Il vecchio e il mare – ed. brossurata

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Il Vecchio e il Mare Laprovitera – Lo Cascio


Il vecchio e il mare – ed. brossurata

di Andrea Laprovitera e Ludovico Lo Cascio ispirato a un romanzo di Ernest Hemingway © 2016, Andrea Laprovitera e Ludovico Lo Cascio © 2021 per Edizioni NPE Tutti i diritti riservati. Collana Nuvole in Tempesta, 27 Direttore Editoriale: Nicola Pesce Ordini o informazioni: info@edizioninpe.it Capo Redattore: Stefano Romanini Ufficio stampa per il volume: Gloria Grieco ufficiostampa@edizioninpe.it Lettering: Giorgio Carta per Symmaceo Illustrazione di copertina: Simone “Nigraz” Pontieri Stampato presso Rotomail Italia S.p.A. – Vignate (MI) nel mese di marzo 2021 Edizioni NPE è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 - 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/EdizioniNPE twitter.com/EdizioniNPE instagram.com/EdizioniNPE


Il Vecchio e il Mare di Andrea Laprovitera e Ludovico Lo Cascio



i ntrodu zion e

Solo il mare, l’uomo e il suo destino... di Andrea Laprovitera

Resilienza: capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento. In psicologia si intende la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di restare sensibile a quello che il mondo o la vita può (ancora) offrire. Chissà se Hemingway voleva parlare di questo (o anche di questo) quando nel 1952 ha scritto Il Vecchio e il Mare. Difficile da dire perché il termine, pur essendo di origine presumibilmente latina, ha avuto diffusione solo di recente e per indicare la resistenza nell’industria metallurgica dove, in pratica, assume il significato di “capacità di sostenere gli urti senza spezzarsi”. La stessa cosa che fa Santiago nella storia. Il vecchio pescatore lotta contro la sfortuna, il grande pesce spada (che assume anche altre valenze e trasfigura l’animale in qualcosa di più), l’età e forse contro il nemico più forte… la solitudine. C’è tutto questo in un libro così breve che si legge in un tempo esiguo. Il punto poi, come è successo a me, è che si torna a leggerlo più volte, anche in periodi e momenti diversi della propria vita, come se dentro ci fosse qualcosa di magico. Proprio per questo quando Nicola Pesce e Stefano Romanini mi hanno proposto di scrivere la sceneggiatura del romanzo ho subito risposto di sì, anche se sapevo molto bene che sarebbe stata una sfida estremamente dura… dove avrei dovuto dimostrare la mia resilienza da sceneggiatore (che è ben poca cosa, naturalmente, rispetto a quello che ti chiede la vita).


La prosa asciutta, i dialoghi secchi e semplici rendono il libro del grande scrittore americano perfetto per una trasposizione teatrale dove l’attore di turno può lasciarsi andare a una performance integrale, un monologo dove, con la sua bravura, può catturare l’intera platea. Diverso è il discorso se parliamo di cinema o fumetto. Tre soli protagonisti, Santiago, Manolin e il Marlin, il resto è solo mare ed emozioni. Per questo motivo mi sono avvicinato con il massimo dell’umiltà all’opera. Ho cercato di scrivere una sceneggiatura semplice, senza voli pindarici o trasfigurazioni, solo il mare, l’uomo e il suo destino tenendo presente che la maggior parte delle scene vedono il solo Santiago come protagonista senza azioni particolari. Ho cercato quindi, per non stancare il lettore, di muovere le inquadrature pur optando per una gabbia classica più facile da leggere (e che rientra nel criterio di semplicità che mi sono imposto sin dall’inizio, il tutto a favore della storia). Un aiuto, in questo senso, mi è stato dato dal disegnatore, il bravo Ludovico Lo Cascio, alla sua prima prova su un graphic novel. Con il suo tratto, lineare e giovane (nel senso positivo del termine inteso come ancora incontaminato) ha interpretato la storia nel modo migliore possibile. Vignette pulite, pochi sfondi, segno essenziale, fuoco sempre sul protagonista. Solo le tavole con il grande pesce spada sembrano diventare più articolate e complesse, con un segno che si trasforma come se mostrasse l’altra faccia della medaglia. E complicato è il rapporto che lega Santiago al pesce, nemico/amico e al tempo stesso avversario degno di grande rispetto. Proprio quando Santiago si trova sperduto nell’oceano, ormai lontano dalla costa Cubana e solo (ritorna il tema della solitudine attorno al quale ruota la poetica di Hemingway, forse al crepuscolo della sua vita visto quello che succederà da lì a poco), inizia il lungo dialogo con il pesce, rimpiangendo di continuo l’assenza del ragazzo, quel Manolin che tanto fa pensare al figlio mancato di Santiago. L’affetto che lega il pescatore al ragazzo ha quel qualcosa di filiale che, forse, solo un genitore riesce a capire in pieno. Hemingway ci mostra, inoltre, attraverso le ultime pagine del libro, nell’inutile lotta contro i pescecani, la bellezza dei vinti. Sì, perché nonostante quello che dice il suo autore attraverso le parole di Santiago (“L’uomo non è fatto per la sconfitta, può essere ucciso ma non sconfitto”), il vecchio pescatore esce battuto dal suo duello contro il destino. E proprio in quanto tale, sconfitto, che lo sentiamo più vicino a noi e finiamo per amarlo di più. Grazie allora a Ludovico Lo Cascio che ha tradotto il romanzo in immagini, senza voler eccedere in virtuosismi; a Stefano Romanini che, come editor, ha creduto nel progetto e lo ha fortemente voluto e, infine, a Nicola Pesce che da anni continua a


pubblicare autori giovani come Ludovico e meno giovani come me (la mia prima collaborazione con Nicola Pesce Editore risale, mi sembra al 2006, all’interno della rivista «Underground-Press»… quanto tempo è passato). Come scriveva Hemingway “La vita (o “il mondo”, secondo altre versioni) ci spezza tutti, solo alcuni diventano più forti nei punti in cui sono stati spezzati”. Questa è la resilienza che desiderava avere Hemingway, che vorrei avere io e che auguro di avere a tutti voi. Buona lettura.




