Due uomini, due (grandi) avventure
di Stefano Priarone
Cos’è un fumetto “bonelliano”? La risposta sembra semplice, un albo in formato 16x21, generalmente in bianco e nero e di 96 pagine.
In realtà, adesso le eccezioni sono numerose, basti pensare ai cosiddetti “Texoni”, i volumi di Tex di grande formato spesso disegnati da autori differenti rispetto a quelli della serie regolare (basti citare Buzzelli, Magnus, Kubert), al Tex cartonato in formato “francese” (24x32) a colori, agli ormai numerosi speciali a colori (di Tex, Dylan Dog, Zagor, Dragonero, Julia) o ai volumi che escono solo nelle librerie e nelle fumetterie e non in edicola (dove un tempo arrivavano tutti gli albi della Bonelli).
Nel 1976, quasi cinquant’anni fa, queste eccezioni in pratica non esistevano. Magari il lettore non utilizzava il termine “bonelliano”, l’editore era già da molto tempo Sergio Bonelli (che era subentrato alla madre Tea), ma la Casa editrice diventerà Sergio Bonelli Editore solo alla fine degli anni Ottanta, all’epoca aveva varie denominazioni sociali: Daim Press (la più bella: ricordava, scritto con la pronuncia all’italiana, la narrativa popolare americana di inizio Novecento, quella delle dime novels), sotto il cui marchio uscivano Tex e Zagor, Araldo (il Comandante Mark), Altamira (il Piccolo Ranger) e Cepim, che pubblicava Mister No. È questa l’etichetta sotto la quale, a partire dal novembre del 1976, esce una collana davvero innovativa: Un uomo un’avventura. Si tratta di volumi cartonati di grande formato (“alla francese”) con una foliazione di quarantotto tavole a colori stampate su carta patinata ad alta
grammatura. E con il nome del disegnatore in copertina, una novità per la Casa editrice. Lo sceneggiatore, quando c’è (spesso l’autore è unico) è accreditato invece nelle pagine interne: L’uomo del Texas, disegnato dal creatore grafico di Tex Aurelio Galleppini (l’altro creatore, lo sceneggiatore Giovanni Luigi Bonelli, è il padre di Sergio), è scritto dallo stesso editore, che come sceneggiatore (ha creato Zagor e Mister No) si firma Guido Nolitta. I primi due volumi sono L’uomo del Nilo, di Sergio Toppi, scritto da Decio Canzio (braccio destro di Bonelli alla guida della Casa editrice), e L’uomo dello Zululand di Gino D’Antonio (testi e disegni). Toppi realizzerà altri due volumi della collana (che chiuderà nel novembre 1980), L’uomo del Messico (sempre scritto da Canzio) e L’uomo delle paludi (di cui realizza anche la sceneggiatura, il migliore dei tre), mentre D’Antonio ben cinque: di uno fa ancora anche i disegni (L’uomo di Iwo Jima) degli altri quattro solo i testi: L’uomo del deserto (disegni di Ferdinando Tacconi), L’uomo di Pechino (disegni di Renato Polese) L’uomo del Bengala (disegni di Guido Buzzelli) e L’uomo di Rangoon (disegni di nuovo di Tacconi), che chiude la serie. Quando esce Un uomo un’avventura la critica fumettistica divide snobisticamente il fumetto in popolare o d’autore: il primo sarebbe quello delle riviste come «Linus»,«Alter Alter» o «Il Mago» (negli anni Ottanta ne arriveranno altre come «Orient Express», «Corto Maltese» o «Comic Art»), il secondo quello degli albi “popolari” da «Tex» a «Diabolik» a «Topolino», agli stessi supereroi Marvel (l’Uomo Ragno, i Fantastici Quattro, Thor) che pubblica l’Editoriale Corno. La collana spariglia le carte: una Casa editrice di fumetto popolare pubblica albi “d’autore”.
