I desideri sono presentimenti di capacitĂ . Goethe
migliora la tua vita in 21 giorni di Amedeo Pesce © dell’Autore dei testi © Solone srl per questa edizione italiana Collana: Narrativa, 12 Direttore Editoriale: Nicola Pesce Ordini e informazioni: info@edizioninpe.it Ufficio Stampa: ufficiostampa@edizioninpe.it Stampato presso Peruzzo Industrie Grafiche S.p.A. Mestrino (PD) service editoriale – tespiedit@gmail.com Nicola Pesce Editore è un marchio in esclusiva di Solone srl via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA) recapito postale NPE c/o MBE via Brodolini, 30-32 z.i. 84091 Battipaglia (SA) edizioninpe.it facebook.com/EdizioniNPE twitter.com/NicolaPesceEdit instagram.com/EdizioniNPE
Migliora la tua vita in 21 giorni di Amedeo Pesce
Prefazione
di Virgilio Degiovanni Direttore di «Millionaire»
Avete in mano una sorta di Guida che all’apparenza ha tante eguali o similari in libreria o sul Web. Il suo titolo stesso appartiene agli eufemismi che più detesto, ancor peggio se legati a una scadenza temporale così ravvicinata come 21 giorni. Se non mi fosse stata presentata da un caro amico di cui conosco per certo intelligenza ed onestà di giudizio, non l’avrei mai aperta, questo è certo. E invece me la sono letta, tutta quanta, dalla prima all’ultima pagina. Ho trasgredito solo su un input dato dall’ autore in prefazione: “dedicategli 10 minuti al giorno, soltanto questi. Poi proseguite il giorno dopo, altri 10 minuti”. Osservatelo, sarà prezioso. E farà di questa Guida un piccolo tesoro che vi aiuterà tantissimo. Certamente verso l’obiettivo primario: pianificare ed avviare una vostra attività. Ma che per me è molto secondario rispetto a quello che quest’opera realmente riesce a fare: a rivedere voi stessi, la vostra vita, il vostro modo di fare le cose. E ad imparare che potreste ottenere risultati infinitamente maggiori facendole – e vivendo – in modo diverso rispetto a quello sino ad ora seguito.
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Lo scoprirete assaporando ogni pagina, partendo dalle prime in cui già sarete chiamati a rispondere alla domanda più difficile, per moltissime persone: “cosa volete?”. Prima di rispondere, leggete con attenzione. E poi cercate la risposta con calma, usando cuore e cervello allo stesso tempo, perché ci vogliono entrambi. Arrivate poi al secondo suggerimento, che vorrei aver applicato tanto meglio di quanto ho fatto nella mia vita: “scegliete le vostre guerre”. Già, perché molto spesso combattiamo battaglie assurde quando potremmo farne a meno. Battersi è giusto, e per me è il sale della vita. Ma farlo per cause perse o senza senso è stupido, come talvolta io stesso mi sono sentito. Purtroppo sempre “dopo”, mai “prima”, quando potevo scegliere. Fate tesoro di questo come di tutti i consigli che seguono. Amedeo è bravissimo a presentarli nel modo più semplice, comprensibile e ricordabile che si potesse scegliere. Quando si sbilancia in affermazioni come “conta su di te e sii presuntuoso nel tuo cuore” dice una profonda verità, tanto nella prima parte della frase – sì, è proprio così: potete contare su voi stessi, non sugli altri – quanto sulla seconda. Perché se non avete un po’ di quella (magari antipatica) autosicurezza che ci vuole in tutto, purtroppo sarete vittima del corso degli eventi, mai teneri verso chi non ha animo per fronteggiarli. E se pensate che gli anni “d’oro” sono ormai per voi passati, leggetevi quanti anni aveva il curatore fallimentare che un bel giorno decise di cambiare vita e lavoro fondando… la swatch, e portando i suoi orologi in ogni angolo del mondo. A me ha ricordato il mitico Colonnello Sanders, che a 69 anni fondò nel 1952 Kentucky Fried Chichen, ovvero il primo ristorante di pollo fritto negli Stati Uniti. Oggi ce ne sono oltre 18.000 nel mondo, fattura 23 miliardi di dollari e dà lavoro a 750.000 persone. Il Colonnello se la guarda sotto i baffi dal cielo. Lui se ne è andato, il suo mito rimasto. Potrebbe essere anche per voi? Perché non crederci, in fondo?
