Storie di uomini straordinari

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Storie di uomini straordinari di Mino Milani, Dino Battaglia © Lo Scarabeo © 2024 Solone srl per questa edizione Tutti i diritti riservati.

Collana Dino Battaglia, 20 Direttore editoriale: Nicola Pesce Caporedattore: Stefano Romanini Ufficio stampa: Gloria Grieco Illustrazioni di copertina: Dino Battaglia Progetto grafico di copertina e impaginazione: Sebastiano Barcaroli Si ringraziano Claudio Ferracci ed Erasmo Frascaroli per la gentile consulenza. L’Editore ha provato a reperire gli aventi diritto per gli autori dei testi senza riuscirvi e si dichiara pienamente disponibile a regolare con essi i relativi e proporzionali diritti d’autore.

“Eugenio Ventura” e “Piero Selva” sono pseudonimi di Mino Milani.

Volume nato grazie alla collaborazione con:

Stampato in Cina – FEBBRAIO 2025

Edizioni NPE è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/edizioninpe instagram.com/edizioninpe youtube.com/@edizioninpe_ #edizioninpe

Storie di uomini straordinari

di Mino Milani, Dino Battaglia

Prefazione di

direttore della Biblioteca delle Nuvole di Perugia

Uomini straordinari, narratori straordinari

Che cosa può accomunare le vicende di uomini veramente esistiti a quelle di personaggi di fantasia? La straordinarietà delle loro avventure, verrebbe da dire, il loro coraggio, la loro tenacia nel perseguire un obiettivo. Certo è vero, ma nelle mani di uno scrittore come Mino Milani, in particolare, è la loro “umanità”, forte e presente sia nel raccontare reali vicende storiche che nell’irretirci in situazioni di pura fantasia. Potremmo dire che la vera protagonista di questo volume è la determinazione nell’inseguire un’idea, un sogno; e cosa c’è di più umano? E la mano sapiente del maestro Dino Battaglia al disegno è l’altro filo che collega queste storie, che ci mostrano nella loro proposta cronologica una crescita stilistica formidabile, in un arco di poco più di un decennio cruciale nella carriera dell’artista. Se la grande tecnica grafica si fa via via più raffinata e la sempre maggiore libertà creativa consente a Battaglia nuove ed eleganti composizioni della tavola, sin dalle storie più datate si può notare una grande capacità nella scelta delle inquadrature, apparentemente innata. Pur non avendo certezze in merito, confrontando le opere realizzate dallo stesso Battaglia con quelle di altri sempre su sceneggiatura di Milani, si evince chiaramente come lo scrittore lasciasse una discreta libertà ai disegnatori. Al punto che in alcuni casi si rasenti l’errore, quando per esempio Battaglia inserisce (spesso) una vignetta verticale a destra di due vignette quadrate sovrapposte; questo è considerato un errore, che genera incertezza nell’interpretazione della sequenza, eppure l’artista riesce comunque a “guidare” l’occhio del lettore alla giusta successione delle immagini, grazie alla composizione grafica e

al posizionamento del testo. Sempre e solo al servizio del lettore, alla ricerca della massima chiarezza, pur nelle affascinanti nebbie dei suoi scorci. L’editore ha, filologicamente, scelto di pubblicare i racconti, che hanno avuto anche successive ristampe, nella modalità con cui sono stati progettati per la prima pubblicazione, e cioè quasi sempre a colori, tranne che per la storia La terribile Parigi-Madrid, pubblicata per la prima volta in bianco e nero. Unica eccezione per La pista per il Pacifico, che ha avuto una movimentata storia editoriale e che, seppure abbia visto la luce dapprima in bianco e nero sulla rivista «Sgt.Kirk», si è preferito proporre nella versione a colori della rivista «Corto Maltese», vista la qualità della colorazione, probabilmente realizzata all’acquarello dalla moglie Laura Battaglia sul retro delle tavole originali del marito. L’occhio del lettore non mancherà di riconoscere le storie colorate dal tipografo e quelle acquarellate dalla signora Laura.

