Lo spazio dentro il corpo

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visibile e invisibile desiderio e passione

biennale disegno rimini

Sergio toppi

lo spazio dentro il corpo


Sergio Toppi

Lo spazio dentro il corpo


Biennale Disegno Rimini Visibile e invisibile, desiderio e passione terza edizione 28 aprile – 15 luglio 2018 Catalogo per la mostra Sergio Toppi – Lo spazio dentro il corpo a cura di Egisto Quinti Seriacopi Catalogo a cura di Angelo Nencetti © 2018 – Eredi Toppi © per questa edizione – Edizioni NPE Tutti i diritti riservati. Collana Sergio Toppi, 4 si ringraziano Per la deliziosa collaborazione, Smeralda Monesi Toppi; Sonia Fabbroncino, anche suggeritrice dell’esposizione; Michel Jans; Andrea Plazzi; Massimo Pulini; Laura Scarpa; Per la collaborazione all’allestimento, Davide Marchi, Claudio Bernardini. Edizioni NPE, produttrice di questo catalogo e sponsor dell’esposizione dedicata a Sergio Toppi. Stampato presso Peruzzo Industrie Grafiche SpA nel mese di giugno 2018 Nicola Pesce Editore (Edizioni NPE) è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 - 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/EdizioniNPE twitter.com/EdizioniNPE instagram.com/EdizioniNPE #edizioninpe


A Sergio Toppi di Massimo Pulini – Assessore alla Cultura del Comune di Rimini

Chi conosce la Cappella Sistina solo attraverso riproduzioni fotografiche e libri che mettono in sequenza le singole figure o gli episodi dell’Antico Testamento, non può immaginare quanto sia sconvolgente la visione diretta del sommo lavoro di Michelangelo. Quella galleria di celeberrime scene che dispiegano il libro della Genesi tra profeti tenebrosi e muscolose sibille, elevano la sproporzione a vero e proprio programma poetico. Solo visitando la Sistina ci si può rendere conto che sopra il Giudizio Universale, sopra al Cristo che alza il braccio come un direttore d’orchestra che sta per concludere una sinfonia, c’è un profeta che è quattro volte più grande di Dio, scorciato dal basso, a gambe aperte e quasi sdraiato, con accanto il suo mitico pesce. Sappiamo che il Giudizio venne dipinto molti anni dopo gli affreschi della volta, ma ciò non toglie, a chi si trova ai piedi di quella parete, una sensazione straniante e un cortocircuito di significati. Le opere di Sergio Toppi mi hanno sempre fatto pensare a questa fertile sproporzione, che fa lievitare il senso delle relazioni tra le figure, che crea paesaggi dentro i corpi e moltiplica i punti di fuga del pensiero. Ricordo molto bene quando, agli inizi degli anni Settanta, iniziando allora a disegnare, guardavo con ammirazione e meraviglia le immagini abissali di Toppi, che univano una nobile eleganza a composizioni che spalancavano mondi dentro le due dimensioni. Immagini elevate alla potenza, vergate a mano, con penna di china, ma filmiche nella loro natura, narrative e visionarie per eccellenza. Fu, per me ragazzino, un modo di sentirsi dentro al tempio della visione prima ancora di visitarlo.

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era costui un mercante, onesto quanto basta per conciliare rettitudine e guadagno, giusto coi servi e gli animali, largo di sacrifici e obbediente agli dei. un uomo felice, per quanto queste parole possano suonare temibili e avventate.

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allora iblis trasse dal profondo delle sabbie il serpe amwaqui… …il cui morso provoca un lungo sonno. ma non la morte, perché mazuf potesse sopravvivere…

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ma quando fu in vista della sua casa, gli venne incontro, piangendo con alte strida, una servente.

padrone… tuo figlio primogenito è morto di un morbo sconosciuto…

mio figlio…

perché?...

perché?... perché?!!…

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L’insieme è più della somma delle sue parti di Sonia Fabbrocino

