Tra colonne d’acqua: Hemingway e il suo Eterno Mare
di Nicola Pesce
La scrittura di Ernest Hemingway si erge nella letteratura del ventesimo secolo come una colonna portante, lasciando un segno indelebile nel panorama letterario mondiale. Il vecchio e il mare fu l’ultima sua grande opera narrativa pubblicata in vita ed è probabilmente la sua opera più importante.
Questo romanzo, che è così breve da venire ritenuto da molti un racconto, fu premiato nel 1953 col Premio Pulitzer e contribuì a fargli ottenere il Premio Nobel per la letteratura nel 1954, venendo citato tra le motivazioni del comitato selezionatore.
Brillante ed essenziale, Il vecchio e il mare incanta per la sua scarna poesia e la profonda rifessione sull’esistenza, surclassando il tempo e le mode letterarie. Hemingway ci of re un viaggio interiore nell’umanità più pura, una storia di coraggio, perseveranza e della relazione immutabile tra l’uomo e la natura. In queste pagine, il lettore si ritrova di fronte allo scontro titanico e atemporale tra le forze del destino e la volontà umana.
Nato il 21 luglio 1899 a Oak Park, Illinois, Ernest Hemingway è stato uno scrittore e giornalista americano sui generis. La sua vita avventurosa ha fatto da sfondo e ispirazione per le sue opere narrative e giornalistiche. Ha attraversato guerre e rivoluzioni, amori tumultuosi e cacce esotiche, disperazioni e trionf.
Iniziò la sua carriera come giornalista, per poi emergere come uno dei più infuenti narratori della letteratura americana. La sua scrittura è caratterizzata da uno stile sobrio e diretto, talvolta metaforicamente accostato dai critici all’immagine di un iceberg, dove la semplicità super fciale delle parole cela profondi signifcati che si nascondono sotto il pelo dell’acqua e si rivelano soltanto ai lettori più profondi.
prefazione
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La sua vita terminò in tragedia con il suo suicidio nel 1961, lasciando dietro di sé un’eredità letteraria che continua a infuenzare scrittori e lettura in tutto il mondo.
Il vecchio e il mare è l’ultima grande opera di Ernest Hemingway pubblicata durante la sua vita. Il protagonista è Santiago, un anziano pescatore cubano, che si imbarca in una titanica lotta con un pesce gigantesco, un enorme marlin, nelle acque del Golfo del Messico.
L’epica battaglia, che si protrae per giorni, è una profonda metafora della lotta dell’uomo contro le avversità. La resistenza di Santiago contro il pesce diventa simbolo dell’inarrestabile ricerca umana di signifcato, dignità e redenzione attraverso la fatica e la sfda.
Hemingway esplora temi universali come la solitudine, l’orgoglio, la sconftta e la morte. Ne fuoriesce un messaggio di speranza: nonostante la perdita e il fallimento siano parti inevitabili della vita, il vero valore risiede nello sforzo e nella tenacia con cui ognuno fronteggia le proprie battaglie.
Nella rapidità e nella crescente complessità del mondo contemporaneo, Il vecchio e il mare si distingue come una lettura senza tempo, sempre attuale, per la sua semplicità narrativa e il suo profondo messaggio umano. La resilienza di Santiago, il suo rispetto per la natura, e la sua caparbietà nel perseguire il proprio obiettivo sono qualità che attraversano ogni epoca e cultura.
Il romanzo ci ispira ad af rontare le sfde con fermezza, trovando dignità e persino nobiltà nella perseveranza e nell’impegno. La storia ci avvolge con sensazioni di speranza e di forza interiore, ricordandoci che ogni giornata vissuta con determinazione è una piccola vittoria da celebrare.
Hemingway sapeva bene che la vita è un viaggio fatto non solo di traguardi raggiunti, ma anche di percorsi ardui e preziosi di per sé stessi. Leggere Il vecchio e il mare oggi signifca immergersi in queste storie di resistenza vitale, emozione pura e bellezza intramontabile.
27 gennaio 2024 nicolapesce.it
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Solo il mare, l’uomo e il suo destino...
di Andrea Laprovitera
Resilienza: capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento. In psicologia si intende la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difcoltà, di restare sensibile a quello che il mondo o la vita può (ancora) of rire.
