Guida ai cinecomics

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GIULIANO GAMBINO

DALLA PAGINA ALLO SCHERMO


Guida ai Cinecomics dalla pagina allo schermo di Giuliano Gambino © dell'Autore dei testi © Edizioni NPE per questa edizione © degli aventi diritto per le immagini utilizzate

Collana: Narrativa, 31 Direttore Editoriale: Nicola Pesce Ordini e informazioni: info@edizioninpe.it Caporedattore e Ufficio Stampa: Stefano Romanini ufficiostampa@edizioninpe.it Coordinamento Editoriale: Valeria Morelli Progettazione grafica e Illustrazione di copertina: Sebastiano Barcaroli ed Edo Faravelli Revisione testi: Roberto Flauto e Ada Maria De Angelis Stampato presso Rotomail Italia S.p.A. – Vignate (MI) nel mese di novembre 2020

Edizioni NPE – Nicola Pesce Editore è un marchio in esclusiva di Solone srl via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA)

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Giuliano Gambino

Guida ai Cinecomics dalla pagina allo schermo



Indice Introduzione Capitolo Dagli albori agli anni Sessanta Primo Capitolo Le rivoluzioni narrative e produttive degli anni Secondo Settanta e Ottanta

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Capitolo Gli anni Novanta tra distopia, eroi e risate Terzo

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Capitolo 00: Il millennium boom Quarto

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Capitolo 2010-2019: dieci anni di grandi successi Quinto

457

Capitolo Cinecovid-19/2020 Sesto

779

Indice alfabetico dei film

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Bibliografia

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Sitografia

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Introduzione Il grande editore italiano Sergio Bonelli era solito definire il fumetto come il “cinema dei poveri”, e nella visione globale della nona arte mai nessuna frase ha forse colpito nel segno come questa. Se ci pensate, infatti, non c’è niente di più povero di un foglio e di una matita, eppure grazie a essi i disegnatori sono in grado di realizzare storie formidabili, capaci attraverso delle semplici linee di dar vita a personaggi e luoghi fino a quel momento inimmaginabili. Considerando che il fumetto è nato più o meno in contemporanea con il cinema, e che quest’ultimo prima di raggiungere alti livelli di espressione ha impiegato qualche decennio, è chiaro che per gli autori l’unico modo di poter vedere – in maniera convincente – un superuomo volare nel cielo o un eroe fare un viaggio nella galassia fosse quello di disegnarlo, piuttosto che affidarsi ad attori e a teatri di posa. La suggestiva macchina del cinema, però, sin dai suoi primi giorni, è stata dotata di grande fascino e, nonostante la pochezza dei mezzi, già dopo qualche anno di attività a pieno regime aveva iniziato a interessarsi al medium fumetto. Arrivando ai giorni nostri e rielaborando le parole di Bonelli, oggi si potrebbe dire che il fumetto è il “cinema dei ricchi”. Non perché sia diventato un linguaggio più elitario o di difficile utilizzo, ma proprio perché grazie al suo essere largamente popolare – e alle meraviglie della tecnologia moderna – esso ha trovato ampio sfogo sullo schermo diventando una vera e propria fonte inesauribile di idee parecchio remunerative. In questo discorso, buona parte del merito va dato alle figure dei supereroi che, dopo anni e anni di lavoro sulle pagine in quadricromia, hanno avuto l’opportunità di raggiungere le masse sul grande schermo, conquistandole la maggior parte delle volte, e diventando dei successi strabilianti, tant’è che a oggi tra i venti film che hanno incassato di più nella storia del cinema ben sei sono ispirati a storie della nona arte. 5


guida ai cinecomics

Una incredibile affermazione che in qualche modo era stata predetta già diversi anni fa, quando nel famoso show televisivo HBO intitolato Entourage (2004-2011) si discuteva proprio del potenziale di questi film. La serie – vagamente ispirata alla vita di Mark Wahlberg – vede protagonista l’aspirante divo di Hollywood Vincent Chase, interpretato da Adrian Grenier, alle prese con la carriera da attore e con la perenne ricerca del ruolo giusto per sfondare nell’industria cinematografica. È curioso quindi notare come nella terza stagione dello show, andata in onda nel 2006, Vincent diventi una star mondiale grazie a un fittizio film sul supereroe della DC Comics Aquaman, addirittura affidato a un genio del cinema moderno come James Cameron. Giocando con i gusti degli spettatori, e con il successo di Spider-Man (2002) che qualche anno prima aveva rilanciato il genere dopo i fasti di Superman (1978), la serie tv ha chiaramente indicato il “futuro del cinema”. In Italia per definire i film tratti dai fumetti si usa il termine cinecomic, parola che negli anni però è stata più volte abusata e snaturata, venendo accostata a lungometraggi che niente hanno a che vedere con il fumetto se non alcune suggestioni – spesso riguardanti proprio il mondo dei vigilanti e dei superpoteri. Quel che però in molti dimenticano, abbagliati dallo stragrande successo degli eroi con maschere e mantelli, è che dalle pagine inchiostrate sono state trasposte sullo schermo storie di tutti i tipi e di tutti i generi, che dovrebbero e devono essere riconosciute all’interno di questo insieme di titoli. Commedie per famiglie, thriller, horror, storie d’amore: niente è scappato all’occhio vigile dell’industria filmica, e tante di queste storie, provenienti da ogni angolo del globo, sono riuscite a raggiungere il buio delle sale o i televisori di casa. Da qui l’idea di scrivere questa guida ai film tratti dai fumetti che, forse vi meraviglierà sapere, in oltre cento anni di produzioni hanno lasciato il loro segno più di duemila volte, di cui la metà solo nel nuovo millennio. Stati Uniti, Giappone e Francia, ma anche Italia, Spagna, Corea del Sud, Messico, Argentina, Turchia, Filippine e tanti altri paesi hanno contribuito alla loro cinematografia ispirandosi a comic books, strisce a fumetti, graphic novel, manga, bandee dessinée e a ogni altra forma di fumetto mondiale. Di questo elenco a prima vista spropositato, però, solo una selezione di circa quattrocento titoli ha varcato i confini dello Stivale ottenendo una distribuzione in lingua italiana, e solo su questi ci siamo voluti soffermare all’interno delle pagine seguenti. Nelle schede che vi accingete a leggere troverete il titolo, alcuni dati tecnici come il genere di riferimento, l’anno e il paese di produzione, la durata, il regista, e i nomi di tutti coloro che hanno contribuito a dar vita a quella storia. 6