La pista dei quattro

Prende il via nel numero 40 del 1964 del «Corriere dei Piccoli» la storia a puntate intitolata La pista dei quattro, una classica storia western scritta, sceneggiata e disegnata da Dino Battaglia. Forte delle sue esperienze nel genere (Pecos Bill, El Kid…) del primo dopoguerra, l’artista sembra a proprio agio, anche se ancora costretto canonicamente entro i limiti delle vignette. Sperimenta però un segno “graffiato”, fatto più di linee spezzate che di curve, decisi contrasti di nero e singolari inquadrature che lo denunciano come attento cinefilo. Molte, infatti, sono le suggestioni visive e narrative che sembrano prese direttamente dallo schermo, come ad esempio la scelta di affiancare al protagonista una sorta di spalla/caratterista che sembra uscito da un western americano di quegli anni. Il tratto dell’artista, poi, è fortemente stilizzato, come a denunciare maggiore libertà creativa in una storia “sua”; gli sfondi, siano essi pianure e colline o città di frontiera, sono tratteggiati con pochissimi tratti al pennino, come a voler “staccarne” gli attori. La colorazione, evidentemente realizzata tipograficamente, ma certo su indicazioni di Battaglia, risulta molto efficace. La sperimentazione grafica però non è sufficiente a fare di questa storia un capolavoro: la struttura narrativa ha uno sviluppo iniziale canonico e già visto, e quando l’epilogo inedito dovrebbe giustificarne la lettura, l’impianto è banalizzato da una chiusura frettolosa che ne spegne il ritmo. Comunque, un’esperienza formativa per Battaglia, la cui evoluzione di narratore, da qui in avanti, sarà inesorabile.

La spia di Venezia

Gli anni Sessanta sono di svolta per la storica testata del «Corriere dei Piccoli». Guglielmo Zucconi succede a Giovanni Mosca (che Luca Boschi definì un hater dei fumetti) dal numero 9 del 1961 e aumenta invece le pagine da ventiquattro a trentadue per ospitare un numero di fumetti sempre crescente. Ora si può dire che la rivista cessa di essere un giornale educativo per bambini (come era sempre stato per più di cinquant’anni), e diventa a tutti gli effetti una rivista di fumetti. Nel numero 36 viene pubblicato il primo “racconto figurato”: le nuove avventure di Lazzarino, ridotte “quasi” a fumetto da Carlo Triberti con disegni di Iris De Paoli. Si tratta di una specie di ibrido tra il romanzo illustrato e il fumetto, con immagini cronologiche (ma che potremmo definire “non sequenziali”) sotto le quali è riportato un testo, completo di dialoghi, che in teoria non avrebbe bisogno dell’illustrazione. Nel numero 52 del 1963 diventa direttore lo stesso Triberti, senza portare grandi mutamenti editoriali. In questa fase grande importanza viene data comunque ai testi scritti (racconti figurati, racconti e romanzi), presenti massicciamente in ogni numero. A fare da apertura della rivista sempre più spesso è proprio il “racconto figurato”, nel quale si misurano Triberti e Milani ai testi e le eccellenze grafiche del «Corrierino»: De Paoli, Nidasio, addirittura Hugo Pratt e, naturalmente, Dino Battaglia. Al veneziano, a partire dal numero 32 del 1966 vengono affidate le illustrazioni de La spia di Venezia, scritto appunto da Milani. Si tratta di un romanzo esplicitamente per ragazzi, in costume, dall’intreccio quasi in stile ottocentesco. Battaglia è descrittivo come un illustratore e dinamico come un fumettista, pur nell’assenza di ritmo sequenziale, ma paga un po’ la chiusura in riquadri tutti uguali e non ha occasione di mostrare la sua maggior dote: la composizione non solo della vignetta ma dell’intera pagina, che qui gli è negata. La colorazione è acquarellata, realizzata con ogni probabilità dalla moglie dell’artista.