Chissà se Hemingway voleva parlare di questo (o anche di questo) quando nel 1952 ha scritto Il vecchio e il mare. Difcile da dire perché il termine, pur essendo di origine presumibilmente latina, ha avuto dif usione solo di recente e per indicare la resistenza nell’industria metallurgica dove, in pratica, assume il signifcato di “capacità di sostenere gli urti senza spezzarsi”.
introduzione
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La stessa cosa che fa Santiago nella storia. Il vecchio pescatore lotta contro la sfortuna, il grande pesce spada (che assume anche altre valenze e trasfgura l’animale in qualcosa di più), l’età e forse contro il nemico più forte… la solitudine.
C’è tutto questo in un libro così breve che si legge in un tempo esiguo. Il punto poi, come è successo a me, è che si torna a leggerlo più volte, anche in periodi e momenti diversi della propria vita, come se dentro ci fosse qualcosa di magico.
Proprio per questo quando Nicola Pesce e Stefano Romanini mi hanno proposto di scrivere la sceneggiatura del romanzo ho subito risposto di sì, anche se sapevo molto bene che sarebbe stata una sfda estremamente dura… dove avrei dovuto dimostrare la mia resilienza da sceneggiatore (che è ben poca cosa, naturalmente, rispetto a quello che ti chiede la vita).
La prosa asciutta, i dialoghi secchi e semplici rendono il libro del grande scrittore americano perfetto per una trasposizione teatrale dove l’attore di turno può lasciarsi andare a una performance integrale, un monologo dove, con la sua bravura, può catturare l’intera platea. Diverso è il discorso se parliamo di cinema o fumetto.
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Tre soli protagonisti, Santiago, Manolin e il Marlin, il resto è solo mare ed emozioni. Per questo motivo mi sono avvicinato con il massimo dell’umiltà all’opera. Ho cercato di scrivere una sceneggiatura semplice, senza voli pindarici o trasfgurazioni, solo il mare, l’uomo e il suo destino tenendo presente che la maggior parte delle scene vedono il solo Santiago come protagonista senza azioni particolari. Ho cercato quindi, per non stancare il lettore, di muovere le inquadrature pur optando per una gabbia classica più facile da leggere (e che rientra nel criterio di semplicità che mi sono imposto sin dall’inizio, il tutto a favore della storia).
Un aiuto, in questo senso, mi è stato dato dal disegnatore, il bravo Ludovico Lo Cascio, alla sua prima prova su un graphic novel. Con il suo tratto, lineare e giovane (nel senso positivo del termine inteso come ancora incontaminato) ha interpretato la storia nel modo migliore possibile. Vignette pulite, pochi sfondi, segno essenziale, fuoco sempre sul protagonista.
Solo le tavole con il grande pesce spada sembrano diventare più articolate e complesse, con un segno che si trasforma come se mostrasse l’altra faccia della medaglia. E complicato è il rapporto che lega Santiago al pesce, nemico/amico e al tempo stesso avversario degno di grande rispetto.
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Proprio quando Santiago si trova sperduto nell’oceano, ormai lontano dalla costa Cubana e solo (ritorna il tema della solitudine attorno al quale ruota la poetica di Hemingway, forse al crepuscolo della sua vita visto quello che succederà da lì a poco), inizia il lungo dialogo con il pesce, rimpiangendo di continuo l’assenza del ragazzo, quel Manolin che tanto fa pensare al fglio mancato di Santiago. L’afetto che lega il pescatore al ragazzo ha quel qualcosa di f liale che, forse, solo un genitore riesce a capire in pieno.
Hemingway ci mostra, inoltre, attraverso le ultime pagine del libro, nell’inutile lotta contro i pescecani, la bellezza dei vinti. Sì, perché nonostante quello che dice il suo autore attraverso le parole di Santiago (“L’uomo non è fatto per la sconftta, può essere ucciso ma non sconftto”), il vecchio pescatore esce battuto dal suo duello contro il destino. E proprio in quanto tale, sconftto, che lo sentiamo più vicino a noi e fniamo per amarlo di più.