Bonelli “d’autore”
Ma dalla metà degli anni Ottanta le cose cambiano di nuovo. Escono «Martin Mystère», creato nel 1982 da Alfredo Castelli (fra l’altro sceneggiatore di due numeri della collana, L’uomo delle Nevi, disegnato da Milo Manara e L’uomo di Chicago, per le matite di quel Giancarlo Alessandrini destinato a diventare una colonna di Martin Mystère di cui realizza già il primo numero e del quale è ancora oggi il copertinista) e «Dylan Dog», creato nel 1986 dallo sceneggiatore Tiziano Sclavi.
Serie pubblicate da Bonelli che distruggono definitivamente la già discutibile distinzione fra “fumetto popolare” e “fumetto d’autore”, con le loro storie complesse, e i disegnatori che spesso provengono dalle riviste. Inoltre, se prima la Bonelli era specializzata in western (seppure a volte anomali come «Zagor», che ha sempre avuto un filone di avventure fantastiche), le nuove serie sono ambientate nel presente e sfruttano vari generi: Martin Mystère si occupa di “mysteri” come UFO e alieni, ma spazia anche nell’horror e nella fantascienza, Dylan Dog è un horror ma spesso onirico e introspettivo.
Di questo “nuovo” corso della Bonelli fa parte anche «Nick Raider», creato nel 1988 dallo sceneggiatore Claudio Nizzi, che da alcuni anni è il successore designato di G.L. Bonelli ai testi di «Tex». È un police procedural, sulla scia dei romanzi di Ed McBain dell’Ottantasettesimo Distretto o della serie tv Hill Street giorno e notte, cioè un poliziesco che cerca di rifarsi alle procedure reali delle Forze dell’Ordine, spaziando comunque fra i vari sottogeneri del giallo, e nel quale il protagonista, detective della squadra omicidi di New York, viene affiancato da altri personaggi, come gli agenti Marvin Brown e Jimmy Garnet, il tenente Arthur Rayan o l’informatore Alfie.
Se i nuovi eroi della Bonelli hanno successo, negli anni Novanta vanno però in crisi le riviste che, per sopravvivere, pubblicano anche storie brevi di personaggi della Casa editrice milanese: memorabile il numero 96 di «Comic Art» (ottobre 1992) che, con una copertina di «Tex» firmata Giovanni Ticci, uno dei principali disegnatori del ranger, protagonista di una storia breve all’interno scritta da Bonelli-Nolitta e disegnata dallo stesso Ticci, presenta anche un’avventura di Martin Mystère di Castelli e Alessandrini che si svolge durante la manifestazione Lucca Comics e pure un bellissimo racconto dello stesso Toppi, Ogoniok, ambientato nella Siberia dell’Ottocento (pubblicato da Edizioni NPE nel volume omonimo).
Toppi “popolare”
La crisi (e successiva chiusura) delle riviste, suo classico habitat, spinge Toppi, che era stato comunque anche un autore bonelliano, seppure anomalo (sue pure le storie de Il Collezionista a inizio anni Ottanta, per la collana «I protagonisti di Orient Express», edita da Bonelli con il marchio “L’isola trovata”) a dedicarsi per qualche anno anche ai personaggi della Casa editrice. Prima collabora a «Ken Parker Magazine», rivista che affiancava a una storia lunga dell’affascinante personaggio western creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo articoli e storie brevi, spesso di altri personaggi della Bonelli, come
Questioni di famiglia di Martin Mystère, scritta da Castelli e disegnata meravigliosamente da Toppi.
Arriva poi il trittico giallo: due storie di Nick Raider, Senza respiro (1997) e Tracce di sangue (2001) e un albo di Julia, la criminologa creata da Berardi, L’eterno riposo (1999), pubblicato nel volume precedente della collana che avete tra le mani.
I testi di entrambi gli episodi di Nick Raider sono di Gino D’Antonio: è una sorta di reunion di due dei maggiori collaboratori di Un uomo un’avventura, anche se all’epoca avevano lavorato su volumi separati.
Per Toppi è una tripla sfida: si cimenta con sceneggiature altrui, lui che è spesso abituato a scriversi le proprie storie, affronta la “gabbia” bonelliana (in genere sei vignette su tre strisce per ogni tavola), ben diversa dalle sue ariose tavole con poche vignette, e deve abbandonare le amate epoche passate (specie l’Ottocento) per la fine del XX secolo. D’Antonio, da ottimo sceneggiatore qual è, scrive comunque cercando di far disegnare a Toppi quello che gli viene meglio, mettendovi tanti personaggi interessanti e poca tecnologia moderna.