Copertina del «Corriere dei Piccoli» che annuncia l’avvio del “racconto figurato” La Spia di Venezia

La città perduta

Una storia della serie “Le grandi avventure di pace e di guerra”, firmata Eugenio Ventura (uno degli pseudonimi più usati da Milani), esce sul «Corriere dei Piccoli» numero 22 del 1969. Si tratta di una specie di cronaca del ritrovamento di quella che si riteneva fosse la mitica città Inca di Vilcapampa (o Vilcabamba); in realtà a essere scoperta fu Machu Picchu (quando Milani scrive questa storia le ricerche sono in divenire, e solo pochi anni più tardi si accerterà che Vilcapampa è situata circa cinquanta miglia a ovest di Machu Picchu). Il racconto è storia ma romanzata ovviamente nei dialoghi atti a mettere in evidenza, in particolare, la tenacia di Hiram Bingham, lo scopritore del sito. La colorazione della storia non è particolarmente curata, ma nonostante questo e la mediocrità di carta e stampa, il tratto di Battaglia risulta sempre efficace alla narrazione e suggestivo. Rendere visivamente paesaggi monumentali in vignette molto piccole: questa era una delle singolari attitudini del disegnatore veneziano; in particolare, l’ultima vignetta della quarta pagina rappresenta da sola la potenza impressionista di Battaglia.

Duello nell’aria

Mongolfiere in un’incisione di fine Ottocento.

Questa storia, facente parte del ciclo “Le grandi avventure di pace e di guerra”, esce sul «Corriere dei Piccoli» nel luglio 1969, sul numero 29, e reca ancora la firma di Eugenio Ventura. Pubblicata a colori, sembrerebbe colorata a mano in originale, nonostante sia stata riproposta nel fatidico volume Uomini coraggiosi della Fabbri del 1980 interamente in bianco e nero. Possibile che Battaglia si avvalesse già del talento di colorista della moglie Laura? Il risultato è comunque una colorazione interessante, più “materica” e fresca di quelle tipografiche a cui eravamo abituati. La storia è quella di una

Copertina del libro di Hiram Bingham su Machu Picchu (1972).

singolare sfida a duello... a colpi di mongolfiere! Milani, come sempre, riesce a rendere umani con pochi dialoghi i protagonisti e sa essere coinvolgente nonostante la situazione grottesca. Battaglia, dal canto suo, approfitta del fatto che il duello si svolga in cielo per dare “aria” a molte vignette, scontornandole completamente, riuscendo a dare un’idea di vuoto, di spazio, che la gabbia dei quadretti consueti non avrebbe permesso.

La terribile Parigi-Madrid

Tra le più interessanti narrazioni della serie

“Le grandi avventure di pace e di guerra” (che Milani firma sempre come Eugenio Ventura) questa cronaca della più sfortunata gara automobilistica di tutti i tempi riesce a rendere con grande abilità il sapore dei tempi in cui si svolse, i primi anni del Novecento. Con i dialoghi ridotti al minimo, sono soprattutto le immagini delle auto in corsa su strade sterrate, tra nubi di polvere, a raccontare. Battaglia, in un impeccabile bianco e nero, riesce a rendere dinamiche le fasi della competizione, fino al triste epilogo.

Il contadino, il soldato e il diavolo

I celeberrimi fratelli Grimm (Jacob e Wilhelm) sono stati due grandi filologi e linguisti tedeschi, considerati pionieri nello studio delle lingue germaniche. Vissero in Germania a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento e furono anche ferventi attivisti politici, progenitori del movimento democratico tedesco. Debbono, però, la fama internazionale all’aver raccolto e trascritto, rielaborandole, oltre duecento fiabe e leggende popolari, basti citare tra le più note Biancaneve, Cappuccetto Rosso, Hänsel e Gretel. La riduzione a fumetti del meno conosciuto racconto Il contadino, il soldato e il diavolo (Der Grabhugel in originale) vede la luce sul numero 45 del «Corriere dei Piccoli» del 1970, ancora firmata dall’onnipresente Eugenio Ventura. I disegni sono di Dino Battaglia, che approccia la narrazione visiva facendo uso di un funzionale e suggestivo “secondo colore” che, affiancato al nero e al grigio retinato, porta a un’interessante

Der

Marcel Renault, Parigi-Madrid (1903).
Illustrazione d’epoca del racconto
Grabhuegel.

gamma di sfumature e contrasti. Non si può negare che le opere più blasonate dell’artista veneziano siano quelle, più mature, realizzate in puro bianco e nero, senza interventi tipografici. Ma la qualità visiva delle tavole di questa storia evidenzia che l’intervento del compositore tipografico è stato probabilmente “guidato” da indicazioni puntuali di Battaglia, forse, come avveniva tradizionalmente, riportando sul retro del disegno originale gli spazi da colorare e le sfumature di grigio e di rosa. La storia rientra nel filone classico del demonio gabbato dalla furbizia di personaggi di basso ceto ma di mente arguta, un leitmotiv della narrazione popolare fin dal Medioevo. Recentemente le edizioni Lo Scarabeo di Torino hanno riproposto la storia, in bianco e nero, nel prestigioso volume Dino Battaglia-Letteratura disegnata (2019).