introduzione

Sì, perché nel campo “sceneggiatura” troverete indicati sia gli autori del soggetto sia quelli dello script, oltre ovviamente agli autori del fumetto originale e ai più importanti riferimenti che lo riguardano, come il nome, il primo editore e l’anno di pubblicazione – solo quello di inizio nel caso delle lunghe serialità. E potrete poi proseguire scoprendo la trama del film in questione, più o meno approfondita a seconda della complessità, accompagnati da una serie di note che potrebbero comprendere un breve commento, cenni storici sul progetto e/o curiosità su crew, cast, attori e titolo. In questo lungo viaggio che parte da Flash Gordon (1936) e si conclude con Tyler Rake (2020), ripercorriamo così la storia di ogni film tratto da un fumetto che sia mai stato doppiato e visto in Italia, escludendo di fatto non solo quelle produzioni giunte sul territorio esclusivamente in lingua originale con i sottotitoli, ma anche tutta una serie di lungometraggi, per il cinema o la tv, che erroneamente vengono ricollegati alla nona arte. Tra questi, a esempio, gli adattamenti incentrati su personaggi come Conan il Barbaro, nato dai racconti di Robert E. Howard, o The Shadow, personaggio protagonista negli anni Trenta di un serial radiofonico, oltre che adattamenti di più recente produzione asiatica provenienti da light novel o da romanzi che, solo in seguito, hanno ottenuto ulteriore successo venendo trasposti su carta – come nel caso del famoso blockbuster nipponico Battle Royale (1999) di Kōshun Takami. Senza dilungarci ulteriormente sull’argomento, vi lascio alle prossime pagine sperando che in questo elenco ritroviate film che vi hanno affascinato e appassionato, e che allo stesso tempo abbiate modo di scoprire titoli di cui non eravate assolutamente a conoscenza, da aggiungere alle vostre liste e da visionare il prima possibile per poter rivivere sullo schermo – c’è da dire, purtroppo, non sempre con soddisfazione – ciò che vi ha emozionato su carta.

Giuliano Gambino

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capitolo 1

Dagli albori agli anni Sessanta Nel giugno del 1884 sulla rivista «Truth» venne pubblicata At the Circus in Hogan’s Alley, una striscia a fumetti firmata dall’illustratore Richard F. Outcault. La strip, con protagonista il personaggio di The Yellow Kid, viene considerata per convenzione la prima opera in assoluto della nona arte, sebbene siano stati individuati dei precedenti storici che vanno a smontare questa consuetudine. Circa un anno e mezzo dopo, precisamente il 28 dicembre del 1895, i fratelli Lumière organizzarono al Salon Indien du Grand Café di Parigi il primo spettacolo a pagamento di dieci cortometraggi tra cui L’Uscita dalle Officine dei Fratelli Lumière (La Sortie de l’usine Lumière), dando ufficialmente vita al cinema, sebbene anche qui ci furono delle prime anticipazioni addirittura nei secoli precedenti, comunemente definite proto-cinema. Quel che è certo è che l’uomo proseguendo nella sua evoluzione ha cercato un mezzo per raccontare storie in maniera sempre nuova, capace di portarlo alla più totale immersione, e di esprimere appieno la fervida fantasia che lo contraddistingue. Era inevitabile che le parole e le immagini statiche del fumetto venissero prima o poi trasposte su pellicola, acquisendo il movimento che gli stessi autori immaginavano nelle loro teste durante la stesura dei disegni. Da quando il cinema cambiò il tessuto sociale, diventando un luogo di evasione verso mondi sconosciuti, avventure mozzafiato e passioni travolgenti, il fumetto iniziò lentamente ad alimentare queste storie, portando alla nascita di una serie di prodotti cinematografici dai generi più disparati, tra cortometraggi, serial a episodi e lungometraggi. Qualche anno dopo, con l’avvento della televisione, la diffusione del fumetto in video si sarebbe estesa ancora di più. di una produzione vastissima, superiore ai cinquecento titoli, solo una piccola parte è riuscita a superare i confini e a raggiungere il nostro Paese. 9


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anni ᾿30

Flash Gordon

(Flash Gordon) Fantascienza; usa; 1936; 245’ (13 ep.); REGIA: Frederick Stephani e Ray Taylor (non accreditato). SCENEGGIATURA: Frederick Stephani, Ella O’Neill, George Plympton e Basil Dickey, basata sul personaggio di Flash Gordon creato da Alex Raymond per la King Features, apparso per la prima volta sulle tavole domenicali dei quotidiani del syndicator nel 1934. CAST: Buster Crabbe (Flash Gordon), Jean Rogers (Dale Arden), Charles Middleton (Imperatore Ming), Priscilla Lawson (Principessa Aura), Frank Shannon (Dr. Alexis Zarkov), Jack Lipson (Vultan), Richard Alexander (Principe Barin).

TRAMA: Il pianeta Mongo appare all’improvviso nel nostro sistema solare mi-

nacciando di entrare in rotta di collisione con la Terra. Per fermalo Flash Gordon, Dale Arden e il Dr. Zarkov partiranno a bordo di un’astronave che li porterà sul corpo celeste, dove verranno a conoscenza dei malvagi piani dell’Imperatore Ming. Qui Flash Gordon dovrà affrontare diverse minacce come i quasi-umani, il dragone Gocko e gli uomini squalo, conquistando involontariamente il cuore della bella Principessa Aura. NOTE: La produzione rispetta fortemente le storie epiche narrate da Raymond, che partecipò in prima persona alla realizzazione del serial e che acconsentì al cambio look di Dale Arden, bruna nei fumetti ma bionda sullo schermo. Tra i classici della fantascienza, il buon riscontro di pubblico portò alla nascita di un franchise con Buster Crabbe protagonista, che rivestì nuovamente il ruolo di Flash Gordon in altri due titoli. Progetto dal budget stratosferico per l’epoca, Flash Gordon venne riproposto in svariate versioni: Spaceship to the Unknown (1936, film di 97’ condensato dal serial), Rocket Ship (1949, riedizione del film del 1936), Spaceship to the Unknown (1966, versione ridotta del serial di 90’ concepita per il mercato televisivo).

