisione delle ambientazioni e dei personaggi che le animano. È peculiare, poi, la decisione di riprodurre nei balloons i testi provvisori e il lettering a matita delle ultime tavole della Storia della navigazione: le ritroverete tutte in queste pagine nello stato originario in cui erano state lasciate dall’autore, regalando un ulteriore tocco di unicità a questa edizione. Questi accorgimenti evidenziano ancora di più, se mai ce ne fosse stato davvero bisogno, l’eleganza dello stile grafico di Franco Caprioli che, merita sottolinearlo, in queste storie è accompagnato da sceneggiature fresche e avvincenti di Mario Basari e Renata Gelardini (oltre al già citato Castelli) che rendono ancora oggi piacevole la lettura di racconti in cui è evidente il fine educativo e morale (d’altronde, erano ospitate da una testata cattolica come «Il Giornalino»), ma il cui quasi scontato lieto fine alleggerisce, in fin dei conti, lo stato d’animo dei lettori, allentando la tensione che Caprioli, da maestro, costruisce nelle pagine di ciascuna delle avventure.
Nota del prefatore: i titoli dei paragrafi sono tratti dal testo di Io dal mare, Claudio Baglioni (1990).