L’assassino invisibile

La serie di storie a fumetti “Uomini pro” racconta di personaggi lontani dallo stereotipo dell’eroe, ma il cui coraggio e dedizione hanno cambiato il mondo. Fedele alla sua frase: “Non c’è solo bisogno della storia scritta da re, imperatori, grandi generali, grandi inventori, grandi scienziati. La storia dell’umanità è fatta da noi, da gente come noi”, Milani sembra dirci che chiunque persegue un sogno può fare la storia. Qui si racconta di Ignác Semmelweis, medico ungherese, le cui intuizioni hanno contribuito a salvare, nel tempo, milioni di vite. Si può capire l’impegno di Battaglia a rendere graficamente la narrazione sulla vita di costui; egregiamente, l’artista costruisce pagine con un frenetico cambio di inquadrature, in ogni tavola c’è un primissimo piano, un primo piano, un mezzobusto e via così fino al campo lungo, ma sempre colte ad altezza d’uomo, a raccontarci una storia come fossimo lì presenti. Solo nella quarta pagina si prende la libertà di un’inusitata visione dall’alto, ma come rende dinamica la pagina la scrivania in diagonale! Insomma, un maestro non solo intuitivo ma anche capace di progettare con genio.

Il coraggio di Edward Jenner

Geniale l’incipit messo in scena da Mino Milani, autore ancora dei testi ma che qui si firma Piero Selva, per questo racconto della serie “Uomini pro”, pubblicato sul «Corriere dei Ragazzi» numero 27 del 1972. Napoleone in persona, nella sua tenda circondato da generali e ufficiali, riceve una supplica per

Il dottor Jenner in un’illustrazione di Carlo Nicco.

il rilascio di un prigioniero. Da qui si dipana la storia del medico che creò il vaccino contro il vaiolo, forse la peggiore patologia della storia (solo nel XX secolo ha causato oltre 300 milioni di decessi nel mondo). Grazie all’invenzione del vaccino di Jenner, a seguito di una massiccia campagna di vaccinazione portata avanti dal XIX secolo e condotta con un imponente sforzo congiunto fra il 1958 e il 1977, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato nel 1979 la malattia eradicata dopo che l’ultimo caso di vaiolo contratto in natura era stato diagnosticato in Somalia il 26 ottobre 1977: l’eradicazione del vaiolo ha rappresentato uno dei massimi successi nella storia della medicina e un precedente inedito nella storia dell’umanità. La storia a fumetti dell’intuizione di Edward Jenner è narrata da Milani e Battaglia mettendo l’accento sul conflitto interiore del medico, che inocula il vaiolo a un ragazzo, per dimostrare la propria teoria. Efficacemente pubblicato a colori, il racconto non consente a Battaglia grandi sperimentazioni grafiche, ma il risultato è comunque un’opera perfettamente calibrata nel rapporto tra testo e disegno. Questa storia è stata ripubblicata in bianco e nero sul volume Uomini coraggiosi (Fabbri 1980), ma anche nel pregevole volume uscito l’anno prima, Il medico a fumetti (Editiemme, prima edizione agosto 1979).