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dagli albori agli anni sessanta

(Dick Tracy) Giallo; usa; 1937; 290’ (15 ep.); REGIA: Alan James e Ray Taylor. SCENEGGIATURA: Morgan Cox, George Morgan, Barry Shipman e Winston Miller, basata sul personaggio di Dick Tracy creato da Chester Gould per il Chicago Tribune Syndicate, apparso per la prima volta sull’omonima tavola domenicale del quotidiano «Detroit Mirror» nel 1931. CAST: Ralph Byrd (Dick Tracy), Kay Hughes (Gwen Andrews), Smiley Burnette (Mike McGurk), Lee Van Atta (Junior), John Picorri (Moloch), Carleton Young (Gordon Tracy), FredHamilton (Steve Lockwood), Francis X. Bushman (Clive Anderson).

TRAMA: Dick Tracy, a capo di un gruppo di agenti federali, sta investigando

sull’operato criminale del gangster noto come Lo Zoppo. Per ostacolarlo, il malvivente rapisce suo fratello Gordon Tracy e lo sottopone a un’operazione al cervello trasformandolo nel suo nuovo braccio destro. Il detective non demorderà e farà di tutto per sventare i piani dello Zoppo e dei suoi uomini, armati di un futuristico e letale velivolo chiamato Flying Wing. NOTE: Nonostante l’autore del fumetto Chester Gould avesse per contratto il diritto a revisionare la sceneggiatura, la prima di una lunga serie di produzioni dedicate a Dick Tracy presenta svariate differenze con la sua controparte cartacea. Tra le più importanti il cambiamento di status del protagonista, che passa dall’essere un detective della polizia a un G-Man federale, e l’assenza di alcuni personaggi cardine come la fidanzata Tess Truehart e il collega Pat Patton. Fortunatamente sono stati mantenuti alcuni tratti caratteristici del personaggio, come la particolare fisionomia del volto dall’inconfondibile mascella squadrata – sebbene mancante della tradizionale corporatura massiccia – e la presenza di caratteristici avversari freak e deformi. La Republic Pictures sfruttò appieno il potenziale di Dick Tracy e questo titolo fu solo il primo di una quadrilogia che sarebbe proseguita negli anni successivi. Il serial venne proposto dalla televisione italiana in quattro film intitolati Nel Regno del Ragno, La morte corre nei cieli, Battaglia tra le nuvole e La pista del Ragno. 11

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Dick Tracy


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anni ᾿30

Blondie

(Blondie) Commedia; usa; 1938; 70’; REGIA: Frank Strayer. SCENEGGIATURA: Richard Flournoy, basata sul personaggio di Blondie creato da Chic Young per la King Features, apparso per la prima volta sui quotidiani del syndicator nel 1930. CAST: Penny Singleton (Blondie), Arthur Lake (Dagoberto Bumstead), Larry Simms (Birillino), Ann Doran (Elsie Hazlip), Gene Lockhart (C.P. Hazlip), Jonathan Hale (J.C. Dithers), Danny Mummert (Alvin Fuddle).

TRAMA: Cinque anni dopo il matrimonio di

Blondie e Dagoberto, quest’ultimo perde il lavoro poco prima dell’anniversario di nozze. L’evento, che sconvolgerà la loro vita quotidiana, farà insospettire la donna, che accuserà il coniuge di tradimento. NOTE: Primo film del proficuo franchise cinematografico dedicato ai personaggi creati da Chic Young. Prendendosi qualche piccola libertà narrativa, Blondie ripropone in maniera piuttosto fedele la trama dei primi fumetti, che vedono la modesta sarta Blondie e il rampollo Dagoberto convolare a nozze contro il volere della famiglia di lui, portando l’uomo alla perdita di una importante eredità. Questo e altri diciassette film, dei ventototto complessivi, vennero proposti in Italia da Rai 2, che li rimontò negli anni Ottanta sotto forma di serie televisiva suddividendo ogni lungometraggio in due o tre episodi.

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dagli albori agli anni sessanta

(Flash Gordon’s Trip to Mars) Fantascienza; usa; 1938; 299’ (15 ep.); REGIA: Ford Beebe e Robert Hill. SCENEGGIATURA: Ray Trampe, Norman S. Hall, Wyndham Gittens e Herbet Dalmas, basata sul personaggio di Flash Gordon creato da Alex Raymond per la King Features, apparso per la prima volta sulle tavole domenicali dei quotidiani del syndicator nel 1934. CAST: Buster Crabbe (Flash Gordon), Jean Rogers (Dale Arden), Charles Middleton (Imperatore Ming), Frank Shannon (Dr. Alexis Zarkov), Beatrice Roberts (Regina Azura), Donald Kerr (Happy Hapgood), Richard Alexander (Principe Barin), Montague Shaw (Clay King).

TRAMA: Quando un misterioso raggio proveniente dallo spazio inizia a di-

struggere l’atmosfera terrestre, Flash Gordon, il Dr. Zarkov e Dale Arden decidono di partire per scoprirne l’origine. Sospettosi che si tratti di una nuova minaccia proveniente dal pianeta Mongo, giungono invece sul pianeta Marte, accompagnati involontariamente dal reporter Happy Hapgood. Qui i nostri eroi dovranno affrontare la regina Azura e il suo alleato, il malvagio Ming che tutti davano per morto. NOTE: Per questo secondo capitolo cinematografico dedicato alle fantascientifiche avventure ideate da Alex Raymond, la Universal Pictures risparmiò notevolmente sul budget considerando quanto investito per il suo predecessore. Ci troviamo così di fronte a un film che tecnicamente ha più di un difetto, con scenografie povere e poco incisive, ma che risulta comunque appassionante nonostante le diverse ingenuità del racconto. Venne riproposto come Mars Attack the World (1938, 68’ di durata) e in televisione come Deadly Ray from Mars (1966, 99’). Ispirato alla storia The Witch Queen of Mongo del 1936, il film cambiò la sua ambientazione per cavalcare l’onda del successo del famoso La Guerra dei Mondi, programma radiofonico di Orson Welles grazie al quale il pianeta Marte stava ottenendo grande popolarità. 13

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Flash Gordon alla conquista di Marte


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La resa dei conti

(Dick Tracy Returns) Giallo; usa; 1938; 260’ (15 ep.); REGIA: John English e William Witney. SCENEGGIATURA: Barry Shipman, Franklin Andreon, Ronald Davidson, Rex Taylor e Sol Shor, basata sul personaggio di Dick Tracy creato da Chester Gould per il Chicago Tribune Syndicate, apparso per la prima volta sull’omonima tavola domenicale del quotidiano «Detroit Mirror» nel 1931. CAST: Ralph Byrd (Dick Tracy), Lynne Roberts (Gwen Andrews), Charles Middleton (Pa Stark), Jerry Tucker (Junior), David Sharpe (Ron Merton), Lee Ford (Mike McGurk), Michael Kent (Steve Lockwood).

