Sergio Toppi TANKA OGARI 1650 IL RITORNO DI ISHI UNA SPADA PER KOMURA SATO
Tanka Ogari 1650 Il ritorno di Ishi Sato Una spada per Komura
di Sergio Toppi © 2016 – Mosquito – Eredi Toppi © 2020, Edizioni NPE Tutti i diritti riservati. Collana Sergio Toppi, 7 Direttore editoriale: Nicola Pesce Ordini o informazioni: info@edizioninpe.it Caporedattore e Ufficio stampa: Stefano Romanini ufficiostampa@edizioninpe.it Coordinamento editoriale: Valeria Morelli
Stampato presso MIG srl - Bologna nel mese di giugno 2020 Tanka fu pubblicato per la prima volta su «Corto Maltese» n.9, 1988 Ogari 1650 fu pubblicato per la prima volta su «Linus» n.1, 1977 Il ritorno di Ishi fu pubblicato per la prima volta su «Il Giornalino», Edizioni Paoline, Storie di tutti i tempi, nn.21 e 22, 1982 Sato fu pubblicato per la prima volta su «Il Giornalino» nn.25 e 26, 1982 Una spada per Komura fu pubblicato per la prima volta su «Corto Maltese» n.9, 1988 Si ringraziano Angelo Nencetti, Gianni Brunoro ed Erasmo Frascaroli per la gentile consulenza. Edizioni NPE – Nicola Pesce Editore è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA) edizioninpe.it facebook.com/EdizioniNPE twitter.com/EdizioniNPE instagram.com/EdizioniNPE #edizioninpe
Tanka
Ogari 1650 Il ritorno di Ishi Sato Una spada per Komura di Sergio Toppi
1.
Ogari 1650
Pubblicato per la prima volta su ÂŤLinusÂť n.1, 1977
io sono un ronin*,
un "uomo-onda"… il mio nome non è importante: le acque non hanno nomi né padroni. esse vagabondano da un orizzonte all'altro, esattamente come me… finché qualcuno ha avuto bisogno della mia spada, cibo e dignità mi sono stati assicurati. ora non mi resta altro che la spada, e un suono, che mi accompagna ormai da giorni e giorni, simile a una risata stridula: il suono della fame, che grida nelle mie orecchie.
*Nel X secolo il termine "ronin" andava a indicare i contadini che per evitare tasse troppo onerose abbandonavano le loro terre per trasferirsi in regioni non ancora sottomesse dall'autorità o dai monasteri buddhisti. Durante il periodo Tokugawa contribuirono alla disfatta del governo, confermandosi guerrieri abili e temibili.
un giorno, mi trovai di fronte a un villaggio… perché abbandonare l'illusione di riuscire a ottenere qualcosa?
andavo in giro mendicando.
ormai era meglio dimenticare che ero stato abituato soltanto a pretendere…
mi sentivo osservato… erano sguardi sospettosi e ostili… tutt'intorno, un profondo silenzio.
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aiutatemi, ve ne prego‌ sono qui a domandare umilmente il vostro aiuto‌
ci sono parole che pesano come piombo, e sono quelle che sentii in quel momento, quando gli abitanti del villaggio uscirono dalle loro case.
vattene, lurido ronin, sporco cane bastardo! per anni interi vi siete presi il nostro riso, le nostre donne e i nostri bambini! ora dovrai nutrirti con la tua arroganza, e riempirti la pancia solo con la tua spada!
‌un momento!‌
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ascolta, ronin… in questo posto, ormai, non sono rimasti che i vecchi… siamo pochi, e molto malridotti. le nostre braccia non hanno più forza, e c'è molto lavoro da fare… ti offro una possibilità…
accettai.
