Marcel Labrume À la Recherche du Temps Perdu
di Attilio Micheluzzi © 2016 Eredi Micheluzzi © per questa edizione NPE – Nicola Pesce Editore Tutti i diritti riservati. Collana Attilio Micheluzzi, 1
Prefazione di Gianni Brunoro Si ringraziano Francesco Bazzana, Angelo Nencetti, Agnese Micheluzzi Direttore Editoriale: Nicola Pesce Ordini o informazioni: info@edizioninpe.it Ufficio stampa per il volume: Stefano Romanini ufficiostampa@edizioninpe.it Stampato presso Peruzzo Industrie Grafiche SpA nel mese di ottobre 2017 Nicola Pesce Editore (Edizioni NPE) è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 - 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/EdizioniNPE twitter.com/EdizioniNPE instagram.com/EdizioniNPE #EdizioniNPE
Marcel Labrume di Attilio Micheluzzi
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Micheluzzi, il sogno della perfezione di Gianni Brunoro
C’è chi a quarant’anni si trova già alla fine di una carriera. E chi invece, a quarant’anni, la carriera la deve ancora iniziare. È questo senza dubbio il bizzarro caso di Attilio Micheluzzi, considerato giustamente uno dei più significativi esponenti di quello che la critica fumettistica degli albori – gli anni Sessanta dello scorso secolo – chiamò a suo tempo il “fumetto d’autore”. E benché ormai questa espressione sia stata superata dalla evoluzione storica del fumetto in senso contenutistico, e di conseguenza in pratica sepolta e obsoleta, ciononostante la grandezza di Micheluzzi è rimasta, e anzi si è consolidata col trascorrere degli anni. Ciò si è verificato persino al di là della circostanza che la sua sia una storia personale particolarissima e sotto certi aspetti stupefacente, una delle più singolari del fumetto italiano. Sbalorditiva, innanzitutto, per la quantità di storie e personaggi creati in un arco di tempo oggettivamente breve; e addirittura sorprendente per la uniformità del livello artistico ed estetico, conservata in generale su una così cospicua quantità. Evidentemente, la sua fu una personalità senza dubbio fuori dagli schemi, la cui eccezionalità solo uno sguardo in prospettiva biografica ci può consentire di valutare correttamente.
Di schede biografiche su Micheluzzi ne esiste un’ampia gamma. Certe sono circostanziate, altre un po’ troppo sintetiche (e qualcuna riprende anche – in buona fede – qualche stralcio di una mia scheda, precocemente stesa nel 1984 per il mio saggio Quel fantastico mondo. Tale scheda è da ritenersi “autorizzata” in quanto era stata sottoposta a priori allo stesso Micheluzzi). Da allora sono trascorsi molti anni, Micheluzzi ha prodotto molto altro e – fra le varie schede scritte negli anni – apprezzo personalmente quella, molto esauriente, redatta da Loris Cantarelli per la rivista «Fumo di China» (quando lui non ne era ancora il direttore editoriale, qual è oggi). Grazie al suo permesso, terrò questa sua come traccia fondamentale, per delineare una adeguata biografia critica di Micheluzzi: il quale è diventato comunque nel frattempo uno dei maggiori “narratori per immagini” italiani, nonché fra i più amati grazie alla sua capacità di passare con disinvoltura da serie diversissime fra loro a storie a sé stanti, da creazioni proprie a soggetti altrui, da riduzioni letterarie a sceneggiature originali, in una produzione – come già detto – stupefacente per ricchezza quantitativa (quasi quattromila tavole in soli diciott’anni di carriera) e qualitativa (a dispetto dell’estrema eterogeneità delle riviste su cui uscivano i suoi lavori).
Una vita... da corsa Attilio Micheluzzi nacque l’11 agosto 1930 a Umago (antico dominio veneziano d’Istria), allora italiana ma poi a lungo jugoslava e oggi croata, dopo essere passata “per le mani” dell’Impero austro-ungarico. Il padre era un generale italiano, comandante di squadra aerea e a sua volta figlio di un ufficiale dell’Impero d’Austria. Tutto ciò, oltre a forgiare profondamente fin da bambino il carattere del piccolo Attilio, ne condizionerà come vedremo certe propensioni artistiche, in particolare l’amore per il volo. Respirando quell’atmosfera culturale, civile ed etica che poi trasferirà con puntuale consapevolezza nei suoi fumetti, Micheluzzi “costruiva” la propria personalità, ben prima di laurearsi in Architettura, facoltà iniziata a Roma e terminata poi con la laurea a Napoli. Tuttavia, in cuor suo, non fu mai soddisfatto di quella scelta. Alla domanda di Fulvia Serra («Alter Alter», dicembre 1982) «Chi è Attilio Micheluzzi?», dava – sia pure con una certa autoironia – una risposta problematica: «Innanzitutto il figlio di suo padre. E, ahimè!, un architetto fallito. Mi secca dirlo. Anche se non gli mancavano le capacità tecniche per diventare un architetto decente, dico decente, ma gli mancava la grinta necessaria a sfondare in questo mondaccio. Poi io avevo scelto un mondo esotico mediorientale... in cui chi riesce, riesce soltanto perché ha veramente i pelacci sul cuore». Comunque, dopo una gioventù spensierata e un matrimonio felice, il giovane ar-
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Marcel Labrume ÂŤAlter AlterÂť da ottobre 1980 a gennaio 1981. Si tratta del primo episodio di Marcel Labrume. Ambientazione: 1940, Libano.
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