Piccolo Atlante dei nomi inventati di Simone Annicchiarico
piccolo atlante dei nomi inventati di Simone Annicchiarico © dell’Autore dei testi © Solone srl per questa edizione © degli aventi diritto per le immagini utilizzate Hanno collaborato: Andrea Doretti per i testi Isabella Ferrante per le illustrazioni Collana: L’arte delle Nuvole, 19 Direttore Editoriale: Nicola Pesce Ordini e informazioni: info@edizioninpe.it Ufficio Stampa e Supervisione: Stefano Romanini ufficiostampa@edizioninpe.it service editoriale Valeria Morelli grafica in copertina Valeria Morelli Stampato presso Peruzzo Industrie Grafiche SpA nel mese di marzo 2018 Edizioni NPE è un marchio in esclusiva di Solone srl via Aversana, 8 - 84025 Eboli (SA) recapito postale NPE c/o mbe via Brodolini, 30/32 z.i. 84091 Battipaglia (SA) edizioninpe.it facebook.com/edizioniNPE twitter.com/edizioniNPE instagram.com/edizioniNPE #edizioninpe
Rick Conoscenza e Al Trujsmo sono d’obbligo dopo un libro come questo. Ma non sempre si è soli nel mondo dell’assurdo. Debbo quindi ringraziare alcuni amici il cui Sue Dore è finito in queste pagine. Grazie al caro Matteo Rizzardi che ha Teo Rizzato tanti nomi assurdi e soprattutto grazie al buon Gianluca (Mango) Paiella Tito Lare di irresistibili perle come Livio Lini e Ciro Vini. Grazie poi a Francesca Mattioli, Sara Pupillo e Sabrina Beretta Perla Vicinanza dimostrata.
Introduzione Era pazzo. Scappò di casa quando era ancora molto piccolo. Solo una lettera, lasciata sul lettino, una lettera bellissima, che fece piangere i genitori che capirono il suo disagio e non lo cercarono mai. Si dedicò alla letteratura, lui che mai lesse un libro in vita sua, però scriveva, eccome se scriveva. E scriveva davvero bene. Alcune sue opere, infatti, sono oggi studiate nelle università e stampate in più lingue. Opere giovanili. Perché poi la pazzia ebbe il sopravvento, diventando ossessione, e di libri non ne pubblicò più. L’ossessione per i nomi, e soprattutto per il cosiddetto nomen omen. E cominciò a raccogliere nomi, tutti quei nomi che contenevano al loro interno il destino della persona che li portava. Ne raccolse migliaia, milioni, nessuno può dire quanti, ma le cronache del tempo narrano di numeri impressionanti. Morì nell’incendio della sua biblioteca (dove non c’erano libri, ma solo volumi e volumi di raccolte di nomi). E andò tutto in fumo. Non proprio tutto, perché durante i lavori per un nuovo centro commerciale da erigersi nel terreno dove sorgeva la biblioteca, furono recuperati frammenti bruciacchiati di quella raccolta. Poca roba, rispetto alla collezione originale. Quei frammenti con i nomi, alcuni illeggibili, alcuni con parti mancanti, altri solo segnati in attesa di uno studio più accurato, furono venduti a un mercatino di Trastevere. Dove li ho comprati per pochi euro, chiusi in una cassettina di legno. L’Atlante che avete tra le mani nasce dai quei pezzi di carta quasi perduti nel nulla. Ritengo quindi doveroso rendere omaggio a Ben Scritto, il vero iniziatore di quest’opera. 5
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LOTHAR TASSATO Italo-tedesco, membro del TKK spietato gruppo di torturatori delle SS. Dopo la fine della guerra divenne esattore e fiscalista. Prima di entrare nell’esercito ebbe fortuna come pugile dilettante.
KEN OYA Giocatore di scacchi nippo-americano, perse 18 partite per abbandono. Morì solo e dimenticato da tutti in un piccolo appartamento del Vermont.
LIVIO LENTHAI Apparentemente un signore elegante di origini bellunesi ma abitante in Brianza. Balzò agli onori delle cronache per una losca e torbida vicenda legata alla sparizione di due bambini, ritrovati poi in una capanna nascosta tra gli alberi. Confessò dopo una notte di interrogatorio nella questura di Abbiategrasso e finì la sua vita in carcere con una condanna per pedofilia.
BARBARA SATA Parrucchiera ed estetista pugliese, fu la prima ad aprire, nell’immediato dopoguerra, un negozio di barberia per uomini gestito da sole donne.
TOM BAROLO Di padre piemontese trasferitosi nel Michigan. Durante il Proibizionismo esercitò la propria attività di vinaio ricavando la propria cantina nei sotterranei di un edificio costruito sopra un ex cimitero indiano. Produsse il cosiddetto “vino morto” divenuto famoso poi con il più elegante epiteto di “vino fermo”. 7
simone annicchiarico
RICK CASTRO Figlio di un esule cubano a Miami, fece fortuna iniziando con un baracchino di vendita di hot dog sulla spiaggia. Fu accusato di intrallazzare con la mafia italo-americana, e di usare l’attività come copertura per il riciclaggio di denaro sporco. Nel ’72 fu costretto a togliere dal proprio marchio l’immagine di un enorme würstel giudicato osceno. Morì in disgrazia nell’84.