TRAMA: Dick Tracy e l’agente Ron Merton stanno indagando sull’organizzazione criminale guidata da Pa Stark con la collaborazione dei suoi figli, cinque letali assassini. Dopo la morte di Merton, Tracy giurerà vendetta ed eliminerà tutti gli ostacoli fino ad arrivare faccia a faccia con il gangster. NOTE: Il secondo serial dedicato al personaggio di Chester Gould vede l’intero cast cambiare interpreti: l'unica eccezione è rappresentata dal protagonista Ralph Byrd, che dopo l’esperienza del 1937 si confermerà come volto di Dick Tracy interpretandolo in altri due serial, tre film e una serie televisiva composta da quarantotto episodi.

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(Blondie Brings Up Baby) Commedia; usa; 1939; 69’; REGIA: Frank Strayer. SCENEGGIATURA: Richard Flournoy e Gladys Lehman, basata sul personaggio di Blondie creato da Chic Young per la King Features, apparso per la prima volta sui quotidiani del syndicator nel 1930. CAST: Penny Singleton (Blondie), Arthur Lake (Dagoberto Bumstead), Larry Simms (Birillino), Jonathan Hale (J.C. Dithers), Danny Mummert (Alvin Fuddle), Robert Middlemass (Abner Cartwright), Peggy Ann Garner (Melinda Mason).

TRAMA: Ingannata da un venditore di enciclopedie desideroso di intascare una

grossa cifra, Blondie viene convinta che suo figlio Birillino sia un bambino prodigio e la donna si convince a iscriverlo immediatamente all’asilo. La cagnolina Daisy viene però catturata dall’accalappiacani e Birillino, in pensiero per la sua amica a quattro zampe, marinerà le lezioni per salvarla. I genitori, preoccupati per l’accaduto, inizieranno a sospettare che il bambino sia stato rapito. NOTE: Si tratta del primo film sulla serie a fumetti Blondie & Dagoberto in cui il personaggio di Birillino – Baby Dumpling in originale – viene chiamato con il suo nome di battesimo: Alexander. 15

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Blondie educa Birillino


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Blondie incontra il capoufficio

(Blondie Meets the Boss) Commedia; usa; 1939; 75’; REGIA: Frank Strayer. SCENEGGIATURA: Kay Van Riper e Richard Flournoy, basata sul personaggio di Blondie creato da Chic Young per la King Features, apparso per la prima volta sui quotidiani del syndicator nel 1930. CAST: Penny Singleton (Blondie), Arthur Lake (Dagoberto Bumstead), Larry Simms (Birillino), Jonathan Hale (J.C. Dithers), Danny Mummert (Alvin Fuddle), Dorothy Moore (Dot Miller), Don Beddoe (Marvin Williams), Linda Winters (Francine Rogers).

TRAMA: Dagoberto si licenzia

quando le sue attesissime ferie vengono posticipate. Blondie prega il capo Dithers di riassumerlo e l’uomo decide di acconsentire a condizione che lei si occupi dell’ufficio in sua assenza. Nel frattempo Dagoberto, spinto dal suggerimento di un vicino, decide di andare a pesca, dove sarà vittima di un equivoco con la bella Francine che manderà su tutte le furie la sua amata moglie. Il piccolo Birillino verrà invece lasciato alle cure della zia Dot, sorella di Blondie, che si troverà in città per un concorso. NOTE: Secondo capitolo della serie, il film vede il debutto sul grande schermo di Robert Sterling, attore della serie televisiva Topper (1953-1955), non accreditato nonostante l’interpretazione di un doppio ruolo.

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(Blondie Takes a Vacation) Commedia; usa; 1939; 69’; REGIA: Frank Strayer. SCENEGGIATURA: Karen DeWolf, Robert Chapin e Richard Flournoy, basata sul personaggio di Blondie creato da Chic Young per la King Features, apparso per la prima volta sui quotidiani del syndicator nel 1930. CAST: Penny Singleton (Blondie), Arthur Lake (Dagoberto Bumstead), Larry Simms (Birillino), Danny Mummert (Alvin Fuddle), Donald Meek (Jonathan N. Gillis), Donald MacBride (Harvey Morton), Thomas W. Ross (Matthew Dickerson), Elizabeth Dunne (Emily Dickerson).

TRAMA: Superate le disavven-

ture lavorative, i coniugi Bumstead riescono finalmente a partire per la tanto agognata vacanza al lago. Dopo aver innervosito il magnate locale Donald MacBride, maldisposto nei confronti di cani e bambini, la famiglia finirà nello sgangherato albergo degli anziani Thomas e Elizabeth, dove la loro presenza scatenerà parecchi guai e grosse risate. NOTE: Si tratta del primo film della serie in cui non appare il personaggio di J.C. Dithers, l’irascibile e tirannico capo di Dagoberto interpretato da Jonathan Hale.

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Blondie va in vacanza


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In corsa contro il tempo

(Dick Tracy’s G-Men) Giallo; usa; 1939; 302’ (15 ep.); REGIA: John English e William Witney. SCENEGGIATURA: Barry Shipman, Franklin Andreon, Ronald Davidson, Rex Taylor e Sol Shor, basata sul personaggio di Dick Tracy creato da Chester Gould per il Chicago Tribune Syndicate, apparso per la prima volta sull’omonima tavola domenicale del quotidiano «Detroit Mirror» nel 1931. CAST: Ralph Byrd (Dick Tracy), Irving Pichel (Nicolas Zarnoff), Ted Pearson (Steve Lockwood), Phyllis Isley (Gwen Andrews), Walter Miller (Robal), George Douglas (Sandoval) Kenneth Harlan (Clive Anderson).