Santiago… potrei ritornare a pescare con te. Abbiamo fatto un po’ di soldi.

Ricordi quella volta che sei rimasto ottantasette giorni senza prendere pesci e poi ne abbiamo pescati di enormi tutti i giorni, per tre settimane di seguito?

No, sei su una barca fortunata. Resta con loro.

Ricordo…


e’ stato papà che mi ha costretto a lasciarti. Lui non ha molta fiducia.

Lo so che non mi hai lasciato perché dubitavi di me.

ma noi sì, vero?

Sì. Posso offrirti una birra sulla terrazza? e poi portiamo la tua roba a casa.

Perché no? Tra pescatori…


Ehi, Santiago, niente pesce oggi?

AhAhAh!

Non stare a sentirli Santiago, sei un grande pescatore.

Santiago…

Sì…

e’ solo sfortuna.

Posso andare a cercarti le sardine per domani?

Quanti anni avevo la prima volta che mi hai portato in barca?

Cinque… e a momenti venivi ucciso perché ho issato il pesce troppo presto e lui ha quasi fatto a pezzi la barca.

No, vai a giocare a baseball.



Se tu fossi mio figlio ti porterei fuori a tentare, ma sei figlio di tuo padre e tua madre, e hai trovato una barca fortunata.

Quel giorno ho avuto paura per te. lo so.

Dove andrai?

Al largo. Voglio essere fuori prima di giorno.

Allora andiamo... ti accompagno a casa.

Domani sarà una giornata buona, con questa corrente.


Vado a cercarti le sardine per domani. Torno presto, tu intanto riposati.

leggerò degli Yankees.


Che cosa hai portato?

Svegliati, vecchio.

Non ho molta fame.

la cena.

Su, vieni. Non si può andare a pesca senza aver mangiato.

Parlami del baseball.

il baseball sono gli Yankees e il grande joe Di maggio.


Mi piacerebbe portarlo a pesca. Dicono che suo padre era un pescatore, forse era povero come noi e potrebbe capire.

Di Maggio e’ il miglior giocatore?

Sì, senza dubbio.

E tu sei il miglior pescatore che ci sia.

Grazie, spero solo che non mi capiti un pesce così grosso da dimostrarci che hai torto. tranquillo, un pesce così non esiste.

Speriamo... ora andiamo a dormire, domattina vengo a svegliarti.


Manolin... Manolin... svegliati. E’ ora.

Che sonno... arrivo.

Mi dispiace di averti svegliato.

E’ quello che deve fare un uomo.


Ti ho preso del caffe’. bevilo, ne avrai bisogno.

Grazie.

Come hai dormito?. benissimo. Manolin, ho molta fiducia quest’oggi.

Buona fortuna, vecchio. Anche a te, Manolin.




Ambientato sull’isola di Cuba, il romanzo presenta pochissimi personaggi. Manolin, un giovane ragazzo che rappresenta la speranza, il marlin (l’enorme pesce che verrà catturato) e il vecchio, profondamente segnato da una vita dura e piena di sacrifici, ma dagli occhi ancora vivi e rimasti del colore del mare. La sua lotta con il pesce afferma il suo orgoglio e il suo coraggio, che sembravano già persi da tempo. Allo stesso tempo il marlin, con i suoi movimenti, è calmo e infonde nel marinaio un senso di nobiltà; sembra che, nonostante la situazione, tra i due si instauri un rapporto quasi paritetico. Uno splendido ed elegante volume. Un fumetto dal potente bianco e nero, scandito dai silenzi e dai tempi lenti del mare. L’ultima sfida di un uomo. Dal romanzo premio Pulitzer di Ernest Hemingway.

Il Vecchio e il Mare

Andrea Laprovitera Sceneggiatore e autore di fumetti, finalista al Premio Boscarato nella sezione “Miglior sceneggiatore italiano” nel 2009 e nel 2013, ha pubblicato per Tunué, RizzoliLizard, Librosì Edizioni, Algra Editore, Edizioni Segni d’Autore, Kleiner Flug e Becco Giallo. Dal 2020 è collaboratore della rivista «Scuola di Fumetto» con la rubrica “Le basi della sceneggiatura”.

laprovitera – Lo cascio

Ludovico Lo Cascio Grafico e disegnatore, vive a Palermo dove si è diplomato presso la Scuola del Fumetto nel 2015. Dal 2016 collabora con la mPrint Comics mentre continua la sua attività di fumettista, illustratore e grafico freelance.

“Solo l’uomo, il mare e il suo destino...” ISBN: 978-88-36270-47-7

edizioninpe.it Edizioni NPE euro 12,00

dal romanzo di Ernest Hemingway The Old Man and the Sea

«L’uomo non è fatto per la sconfitta. Un uomo può essere distrutto ma non sconfitto.» (Ernest Hemingway)

Il Vecchio e il Mare Laprovitera – Lo Cascio


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