RINO CERONTE Dopo la campagna di Abissinia si stabilì in Africa. Fu prima cacciatore ed esploratore, poi guida e infine organizzatore di safari. Da una sua idea nacque l’Afrikaan Safari Centre di Cape Town.
TOM BINO Uno degli ultimi pulitori di fognature presenti nella città di Boston. Dal padre Al Bino, siciliano, ereditò una folta chioma bianchissima, fin dalla nascita.
RUBY NETTO Figlia di un piccolo commercialista ternano (Alessandro, detto Al) diventò un punto di riferimento nella vendita di arredo-bagno nella Londra degli anni ’70. Durante la ristrutturazione di Buckingham Palace del ’78 ottenne un contratto miliardario per ammodernare i 700 bagni reali. 8
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DINO COLATO Ballerino abruzzese che per primo portò la break dance in Italia, nell’82. La sua fama si sparse anche oltre confine, tanto da meritarsi la presenza in un video degli Afrika Bambaataa. Si racconta di un relazione avuta con la giovane Madonna, conosciuta sul set del video Like a virgin, girato a Venezia, alla preparazione del quale Dino fu chiamato come consulente di movimento coreografico.
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RICK ETZA Di padre cecoslovacco emigrato a Chicago, fu un acceso promotore del capitalismo post ’29. Partito dal nulla, fu muratore, poi capocantiere fino a diventare un potentissimo investitore immobiliare, costruendo torri, grattacieli, hotel e casinò. Per quasi vent’anni fu uno degli uomini più facoltosi d’America.
AL LIMITE Famosa controfigura per scene d’azione del cinema italiano degli anni 70/80. Compare in Disastro Ferroviario, L’urlo delle aquile, e in tutta la serie dell’agente Fistomba come sostituto del noto attore Ben Pettinato. Tentò fortuna anche in America, dandosi il nome d’arte di Al Top, forse un po’ troppo pretenzioso per il difficile ambiente cinematografico d’oltreoceano.
BEN COTTO Cuoco italo-americano. Inventò il panino con la svizzera (che solo in un secondo momento si chiamò hamburger). Ma divenne famoso anche per il Risotto Risottato, il Grano Sgranato, il Pepe Pepato e il Manzo Romanzo. Fu sempre denigrato dai cultori della carne al sangue.
MINO RATO Divenne famoso come l’uomo più stupido del mondo, invitato onnipresente di trasmissioni televisive pomeridiane nell’Italia degli anni ’90. Imitato e sbeffeggiato dai comici che contribuirono in parte al suo successo, facendo diventare un tormentone il suo classico “non ho capito”. 10
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RINO MATO Conduttore televisivo italiano (di origine cilena) degli anni ‘90. Dai modi pacati e gentili, fu il rappresentante di una tv lontana dai canoni moderni, elegante e piacevole. Fu l’unico, in quel periodo, a non invitare mai nelle sue trasmissioni Mino Rato.
PHIL MATO Fratello di Rino, cercò di fare il regista e si stabilì a Los Angeles. Le sue qualità lo fecero propendere però per un genere più didattico che di entertainment, tanto che fu assunto dallo Stato della California per realizzare documentari per le scuole. Molti ragazzi americani ricordano ancora pellicole come Da dove vengono i marziani, L’amore produce beni, Cristianesimo e giovinezza.
BEN FATTO Dopo essere stato per un breve periodo il modello per i più famosi stilisti nei primi anni ’90, finì nel gorgo della marijuana. Le seguenti accuse di spaccio e il suo stesso disinteresse lo portarono fuori dal mondo della moda, costringendolo a una vita ai margini.
DEMI URGO Artigiana ungherese. Fu sindacalista dai modi decisi, caporivolta nelle agitazioni ungheresi del ’67 e rappresentante e portavoce della classe proletaria nelle manifestazioni dell’Inverno Caldo del ’71. 11
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MAYA LA Pornoattrice coreana. Nei primi film compare però con il nome di Sue Yna. Dal carattere disinibito e un’espressività volgare, Maya rendeva ogni film particolarmente squallido e di cattivo gusto. I titoli principali (quei pochi che ebbero il permesso di essere pubblicati e venduti) avevano come tema sesso e orge con animali di ogni tipo, soprattutto in via d’estinzione: ci piace ricordare Maya La e il Panda solitario, 13 rinoceronti per una Maya La, e, su tutti, Salsicce di Maya La.
MAYA LA 12
isbn: 978-88-94818-35-2 978-88-94818-02-4
€€14,90 9,90