TRAMA: La spia interna-

zionale Zarnoff, al soldo delle Tre Potenze, viene catturata da Dick Tracy e condannata a morte. Utilizzando una particolare droga l’uomo riesce però a sfuggire alla morte nella camera a gas, e fingendo la sua dipartita verrà portato al cimitero dove in seguito sarà liberato dai suoi scagnozzi. Tornato in azione, Zarnoff incrocerà nuovamente la sua strada con quella di Dick Tracy, che questa volta farà di tutto per prendersi la sua vendetta e consegnarlo alla giustizia. NOTE: Realizzato durante la seconda guerra mondiale, il serial non nasconde il suo messaggio propagandistico e la preoccupazione sulla eventuale presenza di spie nemiche nella società americana del tempo. A ogni modo, rispetto a tale messaggio narrativo, a farla da padrone sono l’azione e la suspense. L’attrice Phyllis Isley, qui interprete di Gwen Andrews, sarà nota in seguito con il nome d’arte di Jennifer Jones, verrà candidata cinque volte ai premi Oscar, e lo vincerà come miglior attrice protagonista nel 1943 per il film Bernadette.

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Blondie vuole la cameriera

TRAMA: La famiglia Bumstead

accetta di trasferirsi in una villa di proprietà del Signor Dithers che si vocifera essere infestata dai fantasmi. Arrivati sul posto durante una tempesta, e subito spaventati da alcune stranezze, Blondie e Dagoberto scopriranno ben presto che dietro queste presunte presenze, sfruttando porte e passaggi segreti, si nascondono i coniugi Vaughn, governanti della magione che non hanno alcuna intenzione di essere cacciati da quella che considerano la loro legittima casa. NOTE: Nell’ottica della ricercata continuità narrativa tra i titoli della serie, in questo film Blondie indossa la stessa pelliccia che le è stata regalata in Il Bilancio di Blondie (1940).

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(Blondie Has Servant Trouble) Commedia; usa; 1940; 70’; REGIA: Frank Strayer. SCENEGGIATURA: Albert Duffy e Richard Flournoy, basata sul personaggio di Blondie creato da Chic Young per la King Features, apparso per la prima volta sui quotidiani del syndicator nel 1930. CAST: Penny Singleton (Blondie), Arthur Lake (Dagoberto Bumstead), Larry Simms (Birillino), Danny Mummert (Alvin Fuddle), Jonathan Hale (J.C. Dithers), Arhur Hohl (Eric Vaughn), Esther Dale (Anna Vaughn), Irving Bacon (Mr. Crumb), Ray Turner (Horatio Jones).


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Flash Gordon – Il conquistatore dell’universo

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(Flash Gordon Conquers the Universe) Fantascienza; usa; 1940; 220’ (12 ep.); REGIA: Ford Beebe e Ray Taylor. SCENEGGIATURA: George H. Plympton, Basil Dickey e Barry Shipman, basata sul personaggio di Flash Gordon creato da Alex Raymond per la King Features, apparso per la prima volta sulle tavole domenicali dei quotidiani del syndicator nel 1934. CAST: Buster Crabbe (Flash Gordon), Carol Hughes (Dale Arden), Charles Middleton (Imperatore Ming), Frank Shannon (Dr. Alexis Zarkov), Shirley Deane (Principessa Aura), Roland Drew (Principe Barin), Anne Gwynne (Lady Sonja), Luli Deste (Regina Fria).

TRAMA: Una pestilenziale nube tossica nota

come la Morte Purpurea sta contaminando la Terra. Flash Gordon, Dale Arden e il Dr. Zarkov partono nuovamente alla volta dello spazio con l’obiettivo di sconfiggere l’Imperatore Ming del pianeta Mongo. Questa volta gli eroi, in viaggio verso il regno di Frigia alla ricerca di un antidoto chiamato Polarite, potranno fare affidamento sull’alleanza con la Principessa Aura e il suo sposo, il Principe Barin. NOTE: Terzo e ultimo serial per il cinema sul personaggio di Flash Gordon, Il Conquistatore dell’Universo può contare su una apprezzabile scenografia e ottimi costumi. Alcune scene vennero realizzate con materiali e set tratti da precedenti titoli come Buck Rogers (1939) e La Tragedia di Pizzo Palù (1929). Nel serial si percepisce l’ombra della seconda guerra mondiale, con Flash Gordon che indossa uniformi militari in stile napoleonico e il villain Ming presentato come uno spietato dittatore con una personalità hitleriana. Con Jean Rogers sotto contratto con la 20th Century Fox, la Universal decise di affidare il ruolo di Dale Arden a Carol Hughes, restituendo al personaggio l’originale capigliatura corvina delle strisce a fumetti. Nel 1966 il serial venne riadattato in due film per la televisione intitolati Purple Death from Outer Space e Perils from the Planet Mongo. 20


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Buster Crabbe e Carol Hughes in una immagine promozionale di Flash Gordon – Il Conquistatore dell’Universo (1940) – © Tutti i diritti riservati

Una vignetta che ritrae i due protagonisti tratta dalle tavole domenicali di Alex Raymond © Tutti i diritti riservati

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Il bilancio di Blondie

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(Blondie on a Budget) Commedia; usa; 1940; 72’; REGIA: Frank Strayer. SCENEGGIATURA: Charles M. Brown e Richard Flournoy, basata sul personaggio di Blondie creato da Chic Young per la King Features, apparso per la prima volta sui quotidiani del syndicator nel 1930. CAST: Penny Singleton (Blondie), Arthur Lake (Dagoberto Bumstead), Larry Simms (Birillino), Rita Hayworth (Joan Forrester), Danny Mummert (Alvin Fuddle), Don Beddoe (Marvin Williams).

TRAMA: Blondie, nonostante le difficol-

tà finanziarie della propria famiglia, desidera fortemente una nuova pelliccia. Allo stesso tempo suo marito Dagoberto deve pagare l’iscrizione al club di pesca in cui aspira entrare. Una inaspettata vincita spingerà l’uomo a soddisfare il desiderio della moglie, e per acquistare il particolare capo si farà aiutare dalla sua vecchia amica Joan Forrester. Colti in flagrante, Blondie equivocherà la situazione sospettando un tradimento da parte del coniuge. NOTE: Tra i film della serie, Il Bilancio di Blondie è l’unico a poter contare sulla presenza di una futura diva del cinema internazionale come Rita Hayworth, nota al grande pubblico per il film Gilda (1946) di Charles Vidor.