Premessa. Quando studi come illustratrice coltivi immagini che ti rimangono impresse nella mente a lungo, un sentimento estetico che ti lega agli autori. Sergio Toppi è protagonista della storia dell’illustrazione e del fumetto italiano, un autore che merita di essere conosciuto per il suo variegato stile visivo e narrativo, la sua poetica e la multidisciplinarità dell’immagine. In questo testo vorrei raccontare di lui ponendo l’attenzione su quanto mi ha più colpito tra le sue creazioni: in particolare i suoi assemblaggi gestaltici e le sue composizioni corpo-paesaggio. Elementi Gestaltici. Gli elementi della composizione grafica sono connessi tra loro come in una trama visiva, a volte percepita come un’unica forma. Le scene si innestano e si compongono l’una dentro l’altra, divengono corpo d’insieme. Una combinazione di elementi figurativi multipli, incorporati nello stesso messaggio. Ambienti che diventano corpi, corpi abitati. Per mezzo della composizione, alcuni profili delle figurazioni sono percepiti in primo piano, altri percepiti in secondo piano, come sfondo. All’interno della tavola illustrata ogni singolo elemento è distinguibile, per mano del segno, del tratto, della linea, della prospettiva, dell’ombra, della luce bella e accecante come una lama. Linea. Una linea fluida in cui gli elementi grafici sono percepiti come appartenenti ad un insieme coerente e continuo, in cui la fine dell’uno è l’inizio dell’altro. La forza espressiva della linea viaggia attraverso le quote dei corpi e dei paesaggi: dai castelli, ai deserti, ai dirupi, al mare… La linea lungo l’intera composizione costruisce livelli consequenziali i cui sfondi, figurazioni, oggetti, ambienti assumono unità e coesione visiva. Il contorno di un corpo diventa un paesaggio e poi un uccello, un albero, un uomo, una magica addizione di linee all’interno di colori e spazi bianchi e neri.

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Le immagini delle scene che si susseguono una dopo l’altra paiono intrecciate tra loro, fino ad unire un livello semantico all’altro. Un bel gioco di trame, relazioni ed equilibri. Il tratto. Il tratteggio è scandito da una serie di linee verticali e oblique, più o meno spesse, nette e incisive, poste fitte una accanto all’altra. Tracciate come architetture, temperamenti rigidi e morbidi. Il tratto si fa linguaggio, texture narrativa, geometria, pattern, ricco di particolari segnici portatori di racconti. Tratti a volte morbidi come grovigli, damascati, ornamenti che costruiscono l’immagine, altre volte rigidi, netti, vertiginosi. Nell’impaginazione l’elemento di collegamento è la figura umana, il tratto che tesse la sua trama. Impaginazione e inquadrature. Ciò che più colpisce del lavoro di Sergio Toppi è l’impaginazione della tavola. Gioca con la composizione dei formati delle gabbie (ripartizione interna delle vignette) e dei balloons. Libera e riorganizza lo schema rigido delle griglie che incorniciano i contorni. Modella le gabbie, le rompe, le integra in modo variabile nelle inquadrature, nei corpi dei personaggi e nei paesaggi. Le sequenze delle scene sono tagliate da una geometria di segmenti, prospettive verticali e oblique. Le scene si susseguono oltrepassando la cornice, fino a sovrapporre i diversi piani narrativi. Cambio del punto focale delle scene e delle inquadrature, prospettive imprevedibili. L’autore realizza tavole dinamiche, non fissa per riquadri, ma un piano rappresentativo che si realizza e prende forma entra e dialoga dentro l’altro. Il contenuto di una scena che finisce nell’altra la completa e la arricchisce di nuove suggestioni e trasformazioni. Luci e ombre. La qualità della luce e dell’ombra elaborata da Sergio Toppi ha un forte significato comunicativo. Netti contrasti bianco-nero, luce-ombra, chiaro-scuro, pieno-vuoto, presenza-assenza, concorrono alla costruzione e alla definizione dello spazio interno/esterno. Lo spazio vuoto non esiste, lo sfondo bianco non è spazio vuoto, apre dei varchi, zone da accogliere e raccontare. La magistrale efficacia dello spazio bianco, crea nuovi scorci prospettici, netti, nuovi spazi da abitare e narrare. Figure, ambienti e atmosfere, abitano quello spazio bianco e puro del foglio, visibile sia nei campi lunghi che nei primi piani dei personaggi. Colore. Il colore è posto come flusso narrativo. I colori pastello più netti, il bianco e il nero nella sua qualità simbolica e dicotomica, predominano la qualità stilistica delle tavole illustrate. Con l’acquarello o la china, l’immagine emerge dal liquido del colore: blu, verde acquamarina, magenta, ocra, viola, arancione. Elettriche vibrazioni tonali dell’acquarello lasciato cadere sul foglio bagnato, spugnato: Sergio Toppi realizza variegate sfumature e atmosfere che sfumano anch’esse l’una dentro l’altra immagine.