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Possono esservi senz’altro d’aiuto i capitoli finali sui passi da muovere da subito, ma soprattutto leggerete nella parte finale una della massime più belle: Il momento migliore per piantare un albero è 20 anni fa. Il secondo momento migliore è adesso. Confucio La riporterò in un prossimo editoriale su «Millionaire», insieme a un detto dell’autore, come mio personale, da sempre: non è diventare ricchi ma il percorso che conta. Buon Viaggio Virgilio Degiovanni
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Viviamo per vivere, non per prepararci a vivere. Pasternak
Giorno 1 – Introduzione
Quasi tutte le persone che ho conosciuto nel corso della mia vita non erano oneste con sé stesse. Erano indaffarate nelle molteplici attività del quotidiano, a volte anche con un buon successo, educavano i loro figli, svolgevano il loro lavoro, le potevate vedere al bar sorridenti nell’ora dell’aperitivo, parlando tra loro con grandi sorrisi. Ma se come un demone malizioso vi foste avvicinati, aveste preso da parte uno di loro come per digli una cosa importante, e gli aveste chiesto “ma tu... sei soddisfatto della tua vita?”, allora avreste notato una piccola crepa nella maschera di creta che avevano indossato per lo spettacolo. Se gli aveste chiesto, navigando controcorrente attraverso il loro fiume di parole da aperitivo, “ma tu... sei felice? sei felice davvero?”, avreste ricevuto dei sorrisini nervosi e forse sareste stati presi in giro. E voi, che leggete, siete realmente sereni? La verità è che nella società occidentale di questo ventunesimo secolo l’uomo è stato travolto da un fiume di immagini, suoni ed informazioni. Basta prendere la metro in una delle nostre metropoli per vedere come ogni singolo adolescente impugni uno smartphone e ci si perda dentro completamente. Non si guardano fra loro. Quel 11
ragazzo dal ciuffo nero scompigliato e la ragazza dai capelli rossi che le cadono sulle spalle come un fuoco capovolto non incontrano l’uno lo sguardo dell’altra e perdono l’irripetibile occasione di conoscersi. Al finestrino prima il buio, tra le fermate di Ottaviano e Lepanto, poi d’improvviso la luce, un ponte di pietra e il Tevere, Castel Sant’Angelo, ma loro no, non guardano. Il problema ovviamente non sta nella tecnologia. Siamo così tanto presi nel far fronte ai mille problemi di ogni giorno, presi nel cercare non tanto di arrivare a fine mese quanto di riuscire a pagare tutte le tasse che lo Stato ci richiede, anche se poi non si sa che ne faccia di tutti quei soldi. Pagare un f24, correre dal commercialista, il bambino esce da scuola, è arrivata una raccomandata a casa, e dovete andarla a ritirare alla posta, ma prima magari c’è il pranzo da prepare. In questa società tutto porta ad un unico risultato: non si ha più tempo per stare tranquilli, da soli con sé stessi. Non si ha più il tempo di chiedere alla persona più importante che conoscete, cioè voi stessi, “ciao, come stai?”. Quando vedete una stella cadente, cos’è che chiedete? Non lo si può dire agli altri, ché poi non si avvera, ma questo è un libro e perciò dentro di voi potete prendervelo un secondo e confessarvelo alla luce del giorno. Ecco allora la prima cosa da fare. Cominciate subito: a fine introduzione chiudete questo libro. Non è tempo sprecato. Potevo scriverlo di trentadue pagine in più ed allora avreste impiegato un’ora in più per leggerlo. Quindi stringiamo questo patto segreto tra noi: io lo scrivo di trentadue pagine in meno e voi adesso lo chiudete, andate in un posto dove nessuno vi può disturbare e dedicate dieci minuti a niente. Se esiste il rischio che qualcuno vi veda “non indaffarati”, ossia indaffarati nella cosa più importante che esista al mondo, allora ri12
manete dove siete, socchiudete il libro lasciandovi un dito come segnalibro e fate finta di stare meditando su qualcosa che avete letto. Ma il patto è che non dovete pensare a niente. All’inizio sentirete la sensazione della carta ruvida, poi forse anche un po’ di imbarazzo, come quando si incontra uno sconosciuto. Quello sconosciuto siete voi stessi. Poi forse cominceranno a sorgere i pensieri della vita quotidiana, se avete fatto o non fatto quella cosa, se la tizia alla cassa del supermercato è stata scortese apposta oppure no. Ma il patto è che non dovete pensare a niente. Questo libro oggi non va aperto più. Lo continuerete a leggere domani. Se lo leggeste tutto d’un fiato sarebbe un altro libro di parole, mentre vuole essere un libro di fatti. Ricordate che mi dovete un’ora intera, e questi sono i primi dieci minuti. Non li contate con l’orologio. Staccate lo smartphone... sono solo dieci minuti! Quant’è misera la vostra vita se non potete staccare lo smartphone dieci minuti! Io certo non posso controllare se lo farete o meno, ma il bello di questo patto è che – barando – ingannereste voi stessi e non me. Ricordate: per trarre il massimo giovamento, per trarre la massima utilità da questi dieci minuti, essi devono essere perfettamente inutili. Come potreste ascoltare voi stessi e il mondo se state sempre lì a pensare?
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“Sai dove si vende il pesce?” “Sì, al mercato”. “E sai dove gli uomini diventano virtuosi?” “No”. “Allora seguimi”. Diogene Laerzio racconta di Socrate