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Il villaggio più pazzo del mondo

TRAMA: Nel villaggio monta-

naro di Dogpatch, il forzuto e sempliciotto Li’l Abner viene convinto da un finto dottore di essere in procinto di morire. Così, in occasione del Sadie Hawkins Day, decide di accettare le proposte di matrimonio di due sue pretendenti: Daisy Mae e Wendy Pantera. Seguendo le tradizioni della festa, chi riuscirà ad acciuffarlo in una sorta di caccia all’uomo potrà diventare la sua futura moglie. NOTE: Il giorno di Sadie Hawkins, evento folkloristico narrato nel film e originario della striscia a fumetti, ha dato vita negli Stati Uniti e in Canada ad alcuni eventi a tema come Il Ballo di Sadie Hawkins. In questa occasione, divenuta tradizione in molte scuole del Nord America, sono le studentesse a dover fare il primo passo e a invitare i loro compagni maschi a ballare. Il film vede inoltre la partecipazione, in un ruolo secondario, del comico Buster Keaton. Tra i maestri del periodo muto del cinema classico, contraltare di Charlie Chaplin e vincitore di un premio Oscar onorario nel 1960, l’attore è stato inserito dall’American Film Institute nella classifica delle più grandi star della storia del cinema.

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(Li’l Abner) Commedia; usa; 1940; 78’; REGIA: Albert S. Rogell. SCENEGGIATURA: Charles Kerr e Tyler Johnson, basata sul personaggio di Li’l Abner creato da Al Capp per la United Feature, apparso per la prima volta sui quotidiani del syndicator nel 1934. CAST: Granville Owen (Li’l Abner Yokum), Martha O’Driscoll (Daisy Mae), Mona Ray (Violetta Yokum), Johnnie Morris (Lucifer Yokum), Buster Keaton (Gatto Solitario), Billie Seward (Delizia), Kay Sutton (Wendy Pantera), Edgar Kennedy (Cornelius Cornpone), Al St. John (Joe Smithpan).


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Nella parte di Cupido

anni ᾿40

(Blondie Plays Cupid) Commedia; usa; 1940; 68’; REGIA: Frank Strayer. SCENEGGIATURA: Karen DeWolf, Charles M. Brown e Richard Flournoy, basata sul personaggio di Blondie creato da Chic Young per la King Features, apparso per la prima volta sui quotidiani del syndicator nel 1930. CAST: Penny Singleton (Blondie), Arthur Lake (Dagoberto Bumstead), Larry Simms (Birillino), Jonathan Hale (J.C. Dithers), Danny Mummert (Alvin Fuddle), Glenn Ford (Charlie), Luana Walters (Millie), Spencer Charles (Zio Abner), Leona Roberts (Zia Hannah), Will Wright (Mr. Tucker).

TRAMA: In occasione delle festività del 4 luglio, la famiglia Bumstead decide

di far visita ai parenti al ranch di Zia Hannah. Durante il viaggio incontreranno però Charlie e Millie, una coppia di fuggiaschi che sta scappando dalle rispettive famiglie contrarie alla loro relazione. Dagoberto, Blondie e Birillino verranno così coinvolti nella vicenda dando vita alle consuete gag. NOTE: Il film segna l’esordio sul grande schermo di Will Wright, tra i più famosi interpreti e caratteristi del cinema western. 24


dagli albori agli anni sessanta

Blondie in società

TRAMA: Dagoberto, in seguito a un di-

sguido finanziario, porta a casa uno splendido esemplare di Alano con pedigree. Sfruttando l’occasione, mentre il marito cerca di risolvere il problema e trovare un posto per questo nuovo amico a quattro zampe, Blondie vincerà grazie a lui una importante competizione canina. NOTE: William Frawley, che qui interpreta il personaggio di Waldo Pincus, è stato un volto noto della televisione americana prendendo parte alla famosa comedy Lucy ed Io (1951-1957) nei panni di Fred Mertz.

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anni ᾿40

(Blondie in Society) Commedia; usa; 1941; 68’; REGIA: Frank Strayer. SCENEGGIATURA: Eleanore Griffin e Karen DeWolf, basata sul personaggio di Blondie creato da Chic Young per la King Features, apparso per la prima volta sui quotidiani del syndicator nel 1930. CAST: Penny Singleton (Blondie), Arthur Lake (Dagoberto Bumstead), Larry Simms (Birillino), Jonathan Hale (J.C. Dithers), Danny Mummert (Alvin Fuddle), William Frawley (Waldo Pincus), Edgar Kennedy (Dottore), Chick Chandler (Cliff Peters).


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Blondie va in America Latina

anni ᾿40

(Blondie Goes Latin) Commedia; usa; 1941; 68’; REGIA: Frank Strayer e Robert Sparks (non accreditato). SCENEGGIATURA: Richard Flournoy e Karen DeWolf, basata sul personaggio di Blondie creato da Chic Young per la King Features, apparso per la prima volta sui quotidiani del syndicator nel 1930. CAST: Penny Singleton (Blondie), Arthur Lake (Dagoberto Bumstead), Larry Simms (Birillino), Jonathan Hale (J.C. Dithers), Danny Mummert (Alvin Fuddle), Ruth Retty (Lovey Nelson).

TRAMA: La famiglia Bumstead si

prepara a una meravigliosa vacanza in Sud America a bordo di una nave da crociera. A causa di un impegno lavorativo però, Dagoberto farà tardi e non riuscirà a imbarcarsi tra i normali passeggeri. Per non rinunciare al viaggio si intrufolerà a bordo della nave spacciandosi per il batterista di una band, la stessa che farà ballare e cantare Blondie e Birillino. NOTE: Primo e unico film della serie che, visti i diversi numeri proposti, ha tutte le carte in regola per essere annoverato nel genere del musical.

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dagli albori agli anni sessanta

Cenerentola e il Signor Bonaventura

TRAMA: Il Principe Azzurro vive la sua favola d’amore con la bella sposa

Cenerentola, ma le sorellastre di quest’ultima, eternamente invidiose, riescono a far allontanare la donna da palazzo. In soccorso della coppia arriverà Bonaventura, che accompagnato dal fedele Cecè, partirà alla ricerca della principessa affrontando anche temibili avversari come il torvo Barbariccia. NOTE: Il film è da considerarsi come il primo caso di adattamento in lungometraggio di un’opera a fumetti italiana. Nella sua prima e unica avventura al cinema, il Signor Bonaventura gioca con le favole dando vita a un film destinato a un pubblico giovane, con scopi pedagogici, ma che non riesce ad affascinare se non per la componente estetica tra costumi e scenografie. Girato negli studi cinematografici Pisorno di Tirrenia (Pisa), nel 2009 il film è stato completamente restaurato dal Centro Sperimentale di Cinematografia. 27

anni ᾿40

(Cenerentola e il Signor Bonaventura) Commedia; Italia; 1941; 72’; REGIA: Sergio Tofano. SCENEGGIATURA: Edoardo Anton, Vittorio Metz e Sergio Tofano, basata sul personaggio del Signor Bonaventura creato da Sto (Sergio Tofano) per il «Corriere dei Piccoli», apparso per la prima volta sul #34 della rivista settimanale pubblicato nel 1917. CAST: Paolo Stoppa (Bonaventura), Silvana Jachino (Cenerentola), Roberto Villa (Principe Azzurro), Sergio Tofano (Dottore), Guglielmo Barnabò (Il Re), Mercedes Brignone (La Regina), Piero Carnabuci (Barbariccia), Mario Pisu (Cecè).