Bertillon il diligente

Curioso espediente di Milani, che qui si firma con il vero nome, raccontare attraverso la carriera di Alphonse Bertillon l’evoluzione della criminologia alla fine del XIX secolo. Particolare suggestione evoca questa narrazione letta in un’epoca in cui le persone possono essere riconosciute mediante l’esame del DNA e l’intelligenza artificiale sta rendendo quasi “normale” la tecnica del riconoscimento facciale. Ma l’esigenza del riconoscimento dell’identità personale a fini di indagine giudiziaria è storia, e Bertillon fu senza dubbio un pioniere della ricerca in tal senso. La storia, della serie “Uomini pro”, fu pubblicata sul «Corriere dei Ragazzi» numero 36 del 1972. Il racconto non consente a Battaglia

Fotografia di Alphonse Bertillon (Parigi, 22 aprile 1853 – Parigi, 13 febbraio 1914).

particolari inquadrature né scene d’atmosfera, composto com’è di soli primi piani e mezzi busti; da professionista come lo conosciamo, il disegnatore si limita, al servizio come sempre della chiarezza e della leggibilità.

L’ossessione di Charles Goodyear

Si tratta della storia dell’uomo che ideò la vulcanizzazione della gomma, della sua tenacia e determinazione nel ritenere possibile l’utilizzo industriale del caucciù, che fino a quel momento non sembrava avere le caratteristiche adeguate. Fa parte del ciclo “Dal nostro inviato nel tempo” e viene pubblicata sul «Corriere dei Ragazzi» nel febbraio 1973. Oltre all’eleganza della scelta delle tonalità di colorazione, si può notare un’inconsueta attenzione al lettering, naturalmente realizzato a mano, curato al punto da differenziarne l’inclinazione dei caratteri tra le didascalie e le nuvolette, forse realizzato dallo stesso Battaglia. La scelta delle inquadrature e la composizione della pagina riescono a rendere quasi dinamica una narrazione che manca completamente di azione.

Il principe di giada

Ancora per la serie “Dal nostro inviato nel tempo: Mino Milani” la storia Il principe di giada viene pubblicata sul «Corriere dei Ragazzi» numeri 11 e 12 (sovente in quel periodo uscivano numeri “doppi” della rivista) dell’aprile 1973. Come in altre occasioni, Milani cuce a un ritrovamento archeologico moderno una vicenda più legata alla leggenda che alla storia ufficiale. Il ritrovamento della tomba del principe cinese Liu Sheng, avvenuto nel 1968 nei pressi di Pechino, è l’avvio di una narrazione epica e avvincente, tramandata oralmente. Una “palette” di colori limitatissima rende le pagine particolarmente eleganti, anche se alcune tonalità un po’ scure penalizzano in parte il segno di Battaglia.

Libro su Charles Goodyear, General Motors Booklets (1950).
Liu Sheng, il “principe di Giada”.

La pista per il pacifico

C’è un piccolo mistero riguardo a questa storia, uscita per la prima volta nella mitica rivista «Sgt. Kirk» dell’editore genovese Fiorenzo Ivaldi, in due parti sui numeri 45 e 46 nel 1975. In quell’occasione la storia fu pubblicata in bianco e nero, e accreditata (solo nell’indice) al solo Dino Battaglia. Ripubblicata solo cinque anni dopo, sempre in bianco e nero, sul volume Uomini coraggiosi dei Fratelli Fabbri, la storia sembra attribuita, stante a copertina e frontespizio, a Mino Milani e Dino Battaglia, come tutte le altre presenti. Viene poi pubblicata sulla rivista «Corto Maltese, rivista mensile di fumetti viaggi avventure» pubblicata da Rizzoli, nel numero di ottobre 1986, e accreditata nel titolo a Mino Milani e Dino Battaglia. Ma nella formidabile cronologia realizzata da Marco De Giuli (in collaborazione con Giovanni Gaddoni e Daniele Bevilacqua) pubblicata in appendice al bel catalogo Dino Battaglia – la perfezione del grigio tra sacro e profano (Lo Scarabeo editore, 2019) la paternità di soggetto e sceneggiatura viene attribuita a Laura Battaglia, moglie dell’artista e sua valida collaboratrice. La struttura narrativa della storia, in effetti, presenta un taglio diverso da quelle realizzate per il «Corrierino»: oltre ad avere un numero inferiore di vignette per pagina rispetto alle solite storie realizzate con Milani –cosa che consente a Battaglia una maggiore libertà nella composizione delle immagini – si presenta, stavolta, con una colorazione piuttosto accurata. Se è della signora Battaglia, come sembra, bisogna dire che la stessa aveva fatto tesoro dell’esperienza del marito con Milani, tale è la capacità che dimostra nel rendere efficaci i dialoghi di una cronaca di viaggio. La storia racconta l’esperienza dell’esploratore scozzese Alexander Mackenzie, alla ricerca di un fiume che potesse agevolare i trasporti commerciali dalla costa est del Canada verso il Pacifico, alla fine del Settecento. Il Battaglia della maturità arricchisce la narrazione grafica dei suoi caratteristici chiaroscuri “spugnati”, che si possono gustare anche nella versione a colori.