Grazie allora a Ludovico Lo Cascio che ha tradotto il romanzo in immagini, senza voler eccedere in virtuosismi; a Stefano Romanini che, come editor, ha creduto nel progetto e lo ha fortemente voluto e, infne, a Nicola Pesce che da
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anni continua a pubblicare autori giovani come Ludovico e meno giovani come me (la mia prima collaborazione con Nicola Pesce Editore risale, mi sembra al 2006, all’interno della rivista «Underground-Press»… quanto tempo è passato).
Come scriveva Hemingway “La vita (o “il mondo”, secondo altre versioni) ci spezza tutti, solo alcuni diventano più forti nei punti in cui sono stati spezzati”.
Questa è la resilienza che desiderava avere Hemingway, che vorrei avere io e che auguro di avere a tutti voi. Buona lettura.
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Santiago… potrei ritornare a pescare con te. Abbiamo fatto un po’ di soldi.
No, sei su una barca fortunata. Resta con loro.
Ricordi quella volta che sei rimasto ottantasette giorni senza prendere pesci e poi ne abbiamo pescati di enormi tutti i giorni, per tre settimane di seguito?
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Ricordo…
è stato papà che mi ha costretto a lasciarti. Lui non ha molta fiducia.
ma noi sì, vero?
Lo so che non mi hai lasciato perché dubitavi di me.
Sì. Posso offrirti una birra sulla terrazza? e poi portiamo la tua roba a casa.
Perché no?
Tra pescatori…
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Ehi, Santiago, niente pesce oggi?
AhAhAh!
Non stare a sentirli Santiago, sei un grande pescatore.
è solo sfortuna.
Santiago… Sì…
Posso andare a cercarti le sardine per domani?
Quanti anni avevo la prima volta che mi hai portato in barca?
Cinque… e a momenti venivi ucciso perché ho issato il pesce troppo presto e lui ha quasi fatto a pezzi la barca.
No, vai a giocare a baseball.
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Quel giorno ho avuto paura per te.
lo so.
Al largo. Voglio essere fuori prima di giorno.
Se tu fossi mio figlio ti porterei fuori a tentare, ma sei figlio di tuo padre e tua madre, e hai trovato una barca fortunata.
Allora andiamo... ti accompagno a casa.
Domani sarà una giornata buona, con questa corrente.
Dove andrai?
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Vado a cercarti le sardine per domani. Torno presto, tu intanto riposati.
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leggerò degli Yankees.
Svegliati, vecchio.
Che cosa hai portato?
la cena.
Non ho molta fame.
Su, vieni. Non si può andare a pesca senza aver mangiato.
Parlami del baseball.
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il baseball sono gli Yankees e il grande joe Di maggio.
Altri volumi della stessa collana pubblicati da Edizioni NPE:
Charlie Chaplin – Il funambolo – ed. brossurata – isbn: ----
Scienza e Fede – isbn: ----
Il Giardino – isbn: ----
Le notti bianche – isbn: ----
Kafa – La metamorfosi – isbn: ----
Giacomo Leopardi: L’infnito – ed. brossurata – isbn: ----
Viaggio al centro della Terra – ed. brossurata – isbn: ----
Basquiat – ed. brossurata – isbn: ----
La Tana – isbn: ----
La casa editrice del fumetto d’autore
edizioninpe.it
«L’uomo non è fatto per la sconfitta.
Un uomo può essere distrutto ma non sconfitto.»
Ernest Hemingway
Ambientato sull’isola di Cuba, il romanzo presenta pochissimi personaggi. Manolin, un giovane ragazzo che rappresenta la speranza, il marlin (l’enorme pesce che verrà catturato) e il vecchio, profondamente segnato da una vita dura e piena di sacrifici, ma dagli occhi ancora vivi e rimasti del colore del mare. La sua lotta con il pesce afferma il suo orgoglio e il suo coraggio, che sembravano già persi da tempo. Allo stesso tempo il marlin, con i suoi movimenti, è calmo e infonde nel marinaio un senso di nobiltà; sembra che, nonostante la situazione, tra i due si instauri un rapporto quasi paritetico. Uno splendido ed elegante volume. Un fumetto dal potente bianco e nero, scandito dai silenzi e dai tempi lenti del mare. L’ultima sfida di un uomo.
edizioninpe.it Edizioni NPE € 19,90 ISBN: 978-88-36272-34-1