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Dick Tracy e la società del crimine

anni ᾿40

(Dick Tracy vs. Crime, Inc.) Giallo; usa; 1941; 263’ (15 ep.); REGIA: John English e William Witney. SCENEGGIATURA: Ronald Davidson, Norman S. Hall, William Lively, Joseph O’Donnell e Joseph F. Poland, basata sul personaggio di Dick Tracy creato da Chester Gould per il Chicago Tribune Syndicate, apparso per la prima volta sull’omonima tavola domenicale del quotidiano «Detroit Mirror» nel 1931. CAST: Ralph Byrd (Dick Tracy), Michael Owen (Billy Carr), Jan Wiley (June Chandler), John Davidson (Lucifer), Ralph Morgan (J.P. Morton).

TRAMA: In un momento storico in cui otto facoltosi cittadini hanno fondato

un comitato per combattere la criminalità organizzata, Dick Tracy e la sua squadra sono chiamati a investigare sull’operato del Fantasma, un particolare criminale molto abile a eludere le forze dell’ordine grazie all’impensabile capacità di rendersi invisibile. Questa straordinaria abilità è dovuta all’invenzione di un suo collaboratore, lo scienziato Lucifer. NOTE: Dick Tracy e la società del crimine è il quarto e ultimo prodotto cinematografico basato sul personaggio realizzato dalla Republic, ed è considerato da molti critici come il miglior titolo del ciclo. Il serial abbraccia maggiormente il genere fantascientifico rispetto ai precedenti, coerentemente con un contesto storico in cui la science-fiction stava prendendo sempre più piede. Il messaggio è però negativo: l’evoluzione tecnologica sembra destinata non a migliorare l’umanità, bensì a diventare una minaccia aumentando il potere della criminalità. Nel 1952 venne rimontato sotto forma di un lungometraggio dal titolo Dick Tracy vs. the Phantom Empire (72’). 28


dagli albori agli anni sessanta

Ragazzi in gamba

TRAMA: La signora Carter si rifiuta di incontrare il suo nipotino perché il figlio ha spostato una donna che lei non accetta. A farle cambiare idea ci penserà un gruppo di ragazzini monelli, che si incaricheranno di riportare il sereno nella sua vita familiare. Il cosiddetto Circolo dei Bambini, grazie ad alcune strampalate invenzioni, riuscirà anche nell’incredibile impresa di sventare un furto di gioielli ai danni della povera donna. NOTE: Già trasposta in alcuni corti d’animazione nella seconda metà degli anni Trenta, la striscia a fumetti Reg’lar Fellers divenne molto famosa anche grazie a uno show radiofonico promosso dalla NBC.

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anni ᾿40

(Reg’lar Fellers) Commedia; usa; 1941; 65’; REGIA: Arthur Dreifuss. SCENEGGIATURA: Arthur Dreifuss, Arthur Hoerl e William C. Kent, basata sulla striscia Reg’lar Fellers creata da Gene Byrnes per la Bell Syndicate, pubblicata per la prima volta nel 1917. CAST: Billy Lee (Pinhead Duffy), Carl “Alfalfa” Switzer (Bump Hundson), Buddy Boles (Jimmy Dugan), Janet Dempsey (Aggie Reilly), Jerry Wilson (Skeeter), Malcolm Hutton (Puddin’ Head), Sarah Padden (Hetty Carter), Roscoe Ates (Emory McQuade).


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Blondie lavora per la vittoria

anni ᾿40

(Blondie for Victory) Commedia; usa; 1942; 71’; REGIA: Frank Strayer. SCENEGGIATURA: Fay Kanin, Karen DeWolf e Connie Lee, basata sul personaggio di Blondie creato da Chic Young per la King Features, apparso per la prima volta sui quotidiani del syndicator nel 1930. CAST: Penny Singleton (Blondie), Arthur Lake (Dagoberto Bumstead), Larry Simms (Birillino), Jonathan Hale (J.C. Dithers), Danny Mummert (Alvin Fuddle), Stuart Erwin (Herschel Smith).

TRAMA: Blondie mette insieme il gruppo delle Casalinghe d’America, volontarie per la difesa in onore dei soldati in guerra. Questa nuova vocazione toglie però del tempo alla sua famiglia e ai lavori domestici. Dagoberto cercherà di colmare il vuoto lasciato dalla moglie, ma per farlo trascurerà a sua volta il lavoro mandando su tutte le furie il Signor Dithers. NOTE: Anche Blondie con questo film subisce l’effetto della seconda guerra mondiale che aveva influenzato un po’ tutta la produzione cinematografia di quegli anni. Il messaggio patriottico e propagandistico del film è ben evidente sebbene mai marcato.

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dagli albori agli anni sessanta

Blondie va all’università

TRAMA: Dagoberto torna al college e

Blondie presa dalla nostalgia decide di seguirlo, mantenendo però nascosto il loro matrimonio. Birillino viene così spedito alla scuola militare, dove diventerà un vero e proprio sergente di ferro. La vita universitaria dei Bumsted vedrà alternarsi momenti divertenti e imbarazzanti, con il macho del campus che proverà a corteggiare Blondie, e Dagoberto che diventerà un nuovo membro del team di canottaggio. NOTE: Nel film viene annunciata al pubblico la seconda gravidanza di Blondie, che porterà alla nascita della piccola Cookie Bumstead.

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anni ᾿40

(Blondie Goes to College) Commedia; usa; 1942; 74’; REGIA: Frank Strayer. SCENEGGIATURA: Clyde Bruckman, Warren Wilson e Lou Breslow, basata sul personaggio di Blondie creato da Chic Young per la King Features, apparso per la prima volta sui quotidiani del syndicator nel 1930. CAST: Penny Singleton (Blondie), Arthur Lake (Dagoberto Bumstead), Larry Simms (Birillino), Jonathan Hale (J.C. Dithers), Danny Mummert (Alvin Fuddle), Janet Blair (Laura Wadsworth), Adele Mara (Babs Connelly).