Copertina del libro di James K. Smith su Alexander Mackenzie (1976).

Le illustrazioni

Pirati

Non va dimenticato il Battaglia fine illustratore, che con Mario Uggeri e Aldo Di Gennaro elevò la parte letteraria delle pagine del «Corriere dei Piccoli» in particolare, arricchendo di suggestioni visive i racconti a puntate presenti nella rivista. Nella mitologia della narrazione per ragazzi o comunque popolare i pirati sono una figura affascinante, per l’arroganza libertaria e il disprezzo della morte. Non ne mancano nei fumetti, e inevitabilmente la rivista dei ragazzi ne propone dei racconti biografici. Battaglia si trova a illustrare le vicende di Morgan e di Jean Laffite, con la consueta perizia. Ci si chieda come potevano avere riferimenti iconografici così puntuali i disegnatori di quegli anni, lontani dalle possibilità di internet. Incredibilmente, Battaglia risponde ad ogni esigenza editoriale mostrando una dimestichezza incredibile con costumi, armi, ambienti.

Cristoforo Colombo

Chiamato a disegnare l’illustre navigatore, Battaglia stilizza immagini di repertorio con il suo segno moderno e classico al tempo stesso. Eccelle nella riproposizione di mappe navali, riuscendo a dare quel sapore a metà tra una cartografia scientifica e la mappa del tesoro dei pirati.

Soldati

Uno degli elementi più “giocosi” del «Corrierino» di quegli anni, rimasto impresso nella mente dei ragazzi di allora, era la consuetudine di pubblicare pagine di soldatini di carta o di campioni dello sport, da ritagliare, incollare su un cartoncino e far divenire veri e propri strumenti di gioco. Realizzati da diversi disegnatori (tra cui Sergio Toppi e Hugo Pratt), comportarono la distruzione, forbici in mano, di molte riviste, con il risentimento dei collezionisti di oggi. Spesso si è parlato della passione di Dino Battaglia per i soldatini, miniature che pare realizzasse e dipingesse da solo. Da qui, una conoscenza di divise e armi e, inevitabilmente, l’invito a realizzarne alcune serie.

La pista dei Quattro

La pista dei Quattro su testi dello stesso Dino Battaglia, è stato pubblicato per la prima volta a colori a puntate su «Corriere dei Piccoli» dal n. 40 al n. 52 del 1964.

Volumi di Dino Battaglia pubblicati in precedenza in questa collana: Edgar Allan Poe – isbn: 978-88-97141-90-7

Maupassant – isbn: 978-88-97141-91-4

L’Uomo della Legione – isbn: 978-88-88893-88-4

Lovecraft e altre storie – isbn: 978-88-88893-89-1

La Mummia – isbn: 978-88-88893-97-6

L’Uomo del New England – isbn: 978-88-94818-06-2

I delitti della Fenice – isbn: 978-88-94818-25-3

Woyzeck – isbn: 978-88-94818-32-1

Till Ulenspiegel – isbn: 978-88-94818-47-5

Il gatto con gli stivali – isbn: 978-88-36270-07-1

Gargantua e Pantagruel – isbn: 978-88-36270-21-7

San Francesco d’Assisi – isbn: 978-88-36270-34-7

Il cuore nello scrigno – isbn: 978-88-36270-70-5

Il gigante egoista e altre favole – isbn: 978-88-36270-86-6

I Cinque della Selena – isbn: 978-88-36271-16-0

5 su Marte – isbn: 978-88-36271-31-3

Ivanohe– isbn: 978-88-36272-08-2

La freccia nera – isbn: 978-88-36272-19-8

Le grandi imprese dell’uomo – isbn: 978-88-36272-54-9

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