Köllwitz 1742
Tell Aqqaqir 1943
Qualcosa che mi cammina vicino Nahim
di Sergio Toppi
© 2025, Editions Mosquito/Fonds de dotation les amis de Sergio Toppi © 2025, Solone srl per questa edizione Tutti i diritti riservati. Collana Sergio Toppi, 25 Direttore editoriale: Nicola Pesce
Caporedattore: Stefano Romanini
Ufcio stampa: Gloria Grieco Trascrizione testi e correzione bozze: a cura della redazione Service editoriale e Cover design: Sebastiano Barcaroli
Illustrazione di copertina: Sergio Toppi
Traduzione della storia Nahim: Cesare Giombetti
Stampato in Slovenia – aprile 2025
Köllwitz 1742 è stato pubblicato per la prima volta su «Alter Alter» n. 6 del giugno 1977
Tell Aqqaqir 1943 è stato pubblicato per la prima volta su «Alter Alter» n. 10 dell’ottobre 1977
Qualcosa che mi cammina vicino è stato pubblicato per la prima volta su «Il Giornalino» n. 2 del gennaio 1980
Nahim è stato pubblicato per la prima volta su «Il Giornalino» n. 51 del gennaio 1993
Edizioni NPE
è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA)
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Sergio Toppi e i rumori di sottofondo della guerra
di David Padovani
Quando a un’opera dell’ingegno umano – letteraria, cinematografca, fumettistica: in una parola, artistica – afanchiamo l’attributo “classica” la connotiamo anche di un’aura di contemporaneità. Perché un “classico” è qualcosa che continua a entrare in risonanza con il mondo e la realtà odierni, a prescindere da quando è stato realizzato.
Le quattro storie di Sergio Toppi contenute in questo volume, quattro racconti che ruotano in qualche modo intorno alla guerra, pur se realizzati in periodi diversi della carriera dell’autore, possono tutti essere def niti classici. A ben vedere, purtroppo, qualsiasi vicenda a sfondo bellico racconta sempre un po’ del mondo in cui è immerso colui che la legge, a prescindere dalla data della sua creazione. Ma il contenuto di questo libro fa ciò in modo ancor più sorprendente e, per certi aspetti, inquietante.
Le generazioni che hanno vissuto l’ultimo decennio del Novecento, apertosi con la caduta di muri, blocchi e ideologie che avevano fno a quel momento diviso il mondo, erano convinte di avere davanti a sé un nuovo tempo, ricco di possibilità, e che il XXI secolo sarebbe stato diverso dal precedente “Secolo breve” che aveva ospitato due confitti mondiali e numerose guerre fratricide e sanguinarie sparse per il pianeta.
Oggi, a venticinque anni dall’inizio del 2000, quelle speranze possono dirsi infrante, specie nell’ultimo lustro che ha visto tornare il conf itto nel cuore d’Europa e l’odio reciproco tra israeliani e palestinesi raggiungere nuove, indicibili, vette. Due guerre che tutti ipotizzavano e auspicavano brevi, ma che così non si sono rivelate.
La storia che dà il titolo al volume, Köllwitz 1742, ambientata in quella che appare una schiera dall’esercito del Regno di Prussia, ci mostra come i soldati – pronti a combattere per la propria nazione rappresentata dai loro generali e comandanti – spesso proprio per questi ultimi sono semplice carne da cannone, sacrifcabile e senza nome.
Leggendo questo racconto di Toppi, uscito quasi mezzo secolo fa, aforano alla mente alcune notizie di questo inizio di 2025 che arrivano dal fronte ucraino. In questa guerra
d’invasione che si protrae ormai da tre anni, sono sempre più numerosi i soldati di Kiev che disertano a causa della lunghezza del confitto, ma anche perché talvolta sconfortati dalla scarsa considerazione come esseri umani da parte di coloro che li comandano. Testimonianze di ragazzi partiti in guerra con convinzione per difendere il proprio territorio dalle armate russe, pronti al sacrifcio ma poi logorati dalle battaglie, feriti e rispediti al fronte senza tante considerazioni dai loro ufciali, privi di empatia.
E allora la svolta steampunk che Toppi imprime alla sua storia è perfetta da associare a questa rifessione perché quel “generale […] bello come una fgura dipinta anche se non parla mai coi soldati e non va mai in mezzo a loro” assomiglia davvero troppo a chi la guerra la fa al sicuro del proprio ruolo, mandando a morire altri.
Tell Aqqaqir 1943, il racconto che segue, ambientato dopo la seconda battaglia di El Alamein combattuta nel 1942 tra le forze dell’Asse italo-tedesche e l’esercito britannico, risuona anch’esso sorprendentemente contemporaneo. Toppi si concentra sulle conseguenze di quella battaglia per la popolazione nomade locale e, mettendo su pagina una sorta di body horror ante litteram in forma robotica – grafcamente meraviglioso e inquietante – porta a rifettere su quanto i territori vittime di eventi bellici e le persone che vi abitano continuino a patire le conseguenze di una guerra anche dopo la fne delle ostilità. La soferenza non si esaurisce mai con un cessate il fuoco, semplicemente si trasforma. E quello che abbiamo davanti ai nostri occhi nella Striscia di Gaza oggi ne è una brutale e tremenda riprova.