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Il lieto evento di Blondie

anni ᾿40

(Blondie’s Blessed Event) Commedia; usa; 1942; 69’; REGIA: Frank Strayer. SCENEGGIATURA: Connie Lee, Karen DeWolf e Richard Flournoy, basata sul personaggio di Blondie creato da Chic Young per la King Features, apparso per la prima volta sui quotidiani del syndicator nel 1930. CAST: Penny Singleton (Blondie), Arthur Lake (Dagoberto Bumstead), Larry Simms (Birillino), Jonathan Hale (J.C. Dithers), Danny Mummert (Alvin Fuddle), Hans Conried (George Wickley), Stanley Brown (Ollie Shaw).

TRAMA: Il cinico scrittore George

Wickley arriva a casa Bumstead proprio nel periodo in cui Blondie è alle prese con la neonata secondogenita, la piccola Cookie. A invitarlo è stato il capofamiglia Dagoberto, che l’ha incontrato durante una convention per architetti a cui ha partecipato in qualità di rappresentante della compagnia del Signor Dithers. NOTE: A causa delle indicazioni del Codice Hays, che tra le altre cose vietava la rappresentazione del parto, la gravidanza di Blondie non è mai stata mostrata in video, portando direttamente alla presentazione della piccola Cookie interpretata da Norma Jean Wayne. Il film ha diverse assonanze con Il signore resta a pranzo (1942), pellicola diretta da William Keighley con protagonisti Bette Davis, Ann Sheridan e Monty Woolley.

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dagli albori agli anni sessanta

Blondie lavora per la vita

TRAMA: Il signor Dithers incarica

Dagoberto di acquistare una nuova casa, ma l’uomo fraintende e si presenta con un cavallo: Reggie. Sebbene si sia ormai affezionato all’animale, Dag non può che venderlo al signor Collender Martin, ma anche l’equino è ormai legato ai Bumstead e scapperà per tornare nel loro giardino dove verrà trovato da Blondie. Dagoberto si troverà così a cavalcare in sella a Reggie nella tenuta di Timothy Brewster, affarista che Dithers vorrebbe annoverare tra i suoi clienti. NOTE: È il primo degli unici due film della serie in cui il nome della protagonista non appare nel titolo originale. Inoltre, considerando che l’attore Larry Simms era cresciuto insieme alla serie e fosse ormai troppo grande per essere ancora associato al nome Birillino, i produttori decisero che da quel momento ci si sarebbe riferiti al suo personaggio come Alexander, mettendo per sempre da parte il curioso vezzeggiativo.

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anni ᾿40

(It’s a Great Life) Commedia; usa; 1943; 68’; REGIA: Frank Strayer. SCENEGGIATURA: Connie Lee e Karen DeWolf, basata sul personaggio di Blondie creato da Chic Young per la King Features, apparso per la prima volta sui quotidiani del syndicator nel 1930. CAST: Penny Singleton (Blondie), Arthur Lake (Dagoberto Bumstead), Larry Simms (Birillino), Jonathan Hale (J.C. Dithers), Danny Mummert (Alvin Fuddle), Hugh Herbert (Timothy Brewster), Alan Dinehart (Collender Martin).


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Blondie sul palcoscenico

anni ᾿40

(Footlight Glamour) Commedia; usa; 1943; 68’; REGIA: Frank Strayer. SCENEGGIATURA: Connie Lee e Karen DeWolf, basata sul personaggio di Blondie creato da Chic Young per la King Features, apparso per la prima volta sui quotidiani del syndicator nel 1930. CAST: Penny Singleton (Blondie), Arthur Lake (Dagoberto Bumstead), Larry Simms (Alexander), Jonathan Hale (J.C. Dithers), Danny Mummert (Alvin Fuddle), Ann Savage (Vicki Wheeler).

TRAMA: Dagoberto viene assunto da un importante industriale per la costru-

zione di uno stabilimento, mentre sua moglie Blondie è impegnata nell’organizzazione di uno spettacolo in cui il ruolo di stella indiscussa dello show sembra essere destinato a Vicki, aspirante attrice e figlia di questo nuovo facoltoso imprenditore. NOTE: È l’ultimo film della serie in cui appare Irving Bacon nei panni di Mr. Crumb, il postino con cui Dagoberto è solito mettere in piedi ogni volta una simpatica gag. 34


dagli albori agli anni sessanta

Dick Tracy

TRAMA: Il detective della

polizia Dick Tracy deve risolvere una serie di brutali omicidi messi a segno dallo spietato killer noto come “Lo Sfregiato”, le cui vittime non sembrano avere nessun legame evidente. Tutte loro però potrebbero essere state vittime di ricatto prima di soccombere. NOTE: Si tratta della prima trasposizione cinematografica delle storie di Dick Tracy in cui appare Tess Trueheart, la storica fidanzata e poi moglie del protagonista nella striscia a fumetti originale. Il film, come i sequel prodotti dalla RKO negli anni successivi, venne classificato come B-Movie e proposto nelle sale come secondo spettacolo a completamento del cartellone giornaliero.

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anni ᾿40

(Dick Tracy) Giallo; usa; 1945; 61’; REGIA: William Berke. SCENEGGIATURA: Eric Taylor, basata sul personaggio di Dick Tracy creato da Chester Gould per il Chicago Tribune Syndicate, apparso per la prima volta sull’omonima tavola domenicale del quotidiano «Detroit Mirror» nel 1931. CAST: Morgan Conway (Dick Tracy), Anne Jeffreys (Tess Trueheart), Mike Mazurki (Alexis “Lo Sfregiato” Banning), Trevor Bardette (Professor Starling), Jane Greer (Judith Owens), Lyle Latell (Pat Patton), Mickey Kuhn (Junior).


LOCANDINE, DETTAGLI TECNICI, TRAME, ANALISI E CURIOSITÀ DAL MONDO DEI CINECOMICS. DAI FILM CON PROTAGONISTI I FAMOSI SUPEREROI MARVEL E DC COMICS, A QUELLI BASATI SU FIGURE MENO NOTE DEL FUMETTO MAINSTREAM E INDIPENDENTE: OLTRE 400 TITOLI RACCOLTI IN UNA VERA E PROPRIA ENCICLOPEDIA DEL CINEMA.

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978-88-362-7018-7

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