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allora mazuf aprì la borsa per trovare risposta alle sue domande, ma sulla scapola nulla era scritto. nulla appariva se non il biancore opaco dell’osso, e nell’aria risuonava la risata stridula di iblis…

nessuno da allora, vide più mazuf-al-bazani. ma si racconta che, ai confini del mondo, dove abitano genti che non mangiano pane, si possa incontrare un viandante lacero che a tutti mostra un osso consunto, chiedendo di leggervi parole che nessuno riesce a vedere…

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un giorno di bonaccia, finiti i viveri da lungo tempo, i marinai catturarono un grande pesce...

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Mondi. I mondi di Sergio Toppi sono in grado di trasportarci verso territori e dimensioni non sempre coscienti. Immagini e immaginari che vengono da lontano. Figurazioni, spazi e atmosfere che pare appartengano ad un ignoto passato, capaci di condurti verso momenti di sospensione: spazio-tempo, magico-realistico, sonno-veglia. Personaggi. Etnici personaggi (al di là dei ruoli che interpretano) che fuori escono dai margini della gabbia, esprimono forti sentimenti ed emozioni appartenenti all’esistenza culturale, umana ed istintuale. I volti dei personaggi, fortemente espressivi, potenti e fieri, una messa in scena di oggetti, scenografie e costumi teatrali, si mostrano al lettore come ad un invito, pronti ad essere guardati nel profondo del proprio essere. Intercultura. Le caratteristiche dei personaggi, attori delle storie che agitano le sue trame (come si vede nel femminicidio imposto dal sovrano crudele), sono, sin dalla notte dei tempi, tematiche che ritornano sempre attuali‌ Sergio Toppi realizza una forma di conoscenza narrativa, emotiva ed estetica per immagini, fra verosimiglianza storica ed elaborazione fantastica. Gli stili espressivi e narrativi sono ricchi di elementi antropologici, scientifici, onirici, magici, irrazionali che pure hanno a che fare con il mondo reale.

Sonia Fabbrocino: ha studiato illustrazione e arti visive allo ied di Roma, è Arteterapeuta ed operatrice di didattica museale sul contemporaneo, è curatrice di mostre ed eventi culturali.

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la notte era all’inizio e sharaz-de prese a parlare al suo re.

saprai, o signore, di uomini celebri per la loro equitĂ , giudici saggi e gentili come zardekai bar marwan, o terribili, come il grande saqwazi, nel ricercare la menzogna che si annida, lebbra velenosa, nei recessi piĂš profondi del cuore e della mente.

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infatti poco dopo, senza alcun vento che la spingesse, la nave prese a muoversi. sempre più veloce, poi si udì il grido della vedetta...

...laggiù... una grande isola nera...

accorse il capitano e...

...per l’onnipotente, siamo perduti... non abbiamo più scampo...

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infatti l’isola era tutta di roccia magnetica e la nave, attrattavi per le parti di ferro della sua struttura, vi correva incontro e nulla l’avrebbe mai potuta fermare. infine vi si schiantò contro e tutti, tranne me, perirono miseramente.

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«Si chiede al disegno di rendere visibile quel che non lo è, di far affiorare luoghi, persone e forme, di farle esplodere o imprigionarle dentro a steccati di segni, di far danzare una geometria o far volare l’anima delle cose. La vita ha trovato nel disegno il suo primo simulacro, come fosse un nome scritto nella forma, quando ancora i nomi non venivano nemmeno pronunciati. La guerra all’animale, forse la prima che l’uomo ha intrapreso, è stata progettata in un disegno che nominava le cose e le anime, dispiegando così una forma di paesaggio ben prima che si fondassero i paesi...»

Sergio Toppi (Milano 1932 – 2012), è stato un illustratore ed un fumettista italiano. Oggi è considerato uno dei più grandi autori mai esistiti. “Dalle sue tavole così incise e così bulinate, dalla ricchezza traboccante delle sue storie misteriose e tragiche ci viene costantemente il conforto che può esistere un uomo così responsabile, così pronto a rispettare il suo impegno. Come una religione. Il suo lavoro tende alla perfezione, per semplice senso del dovere”.

edizioninpe.it ISBN: 978-88-94818-66-6

euro 19,90


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