In Qualcosa che mi cammina vicino l’autore ci porta in uno dei confitti più discussi del XX secolo, quella guerra del Vietnam che fu il primo coperto in modo costante dal giornalismo cartaceo e radiotelevisivo e un inferno per l’esercito statunitense che, a sua volta, fu colpevole di atrocità indicibili nei confronti della popolazione civile dei villaggi. L’innocente altruismo di un bambino, che Toppi fa risplendere di commovente ingenuità, nei confronti degli invasori stranieri porta di nuovo alla mente le immagini che nell’ultimo anno e mezzo sono arrivate da Gaza, dove migliaia di bambini palestinesi hanno assistito – spesso essendo vittime – a una guerra incomprensibile ai loro occhi, che mai avevano conosciuto violenza e orrore. Innocenti che, come il
protagonista del racconto di Toppi, hanno iniziato troppo piccoli a convivere ogni giorno con una paura immensa.
Con Nahim, il racconto che chiude il volume, torniamo in Europa, durante la guerra nell’ex Jugoslavia, tra serbi e montenegrini, dove amici che si conoscevano da anni si sono trovati a uccidersi a vicenda su fronti opposti. Pubblicato per la prima volta nel 1993, cioè a soli due anni dall’inizio dei confitti tra le popolazioni balcaniche, con questo fumetto Toppi ci racconta quasi in presa diretta uno degli aspetti più strazianti di una guerra combattuta su suolo europeo, vicinissima all’Italia e nel cuore storico del Vecchio Continente, ma che in troppi – a cominciare dai mezzi di informazione e dal giornalismo di massa – paiono avere cancellato dalla memoria, arrivando a defnire il confitto russo-ucraino in corso dal 2022 la prima guerra combattuta su suolo europeo dalla fne della seconda guerra mondiale. E la sola “giustifcazione” per tutto questo è che forse quei territori, quelle popolazioni, non erano strategicamente ed economicamente importanti per l’Occidente come lo sono i territori di Kiev. Eppure, quel confitto fratricida fra popolazioni che da sempre avevano convissuto negli stessi luoghi e nelle stesse città, fnanche nelle stesse case, mise il mondo davanti all’assurdità e agli estremi inconcepibili di violenza a cui può portare un credo religioso, una fede per un “dio che nun se vede”, come direbbe Trilussa. E Toppi mette in scena tutto ciò amaramente, di nuovo, attraverso gli occhi di un bambino che non può arrivare a capire come un’amicizia allegra e spensierata possa trasformarsi in un qualcosa di inconcepibile e doloroso.
Tutto quello che troverete nelle prossime pagine viene illustrato da Toppi con la solita sontuosa maestria grafca che ne connota lo stile autoriale. A partire dalla costruzione della tavola, con quella sorta di pendolo ambivalente e ibrido tra illustrazione a tutta pagina e scansione sequenziale in vignette i cui bordi spesso sono creati dalle sagome dei corpi dei personaggi o dagli oggetti degli ambienti.
E, nelle pagine, l’intarsio grafco di linee, retinature e arabeschi, che formano dettagli di incredibile rafnatezza e precisione storica si afancano a neri profondi e bianchi abbacinanti, da cui emergono balloon, lettering e onomatopee dal design afascinante e fondamentali ai fni narrativi tanto quanto il resto delle immagini.
Il “solito” Toppi, si potrebbe arrivare a dire, quello di cui non ti stanchi mai di rimirare il talento.
Capace di raccontarti storie “classiche”, sempre attuali.
Köllwitz 1742
è stato pubblicato per la prima volta su «Alter Alter» n. 6 del 1977.
Volumi di Sergio Toppi
già pubblicati in questa collana:
Sharaz-de – isbn: 978-88-88893-86-0
Blues – isbn: 978-88-88893-94-5
Bestiario – isbn: 978-88-88893-98-3
Lo spazio dentro il corpo – isbn: 978-88-94818-66-6
Finché vivrai – isbn: 978-88-94818-08-6
Il Collezionista – isbn: 978-88-94818-16-1
Tanka – isbn: 978-88-94818-39-0
Solitudinis Morbus – isbn: 978-88-94818-48-2
Chapungo – isbn: 978-88-36270-20-0
Ogoniok – isbn: 978-88-36270-33-0
Il dossier Kokombo – isbn: 978-88-36270-53-8
Dio Minore – isbn: 978-88-36270-71-2
Myetzko – isbn: 978-88-36270-87-3
Krull – isbn: 978-88-36270-93-4
Isola gentile – isbn: 978-88-36271-02-3
Il tesoro di Cibola – isbn: 978-88-36271-09-2
La leggenda di Potosí – isbn: 978-88-36271-43-6
Warramunga 1856 - M’Felewzi – isbn: 978-88-36271-80-1
Colt Frontier – isbn: 978-88-36272-05-1
Scene dalla Bibbia – isbn: 978-88-36272-20-4
Sic transit gloria mundi – isbn: 978-88-36272-40-2
Julia – L’eterno riposo – isbn: 978-88-36272-33-4
Nick Raider – Senza respiro – isbn: 978-88-36272-53-2
Martin Mystère – Questioni di famiglia – isbn: 978-88-36272-75-4
La casa editrice del fumetto d’autore