che altro avrei potuto fare? e, mentre mi rotolavo nel fango dell'umiliazione, quel suono simile a una risata si faceva ancora più stridente, nelle mie orecchie!…
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vollero
che consegnassi loro la mia spada, e io così feci. non mi sarebbe più stata utile, in quello che mi apprestavo a fare!…
fu così che io, un guerriero, divenni un animale da soma… non potevo dare torto a quelli che, dietro le mie spalle, ridevano di me! il mio viso, però era bagnato solo dal sudore…
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un patto è un patto: facevo ciò che mi avevano chiesto, sotto tutte le intemperie, con le mani aggrappate a degli enormi attrezzi. grondante sudore e miserabile, ero divenuto nient'altro che una bestia!‌
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vattene via, ronin! ormai non ci servi più a niente! non intendiamo sprecare riso per un vagabondo!… sparisci da qui, sporco cane randagio!
mi lanciarono delle pietre…
erano vecchi, ma numerosi, e io non avevo più la mia spada… ma non so se avrei avuto la forza per servirmene!…
portato a termine
tutto il lavoro, mi recai, speranzoso, al villaggio, allo scopo di ricevere il mio compenso. avevo lavorato, e volevo il cibo che mi era stato promesso.
mi trascinai nella polvere, in mezzo alla
strada e, ancora, sentii quelle risa, sempre più stridenti. stavolta, erano accompagnate da parole…
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ho un dono per te, ronin senza cibo né spada!…
…è per la tua vendetta, ronin… accetta il mio regalo, prendilo… è un buon sortilegio!…
mi voltai e vidi quel
sacchetto… la cosa mi sembrò del tutto normale, di certo a causa della fame e della disperazione.
ormai,
nella mia miseria il suono di quella risata mi stordiva come una droga!… aprii il sacchetto…
prendilo, e leggi ciò che dovrai fare… così che sarai vendicato!… ah, ah, ah!…
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tirai fuori gli oggetti
contenuti nel sacchetto. lessi ciò che avrei dovuto fare e le parole che avrei dovuto pronunciare per realizzare il sortilegio che mi era stato concesso‌ seguii le istruzioni alla lettera‌
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d'un tratto un bagliore
intenso illuminò il villaggio: era una luce accecante e terribile…
poi,
fui avvolto da un vortice di vento torrido…
…e mentre perdevo conoscenza, continuavo a sentire quella risata, che crebbe intensamente, e poi cessò, all'improvviso… quando tornai in me, vidi una nube, una nube come mai l'avevo vista prima, che s'innalzava al di sopra del villaggio…
…e seppi, senza ombra di dubbio, che ero stato vendicato.
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non mi avvicinai per vedere…
avevo paura di ciò che avrei trovato. ma, il terzo giorno, vidi arrivare un uomo che stava fuggendo dal villaggio… morì ai miei piedi. era coperto di orribili piaghe.
non lo toccai, ma
mangiai il suo riso e bevvi la sua acqua, perché era quanto mi era dovuto.
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adesso, sono sazio e sono
stato vendicato. qualcosa, però, brucia dentro di me, e non è la febbre…
alamogordo… jumbo… little boy… enola gay…
ci sono parole
in quel sortilegio che non riesco a togliermi dalla mente… parole che toccano profondamente il mio spirito, provocando un'eco oscura e disperata… e io sto male… tanto male…
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«Un poema a fumetti sul filo della katana.» Umberto Eco
Sergio Toppi ci trascina nell’antico Giappone popolato da principesse, samurai e ronin, dove poesia e violenza si fondono e si intrecciano in un eterno incontro. Le cinque storie contenute in questo volume sono cerchi perfetti dove il Destino ineluttabile
dell’uomo si piega al tempo dell’anima e della storia. Lo straordinario stile degli inchiostri del Maestro si agita sulle armature, negli scontri in battaglia e sui corpi sinuosi delle geishe, con una perfezione che non ha eguali nella storia del fumetto italiano.
Sergio Toppi (Milano 1932 – 2012), è stato un illustratore ed un fumettista italiano. Oggi è considerato uno dei più grandi autori mai esistiti. “Dalle sue tavole così incise e così bulinate, dalla ricchezza traboccante delle sue storie misteriose e tragiche ci viene costantemente il conforto che può esistere un uomo così responsabile, così pronto a rispettare il suo impegno. Come una religione. Il suo lavoro tende alla perfezione, per semplice senso del dovere”.
edizioninpe.it ISBN: 978-88-94818-39-0
euro 16,90