E la tripla sfida viene brillantemente vinta.
Senza respiro è un noir che si colora di tragedia shakespeariana, con il vecchio boss mafioso Zarro, l’inetto nipote Mike e il pericoloso pentito Greed, personaggi splendidamente caratterizzati da Toppi.
In Tracce di sangue D’Antonio non utilizza il whodunit stile Agatha Christie nel quale si deve individuare il colpevole, semmai il meccanismo della suspense di Alfred Hitchcock. Il lettore sa da subito chi è l’assassino, ma è anche al corrente che ha le sue ragioni per uccidere e da un lato quasi solidarizza con lui, dall’altro non sa cosa aspettarsi.
Probabilmente memore del bellissimo L’uomo delle paludi di Toppi, D’Antonio fa iniziare e finire la storia nelle paludi: allora erano quelle della Florida nelle quali gli indiani Seminole lottavano contro i soldati americani, stavolta sono della Louisiana dove vivono i cajun, altra popolazione ribelle.
La coprotagonista è la detective Sarah Himmelman, mascolina e dichiaratamente lesbica che spesso ruba la scena a Nick, a dimostrazione che i personaggi omosessuali nella narrativa popolare non sono certo prerogativa degli ultimi anni, anzi all’epoca erano spesso scritti meglio. Sarah, carismatica e volitiva, non fa pistolotti contro il “patriarcato” né lamenta in continuazione discriminazioni subite: rude, pragmatica ma anche a suo modo sensibile, è immediatamente simpatica al lettore.
Arrivati al finale di questa introduzione il lettore magari ci potrà rimproverare di non aver detto poi molto delle storie contenute nel volume. Ma, sarà perché da bambini siamo rimasti colpiti negativamente da certe introduzioni alle edizioni Oscar Mondadori dei romanzi e racconti di Agatha Christie (sì, a nove anni leggevamo le prefazioni dei libri, e ci piaceva anche farlo) che a volte spoileravano il nome dell’assassino (se non del romanzo in questione, di altri di Dame Agatha) preferiamo il motto di certi strip club, di certo frequentati anche da Nick Raider e Marvin Brown: teasing not pleasing, stuzzicare non soddisfare.
Per la tua soddisfazione, o lettore, ci sono le pagine che seguono, con un maestro del fumetto che offre la sua versione, al tempo stesso personale e fedele alla linea, di un personaggio seriale.
Senza respiro è stato pubblicato per la prima volta nel novembre 1997 su «Nick Raider»
n. 114, Sergio Bonelli Editore.
Volumi di Sergio Toppi
già pubblicati in questa collana:
Sharaz-de – isbn: 978-88-88893-86-0
Blues – isbn: 978-88-88893-94-5
Bestiario – isbn: 978-88-88893-98-3
Lo spazio dentro il corpo – isbn: 978-88-94818-66-6
Finché vivrai – isbn: 978-88-94818-08-6
Il Collezionista – isbn: 978-88-94818-16-1
Tanka – isbn: 978-88-94818-39-0
Solitudinis Morbus – isbn: 978-88-94818-48-2
Chapungo – isbn: 978-88-36270-20-0
Ogoniok – isbn: 978-88-36270-33-0
Il dossier Kokombo – isbn: 978-88-36270-53-8
Dio Minore – isbn: 978-88-36270-71-2
Myetzko – isbn: 978-88-36270-87-3
Krull – isbn: 978-88-36270-93-4
Isola gentile – isbn: 978-88-36271-02-3
Il tesoro di Cibola – isbn: 978-88-36271-09-2
La leggenda di Potosí – isbn: 978-88-36271-43-6
Warramunga 1856 - M’Felewzi – isbn: 978-88-36271-80-1
Colt Frontier – isbn: 978-88-36272-05-1
Scene dalla Bibbia – isbn: 978-88-36272-20-4
Sic transit gloria mundi – isbn: 978-88-36272-40-2
Julia – L’eterno riposo – isbn: 978-88-36272-33-4